Posts written by Youshi2

  1. .

    La fine della veglia

    III

    Risposi al ghigno di Akuraguri con un lieve sorriso, lasciai ancora una volta che le sue parole cadessero in un attimo di silenzio e lo osservai. La sua ambizione sarebbe stata una delle chiavi del successo dei miei piani e, per questo, avrei dovuto assecondarla, benché non fosse ciò la risposta alla mia domanda. Non è ancora il momento, ma lo sarà presto confermai, non rispondendo direttamente alla sua domanda, ma dandogli adito di credere che lo fosse. Ne sto parlando con te perché tu sei progenie della Nebbia di Sangue, il primo delle molte nuove reclute che ha aperto la via e, nuovamente, ti troverai ad aprire una nuova strada attesi un attimo, le parole dovevano risultare chiare al ragazzo prima di continuare Ho bisogno che tu diffonda le mie parole tra i tuoi colleghi, che tu gli faccia sapere che in me, Yoru no te, troveranno una persona di cui poter fidarsi e affidare ogni loro bisogno il viso era serio e sciolsi le braccia incrociate al petto prima di proseguire Pensi di essere in grado di fare questo?

    Per muovere i miei successivi passi, infatti, avevo bisogno dell'appoggio della Mano Rossa, un appoggio politico e militare che avrei portato fino al palazzo amministrativo nella sala del consiglio, insieme a quello della Mano Nera. Per quanto riguardava Mano Bianca e la Mano Grigia, invece, avrei dovuto muovermi diversamente, ma sapevo che un approccio distante da quello di Kensei-sama, avrebbe potuto fare leva su Fudoh-san. D'altronde, a differenza del kage, io ero stato suo compagno di missione più volte e pensavo di aver capito come avrei potuto ad averlo dalla mia pacificamente e proficuamente. Scossi il capo tornando al presente e riposai l'occhio sul genin, dicendo: Dopo di che sì, sarai ricompensato il mio sguardo si mosse verso il limitare della città e osservò i bastioni che difendevano Kiri Ma mi chiedevo se non considerassi più alettante trasferirti alle mura del villaggio tornai a guardarlo Lì c'è penuria di ninja validi e volenterosi come te, faresti sicuramente carriera e Kiri sarebbe un luogo più sicuro avendo te a difenderla attesi un momento riflettendo e poi aggiunsi Sarebbe un luogo più adatto per chi ha intenzione di fare carriera nelle gerarchie kiriane, questo è certo quindi tornai ad osservarlo in silenzio attendendo una sua risposta. Avevo bisogno di sapere se appoggiava le mie ambizioni e se sarebbe stato in grado di portare i suoi colleghi dalla mia e, dall'altra, se sarebbe stato disposto - una volta che avessi raggiunto la sala del consiglio - ad assumersi un nuovo ruolo, con altrettante responsabilità, alle mura del villaggio.
  2. .

    La fine della veglia

    II

    Il genin, sebbene non si mostrò particolarmente sorpreso dalla mia visita, si richiuse in un meditabondo silenzio mentre superavamo le scale e i corridoi che ci portarono fino al tetto dell'edificio. Difficile intuire con chiarezza cosa gli passasse per la mente, anche se non era difficile intuire che riguardasse la mia presenza in quel luogo e il futuro colloquio. Lo stato della prigione, o meglio della parte della struttura che si sviluppava in superficie, non presentava particolari criticità che andassero oltre all'incedere del tempo, ma rimasi sorpreso nel notare l'esigua presenza di secondini in quell'area, benché fosse quella meno pericolosa.

    Arrivati sul tetto rimasi ad osservare la città, lasciando che le parole del genin venissero portate via dal vento. Sorrisi nel pensare il mio personalissimo rapporto con i tetti dei luoghi pubblici di Kiri: su quello dell'amministrazione del villaggio, anni addietro in compagnia di Itai Nara, mi fu concesso di entrare nella Mano Nera e, proprio da quello della sede delle squadre speciali, ero solito osservare la città. Hai ragione risposi, muovendo lo sguardo dai tetti fino alla sede della Mano Nera e poi verso il mare Da qui il panorama mostra tanto la città, con i suoi punti d'interesse e le sue mura, quanto il mare portai le mani dietro la schiena Dalla sede delle squadre speciali, invece, si deve scegliere: osservare Kiri o il mare che si infrange sulle nostre coste arricciai le labbra e scossi il capo spostando l'attenzione verso lo shinobi della Nebbia Ma non temere, non era per poter apprezzare questi scorci su Kiri che ti ho chiesto di condurmi fino a qua la mia voce perse la leggerezza che prima la accompagnava, come se fossi sceso dalle nubi fluttuanti dei ricordi su cui mi ero adagiato e si fece seria e grave.

    Il mizukage, Kensei-sama, sta dedicando la sua attenzione a delle ricerche che gli rubano il tempo e la forza per amministrare come faceva precedentemente questo villaggio il mio sguardo si pose serio e fermo negli occhi del ragazzo. Il kenkichi sapeva quanta fiducia avevo riposto nel capovilaggio e quanto potessero costarmi fatica tali affermazioni, soprattutto dopo l'ultima e pirotecnica riunione del villaggio che mi avevo visto fronteggiarmi con Etsuko E i due consiglieri che ha scelto non si sono rivelati capaci di amministrare efficacemente Kiri una considerazione secca e detta senza enfasi, qualcosa che difficilmente sarebbe potuta essere controbattuta: tanto Etsuko quanto la figlia di Itai non si limitavano nemmeno più a presentarsi negli uffici amministrativi.

    Quindi il mio sguardo tornò verso il mare e ripresi: Voglio che tu vada a parlare con il capo dei torturatori, digli che non dovrà più preoccuparsi di un'amministrazione sorda alle sue e vostre esigenze tornai a guardarlo La Mano Nera farà sì che il villaggio non marcisca e si degradi alle ingiurie del tempo. Per ogni esigenza o istanza da parte vostra potrete fare riferimento direttamente a me ed io mi assicurerò che le vostre voci raggiungano i luoghi ove vengono prese le decisioni del villaggio mossi lo sguardo verso l'edificio e poi i meccanismi di difesa che lo circondavano Dì al capo dei torturatori di farmi avere una lista di tutti i nuovi - o la ristrutturazione dei vecchi - dispositivi di cui avete bisogno, farò in modo che le abbiate

    Lo fissai per qualche attimo, cercando di intuire che cosa gli passasse per la mente, quali domande si stesse ponendo e soprattutto a quali risposte era giunto. Ma prima che potesse parlare gli domandai: Hai capito perché ne sto parlando con te e non direttamente con lui, Akuraguri-san?
  3. .

    Alla fine della veglia

    I

    La nebbia che avvolgeva la città di Kiri calava su di essa un velo di silenzio rotto, a momenti alterni più o meno lunghi, dai gabbiani volteggianti o le grida di alcuni commercianti al mercato del pesce. Il sole si stava alzando all'orizzonte, ma la luce si diffondeva a fatica sull'isola avvolta da fitti banchi di nebbia ed io, ombra ammantata in quella scala di grigi e nubi, mi diressi verso le prigioni del villaggio. Camminavo leggero e senza fretta tra le strade che, via dopo via, si stavano animando: i miei passi mi portarono fuori dal quartiere Tokugawa e entrai nel borgo collegato, ovvero il quartiere militare kiriano. Lì si trovavano i campi di addestramento e le caserme degli shinobi della nebbia e, in mezzo ad esso, fornito delle dovute protezioni, la prigione del villaggio.

    Avere accesso ai turni dei torturatori non sarebbe stato complicato nella mia posizione, così mi sarei aspettato di vedere Akuraguri accingersi all'alba all'uscita della prigione dopo una notte di guardia. Lo avrei atteso all'interno dell'edificio, sarebbe bastato farmi riconoscere per potervi accedere in tutta tranquillità e, con il cappuccio calato sulle spalle, avrei appoggiato la schiena al muro del corridoio che avrebbe portato verso l'uscita e dove mi aspettavo di incontrare il Kenkichi.

    Una volta che l'esperto genin si fosse avvicinato a me, avrei alzato l'unico occhio in sua direzione e, senza riuscire a nascondere un leggero e sadico sorriso, l'avrei salutato Akuraguri-san, ti stavo aspettando sciolsi le braccia che fino a quel momento erano rimaste incrociate sul petto Ho bisogno di parlarti, ma in un luogo più tranquillo osservata la sua reazione, avrei poi aggiunto Fammi strada fino al tetto, avanti. Ma scegli pure il tragitto più lungo, voglio vedere in che condizioni versano le prigioni di Kiri così avrei lasciato che il torturatore mi guidasse lungo i corridoi e le stanze degli edifici. Io sarei rimasto in silenzio, osservando quanta attenzione era stata riposta nel mantenimento della sicurezza delle prigioni.

    Una volta giunti sul tetto delle prigioni il calore del sole, già superato l'orizzonte, ci lasciò posare i nostri occhi sulla città di Kiri e il ritirarsi delle nubi, che in precedenza su di essa aleggiavano, verso le paludi all'esterno delle mura
  4. .
    CITAZIONE (Ewan Flynn @ 15/5/2023, 00:43) 
    Eccellente!! Che nome ha il canale discord? Naruto Legend?
    Adesso appena ho un po’ di tempo metto insieme la scheda del pg. Dovrei avere già una mezza idea ma metterla su carta è sicuramente più efficace per visualizzare.
    E quindi…. See you later!

    Ecco il canale discord: https://discord.gg/muthvCFy

    Hai già scelto in che villaggio o organizzazione giocare?
  5. .

    Nebbia che Vela e che Svela

    V

    Inizialmente rimasi sorpreso, poi effettivamente, considerando le qualità del ninja non mi sarei dovuto stupire della sua presenza nei sette, piuttosto fu la sua temporaneità a lasciarmi dubbioso e subito gli chiesi: Per quale motivo ti sei limitato ad un breve periodo e di quale spada eri il portatore, Kotaro-sama? Sorrisi poi all'indirizzo del Tokugawa e con voce leggera aggiunsi in una scrollata di spalle Diciamo che ho delle fonti abbastanza certe su ciò che riguarda la politica di Terumi e i piani di Byakuei, ma ne parleremo una volta arrivati alla Pagoda Capovolta. Non dovrebbe mancare molto, no? domandai, osservando il territorio e riconoscendo elementi paesaggistici che non erano mutati nel tempo.

    [. . .]

    Il mio sguardo, carico di odio, rimase fisso sul nano di Kiri e fu chiaro che questi poté decifrare le mie emozioni nei suoi confronti, poi lo spostai sugli altri astanti: la donna, Shuichiro e Kotaro. Quest'ultimo rispose in un'esplosione di divertimento e gioia quando sentì che, non solo ero suo parente, ma che ero progenie di Ossuri. Alla sua richiesta di abbracciarmi fece eco il gesto spazientito di Shuichiro e subito il Tokugawa si arrestò, mutando rapidamente l'espressione del volto, su quella mi soffermai mentre le parole della donna iniziarono a risuonare nella radura. La maschera del prozio era caduta tanto facilmente quanto rapidamente, se mi avesse chiesto di abbracciarlo per sussurrare qualcosa all'orecchio o darmi qualche oggetto? Non potei, però, soffermarmi troppo su quel pensiero, perché la donna disse qualcosa che mi fece rizzare i capelli e identificarla immediatamente come una minaccia: "Ho informazioni su di te".
    Voltai lentamente il capo verso di lei, perdendo così il contatto visivo con il mio parente e la osservai attentamente. Le sue informazioni risalivano alla Missione nel Paese dell'Abete dove le forze in campo erano l'Accademia, Hayate e la Tregua tra la Zanna e l'Accademia, ma non riuscii a riconoscerla in nessuna delle tre fazioni. Le possibilità erano molteplici: potevo non averla notata nel marasma che avvenne sull'isola-arma, poteva non avere le sembianze che ora mostrava oppure poteva avere ricevuto quelle informazioni da fonti allora presenti. Rimasi impassibile nel studiarle il volto e quando disse che, nel distruggere le armi, saremmo stati amici, le rivolsi un leggero sorriso rispondendole Ogni nuova amicizia potrebbe risultare utile contro le armi di Iwa, Hana-san.

    Poi le cose non andarono esattamente come preventivato: le carte da me mostrate sul tavolo da gioco non ebbero l'effetto desiderato e mi trovai a dover rincarare la dose puntando l'indice verbale contro il nano traditore. Il futuro tradimento di Byakuei era stato svelato dalla stessa Hana, donna che non solo era in possesso delle mie informazioni, ma aveva anche agganci - evidentemente - con i recenti avvenimenti della Nebbia. Solo Kotaro ebbe un moto di sorpresa e la sua prossemica, l'espressione del viso e la posizione che assunse il corpo, trasudarono pericolosità. Un dettaglio sconvolse la mia mente e mi lasciò guardare ammirato, per un attimo soltanto, il mio parente: la sua ombra sembrava impugnare una lama, ma la mano che avrebbe dovuto reggerla era disarmata; rimasi stupito e incuriosito delle conoscenze che quel Tokugawa era riuscito a raggiungere della Kinjutsu del nostro clan [Percezione 9]. Fu Shuichiro a chiudere seccamente la cosa dicendo che non solo ne aveva discusso con suo fratello, ma anche che il suo piano non sarebbe stato nuovamente attuabile e a quel punto uno mio sguardo d'interesse si spostò dall'Imperatore al fratello. L'intervento di Kotaro, diffidente tanto verso la situazione che si era creata, quanto verso la sconosciuta e carica di informazioni Hana, mi diede la certezza che potesse essere l'unico alleato - in mezzo a quegli shinobi - a cui avrei potuto realmente riporre fiducia e così gli dissi riferendomi alle mezze verità che aveva detto in precedenza: Non ve ne saranno altre, zio. Vorrei poter parlare con te, dopo il mio colloquio con Shuichiro, avere l'occasione di discutere con il fratello maggiore di quel pignolo e bastardo di un Ossuri non mi dispiacerebbe <3 Al sorriso che gli rivolsi, non meno dissimile alla maschera che in precedenza aveva indossato di fronte a tutti, fece eco un occhiolino.

    Hana riprese nuovamente parola e, intervallandosi con Shuichiro stesso, mi diede una panoramica più approfondita di ciò che era successo. Si trattava, allora, di un Jutsu spazio-temporale e, in qualche modo, aveva lasciato una traccia su tutte le persone che erano state coinvolte. Socchiusi l'occhio e feci un leggero cenno del capo quando mi confermarono, nuovamente, che non c'era modo di modificare direttamente e coscientemente il mio futuro e, così, lasciai che il mio perfido piano venisse obliato.
    All'intervento di Hana fece seguito quello di Shuichiro e poi Byakuei che fu molto più lapidario nello spiegarsi: loro erano un'alternativa al passato che non era mai avvenuta. Il commento di Hana rispetto alle capacità deduttive di Shuichiro mi fece tentennare e lo guardai incuriosito quando mi domandò se ancora volevo parlare con lui, sospirai e feci un cenno d'assenso Sì e vorrei che Kotaro si unisse a noi, merita di sapere ogni cosa. Mentre Byakuei se ne andava, l'odio nei suoi confronti tornò a ribollire in me e un sorriso violento rievocò quei giorni lontani a Kiri, quindi spostai lo sguardo verso la donna che mi stava fissando e mossi leggermente il capo, avrei cercato di approfondire alcune cose con lei successivamente, ma prima avrei cercato di raccogliere qualche informazione sul suo conto.

    Dopo che ebbe composto i fuinjutsu e mi ebbe assicurato che nessuno avrebbe potuto origliare, rimasi in silenzio diversi secondi riflettendo e, rallentando il battito cardiaco che improvvisamente accelerò al pensiero, dissi: Io sono la Mano Nera di Kiri, le persone che hanno informazioni sul mio conto sono minacce verso di me e soprattutto verso il villaggio che considero attentamente feci un cenno del capo verso l'entrata della Pagoda In nome di Kiri e della Nebbia di Sangue che io stesso ho concretamente riportato nel villaggio dando inizio nuovamente al rito, ho bisogno di sapere chi è la donna che possiede informazioni sul mio conto: fosse stata un'accademica non avrebbe avuto problemi a rivelarmelo, si tratta di un membro della Zanna o di Hayate? domandai, considerando le altre due fazioni presenti all'Abete che lei stessa mi aveva citato e poi aggiunsi: Sospetto che potrei trovarmi costretto realmente a collaborare con lei, ma devo sapere con chi ho a che fare: hai informazioni sensibili sul suo conto da darmi, così da avere un qualche vantaggio su di lei se le cose dovessero precipitare?

    Attesa la risposta e approfondita con eventuali altre domande, ripresi: Tornando a parlare di questo jutsu spazio-temporale, hai detto che vi è una sorta di traccia che accomuna voi ad Hana e, sospetti, anche a me "viaggiatore". Questo segno, questa traccia, che ci accomuna pensi sia la causa di tutto ciò o la sua conseguenza? Che tipo di verifica hai avviato per raggiungere a certe risposte? quindi soppesai un po' le parole e poi ripresi Mi ha stupito la vostra mancanza di meraviglia alle mie parole anche se anticipate da Hana e lei stessa ha un tarlo sulla rapidità con cui sei giunto a certe conclusioni. Non sottovaluto la tua intelligenza, Shuichiro-sama, ma sei entrato in contatto con altri "viaggiatori" prima di me e lei? Qualcuno ti aveva già riferito qualcosa e, in tal caso, chi?

    Quindi proseguii: Potremmo avere delle risposte a tutto questo se riuscissimo a raggiungere la meta dell'Oni prima del suo arrivo, per farlo ci servirà un mezzo rapido e sicuro. Saresti in grado di fornirne uno che possa ospitare quattro shinobi?

    Serrai la mandibola successivamente poiché ciò che stavo per dire avrebbero solleticato ferite profonde nel mio animo: Tuo fratello non ha solo tradito Kiri e i suoi abitanti, ma senza alcuno scrupolo anche gli shinobi più vicini a lui e la sua stessa semenza, compiendo una strage di validi ninja di Kiri. Credi forse che, svelato il suo inganno, vi abbia rinunciato o pensi che ci sia un motivo concreto per il quale non potrà più tradirvi? Fossi in te non mi fiderei assolutamente di lui, assieme - io e te - abbiamo combattuto contro i suoi Teschi e non dimenticherò facilmente la sua volontà nell'ucciderti e nemmeno tu, sebbene non abbia ancora vissuto quel momento, dovresti dimenticarti di ciò le mie parole e il mio sguardo trasudavano rabbia e violenza, non era certo la consapevolezza di trovarmi in una realtà parallela a mitigare il mio odio verso l'assassino di Ossuri. Volevo, allora, domandare se quelle dichiarazioni di Shuichiro fossero legate alla sua fiducia nel fratello o a concrete realtà.

    Se Kotaro si fosse unito a noi o se fosse rimasto nella radura in seguito al colloquio con Shuichiro, l'avrei raggiunto Spero tu possa comprendere i motivi per i quali non sono stato completamente sincero con te, l'ultima volta che ho avuto a che fare con la tua persona ci trovavamo in parte a fazioni opposte: Byakuei aveva preso il controllo del tuo corpo, ma la tua tempra era abbastanza forte da contrastare la sua volontà. Attesi un momento, quindi proseguii Ora, tra tutti, sei quello in cui credo poter riporre la mia fiducia e, considerato la portata di ciò che sta avvenendo, un aiuto da parte dello zio potrebbe farmi assai comodo cercai di decifrare i suoi pensieri e poi aggiunsi Di Byakuei e di quella donna non mi fido, ma potrebbero rivelarsi utili strumenti per venire a capo di questa situazione ed è una cosa che non posso ignorare. Verrai con me a trattare con loro e, successivamente, a caccia di quel Oni che ha fatto la sua comparsa sulle coste kiriane? il mio sguardo si riflesse nel suo, raramente mi ero trovato a esprimere una così diretta richiesta d'aiuto.
    Posso ora, anche, essere più chiaro rispetto alla mia curiosità sui sette spadaccini: nel nostro presente le sette spade di Kiri sono andate perdute, ho pensato che indagare sul loro passato in questa realtà avrebbe potuto aiutarmi - se fossi riuscito a tornare da dove sono arrivato - ad avviare una concreta ricerca per riportarle nel luogo ove appartengono

    Comunque fossero andati quei colloqui, avrei rivolto i miei passi verso la Pagoda in cerca di Hana e l'assassino di Ossuri.
  6. .

    Duello senza Maschere

    IV

    Osservai attentamente Yato sdraiato a terra, movimento con il quale era riuscito ad evitare il coltello scagliato in sua direzione. Un moto di felicità e gioia, dovuta alla adrenalina del combattimento, ruppe nel mio petto mentre valutavo le informazioni che quel primo assalto mi avevano fornito: il suo potenziale difensivo. Infatti non solo ero riuscito, data la vicinanza con cui erano stati portati quei primi colpi, ad osservare più chiaramente l'equipaggiamento difensivo che lo proteggeva e i pochi punti esposti che in precedenza avevo provato ad attaccare, ma potei notare come la fluidità dei suoi movimenti era in qualche modo intaccata da essi e che una leggera cacofonia metallica ne faceva seguito. [Nota] Sarebbe stato frettoloso e sciocco, però, pensare che il suo potenziale difensivo si fermasse a ciò: mi aveva dimostrato, infatti, come si coadiuvasse con la manipolazione del legno. Utilizzato precedentemente sulla finta portata con la gamba e successivamente a mitigare il danno del coltello, benché quest'ultimo ne avesse ferito le carni.
    L'adrenalina e l'eccitazione sfociarono in un ghigno violento, avevo modo di distruggere ogni sua protezione in un unico attacco, ma dovevo prima mettermi nelle condizioni di poter portare quel colpo che la mia mente aveva elaborato sulla base delle informazioni analizzate.
    Il commento di Yato mi lasciò indifferente, sapevamo entrambi che quella prima serie di attacchi servivano a saggiare le forze in campo, malgrado avessimo già avuto modo entrambi più volte di studiare lo stile di combattimento l'uno dell'altro. Riconobbe la mia superiorità fisica, ma sapevo che il chunin della foglia sopperiva tale differenza con la sua esperienza e il suo acume, entrambe cose che lo rendevano un ottimo compagno di missione e, soprattutto, che mi avevano portato a chiamarlo in quella radura per condividere con lui il Progetto Y.

    Lo shinobi della foglia generò due sue copie lignee che comparirono attaccate a lui, una davanti e una dietro, sfoggiavano una pesante cotta di maglia e reggevano tra le mani una lancia Chiang. Data la vicinanza tra lui e le sue creazioni sembrò porle a sua protezione, alla stregua di uno scudo, osservai attentamente la cosa, non avendolo mai visto proteggere la propria posizione in quella maniera.
    La figura del clone che guardava in mia direzione coprì la visuale sui sigilli che, potei dedurre dagli avambracci in movimento del Senju, il chunin della foglia stava componendo. Pochi attimi dopo l'acqua che stava scorrendo sotto il ponte iniziò a ribollire, quindi un costrutto di legno dalle fattezze di un drago apparì nello squarcio che divideva il ponte e osservò la zona con lenti movimenti regolari. Un sorriso solcò il viso quando intuii quale era stato il risultato di ciò - che certo non potevo considerare una coincidenza data l'intelligenza tattica dell'Apprendista - l'ombra del drago si proiettava sul ponte, vanificando così le mie possibilità di usarle come passaggi per il passo di tenebra. Scossi il capo divertito, si trattava senz'altro di un'ottima scelta, ma non gli sarebbe bastato per limitare completamente la mia mobilità.

    Come al momento del lancio dell'ultimo coltello, mi trovavo a più di una dozzina di metri dal mio obiettivo in linea d'aria, ma trovandomi non al centro del ponte bensì su un suo lato, una decina di metri mi separavano dall'altra estremità in linea retta. Una distanza non incolmabile, ma che certo avrei preferito compiere attraverso le mie tenebre, per assicurarmi che il mio avversario non potesse vedermi, ma non potendo avrei dovuto fare di necessità virtù.
    Con la mano libera afferrai i due esplosivi, con l'altra strinsi l'elsa della spada nera. Flettei un po' le ginocchia e, utilizzando un po' di chakra per aumentare la mia forza per il lancio, chiusi le distanze con l'estremità del ponte con una rincorsa che poi sfociò in un rapido balzo dall'altra parte del ponte. [Slot Movimento Gratuito, 9 metri | Vel 675, For 700 - MezzoBasso] [Scatto Migliorato] [Furtività: 12]

    La possibilità che lui o la sua copia mi avessero visto non era di certo trascurabile, benché avesse iniziato da poco ad albeggiare la luce era abbastanza per poter notare una figura completamente scura attraversare con un balzo il vuoto che solcava il ponte. Nell'attimo successivo che i miei piedi si posarono sulla dura pietra qualcosa di inaspettato accadde: il drago ligneo esplose in un tripudio di foglie ed ebbi la certezza di essere stato individuato. Il mio sguardo tornò repentino e attento sulle tre figure, scoprendo che Yato-san non si trovava più nella posizione precedente. Ma come aveva fatto? Come aveva fatto, mi chiesi, a scomparire senza che me ne accorgessi, senza che quelle cigolanti protezioni non giungessero al mio orecchio, fino a qualche attimo prima non ci separavano più di cinque metri. Era ancora vicino, lo percepivo con il mio naso e con le orecchie tese, ma non lo individuavo. [Percezione 9 vs Furtività 1,5]

    Per stanarlo avrei dovuto ricorrere ad un segreto del mio clan che ancora non mi ero trovato nella condizione di usare da quando avevo iniziato la mia carriera ninja, gliene diedi atto e, stringendo i denti, sacrificai me stesso per acuire il suo dolore e lasciare che la sorpresa o il dolore lo tradissero. La ferita maledetta dal coltello gli avrebbe bruciato la pelle e le carni, procurandogli un dolore forse maggiore di quello precedente, soprattutto perché - probabilmente - inaspettato. [I Slot Azione | Scambio Equivalente] A quel punto realizzai le posizioni tenute dalle sue copie: non si erano mosse, invece che muoversi per depistare i miei sensi erano rimaste immobili, quasi avessero ancora il fine di proteggere il loro evocatore. Inoltre i miei sensi allenati e le sue protezioni troppo pesanti mi urlavano che non era affatto distante, egli era probabilmente ancora lì, tra di loro. Non ne avevo la certezza e quindi avrei dovuto agire di conseguenza.

    La mano che reggeva le due piccole palline esplosive si mosse rapida, fu un secco movimento di polso e i due proiettili volarono, per non più di tre metri, a rasoterra andando ad impattarsi contro il reggi mano del ponte alla mia sinistra all'altezza dei cloni del Senju. La prima ebbe un tragitto leggermente più breve ed esplose in un bagliore intenso che, se non si fosse coperto con la dovuta attenzione, avrebbe abbagliato il mio avversario, la seconda, invece, impattò il terreno poco dopo generando una lastra di ghiaccio dal diametro di sei metri che coprì una buona parte del ponte e, se non si fossero mossi, sicuramente i cloni di Yato. Iniziavo a sospettare, infatti, che Yato non si fosse affatto spostato e, lanciando gli esplosivi in quella direzione, avrei dovuto sia limitare la sua possibilità di schermarsi gli occhi con uno dei cloni, che rendergli più difficoltosi i movimenti sul terreno che si era fatto improvvisamente più scivoloso. [II Slot Azione - Attacco a Distanza | For 750, Basso] [Bomba Abbagliante][Bomba Specchio][Furtività: 12]

    Decisi di approfittare di quell'attimo di probabile smarrimento e cecità per agire, mi sarei mosso tanto velocemente quanto silenziosamente verso i due cloni e nel farlo sempre più segnali mi certificavano che mi stessi avvicinando a lui. [Percezione 9 vs Furtività 1,5] Chiudere le distanze fu cosa rapida, il chakra che fluiva nel mio corpo irrorò le gambe e la tecnica a me cara mi aiutò a raggiungerlo in un battito di ciglia. [Slot Tecnica Avanzata: Scatto Rapido | Vel 750 | Furtività 13,5] A quella distanza non potei non notare l'incongruenza: il sole si trovava alle mie spalle e le ombre venivano proiettate di conseguenza, a quelle dei cloni un'altra riempiva lo spazio vuoto che ci sarebbe dovuto essere stato tra i due. Un ghigno affiorò sul mio viso, Yato-san aveva agito d'astuzia, ma non aveva preso abbastanza precauzioni per far sì che il proprio nascondiglio fosse a prova di Youshi Tokugawa. Si era mimetizzato perfettamente con l'ambiente, ma non aveva considerato che il suo corpo rimaneva un'entità fisica e, per tanto, sottoposta alla luce del sole proiettava un'ombra. [Percezione 9]

    Arrivato a meno di un metro dai cloni, impugnata la katana con entrambe le mani, lasciai che il chakra oscuro si impossessasse della lama attirando a sé ogni raggio di luce e splendendo del nero più profondo e assoluto. [Slot Tecnica Base - Manipolazione della Natura] Il fendente fu portato all'altezza delle ginocchia, circa, del mio avversario e l'obiettivo era chiaro: gambizzare i due i cloni presenti e ferire gravemente il mio avversario e futuro alleato. Portai il colpo evitando di esporre il mio fianco a repentini contrattacchi nemici, il torace dava verso di loro e la lama si frapponeva tra noi, le gambe leggermente flesse per imprimere più forza a quell'attacco. [III Slot Azione - Attacco con Arma | For 750, Vel 750, impasto Mediobasso; Pot 40 +10 Precisione, Pot contro oggetti: 130, durezza 5] [Utsubo] [Taglio scoordinante della Murena] [Colpo Fulmineo] [Colpo Violento]

    Le tenebre da cui sorge la pianta ti hanno tradito, Yato-san, non meno della luce a cui esse bramano dissi, riprendendo la frase che mi aveva detto all'inizio dello scontro e assumendo una posizione difensiva. Flettei la gamba sinistra e portai in avanti, distesa, la destra, mentre la lama sorretta dalla mancina si alzava oltre la testa con il filo verso il cielo e la punta verso il mio avversario, mentre la mano destra si allungava, con due dita alzate e le altre richiuse su sé stesse.

    Youshi Tokugawa

    Statistiche Primarie
    • Forza: 600
    • Velocità: 625
    • Resistenza: 550
    • Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 600
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 600
    • Precisione: 675
    Chakra
    65/80
    Vitalità
    15/17
    Slot Azione

    1. Scambio Equivalente

    2. AaD

    3. AaCC

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Scatto Rapido

    2. Manipolazione della Natura

    Note

    Niente, c'avevo voglia di fare un posticino senza inserirmi in giocate affollate per non rallentare i player attivi :D
    Spero ti sia cosa gradita riprendere il combattimento, bel.

    Ah ho provato a fare una mappetta (in spoiler) con gli spostamenti e i luoghi dei vari avvenimenti. (per vedere le distanze effettive, basandomi sui post e su quello che ci eravamo scritti su discord, ho fatto un bel teorema di pitagora considerando 13 metri la distanza tra noi due e tre metri la distanza tra te e il poggiamani del ponte)




  7. .

    Nebbia che vela e che svela

    IV

    Le sopracciglia, aggrottate sentite le prime parole di Ossuri che aveva frainteso le mie intenzioni, si rilassarono quando, battendosi orgogliosamente il dito sul petto, disse che sarebbe entrato anche lui nella squadra dei Sette spadaccini. Mi hai frainteso, Ossuri-sama. Le sette spade devono essere utilizzate in guerra, potrebbero ribaltare le sorti della battaglia, ma il villaggio deve assicurarsi che non cadano in mano nemica o perdute. Questa è la mia preoccupazione aggiunsi prima che, alzando le dita contando, enumerò i sette spadaccini e le spade di cui erano custodi. Di questi, agli annali, si registravano solo due di quelli da lui citati: la Hozuki portatrice di Kiba, le Zanne; il Kaguya a cui era stata affidata Hiramekarei, la Rombosogliola. Sanjuro Yuuki dici? domandai poi trafelato. Certo il fu consigliere di kiri, colui che aveva inviato la squadra composta da me, Fudoh e un altro kiriano all'isola dell'abete, aveva la sua età, ma sembrava essere decisamente tocco per essere uno spadaccino della nebbia. Feci qualche cenno di assenso con la testa, in mancanza di certezze, avrei approfondito le mie ricerche se e quando saremmo riusciti a tornare nel nostro tempo, forse saremmo stati in grado di risalire a Spruzzo e le sue cronache. Ma tra le sette spade e i loro portatori una, in particolar modo, aveva la mia attenzione: Nuibari. Quest'ultima era stata affidata ad una Kenkichi, non sapevo se la spada fosse finita direttamente tra le mani di Koma o se, prima, fosse stata ereditata e guadagnata da altri ninja di kiri e non. Mi grattai la mandibola meditabondo Mi hai aiutato più di quanto tu possa credere, ti ringrazio.
    Volsi poi lo sguardo verso nonna, l'aria contrita si rilassò guardandola, riempiendo il petto d'affetto. Mi spiegò cosa fosse l'Acqua degli Eroi, in parte confermò quanto sapevo, ovvero che fosse esclusiva del Leader di Taki e della sua guardia reale (come Yashamaru, Yuusha di Taki), ma dall'altra mi diede informazioni che mi erano precluse: il suo funzionamento. Annuii Molto bene, molto bene dissi a denti stretti, mentre lo sguardo si muoveva già tra la folla cercando il primario di Kiri, fu con lui che facemmo la nostra sortita a Taki assieme a Yato-san. In quell'occasione scoprimmo che un nuovo ordine, le cui intenzioni di rinnovamento del potere costituito si palesavano già dal nome, "Nuova Taki", stavano emergendo sempre più prepotentemente sul territorio delle cascate. Furono le ultime parole del nostro ostaggio, stroncato subito dopo dalla Signora, a rivelarci i contrasti tra il Leader di Taki e la Signora, quest'ultima voleva scoprire i segreti dell'Acqua degli Eroi, di cui i due bambini inseguiti erano collegati, probabilmente per appianare ciò che rendeva gli Yuusha e il loro superiore in grado di tenere saldo il potere del villaggio delle Cascate. Dopo averli salutati, li osservai allontanarsi incrociando le braccia sotto il mantello scuro, benché fossi così coinvolto emotivamente dal vederli, non riuscii a distogliere la mente dalle vicende di Taki. Pensavo, infatti, che se da una parte la Signora andasse fermata anche con il supporto del potere costituito nel villaggio delle Cascate, il cui appoggio avremmo potuto raggiungere promettendogli la libertà dal giogo della Nuova Taki e la restituzione del bimbo legato all'Acqua degli Eroi, dall'altra credevo anche che, in una situazione di instabilità come quella di una guerra civile latente nel tessuto sociale e nel territorio, avremmo potuto prendere il controllo di Taki, se non conquistarlo quanto meno inserirlo fortemente nell'area di influenza dell'Accademia. Salvandoli dal colpo di stato e lasciando stabile il potere costituito, insomma, avremmo potuto giocare forza su di loro. Senza contare che, durante il possibile conflitto, avrei potuto mettere le mani sull'Acqua degli Eroi, una fonte di potere che si sarebbe potuta rivelare molto utile per la causa kiriana. Per la mia causa.

    [. . .]

    Kotaro, forse proprio pensando che gli Dei Guerrieri fossero stati risvegliati dall'Onda Rossa, si rivelò non solo disposto a crederci, ma anche disposto ad aiutarci e non intralciarci. Il primario di Kiri riuscì a sentire il nome di Byakuei e la mia richiesta rivolta al Fantasma Buio di incontrarlo, mi lanciò uno sguardo carico di rabbia che ricevette la risposta del mio placido e criptico. Chiusi l'occhio e lo riaprii in direzione del mio parente Tokugawa. Deglutii calmo, realizzando che avrei dovuto architettare un'ottima scusa da vendere al primario per giustificare il mio incontro con il leader della Vera Nebbia di Sangue, soprattutto considerando che Fudoh si sarebbe rivelato un argomento centrale del mio incontro con loro. Il battito di mani di Kotaro mi ridestò e un leggero sorriso anticipò le mie parole: Bene, dammi il tempo di scambiare due parole con Raizen, andiamo

    Le mani si chiusero l'una sull'altra di fronte a me, mentre il kage tentò di ricalibrare le tempistiche di incontro con annesso un sistema di comunicazione concernente la necessità di un mezzo di trasporto. Fudoh si è già mosso verso la città, non potrei comunicargli questo cambio di programma. Cerca di stare dentro le tre ore, altrimenti - semplicemente - aspetterà. Da tre a quattro ore, alla fine, non cambiava molto. Attesi un attimo e poi aggiunsi Certo, a meno che tu non possa lasciare una tua copia o qualcosa di simile ad aspettarlo e, eventualmente, ad aggiornarlo una volta che arriverà al molo

    [. . .]

    Il Fantasma Buio mi permise di seguirlo agilmente, saltando da un tetto all'altro prima e poi attraverso la palude, fino a raggiungere la Pagoda Capovolta. Luogo che conoscevo, infatti, in un altro tempo, lì avevamo combattuto contro Byakuei e le sue marionette. Durante il tragitto, non trafelato dal ritmo con cui ci stavamo muovendo, domandai a Kotaro: Tuo fratello mi ha parlato di Haruka Kenkichi e degli altri spadaccini compii l'ennesimo salto verso un ramo abbastanza grosso e poi ne spiccai un altro per rimanere al passo con il Tokugawa Sarei onorato di conoscere la portatrice di Nuibari e anche, solo, poterla vedere riposta se non in azione, così come kubikiribōchō. Ma Haruka non la conosco e nemmeno Sozen Tamasizu, devo ammettere, puoi raccontarmi qualcosa su di loro? Abbracciano la causa della Vera Nebbia di Sangue o patteggiano per la politica di Mei Terumi? il mio sguardo cercò quello del mio parente e poi proseguii lungo la via attendendo risposta.

    Come in precedenza alle porte di Kiri, un senso di déjà-vu mi pervase quando vidi l'entrata della Pagoda. Lì, nei pressi dell'entrata segreta, sostava Shuichiro, il ninja con cui, insieme alla Kaguya, avevamo affrontato il teschio di Shigure e il mio adorato nonno. Si spezzò una henge e lì, improvvisamente, mi ritrovai nuovamente faccia a faccia con l'assassino di Ossuri-sama. La mandibola si serrò e lo sguardo si fece assassino, mentre la palpebra si stringeva osservandolo, tutto attorno a me si fece ovattato e il battito del cuore iniziò a rimbombare sulle mie tempie. Vidi le sue labbra muoversi, le loro voci e parole furono decodificate con qualche attimo di ritardo dalla mia mente, troppo indaffarata nell'ideare i modi più crudeli per sancire la fine di quel nano. Fortunatamente non attesero risposta alle loro parole, una donna bellissima e ben consapevole di esserlo uscì dalla nascondiglio della Vera Nebbia di Sangue e mi ridestò portandomi nuovamente con i piedi ben saldi alla concreta realtà, riportandomi, quindi, con la mente ai successivi passi che, stupidamente, avrei potuto vanificare se avessi mantenuto quell'atteggiamento di odio manifesto verso Byakuei. Disse che, io e lei, saremmo potuti arrivare dallo stesso luogo, ma furono le parole dell'imperatore a lasciarmi basito e la mia espressione non lo nascose. Inspirai ed espirai, calmai il battito del cuore e stabilizzai la respirazione, quindi esplosi in un lungo sospiro. Uff... Devo dire che così mi semplificate le cose, starvi a raccontare tutto ciò che vi ho da dire senza poter ammettere che vengo dal futuro rispetto a questo momento... Sarebbe stato quanto meno complicato. il mio sguardo si spostò verso Kotaro, la cui espressione tradiva confusione Nulla di personale... socchiusi l'occhio ragionando, allora lui era il fratello di mio nonno, quindi per me era... ...prozio. Non è carino mentire ad un proprio parente, ma nasconderti la verità ci è sembrato il modo migliore per non farci prendere per pazzi o, peggio, traditori di kiri o cremisi un leggero sorriso che, probabilmente, sarebbe stato facilmente interpretato come un cenno di sincere scuse, si dipinse sulle mie labbra. Quindi mi rivolsi verso la donna e la studiai attentamente, poi le domandai Cosa intendi che arriviamo dallo stesso luogo? Piuttosto avrei detto dallo stesso momento. Anche tu sei stata raggiunta da quel bagliore verde, dove ti trovavi?
    Mi sarei rivolto allora verso i due fratelli, li guardai per un attimo e poi, come se mi fossi improvvisamente ricordato qualcosa, gli dissi: Che sbadato, io sono Youshi Tokugawa, Mano Nera di Kiri poi, diventato serio e con lo sguardo che esprimeva lo stesso sentimento scaturito dalla vista di Byakuei, aggiunsi Sono venuto a trattare i termini della vittoria di Kiri sui cremisi e dell'ascesa della Nebbia di Sangue quindi mi feci zitto, lasciando che le mie parole si adagiassero sulla radura e osservai le loro reazioni.

    Se non mi avessero preso seriamente o, in alternativa, non fossero stati interessanti alle mie parole, avrei semplicemente scrollato le spalle Chi è causa del suo mal... è causa del suo mal. il mio sguardo si sarebbe spostato sugli shinobi della Nebbia di Sangue Prima che vada, però, devo ammettere che mi fa strano vedervi assieme e tutti vivi il mio sguardo si rivolse verso Shuichiro e Kotaro, poi si appoggiò sul nano Dopotutto Byakuei non vi ha ancora traditi, effettivamente rivelai, osservando l'assassino di Ossuri Beh. Forse se non è ancora successo, a questo punto, potrebbe non succedere, no? Rimasi fermo e zitto, se il mio piano precedente non avesse funzionato, infatti, avevo già deciso, mentre mi muovevo verso la Pagoda Rovesciata con Kotaro, che avrei trascinato Byakuei nel baratro con me.

    Se si fossero rivelati interessati a quanto avessi da dire, un sorriso violento si sarebbe allargato sul mio viso. Bene, molto bene il mio sguardo si spostò sui tre shinobi e poi la kunoichi, mi rendevo conto che stavo avendo a che fare con ninja incredibili che avevano scritto la storia, ma mi feci coraggio, sapevo che non potevo relazionarmi a loro come un subalterno, altrimenti mi avrebbero trattato e considerato come tale, soprattutto per quello che avevo intenzione di proporgli. Dovevo risultare, ai loro sguardi, sicuro e tranquillo, pormi allo stesso piano di chi era a capo di quella organizzazione e quindi parlare solo e direttamente con lui o loro. Data la riservatezza delle informazioni, però, sono disposto a parlarne solamente con il leader della Nebbia di Sangue, sarà lui, poi, a rivelare quanto ritiene opportuno agli altri tornai zitto guardando Shuichiro e aspettando una loro risposta.
  8. .

    Nebbia che vela e che svela

    III

    Beh come ho detto aggiunsi verso l'onorevole nonno Se è giunto il momento che la nebbia svelasse questo simbolo, non vedo perché dovrei continuare ad alimentarne la sua segretezza se poi i nostri obiettivi rimangono privati conclusi con un leggero ghigno verso i due giovani shinobi, non avevano altre informazioni su ciò che sarebbe diventata la Mano Nera e mi sarei ben guardato da fornirgli altri dettagli, quanto meno all'Akuma. Fu proprio verso quest'ultimo che posi lo sguardo divertito e gli risposi Decisamente, Etsuko-san, ma mi hanno sconsigliato di parlare di cose confidenziali con un Akuma dalla bocca larga, spero che la mia premura non ti offenda

    Sbattei la palpebra confuso, rivelando per un momento soltanto la mia sorpresa nel sentire il nome della ragazzina: Sumire Ono. Nonna. Deglutii mentre il mondo tutt'attorno a me tornava a fuoco, dopo quell'attimo di smarrimento in cui i momenti di una vita passata avevano assediato la mia mente con immagini e ricordi di felicità, odori nostalgici di pietanze e dei magazzini colmi di erbe essiccate pronte a essere vendute e trasportate nel continente che avevano fatto la fortuna della mia famiglia. Così scoprii che non solo la premurosa sposa di Ossuri aveva sangue degli Hanta di Taki, ma anche che per un breve periodo era stata addestrata come guardiana delle Fonti e, grazie alla nostra sete di conoscenza, iniziò a rivelare dettagli che mi erano ignoti. Non solo ci diede un'indicazione piuttosto precisa della loro ubicazione, ma anche una loro descrizione, rivelandoci quanto potessero risultare pericolose e il motivo per cui i Kappa ne erano diventati guardiani.
    Byakuei e Shuichiro dici... il mio occhio si posò grave sul mio giovane nonno che, non potendo saperlo, aveva appena nominato il suo assassino. Quindi rivolsi la mia attenzione verso l'Akuma che mi indirizzò verso un canale ufficiale del villaggio Grazie, Etsuko-san

    [. . .]

    Non lo so, ma ora se ne è andata quella cosa dissi a denti stretti verso la nonna, il mio tono di voce aveva perso ogni spigolo da quando avevo scoperto di trovarmi di fronte ai miei due adorati nonni, anche lo sguardo si era fatto più conciliante e premuroso. Fu Ossuri il primo a rispondermi, stupitosi che fossi effettivamente un Tokugawa e a lui feci eco: Le Sette Spade di Kiri, Ossuri-sama, devono essere protette e custodite, sono la storia e il tesoro del nostro villaggio scossi il capo, infine, quando mi chiese se Koma era il mio maestro e aggiunsi a denti stretti No, non è stato il mio sensei. Come ho detto la mia formazione è avvenuta ai margini di tutto ciò che stava avvenendo ora, sai forse dirmi chi sono i portatori delle sette spade in questo momento? Se Ossuri-sama avesse saputo rispondermi, sarei riuscito a capire quale tra le spade era destinata ad essere perduta durante la guerra, semplicemente confrontando i portatori con gli ultimi portatori kiriani a me noti.
    Quindi verso Suimire, prima che si allontanassero in direzione del quartiere Tokugawa, domandai Un'ultima cosa, giovane donna, hai parlato dell'Acqua degli Eroi. Dov'è la sua fonte e come è possibile che sia tanto miracolosa, qual è il suo potere e come si può contrastare?
    Quando si allontanarono da me, in direzione del quartiere tokugawa, li osservai attentamente mentre un moto di calore e affetto si impossessò di me, lasciando un'increspatura sulle labbra e una lacrima che solcò il viso. Nel momento più buio, solo chi cammina nell'oscurità conosce la via, mi ripetei un'ultima volta, poi mi voltai e andai alla ricerca di Fudoh.

    [. . .]

    La scala di grigi che imperava mi rallentò nella ricerca del primario di Kiri, non potendo distinguere facilmente il caratteristico colore della sua capigliatura, ma sapevo che avrei potuto trovarlo a prodigarsi per i feriti e così fu. Lo raggiunsi poco dopo Kotaro, la sua espressione mostrava quanto di pericoloso veniva celato dalle parole mielate con cui si era intrattenuto precedentemente con lo shinobi della Mano Bianca, se precedentemente sembrava solo essere incuriosito dalla nostra, o meglio, dalla presenza di Fudoh, ora esigeva risposte e non vi sarebbe stato modo di eluderle. Mi avvicinai calmo, la mia figura avvolta dal mantello e con il cappuccio alzato che copriva solo una parte della capigliatura argentea. Fu così che Fudoh si rivelò avere informazioni che mi erano rimaste ignote fino a quel momento, parlò di quella creatura, gli diede un nome, un'origine e uno scopo: dominare le altre armi. Ma ciò che fu più importante, furono le luci che rivelarono i punti rimasti ignoti dagli avvenimenti di Taki: ricordavo, infatti, che Fudoh era rimasto offeso quando gli impedii di scambiare il bambino con un appuntamento con la Signora, ricordavo inoltre che la considerava una sua parente e tutto quello che era avvenuto un affare di famiglia, ma cosa più importante: Fudoh si riteneva Sangue degli Dei. E la risposta che non avevo saputo darmi fino a quel momento, ovvero di quali Dei stesse parlando, mi venne data da egli stesso in quel momento: gli Dei Guerrieri, le armi di Iwa. Se il nostro primario non solo si considerava un parente di Orihara, ma anche Sangue degli Dei (così, infatti, aveva urlato durante lo scontro nella radura per intimorire il tizio armato di lancia e manovratore del fuoco) e aveva, effettivamente, la possibilità di interagire con i Doni della Signora che avevano la stessa origine di quei pomi di cui lo shinobi di taki parlava, allora era effettivamente quanto di più vicino ci fosse a quelle Armi, a quelle creature di cui stava parlando. Mossi il viso in diagonale e lo osservai più attentamente. Lui non si considerava vicino ad essi, lui si identificava in essi, il primario di Kiri riteneva di essere il loro stesso sangue, il Sangue degli Dei. E a quel punto la domanda da un milione di Ryo: perché Fudoh si riteneva un Dio Guerriero, un'arma di Iwa?
    La domanda rimase impressa nella mia mente mentre, se il ninja medico avesse ritenuto di dover giustificare maggiormente la propria posizione con il Fantasma Buio, allora anche gli ultimi sospetti sarebbero crollati: era indissolubilmente legato ad essi, tanto che non solo ne percepiva la presenza, ma poteva anche comunicare con essi. Lo osservai con rinnovato interesse, quelle erano informazioni che sarebbero risultate molto utili al Mizukage, ma in quel momento c'era altro di cui dovevo preoccuparmi: assicurarci che Kotaro non ci scambiasse per dei nemici.
    Sembra tutto piuttosto assurdo, non è vero Kotaro-sama? domandai cercando di anticipare ogni suo dubbio per fornirgli solide menzogne a cui far appoggiare la propria mente Ma così è. La questione è così grande che ci troviamo a collaborare al di sopra dei villaggi di appartenenza, per questo ci accompagniamo con un ninja di Konoha. Il nostro compito è scortare Fudoh-san e assicurarci che questi Dei Guerrieri rimangano sigillati e segreti, soprattutto in momenti delicati come questo aggiunsi, muovendo lo sguardo sulle macerie lasciate dall'Oni, riferendomi alla guerra che imperversava sul mondo ninja, quindi avrei riportato lo sguardo su di lui.

    Se tutto fosse filato liscio e Kotaro avesse creduto alle nostre parole, mi sarei sentito più rincuorato sicuro e, mentre Fudoh chiedeva informazioni sulla sua presunta parente, avrei mosso lo sguardo verso il villaggio della Nebbia. Avevo intenzione di scoprire dove fosse Nuibari e tra le mani di chi, se possibile avrei fatto di tutto per evitare che cadesse nelle mani di Koma, ma per farlo avrei dovuto raggiungere il fronte e la squadra dei sette. Ma quale via sarebbe stata la migliore: passare dai canali ufficiali o tramite i sotterfugi di Byakuei e il fratello che l'avrebbe rinnegato? Sapevo che Kotaro si sarebbe unito, ad un certo punto, alla loro causa e forse avrebbe potuto fornirmi un canale preferenziale per raggiungerli, ma avrebbero potuto aiutarmi nella mia ricerca? Prima che il primario si allontanasse, gli avrei rivolto poche parole: Ritroviamoci qui al molo tra tre ore, dobbiamo organizzare il nostro passo successivo per raggiungere l'Oni atteso un segno di consenso, mi sarei rivolto verso Kotaro, dicendo La tua fama ti precede di molto, Kotaro-sama, è stato un piacere poter fare la tua conoscenza ammisi sincero, rivolgendogli un cenno del capo come segno di rispetto e quindi mi sarei congedato salvo fermarmi dopo qualche passo e, tornato indietro, avrei domandato: Kotaro-sama, c'è un'altra questione che mi preme e che, lo ammetto, distoglie la mia attenzione dall'obiettivo mio e degli shinobi con cui mi accompagno il mio sguardo si pose sul suoHo bisogno di parlare con Byakuei e Shuichiro, Ossuri ripone molta fiducia in loro e credo possano fornirmi delle informazioni importanti feci una piccola pausa prima di riprendere Posso chiederti, allora, di introdurmi a loro?

    Prima di muovere il passo successivo verso il team dei Sette, avrei dovuto riferire al kage di konoha tra quanto e dove ci saremo ritrovati. Trovarlo non fu particolarmente difficile, certo il fatto che i colori non fossero presenti rendeva tutto più caotico, ma quel bue enorme non sarebbe passato inosservato, tutt'al più che stava parlando con uno strano tizio la cui armatura mi ricordava quella dei guerrieri del vuoto e poi un terzo che solo avvicinandomi avrei notato avere un occhio non umano. Mi sarei avvicinato a loro con lentezza e, una volta che avrei avuto l'attenzione del kage, mi sarei rivolto a lui magari invitandolo a fare qualche passo di distanza dagli altri interlocutori che non conoscevo: Io e Fudoh ci muoviamo all'interno della città per vedere se riusciamo a raccogliere qualche altra informazione, ritroviamoci tra tre ore qui al molo per un ricapitolare le cose e gestire la prossima mossa il mio sguardo si sarebbe mosso verso i due e poi tornando su di lui, se Kotaro avesse in precedenza creduto alle nostre parole e ci avesse lasciati liberi di agire, avrei aggiunto Abbiamo rivelato a Kotaro-sama il nostro obiettivo rispetto all'Oni e agli Dei, forse potrebbe addirittura collaborare, ma lo scopriremo più tardi Attesa una sua eventuale risposta o qualche domanda, mi sarei allontanato.

    Quindi avrei seguito le eventuali indicazioni di Kotaro per raggiungere Byakuei e Shuichiro (sempre che non mi avesse voluto accompagnare lui in prima persona) , altrimenti - se non si fosse dimostrato collaborativo - avrei seguito il piano di riserva e mi sarei mosse verso il centro ufficiale di smistamento.


    Edited by Youshi2 - 17/1/2023, 14:00
  9. .

    Duello senza maschere

    III

    Sorrisi in direzione del chunin della foglia quando riconobbe la mia premura nell'organizzare quell'incontro, certo vi era un'unica falla, ovvero che l'oste avesse visto il volto del Senju, ma non aveva altre informazioni che potessero metterci in bilico e di conseguenza mi sentivo piuttosto sicuro della nostra segretezza. Risi, poi, alla battuta sull'hokage, non avevo mai potuto godere di quel suo sarcasmo macabro e violento.

    Lo seguii, una volta che mi diede le spalle, e una volta raggiunto gli allungai una scatoletta metallica piuttosto piccola Nessun vile trucco anticipai sorridendo, senza perdere la forma del ghigno Sono dei tonici potenti che sono riuscito a recuperare a Kiri, ci permetteranno di curare e chiudere ferite molto profonde o di recuperare una discreta quantità di chakra, ma non ci salveranno da decapitazioni o colpi al cuore il mio sguardo si mosse serio cercando il suo Dovrebbero, però, sopperire alla mancanza di una squadra medica, scelta dovuta dalla segretezza che ho intenzione di mantenere su questo nostro incontro. Ci permetteranno di sopravvivere e, poi, entrambi - da quello che ho visto - conosciamo le arti mediche, quanto meno i rudimenti, dovremmo riuscire a limitare i danni in un secondo momento proseguii i miei passi e ripresi Ovviamente assumere uno di questi durante il combattimento equivarrà ad una resa, sia ben chiaro. Mi fermai che ci separavano circa otto metri o poco più, quindi mi volsi verso di lui e con un ghigno, mentre larghe macchie d'ombra iniziavano a diffondersi sulla mia cute fino a ricoprirla completamente, domandai Hai mai combattuto le tenebre, Yato-san?

    [Fase Offensiva]

    [Slot Tecnica - Attivazione Mondo delle Tenebre, lv III | Basso] Le mani, rapide e celate dal mantello, iniziarono a cospargere una dose di veleno ad uno dei due Kage no Tanken che reggevo, mentre le mie parole risuonavano ancora una volta nella valle e identificavo nel chunin della foglia il mio avversario Che la Nebbia di Sangue abbia inizio! [Slot Gratuito Lento - Conoscenza dei veleni | Nebbia Assassina di Zabuza] [Azione Rapida] [Volontà Assassina]
    A quel punto iniziai una corsa rapida e diretta contro il chunin della foglia. Mentre bruciavo quei metri che ci separavano, un sorriso divertito si aprì sul mio viso: combattere contro uno shinobi che conoscevo - come mi era capitato contro Fudoh-san - lo trovavo sempre molto divertente, la conoscenza pregressa, infatti, ci avrebbe portati a mettere in atto nuove strategie per poter cogliere in errore il proprio avversario e, contemporaneamente, sapevo fin da subito con che tipo di shinobi mi stavo confrontando. [Slot Gratuito Istantaneo - Movimento | 9 metri, Vel 675] [Scatto Migliorato]

    Quando non ci separavano più di due metri di distanza, spiccai un salto in sua direzione con una traiettoria che mi avrebbe portato a distanza ravvicinatissima con il chunin della foglia. Nel compiere quel balzo avviai un movimento rotatorio del corpo in senso antiorario e, mentre la sinistra metteva mano all'elsa di Utsubo e la estraeva, la destra teneva ben salda la presa sul coltello non avvelenato, tenendone la lama appoggiata sul polso e quindi non facilmente individuabile. Sfruttando la forza centripeta del movimento, allargai il braccio sinistro e la chiara luce dell'alba illuminò la scura lama della katana, la sua traiettoria e il suo obiettivo era semplice: la testa del Senju. Ma, quando la lama si trovava - potenzialmente - ad una ventina di centimetri dal malcapitato e il mio corpo gli offriva il fianco nascondendo la reale minaccia, con un violento gesto della mano destrorsa scagliai il coltello verso l'ombra alla mia destra proiettata dal muretto del ponte; per simulare al massimo la finta e distogliere l'attenzione nemica, la mano destra continuò il precedente movimento impugnando anch'essa l'elsa della spada e sviando la traiettoria della spada sopra al suo capo, non portandogli alcuna offesa. [Slot Gratuito Veloce - Finta | Vel 675] [Slot Azione I - Attacco a Distanza | For 750, pot 15 +10 Precisione +10 Oltraggio +Sanguinamento (DnT Medio) | Impasto: Mediobasso; Oltraggio: Basso] [Nota] [Kage no Tanken] [Furtività Proiettile: 12]
    Il coltello era stato lanciato all'indietro, in diagonale, rispetto a quello che era il mio movimento, questo per due motivi principali: il primo, così facendo il mio corpo - insieme al mantello che indossavo - avrebbe coperto molto più facilmente il lancio, limitando la vista del chunin della foglia; il secondo, avrebbe impiegato qualche attimo in più a raggiungere l'ombra e, così, sarei riuscito a compiere una successiva e rapida finta per tentare di mettere il mio avversario alle strette.

    Infatti, mentre la lama raggiungeva la destinazione e la mia prima finta era stata palesata, conclusi il movimento rotatorio sull'asse verticale del corpo, riuscendo a scorgere il coltello e calcolare il tempismo corretto per la mossa successiva. Approfittando della forza gravitazionale piegai le ginocchia appena i piedi toccarono terra e immediatamente - dando le spalle al mio avversario - ma tendendo i miei sensi per non venire colto alla sprovvista e ruotando leggermente il capo in sua direzione (d'altronde il coprifronte copriva proprio l'occhio che avrebbe potuto osservarlo), continuai la rotazione del corpo allargando, quando fummo nuovamente faccia a faccia, la gamba destra e fintando una spazzata ai danni delle sue caviglie. [Slot Gratuito Veloce - Finta | Vel 700, Bassissimo][Fintare Rapido]
    La gamba si sarebbe ritratta all'ultimo quando, con una piccola spesa di chakra, compii il passo di tenebra sul coltello che, improvvisamente e senza aver perso forza di lancio, sarebbe ricomparso ad ore 8 del Senju minacciandogli il lato mancino degli arti inferiori all'altezza del ginocchio. [II Slot Azione - Passo di Tenebra, ½ Basso] [Pericoli delle Tenebre]

    Certamente non avrei atteso di vedere se il mio attacco fosse andato a buon fine, anch'esso infatti non aveva che una finalità simile a quella delle precedenti e della successiva finta: stordire il mio avversario con numerose e sempre più articolate finte, per poi assicurarmi un attacco sicuro e preciso. Conclusa, dunque, la spazzata simulata, il cui fine era ovviamente farlo balzare in aria per poi limitargli le possibilità di difesa sul coltello, mi rialzai rapidamente dalla mia posizione e con l'aiuto della forza delle gambe, fintai una spazzata con Utsubo in diagonale dal basso verso l'alto, dalla mia destra alla sinistra. A differenza di tutte le altre finte, questa volta il movimento sarebbe terminato in una leggera nube di tenebre e la mia scomparsa alla vista del chunin. Nello specifico avrei attuato il passo di tenebra pressoché in contemporanea di quando avrei fermato la mano e questo sarebbe successo solo una volta che avessi visto una sua difesa alla mio fendente o a qualche centimetro dal corpo se non fosse stato in grado di difendersi. [Slot Gratuito Istantaneo - Finta | Vel 700, Bassissimo] [Fintare Migliorato] [Slot Tecnica - Passo di Tenebre, ½ Basso]

    Sarei ricomparso alle sue spalle, godendo dell'ombra proiettata dal poggiamani del ponte, a circa quattordici o tredici metri da lui. La destra, sicché la sinistra reggeva ancora Utsubo, prese e scagliò il secondo Kage no Tanken, quello la cui lama era cosparsa del veleno di Zabuza. Grazie all'ombra che attraversò, trovandomi io dentro di essa accovacciato, acquisì come la precedente capacità uniche e letali. Sarebbe stato difficile calcolare il tempo tra il mio passo di tenebra e il lancio del proiettile, poiché bastarono pochi istanti per prendere la mira e scagliare l'arma contro il mio avversario. L'obiettivo era ferirlo affinché il veleno entrasse in circolo, ma siccome il Senju si era presentato pesantemente corazzato, i punti non protetti erano assai pochi: le mani, i piedi, i bicipiti, la testa. Quest'ultima sarebbe stata il mio obiettivo, la lama avrebbe infatti minacciato la nuca avversaria, non trafiggendola (se non fosse riuscito a difendersi) ma provocandogli una ferita di striscio. [III Slot Azione - Attacco a Distanza | For 750, Pot 15 +10 Oltraggio +Sanguinamento (DnT Medio) | Impasto: Mediobasso, Oltraggio: Basso] [Kage no Tanken] [Furtività Proiettile: 12]

    Con un ghigno, infine, avrei osservato attentamente la reazione del mio avversario, avevo mirato ad un punto potenzialmente mortale e il messaggio sarebbe potuto risultare chiaro alla mente del chunin della foglia: benché ci fossimo detti di trattenere le nostre lame dall'omicidio, questo non significava che gli attacchi non sarebbero stato potenti e pericolosi.
    Dunque avrei atteso una sua offensiva nell'ombra, quieto nel mio ambiente e protetto da esso, ma pronto a reagire nel caso mi avesse individuato. [Furtività 12]

    Youshi Tokugawa

    Statistiche Primarie
    • Forza: 600
    • Velocità: 625
    • Resistenza: 550
    • Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 600
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 600
    • Precisione: 675
    Chakra
    71,5/80
    Vitalità
    17/17
    Slot Azione

    1. AaD

    2. Passo di Tenebra

    3. AaD

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Attivazione Mov. Oscuro

    2. Passo di Tenebra

    Note


  10. .

    Nebbia che vela e svela

    II

    Da prima rimasi perplesso, sbattendo la palpebra un paio di volte, alle parole dell'Hokage, non capendo se non stesse vedendo ciò che stava succedendo. Quindi spostai lo sguardo dallo scorbutico shinobi di Iwa, che a differenza degli altri attori sulla scena sicuramente non c'aveva visto, nuovamente sul kage della foglia, la smorfia che feci non sarebbe potuta essere interpretata come disappunto o ira, piuttosto come noia per quel torrente di parole, per lo più vuote. Esausto gli dissi, non distogliendo lo sgaurdo dal suo Ora posso capire perché tra gli accademici sei noto come "bue ottuso", ma certo si dimenticano di citare la logorrea, Hokage-samaCosì, infatti, lo sentii nominare da parte dell'amministratore del Suono, un po' di tempo prima, all'interno di un bistrò al porto di Kiri. Scossi la testa e riportai la mia attenzione verso Fudoh e il gruppetto di shinobi che, da lì a qualche attimo, avrei raggiunto.
    Un pensiero però mi martellava nella mente: Raizen era un alleato pericoloso. Chi, come lui, si professava senza paura e rimandava la prudenza solo al momento di rottura, era il peggior shinobi a cui stare vicini. La paura, invece, ti obbliga a camminare in punta di piedi, a essere prudente e non lasciare nulla al fato o al caso, insomma, ti permette di ridurre i pericoli, calcolarli e prevederli. La boria con cui liquidò le mie precauzioni rispetto a Kotaro, poi, non fece altro che confermare quel mio pensiero: sottovalutare uno shinobi di quel calibro poteva essere l'ultimo errore nella propria vita.

    Il fratello maggiore del mio defunto nonno, comunque, sembrò interessarsi a Fudoh-san e così io riuscii ad avvicinarmi a Ossuri, Etsu (anch'esso un antenato di Etsuko? Probabile data la somiglianza) e la ragazzina. Fu verso l'Akuma che mi rivolsi, giacché fu lui a rispondermi per primo: Non un clan, ma ciò che sono e che rappresento: una Mano Nera al servizio di Kiri. Se è un simbolo che non hai mai visto è forse perché non era ancora arrivato il momento che la nebbia lo svelasse il mio sguardo si soffermò leggermente su Ossuri e poi proseguì guardando gli altri due ragazzi, realizzando che non si sentissero molto a loro agio a parlare con un, seppur giovane, guercio e fraintendessero le mie premure per altre attenzioni nei confronti del giovane Tokugawa.
    Ciò che avvenne dopo non poté non strapparmi un sorriso: Ossuri-sama, ancora giovane e illuso, rimase comprensibilmente confuso dalle mie parole che, dovetti ammettere, erano state dettate da un sentimento d'affetto così profondo che aveva oscurato la realtà in cui ci trovavamo. Mi rialzai e spolverai, con pochi e rapidi colpi di mano, il mantello su cui era rimasta attaccata della terra, mostrando così involontariamente non solo il resto dell'uniforme donata dal Mizukage, ma anche l'altro dono: Utsubo, la nera katana di Kiri. Vedendone l'elsa, improvvisamente come un lampo di luce, un'idea assurda si fece largo nella mia mente: ammesso che ciò che mi circondava fosse la realtà e non una potentissima illusione, forse avrei potuto raggiungere quello che a Taki mi era sfuggita dalle mani. Tornai al presente, o meglio, al passato quando un momento di silenzio sottolineò l'attesa alla domanda posta dall'Akuma, quindi passando la lingua sui denti, ragionando su ciò che mi aveva detto l'Hokage rispetto al tempo e i suoi intrecci, decisi di dire il mio vero nome, mettendo a tacere la paura che potesse creare qualsiasi tipo di paradosso Il mio nome è Youshi del clan Tokugawa quindi il mio sguardo si spostò, solo per un momento, verso Ossuri-sama e aggiunsi, cercando così di anticipare eventuali dubbi del mio parenteIl mio sensei - per questioni che non rivelerò - mi ha addestrato ai margini del clan

    Sciolsi la posizione che avevo tenuto fino a quel momento, ovvero le braccia incrociate al petto e mossi lo sguardo verso la ragazza che iniziò a rispondere alla mie domande scoppiando in lacrime. Corrucciai il sopracciglio quando parlò di tali Sacre Fonti e, cercando di scartare il tarlo che mi mise nell'orecchio, le domandai con parole rapide tra un singhiozzo e l'altro: Da dove vieni, giovane donna? Parli forse di sorgive presenti nel Bosco delle Mille fonti a Taki, dove vivono la gente degli Hanta e dei Horu? Quindi ascoltai attentamente la risposta della ragazzina e, poi, mi unii alle rassicurazioni dei due giovani pretendenti cercando di acquisire un'espressione che potesse darle serenità Hanno ragione, vedrai che tutto andrà per il meglio. La guerra non è ancora conclusa. Che sbadato, come dicevo io sono Youshi, tu come ti chiami ragazza? ricevuta una risposta avrei fatto un cenno d'assenso con la testa e quindi proseguii: Perdona la curiosità, perché i Kappa proteggono queste sacre fonti?
    Sbattute le ciglia verso Ossuri quando sentii parlare della Vera Nebbia di Sangue, stupendomi del suo ardore e della sua fede verso quelli che, da lì a un po' di tempo, avrebbero tentato un colpo di stato a kiri. Mi rivolsi verso l'Akuma che, a sua volta, non reagii calorosamente a sentirla nominare: Chi si sta occupando di organizzare la controffensiva? Sai tra quanto avverrà? Vorrei potermi mettere a disposizione

    Quello che avvenne dopo fu il secondo evento incredibile in quel breve torno di tempo. Annunciato da grida che avevano la stessa origine, la paura, un essere colossale e tremendo si palesò sulle coste kiriane. Rimasi pietrificato di fronte a quella apparizione, furono solo le persone in fuga e il terrore che cavalcava l'esterno della città, della mia città, a farmi rinsavire e realizzare che non era frutto di una mia allucinazione. Non estrassi alcuna arma, a differenza del mio adorato nonno e alcuni altri ninja che non scapparono di fronte alla minaccia, non mi sembrava credibile poterlo ferire con l'acciaio lavorato dagli uomini, nemmeno con armi di pregio come Utsubo o i Kage no Tanken. Lo osservai, piuttosto, cercando di registrarne ogni forma, cercando - prima di tutto - di capire con che cosa avessimo a che fare. Era un drago, un demonio? Sembrava però non avesse intenzioni bellicose, benché bastasse la sua presenza per trasmettere un profondo senso di minaccia e angoscia. Deglutii a fatica e riuscii a notare che era come se stesse cercando qualcosa all'orizzonte, poi una voce mostruosa, antica e baritonale proruppe. Da prima rimasi stupito, sbalordito, era una mente calcolatrice e analitica, sembrò quasi che stesse studiando l'ambiente e fornì quello che rivelò come livello di minaccia. Sbattei la palpebra confuso. Sembrava, quasi, che stesse cercando di capire perché si trovava lì, stava inoltre cercando l'Arma che genera potere - cosa che non avevo mai sentito. Avvicinatosi a terra, non a più di trenta metri dalla città, volse lo sguardo verso nord-ovest, per un attimo provai a seguirlo e, dato che non mi trovavo molto distante da ciò che mi aveva travolto in un altro tempo, rividi la stessa prospettiva (con le dovute differenze architettoniche della città) con cui venni travolto da quel bagliore verde. Infine, rimandò le sue ricerche all'origine dell'anomalia, qualsiasi cosa intendesse e mentre attacchi sempre più potenti si infrangevano su di lui e si alzava di quota, puntò una mano (?) verso il molo e raggi di energia pura iniziarono a colpire i ninja che avevano iniziato la loro offensiva.
    L'istinto mi portò a fare una e una cosa sola: mettere in salvo Ossuri e la bimba. Fudoh, l'Akuma! Riuscii solo a urlare, nella speranza che il primario di Kiri avrebbe preso in custodia l'antenato del nostro Etsuko. A quel punto, mi lanciai verso gli altri due giovani e, cercando di lambirli con le braccia, avrei mosso un passo di tenebra al fine di allontanarci verso le mura di Kiri. Quindi il mio sguardo si mosse verso quella cosa mostruosa e divina che, rapidamente, riacquistava quota e si allontanava. Dieci, otto giorni... dissi a denti stretti, realizzando che non potessimo nemmeno lontanamente immaginare la sua destinazione. Strinsi i denti e grattai il capo abbassando lo sgaurdo verso i due ragazzi che, così speravo, sarei riuscito ad allontanare dalla folla. Mi rivolsi, allora, serio verso Ossuri Conosci un certo Koma della Nebbia? Nuibari e le altre spade leggendarie, devo assicurarmi che siano al sicuro. Dimmi ciò che sai, Ossuri-sama e dove si trovano ora
    Poi, ammorbidendo l'espressione per evitare di spaventarla ulteriormente, mi rivolsi alla ragazza e, se mi avesse dato una vaga conferma dei miei precedenti dubbi rispetto alla localizzazione delle fonti che aveva citato, avrei tentato di rassicurarla E' tutto finito, se ne è andato, non tornerà te lo prometto aggiunsi, cercando un contatto visivo. Poi continuai Vedrai che Kiri si prenderà cura di te, Ossuri potrà aiutarti ad ambientarti nel villaggio della nebbia finché la guerra non sarà finita e potrai tornare alla tua terra natia cercai un segno di assenso da parte di mio nonno, di fatto gli stavo cercando di fornire un assist per attaccare bottone con la ragazza e prevalere sulla corte dell'Akuma Prima che ti conduca nei sicuri borghi dei Tokugawa, però, ho bisogno che tu risponda a qualche mia domanda. Te la senti? domandai, cercando la sua collaborazione, in caso avrei continuato Parlami delle Fonti, dove si trovano e come posso raggiungerle? Non ho alcuna intenzione nociva, te lo posso assicurare feci una pausa guardandola negli occhi, volevo che capisse che non stessi mentendo Temo che qualcuno le stia sfruttando per dei fini malvagi, rivelandomi la loro posizione potremmo evitare che ciò avvenga e salvare delle vite aggiunsi, nuovamente, nella speranza di convincere la bimba vicina al crollo di nervi di rivelarmi altre cose riguardo quelle fonti protette dal Kappa.
    Una volta finito di parlare, se ne avessimo avuto il tempo magari approfondendo eventuali loro risposte, li avrei salutati. Quindi, tra la folla, immaginando che Fudoh facilmente sarebbe accorso dai feriti, avrei cercato la sua chioma rossa e, con grandi balzi, mi sarei diretto da lui o dall'Hokage.
  11. .

    Nebbia che vela e svela

    I

    Rimasi assorto, per un momento, dalle nebbie striscianti che velavano e svelavano strade su edifici di una Kiri sconosciuta, o meglio, antica: alcuni edifici, infatti, affioravano in ricordi di antiche cartoline, altri erano i medesimi ma senza le ingiurie del tempo. Mi resi conto che, pensando a quelle antiche raffigurazioni di Kiri che in parte riconoscevo in ciò che mi circondava, le scale di grigi che avevano sostituito ogni colore erano le medesime, guardai le mie mani e poi i volti dei miei compagni. Socchiusi l'occhio, meditabondo, e un lampo di colore verde esplose dietro le palpebre: ecco che la mia mente iniziò a elaborare ciò che era successo.
    Ci trovavamo all'esterno del villaggio, l'impasse ai cancelli sembrava essere stato accantonato a favore di un discorso di principi e moralità - cosa non rara quando tra i presenti vi era Fudoh-san - rispetto alle armi di Iwa, gli Ogre e Oni. Ricordo che bevvi avidamente le loro parole: le mie informazioni su certuni fatti era piuttosto limitata, per questo - mantenendo un'espressione impassibile - ascoltai i fiumi di parole dell'Hokage e i morali argini che il primario di Kiri imbastiva in risposta. Fu proprio verso il mio compaesano che mossi un cenno di assenso: certamente non mi sarei lasciato sfuggire la possibilità di indagare sulla Signora di Taki e, soprattutto, sul suo guerriero Nikaido; ma non aggiunsi altro, non ne ebbi il tempo.
    Fu il drago prima a parlare con tono preoccupato, poi annichilendosi mosse lo sguardo verso oriente. Da lì un bagliore verde sembrava muoversi rapidamente verso il villaggio, troppo rapidamente per capire cosa fosse o mettersi al riparo da esso - come tentarono diversi kiriani impauriti - ricordo che guardai quella luce e mi scoprii privo di paura, sorpresa o curiosità.
    Mi avvolse e, come superato un velo su un altro mondo, tutto si presentò diverso.

    Eravamo rimasti solo io, Fudoh e l'Hokage. Attorno a noi una moltitudine di persone, diversi erano i simboli dei villaggi rappresentati sui coprifronte dei numerosi shinobi, corrucciai le sopracciglia vedendo ninja di konoha e kumo parlare agli angoli di una strada in maniera guardinga, poi mossi il mio sguardo sulla folla che, pareva, agitata da una tremito, da una comune nota emotiva e corale: paura e tensione ne facevano infatti da padrone nelle strade nei pressi dell'entrata di Kiri. Fu per via di quella sensazione che si respirava a pieni polmoni che rimasi interdetto dal gesto del capovilaggio di Konoha, mossi lo sguardo stupito verso di lui e a denti stretti, mentre la rabbia mi montava in petto per tanta scelleratezza e lo sguardo si ripose sulle conseguenze del suo gesto, che dissi più a me stesso che ai miei compagni di sventuraInfondo non sembra che la tensione che aleggia su questi luoghi possa essere tagliata con un coltel...
    Le parole mi morirono in bocca mentre Fudoh confutava ogni dubbio: quello era Kotaro Tokugawa. Tentai di fermare le parole del Kage e i sigilli che stava componendo, quando parlò di salti temporali, la mia mano si sarebbe appoggiata rapida sulla sua spalla e con voce seria dissi velocemente: Non opporti, non ti farò alcun danno.

    Se Raizen non si fosse opposto, infatti, saremmo spariti alla vista di Fudoh e, soprattutto sperai, alla vista di Kotaro e le altre persone coinvolte prima che ci potessero identificare in mezzo a quella folla che ci circondava, malgrado le dimensioni del Kage. [Slot azione I e II: Passo di Tenebra] Saremmo ricomparsi a poco meno di una ventina di metri da dove ci trovavamo, l'ombra di un edificio lì vicino, infatti, avrebbe rappresentato il ponte perfetto per il passo di tenebra. Speriamo che non abbiano fatto in tempo a vederti dissi seccato verso di lui, scuotendo leggermente il capo, mentre vedevo Fudoh muoversi verso il ninja che era stato bersaglio del Kage. Respirai a pieni polmoni, avevo bisogno di ossigeno, avevo bisogno di pensare. Il mio sguardo si pose su di lui, non sapevo se avrebbe ripreso a comporre le posizioni magiche che avevo interrotto precedentemente o meno. Ovunque ci troviamo siamo qua fisicamente una deduzione a cui ero giunto in seguito allo shinobi che ci aveva schivato, poco prima, in bicicletta E la possibilità che ci troviamo in un momento passato e dannatamente concreta il mio sguardo si pose sugli edifici che ci circondavano Il tizio che mi ha indicato Fudoh è uno dei Tokugawa più potenti che vi sia mai stato e la città è priva degli edifici costruiti nell'epoca di Kensei-sama feci una pausa, quindi alzai lo sguardo verso di lui Quindi suggerirei - finché non potremo escludere che le nostre azioni possano avere delle conseguenze - di evitare di affrontare la cosa di petto, rischiando di modificare il presente o il futuro nel passato. Cosa ne dici, si può fare? la voce era asciutta, mentre osservavo le reazioni delle persone coinvolte che, dalla nostra posizione, ci davano le spalle cercando di cogliere se ci avessero visto sparire o meno.
    Rilassai le spalle e scrocchiai il collo, vedendo Fudoh interagire con il tizio bersagliato dal Kage e, con voce calma dissi Potremmo raccogliere informazioni prima di provare a trarre delle considerazioni quello era il metodo con cui la Mano Nera era solita lavorare, con cui io ero solito lavorare: mi appoggiavo a solide realtà, non vacue possibilità o ipotesi. Alzai un dito verso quel gruppo di ninja che prima aveva attirato la mia attenzione, i ninja di konoha e di kumo non si erano allontanati da dove si trovavano precedentemente Il simbolo sul tuo coprifronte potrebbe permetterti di raccogliere qualche informazione da loro, nel frattempo raggiungerò Fudoh. Kotaro è una persona molto pericolosa. Ritroviamoci qua oppure seguimi, se preferisci non dividerci mossi un passo verso il primario, poi mi voltai verso Raizen e aggiunsi Non so se sono stato abbastanza rapido da evitare che ti vedessero in volto, modificare i connotati e stazze tramite le trasformazione, ma mantenendo le tue vesti potrebbe scongiurare questa possibilità e, allo stesso tempo, permettere a Fudoh di riconoscerti

    Se Raizen si fosse rifiutato o avesse tentennato, non volendo compromettere la mia posizione, l'avrei lasciato lì tra la folla e sarei sparito raggiungendo l'ombra del medesimo edificio. Lì avrei osservato la situazione, iniziavo a capire perché Febh-sama lo chiamava "bue ottuso": agiva di impeto senza remore delle conseguenze delle sue azioni, scossi il capo pensando che avrebbe potuto fare meno danni un elefante in una cristalliera. Quindi mi incamminai a larghi passi verso Kotaro e al gruppetto che Fudoh stava raggiungendo, sicuro che - data la mia altezza, la folla di shinobi che ci circondava e il cappuccio del mantello che era rimasto calato sul viso fino a quel momento - difficilmente sarebbero stati in grado di riconoscere il mio volto.

    Il primario si preoccupò dell'arrogante uomo che era stato bersagliato, io invece spostai la mia attenzione verso Kotaro e con voce calma avrei chiesto Che è successo? le mie vesti erano le medesime che indossava all'entrata di Kiri, su di esse era rappresentata il simbolo della Mano Nera ma il cappuccio era calato sulle spalle, cercai di cogliere dalle loro reazioni se il simbolo della Mano avesse un qualche significato per loro. A quel punto spostai lo sguardo verso un ragazzo che aveva la stessa fisionomia di Etsuko-san e si stava apprestando a comprare le rose della ragazzina, quindi guardai il terzo bimbo e il mio cuore - se possibile - perse un paio di battiti. Ossuri-sama. Ossuri stava lì, dei baffetti puerili incorniciavano le giovani labbra. Non riuscii a nascondere la sorpresa, fu impossibile non abbandonare la mandibola e rimanere un istante con la bocca spalancata dalla sorpresa. ... Ossuri-sama? domandai incredulo. Se avessi avuto un suo cenno di assenso a quel mio tentativo di riconoscimento, avrei subito chinato il capo e il busto con le mani lungo i fianchi in un sentito e profondo inchino. Dentro di me esplodevano emozioni e sentimenti, la gioia andava e veniva come la marea sulla battigia della malinconia. Non potevo tacere, non potevo trattenere le parole che quel giorno maledetto mi morirono in gola, non potevo perdermi l'occasione di parlargli. E' un onore incontrarti alzai il busto e lo guardai, muovendo qualche passo verso di lui, poi mi sarei inginocchiato portando così i nostri sguardi alla stessa altezza e con voce bassa gli avrei detto Tu, Ossuri-sama... se me lo avesse permesso gli avrei appoggiato la mano sulla spalla e quindi avrei aggiunto Perderai la strada e la ritroverai e questa è la cosa più importante. Non dimenticarlo mai. Ricorda: "Nel momento più buio, solo chi cammina nelle tenebre conosce la via" dentro di me urlavo tutto ciò che gli avrei voluto dire, una lacrima sarebbe scesa lungo la guancia cadendo fino ad sincero e sentito sorriso: mai avrei pensato non solo di rivederlo, ma anche in quello stato, così giovane e - forse - non ancora con gli strascichi di quel tradimento che gli avevano oscurato e indurito il cuore.
    A quel punto mi sarei rialzato, avrei respirato a pieni polmoni e volto il mio sguardo verso la fioraia di taki e, non perdendo il tono gentile e di premura che avevo usato verso Ossuri, avrei domandato: Tutto bene te? La gente è piuttosto agitata, venti di guerra si infrangono sulle coste kiriane
    Vedere Ossuri ragazzo, me ne accorsi subito, mi aveva addolcito e, per un momento, scordai completamente l'assurda situazione in cui ci trovavamo.
  12. .

    Duello senza maschere

    II

    Un sorriso divertito si aprì come una ferita sul mio viso, mi staccai dalla balaustra e mossi qualche passo verso il Senju dicendogli: Imparare la sua prossemica, i suoi modi di dire e scoprire i rapporti con i clienti più affezionati, avrebbe richiesto decisamente troppo tempo e le probabilità di venire scoperto sarebbero state troppo alte, Yato-san. E' bastato un po' di denaro e qualche minaccia per fargli svolgere quel semplice lavoretto alzai le spalle allargando le braccia Mi sono limitato a stare in un angolo della stanza e a controllare che venissi tu e non qualcun'altro
    Cercai il suo sguardo quando pronunciò le parole successive, le labbra non abbandonarono la piega, ma la sua natura si fece meno divertita assumendo piuttosto dei tratti malvagi e violenti. Era un ragazzo sagace, lo sapevo bene, per questo non mi stupii delle sue rapide e corrette supposizioni, ma quando ventilò l'idea che lo volessi mettere a tacere la mia risata si propagò nell'ambiente che ci circondava. Se avessi voluto metterti a tacere sicuramente non avrei lasciato tracce della mia persona, ne avrei fatto in modo che tu - come ora - avessi modo di difenderti da un eventuale attacco scossi la testa in segno di diniego Andando per esclusione, allora, possiamo dire che hai ragione: devo parlarti di cose che non voglio che raggiungano altre orecchie, ma non si tratta di una questione personale... lasciai cadere quelle mie parole nel silenzio, non era ancora arrivato il momento di rivelargli ciò lentamente stavo iniziando a pianificare per Kiri. Il messaggio cifrato è stata una semplice precauzione, dopo l'ultima visita del tuo Kage a Kiri non credo che i rapporti siano migliorati e non volevo metterti, eventualmente, nella situazione di dovergli giustificare un incontro con il sottoscritto, colui che gli ha riportato il volere di Kensei-sama fermandolo alle mura del villaggio. Non penso mi abbia preso in simpatia, ecco dissi, fornendo così un quadro d'insieme al chunin della Foglia.
    Alzai un braccio e lo mossi quasi a voler aprire lo sguardo del Senju verso ciò che ci circondava e, non verbalmente, invitandolo a fare due passi in quel luogo. Decisamente non per un semplice saluto mi sarei voltato, tornando indietro sui miei passi e muovendone alcuno sul ponte, aspettando che il ninja della foglia si avvicinasse a me per passeggiare sulla struttura distrutta. Inspirai a fondo e volsi un rapido sguardo verso di lui prima di riprendere a parlare Hai in parte ragione, la lettera e il modus non arrivano direttamente dal maestro di Minarai, ma ciò che sto per dirti sì, sono le sue parole serio lo osservai, il mio sguardo non andò a muoversi e rimase placido nel suo mentre gli mentivo. Infatti non avevo ricevuto nessun tipo di ordine da parte del Mizukage, ma avevo bisogno di aumentare le probabilità che Yato-san e il suo alter ego mi dessero ascolto. Infondo, come poteva immaginare che stessi mentendo se il mio viso e la mia voce non diedero alcun segnale di ciò? Dopo gli eventi nel Paese del Frumento, infatti, gli riportai la sfida che ti lanciai sull'imbarcazione prima di attraccare attesi un attimo, dandogli così il tempo di riportare alla memoria ciò che ci dicemmo quella notte Il Mizukage ha ritenuto che fosse una valida prova a cui sottoporre Minarai. E' di lui che ti chiedevo notizie. Ed è di lui che vorrei mi parlassi, perché è uno specchietto per le allodole che potrà rivelarsi molto importante in futuro per il mio villaggio mossi la lingua sui denti sotto le labbra, quindi allungai lo sguardo verso la voragine che si apriva sul ponte divelto Sei sempre stato attento a scindere i due volti, anche quella volta a Genosha, dove mi sono divertito a punzecchiarti, benché nessuno fosse presente - oltre al sottoscritto - rimanesti fedele a quella maschera. Ora, però, voglio capire se posso rivolgermi a Minarai anche se non indossi la sue vesti, voglio sapere se Yato saprà essere sordo a ciò che ti dirò, alla proposta che ho intenzione di farti e che non ammette altri testimoni o interlocutori. cercai di cogliere qualche informazione sul suo viso, qualche micro espressione che potesse illuminarmi la strada del riconoscimento, anche se ne dubitavo conoscendo il livello di quel ninja.
    Comunque sia, prima di tale proposta, ho bisogno di conoscerti come ninja, come combattente. Per noi kiriani il combattimento tra i ninja della nebbia è sacro, nel sangue versato tra fratelli si creano le fondamenta del nostro villaggio e del nostro popolo feci una breve pausa Accetti allora questa Nebbia di Sangue come Yato, allievo del Mizukage?
    Avrei atteso risposta studiandolo, rilassai il mio corpo e la mano, nascosta dal mantello, si poggiò sull'elsa della spada, nell'altra tenevo una scatoletta al cui interno vi erano i tonici che gli avrei fornito, in un secondo momento, se avesse accettato la sfida.

    Youshi Tokugawa

    Statistiche Primarie
    • Forza: 600
    • Velocità: 625
    • Resistenza: 550
    • Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 600
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 600
    • Precisione: 675
    Chakra
    80/80
    Vitalità
    17/17
    Slot Azione

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. ///

    2. ///

    Note


  13. .

    Uroboro

    la serpe che inghiotte la propria coda

    L'eccitazione del momento non bastò a mettere a tacere il dolore che mi pervadeva il corpo. Un ronzio ovattava ogni suono e la lucida sensazione di perdere tutti quei litri di sangue dalla mano squartata mi provocava forti tremolii in tutto il corpo. Ma se, come mi aveva detto il demone, mi trovavo in una situazione di morte solo del corpo e non dello spirito, come potevo percepire quel dolore, quella sensazione inscindibile dalla corporalità? Poteva, mi domandavo, quel dolore essere un ricordo della mente della mia vita terrena? Un ricordo di qualcosa che mi apparteneva nella mia vita precedente e ora stava agendo come una reminiscenza? Mi arrovellai su quei dubbi guardando il sangue bagnare il terreno, penetrare in esso fino forse raggiungere le radici dell'albero-uomo, imbrattare le mie vesti e non fermarsi quasi mi stessi prosciugando dello scarlatto liquido vitale. Alzai lo sguardo verso il monaco martire, ma al suo posto vi era Xipe. Sbattei le palpebre, il buio mi avvolse per una frazione di secondo, quando riaprii gli occhi riuscii a mettere a fuoco ciò che mi circondava: gli alberi ora erano a diversi metri da noi e formavano, con un cerchio, una ampi radura in mezzo alla quale ci trovavamo. Deglutii, cercando di mettere un freno a quella innaturale sensazione di svuotamento e trovare la forza di esporre ogni mio dubbio, quando il demone parlò e nuovamente aprì spiragli di luce e verità su ciò che mi era oscuro e ignoto. Mentre egli parlava, vidi il mio sangue muoversi come guidato da una mano invisibile e formare uno strano simbolo in mezzo al quale io stavo, dopo di che il mio sguardo - annebbiato da ciò che mi ero autoinflitto - tornò su di lui e le parole risuonarono come se fossero state proclamate a pochi centimetri dal mio orecchio.
    L'omicidio. Ecco quale era il dono più gradito, la preghiera più sentita da Jashin: l'omicidio avvenuto con dolore. Sarebbe, dunque, dovuta essere percepita dalle vittime, la morte, come l'unica salvezza agli strazi che lo jashinista gli stava infliggendo?
    Fu nuovamente del tutto naturale, non ci furono stravolgimenti ambientali, masse di terra che si muovevano o tremiti del sottosuolo: tutto cambiò con naturalezza, anzi, nulla mi fece pensare che fosse cambiato qualcosa, semplicemente la sensazione che ebbi era che non ci eravamo mai spostati da quel luogo, da quelle scale, dal tempio. Le iene erano ancora lì, si muovevano lungo la scala e proprio su di essa si proiettavano lunghe ombre scarlatte dalle fattezze umane, nella testa rimbombavano ancora le parole del demone: dovevo entrare nel tempio, dovevo entrare nella chiesa del padrone dell'omicidio.
    Misi il piede mancino sul primo scalino e le gocce di sangue scarlatto della corrispettiva mano squartata colorarono quell'infinito grigio, tornai a guardare le iene e i loro movimenti, qualcosa di loro mi attirava e terrorizzava, ma una sensazione più forte, una volontà e un desiderio, mi spingevano ad unirmi a loro, a diventare come loro. Al primo passo seguì un secondo e percepii, nella mano destra, di tenere qualcosa saldamente, non dovetti guardarlo per capire che stessi reggendo un'arma, non ne capivo però fattezze e colore, ma questo non bastò a trattenere la mia mano. Ad ogni passo, ad ogni scalino, la lama penetrava come burro nel mio corpo martoriato, aprendo nuove ferite sanguinanti. A metà della scalinata, ormai con le gambe incapaci di reggermi, iniziai a salire a carponi non fermandomi dall'autoflagello. Lo sguardo si mosse solo una volta dall'entrata e si spostò sulle iene, mi stavano osservando, alcune ferme, altre eccitate salivano e scendevano girandomi attorno, annusando l'aria e emettendo quel suono che tanto ricordava risate umane. Fu in quel momento che capii come desideravo entrare nel tempio, quale strazio dedicare e innalzare a Jashin, nulla che avesse a che vedere con quelle ferite che mi stavo aprendo.
    Con ampi gesti larghi delle braccia iniziai a buttare sangue in direzione delle iene, volevo che ne sentissero l'odore, volevo risvegliare il loro appetito e, non fermando la mia scalata, capii come avrei dovuto fare. Fu in quel momento che mi fermai, nuovamente risultò inutile provare a capire che arma stessi reggendo, ma il suo taglio fu rapido e mi bruciò dal dolore: la mia mano mozzata rimase inerme sulle scale. Respirai affannosamente e quindi la raccolsi con l'altra e la scagliai verso un gruppo di iene, quindi avanzai nuovamente di qualche metro. La lama ricadde violenta sulle mie membra, il mio piede si staccò con più fatica dalla gamba, dovetti afferrare il tallone e tirare squarciando i legamenti che univano la appendice all'arto, urlai, un urlo che - per un momento - mi sembrò quasi emulare i rochi e divertiti versi delle iene. Nuovamente le invitai a sfamarsi delle mie membra e così feci, continuando a mozzare parti del mio corpo e provando a darle in pasto a quelle creature, fino a che non arrivai all'ultimo scalino. Il mio viso era piegato in una smorfia di dolore che lo rendeva irriconoscibile, quindi capii quale era la volontà di Jashin, la mia volontà, ciò che le iene avrebbero potuto bramare: una carogna, un corpo morto di cui sfamarsi.
    Il mio viso ricadde in avanti, ormai il dolore era una mareggiata che assaliva la mia mente, ogni suono era scomparso e solo una cosa percepivo pulsante e vicina: il mio cuore.

    A te sommo Jashin, a voi Iene offro il mio corpo, la mia morte come la più sentita delle preghiere


    Saggiai l'impugnatura dell'arma e poi, in un unico e saldo gesto, feci di me cibo per gli emissari di Jashin e con ciò innalzavo a Jashin l'eterna lode.
    Il cuore si spezzò e caddi come corpo morto,
    cade.


    Akteru

    il predatore

    Akteru mosse il capo in segno di assenso ascoltando le teorie del giovane shinobi del Suono, quindi sibilò compiaciuto: Molto bene, Sssaragi-ssan iniziò a muoversi srotolandosi e serpeggiando tra le impronte Teorie interesssanti, ma fermiamoci ai fatti e alle tracce lasssciate: cossa ti fa pensssare che posssano essere sstati divorati? continuò a muoversi attorno al genin sibilando Guarda con attenzione, vedi ssschizzi di sangue incrostato da qualche parte? Qualche parte dei corpi risssparmiata a tale voracità? Non tutti, come noi, sono in grado di sssslogare la mandibola e inghiottire tutto in un ssssol boccone, non dimenticarlo! quindi si fermò compiaciuto a guardare l'eterocromatico ninja Ssse i sssospetti di Eiatsssu sono corretti, è probabile quello che dici: potrebbero sssfruttarli per altri essssperimenti a quel punto iniziò a seguire le tracce e, con forse una nota di divertimento, disse Ora proseguiamo la nossstra caccia, giovane Saragi

    Lo studio della sala, da parte del genin di Oto, risultò piuttosto efficace e trovò diversi indizi.
    Prima di tutto notò che i rotoli tenuti nelle pergamene, chi più e chi meno, venivano spesso consultati, non vi era molta polvere appoggiata su di essi, i titoli sbiaditi sembravano avere un unico fulcro: studio dell'anatomia umana, studio dell'anatomia di diversi rettili e mammiferi, studi di genetica, resoconti di esperimenti disumani tra bestie di varie specie animali. Certo, per avere un'idea più chiara si sarebbe dovuto soffermare maggiormente, ma ne avrebbe avuto il tempo e ne sarebbe valsa la pena?
    Lo studio delle grandi vasche risultò, forse, più interessante. Grazie alle sue capacità investigative, infatti, si rese conto che non era passato molto tempo dall'ultima volta che era stato utilizzato. I vetri rotti che erano sparsi sul terreno gli avrebbero fatto intuire facilmente che l'ampolla era stata spezzata dall'interno e del liquido, molto simile a quello che avevano trovato nei pressi del paesino mesi prima, era sparso qua e là formando una traccia e un percorso che si indirizzava proprio verso la libreria e, come se l'avesse attraversata, scompariva.
    Saggiamente, prima di cercare il libro leva che gli avrebbe aperto il passaggio segreto, il ninja si fermò a leggere ciò che era lievemente illuminato dalla candela. Era una pergamena logora, antica e variamente macchiata da grosse incrostazioni di sangue che la rendeva difficile da interpretare. Ciò che però sarebbe riuscito a leggere, probabilmente, gli avrebbe potuto far accapponare la pelle: l'esperimento, infatti, descriveva una serie di procedimenti che sembravano voler unire un uomo ad un animale, non ben definito. Non riuscì a cogliere molti dettagli, o meglio, ne trovò diversi che descrivevano minuziosi passaggi circa il dna e una lunga sfilza di memorandum di precedenti esperimenti simili mal riusciti. Una sola nota sbiadita avrebbe realmente attirato la sua attenzione: E' arrivato il momento di spostarsi dagli esperimenti tra mammiferi a quella tra rettili e mammiferi. L'esito finale era coperto da una grossa macchia di sangue ben più fresco delle altre ed era completamente illegibile.

    Sssì, è di qua che dobbiamo andare, vedo le tracce di quella cosa, ma non è la stessa che ci ha portati qua lasciò cadere un momento di silenzio, quindi - quasi volesse mettere nuovamente alla prova le capacità deduttive e di studio del ninja - domandò Queesssta volta Sssaragi, come interpreti ciò che ci si pone di fronte?

    Attesa la risposta dello shinobi, Akteru avrebbe indicato quale libro avrebbe dovuto spingere per aprire il passaggio. Di fronte a loro un nuovo e lungo cunicolo gli si sarebbe presentato, questa volta ben illuminato da fiaccole poste due metri l'una dall'altra. Alla fine dello stesso, a circa un centinaio di metri da loro, si apriva una stanza da cui provenivano suoni di battaglia e squittii di dolore e ira

  14. .

    Duello senza maschere

    I

    Piegai la lettera e la richiusi nella busta prima di consegnarla ad un messo kiriano, presto sarebbe stata inviata a Konoha e da lì indirizzata a Yato Senju anche se non era con lui che avevo bisogno di entrare in contatto. Sospirai, alzandomi e allontanandomi dalla scrivania in direzione della finestra, da cui potevo vedere le luci notturne illuminare la foschia che alleggiava sulla città. Kiri stava vivendo un periodo incerto e, prima di ogni altro, dovevo agire affinché tutto rimanesse come era prima, per farlo però avrei dovuto agire d'astuzia, porre ogni tassello al suo posto al fine che ogni cosa risultasse una naturale conseguenza della situazione e nulla di programmato che avrebbe potuto far pensare ad un colpo di mano. Si trattava, insomma, di fare in modo che ogni cosa risultasse un naturale prosieguo della volontà del Mizukage, per questo motivo sarebbe stato di vitale importanza avere l'appoggio del suo allievo, colui che dopo egli aveva indossato una maschera nel villaggio della Nebbia.
    Non escludevo certo che la mia lettera sarebbe potuta essere passata al vaglio di qualche funzionario della Foglia, i rapporti tra i due villaggi non erano idilliaci e dopo l'ultima apparizione dell'Hokage alle mura di Kiri si erano forse, se possibile, ancora più inaspriti. Per questo motivo il contenuto della lettera sarebbe potuto risultare banale agli occhi di chi non era a conoscenza della doppia vita del chunin della foglia:

    NLiotTGqo
    Gentile Yato-san,
    è da molto che non ci vediamo, spero che tutto prosegua nel migliori dei modi.
    Ti scrivo perché è da tempo che non ricevo notizie da parte di Minarai, il ragazzo con cui ti addestravi a Kiri. Sono stato informato che era partito per il continente, ma non riesco a entrarvi in contatto, fossi a conoscenza di qualche suo movimento te ne sarei grato se me ne informassi.
    Ah! Rispetto alla nostra comune passione, invece, ti consiglio una locanda chiamata "Shingetsu", nel porto di Degarashi, il ramen tonkotsu è ottimo, ti consiglio di prenderne una doppia porzione da asporto onorandone il nome.

    Sinceramente,
    Youshi Tokugawa


    Il primo giorno del novilunio la locanda sarebbe risultata piuttosto affollata, certamente in base all'orario in cui lo shinobi si sarebbe presentato a Kanori, l'oste, avrebbe trovato più o meno persone a consumare sedute ai tavoli scuri della grande e unica sala non molto illuminata. Al ninja della foglia sarebbe subito saltato all'occhio che, in quel luogo, non si produceva ramen e che, invece, i commensali erano per lo più intenti a bere Sakè o a mangiare il pescato in varie e sfiziose ricette. Ma non sarebbe stato questo il motivo che avrebbe fatto sobbalzare Kanori nel momento in cui il Senju gli avesse chiesto quanto suggerito nella mia lettera, piuttosto si sarebbe guardato attorno lanciando qualche sguardo agli angoli della sala e con un leggero tentennamento avrebbe risposto rapido al ninja: Oh sì, certo, come no. Arriva subito poi, inoltratosi nella cucina, si sarebbe ripresentato al ninja con un contenitore per cibo - dal cui peso, una volta preso in mano, avrebbe facilmente capito essere vuoto - e con un sorriso tirato avrebbe aggiunto Ecco sì... Bene. E' già stato pagato, buon appetito e arrivederci. Dopo di che, Kanori ritenne che la cosa più importante fosse mettersi a spolverare bicchieri già lindi, dedicandogli la massima attenzione e ignorando tutto ciò che lo circondava, soprattutto colui che aveva appena ricevuto quel pacco.
    Io, che avevo passato la giornata trasformato in un vecchio e scorbutico ubriacone, avrei osservato la scena da un'angolo della stanza, studiando attentamente la persona che aveva usato la parola d'ordine scritta nella lettera. Ritenevo, infatti, che le precauzioni non fossero mai troppe e, di conseguenza, volevo assicurarmi che tutto filasse liscio assicurandomi che fosse lui e escludendo che qualcun altro fosse entrato in possesso della lettera e avesse decifrato il facile sotterfugio.
    Nel frattempo, ovunque avesse deciso di aprire il contenitore, Yato avrebbe trovato una seconda busta completamente bianca, all'interno della stessa due fogli erano piegati: sul primo era raffigurata una mappa in cui una X e una sola parola fornivano al ninja le informazioni sul luogo e l'orario dell'appuntamento, l'alba; il secondo era un foglio con su scritte poche parole: "La prudenza non è mai troppa, ci troveremo nel luogo indicato a tal ora, nel frattempo fai perdere le tue tracce, io mi assicurerò che nessun altro sia a conoscenza di questo incontro"

    E così feci, rimasi ancora un po' di tempo nella locanda studiando i nuovi commensali e, soprattutto, quelli che sarebbero usciti dopo Yato, cercando di cogliere indizi che avrebbero potuto alimentare qualche sospetto. Rispetto a Kenori, invece, ero piuttosto sereno: non mi aveva mai visto in volto e, il lauto pagamento e le minacce velate, gli avrebbero facilmente fatto dimenticare quanto era appena successo. In ultimo, mantenendo la trasformazione e interpretando le movenze di colui che aveva passato ore a bere alla locanda, mi sarei mosse per i vicoli e le strade del porto, cercando e studiando eventuali shinobi accademici presenti nella zona.
    Infine, quando la luna era già alta in cielo ove risplendevano le stelle, mi sarei diretto a gran passi verso il luogo prestabilito, cambiando spesso il percorso, utilizzando sia le strade battute che attraverso la vegetazione incolta.
    Al sorgere del sole, nei pressi del ponte distrutto, mi sarei fatto trovare appoggiato sulla balaustra con il cappuccio del mantello a proiettare ombre lungo il mio viso e le braccia incrociate al petto.

    CITAZIONE


    NLioub63c



    Indicazioni Off GDR:

    Schede: Yato vs Youshi

    Durata: 6 post di combattimento, anticipati e chiusi da una parte di free gaming

    Lettura della Mappa: - Ogni tassello rappresenta tre metri quadrati
    - Le ombre sull'arena sono quelle rappresentate nell'immagine lì dove il colore si fa più scuro

    Regole Speciali: - Youshi fornirà dei tonici sgravi per sopperire alla mancanza di medici, non potranno essere utilizzati al di fuori di questa giocata o durante la stessa ma solo alla fine durante i post di free conclusivi.
    - Ulteriori regole di combattimento verranno giocate nella fase iniziale e non sancite al di fuori del gioco
  15. .

    Re Rosso

    VII

    Superare la barriera mi procurò uno strano malessere e un dolore che mi pervase il corpo, questa unita alla sforzo per concludere l'inseguimento mi procurò una smorfia di dolore al volto, ma certo non bastò ne a farmi tentennare ne a rinunciare all'inseguimento: il danno era fatto, l'avevamo superata e tornare indietro non avrebbe cambiato le cose.
    L'inseguimento si prolungò all'interno della cittadina e finì in una sorta di cratere, probabilmente - fu facile immaginare - dovuto agli scontri che coinvolgevano gli altri accademici contro i ninja cremisi. Numerosi e profondi crateri più piccoli circondavano quello centrale in cui, il ninja da noi inseguito, venne fermato dai costrutti dell'Akuma e di cui, grazie ad una tecnica raiton prima di evocare un tengu, se ne liberò facilmente. Noi, d'altro canto, eravamo rimasti nascosti sfruttando l'ambiente che ci circondava e ora, il ninja, chiamato in suo supporto un alleato, attendeva la nostra offensiva studiando l'ambiente che lo circondava.
    Fu proprio in quel momento, dove ero intento a studiare l'ambiente per elaborare un efficace attacco ai danni del nostro nemico, che qualcosa di straordinario avvenne e coinvolse tutta la città: in un fragoroso frastuono una torre centrale cadde, distrutta da chissà quale straordinaria forza alleata, e immediatamente il senso di malessere che mi aveva avviluppato fino a quel momento scomparve, dando pace alle mie membra e a quelle degli altri kiriani. I raggi del sole, poi, iniziarono a bruciare ciò che alleggiava nell'etere la cui cagione mi era ignota, ma che assomigliavano a dei vermi o qualcosa di simile, nulla di cui ero stato informato da quando ero stato evocato nel campo di battaglia. Mi morsicai un labbro, pensando che le cose si stessero volgendo a favore dell'accademia, benché nessun esplosione ci avesse annunciato la distruzione della flotta: il nostro vero obiettivo che era stato affidato al kage e Tasaki, il ninja del Suono.
    Furono le parole di Fudoh a rompere i miei pensieri, poche parole sussurrate per evitare di svelare il nostro nascondiglio, poche parole che analizzavano la situazione e ponevano decisioni importanti che avremmo dovuto prendere in poco tempo. Serrai la mandibola analizzandole: difficilmente avrei accettato di allontanarmi dal campo di battaglia, non finché le sorti non fossero state chiare e i nostri alleati rientrati in luoghi sicuri fuori da ogni pericolo. Mi passai l'indice sotto il naso inspirando, quindi il mio occhio passò dal nostro nemico e il suo alleato al chunin della nebbia Fatico ad abbandonare il campo di battaglia, Fudoh-san premettei a denti stretti, per poi proseguire Ma credo che tu abbia ragione: se provassimo a raggiungere Febh-sama e il Kazekage, rischieremo di essere solo di intralcio o di finire coinvolti come vittime nel loro scontro. D'altra parte, muovendoci verso la flotta potremmo semplicemente attirare l'attenzione nemica verso il nostro obiettivo reale: la distruzione delle loro navi. Concordo con la ritirata strategica. volsi lo sguardo verso l'Akuma, attendendo che ci rendesse noto il suo pensiero.

    Dopo di che, fornendo la massima attenzione a ridurre al minimo le possibilità di venire scoperti da quel tale e la sua evocazione, grazie alle conoscenze segrete del mio clan e le conformazioni dell'ambiente stravolto da quell'epico scontro, ci saremmo diretti in direzione della nave con cui eravamo giunti al porto. A mia volta avrei sfruttato la tecnica della trasformazione e, dopo aver invitato l'Akuma a scandagliare con minuzia l'ambiente che ci circondava per poter anticipare eventuali ninja cremisi che si sarebbero posti sul nostro cammino, avrei detto ai due shinobi: Evitiamo di dirigerci alla nave, se fossimo inseguiti da qualcuno e non ne fossimo a conoscenza, rischieremmo di portarlo al mezzo sicuro per la ritirata di tutti gli altri ninja accademici. Cerchiamo piuttosto una casa di civili, qualcuno che non sappia nemmeno cosa sia il chakra, così da non aver intoppi: entriamo in maniera coercitiva nella loro casa, li mettiamo fuori combattimento e attendiamo i nostri alleati E così, se i miei compagni fossero stati d'accordo con quanto detto, grazie a Etsuko sarebbe stato semplice individuare una casa abitata da pochi civili e ancora più facile, per tre chunin in erba, poterli mettere fuori combattimento senza provocare troppo baccano. Dopo di che non avremmo dovuto fare altro che aspettare, stando ben attenti che la nostra presenza non fosse stata notata da nessuno shinobi cremisi.
334 replies since 27/4/2019
.