Votes taken by Yato Senju

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    Ame Anatomy



    Rehab

    Il ritorno nella tetra e piovosa città che era sede della malavita organizzata di Ame non fu scevro da ostacoli e difficoltà, prima tra tutte il nascondere la presenza di una donna che tecnicamente doveva essere ancora prigioniera a Oto. Fortunatamente la Locanda, Janki e gli altri membri del suo entourage erano più che adatti allo scopo, riuscendo anche a procurarsi qualche medico di Ame con conoscenze sufficienti almeno per un trattamento di base. Certo, erano perlopiù vagabondi e nukenin con qualche infarinatura delle arti mediche (non era il caso di andare a coinvolgere i Cuori e la loro rete, accumulando favori da rendere) o civili con debiti di gioco o qualche altro scheletro nell'armadio che potevano fornire supporto ma non tecniche che comprendessero il chakra e le sue applicazioni. Tutto sommato la riabilitazione di Juana (che si sarebbe rifiutata di mostrare il suo aspetto a Shiltar in qualunque occasione, aprendosi solo ai curanti e a Tendora, con cui strinse un discreto rapporto fatto anche di confidenze e previsioni del futuro/consigli in campo amoroso) sarebbe stata lenta ma costante, durando quasi un anno in cui mantenne un bassissimo profilo...almeno fino a quando, nel terzo mese dell'anno successivo, la situazione non raggiunse un livello di stagnazione: per concludere servivano le conoscenze chirurgiche e le capacità di controllo del chakra di un ninja medico addestrato in grazia di dio, che avesse esperienza ospedaliera.

    Questo implicava dover ricorrere ai Cuori, coi quali tuttavia il Risorto non ancora Asso ufficiale non aveva alcun rapporto, o chiedere a qualche ninja medico di sua conoscenza. Intanto al massimo la situazione poteva rimanere stazionaria.


    Rinascita di una Veggente

    Mi ero finalmente liberato di quella palla al piede di Densen, mandato via dal Sensei, che tuttavia aveva chiesto a me di attendere ancora un poco. Non che il Ramingo non si fosse dimostrato utile, ma era ancora lontano dall'essere considerato una risorsa valida e, soprattutto, non vedevo nell'immediato futuro una sua utilità ai fini della Missione, se non per quella sua strana creatura che manipolava le anime, se avesse appreso come controllarla meglio. Non sapevo cosa volesse il Sensei, forse fornirmi istruzioni per una missione successiva o magari aggiungere qualche dettaglio su ciò che era accaduto, ma scoprii ben presto che non si trattava di nulla del genere. Mi limitai ad annuire. Naturalmente, Sensei. Sapeva della Missione, ma non ne pregiudicava la riuscita, per il momento. Io lo sapevo e lui lo sapeva e, forse, era questo a tenerci in qualche modo legati. Sapevamo entrambi che nel momento in cui l'altro fosse stato un ostacolo sarebbe diventato necessario abbatterlo...per quanto al momento la morte sarebbe sicuramente stata unidirezionale, visto il dislivello di forze.

    Cure mediche? Il fatto che avesse dovuto ricorrere a me implicava che realmente voleva tenere la faccenda segreta o con le sue risorse non sarebbe stato difficile procurarsi qualcuno di maggiore abilità o esperienza...forse questa donna era un suo punto debole? Inevitabile non pensare che sarebbe potuta essermi utile in futuro, nell'improbabile (speravo) necessità di uno scontro col Mercenario, ma lui sicuramente sapeva che lo avrei pensato. E sapeva che allo stato attuale ero la sua risorsa più valida. Non sono molto esperto né uno specialista, ma ho accumulato una discreta esperienza. Se non altro, guardare di cosa si tratta non farà male a nessuno e sono sufficientemente abile da capire cosa è al di sopra delle mie potenzialità. Ammisi, senza perdermi in domande stupide e inconcludenti come "chi è quella donna" o "perchè vuoi tenere la cosa nascosta?". Se avesse voluto me lo avrebbe detto direttamente, quindi era inutile insistere o mostrare eccessivo interesse: se quella faccenda poteva avere una qualche utilità per la Missione in un modo o nell'altro lo avrei scoperto, prima o poi.

    Nascosi meglio il coprifronte, che non avevo ancora reindossato dopo essere tornato dalla breve missione con Densen, e sfruttai la manipolazione del legno per modificare leggermente i miei lineamenti, lasciando emergere piccole quantità di legno sulla fronte, nemmeno avessi delle corna e dei barbigli sul mento...al crescere delle mie doti forse avrei appreso come modificare realmente il volto che mostravo in pubblico, ma già questa deformità volontaria mi era sufficiente. Possiamo andare. La donna che necessitava di cure mediche era poco distante, tenuta al sicuro nella stessa locanda in cui ci trovavamo, con i più fedeli servitori del Sensei, segno che la sua importanza andava anche oltre i miei iniziali sospetti. La porta si aprì, rivelando una donna di bell'aspetto che attendeva, seduta su una sedia e intenta a mescolare delle carte. Apparentemente non sembrava avere deformità o problemi immediati, quindi forse la sua era una malattia degli organi interni o magari un tumore, ma quando si voltò per alzarsi notai una lieve incertezza, forse dovuta alla debolezza muscolare o magari a qualche ferita guarita male. Avrei avuto bisogno di tempo per visitarla.

    Benvenuti. Vi aspettavo...vi ho scorti nel futuro della cara Tendora. Il mio nome è Juana, del clan Shura. Io sono Bokushin (il Fauno). Sono qui per vedere cosa può essere guarito e cosa no. Il Sensei mi avrebbe introdotto come un medico di sua fiducia, immaginavo, ma ci avrebbe presto lasciati da soli. Sei una chiromante? Chiesi osservando le carte e rammentando il suo commento sul futuro...al quale lei risposte enigmatica. Vuoi forse che io legga il tuo? Per un secondo mi ritrovai a pensare seriamente alla proposta, salvo poi fare un cenno di diniego. Ho già avuto a che fare con una veggente. Non intendo rischiare che più predizioni si sommino incarcerandomi a un futuro non scritto. Ritengo che siano le mie azioni a essere significative, e soprattutto libere. Sempre che il tuo potere sia reale. Mi sarei avvicinato, forse un po' minaccioso. Inoltre in questo preciso momento sono io a determinare il tuo futuro, non viceversa. Scorsi l'ombra della preoccupazione nel suo sguardo...possibile che non potesse conoscere il suo stesso avvenire? In ogni caso la avevo intimorita quanto bastava per avere la sua collaborazione. Indicai il letto. Stenditi. Devo visitarti.

    [...]

    Era stato molto più difficile di quanto non potessi aspettarmi. La donna aveva camuffato le sue reali condizioni con la Henge no Jutsu, ma per visitarla dovette dissolverla, mostrandomi un corpo che francamente sembrava troppo danneggiato per poterle anche solo permettersi di muoversi. Le ossa delle gambe e le costole erano state fratturate più volte e poi fatte guarire con mezzi di fortuna. Innumerevoli bruciature costellavano la pelle un tempo giovane ed elastica, e in alcuni punti delle infezioni avevano reso il tessuto rigido e deforme. Il viso non era stato da meglio, con un naso rotto e uno zigomo asimmetrico dopo innumerevoli pestaggi, così come un'occhio che divergeva, strabico, dopo un danno muscolare. Diversi denti mancavano e una bruciatura decorava anche l'interno della guancia sinistra. A giudicare dal resto della visita, poi, anche gli organi interni avevano i loro guai con del liquido nella pleura di destra sicuramente formatosi dopo una perforazione dovuta a una costola rotta, con successiva infezione mai curata esattamente. La donna respirava con molta fatica. Molti dei problemi erano stati trattai alla meglio e si erano stabilizzati, tanto che Juana non era in pericolo di vita e mangiando sicuramente aveva recuperato le forze e debellato le varie infezioni, ma restava un catorcio. Meglio non riferire ciò che restava delle sue parti intime o dei seni dopo anni di abusi da parte dei prigionieri negli Inferi di Oto.

    Alcune cose vanno oltre le mie possibilità attuali. Ma posso farti stare meglio. Ci vorrà del tempo, e diversi interventi con materiali adatti. In ospedale probabilmente ci sarebbero migliori risorse, ma credo che il Mercenario possa organizzare una sala operatoria decente. Finii per passare ad Ame parecchi giorni, e tornarci più volte nei mesi successivi, a volte chiedendo delle licenze, a volte di ritorno da missioni. Non nascosi particolarmente i miei spostamenti: non ne avevo motivo, e se interrogato riferii che stavo trattando una paziente per conto di un mercenario di Suna conosciuto in missione. Mentire non era necessario, semplicemente avrei omesso alcuni dettagli. Mi esponevo a un certo rischio ma il Sensei ne era certo consapevole e mi avrebbe ripagato per il disturbo.

    Cominciai con il fratturare le braccia e le gambe della donna chirurgicamente per permettere una guarigione migliore, usando anche alcune protesi come avevo appreso in ospedale: farle ricrescere dal nulla mi era impossibile, ma curare una frattura con chakra e adeguati strumenti era semplice, specie se anche il paziente sapeva usare il chakra. Avrei lasciato indicazioni a Tendora su come proseguire la riabilitazione in mia assenza, e Juana sembrava molto motivata per riprendersi...mentre evitai i contatti con Janki perché, a dirla tutta, mi turbava parlare con un furetto psicotico. Per i denti confezionai delle protesi, ma quella era la parte più facile, mentre dei semplici innesti di cute presa dalle gambe e poi aiutata nella guarigione con il chakra avrebbero rigenerato quasi tutte le aree di cute bruciata e cicatrizzata con infezione. Certo, alcuni segni sarebbero rimasti, ma nemmeno a paragone con ciò che era prima, e lo stesso poteva dirsi per lo zigomo, che dovetti risistemare alla meglio...purtroppo non ero abbastanza esperto per una ricostruzione così minuziosa. Probabilmente non riuscirai a muovere adeguatamente la metà destra del viso. Avrei spiegato a Juana. Il nervo era irrecuperabile e così molti muscoli, ma almeno è di nuovo simmetrico, e non dovresti avere ostacoli nel parlare o mangiare. Lo strabismo potei correggerlo solo in parte, ma per un genin era comunque un ottimo risultato.

    [Prima della Partenza]

    Tra una cosa e l'altra erano passati mesi, con numerosi interventi, qualcuno andato bene, qualcuno andato peggio, ma nel complesso la donna era tornata in condizioni più che soddisfacenti e, soprattutto, poteva nuovamente muovere le braccia e le gambe come preferiva e aveva una pelle e un viso decenti. Avrebbe facilmente recuperato anche le sue arti ninja, se ci si fosse impegnata (impossibile sperare di spacciarmela come una civile, tanto che nessuno tentò di propinarmi quella sciocchezza). Avevo appreso alcune cose da lei in quei mesi, come il fatto che era avversa all'Accademia con toni che potei facilmente ricondurre al Villaggio della Zanna con cui avevo avuto a che fare ai tempi della Colonna Evanescente, e scoprii anche che lei aveva fatto delle predizioni importanti al Sensei e ad altri nella Locanda...e soprattutto scoprii che voleva tornare normale per ricongiungersi con suo fratello, un ninja di alto rango.

    Sensei. La guarigione di Juana è quasi completa...allo stato attuale delle mie capacità non posso fare di meglio, ma lei pare soddisfatta. E' pronta a ciò che hai in mente per lei. Ero solo con lui nel suo ufficio, e ritrassi il legno tornando al mio normale aspetto. Sicuramente una volta tornata alla Zanna potranno concludere la sua guarigione. Il suo valore come merce di scambio è intatto. Con poche parole avevo chiaramente detto al Sensei che ero a conoscenza del suo piano, perlomeno per sommi capi. Mi hai contattato perché io continui a supportarla fino allo scambio, e hai ragione: ne ha ancora bisogno. Tuttavia ho una richiesta: se possibile vorrei sfruttare le informazioni che otterrò sulla Zanna per supportare il mio rango all'interno dell'Accademia e di Konoha. In sostanza, vorrei partecipare e riservarmi di fare rapporto...ovviamente tacendo ogni il tuo coinvolgimento, se lo desideri. Inutile dire che la questione di Ame e della Locanda e tutto ciò che era sospetto o critico sarebbe sparito dal rapporto. Solo le informazioni che potevano avvantaggiare Konoha contro la Zanna sarebbero state riferite, e solo se ne avessi ottenute. Stava a lui valutare se acconsentire alla mia richiesta o meno, ovviamente.

    [...]

    Boss, i tuoi capelli sono spettacolari. Un giorno o l'altro dovrai dirmi che shampoo usi! Mentre Yato e Juana si preparavano per la partenza, il riemergente leader delle Picche si era recato dal suo più efficace luogotenente, Miroku, e dal suo compagno di vita, un massiccio uomo effeminato di nome Ananta, che vantava ascendenze più che particolari essendo il figlio di uno degli Immortali di Hayate. Nel corso di quei mesi dopo la sottomissione a Feng Gu aveva passato diverso tempo nascosto, prima di cominciare lentamente ad adattarsi e prendere maggiore confidenza con tutti, anche con il suo nuovo protettore. Se non altro la sua particolare capacità mnemonica (gli bastava leggere due volte un testo o un elenco di numeri per ricordarlo al 90% senza errori, e se lo leggeva più volte la riproduzione era perfetta) era tornata molto utile per aiutare Miroku nella gestione della contabilità del Seme ora che gli affari stavano tornando affini. Ananta, ti ho già detto che non dovresti rivolgerti così al Leader. Sarebbe intervenuto il nukenin vestito come un monaco, con un accenno di irritazione nella voce.

    Imbronciato dopo il rimprovero, Ananta si trovò a tremare ed essere spaventato non appena il Risorto menzionò il padre con cui aveva troncato ogni rapporto. Io...sai che non posso parlare liberamente di lui, Boss! Il trauma era ancora presente, appena sotto la superficie e un'ombra di preoccupazione passò anche sul volto do Miroku. Qui non ti chiede dirette informazioni su di lui. Disse, pur cauto. Non credo ci siano problemi. Ananta deglutì, incerto, prima di raccontare qualcosa. Non so cosa sia l'Abisso della Bestia. L'unica volta che menzionò un Abisso stava parlando di una persona, Gaira dell'Abisso, ma non so in che contesto lo avesse nominato. Sospirò. Mi accennò qualcosa su una spada che voleva prendere per regolare un vecchio conto, ma non so se fosse nera, e poi in effetti una volta tornò con delle ustioni, rimproverandomi per non aver ancora risvegliato il potere di mia madre. Rabbrividì. Così...disse...così avrei potuto far ragionare quella bestia paranoica...poi mi colpì, ma non spiegò altro. Informazioni decisamente frammentarie, da vedere quanto potevano essere utili o collegabili.

    [Nel Paese delle Sorgenti Termali]


    La mia stanza non era molto spaziosa ma aveva due soli possibili ingressi ed era facilmente difendibile in caso di attacchi improvvisi. Juana era tra la mia stanza e quella del Sensei, con una semplice porta in carta di riso che avrebbe reso facile soccorrerla se ci fossero stati problemi, anche se questo riduceva la nostra privacy. I dolori del post-operatorio erano passati quasi del tutto ma di notte e durante il riposo spesso tornavano a farsi sentire, quindi non di rado dovevo somministrare dei sedativi alla donna, ma le sue condizioni erano in netto miglioramento e anche il suo viso aveva ripreso una parvenza di normalità, quasi uguale a quello originale, a patto che applicasse un po' di trucco.

    Sapevo che il Sensei era andato a lasciare il suo segnale su un qualche genere di tronco bruciato, e a quanto ne sapevo, quando andò a controllare nei giorni successivi non trovò nulla, nemmeno allo scadere delle ore indicategli anni prima da Jaime Shura. Era forse passato troppo tempo? Pur aspettando non avrebbe incontrato nessuno sotto il tronco scelto, e quando infine si fosse arreso, tornando al nostro albergo, avrebbe tuttavia trovato una sorpresa inaspettata: alla reception la proprietaria lo avrebbe informato che il suo amico era arrivato, e che lo aspettava nella sala del the, accanto a quella della colazione. Inutile specificare che non si trattava di me.

    La stanza era aperta al pubblico, ma tutti si tenevano alla larga, perché una persona dall'aria truce, persino più alta del Risorto di una manciata di centimetri, e se possibile altrettanto massiccia, con folti capelli rossi e un volto che non ispirava certo tranquillità e sicurezza, anche se sembrava intento a bere placidamente del the verde e fumare. Non avrebbe fatto una piega nel vedere entrare il ninja, almeno fino a quando questi non si fosse accomodato.


    Quindi hai la sorella di Jaime. Queste le sue prime parole, indipendentemente da qualunque cosa avesse detto il suo interlocutore, continuando a fumare e bere come se nulla fosse. Lui non verrà. Ho intercettato il messaggio. Quindi avrebbe soffiato del fumo direttamente in faccia a Feng Gu, in un chiaro atto di provocazione. E per quanto mi riguarda, lui non lo avrà mai.

    Sono Yamato Ho. Yonga.


    Altra sbuffata di fumo, in circoli, proprio sul viso dell'altro.

    E francamente non mi interessa chi sei tu. Sparisci e non tornare.
  2. .
    Colei che Non era Amata
    II
    Tenshi, Konoha


    Incuriosito dalla sua reazione, come se l'improvvisa gentilezza fosse qualcosa a cui non era per niente abituata, proseguii su quella stessa scelta di toni ed espressioni. Mi aveva mostrato un punto debole, e lo avrei sfruttato fino in fondo, o perlomeno fino a quando non avessi capito chi era quella donna e se poteva essere una pedina utile alla mia Missione, sia da viva che da morta. Se non fosse stato qualcosa di puramente strumentale, forse avrei trovato affascinante quell'arte che andavo lentamente sviluppando del leggere le persone e provare, con piccoli tocchi ed espressioni, a guidare il loro pensiero attraverso le emozioni che potevo suscitare. Lei incespicò, quindi era abituata a comandare e controllare qualcuno di riottoso o, in alternativa (sebbene le due cose non si escludessero a vicenda) era lei ad essere sottoposta di qualcuno in un ambiente frustrante. Una parola delicata la aveva messa in confusione, quindi non doveva essere abituata a trattare con persone che erano sul suo stesso livello, o se lo faceva comunque utilizzava sempre una qualche maschera ufficiale o di aggressività.

    Pochi istanti per leggere quegli elementi, che certo costituivano solo un'ipotesi e una lettura superficiale, ma aumentando le interazioni e con altri piccoli esperimenti per vedere le sue reazioni mi avrebbero aiutato a definire la sua personalità e posizionare lentamente delle briglie adeguate, sempre che ne valesse la pena. Di certo non mi pareva che quella Cubiko, o Hebiko, quale che fosse il nome, fosse una persona che aveva molti amici. E questo la rendeva più vulnerabile alle manipolazioni. Oh, beh, c'è un locale molto buono e anche a buon mercato se vuoi del ramen, pare che sia in piedi sin dai tempi del settimo Hokage quando era bambino. In alternativa, se ti accontenti di un panino conosco un posto non molto distante dall'ospedale. Sarebbe un piacere portartici, anche per riparare a questa piccola incomprensione. Abbozzai, mentre la commessa ci portava nell'ambiente vicino. Non avevo fatto accenni al clan, a giudicare dalla brevissima esitazione Hebiko aveva mentito o si vergognava delle sue origini, o in ogni caso non voleva parlarne...essendo straniera pensare che fosse in soggezione davanti al cognome "Senju" era oltremodo improbabile.

    Entrati nella sala accanto finalmente mi trovai faccia a faccia con la donna che, unica tra tutti coloro che conoscevo, aveva affrontato il Kage per quello che era: una carogna. La sua ostilità sarebbe potuta tornarmi utile se per caso avessero finito per rieleggerlo, anche se nelle sue condizioni lo trovavo improbabile ed era bene creare subito un legame, anche se la Missione era sospesa fino alla nuova nomina. Chinai il capo con una mano sul petto, in segno di rispetto e deferenza (a fronte di un carattere esplosivo come quello dimostrato in passato, pensavo che mantenere una formale educazione con un accenno di eleganza e adulazione potesse tornarmi utile). Buongiorno. Solo a vedere l'eleganza dei vostri abiti il desiderio di fare acquisti aumenta. Non mancai di notare che lei ed Hebiko si conoscevano abbastanza da poter lanciare delle frecciatine...verso le quali la rossa non sembrava avere alcuna forma di protezione, visto come rispose di mala maniera. Io fui accurato nel farmi gli affari miei e tacere, per evitare guai.

    In quel momento Hebiko levò il giaccone, rivelando un abito succinto che, lo ammetto, mi colse un secondo alla sprovvista, dato che andava completamente contro l'idea che mi stavo costruendo di lei...possibile che avesse una vena di perversione? Se non altro sembrò seriamente imbarazzata dalla sua mise, e quindi distolsi lo sguardo, come a voler rincarare il mio essere gentile e rispettoso, anche se per non sembrare troppo falsi mi schiarii la gola come se fossi lievemente a disagio. Poi lei si sedette accavallando le gambe, salvo poi sotterrarsi nuovamente...magari era una forma di masochismo conciarsi a quel modo e poi vergognarsene...i feticismi erano qualcosa su cui ero stato addestrato ma in tutta coscienza non riuscivo a comprenderli appieno. Uhm...se permetti... Composi una manciata di sigilli, mettendo in campo una delle illusioni più basilari al servizio di un ninja, la Percezione Falsata, con cui lasciai che l'abito della donna cambiasse diventando decisamente più lungo e coprente, ma ancora con le insegne dell'ospedale. Non avevo capito fossi un'infermiera nuova. Io lavoro all'ospedale...spero non ti offenda per questo piccolo trucco, ma in tutta onestà sembravi un pò a disagio... Un movimento brusco avrebbe dissolto l'illusione, chiaramente, ma quello era un nuovo test per vedere la sua reazione: si sarebbe offesa? Imbarazzata ancora di più? Sarebbe stata riconoscente o scontrosa per aver interrotto il suo hobby, sempre che fosse un hobby? Niente a paragone con i vestiti di questa boutique, chiaramente. Subito rivolsi un sorriso anche alla proprietaria. Ma forse essere a proprio agio aiuta, no?

    Poi la rivelazione: lei veniva da Oto, ed era affiliata all'Amministratore, giunto in visita dopo l'attacco e aveva contatti con l'Hokage uscente (così come Kiyomi). Internamente esultai, conscio di aver fatto bingo: quella ragazza poteva essere molto utile e dovevo assolutamente intrappolarla nella mia rete, in un modo o nell'altro. Feci un cenno con la mano mentre lei e Kiyomi si appartavano. Prego, posso aspettare, anche a me serve una divisa da battaglia. Accetterò volentieri un pò d'acqua. Rimasi in disparte...dovevo studiare con cura le mie mosse successive, comprendere cosa legava le due donne e capire se potevo sfruttare quell'elemento per legarle entrambe a me.

    weight___yato_x_depressed_reader_by_misaki_botchan-d8ipc3l

  3. .
    :luv: Amegakure :luv:
    XII




    Era anche ora che uscissi. Allora? Cosa ti ha rivelato? Finalmente Densen si era deciso a uscire da quel covo di sciroccati dove dissezionavano cadaveri per denaro...e qualche volta li vivisezionavano se la morte non era stata pienamente consegnata alla merce. Non avevo interesse per quel luogo se non in funzione di ciò che poteva darmi, ma lavorarci era, al momento, lontano dalle mie priorità. Densen sembrava aver scoperto qualcosa che poteva riferite ai Veri Batuman, e tanto mi bastava. Se vuoi rivelarlo davanti a lui va bene. Ma non voglio scherzi, ormai dovresti averlo capito. Avrei lasciato che se la tenesse per sé. Non mi interessavano le beghe di Ame ma solo soddisfare le richieste del Sensei, e mi sarei assicurato che Densen riferisse ciò che sapeva, a qualunque costo.

    Certo non immaginavo che fosse stato tutto per nulla, dato che il Sensei sarebbe stato assieme a questo fantomatico Miroku proprio al momento del nostro ritorno. Avrei mantenuto il contegno, ma internamente sarei stato decisamente sul punto di strozzare qualcuno. Tanta fatica per NULLA!




    Aspirante Asso. Pronto a salire al Terzo Livello di Ame senza nemmeno la gavetta. Ambizioso, ma potente. Miroku sospirò mentre il suo compagno singhiozzava rumorosamente, poi sollevò lo sguardo sul Mercenario e trasse un Kunai dalla tasca, ferendosi il palmo e lasciando che qualche goccia cadesse al suolo. Gendo aveva abolito questa usanza, ma io ho sempre trovato che il suo simbolismo fosse qualcosa di potente. Si sollevò, avanzò fino a Ru Wai e quindi si inginocchiò, macchiando di sangue prima la sua fronte. Ho versato sangue per te. Esso ti appartiene adesso. La mia mente sulla tua Picca. Io sono i tuoi occhi e le tue orecchie. Quindi con due dita segnò col sangue il suo petto. Il mio cuore sulla tua Picca. Io sono l'arma nel buio contro i tuoi nemici. E infine tracciò due linee verticali sulle labbra. Il mio Respiro sulla tua Picca. Sarai tu a decidere quando cesserà.

    Si alzò. Ho giurato così quando il precedente Re mi nominò Principe. Poi venne Gendo e molto cambiò, ma io non dimentico. Vuoi diventare Asso. Avrai il mio pieno supporto. Con tutte le mie forze. Ascoltò poi le condizioni del Risorto, annuendo a ciascuna di esse. Ananta gemette, ma cos'erano due dita per pagare una simile Protezione? Poi Miroku parlò, a lungo, e spiegò a grandi linee tutto ciò che sapeva delle Picche. Una volta giunto ai Veri Batuman avrebbero poi chiacchierato molte altre volte, e avrebbe istruito Ru Wai sulle usanze del loro Seme, e ne avrebbero discusso, perché dalle vecchie Picche nascesse qualcosa di nuovo. Qualcuno sarebbe dovuto morire, ma era sempre necessario sfrondare i rami malati. Miroku era uomo di parola e dai saldi principi, ma non lo si poteva certo considerare una brava persona: restava sempre un Principe di Ame, un criminale. Ma con un codice che non avrebbe mai tradito, se non a fronte di tradimenti più grandi come quello di Gendo. Non ci sarebbe stato di che preoccuparsi del Padre delle Genti: aveva troncato ogni relazione con quel figlio problematico.

    [...]



    Quella che definirei una transazione più che soddisfacente. Sumire si stava rivestendo dopo essersi rivelata un po' meno fredda di quanto non apparisse normalmente, ma appena concluso il tutto quel suo atteggiamento gelido era tornato con prepotenza, mentre fumava distrattamente una sigaretta. Il dito e la mappa sono adeguati. E anche tu sei stato soddisfacente. Dunque la transazione era quella d'affari, e non quel che era appena avvenuto tra loro. Un Principe calcolatore e decisamente diverso da Miroku, sicuramente. Ma ora che abbiamo concluso con le questioni personali penso sia il caso di concludere anche la mia parte di transazione. Il supermarket. Prese una cartelletta da uno dei cassetti, porgendola al Risorto che, forse, era ancora sul letto di quella stanza lussuosa al terzo piano del Catasto, decisamente inaspettata, in cui lei lo aveva invitato per "approfondire l'aspetto umano dei loro affari".

    Il Principe che lo acquistò era assai fedele a Gendo. Il suo nome è Kohaku. Ha una sorta di affezione morbosa per le ragazzine, e si è sottoposto a interventi di chirurgia per apparire come un ragazzo anche se ha più di trent'anni. E' ossessionato dal suo aspetto fisico, e penso che ti interesserà sapere dove risiede al momento. Disgraziatamente per lui, non ha pagato per mantenere segreta la planimetria di casa sua dopo aver ricevuto la Concessione. Un vero peccato. Anche Miroku aveva parlato di Kohaku come di uno degli uomini chiave da eliminare se volevano riavviare le Picche. Non sarebbe stato difficile con le informazioni dei Quadri. Tutto sembrava andare per il meglio.




    Intanto una notizia aveva attraversato Ame come un fiume in piena: il Re di Cuori aveva lasciato la città, troncando ogni affare e relazione. Non rimaneva nulla di lui, come fosse stato un fantasma. Sembrava che i Cuori fossero in difficoltà, ma le altre figure chiave avrebbero rimesso tutto a posto in breve tempo, o così almeno volevano far credere le voci messe in giro (questa era l'opinione di Miroku)

    Pochi giorni dopo l'eliminazione dei contatti di Kohaku (lui era riuscito a scappare, ma magari qualche recluta delle Picche avrebbe avuto la sua uccisione come prova di iniziazione) Ru Wai avrebbe trovato una carta da gioco e una pietra rossa nella tasca dei suoi calzoni, quelli che usava ogni giorno e che stavano nel suo armadi, a cui solo lui aveva accesso. La carta era l'Asso di Picche.

    Qualcuno sapeva tutto quello che era successo e aveva approvato. IL Mazziere di cui tutti parlavano, forse? Impossibile saperlo.

    Ma almeno, un nuovo Asso era sorto.
  4. .
    :luv: Amegakure :luv:
    XI




    Lo sguardo dell'uomo si accese di vivo interesse quando le mostruose fauci del dio della morte si aprirono dietro Densen, quasi danzando al ritmo del suo chakra. Non sorrise, no, ma il giovane aveva raccolto il suo interesse. E' come vi dicevo, Shinpaku-sama, come vi dicevo. Ha un dono...e ha le conoscenze...e la passione. Il massiccio manipolatore del legno si limitò a fissare a lungo il giovane medico mentre questi, sull'onda dell'entusiasmo, andava a chiedere ciò che desiderava di più in assoluto. Alla fine di quel discorso le imperturbabili labbra della Carità di Hayate si erano appiattite. Non ancora un sorriso, ma era compiaciuto. Dunque desideri aiutare la causa. Il nostro scopo è ciò che dici, te lo confermo, ma sospetto che tu non sappia cosa intendiamo nello specifico: allo stato attuale, il nostro leader, la Grazia e Giustizia di Hayate, è quanto di più vicino ci sia al risultato. La nostra missione è garantire che LUI ottenga la forma perfetta di immortalità, perché è l'essere che più ci si avvicina ed è quindi la cosa più razionale. Ottenuto questo, il potere verrà condiviso tra tutti i membri ancora in vita. Questa è la condizione: fedeltà ad Hayate. Sempre.

    Tese una mano grande abbastanza da cingere la testa e metà del torso del ragazzo: al centro c'era un piccolo seme. Tuttavia io vivo da molti, moltissimi anni. E ho appreso a non fidarmi. Ingoia questo seme, e sarai mio ostaggio. Concludi un incarico per me e sarai un membro effettivo. Fino ad allora puoi considerarti in provaConsidera di avere i primi due slot della competenza "Rango Base di Hayate".
    Non hai ancora accesso alla competenza Ricerca dell'Immortalità.
    . Si sarebbe voltato, avvicinandosi al vecchio delle Arterie. Hai garantito per lui. Io non dimentico. Ricorda che tu NON sei Hayate, ma solo mio figlio. Si, Padre delle Genti. Replicò il vecchio in ginocchio, prima di alzarsi e recuperare dei documenti da consegnare al suo antenato ancor vivo. Ragazzo. Puoi dichiarare di essere Hayate finchè lavori per me. Ma avrai un ruolo vero e proprio nell'organizzazione, e accesso alle nostre ricerche, solo dopo aver fatto qualcosa per me: Il Mercenario delle Fenici è qui ad Ame. Voglio sapere dove si trova, cosa sta facendo e soprattutto cosa sa di Hayate. Scopri qualcosa e torna a riferirmelo. Puoi contattarmi usando lui. Indicò il suo discendente. Se valuterò che le tue informazioni sono buone, sarai un membro effettivo. E verrai anche pagato. In caso contrario, potrei decidere che sai fin troppe cose. Grazie al seme io saprò SEMPRE dove ti trovi. Sappilo.


    Era andato via solo da pochi secondi quando una mano bussò sulla porta. Allora? Non ho tutto il giorno. Yato era tornato. Non aveva sentito niente, sicuramente (la porta era insonorizzata, non sia mai che qualche cadavere non ancora del tutto morto facesse baccano), ma non avrebbe nemmeno aspettato molto a lungo. Posso farti entrare tra le Arterie come freelance...ma credo sia rischioso presentarti ai Cuori ora come ora...ti va bene? Per la faccenda delle Picche...so che un uomo di nome Miroku si nasconde nelle fognature da qualche parte non troppo distante da dove siete andati voi...era un Principe di Picche, ma ora è ricercato da tutti perché lo ritengono un traditore. Non so davvero nulla di più. Volete muovervi? Altro bussare. Densen doveva solo aprire la porta, poi la strada li avrebbe portati verso la Locanda dei veri Batuman, dove il caso aveva voluto mettere anche l'obbiettivo del suo nuovo IncaricoVerrai pagato se lo porti a termine, ovviamente, oltre a entrare in Hayate..



    Tu sei...tu sei quello di cui si parlava? Ananta sbiancò. Le voci giravano, sicuramente, ma nessuno era ancora riuscito, forse per volontà degli altri Assi, a riunire i vari elementi della caduta di Gendo e della persona che per prima aveva dato la spinta, provocando la reazione a catena che aveva distrutto le Picche lasciando solo caos in uno dei quattro Semi. Tremava ancora, ma sul viso aveva la medesima espressione di disperata determinazione con cui aveva scelto di sacrificare la vita piuttosto che tradire il suo amante. Quello che ha contatti col Flagello? Se possibile il tremore si fece più intenso. Era palese come si stesse chiedendo quanto c'era di vero nella proposta di protezione, ma aveva scelta in fondo? Attese trenta secondi buoni prima di rispondere, con un filo di voce. Se prometti che non lo ucciderai...che non gli farai del male...ti porterò da lui. Era ancor più debole di quando aveva rifiutato di fornire le informazioni nel tono, poco più che uno squittio sussurrato, ma era pur sempre un accordo.

    [...]

    Circa tre quarti d'ora dopo, una volta usciti dall'edificio con la scorta di Ananta, che aveva abbastanza autorità da non far fare domande alle guardie, e fortunatamente prima che venissero scoperti i vari cadaveri, i due erano nel sottosuolo di Ame, passando dallo scantinato di una squallida trattoria al cui confronto i Veri Batuman erano un ristorante di lusso degno delle migliori guide turistiche. Una porta segreta accanto alla caldaia d'anteguerra (e ci si riferisce alla Prima Guerra Mondiale dei Ninja) permise l'accesso a una zona delle fogne ormai in disuso. Qui ad Ame mio padre era conosciuto come Shinpaku Todoroki, ma onestamente non so se sia il suo vero nome...o se ABBIA un vero nome. Lui in realtà è la Carità di Hayate, e credo che sia la cosa più vicina a una identità che abbia mai avuto per sé. Se intendeva qualche altra cosa con queste parole, mentre prendeva una torcia elettrica da uno scaffale, non era dato saperlo. Poco prima di andare via mi ha ufficialmente abbandonato. Ha detto che se avere a che fare con me lo portava a contatto con individui problematici come te allora preferiva lavarsene le mani. O qualcosa del genere. Sospirò. Non è mai stato un padre particolarmente premuroso ma almeno ho sempre potuto contare su di lui...pur sapendo di essere solo un suo strumento, come tutti noi. Sospirò facendo dei segnali all'oscurità con la fredda luce elettrica. Poco dopo un bagliore rispose. Si udì un breve rumore meccanico, forse una qualche trappola che veniva disattivata (Gendo amava quel genere di cose in fondo, non era strano che fosse uno dei Principi a supportare quella sua mania) e i due poterono progredire.

    Pochi passi e raggiunsero quello che doveva essere stato un gabbiotto di controllo riconvertito a rifugio di fortuna, con un materasso, qualche candela (adesso accesa), e un piccolo frigo collegato abusivamente alla corrente elettrica. Seduto su una panca ammuffita stava un uomo dall'aria stanca e con guance scavate, i cui abiti ricordavano, in un buffo gioco del destino, quelli di un monaco itinerante, proprio come il travestimento spesso adottato dallo stesso Feng Gu. Miroku, Principe di Picche caduto in disgrazia con il crollo del precedente Asso, era adesso davanti a loro, e non sembrò sorpreso della presenza del Risorto: o era davvero bravo a far circolare le informazioni o i segnali di Ananta lo avevano avvisato del suo "più uno". Il massiccio effemminato si gettò ai suoi piedi, abbracciandogli le ginocchia nemmeno fosse al cospetto di un qualche santo, singhiozzando. Era l'unica strada...l'unica, ti prego non odiarmi...ha detto che ti avrebbe protetto, lo ha promesso...era l'unica via di salvezza per entrambi noi...lo giuro, ma non odiarmi. Lo sguardo del monaco, duro e colmo di sospetto verso i due uomini appena arrivati si addolcì appena per un secondo mentre posava la mano sulla testa del suo amante, ma si fece nuovamente sospettoso quando tornò al Kaguya. Sospettoso e stanco. Mostruosamente stanco.

    Se vuoi ucciderci fallo ora. Se davvero vuoi estendermi la tua protezione, allora mi chiedo cosa tu voglia in cambio. La legge di Ame non è scritta, ma è comunque molto chiara per questo. Non si ottiene niente senza dare niente. E se vuoi proteggermi, sappi che la protezione deve estendersi anche ad Ananta, o non se ne fa niente. Teneva ancora la mano sull'altro: un linguaggio del corpo che assolutamente non permetteva fraintendimenti. Se per caso vuoi il mio aiuto...le informazioni delle Picche, allora non penso di poterti aiutare. Ho ancora dei contatti, potrei rimettere qualcosa in sesto una volta eliminate le figure che mi si oppongono in maniera più netta...pochi casi esemplari e gli altri che mi vogliono morto si tirerebbero indietro per paura...ma anche se ho abbandonato Gendo quando è impazzito questo non significa che ho abbandonato il mio Seme o i suoi ideali. Ame deve restare come è sempre stato dall'ascesa dell'organizzazione. E' il mio unico intento, e non farò nulla che possa danneggiarla.

    Trovato il suo Principe, ora a Shiltar, sicuramente più calmo senza l'influenza degli Hai Urami, non restava che cercare un accordo. Oppure uccidere entrambi, portare un pezzo di Ananta ai Quadri come richiesto da Sumire e avere le informazioni in altro modo. O forse poteva avere entrambe le cose, se fosse stato abbastanza convincente...certo, allearsi con Miroku implicava dover uccidere un po' di persone, ma le Picche in fondo non esistevano esattamente per quel motivo?
  5. .
    Interpost

    La risposta dell'Hokage, pur stordito e decisamente privo di forze, non tardò ad arrivare mentre lo tenevo letteralmente in pugno. Non so dire quanto avesse compreso delle mie intenzioni e fondamentalmente non mi interessava: era nelle mie mani e solo la sua risposta era importante. Il mio viso non cambiò espressione di una virgola quando pronunciò le prime parole, parole di lode che non avevano alcun valore per me. Ciò che mi trattenne dal trafiggerlo, in quel giro di parole, era stato il suo riferirsi al ruolo di Hokage al passato. Lo lasciai parlare, mentre spegnevo sul nascere quegli impulsi che mi spingevano a sorridere beatamente nel vederlo così affranto e ammissivo delle sue innumerevoli pecche: la cosa importante adesso era la Missione. E quello che avevo davanti non era il Kage. Konoha non ha un Kage adesso. Conclusi alla fine. Quello che dobbiamo fare è restare uniti finché non ne verrà nominato uno. Si fa Tutto per il bene di Konoha. Ripresi la guarigione, mettendo da parte la necessità di ucciderlo, per adesso. Questo non cambia il fatto che io ti reputi una persona orribile e indegna di esistere. Ti ho anche preso a calci prima di rianimarti. Ora sta fermo, o rischi di morire e non voglio guai. Le ferite sono profonde. Questo aggiunsi con una freddezza che per poco non stupì anche me. La Missione era in standby. Dovevo solo attendere il giusto momento, e l'emergere di un nome.

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  6. .
    Missione Compiuta? E Ora?
    V
    Maschere della Foglia


    Il mio colpo stava per travolgere il collo dell'avversario, forse colto nuovamente di sorpresa, mentre lui sferzava l'aria, forse volendomi coinvolgere in un jutsu affine al mio Taglio dell'Aria, ma non scoprii mai cosa sarebbe successo, perché l'esplosione mi scaraventò indietro e con me la Scimmia, arsa viva nello scoppio. Per una breve frazione di secondo cercai di capire cosa stava succedendo, poi il mondo, già capovolto a causa dello spostamento d'aria, prese a ruotare con tanta foga che non compresi più nulla, completamente perso in quella ormai quasi familiare sensazione di nausea e di stomaco che si contorce senza scampo: un jutsu dimensionale. Di nuovo.

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    Cosa...? Mi guardai intorno. Anche stordito non potevo non riconoscere il Villaggo che chiamavo Casa, almeno fino a che la Missione non avesse richiesto di lasciarlo. E tuttavia la Casa era terribile, quasi quanto quella volta dell'incidente della Cupola, solo che la gente non era impazzita e non distruggeva tutto, ma scappava lo stesso. E aveva paura. Gli occhi mi caddero sul monte degli Hokage, che molti fissavano con le lacrime agli occhi. E sbiancai. Ma...cosa significa? Indegno. Io stesso ritenevo quel volto indegno di stare sulla montagna, ma era una questione personale: anche se odioso, Raizen era un Kage e questo lo qualificava come Bersaglio. E questo bastava. L'Hokage doveva morire, a qualunque costo, anche se non c'era fretta. Mi sentivo...mi sentivo indignato! Sentii la furia che montava in me, stento controllata: perché ero così disturbato da quell'immagine? Forse perché sapevo, ma non riuscivo ad ammetterlo, che vedere un volto tagliato fuori da quella montagna implicava necessariamente la perdita di un Bersaglio. Solo l'Hokage va ucciso come parte della Missione. Non puoi sbeffeggiare quel titolo così importante, tanto importante da essere il fulcro sempiterno della mia esistenza. Non avrei permesso a nessuno di spezzare l'immagine dell'Hokage, perché sarebbe stato come strapparmi il cuore dal petto: senza Bersaglio, era come se non esistessi!

    COSA SUCCEDE? Fermai qualcuno per strada, persino troppo brusco nello stringergli il braccio senza nemmeno perdere tempo a capire se era uomo, donna o bambino. Ero in missione con l'Hokage. Siamo a Konoha, ma cosa succede? Ebbi la mia risposta. E se prima ero sbiancato, ora divenni cereo. Lo hanno catturato...dove? DOVE SI TROVAVA? Quello non lo sapeva e ora la luna, usata come gogna pubblica per questo nemico tanto forte da manipolarci liberamente, non trasmetteva alcuna immagine utile. Qualcuno disse che forse era la cima di un monte...qualcuno disse che si vedeva la piazza in lontananza. La piazza? Deve essere in alto... Se volevano umiliare Raizen, quale luogo migliore della stessa montagna dei Kage? Mostrargli Konoha durante la tortura e al contempo mostrarlo a tutta Konoha. Ma avrei fatto in tempo? E se fosse stato già morto? Certo, sarebbe stata la situazione migliore, ma se invece fosse stato vivo? Potevo correre il rischio di lasciarmi sfuggire quell'occasione? E se non fosse stato là sopra?

    Mentre fissavo quei volti antichi, roso dai dubbi sulle mie prossime azioni, notai qualcosa che solo chi aveva occhi buoni poteva scorgere: un bagliore azzurro, il bagliore di qualcosa di molto grosso che stava là sopra. Non so cosa sia...ma vuol sicuramente dire che sta succedendo QUALCOSA là sopra. Strinsi i denti. Tutti fuggivano. Io corsi in quella direzione...ma dov'erano i ninja di grado maggiore? O anche i Genin. Perché ero il SOLO ad andare di là? Alla meglio cercai di curare le mie ferite con le Mani Curative, quel che bastava per rendere utilizzabile il braccio sinistro, ma dovevo comunque stare attento a conservare le forze.

    L'ascesa fu più lunga e pesante del previsto. Ad ogni passo mi sentivo lacerato da due forze contrapposte: se l'Hokage fosse stato morto era una cosa positiva, ma Konoha sarebbe stata in pericolo e dovevo fare in modo che si preservasse fino all'arrivo del Kage successivo. Ma se Raizen fosse stato vivo, allora avrei dovuto trovare il modo di ucciderlo...se era davvero malconcio sarebbe stato facile...però qualcosa mi disturbava in questo: ucciderlo ora che era stato umiliato davanti all'intero villaggio, ora che la gente fuggiva nella direzione opposta alla sua invece di correre in suo soccorso...era realmente uccidere l'Hokage? L'Hokage non è colui che ha il supporto di tutta la sua gente? Ma lui era là da solo. E Nessuno stava andando da lui. Solo io. E io volevo ucciderlo.

    Raggiunsi la cima delle scale che avevo già il fiatone, ma riuscii a vederli mentre si allontanavano. I guerrieri mascherati erano qui...e con loro Shiro, capo dei nemici, e una donna dai lunghi capelli neri, i cui lineamenti mi fecero immediatamente pensare a Kairi. Kairi...? Ma...no, è più grande. Una Uchiha? Sibilai, ma quelli stavano andando via. Se gli individui mascherati erano qui, allora chi avevamo combattuto in quella specie di mondo parallelo camuffato da Palazzo dei Daimyo? E soprattutto...cosa potevo fare da solo contro tutti loro e contro quella strana creatura di chakra azzurro che mi aveva attirato? Scossi il capo. La mia priorità, no, la mia Missione era l'Hokage. Loro erano una preoccupazione secondaria e sembravano intenzionati ad andarsene. Non mi sarei preoccupato certo di fermarli.

    Attesi, osservando tutto con occhi glaciali.

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    Solo una volta sicuro che non mi avrebbero importunato mi sarei avvicinato con passi lenti e cauti a Raizen Ikigami. Hokage della Foglia. Poco lontano il Daimyo giaceva morto, ma non mi interessava nulla della sua esistenza. Avevo occhi solo per il Bersaglio. E sapevo che era un bastardo, quindi la prima cosa che feci fu sincerarmi che respirasse...e lo faceva. Quindi non sei morto. Commentai. Freddo. Ma poteva nuocermi? Avevo libertà di manovra? Non nego una vena di soddisfazione quando controllai se era davvero privo di sensi sferrandogli un calcio discretamente violento tra le gambe. Nessuna reazione. Anche con una volontà ferrea non poteva essere rimasto insensibile. Dunque era in coma. Alla mia mercé.

    Mi accovacciai accanto a lui. Una mano sul collo, pronto a emettere il legno che avrebbe posto fine alla sua vita. Poi uno scrupolo mi fermò. Intorno a me nessuno, o almeno nessuno che io percepissi. Eravamo soli, ma se la Luna avesse ripreso a trasmettere come avevano detto quelli che avevo fermato per strada? Avrei mostrato l'omicidio davanti a tutti...e questo implicava fuggire da Konoha e avere estreme difficoltà per uccidere il Kage successivo. Questa fu la prima cosa che frenò la mia mano, almeno per poco. Compresi che potevo dissimulare l'omicidio usando le mie arti mediche e poi trapassandogli il cranio, salvo guarire poi la pelle. Avrebbero pensato che avevo fatto tutto il possibile per salvarlo, ma le ferite interne erano troppo gravi. Poteva essere una strada. Usai contemporaneamente sia la capacità di guarire con le Mani Curative sia il genjutsu che le simulava, cercando di convincere quel corpo massiccio di essere ancora in forze, e iniziai a tirar fuori dalla sacca il mio kit medico. Aprendolo non potei fare a meno di notare i sali e altri semplici farmaci. Potevo farlo rinvenire, anche se per breve tempo, con le mie capacità. Ma perché mi ero soffermato a pensare di farlo? Pietà? Impossibile, io odiavo quell'uomo, e pensavo che meritasse ogni possibile umiliazione che gli era stata inflitta. Ma era una mia opinione personale, non centrava con la Missione. La Missione era chiara: uccidi l'Hokage.

    E allora perché esitare? Cosa non mi tornava? Mi guardai intorno: non dovevo avere ancora molto tempo...ma non c'era nessuno. Nessuno. Mi trovai a sussurrare tra le labbra asciutte. Un Kage è colui che ha il supporto del suo villaggio. Nessuno intorno. Ma tu qui sei da solo. Ci sono solo io qui, e non hai il mio supporto. Nessuno viene per te. Non sei andato in avanscoperta per salvare tutti. Ti hanno catturato. Tutti hanno visto e nessuno ha fatto niente. Che Hokage sei? Strinsi i denti, improvvisamente furioso. A cosa è servito tutto questo se tu non sei nemmeno capace di essere un Bersaglio decente? Con irritazione crescente strinsi la mano carica di chakra guaritore sul suo collo. Lo fai apposta, vero? Lo fai apposta a volermi mettere in difficoltà OGNI SINGOLA VOLTA, VERO? Bastava una frazione di secondo, la mia volontà, e il Kage sarebbe morto. Ma era davvero il Kage? Che senso aveva uccidere un Bersaglio se NON era il Bersaglio? Chi era l'uomo che avevo davanti? Perché nessuno poteva rispondermi a quella domanda così semplice? Spasmodicamente continuai a voltarmi a destra e sinistra. Qualcuno si sarebbe aspettato che chiedessi aiuto, che urlassi. ma non lo feci: non ero là per supportare un Kage. NESSUNO lo era.

    Solo io e te... Immagino che i miei occhi sgranati e stranamente illuminati dalla luce rossa della luna fossero terribili in quel momento. Vuol dire che sarai TU a rispondermi. Feci del mio meglio, tutto quello che era nelle mie possibilità per cercare di svegliarlo, anche per poco, con le mie conoscenze e arti mediche. Sapevo di poterci riuscire anche se con mezzi di fortuna. E solo quando avesse aperto gli occhi, ancora troppo ferito per usare braccia e gambe, con una mano carica di chakra guaritore sul collo, avrei posto infine quella domanda che mi stava facendo diventare matto. Tu hai fallito. Avrei detto, senza rispondere alle sue domande, senza curarmi delle sue parole, senza ascoltare nulla che non fosse la risposta che cercavo. Non questa missione. Tutto. Non ti rispetto, e lo sai. E qui ci sono solo io. Io che non ti rispetto sono da te. Nessuno dei ninja. Nessuno dei cittadini. Hanno paura e sono scappati. Nessuno è venuto da te. Nessun Kage rimane solo a questo modo. E tu hai fallito come Kage.

    yato



    Mi sarei avvicinato al suo volto, gli occhi sinistri come non mai. Mi serve saperlo. Sei ancora il Kage o non lo sei, dopo questo? Abbandoni il tuo titolo? Perché qui non c'è più nessuno a supportarlo per te. Devo sapere se ho davanti un Kage fallito o uno shinobi di Konoha ferito Non c'erano alternative. Ammettere di essere ancora il Kage mi sarebbe bastato. Un secondo, e il legno dalla mia mano gli avrebbe trapassato il collo tranciando i le grosse arterie e uccidendolo senza scampo. Prendere tempo o fare giri di parole mi avrebbe solo spazientito: non gli avrei lasciato il tempo di confondermi più di quanto non fossi già. Sarebbe morto. Ammettere di non essere il Kage, esattamente come io sentivo nel profondo del mio essere, era l'unica cosa che mi avrebbe convinto a risparmiargli la vita. Non che lui lo sapesse, ovviamente.

    Ma a me SERVIVA quella risposta. La missione è uccidere l'Hokage. Ma un uomo solo e senza supporto, è realmente l'Hokage?


    Chakra: 37/50
    Vitalità : 8/13
    En. Vitale: 25/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità : 425
    Resistenza: 350
    Riflessi: 425
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità : 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: //
    2: //
    3: //
    Slot Azione
    1: //
    2: //
    3: //
    Slot Tecnica
    1: //
    2: //
    Note
  7. Ferita Medioleggera + 1/2 Leggera al braccio sx
  8. Semiparalisi al braccio sx (prossimo round)
  9. Ferita 1/2 Leggera al braccio dx
  10. Ferita Leggera Diffusa


  11. Edited by Febh - 17/9/2017, 00:29
  12. .
    :luv: Amegakure :luv:
    X


    Abbattuto il nemico, più per sua imperizia che per nostra abilità, dovevo ammetterlo, prendemmo tutto ciò di cui avevamo bisogno, preparandoci alla fuga. Mentre Densen prendeva il Cuore, io mi trattenni qualche istante per recuperare il coprifronte di quel sedicente ninja di Iwa, avendo riconosciuto il simbolo inciso sul metallo: poteva tornarmi utile, anche se esulava dalla missione in corso. Muoviamoci. Esortai il medico folle, pur riconoscendo che aveva ragione: la mia illusione poteva tornare utile, e spesi qualche istante per far apparire la cassaforte come se fosse chiusa prima di fuggire oltre la finestra. Molto bene, ora sbrighiamoci prima che arrivi qualcuno.

    A parte qualche suo colpo di testa, se fossimo riusciti ad allontanarci senza guai potevo pur dire che quella missione era stata tra le più tranquille e organizzate che avessi mai fatto. Il che mi faceva sorgere dubbi sulla qualità delle precedenti, più che su quella attuale, ma ero troppo impegnato a muovermi rapidamente tra i vicoli per perdermi nei miei pensieri: qualcosa poteva sempre andare storto. Qualcosa SICURAMENTE sarebbe andata storta.
    Se non altro i fatti sembrarono smentirmi, almeno nell'immediato, dato che svicolammo senza intoppi, anche se non mi piacque affatto l'uscita del mio folle compagno di squadra. Non abbiamo nulla se non una promessa, per ora. Dissi duramente. Verrò con te.

    Raggiungemmo infine l'ufficio del vecchio. Al nostro ingresso nella stanza impolverata quello si alzò, non aspettandosi certo di vederci tornare così presto. Nel vedere il Cuore poi sgranò gli occhi: avevamo compiuto la missione alla perfezione. Incredibile...in così breve tempo. La nostra efficienza non è il punto della discussione. Tagliai corto, fingendo di essere insensibile alle lodi. Le informazioni. Ora. Anche se per Densen entrare nelle Arterie era uno scopo da raggiungere, la cosa a me non importava minimamente: per avvicinarmi all'Hokage dovevo entrare in un'associazione medica alla luce del sole, come la Squadra Medica della Foglia. Certo, un legame con Densen poteva comunque tornare utile in termini di ricerche o acquisizione di conoscenze, ma non era per quel motivo che ero andato ad Ame. Il vecchio tentennò qualche istante, accettando il cuore, poi ci disse. Non è una faccenda così semplice...io so solo qualche notizia di straforo. Mi limitai ad accigliarmi, e bastò a sciogliergli la lingua. Miroku. Miroku era uno dei Principi delle Picche al servizio del precedente Asso. Quando il Seme è crollato lui si è dato alla macchia, rifugiandosi da un suo conoscente...ehm...forse dovrei dire un suo amante. Uno che vive qui ad Ame sotto la protezione dei Cuori, ma non è un ninja né lo è mai stato...tuttavia ha straordinarie doti di calcolo, una sorta di memoria perfetta, ed è tornato utile in molte occasioni. Il nome di quest'uomo? La protezione mi impedisce di rivelarlo, ma lui sa sicuramente dove si trova Miroku...tuttavia se foste membri delle Arterie, non ci sarebbero problemi a parlare chiaro. Io non sono qui per legarmi a un gruppo. Non per qualcosa di così effimero come una informazione per il Sensei.

    Ma tu, amico mio, tu invece lo sei. Disse guardando Densen, e poi me. Mi ritrovai a sbuffare lentamente. Credo di aver capito. Mi voltai. Io aspetto fuori dall'obitorio, di guardia. Densen, sai bene che non sono tipo da apprezzare le sorprese, quindi vedi di fare quel che devi e poi esci da qui con le informazioni che ci servono. E con il tuo titolo, se proprio ti interessa tanto. E così li lasciai da soli.

    [...]

    Dovrò presentarti al nostro capo, ma poi potrò darti le informazioni che cerchi. Comunque non so quanto potresti avvicinarti al protetto dei Cuori, è figlio di un membro di alto rango. Ad ogni modo... In quel preciso istante dal pesante scaffale in legno sulla sinistra emerse un gran numero di rami di legno, nemmeno fosse un albero vivente, che presero a contorcersi fino a formare una sorta di bozzolo di grandi dimensioni, grande abbastanza da contenere almeno due persone, salvo poi disfarsi e ritirarsi nel mobile, come se nulla fosse successo. Solo che dal bozzolo era emerso un uomo pelato alto almeno due metri e largo quasi altrettanto, con mani più grandi della testa di Densen e un bicchiere di vino in mano. Pareva contrariato. Immediatamente il vecchio gli si gettò ai Piedi. Padre! Questa visita è inaspettata! Avevi detto che non avresti mai usato il Mokuton ad Ame per evitare di essere... Poi in quel preciso istante realizzò che il Ramingo era presente e ammutolì, pallido in volto. Anche lo sconosciuto si voltò verso Densen, con uno sguardo calcolatore che non ammetteva la pietà.

    Lui...lui è un membro promettente, Padre. Sa fare cose che non ho mai visto e...cioè...Shinpaku-sama. Hai già parlato troppo, figlio. Disse, avvicinandosi verso il giovane medico. Ha sentito fin troppo. Ma lui può riportare in vita i morti, Shinpaku-sama! Può essere utile alla causa! Disse in un fiotto di coraggio mettendosi tra i due. Questo fermò il massiccio nuovo arrivato. Mmmmh...i miei affari ad Ame sono finiti. Il Mercenario delle Fenici ha scoperto chi sono realmente. Il vecchio deglutì, spaventato. Intendo lasciare questo posto...ho abbastanza figli tra i vari Semi da non perdere troppo vantaggio, ma dovrò infiltrarmi nuovamente fra qualche decennio ripartendo da capo fino a tornare ad essere uno dei Re, magari un Asso. Una seccatura, ma non intendo correre rischi inutili ora che Grazia e Giustizia è fra noi. Poi guardò Densen, un po' più bonario. Sembra che mio figlio ti abbia preso a cuore, se mi consenti la battuta. Non capita spesso con un disturbato mentale come lui...cosa hai fatto di preciso? Conosco diversi metodi per restituire la vita ai morti, anche se nessuno perfetto. Ancora. E molto di rado in qualcuno giovane e debole come te.



    Chi sei tu, ragazzo? Perché io sono Hayate.



    E quello sarebbe stato forse uno dei momenti cardine della vita del giovane.



    Il Mokujin, la creatura lignea che la Carità di Hayate era stata capace di creare combinando le sue capacità speciali di manipolazione del legno e della mente, era un avversario pensato principalmente per prendere tempo e tutt'altro che utile allo scopo di sottomettere o sconfiggere qualcuno che poteva dare del filo da torcere al suo creatore. Non senza supporto o qualche trappola, cosa di cui al momento era sprovvisto o quasi, dato che tutto si aspettava l'uomo immortale tranne che venire origliato mentre conferiva con uno dei suoi innumerevoli figli.

    Quando il fuoco si levò in un tornado dilaniante la creatura venne sbalzata contro il muro, ferita in più punti, mentre i mobili della stanza venivano devastati, incluse le piante che pure avrebbero potuto, in altre circostanze, fornire un supporto adeguato alle tecniche di quell'essere di legno. La porta del bagno venne strappata via mentre Ananta all'interno lanciava un gridolino isterico. Quando poi venne il momento dell'avvitamento incendiario, non ci fu nulla che quel pupazzo potesse fare per opporsi, finendo distrutto in due passaggi, ma trasmettendo ogni cosa di quello scontro al suo creatore. La prossima volta, se ci fosse mai stata, non si sarebbe fatto trovare così impreparato. Forse realmente le Virtù Teologali non erano portate al combattimento quanto le Virtù Etiche...e a conti fatti se la Speranza aveva dato del filo da torcere era stato solo perché aveva preparato il terreno e sapeva di potersi aspettare delle visite. In mezzo a ceneri e detriti, mentre le guardie ancora tardavano a causa delle ceneri di Wakonda, Feng Gu si ritrovò solo con il suo bersaglio terrorizzato. A fronte di quell'uomo imponente dal corpo avvolto di fiamme e ceneri in forma d'ali, lo sventurato non poteva far altro che inchinarsi e piangere, senza nemmeno la forza di implorare pietà, mostrando per l'ennesima volta un animo fragile a dispetto delle forme massicce.

    Io...io non posso parlare di mio padre...non...non posso o morirò all'istante. Annunciò all'ennesima esortazione, piangendo. Una persona cauta come Hayate doveva avere certo preso delle contromisure, se la sua forza era essere appunto il Padre delle Genti, affidandosi a un network di agenti più o meno di rilievo per tutto il continente. E non ho arti...non sono un ninja. Non so usare il chakra...lo giuro! Mia...mia madre era una Miko...sapeva purificare gli spiriti maligni col fuoco. Era un potere innato, dicevano che avesse Sangue di Drago nelle vene, ma io non lo so fare, davvero. Mio p...Shinpaku, lui mi teneva perché ricordo bene le cose, ma ormai nemmeno lui sperava più nel mio retaggio...lo giuro... Era talmente prostrato e distrutto nella mente da quel pericolo imminente che non avrebbe mai osato mentire, e se davvero non parlava dei segreti di Hayate era perché non poteva farlo.

    Il rotolo? Ma...ma... Iniziò a piangere copiosamente. Non...non posso...se parlo Miroku verrà ucciso. E' sparito quando Gendo è caduto...sia chi sosteneva Gendo che chi gli si opponeva vorrà la sua pelle. Io...io lo amo...non posso tradirlo...non posso... Tremava, e a giudicare dall'odore pronunciare quelle parole gli era costato tutto il suo coraggio oltre al controllo degli sfinteri, ma tacque nonostante la minaccia di morte. Lui era...era un Principe di Picche. E' uno studioso...sa molte cose, coordinava gli omicidi, si occupava di...di sigilli e metodi per superare difese e...e non ha aiutato Gendo quando ha visto che era impazzito e voleva sovvertire Ame. Alcuni pensano sia un traditore...altri che voglia essere Re, ma lui vuole solo che Ame rimanga come è ora...e si nasconde. Evidentemente il Rotolo conteneva informazioni catastali su qualche luogo sotterraneo in cui si nascondeva questo Miroku.

    Ma come avrebbe reagito Feng Gu, o Ru Wai che fosse? La sua missione era chiara, ma quello si opponeva. Ucciderlo e cercare il rotolo (difficile che uno così lo avesse nascosto con cura) o scegliere altre strade? Inoltre i Quadri avevano promesso informazioni sulle Picche, ma anche questo Ananta sembrava sapere qualcosa a riguardo. Difficile coniugare le due cose, con le grida di centinaia di spettri di fenici nel cervello, o no?
  13. .
    Missione Compiuta? E Ora?
    V
    Maschere della Foglia


    Lo avevo colpito, ma non abbastanza a fondo da causare un danno serio, e nonostante tutto l'impegno quel nemico dalla maschera da tigre riuscì a voltarsi appena in tempo per contrastare gli attacchi di Kairi...peraltro dimostrando una rapidità e dei riflessi che nulla avevano a che vedere con le capacità fisiche messe in atto contro di me. Forse mi aveva sottovalutato e si era trattenuto, ma ora che era stato ferito era andato a pieno regime? Oppure c'era qualcosa di più profondo? Frustrato nel vedere gli attacchi della Uchiha andare miseramente fuori bersaglio. Attenta alla Scimmia intanto! La avvisai, dato che lei dava le spalle allo specialista sulla lunga distanza. Non ebbi il tempo o la concentrazione di vedere con precisione cosa stava facendo, ma era inutile sperare che fosse qualcosa di inoffensivo.

    La Tigre, accesa di fiamme rosse esattamente come il suo compare, aveva mostrato riflessi a dir poco sovrannaturali, riuscendo a bloccare i colpi come se avesse saputo esattamente da dove sarebbero arrivati...possibile che... Sono collegati! Realizzai. Esattamente come no con Oda, la Scimmia lo avverte di tutto in tempo reale. Questa era una possibilità più che una certezza, va detto, ma meglio considerarla valida...anche perché l'alternativa era che vedessero attraverso i NOSTRI occhi, essendo tutti collegati dai simboli...e si trattava di un'alternativa che dava i brividi. Inoltre avevo usato le parole per adesso perchè più rapide per parlare con la mia compagna di sventure rispetto al comunicare con lo Yamanaka e aspettare che facesse da filtro...inoltre non mi fidavo affatto di un tipo di comunicazione così eterea...e se fosse trapelato qualcosa del mio incarico? In ogni caso l'attacco successivo venne dalla Scimmia, e non avevo il tempo di ragionare o discutere: dovevo solo sopravvivere!

    Mi ero già preparato a reagire conscio che sarei dovuto andare oltre i miei stessi limiti, quando quel dardo tanto rapido quanto lontano deviò improvvisamente la sua traiettoria, mentre la Tigre alzava la sua lama quasi a volerla intercettare...perché? E in un lampo di intuizione, o forse a causa del mio rimuginare su come l'avversario stesse in qualche modo, forse, adattandosi a chi aveva di fronte, compresi: stava facendo la stessa IDENTICA cosa che avevo fatto io nemmeno una manciata di secondi fa! Reagii d'istinto, irrigidendomi quel che bastava perché Kairi lasciasse la presa sul mio braccio, non volendo ostacolarmi, mentre portavo quante più energie possibile nel movimento del braccio sinistro, scagliando un Kunai di legno appositamente creato per l'occasione. Sapevo lanciare armi e prevederne il rimbalzo e questo ovviamente funzionava anche nel senso opposto...lo sforzo del dover sfruttare al massimo sia i muscoli del braccio che i miei sensi, superiori alla media, sicuramente mi costò parecchio, ma la mia arma fece rimbalzare via il dardo mentre ancora volava, lasciando che impattasse su un muro abbastanza distante da essere inoffensivo per tutti...e non limitare la nostra visuale [Difesa 1 e Tecnica 1]Statistiche: Riflessi Blu + 3 tacche

    Base +1 Rif, +1 Vel, -2 Res
    Impasto Medio +6 Rif
    Sovraimpasto Ferita MedioLeggera al braccio sx
    OverCAP Semiparalisi braccio sx al prossimo round
    Arte dei Rimbalzi Diciamo che la sfrutto al contrario, ma con Percezione 6, superiore alla media di un genin, e Occhio di Falco che vede meglio dettagli come la posizione della lama, penso di riuscire a giustificare la cosa.

    Creazione (Mokuton) 3 Kunai (¼ Basso), ne uso uno solo.
    !



    Non sono solo i sensi, Kairi. Ci imitano, o comunque fanno cose simili alle nostre. Anche se ancora non so per quale motivo. Non era come se stessimo combattendo contro noi stessi, ma poco ci mancava. E se ho ragione, questo attacco sarà... La Tigre era partita alla carica mentre la Scimmia tirava un nuovo proiettile, ma potevo preoccuparmi solo della prima ...sarà un affondo! Esattamente come io lo avevo trafitto col palo di legno. Me lo aspettavo, o per meglio dire stavo scommettendo sulla cosa, lo ammetto...fatto sta che avevo già il pesante Bokken stretto in ambo le mani e cominciavo a torcere il busto e per farlo impattare lateralmente sulla Katana, mandando a vuoto il colpo [Difesa 2]Statistiche: Riflessi Rossa +3 tacche

    Base +1 Rif, +1 Vel, -2 Res
    Impasto ½ Basso +2 Rif
    Danno Scoordinato
    . La Tigre assecondò le mie previsioni, tanto che non servì altro che un discreto impasto di chakra per pareggiare le forze in campo. Certo...sperimentai sulla mia pelle quanto la forza dell'avversario fosse superiore, tanto che con l'urto mi trovai leggermente sbilanciato proprio mentre un dardo adesivo mi intrappolava i piedi! Non commentai, sgranando gli occhi nel sentirmi prigioniero, e come me la Uchiha, ma non potevo far niente se non continuare a difendermi. E il prossimo sarà un colpo orizzontale alle gambe! Pur bloccato (inutile anche solo provare a sollevare la suola con le mie forze, ci provai), stavo abbassando istintivamente il baricentro per fermare un qualcosa di analogo al mio attacco col Mokuton di poco prima, quando avevo cercato una spazzata alle gambe del nemico.

    L'attacco era effettivamente orizzontale ma mirava al torace e non alle gambe, cosa che mi fece perdere un minimo del vantaggio, ma almeno riuscii a cogliere due piccioni con una fava. Posso star dietro ai tuoi attacchi, Tigre! Esultai, reggendo il Bokken con due mani, una sull'elsa e una lungo la lama, mentre i riflessi portavano le mie braccia in posizione per intercettare il violento colpo orizzontale...contemporaneamente mi lasciai andare all'indietro, spingendo con le gambe: non riuscivo a staccarmi dalla pozza, ma sommando la mia forza a quella del nemico, ed estraendo contemporaneamente del Legno per distruggere le mie stesse scarpe e liberarmi...fu complesso far tutto assieme ma riuscii nell'impresa [Difesa 3 e Tecnica 2]Statistiche: Riflessi Blu, Forza Rossa (nell'assecondare la spinta)

    Base +1 Rif, +1 Vel, -2 Res
    Impasto Basso +3 Rif
    Danno Ferita Leggera alle braccia per l'impatto
    Mokuton 1 Unità per ½ Basso (sulle scarpe, le rompe abbastanza da liberarmi)

    La mia forza (400) più quella del nemico (425) in un movimento sincrono dovrebbe essere più che sufficiente per pareggiare il 600 (anche se non è che si sommino in maniera netta) necessario a liberarmi...inoltre son le scarpe a essere bloccate e le distruggo, quindi non dovrei avere ostacoli.
    : finora la mia intuizione mi aveva avvantaggiato! Sbalzato via dalla pozza, anche se con le braccia ammaccate, mi ritrovai in un breve volo di qualche istante fino ad atterrare in sicurezza. La Tigre non era poi tanto più forte di me...il vero problema era la Scimmia...e la pozza appiccicosa. KAIRI! Dal braccio sinistro estesi un ramo perché potesse usarlo come appoggio e liberarsi a sua volta, e subito dopo, fianco a fianco, ci preparammo all'offensiva [Azione 1]Statistiche: Forza e Velocità Rossa

    Mokuton 1 Unità, ½ Basso
    .



    Lei sembrava aver avuto una qualche idea...e istintivamente le sorrisi. Grande Demone Sharingan? Chiesi con complicità, tenendo d'occhio i nemici. Ancora una volta pensai a quanto sarebbe stata una buona pedina, una volta plasmata a dovere: le sue capacità mi erano davvero complementari. Oda trasmise le informazioni segrete del piano, ma avevo già in mente di cosa si trattasse e mi andava perfettamente a genio. L'unico problema è coglierlo di sorpresa...ha riflessi buoni almeno quanto i tuoi. E questo significava che bisognava imbrogliarlo. E nel modo più crudele possibile. Tesi una mano in avanti, più o meno quando Kairi cercò di attirare l'attenzione: in questo modo speravo che l'altro pensasse che ero stato io a creare quel costrutto. Il vero problema era la Scimmia: lei non avrebbe visto alcuna illusione, e poteva comunicare con il suo alleato, di questo ero convinto...quindi bisognava nascondere un inganno nell'inganno! Dal braccio teso emisi uno spuntone ligneo che mirava a trapassare il cranio del nemico, non era particolarmente rapido, il mio Mokuton non lo era ancora, ma in mezzo ai Genjutsu di Kairi poteva risultare molto pericoloso...inoltre nascondeva una piccolissima sorpresa: gli spuntoni di legno erano DUE [Azione 2 e 3]Statistiche: Attacco Doppio, Velocità e Forza Rossa - Potenza 20 ognuno. Il costrutto passa in mezzo a quello illusorio di Kairi. Il costrutto inferiore è "Ombra" con Furtività 4.

    Base +1 Rif, +1 Vel, -2 Res
    Mokuton 4 unità (due attacchi distinti), 2 Bassi
    Arte dei Proiettili d'Ombra [1]
    Arte: L'utilizzatore potrà nascondere nell'ombra di un'arma, un'altra identica. L'arma nascosta sarà considerata Furtiva e avrà Furtività pari all’utilizzatore incrementata di 1. Seguirà la medesima traiettoria dell’ombra del proiettile visibile diversi centimetri sotto; scansarsi dalla traiettoria del proiettile visibile permetterà di sfuggire alla traiettoria del proiettile non visibile. (Consumo: ¼ Basso ogni arma occultata)
    [Da genin in su]
    .

    Uno nascosto sotto l'altro, come per i proiettili nella comune ma infida arte dei Proiettili Ombra, in modo che anche se si fosse difeso dal primo, io avrei potuto all'ultimo modificare la traiettoria del secondo, furtivo, per provare a trapassare il collo della Tigre in un colpo solo. Che schivasse o parasse con la spada non importava: i rami che emettevo dal mio corpo erano sotto il mio dominio e avrei cambiato la direzione fino a una volta per aggirare difese o inseguire schivate, il tutto all'ultimo [Specifica azione 3]Giusto per specificare che lo spuntone "ombra" cambia traiettoria come parte del suo slot d'attacco, se serve.. Era tutto ciò che potevo fare al momento! Con la distanza e il suo angolo di visuale la Scimmia non poteva che venderne uno solo, e la Tigre probabilmente avrebbe avuto ben altro a cui pensare. Se poi si fosse salvato sarebbe stata Kairi a cercare il colpo di grazia, e l'unica cosa che avrei fatto in tempo a fare sarebbe stato lanciare uno dei Kunai che avevo generato qualche secondo prima e che ancora avevo in mano: li avrei lanciati in alto, probabilmente come se emergessero dal costrutto della Uchiha, e difficilmente avrebbero colpito chicchessia...ma magari la Tigre avrebbe alzato lo sguardo o il volto, perdendo quella frazione di secondo che poteva salvarle la vita [Gratuito]Lancio non offensivo di oggetto.

    Sconfitto o meno, la Scimmia rimaneva il problema principale (oltre al mio braccio sinistro quasi del tutto fuori uso), e la cattura dei nemici mi era ormai uscita di testa: non era il caso di rischiare troppo, anche se quel rituale ancora non mi era affatto chiaro. Non abbiamo tempo da perdere Kairi...dobbiamo trovare un modo per avvicinarci alla Scimmia mantenendo una copertura...la Tigre è il meno e... Poi la notizia arrivò alla mia mente da Oda, lasciandomi assai più danneggiato e stordito di quanto non avessero fatto le botte incassate dal nemico Mascherato. Per poco non mi cadde il Bokken di mano.



    La sua morte implicava che la missione era finita. Era quello che mi ero augurato sin dall'inizio di questa invasione di Cantha...e tuttavia...perché sentivo come un vuoto dentro? Forse erano state solo parole, dire a me stesso che l'importante era che morisse, e non che fossi IO a ucciderlo...forse erano state solo belle parole per convincermi. Ora dovevo solo stare tranquillo e aspettare un nuovo Kage, per ricominciare tutto da capo...ma no...l'improvvisa assenza di un Bersaglio fece scivolare via tutte le mie energie...sapevo che dovevo aspettare un nuovo Hokage. Le ginocchia iniziavano a cedere, stavo letteralmente per arrendermi, quando nella mia mente si affacciò un episodio sin troppo recente: Raizen morto, e Jin di Suna con il suo copricapo che si vantava di averlo ucciso. Era stata solo l'illusione della Colonna Evanescente, di quel posto che non era un posto, ma mi aveva temprato...a conti fatti era stato in quell'occasione che avevo trovato la calma e la tranquillità di apprendere che finito un Kage c'era solo da difendere Konoha fino a quando non fosse stato nominato il successivo. E in quell'occasione non erano state solo parole. Era stata la Missione, tutto ciò per cui esistevo. NO! Gridai nella mente dei miei compagni (anche se probabilmente solo Oda mi sentì e difficilmente avrebbe potuto trasmettere la determinazione che caricava quella sillaba). No. Il Kage non è importante adesso. Konoha è importante. La Missione è importante. Io parlavo della MIA missione in quello sfogo, in quel momento di debolezza, ma fortunatamente era una frase abbastanza vaga da essere fraintendibile. La cosa più importante è tornare a Konoha e sopravvivere. Inoltre non sappiamo nemmeno se l'Hokage è davvero morto! Lo hai percepito ma in questo posto tutto è confuso, lo hai detto tu stesso, ci crederò solo quando sarò davanti al corpo, fino ad allora non ha senso far niente se non andare avanti con la Missione. Sono già stato in un posto che non è un posto, e ormai penso che questo NON sia il palazzo del Daimyo, ma una Trappola. Io dico che siamo da qualche altra parte, hanno preparato tutto sapendo benissimo dei sistemi di teletrasporto. Dobbiamo distruggere questo posto e questi avversari e tornare a casa...se tanto mi da tanto appariremo esattamente nel punto da cui siamo partiti, o comunque vicino al posto in cui siamo davvero!

    QUINDI ANDIAMO AVANTI!
    DISTRUGGIAMO I NEMICI CON OGNI MEZZO!
    QUALUNQUE COSA PER KONOHA!


    Nemmeno a farlo apposta, in quell'istante il palazzo del Daimyo davanti a me, su cui stava appollaiata la Scimmia, semplicemente esplose, mandandomi schiena a terra a uno o due metri di distanza, più che dolorante [Ferita]Danni: Ferita Leggera diffusa, sempre che qualcuno non riuscisse a proteggermi.


    Chakra: 37/50
    Vitalità : 8/13
    En. Vitale: 25/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità : 425
    Resistenza: 350
    Riflessi: 425
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità : 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: Lancio Kunai
    2: Parata
    3: Parata con salto
    Slot Azione
    1: Aiutare Kairi
    2: Mokuton
    3: Mokuton "Ombra"
    Slot Tecnica
    1: Creazione Mokuton
    2: Mokuton sulle scarpe
    Note
  14. Ferita Medioleggera + 1/2 Leggera al braccio sx
  15. Semiparalisi al braccio sx (prossimo round)
  16. Ferita 1/2 Leggera al braccio dx
  17. Ferita Leggera Diffusa
  18. .
    :luv: Amegakure :luv:
    VII


    Ignorando le mie indicazioni, quel Densen si era avvicinato al nemico per mettere nuovamente in azione il suo potere speciale. Ammetto che persi qualche istante sbigottito nel vedere la strana creatura spettrale che aveva alle spalle, ma fu questione di un secondo. Il nemico reagì, abile almeno quanto me, colpendo il Ramingo con un diretto che lo fece barcollare. Ti avevo detto di tenere a bada gli scienziati! Avrei pensato io al corpo a corpo! Ero a quattro metri circa, e non avrei potuto difenderlo certo dal quel primo contrattacco, tuttavia mi si poneva davanti a una scelta: gli scienziati con la loro cassaforte o Densen? Se per caso il nemico avesse avuto abbastanza forza da sconfiggere il mio compagno avrei rischiato di trovarmi circondato, mandando a monte la missione...dovetti prendere una decisione molto rapida, e correre dei rischi. Sensei...la prossima volta voglio un compagno che sappia rispettare i piani! Ringhiai mentre componevo rapidamente una manciata di sigilli, indicando poi con una mano (puramente per far scena) la cassaforte intorno alla quale gli scienziati parevano accalcarsi: si trattava del medesimo genjutsu di poco prima, sempre valido [Tecnica 1]Percezione Illusoria Efficacia 10, per far sembrare che dal terreno fossero emersi dei rovi assai densi e stillanti un liquido decisamente velenoso (almeno all'apparenza) che la avrebbero serrata in una morsa letale. Toccandola avrebbero svelato l'inganno, ma chi avrebbe osato toccare una pianta dall'aspetto così demoniaco, richiamata da uno shinobi ostile? Un rischio che dovevo correre per avere il tempo di aiutare quel sedicente medico.



    Non osate allungare le mani. L'edera infernale non ama essere toccata. Li minacciai, per quanto fossero già mostruosamente scossi per la strana creatura al servizio di Densen, e al contempo scattai, estremamente rapido [Gratuito] Velocità Rossa +2 tacche

    Base +1 Vel, +1 Rif, -2 Vel
    Impasto ¼ Basso +1 Vel
    per avventarmi sul nemico proprio mentre il mio folle compagno incassava il secondo pugno e cercava di gettarsi di peso sul suo avversario. Il mio movimento mi portò quanto più vicino possibile, abbassando il baricentro fin quasi a sfiorare il terreno mentre la mano sinistra estraeva la Wakizashi in un movimento oltremodo fluido che mirava a colpire orizzontalmente le gambe del genin poco sopra le caviglie, proprio quando le sue gambe avrebbero dovuto tollerare il peso del body-blow del medico. Inutile dire che le possibilità di una caduta di entrambi al suolo sarebbe stata nettamente superiore [Azione 1] Velocità Rossa +4 tacche, Forza Rossa

    Base +1 Vel, +1 Rif, -2 Vel
    Impasto Basso +3 Vel
    . Non contento, senza nemmeno cambiare posizione, lasciai che dal palmo della mano libera emergessero due spuntoni lignei che, seguendo una traiettoria che evitava Densen, cercarono di conficcarsi nei bicipiti di Goruda [Tecnica 2 e Azione 2] Velocità Rossa, potenza 20 per spuntone

    Mokuton 4 Unità (2 Bassi)
    . Privato delle gambe e delle braccia, o comunque impegnato a difenderle, sarebbe caduto facile preda della stretta del mio alleato.

    Se la combinazione fosse andata a buon fine mi sarei sollevato, attento agli scienziati, badando che nessuno scappasse o che ci fossero uscite segrete, e comunque persi una frazione di secondo per puntare la mia spada al collo di Densen, sfiorandolo il tanto che bastava per strappargli una goccia di sangue. Mantieni la calma! Possibile che si facesse coinvolgere così facilmente? O forse rivedevo il me stesso di pochi mesi prima in quel suo agire così avventato e traslavo su di lui la mia autocommiserazione? Al prossimo colpo di testa mi assicurerò personalmente che la tua ricerca medica si blocchi per sempre. Quindi iniziai a camminare verso gli scienziati, lasciandomi il suo alle spalle. Già sentivo le voci in lontananza. Ora non abbiamo tempo. Fai quel che devi e piantala con le idiozie.



    Mi sarei avvicinato agli scienziati, minaccioso. Consegnateci il Cuore, e consegnateci l'uomo chiamato Torushi. In quel caso, forse, potreste vivere e servirci, in futuro. In caso contrario, la vostra sopravvivenza non sarà necessaria, come appunto ha detto il mio stupido compare. Inginocchiatevi e obbedite. Camminando mi ero portato a forse due metri dal gruppo di uomini, concretizzando la minaccia, per quanto sapessi che era il Re degli Inferi a catalizzare il loro terrore. E il nostro amico spettrale qui ha sempre molta fame. Aver dovuto usare il Jutsu per proteggere quella cassaforte mi aveva impedito di sfruttarlo per far sembrare che la porta fosse chiusa...e in ogni caso non avrebbe nascosto il fumo dell'esplosione, ma l'immagine simile a Jeral era ancora là e probabilmente avrebbe attirato l'attenzione dei soccorsi, concedendoci qualche secondo extra.




    Dopo aver messo in atto la sua piccola messinscena coi cadaveri, il Feng-Lucertola cominciò la sua rapida e silenziosa ascesa lungo la tromba delle scale, cercando di non esporsi al raggio di visuale della guardia del piano di sopra, che stava fumando sulla porta tagliafuoco. Mentre passava là accanto sentì che parlava di facezie con qualcuno sottovoce, quindi non aveva sentito alcun trambusto al piano di sotto e fortunatamente era distratto quanto bastava per non notare il rettile, che riuscì a raggiungere facilmente il piano desiderato.

    Oltre la porta tagliafuoco di quel piano lo aspettava il corridoio visto in precedenza da Wakonda, quello con le guardie dotate di respiratore. Vestivano con eleganti completi all'occidentale, a forse sette metri da lui e non parevano averlo ancora notato. Una aveva dei capelli ricci sul grigio mentre l'altro era calvo, ma l'elemento principale che le contraddistingueva era sicuramente l'apparecchio sulla bocca: a che cosa serviva il respiratore? Da quel poco che poteva notare non c'erano strani odori o gas nel corridoio. Le uniche porte erano quelle rispettivamente alle spalle e di fronte alle guardie, esattamente come visto dalla fenice in precedenza, e dunque non c'erano altri passaggi o metodi per superare quelle guardie se non andargli contro...o poteva inventarsi qualcosa?

    In ogni caso le sue Percezioni riuscivano a cogliere ciò che veniva detto oltre la porta, almeno a tratti. Se non altro questo suggeriva che non era una porta blindata o comunque concepita per avere un'elevata sicurezza. Una delle voci era bassa, lievemente effeminata e verosimilmente apparteneva ad Ananta, mentre la seconda, profonda e autoritaria, doveva essere del suo interlocutore.

    Papà, te lo chiedo di nuovo...mi serve protezione!

    Ne parli da un'ora. Non mi interessa. Rendi quello stupido rotolo.

    Ma NON posso, te lo ho detto. Ci sono informazioni...confidenziali! Miro-kun mi ha chiesto espressamente di...

    Non intendo coprire i favori per i tuoi amanti. Sei già una piaga sufficiente così.

    SONO TUO FIGLIO!

    Come molti altri prima di te. Ho lavorato duro per raggiungere la mia posizione e non intendo espormi più di quanto ho già fatto. Se la mia presenza non scoraggia i Quadri, allora dovrai difenderti da solo.

    Ma non so combattere, lo SAI! Quelli sono insistenti, potrebbero mandare qualcuno che è fuori dall'organizzazione.

    Questioni tra Principi, e in quel caso mi vendicherei dell'assassino, non dei Quadri. Ho troppo in ballo per rischiare, ma loro non devono saperlo.

    Dammi almeno uno degli Abiti dell'Abete allora! Lo so che ne hai più di uno!

    Il rumore di una mano che batteva sul tavolo. BADA A COSA DICI! Le guardie fuori non possono sentire la conversazione ma ci sono SEMPRE orecchie indiscrete. NESSUNO deve sapere chi sono, è chiaro? Nessuno! Non farmi pentire dell'averti messo a conoscenza dei miei affari.

    Papà...hai detto che io servivo. Che ero utile perché il sangue di mia madre può...

    So cosa ho detto, ma ci sono dei limiti a quanto sono disposto a spendere per proteggerti. Sanno che sono un membro dei cuori, non sanno che sono il Re. Se voglio essere nominato Asso al posto di quello attuale devo giocare bene le mie carte, ed è un periodo critico. La tua sopravvivenza diventa secondaria...inoltre non sei mai riuscito a risvegliare le Fiamme del Perdono.

    Ci sto lavorando! Miro-Kun è esperto di sigilli...è passato quasi un anno da quando Gendo è morto e lo sto convincendo a tornare allo scoperto, ma se le informazioni di quel rotolo saltano fuori, lui è spacciato! Non POSSO restituirlo.

    Continuarono più o meno su quella linea per qualche tempo, ma sembravano inamovibili sulle loro posizioni...e Feng Gu doveva darsi una mossa o prima o poi le due guardie avrebbero notato la porta socchiusa, o si sarebbero accorte di lui. Certo...tutto stava anche a come avrebbe accolto quelle informazioni udite quasi per caso, informazioni oltremodo preziose.
  19. .
    :luv: Amegakure :luv:
    V


    Densen sembrò entusiasta del mi approccio silenzioso alla faccenda...come se quella mia piccola dimostrazione fosse stata qualcosa di realmente furtivo! Non era nemmeno un decimo delle capacità dimostrate dal Sensei o da altri ninja di alto grado che avevo visto all'opera...per non parlare del mostro d'ombra generato dal cadavere del Kiriano alla Colonna Evanescente, capace di muoversi senza un suono nonostante la stazza notevole. E comunque se non altro ero stato più cauto del sedicente rianimatore. Non ci misi molto a realizzare che una delle altre guardie si stava avvicinando con cautela alla nostra posizione. Avrebbe visto il suo compare in piedi che prestava attenzione, ma non potevo modificare l'illusione in modo che salutasse o reagisse in maniera credibile a una qualche interazione, quindi mi trovai davanti a un serio rischio di venire scoperto.

    Densen si stava allontanando con il prigioniero legato e mi ero automaticamente eletto al ruolo di sentinella. Non serve certo che sia tu a dirmi di farlo. Dissi, forse un pò brusco, ma non pensavo che essere affabili fosse rilevante in quella particolare situazione, e comunque si trattava di una cosa che avevo già deciso. Spettava quindi a me distogliere l'attenzione del nemico...o farlo fuori. Il vero problema nasceva dal fatto che uno scontro avrebbe attirato attenzioni ingiustificate (cogliere alla sprovvista qualcuno allarmato è ben più complesso di uno che è semplicemente di guardia) e non pensava di poter attaccare tappando la bocca al nemico in tempo per ottenere un vantaggio netto...non senza che il movimento venisse scorto da altre guardie. L'unica cosa che gli venne in mente era un bluff, uno anche piuttosto semplice, ma l'unico a cui avesse accesso al momento.

    Un singolo sigilli e trasformai [Henge no Jutsu] me stesso in una copia esatta di quella guardia, nascondendomi poi nel vicolo a pochi metri dall'illusione che avevo generato, utilizzando volutamente male le luci, le ombre e i nascondigli naturali per rendermi visibile anche a un occhio poco attento. Quando la guardia ficcanaso si fosse avvicinata al jutsu illusorio difficilmente avrebbe impiegato più di qualche secondo per svelare l'arcano, e proprio per quel motivo, non appena fossi stato in grado di vederla, avrei cominciato a sibilare, con palese irritazione, cercando di attirare la sua attenzione. Avuto il suo udito, avrei fatto dei gesti per farlo avvicinare, simulando irritazione e istigandolo alla segretezza con gesti universali quali il dito davanti alla bocca e gli occhi sgranati come a voler sottolineare una situazione urgente. Qui..qui! Facevo cenni per farlo avvicinare in silenzio.

    SE avesse fatto ciò che volevo mi sarei limitato a spiegare la faccenda (o per meglio dire il bluff). Shh! Quella cosa non la ho fatta io, mi hanno attaccato, erano in due, ma non alzare la voce ora e non gridare, soprattutto non gridare! Uno ha fatto quell'immagine ed è andato di vedetta mentre l'altro voleva interrogarmi ma sono riuscito a sopraffarlo dopo aver finto di aver perso i sensi. Il suo compare tornerà da un momento all'altro ma se diamo l'allarme scapperà e non sapremo mai chi li ha mandati...catturarli entrambi potrebbe fruttare una ricompensa, no? Sbuffai. Avrei preferito tenermela per me, lo ammetto, ma ormai sei in ballo e dico di smezzare sia l'impegno che il bottino. Guarda, ho lasciato l'altro tizio privo di sensi proprio dietro l'angolo, coperto da alcuni imballi di legno. Tu gettaci un occhio, non sia mai che si svegli, anche se gli ho fatto saltare un paio di denti. Feci cenno solo col capo all'angolo incriminato: per andarci l'altra guardia mi sarebbe dovuta necessariamente passare accanto. Sollevare la mano all'altezza del suo collo e cercare di trapassarlo con uno spuntone ligneo nella trachea sarebbe stata la semplicità stessa...magari angolato verso l'alto per lesionargli la colonna vertebrale e accelerare la sua fine. Se non altro con la trachea perforata non avrebbe gridato.

    SE il bluff non fosse andato a buon fine, vuoi per un mancato avvicinamento della guardia o per un suo opporsi al mio piano per raggranellare qualche soldo. mi sarei dovuto ingegnare diversamente, per ovvie ragioni. Con uno scatto rapido mi sarei gettato ai suoi piedi, le mani alzate come per dichiarare la resa. Mi arrendo, mi arrendo! E' tutta un'illusione! Mi ha pagato per sostituirlo mentre andava da una donna, mi spiace. Lo so che non dovevo ma mi spiace tanto...pagava bene e tutto...ma io ho paura a fare la guardia e ho messo l'illusione. Non mi faccia uccidere, la prego, queste due tecniche sono tutto quello che so fare...mi spiace. Al primo accenno di grido o di allarme dai palmi delle mani sollevate sarebbero emersi due spuntoni rapidi, nel tentare di trafiggere il suo cuore e il suo collo contemporaneamente. Non era normale aspettarsi un ramo appuntito che esce dalle mani di uno che si arrende, e speravo di poter avere la meglio prima che quella guardia gettasse un grido...o se non altro di soffocare il suo grido prima che fosse troppo tardi. [Azione]Potenza 20, Portata 6 metri. Velocità Rossa +1 tacca

    In caso di successo, quale delle due situazioni si verificasse, avremmo avuto un problema in meno, anche se avrei dovuto creare una seconda illusione della seconda guardia, intenta a chiacchierare vicino alla prima.




    Coperta dalla nebbia nella sua prima ascensione (non così insolita nel clima costantemente umido di Ame), Wakonda cavalcò il vento fino a raggiungere la giusta posizione per osservare la scena non vista grazie al suo jutsuEffettivamente l'unico modo per avere una versione di Passo perfetto sarebbe che tu rinunciassi completamente alla specializzazione assassino per cederla al contratto, quindi sarà da rivedere la tecnica di Wakonda, ma al momento non importa, niente sensitivi da queste parti, sono troppo game-breaking u.u. I piani alti del palazzo erano sporchi e malconci come ogni singolo edificio di ame, e le ampie vetrate del tredicesimo piano non erano da meno, ma se non altro si riusciva a vedere qualcosa attraverso: nello specifico il suo bersaglio stava parlando in maniera concitata con un uomokingping-romita-189138 dalle fattezze massicce, seduto dietro una scrivania oltremodo elegante, con un sigaro in mano. La discussione sembrava piuttosto concitata, soprattutto da parte di Ananta, mentre l'altro ascoltava con pazienza, ma senza lasciar trasparire alcun accenno di empatia, nemmeno fosse una statua. Nessuna guardia in quella particolare stanza, ma la vetrata si estendeva al corridoio accanto dove due shinobi di Ame con un respiratore sul volto erano di guardia alla porta (apparentemente l'unica porta) che dava a quell'ambiente. C'era in effetti un'altra porta visibile nella stanza ma probabilmente dava a un bagno o un servizio igienico. Dirimpetto alle guardie una porta aperta dava a quello che sembrava un mini-appartamento, forse la residenza di Ananta, secondo le informazioni dei Quadri...ma allora chi era il tizio a cui sembrava star facendo appello? E perché aveva uno studio così elegante proprio accanto all'appartamento del bersaglio?

    A parte queste finestre era difficile scorgere qualcosa agli altri piani, le uniche cose che Wakonda poté accertare con sicurezza era una guardia davanti a una porta tagliafuoco che aveva visto tempi migliori al sesto piano (appena intravista attraverso una finestrella, e che dava sicuramente alla tromba delle scale) e un gruppo di tre guardie intente a chiacchierare più che a pattugliare la loro zona al nono piano: riuscì a vederle attraverso una finestra aperta in una stanza che forse un tempo era stata una stanza d'albergo e che ora pareva più un ritrovo di tossici...in ogni caso la porta era aperta come la finestra e le tre guardie erano ben visibili a forse sette od otto metri dalla finestra, tre dalla porta, accanto a un montacarichi abbastanza grande da contenere una persona. A parte quelle al tredicesimo piano nessuna aveva dei respiratori.
  20. .
    :luv: Amegakure :luv:
    I


    Ame non è un posto in cui andare senza la giusta preparazione, senza una scorta nutrita, una forte motivazione, o l'invito di qualcuno. E nessuna di queste quattro cose garantisce comunque un passaggio indenne. Un coprifronte accademico, poi, costituisce sostanzialmente un bersaglio, motivo per cui lo avevo temporaneamente accantonato. Questo non cambiava il fatto che, a parte la Wakizashi che portavo legata dietro le reni e la lunga sacca contenente il mio Bokken, io restavo un ragazzo magrolino, tutt'altro che imponente, dotato tuttavia di uno sguardo abbastanza intenso da essere disturbante. Lo avevo allenato apposta, e speravo fosse utile in quelle particolari circostanze, ma di fatto era stato poco efficace, come avevo appreso mio malgrado. Una bettola nella periferia di Ame era il luogo dell'incontro, anche se ero in anticipo di circa un'ora...avevo mal calcolato gli effetti dell'allenamento sulle mie capacità di spostamento. Forse ingenuamente mi ero accostato al bancone chiedendo da bere, trovandomi in pochi secondi circondato da brutti ceffi con l'alito fetido, abiti sudici e decisamente un buon numero di cattive intenzioni.

    Aspetto qualcuno, non importunatemi. Avevo provato a levarmeli di torno a quel modo, ma già sapevo che non sarebbe stato così semplice. Presentare il nome del Sensei, che mi aveva convocato, non sarebbe stato saggio. Avevo appreso alla Colonna quanto fosse importante nascondere le proprie carte fino all'ultimo. E comunque mentre il primo di quegli idioti affogava nel suo sangue, con un mio Kunai conficcato in gola, diversi dei suoi amici se la diedero a gambe, mentre due, i fratelli a quanto avevo capito, erano divisi tra il desiderio di vendetta e il tentativo di aiutare il loro congiunto. Patetici. Provai un vago senso di sollievo nel poter uccidere senza curarmi troppo delle circostanze, ma sapevo di non dover sollevare un polverone...quanto agli altri avventori, nessuno sembrava in vena di intervenire, mentre il barista era palesemente preoccupato di dover ripulire tutto (forse mettendomelo in conto) più che da questioni di carattere morale o legale. Non mi faccio troppi scrupoli a sgozzarvi come maiali. Spiegai con relativa calma. Levatevi di torno, aspetto una persona importante.

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    Forse non avevo un coprifronte ad attirare attenzioni indesiderate, ma sembrava che mi fossi messo perfettamente al centro dell'interesse di qualcuno. Poco male...anche se significava un problema in più per il Sensei. Ero migliorato, ma non al punto da poter scampare a quei balordi senza doverli uccidere...e comunque non avevo alcun interesse per la loro vita. Certo, mi chiedevo come mai il Sensei mi avesse convocato proprio ad Ame, invece che in qualche posto più comodo...ma respirare quell'aria senza legge era stranamente piacevole, nonostante tutto, e forse sarebbe stato utile in funzione della mia Missione. Quanto ancora volete restare qui a fissarmi? Se lo portate via ora, e non vi fate più vedere, FORSE potrebbe anche cavarsela. Ma dubito potrà più parlare come prima. Così imparava a proporre di usarmi come "puttanella" del gruppo.

    Dopo aver incontrato il Flagello, essergli sopravvissuto e aver sostenuto il suo sguardo, questa gente era solo spazzatura. Ma forse tra gli avventori c'era qualcuno di più forte o pericoloso, quindi meglio tenermi per me dei commenti eccessivi. Sperando che Feng Gu arrivasse presto.
  21. .
    Riunione di Konoha
    IV
    Un Dono. Una Missione. Un Ruolo.


    Se non altro il Bersaglio aveva esordito chiedendo perdono per la sua inadeguatezza in quel ruolo, anche se parlò di "dare cose per scontate", l'infame. Sapevo che era ancora leghe al di sopra delle mie possibilità, e sapevo anche che la missione era e doveva essere Impersonale, e stavo lavorando per convincermene...ma quando il bersaglio è una creatura tanto odiosa era davvero, davvero complesso riuscirci. E ovviamente lo guardai male quando sminuì i ragionamenti di Kairi solo perchè era una genin. Un ragionamento viene sminuito se nei fatti è inconcludente, ma attribuire la cosa al grado era solo l'ennesimo, ridondante segno di arroganza di quell'uomo che pensava di poter essere un leader ma era solo uno molto potente messo a comandare. Forse aveva scacciato quattro mafiosi, ma era il suo carattere a essere sbagliato! Quanto avrei voluto un nobile Hokage, colto, adeguato e raffinato, piuttosto che quel borioso gigante grezzo. Lo avrei ucciso lo stesso ma almeno lo avrei rispettato!

    Il fulcro del discorso successivo venne dalla spiegazione del rapporti con l'Accademia e dalla scelta delle strategie. Stavamo per subire un attacco, quindi non avremmo cercato informazioni. Troppo lontane, troppo complesse da ottenere nonostante tutto, e meglio risparmiare uno o più ninja da un viaggio forse senza ritorno, quando li si poteva utilizzare per rinforzare il fronte. Quel discorso aveva una sua logica, ma comunque lo trovavo sguaiato e irritante...i modi di quell'uomo erano odiosi come sempre, e comunque non ero del tutto daccordo: forse non aveva senso indagare a Cantha, ma mandare un singolo ninja esperto o un piccolo gruppo a studiare il territorio circostante Konoha e pattugliare in cerca di possibili punti deboli poteva essere utile...ma dovetti ammettere che quel genere di cose non era il mio forte: ero stato allevato e addestrato per un compito assai più limitato che prevenire una guerra o condurre le truppe. E nonostante questo era una Missione essenziale per Konoha, senza possibilità di errore.

    Quasi percepii la tensione mentre fissava Hiashi, lo Hyuga giunto in ritardo, redarguendolo a modo suo...già due volte mi ero trovato davanti a uno sguardo simile e non ci tenevo affatto a ripetere l'esperienza, o così realizzai quando l'ira scivolò sulle mie spalle come una coperta spinosa, almeno non fino a quando non fossi stato in grado di sostenere quella pressione e, magari, di ribaltarla! Al momento, però, era solo mera immaginazione. Un Sogno distante. Ma molto meno distante rispetto a un anno prima.

    Ormai in chiusura, Raizen diede alcuni giorni per pensare a chi intendeva proporsi come volontario. L'occasione era ghiotta, se volevo far esperienza e avanzare come carriera, ma altrettanto allettante sarebbe stato preparare la linea difensiva del villaggio e piantare i semi per future pedine da usare...o prendere il controllo dell'ospedale. Sono un ninja medico. Mi trovai a dire, alzando una mano. Anche se solo un genin. Mia madre ha lavorato alcuni anni all'ospedale, ho qualche conoscenza al riguardo, per quanto possa fare ancora poco. Questo non escludeva una mia partecipazione alla missione, ma almeno avrei messo in chiaro i miei obbiettivi. Quelli a breve termine se non altro. Stavo tornando a sedere dopo la risposta quando notai che lo strano shinobi che aveva portato informazioni fresche da Cantha si era avvicinato a Kairi, e stavano confabulando. Lui uscì, e lei ben presto si precipitò all'esterno. Sospetto...e curioso. Mi alzai senza nemmeno salutare gli altri del clan (non lo facevo mai dopotutto) e mi misi all'inseguimento, per così dire. Kairi! KAIRI! Avrei alzato la voce per chiederle di fermarsi una volta fuori dalla sala, sempre che non fosse sparita nel nulla. A-Aspetta! La breve corsa era un'ottima scusa per rendere appena più colorite le gote.

    Devo...vorrei darti una cosa. Avevo fin troppa esperienza nel fingere un tono impacciato...bastava ricordare la lingua intorpidita mentre cercavo di rispondere al kage. Si tratta di una sciocchezza...volevo dartela dopo l faccenda coi pirati, ma non è capitata l'occasione...ecco. Misi una mano in tasca, estraendo l'oggetto che avevo creato: un piccolo talismano70d6046684ef3dc5eec2ec7f8bbb2e01 a forma di foglia, con un albero stilizzato sopra. Hai detto più volte che ti sembrava bello che un Senju e una Uchiha combattessero bene fianco a fianco...e in quell'occasione ero talmente teso che non riuscivo nemmeno a pensare ad altro che a salvarmi...ti sarò sembrato un pò freddo, mi spiace. Sorrisi, imbarazzato. In ogni caso...tu avevi il tuo Sharingan, ma io solo un pò di inventiva, niente Mokuton. Beh, le cose sono cambiate...lo ho fatto io questo, con le capacità del mio clan. C'è un piccolo seme dentro e un albero inciso sopra, per ricordare che anche da una piccola cosa può nascere qualcosa di grande. Le porsi l'amuleto, sorridendo con aria soddisfatta. Un'amicizia, magari. Non so perchè sei scappata così in fretta, ma mi sei sembrata turbata...voglio che tu sappia che puoi contare su di me, anche solo per parlare. Così da diventare presto una mia inconsapevole schiava. Nulla può fermare un Senju e una Uchiha, no?

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    Avevo piantato un piccolo semeTecnica delle Pillole di Legno
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Serpente, Capra (2)
    L'utilizzatore può generare delle pillole di legno in grado di essere individuate entro 10 km per ogni livello dispari. L'effetto delle pillole dura finché l'utilizzatore presente entro il suddetto raggio d'azione.
    Tipo: Ninjutsu - Mokuton
    (Livello: 5 / Consumo: Medioalto )
    [Richiede Mokuton I]

    [Da genin in su]
    Manufatto Perfetto
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Serpente (1)
    L'utilizzatore può produrre grandi quantità di legno, fino a 2 volte quelle normalmente manipolabili, per realizzare un manufatto inerte e non offensivo. Il manufatto possederà qualsiasi rifinitura o dettaglio ideato dall'utilizzatore. Il legno non è più estensione del corpo dell'utilizzatore; non è utilizzabile in combattimento.
    Tipo: Ninjutsu - Mokuton
    (Livello: 5 / Consumo: Medio )
    [Richiede Mokuton I]

    [Da genin in su]
    ...e se Kairi fosse sparita dal raggio del villaggio senza che fossero registrate effettive missioni ufficiali, avei avuto una prova, seppur indiziaria, che il ninja amico dell'Hokage la avesse in qualche modo reclutata per qualcosa. A meno di un'uscita per fare shopping, certo, ma là si poteva sempre valutare con quattro chiacchiere scambiate per strada. Dovevo essere cauto ma cominciare a estendere la mia rete, in qualche modo.
  22. .
    Riunione di Konoha
    III
    Voci, Ordini, Caos


    Tornai al mio posto, non senza un lieve moto di irritazione nel vedere la noncuranza con cui il Kage trattava la faccenda...o forse gli importava, ma lui non era stato davanti a una specie di calamaro alto più di cento metri, evidentemente. Mentre camminavo ci furono vari commenti al riguardo, oltre a una breve spiegazione dell'Hokage stesso che mi raggelò: aveva distrutto da solo una delle Armi? Possibile? Che razza di potere albergava per realizzare qualcosa che nemmeno il Flagello o il Sensei erano riusciti a fare? Non potei fare a meno di fissarlo con timore, e non tanto perché la sua morte era la mia Missione, quanto piuttosto perché quel racconto lo scaraventava di prepotenza in un mondo di mostri, e non di esseri umani. Deglutii a fatica, tornando a sedere tra i membri del mio clan.

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    La spiegazione più approfondita mi fece comprendere che non aveva "distrutto" l'Arma ma la aveva piuttosto controllata e ne aveva provocato in qualche modo l'autodistruzione...ma cionondimeno restava un'impresa notevole, ben oltre le possibilità di uno shinobi comune. E questo allontanava ancora di più la Missione mi faceva sentire tutto il peso dell'inadeguatezza che pure ero convinto di starmi lentamente scrollando di dosso.

    Youkai, il rompiscatole, prese la parola parlando di Jeral con uno sproloquio che non aveva né capo né coda. Aveva trovato un posto distrutto da un fulmine, e sapevo per esperienza che il Flagello era capace di cose simili...ma nulla provava che fosse NATO in quel luogo. Certo, a parte i brividi che ancora mi correvano lungo la schiena al pensiero, il Flagello doveva pur aver cominciato da qualche parte ad accumulare tanto potere, ma dubitavo che qualcosa sarebbe mai emerso al riguardo. E tuttavia mi trovai di fronte a un dilemma: raccontare tutto quello che sapevo, facilitando la caduta del Flagello, per quanto possibile...o tenerlo per me e fare in modo che il Bersaglio lo sfidasse senza alcun vantaggio, per poi sfruttare la cosa? Ero combattuto, ma alla fine mi alzai nuovamente in piedi, chiedendo la parola. Sono stato catturato dal Flagello ma sono sopravvissuto, durante la missione. Ho approfittato di un attimo di distrazione e della natura stessa della Torre in cui eravamo, della Colonna Evanescente. Un profondo respiro. E lo ho visto combattere...posso raccontare qualcosa dei suoi poteri.

    Può raggiungere velocità che io a malapena riesco a immaginare, e sicuramente conosce la Tecnica del Teletrasporto o qualcosa del genere...siamo scappati solo grazie a quella. Può usare Raiton di estrema potenza...e forse ha un qualche modo per moltiplicarli o accumularli, ma non saprei proprio dire come. Inoltre deve avere una qualche forma di difesa naturale contro i Jutsu...ho visto un getto d'acqua estinguersi al solo sfiorarlo...e poi ha manifestato una specie di aura visibile intorno al corpo che lo proteggeva...forse era la stessa cosa di prima, ma incrementata di potenza.
    Fin qui era tutto ciò che sapevo. Inoltre c'è una specie di creatura che perseguita il Flagello. Non ho ben capito cosa sia o da dove arrivi, ma pare che non possa raggiungerlo sempre...e a conti fatti sembrava uno Hyuga. Probabilmente avrei anche saputo descriverlo, se necessario, ma non avevo incluso queste informazioni nel mio rapporto, limitandomi a un vago "ho assistito a ciò di cui è capace" senza specificare, così da poterle riferire oralmente, se interrogato. Con le mie capacità...non sono riuscito a riscontrare alcun punto debole, salvo forse il suo orgoglio. Se sfidato con una manifestazione di forza, quasi certamente reagirà per cercare di mostrarsi superiore...solo che ha le capacità per supportare il suo Ego, e provocarlo senza un buon piano sarebbe decisamente controproducente. Alla fine avevo optato per dire quasi tutto: il Flagello era abbastanza forte da indebolire in ogni caso il Bersaglio, se si fossero sfidati...comunque avevo nascosto sia i Kirin che evocava sia le sue capacità da Sensitivo, che aveva dimostrato trovandomi nella foresta.

    Il discorso tornò poi sull'esercito alle porte, con qualche rimbrotto dell'Hokage che ammonì molti dei presenti col suo solito modo di fare indisponente, non prima di poche parole riguardo alla Zanna che tuttavia mi fecero accigliare. C'era stata una tregua, quando gli intenti erano comuni, io stesso ne ero stato testimone e chissà che non potessero verificarsi nuove alleanze in futuro...magari con la testa di un Kage come merce di scambio. Alzai appena gli occhi al cielo mentre quello parlava con sfrontatezza di attaccare o difendere, sconfessando con poche parole quella che era la mia unica e principale risorsa: l'attesa. Quell'uomo era impaziente, sanguigno, e questo un giorno gli sarebbe stato fatale, o così speravo...mentre io sapevo bene quale fosse il valore della pazienza: se il nemico è oltre ogni tua aspettativa, non puoi fare altro che tenere un basso profilo, osservare e prepararti. E lui questo non lo sapeva...possibile che non avesse mai incontrato una vera sfida? O era solo la sua megalomania a parlare per lui? Quasi non badai alla sua riprovevole scenata di poco dopo in cui si mise a riprendere un povero idiota arrivato tardi...ad una riunione così importante ciò che contava era tenere il punto e ignorare gli imbecilli come quel tizio...ma l'Hokage lasciava sempre che fosse la pancia a guidarlo, anche se poi tentava disperatamente di avvolgere di una parvenza di ragionamento le sue pessime decisioni. E tuttavia dovevo attendere, e attendere.
    Anche se questo non mi impediva di guardarlo storto, ovviamente.

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    Riprese a parlare di Cantha, quando un Anbu dall'identità completamente celata fece il suo ingresso e salì sul palco, aggiungendo informazioni riguardo a quella faccenda, ma era un background storico che non aggiungeva molto alla faccenda. Se abbiamo inviato dei contingenti dovremmo avere notizie sulla loro nazione...mappe, informazioni...qualcosa. Mormorai a bassa voce, senza volermi esporre ulteriormente. Anche se dice che non abbiamo contatti sicuramente deve essere rimasta un'eco del loro passaggio. Sospirai, era inutile alzare la voce in quel momento, senza contare che mi ero proposto come ninja medico nelle retrovie. Ero più adatto al campo base e alla difesa che non a seguire il Bersaglio in missione...perché anche con la ritrovata forza mentale conquistata alla Colonna avrei potuto commettere qualche errore di troppo standogli vicino...era TROPPO irritante per mantenere sempre la calma, e non ero ancora pronto per questo.

    Notai Kairi che confabulava con un tizio accanto a lei, più avanti nella sala, e mi chiesi chi potesse essere. Avevo gettato le basi per fare della ragazza una pedina inconsapevole...valeva la pena avvicinarmi e presentarmi in seguito, per cercare di conquistare qualche altro punto in quella direzione? E chi era la svampita che sembrava interessata a tutto tranne che alla riunione, a pochi metri di distanza? Mi ritrovai a fissarla...realizzando che era la stessa che aveva aggredito il Kage poco prima del nostro confronto di qualche mese prima. Ricordo che in quel momento la avevo ammirata come poche cose in vita mia.
  23. .
    Riunione di Konoha
    II
    Vanagloria e Priorità


    Disdicevole. Irritante. Inopportuno. Ogni fibra del mio essere reagiva in preda al disgusto mentre quell'egocentrico vanaglorioso di un Kage parlava con tanta informalità alla sua comunità riunita. Anche se non fosse stato l'oggetto della Missione probabilmente lo avrei odiato, e certamente non lo fissavo adorante o perplesso come certi idioti intorno a me. No, il mio sguardo tradiva chiaramente il mio disprezzo, mentre quel bestione tralasciava ogni parvenza di rispetto per i suoi seguaci. Mi trovai comunque ad applaudire: i meriti dei ninja che avevano partecipato a quelle missioni erano considerevoli e, se non fossi stato impegnato alla Colonna Evanescente, probabilmente io stesso mi sarei proposto volontario per quell'epurazione: esperienze simili erano importanti, essenziali per essere più forti e completi come ninja, per essere più vicini al Bersaglio della Missione.

    L'Edera. Chiunque frequentasse Otafuku, come me, la aveva sentita nominare più di una volta. Pensare che fosse stata potata del tutto era quasi impensabile, tanto era radicata, e tuttavia ci erano riusciti. L'Hokage era stato utile con quel piano, per quanto mi dolesse ammetterlo, e la mia espressione corrucciata si alleggerì un poco nel notarlo. Certo, era stato utile, ma il problema del Bersaglio era che doveva essere ucciso per il bene di Konoha. Senza un leader fisso si evitava il caos più nero. Era l'unica opzione. L'unica Missione degna di nota, per cui ero stato addestrato per tutta la mia vita. Ma il Kage non aveva ancora finito. Se aveva deciso di fare qualcosa di buono potando l'Edera, per usare una sua espressione, l'usare le informazioni ottenute nel processo aveva ripercussioni assai più intense e profonde, come presto cominciò a spiegarci...e alla parola "Armi" sgranai gli occhi, coi capelli del collo che si rizzavano, nemmeno avessi la pelle d'oca. Allora AVEVA letto il mio rapporto, e forse l'Edera sapeva qualcosa...o almeno così pensavo.

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    Il mio sguardo si fece interrogativo subito dopo, alla comparsa del simbolo alle spalle del Kage. Un simbolo che non mi rappresentava niente. Cantha? Mormorai...cosa aveva a che vedere con le Armi di Iwa? Capii ben presto che non c'era alcun collegamento con la Colonna e col terrore che stava alle porte del nostro stesso villaggio. Se Konoha fosse stata annichilita non ci sarebbero stati Hokage da uccidere, quindi Konoha andava protetta. Sempre! Tralasciai le osservazioni ridicole sui Kiriani e sul mare...sapevo bene che la porzione di territorio coperta dal Paese della Nebbia era minima rispetto agli oceani a sud, ma quel tronfio capellone non aveva la più vaga idea di quando evitare le battute di spirito. Esercito alle porte...è serio, ma ci sono molte altre minacce. Solo un idiota si concentrerebbe sugli uomini quando qualcosa di molto oltre l'uomo minaccia di colpire. Sibilai, evocando qualche sguardo confuso da parte di chi avevo intorno, perlopiù miei compagni di clan che mi conoscevano come un tipo che stava un pò in disparte, come tutto il mio gruppo familiare più ristretto.

    Tutto questo per un briefing pre-guerra? Per decidere chi difende il forte e chi va al fronte? L'egocentrismo di quell'uomo non conosceva confini: avrebbe ottenuto il medesimo risultato con un briefing distribuito in maniera capillare tra i sottoposti, seguendo la catena di comando. Detestavo quel suo modo di fare, perchè sapevo esattamente cosa voleva...e cosa ottenne quando incoraggiò la folla col turpiloquio, ricevendo delle grida entusiastiche di risposta. Voleva aizzare la folla. Voleva ninja che si facessero eccitare dalla voce e dai tamburi della guerra. Voleva persone che non pensassero alla missione ma a ciò che stava dietro ad essa. Voleva persone, non ninja. E questo lo rendeva ancor più inadatto al suo ruolo...ma non dovevo lasciare che le opinioni personali mi sviassero quindi strinsi le labbra e, pur mantenendomi scontroso, cercai di calmarmi. Serviva pazienza. Serviva tempo. Serviva preparazione meticolosa.

    E nonostante tutto non riuscii a trattanermi (quanto ancora dovevo imparare?) e alla richiesta di domande alzai la mano, primo fra tutti i presenti, per quanto un Genin avesse solo da star zitto in una situazione del genere, tra beoti urlanti trascinati da un beota ancor più grande.
    Hokage-sama. Parlai chiaramente, cercando di modulare la voce e non lasciarmi trascinare dall'emozione, almeno in quello. La minaccia è concreta e tangibile...capisco perchè sia necessario che tutti siano pronti. Anche se un comizio era decisamente fuoriluogo, se non per la sua masturbazione da folla acclamante. Conosco le arti mediche e ho avuto modo di fare esperienza sul campo...potrei essere utile nelle retrovie o come medico da campo, se necessario. E tuttavia...mi chiedo se questa riunione abbia a che vedere anche con le ALTRE minacce alla sopravvivenza di Konoha e dell'Accademia tutta. Deglutii. Lei SA del rapporto sulla missione al Paese dei Fiumi conclusasi pochi giorni fa...lo ho consegnato immediatamente e chiesto udienza, ma visti i precedenti... Scossi il capo, lasciando cadere quel ramo del discorso. Ha intenzione di mobilitarci anche riguardo a quella faccenda, Hokage-sama? Non stavo svelando alcun segreto riguardo la missione, ma solo accennando a un dubbio più che legittimo, visti i recentissimi eventi.

    Se in qualche modo l'Hokage mi avesse dato retta, consentendomi di chiarire il problema, sarei stato inizialmente un pò spiazzato, preso in contropiede da tanta disponibilità...e tuttavia avrei serrato i pugni, cercando di mantenere un'espressione neutra mentre guardavo la gente intorno a me. Avevo sicuramente attirato l'attenzione...troppa per i miei gusti ma ormai era fatta, e tanto valeva parlare. Un profondo respiro e poi cominciai.

    Sono tornato da alcuni giorni da una missione nel Paese dei Fiumi. Una strana torre appariva e spariva in continuazione su un'isola a poca distanza dalla costa, e due gruppi, uno dell'Accademia e uno del Villaggio della Zanna, un'organizzazione nemica, si contendevano il controllo della zona per indagare il fenomeno. Entrambi i gruppi avevano perso i contatti con dei team mandati a esplorare. Nel corso di uno scontro diretto sull'isola, la torre è apparsa e ci ha risucchiato all'interno. Oltre ai mio gruppo, capitanato da Yume Kaguya di Kiri, e a quello della Zanna, un terzo elemento si era infiltrato...il Flagello Immortale Jeral, un nukenin estremamente potente e apparentemente dalla parte della Zanna, almeno all'inizio mentre un Mercenario di nome Feng Gu si è alleato con noi. La torre...la Colonna Evanescente, non era affatto un edificio ma una creatura gigantesca e sottoposta a un jutsu spazio-dimensionale, una specie di Henge mescolata al Richiamo, ma di immensa potenza, che la aveva trasformata contemporaneamente in una Torre parzialmente immersa in una dimensione alternativa. Sapevo che era una frase contorta da capire ai più...io stesso afferravo appena il concetto. E ovviamente nel rapporto non accennavo al fatto che Feng Gu fosse il mio Sensei. La Colonna era stata creata per sigillare il Kappa...una delle Armi di Iwa. Pare che circa tremila anni fa, poco dopo le guerre tra Indra e Ashura, a Iwa si fosse costituito un Villaggio, o qualcosa del genere, mentre il resto del mondo era ancora frammentato e dei clan attuali molti nemmeno esistevano. E in questo Villaggio crearono le Armi...come il Kappa e il Gashadokuro apparo a Tsuya di recente, al confine con il Paese delle Cascate. Difficile che qualcuno non sapesse di quell'eventoVedasi "Lo Spettro dei Miracoli". Ci fu una guerra e il mondo si unì per fermare Iwa e le sue sette Armi. L'esercito era guidato da sei persone, i tre Generali e i Tre Saggi...e vinsero, ma non trovarono il modo distruggere le Armi...ci fu uno scisma e alla fine solo i tre Generali rimasero, e ognuno sigillò quelle creature a modo proprio. Feci un profondo respiro. Il Kappa è una creatura alta quasi duecento metri, dotata di enormi tentacoli e della capacità di trasformare i cadaveri in mostri...e usarli. L'Arma che crea gli Eserciti.

    Abbiamo avuto modo di incontrare un'eco del Generale che creò la Colonna, un esperto di jutsu dimensionali di nome NuwaFuji. Un uomo...bizzarro. Ma dalle sue parole abbiamo avuto degli indizi su dove si trova l'altra Arma che ha sigillato: Komainu, l'Arma che squarcia l'Orizzonte. Da quel che ha detto, è capace di colpire a lunghissimo raggio e si trova in un posto che non può essere raggiunto da nessuno a parte lui. Subito dopo ha parlato di un oggetto che usava quando ancora combatteva: la Scala per il Paradiso, o Tengokuhenokaiden. Ha detto che è una specie di mezzo di trasporto...quindi forse usandolo si può raggiungere l'Arma, una volta capito dove si trovano l'uno e l'altra. Non so nulla di più riguardo a Komainu, ma su questo "mezzo di trasporto" ha detto che lo ha fatto seppellire nel suo mausoleo di famiglia, anche se NuwaFuji non è esattamente morto.
    Era un lungo discorso. Ha detto, nello specifico, che non sa se si trovi ancora dove lo ha lasciato, sull'Isola del Cerchio. Ho cercato sull'atlante ma non ne esistono con questo nome...anche se lui ha parlato di un qualche terremoto che ha colpito la sua terra natìa dopo qualche tempo dalla sua "morte" e che ne ha inabissato la metà. Avevo dei sospetti sulla posizione di quell'isola, ma preferivo che altri parlassero prima.

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    Quanto al Kappa...è stato temporaneamente disattivato, ma potrebbe riprendere a funzionare in ogni momento, e liberarsi dalla sua forma di Torre, dato che il jutsu che lo vincola è enormemente indebolito. Bisogna trovare un modo per distruggerlo.

    C'erano sicuramente molte domande che nascevano da quel mio racconto, volutamente abbreviato e rapido e forse essendo io un semplice Genin molti avrebbero avuto il coraggio di parlare e chiedere. In realtà il rapporto era assai più dettagliato e l'Hokage certamente conosceva già la risposta a molte delle domande che sarebbero state poste, ma pensavo che quella faccenda dovesse diventare pubblica, per il bene del villaggio e, di riflesso, della mia stessa Missione.
  24. .
    Fughe Pirotecniche
    V
    Pirates of Kirigakure


    Occultato, seguii Kairi con circospezione, attento soprattutto a non fare rumori eccessiviFurtività 3 mentre cercavamo di capire la situazione. Avevamo armi e viveri, e nessun nemico in vista nella stiva, salvo forse due persone che si intravedevano oltre la grata centrale dalla quale pensai bene di stare alla larga: meglio non rischiare. Ci sono nemici vicini...e anche di sopra, senti i passi? Sussurrai, alle spalle del bisunto marinaio in cui la ragazza si era trasformata. Onestamente ti preferisco nel tuo aspetto naturale, ma siamo in minoranza e dobbiamo trovare un modo per mantenere il vantaggio...e questa Henge è tutto ciò che abbiamo. Mi guardai intorno, attento soprattutto alle porte all'altro capo della stanza rispetto alla porta da cui eravamo usciti. Sono abbastanza sicuro che ci fosse un'altra persona, ho sentito due voci. E non ho sentito passi sulle scale, a meno che non si muova con passo felpato...quindi deve essere in una di quelle porte. Lasciai che lei verificasse, mentre con una Wakizashi appena recuperata tornavo nella stanza che era stata la nostra cella, finendo il marinaio che avevamo tramortito. Niente testimoni. Se Kairi mi avesse chiesto che fine avessi fatto le avrei semplicemente detto che mi ero assicurato che non ci fossero altre uscite, e ovviamente avevo chiuso la porta dietro di me, con cautela. L'Occultamento nascondeva il sangue, se non altro, qualora mi fossi sporcato.

    Impiegai qualche secondo per fare mente locale, dopo essermi equipaggiato di almeno due wakizashi e di quanti più coltelli da lancio possibile (avrebbero funzionato bene come Kunai o in corpo a corpo) mentre facevo il punto della situazione. Qualunque cosa facciamo dobbiamo evitare di farci sentire dai due là sotto, a meno di volerli attirare proprio in trappola... Mi guardai intorno. E qui abbiamo materiale per costruire ogni genere di trappola...dimmi, sai come si fa? Sei mai andata a caccia al laccio? Nelle foreste del clan Senju avevo trascorso giorni interi con l'obbligo di procurarmi da vivere solo tramite le trappoleStatistiche: Tutte le trappole sono Verde+2 tacche, con Furtività 3

    Conoscenza delle Trappole [3]
    Conoscenza: L'utilizzatore è in grado di costruire e piazzare trappole semplici. Forza e Velocità della trappola saranno pari all’Intuito dell'utilizzatore al momento della creazione, incrementato di 2 tacche. La Furtività della trappola è pari a 3 più il bonus Intuito al momento della creazione; non esiste una distanza minima di percezione. Creare una trappola richiede 1 slot tecnica/azione; piazzare una trappola richiede 1 slot azione. Impiegando uno slot gratuito lento è possibile collegare tra di loro uno o più inneschi di trappole già piazzate, perché scattino contemporaneamente; è considerata creazione di oggetti. Piazzare una trappola richiede slot azione. L'utilizzatore può utilizzare trappole contenenti fino a 4 Unità di oggetti; è possibile sfruttare senza limitazioni eventuali elementi ambientali per migliorare la propria trappola. L'utilizzatore può possedere in scheda trappole prefabbricate: il contenuto della trappola è considerata all'interno di un rotolo ed è sufficiente solo piazzare la trappola.

    Kit di Meccanismi per Trappole [Vario]
    Si tratta di un set di meccanismi utilizzabili per creare Trappole. Un Kit contiene il materiale per costruire i meccanismi di 5 trappole.
    Inneschi da Genin: Trabocchetto (botole e buche), Tensione di un filo (se tagliato, si attiva), Pressione, Tempo.
    Inneschi da Chunin: Vibrazione, Rumore, Calore.
    Inneschi da Jonin: Presenza di Chakra.

    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 50)


    Ai guardiano si consegnano le armi, non certo il materiale Vario, male che vada mi procuro dei surrogati dall'ambiente.
    , e mai nella stessa zona, proprio per affinare quella complicata arte. Non è molto complesso. Ma prima dobbiamo assicurarci che quella porta non si apra tanto presto. Feci cenno verso l'uscio dal quale sentivamo il russare. E che magari quando si aprirà, che lo faccia con un bel botto. Aggiunsi con un sorriso che diventava quasi crudele, adocchiando alla polvere da sparo che abbondava accanto ai cannoni (come utilizzarli altrimenti?)

    Speravo solo che Kairi non avesse remore di coscienza mentre impiegavamo qualche minuto per decidere la strategia d'azione. Si trattava di colpire duro e approfittare del caos per fuggire...e usare anche una bomba appositamente creata per sventrare la nave, dopo un certo periodo, ma questo non lo dissi. Se anche tu conosci l'arte delle trappole siamo fortunati, risparmieremo del tempo prezioso. Tra la combinazione di acqua e fuoco e questo potrei quasi dire che eravamo destinati a stare fianco a fianco in questa storia. Lanciai un nuovo piccolo tentativo di approccio. Se la Colonna mi aveva insegnato qualcosa era che avere relazioni con altri (per poterli usare) era fondamentale per qualunque missione. Come da piano, spostammo alcune casse di alimenti, badando di non fare rumore nè avvicinarci alla grata, per posizionarle davanti alla porta incriminata, quindi con un pò di polvere da sparo, dei chiodi recuperati sul posto (nessuna stiva che si rispetti non è fornita di chiodi) e dell'olio da cucina (fortunatamente trasportavano alimenti di ogni genere, altrimenti avrei cercato pece o altri combustibili che su una nave difficilmente mancano) approntai una Trappola IncendiariaInnesco (Pressione): Spostare le casse accumulate davanti alla porta solleva una piccola molla che stride sul metallo generando una scintilla su un sacco pieno di chiodi e polvere da sparo.

    Componenti:
  25. Abbastanza Polvere da Sparo da causare una esplosione di potenza 10 in un raggio di 50cm
  26. 3 Unità di chiodi che la polvere da sparo dovrebbe lanciare in ogni direzione...Potenza a discrezione del QM
  27. Olio sparso sulle casse e sulla porta che si incendi a seguito dell'esplosione, forse estendendosi intorno e causando un piccolo incendio.
  28. .

    Avevo chiesto l'aiuto di Kairi per spostare le casse, essendo lei più prestante di me sul piano fisico, e anche se la cosa mi pesava mostruosamente mi sforzai di inghiottire l'orgoglio: i compagni di squadra servono a coprire le proprie debolezze, come ogni utile strumento, quindi le sorrisi, incoraggiante, mentre recuperavo il materiale per la trappola. Tieni d'occhio le scale. Le sussurrai. E comincia pure a preparare qualcosa anche là. Lei sapeva il fatto suo, le avrei lasciato carta bianca...dopotutto dovevo dare l'impressione di essere un suo pari (cosa che ero in effetti) e non improvvisarmi leader. Non era salutare che io fossi un leader, dovevo diventare qualcuno degno di fiducia per avvicinarmi al Bersaglio, ma non qualcuno con ruoli di responsabilità o che spiccasse troppo. O almeno dovevo provarci. Il fuoco farà fumo e caos, ma non dovrebbe danneggiare troppo la nave...però attirerà la gente qui, dritta nella VERA trappola. Avevamo concordato di piazzare delle trappole sulle scale, sia ascendenti che discendenti, proprio per quel motivo.

    Kairi intanto aveva quasi sicuramente concluso di sistemare le trappole in una delle rampe di scale e stava certo per mettersi sulla seconda, dallo stesso lato, quindi io mi preoccupai della coppia dal lato opposto. Con un Kunai tagliai i fili di sostegno di due Amache, stendendole a terra. Erano resistenti e se reggevano il peso di un uomo potevano ben reggere tre o quattro palle di cannone, a maggior ragione se legate assieme con un filo centrale. Posate con attenzione le sfere metalliche nella tela, la disposi a mò di sacco, appenendola poi con molta cautela e dovendo persino impastare del chakra per il pesoImpasto ½ Basso Forza +2 da sostenere, ma la sistemai. Poi preparai un semplice innesco a filo sul terzultimo gradino (a salire) così da non dovermi sporgere troppo di sotto o scendere risultando così individuabile, nonostante l'Occultamento. Certo, un'amaca raccolta a sacco in cima alle scale mentre si saliva poteva attirare l'attenzione, ma questo avrebbe distratto dal filo a terra verosimilmente, e la confusione alimentata dal tre palle di cannone che ti cadono addosso mentre fai le scale avrebbe accentuato le possibilità di successo della mia Trappola AppesaInnesco (Filo): tagliare o stirare il filo fa srotolare rapidamente l'amaca appesa, facendo cadere le palle di cannone nella tromba delle scale, verosimilmente in testa al malcapitato

    Componenti: Filo di Nylon, Palle di cannone di Potenza a discrezione del QM, Amaca.
    .

    Immediatamente dopo, senza troppi sotterfugi, usai una delle balestre opportunamente piazzata per lanciare, dalla cima di un barile, un quadrello che avrebbe mirato al petto della prima persona che avesse messo piede a terra scendendo le scale, mentre subito dopo un semplice sistema di lacci avrebbe lanciato un gran numero di Kunai (o quel che erano) bersagliando dal lato tutti gli ultimi gradini. Era una Trappola a DardiInnesco (Pressione): davanti all'ultimo scalino è stato messo un pezzo di tela per coprire l'innesco a pressione che, se calpestato, fa scattare le varie armi.

    Componenti: Balestra con 1 dardo e Potenza in base al dardo (non è specificato)
    6 Kunai che mirano a chi si trova sulle scale
    semplice ma assolutamente efficace, usata parecchie volte quando cacciavo. Oltre alle trappole con innesco più elaborate avevo poi aggiunto un altro piccolo sotterfugio, versando l'olio rimanente sul pavimento ligneo, tra le scale e il corridoietto in cui avevamo bloccato la porta. Non solo sarebbe stato pericoloso se l'incendio si fosse esteso, ma avrebbe reso difficile avvicinarsi per chiunque, forse facendolo scivolare.

    Chiaramente se qualcuno ci avesse interrotto avremmo dovuto agire di conseguenza, ma speravo che tutto filasse liscio.

    L'idea di fondo era levarci rapidamente di torno, lasciando un diversivo che fosse potenzialmente letale verso i pirati che ci avevano rapito. Se anche i nemici addormentati non si fossero svegliati facendo scattare la prima trappola e quindi scatenando il putiferio. Dobbiamo salire adesso. Avrei detto a Kairi. Trovare una via d'uscita è fondamentale, come una scialuppa. Fatto quello potremo pensare a eventuali altri prigionieri. In realtà pensavo a salvare me stesso! Non era strettamente necessario salvare altri...tanto che avevo tenuto da parte un pò di polvere da sparo, mettendola in una tanica metallica vicino al resto della polvere, ammucchiata vicino a una parete e seminascosta dalle casse e dai cannoni. Se Kairi avesse acconsentito a salire mi sarei attardato di sotto, accendendo un semplice innesco a tempo (una corda oliata, che avrebbe bruciato per circa 40 minuti prima di raggiungere la carica di polvere) così da avere una bomba che causasse il caos e facilitasse la fuga casomai avessimo problemi. Ho messo la polvere tutta da una parte...se servisse le daremo fuoco come atto disperato. Non serviva informare del "timer" la mia compagna...avrei detto, in caso di problemi, che avevo sbagliato il dosaggio della polvere probabilmente, e che ero dispiaciuto, per non dire affranto. O magari avrei inventato qualcosa di meglio, ma non me ne sarei andato da quella stiva senza un'assicurazione come quella. Intanto, Occultato, la avrei seguita di sopra se lei avesse accettato...e quel che avremmo fatto al ponte superiore era interamente in mano a lei.

    Edited by Febh - 21/2/2017, 23:41
103 replies since 27/8/2015
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