Ufficio Amministrativo

[Amministrativo]

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    [La sala del Nekomata]

    Domatori? La lucertola alzò un sopracciglio, come se la parola non fosse quella che si sarebbe aspettato. In sSSsosSSstanza è una quesSSstione di Orgoglio...beh, in quesSSsto Villaggio non è poi una cattiva strada da sSSseguire. Non aggiunse altro, mentre il duo raggiungeva il luogo della tragedia greca che costò un piccolo ictus all'impiegato otese. Ssalar sparì nel sistema di aerazione mentre Nakora, sola contro quell'abisso di follia chiamato Febh Yakushi, si trovava a dover improvvisare "qualcosa" davanti ad una porta metallica.

    Eh? Nakora? Si potè quasi sentire il rumore delle guance dell'amministratore che arrossivano, tanto era evidente la reazione. Non sto mica cercando di far esplodere l'edificio! Questo è il palazzo della MIA amministrazione! A quanto pareva aveva dirottato l'imbarazzo nella reazione rabbiosa. Il che era comunque un buon metodo per prendere tempo. Semplicemente questa è una stanza e qui c'è un accendino, ma non sono mica così maldestro da far cadere l'accendino acceso in quella tanica col simbolo del fuoco o nella cassa dei fochi d'artificio! Replicò punto sul vivo, battendo una mano contro la porta metallica. E' successo solo una volta per puro caso, mica sono un piromane! Che razza di idee! Intanto il chiocciare del pollo si fece più intenso, attirando l'attenzione dello Yakushi su ciò che avveniva oltre la porta. Ehi! Il padre di quel pollo è sopravvissuto ad esplosioni e guerre tra ninja, non penso che un incidente, che comunque non avverrà, come l'esplosione dell'Amministrazione potrebbe fermarlo, e poi...

    E poi Nakora toccò il punto fondamentale del semplice ma deviante ego dello Yakushi: il narcisismo. Oh...beh, non ricordo di aver posato per dei poster ma sono certo che ci siano immagini eccezionali di me mentre conduco Oto verso la gloria e poi... Improvvisamente si accigliò. Ehi, no un attimo, io non ho bisogno di aiuto per battere quel pollo a Poker! E poi...Maestro per il Nibi? Io ho promesso che ti portavo a vedere il vaso, mai detto che saresti stata il prossimo Jinchuuriki! Non ricordi la parte del...E PERCHE' CONTINUI A PROPORMI ACCENDINI? NON SONO UN PIROMANE, IO... Spalancò la porta assai irritato proprio mentre Ssalar si lanciava in soccorso della sanità mentale di tutta Oto, sferrandogli un calcio volante che mandò lo Yakushi dritto disteso a terra. FERMATI IDIOTAAA!

    jpg



    E ora devi far presto! Legarlo è inutile e la maggior parte dei narcotici non funzionano, quindi prendi qualcosa di pesante e sbattiglielo in testa finchè non perde i sensi! Ignora il sangue e...GACK! La lucertola venne interrotta da una mano dell'amministratore che gli si serrava intorno al corpo. Inutilmente cercò di inondare il ninja con la sua elettricità, che tuttavia non causò danni particolarmente rilevanti. Tuuuu. Traditooore. Sorvoliamo su cosa accadde a Ssalar, e ignoriamo anche le voci che girano su di una scatola di latta bloccata da una enorme roccia nei sotterranei da cui arrivano richieste di aiuto strazianti e passiamo oltre. Il Pollo era stato liberato nei sotterranei. Tanto quello sopravvive sempre. E Febh e Nakora si erano diretti alla porta che celava il Niibi, con l'amministratore che doveva aver approfittato della sua fuga per recuperare qualche abito.

    Sia chiaro, una chiacchierata e via. Potrai vedere il sigillo e farti un'idea. Non se ne parla di mettere il Niibi dentro una novellina, senza contare che rischieresti solo di farti mangiare viva. Comunque la porta è quella! Estese una mano per indicare, poco più avanti, un arco scavato nel muro e decorato con dei denti di dimensioni colossali che si gettavano all'interno, sovrastati da un teschio e, a ben guardare, sporchi di sangue rappreso. Brividi, eh? Quel sistema di sicurezza lo progettò Sayaka, e persino io ho difficoltà a passare là in mezzo senza lasciar dietro qualche arto.

    demon_gate



    Si era fermato davanti ai denti famelici, con le mani poggiate sui fianchi, quindi fece un respiro profondo. Vabbè, ora entriamo dal Niibi. E si spostò lateralmente verso una porta di metallo del tutto anonima che stava qualche metro più in là. Infilò una chiave nella serratura, la girò tre volte e poi posò una mano sul metallo per alcuni secondi, apparentemente senza far nulla, anche se forse un udito fine avrebbe sentito un lieve rumore di meccanismi. Quindi spinse in avanti la porta, facendo entrare Nakora in una stanza anonima con un piedistallo nel centro, sopra al quale stava un'urna finemente decorata con immagini del Nekomata: il gatto a due code guardiano del mondo dei morti. Ecco qua. Gattaccio, ecco Nakora. Nakora, ecco il gattaccio. Presentò i due (per quanto il Bijuu fosse solo un ammasso di chakra dentro un vaso e non potesse rispondere) con dei cenni della mano, quindi disse alla Kunoichi. Se vuoi tocca pure il vaso, tanto è sigillato dentro. Dovresti sentire una specie di lieve vibrazione o roba del genere.

    In realtà se Nakora avesse toccato il vaso non avrebbe sentito proprio niente. Anzi, il vaso sembrava assolutamente normale e privo di vita. Sia che lo facesse notare o meno, ben presto i due avrebbero notato una piccola ma significativa crepa nel contenitore del demone. Uh? Non dovrebbero esserci crepe là sopra...dovrebbe essere integro e... Improvvisamente le pareti avvamparono di fiamme nere ed azzurre mentre una sagoma informe e nera si sporgeva dal soffitto dove era stata nascosta, nell'ombra, fino a quel momento. Era informe, come una viscosa melassa carica di malvagità, ma manifestò abbastanza di sè stesso da mostrare un abbozzo di viso

    the-cheshire-cat-smile



    Piacere mio, Nakora.



    Ed a quel punto fu solo tenebra, che inondò l'intero ambiente, travolgendo persino lo Yakushi che, per un istante, perse il controllo. Gran parte dell'oscurità finì nel naso, nella bocca e nelle orecchie della Kunoichi, ancora incapace di avvolgere il suo intero corpo nel chakra per difendersi...ed in quell'istante infinito la ragazza avrebbe vissuto nella sua mente una quantità incredibile di esperienze terribili, quasi tutte collegate alla morte violenta ed efferata di persone che conosceva e che non conosceva. Illusioni, forse, ma come poteva salvare la sua mente? Era abbastanza forte per tutta quella morte?
     
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    HrEKxIv
    A giudicare dalla reazione di Ssalar, la sua spiegazione non era esattamente quella che si aspettava, tanto più l'utilizzo di quella parola: Domatori.
    In effetti non si era espressa benissimo, però non le era venuto in mente nessun altro termine al momento con cui potessere essere più chiara.
    L'orgoglio un po' ci aveva a che fare, non aveva sbagliato la lucertola però era proprio una questione di principio.
    Voleva essere in grado di dimostrare e affermare, che lei, era stata in grado di fare la differenza rispetto al passato.
    Tralasciando tutto quello che voleva scoprire sui Demoni!
    Certo non credeva che sarebbe stata una passeggiata parlare col Nibi, anzi molto probabilmente ci sarebbe voluto diverso tempo prima di ottenere anche soltanto una risposta vera o logica, però non le importava. In un modo o nell'altro ci sarebbe riuscita.
    Tornando alla situazione disperata in cui si trovava tutto il palazzo invece... Beh si può dire che le cose che stava dicendo sembravano avere un loro effetto.
    Difatti Febh iniziò a risponderle alle sue affermazioni una per una, ed è inutile dire che come fece l'esempio dell'accendino con la tanica sbiancò in mezzo secondo, conscia che non si poteva allontanare.
    La goccia che fece traboccare il vaso, apparentemente, fu il tasto dolente di accendini e fiammeri sul quale insistette anche abbastanza.
    Il fatto che l'avesse dirottato sulla rabbia, stava facendo sì che più o meno l'Amministratore rispondesse con delle frasi di senso compiuto.
    Tralasciamo il sollievo che provò quando rifiutò il suo aiuto col pollo, meglio così.
    Comunque sia alla fine uscì fuori aprendo la porta, probabilmente intenzionato a chiarire una volta per tutte la faccenda del piromane ma fu proprio in quel momento che Ssalar ricomparve a gamba tesa, piazzando un calcio in pieno viso che lo mandò dritto a terra.
    Fu talmente presa alla sprovvista dalla cosa che sbattè un paio di volte le palpebre, guardandola mentre tentava di tenere fermo Febh - con scarso successo tra l'altro - quando quest'ultimo riuscì ad afferrarla con una mano.
    Solo in quel momento tornò con la testa nella realtà, accorgendosi che aveva quasi totalmente ignorato le richieste della povera lucertola.
    Probabilmente anche fosse stata più attenta, non era sicura che avrebbe provato a colpirlo per fargli venire meno i sensi... Dopotutto non era affatto sicura che se l'avesse fatto, Febh avrebbe ancora accettato di portarla fino al Nibi.
    Vedendo com'era fatto probabilmente si sarebbe potuto risvegliare tanto contento, quanto incavolato nero.
    In ogni caso Ssalar provò a liberarsi emanando qualche scarica elettrica addosso all'Amministratore, il quale però non parve risentirne particolarmente.
    Non sembrava avere buone intenzioni nei confronti della buona lucertola, affatto, e quello che accadde di li a poco ne diede conferma. Ampiamente.
    Fosse stato per lei avrebbe anche voluto liberarla, quasi le faceva pena, però dubitava seriamente che Febh gliel'avrebbe permesso.
    Abbozzò un sorriso mentre se ne andavano lasciandolo nella scatoletta col pollo che girovagava, se non altro avrebbe avuto un compagno di giochi. Non molto intelligente ma sempre un compagno era!
    L'Amministratore finalmente iniziò a condurla verso il Nibi, tuttavia, come aveva già specificato prima quando si trovava nello sgabuzzino non aveva la minima intenzione di farlo rinchiudere dentro di lei al momento.
    Inutile dire come si accigliò a riguardo Nakora, mordendosi il labbro inferiore e rimanendo zitta. Iniziare a fare i capricci in quel momento non l'avrebbe aiutata, doveva trattenersi e casomai, forse, avrebbe potuto provare a parlargliene una volta dentro il luogo in cui era custodito.
    Ormai per quanto la riguardava la sua decisione l'aveva presa, e Febh stesso lo sapeva bene visto quanto aveva detto al Bosco, doveva solo dimostrare quanto realmente fosse intenzionata ad andare lontano pur di riuscirci, d'altra parte era stato l'Amministratore stesso a dirglielo e lei quelle parole se le era incise nella mente.
    In conclusione al momento non disse nulla, tuttavia come vide la porta un po' più in la... Beh, in quel caso non riuscì a trattenersi.

    Non so chi sia Sayaka, però... Diavolo l'attenzione per i dettagli. Non oso immaginare quanto ci sia voluto, però è bellissima!!

    In quel momento reagì come mai l'aveva vista Febh.
    I suoi occhi se avessero potuto, avrebbero preso a brillare tant'erano catturati da quella sorta di portale. La sua voce invece aveva lasciato ben intendere quanto le piacesse quella cosa così particolare.
    Non fosse stato che andavano abbastanza di fretta, probabilmente si sarebbe messa a chiedere i dettagli riguardo il suo funzionamento e tutto il resto. Adorava certi gingilli, se poi era vero quanto le aveva detto l'Amministratore, ovvero, che anche lui rischiava di lasciarsi dietro qualche arto a passare li dentro la sua curiosità e meraviglia non facevano che aumentare.
    Indubbiamente il sangue rappreso l'aveva notato, però non sembrava esserne infastidita o simili, era troppo presa da quella cosa indefinita. Certo Febh l'aveva chiamata porta, però considerando che era scavato nel muro non sapeva se era la giusta definizione a quel punto.
    Comunque sia dopo qualche istante riprese parola, e quell'annuncio catturò tutta la sua attenzione portandola così a mettere da parte il suo interesse per quel sistema di sicurezza.
    Si avvicinarono ad una porta di metallo apparentemente senza nulla di particolare che si trovava li accanto, e una volta infilata una chiave nella serratura la girò diverse volte, per poi poggiare una mano sulla superficie e fermarsi.
    Apparentemente non stava facendo nulla, e lei dal suo canto era così tanto impaziente da poter entrare che non ci fece caso al rumore - minimo - di sottofondo che fecero gli ingranaggi.
    Dopo qualche secondo spinse la porta, facendola entrare in una stanza anche questa a prima vista del tutto normale con al centro un piedistallo.
    Sopra di essa vi era un'urna decorata con estrema precisione e cura, erano tutte immagini del Nekomata.
    Già alla parte dei saluti Febh potè vedere chiaramente quanto fosse su di giri Nakora, difatti continuava a portare il peso prima da una gamba all'altra con una certa velocità, e come le disse che se voleva poteva toccarlo e avvicinarsi... Beh, in un istante si fiondò in avanti senza remore alcuna.
    Sembrava una bambina piccola che aveva appena visto il proprio sogno infantile realizzarsi, tant'è che vi girò attorno lievemente abbassata così da poterla guardare tutta fino a quando non si costrinse a darsi una calmata, tornando in posizione eretta e andando a toccare infine con una mano il contenitore stesso.
    Tuttavia... C'era qualcosa di strano.
    Non sentì assolutamente nulla.
    In quel momento il suo sguardo catturò un dettaglio apparentemente insignificante ma che forse poi così insignificante non era: una crepa.
    Si voltò verso Febh con aria interrogativa, pronta ad aprire bocca per chiedere qualcosa a riguardo tuttavia quello che accadde in seguito la spiazzò, facendole morire le parole in gola.
    Le pareti senza alcun preavviso avvamparono in preda a fiamme nere ed azzurre, e spostando lo sguardo un po' più in alto arrivò a scorgere quello che temeva fosse la causa di quel cambiamento improvviso.
    Non aveva una forma precisa, bensì sembrava quasi una gelatina informe ma nero pece.
    Tuttavia ci fu un minimo cambiamento che le diede conferma.
    Una sorta di viso con tanto di occhi e bocca, presero vita. I primi fissi su di lei, mentre appena tre parole furono pronunciate. Un saluto.
    Nell'istante successivo non capì più niente, l'oscurità avvolse l'intera stanza arrivando a travolgere persino Febh.
    Non fu capace di vedere o sentire altro, sicchè non sapendo come difendersi da quella cosa presto ne finì come inglobata, iniziando ad annegare in quel mare nero pece, incapace di respirare. I rumori e qualsiasi altra cosa ovattati come non mai, quasi fossero stati distanti centinaia di metri.
    Fu allora che tutto iniziò a cambiare, ancora una volta senza preavviso.
    Una dopo l'altra iniziò a vedere tutte le persone lei care, le quali morivano nei modi più terribili e violenti che la mente umana potesse immaginare.
    Incredibile come tutta quanta quella che era stata la sua fermezza fino a poco fa, in quel momento stesse venendo meno così facilmente.



    Prima di tutti vide sua madre, Oto in fiamme che veniva depredata e distrutta mentre stupravano le donne inclusa colei che era sangue del suo sangue.
    Un espressione vuota sul suo viso, un manichino senza più nulla in corpo vittima degli eventi che successivamente veniva impalato all'esterno, in bella mostra.
    Subito dopo toccò a Deveraux, lo rivide in mezzo al Bosco con i giaguari tuttavia questa volta gridava aiuto, di far smettere il dolore e che lo uccidessero. Quelle bestie lo stavano dilaniando senza pietà, mangiandolo vivo centimetro dopo centimetro. Lui legato a un tronco solo in biancheria intima, senza possibilità alcuna di muoversi o reagire.
    Infine toccò a sua sorella gemella, però forse fu proprio questo che l'aiutò.
    Vederla era come vedere sè stessa, quello che sarebbe accaduto al proprio futuro e cosa sarebbe diventata negli anni successivi.
    Certo sapeva che non era realmente lei, però in una situazione del genere questo non contava essendo fisicamente identiche.
    In cima a una rupe con Oto ancora in fiamme, cosparsa di ferite lungo tutto il corpo e che sanguinava copiosamente.
    Le vesti da ninja lacere in più punti, Yushino non sapeva combattere ma ci doveva aver provato.
    Si accasciò a terra in ginocchio, e onde evitare di vivere fino all'ultimo dovendo patire così quegli orrori tirò fuori un kunai e si tagliò la gola, cadendo esanime a terra. Il gesto di codardia più estremo che potesse esistere al mondo.
    Lei però non era così, non era quel genere di persona e lo sapeva bene!
    Cercò di aprire gli occhi in mezzo alle tenebre, sforzandosi più non posso mentre richiamava a sè stessa tutte quelle che erano state le sue motivazioni, la sua forza, provando a scacciare tutto ciò che vi era di negativo: la paura, la disperazione, la rassegnazione e via discorrendo.
    Non aveva fatto tutta quella strada per finire così, in quel modo dimenticata da tutto e da tutti come coloro che vi erano stati prima di lei.
    Aveva deciso che avrebbe fatto la differenza, e doveva riuscirci altrimenti non avrebbe più potuto guardarsi allo specchio.
    Quelle immagini, quelle visioni non erano reali. Non dovevano esserlo, e per tanto lei si rifiutava di accettarle e credervi.
    Se fossero state la realtà, avrebbe fatto modo di verificare lei stessa ma non avrebbe accettato a prescindere quello che le veniva mostrato.
    Arrendersi al destino? Al fato?

    Fammi il piacere... Non ho intenzione di accasciarmi in un angolo in silenzio nè tanto meno di farmi divorare senza reagire. Ho intenzione di imprimerti ben in testa che non ti lascerò fare quello che vuoi come gli altri che hai conosciuto, e se proprio devo finirò la mia storia provandoci.

    Cercò di aggrapparsi con tutta sè stessa alle poche ancore di salvezza su cui poteva contare, tuttavia non si fermò unicamente alle proprie motivazioni, no andò oltre.
    Richiamò alla propria mentre e a sè stessa tutti quelli che erano stati i ricordi più belli della sua vita, e soprattutto quei momenti durante i quali aveva ripetuto e promesso che ce l'avrebbe fatta contro il Nibi.
    Febh al Bosco, Deveraux all'Ospedale, in casa a sua sorella, sua madre e via discorrendo.
    Non doveva permettersi di cedere a tutto ciò che vi era di negativo in quel mare nero pece.
    Cercò di opporsi con tutta la lucidità che le rimaneva in quel momento, una fiammella nel buio più totale ma che cercava di espandersi, di tornare ad illuminare quell'ambiente che era il suo inconscio onde evitare di perdere sè stessa.
    Per sua sfortuna non era in grado di capire esattamente che cosa stava accadendo, considerando però il fatto che il Nibi era libero l'ipotesi più ragionevole era che se la volesse mangiare, dopotutto in confronto a Febh lei sarebbe potuto essere un pasto decisamente più rapido da consumare.
    Voleva richiamare il proprio chakra per fare qualcosa, tuttavia non conosceva niente che la potesse salvare in quella situazione e ormai non capiva neanche più dove si trovava, poteva solamente contare sulla sua mente e cercare in ogni modo possibile e immaginabile, di non farla collassare.
    Non doveva arrendersi davanti a quella realtà che le stava venendo mostrata, anzi anche fosse stato il prossimo futuro avrebbe quantomeno cercato in ogni modo di cambiarlo, dopotutto lei era stata così fin dall'inizio.


    La modifica è dovuta al fatto che ho litigato per un po' col codice della musica :sisi:


    Edited by Nevi - 30/9/2015, 14:19
     
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    [Un Mare di Violenza]

    Sayaka era una kunoichi con...gusti particolari. Diciamo che gran parte degli innesti li ha creati lei...sia metallici che organici. Comunque non è per parlare di lei che siamo qui. Magari chiedi a Diogenes o a Eiatsu di presentartela. Ne parlava come se fosse morta, ma proponeva persone che potevano presentarla. Strana scelta di termini, decisamente. Ad ogni modo il Nekomata li aspettava...

    [...]

    Abbandonati, non ha senso resistere ancora.

    Il tuo corpo accetta già la mia Violenza, non lo vedi?



    Nakora era in qualche modo riuscita a mantenere integra la sua mente nel turbinìo di immagini che il gatto aveva riversato nella sua mente. Era strano come chiamasse il proprio chakra con il termine "Violenza", ma su un punto aveva ragione: la mano sinistra della kunoichi era già mutata, diventando la zampa di un felino con orridi artigli neri sporchi di sangue. Ma come faceva a vederla nell'oscurità? Improvvisamente avrebbe realizzato che riusciva a vedere il suo stesso corpo come se fosse ben illuminato, ma tutto intorno c'era solo tenebra. Una Tenebra viva, viscosa e mobile, ma al contempo irraggiungibile. Il tatto sembrava aver perso ogni significato, dato che la ragazza poteva sentire quel materiale nero scivolarle addosso ma provando ad afferrarlo lo toccarlo era come se non ci fosse niente. Una sensazione che dava i brividi.

    Davanti a lei si manifestò l'immagine di sua sorella, più matura ed abbigliata con un lungo abito nero ma con la gola tagliata che gettava sangue, le orecchie di un felino e gli occhi che aveva scorto poco prima nello strano materiale sul soffitto. Questo è quello che ti ha permesso di conservare un briciolo di identità mentre ti divoravo. Questa donna...ancora non ho ben chiaro chi sia ma penso che lo scoprirò presto...ed allora ogni tuo pensiero su di lei sarà mio...e non potrai più usarlo per difenderti. Il mondo oscuro venne scosso violentemente, quasi fosse stato un ammasso di gelatina, ma il felino con l'aspetto di Yushino non sembrò darvi troppo peso. Nessun sigillo mi trattiene dentro di te, ma per qualche motivo dopo essere scappato non riesco a mantenere una forma, quindi ho pensato di prenderti in prestito per un pò...per riorganizzarmi. Puoi opporti per qualche tempo, ma controllo già il tuo corpo e presto divorerò anche la tua mente. Ironico che sia tu ad essere prigioniera dentro di me e non il contrario, no? Sogghignò mostrano denti affilati, poi però ci fu un secondo scossone e presto un terzo. L'Amministratore. Aggiunse con noncuranza. L'idiota prova a fermarmi di nuovo, ma lo ho sopraffatto ed ora lo sto sbranando vivo mentre cerca di rigenerare. Sei nel mio ventre, quindi senti la carne che discende nello stomaco, tutto qui.

    Si sarebbe avvicinata a Nakora, carezzandole il viso con la mano artigliata. Per tenere la mente intatta hai rinunciato a parte di te. Indicò la mano-zampa con un cenno. Non devo fare altro che aggredirti ancora così da prendere in fretta il pieno controllo. Come mai aveva fretta? Non aveva appena detto di poter divorare la sua mente con calma? Quindi ora preparati ad un'altra dose di Violenza, Nakora...da Domatrice a Domata. Come una stupida bestia! AHAHAHAHAHA! La voce era quella di Yushino, ma c'era una venatura di crudeltà che non le apparteneva.

    La mente di Nakora subì un nuovo assalto di immagini terribili mentre l'oscurità le scivolava addosso con tanta foga da bruciare quasi la pelle....e tuttavia l'aggressione finì dopo un'istante! Dopo quel breve blackout Nakora si risvegliò con una mano attorno al collo che la tratteneva sollevata di qualche centimetro da terra...ed era Febh Yakushi, con occhi accesi di fiamme nere e pupilla verticale come i gatti che la reggeva. Nell'altra mano aveva un Kunai insanguinato, e probabilmente il sangue veniva dalle numerose ferite che affliggevano le braccia e le gambe della giovane genin. Alla fine ho cambiato idea...usando lui posso fare molti più danni...ma visto che mi hai resistito ho pensato di farti una sopresa. La avrebbe gettata a terra: erano in strada, proprio davanti alla porta di casa sua. Ora entrerò ad uccidere la tua famiglia, e magari anche i vicini...e tu guarderai. E' la giusta punizione per non esserti abbandonata al mio potere.

    Quindi, preparati a divertirti, Nakora. Febh battè un piede a terra, causando una violenta scossa di terremoto che fece persino incrinare i vetri della casa. Yushino subito si affacciò per capire cosa era successo e l'Amministratore posseduto la vide...e Nakora avrebbe visto che lui aveva visto. Fuochino fuochino. Sto arrivando.

    CITAZIONE
    Le cose peggiorano e la famiglia è in pericolo..ma come può Nakora fermare un ninja come l'Amministratore mentre viene guidato da un demone furioso? O forse c'è qualcos'altro a cui puoi pensare di fronte a questa situazione?
     
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  4. Nevi
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    Finalmente le sembrò di vedere un po' alla volta della luce, la catena che tirava l'ancora a cui si era attaccata scorreva inesorabilmente fino a che... Non si fermò nuovamente.
    Una voce spezzo il silenzio, e dal suo canto non ci mise molto a capire di chi si trattava.
    Il Nibi... Aveva visto giusto, stava provando a divorarla!
    Improvvisamente si accorse di essere in grado di vedere il suo corpo, notando di conseguenza anche la sua mano sinistra ormai trasformata totalmente in quella che doveva essere una parte del Demone.
    Sorrise amaramente quando notò quel dettaglio, quasi sollevata.
    A suo parere era un piccolo prezzo da pagare necessario per mantenere la sua mente intatta, tuttavia non poteva neanche permettersi di far passare troppo tempo altrimenti se avesse perso totalmente il corpo, allora, anche avere la mente intatta non avrebbe prodotto alcun risultato.
    Certo avrebbe continuato a vivere, però solo in parte e tra l'altro all'interno del Nibi, senza possibilità alcuna di essere udita da terzi e via discorrendo.
    Una fine peggiore della morte in un certo senso, in quanto sarebbe stata costretta a vivere per decenni, secoli isolata dentro il Demone.
    Non poteva permetterlo, doveva trovare un modo per porre fine a tutto quello.
    Vagò con lo sguardo ulteriormente, accorgendosi che in realtà riusciva a vedere tutto il suo corpo mentre intorno a lei vi era solamente oscurità, tenebra.
    Sembrava quasi che fosse il suo stesso corpo ad emanare quella tenua luce, così separarla in parte dal male che tentava di avvolgerla completamente, anzi era più corretto dire che tentava di inglobarla.
    Lei non era in grado di toccarle le tenebre che la circondavano, tuttavia quest'ultima poteva tranquillamente toccare la sua pelle e scorrervi sopra, lambendola.
    C'era un qualcosa di malato in tutto questo, inoltre anche il fatto che il Nibi stesso l'avesse chiamata "Violenza" lasciava ben intendere quanto potesse essere depravata e maligna la sua mente.
    La visione di quel momento cambiò nuovamente, facendole apparire innanzi sua sorella gemella. Tuttavia c'era alcuni dettagli che le fecero immediatamente capire di chi si trattava... Un altro dei suoi giochetti.
    Yushino era decisamente più matura del normale, anche il fatto che indossasse quell'abito nero così lungo lasciava ben immaginare l'età che potesse avere in quello stato.
    I tre dettagli che però le fecero capire immediatamente che si trattava di qualcosa di diverso a prima furono i seguenti: La gola tagliata in seguito alla visione precedente, le orecchie e soprattutto gli occhi dell'essere che aveva visto poco prima di finire in quell'incubo.
    La sua voce fu l'ennesima conferma, mentre lei tentava di rimanere calma per quanto possibile guardandolo tra lo sdegnata e il divertito. Chissà, forse quest'ultimo era per via del fatto che altrimenti sarebbe caduta totalmente vittima della disperazione, e in una situazione del genere non si poteva permettere di piangere, di avere paura e mettersi in un angolo a tremare.
    Non era facile, proprio per niente e lo sentiva chiaramente nel suo profondo, però era anche conscia che se non si fosse trattenuta, allora quelle stesse emozioni sarebbero state la sua condanna eterna.
    Ascoltò le parole del Nibi, impossibilitata dal muoversi mentre diverse scosse facevano tremare il mondo che circondava i due, questo però non sembrò essere abbastanza da impensierire la falsa Yushino.
    Quando fece per accarezzarla le venne istintivamente di ritrarsi, tuttavia non poteva e per tanto si sentì scivolare addosso quegli artigli gelidi.
    Si sforzò di tenere gli occhi aperti fino alle sue ultime battute, trovando in effetti ironico che il Demone le stesse rivoltando contro proprio le sue stesse parole di poco fa.
    La vita a volte sapeva essere veramente bastarda.
    Febh sconfitto? In così poco tempo? Non ci credeva, non lo riteneva possibile.
    Essere l'Amministratore di Oto voleva dire avere una forza praticamente pari a quella del Kokage, ed una persona del genere si rifiutava di credere che potesse essere uccisa in così poco tempo, indipendentemente dal fatto che fosse stato un Demone o meno il suo avversario.
    Non riuscì a rispondere nulla nè tanto meno a pensare altro, che nuovamente la sua coscienza si ritrovò assaltata dalle visioni a dir poco infernali che l'avevano torturata fino a qualche istante prima.
    Ricacciò con tutta sè stessa il dolore nel profondo, non si poteva permettere di urlare, lamentarsi... Non lo accettava!! Non avrebbe mai e poi mai dato una soddisfazione del genere al Nibi, piuttosto sarebbe morta dal dolore ma non lo avrebbe dato a vedere, costi che quel costi.
    Istintivamente fece per ricorrere ancora una volta ai pensieri che l'avevano salvata già una volta, però proprio quando stava per iniziare ecco che l'aggressione del Demone terminò tutto d'un tratto.
    Non riusciva a capire, che cosa stava accadendo? Prima non era stato così.
    Lentamente aprì gli occhi, ritrovandosi col respiro strozzato e una mano che la stringeva al collo. I piedi che non toccavano terra, segno inequivocabile che doveva essere sopra al terreno di diversi centimetri.
    Inizialmente offuscata la vista si fece più limpida e chiara, dandole così modo di vedere che colui che la teneva era proprio Febh. Anzi per esattezza era il Nibi che aveva preso il controllo di Febh, manovrandolo così ora a suo piacere.
    Nella mano libera notò con la coda dell'occhio che teneva un kunai insanguinato, e presto comprese che il dolore che sentiva lungo tutto il corpo derivava dalla moltitudine di ferite che aveva sparse addosso, in particolare braccia e gambe.
    Inizialmente non capì perchè mirare proprio in quei punti, dopotutto non aveva bisogno di immobilizzarla per ucciderla in un combattimento, purtroppo però come prese parola e la gettò a terra, facendole rinnovare così il dolore che provava, capì. Con sommo orrore ma capì.
    La terra fu scossa come da un rombo di un tuono, mentre le finestre delle case esplodevano e vedeva sua sorella sporgersi fuori per vedere.
    Il falso Febh iniziò ad avvicinarsi, conscio che era proprio quella persona colei che doveva far soffrire e uccidere innanzi ai suoi occhi.
    Istintivamente i suoi occhi saettarono prima dal Demone a Yushino ripetutamente, mentre in preda a dolori lancinanti faceva per alzarsi da terra con il petto carico di rabbia e risentimento, pensando che, costi quel che costi, non gli avrebbe permesso di toccarla.
    In un modo o nell'altro avrebbe dovuto fermarlo, evitare che tutto quello accadesse... Non poteva permetterlo dannazione!
    Tuttavia quel pizzico di lucidità che ancora risiedeva in lei la bloccò sul posto, portandola a pensare che anche volendo non avrebbe assolutamente potuto fare nulla per bloccarlo, il divario tra loro due doveva essere abissale.
    Strinse i pugni pensando su cosa fare, mentre ogni secondo che passava in più era un pezzo della vita della gemella che se ne andava.
    Poi si ricordò, si ricordò le sue parole... Capì il perchè di quelle ferite, come mai poco fa aveva detto che doveva fare di fretta e del motivo per cui aveva bisogno di far crollare anche quel suo ultimo piedistallo.
    Si lasciò cadere a terra, sospirando tranquilla e guardando Febh senza fare niente, serena con sè stessa.
    Prese parola con un tono privo di rabbia o risentimento, sebbene doveva comunque sforzarsi per mantenere il controllo su sè stessa, dopotutto non poteva essere sicura totalmente di quello che aveva appena ipotizzato però ci mancava poco.

    Tu stai perdendo. E' questa la verità, Nibi. Prima non ci avevo fatto caso, però ripensando alle tue parole adesso credo di averlo capito. Hai iniziato travolgendomi però ora che sto capendo le cose, non ci stai più riuscendo.

    Era il momento della verità.
    Se si fosse sbagliata, allora tutto quello che era il suo mondo avrebbe cessato di esistere all'istante, di conseguenza tutto quello che poteva fare era affidarsi a quella tenue speranza che illuminava, ancora adesso, il suo animo.

    Prima mi fai capire che te la vuoi prendere con calma, gustarti la cosa eppure ti sei smentito poco fa dicendo che avresti dovuto prendere il controllo su di me in fretta. Per questo ora siamo in questo... Luogo? Non so neanche come chiamarlo. Finchè ci sarà quella figura a fare da barriera e alzò il braccio indicando la gemella nonchè sè stessa Te non potrai prendere il controllo su di me, e proprio per questo mi hai ridotto così, in modo che potessi solamente guardare, senza la possibilità di fare nulla, impotente. Te volevi che mi abbandonassi alla disperazione, alla rassegnazione, che abbandonassi anche il mio ultimo baluardo di difesa.

    Forse per la prima volta da quando era cominciato tutto quello, prese seriamente coraggio pronta a giocarsi il tutto e per tutto senza timore alcuno.
    Avrebbe fatto valere non solo le sue motivazioni, bensì anche le ragioni che l'avevano spinta e la spingevano a percorrere la strada dei Dannati che molti guardavano con Timore ma allo stesso tempo, Reverenza.
    Voleva contrattaccare e l'avrebbe fatto, tuttavia non fisicamente bensì mentalmente. Quella era la sua coscienza, il suo mondo ed era lei la Regina Nera indiscussa di quella realtà.

    Ebbene non accadrà. Anzi sai cosa credo? Probabilmente è vero che stai controllando il mio corpo in questo momento, tuttavia... Non puoi combattere su due fronti attualmente, sbaglio o hai detto che non puoi mantenere una forma anche se libero? Il che probabilmente, vuol dire che sei indebolito. Scommetto che Febh ti sta fiaccando, e visto che sei costretto a scontrarti in contemporanea pure con me, qui, nella mia mente, non sei in grado di affrontare entrambe le cose contemporaneamente. Avanti Demone, prova a dirmi che sbaglio!

    Si oppose con tutta sè stessa e con tutto quello che le rimaneva in quel momento, guardandolo in cagnesco e giocandosi probabilmente quella che era la sua stessa esistenza.
    Se il suo discorso filava, se aveva ragione, se aveva fatto bene a provocarlo allora il vero inferno sarebbe cominciato in quel momento.
    Avendo visto parzialmente la sua natura furiosa e distruttiva, non si sarebbe sorpresa di vederlo accanirsi su di lei in ogni modo possibile e immaginabile, tuttavia... E se avesse sbagliato?
    Quello sarebbe stato il vero disastro, il vero incubo.
    Sua sorella sarebbe morta, sua madre pure, subito dopo sarebbe toccato a tutti quelli che la conoscevano finendo con la distruzione completa di Oto, e tutto per un suo errore di giudizio.
    Tuttavia, che altro poteva fare in quel momento? Niente, la forza fisica non l'avrebbe aiutata in alcun modo, poteva solo pregare gli Dei e sperare ardentemente, come mai aveva fatto in vita sua che aveva veramente capito e fatto centro.
    Se fosse stato quello il caso, poteva stare certo il Nibi che si sarebbe impegnata come non mai per tenerlo bloccato dentro la sua mente e ribaltare la situazione.
    Chissà forse la follia aveva iniziato a pervaderla, oppure, quello che aveva creduto fosse coraggio in realtà era niente di meno che la ghigliottina pronta a calare sul suo collo. In ogni caso l'avrebbe scoperto di li a poco, e non vedeva l'ora.
     
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    [Senza via d'uscita]

    Ah, finalmente ti arrendi Esultò il demone nel corpo dell'Amministratore quando Nakora si abbandonò a terra, addirittura avvicinandosi a lei, leccando la lama del Kunai sporca di sangue. Fai bene a rinunciare allo scontro, ti risparmierà un pò di sofferenze. Ad ogni modo, ora...uh? Il tono della Kunoichi non doveva essergli piaciuto per niente, così come la sua calma: pensava fosse crollata perchè sopraffatta, non certo sollevata. Ed in qualche modo Nakora era cosciente delle emozioni che il Demone stava provando. Perdendo? Io? Il potente Niibi no Nekomata che perde contro una misera ed ignorante ragazzina? AHAHAHAHAH!

    Forse la risata avrebbe colto la ragazza di sopresa, anche perchè contemporaneamente il terreno vibrò ancora una volta...anche se stavolta il tempismo era meno perfetto rispetto al pestone di poco prima. Volevo solo evitarti di soffrire troppo, ma evidentemente sei troppo stupida per cogliere questa mia scintilla di generosità. Forse in realtà VUOI soffrire, non è così? Allora soffrirai, e sarà una sofferenza lunga. Lunghissima! A quel punto Nakora lo sfidò a dichiarare che si sbagliava...ed il demone rimase in silenzio, con i lineamenti dello Yakushi che si tendevano per l'ira. Ti sembra che questa sia solo la tua mente? Eh? Mosse una mano e la casa di Nakora venne improvvisamente avvolta dalle fiamme nere ed azzurre del demone, con le grida di Yushino che si levavano strazianti dall'interno.

    E tuttavia, se Nakora avesse mantenuto salde le sue convinzioni, dopo pochi istanti l'intera scena si sarebbe consumata, tornando alla tenebra nera in cui solo la Kunoichi e la "sorella posseduta" erano presenti...ma c'era una differenza: l'ombra non scivolava più addosso alla Kunoichi ma era un pò più distante. Pochi centimetri apena, ma era più distante, e nessuna parte del suo corpo era mutata stavolta. Pensi di essere molto furba vero? Negli occhi di "Yushino" c'era un odio che nessun volto umano avrebbe mai potuto esprimere appieno. Forse questa è solo la tua mente, e forse il tuo debole corpo non può star dietro all'Amministratore. Ma la tua mente non può star dietro a me. Le si rizzarono le orecchie, quasi avesse avuto un'idea divertente, anche se il suo concetto di divertimento era ben lontano dall'essere gradevole. Anzi...perchè non vediamo cosa ne pensa lui? Vediamo se riesco ad usarlo per distruggerti, perchè no? Una volta avuto il pieno controllo potrò manifestarmi e completare il lavoro a metà di quell'uomo. Di chi parlava? Quale "lavoro a metà"?

    Pochi istanti e Nakora avrebbe nuovamente guardato il mondo attraverso i suoi occhi...ed il dolore che provava era reale, così come la presenza del demone accanto a lei, quasi come se le fosse poggiato sulla spalla...poteva quasi vedere il volto sgozzato della sorella accanto al suo orecchio, che la caricava di una furia ed un desiderio omicida senza pari...desiderio omicida che non poteva in nessun modo mettere in atto, perchè era completamente legata da stretti filamenti di Nylon avvolti dal chakra. Si attaccavano a mò di ragnatela sul soffitto e sulle pareti della stanza spoglia in cui avevano trovato il vaso crepato e facevano tutti capo ad una sola persona: Febh Yakushi, ammministratore di Oto, che reggeva il punto focale di quella terribile trappola tra le dita.

    La prima cosa che Nakora avrebbe notato erano gli occhi delo Yakushi puntati su di lei. Occhi terribili come quelli che aveva mostrato il giorno dell'attentato...solo che stavolta tutta quella concentrazione era puntata su di lei, con un istinto omicida che non sfigurava vicino a quello del Nekomata. La seconda cosa che la ragazza avrebbe notato erano sicuramente le macchie di sangue sul petto nudo dell'amministratore, che pure non mostrava nessun genere di ferita...anche se a giudicare dagli schizzi avrebbe dovuto averne parecchie. La terza cosa probabilmente sarebbero state le mutande con le decorazioni a lucertola (in realtà Febh non si era cambiato ma aveva usato una Henge per rendersi presentabile) ma la cosa passava decisamente in secondo piano in quella particolare situazione.

    png



    Allora, gatto. Questa è la seconda volta che dai di matto e provi a sfidarmi. La prima volta un pò ho tentennato perchè non sapevo cosa aspettarmi...ma stavolta mi hai costretto ad usare le mie capacità...e mi hai letteralmente ridotto in mutande, quindi scusa la voglia di giocare mi è passata tutta in una volta. Aveva sottomesso il demone con due pugni ed una sola tecnica, certo sfruttando la netta inferiorità del contenitore. Inutile che ti muovi, il mio chakra adesivo si estende ai fili, e sono piuttosto bravo nell'usarlo. Quindi si accigliò. Hai smesso di ruggire...forse hai trovato un briciolo di lucidità? Beh, hai qualcosa da dire? In ogni caso ho già mandato a chiamare qualcuno che sappia estrarre i demoni, così ti rimetto in una ciotola e tanti saluti. Un peccato per Nakora, era promettente. Avrebbe fatto spallucce. Ma immagino che tu la abbia già sbranata per intero, quindi forse è meglio così...

    In tutto questo la Kunoichi non poteva parlare...era come se il demone stesse serrando apposta la sua bocca, mentre con la voce distorta di sua sorella le sussurrava: Ora capisci? Mi estrarrà da te, e questo ti ucciderà. Devi cedermi il controllo se vuoi sopravvivere ed avere una possibilità. E la cosa più bella è che è stato l'amministratore a decretare la tua condanna, senza pensare minimamente alla possibilità che la tua mente sia sopravvissuta. Un vero peccato, no? Il mondo stava tornando nel buio...sicuramente quella scena era reale, ma il demone aveva scelto di mostrargliela per toglierle ogni speranza di sopravvivenza. Arrenditi e forse vivrai per un pò...altrimenti io torno in un vaso in attesa del prossimo allocco e tu muori subito. Cedi, Nakora, le tue uniche scelte sono accettare me o morire. La scelta dell'Orco, per certi versi. Quello era realmente Febh (mai, neppure in un milione di anni il Niibi avrebbe creato un'immagine mentale dello Yakushi in mutande) e le sue parole erano vere, ma ora il demone stava nuovamente richiamando Nakora nel mondo interiore, spezzando il contatto mentre il corpo di lei era legato e la sua bocca chiusa.

    La situazione era davvero disperata.

    CITAZIONE
    Cedi al Demone? Lasci che ti venga estratto e muori? O hai qualche altra possibilità, pur legata e silenziata?
     
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  6. Nevi
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    Il Nibi non prese molto bene tutta quella sua sfrontataggine, decisamente no.
    Tant'è che le espressioni del viso del Febh posseduto erano tutto fuorchè umane in quel momento, il che stava a indicare quanto avesse fatto realmente incazzare il Demone stesso.
    Quest'ultimo però non si arrese immediatamente, anzi cercò ancora una volta di sopraffarla mentalmente mostrandole quali erano le conseguenze delle sue parole.
    Sentì chiaramente le urla della sorella, ed avendo la voce identica a quella vera dovette sforzarsi non poco per rimanere calma e ferma dov'era, dopotutto il suo cervello istintivamente cercava pur sempre di convincerla di andare ad aiutarla, però non poteva, non doveva.
    Avrebbe voluto dire smentirsi da sola, rimangiarsi tutte le parole dette poco fa e non lo accettava.
    Aveva deciso di rischiare e sarebbe andata fin in fondo, costi quel che costi e indipendentemente da quello che sarebbe stato il risultato. Non poteva permettersi di avere paura proprio adesso.
    Certo la risata del Nibi non se l'aspettava, così come la vibrazione del terreno, tant'è che inizialmente l'aveva fatta pensare male però dopo pochi istanti ecco che quella scena scomparve, venendo meno e dimostrando che aveva avuto ragione.
    Un moto d'orgoglio le risalì lungo tutto dentro la raffigurazione del suo corpo mentale, anzi a dirla tutta avrebbe anche sorriso con fare sprezzante e noncurante del fatto che il Demone si sarebbe arrabbiato ancora di più.
    Contenta di sè stessa guardò con sguardo di sfida la sua falsa sorella, la quale ora la guardava a sua volta con un odio indicibile atto a indicare quanto fosse irato nei suoi confronti, soprattutto dopo un affronto del genere.
    Col morale decisamente più alto rispetto a prima, notò anche che ora nessuna parte del suo corpo era mutata segno che anche quello non era vero, mentre le ombre non scivolavano più addosso ma si erano distanziati di appena pochi centimetri.
    Ascoltò quanto ebbe da dire il Demone, il quale ancora una volta cercò di spingere sul fatto che dopotutto lei era molto più debole di lui, e per tanto non avrebbe comunque potuto vincere alla fine.
    Ripensando a quanto era accaduto fino adesso, stava iniziando a capire che era uno che si affidava molto alle parole, di conseguenza non si impressionò più di tanto fino a che... Non parlò di un altro uomo.
    Che lavoro a metà? Che diavolo stava dicendo?
    Si preparò immediatamente per un altro assalto mentale, mordendosi il labbro inferiore e guardandolo accigliato, tuttavia non accadde nulla del genere.
    I suoi occhi si riaprirono una volta per tutte, permettendole di vedere il mondo in maniera chiara e limpida.
    Tuttavia il dolore le cospargeva tutto il corpo, così come la netta sensazione di avere un peso addosso a sè, e guardando con la coda dell'occhio vide chiaramente che vi era il demone proprio li, sulla sua spalla ancora con il volto sgozzato di sua sorella.
    La rabbia le risalì nel petto ancora una volta, spingendola a liberarsi da quelle catene e scrollarselo di dosso tuttavia non riuscì a fare niente di tutto ciò, questo per via del fatto che era legata.
    Una moltitudine di fili di chakra l'avvolgevano e riempivano la stanza, riunendosi infine tutti da Febh.
    Vide chiaramente i suoi occhi puntati su di lei, tuttavia il suo sguardo era diverso rispetto a quello di poco fa e lo riconobbe senza troppi problemi.
    Erano gli stessi occhi di quella volta dopo l'attentato, con la differenza che quella smania omicida era tutta rivolta verso di lei o meglio verso il demone.
    Scorrendo sul suo corpo con lo sguardo inoltre, notò chiaramente una moltitudine di macchie di sangue sebbene non vi fosse alcuna ferita realmente visibile.
    Per ultimo ma non meno importante era di nuovo in mutande, le stesse mutande che aveva visto di poco fa.
    Le venne da ridere tuttavia notò che non poteva in alcun modo aprire la bocca, quel bastardo del Nibi la stava bloccando mentre Febh stesso prendeva parola.
    Non capì perchè mai le avrebbe dovuto interessare quel discorso, tuttavia come arrivò a lei toccando personalmente il suo nome, tutto le fu più chiaro. La stava già dando per spacciata.
    Abbassò il capo nella sua mente, mentre la testa nella realtà rimaneva ferma dov'era e ascoltava come un manichino a cui avevano staccato i fili le parole del Nibi.
    Dunque era realmente finita? In ogni caso sarebbe stata condotta verso il patibolo, e l'unica cosa che cambiava era chi sarebbe stato il suo boia.
    Possibile che avesse fatto tutta quella strada, tutto quello per nulla? Quello che aveva appena sopportato contro il Demone, come l'aveva affrontato e come lo stava affrontando... Tutto inutile?
    Poi ripensò a com'era Febh, le sue parole al Bosco dei Sussurri quando chiese il permesso di inoltrarsi all'interno con Deveraux e via dicendo, e sorrise.
    Certo la sua situazione non era migliorata, però aveva capito e per tanto dopo pochi istanti di silenzio iniziò a ridere sommessamente.
    Prima piano, poi sempre più forte andando ad aumentare fino a liberarsi completamente da quel peso, era una risata isterica in un certo senso e difatti aveva le lacrime agli occhi al termine.

    ahahahahahaahahahahahahahaahahahahahahahahahahaahahahahahahahahahaha!!

    Cercò di ricomporsi così da prendere parola e spiegare la sua reazione apparentemente folle, senza senso.

    Scusami Nibi, però si vede che non conosci per niente Febh. Certo anche io lo conosco da poco, eppure già la prima volta ho avuto la fortuna di vedere il vero lui, era identico a com'è adesso. Non mi sorprende che dica cose del genere, è fatto così... Già al Bosco dei Sussurri diede per scontato che non ce la potevo fare, fino a che non gli dimostrai il contrario. Può essere un modo un po' assurdo di pensare, però non è quel tipo di persona che ti sprona. No lui ti prende a calci finchè non gli hai dimostrato che sei in grado di fare quello che hai detto, perchè solo chi ci crede veramente può sopportare in silenzio fino alla fine senza arrendersi mai.

    Da quello che aveva capito lei, era veramente fatto così.
    Più di una volta aveva portato a termine il compito che le era stato affidato da lui, e nessuna di quelle volte quand'era tornata a missione compiuta le aveva mai detto "brava" o simili, l'unico gesto che aveva mai visto fargli era stato un cenno del capo in segno d'approvazione.
    Inoltre in tutto quel discorso aveva anche detto che era promettente, una cosa che dal vivo non avrebbe mai ammesso in faccia a lei se anche solo gliel'avesse chiesto.
    Sorrise ancora, rassenerata da quel pensiero che non faceva altro se non convincerla di più che le sue parole erano giuste.
    Comunque sia il Demone aveva ragione in parte, se non avesse deciso alla svelta cosa fare sarebbe morta in ogni caso per tanto doveva trovare una soluzione alla svelta.
    Decise di tentare di fare due cose contemporaneamente, dopotutto ora che il Nibi aveva fatto l'errore di mostrarle la realtà fisica aveva acquisito piena consapevolezza della situazione in cui si trovava, e di conseguenza era molto più sicura di sè stessa rispetto a prima conscia che non era ancora tutto perduto.
    Cercò di rifarsi al collegamento mente-corpo che vi era stato fino a poco fa, mentre tentava di ritrovare un collegamento con il suo chakra. Fintanto che quella fosse stata la sua mente e il Demone non ne aveva pieno controllo, poteva muoverla come preferiva essendo il suo mondo.
    Lo scopo era semplice, doveva riuscire anche solo a mostrare una scintilla del suo chakra a Febh nella realtà e questo avrebbe capito che lei non era morta, se il suo chakra viveva e circolava ancora allora il Demone non l'aveva sopraffatta. Bastava anche solo che durasse un istante, però doveva essere abbastanza grande da permettergli di vederla chiaramente, magari anche solo liberarlo all'esterno del suo corpo una sola volta tutto insieme.
    Voleva sperare che il fatto che l'ombra si fosse allontanata da lei, voleva anche dire che aveva riacquisito più possibilità di movimento.
    Andò nuovamente incontro a quella che era la tenue fiamma dentro di lei in mezzo al buio, l'unica cosa che la riscaldava e le forniva luce, stringendola a sè stessa e cercando di soddisfare la sua fame così da farla divampare.
    Immaginò il suo corpo che aveva visto pochi istanti fa, le ossa, gli organi, il cuore e il sangue che veniva pompato attraverso di esso fino alle vene.
    Infine materializzò nella sua mente anche il punto da cui si originava il chakra, e violentemente cercò di far in modo che ancora una volta anche quest'ultimo battesse con forza, liberando il chakra lungo tutto il corpo seguendo le vene che vi correvano affianco: braccia, mani, gambe, piedi, vita, fianchi e così via discorrendo.
    Un impulso decisamente violento nel quale si impegnò con tutta sè stessa. Che poi a dirla tutta forse non sarebbe nemmeno stato necessario ricollegarsi al corpo come prima, dopotutto era la mente che comandava tutto e anche se fosse solo riuscita a fare quanto stava provando non aveva bisogno di vederlo, bastava che accadesse il resto sarebbe venuto da sè.
    Doveva dimostrare a Febh che anche quella volta, ce la stava facendo ed era tutt altro che finita la lotta. Costi quel che costi sarebbe sopravvissuta.
    Nel frattempo comunque avrebbe parlato al Nibi, dopotutto era sempre meglio tenersi aperte due vie d'uscita.

    Devo però ammettere che hai ragione sul fatto che è una situazione un po' problematica per me, però credo proprio lo sia anche per te. D'altra parte hai affermato te stesso che di qui a breve rischierai di tornare nel vaso per non si sa quanto, no? Quindi oserei dire che non sono l'unica ad avere un problema.

    Certo tutto quel discorso era anche per tenerlo distratto, così da non fargli dare troppo peso a quello che stava cercando di fare nel mentre. Inoltre ormai aveva capito che pungerlo sull'orgoglio, era quello che ci voleva affinchè si arrabbiasse e desse di matto disconcentrandosi, anzi per meglio dire questo era quello che credeva e sperava lei.
    Inoltre sapeva come raccogliere tutta la sua attenzione su di lei, dopotutto era stato lui stesso a farle quella proposta.

    Ormai hai ben chiaro che posso tranquillamente resistere fintanto che non arriveranno gli estrattori, il che sarà una sconfitta anche per te mio caro Demone, e sai che ho ragione. Adesso dimmi, preferisci rimanere chiuso dentro un vaso isolato dal mondo o dentro una persona che quantomeno può portarti in giro e che potrai provare a controllare quando ti sarai ripreso completamente?

    A quella domanda inarcò un sopracciglio in maniera decisamente eloquente, lasciando ben intendere che pensieri le stessero scorrendo nella mente.
    Attese qualche istante come per dare il tempo all'altro di pensare, per poi tornare all'attacco.

    A meno che te non sia un'idiota idealista come me, la quale preferisce morire che abbandonarsi completamente a te credo la risposta sia chiara. Inoltre visto che ti sei fatto una letta dei miei pensieri all'inizio, dovresti ben sapere che ero venuta qui fin dall'inizio con l'intenzione di farti sigillare dentro di me.

    A quel punto fece spallucce, dato che l'ombra che la circondava le aveva lasciato così poco spazio che al momento non poteva fare altro.

    Questo è quello che ti offro. Hai detto che hai bisogno di tempo per riorganizzarti? Di sicuro lo avresti però se non credi di essere in grado di rompere un sigillo alla tua massima potenza, allora dimmelo che smetterò di parlare e attenderemo qui in silenzio che tu torni nel vaso, e che io muoia. Sta anche a te scegliere, Nibi no Nekomata.

    Per la prima volta da quando era iniziato tutto quello l'aveva chiamato con il suo nome completo, forse un segno che era veramente seria e che in fondo lo rispettava.
    Tuttavia pensava veramente di essere così furba da ingannare il Demone? Nah.
    Però credeva e sperava che una superbia del genere l'avrebbe fatto arrabbiare abbastanza da non fargli prestare attenzione a quanto avveniva dietro le quinte, certo anche se vi fosse riuscita avrebbe solamente guadagnato un altro po' di tempo però sarebbe già stato qualcosa.
    Inoltre non era solamente un diversivo il discorso appena fatto, certo lo scopo principale era quello però avevano comunque un senso le sue parole, non a caso aveva deciso di pungerlo sul vivo sfidandolo apertamente, e per tanto dentro sè stessa in silenzio sperava che anche quelle sortissero qualche effetto. Soprattutto visto il fatto che altrimenti recuperare il proprio corpo sarebbe stato molto più difficile del previsto, considerando l'abissale differenza che vi era tra il chakra del Nibi che era un demone codato e quello di lei.


    Edited by Nevi - 4/10/2015, 14:32
     
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    Tronfio per la sua vittoria, il Niibi nel corpo di "Yushino" gongolava osservando Nakora mentre la poneva di fronte alla sua scelta tra una morte immediata ed una dilazionata nel tempo. Ah, finalmente ti arrendi. Piangi pure, a me piace. Sibilò mentre le spalle della ragazza tremavano, ma di sicuro non si aspettava che quella fosse solo una risata in crescendo, tanto che rimase nuovamente senza parole. Ma che razza di persona sei? Disse digrignando i denti mentre Nakora spiegava le sue motivazioni. Io non ho nessun problema! Il tempo non significa nulla per me, tu piuttosto sei solo una candela pronta a spegnersi! La tua miserabile vita è nulla rispetto alla mia eternità La schiaffeggiò, ma stranamente l'impatto non faceva alcun male...in fondo quello era il mondo della mente.

    E non sei tu a propormi una scelta! Io ho il controllo, non tu! Con la gola che ancora grondava sangue "Yushino" si avvicinò al volto della sorella, mostrando i canini appuntiti che sporgevano dalle labbra. Portarmi in giro? Tu non hai IDEA di cosa sia essere imprigionati dentro un corpo per essere usati come armi o batterie. La mia Violenza ed il mio odio non hanno limiti ma nel toccare il fondo della malvagità voi umani non avete rivali! Poi sollevò una mano, mentre le tenebre cominciavano a farsi più fitte e vicine alla Kunoichi, come se la creatura stesse cercando un nuovo assalto per divorare la sua mente...quando improvvisamente sgranò gli occhi, guardandosi intorno. Cosa...cosa stai facendo? immediatamente ruggì STUPIDA! Non crederai davvero che questo basti? VOLEVI FARMI INFURIARE PER FARMI ABBASSARE LA GUARDIA, EH? Piccola stupida arrogante, la tua fine sarà incredibilmente DOLOROSA!

    Le visioni di violenza ricominciarono, stavolta molto più personali dato che riguardavano torture ed abusi contro la stessa Nakora e contro sua sorella ad opera di persone che aveva conosciuto, incitati dalla loro madre a punirele "bambine toccate dal demone", e dopo ogni morte o ferita letale tutto ricominciava, con strumenti di tortura diversi ed una nuova dimensione di grida e dolore, soprattutto da parte della sorella che veniva sempre aggredita per prima. Sembrava che stavolta non ci fosse fine a quelle immagini, che continuarono per il tempo di un incubo: praticamente eterno.

    Almeno fino a che un forte rumore metallico accompagnò la chiusura di un collare d'acciaio su tutti gli aggressori, che vennero poi trascinati via e quasi fusi assieme in un ammasso informe di carne. No...NO! NOOO!! AVEVA DETTO CHE AVREBBE ESTRATTO! AVEVA DETTO CHE...! In mezzo a quel caos pulsante emergevano a tratti un enorme testa felina ed il corpo della "Yushino" posseduta, mentre nuove catene andavano ad avvolgersi intorno. In un ultimo, disperato tentativo di liberarsi la creatura avvampò di fiamme nere ed azzurre, strappando tutte le catene in una volta sola...stava quasi per liberarsi...

    Matatabi



    ...ma poi due semisfere d'acciaio lo avvolsero su entrambi i lati, mentre le catene andavano a sigillarle in maniera permanente, avvolgendosi a più riprese, fino a che un fuda non comparve, brillante come il sole, a bloccare definitivamente quella prigione. Solo la sfera e Nakora restavano...e l'immagine durò appena un istante, prima che la ragazza aprisse i suoi "veri" occhi, sull'amministratore di Oto (ancora in mutande) e sui due uomini che aveva accanto: uno era Eiatsu, conosciuto tempo addietro, mentre l'altro era un individuo massiccio con lunghi capelli bianchi ed un'aria poco raccomandabile...che stava guardando l'amministratore con evidente disapprovazione. Quanto allo Yakushi, era impegnato a fissare la Kunoichi distesa a terra, non più appesa, con le braccia conserte. Complimenti. Avrebbe detto con poca intonazione. Ora sei una Jinchuuriki come volevi. Allegria. Vedi di reggere almeno un anno prima di farti mangiare, Omoi è bravino a fare sigilli ma le ultime volte ha cannato malamente. Quello stava per rispondere a tono, ma Febh lo zittì con un cenno.

    Ringrazia che sei riuscita ad emettere chakra di colore diverso rispetto al demone, o saresti finita cadavere. Ci tieni proprio a rischiare la pelle, eh? A giudicare dall'espressione di Eiatsu qualcosa in quella frase di Febh non quadrava, ma nessuno dei due assistenti di Diogenes approfondì la questione, mentre baldanzoso con i suoi boxer l'amministratore si voltò e cominciò ad allontanarsi ad ampi passi. La bestia è sigillata, vedi di non esagerare quando le succhi il chakra. Ed arrangiati per capire come farlo. Stava per attraversare la porta, quando si voltò. E comunque, meglio non oggi che credo di averti incrinato qualche costola. E non uscire dal villaggio prima di aver capito come sfruttare quella batteria con le vibrisse. Devi presentarti ogni giorno in Amministrazione per firmare la tua presenza. A dopo. Ed a quel punto se ne sarebbe andato, lasciandola sola nei sotterranei, con un demone che era appena stato ammutolito completamente dall'intervento di Omoi e, va detto, dalla perseveranza della nuova Jinchuuriki del Niibi no Nekomata. Chissà poi come ha fatto a creparsi la giara? Mah. Dall'interno dovrebbe essere impossibile... Queste le ultime parole, in allontanamento, dell'Amministratore in mutande.

    CITAZIONE
    Per quanto mi riguarda l'addestramento è completo e Nakora ottiene il liv 1 del Demone a 2 Code. Se vuoi puoi giocare i tentativi per usare il chakra del demone, ma la forza di volontà già dimostrata è sufficiente per giustificare un facile utilizzo della creatura, senza rischio di essere sopraffatta.
     
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    Le fece immensamente piacere vedere la sua falsa sorella rimanere senza parola innanzi alla sua reazione di poco fa, stava quasi iniziando a divertirla tutto quanto quello e vista la situazione disperata, forse era anche un bene.
    Il Demone si stava arrabbiando sempre di più, tant'è che la schiaffeggiò pure sebbene non sentì nulla, eccetto la propria testa che scattò nella direzione in cui terminava lo schiaffo.
    Non faceva male, non sentiva nulla proprio perchè quella non era la realtà e ormai l'aveva compreso chiaramente.
    Yushino posseduta si avvicinò ulteriormente a lei, guardandola con disgusto e odio mentre dava voce alle proprie emozioni, al proprio odio e via discorrendo.
    Sentendo quelle parole le venne da sorridere amaramente, dopotutto sapeva che aveva ragione in un certo senso.
    Non tutta l'umanità era malvagia, tuttavia era anche vero che quei pochi che lo erano a volte riuscivano a raggiungere livelli disumani di crudeltà.
    Improvvisamente sollevò una mano, e come per rispondere a quel comando ecco che le tenebre fecero per riavvicinarsi a lei.
    Si erano fatte ancora più fitte rispetto a prima, di conseguenza non le era difficile capire che presto avrebbe dovuto resistere ad altro dolore, tuttavia qualcosa catturò la sua attenzione e questo le fu estremamente chiaro per via del fatto che lo vide sgranare gli occhi.
    Non l'aveva mai fatto da quando avevano iniziato ad affrontarsi, e presto capì il perchè.
    Si era reso conto di quello che stava facendo nel mentre, però non le era chiaro se era troppo tardi ormai o meno però a giudicare dalla sua reazione, doveva essere abbastanza sicuro che quel tentativo fosse andato male.
    Sospirò stanca, conscia che presto avrebbe avuto modo di verificare se quella sua idea avesse funzionato o meno, tuttavia ora arrivava la parte peggiore.
    Difatti era poco ma sicuro che il Nibi non l'avrebbe perdonata questa volta, e se le sue parole dicevano il vero stava per assaggiare il vero inferno.
    Si preparò per quello che poteva, per poi essere gettata nuovamente in pasto agli incubi creati dal Demone.
    Questa volta fu molto, molto peggio rispetto alle precedenti.
    Perse la cognizione del tempo e dello spazio, chiudendosi a bozzolo in sè stessa cercando di soffocare le grida della gemella e ripetendosi che nulla di tutto quello era vero.
    Eppure la vergogna in parte c'era, così come il dolore. Però non si poteva permettere di cedervi.
    Doveva resistere e ricordarsi perchè stava facendo tutto quello, altrimenti sarebbe sprofondata in quell'orrore apparentemente senza fine.
    Vide chiaramente i visi delle persone che conosceva abusare e torturare prima Yushino poi lei, sentendo chiaramente le loro orride mani sui loro corpi che compievano le azioni più indecenti possibili.
    La cosa peggiore però era che quando moriva o comunque tutto terminava, ecco che immediatamente il tempo veniva come riavvolto così da dare nuovamente inizio a tutte quelle violenze.
    Ormai non sapeva dire quanto ancora sarebbe potuta andare avanti, era vero che aveva deciso di tenere duro costi quel che costi, però era anche vero che stava venendo messa a dura, durissima prova.
    Improvvisamente un forte rumore metallico la ridestò, interrompendo quell'incubo.
    Una moltitudine di collari d'acciaio andarono a chiudersi sugli aggressori, i quali furono trascinati via divenendo quasi un unica matassa informe di carne.
    Il demone iniziò a urlare, ribellandosi e lei rimase a guardarlo attentamente, stremata.
    Prima il volto di Yushino, poi quello del Nibi uscivano fuori a tratti mentre altre catene andavano ad avvolgersi attorno al Demone. Quest'ultimo tentò un'ultima disperata difesa, letteralmente esplodendo di rabbia e avvolgendosi di fiamme nere e blu.
    Per un attimo temette che si stava per liberare, tuttavia altre due semisfere d'acciaio fecero la loro comparsa avvolgendolo da ambo i lati mentre le catene nuovamente lo sigillavano in maniera permanente.
    Infine comparve un Fuda scacciando le tenebre che albergavano in lei, e ponendo così una conclusione a quello scontro.
    Ora vi erano solamente lei, quella sfera e il bianco candido come la neve della sua mente che l'avvolgeva.
    Esausta chiuse gli occhi salvo poi riaprirli nella realtà fisica, ritrovandosi davanti alcuni volti.
    Primo fra tutti vi era Febh ancora in mutande, il quale la fece sorridere portandole tuttavia una fitta di dolore.
    Alla sua sinistra poi compariva Eiatsu, il tizio delle carogne da come l'aveva descritto l'Amministratore quella volta e infine un terzo uomo, decisamente massiccio e dai lunghi capelli bianchi, il quale non la ispirava molto almeno all'apparenza, inoltre sembrava star guardando storto Febh.
    Lei dal suo canto era sdraiata a terra, e respirare nuovamente aria pura e limpida, fu come bere un bicchiere d'acqua fresco per lei.
    Febh la osservava a braccia incrociate e rimase così per qualche istante, per poi prendere parola e congratularsi con lei con il suo solito modo di fare.
    Avrebbe voluto rispondergli e fare qualche battuta, così per alleviare la tensione e farsi una risata però era decisamente ridotta male per tanto si trattenne, doveva starsene calma e buona.
    Per tanto si limitò ad annuirgli convinta, in viso un leggero sorriso.
    Tuttavia quando fece la battuta sul rischiare la vita, proprio non ce la fece a trattenersi e incurante della nuova fitta di dolore che l'avrebbe attraversata, rispose a sua volta.
    Come reagì Eiatsu alla frase di Febh non la convinceva, però non le importava al momento. Andava più che bene così.

    Eheh.. Te l'avevo detto, no? Un braccio, una gamba. Che importa quale sia il prezzo.

    Subito dopo si zittì digrignando i denti, il corpo era tutto un dolore unico e aveva un mal di testa disumano. Considerando che aveva appena affrontato un Demone, era comprensibile.
    Subito dopo si voltò iniziando ad allontanarsi, e rivolgendosi a lei appena un'ultima volta prima di uscire ammonendola di non provare a sforzarsi ulteriormente in quel giorno.
    Da quanto le disse il suo corpo era ferito, ed era più che comprensibile visto che l'aveva controllato il Nibi, probabilmente per attaccare Febh stesso.
    Si lasciò aiutare per mettersi in piedi, mentre annuiva un'ultima volta seria in volto alle raccomandazioni dell'Amministratore.
    Indubbiamente le cose sarebbero cambiate da quel giorno, sarebbe dovuta stare molto più attenta in quanto era sia una protezione aggiuntiva a difesa di Oto, sia una bomba ad orologeria che avrebbe potuto procurarle seri danni se il Demone si fosse liberato completamente, certe misure di sicurezza erano il minimo.
    Esausta si appoggiò completamente ai due che l'aiutavano, lasciando quantomeno che l'accompagnassero fino fuori così che potesse ricevere cure adeguate.
    Sentì distrattamente le parole di Febh in lontananza, tuttavia non ci diede troppo peso in quel momento.
    La sua mente giusto per un attimò le ripresentò quelle che erano state le parole del Nibi, la sua rabbia e il suo odio contro gli umani.
    Con un sorriso mesto si passò una mano sulla pancia, dov'era situato il sigillo e quasi accarezzandolo.
    Avrebbe fatto in modo che le cose cambiassero anche per il gatto stesso, non solo per lei. Ora erano in due.
     
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    It's Time to Begin


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    Come avevano terminato di parlare nel suo ufficio, lei e Deveraux non ci avevano pensato due volte a dirigersi in Amministrazione.
    Lei dal suo canto camminava con passo forte e deciso, guardava dritta davanti a sè ignorando tutto il resto.
    In quel momento non aveva pensieri per altro, c'erano solamente loro due e il suo villaggio originario ad attenderla.
    Forse sicura del fatto che il Guardiano avrebbe saputo smuovere qualcosa o forse semplicemente, avendo già ben chiaro in mente come organizzarsi non pareva essere minimamente impensierita da come avrebbe potuto reagire Febh alla cosa.
    Lei forse non l'aveva ancora detto a Deveraux, però per quanto la riguardava il fatto che stesse chiedendo aiuto a Oto era solamente una cosa in più, se le avessero negato quella possibilità, allora... Beh allora avrebbe fatto tutto da sola.
    Non le importava cosa poteva comportare un azione del genere, lei aveva bisogno di andare in quel posto e di levarsi di dosso quel macigno formato da dubbi e domande che le si era formato sulla schiena.
    In nessun modo sarebbe scomparso a meno che lei stessa, non avesse messo piede nel suo luogo natio.
    Cosa sarebbe accaduto poi non le importava al momento, non aveva grandi speranze viste le informazioni in suo possesso per tanto già se lo immaginava ridotto a niente più che delle rovine, però anche soltanto vedere quelle... Anche solo una cosa del genere, per lei sarebbe stato tantissimo.
    Fino ad allora non avrebbe più potuto concentrarsi su nulla realmente parlando, parte della sua mente sarebbe sempre stata altrove e il Nibi stessa aveva notato questa cosa, sebbene non ne avesse provato ad approfittare.
    Continuò a camminare per le viuzze del posto, svoltando dietro l'ennesimo angolo sicura di sè stessa.
    Con tutte le volte che era dovuta andare la mattina per firmare la presenza, ormai aveva imparato a menadito la strada.
    Una volta davanti al palazzo vi entrò salutando appena con un cenno della mano una delle guardie, la quale ormai la conosceva almeno di vista.
    Doveva ancora firmare quel giorno, sicchè con la sua venuta avrebbe potuto sistemare anche quello.
    Salì le scale fino a che non arrivò al piano dove si trovava l'ufficio dell'Amministratore, per poi avvicinarsi e bussare appena un paio di volte, con forza.

    Ohi Febh! Sono Nakora, sto entrando

    Aspettò appena qualche istante subito dopo il quale avrebbe spinto sull'uscio, così da aprirlo.
    Dopo l'ultima volta che l'aveva trovato in mutande, ci teneva bene a specificare e avvertire.
    Non tanto per lei, dopotutto non si formalizzava di certo per cose del genere e anche l'Amministratore l'aveva potuta vedere sta cosa la scorsa volta.
    Quanto più per lui, dopotutto quella volta erano in due di conseguenza farsi trovare in biancheria intima sarebbe potuto essere anche peggio per il buon Febh.
    Sinceramente non sapeva cosa aspettarsi da parte sua una volta che gli fosse stata spiegata la questione, dopotutto era alquanto imprevedibile quell'uomo e sebbene fosse conscia del fatto che quando voleva sapeva essere serio, terribilmente serio, era anche vero che se andava versando in questo stato le cose voleva dire che non stavano andando granchè bene. Almeno così credeva, dopotutto l'unica volta che l'aveva visto fare seriamente era stato all'attentato e poi al Nibi, insomma due momenti non esattamente tra i migliori.
    Se non altro alla fine di tutto quello, e sperando che Febh fosse stato in ufficio, avrebbe almeno potuto dire di averci provato indipendentemente dal risultato.
     
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    Non appena la Jinchuuriki si annunciò, improvvisamente otre la porta si sentì il rumore di una sedia che strisciava e cadeva, per poi essere sollevata mentre qualcuno, o qualcosa, cominciava ad agitarsi e spostare fogli e mobili e a camminare ad alta velocità in tutta la stanza. Cosa significasse non era chiaro, ma sicuramente l'arrivo della ragazza aveva interrotto qualcosa ed ora qualcuno stava cercando disperatamente di sistemare tutto in tempo ultrabrevi. E non era solo visto che stava parlando con qualcuno a voce bassa ma udibile...le voci erano sicuramente quele di Febh e Ssalar.Guarda che non serve far così...ormai hai perso ogni credibilità con quella ragazza. Specialmente per il modo in cui tratti i tuoi alleati. Sta zitto tu, ti meritavi quello ed anche peggio! Chi fra noi si fatto beccare in mutande? Ho detto di TACERE! Continuavano gli strani rumori dietro la porta, quando poi una voce non molto chiara e cammuffata disse: AVANTI! Hai detto qualcosa? Arrivò poi una seconda voce, decisamente quella di Febh, un pò ovattata. In ogni caso ormai la genin sarebbe quasi sicuramente entrata...perchè mai aspettare ancora, no?

    Nakora si sarebbe quindi trovata davanti ad un povero fesso vestito da Colf che stava pulendo e riordinando la stanza, forse persino violando i limiti dello spazio-tempo mentre rassettava e faceva entrare pile di documenti muffiti in cassetti dove materialmente NON potevano starci. E nonostante tutto era così veloce e preciso da lasciar quasi un'immagine residua, nemmeno stesse usando la Kage Bunshin! Sulla scrivania Ssalar stava cercando di risolvere un cruciverba e a giudicare dalla presenza di due matite, anche Febh non stava facendo qualcosa di molto diverso prima che Nakora bussase.

    jpg



    Si fermò solo quando vide la genin sulla soglia che lo osservava...poi puntò gli occhi iniettati di sangue sulla lucertola che riposava beata sulla scrivania. TUUUUU... Minacciò con un tono che avrebbe fatto arretrare i principi dell'inferno, prima di sbattere a terra un fumogeno ed indondare l'intera stanza di una densa coltre che nascondeva tutto alla vista. Ci fu un rumore di tafferugli, e forse di grida soffocate da parte del rettile, finchè la nube di fumo non si diradò, mostrando l'amministratore alla sua scrivania, serissimo, e la lucertola legata come un salame ed imbavagliata che pendeva dal soffitto ad appena pochi centimetri da una pentola d'acqua bollente. In un certo senso l'amministratore Yakushi era una persona rara...capace di azioni tanto incredibili quanto prive di senso.

    Prese la parola, con un tono di voce fermo ed impostato. Hai appena visto all'opera la mia celeberrima tecnica della Distrazione Rassettaria. Pochi sono in grado di ammirarla nel suo pieno svolgimento, sentiti pure fortunata, la prossima volta sarà a pagamento. Aveva ancora il fazzoletto intorno alla testa ed il piumino infilato nel fodero della Wakizashi dietro la schiena. E puoi ben capire che mi hai disturbato nel bel mezzo di un addestramento, come è ovvio. Annuì lentamente, con aria convinta, suo malgrado, di averla fatta franca e non essere passato nuovamente per un perfetto idiota. Quindi dimmi, cosa ti porta qui? Se cerchi altri gatti da ficcarti nello stomaco temo che siamo sprovvisti. La gettò sul sarcasmo...ogni strategia era giusta quando si trattava di dissociarsi dalla realtà delle sue stramberie. Ma forse potrei procurarmi dei ragni meccanici... Portò una mano al mento, improvvisamente pensieroso...e stavolta non stava scherzando, purtroppo.

    Intanto la lucertola tentava di divincolarsi invano...e più si divincolava e più il filo di nylon cedeva un poco, avvicinandolo alla fine dell'aragosta.
     
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  11. Roronoa™
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    Nuova avventura

    Villaggio del Suono pt. I




    Chiuse a chiave la porta del suo ufficio, per recarsi insieme a Nakora nel palazzo dell’Amministrazione.
    Con o senza appuntamento, trovare Febh nel suo luogo di lavoro sarebbe stato quasi impossibile.
    Forse, con questo freddo se ne starà rintanato nel suo ufficio. Pensò, alzandosi il colletto dell’abito per proteggersi dal vento gelido. L’inverno stava arrivando.
    A terra iniziavano a formarsi le prime lastre di ghiaccio.

    Seguì Nakora tra le vie desolate del villaggio del Suono, senza fiatare.
    Al cospetto dello Yakushi, sarebbe stata la Genin a spiegare cosa fosse riuscita a scoprire nel suo viaggio a Kiri.
    Se l’amministratore avesse dato l’ok all’operazione, il Guardiano avrebbe dato la sua disponibilità ad affiancare la kunoichi nel viaggio.

    Entrati all’interno dell’edificio amministrativo, Deveraux sentì la pelle del viso riscaldarsi.
    Non gli sfuggì il saluto tra Nakora e l’impiegato al primo piano.
    Il Chunin sorrise divertito. La sua allieva aveva iniziato a mietere le prime vittime.
    La seguì al piano superiore, rimanendo alla sinistra della porta dell’ufficio di Febh quando la ragazza bussò.

    CITAZIONE
    Ohi Febh! Sono Nakora, sto entrando

    Quanta confidenza... pensò. Aprire senza ricevere il permesso dell’amministratore poteva essere pericoloso, sopratutto per la sua salute mentale.
    Solo Nakora vide ciò che stava accadendo all’interno dell’ufficio. Si udirono rumori di vario tipo, che durarono solo pochi istanti.
    Quando sentì Febh rivolgersi a Nakora, Deveraux tirò un sospiro di sollievo.
    Oggi non saltiamo in aria Fece il suo ingresso nell’ufficio dell’amministratore, puntando il suo sguardo verso la lucertola.
    Legata al soffitto con un filo di nylon, il rettile oscillava a qualche centimetro da una pentola con dell'acqua in ebollizione. Quando la sua attenzione si posò sull’amministratore, le guance del Guardiano si gonfiarono.
    S-salve amministrato..mh. Si coprì le labbra con la mano destra. Fu sul punto di esplodere, la pelle del viso divenne così paonazza che il Chunin decise di uscire di corsa dall’ufficio.
    Ridere dell’amministratore poteva costargli caro.
    Sarebbe rientrato nell'ufficio qualche secondo dopo, serio in volto, come se non fosse accaduto nulla.
    Se ridi di lui poi ti picchia, poi ti picchia...non ridere.
    Guardò Nakora. Toccava a lei spiegare il motivo della loro visita.
     
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  12. Nevi
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    Ormai andare a trovare Febh la metteva sempre di buon umore, non c'era una volta che quell'uomo non si facesse trovare in situazioni talmente improponibili a tal punto che riusciva a mgiliorarti la giornata.
    Anche quella volta difatti, non la deluse.
    Certo non era al livello di quando stava giocando in mutande a poker con il pollo, però sinceramente dubitava ci fosse qualcosa che sarebbe mai riuscito a raggiungere il livello di comicità di quel giorno.
    Comunque sia come aprì la porta con accanto Deveraux, fece per entrare ritrvandosi davanti un Febh vestito da donna delle pulizie, il quale effettivamente stava pulendo tutto quanto l'ufficio, cercando di riordinarlo.
    Come notò che era entrata si accanì sulla lucertola, gettando la stanza nel caos più totale stanza con quello che credeva fosse stato un fumogeno, salvo poi riapparire davanti a lei mentre il povero Ssalar pendeva attaccato con una corda.
    Quella lucertola aveva una pazienza disumana, non sapeva veramente come aveva fatto ad abituarsi contando che l'ultima volta era finita chiusa nel seminterrato del palazzo per non si sa quanto tempo.
    Annuì sorridendo divertita alle parole dell'Amministratore, sebbene ovviamente senza ridere nè nulla del genere. Sembrava quasi si stesse complimentando per uno spettacolo a cui aveva appena assistito.
    Inoltre a giudicare dalle parole di Febh, lui pareva seriamente convinto di essere riuscito a farla franca.
    Subito dopo passò a chiederle che cosa voleva, mentre Deveraux era entrato a sua volta e non per scoppiare a ridere in faccia alla loro Colf preferita, fu costretto a uscire per poi rientrare dopo aver cercato di recuperare un minimo di compostezza.
    Lo guardò divertita per poi spostare lo sguardo su Febh, mentre si voltava giusto un attimo per chiudere la porta alle loro spalle per poi avanzare e riavvicinarsi a lui, mentre di tanto in tanto lo sguardo andava ficcanasando in giro per l'ufficio.

    No tranquillo Febh, niente gatti stavolta e nemmeno ragni, sebbene sono più che convinta che ci sia qualcuno interessato alla cosa nel villaggio.

    Ammise con il tono tranquillo e rilassato facendoli appena un occhiolino, buttandola così sullo scherzo.
    C'era da vedere se Febh capiva che stava scherzando, altrimenti era assai probabile che entro la fine della giornata qualcuno si sarebbe ritrovato buttato su un tavolo operatorio con un Amministratore armato di forbici e bisturi.
    Fortuna che lei aveva già dato in quel senso.
    Comunque sia da che aveva preso a camminare in giro per la stanza si fermò improvvisamente, facendo perno su una gamba e voltandosi verso il suo interlocutore.
    Era bene che fosse lei a spiegare la questione, d'altronde era la diretta interessata.

    Dunque da dove posso iniziare? Hm... Ah sì! Direi che partire dicendoti che non sono nata a Oto nè tanto meno sono effettivamente di Oto sia un buon punto di partenza.

    Affermò guardandolo alquanto dubbiosa, come se stesse cercando di capire la sua eventuale reazione.
    Tuttavia non si fermò li e continuò a parlare, il tono della voce mano mano che andava avanti si stava facendo sempre più duro e piatto, segno che il discorso era serio.

    Recentemente sono andata a Kiri per trovare una persona, dai registri di nascita risultava che fosse presente qui sebbene non mi è stata mai nominata da nessuno. Ebbene l'ho trovata e ci ho parlato, da quanto ho capito sono stata portata qui da lei, Ankato, e lasciata alla famiglia con cui sto adesso. Il punto sta nel fatto che non provengo da nessun Villaggio Accademico o fino ad ora conosciuto, anzi a dirla tutta non è nemmeno segnato sulle cartine.

    Ammise sospirando mentre si avvicinava alla scrivania in cerca di una mappa, sia mai che una volta Febh l'aveva dovuta utilizzare anche solo per farci gli aeroplanini di carta.
    Nel caso in cui l'avesse trovata, molto semplicemente gli avrebbe indicato un punto al confine tra il loro territorio e quello della primavera.

    Si trova esattamente al confine tra noi e il Villaggio della Primavera, il suo nome è il Villaggio del Crepuscolo. Quando ho parlato con Ankato lei mi ha dato un diario contenente tutte le informazioni relative al luogo che riusciva a ricordare, in quanto all'epoca era appena una ragazzina, comunque sia ho memorizzato le cose importanti e bruciato il resto, non volevo che nessun altro oltre noi potesse avvicinarsi ad esso.

    A quel punto si sarebbe sollevata da che si era chinata leggermente sulla scrivania, nel caso vi fosse stata la cartina.
    Nel caso contrario molto semplicemente si sarebbe appoggiata leggermente al tavolo, incrociando le braccia sul petto.
    Ora arrivava la parte più difficile da spiegare.

    Praticamente il mio villaggio natio era una culla di conoscenza e ricerca, avevano anche loro i propri ninja ed erano esperti nell'interazione con quella che noi conosciamo come anima, insomma, erano un bel po' avanti. Considera che tutta la popolazione contribuiva alla ricerca oppure faceva il ninja, vi erano alcune eccezioni ma piccole cose. Comunque sia fatto sta che un giorno è andato tutto a puttane, vi è stato un incidente e l'intero villaggio è piombato nel caos. In quel momento Ankato ha raccattato me e la mia gemella, portandoci fuori e salvandoci, dagli appunti che ho letto pare fossero iniziate ad apparire strane creature ammantate d'ombra, sebbene avessero fattezze umanoidi.

    Ricordare certi dettagli non le faceva piacere, dopotutto stava parlando di qualcosa di altamente personale.
    Eppure doveva dirgli tutto, ogni singola cosa se voleva anche solo sperare che Febh ci pensasse alla sua richiesta.

    Nessuno è mai riuscito a trovare quel villaggio perchè è situato nel sottosuolo, l'entrata era coperta da vari genjiutsu oltre che dall'ambiente naturale, considera anche che si trovava oltre venti metri sotto la terra e quindi capisci perchè nessuno ha mai scoperto questo posto.

    Erano state delle menti geniali, nessuno avrebbe mai potuto trovarli in quel modo.
    Inoltre per quei pochi che ci riuscivano, raramente potevano andarsene o anche solo lasciare quel posto con certi ricordi.
    Forse era stata un po' ossessiva tutta quella sgretezza, però vista la fine che avevano fatto, poco importava ormai.
    Comunque sia proseguì con il suo discorso.

    Quello che ti chiedo è di organizzare una spedizione per localizzarlo ed entrarvi all'interno, Febh. Non mi importa un bel niente del materiale e di quello che vi è possibile trovare, potete farci quello che volete. L'unica cosa che voglio è mettere piede in quel posto e guardarlo con i miei occhi, poi potrete proseguire come meglio credete: raderlo al suolo, reclamarlo, quello che vi pare, non mi importa.
    Il Villaggio forse acquisirà nuove conoscenze utili e io mi toglierò questo dente.


    Sembrò come diventare un po' più emotiva sull'ultima parte, per tanto cercò di trattenersi.
    Arrivati a quel punto stava tutto nelle mani di Febh.
     
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    Quando il Guardiano del gate fece il suo ingresso, quasi scoppiando a ridere e sigillando così la sua condanna, Febh come al solito prese fischi per fiaschi, inarcando un sopracciglio. Sembra una brutta tosse. Mai visto qualcuno tossire in maniera più ridicola. E quando rientrò, fece un cenno di capo verso il povero Ssalar. Vuoi del brodo di lucertola per riprenderti? La lucertola cominciò a dimenarsi, come a voler sottolineare che era veementemente contraria alla cosa..il tutto tralasciando che un ninja che faceva della guarigione da ogni danno la sua tecnica segreta stava consigliando del brodo di pollo (o affini) come medicamento.

    Incassò bene il diniego della Jinchuuriki sugli esperimenti coi ragni, ma accolse con interesse il suo suggerimento. Tu dici? Socchiuse gli occhi, interessato, mentre guardava pericolosamente lo Yotsuki, ma l'interesse scientifico fu breve perchè tornò a concentrarsi sulla ragazza, raddrizzando appena gli occhiali palesemente finti e senza lenti. Probabilmente la primissima rivelazione della ragazza non ebbe l'effetto sperato, perchè Febh la fissò di rimando, come se avesse detto qualcosa di assolutamente irrilevante. Dopo quel secondo di pausa trovò che forse era il caso di spiegarsi. Metà della popolazione di Oto non è nata ad Oto. Io per primo. Oto nasce come gruppo di laboratori sotterranei pieni di traditori di altri villaggi, prigionieri e diseredati...a parte gli Yakushi che erano in zona, i Miwaka che sono migrati dalla Rosa e gli Yotsuki che sono originari di Kumo...decisamente il "non essere di Oto" è la norma in tre casi su quattro. E concluse facendo spallucce, non propriamente interesato da quell'esordio.

    Mentre Nakora si avvicinava alla ricerca di una mappa (fortunatamente l'Amministratore aveva appena messo in ordine) lui le risposte. Sei fortunata, io non ho idea di dove sono nato. Non che sia rilevante, i miei erano mercanti o roba del genere e sono finiti ammazzati in un agguato ninja. Almeno tu sei di un posto non segnato, invece che di nessun posto, no? Lei intanto aveva trovato quello che le serviva, indicando una zona della mappa. Ho sentito dire che ci sarà un grosso evento da quelle parti verso la fine dell'anno. Commentò distrattamente, non esattamente preso dalla storia personale di Nakora. Anche sotto Oto ci sono dei sotterranei, e dalle voci si dice ci sia un grosso drago nero addormentato. O almeno così raccontava Shinodari. Fece spallucce. Per non parlare di laboratori dove facevano ricerche dall'etica...elastica.

    Finalmente si venne al dunque.: come prevedibile Nakora voleva andare a vedere cosa fosse successo nella sua terra d'origine, e prometteva di lasciare ad Oto il controllo del territorio e di tutto ciò che avrebbero potuto trovarci.

    In tutta risposta Febh sbuffò.

    Nakora...non è che si possa dare una missione del genere ad un Genin, soprattutto uno che rappresenta un elemento di equilibrio tra i villaggi. Quindi o ti trovi un Team decente, con almeno un caposquadra Chunin o Jonin, o direi che non se ne fa nulla. Indicò il Guardiano. E Devecoso dovrebbe restare a fare la guardia alle mura, non èsarebbe il massimo vederlo andar in missione senza un buon motivo...e sicuramente non potreste andare voi due da soli. Non era molto credibile conciato a quel modo...ma quando mai era stato vestito in maniera credibile di fronte alla Jinchuuriki? In ogni caso le sue parole erano tutt'altro che buffe, dato che stava bocciando la proposta, a meno di avere delle assicurazioni!

    CITAZIONE
    PS: Hot Spring vuol dire "Sorgenti calde", non "Primavere Calde", quello è il nome del porno amatoriale tra Devecoso e Geraldo :zxc:
     
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    Brodo di Lucertola

    Villaggio del Suono pt. II




    Doveva essere il suo giorno fortunato. Febh non afferrò il vero motivo che aveva spinto Deveraux a improvvisare quella tosse così ridicola.

    CITAZIONE
    Vuoi del brodo di lucertola per riprenderti?

    Eh? Esclamò appena rientrato nell’ufficio, sorpreso.
    A pochi metri da lui, il rettile iniziò a dimenarsi, mettendo a dura prova la resistenza del filo di nylon con cui era stato legato.
    Non voleva avere sulla coscienza l’immane dolore che Ssalar avrebbe provato cadendo nella pentola.

    N-no no grazie. Non mi piace il brodo di lucertola. Ridacchiò, grattandosi il capo.
    Ritornò al centro dell'attenzione di Febh qualche istante dopo.
    Un brivido di puro terrore percorse la sua schiena quando i suoi occhi incrociarono quelli dell’amministratore.
    Lo stava fissando con la sua solita espressione da maniaco.
    Visibilmente a disagio, Deveraux lanciò uno sguardo a Nakora, invitandola con un cenno del capo a cambiare subito argomento.
    Fortunatamente, la ragazza prese in mano la situazione.

    Fiuuuu.. Tirò un sospiro di sollievo.
    Ascoltò la ragazza e i commenti dell'amministratore, un po' disinteressato da ciò che aveva scoperto la Jinchuuriki del Due Code.

    Quando Febh rivelò che qualcosa di grosso sarebbe accaduto da quelle parti, precisamente ai confini con il Paese del Fulmine, Deveraux sgranò le palpebre.
    Purtroppo per il Chunin, l’amministratore non aggiunse altri dettagli sulla faccenda.
    Inghiottì la sua curiosità.
    Doveva ancora terminare la missione segreta su quel Godsan della Nebbia.

    CITAZIONE
    Nakora...non è che si possa dare una missione del genere ad un Genin, soprattutto uno che rappresenta un elemento di equilibrio tra i villaggi. Quindi o ti trovi un Team decente, con almeno un caposquadra Chunin o Jonin, o direi che non se ne fa nulla.

    Sarà dura. Pensò.
    All’East Gate ho un vice all’altezza. Può sostituirmi lui. Annuì.
    Oltre a lei, l'unico Jonin che mi viene in mente è il Guardiano Aloysius Mikawa. Può andare? Domandò, sorvolando sul pericoloso rapporto di lavoro tra lui e quel ninja.


     
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    HrEKxIv
    Le reazioni di Febh apparentemente non parvero smuoverla più di tanto, certo non sapeva del fatto che praticamente tutti quelli di Oto non erano nati li nè tanto meno sapevano dov'erano nati, come l'Amministratore.
    Non tanto per il fatto che non si sentisse in colpa, quanto più perchè non le interessava la cosa al momento.
    Sì, l'avrebbero potuta tranquillamente definire una stronza egocentrica in quel momento, però non le importava.
    Nella sua testa in quel momento vi era solamente lei e la sua questione personale, tutto il resto passava in secondo piano.
    Comunque sia ascoltò in silenzio le sue parole, accigliandosi leggermente quando arrivò al punto focale della faccenda.
    Rese immediatamente chiaro Febh, che non aveva intenzione di approvare la cosa in quello stato.
    Oltre che esserci delle future attività pianificate o meno in quella zona, da quanto aveva capito, non voleva rischiare mandando solamente lei che racchiudeva dentro di sè il Demone e uno dei Guardiani di Oto.
    In una situazione normale probabilmente avrebbe capito, però non in quel caso.
    Era coinvolta personalmente oltre che emotivamente nella faccenda, per tanto non riusciva e non poteva essere lucida nel pensare.
    Difatti non apprezzò particolarmente il suo diniego, sebbene evitò di darlo a vedere, rimanendo con l'espressione neutra che aveva avuto in viso fino a quel momento.
    Se avesse reagito male, probabilmente non avrebbe neanche potuto provare ad andarci da sola, facendo così di testa sua.
    In ogni caso prima che potesse rispondere, fu Deveraux questa volta a prendere la parola.
    Lei voltò lo sguardo su di lui, sentendo le sue parole e rivolgendogli così un sorriso di ringraziamento. Stava provando a fare quello che poteva, e lei di sicuro l'apprezzava la cosa.
    Propose delle valide alternative al problema del Gate e del terzo membro del loro Team, tuttavia lei dubitava che avrebbe ceduto così facilmente. Dopotutto non sapevano nemmeno se l'altro Guardiano fosse disponibile, tralasciando che così ben due Guardiani avrebbero lasciato il villaggio, e vice o meno anche lei arrivava a capire che la sicurezza del villaggio, sarebbe stata ridotta drasticamente in quel caso, senza contare il fatto che anche il Demone non sarebbe stato presente.
    Di conseguenza riportò lo sguardo su Febh, sospirando e facendo appena un paio di passi così da passargli accanto e tornare in piedi vicino a Deveraux. Arrivati a quel punto preferiva fare di testa sua, a meno che non avesse dato l'okay all'idea del Guardiano, sebbene ne dubitava dopo le precedenti considerazioni.

    Capisco, a questo punto credo che nemmeno il Jonin proposto da Deveraux può andare, in quanto Guardiano dico bene Febh? Questo significherebbe avere due Gate con le difese indebolite.

    Era facile notare il cambio di tono nella voce, si era un po' abbattuta ma non eccessivamente, giusto quanto c'era da aspettarsi in una situazione del genere.
    Comunque sia dopo l'affermazione iniziale, avrebbe ripreso il discorso così da congedarsi assieme al Guardiano. Non voleva insistere oltre, non credeva che avrebbe prodotto risultati utili, perdendo di conseguenza tempo prezioso.

    Se ho immaginato bene, allora noi andiamo. Cercherò un terzo possibile candidato idoneo, così da aggiornarti. Va bene?

    Rimase ferma dov'era con le braccia incrociate sul petto, attendendo una risposta. Di certo non si sarebbe mossa finchè non fosse stato l'Amministratore a dirlo.
    Non si aspettava proprio una risposta positiva a quell'ultimo tentativo, per tanto già era proiettata mentalmente a come fare per organizzarsi da sola. Non aveva intenzione di fermarsi per nessuno al mondo.
     
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