Posts written by Roroo 2.0

  1. .

    Ricordi, Memorie e Sangue


    Villaggio di Tsuya - Chapter VIII




    Sapeva fin dall'inizio che il Bjuu avrebbe avuto la forza per schiacciare il Vuoto come un castello di origami; il demone aveva giocato d'astuzia e per l'ennesima volta era caduto preda del suo controllo, ma la colpa era solo sua, incapace di imparare dagli errori passati. Pur di soddisfare la sola curiosità malata di Akira, che aveva le sue colpe, aveva messo in pericolo se stesso. Senza un cambio di rotta, sarebbe rimasto un pessimo Jinchuuriki

    Perso il contatto con il mondo reale, esiliato in quel deserto così carico di potere e significati, Masayoshi sbiancò quando si ritrovò il Rokubi affianco, apparso senza emettere alcun rumore. Era maestoso, immenso quanto una montagna, grondante di bava acida e con due antenne lunghe almeno sei metri ciascuna. La sua presenza avvelenò l'aria in pochi istanti, rendendola calda e nauseabonda. L'odio ribolliva dentro e fuori l'Esacoda, come una pentola in pressione, e solo osservandolo, il Chunin ebbe l'impressione di essere il protagonista del sogno di morte del Bjuu, desideroso di ucciderlo nel peggiore dei modi, con quel chakra corrosivo che avrebbe sciolto le sue membra in meno di due secondi.

    CITAZIONE
    Cosa succede? Di nuovo questo deserto? Cosa pensi di fare con il tuo Vuoto?



    La sua voce cavernosa echeggiò fino ai confini invisibili di quel luogo fuori dal tempo e dallo spazio conosciuto.
    Niente, vorrei solo essere pronto per domani Rispose Masayoshi con la sua solita gentilezza, in un sussurro appena percettibile. Aveva ben nascosto il pentimento per aver sfoderato il Vuoto contro di lui. Per un momento pensò di scusarsi, ma non lo fece.
    ...Quando dovrò liberare Hoshikuzu-sama E con quel pensiero, lo Shokuto osservò i granelli di sabbia sotto ai suoi piedi, contenitori di informazioni, poteri e segreti che prima o poi avrebbe dovuto decriptare, meglio se prima dell'incontro con i ninja dei Kurotempi. D'istinto cercò il sassolino bianco, ma in quel mare multicolore, dal rosso, al verde fino ad arrivare al viola, il Chunin spostò la concentrazione su di loro.
    Non aveva la capacità intellettuale per decifrare quel luogo che ogni volta gli appariva diverso, perciò si aggrappò all'unica sua sicurezza, dimostrata solo qualche minuto prima: non esistevano direzioni, solo una mega sfera che, inglobando lo spazio circostante, gli avrebbe permesso di afferrare qualsiasi oggetto allungando la mano.
    Qualcosa di stupido, specie se equiparato al potere di Lianshi, ma in un combattimento le sue implicazioni sarebbero state notevoli. L'unico limite risiedeva nella sua fantasia.
    Chiuse gli occhi, cercò di visualizzare quella sfera e allungò la mano sopra di sé, verso il cielo privo di stelle. Le sue dita sembrarono affondare nella sabbia, e quando abbassò lo sguardo verso terra, aprendo le palpebre, vide con chiarezza l'impronta della sua mano.

    Al contatto con la sabbia rossa Masayoshi si sentì risucchiare all'interno. Qualsiasi cosa fosse, si ritrovò al centro di un sentiero ghiaioso, tra due blocchi di roccia che spuntavano dal terreno come piccole montagne. La loro forma era familiare, così come il colore e il luogo.
    L'Abete. Ora che aveva spostato lo sguardo davanti a sé, vide Akira Gen sferrare un attacco prima contro il Mercenario poi contro Masayoshi, con quelle misteriose spade che erano in grado di muoversi con il pensiero. Un istante dopo, si ritrovò avvolto nel chakra demoniaco. E come accade spesso nei sogni, l'ambientazione mutò al primo cenno di lucidità.

    Si ritrovò disteso su un pavimento polveroso, vicino a una cassa in legno decorata con simboli e sigilli. Aveva i muscoli delle gambe e della braccia indolenziti e una forte pressione allo stomaco. Sentì qualcuno avvicinarsi a lui, chiamandolo per nome. Era Hoshikuzu, stanco e stremato dal jutsu di contenimento appena completato. Lo vide aprire le labbra, ma dalla sua bocca non usciva alcun suono e lui non sembrava accorgersene. Difficile dire se fosse una memoria o elaborazioni della sua psiche.
    A ogni modo, la stanza si sgretolò e il chunin si ritrovò preda delle tortura inflittagli dal Rokubi nel loro primo contatto. Ciò che era durato minuti, per sua fortuna si consumò in pochi secondi. Si vide ricoperto di acido, a terra e in lacrime.
    Non so come sia riuscito a farcela. Si chiese, immerso nelle sue stesse urla e nauseato dall'agghiacciante odore dei muscoli liquefatti dall'acido del Rokubi. Quella puzza così forte, di sangue e budella, risvegliarono i ricordi dell'assalto dei Kijin, quando il suo villaggio ai confini dell'Anarouch era stato dato alle fiamme.
    E da lì le sue memorie lo investirono come un fiume in piena. Ricordi, immagini e sensazioni si alternavano senza sosta, costringendolo a subire forti emozioni, spesso contrastanti, in tempi che rasentavano il secondo.
    Le sorprese non finirono lì; con enorme stupore, si ritrovò spettatore di ricordi che non gli appartenevano: fu dietro Hoshikuzu quando Haruki il monaco gli confessò di volersi ritirare alla vita monastica, poi osservò gli attacchi di un uomo in grado di evocare le donnole, infine, in un villaggio molto diverso da Suna, lo Shokuto conobbe un uomo alto, distinto, con in mano uno strumento allungato, simile a un flauto, da cui uscivano bolle di sapone. Quando incrociò gli occhi dello strano ninja, il profugo capì tutto. Aveva già visto occhi simili, l'espressione di chi è costretto a convivere notte e giorno con un Bjuu come coinquilini.
    Sono tuoi ricordi. Mormorò al demone, mentre il deserto riappariva davanti a sé, immutato. Non osò rivelare nulla al suo compagno di avventure. E qualora ci fosse stata una sua domanda in proposito, Masayoshi si sarebbe affrettato a infilare la mano nella sabbia. Aveva già capito che il deserto stava dialogando con lui attraverso i granelli di sabbia.

    Si ritrovò nella piazza di Suna, sotto al verme della Canzone che aveva contribuito ad abbattere; poi nel tempio insieme al Mercenario, appena iscritto all'Accademia e invischiato in una pericolosa missione per il recupero dei Kiseki. Vedersi così piccolo fu traumatizzante. Sembrava un bambino rispetto a Feng Gu, che a differenza del primo era rimasto tale e quale al ninja dell'Abete.
    Le labbra si piegarono in un sorriso divertito quando ricordò di essersi accovacciato a terra, a mò di tartaruga, per esporre solo la parte indurita dal suo jutsu.

    Cosa diavolo! Un forte rumore lo fece sobbalzare. Con i timpani doloranti, Masayoshi si voltò verso destra, in una stanza ornata con armi, bandiere di Suna e altri oggetti incorniciati. Con lui vi era un uomo che non aveva mai conosciuto, concentrato nel forgiare quelli che sembravano dei piccoli innocui sassi colorati.
    I Kiseki? Si chiese, cercando di capirci qualcosa su quella e sulle altre visioni.
    Prima il demone, poi i Kiseki.
    Non ci furono pause. Affamato e conscio dei dolorosi ricordi che custodiva nel suo cuore, alcuni sicuramente dimenticati, Masayoshi si gettò nella sabbia come un naufrago che vede terra.

    A contatto con i granelli gialli, o viola, il deserto vorticò come un mulinello e scomparì, lasciando Masayoshi solo nell'ufficio dell'amministratore Haruki, determinato a usare la sua sacra arte per metterlo in contatto con il suo nonno defunto. Vide quest'ultimo, ne sentì la voce e l'ordine di dirigersi verso l'Anarouch, dai suricati che decenni prima lo avevano reso un loro ninja. E lui lo aveva fatto. Vide il suo pollice insanguinato far pressione sul contratto di evocazione. Nemmeno il tempo di sorridere che si trovò a un passo da Fudoh, pronto a sconfiggerlo con il Kunai gigante. Sobbalzò e mise le mani a difesa del suo busto.
    Cosa stai facendo? Aveva Lianshi davanti a sé, stupita dalla volontà del ragazzo di proteggerla contro due Hayate. Poi vide l'Hokage in compagnia della Muuga, e insieme tentare di sconfiggere quella bambina che custodiva l'anima della Speranza di Hayate. Dopo ci furono altri visioni, su uomini e donne con cui Lianshi aveva vissuto all'Abete. Conobbe Caocao e Xu Shu, poi anche altri Guerrieri del Vuoto.

    Quando riemerse dal pozzo delle visioni, ansimante, la fronte grondava di sudore.
    Più dolori che gioie. O forse orrori. A ogni modo, davanti a sé, il deserto era tornato ad essere un semplice mare dorato. Udì qualcosa, come un richiamo impercettibile provenire alla sua destra. Non un suono, ma una chiamata, un sussurro telepatico che lo invitava a voltarsi e ad abbassare lo sguardo. Fu in quel momento che i suoi occhi videro il granello bianco tanto cercato.
    Non fu necessario riflettere su come raccoglierlo, d'istinto allargò il braccio sinistro verso l'esterno e chiuse il palmo. Sotto di sé la sabbia si mosse, ma le sue dita avevano impattato qualcosa di estremamente duro.
    Cosa... attorno al granello vi era una patina viola.

    CITAZIONE

    Cosa pensi di fare, moccioso? Mi avete seccato! Tu, il Vuoto, tutta questa buffonata! Abbandona ogni speranza e soccombi al mio veleno! Alla tua incapacità!


    Il demone aveva deciso di remargli, per l'ennesima volta, impedendogli di ereditare il potere di Lianshi. Lo minacciò, come suo solito, ma in quel momento il chunin ebbe la sensazione che l'Esacoda facesse sul serio, e davanti alla possibilità di poter soccombere, Masayoshi trovò il coraggio per perdere la pazienza.

    jpg


    Si voltò verso il demone con gli occhi iniettati di sangue, iracondo come non lo era mai stato prima, e senza pensarci sferrò uno schiaffo al Rokubi.
    Non ci furono impasti o potenziamenti, il malrovescio con la mano destra puntava a colpirlo su un fianco, sulla zona a lui più vicina. Complice la rabbia o i ricordi vissuti, l'influenza del Vuoto entrò in azione: un istante prima dell'impatto, il Bjuu avrebbe visto il colpo provenire dalla direzione opposta, come se il ninja della Sabbia fosse dal lato opposto.

    Mi hai stufato! Tuonò a gran voce, così bollente di rabbia da non accorgersi di aver sfruttato il potere del Vuoto. Non ci sarebbe stato nè rimorso né stupore per ciò che aveva osato fare. Tutti quei flashback lo avevano aiutato a tirare le somme della propria vita e il risultato gli era apparso chiaro: aveva sofferto troppo a causa del Rokubi.
    Farai ciò che io ti dico di fare, ovvero rientrare nella tua gabbia e restarci! Imparerò a usare il chakra del Vuoto, se non ora fra dieci anni, non importa! Non ho bisogno di te e dei tuoi insulti! Ti lascerò marcire in quella gabbia per il resto dei tuoi giorni se oserai minacciarmi ancora. Le vene sulla fronte pulsavano di rabbia.
    Non sto scherzando. Non sei riuscito a liberarti da chi sfruttava il sapone in combattimento, quindi non pensare di riuscirci con me! Farò in modo che tu marcisca in un vaso, per l'eternità, fino a quando sarà trascorso troppo tempo per ricordare chi eri.
    Concluse, con l'indice davanti al suo volto, determinato a liberare il potere del Kiseki nel caso fosse stato necessario costringerlo all'obbedienza con la forza.
    Il tempo delle minacce era terminato, come la sua pazienza.

    E se il demone avesse deciso di abbassare il capo, lo Shokuto avrebbe cercato di afferrare il fatidico granello bianco.
    Altrimenti ci sarebbe stato uno scontro interno; Masayoshi non aveva intenzione di mollare l'osso.


    f
    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità: 500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///





  2. .

    Masu, Eraya e il segreto di Takashi


    Post XII - Villaggio della Cascata



    Gli occhi di Eraya scivolarono su di lui. Aveva catturato la sua attenzione. La donna sembrò sorridergli prima di socchiudere le labbra per rispondere alla sequela di domande del bambino, concentrato nel carpire la reazione della neo madre alla falsa notizia del ritorno di Irune.
    Sono stati rapidi. Pensò, quando udì dei passi, seguiti da tintinnii metallici, rintoccare alle sue spalle come lancette di orologio. Dall'entrata della Sala Grande, una guardia avanzò verso il tavolo della Signora. Lo vide avvicinarsi a lei, coprirsi le labbra con una mano e sussurrare qualcosa di cui Yukine era a conoscenza.
    Negli occhi di Eraya non comparì alcuna emozione: né stupore, né gioia e né rabbia. il piccolo otese rimase immobile, interdetto da quella situazione che avrebbe definito surreale, sconfitto dall'assenza di reazioni della donna.
    Era così sicuro di cogliere Eraya nel momento di massima vulnerabilità che rimase a fissarla come un pesce fuor d'acqua. Forse peccava di esperienza, aveva solo undici anni e il mondo degli adulti gli era sconosciuto... oppure la donna era innocente.
    Ma un briciolo di sorpresa sarebbe dovuta esserci.

    Mi permetta di scortarla insieme alle sue ancelle. Si accorse di non aver mai interrogato una di loro, ma il tempo scarseggiava così come le possibili azioni che avrebbe potuto intraprendere man mano che Eraya procedeva verso la falsa Irune. Doveva fermarla, senza armi né jutsu. E nel mentre le due guardie erano scivolate dietro di lui. 
    Lei sapeva del diario di Takashi? Lo abbiamo trovato nella sua stanza. È piuttosto pieno di fatti che....penso....sarebbero dovuti rimanere segretiLa voce del bambino era cambiata.
    Erano soliti scambiarsi di persona, anche in età adulta, forti della loro somiglianza...lei ha avuto qualche sospetto in tal senso? Se si fosse voltata verso il bambino, avrebbe notato il diario citato sulla mano destra.
    Tra i due, sarebbe stata in grado di riconoscere il suo Akashi? Avrebbe dato l'impressione di sapere molto sulla coppia più importante della famiglia Takahashi.

    [...]



    Come prevedibile, la notizia di Irune aveva raggiunto ogni angolo della magione e davanti alle stanze degli ospiti sciamavano un vespaio di persone: da Eraya, Masu al presunto Akashi, che di Irune non sembrava importargli molto. Il ragazzino sospettava l'insospettabile. L'idea che Akashi fosse in realtà Takashi aveva iniziato a ronzargli nella mente da tempo, ma l'aveva bollata come qualcosa di troppo assurdo, privo del coraggio necessario a percorrere quella via. Senza più idee, con Eraya che era in grado di celare ogni sua emozione, Yukine rimase appiccicato a lei per monitorarne il comportamento. Varcata la soglia della stanza, la donna si era avvicinata subito alla falsa Irune, rivolgendosi a lei con vezzeggiativi che nascondevano altri sentimenti.
    Quando il ragazzo gridò di dolore, o forse solo per la sorpresa di una piccata non attesa, il Genin si trovava abbastanza vicino da capire che qualcosa era accaduto in sua insaputa. Cercò di mostrarsi ignaro e con la scusa di una visita puntò il suo sguardo sul collo del Genin.
    Una puntura? Vi era un puntino rosso sul suo collo.
    Merda. Cosa era stato iniettato? Non può ucciderlo qui. Sarebbe stato uno sciocco errore: avrebbero avuto il via libera per rimanere altri giorni e buttare per aria ogni stanza.
    Nessun ematoma e il soggetto respira normalmente. Si voltò verso la porta, cercando di intercettare lo sguardo di Akashi, ma a fissarlo fu Masu, che si avvicinò visibilmente preoccupato per lo stato di salute di Irune.

    CITAZIONE
    Direi che è meglio per Irune fare un salto in Infermeria e poi riposare lì, non preoccupatevi farò in modo che venga sorvegliata a vista. Non permetterò a nessuno di avvicinarsi senza il mio consenso e con nessuno intendo nessuno..

    CITAZIONE
    No, niente infermeria per favore... Vorrei solo distendermi un po' qui e parlare con i funzionari accademici. Non voglio guardie... quell'uomo indossava l'uniforme.

    La sua voce si era fatta debole. Avrebbe dovuto aiutarlo, chiamare qualche dottore o pretendere un antidoto per veleni, ma l'ultima frase della falsa Irune gli aveva appena suggerito un piano d'azione. Se l'uomo era una guardia, Masu ne avrebbe dovuto rispondere per il suo ruolo di capitano.
    Appoggiò la mano sulla fronte del suo collega per monitorarne la temperatura. Niente febbre. Poi la mano scese sul collo e in pochi secondi ebbe informazioni sul flusso sanguigno.
    Non è in pericolo di vita. Forse gli era stato somministrato un sonnifero o un calmante.
    Lasciò Kyuke con Noroi e uscì, affiancando il capitano della guardia.

    Vorrei parlarle proprio qui dove ci troviamo. Ora sembrano essere coinvolte delle guardie. Lei ha qualche sospetto? Non devo ricordarle che lei è responsabile delle guardie. E mi sembra strano che né Eraya né Akashi abbiano detto qualcosa in merito. Perché tentare di uccidere Irune se Takashi si è suicidato?
    Quando chiese di Noroi, fu Yukine a rispondergli.
    Noroi sta indagando su ciò che abbiamo scoperto nel diario di Takashi. Disse, mostrandogli il diario. La sua voce era divenuta fredda e severa.
    Akashi e Takashi si scambiavano sai? Secondo Takashi, nessuno era in grado di riconoscerli. Akashi saltava le lezioni del padre e i doveri di marito con Eraya. Le risulta? Capisce la portata della situazione? E qualche secondo fa Eraya ha finto affetto per Irune. Fissò i suoi occhi.
    Mi dica...chi è il ragazzo che negli ultimi tempi aveva legato di più con Takashi? Era Masu?


    Chakra: 19/20
    Vitalità: 10/10
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 200
    Velocità:  200
    Resistenza: 200
    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Lama Interna × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Charkam × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Wakizashi × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1

    Note
    ///
  3. .
    Benvenuto :asd:
  4. .

    Nettare dell'Orchidea - La nuova base dell'Oleandro


    Chapter XVI - Amegakure



    Sogghignò quando gli eventi degenerarono come aveva previsto: recitato l'haiku con un enfasi che non gli apparteneva, la reazione di Jaro permise all'Oleandro di intuire che in quei poetici versi vi erano reali riferimenti alla potente famiglia Umezawa.
    L'incredulità di Jaro ebbe vita breve.
    I lineamenti facciali del musicista si deformarono come l'Oleandro aveva desiderato, la paura era penetrata nel suo cuore, facendogli credere che l'errore compiuto, fidandosi di lui, era già sufficiente per condannarlo a morte.
    Nel peggiore dei casi, Namae si sarebbe atteso una reazione violenta da parte del musicista, ma quest'ultimo era troppo esperto per lasciarsi condizionare dai sentimenti. Lo vide tremare di rabbia, frustrato all'idea di essere stato ingannato e tradito da quel ninja che fino ieri non era nessuno, e che aveva aiutato ad affermarsi nei bassi ranghi dei Fiori. In ebollizione, il Nukenin di Oto cercò di calmarsi e di trovare la soluzione ai suoi problemi, ma il suo destino era fin troppo prevedibile: Lord Goemon non lo avrebbe perdonato per quel ritardo di cinque minuti. E Lashmi ci sarebbe andata di mezzo, perché quel Principe era la peggiore feccia di Ame.
    Namae assistette alla genesi della sua decisione, rimanendo immobile e in silenzio. Come lui stesso aveva fatto qualche ora prima, Jaro compì la sua scelta.
    Namae non esultò né sorrise quando il musicista decise di assecondarlo. Si limitò ad annuire, felice di essere riuscito a guadagnare altro tempo, ma il costo di quella vittoria sarebbe stato, forse, il disprezzo di coloro che fino a quel momento aveva considerato amici. Un prezzo alto ma necessario.
    Sarà solo un livido, promesso. Caricò il braccio destro e colpì con discreta forza. A quel pugno, ne seguì un altro, poi un terzo e infine un quarto. Fu più difficile di quanto pensasse perché non aveva mai ferito un suo amico.
    È per proteggerlo.Si promise, mentre colpiva altre due volte.
    Il musicista si ritrovò a terra, con il volto insanguinato ma con i denti a loro posto.
    Mi dispiace Jaro-sama. Aveva vinto, ma il suo amico non lo avrebbe perdonato per il tradimento. Le loro vite avrebbero preso strade differenti.
    Perdonami. Non lo meritavi. Lo fissò.
    Ti ringrazio per tutto ciò che mi hai insegnato. Non lo aveva mai ringraziato. Lo fece in quel momento, con la voce strozzata dalla tristezza per quel rapporto di amicizia spezzato.
    Sperò con tutto il cuore di rincontrarlo, altrimenti, oltre alla minaccia a Hounko, Namae avrebbe avuto un altro valido motivo per uccidere Lord Goemon.

    [...]



    I giorni successivi alla missione furono intensi e impegnativi. Conobbe altra gente, altri affari e altri obiettivi. La sua vita era stata stravolta.
    La notte in cui fu invitato dall'Asso dei Fiori, l'Oleandro si presentò con il suo abito migliore. Lo aveva acquistato per l'occasione.

    jpg



    Seduti come due normali criminali, la serata si consumò all'insegna dell'alcool. Non vennero servite droghe né ragazze (o ragazzi) da sfruttare per sfogare le proprio pulsioni. Come due amici di vecchia data, posizionati uno di fronte all'altro, bevvero diversi tipologie di liquori, molte delle quali illegali. Oltre ad essere un Asso, Toshiro era un esperto conoscitore di sostanze alcoliche. Descrisse i loro sapori con lo stesso ardore di un artista.

    Riuscì a godersi la serata. Il sole iniziava a mostrarsi all'orizzonte quando Toshiro gli fece scivolare una penna e una pergamena davanti agli occhi. Annebbiato dai fumi dell'alcool, Namae prese il foglio tra le mani.
    Lo lesse una volta e riuscì a malapena a vedere qualche lettera. Alla seconda lettura, capì giusto qualche frase. Al terzo tentativo, stropicciandosi gli occhi, capì di cosa si parlava e fece fatica a crederci.
    Era un atto di vendita. O qualcosa del genere. Firmandolo, l'Oleandro sarebbe diventato proprietario di quel locale. Con tutti i vantaggi e gli svantaggi. Avrebbe potuto crearsi il suo primo portfolio di clienti.
    Grazie mille. Lo ringraziò, incredulo e quasi commosso per la fiducia ripostagli dopo il rischio che aveva corso con Lord Goemon.
    Io pensavo che questo incontro fosse la sua ricompensa. E invece questo Agitò il foglio è molto di più. Lord Goemon non lo aveva mai premiato, né con conoscenze né con una proprietà.
    Prese la penna, la immerse nell'inchiostro e firmò, inserendo a lato del suo nome quello che sembrava essere un Oleandro.
    Nettare dell'Orchidea. Avrebbe trasformato quel locale in una base operativa, in un covo, in un luogo che avrebbe fruttato al Seme migliaia e migliaia di Ryo. Qualcosa che avrebbe fatto concorrenza persino all'Esclusivo.

    Ti mostrerò cosa saprò fare. Promise. Era lui il proprietario del nuovo Nettare dell'Orchidea.

    Chakra: 88.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///






    Ringrazio Gene e Febh per questa giocata :riot:
  5. .

    Riposo - Veleni - Partenza per il Tempio


    Chapter XIV - Villaggio della Zanna



    [L'arrivo alla base della Resistenza]


    Chissà cosa sia accaduto. La chioma nera era stata consumata dalle fiamme, insieme agli abiti e lo strato di pelle superficiale che appariva di un rosso innaturale e doloroso alla semplice vista. Non fu uno spettacolo piacevole nemmeno per lui, che di ferite e squarci sapeva di averne viste parecchie.
    Debole come un ramoscello in procinto di spezzarsi, la ragazza galleggiava tra la vita e la morte. Il suo respiro impercettibile poteva spegnersi da un momento all'altro.

    Davanti a quella vita appesa a un filo, le richieste che avrebbe dovuto avanzare al medico avevano già perso importanza. Oltre il corpo di Michi, disteso su una branda che i ninja avevano provveduto a pulire, vi erano Setsuna e Feng Gu. Avevano entrambi un espressione addolorata. A giudicare dal dolore che sgorgava dal volto della Fenice, per Namae non fu difficile ipotizzare che quella fanciulla fosse la ragazza che aveva giurato di salvare.
    Non ebbe il coraggio di avvicinarsi al suo amico.
    Ignaro della verità, Namae aveva pensato di avvicinarsi all'Asso per rincuorarlo con un gesto o una frase, ma una parte di sé lo additò come un debole per averlo solo pensato. Nella lotta interiore tra le diverse sfumature del suo carattere, prevalse quella più cinica e orgogliosa: non era una buona idea immischiarsi nei sentimenti della Fenice.
    E forse fu meglio così.
    Rimase a debita distanza, con gli occhi sul medico del clan Chiba, sconvolto e preoccupato per le condizioni critiche della ragazza, che necessitava di un letto pulito, attrezzature migliori e conoscenze che andavano oltre quelle in suo possesso.

    [Post interrogatorio]

    Prima di lavorare sui veleni, Namae si avvicinò al gruppo che aveva assistito all'interrogatorio del Sekai, condotto da Maschera Tre, in compagnia di Goemon e altri ninja della Zanna.
    Le informazioni che avevano ottenuto non furono molte, forse meno di quanto sperato, ma non fu per incapacità del ninja della Zanna: il Sekai aveva la mente devastata da tre coscienze ben distinte ed esse avevano collaborato per difendere la loro causa, Kiyomaru e il cosiddetto Progenitore, che Feng Gu credeva essere l'Ex Asso di Cuori.
    Scandagliare la mente di tre persone con un singolo jutsu doveva essere parecchio complesso.

    Pensate che il Naos sia stato costruito per essere raggiunto da un gruppo ristretto di persone? Questo pozzo potrebbe trovarsi in cima al tempio. Costruttivamente possibile. Tirò un lungo sospiro. Ma se questo pazzo non è stato mai ai piani superiori, forse l'accesso è al piano terra, in un luogo nascosto. Aveva trovato il coraggio di dare voce alle sue idee.
    Rispetto al Namae di qualche ora prima, l'Oleandro appariva più sicuro di sé. Di ritorno dal quartiere Atori, si sentiva parte di quel villaggio nascosto agli occhi di tutti.

    [A lavoro sui veleni]

    Sciolta la mini riunione, Namae dovette rinunciare all'aiuto del medico Chiba, ancora indaffarato con le cure per la ragazza recuperata da Feng Gu.
    Ad aiutarlo si propose Tsubaki-sama. Si era avvicinata a lui con la stessa grazia con cui era apparsa per la prima volta nella miniera che si erano lasciati alle spalle. Anche in quella caverna oscura e intrisa di odori spiacevoli, che lei provvedeva a rendere sicura grazie alla sua abilità, la capoclan brillava come una stella in una notte priva di costellazioni.
    Grazie mille, mettiamoci al lavoro Avrebbe potuto chiedere del Loto Nero, ma la preparazione dei veleni richiedeva grande concentrazione.
    Un piccolo errore nelle dosi e tutto il materiale offerto dalla Zanna sarebbe andato sprecato. La fiducia che avevano posto in lui doveva essere ripagata con un prodotto eccelso, anche in vista di un possibile canale di rifornimento tra Ame e la Zanna. Lavorò per ore con assoluta calma e nessuno giunse a disturbarlo.

    jpg


    Ottimo. Commentò, dopo aver lavato e riposto nel kit da erborista il suo ultimo strumento.
    Aveva prodotto ben cinque dosi di veleno, pari a mezzo litro di liquido ambrato che aveva lasciato raffreddare per venti minuti all'interno di un becker. Poi lo aveva travasato in alcune piccole fiale che Tsubaki che gli aveva consegnato. [Veleni ed Equip]250 crediti di equipaggiamento. Competenza Erborista. Creazione di cinque dosi di Veleno C1, cinque di C2, cinque di Allucinogeno (ipotizzo 50 crediti)

    Senza il medico e il suo tonico di recupero, Namae accantonò l'idea di aprirsi l'avambraccio. Si limitò a un piccolo squarcio, di soli due centimetri, da cui sgorgò il sangue necessario per produrre due dosi di ormoni da consegnare a Feng Gu e Maschera Tre. [Danni e Ormoni] Una leggera di danno. Due Unità in totale. Consumo Chakra: 1/2 Basso Produrne anche per Goemon e la Mikawa sarebbe stato un azzardo. Ferirsi in modo grave prima dell'assalto al Tempio non sarebbe stata una mossa intelligente, soprattutto se messa a confronto con gli effetti blandi e poco duraturi dei suoi ormoni, utili per ritrovare le energie e lo spirito combattivo perduto.
    Il momento della consegna giunse da lì a poco, quando il team di assalto si riunì nuovamente ai margini della grotta allestita a ospedale da campo.
    A ogni ninja consegnò i tre tipi di veleno. Nei palmi di Maschera Tre e Feng Gu cadde una quarta fiala, rossa alla vista e calda al tatto.

    CITAZIONE

    Namae-san, per caso puoi produrre anche una dose di questa adrenalina, o di qualsiasi cosa possa aiutare, Michi Kujo?


    Si voltò verso il Mercenario, sorpreso dalla richiesta avanzata da Feng Gu. Lo stupore lasciò posto a un sorriso pieno di entusiasmo.
    Certamente La ferita al braccio era ancora aperta. Forse sarebbe meglio farglielo ingerire direttamente. Dovrebbe far effetto anche se assunto via mucose, tramite ingerimento o contatto interno. Non sono necessarie trasfusioni.
    Se i ninja della Zanna avessero acconsentito, l'Oleandro avrebbe raggiunto il corpo di Michi, disteso su una branda e sorvegliato dal medico del clan Chiba.
    Sotto la supervisione di quest'ultimo, a cui avrebbe descritto in poche parole le abilità legate agli ormoni per permettergli di intervenire qualora ci fossero state complicazioni, lo smemorato avrebbe fatto cadere gocce di sangue sulle labbra della kunoichi. O direttamente nella bocca. [Ormoni] Una leggera di danno + Mezza Leggera. Una Unità in totale. Consumo Chakra: 1/4 Basso
    L'adrenalina avrebbe fatto il resto.

    [Nel tunnel]


    Non valeva la pena rinviare ciò che doveva essere fatto.
    Ora che conoscevano gli attori in gioco, le loro forze e il luogo in cui si trovavano, la Zanna doveva sferrare il suo contrattacco. Tra le sue fila, al fianco di ninja del calibro di Feng Gu, Maschera Tre e Goemon, spiccava un uomo apparentemente simile a Miyagi del Loto Nero, ma con abilità, forse, notevolmente inferiori all'uomo scomparso.
    Sono il più scarso del gruppo Constatò, come se fosse una costante di tutti i giorni, mentre seguiva la comitiva alle spalle della ragazza Mikawa.

    Prima del bivio che li avrebbe condotti al Tempio, il Mercenario diede inizio a una riunione di coordinamento.
    Concentrato sulla missione, Namae buttò un occhio nel tunnel in cui si sarebbero dovuti infilare. Notò dei giochi di luce riflessi sulla nuda roccia, provenienti dallo specchio d'acqua che circondava il luogo da cui era possibile accedere al Naos.
    La mia furtività è pari a zero. Se qualcuno può aiutarmi in qualche modo, lo ringrazio. La statura non aiutava, e mentre gli altri avrebbero corso sulla superficie libera dell'acqua, grazie al loro chakra adesivo, Namae sarebbe stato costretto a percorrere l'intero istmo d terra.
    Forse l'effetto sorpresa è la soluzione migliore. Si voltò verso Maschera Tre, poi verso Goemon e la capoclan Mikawa, in attesa di un approvazione o di una diversa strategia. Se uno di loro fosse riuscito a entrare senza farsi percepire sarebbe stato un ottimo vantaggio. In ogni caso, prima di procedere oltre la biforcazione, vi era da discutere la strategia e la possibilità di affiancare Feng Gu.
    Avranno adottato delle difese. Sanno della tua presenza e dei ninja della Zanna ancora liberi. Sicuro di riuscire da solo? Cercò di scorgere nei suoi occhi il motivo che lo stava spingendo a voler agire da esca. Pensò a Michi, a quella ragazza originaria della Zanna che Feng Gu aveva riportato indietro in fin di vita.
    Se sua figlia si fosse trovata su un letto d'ospedale, priva di conoscenza e con bassissime possibilità di farcela, Namae si sarebbe gettato in un qualsiasi combattimento come una tigre affamata di sangue. E se fosse stato lui stesso a ridurla in quel modo, avrebbe cercato l'auto assoluzione in un atto suicida.

    Non farti ammazzare.

    Messa a punto la strategia d'azione, due possenti ali infuocate divamparono alle spalle di Feng Gu, rilasciando nell'aria una fitta nube di cenere, simile a neve grigia. Era giunto il momento che il Mercenario aveva atteso da una vita. Levitò a pochi centimetri dal suolo e in un lampo saettò come un razzo verso il Tempio.
    Il resto del gruppo non rimase con le mani in tasca. Dovevano attenersi al piano senza la minima esitazione. Un tentennamento e gli sforzi di Feng Gu sarebbero stati vani.
    Con il baricentro abbassato, avvolto nel suo solito abito nero notte, l'Oleandro percorse il tunnel insieme ai suoi nuovi compagni. Svoltato l'angolo, i quattro si trovarono davanti al famigerato lago sotterraneo: uno specchio d'acqua limpida che ricopriva quasi tutta l'area, ad eccezione di un piccolo istmio e di un'ampia porzione di terra che era stata sfruttata per la realizzazione del Tempio.
    Merda. L'edificio distava ben 150 metri, percorribili in una decina di secondi. Quanto sarebbe durato l'effetto sorpresa messo in atto da Feng Gu?
    Senza fermarsi ad ammirare la tempesta di fuoco scatenata dal suo compagno di Ame, incapace di correre sul pelo libero dell'acqua, Namae fu costretto a percorrere l'istmo, quel piccolo corridoio in terra in cui sarebbe stato piuttosto arduo difendersi da due o tre jutsu simultanei.
    Si sarebbe messo in trappola da solo, ma non c'erano alternative. Per raggiungere la sponda del tempio, avrebbe dovuto sperare nell'effetto sorpresa di Feng Gu o nell'aiuto di Goemon o Maschera Tre.
    Corse a perdifiato, accelerando dopo i primi ventiquattro metri percorsi. [SA+Abilità]Tre slot azione per movimento! Velocità: Viola
    24 x 3 -> 72 metri percorsi.
    Uso Azione Rapida tra il primo e il secondo slot azione.


    Tormentato dai pensieri più nefasti, con il cuore a mille e lo stomaco contorto dalla paura, l'Oleandro aveva preso delle tenue contromisure: la mano destra stringeva già l'elsa della Doppia Lama spezzata, con la quale avrebbe potuto difendersi da jutsu acquatici o katane lanciate da cloni Atori posti a difesa della Pagoda; la sinistra, invece, mantenuta bassa di proposito, avrebbe permesso al ninja di Ame di percorrere almeno cinque metri con un piccolo stratagemma che la sua mente aveva messo a punto.

    Difenderanno la zona del pozzo.




    Chakra:99/100
    Vitalità: 16.5/18
    En. Vitale: 28.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    -1.5 Braccio destro
    5 Dosi Veleno C1, C0 e Allucinogeno

  6. .

    Il tetto si è bruciato:
    ora
    posso vedere la luna.


    Chapter XV - Amegakure



    [Con Toshiro e Yuufuku]

    CITAZIONE

    Il profumo dell'orchidea penetra come incenso le ali di una farfalla.


    L'ennesimo Haiku con cui Toshiro amava edulcorare le sue conversazioni, e al tempo stesso, fornire informazioni a chi sapeva ascoltare.
    La fiala mostrata dal Principe senza cuore conteneva un liquido violaceo, corposo, con una sfumatura bluastra che dal pelo libero scendeva fino al fondo. Filamenti neri appena visibili esaltavano la sua pericolosità. Secondo l'Umezawa, quel veleno estratto dall'Orchidea era in grado di disattivare le abilità della Regina.
    Wow. Interessante. Lo stupore divampò nei suoi occhi per un solo istante.
    Seppur emozionato di poter dialogare con un ex Asso, l'Oleandro non commise l'errore di abbassare la sua capacità di giudizio: nessuno avrebbe rivelato la strategia con cui, meno di un ora dopo, avrebbe tentato di uccidere una Regina di Ame. Per non aggiungere che quella persona, conosciuta solo qualche ora prima, avrebbe dovuto mantenere il segreto al cospetto di una personalità arrogante e poco incline ai segreti.
    In poche parole, si trattava di un test. False informazione che nel peggiore dei casi avrebbero permesso al Principe Umezawa di guadagnare un vantaggio sui suoi nemici.
    Capisco. Non distolse lo sguardo dalle sottili e taglienti iridi dell'Umezawa, colmi di odio e rancore verso il Fiore Artico.

    Il dialogo si spostò sul Terzo Livello e sul miglior modo per guadagnare i ranghi più alti del Seme.
    Prima di quel maledetto giorno, l'Oleandro era convinto che i ruoli nei semi di Ame dipendessero solo dalla forza e dalle abilità dei Nukenin. Si era sbagliato. Un Fante dotato di intelletto e furbizia poteva aspirare a sedere sul tavolo dei potenti. E lui ci sarebbe riuscito, in un modo o nell'altro.
    Alla prima domanda, il Principe dei Fiori rivelò ciò che Namae non avrebbe mai potuto scoprire da solo; sulla seconda questione, la risposta più rapida sarebbe stata "soldi e potere al Seme e ad Ame", ma l'Umezawa preferì servirsi dell'ennesimo Haiku, che Namae memorizzò a fuoco.

    [Con Jaro]

    CITAZIONE

    Uhm? Ma che diavolo dici?


    Per un momento sembrò sgranare le palpebre quando scorse Namae, di guardia, davanti alla suite del Grand Hotel Senmō to Yorokobi. Agitato e teso come una corda di violino, Jaro fu costretto a fare i conti con lo smemorato, che con le braccia incrociate al petto, forte della sua corporatura massiccia, avrebbe impedito a chiunque di proseguire verso Lord Goemon.
    Nei suoi occhi ardeva un incendio, una rabbia quasi impossibile da controllare, alimentata dalla minaccia che ancora rimbombava nella sua mente.
    Aveva i nervi a fior di pelle, le mani desiderose di afferrare qualcosa e stritolarla per il puro gusto di farlo. Perché non iniziare dai servi di Lord Goemon? Specie se questi avrebbero dimostrato di fregarsene della piccola Hounko, minacciata da quel tossico che amava trattare la donne come oggetti.

    CITAZIONE
    Mi stai dicendo che c'è un otese con un sigillo maledetto là dentro?



    Sigillo maledetto? Namae li conosceva con il nomignolo di Cursed Seal. Ciò che sapeva sui quei doni erano frutto di dicerie e vecchie leggende. Evidentemente, esistevano davvero! E Jin ne era un possessore.
    Esatto. Mentì con una semplicità che gli era sconosciuta. Vi era molto in gioco: la sua vita, quella di Hounko e in parte il destino dei Fiori. Doveva assecondare il suo sensei, fargli credere di aver ricevuto l'ordine di vietare l'accesso a chiunque, almeno fino a quando l'accademico non sarebbe uscito vivo (o morto)
    Alla notizia del sigillo, il musicista perse quella calma che lo aveva contraddistinto nelle due missioni che avevano svolto insieme.
    Sfogò la tensione attorcigliando i suoi lunghi capelli attorno alle dita affusolate, mentre lo sguardo correva a destra e a sinistra, come se sentisse il fiato di Oto dietro di sé. Due anni prima, ai piedi delle montagne che circondavano il Paese del Ferro, tra i cumuli di neve, era stato lo stesso Jaro-sama a confidargli di aver fatto parte delle squadre speciali del Suono. Con la perdita di un sigillo, Oto avrebbe puntato i riflettori su Ame, sui suoi Nukenin lì nascosti e Jaro sarebbe emerso dalle memorie del villaggio che aveva abbandonato anni prima.

    CITAZIONE
    Senti, io capisco che per quel pervertito sia il momento migliore della giornata ma per le strade c'è il caos! Sono apparse almeno quaranta o cinquanta persone identiche al precedente Asso di Fiori. Come se Toshiro Umezawa fosse ancora vivo...la Regina ha dato di matto e sta mandando tutti i suoi sottoposti a catturare questa gente e vuole che il Principe le presti manodopera e vada da lei come ulteriore assicurazione se questo fosse un qualche stratagemma! Devo dirlo a Lashmi almeno, poi vedrà lei se interrompere o meno Lord Goemon!


    Sgranò le palpebre, simulando una reazione di pura sorpresa, stupore e anche preoccupazione.
    Toshiro...Toshiro Umezawa? Balbettò. Quel Toshiro? L'Umezawa aveva sferrato un attacco su larga scala, servendosi di cloni che forse, con qualche jutsu particolare, avrebbero potuto sfruttare gli effetti dell'acqua miracolosa in cui il cuore dell'originale era stato rinchiuso. Ma dentro di sé, sapeva che Toshiro se n'era fregato di lui, perché quella tipologia di attacco lo avrebbe condannato a morte.
    La Regina sa che ho fallito. E che gli Umezawa erano vivi e vegeti. La pazza idea di uscire da quell'hotel si sgretolò come un castello di sabbia.
    E se Jaro-sama raggiunge Lord Goemon... sono fregato. La promozione del Lord della Perdizione dipendeva, in piccola parte, anche dall'Oleandro, che aveva fallito l'omicidio della famiglia Umezawa. Se fosse sopravvissuta all'attacco, Touya si sarebbe vendicata sia di lui sia del Principe, colpevole di non averla raggiunta in tempo, infatti, come rivelato da Jaro, Lord Goemon era atteso nel luogo dell'attacco, come aiuto e come prova della sua fedeltà.
    Per quanto cercasse di rimanere freddo e lucido, in quel corridoio oscuro che conduceva nella suite dei peccati, la minaccia di Lord Goemon continuava a rimbombare nuovamente nella sua mente. Sentì il bisogno di generare litri di dopamina, ma davanti al musicista di Oto, che aveva già dimostrato di conoscere alla perfezione la manipolazione ormonale, sarebbe stato un errore imperdonabile.
    Colse la palla al balzo e rivelò la minaccia che nessun padre avrebbe voluto udire.
    Jaro-sama ebbe quasi un mancamento. Lo vide indietreggiare, pallido in viso, preoccupato da come gli eventi stessero andando fuori controllo.
    Con Hounko minacciata di essere abusata, sapeva che Namae non lo avrebbe lasciato passare. E così fu quando l'otese provò a ridurre la loro distanza. L'Oleandro si posizionò davanti a lui, facendo valere quel corpo forgiato da mille allenamenti che aveva dimenticato.

    CITAZIONE
    Cinque minuti...e poi lo dirai tu a Lashmi. Daccordo. Ma io resto qui. Non posso farmi vedere in giro o penseranno che non ho recapitato il messaggio. E diciamocela tutta, la Regina è una grandissima stronza paranoica, che si arrangi per un pò!


    Aveva vinto il primo match.
    Cinque minuti. Confermò, tirando un sospiro di sollievo interiore. Aveva cinque minuti, cinque giri di orologio per inventarsi una scusa o un piano per guadagnare altro tempo qualora Jin non fosse uscito dalla suite.
    Ma quanto tempo ancora? Una domanda che non aveva risposta. Toshiro non aveva fissato alcun limite. Dipendeva dall'Oleandro stesso, in base a quanto fosse disposto a rischiare per un uomo che in passato era già stato sconfitto. In realtà, Namae aveva molto da farsi perdonare. Qualche ora prima, sua madre aveva rischiato di morire per colpa sua.

    Il respiro rallentò e senza distogliere lo sguardo da Jaro, Namae meditò sul da farsi, interpellando quella mente che, quasi sempre, si dimostrava in grado di tirarlo fuori da ogni pericolo, grazie a tutta quella esperienza criminale e di vita che aveva maturato con il suo vecchio sé. Quella notte non fu diversa dalle altre. Meno di trenta secondi e il vortice di idee divenne inarrestabile.
    Devo sparire...sparire prima che Lord Goemon lo sappia. In qualunque modo si sarebbe concluso lo scontro tra i due Assi, quel tossico non avrebbe tollerato un traditore nelle sue fila. Anche con un sigillo, il Lord della Perdizione avrebbe ucciso sua figlia, forte di quel potere che, a giudicare dalle leggende che aveva udito, era in grado di trasformare un ninja in una specie di demone.
    Ma c'era la remota possibilità che Goemon non sapesse delle intenzioni della Regina. E con la morte del Fiore Artico, nessuno lo avrebbe imputato come il principale responsabile della presenza di Toshiro nelle strade. Ciò significava impedire al suo Lord di ricevere le informazioni da Jaro-sama.
    Non è più una questione di tempo. Jaro non doveva varcare la Suite. Nè in quel momento né fra cinque o dieci minuti.
    Come convincerlo?
    Namae e Jaro erano due uomini molto simili: erano maturi, non più giovani, con una carriera avviata e qualcuno da proteggere. L'Oleandro aveva sua figlia mentre il musicista proteggeva quella ragazza, ormai donna, che dopo averla addestrata era diventata la guardia del corpo di Lord Goemon.
    Avebbe potuto fregarsene e uccidere Jaro senza esitazione, ma Namae era più buono di quanto non credesse. Si ricordava sempre che Ame non ammetteva amicizie, ma era il primo a considerare Jaro e Lashmi come suoi amici, specie il primo, che solo qualche minuto prima aveva dimostrato di avere a cuore Hounko.

    [Dopo cinque minuti]

    Quando il quinto minuto terminò, lo sguardo di Jaro divenne più insistente.
    Namae impiegò alcuni secondi per mettere in azione la sua strategia, pensata e ottimizzata nei trecento secondi che aveva guadagnato.
    Varcare la soglia e disturbare Goemon non sarebbe stata un'ottima idea. Jaro-sama avrebbe potuto anticiparlo e agire con qualche jutsu sconosciuto all'Oleandro.
    Prima che l'altro perdesse la pazienza, Namae fece un breve conto alla rovescia, partendo da un semplice tre.
    Tre. Due. Uno. Le labbra si incresparono in un sorriso compiaciuto. Diede maggior credibilità al teatrino rilasciando nel corpo della dopamina, che oltre a calmarlo nei momenti più concitati, riusciva a regalargli falsi momenti di piacere e soddisfazione.
    Tutto è quasi finito ormai. Il Fiore Artico è stato quasi privato di ogni possibilità di vittoria. Terribilmente falso. Forse nemmeno Jaro ci avrebbe creduto, ma l'Oleandro era pronto a giocarsi "l'Asso" della manica.

    Oltre le tende
    una quieta profondità –
    fiori di prugno del Nord.



    Hakui. Lo stesso con cui Toshiro aveva squarciato la nube bianca da cui era uscito.
    L'uomo che fu ingannato è tornato e la sua vendetta non risparmierà chi patteggerà per colei che anni fa lo pugnalò alle spalle. Gli altri Assi lo hanno aspettato a lungo. E con lui, i Fiori ritorneranno al suo massimo splendore. Esclamò solenne, con un tono di voce basso ma deciso, come se ciò che aveva annunciato fosse visibile alla sua vista.
    Fece un passo in avanti, con le braccia alzate in un gesto aveva qualcosa di religioso.
    Lord Goemon sta ricevendo ciò che Toshiro ha voluto consegnargli, come prezzo per la sua immobilità. Ma questo quel tossico non lo sa Aveva il musicista a meno di un metro di distanza, salvo un suo indietreggiamento.
    E se ti chiedessi di me, io ho condotto l'otese al cospetto del nostro Lord, guadagnando i dieci minuti necessari all'Umezawa e ai suoi alleati per mettere fuori gioco il Fiore Artico. E il secondo obiettivo l'ho raggiunto grazie a te...o per meglio dire, al mio inganno L'obiettivo di Namae era privare Jaro di una soluzione, costringerlo a cambiare bandiera, come era accaduto a lui qualche ora prima. Accettando di aspettare quei cinque minuti, Jaro aveva già commesso un errore mortale agli occhi del Fiore Artico.
    Non ti sto chiedendo di sacrificarti o di mettere in pericolo Lashmi. Siamo sulla stessa barca, solo che, a differenza mia, tu hai una possibilità di uscirne vivo e senza colpe.. Anche se in quel caso, a perdere la vita sarebbe stato Saboru. Come sapeva di aver imparato prima dell'amnesia, ad Ame non c'è condanna a morte peggiore di chi diventa testimone scomodo di un evento scottante.
    Se vuoi ingannare il tuo padrone, fingiti sconfitto dai nemici della Regina. Avvelenato ad esempio. Posizionò il volto a meno di venti centimetri dal naso del musicista.
    Non lo capisci? Non è una scaramuccia interna ai Fiori. Le fondamenta di Ame stanno tremando. Gli occhi degli Assi e del Mazziere, chiunque egli sia, sono puntati su di noi e noi dobbiamo fare la scelta giusta. Hai il coraggio di farla? Da qui tu non passerai. Oltre le mie spalle c'è la tua morte. O la mia. Ma in quel caso sarà anche la tua fine, perché nessuno, né Lord Goemon né il Fiore Artico ti perdonerà per il tuo errore. L'Umezawa si è ripreso il suo posto. Qual è la tua scelta? La mano del Fante era già scesa sull'elsa della Doppia Lama. Saboru era a pochi metri. Ucciderlo con un fendente sarebbe stato un gioco da ragazzi. 
    Ti aiuterò, se vorrai. Posso picchiarti e prendermi la colpa, salvando te e Lashmi, oppure puoi fingerti morto da qualche parte, oppure, ancora meglio, fingere di aver combattuto contro degli otesi. Ci sarà qualche otese mezzo Nukenin da pestare al Primo Livello, no?

    Cosa avrebbe scelto di fare?
    Una cosa era certa:
    Io...non lavorerò più per un uomo che osa minacciare la mia famiglia

    jpg



    <div class="w3-col m4">Chakra: 88.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///

  7. .

    Consigli e domande - Minacce e Promesse - Jaro e Namae


    Chapter XIV - Amegakure



    [Con Toshiro e Yuufuku]

    L'Oleandro non era mai stato nel mirino dell'Umezawa. Fu lo stesso Toshiro a rivelarlo, confessando di averlo tenuto d'occhio solo dopo il suo ingresso nel Terzo Livello. Non vi furono mutamenti nell'espressione dello smemorato, che continuò a fissarlo con adorazione e profondo rispetto. 

    Approfittò dell'assenza di Jin per avvicinarsi a Toshiro. Era un Principe, ex Asso dei Fiori e amico del Mazziere. In lui era concentrata tutta la storia del seme, con i suoi segreti e chissà cos'altro. Raggiunse quest'ultimo con passi misurati al millimetro, come un adolescente al cospetto del suo idolo.
    Toshiro-sama. Volevo porle due domande. I suoi occhi intimoriti incrociarono nuovamente quelli dell'Umezawa. Seppur piccoli e circondati da primi solchi di rughe, in essi trapelavano curiosità e furbizia.
    Non voglio sapere come lei sia vivo, pur senza cuore. Per un istante, i suoi occhi saettarono sull'urna che Yuufuku aveva con sé.
    Chi può accedere al Terzo Livello? Era stato definito un pesce troppo piccolo per girovagare in quel mondo. Là aveva incontrato ninja criminali del calibro di Kansoshita e di Fyona, da cui si era tenuto alla larga.
    jpg
    Vorrei scalare le gerarchie dei Fiori, poter far di più per il seme e per Ame, in cui sono nato e cresciuto. Abbassò lo sguardo sul suo pugno, serrato per dar maggior enfasi al suo discorso. Ha qualche consiglio per me? Ai suoi occhi, Toshiro era una specie di sensei. Chi meglio dell'Ex Asso dei Fiori sarebbe stato in grado di suggerire qualche strategia per rendersi maggiormente utile al seme?

    Le parole della vecchia Umezawa gli strapparono un sorriso.

    CITAZIONE

    Dicevi di tua figlia, caro. Sono contenta di vedere qualcuno che non dimentica la famiglia anche qui ad Ame. Ho sempre ritenuto che la famiglia fosse qualcosa di immensamente prezioso e finora nessuno mi ha mai offerto qualcosa di sufficiente a farmela cedere, nonostante i miei errori del passato. Se vorrai, potrei raccontare qualche storia e badare alla tua piccina ogni tanto. Con un padre così sveglio, sarà sicuramente una persona interessante da avere attorno.


    Perché no? La sua risposta fu un sì. E sapeva a cosa stava andando incontro: l'inizio di una nuova carriera da schiavetto alle dipendenze di una kunoichi molto potente.
    Non gli piacque affatto trattare Hounko come una moneta di scambio, ma Yuufuku aveva realmente dimostrato di conoscere l'importanza della famiglia e dei figli. O almeno così sperava. A ogni modo, dopo essere stato coinvolto in una congiura simile, avrebbero avuto bisogno di una protezione.
    Magari potrei farle compagnia anche io, sempre se non le dispiaccia la mia presenza. Dovrò solo ricordare di portarle dell'incenso e il miglior the che troverò in giro per il Continente Si limitò ad accettare a modo suo, senza chiedere né dove né quando. L'Umezawa aveva i canali giusti per contattarlo al momento opportuno. Ora doveva pensare alla missione.

    [Udienza da Lord Goemon]

    Lo riconobbe e di questo Namae non ne fu sorpreso. Lo aveva servito per anni e per il suo volere aveva ucciso Kagemashira, un Nukenin che per mesi aveva minacciato i suoi affari.
    A fargli inarcare il sopracciglio, fu la seconda frase pronunciata dal Principe.

    Mmmh...sei quello con il tatuaggio, si. Con la faccia come quel tizio, la faccia che non mi piace.


    Aveva pronunciato quelle parole con evidente ostilità, fissandolo con astio e sospetto. Evidentemente la fiducia di Lord Goemon andava rinnovata ogni giorno. Il Fante non era il tipo da sottovalutare un tono aggressivo, ma quella frase apparentemente innocua aveva catturato la sua attenzione. I primi germogli della verità sul suo passato erano stati piantati nel suo cuore; sarebbero sbocciati in un villaggio lontano, ma quella sarebbe stata un'altra storia.
    Sa dell'operazione? Si chiese, incredulo. Il post operazione era il primo ricordo della sua vita e non vi era giorno in cui non si chiedeva chi fosse quella donna che aveva assistito alla sua rinascita, nascosta dietro una luce accecante.
    Lord Goemon sapeva più di quanto lui non sapesse di sé. Altrove avrebbe provato rabbia e fastidio, ma sotto lo sguardo sospettoso di uno dei ninja più potenti di Ame, il Fiore si focalizzò sulla missione ad alto rischio.

    CITAZIONE

    Ti ho prestato alla Regina per il tuo ultimo incarico. Spero bene che tu abbia fatto un buon lavoro. Di solito lo fai, o così mi dicono. E continua a farlo in futuro e non avrai problemi. Mi si dice che la tua mocciosa cresce, non vorrei dover essere io a farla diventare una donna...


    Sapeva che quel momento sarebbe giunto. Hounko era la colonna che teneva in piedi la sua vita. Il motivo per cui non aveva mai mollato. Ora, al cospetto di uno dei Principi di Ame, quella bambina innocente dai capelli rosa si era trasformata nel suo punto debole. Fu come ricevere una coltellata alla gola. Non avrebbe dimenticato il suo ghigno carico di desiderio.
    Percepì il cuore sprofondargli dentro e perdere almeno dieci battiti. Le mucose della bocca e la stessa gola gli si seccarono all'istante. Con i polmoni bloccati dallo shock, la mente generò una visione: la sua bambina di appena undici anni abusata da Goemon sullo stesso trono in cui quest'ultimo lo osservava soddisfatto. Poi l'immaginazione elaborò altre immagini e scene, nauseandolo come un devastante post sbronza. Nessun padre meritava una minaccia del genere, specie dal Lord della Perdizione. Proprio in quel momento, attorno a lui strisciavano almeno dieci schiave sessuali.
    Seppur ferito nell'anima, fu scaltro e rapido a gettare acqua ghiacciata sull'incendio che era esploso dentro di lui. [Dopamina]Due Unità. 1/2 Basso
    I pensieri più torbidi e dolorosi divennero echi impercettibili nel caos della sua mente. Dopo una contrazione della mascella, un movimento delle palpebre e uno scatto appena accennato della mano, i muscoli di Namae si rilassarono, sciogliendosi come neve al sole.
    Fissò quelle labbra screpolate che disegnavano uno dei sorrisi più malvagi di tutta Ame. Ne memorizzò ogni dettaglio, ogni lineamento, ogni millimetro della sua pelle.
    Ricordatelo Namae. RICORDATELO. Voleva far suo quel ricordo, imprimerlo nella sua mente, perché da quel giorno avrebbe usato quell'immagine come motivazione per diventare molto più forte.
    Lord Goemon aveva firmato la sua condanna a morte.
    Lo avrebbe ucciso nel peggiore dei modi, anche a costo di diventare un mostro ben peggiore del Principe che aveva osato minacciare sua figlia. E non avrebbe risparmiato nessuno dei collaboratori: Lashmi, Jaro-sama, o stesso Jin...tutti avrebbero pagato il prezzo di quella minaccia.
    Lo ucciderò. Ti strapperò ogni muscolo. Uno a uno. E mentre il proprio futuro si apriva davanti a sé, come obiettivi, sogni e altro, l'attenzione di Goemon si spostò su Jin.

    Lord Goemon appoggia la Regina. Aveva dato della vecchia stronza alla Umezawa. Non vi era amore tra i membri dei Fiori. Fu costretto a riprendere parola per confermare ciò che Jin aveva appena rivelato: lui sarebbe uscito dalla stanza perché non aveva alcuna intenzione di entrare in possesso di informazioni segrete e pericolose.
    In realtà, la sua carriera alle dipendenze di Lord Goemon era appena terminata. Ma le loro strade si sarebbero incrociate quando la testa di quel sunese sarebbe esplosa tra le sue mani.

    [Fuori dalla Suite - Incontro con Jaro][Mantengo l'illusione attiva]


    Ispirava ed espirava odio. Odio allo stato puro, nero come le tenebre di un mondo privo di luce.
    La dopamina gli aveva permesso di tenere a freno i suoi pensieri più istintivi, ma ora che si trovava a dodici metri dalla suite, ripensò a quella minaccia a mente tiepida e privo degli ormoni che, nel bene e nel male, alteravano la sua capacità di giudizio. Si sentiva un perdente a non aver reagito, ma sapeva di aver preso la decisione giusta.
    Doveva ucciderlo quando sarebbe stato in grado di farlo. Lord Goemon era un Principe, un quasi Re, lui un semplice Fante.
    Mi vendicherò. Digrignò i denti. I suoi occhi ardevano di collera e determinazione.
    Da domani mi allenerò fino a svenire. E appena iniziò a riflettere su un possibile addestramento, anche fuori dal villaggio della Pioggia, qualcuno si avvicinò a lui a passo svelto.
    Due persone. Con il volto immerso nell'oscurità del suo cappuccio, Namae alzò le sopracciglia, sorpreso di trovarsi davanti Saboru e Jaro-sama.
    L'attacco ha avuto inizio. Vorrà passare per informare Lord Goemon. Conosceva Jaro, il ninja in grado di attivare i genjutsu con il suo magico flauto. Definirlo un amico era riduttivo: lo smemorato lo considerava come un sensei. Per sua figlia, quell'uomo dai capelli strambi era lo zio Jaro, simpatico e generoso.
    Avrebbe dovuto disperarsi del suo arrivo, ma tutto era cambiato dopo quel breve incontro con il Lord della Perdizione.
    Agli occhi dello smemorato, Jaro era solo uno dei messaggeri di Lord Goemon, l'uomo che aveva osato minacciare sua figlia di violenza.

    CITAZIONE

    La stai tenendo attiva tu? Spegni tutto, ci sono rogne e devo dirle subito a Lashmi! Ci manca solo che lei passi guai se non la informo immediatamente, poi vedrà lei se parlare a quel pervertito o meno...


    jpg



    Furbo come una volpe, Namae rimase in silenzio, permettendo al musicista di avvicinarsi a lui. Appena tra i due ci furono tre metri, l'oscurità venne squarciata dal riflesso argenteo di una lama. [Vel: Viola]
    Lo smemorato gli aveva sbarrato la strada all'improvviso e ora nella mano destra stringeva con forza la sua arma.
    Jaro. Mani bene in vista. Lo avvertì, con tono accigliato. Non si tolse il cappuccio. Non era necessario.
    Lord Goemon sta avendo un colloquio con un accademico che vuole unirsi ai Fiori. È un pezzo grosso e il prezzo che pagherà al nostro Lord gli permetterà di diventare Re dei Fiori. Avanzò di un passo.
    A nessuno è permesso disturbarlo. A nessuno. Queste sono le sue parole. Io sono qui per farle rispettare. Non avrebbe dato tempo a Jaro di rispondere.
    Per lei sei lo zio Jaro. L'hai conosciuta il giorno in cui la presi con me, dopo una vita di maltrattamenti e povertà, nei vicoli del Primo Livello e chissà dove. Ecco, sai...se qualcuno entrasse impedendo a Goemon di ricevere ciò che ha sempre desiderato avere, Hounko verrà abusata da lui. E le sue minacce sono promesse. Un ringhio sommesso, trattenuto in gola, ma potente come un urlo di pura rabbia. Una lacrima solcò la sua guancia. Così pieno di ira, vergogna, preoccupazione e ansia, si sentiva sul punto di esplodere.
    Ora dimmi, Jaro, per la nostra amicizia, riuscirai ad aspettare almeno dieci minuti? L'accademico uscirà e Lord Goemon ci ricompenserà. Posò il suo sguardo sul musicista. Dall'interno del cappuccio, per un istante i suoi occhi brillarono come diamanti, pesanti come due macigni lanciati dalla cima di una montagna. Namae aveva giocato la carta dell'amicizia e sperò in un risultato positivo. Jaro sarebbe stato disposto ad aiutarlo o avrebbe anteposto i suoi interessi alla vita violata di una bambina?

    [Ipotetica I]


    Se Jaro avesse fatto storie o avesse tentato di superarlo, Namae si sarebbe posizionato davanti a lui per bloccargli la strada, con la lama leggermente inclinata all'indietro.
    Jaro, non forzare le cose. Goemon ha detto espressamente di far attendere chiunque E se non fosse stato sufficiente dopo un secondo tentativo, il Fiore si sarebbe giocato un'altra carta del suo mazzo da diplomatico.
    Ok, calmati, manterrò il jutsu attivo, ma ti chiederò di attendere solo altri cinque minuti. Se la riunione non sarà terminata, ti chiederò di riferirmi il messaggio da consegnare a Lashmi e io lo farò. Chi meglio di te potrà fidarsi di me? Sai quanto ho fatto per Lord Goemon. [LINK] [LINK] Avrebbe annuito, nascondendo ad entrambi i presenti le sue reali intenzioni. Di certo, qualora avesse accettato, non avrebbe mai distolto lo sguardo dal musicista. Conosceva le sue abilità. Era un maestro nell'arte dei genjutsu.

    [Ipotetica II]

    Se Jaro avesse estratto un qualsiasi strumento musicale dalla tasca, Namae si sarebbe arreso, alzando le mani.
    Non ce n'è bisogno Jaro. Rimettilo a posto. Ti lascerò passare. Infondo te lo devo. Spero solo che Lord Goemon capisca.Dall'interno del suo cappuccio i due uomini avrebbero udito un timido singhiozzo. Avrebbero potuto immaginare lo stato d'animo dello smemorato.
    Per colpa del musicista Nukenin di Oto, la figlia del ninja che era stato suo amico avrebbe trascorso un orribile quarto d'ora. O forse di più. Namae si sarebbe fatto da parte, permettendogli di superarlo.
    Ma il genjutsu lo lascio attivo per Saboru e altri. Tu Saboru te ne andrai adesso. E appena il musicista l'avesse superato, vittima della malia con cui stava combattendo, Namae non avrebbe esitato ad attaccarlo alle spalle, come il peggiore degli infami.
    L'amicizia con Jaro era terminata l'istante in cui se n'era fregato di Hounko.
    Dalla cortissima distanza, un ago venne sparato dal suo lanciaspiedi, installato nel braccio sinistro, verso il gluteo del musicista. [SA I]Iniezione di Veleno. Intuito: Viola
    Veleno C1 (1 Dose) + 1 Allucinogeno.
    Riflessi -2 Tacche + Scoordinato.

    Quel primo attacco aveva un duplice obiettivo: avvelenarlo e costringerlo ad abbassare entrambi gli arti, in modo da poterlo colpire in controtempo con un secondo attacco, sferrato quasi in contemporanea. Impugnata sulla destra, La Doppia Lama sarebbe scattata in avanti per bruciare quell'irrisoria distanza in meno di un istante. Irrorate di chakra e ormoni, le fibre muscolari dell'arto destro si sarebbero spezzate una a una come corde tese oltre il loro limite. [Equip] [SA II]Velocità: Viola + 4 (Ormoni Adrenalina) + 2 (Mezzo basso)
    Forza: Viola + 2 (Mezzo basso)
    Mediobasso (Impasto) + 1/2 Chakra (Due unità di Adrenalina)
    1/2 Leggera di Danno. OVER CAP Semiparalisi al braccio destro.
    Potenza 25<
    /span>

    Il dolore sarebbe stato così intenso da fargli stringere i denti, ma nulla di paragonabile alla sofferenza psichica che Lord Goemon gli aveva inflitto qualche minuto prima. E ora avrebbe ripagato con la stessa moneta il suo ex sensei.
    Con quell'affondo micidiale, Namae avrebbe mirato alla base del suo collo, appena sopra la prima vertebra, così da evitare corpetti o altre protezioni. Aveva pensato di sfondargli il cuore, ma non poteva correre il rischio di ferirlo gravemente senza ucciderlo. Doveva ammazzarlo con un colpo solo.
    Senza esitazioni e senza alcuna pietà. E lo avrebbe fatto se Jaro-sama si sarebbe permesso di estrarre uno dei suoi strumenti musicali.

    Se gli fosse morto tra le braccia, Namae avrebbe fulminato con lo sguardo il povero Saboru.
    Lord Goemon voleva così. Sta per diventare Re. Re dei Fiori. Ucciderò anche te se non mi dirai dove poter mettere il cadavere di questo traditore.

    jpg



    Chakra: 88.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Lanciaspiedi
    2: Affondo
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Richiamo ammaliante
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///




  8. .

    Vittoria - Ritorno al campobase - Namae l'Oleandro di Ame


    Chapter XIII - Villaggio della Zanna



    [Vittoria al quartiere Atori]

    Distratto il secondo Atori, Namae riuscì a portare a compimento la sua strategia nel migliore dei modi.
    Apparso alla spalle del lanciatore di spade, si avvicinò a lui con l'agilità di un felino, sorprendendolo grazie al lanciaspiedi installato nel suo arto.
    Con il piccolo ago avvelenato conficcato nella coscia, l'Atori non riuscì a deviare con efficacia la sua Doppia Lama. All'impatto la punta dell'arma sgusciò all'esterno e di strisciò baciò il braccio esposto del clone; seppur di lieve entità, il taglio bastò per trasformare quest'ultimo in un cespuglio inanimato.
    Tsubaki-sama aveva ragione. L'energia vitale dei cloni era prossima allo zero.
    Con la sconfitta di un avversario in grado di lanciare armi a una velocità proibitiva, lo smemorato non esultò né gridò di gioia. Avanzò basso verso il parapetto, con lo sguardo sofferente sul nemico intrappolato dal genjutsu.

    Quando decise di muoversi verso l'ultimo ninja da abbattere, alla sua sinistra ci fu un esplosione. Il boato non fu intenso come quello che aveva dato inizio al combattimento, ma ebbe sufficiente potenza per permettere al terzo clone di uscire dall'illusione.
    Prima che quest'ultimo potesse attaccare Namae o Tia, una sagoma emerse dalle tenebre sottostanti.
    Il Jonin della Zanna era vivo e con un balzo aveva raggiunto la cima dell'edificio su cui era stato piazzato il fuunjutsu. Sopra la sua testa deformata scintillava il suo massiccio martello di legno, pronto a frantumare e ridurre in poltiglia l'ennesimo clone.
    Prima di assistere alla morte del nemico e alla fine del combattimento, Namae riuscì a intravedere una strana luce azzurra brillare davanti al ninja della Zanna. Qualunque cosa fosse, il nemico ne fu terrorizzato.
    Il volto dell'Atori si riempì di paura, un terrore così intenso da fargli cedere le gambe. Goemon non colpì subito. Il tonfo del martello risuonò quando Namae aveva già raggiunto la piattaforma del capoclan Atori, lasciandosi dietro una pericolosa striscia di sangue.
    Senza lacci, stracci o tonici adatti, non aveva alcuna speranza di poter arrestare quel flusso di liquido rosso rubino, che partiva dal tricipite e finiva sull'estremità della rispettiva mano.
    Sono troppo stanco per raggiungere la base E se ci fosse riuscito, a causa delle tracce sanguigne che si lasciava dietro, i cloni sarebbero giunti fino alle porte della base della resistenza. Per fortuna, Goemon fu così gentile da porgli uno dei suoi tonici.
    Grazie mille, sicuro che non serva a te? Era chiaro che serviva più al Fiore di Ame, ma non voleva sentirsi in debito o apparire come un approfittatore.
    Grazie mille. Lo ringraziò, abbassando la testa in segno di rispetto e gratitudine. Era molto diverso da quello fornito dall'Accademia. Se fosse stato in forze, ne avrebbe annusato ogni millimero quadrato, ma era così spossato e debole che si affrettò ad ingerirla. Una volta deglutita, i suoi muscoli furono pervasi da un calore immenso. Si sentì come una pentola in ebollizione.
    Potente. Commentò, stupito dalla potenza di quella pillola bianca. Le palpebre sgranate come due finestre si richiusero due secondi dopo. L'effetto era già diminuito, ma in compenso, osservandosi il braccio, la ferita era scomparsa.

    CITAZIONE

    Bah...ci sono altri cloni in arrivo, dobbiamo levarci di torno.


    Concordo, andiamocene alla svelta. Aveva già spostato lo sguardo dove indicato a Goemon. A terra, a pochi metri dal parapetto del capoclan, dell'uomo spappolato non vi era alcuna traccia. Nè sangue né vestiti. Era come se quel colpo non fosse mai avvenuto.
    I Sekai. Era giunto il momento di ripescare dalla sua memoria a breve termine tutto ciò che aveva appreso su di loro.

    [Base della resistenza]

    Giunsero alla base della resistenza senza intoppi. Fatica sì, ma la soddisfazione di tornare con tutte quelle provviste ripagò ogni sforzo, ad eccezione del dolore al braccio, che ancora persisteva e lo costringeva a stringere forte i denti.
    Appoggiò il sacco di juta a terra e si diresse verso il mercenario, in compagnia di Tsubaki, Goemon, Maschera Tre e un nuovo invitato, che aveva l'aria di essere un prigioniero.
    Dopo aver udito il dialogo tra i tre ninja della Zanna, Namae si affiancò a Feng Gu per ascoltare le informazioni da lui raccolte. Approfittò di quei momenti per riprendere un po' le forze.

    Il fuoco può essere utile contro queste masse di carne di cui parli? Chiese, ora interessato a scoprire il più possibile su quei emissari. Sapeva che prima o poi si sarebbe imbattuto contro di loro.
    Oppure dei veleni, potrei crearne alcuni per tutti voi. Sono piuttosto bravo. Ho solo bisogno di un po' di tempo. Quale Fiore di Ame non girava con il kit da erborista? Necessitava di un ora per attrezzarsi, poi altre cinque ore per mettere a punto cinque dosi.

    Interrogarlo sarebbe utile. Fissò il Sekai negli occhi. Aveva una discreta esperienza nelle interrogazioni, ma su un invasato i suoi metodi violenti avevano poco effetto. Schiaffi e torture scioglievano solo le lingue dei criminali. Se uno dei ninja della Zanna avesse eseguito una tecnica di interrogazione mentale, Namae avrebbe osservato con profonda attenzione i risultati ottenuti. Chissà...magari un giorno sarebbe stato in grado di padroneggiare quell'arte. Ad Ame sarebbe stata molto utile.

    CITAZIONE

    La vera questione è che se ci sono dei Sekai, ed in particolare sia questo Progenitore, sia quel Kiyomaro, direi che dovremmo muoverci in un gruppo fino a quel tempio.
    Uno fra voi, Goemon-san e lo Shoga-sama, oltre a Namae-san, se è ancora abbastanza in forze, ed un altro dei ninja qui riuniti, che sia abbastanza in forze.
    Che ne pensate?


    Vogliamo parlarne davanti a questo essere? Avrebbe interrotto chiunque se fossero stati in compagnia di quel Sekai. Dopo aver visto uno di loro sparire senza lasciare traccia, per di più spappolato a terra e con i muscoli ridotti in poltiglia, Namae aveva considerato possibile che tutti quei individui fossero in comunicazione con qualche strano jutsu. A ogni modo, sarebbe stato meglio dialogare lontano da orecchie indiscrete. La decisione se ucciderlo sarebbe stata in mano ai ninja della Zanna.

    Dobbiamo avere una chiara idea di cosa trovare laggiù. Portò la mano destra sotto al mento. e sarebbe utile sapere quanti nemici troveremo, oltre al progenitore e a Kiyomaru. Potremmo mandare avanti un esploratore o un evocazione. Aggiunse per poi accorgersi, anche dalle espressioni annoiate dei presenti, che le sue osservazioni fossero ovvietà da neo Genin.
    Meglio che ci pensino loro. Se fosse riuscito a trovare un medico, avrebbe potuto dare concretezza a un'idea malsana che aveva partorito ad Ame. Sarebbe stato più utile al gruppo.
    Direi che sia meglio che vada a preparare qualche veleno e tonico. Impiegherò almeno sei ore. Ma se vorrete partire prima, nessun problema. Comunque, consideratemi un taijutsaro puro. Accennò un inchino e si allontanò.


    Tra la folla di feriti e malati, Namae si diede alla ricerca del ninja del clan Chiba che aveva fasciato il fianco di Goemon. Trovarlo, forse, non sarebbe stato complesso.
    Sei Ataru, giusto? Avuta conferma, il ninja di Ame sorrise. Bene. Ho bisogno di sei fiale, un kunai disinfettato e un bel tonico per tirarmi su. Serviranno a Maschera Tre, Goemon e agli altri. Esclamò, con la manica sinistra già alzata fino al gomito.
    I veleni che avrebbe preparato con molto amore non sarebbero stati sufficienti per aiutare quel villaggio. Ci voleva dell'altro, un sacrificio che prima di quel giorno era disposto a fare solo per la Pioggia e per la sua figlia adottiva.
    Una volta ricevuto quanto richiesto, Namae chiese ad Ataru di raccogliere tutto il sangue che sarebbe uscito dalla ferita. Appoggiò il kunai sulla pelle e con un movimento secco e ben calibrato si aprì un piccolo squarcio. [Ormoni-Prelievo]Controllo Ormonale.
    6 Unità. Adrenalina. 3 Bassi. 3 Leggere.

    Posizione ottima, vedi? Il sangue esce bene, ma non è sangue normale, ha un elevatissimo contenuto di adrenalina. La loro concentrazione dovrebbe rimanere tale nel tempo....Spero Ridacchiò, fiero di sé.
    E grazie per il tonico. Se torneremo vivi, te ne darò altro per i feriti Dopo la pillola di Goemon, un altro tonico avrebbe messo K.O molti ninja della sua stazza. Non Namae. Lo smemorato aveva una resistenza alle sostanze a dir poco sbalorditiva. Forse avrebbe avuto un leggero mal di testa, ma nulla che non avesse già sopportato nei primi giorni di lavoro alla serra di Lord Goemon. [Abilità]
    Non perse altro tempo. Con le fiale in tasca, Namae avrebbe iniziato a lavorare sui veleni. Con il suo piccolo kit da piccolo chimico, il Fiore di Ame iniziò a produrre le sue sostanze dopo un ora di preparativi. Grazie a semi e petali di piante più o meno sconosciute, che si portava dietro come fogli accartocciate, ancora umide dopo la nuotata nel lago, il Fiore riuscì a produrre ben cinque dosi di veleno C1 dopo sei ore di lavoro. Se ne avesse avuto possibilità, avrebbe usato anche le risorse possedute dalla Zanna. [Erborista]

    [Consegna dei veleni e degli ormoni]

    Dopo sei ore e mezza, Namae raggiunse il gruppo per consegnare quanto prodotto fino a quel momento. La sua attenzione si sarebbe soffermata principalmente sulle boccette di sangue.
    Questa è la ragione per cui vi ho chiesto le sei ore per i veleni. Avevo bisogno di riprendermi. Mostrò a tutti le fialette color rosso rubino. All'interno, il suo sangue appariva denso.
    Ho già assunto troppi tonici. Se avessi avuto qualche anno di meno, ne avrei potuti ingurgitare altri tre. Ne sono sicuro Distribuì a ognuno di loro una fiala del suo sangue.
    In quel fluido c'è un elevata concentrazione di adrenalina. Per un istante sarete più veloci e attenti, ma la differenza la farà il momento in cui l'assumerete. Quando vi sentirete sconfitti, senza forze, e io spero vivamente che quel momento non arriverà mai, questa fiala vi farà schizzare il cuore a mille. Avrebbe voluto dire altro, come ad esempio la sua capacità di generare altri tipi di ormone, ma preferì non lodarsi troppo e distribuire i vari veleni prodotti.

    jpg



    [Note]Quantità di veleno prodotto a discrezione del QM.

    Chakra:92.5/100
    Vitalità: 11/18
    En. Vitale: 21/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///

  9. .

    Situazione incandescente - Ryugi piromane


    Villaggio Sconosciuto - Chapter XI



    Sì, potrei approfittarmi di lui. Fino a quel momento Kao lo aveva usato e l'Oleandro lo aveva capito troppo tardi.

    Kao, l'essere perfetto. La perfezione in senso lato non appariva tale su quel ninja armato di martello. Era forte, certo, ma non sfiorava la definizione di perfetto. Sembrava uno shinobi qualunque, alla pari di un chunin.
    Se è un perfetto, devo pensare alla sua Kekkai Genkai. Doveva avere un abilità, qualcosa che non aveva ancora mostrato, specie se quella Nendo fosse stata creata per moltiplicare gli effetti delle abilità genetiche. Anche nel caso in cui Tula gli avesse rivelato la sua immortalità, o qualche altro super potere, il Fiore era così pieno di rabbia che gli sarebbe saltato addosso senza esitazioni.

    Il resto delle informazioni ottenute dalla figlia del Pan-ya avevano gettato luce su alcuni punti oscuri della missione: primo tra tutti, la ferocia con cui Kao aveva spappolato la testa di Mayari ; secondo, la reazione degli esseri imperfetti al nome degli Igashi; terzo, non meno importante, la capacità dei pescatori di manipolare il legno.
    Per quante informazioni avesse ottenuto, Namae non provò né felicità né soddisfazione. Sua figlia era in mano a esseri senza scrupoli, perversi, dediti a esperimenti molecolari che avrebbero disgustato anche i dottori di Ame.
    Pensarla da sola, in lacrime, a chiedersi dove fosse il suo papà era già sufficiente a fargli tremare le labbra.
    Scrollò la testa, con gli occhi lucidi. Avrebbe fatto qualunque cosa per riabbracciarla, ma per il momento, senza conoscere l'esatta posizione degli Igashi, doveva accettare tutta quella sofferenza, quel senso di impotenza così pesante da bloccargli il respiro.
    Desiderò andarsene, ma era giunto il momento di conoscere la vera abilità del Pan-ya, legata alle luci che aveva intravisto salendo al piano superiore.
    L'ex Kage era in grado di manipolare fasci luminosi e li usava per scovare gli imperfetti nel bosco, così da aiutarli, portandoli nella Villa e cercando di reinvertire il processo. Doveva essere un uomo giusto e molto legato alla sua terra. Quelle persone erano stati suoi sudditi prima dell'arrivo degli Igashi e degli Aimedacca.
    Instancabile e buono. Non vedo l'ora di conoscerlo.
    La mattina successiva non avrebbero parlato di ciò che aveva commesso in quella spiaggia desolata. Aveva giustificato se stesso per le azioni commesse, ma ora che sapeva la verità, provò un leggero senso di colpa, subito cancellato dall'ansia che gli attanagliava il cuore.

    La conversazione continuò ma il Nukenin non fu più in vena di dialogare. Le frasi di Tula sul destino di Hounkou gli rimbombavano ancora nella propria mente.

    CITAZIONE

    Ma avrai modo di discutere con lui i dettagli domani. Adesso direi che dobbiamo entrambi riposare.


    Hai ragione. La ringrazio per questa conversazione. A domani e buonanotte.
    Quell'uomo era entrato sicuro di sé e ora usciva distrutto come un vaso di ceramica lanciato a terra.
    Non aveva mai avuto un umore così nero. Nemmeno la droga sarebbe riuscito a risollevarlo. Con il cuore tumulato da preoccupazioni, ansie e angosce, il Fiore lasciò la stanza della figlia del Pan-ya per raggiungere il proprio letto.

    [La mattina]



    Agli occhi di Namae, il Pan-ya si era fatto piccolo, minuscolo, insignificante. Quando le guardie allungarono le lance a difesa del loro signore, offeso dallo sfogo del Fiore di Ame, gli occhi dell'Oleandro si incendiarono.
    L'adrenalina fu rilasciata nel corpo. In un attimo dal collo emersero nervi tesi come corde d'acciaio. Il suo respiro si trasformò in un ringhio animalesco.
    Hai cercato di riportarmi nella villa...come un prigioniero. Era fuori di sé. La pazienza era giunta al termine.
    Non era colpa del Panya, ma non era quello il punto, non avrebbe perso un secondo di più in quella villa, in quel giardino illuminato a giorno dalle luci abbaglianti emesse dalle lampade.
    Se avesse fallito, non sarebbe riuscito a guardarsi allo specchio. Sarebbe stata tutta colpa sua. Avrebbe rimpianto ogni decisione, ogni attesa e forse si sarebbe suicidato.
    Tristezza e rabbia si mescolarono dentro di sé e gli occhi si riempirono nuovamente di lacrime. Con le lame sguainate, i due ninja rimasero immobili per qualche secondo. Seppur arrabbiati, nessuno dei due aveva intenzione di uccidersi per così poco. L'aria era così incandescente che non sembrava possibile riscaldarla ancora di più. A riuscirci fu Ryugi, quella ragazzina timida che impiegava venti minuti a dire una sola frase. Era posizionata alle spalle di Namae e a qualche metro di Kao.

    CITAZIONE

    Io sssssto ccccon lui.


    Le labbra screpolate e mordicchiate di Namae si inarcarono in un sorriso compiaciuto, ma quel ghigno ebbe vita breve; scomparì quando la stessa voce balbuziente rivelò la vera identità di Kao: un ninja dell'Aimedacca, loro nemico insieme agli Igashi.
    Fu come lanciare un barile di benzina su un piccolo fuoco che già minacciava di degenerare in un incendio. Le reazioni dei presenti a quella rivelazione furono tra le più disparate: Namae non riuscì a trattenere una risata, Kao tentò di giustificarsi in qualche modo e Tula se la prese con l'Oleandro, colpevole di avergli portato in casa uno degli Aimedacca.
    Il Pan-ya ebbe una reazione tipica di un Kage: distese l'arto metallico davanti a sé e con voce ferma ordinò alle sue fidate guardie di catturare il loro nemico. Namae non seppe cosa fare. Proteggere Kao, l'uomo che gli aveva mentito, oppure schierarsi con il Kage del Pane e del Frumento?
    Per fortuna, fu lo stesso ninja dell'Aimedacca a sollevarlo da quella decisione.

    Tutti rimasero shockati dalla sua rivelazione. Un antidoto. Una parola che avrebbe dovuto interessare anche a Namae, ma lui preferì non pensarci. Troppo doloroso.
    Kao si affrettò a spiegare la Nendo e il suo processo di funzionamento. La sostanza si univa all'organismo del ricevente e ne alterava la genetica, incrementando le potenzialità delle Kekkai Genkai. Proprio come anticipato da Tula. Il processo inverso auspicato dalla figlia del Pan-ya era possibile, ma era stato sviluppato al solo scopo di prelevare la sostanza, senza pensare all'ospite e alla sua vita, destinata a spegnersi. Gli avevano già parlato dei ninja di Oto, alleati degli Igashi, perciò non apparve sorpreso a quella notizia.

    CITAZIONE

    Noi Aimedacca vogliamo soltanto creare un antidoto che non uccida chi è stato sottoposto a questi esperimenti. Aiutateci e vi restituiremo la vostra terra ...ti aiuteremo a recuperare tua figlia ... e tutte le persone che sono state rapite con lei dagli Igashi Che ne dite?


    jpg
    Il primo a parlare fu Namae. La sua Doppia Lama era rientrata nel fodero, allacciato sul fianco destro.
    Io dico che è ciò che voglio. Lanciò un occhiata a tutti i presenti. Non domani, ma oggi. Incrociò le braccia al petto.
    Dimmi Kao, dove posso prendere questi Igashi? Il Panya sarà in grado di spiegarmi come arrivarci. Se avrà una mappa anche meglio. Potremmo preparare una strategia. Poi lo sguardo del Fiore scivolò su Ryugi. Aveva deciso di schierarsi con lui, ma era sempre libera di prendere altre strade.




    Chakra: 89.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 4 Dosi
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 9

    Note
    Allucinogeno 4 Dosi
    /


  10. .

    Bodyguard all'entrata - Jin sei quasi...quasi peggio di Kuso


    Chapter XIII - Amegakure



    CITAZIONE

    Sì, non sono un Ninja di Ame e non conosco i meccanismi e le regole, se non quelle che sto imparando da quando sono con Madama. Mi dispiace averti offeso con le mie domande... Ti posso assicurare che non era mia intenzione. Cercherò di moderare i toni, questa è una promessa


    Si voltò verso Jin con un sopracciglio sollevato per tutte quelle scuse non dovute. Aveva solo dato la sua opinione, non aveva insultato né Namae né sua figlia.
    Rilassati. Esclamò. Una parte di sé credeva che la sua fosse una semplice recita con l'obiettivo di apparire debole e ingenuo, così da colpirlo al momento opportuno, quando le difese dello smemorato si sarebbero abbassate.
    O forse Jin era fatto così. In ogni caso, il nuovo arrivato avrebbe dovuto farci il callo. Ame ti insegnava a non abbassare mai la guardia e a non fidarti di nessuno. Era un mondo a sé, che nulla aveva a che fare con i paesi accademici. Prima lo avrebbe imparato, prima sarebbe stato pronto.
    E con la Madama come mentore, a un prezzo che non conosceva, Jin aveva il miglior aiuto possibile per bruciare le tappe e insediarsi nella Pioggia.
    I Fanti di Ame avrebbero sborsato casse di Ryo per averla come insegnante, compreso Namae; invece, fuori da quella stanza, la realtà era ben diversa: i nuovi arrivati morivano a grappoli al loro primo errore commesso, colpevoli di non aver intuito le leggi di Ame. I loro scheletri giacevano negli angoli più bui delle fogne, dimenticati e umiliati dai fluidi corporei in cui erano immersi.
    Madama non ci andava leggera con i rimproveri, usava la lingua come una spada e con due semplici frasi, pronunciate con la sua voce squillante, aveva umiliato Jin come uno studentello o un Genin alla sua prima missione, ma messo da parte l'orgoglio, l'ex guardiano di Oto avrebbe potuto giovare di quei insegnamenti nei suoi futuri giorni ad Ame.

    CITAZIONE
    Quello lo ha lasciato là mio figlio. Dopo la guarigione e dopo il tradimento di Touya è diventato sicuramente più accorto e si è rafforzato nell'animo, ma ha sempre amato gli enigmi, anche troppo. Suppongo faccia parte del suo fascino.



    Suo figlio? Il secondo pacco? Non riuscì a trattenere le sue emozioni. Non poteva crederci. Fu facile pensare che fosse una stronzata pronunciata da una madre ancora disperata per la scomparsa dei proprio figlio. Com'era riuscito a raggiungere la casa in via dell'arconte privo di cuore? Era assolutamente impossibile.
    Per quanto l'idea che il muscolo cardiaco riuscisse a restare attivo in un'urna riempita con un'acqua speciale fosse difficile da credere, Namae era in grado di percepire i battiti provenienti da quel piccolo contenitore. Ma un uomo vivo anche se privo di cuore?! Nemmeno sotto pesanti sostanze avrebbe pensato qualcosa del genere. In ogni caso, da genitore, non poteva biasimarla o deriderla. Poteva immaginare il suo dolore, quella sofferenza così intensa che la costringeva ad aggrapparsi a qualsiasi speranza che, prima o poi, si sarebbe sgretolata davanti alla dura realtà, gettandola nell'abisso della rassegnazione.
    Con una mano sul mento, Namae cercò di nascondere il suo scetticismo dietro un'espressione sorpresa, mentre davanti a sé Madama Umezawa continuava a dare voce ai suoi sogni, almeno fino a quando Jin non la interruppe, desideroso di sussurrarle qualcosa nell'orecchio destro.

    Per quanto avesse provato ad abbassare il tono della sua voce, il messaggio riempì la stanza.
    Un dono. Un dono a cui Lord Goemon è interessato. ll loro patto ruotava attorno a un oggetto o a un potere, qualcosa che nessuno dei due rivelò nel dettaglio.
    Alle spalle di Jin, piegato verso Madama, Namae mantenne un' espressione infastidita e accigliata.
    Quando l'anziana ninja sgridò Jin per la seconda volta, dentro di sé provò grandissima soddisfazione. Era sempre più ovvio che quel tizio fosse un ninja accademico, così abituato a soddisfare i bisogni e i desideri dei suoi superiori, sempre fedeli e pronti a battersi per difendere i loro allievi.
    Ad Ame, era tutto diverso. Non migliore, solo differente. Una giungla in cui si è preda e predatore, a giorni alterni, salvo casi particolari. Lui aveva appena tradito l'Asso di Fiori in persona e un domani forse sarebbe stata Madama ad accoltellarlo alle spalle.
    Tuttavia, per quanto Jin gli sembrasse antipatico e persino stupido, le sue azioni permisero allo smemorato di entrare in possesso di numerose informazioni su Lord Goemon. Con il suo modo di pensare accademico, il nuovo arrivato aveva sicuramente commesso l'errore di considerare Namae come un sottoposto molto vicino al Principe dei Fiori, ma la realtà era ben diversa: Namae non lo aveva mai visto, non conosceva i suoi interessi, i suoi obiettivi e ciò che amava. Ora, grazie a lui e al suo dono, Madama aveva appena rivelato l'obiettivo di Lord Goemon: diventare Re dei Fiori.

    L'attenzione dell'anziana si spostò nuovamente su Namae, elogiandolo per quella sua curiosità che ben si sposava con la capacità di saper stare al proprio posto. Lo smemorato la ringraziò delle belle parole rivolgendogli solo un sorriso fugace. La sua mente era impegnata a immaginare la forza e i poteri in possesso del Lord della Perdizione; poi da buon stratega, ci affiancò la possibilità che Toshiro fosse ancora vivo e ciò significava avere un altro Principe dei Fiori sulla scacchiera, in grado sicuramente di intrecciare i destini dei ninja dei Fiori.
    Ancora non credeva possibile che un uomo fosse in grado di muoversi senza cuore. Ma se la ricostruzione dell'Umezawa si fosse rivelata reale, l'Oleandro avrebbe dovuto colmare la sua ignoranza sulle arti ninja più segrete, anche a costo di investire quel piccolo gruzzolo che era riuscito a mettersi da parte. Per i pesci piccoli come lui, le informazioni costavano caro.

    CITAZIONE

    Mi si dice che non hai un tuo portfolio di affari ancora, ma solo qualche piccolo passatempo con cui grattare qualcosina. E perlopiù fai da galoppino per altri Fiori, sbaglio?


    Alzò nuovamente il capo sulla Umezawa. Le voci circolavano. In realtà, ci stava lavorando a un suo portfolio di clienti, ma preferì non rivelarlo.
    Esattamente.
    Subito dopo si cambiò discorso; Madama aveva nuovamente posato lo sguardo sul secondo pacco che Namae aveva portato fin lì. Nel pieno controllo di sé, l'anziana ninja cedette alla tentazione di scoprire cosa ci fosse all'interno. Per quanto le sembrasse sveglia e astuta, lo smemorato sperò che il giudizio della rigattiera di Ame su Touya non fosse stato influenzato dal suo odio.
    Trattenne il respiro e pregò di poter rivedere sua figlia. Un esplosione in quella piccola stanza avrebbe generato un onda d'urto devastante, uccidendoli sul colpo.
    Furono fortunati. Al contatto con la pelle rugosa di Madama, il chakra fluì nella scatola e questa si illuminò di una luce bianca accecante. Su un lato emerse un sigillo, forse un fuunjutsu, e un secondo dopo l'intero locale fu invaso da un fumo bianco e denso.
    Namae rimase fermo, immobile. Non osò neppure avvicinare la mano alla sua arma. Quando la nube si diradò, perdendo colore, lo smemorato vide un uomo di mezz'età baciare la mano della rigattiera. Un bacio gentile, privo di malizia. Era un tipo alto, mingherlino e con una curiosa coda di cavallo che gli ciondolava sulla schiena.

    CITAZIONE

    Oltre le tende
    una quieta profondità –
    fiori di prugno del Nord.
    L'uomo sorrise alzando lo sguardo sulla donna. E' un piacere reincontrarti, Madre.


    Gli occhi di Madama brillavano di gioia. Non poteva biasimarla. Chissà da quanto tempo desiderava incrociare lo sguardo del suo amato figlio, tradito da chi ora sedeva al trono dei Fiori.
    I due incrociarono lo sguardo quando quest'ultimo si issò da terra, raggiungendo i due metri di altezza.
    Namae non riuscì a cancellare la sua espressione da babbeo. Davanti a sé aveva un ex Asso del suo seme, vivo seppur privo di cuore, che affermava di essersi trasformato in un pacco, lo stesso che aveva trasportato fino a quella stanza senza alcuno sforzo fisico.
    Impossibile. Impossibile. Quando Toshiro gli prese la mano tra le sue dita calde e morbide, lo smemorato non osò ritrarle, ma continuò a fissarlo, incantato dai suoi modi e dall'Haiuku che citava l'Oleandro, il fiore che aveva adottato come simbolo del suo futuro potere.
    Nuovo germoglio dei Fiori. La reazione dello smemorato avrebbe potuto stupire tutti i presenti: i suoi occhi neri si accesero come due stelle. Tra tutti i ninja dei Fiori, Namae era forse l'unico che desiderava la ricchezza del seme stesso e di Ame.
    Ascoltò con attenzione il discorso di Toshiro e la sua dichiarazione di guerra contro il Fiore Artico. Prima che il suo sguardo lo abbandonasse per scivolare su Jin, Namae prese parola, visibilmente emozionato come un bambino di tre anni davanti al proprio supereroe.
    Io...sono onorato di fare la sua conoscenza. Abbassò il capo.
    E sono felice che lei mi abbia considerato degno della sua attenzione. Avrebbe voluto chiedergli del cuore mancante, dell'Henge no Jutsu, chi fosse quella ragazzina dei Cuori che lui aveva descritto come "vecchia" cara amica e molto altro ancora.
    Dietro al suo aspetto strambo, al suo modo di fare da bonaccione, Namae riusciva a scorgere una mente calcolatrice e criminale.

    CITAZIONE

    Mi pare di capire che anche tu cerchi un colloquio con Goemon, ultimamente, no?


    Alzò lo sguardo su Toshiro.
    Sì, l'ho cercato a lungo. Disse, senza sorprendersi che un ex Asso di Fiori sapesse dei suoi tentativi di incontrarlo.

    [Pre-partenza]

    Namae ebbe la sua missione, la seconda in poco tempo. Questa volta non avrebbe agito da solo. Gli Umezawa lo volevano al fianco di Jin nell'incontro con Lord Goemon al Grand Hotel Senma to Yorokobi. La loro missione era semplice e al tempo stesso complessa: guadagnare tempo al cospetto del Lord della Perdizione.
    Il suo carattere irascibile era ben noto tra i Fiori, ma l'Oleandro si sentiva pronto ad "affrontarlo".
    Dopo anni di onorato servizio, pensava di essere in grado di tenerlo occupato per un bel po' di tempo. Ma quel giorno, forse l'ultimo della sua vita, l'oggetto della discussione sarebbe stato il dono che Jin aveva per lui.

    CITAZIONE

    Fante, perdonami ma se dobbiamo seguire il piano di Toshiro-sama, e di Madama non posso non conoscere il tuo nome, o quello che hai fornito a Goemon.


    Si voltò verso lo sconosciuto sotto Henge.
    Oleandro. Era quello uno dei suoi nomi, insieme a Namae Taiyo, il nomignolo che gli era stato dato prima di rinascere con un nuovo volto. Oleandro di Ame. Accennò un sorriso, giusto per non apparire più burbero di ciò che era. Quel sorriso scomparì in pochi secondi, tempo impiegato da Jin per chiedere al Fante di abbandonare la sala al momento dell'incontro con Goemon.
    Riuscirai a tenere testa a Lord Goemon? Lui non era affatto come Madama. Comunque sì, non sono affari che mi riguardano. Ora come ora, la priorità va a Toshiro Lanciò uno sguardo verso gli Umezawa. Una lisciatina di pelo ci stava bene. In realtà, Namae non si sentiva sicuro al fianco di Jin. In un incontro privato non avrebbe avuto paura, ma se doveva dipendere da quel ninja sconosciuto, lo smemorato preferiva fare un passo indietro e scomparire dallo sguardo di Goemon.
    Quando l'altro rivelò le informazioni che aveva ottenuto da Madama, come prezzo da pagare per la sua richiesta, quest'ultimo sospirò, tra il deluso e l'avvilito.
    jpg
    Ok Jin, salviamo un attimo il fatto che non debba menzionare il suo grado Quando mai lo avrebbe chiamato Principe?! ma devi dirmelo tu che non devo sminuirlo, ridicolizzarlo, deriderlo o prenderlo in giro? AHAHAHAHAHAHAHHAAHAHAHAHAAHAAHAHAHAHAHHAAHSi era promesso di non ridere, ma Jin era così stupido da essere divertente. Qua a tutti interessa il denaro. Forse avresti dovuto sganciare 2000 Ryo invece di dirmi ovvietà. Sarà per la prossima volta. Si mise una mano sui capelli, ancora bagnati. Jin, abbi pietà di me. Io ho servito Lord Goemon per anni. Ho ucciso per lui e per certi versi lo conosco. So benissimo cosa fa a tutti quei ninja che lo annoiano o che non gli vanno a genio. Quando i suoi nemici vedono me, sono quasi felici di morire per mano mia Fece una pausa. Comunque, lo ricorderò. Vai tranquillo Continuò a ridere sotto i baffi mentre Jin chiedeva agli Umezawa un'ora di tempo per prepararsi.
    Preparati, nessun problema.


    [Grand Hotel Senmà to Yorokobi]

    Grand Hotel Senmà to Yorokobi.
    Si trattava di un grande hotel nei pressi del Secondo Livello, uno tra i più lussuosi della Pioggia, in cui Namae aveva effettuato qualche consegna.
    Conosceva il direttore, Saboru-sama, e grazie a quell'aggancio, che non avrebbe definito amicizia, i due ninja avevano avuto il permesso di incontrarlo proprio lì.
    Prima di entrare, Jin si raccomandò con Namae di non distrarsi e di prestare massima attenzione.

    CITAZIONE
    Massima concentrazione, Fante di Ame. Per quanto ne posso sapere stiamo giocando una partita pericolossisima. Se Goemon pateggiase per la Regina di Fiori e venisse a scoprire troppo presto le nostre intenzioni ci aspetterebbe la morte, per entrambi.

    jpg

    Fortuna ci sei tu a ricordarmelo. Sembri la madre che non ho avuto. Preferiva di gran lunga la compagnia di Hounko. Almeno lei, otto anni di età, non dava fiato alla bocca per dire ovvietà.

    Nella reception placcata d'oro, circondati da poltrone rosse, luci soffuse e mobili costosi, l'Oleandro era calmo, freddo come un blocco di ghiaccio, pur conoscendo il trattamento riservato dal Principe per chi osava fallire le sue missioni: impalamento con rogo.
    L'aria era satura di odori e profumi: vaniglia, pino e mix di flagranze chimiche che potevano essere usate, qualora ce ne fosse stato bisogno, per celare veleni e droghe.
    Davanti alla tenda oscura oltre alla quale si apriva un lungo corridoio, percorso più volte in compagnia di Saboru, l'Oleandro attese in silenzio, senza dire nulla.
    Se Jin avesse desiderato scambiare due chiacchiere, gli avrebbe intimato per l'amore di Dio di restare muto. Era probabile che persino le piante avessero occhi e orecchia. Era troppo tardi per colmare altri dubbi.

    Quando ricevettero il permesso per raggiungere il Principe, Namae fece segno a Jin di seguirlo. Nel tragitto verso la suite, si sistemò i ciuffi di capelli che gli erano scesi sulla fronte, appesantiti dalla pioggia che si era abbattuta nuovamente sulle loro teste.
    Quando la porta della Suite venne spalancata, lo sguardo dell'Oleandro scivolò dalla moquette rossa fino alle giovani fanciulle distese a terra, semi svenute, nel pieno di un orgasmo infinito o degli effetti distruttivi delle droghe che erano sparpagliate a terra come caramelle.
    La distrazione durò solo due, forse tre secondi. Gli occhi dell'Oleandro saettarono verso il trono sul lato opposto della porta d'ingresso, chiusa da Saboru.
    Lord Goemon troneggiava come un Signore della Guerra. Grosso quanto Namae, doveva avere quarant'anni. Avvolto in una camicia da notte, sembrava già adirato. A portata di mano aveva la sua arma.
    Una minaccia diretta a noi o è solo paranoico? Si trattava di un messaggio. Se Lord Goemon non avesse avuto ciò che desiderava, per Jin e Namae sarebbe stata la fine.
    Per quanta dopamina circolasse nel suo corpo, deglutì al pensiero di un impalamento.
    Dietro a Goemon, vi erano due figure incappucciate, irriconoscibili. Che fosse Lashmi-sama? Colei che l'aveva fatto entrare nelle fila di Lord Goemon quattro anni prima?
    Una sola entrata. E un bagno da cui provenivano le risate di ragazze.

    CITAZIONE

    Allora, che cazzo volete?


    La sua voce gutturale echeggiò nella stanza come un ordine impartito da un Titano.
    Namae non trasalì né sobbalzò. Di inchini non ce ne furono. Lord Goemon non era il tipo che perdeva tempo dietro a riverenze o altre stupidaggini.
    Il Principe della Perdizione aveva i modi di chi desiderava chiudere i propri affari alla svelta e con i risultati che auspicava. Il peggior tipo di persona a cui far perdere tempo.
    Sono Namae Taiyo. Indicò Jin. Lui si fa chiamare Jin e ha qualcosa per lei. Spero vivamente possa aiutarla per i suoi scopi. Due frasi in croce. Il minimo indispensabile per presentarsi e spiegare il motivo della loro presenza. Sarebbe stato compito di Jin alimentare la discussione.
    A sorpresa fece un passo indietro, così da scivolare alle spalle dello sconosciuto.
    Cosa voleva dire quel gesto? L'abito di Namae si era aperto. Sul lato destro, visibile allo sguardo di Lord Goemon, vi era l'elsa della sua Doppia Lama. Un messaggio per il suo padrone, indecifrabile per un qualsiasi accademico.
    Lo tengo d'occhio. Gli occhi di Namae erano fissi su Jin. Non sapeva nulla dell'oggetto né del potere posseduto dall'otese. Si fidava di Madama Umezawa, ma sapeva come funzionavano le cose ad Ame.
    Oggi tradisco Touya, domani sarò io il tradito. Per non parlare di quei sessanta minuti di preparativi non giustificati.
    Uno scherzo, o qualcosa che avesse messo a rischio la vita di Namae, e quest'ultimo non avrebbe esitato un secondo a mozzare la testa di Jin.

    Quando Jin chiese a Namae di uscire, il Fiore non chiuse il proprio abito.
    Jin non mente. Con il suo permesso, qui avrei finito. Vi lascio conversare su cose che non è mio diritto sapere. Per qualsiasi cosa, saprà dove trovarmi. Sapeva già come muoversi. La sua mente non si era fermata un solo secondo. Per mettere in moto ciò che aveva ideato doveva uscire da quella stanza. Per farlo, era vitale mostrare a Goemon come la sua uscita di scena fosse un "-1" nella lista degli ospiti indesiderati. Per forza di cose, l'oggetto della sua attenzione sarebbe stato Jin, non Namae, il solito schiavo insignificante, così fedele che un giorno sarebbe morto per portare a termine una sua missione.

    Se Goemon avesse acconsentito alla richiesta di Jin, l'Oleandro avrebbe abbassato il capo in segno di rispetto e se ne sarebbe andato, uscendo dall'unico (probabile) accesso presente nella stanza.
    Bene, iniziamo a far uscire tutti da questo hotel. Nella suite trasformata in un harem, aveva notato un dettaglio importante: la stanza aveva una sola entrata (difficile che il bagno ne avesse una nascosta), accessibile da un lungo corridoio che partiva dalla reception.
    Non era solo importante tenere Lord Goemon occupato, ma evitare che qualche individuo si presentasse per avvertire il Principe dell'attacco a Touya. Così, chiusa la suite alle spalle, avanzò nel corridoio fino alla reception, contando i passi.
    Dodici metri da quella porta nera da cui era appena uscito. Senza comporre alcun sigillo, attivò il suo jutsu preferito. [TA]
    Chiunque si fosse trovato all'interno di un raggio pari a quei dodici metri, contati con molta cura, avrebbe udito una sirena echeggiare fuori dall'hotel, così forte da spingere ciascuno dei presenti ad uscire di fretta e furia.
    Senza avvicinarsi alla Suite, immerso nella penombra del corridoio centrale, Namae incrociò le braccia al petto, pronto a fermare chiunque avesse tentato di raggiungere Jin per informarlo dell'attacco al Fiore Artico.
    Un uomo alto due metri, con spalle larghe come un armadio a quattro ante, dotato di ormoni, veleni e cattiveria. Chi avrebbe osato superarlo con quella malia?

    Ovviamente, non avrebbe concesso un eccezione neanche a Saboru.

    jpg




    Chakra: 92.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///






    Edited by Roroo 2.0 - 22/4/2021, 01:05
  11. .

    Verso Tsuya - Il potere del Vuoto - Il Rokubi e Akira


    Villaggio di Tsuya - Chapter VII




    [Evocazioni]

    Un suricato e una tartaruga nei vicoli di Umari.
    Senza nessuno in giro, i due piccoli animali seguirono le tracce fino a raggiungere una locanda anonima, la stessa da cui erano usciti Akira e Yato.
    Koinu si guardò intorno, nascosto dietro un vaso di ceramica che era stato sistemato davanti a una porta. Non impiegò molto tempo a individuare un ragazzo con i capelli neri a caschetto, rintanato al margine di una strada senza uscita. Era visibilmente agitato, ma non sembrava essere un tipo pericoloso. Lo scrutò da capo a piedi, con il suo occhio critico che riusciva a individuare ogni piccolo dettaglio che allo Shokuto sfuggiva. Non aveva armi, coprifronti, nemmeno il fisico e l'aspetto di un ninja.
    Quando pensò di proseguire e sollevare il tizio da ogni sospetto, il ragazzo eseguì dei sigilli.
    Si fermò all'istante, con la coda che saettò davanti al volto della tartaruga, intimandogli di fermarsi.
    Con un morso al dito, il ragazzo fece cadere a terra alcune gocce di sangue. Koinu pensò a un evocazione, ma l'unico cambiamento che avvenne in quella strada deserta fu la comparsa di due odori distinti e intensi. La sua mente impiegò pochi istanti per ricordare dove avesse percepito le flagranze.
    Casa di Rasetsu.

    CITAZIONE

    Hanno cercato Midori, devo avvisare sua Eccellenza.


    L'ordine fu ripetuto a un ragno nero e rosso, nato dal sangue che il ragazzo aveva lasciato cadere ai propri piedi.
    Cosa.. Scattò come una molla, spaventato da quella massa bianca precipitata dal tetto sopra la loro testa. Il lupo aveva preso di mira il sospettato, travolgendolo senza pietà.
    Il canide era enorme, maestoso e ricoperto da un soffice manto bianco che sembrava essere composto da fiocchi di neve.
    La sola presenza di Retar fece crollare la temperatura nel vicolo. Per un animale a sangue freddo come Koinu fu terribile. Attorcigliò la sua lunga coda attorno al corpo e avanzò verso il lupo.
    Lo stavamo seguendo. Esclamò, infastidito dall'intromissione dell'evocazione. Poteva condurci da qualche parte se lo avessimo seguito Aggrottò la fronte.
    Lei sarebbe?

    [Masayoshi]

    Aveva optato per un approccio diplomatico. Non era sua intenzione agitare troppo le acque. Il rischio di attirare l'attenzione dei ninja di Taki era alto e non avrebbero tollerato le ingerenze degli accademici.
    Senza alzare la voce, Masayoshi chiese tutti i registri delle comunicazioni che erano avvenute tra Umari e l'Accademia dal 9 al 12 Luglio. Solo tre giorni, che significava forse una trentina o una ventina di missive, ma l'uomo si rifiutò, preoccupato da un possibile licenziamento. Il suo era un atto egoistico, ma non lo biasimò. Vi erano uomini ben peggiori.
    Davanti al suo fallimento, Masayoshi non fu sorpreso. Sapeva di essere un pessimo oratore. La sua abilità di persuasione era paragonabile a quella di un bambino. Tuttavia, con le domande su Amano e Midori, riuscì ad ottenere alcune informazioni su di loro. Come prevedibile, il primo non si vedeva da due settimane mentre la sospettata, sulle cui tracce vi erano Yato e Fudoh, possedeva un parente proprio lì ad Umari.
    Grazie mille, ma le ... Incalzò, determinato a non mollare la presa. Doveva dare un occhiata ai registri, ma quando si gettò all'assalto, fu anticipato dal suo amico Fudoh, posizionato al suo fianco.

    I loro sguardi s'incrociarono. Non intuì cosa il kiriano avesse intenzione di fare, ma la fiducia che nutriva per il barbone chirurgo di Kiri era assoluta, perciò lo lasciò parlare senza interromperlo.
    La recita fu convincente.
    L'addetto cercò in tutti i modi di apparire tranquillo, sereno, non turbato dalle osservazioni di quel ragazzo strambo, vestito con un pantaloncino e un corpetto in cuoio, ma l'insistenza del ninja riuscì a scalfire la sua finta indifferenza, e qualche secondo dopo, sporgendosi oltre il bancone, l'uomo aprì la bocca come consigliato dal medico.
    Un minimo contatto con la guancia e l'uomo svenne, scomparendo dietro alla receptionist.
    Masayoshi rimase a bocca aperta. Sapeva che il suo amico avesse qualcosa in mente, ma non si sarebbe aspettato una trappola del genere.

    CITAZIONE
    Oh... è svenuto. Qui ci penso io, tu continua con le nostre ricerche.

    Questa volta non hai usato i capelli. Ricambiò il sorriso.
    Fortuna tu, altrimenti avrei dovuto corromperlo. Con l'impiegato a terra, privo di sensi, Masayoshi fece il giro del bancone e iniziò a rovistare tra le pile di fogli appoggiati sul piano di lavoro e sui cassetti.
    Per la sua sanità mentale, ad Umari avevano un archivio ben organizzato.
    Trovò i registri del mese odierno in meno di venti secondi. Estratto il faldone su cui era stato scritto "Luglio" a caratteri cubitali, Masayoshi iniziò a sfogliarlo.
    Tra il 9 e il 12 Luglio, trovò qualcosa di interessante: una missiva breve, scritta con una calligrafia curata e arrotondata, con la quale si richiedeva aiuto all'Accademia per dei omicidi avvenuti a Tsuya. Fin lì, nulla di strano, se non fosse che la firma fosse di un certo Yoshi Omura. Ricordava quel nome. Era stata la prima vittima di una lunga serie. Come era riuscito a inviare quella lettera?
    Qui c'è scritto che è stata inviata da Yoshi Omura Informò Fudoh, pronto a dare l'allarme se qualcuno si fosse avvicinato all'ingresso.
    Entrambi sorpresi dal mittente, il kiriano chiese allo Shokuto se avesse in mente qualche idea. Non poteva essere stato Yoshi ad avvertire l'Accademia.
    Ci hanno voluti qui. Tutti i Guerrieri del Vuoto...Mormorò tra sé, prima di rispondere all'amico.
    Non ne ho idea...e non penso che abbia importanza a questo punto. Fece spallucce. Non ho nessun jutsu di interrogazione. Abbassò lo sguardo sull'impiegato. E non possiamo forzare troppo la mano. Fudoh lo conosceva bene: lo Shokuto non avrebbe schiaffeggiato un cittadino.
    Controlliamo le comunicazioni verso i territori accademici prima del 8 Luglio Avrebbe buttato un occhio a ogni missiva spedita prima del giorno in cui era avvenuto il primo omicidio, ponendo attenzione ad eventuali messaggi cifrati.

    Se non avesse trovato nient'altro.
    Direi di portare questa missiva ad Akira e a Yato. Poi domani vedremo di carpire quest'informazione dai nemici. Cosa ne dici? Hai altre idee? Aveva riflettuto sul da farsi, ma non aveva idea di cosa fare. Se anche Fudoh avesse concordato di uscire, Masayoshi avrebbe annuito.
    Torniamo dagli altri. Infilò la missiva in tasca e uscì. Non c'era nient'altro da leggere e prelevare lì.

    [Addestramento dei Guerrieri del Vuoto]

    La delusione di non aver ricavato nulla di interessante in quel di Umari lo accompagnò fino al punto d'incontro con Yato e Akira, a cui consegnò la missiva. Tuttavia, lungo la strada che conduceva a Tsuya, Masayoshi non vide l'ora di addestrarsi nell'uso del Vuoto. Nei suoi occhi verdi smeraldo brillava il fuoco della determinazione.
    Non mi sono affatto dimenticato. Esordì, incrociando le braccia al petto.
    Mentre Yato e Fudoh si diressero verso Sareshigami, Masayoshi e Akira cercarono un posto adatto per il loro addestramento.
    Lo trovarono allontanandosi dal sentiero principale.
    Nella vegetazione caratteristica del luogo, nascosto ai visitatori da un fitto intreccio di rami, vi era uno spiazzo circolare con un manto erboso non eccessivamente alto.

    CITAZIONE
    Qui dovrebbe andare bene... Almeno se svieni eviterai di colpire con la testa un ramo! Ahahah! Bene, obiettivo del giorno, riuscire ad utilizzare il Simbolo del Vuoto senza fare la fine del pacco di patate.

    Enunciò il giovane Akira, sedendosi con le gambe incrociate l'una sull'altra.
    Vederlo in quella posa da monaco, il kiriano sembrava una persona diversa, più seria e responsabile; sotto la sua esuberanza che lo faceva apparire come un ninja vivace e infantile, si celava uno degli shinobi più maturi del Continente.
    Il Jinchuuriki si mise al centro, concentrato e motivato.

    CITAZIONE
    Attiva il Sigillo, incanala il Vuoto e poi, quando sarai pronto... Voglio che risvegli il tuo Demone. Sorrisi. Vediamo quel bestione come reagisce... Dobbiamo testare in che modo il tuo corpo risponde a questo doppio fattore... E soprattutto dobbiamo capire se riuscirai a sopportare lo sforzo. Quando avrei gestito entrambe le energie... Prova a colpirmi.

    Il demone aprì gli occhi e le sue antenne di chakra acido si estesero oltre le sbarre di chakra.
    Nel mondo reale, Masayoshi assunse un espressione tra lo stupore e l'incredulità.
    Il potere oscuro di un Bjuu era ben diverso dal dono del Vuoto. Anche solo averlo nominato, si scatenavano in lui emozioni diverse, dalla paura di perdere il controllo fino al terrore di subire le sue angherie e i suoi pensieri di morte.
    L'esperienza di possessione vissuta all'Abete lo aveva segnato nel profondo. Per diverse notti, il solo ricordo del dolore inflittogli dal suo chakra acido lo aveva tenuto sveglio fino alla mattina successiva. Avrebbe preferito svenire come un sacco di patate che diventare l'oggetto della volontà del demone.
    Devo fidarmi di lui. Nella fredda isola dell'Abete, era stata Lianshi in persona a incaricare Akira del loro addestramento.
    Ok, non credo sia buona idea, ma lo farò. Chiuse gli occhi e cercò di tranquillizzarsi. Akira sapeva cosa stava chiedendo. Era l'Undicesimo Guerriero del Vuoto.
    A dire il vero, non so nemmeno come attivare il Sigillo. Aggiunse, unendo i palmi delle mani in contatto davanti al busto. Allargò leggermente le gambe e cercò di richiamare a sé il potere del Vuoto.
    Devo sgombrare la mente...produrre il Vuoto.
    Visualizzò Lianshi, il suo bacio e il tocco con cui gli aveva donato il proprio potere.
    Lentamente riuscì ad eliminare ogni pensiero: dalla paura del demone, stranamente calmo, ai ricordi dello scontro con la Speranza di Hayate, insieme all'Hokage e ad altri ninja. Raggiunse il perfetto stato meditativo dopo una serie di tentativi. Ogni qualvolta sapeva di aver perso la concentrazione o il ritmo del suo respiro, senza alcun lamento o protesta, aveva richiuso gli occhi e ritentato.
    Dopo 30 minuti di assoluto niente, in cui annullare i propri pensieri sembrò non dare i propri frutti, il chunin si vide al centro di quel deserto in cui era stato catapultato la sera prima. Era stato sufficiente un profondo rilassamento, del chakra generato dal Tantien e il pensiero fisso su cosa fosse il Vuoto per lui.
    Assenza di Confini.
    Impiegò diversi secondi per capire che, a differenza di quanto creduto, si trovava in un deserto diverso: prima identici, ora i granelli di sabbia gli apparivano diversi. Alcuni erano tondi, altri spigolosi. Per non parlare dei colori: si andava dal grigio al dorato.
    Dentro di sé, aveva la sensazione che il Vuoto si fosse trasformato. No, non era esatto. Quel luogo era rimasto lo stesso, ma era lui a percepirlo con una declinazione diversa. Il Vuoto di Confini non esisteva nella sua mente.
    Il suo sguardo si posò su un sassolino alla sua destra: era sferico, bianco e quelle peculiarità attirarono la sua attenzione.
    Fin dove la sua vista si spingeva, nessun granello era così perfetto. Sembrava invitarlo ad afferrarlo e il Jinchuuriki non si fece costringere.
    Fece per allungare il braccio destro ma si arrestò. Qualcosa non andava. Nonostante lo vedesse lì, a meno di un metro dalla mano destra, qualcosa gli suggeriva di estendere l'altro arto nella direzione opposta.
    Perché sarebbe uguale? Pensò e quando lo fece, si ritrovò al centro della radura. Il Sigillo del Vuoto si era disattivato.
    Io...io penso...cosa è accaduto? Sussurrò, stanco e con il respiro accelerato. Sudava come una fontana, ma per quanto fosse spossato, non era il tempo di rilassarsi. Senza consentire al Jonin di Kiri di rispondere, Masayoshi chiuse gli occhi e si abbandonò al Vuoto, nuovamente.


    Impiegò meno tempo per fare ritorno in quel maledetto deserto. Quindici minuti, forse addirittura dieci.
    Quando il cielo grigio e privo di sole si estese sopra di lui, oltre all'orizzonte, Masayoshi cercò il suo granello sferico.
    Lo trovò sotto dieci centimetri di sabbia. Sembrava essersi nascosto alla sua vista e ciò rattristò il Jinchuuriki. Per un momento, aveva pensato che quell'oggetto così insignificante, nemmeno reale, lo stesse aiutando ad avvicinarsi alla sua declinazione.
    Si avvicinò e allungò la mano verso il granulo senza riuscire ad afferrarlo. E in quel momento ebbe nuovamente la convinzione di poterlo afferrare dall'alto, da destra, da sinistra...da ogni direzione.
    Non vi fu alcuna domanda o esitazione. Sapeva che le sue dita sarebbero riuscite ad arrivare alla sabbia da ogni lato.
    Alzò il braccio in modo deciso e...
    I suoi occhi si riempirono di sorpresa e felicità.

    Il Jinchuuriki era in piedi, con le mani unite davanti al petto, a pochi metri da un Akira sorridente. Attorno al suo corpo mingherlino, bruciavano fiamme di chakra azzurro emesse dal simbolo che era apparso al centro della sua fronte.
    Ad occhi aperti, le distrazioni aumentarono e la sensazione di perdere il controllo sul Vuoto si fece sempre più forte. I pensieri e le domande si accavallano l'una sull'altra, come una folla davanti a un ricco buffet.
    Rischiava di perdere quel controllo.
    Immerso in quell'aura calda e accogliente, il chunin percepì un grosso peso sul suo stomaco, come se tutto quel potere inespresso pesasse sul suo Tantien.
    Posso...posso provare con il demone. Non ci furono discorsi né raccomandazioni al Rokubi. Alzò le braccia fino alle spalle e lasciò che il chakra del Bjuu fluisse in lui, come aveva già fatto all'Abete.
    L'unione dei due flussi diede vita a un chakra argenteo, potente e meraviglioso da osservare. Il Vuoto non fu destabilizzato dal potere del Sei Code. Era come se i due chakra fossero analoghi, dello stesso tipo e potenza. Oppure, forse più probabile, Il Bjuu era spaesato e sotto controllo del Vuoto concessogli da Lianshi.
    Si sentiva libero, potente, in grado di fare qualsiasi cosa. Si avvicinò ad Akira a passi lenti, sorridente e felice.
    Ce l'ho fatta. Non so ancora usarlo ma lo controllo. Il Bjuu era ancora dietro alle sbarre, fermo e immobile, calmo come mai lo era stato nella sua millenaria vita. Che fosse confuso?
    Masayoshi scattò contro Akira, come quest'ultimo gli aveva ordinato di fare.
    Ho il controllo. Si prepari. In un attimo fu davanti al suo sensei, con il braccio destro piegato dietro la rispettiva spalla.
    Akira lo avrebbe notato un istante prima di Masayoshi.
    Il chakra azzurro del Vuoto non si spense, come sarebbe sembrato a un occhio poco esperto, bensì finì prigioniero e preda di un flusso di chakra nero e oscuro, proveniente da chi, furbo come una volpe, aveva controllato il proprio flusso di chakra per ingannare Akira e soprattutto Masayoshi.

    jpg



    Nessuno può controllarmi. L'immagine del demone, maestoso, fiero e potente, accecò il chunin un attimo prima di perdere il controllo, mentre le sue parole cariche di odio echeggiavano come echi lontani nelle regioni più remote del suo spirito. Masayoshi era caduto dentro un flusso di chakra nero fuori controllo. [TA]
    Il volto del chunin mutò all'improvviso. Gli occhi divennero fessure sottili in cui all'interno saettavano pupille interamente nere. I canini si allungarono fino a sporgere all'esterno.
    Akira ebbe poco tempo per reagire. Non fu il braccio destro a scattare in avanti, ma il ginocchio opposto, che si sarebbe alzato nel tentativo di sprofondare nello stomaco o nel viso del kiriano. [SA I]Velocità: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) +4 (Mediobasso) -> Viola + 3
    Forza: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) -> Blu + 3

    Non ci furono pause. Il Jinchuuriki sfruttò il braccio destro già caricato per sferrare un gancio al naso del kiriano. [SA II]Velocità: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) +4 (Mediobasso) -> Viola + 3
    Forza: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) -> Blu + 3

    E quando lo spadaccino si sarebbe aspettato un terzo attacco, il demone sarebbe balzato all'indietro di ben 10 metri. [SA III]Velocità: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) +4 (Mediobasso) -> Viola + 3
    + Azione Rapida /span>

    Furono due attacchi fisici che per quanto rapidi e potenti non avrebbero impensierito il potente Jonin di Kiri. Il Rokubi stesso ne era consapevole.
    Il fisico di Masayoshi era debole, seppur dotato di molti poteri, tra cui il Kiseki Arancione, incastonato davanti al suo cuore.
    jpg
    A distanza, con il volto deturpato dal Rokubi, quest'ultimo avrebbe ringhiato.
    Nessuno è mai riuscito a soggiogarmi. Ogni ninja di Suna che ha sognato di mettermi in catene è morto, impazzito dal mio chakra corrosivo. L'ultimo è stato il monaco cieco di Suna, il prossimo sarà questo idiota debole e stupido...qualsiasi potere esso avrà Le labbra, la mascella e la lingua avevano già iniziato ad opporre resistenza. Per quanto sottomesso dal Rokubi, Masayoshi stava cercando di riprendersi il controllo perduto. Il chakra oscuro divampava e si affievoliva, in un tiro alla fune che vedevano contrapposti il Rokubi da un lato e il chunin dall'altro.
    Forza Akira. Attaccami. Non volevi parlare con me? Mostrami il tuo potere, spaventami se ci riesci...ne ho visti centinaia di tipi come te...così sicuri di sé... Il capo scattò verso destra, poi verso sinistra, inclinandosi quasi al punto di spaventare il kiriano. Il sigillo del Vuoto era riapparso, ma era debole.
    Il Vuoto non può nulla contro il mio chakra e il mio volere. Non pensare affatto che possa soggiogarmi AHAHAHAH Più il suo controllo diminuiva, più le provocazioni del Rokubi divenivano pungenti.
    Kushinada, Tu, il Vuoto...siete solo pulci ai miei occhi. Uccidi questo stupido e affrontarmi se ne hai il coraggio...FORZA! NE HAI IL CORAGGIO? Tuonò con una voce tutt'altro che umana.

    Se Akira avesse esitato, il demone avrebbe allentato la presa su Masayoshi, che nel frattempo cercava in tutti i modi di sottrarsi al controllo del demone. Il chakra demoniaco avrebbe perso intensità a favore del Vuoto.

    Coniglio. Continua a giocare con le tue spade. Le labbra del chunin si sarebbero piegate in un sorriso spaventoso. Constatata la debolezza del kiriano, il Rokubi ritornò nella sua gabbia sghignazzando, spinto dalla pressione del chunin. Lentamente, i lineamenti facciali di Masayoshi si affievolirono, sempre di più, e dopo qualche secondo di silenzio, il chunin aprì i suoi occhi. Il sigillo del Vuoto aveva ripreso vigore. L'aria era rimasta carica di energia negativa. Ansimante, Masayoshi si sarebbe passato una mano tra i capelli.

    Non stuzzicarlo Akira-sama. Lei non può capire cosa prova un Jinchuurki. È un peso che ho accettato come...come un sacrificio affinché nessun ninja di Suna fosse stato costretto a subire le sue torture Lo rimproverò. Era affaticato, in deficit di ossigeno, come se due delle code del demone si fossero strette attorno al suo collo e lo avessero privato del respiro.
    Era così sconvolto che si era dimenticato del potere del Vuoto ancora attivo.

    Ma Akira cosa avrebbe fatto? Avrebbe ceduto alla provocazione del Bjuu?

    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///





  12. .

    Uno scontro da ribaltare - L'Oleandro VS Atori


    Chapter XII - Villaggio della Zanna



    [Uccisione dei cloni e saccheggio]

    Dalla porta da cui si delineava il quartiere degli Atori, tre sagome nere balzarono verso le prede ignare del loro destino.
    Namae trafisse il suo clone con la Doppia Lama, Tia usò il suo grosso ventaglio e Goemon abbatté l'individuo incappucciato con il suo fiero martello di legno.
    I due cloni della Zanna scomparvero in un filo di fumo, ma il nemico bersagliato dall'orco si rivelò essere un uomo in carne e ossa. Chiunque fosse, un prigioniero o uno degli Hayate, di lui rimasero solo il mantello, il cappuccio e la carne ridotta in poltiglia.
    Per diversi secondi, Goemon fu preda delle sue emozioni. 
    Namae lo vide tremare alll'idea di aver ucciso un vero prigioniero della Zanna, un ninja del suo villaggio tenuto in custodia dai cloni. Riconoscerlo dopo averlo ridotto in quello stato sarebbe stata un' impresa degna di un medico.

    CITAZIONE

    Ci penseremo in un secondo momento.


    Namae annuì, senza dire nulla.
    Nel silenzio del quartiere, Goemon concesse venti minuti per setacciare ogni casa, anfratto e nascondiglio, alla ricerca di cibo, vestiti e armi. L'Oleandro non perse tempo e scese lungo la scalinata alla sua sinistra. Tia e Goemon presero strade diverse.
    E in quel lasso di tempo, il ninja di Ame avanzò nelle tenebre, violando serrature e rubando tutto ciò che sarebbe stato utile alla resistenza. Non abbassò mai la guardia; non credeva possibile che un intero quartiere del terzo livello fosse completamente deserto.
    Da qualche parte, i cloni dovevano esserci.

    [Combattimento contro gli Atori]

    Fece ritorno con garze, tonici e diverse scorte alimentari, sistemate in un sacco di juta che si era assicurato alla schiena con due corde che aveva trovato in uno scantinato.
    Tutte le dimore degli Atori erano simili a officine meccaniche, con banchi da lavoro e attrezzi in ogni stanza. Aveva approfittato dei loro utensili per caricare il suo lancia spiedi con gli ultimi veleni rimasti. [Note]Le tre dosi di Allucinogeno rimaste a Namae sono negli spiedi (3 negli spiedi, 2 usate nel combattimento con il drago), insieme al veleno C2
    Nella terrazza del capoclan, Namae trovò solo Goemon, intento a rimuginare sul possibile errore che aveva compiuto. Chissà quali pensieri lo tormentassero.
    Quando si accorse del ninja di Ame, alzò lo sguardo su di lui.

    CITAZIONE

    Dove si è cacciata?


    Avrà trovato qualche dimora chiusa a chiave.
    Non c'era da preoccuparsi. Il quartiere era disabitato. Non lo aveva ritenuto possibile, ma muovendosi di casa in casa, Namae non aveva percepito nessuno.
    Fiducioso di poter tornare al campo base con le provviste, attese Tia Mikawa a pochi metri dalla porta che avevano aperto grazie ai suoi suggerimenti da topo d'appartamento.
    Pochi istanti di attesa e quel silenzio tombale venne infranto da un'improvvisa esplosione. Lingue di fuoco divamparono da una casa alla loro destra, mentre mattoni, porzioni di lamiera e bulloni incandescenti schizzarono come proiettili verso il centro del quartiere, seguiti da individuo incappucciato e avvolto da un abito nero. Namae sobbalzò, Goemon pure.
    Investiti dal calore e dall'onda d'urto, i due Nukenin capirono che Tia era in pericolo. Prima che potessero avanzare verso la nube di fumo, la Mikawa uscì dalla nuvola di cenere con un grosso ventaglio sulla mano destra.

    CITAZIONE

    CI HANNO TROVATO! Io li trattengo, voi scappate con le provviste!


    Fuggire? Goemon non fu dello stesso avviso. Senza esitazione, ruotò il martello sul palmo della mano e corse in suo aiuto. Alle sue spalle, Namae aveva già estratto la sua Doppia Lama, ma rimase fermo, interdetto. Cosa avrebbe dovuto fare? Supportarli o scappare con le provviste?
    GOEMON DIMMI COSA... Non riuscì a terminare la frase. Superato il parapetto con un balzo, a mezz'aria l'orco venne abbattuto da qualcosa che Namae non aveva percepito.
    Un brivido di paura percorse la sua schiena.
    Nel caos della situazione, tra il fumo e le fiamme che consumavano la zona Ovest del quartiere, l'Oleandro non riuscì a sincerarsi sulle condizioni del suo alleato, infatti, a venti metri dalla sua posizione, una seconda figura avvolta in un mantello nero aveva fatto la sua entrata in scena. Disposte lungo un arco di circonferenza, il nemico aveva piantato a terra numerose katane.
    Quando lo strano individuo sembrò interessarsi a lui, Namae percepì un terzo ninja muoversi sulla piattaforma a sinistra.
    Merda! Mai una missione tranquilla. Imprecò a denti stretti. Erano in inferiorità numerica.
    Spostò lo sguardo sul terzo nemico in ordine di apparizione. Pensò sin da subito di gettarsi su di lui e ucciderlo, ma l'attenzione di Namae fu catturata dall'altro nemico che aveva appena impugnato una katana a mò di giavellotto.
    Gli Atori. Goemon lo aveva informato sulle abilità di quei ninja, ma Namae era una testa dura, un inguaribile San Tommaso: in cuor suo, non credeva che un taijutsaro del suo calibro avrebbe dovuto temere un semplice lanciatore di armi. Infondo, senza l'effetto sorpresa, lo stesso orco sarebbe riuscito a schivare o deviare il dardo.
    Ma si dovette ricredere. Terribilmente.

    jpg

    La katana squarciò lo spazio come un fulmine a ciel sereno. L'arma mirava alla sua spalla destra, già danneggiata in passato dalle fauci del drago.
    Dinanzi a quel missile terra aria in avvicinamento, Namae non riuscì a trattenere un espressione di puro stupore, e il solo gesto istintivo di sgranare le palpebre lo mise ancor più nei guai, perché in quel breve lasso di tempo, la lama aveva già bruciato un terzo della distanza.
    Non sarebbe riuscito ad attivare in tempo il suo sistema endocrino.
    Devo almeno... il Tantien fu spinto vicino al suo limite e il chakra invase il suo corpo come un fiume in piena. Con i muscoli dell'addome resi d'acciaio, l'Oleandro lasciò le gambe ferme e ruotò il busto e le spalle attorno al suo asse verticale, in senso antiorario, di quasi sessanta gradi [SD I]Consumo chakra: 1 Bassi.
    Riflessi: Viola + 3

    La fitta di dolore agli addominali fu sovrastata dal bruciore alla spalla destra, colpita di striscio dalla katana. [Danni]Potenza 40. Corpetto in Cuoio 25. -> Danno 15+8x5 = 55 Quasi Grave
    AAAARGH. Il dolore fu acuto, lancinante. Per alcuni istanti si ritrovò senza fiato, con i polmoni bloccati dallo shock. Sofferente, con i denti stretti per trattenere un secondo, terzo e quarto grido, Namae non rimpianse il combattimento con Nami. Scontrarsi con un mostro marino era stato atroce. Tuttavia, in quel quartiere la situazione era ben peggiore.

    Sul secondo lancio, l'Oleandro non si fece trovare impreparato: aveva avuto un assaggio della sua forza e, salvo magie o sorprese, il dardo avrebbe mantenuto la sua banale traiettoria lineare. Intuita quest'ultima, schivare non sarebbe stato complesso. La seconda katana mirava al suo collo, o forse al volto; Namae non sprecò tempo prezioso per capirlo; senza indugiare sfruttò l'azione concatenata del chakra e degli ormoni per balzare verso sinistra di un metro, così da portarsi fuori pericolo. Per quanto riuscì a muoversi rapidamente, la katana sibilò a pochi centimetri dalla sua testa. Al cospetto di quei Atori, venti metri non erano nulla. [SD II]Adrenalina 2 Unità. 1/2 Basso di chakra.
    Riflessi: Viola+4


    jpg



    Lo aveva notato.
    Dietro alla seconda katana, con l'obiettivo di prenderlo in controtempo, l'Atori aveva lanciato un Fuuma Kunai. Mirava al busto, al centro del suo petto. Quel clone lo aveva capito: Namae era in palese difficoltà e davanti a quel lancio anticipato, le sue possibilità di schivare quell'arma erano state azzerate. Aveva una sola possibilità: deviarlo con l'arma che aveva tra le mani. Più facile a dirsi che a farsi, perché quel grosso kunai, lungo almeno mezzo metro, sfrecciava verso di lui come un camion fuori controllo.
    Devo farcela. Ruotò il corpo per porre davanti al dardo la spalla già danneggiata mentre la Doppia Lama, stretta tra le sue possenti dita, fu posizionata in obliquo, con il piatto della prima lama al centro dell'ipotetica zona d'impatto.
    Per quanto avesse tentato di orientare l'arma correttamente, serrandola con tutta la forza che aveva nelle mani, non sarebbe riuscito a deviare il kunai completamente. A salvarlo fu la somatotropina, utilizzata per aumentare la sua forza muscolare. [SD III]Somatotropina 2 Unità 1/2 Chakra. Resistenza: Viola+4
    Riflessi: Viola + 3 (Basso)

    Riuscì a posizionare l'arma davanti a sé un istante prima dell'urto.
    L'impatto fu tremendo, così intenso da spezzare la Doppia Lama all'altezza del manico centrale, appena sopra le sue mani.
    La lama superiore colpì la spalla destra, per fortuna senza trafiggerla o danneggiarla ulteriormente, mentre il Fuuma Kunai schizzò verso l'esterno di un angolo insufficiente per evitare qualche danno. Tra le scintille generate dallo sfregamento delle due armi, a essere squarciato non fu né il fianco né il volto, bensì il braccio destro, ingrossato dall'azione della somatotropina.
    La punta d'acciaio aveva baciato la pelle bianca all'altezza del tricipite, dilaniandola come fosse carta velina. Le bende rinforzate erano state aperte come burro. [Danno]Potenza 55. Bende rinforzate -10
    Danno: 55-10+4x5 (differenza forza res) -> 65 Grave.

    Per un istante, il quartiere fu inghiottito da una luce bianca.
    Con quella ferita, insieme al taglio precedente, seppur inflitte "di striscio", l'arto perse quasi tutta la sua mobilità. Poteva muovere giusto le dita, o piegare il gomito di qualche grado, ma non sarebbe riuscito a usarlo in un combattimento corpo a corpo.
    L'ultimo taglio era profondo, esteso e molto serio. Senza parlare del sanguinamento. Ai suoi piedi si era già formata una grossa chiazza di sangue.

    AAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH



    Nessuno sarebbe riuscito a trattenere quell'urlo, quel grido carico di sofferenza e disperazione.
    Due lacrime rigarono le sue guance infossate. Non aveva mai sofferto così, nemmeno quando i denti del drago erano affondati nella sua spalla. Era un dolore insopportabile, un bruciore simile a quello prodotto da una marchiatura a fuoco.
    Barcollò dando l'impressione di cadere e crollare a terra, ma per grazia divina, o di ciò che aveva già vissuto prima dell'amnesia, l'Oleandro riuscì a rimanere in piedi.
    Con quel braccio insanguinato, chiunque sarebbe scappato senza guardarsi indietro; la porta era a cinque metri e il sacco di juta che aveva riempito ciondolava ancora sulla sua schiena. Chi lo avrebbe accusato di codardia? La loro missione principale era tornare nel quartiere della resistenza con cibo e beni di necessità.
    In un altro luogo, in un altro tempo, Namae non avrebbe sacrificato la sua vita per un villaggio che non fosse Ame. -Se ne sarebbe fregato di qualsiasi opinione altrui. Aveva una carriera, una figlia di crescere...perché morire per la Zanna?
    Ma qualcosa era cambiato in lui. Se ne sarebbe accorto più avanti, o forse mai, se avesse fallito nel ribaltare le sorti di quello scontro. Era accaduto durante la seconda riunione, quando Maschera Tre aveva confessato ciò che Namae aveva dimenticato.
    Per un solo istante, l'Oleandro aveva pensato a Miyagi come a un vecchio amico, e seppur quel nome non avesse suscitato in lui alcuna reazione, il suo cervello aveva connesso due o tre ricordi, ma per qualche motivo, forse legato a quel tatuaggio che gli deturpava l'occhio destro, l'informazione non era giunta a ciò che molti definivano coscienza.
    Non decise di rimanere in quel quartiere per eroismo o fedeltà; semplicemente l'Oleandro non scappò.
    Non pensò né ad Ame né a tutto ciò che aveva reputato importante fino a quel momento.

    jpg



    La prima strategia che elaborò fu quella di scomparire, nascondersi nella penombra della caverna, laddove era caduto Goemon. Non sarebbe riuscito a sfuggire a un altro lancio. Doveva far perdere le sue tracce, ma questo significava mettere Tia in terribile pericolo. Allora pensò di uccidere quell'Atori che aveva disegnato linee e curve sotto di sé, servendosi della lama rimastagli nella mano sinistra.
    Forgiata da quell'esperienza che l'Oleandro aveva dimenticato, la sua mente elaborava idee senza essere influenzata dal dolore al braccio.
    Ci sono! Mentre lo sguardo del Fiore si posò sul nemico alla sua sinistra, serrò l'elsa dell'arma spezzata tra i suoi denti.
    Come era già accaduto per i cloni che avevano sconfitto, l'Atori vestito di giallo avrebbe udito un flebile suono davanti a sé, sul lato sinistro della piattaforma in cui aveva tracciato il fuunjutsu. Sperò che quei cloni non provassero paura. Conosceva bene il suo amato jutsu; solo la paura avrebbe impedito al nemico di cedere alla tentazione.

    Se tutto fosse andato per il meglio, uno dei tre nemici sarebbe caduto momentaneamente in una sorta di stand-by, permettendo a Namae di concentrarsi sul nemico più pericoloso. [TA]
    Era giunto il momento della sofferenza. Il braccio destro era inutilizzabile, ma le dita erano in grado di muoversi discretamente.
    La parte più dolorosa fu avvicinare l'arto rotto all'altro, disteso davanti al busto.
    Mugulò. Ringhiò. Strinse i denti fino a creparsi lo smalto.
    Non poteva gettare la spugna.
    Corse verso il parapetto come un animale ferito, con le lacrime agli occhi, mentre appena sopra le gambe in movimento le mani eseguivano i sigilli necessari per attivare la tecnica della sostituzione. [SG]Movimento 6 metri
    Oltre la balaustra, a mezz'aria, Namae apparve alle spalle del nemico, sull'edificio alla sua sinistra, laddove aveva notato alcuni detriti generati dall'esplosione provocata da Tia. [TB][Abilità]
    I resti della casa erano disseminati a terra e sulle strutture adiacenti alla casa che era stata demolita.
    Salvo una fortuna sfacciata o una vista invidiabile del lanciatore di spade, quest'ultimo avrebbe impiegato del tempo per individuarlo. Istanti che Namae tentò di sottrarre correndo verso di lui tenendosi basso e in penombra. [SA I]Movimento Energia Viola

    Giunto sull'edificio centrale, opposto all'edificio del capoclan, Namae sarebbe comparso sul lato sinistro del nemico con la doppia Lama in pugno. L'abito sgualcito si muoveva dietro di lui come il mantello di un supereroe.
    Doveva ucciderlo nel minor tempo possibile: perdeva troppo sangue e l'altro Atori non sarebbe rimasto preda del genjutsu ancora a lungo.
    Aggrappandosi all'ultimo briciolo di lucidità, prima di lasciarsi trasportare dalla rabbia indotta dall'adrenalina, a distanza da corpo a corpo l'Oleandro abbassò il polso di almeno trenta gradi e sfruttò il meccanismo installato nel suo arto per scagliare contro il nemico uno dei pochi spiedi avvelenati che possedeva. Da un minuscolo foro situato appena sotto il palmo della mano, uno spiedo venne sparato dalla molla interna verso l'inguine destro del nemico.
    Un dardo piccolo, appena percepibile, ma cosparso di veleno e allucinogeno. [SA II]Lanciaspiedi. Spiedi Potenza 3. Intuito: Viola.
    Veleno C2 (Riflessi)+Allucinogeno (Scoordinato)

    Allucinogeno [5 Dosi] [Tonico]
    Questa boccetta contiene un potente allucinogeno che può essere utilizzato per aggiungere un effetto allucinogeno ad un Tonico oppure ad un Veleno. L'effetto allucinogeno consente di assegnare 1 status a scelta tra Stordito o Scoordinato, per 2 round e di aumentare l'efficacia del tonico di 2 Bassi o 2 Leggere o 2 Tacche a seconda del bonus concesso. È possibile applicare massimo una dose per Tonico/Veleno. Se consumato direttamente causa una forte nausea, Stordimento e Scoordinato per 2 round, solo se ingerito direttamente e solo se ingerite tutte e 5 le dosi.
    Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Minuscolo
    (Potenza: 0 | Durezza: 0)
    [Da genin in su]


    Il clone si sarebbe distratto e lui ne avrebbe approfittato riallineando il polso e sferrando un semplice ma pericoloso affondo al suo collo, appena sopra la clavicola. Non ci furono caricamenti, rotazioni particolari o finte. Doveva essere un esecuzione, un colpo inflitto senza fronzoli e nel minor tempo possibile. [SA III]Velocità: Viola + 4 (Adrenalina 1/2 Chakra)
    Forza: Viola + 3 (1 Basso)
    Potenza 25


    Qualunque fosse stato l'esito dell'affondo, Namae scartò di lato rimanendo incollato al nemico, così da avere l'altro Atori nel suo campo visivo.

    Dove sei Goemon... non reggerò ancora a lungo

    png


    Chakra:92.5/100
    Vitalità: 6/18
    En. Vitale: 18/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: Schivata
    2: Schivata
    3: Parata
    Slot Azione
    1: Movimento
    2: Lanciaspiedi
    3: Affondo
    Slot Tecnica
    1: Tecnica del Richiamo Ammaliante
    2: Tecnica della Sostituzione
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///

  13. .

    Interrogatorio Pacifico, per ora. Primi attriti.


    Chapter XII - Amegakure



    Lo aveva riconosciuto. Sentì il nome di Goemon fuoriuscire tra i suoi denti serrati.
    Un battito di ciglia. Non di più. E i detriti generati dall'esplosione fluttuarono minacciosi attorno al capo dello smemorato. Non si aspettava una reazione diversa; quando aveva trovato il coraggio di rivelare la sua identità, arrendendosi, aveva messo in conto di poter perdere un arto o uno dei cinque sensi. Era stato lui a consegnare il pacco, e per una madre era più che sufficiente per considerarlo come l’oggetto perfetto su cui sfogare la sua furia.
    Attorno alla potente Fante di Fiori, l'aria era così pesante da essere irrespirabile. Namae si era avvicinato, minacciato dai detriti, con la fronte madida di sudore e la mascella che tremava dalla paura. Non riuscì a distogliere lo sguardo dalla vecchia quando il ragazzo ebbe il coraggio di schierarsi a favore del Nukenin. Forse, un giorno, lo avrebbe ringraziato.
    Sopra di loro, il cielo si era richiuso e la pioggia aveva iniziato a flagellare il cimitero.

    CITAZIONE

    Non voleva uccidermi quella cagna. Anche a breve distanza non mi avrebbe ucciso. Ferito forse, anche gravemente. Ma me la sarei scampata. Lei voleva distruggere la tomba di mio figlio davanti ai miei occhi. Voleva mandare un messaggio a me e alla ragazzina.


    Ragazzina? Namae inarcò un sopracciglio. Il castello di certezze che eresse con l'ultimo messaggio aveva già la sua prima crepa. Aveva agito nell'ignoranza. Imperdonabile.
    L’incendio che ardeva negli occhi della Madama sembrò placarsi un poco; con un movimento del braccio, fece deflagrare la tomba di Toshiro, poi a seguire richiamò a sé un’urna finemente decorata; infine, con il suo ombrello nero di pizzo, fece esplodere una porzione di terra a qualche metro da Namae, rivelando a tutti la presenza di un cunicolo che conduceva nelle fogne, laddove l’Oleandro si era nascosto nei primi giorni di vita post amnesia.

    CITAZIONE

    Dentro. Tutti e due. Dobbiamo andare via da qui.


    Ce l'ho fatta.Pensò, quando i detriti caddero ai suoi piedi. Per quanto potesse essere felice, e lo era, la parte di Namae più razionale gli ricordò che la sua vita era ancora in pericolo, infatti, non ci voleva un genio per capire che Madama aveva solo rinviato il suo giudizio.
    Un problema alla volta. Perché prima di gettarsi nella fossa, Namae estrasse il secondo pacco, contenuto ancora nel sacco colmo di fiori. La scatola appariva uguale a quella che era esplosa.
    Madama, vi è anche questo pacco. Non so cosa contenga, ma potrò spiegarle la provenienza appena ci saremmo allontanati. A lei decidere quando aprirlo, se qui, quando ci saremmo allontanati, o dopo. Qualunque fosse stata la sua decisione, Namae avrebbe eseguito i suoi ordini, per poi gettarsi senza alcuna esitazione nel tunnel sotterraneo. Gli scagnozzi della Regina sarebbero giunti al cimitero e non sarebbero stati clementi con lui nel caso avessero visto Madama Umezawa ancora viva.

    [Nel sottosuolo]

    Con una candela accesa nella borsetta, Madama Umezawa li guidò in quell'intricato groviglio di cunicoli. Aleggiavano odori sconosciuti, nauseanti, al limite della sopportazione umana. Il terriccio sotto i loro piedi erano impregnati di escrementi, urina e carcasse di topo.
    La situazione migliorò quando giunsero nelle vere fogne di Ame: un complesso sistema composto da tunnel che si estendevano, su vari livelli, per tutto il villaggio. La terra lurida aveva lasciato spazio a mattoni asciutti, su cui si correva molto meglio. D'altro canto, la probabilità di essere intercettati dai ninja della Regina aumentava.
    Namae ci aveva vissuto in quei luoghi, ma conosceva solo una piccola porzione di quel mondo. Al terzo bivio su cui Madama si era fiondata senza alcun preavviso, lo smemorato aveva già perso l’orientamento. Senza punti di riferimento, era impossibile sapere se si stessero muovendo verso il centro o la periferia del villaggio.
    Corsero per un ora senza mai fermarsi. E senza mai incrociare qualcuno.
    All’ennesimo bivio, i tre giunsero davanti a una scala a pioli.

    CITAZIONE

    Salite, forza.
    Non ho potuto coprire il buco ma almeno non ci troveranno se ci inseguono. Sbrigatevi.


    Entrarono in una stanza che aveva l’aspetto di essere una cantina piuttosto usata. L’assenza di polvere fece drizzare le orecchie allo smemorato, il quale notò la mancanza di porte secondarie, da cui fuggire nel caso in cui le cose si sarebbero messe male per lui. In quel locale, una fuga era quasi impossibile. Madama era in grado di controllare gli oggetti ad almeno trenta metri di distanza. Come sarebbe riuscito a distrarli senza fumogeni o bombe? Non poteva.

    CITAZIONE
    CITAZIONE
    Jin ragazzo mio da bravo, stendi un paio di tappeti così possiamo sederci.

    Non rimase con le mani in tasca. Prese due tappeti e li distese affianco a quelli allineati da Jin. Quando tutto fu pronto, si mise seduto di fronte alla Madama a gambe incrociate e con le braccia distese sui fianchi, in modo che fossero ben visibili. Doveva accettare il fatto che la sua vita fosse nelle mani di quella vecchia. La sua salvezza risiedeva nella sua abilità oratoria. Forse era meglio così. Nei combattimenti aveva ancora molto da imparare.

    CITAZIONE
    CITAZIONE
    Vorrei tanto il mio tabacco adesso, o qualche incenso.



    Iniziò a sistemarsi i capelli e il trucco, lasciando il povero Namae a bollire nei suoi stessi pensieri. Forse si trattava di una tattica di interrogatorio che il Nukenin non conosceva. Senza rompere quel silenzio assordante, ammazzò il tempo analizzando con attenzione quel comportamento bizzarro. Perché era così importante per lei avere un aspetto ordinato?
    Sta facendo ordine nella sua mente. Sta prendendo tempo.
    Madama. Se desidera calmarsi. Si morse il polso, senza trafiggersi le vene. Il dolore fu intenso, ma sopportabile. Dalla ferita, che aveva la forma dei suoi incisivi, uscirono diverse gocce di sangue cariche di ormoni. [Ormoni] Dopamina 2 Unità. 1 Basso
    Semplice dopamina. Nulla che alteri in peggio le sue capacità di analisi.
    Namae era cambiato. Lo avrebbero notato sia Jin sia la Umezawa. Quell’uomo visibilmente preoccupato appariva sereno, calmo, come se fosse in quella stanza da alleato e non come prigioniero da dover interrogare e giudicare. Fin quando la concentrazione di dopamina fosse rimasta alta, l’Oleandro sarebbe riuscito a nascondere la sua paura. Madama sapeva della sua abilità?

    CITAZIONE

    Temo che il tuo incontro con Lord Goemon debba aspettare, Jin caro. Ora che sei in questo pasticcio potrebbe essere poco salutare andare da lui se prima non capiamo da che parte sta.


    Un incontro con Lord Goemon? Aveva cercato in tutti i modi di averne uno, ma i suoi tentativi erano falliti. E quando aveva chiesto spiegazioni, i suoi messaggeri non si erano degnati di rispondergli.

    CITAZIONE

    Hai detto di avere una figlia. Se la Regina ti dicesse di ucciderla, tu lo faresti? E se la facesse uccidere, ma ti offrisse un incarico più prestigioso come compensazione...lo accetteresti? Pensa attentamente alla tua risposta, non dire quello che mi compiacerebbe ma quello che faresti tu, a me non importa della tua risposta.


    Inclinò il capo, sorpreso da quella domanda. Era un test? Una prova?
    Mia figlia non si tocca. Qualunque sia il premio. Rispose, senza alcuna esitazione. Hounko era il motivo per cui, ferito, avvelenato o ustionato, lui non si era mai arreso.
    Chi mi conosce… lo sa…ucciderla equivale a uccidermi. O a trasformarmi in qualcosa che non definirei umano. Fece una pausa. Non voglio mancarle di rispetto parlando di lei, ma penso che possa capirmi. I figli sono i nostri punti deboli, ma al tempo stesso, sono ciò che ci dà la forza di non arrenderci mai. Abbassò lo sguardo sull’urna. Nel silenzio della stanza, era riuscito a udire lo stesso suono che aveva percepito al cospetto della tomba di Toshiro. Battiti. Battiti di un cuore ancora vivo.[Abilità]
    Gli sembrava impossibile, fantascientifico persino per Ame, ma era convinto che in quel recipiente, che Madama aveva afferrato prima di scappare, ci fosse il cuore di Toshiro. E non sbagliò, perché analizzate le loro risposte, la Madama raccontò ciò che era accaduto al suo figlio.
    L'Asso di Fiori...è realmente una donna. Ma l'informazione che lo aveva stupito era il fatto che Toshiro fosse amico del Mazziere, altro ruolo che non aveva mai sentito nominare insieme a quello del Joker. Non poteva escludere che si trattassero di semplici nomignoli.

    Aveva tutti i tasselli del puzzle davanti a sé. e ora doveva solo incastrarli l'uno sull'altro per avere il quadro completo della situazione. E per completare quel lavoro con successo, ciò che pretese Madama da lui sarebbe stato molto utile, perciò, dopo aver ascoltato Jin, lo smemorato annuì e chiuse gli occhi, spostando le lancette tre ore indietro.
    Ho ricevuto una missiva con il simbolo dei Fiori. Il contenuto menzionava ciò che avrei dovuto fare: recuperare un pacco da Kansoshita e posizionarlo davanti alla tomba di Toshiro Umezawa. Dall'urna riempita di acqua, gli sembrò che il cuore avesse accelerato il proprio battito. [Abilità]
    png
    Ho iniziato dal primo passo: recarmi dal Fioraio davanti al cimitero e chiedergli sette Orchidee per mia sorella, come la missiva ordinava di fare. Quando l'ho fatto, il tizio mi ha portato in uno stanzino e mi ha mostrato uno specchio che aveva tenuto nascosto fino a quel momento, ordinandomi di saltare all'interno. Avrei avuto solo due ore per trovare Kansoshita, prelevare il pacco e tornare indietro.
    Aprì gli occhi e posò il suo sguardo sulla vecchia.
    Mi sono ritrovato in una discoteca. L'Esclusivo, per la precisione. Riuscii a trovare Kansoshita, ma non avendo una chiara idea del suo volto e del suo aspetto, fui ingannato da quel bastardo. Fui aiutato da una barista, ma lo avrei saputo solo qualche minuto dopo, perché decisi di seguire una donna dai capelli lunghi, rossi come il fuoco. Probabilmente fui preda di un genjutsu. Tuttavia, ero convinto che fosse lei la chiave per trovare Kansoshita. Inclinò il collo. Il ricordo della bellezza di Fyona gli strappò un sorriso.
    La seguì e ascoltai la sua conversazione con un signore dalla faccia da maiale. Fyona, era questo il nome della donna. Voleva che le Picche al servizio di un Principe l'aiutassero ad attaccare i luoghi di spaccio di Kansoshita, ma non fu fortunata, perché l'uomo si rifiutò. A quel punto, aspettai di essere solo per raggiungere l'uomo. Pensai di farmi aiutare gratis grazie alla mia amicizia con l'Asso di Picche. Niente. A quel punto, grazie a una carta ninja che mi aveva consegnato la barista...e sì, non me n'ero accorto, ho raggiunto Via dell'Arconte 01, dove ho trovato...non uno, ma DUE pacchi, insieme a molto altro. Ho trovato la carta dell'asso di fiori conficcata sul muro, più un messaggio molto vecchio nascosto in un cassetto, firmato dai Fiori stessi e destinato a qualcuno. Una vita per una vita. Lascia Ame oggi stesso. Si fermò. Prima di continuare, fece due profondi respiri. Era giunto all'enigma, alla scommessa sbagliata.
    La carta dell'asso nascondeva un messaggio per il sottoscritto. Era una carta ninja, o forse un fuunjutsu, perché si attivò solo usando i miei ormoni. Il messaggio che conteneva era il seguente. Due cuori battono assieme anche se non dovrebbero; Una donna piange un figlio perduto; Una donna esulta di un padre perduto; Un fiore freddo voleva fermarne uno; Ora due battono contro di lei; A destra sei col freddo. A sinistra sei col sangue; Non c'è giusto o sbagliato; Solo una scommessa; Lei, o noi?
    Come poteva aver dimenticato quel messaggio che lo aveva tormentato dall'entrata del cimitero fino alla lapide di Toshiro?
    Sì, ecco il motivo per cui avevo due pacchi. Confessò. E una scelta da compiere. Freddo o il Sangue? Non avrei mai potuto intuire che di mezzo ci fossero i Cuori...e che suo figlio fosse l'Asso di Fiori Fissò Madama. Al cospetto di quei occhi, pochi sarebbero riusciti a mentire. Per continuare senza balbettii, fu necessario un altro rilascio di Dopamina.
    Sì, certo, capii che si stesse parlando di Toshiro, della madre, e che il cuore esultante fosse colei che nella domanda finale appariva con “Lei”. E che questa lei fosse un membro potente dei Fiori. Ma io cosa avrei dovuto fare? Il mio compito era portare a termine la missione, senza se e senza ma, come sono stato abituato a fare con Lord Goemon. Ho pensato ingenuamente all’esistenza di un'alleanza tra membri dei Fiori…o all’ingerenza di un altro seme, perché no? Senza altre informazioni, ho pensato al bene del Seme e ho deciso di continuare la missione, portandola a termine. Quando si è mostrata in compagnia di Jin, ho pensato subito che eravate entrambi sotto Henge, a una stupida Henge. Quando lei ha rivelato di essere Madama Umezawa, tutto è accaduto troppo velocemente. Forse...forse se fossi stato più intelligente, sarei riuscito a fermarla. Sospirò.
    Io...ho sbagliato. Spero che la mia sincerità sia apprezzata. Abbassò il capo, mostrandosi triste. In realtà lo era, ora che sapeva chi era Toshiro Umezawa, ma al tempo stesso si era giocato la carta della sincerità per far breccia nel cuore della vecchia.

    CITAZIONE

    Puoi chiamarmi Jin. E' un nome fittizio, non serve nascondertelo ma devo, assolutamente, mantenere la mia identità segreta. E ti chiedo di non indagare. Non ho nulla contro di te, o Ame, ma non posso mostrarmi per chi sono veramente. Mi dispiace... Sappi però che sono riuscito a guadagnarmi il bene placido di Madama. Spero ti basti.


    Posò lo sguardo su Jin.
    Non mi interessa sapere chi sei. Rispose, acido. Si trovava al centro di un affare troppo grosso per potersi preoccupare di lui. Senza offesa.
    CITAZIONE

    Comunque volevo chiederti, che cosa significa Asso o Mazziere? Sono figure che escludono la gerarchia di Re, Principe e Fante.


    Non conosco il Mazziere. Tralasciando il fatto che ignorava chi fosse, perché rivelarlo a qualcuno che non conosceva?
    E gli Assi, da ciò che penso tu debba sapere già, se sei un vero ninja di Ame, sono i membri più potenti di ciascun seme. Ma Madama aveva corretto quella definizione.
    Poi ascoltò ciò che Jin ebbe da dire sulla situazione. Namae non credeva alle sue orecchia. Quell'individuo era riuscito a pronunciare quei nomi con una calma disarmante; ragionava come uno shinobi che non aveva vissuto un solo giorno ad Ame. Era un accademico. Era chiaro. Namae ne aveva conosciuti parecchi. Più parlava, più lo smemorato sentiva il bisogno di fermarlo. Madama avrebbe notato l'espressione infastidita dello smemorato.

    jpg


    Parli degli Assi come se fossero semplici ninja Digrignò i denti, scuotendo la testa.
    E il fatto che accetteresti a cuor leggero le ingerenze dei Cuori negli affari dei Fiori mi fa capire molto di te. Anche io ho amici molto potenti, ma morirei piuttosto che infamare il seme con la mia debolezza. Parlerò senza peli sulla lingua, la Regina ucciderebbe chiunque si avvicini al suo livello, come ho fatto io con il rivale di Lord Goemon, perciò non penso sia una questione di famiglia. Certo, qui la situazione è leggermente diversa, perché Toshiro è un Asso decaduto, non un quasi Principe, e per di più è amico della Regina di Cuori. Apparve una smorfia sul suo volto.
    E non la definirei alleata, senza sapere che cosa vorrà in cambio a compito concluso. Come non definisco un alleato il mio amico. Si voltò verso di lei e abbassò il capo.
    Io penso solo al bene di Ame e dei Fiori. Nessuno sa quanta vergogna io stia provando per ciò che ho commesso. Se credessi che la mia morte possa rendere Ame più forte, mi toglierei la vita oggi stesso, ma non lo credo affatto.
    Sono in debito con lei, Madama. Mi consideri una pedina al suo servizio e di Toshiro. L'ex Asso tornerà in vita e avrà la sua seconda occasione, come lei la concederà al sottoscritto se è ciò che desidera.
    Nei suoi occhi ardeva la fiamma della determinazione. Doveva prendersi la fiducia dell'Umezawa. Non avrebbe accettato alcuna condanna a morte, specie con Hounko ancora ad Ame, in pericolo.
    Non le proporrò alcuna strategia o piano che riguardi suo figlio. Portò la mano sotto al mento.
    Tuttavia, spero che l'enigma le abbia suggerito chi sia la fazione che sta remando contro la Regina di Fiori.
    Non disse altro, anche se la sua mente continuava a elaborare strategie.

    CITAZIONE

    Scusami, ma devo parlare privatamente con Madama. Non ti chiedo di andartene, parlerò sottovoce con lei ma non posso coinvolgerti nei nostri affari. Madama Umezawa se mi permette vorrei sussurarle qualcosa all'orecchio.


    Trattenne tutta la sua indignazione. Non credeva alle sue orecchie, ma senza troppe scenate, Namae annuì.
    Fa pure, Jin. Fa pure.
    Sarebbe riuscito a parlare così piano da sfuggire all'udito fine del Nukenin? [Abilità]



    Chakra: 90.25/100
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///






  14. .

    Ero un amico del Loto Nero? - Il quartiere degli Atori


    Chapter IX - Villaggio della Zanna



    [Incontro con Feng Gu]

    Namae pensò che lo stesse perculando, ma la sua espressione era tremendamente seria e l'Asso non era il tipo che raccontava frottole. Cionondimeno, credere a un tizio con tremila anni sulle spalle era quasi impossibile. Cento anni, forse sì, con qualche trattamento o rito segreto, ma tre millenni erano troppi; significava aver vissuto nel periodo in cui Ame era solo una palude desolata, ai piedi delle montagne che la separavano da Taki.
    Quando fu rivelato che quell'uomo misterioso fosse il precedente Asso di Cuori, lo smemorato conservò l'informazione e ascoltò con vivo interesse chi fossero quei Hayate. Se uno di essi aveva ricoperto quel ruolo, non erano da sottovalutare. Conoscere il nemico e i motivi del loro attacco sarebbe stato un grosso vantaggio...e un buon biglietto da visita per i ninja della Zanna.

    [Riunione]


    Alle spalle del mastodontico Feng Gu, Namae evitò di incrociare lo sguardo dell'Isuka. Lo stava fissando, con quei piccoli occhi incastonati sopra a zigomi troppo sporgenti. Il suo era un volto così brutto da incutergli timore...o compassione. Doveva abituarcisi, perché continuare a ignorarlo sarebbe stato da maleducati.
    Dalle sue labbra asimmetriche, sottili come una linea tracciata da una matita appuntita, risuonò una voce calda e decisa, nulla di grottesco come ci si sarebbe aspettato da un individuo che assomigliava a un orco sfigurato.

    CITAZIONE
    Ma tu sei certo di volerci provare? Hai l'aria di un brutto ceffo, non so quanto ci sia da fidarsi.

    Si rivolse all'Oleandro. Per quanto non volesse, fu costretto a posare il suo sguardo su Goemon.
    Voglio aiutare, sta a voi decidere se fidarvi di me. Avrebbe voluto dire qualcosa di più intelligente, ma il primo pensiero fu quello e preferì non esitare. Tsubaki intervenne subito dopo, menzionando quel Miyagi che, in ben due occasioni, aveva messo a dura prova la certezza di Namae di provenire dalla Pioggia.

    CITAZIONE
    Ancora non ho capito perchè hai voluto una faccia come la sua. Quando mi hai chiesto di operarti sono rimasto molto sorpreso, non pensavo conoscessi il Fiore Nero.

    Sgranò le palpebre e il mento cadde in un espressione di puro stupore.
    Si era convinto che la somiglianza con Miyagi fosse una semplice coincidenza, un bizzarro scherzo della genetica, e non era stato facile crederci, perché l'amnesia apriva a un centinaio di possibilità.
    Si era aggrappato ad Ame, al sentimento d'amore per quel paese violento e criminale, ma la rivelazione di Maschera Tre mise tutto in discussione: era stato lui ad operarlo, o un certo doppio che non capì chi o cosa fosse. Non solo, era stato l'Oleandro stesso a scegliere il volto di Miyagi.
    Fu scaraventato in un turbinio di pensieri, di idee e possibilità che lo lasciarono senza fiato, perché dopo anni di inutili ricerche, fuori e dentro la Pioggia, Namae aveva trovato una traccia per ricostruire il suo passato dimenticato.
    Miyagi del Loto Nero. Quel nome gli era nuovo, e per quanto si sforzasse di ricordare qualcosa, il suo cuore continuava a battere con la stessa frequenza.
    Non lo so nemmeno io. Ho perso molti dei miei ricordi Si limitò a ribadire. Mentre gli altri avevano già cambiato argomento, il Nukenin pensava, rifletteva e sognava, disinteressato al proseguo della riunione. Infondo lui era lì per dare una mano, con i suoi veleni e i suoi taijutsu, non per proporre una strategia d'azione, in un villaggio che non conosceva e contro nemici di cui non aveva mai sentito parlare.

    Quando i ninja della Zanna si alzarono per uscire dal piccolo magazzino, l'Oleandro provò un forte desiderio di chiedere altre informazioni su Miyagi, come una foto o degli aneddoti, ad esempio. Ciò nonostante, non disse nulla.
    Non perdere di vista la vera missione. Si redarguì, mentre usciva alle spalle dell'uomo armato di martello.
    Quando tutto sarà finito, chiederò. E lì nessuno si sarebbe opposto alla sua richiesta, tra i fumi dell'alcool e dei festeggiamenti per la vittoria contro i cloni.

    [Dialogo con Tsubaki.]

    In quella bolgia infernale, tra ninja stremati, malati e feriti che imploravano aiuto, Tsubaki risplendeva come una stella.
    Chiunque l'avesse notata, con quell'abito bianco, la corona e tutto il resto, avrebbe riferito di aver incontrato una principessa appartenente a un regno fatato ai confini del mondo; invece, in quella miniera così intrisa di sofferenza, l'Enma ricavava strisce di stoffa da abiti sporchi e li gettava all'interno di un pentolino in ebollizione.
    Si avvicinò a lei, esitando. Non voleva disturbarla né affrontare quel senso di insicurezza che lo avrebbe reso impacciato.
    Alla sua domanda, la donna sorrise, per nulla infastidita dalla perplessità dello sconosciuto.
    Inarcò un sopracciglio. Non aveva ben chiaro come gli Enma potessero incarnare dentro di sé la morte. Poi il resto della spiegazione fu chiara.
    Almeno siamo sicuri che non vi siano spie all'interno. Sempre se lei non gli avesse applicato il lasciapassare per errore. Tuttavia, indagare sui membri della resistenza era un compito che non gli spettava. Maschera Tre sembrava abbastanza saggio da aver preso adeguate misure in tal senso.
    Tutto chiaro, grazie. Sorrise e la salutò con un inchino.
    Buon lavoro.

    [Riposo][Note]Non ho capito bene le tempistiche. Comunque il mio pg prova a chiudere gli occhi XD

    Congedatosi dal capoclan con un inchino, Namae cercò un giaciglio dove riposare. Lo trovò a una decina di metri, vicino a dei feriti che tremavano dal freddo. Si sedette a terra, con la schiena a contatto con il muro. Appoggiò la doppia lama - ancora insanguinata - alla sua destra. Era visibilmente esausto. Il combattimento con la dragonessa lo aveva distrutto: la spalla destra bruciava per il morso subito, il braccio sinistro formicolava ed entrambe le gambe erano stremate dalla nuotata.
    Pregò di poter dormire anche solo un ora, per recuperare le energie. Chiuse gli occhi e si rilassò.
    Non ho mai riposato con altri ninja vicino. Osservò, disarmato e privo della vista, mentre attorno a sé echeggiavano i passi dei feriti e dei ninja.

    [Secondo briefing]

    La seconda riunione fu indetta da Feng Gu in persona e si tenne nella stessa stanza in cui avevano discusso della somiglianza di Namae con Miyagi. Seduti attorno a quel tavolo privo di mappe e pedine, come ci si sarebbe attesi in una situazione simile, il primo a prendere fu il Mercenario.
    La quantità di informazioni in suo possesso era abissale.
    Prigioni di Oto, Abissi, Armi di Iwa, nomi e luoghi sconosciuti a Namae. Sembrava di essere in una delle storie fantasy che Hounkou amava leggere, con profeti e profezia.
    L'Oleandro si era posizionato nuovamente alle spalle del suo amico. Era visibilmente assonnato per il breve riposo che si era concesso. E di tanto in tanto, per farsi vedere attento, annuiva a quello che Feng Gu stava dicendo. Una parte di sé non era stupita da tutto ciò che il Kaguya conosceva. Era pur sempre l'Asso di Picche. Chi più di lui avrebbe dovuto conoscere le trame del mondo? Tuttavia, oltre all'ammirazione, Namae si chiese quanto il mercenario amasse quel villaggio per concedere le proprie informazioni senza pretendere alcuna somma di denaro. Un regalo che indeboliva Ame, specie se quei individui non erano intenzionati ad allearsi con la Pioggia.
    Togliamo di mezzo i cloni e vediamo. Si fidava di Feng Gu e delle sue promesse. Probabilmente tutto sarebbe stato conteggiato al termine della missione, tra cui un contatto diretto Fiori-Zanna e un aiuto per scalare le gerarchie del seme.

    Il briefing durò parecchio e Namae non fu oggetto di alcuna discussione.
    Quest'ultimo rimase in silenzio per tutto il tempo, come una statua di pietra. Non aveva nulla da dire sui Sekai, sui clan della Zanna e sull'Abisso, perciò preferì ascoltare e immagazzinare quella valanga di nozioni e segreti. La sua memoria era buona, affidabile nel lungo termine, ma i nomi e i luoghi erano così tanti che, tempo qualche ora, ne avrebbe ricordati ben pochi.
    Per un istante, constatò con un briciolo di amarezza che in tutta la sua vita, post amnesia, aveva quasi sempre lavorato da solo. Nessun amico, nessun alleato. Lui e sua figlia, piccola ma scaltra, che lo seguiva nei suoi viaggi nei Paesi accademici, villaggi che lei amava visitare, nella speranza di viverci un giorno. Averla al proprio fianco lo spingeva a non distrarsi mai e a dare il massimo.
    In quell'occasione, avrebbe dovuto collaborare a stretto contatto con altri ninja. Che gli piacesse o meno, avrebbe dovuto accettare quel fatto: non conosceva la Zanna, i suoi pericoli e i ninja che la abitavano.
    Speriamo che siano abili. Pensò a Maschera Tre, con cui aveva un debito, ma probabilmente quella figura avrebbe spalleggiato il mercenario, desideroso di incrociare le lame con la Carità di Hayate.

    CITAZIONE
    Ho parlato con Setsuna-san e diceva che Michi potrebbe essere a rischio di morte nelle sale del suo clan e, bé, Michi è una delle ragioni principali per cui sono qui oggi.,

    Quella frase lo sorprese. Uno dei motivi che lo avevano spinto alla Zanna era una...ragazza.
    Gli suonava strano che un Asso di Ame provasse amore, quel sentimento che lo smemorato sentiva di aver provato in passato, anche se, dal giorno del suo turbolento risveglio, non si era innamorato di nessuna donna.
    Una delle ragioni principali. Si ripeté Namae, che aveva prontamente annullato ogni cenno di stupore dal suo volto.
    L'ultima proposta di Feng Gu venne accettata. Cinque persone sarebbero uscite dal campo base, divisi in due gruppi: il primo sarebbe andato alla ricerca di Michi e della Carità, il secondo, capitanato da Goemon, si sarebbe diretto altrove, nelle sale degli Atori, al terzo livello, a caccia di viveri, provviste e cloni.
    Per me va benissimo. Si sarebbe limitato a commentare al cospetto dei tre, mentre all'esterno, nella miniera occupata dalla resistenza, Namae avrebbe chiesto al mercenario.
    Potremo sentirci ancora con la tua ricetrasmittente Si indicò l'orecchio destro. In caso di risposta negativa, avrebbe annuito senza alcun cenno di preoccupazione.

    [Viaggio verso la dimora degli Atori]


    Si misero in viaggio senza perdere altro tempo.
    Ad unirsi al gruppo furono due ninja: un ragazzo, di nome Setsuna, e una fanciulla che aveva notato disquisire con il mercenario dopo la prima riunione. Tia Mikawa avrebbe fatto parte del suo team. Aveva un corpo longilineo molto simile a quello di Tsubaki. I suoi occhi erano profondi, velenosi come il bacio di un cobra. I suoi capelli rosa gli ricordarono Hounko.
    Il primo tratto di strada fu comune per entrambi i gruppi. Viaggiarono insieme, in fila indiana, nei tunnel polverosi della Zanna, pronti a reagire a qualsiasi aggressione. I loro corpi disegnarono fugaci ombre nelle rocce illuminate dai bracieri appesi alle pareti e a ogni bivio svoltarono in cunicoli differenti, come se cercassero di confondere eventuali inseguitori. O forse fu solo un impressione di Namae.
    Non trascorse molto tempo prima di incontrare il primo cespuglio fiorito sulla loro strada. Spuntava dal terreno come una normale pianta, ma il terreno era chiaramente inospitale per qualsiasi tipo di vegetazione. Era opera della Carità. Allo smemorato non sfuggì le espressioni contrite degli shinobi della Zanna.
    Arrivati a una deviazione simile alle altre, i due gruppi si separono.
    Buona fortuna Feng Gu. Ne avrebbe avuto bisogno.

    In compagnia dei due ninja della Zanna, Namae continuò a essere se stesso. Silenzioso e riflessivo. Si sarebbero diretti al quartiere degli Atori, come confermato da Goemon, che li precedeva con il suo gigantesco martello. Si muoveva molto vicino a Namae, come se avesse voluto tenerlo d'occhio. Lo smemorato accettò l'ingombrante presenza. Tuttavia, cercò di guardarlo in faccia e di recuperare qualcosa sul comportamento che aveva avuto nel briefing.

    CITAZIONE
    Gli Atori sono un clan imparentato alla lontana coi Marionettisti di Suna, come gli Shura. Forse qualche esiliato del clan, ma non saprei dire. Sono i nostri migliori meccanici, costruiscono spade piene di meccanismi segreti e le lanciano da grande distanza, il corpo a corpo non fa proprio per loro, anche se sono capaci di lanciare armi anche in mischia con grande efficacia. E' possibile che troveremo dei cloni Atori, quindi presta attenzione

    Meccanismi. La sua mente viaggiò a casa sua, nel cassetto dove conservava gli scritti dei suoi progetti. In un quaderno a righe, aveva abbozzato meccanismi, armi e oggettistica varia che desiderava possedere per aumentare le possibilità di avvelenare l'avversario. Erano frutto della sua fantasia, dei suoi deliri e di tutto ciò che la sua mente partoriva quando alterata dalle droghe.
    Ok, farò attenzione. Poi aggiunse. Prediligo il corpo a corpo, perciò spero di non avere problemi con gli Atori Non menzionò né la sua capacità di produrre ormoni né i veleni che era solito usare in battaglia. Sostanze che aveva consumato per abbattere il drago dello Shoga.

    CITAZIONE
    Maschera Tre ha detto che hai battuto un drago della Shoga. Immagino che ora ti sentirai un grand'uomo.
    Ma almeno sai fare qualcosa di utile, tu?

    jpg

    Si voltò verso la donna, palesemente irritata. Lo guardava in cagnesco, come se gli avesse mancato di rispetto.
    Non mi sento un grand'uomo. Ne son uscito piuttosto malconcio Tra i lembi dell'abito strappato, la cicatrice del morso era ben visibile.
    So picchiare e sopravvivere. Si promise di cancellare quell'astio ingiustificato nei suoi confronti. Che cosa le aveva fatto?
    Voi invece? Cosa siete in grado di fare? Si rivolse soprattutto alla donna. Con quelle braccia, quel muso e quel martello alle spalle, Goemon doveva essere un combattente corpo a corpo.
    Speriamo di non finire sotto quell'arma.
    Giunsero davanti a una porta di metallo circolare, con un strano meccanismo al centro.

    CITAZIONE
    Questa porta arriva all'abitazione privata di Mojimaru, il capoclan degli Atori, da ciò che ci avete detto il suo clone è all'esterno quindi speriamo bene.

    Speriamo che Feng Gu abbia ragione.
    Il primo a varcare la soglia fu Goemon, seguito da Namae e Tia. Avanzarono prudenti verso il centro di un ampia stanza che Namae definì bizzarra, strana, piena di armi, meccanismi e oggetti metallici di varia natura, illuminati dal tenue bagliore che entrava da una piccola finestra. L'aria aveva l'odore del metallo, del legno e della cenere.
    Quando furono sicuri di essere soli, il ninja di Ame si guardò attorno, curioso come un bambino in un parco giochi. Tutti quei oggetti gli erano sconosciuti e le loro strane forme non gli suggerivano alcun uso. Continuò a osservarle, a studiarle con lo sguardo, prima di notare un grosso cespuglio su di una poltrona. Aveva forma umanoide.
    Il suo sguardo carico di curiosità si spense. Doveva essere il capoclan, o un ninja degli Atori.

    CITAZIONE
    Il loro quartiere è organizzato perlopiù come una grossa officina. Questa è una porta di servizio, dovremo uscire dalla porta principale per raggiungerlo.

    Vide Tia muoversi verso la finestrella e lui la seguì. Sbirciando dal vetro, scorse tre individui a sei metri. Due di loro avevano grosse spade allacciate sulla schiena, mentre il terzo era incappucciato e non sembrava possedere armi pericolose. Erano di spalle, intenti a perlustrare la caverna.
    È una terrazza, con un pavimento in metallo. Se il suo primo pensiero fu quello di scaraventarli di sotto, la sua mente partorì un'altra strategia: non sarebbero morti con una caduta, perciò, per impedire loro di gridare e avvertire altri nemici della loro presenza, la soluzione era ucciderli nello stesso istante.
    Si voltò verso i due ninja, con un ghigno malefico in volto.

    CITAZIONE
    Io mi occupo dell'incappucciato che sembra il capo. Voi due prendete uno degli atori a testa. E speriamo non ci siano altri in agguato dove non possiamo vederli.

    Si allontanò da Tia e ,senza alcuna paura, mise la sua faccia davanti al brutto muso di Goemon.
    jpg
    Ok, ma apriremo la porta solo quando attiverò un genjutsu. Sappiate che dovremmo ucciderli nello stesso istante, perciò, subito dopo essere usciti, ci disporremo in riga e attaccheremo con un salto.
    Vi farò un cenno quando dovrete aprire la porta.
    Non avrebbe tollerato alcun arrembaggio. Un attacco frontale sì, ma preparato nei minimi dettagli. C'erano cose che quei ninja non vedevano. Non erano ladri, non lo erano mai stati, perciò non potevano prevedere che quel pavimento in metallo, apparentemente innocuo, avrebbe amplificato il rumore dei loro passi. Sotto il loro peso, i bulloni avrebbero ceduto di qualche decimo e le travi avrebbero cigolato, permettendo ai nemici di percepirli al primo metro percorso. In poche parole, correre su quella terrazza sarebbe stata una pessima idea.
    Dovevano raggiungerli con un salto, da eseguire nello stesso istante, così da colpirli con un unico, brutale e letale attacco. Erano distanti sei metri, massimo nove, nulla di impossibile.
    Se avete attacchi a distanza, meglio pure. Tia, vedi se trovi del lubrificante. Se siamo in un officina non sarà difficile trovarlo. Altrimenti dovremmo usare della saliva o qualcos'altro.Si avvicinò alla porta da aprire e dopo essersi inginocchiato diede un occhiata ai cardini.
    Probabile che siano arrugginiti. Il dramma di ogni ladro.
    Nella Pioggia, la prima abilità criminale che si impara dalla vita di strada è scassinare le serrature, quasi tutte ossidate per la pioggia perenne. Il furto negli appartamenti, nei magazzini e in strada, era l'attività preferita dai ragazzini. Si rischia poco, si guadagna bene e migliora la furtività e la velocità di esecuzione. Hounko era un abile ladra, addestrata da Namae in persona. E come gli aveva insegnato, se ci si trova davanti a una porta arrugginita, con gente all'interno, è possibile usare la saliva come lubrificante. Non è ottima, ma aiuta.
    Se Tia fosse riuscita a trovare del lubrificante, l'Oleandro avrebbe invitato i due ninja della Zanna ad applicarla sui cardini, altrimenti, in assenza di sostanze adatte, sarebbero stati costretti a cospargere la loro saliva sulle cerniere. Lo avrebbe fatto Namae stesso, ma doveva stare alla finestra, con i tre nemici nel suo campo visivo.
    Al mio tre, aprite lentamente... e li raggiungeremo con un salto Senza esitare, alzò il pollice della mano destra, poi l'indice e, nell'istante in cui mostrò il medio, egli attivò il suo genjutsu. [TA]
    I tre uomini avrebbero udito dei passi echeggiare oltre il parapetto. Un suono flebile, quasi impercettibile, come di un uomo che, immerso nella penombra, strisciava sotto di loro, nella caverna che si apriva davanti ai loro occhi. Namae conosceva fin troppo bene la sua tecnica. Si era già avvicinato alla porta, mantenendosi basso, e dopo aver seguito i due Zannosi fuori dall'officina, si dispose in riga con loro, rimanendo in prossimità della parete esterna. [SG]Sei metri, ma Namae ne usa 2 o 3, in base a quanto i tizi si allontanano da loroDovevano essere rapidi, perché i tre nemici si sarebbero spostati verso la balaustra, attirati dal precedente suono.

    Bruciò quei metri con un unico salto. [SA I]Salto 8 metri.
    Velocità Viola

    jpg


    L'adrenalina aveva invaso il suo corpo. Namae non era più un uomo, ma un guerriero assetato di sangue, colmo di rabbia e desiderio di sopraffare il nemico che gli era stato assegnato. Con gli occhi sgranati, puntò al nemico sulla destra, come deciso da Goemon, che si era mosso per primo, puntando al tizio incappucciato.
    La spada allacciata alla schiena del clone gli impediva di colpirlo al cuore o allo stomaco. Avrebbe potuto avvelenarlo sfruttando uno degli spiedi che aveva nel braccio sinistro, ma con la rispettiva mano aveva appena estratto la sua Doppia Lama, che ora bramava del sangue umano. O di un clone. Poco cambiava. L'abito si era aperto dietro di lui, donandogli un aspetto quasi divino, come di un angelo nero pronto a conficcare la sua lancia nel cuore del nemico. Andò diversamente, perché prima che i suoi piedi toccassero la lamiera, Namae sferrò un affondo verso il collo del clone con la sua Doppia Lama.
    Il chakra fluì nel suo arto, l'adrenalina nel suo cuore. Per il nemico non poteva esserci scampo. [SA II]Adrenalina 2 Unità 1/2 Basso + 1/2 Chakra
    Velocità: Viola+4
    Forza: Viola+2
    Potenza 25


    Se il clone sopravvive.

    Namae grugnì, contrariato, e mentre scartò di lato, per confondere ancora di più il nemico, la stessa lama che aveva usato per ucciderlo schizzò dal basso verso l'alto, in direzione dello stomaco del nemico, in un affondo rabbioso che mirava a squarciare prima lo stomaco, poi con l'inclinazione giusta i polmoni. [SA III]1 Basso Chakra
    Velocità: Viola+3
    Forza: Viola
    Potenza 25

    Mantenne la guardia alta, con l'arma davanti al petto e il braccio destro a proteggere la parte bassa del corpo.


    Chakra: 75.75 o 74.75/100
    Vitalità: 10/18
    En. Vitale: 14.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Salto
    2: Affondo
    3: Affondo
    Slot Tecnica
    1: Suono Ammaliante
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Doppia Lama × 1
    • Proiettili Leggeri × 5
    • Spiedi × 10

    Note
    ///

  15. .
    E da quando si smette? :ghu:

    Benvenuta!
450 replies since 25/12/2016
.