Posts written by ~Sekiro~

  1. .


    La Nebbia e la Bruma


    ~VII~



    Viaggio con Scalo



    Il Lupo si ritrovò in squadra con l’Ombra ed il Kenkichi dai capelli cremisi. Quest’ultimo, poco più che un viso noto, era stato per conto suo quasi tutto il tempo senza mai occasione di rivolgere parola al ninja di Ashina. L’Ombra invece era una vecchia conoscenza. Uno shinobi silenzioso e letale, capace di nascondersi nel buio ed instillare la follia della paura nella mente dei suoi nemici. Se la ricordava bene, lo shinobi monco, quella notte a Genosha…
    Insomma, alla fine, i tre partirono, scortati da una nave della Triade, nascosti in mezzo a cianfrusaglie, cibarie, articoli di vendita varia e sacchi dell’immondizia. Mezza giornata passò così. Il Lupo ne approfittò per meditare e raggiungere uno stato di vuoto mentale, pratica che così spesso metteva in atto nella sua terra d’origine. Poi d’un tratto si svegliò e guardò il Tokugawa.

    Non so se questo è il momento più adatto, ma… vorrei ripetere e sugellare il patto della Nebbia di Sangue che compimmo all’epoca… servirebbe solo un nuovo eletto…

    Che ciò avesse significato, di lì a breve, un nuovo rapimento notturno per l’Ombra?

    […]



    Ed in men che non si dica i tre sbarcarono al Miele, per lasciarlo quasi subito salendo su una nuova nave. Abbandonando l’imbarcazione della Triade, misero piede poi su un traghetto commerciale diretto all’isola Mercato. Nonostante la sua natura, sulla nave c’erano solo due gruppi di mercanti. La cosa non quadrava affatto. Vigeva un’aria tesa, muta e carica di tensione, come se ogni persona lì presente temesse di essere scoperta in ogni momento in flagranza di reato. La Triade aveva concesso al trio un minuto sacco di pietre preziose con cui avrebbero dovuto fronteggiare il viaggio verso la Bruma. Guardandosi attorno, una volta salpati, il Lupo avrebbe fermato un marinaio che stava levando le ancore o mollando gli ormeggi.

    Ehi… Questa dovrebbe essere una nave mercantile, eppure non la vedo piena di persone intente ad accaparrarsi gli affari migliori… dimmi cosa c’è sotto…

    Ottenuta la risposta – un aumento della sorveglianza che aveva ridotto l’accesso all’isola Mercato per i non residenti a causa di un attacco, due notti prima, nelle acque confinanti – il Lupo avrebbe incalzato il suo interlocutore.

    Di che attacco parli? Ciò vuol dire forse che una volta arrivati potrebbero non permetterci lo sbarco o l’accesso all’isola?

    Da un lato del ponte c’era un solo uomo, o meglio, un solo uomo circondato da quattro guardie del corpo… uno stoccafisso venditore di vini, dai baffetti ridicoli proiettantisi verso il cielo e dai capelli riflettenti i raggi del sole per quanto fossero pieni di gel, ammantato da un’aria di importanza e riverenza, che se ne stava tutto pomposo a farsi servire uva fresca, rossa come il vino che produceva. Di sicuro non si sarebbero rivolti a lui.
    Dall’altra parte della nave invece c’erano due mercanti dall’aspetto anonimo, in disparte, apparentemente senza alcuna intenzione di scambiare parola con chicchessia.
    Il punto urgente da affrontare, al momento, era quello di riuscire ad evitare che eventuali controlli della Bruma, una volta raggiunta la loro destinazione, li avrebbero potuti scoprire come infiltrati.
    Il Lupo avrebbe sussurrato, rivolgendosi al suo superiore.

    Ombra, che ne dici se cerchiamo di corrompere quei due mercanti di miele per far in modo ci reggano il gioco mentre fingiamo di essere le loro guardie del corpo?

  2. .


    Il Ritorno del Nono


    ~II~



    Il Male del Mondo



    Cos’era un ninja? Ad Ashina era un guerriero senza nome, legato indissolubilmente al proprio Signore, senza possibilità di emozioni o pensieri propri, se non quelli esclusivamente atti a portare a termine la volontà terza che lo muoveva. Viveva e moriva sul campo di battaglia, nell’assoluto anonimato. Spirare nel silenzio, in modo che il resto del mondo fosse all’oscuro della sua stessa esistenza, sarebbe stata la morte che ogni shinobi avrebbe desiderato… in quella antica terra di spadaccini. Qui, però, eravamo a Kiri ed il concetto di ninja era assai variabile, a seconda di chi fosse stato l’interlocutore con cui affrontare il dibattito. E di fronte al Lupo, in quel momento così concitato, in cui l’aria stessa veniva caricata da una tensione insostenibile alimentata dai fendenti verbali di DUE singoli individui, non c’erano solo DUE kage a confronto. C’erano DUE contrastanti modi di vedere il mondo. DUE pensieri assolutamente totalizzanti che prorompevano in sfere d’influenza facenti attrito tra loro. Tutto, letteralmente tutto, tra Nono e Decimo, era agli antipodi. Lo si poteva notare già dalle reazioni che provocarono nel Lupo.

    Scortare chi? Al massimo puoi reggere le spade di questi due.

    L’offerta dello shinobi del Drago fu prontamente declinata in tono astioso dalla creatura che accompagnava il Nono, risposta che fu subito calmierata dall’intervento del biondo kage stesso che si scusò per il comportamento dell’animale.

    Ignora Yogan, sa essere pungente e poco delicata. Ma devo parlare con il Mizukage.

    Alle parole del Nono però qualcosa scattò nella mente del ninja di Ashina. Una rabbia ed un odio estranei che gli infettarono di colpo la mente e che si palesarono assieme ad una voce interiore ormai ben nota.

    Ignorare Yogan? Quella bestia troppo cresciuta non mi preoccupa affatto. È TE… CHE NON RIESCO AD IGNORARE, MALEDETTO TRADITORE DEL VILLAGGIO! KENSEI DOVREBBE APRIRTI IN DUE E TIRARE FUORI L’UNICO VALORE CHE HAI MAI AVUTO NELLA TUA SQUALLIDA VITA: L’IMMOMNDA CREATURA CHE NASCONDI!

    Il Lupo si sentì mancare. Con la sua unica mano si toccò la tempia destra, mentre il ginocchio sinistro reggeva tremolante il suo peso a terra per non cadere. Il consiglio del Decimo, seppur laconico, giunse provvidenziale.

    Per il momento vi consiglio di stare in disparte. Osservate ed ascoltate.

    In qualche modo fece calmare l’Oscurità che albergava sotto forma di Drago nel cuore del ninja da un braccio solo, quel tanto per consentirgli di riprendersi, accennare ad un inchino rivolto ad entrambi i suoi superiori, ed allontanarsi, confondendosi tra la folla.
    Fu proprio tra la folla che lentamente egli apparve. Quegli occhi rossi e quello sguardo freddo presero forma ed all’improvviso risaltarono tra tutti gli astanti, proprio come quella notte in mezzo alle nevi perenni di Genosha. La micidiale Pantera era appena sopraggiunta per assistere a quel confronto memorabile.

    Ero uno studente all'accademia quando il Nono scomparve, sapevo fosse una persona dal grande cuore ma non pensavo si accompagnasse con un drago così scontroso. Cosa ne pensi della situazione? Non mi piacerebbe trovarmi in mezzo a quei due se decidessero di scontrarsi...

    Pantera, amico mio. È un piacere rivederti. Mi conosci. Sono solo uno strumento nelle mani del Mizukage-sama. Farò quello che egli mi ordinerà di fare, qualunque cosa ciò comporti, anche, se costretto, dover affrontare un ninja di un altro livello come il Nono stesso…

    La gran parte del villaggio era radunata nella piazza. C’erano stati mormorii, sussulti, imprecazioni e manifestazioni d’incredulità. Tuttavia, dal momento in cui il confronto di quei due era iniziato, confronto capace di influenzare non solo la Nebbia, ma l'intero Continente, un religioso silenzio era calato su tutti i presenti…

    […]



    Il controllo di un capo sui suoi sottoposti dovrebbe essere totale. Non un singolo pensiero di dissenso dovrebbe prendere forma nella mente del guerriero realmente votato alla causa. Non un segno di vacillamento. Non un’ombra di dubbio nel suo sguardo. Quando però il Destino gioca uno scherzo per cui i ruoli si ribaltano, e colui che un tempo era il Signore diventa d’un tratto il sottoposto, allora la situazione si complica. All’improvviso hai un individuo difficile da manipolare a tuo piacimento, una scheggia impazzita che potrebbe, come non potrebbe, seguire il tuo volere, una scheggia che potrebbe lentamente frantumare il tuo dominio, anche senza una reale intenzionalità, tanto da dividerlo e formarne uno assestante. Il Mizukage probabilmente era ben conscio di questi rischi nel far rimanere il Nara nel villaggio. Sapeva anche però che liberarsi di lui non era così facile, per via dell’arma segreta che custodiva nel suo essere. L’unica alternativa era convincerlo a rimanere e sottostare alla volontà di Kiri, cioè alla volontà del Mizukage. Ma era davvero così? La volontà di Kiri corrispondeva realmente a quella del Mizukage?
    In effetti attorno a Lupo era possibile notare molto malcontento tra gli astanti. Alcuni, i più fedeli, avrebbero voluto una mossa più decisa da parte di Kensei Hito: sottomettere quel ninja vagabondo prima che la stabilità conquistata dopo anni fosse di nuovo minacciata. Altri, invece, inizialmente esultanti alla vista di un leader che credevano ormai perduto per sempre, erano rimasti piuttosto delusi nel constatare che questi non era ritornato per una rivoluzione, ed anzi si mostrava in qualche modo remissivo nei confronti di Hito. Insomma, la piega che quella riunione stava prendendo non aveva soddisfatto nessuno. Così, quando il Nono mostrò un minimo d’iniziativa, nel rifiutare apertamente di consegnare il Demone che nascondeva, il brusio ricominciò, diffondendosi a macchia d’olio per tutta la piazza.
    Fu allora che intervenne la Pantera.

    Se volete osservare questo evento vi prego di farlo in silenzio. Non è il momento di inutili sproloqui su cosa è stato e cosa sarà. Godetevi la vista delle due cariche più importanti del villaggio e imparate da loro cosa vuol dire essere dei grandi leader.

    Sei solo un ragazzo. Non sai quello che dici. Sei un ninja accademico che pensa solo ad allenarsi e ad eseguire le missioni che gli vengono assegnate. Non hai mai dovuto patire la fame nè la sofferenza di essere completamente ignorato, abbandonato dalle figure e dalle istituzioni su cui riponevi completa fiducia.

    Un uomo… un uomo con una folta barba bianca, la parte superiore del viso sferzata da innumerevoli cicatrici ed un bastone spoglio ed anonimo che lo aiutava a reggersi in piedi, si fece largo, pronto a sfidare e ribattere verbalmente le parole della Pantera, inconsapevole dell’esperienza passata che egli portava con sè. Era vestito solo di una sinuosa tunica bianca, che gli avvolgeva il corpo nudo a spirale. L’abbigliamento sarebbe risultato alquanto strano, spiccando tra i vestiti grigi degli abitanti raccoltisi lì attorno.

    Ma oggi tutto cambierà. Stai a vedere. Non perderti lo spettacolo…

    […]



    Questa è la storia di quando i draghi volavano alti nel cielo. È la storia di due persone. Di un sogno. Di un amore. Di me.
    Sono nata al tempo in cui le nuvole di Kiri erano circondate dal solito ed anonimo blu di sempre. Le grandi fiammate rossastre, le mirabolanti cicatrici serpentine, ancora non sferzavano l'azzurro della mia casa. Il Mizukage governava il villaggio, tesseva le trame che avrebbero dipanato il futuro di tutti noi, intratteneva rapporti di amicizia sempre sull'orlo della rottura con le altre nazioni. La Nebbia, dal canto suo, non brillava di prosperità. Una strana epidemia aveva colpito il villaggio ed i rapporti con la Foglia s'erano deteriorati dopo che un folle, mio compaesano, s'era fatto esplodere alle mura di Oto. Ma queste questioni politiche non mi hanno mai attratta. Non mi interessano. Non sono mai state me...
    Mio padre, Kyoshiro, venne dai mari del sud. Mia madre non mi ha mai rivelato precisamente da dove. Un'isola remota, lontana, nel misterioso Oceano dei Kaijuu. Sbarcò sulle bianche coste delle isole meridionali del Paese dell'Acqua e lì, per la prima volta, i suoi occhi incrociarono quelli di lei. Kimiko. Kimiko Shinretsu. Lei era l'ultima foglia nata da un albero con una lunga storia di gioielleria alle sue radici. Fin da bambina mia madre Kimiko fu addestrata a far diventare oro ciò che toccava. Nelle sue mani il rude metallo si plasmava, prendeva vita, si ravvivava.
    Scintillii, bagliori, riflessi. La pietra, intagliata delicatamente, assumeva forme e colori sempre nuovi negli occhi dei clienti che giorno dopo giorno, attirati dalle magie di quella donna, accorrevano nel negozio di famiglia a Suiminami. In poco tempo mia madre riuscì a mettere da parte una piccola fortuna. Quella mattina di tanto tempo fa, però, non furono le sue creazioni ad attirare Kyoshiro. Non furono i monili che era così brava a plasmare. Fu il suo sguardo: due gemme nere incastonate in un mare di sclere dal fulgido azzurro. Non furono le sue ricchezze. Furono i suoi capelli: sprazzi di onde scure che scendevano dal suo capo come fili lucenti ed eterei, avvolgendola in un abbraccio di seta che avrebbe reso geloso ogni uomo. Non fu il lusso dei suoi vestiti. Fu il suo portamento: una creatura fine, delicata, aggraziata nei movimenti che con un kimono floreale si inginocchiava lentamente per raccogliere dell'acqua in un’urna. Erano i preparativi per la Festa dell'Acqua che la famiglia di mia madre amava festeggiare in quel periodo dell'anno. L'uomo, Kyoshiro, ne fu stregato in un solo attimo. Quel pescatore, anonimo e rude, vide in quella donna tutto ciò che avrebbe voluto essere, tutto ciò che mai era stato. Si avvicinò a lei. Un sorriso, uno sguardo. Il cuore si sciolse. Era la fine di Kyoshiro. Era l'inizio dell'ossessione che portò mio padre a sparire per sempre. Del motivo per cui sarei stata costretta a fare ciò che sto per fare. L'origine del mio odio per una sola ed unica persona che ormai mi tormenta da 23 mesi, 47 giorni e 15 ore: Itai Nara. Del motivo per cui sto scrivendo tutto questo: le mie memorie.
    Due anni dopo venni alla luce. Non c'è bisogno che riveli il mio nome. Se quello che sto per fare andrà in porto, probabilmente saprete già chi sono. Vivemmo felici per molto tempo. Mio padre si era trasferito definitivamente a Suiminami. Aveva iniziato a lavorare assieme a mia madre nell'attività di oreficeria. L'influenza di lei lo aveva cambiato. Inizialmente in meglio, ma poi, qualcosa nella sua mente si era rotto. Era diventato impeccabile. Forse era diventato anche più bravo della moglie nella manipolazione dei preziosi. Cercava la perfezione in ogni cosa. Era ossessionato dall'idea di ricreare con le sue mani quelle gemme pregiate che per lui erano gli occhi di madre. Si ritirava spesso e volentieri per giorni interi da ogni contatto umano. Lì, solo, sulla sua barca, collezionava perle, conchiglie, sassi, smeraldi, incensi, allori e fiori rari. Cercava di unire tutti questi elementi e quando, alla fine, stremato, pensava di esser arrivato ad una soluzione, al ritorno a casa il confronto delle sue creazioni con gli occhi della donna che amava lo rendevano consapevole di un'amara verità: nulla poteva esserne minimamente paragonato.
    Nel frattempo gli anni passarono ed i draghi avevano cominciato a solcare il cielo sopra le nostre teste. La calma del mondo in cui risiedevano le nuvole nei giorni sereni era finita. Forme prolungate e violente scatenavano tutta la loro scalpitante e rabbiosa forza vitale tra un nembo e l'altro. Ma era quando pioveva... che potevi sentire tutta la loro energia cadere su di te, come se questa fosse stata passata alle gocce stesse e ti venisse trasmessa dal loro contatto. All'epoca mi piaceva correre fuori casa durante i temporali e vederli volare lì in alto tra i fulmini. Con in groppa ovviamente lui: colui che è stato il mio idolo fin da bambina e che ha sempre rappresentato la mia àncora di salvezza. Il Nono Mizukage. Itai Nara. Il biondo coraggio e la forza rossa che sfidavano la tempesta contrapponendosi al manto triste e nero delle nuvole. Il ruggito riscaldante del drago che competeva col frastuono terrifico dei tuoni. Magnifico. Già, perchè nel mentre Itai Nara era stato nominato come nuovo Mizukage. Mio padre aveva inoltre sentito parlare del fatto che facesse parte di un gruppo di guerrieri detti Ryuukishi. Guerrieri che cercavano l'armonia e la pace, interna ed esterna, ma, prima di tutto, la riappacificazione con sé stessi. S'era informato, Kyoshiro, aveva tenuto d'occhio il Nono e la sua influenza aveva in qualche modo placato il suo animo inquieto. Finchè una notte, tornando a casa, strappò gli occhi di mia madre. Il tortuoso sentiero che conduce alla pace è sempre meritevole, indipendentemente dal numero di svolte che comporta. Fu l’unica cosa che disse, in tono quasi robotico, asettico, dopo aver compiuto il suo gesto inspiegabile. Silenzio. La sua ossessione era finalmente finita. La sua brama di perfezione era stata raggiunta: stringeva nelle mani ciò che non era riuscito a ricreare in tutti quegli anni. Poi scappò via, lasciando un biglietto con scritto che avrebbe seguito le orme del Mizukage, che sarebbe partito per diventare un Ryuukishi ed espiare il terribile peccato che aveva appena commesso. Seguire le orme del Mizukage? Cosa significava?
    Mia madre, ormai cieca e non più in grado di lavorare, ed io, poco più che una ragazzina, rimanemmo del tutto inermi di fronte alla brusca piega che avevano preso gli avvenimenti. Ben presto le riserve in negozio si esaurirono, così come i risparmi. La nostra piccola fortuna si trasformò in miseria e fummo costrette a trasferirci da Suiminami ad uno sperduto angolo del villaggio nell'entroterra. Non eravamo però le sole in questa condizione. Un recente, quanto inaspettato, attacco a Kiri aveva seminato caos, distruzione e povertà per tutto il paese. Cercammo l'aiuto dell'amministrazione. Volevo assolutamente rivolgermi di persona ad Itai Nara, il nostro salvatore, ma costui non c'era. L'amministrazione era in subbuglio. Era alla ricerca disperata di un nuovo Mizukage. Itai all'improvviso aveva fatto baracca e burattini e aveva lasciato il villaggio. Così. Senza dire nulla. Così. Senza avvisare. Ci trovavamo senza un capo ed una guida. Per di più, Kiri si stava ancora riprendendo dalle esplosioni di Cantha.
    Per colpa di Itai Nara io avevo perso il mio idolo, avevo perso la mia casa, avevo perso mio padre e, di lì a poco, avrei perso anche mia madre. I Ryuukishi mi avevano portato via tutto.
    Dopo il Nono ci fu il Decimo. Un individuo oscuro, sempre e solo interessato alle questioni politiche, al dominio e al rafforzamento militare anziché al benessere dei suoi cittadini. Un certo Kensei Hito. Mi ricordo ancora il giorno del suo insediamento. Portavo a braccetto mia madre, speranzosa, fiduciosa ancora che una nuova guida avrebbe significato nuova speranza e nuova vita per tutti noi. Mi resi conto subito che non sarebbe stato così. La sua armatura, indossata specificatamente per l’occasione mentre egli sfilava compiaciuto e pomposo per i vicoli, mandava luccichii abbaglianti d’oro massiccio, risaltando in mezzo alla nebbia ovattata di Kiri. Risaltando di opulenza e di sfarzo in mezzo alla miseria fangosa in cui eravamo tutti noi. Mia madre cadde d’un tratto per terra mentre la carrozza del Mizukage ci passava accanto. Del sangue fuoriuscì dalla sua bocca, macchiando la strada di un rosso scarlatto. Il rosso dell’odio più profondo che avevo per tutti loro. Il Mizukage, troppo impegnato nell’autoesaltazione, non ci degnò nemmeno di uno sguardo. Eravamo invisibili.
    Con Hito le cose andarono di male in peggio. Egli diede il via ad una direttiva espansionistica che portò il villaggio a tagliare ingentemente i fondi per la sussistenza dei meno abbienti. Il mio odio per lui è appena al di sotto di quello per Itai Nara. Così come per tutti i maledetti Mizukage che si sono susseguiti al comando di questo sporco villaggio. Da allora vivo alla giornata. Piccoli furti e... il sostegno della mia nuova famiglia: un gruppo sovversivo pronto a rovesciare per sempre gli equilibri ingiusti di potere che hanno rovinato Kiri. Ed oggi... oggi che finalmente Itai Nara e Kensei Hito si sono riuniti, uno di fronte all'altro, il mio sacrificio sarà ricordato nei secoli. Il mio sacrificio eliminerà gli individui che hanno rovinato la vita... la mia e quella di tutti i miei compagni mischiati tra la folla. Scintillii, bagliori, riflessi. Io stessa diventerò un gioiello, identico a quelli che creava mia madre…


    […]



    Hideo Nishimura. La Pantera. Era stato il primo vero avversario mai affrontato dal Lupo in solitaria... nell'isola sperduta di Genosha. Un avversario capace di trovare sempre una mossa adatta a salvarlo dalla situazione, in grado di nascondere un asso nella manica laddove nessuno possa aspettarselo. Ricordava ancora la sensazione di essere sotto scacco, di essere solo una preda di un felino nascosto nel buio. Il tutto reso ancora più tragico dal non sapere minimamente che luogo fosse quello. Il Lupo credeva di essere ritornato nella Forra, sul procinto di essere trapassato da parte a parte, in ogni momento, da un supersonico proiettile di una degli Occhi di Serpente. Foschia. Oscurità… che si illuminò solo per un attimo quando un fulmine partì dalle mani di Nishimura trasferendosi a terra in direzione del Lupo…
    Il rumore sordo di un ricevitore trascinato per terra fece riprendere il ninja di Ashina dai suoi ricordi. La Pantera si stava allontanando dalla folla per dirigersi verso i due kage. Il Nono aveva del tutto male interpretato il significato recondito nascosto dietro il nuovo rituale della Nebbia di Sangue ed il ragazzo dagli occhi rossi, colpito nel profondo da quelle parole accusatorie, s’intromise nella conversazione per rettificare quell’incomprensione.

    Io e Sekiro, il ninja che avete conosciuto poco fa, siamo figli della Nuova Nebbia di Sangue di Kiri. Le sue preoccupazioni hanno solido fondamento. In molti avevano paura che Kiri potesse tornare al quel rito barbaro in cui si obbligava i ninja e gli studenti del nostro amato villaggio a uccidere per sopravvivere. Le assicuro però che non è più quello che è stato deciso di perseguire.

    La Pantera fece una pausa e guardò negli occhi il Lupo. Un felino ed un segugio. Insieme avevano fatto coppia in molte missioni, supportando l’uno le debolezze dell’altro. Era vero. Quel rituale, iniziato quasi con la forza dopo essere stati entrambi rapiti dall’Ombra, Youshi Tokugawa, aveva sancito definitivamente il loro ingresso nella grande famiglia dei ninja di Kiri.

    Quando vidi davanti quel ninja pensai davvero che fosse uno scontro all'ultimo sangue, uno scontro per provare a Kiri la mia superiorità, la mia fedeltà! Ma come può vedere siamo entrambi qui, anche se le nostre spade si sono scontrate con l'intento di ucciderci, un intento che ci ha permesso di capire con chi avevamo a che fare e di creare un legame che da quel giorno non si è mai reciso. Non oserei mai paragonare questo legame a quello di un Jinchuuriki e del suo bijuu.. Ma devo dire che la fiducia che provo verso di lui è all'altezza di quella che provo per il mio stesso Kage.

    Nishimura abbassò il colletto della divisa della Mano Grigia, donata dal Ninja di Ferro ai due compagni della Nebbia di Sangue. Mostrò una lunga ferita. Una grossa cicatrice che si estendeva su gran parte del collo.

    Anche se la sua lama è riuscita a lasciarmi impresso questo segno.

    Alla sua vista, il Lupo deglutì amaramente. Ricordava ancora cos’era successo. L’Estrazione Mortale del ninja di Ashina era stata schivata prontamente con un rapido balzo dalla Pantera, ma poi ricadendo egli si trovò del tutto inerme all’affondo di wakizashi del Lupo proprio sul suo collo. In compenso Nishimura fece penetrare, contemporaneamente, la sua lama nella spalla destra dell’Ōkami. Mentre il suo compagno mostrava a tutti, fiero, quella cicatrice, Il Lupo portò la sua unica mano proprio sulla sua spalla, massaggiandosi il punto in cui la Pantera lo aveva ferito.

    La Nuova Nebbia di Sangue ora si è trasformata in una prova, una prova che permette a due ninja di instaurare un legame di estrema fiducia, di crescere imparando dai propri errori e perfezionare i propri punti di forza in un ambiente pericoloso, questo è certo, ma assolutamente controllato e sicuro per i ninja che vengono sottoposti al rito. Spero che le mie parole, le parole di un semplice ninja del suo villaggio, siano per lei una fonte attendibile per queste informazioni. Il mio nome è Hideo, è un onore finalmente conoscerla.

    È così, signori Kage.

    Il Lupo prese parola, spinto dalla spiegazione della Pantera e dal suo coraggio. Si tolse il suo solito mantello arancio, per scoprire al di sotto non più le logore vesti cineree rafforzate dalle protezioni che portava ad Ashina, ma, come il suo compagno, la divisa al tempo scintillante e fioca della Mano Grigia.

    Io provengo da una terra lontana, Ashina. In quel posto uno shinobi è un’arma solitaria. Agisce da solo ed è incapace di collaborare con altri. Io ero così. Quando sono arrivato qui mi sentivo perso. Non sapevo cosa fossi e cosa avrei dovuto fare del resto della mia vita. Poi ho incontrato la Pantera. Abbiamo combattuto alla morte. Ho imparato il suo modo di agire, il suo modo di pensare. Egli, contemporaneamente, ha imparato i miei punti deboli ed i miei punti di forza. Da allora abbiamo fatto squadra innumerevoli volte e, come il Mizukage potrà testimoniare, il nostro gioco di squadra ci permette di cooperare prima ancora di sapere le intenzioni dell’altro.

    Il Lupo tossì leggermente, come se qualcosa, uno strato di polvere, gli fosse penetrato nelle vie aeree. Che fosse stato, inaspettatamente, il primo segno, in una vita di emozioni represse, di un certo qual grado di commozione?

    Per me la Nebbia di Sangue è stato l’inizio di una nuova vita. Mi ha dato nuovi scopi e un nuovo motivo di esistere. È stata l’accoglienza di una famiglia ad un figlio disperso.

    Un’ultima pausa. Guardò il Mizukage, il Decimo, aspettando il suo consenso, per poi terminare il suo discorso con un inchino.

    Nono Mizukage, dragone rosso. Vengo chiamato Lupo.

    Lupo e Pantera si ritirarono nelle retrovie, lasciando nuovamente quei due da soli nei loro soliloqui.
    Una violenta ondata di rabbia salì dalle viscere dalle shinobi senza un braccio, ma fu immediatamente falciata sul nascere. Questa volta non avrebbe vinto lui…

    COSA FAI, LUPO? INFILZA SUBITO QUEL BASTARDO ED IL SUO DRAGO CON LA TUA LAM…

    Basta così. Almeno per quel giorno, il Lupo era riuscito a ricacciare Koutsu nelle nubi nere da cui era provenuto. Per qualche ora, forse, il Sancta Sancotrum del suo Mondo Interiore avrebbe visto rischiarirsi di nuovo il solito sole che lo riscaldava…

    […]



    Un aquilone volava in alto nel cielo. Dal retro di una delle torri più maestose di Kiri, affacciata proprio sulla piazza centrale, una figura romboidale si sarebbe alzata sempre più verso l'immensità. Si sarebbe potuto notare un sottile bagliore intermittente, che competeva saltuariamente con gli abbaglianti raggi del sole, provenire da quel punto. Nel mentre c'era stato un forte scambio di battute tra il Decimo ed il Bijuu del Nono, parecchia tensione s'era sviluppata per qualche momento; tuttavia, i due kage erano riusciti ad arrivare ad un compromesso: il Nono sarebbe rimasto a Kiri, al servizio del Decimo, e questi lo avrebbe proposto come Sannin di Kiri al consiglio dei quattro Kage. La stretta di mano dei due, al centro della piazza, sanciva forse il termine di quella riunione inattesa.
    D’improvviso un suono. Un fischio. Un grido. Un acuto che mano mano che s’avvicinava alla piazza e alla folla sarebbe salito sempre più di intensità e di frequenza, distorto com’era dall’effetto Doppler. Un’ombra bluastra trasportava quel suono, che sfrecciò in picchiata dall’incredibile altezza dell’aquilone proprio verso il piccolo spazio che separava i due kage in confronto. Poi un’esplosione. Una grande e terribile esplosione che sarebbe partita dal punto in cui il Nono ed il Decimo s’erano stretti la mano. Avrebbe coinvolto tutti quanti i presenti in quello spiazzo, colpevoli ed innocenti. Ninja, uomini, donne, bambini, case e strade. L’esplosione, se non fermata, avrebbe potuto espandersi per centinaia di metri. I due kage, in qualche modo, sarebbero stati capaci di sopravvivere a quella detonazione e, soprattutto, di difendere e proteggere le persone ignare lì radunate?

    [Nota]La distanza alla quale si trova l'attentatrice (Energia Nera) è di 200 metri in linea d'aria. Ciò equivale ad una velocità finale di Nera + 10 tacche e ad una forza d'impatto di Nera + 20 tacche. La potenza dell'esplosione sarà dunque di 200 e la sua estensione di 400 metri di raggio.
    Equip e tecnica non rispettano precisamente i limiti imposti dal regolamento per il materiale personale, ma è un PNG e i miei PNG non hanno limiti di sorta. Spero di non essere stato eccessivamente violento. Se questo attacco dovesse essere insostenibile o fuori portata, parliamone ed eventualmente modifico.


    Aquilone Shinobi [Vario]

    Un aquilone che permette all’utilizzatore di venire trasportato per aria e rimanervi in sospensione, se collegato con l’apposito filo corredato ad una struttura salda. Finchè immobile, l’utilizzatore legato all’aquilone risulta essere Occultato. L’aquilone è corredato di un meccanismo a molla di precisione che può lanciare l’utilizzatore a grande velocità verso un obiettivo distante, sfruttando anche l’accelerazione di gravità. Maggiore è la distanza, maggiore sarà la velocità raggiunta. Maggiore la velocità finale raggiunta, maggiore sarà la forza d’impatto. Per ogni venti metri di distanza dall’obiettivo, la velocità aumenta di 1 tacca. Per ogni tacca di aumento di velocità, la forza di impatto aumenta di 2 tacche. La distanza massima al quale usare l’aquilone dipende dalla lunghezza del filo con cui esso viene collegato alla struttura d’aggancio, dal grado dell’utilizzatore e dal contesto ambientale in cui questo viene utilizzato.
    Tipo: Speciale - Supporto
    Dimensione: Grande
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 60)
    [Da chunin in su]



    Kamikaze Corvino
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L’utilizzatore sacrifica sé stesso, facendosi esplodere in mille pezzi, per provocare una gigantesca deflagrazione. La potenza e l’estensione della deflagrazione dipendono dalla distanza da cui viene effettuato l’assalto e, dunque, dalla velocità e forza d’impatto finali. Per ogni tacca di aumento della forza d’impatto, la potenza della deflagrazione aumenta di 10 e l’estensione di 20 metri di raggio. La tecnica provoca la morte dell’utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: l’intera riserva di chakra dell’utilizzatore)
    [Questa tecnica può essere utilizzata solo in combinazione con un attacco in picchiata proveniente da un Aquilone Shinobi.]
    [Da jonin in su]



    maxresdefault





    Edited by ~Sekiro~ - 30/12/2021, 16:31
  3. .


    Gli Abiti della Nebbia


    ~IV~



    La Mano Invisibile



    Il grigiore del cielo sembrava aver oscurato per sempre il sole. Il rumore continuo, di sottofondo, della cascata mistica, porta d’accesso alle Sale dell’Illusione, improvvisamente si perse nel vuoto, confondendosi con il battente cadere di una pioggia impetuosa. Il braciere germogliante di ciliegi si spense e, con sé, anche l’innaturale vita che il fulmine abbattutosi poco prima aveva innestato in quella piccola porzione di vegetazione. I germogli e le foglie appassirono, i colori s’attenuarono e l’energia vitale di quegli arbusti sparì, i quali s'afflosciarono al suolo. Lungo quel verde cadaverico, fluivano gocce di morte, liquido di uno strano colore nero, quasi petrolio, che ricoprì per intero il mondo interiore dello shinobi d’Ashina. Anche il Mizukage sarebbe stato sommerso da questa strana manifestazione della natura, chiaramente collegata in via diretta a Koutsu.

    Kensei, all’interno del tuo sottoposto e, ancora prima, proprio al TUO interno, sono rimasto in silenzio ad osservare il tuo operato: l’alleanza con Oto ed Azumaido e la restaurazione della Nebbia di Sangue sono segni quanto mai chiari. Vedo in te la mia stessa brama di potere. Vedo in te la mia stessa aspirazione. Vedo in te il mio stesso desiderio: quello di raggiungere le vette che questo mondo può offrire, spazzando via da esso tutti coloro che sono indegni. In altre parole, estendere Kiri al di là dei confini che ogni Mizukage prima di te abbia mai osato anche solo pensare.

    Una pausa seguì le parole del Drago. La pioggia si fece più fitta. Ormai il terreno era completamente inondato da una melma nera che formava pozzanghere e fiumiciattoli per tutta la sua estensione. Là dove arrivava quel fango oscuro, là la vita languiva, s’allontanava, logorata nel livore che quel liquido oleoso lasciava al suo passaggio. Odio, risentimento e rancore venivano emanati da quei due esseri per tutta la radura che circondava il Sancta Sanctorum: la bestia immateriale ed il ninja mascherato nell’acciaio. Quel luogo di culto e meditazione non avrebbe potuto essere profanato in modo peggiore.

    D’altra parte, Mizukage, non approvo affatto le tue scelte in merito ad alcuni degli individui di cui ti sei circondato e, soprattutto, del ruolo che gli hai assegnato. Un medico totalmente contrario ai tuoi ideali, palesemente offeso ed irritato dal trattamento ricevuto durante la riunione. Kensei, non ci vuole un genio a capire che la sua fedeltà alla causa, alla NOSTRA CAUSA, sarà vacillante come canne al vento e che i suoi servigi potrebbero essere rivolti, da un momento all’altro, a qualcuno nettamente diverso: qualcuno che sta per far ritorno alla patria che ha abbandonato, qualcuno che torna stravolto e debole rispetto a come partiva, qualcuno che non ha remore a mostrarsi al mondo, a differenza tua... qualcuno che un tempo MI HA LETTERALMENTE TAGLIATO IN DUE!

    La voce di Koutsu tuonò. Il santuario, gli alberi, la melma e le montagne intorno ebbero un sussulto, un leggero terremoto che parve provenire dai reconditi recessi della terra stessa. Un piccolo stormo di uccelli fuoriuscì d’un tratto da un albero: il Drago dell’Odio allungò il suo unico ed enorme arto in un movimento perpendicolare al suolo. Da questo ne scaturì una forte ventagliata, quasi come se l’aria stessa si fosse solidificata in una scia longitudinale dalle fattezze di una lama, che si scagliò contro i volatili. Precipitarono all’unisono a terra, venendo presto inglobati all’interno di quella melma soffocante. Il Drago riprese controllo di sé. Il tono tornò calmo, ma la tetra malvagità, il nero astio, permanevano nelle sue parole.

    Stessa cosa dicasi per quel debole che stavi per strangolare. Troppo labile la sua fedeltà come troppo labile e tempestosa la sua mente. Per non parlare della mocciosa che ti sei messo a fianco. Cosa speri di ottenere da lei? L’unico motivo che immagino possa nascondere questa scelta avventata è quello di avere un asso nella manica contro suo padre, contro colui che sai già da molto tempo, nelle profondità del tuo animo, che sarebbe prima o poi tornato. Lo senti vero, Kensei? Il fiato di Itai sul tuo collo. Perché sai benissimo che il solo ed unico Mizukage qui a Kiri è ancora lui. Potrebbe bastare un suo riflesso nella gente del villaggio perché il tuo cospetto, saldo e referenziale, venga meno come un castello di sabbia. La verità, Kenkichi, è che tu sei solo un sostituto temporaneo al comando della Nebbia.

    Silenzio. La pioggia si fermò. L'aria però continuava ad essere carica di ribollente elettricità. Un uragano sarebbe forse arrivato con la risposta del Mizukage?.

    Ecco la mia proposta, Mizukage: una proposta che possa rendere salda la tua posizione e più reale, più concreta, più vicina l'aspirazione di rendere "Kiri" qualunque posto i tuoi shinobi si trovino a calpestare. Far tornare ai fasti di una volta quella che ora è solo l’ombra della vera Nebbia di Sangue. Anzi, mi spingo oltre: dare a questa organizzazione un’importanza ancora maggiore, facendola diventare il segreto di coloro che vivono nel segreto. Hai già modo di attuare il piano: usare innanzitutto coloro che ti hanno mostrato nei fatti di essere completamente allineati con la tua visione. Qui, il giovane Lupo, nonostante Kenkichi da poco, sarebbe già ben disposto ad essere un tuo strumento, come anche il Tokugawa e, forse, il ragazzo portatore di una parte dei poteri del Rinnegan. Questi potrebbero essere i primi membri della nuova Nebbia di Sangue: la Mano Invisibile. Questa mano non avrà bisogno di misere vestigia, non avrà bisogno di pomposità. Lavorerà nell’ombra, sorvegliando l’operato delle altre Mani, assicurandosi che le molteplici cinque dita del Kage rispondano effettivamente alla sola volontà della loro testa: il Mizukage Kensei Hito. È questo il primo passo se vogliamo riunificare questo mondo disperso: assicurarci che la Nebbia sia saldamente orientata nella direzione di un unico vento, il nostro.

    […]



    La riunione era finita, gli invitati se ne andavano, alcuni contrariati, altri dopo aver accennato un certo qual inizio di litigio. Il Lupo rimaneva immobile, inginocchiato. Prese le vesti della Nebbia e quelle della Mano Grigia. Ne sfiorò delicatamente il tessuto. Ne annusò l’odore. Infine, le alzò sopra la sua testa, protendendo il braccio verso il Mizukage, quasi come se fosse lui che stesse offrendo quelle vesti al suo Signore. Quel gesto nascondeva tutt’altro… Kensei non avrebbe avuto difficoltà a comprendere.

  4. .


    Il Ritorno del Nono


    ~I~



    Due opposte Metà



    Il mare era calmo. Dalle scogliere lontane, alte onde prendevano forma, sferzavano la superficie di quel profondo blu per poi, progressivamente, perdere di potenza nell’avvicinarsi ed infine scontrarsi contro il legno marcio di un lungo pontile. Lo stesso pontile. In meditazione sul ciglio di quello strano precipizio, il colore dell’acqua e del cielo si fondevano. Il celeste continuava insensibilmente con il blu tramite un azzurro sfumato. Sarebbe stato difficile dire dove iniziava l’uno e finiva l’altro. L’eterno sfrigolio veniva interrotto da saltuari schiamazzi di venditori e guardiani che provenivano dal mercato ittico rionale poco distante. Un grido più forte degli altri e… lo stato di profonda concentrazione venne meno. D’un tratto la mente non era più persa nella contemplazione delle sfumature che segnavano il confine tra due mondi, ma dal riflesso abbagliante che l’oceano gli faceva tornare addosso come in una partita di tennis tra i suoi occhi e quell'immagine distorta. Chi era costui? Il sigillo della tigre, eseguito con la sola mano rimasta, segnava il suo stato di preghiera. Il braccio artificiale donato dal Mizukage, ancora appeso come vessillo inutile alla sua veste, rimarcava il suo stato di completezza spezzata. La lama Kenkichi ritrovata, custodita gelosamente nel suo fodero, manifestava il ritorno del passato nel presente.
    E poi la calma di una giornata uggiosa venne improvvisamente interrotta. Un rombo. Un tuono. Un boato. Un ruggito. Quel rumore sordo si diffuse tra le nuvole come un’eco che si spande tra montagne innevate. L’eco smosse i picchi, fece vibrare la terra dall’interno e grandi masse di bianchi e soffici cristalli si trasformarono ben presto in una violenta valanga a caduta libera verso il terreno. Quella valanga non era altro che la folle folla che in un solo attimo si radunò nel porto di Kiri ed iniziò a spingere e spingersi verso l’enorme cancello del villaggio, attirata da qualcosa che proveniva, si muoveva e si intravedeva nell’alto soffitto. Lo shinobi solitario alzò gli occhi. Un colore estraneo era comparso lassù. Un colore che poco c’entrava con la calma del firmamento, foriero di tempesta e cambiamento. Il rosso. Una lunga lingua di fuoco che sferzava la porta dell'ultraterreno come una cicatrice ipertrofica su un viso leggiadro. Di forma serpentina, tale figura si librava veloce, emettendo versi spaventosi, e dirigendosi a velocità impressionante verso il centro del villaggio. Era ora di muoversi...

    […]



    Sebbene abitasse nella Nebbia ormai da parecchio tempo, il Lupo raramente aveva frequentato i luoghi più importanti del villaggio. I palazzi amministrativi svettavano sulle case dei comuni cittadini, coi loro tetti spioventi, quasi a simboleggiare, anche architettonicamente, l’Ordine che doveva regnare sovrano tra le strade, con la vita di un intero paese direzionata pedissequamente da un Solo ed Unico Governo Centrale. Quello di Kensei Hito, il Decimo Mizukage. Quell’Ordine e quella Disciplina, presto, si sarebbero diffusi ben oltre Kiri…
    Entrare nel villaggio faceva sempre uno strano effetto. Appena messo piede all’interno, ci si poteva accorgere dello stacco di atmosfera che la nebbia perenne infondeva alla Nebbia. Una sottile patina biancastra ricopriva ogni edificio, rendendoli in qualche modo sempre umidi. La foschia rendeva impalpabili le cose ed i loro confini, rendendo in qualche modo tutto confuso. Ai raggi del sole era impedito il completo ingresso da parte di una silenziosa guardiana: la bruma che aleggiava come una invisibile barriera oltre tutti i tetti, che si spandeva tra i vicoli come uno spirito senza voce, che permeava i cuori degli abitanti raffreddandoli.
    In questa situazione, è facile comprendere quanto la vista di quel dragone rosso ruggente che scendeva vorticando dai cieli fu una sorpresa per tutti. Mentre la creatura compiva una spirale avvolgente al centro della piazza, dalla sua groppa con un salto plastico scese un uomo. E di fronte a questo individuo letteralmente tutto il villaggio s’era radunato, quasi fosse stata una visione mistica, una visita regale, l’apparizione di un fantasma dimenticato, il riemergere di un viso morto dai fumi dell’oltretomba.

    Il Nono. È lui? È proprio lui?

    Non ci credo. Non era morto?

    Che i Kami siano benedetti. Itai-sama è tornato. Che ci liberi da quel dittatore mascherato!

    Ora che il Nono è tornato il Decimo dovrà farsi da parte!

    Kensei-sama ha stabilizzato e dato ordine a questo villaggio. Il Nono non potrà interferire con il suo operato…

    Ma siamo sicuri sia proprio lui? L’uomo che ricordo era bello, solare e sempre pronto alla collaborazione. Questo tizio invece ha l’aspetto rinsecchito di un ramo marcio...

    [Nota]Mi piacerebbe aggiungere un pizzico di scontento tra la popolazione per Kensei, se lo desiderate, innescato dal ritorno di Itai... oltre ovviamente ad una frangia invece che lo supporta a spada tratta.

    Un vociare intenso, un sottile brusio. I commenti si diffondevano a macchia d’olio. Sembrava che la venuta del Drago avesse fatto riemergere dissapori sepolti e gli scarsi consensi che Kensei godeva tra una fetta della popolazione da quando lo shinobi dagli occhi smeraldo e dai capelli d’oro era svanito nel nulla.
    Quel ronzio insopportabile di sussurri si acuì ancor di più, quando il Decimo avanzò verso il Nono, per poi spegnersi del tutto all’improvviso nell’attimo in cui il Ninja di Ferro proferì parola.

    Raccontami tutto.

    La tensione era palpabile. Un’intera nazione rischiava di dividersi da un momento all’altro. Il destino di intere schiere di persone poggiava sull’interazione che avrebbero avuto fra poco quei due individui così diversi. L’uno era la Luce. L’altro il Buio. L’uno la Cooperazione, l’altro il Dominio. L’uno l’Amore, l’altro l’Odio. L’uno mostrava il suo volto splendente di speranza alla piazza tutta, l’altro lo nascondeva dietro una maschera carica di segreti e cospirazioni.
    La Pantera ed il Ghepardo erano lì, altrettanto in tensione come tutti gli altri.
    Il Lupo, facendosi largo tra la calca, s’avvicinò, inchinandosi in segno di rispetto di fronte a quei due ninja straordinari.

    Miei Signori, sono qui per offrirvi il mio umile servizio come scorta personale, se lo desiderate.

  5. .


    Gli Abiti della Nebbia


    ~III~



    Lo Shinobi del Drago



    Ashina, questa terra… è tutto per me. Per il suo bene, sono pronto a rinunciare alla mia umanità.

    E tu, genin disperso, sei pronto a sacrificare la tua umanità?

    Mentre nell’ufficio del Kage il caos prendeva piede, una voce profonda e roca parve emergere dagli strati più angusti e lugubri della coscienza del ninja di Ashina. Una voce udibile solamente da lui. Il Lupo rimase in ginocchio, apparentemente in attesa che il suo Signore gli ordinasse di alzarsi, ma in realtà in una sorta di paralisi onirica che gli stava impedendo ogni movimento. Che sciocchi che erano tutti quei ninja che stavano perdendo tempo ed energie per bazzecole come onore, rispetto e ideali. L’unica cosa che realmente importava era il POTERE!

    Non è così, figlio del Gufo?

    Chiuse gli occhi e scosse leggermente la testa, lo shinobi dell’Erede Divino, come se un fastidioso ronzio, un insopportabile insetto volatile gli vorticasse intorno alle orecchie. Si sentiva diverso. Si sentiva pronto ad acquisire il potere, perchè il potere era tutto ciò che importava. O no? Percepiva che quella situazione nuova e di instabilità all’esterno ed all’interno del villaggio poteva rappresentare l’opportunità per raggiungere vette di dominio mai viste prima dai comuni mortali. Ma erano davvero i suoi quei pensieri?
    Il corpo s’irrigidì ancora di più quando una luce abbagliante scoppiò in un bagliore aureo che si diffuse per tutta la stanza. Kuro, il suo primo Signore, lo aveva abbandonato? Perché la spada della stirpe di Kensei-sama, che ospitava l’anima dell’Erede Divino, non interveniva per placare quel turbinio di confusione che falciava la coerenza con cui aveva sempre vissuto?
    Il Ghepardo d’un tratto venne attirato da un vento misterioso nella temibile morsa del Ninja di Ferro, che ne strinse il collo inerme. Una scena che ricordava inevitabilmente quella già accaduta ad Azumaido con la spia, sotto forma di oca, di Dansei Otoko. L’odio, diffusosi già da un pezzo in quell’ambiente come un miasma tossico che si propagava da Kensei stesso, raggiunse il picco nel momento in cui il Mizukage mostrò un briciolo della sua umanità e tutto il suo astio per l’Istituzione, l’Insubordinazione e, soprattutto, l’Uomo, uno in particolare.

    [...]



    Il piccolo santuario del Sancta Sanctorum, nascosto nei più reconditi recessi del Tempio Senpou, avvolto da un lato, da una cascata mistica e, dall’altro, dalle montagne oltre Ashina, apparve allo sguardo rivolto dentro di sé dello shinobi da un braccio solo. Il cielo, di solito limpido e splendente, era ancora oscurato da nuvole dense e nere, da quando il Mizukage lo aveva fatto entrare nel suo clan. La stessa voce tetra e ctonia sembrava provenire proprio da quell’inferno celeste.

    Hai visto, Lupo, quanto sono deboli gli uomini? Cadono subito in preda ai fervori delle emozioni, non capiscono più nulla quando gli si toccano gli affetti ed anche un uomo che dice di essere la rappresentazione degli ideali che trasmette, in realtà, è solo un pagliaccio alla mercè dei suoi impulsi.

    Un rombo. Poi un fulmine si abbatté al suolo, facendo infuocare un cespuglio germogliante di fiori di ciliegio. Il cespuglio sembrava essere sempre in procinto di carbonizzarsi senza mai però diradarsi del tutto, come se la scarica elettrica, oltre che il fuoco, avesse messo in atto anche un processo di rigenerazione continua.

    Non resistermi. Vedi come si sprecano in piagnistei inutili, questi idioti che tu chiami compagni? Non capiscono che il potere non ammette i deboli come loro. E tu, shinobi dell’Erede Divino, in realtà sei come me. Dal mio insediamento nella tua coscienza, ho potuto notare la tua costante ricerca di potere, anche se tu l’hai sempre mascherata come fedeltà al tuo piccolo ed effemminato signore. Non hai ucciso la Falena solo per salvare Kuro, vero? Trafiggerla ti ha fatto sentire un brivido di folle onnipotenza. Non hai ucciso Genichiro ed Isshin solo per il compito che ti era stato assegnato! Tu dovevi essere il più temibile spadaccino di quella terra così ambita dalle divinità. Dovevi raggiungere e superare addirittura la potenza DI MIA MADRE! Ed il Gufo… hai trapassato le sue carni con Kusabimaru solo perché non acquisisse il Sangue del Drago per i suoi sporchi scopi, nevvero? Eppure superare il padre tuo non puoi negare che ti ha fatto sentire vivo. Già... perché tu sei vivo solo quando uccidi. Lo Shura è la tua vera via, ammettilo. Guardati ora. Hai perso tutto, sei solo poco più che uno straccione e questi buffoni di cui ti sei circondato potrebbero distruggerti con uno schiocco di dita! Non fare la fine di quello sciocco Scultore. Accetta la tua vera natura. ORA!

    Nel mentre, il Mizukage aveva allentato la presa sul Ghepardo, ulteriori disquisizioni col Primario di Kiri erano in corso e, la ragazzina figlia del precedente Mizukage, mostrava tutta la fragilità degli anni che aveva.

    Patetica mocciosa. Kensei si è rammollito, a quanto pare. Dovrebbe selezionare meglio i suoi sottoposti. A noi non servono certo bambine frignanti, primari con velleità di giustizia o fantocci che si dimettono e poi non vanno fino in fondo nelle loro decisioni. Guarda quel Youshi invece. Una macchina predatoria perfetta: silenziosa ed efficace. Sarà un alleato prezioso. Per quanto riguarda quel tipo che tu chiami Pantera, beh, se starà dalla nostra parte, potrà condividere anche lui il potere, altrimenti soccomba come tutti gli altri.

    Una lunga pausa. I suoi compagni di Kiri erano tutti intenti a spargere altre gocce del proprio sangue su quegli altari speciali, mentre accettavano, chi con orgoglio, chi con un po' più di titubanza, i nuovi ruoli assegnati dal Mizukage.

    Che ne dici, Lupo, figlio del Gufo, shinobi dell’Erede Divino, shinobi del Ninja di Ferro. Vorrai essere, d’ora in poi, invece, lo Shinobi del Drago?

    Il Lupo parlò, dopo molto che era stato in silenzio, totalmente indifferente al subbuglio da poco accaduto in quell'ufficio. La sua risposta sarebbe stata rivolta ad entrambe le richieste. Quella di colui che dominava il suo mondo esterno, il Mizukage, e quella di colui che dominava, almeno per il momento, il suo mondo interno, Koutsu, il Drago dell’Odio

    Accetto questo ruolo!

    Gli altri avrebbero semplicemente udito il loro compagno, proveniente da una terra lontana, accettare il compito di sorvegliare le mura del villaggio, cioè di diventare una Mano Grigia. Quella risposta, però, aveva un significato recondito, inaccessibile ad altri se non, di lì a poco, al Mizukage.
    Gli occhi, infatti, si sarebbero fermati proprio sulla bardata figura del suo Signore, mentre siglava col suo sangue un accordo che avrebbe influenzato tutto quanto. Il sangue che gli aveva chiesto il Ninja di Ferro per completare il rituale, il sangue che bramava Koutsu dagli albori dei tempi...
    Kensei avrebbe udito rimbombare nel suo elmo una risata tetra, fastidiosa e molto ben conosciuta. Dopo poco si sarebbe ritrovato nel mondo interiore del suo fedele servitore, davanti al Sancta Sanctorum, saldamente chiuso da una forza invincibile, mentre da quel cielo nero sarebbe disceso un immenso drago d'ebano dalle fattezze familiari al Mizukage.

    Ora, Kensei, dobbiamo discutere di come tu, io ed il giovane Kenkichi qui al tuo fianco, faremo diventare Kiri l’Unica Nazione di questo mondo frammentato.

  6. .


    Gli Abiti della Nebbia


    ~II~



    La Strada dello Shura



    La guerra, alla fine, arrivò anche tra le montagne sperdute. Distrusse tutto: strappò le vite di innocenti, costretti ad abbandonare le proprie attività per improvvisarsi soldati; fece sparire i mercati stagionali che si avvicendavano di volta in volta lungo le mura del castello; corruppe un culto basato sulla meditazione e l’armonia. La violenza è stata sempre connaturata nell’animo umano ed essa nacque nel momento in cui si scoprì che un osso poteva essere usato non solo per costruire, ma anche per ottenere potere: costringere gli altri del proprio o altrui gruppo a sottostare alla volontà di Uno.
    Fu la volontà del Governo Centrale, coi suoi stendardi cremisi, di sottomettere tutti i feudi in una sola grande nazione, a far scoppiare la bolla del caos. Lo scontro con il feudo di Ashina divenne inevitabile. E mentre la sua terra, antica quanto le rocce, misteriosa quanto un picco oscurato dalle nuvole, veniva messa a ferro e fiamme, lo spadaccino Isshin, forgiato dal fuoco di mille battaglie, tagliò la gola al generale Tamura. Era l’atto finale di un assedio che aveva mietuto innumerevoli vittime. La guerra, finalmente, era conclusa. Ashina rimaneva sotto il controllo della prestigiosa famiglia degli eretici della Fonte del Drago. L’Esercito Rosso però non era disposto a far cadere nel vuoto le sue mire espansionistiche. Ed Isshin, nel frattempo, sarebbe invecchiato…
    Il Lupo era stato inconsapevolmente l’apriporta che, molti anni dopo, avrebbe condotto il Governo Centrale ad insinuarsi nel suo feudo senza troppe resistenze. E pensare che le cose sarebbero potute andare in modo diametralmente opposto, se solo Genichiro, diretto successore del vecchio ubriacone al comando di Ashina, avesse avuto il buon senso di ricorrere alle sue sole forze per difendere la sua casa, senza sfruttare poteri capaci di cancellare l’umanità dagli occhi di un uomo.
    Lo shinobi vedeva ancora tutta la scena davanti ai suoi occhi: nel bel mezzo dello scontro, lassù, nell’Osservatorio, la torre più alta del Castello Ashina, dove poteva essere ammirata tutta la magnificenza del feudo e delle immense montagne che lo cirondavano, quando ormai le loro spade s’erano incrociate più e più volte, il samurai chiedeva al ninja di cambiare padrone, di lasciare Kuro in suo favore. Che eresia…

    Eresia, dici? Se è per preservare il Bene di Ashina, sono pronto ad accettare qualsiasi eresia, resisterò ad ogni sofferenza. Temi il Fulmine di Tomoe!

    Il guerriero saltò in alto e per un istante, un solo attimo, parve come librare nell’aria, mentre improvvisamente nuvole minacciose coprivano il cielo ed un fulmine cadeva con forte frastuono, andando a colpire proprio la spada di Genichiro, il quale ancora in volo parve capace di controllare l’immensa forza della natura, domarla e spedirla carica di potenza contro il suo avversario. L’arte eretica della splendida Tomoe. Un flash accecante. Un’impareggiabile scarica elettrica…

    […]



    L’Ōkami tornò d’un tratto alla realtà. Il suo nuovo Signore aveva fino a quel momento parlato di come Kiri fosse intrinsecamente superiore alle altre nazioni, di come l’influenza della Nebbia dovesse estendersi oltre i propri confini, inglobando infine tutto il mondo sotto un’unica bandiera. Senza accorgersene era passato dalla parte di un nuovo Governo Centrale, un nuovo Generale Tamura pronto a sottomettere intere popolazioni. Come prevedibile, tutti i presenti si opposero, tranne l’Ombra, che rimase in silenzio.
    Anche il Lupo non fiatò. Non poteva permetterselo. Non poteva andare contro gli ordini del suo Superiore.
    Mimando i gesti che aveva fatto molto tempo prima, gesti di una tradizione che si perdeva nell’alba di una tribù divina, il ninja da un braccio solo si tagliò leggermente la parte laterale del collo. Del sangue ne sgorgò, che cadendo a terra, assieme a quello dei suoi compagni, innescò un processo che esitò nella comparsa di sette altari. Sette altari, davanti a sette ninja. Ognuno di essi custodiva un rotolo, cinque inoltre proteggevano una katana. Due, invece, mancavano dell’arma. Uno di questi altari mozzi, come c’era da aspettarsi, fu provvidenzialmente quello che apparve davanti al Lupo. Lo shinobi si prostrò di fronte all’altare, in un gesto che era a metà quello di una preghiera e quello di un ossequio.

    Signore, sono al suo servizio…

    Mentre pronunciava quelle parole, però, il dubbio s’insinuò nei suoi pensieri. Ora, forse, capiva leggermente meglio il tormento che doveva aver passato il nipote acquisito di Isshin… ora che lui stesso, sotto la guida di una figura ben diversa da quella di Kuro, stava per intraprendere la strada dello Shura

    Ashina, questa terra… è tutto per me. Per il suo bene, sono pronto a rinunciare alla mia umanità.

  7. .

    Il recupero di Haru Harada


    ~I~



    Pōru Han'ei



    La sabbia in bocca aveva un sapore amaro. I granelli si infiltravano in ogni fessura: tra i denti, sotto la lingua, tra gengiva e guancia e fino in fondo alla gola. Una forte tosse. Fu questo che infine lo destò. Lui aprì gli occhi lentamente sotto il sole cocente della spiaggia su cui era svenuto. Le immagini che provennero ai suoi occhi formavano un tutt'uno sfocato, mentre con un impulso irrefrenabile il Tokugawa senza nome si piegava in avanti, sputando al suolo una pioggia dorata fatta di rena e saliva. Ansimava. In tutta la sua vita mai era andato così vicino alla fine. In tutta la sua vita mai una preda gli era sfuggita. Quella ragazza... quel profumo... non sarebbe stato facile scordarli, ma soprattutto dimenticare l'umiliazione subita. Maledetta sgualdrina! Era ora di finirla!
    Con ira la spia si alzò in piedi. Fu un'azione avventata. I raggi di quel sole pomeridiano, indifferente alle sofferenze dell'umanità, sebbene ormai scevro della potenza accecante di mezzodì, lo privarono della vista, ma solo per un attimo... il tempo di rendersi conto che la sua avversaria, poco prima stesa al suolo, inerme come un fiore colto e gettato tra le erbacce, era sparita.

    TANAKA! CHE TU SIA MALEDETTO! NON ERANO QUESTI I PATTI!

    Si girò di scatto, Lui, verso il mare sconfinato, per controllare se l'imbarcazione con la quale era arrivato fosse ancora lì dove l'aveva lasciata. La scena che ebbe di fronte gli fece cambiare di colpo umore. In fin dei conti era stato un bene venir lasciato lì a marcire su quell'isola dimenticata da quel traditore di un capitano infetto. La nave di Tanaka era stata letteralmente spezzata in due. Prua e poppa erano capovolte e pian piano stavano affondando nell'oceano. Non solo, sembrava che l'essere ributtante che quel pazzo teneva rinchiuso nella stiva fosse stato liberato: Kagome stava assumendo la sua forma originaria ed un mostro alto quanto un intero edificio svettava all'orizzonte, scatenando un piccolo maremoto.
    Bene. Ha avuto quel che meritava. Così pensò il Tokugawa. E pensando così il nukenin trovò all'improvviso un'altra ragione di esistere: un'altra potenziale missione pronta a riempire il vuoto di cui era colma la sua vita insensata.
    Il pirata grassone era ancora lì, sepolto in un cumulo di sabbia, apparentemente invisibile nel mezzo del frastuono che era scoppiato su quella costa. Nel frattempo una pallida luna s'era levata alta nel cielo. Pioggia, lampi e tuoni avevano iniziato a sferzare la terra lieve. Fu in quella tempesta che anche il danzatore reietto riprese conoscenza: degli occhi completamente bianchi ed una faccia inespressiva lo fissavano a pochi centimetri di distanza dal suo volto. Delle mani fredde, cadaveriche, lo tenevano per il colletto, mozzandogli il fiato e sollevandolo leggermente da terra.

    Ora tu mi porterai dai tuoi sporchi compari...

    […]



    Questi sono i miei appunti. Gli appunti di un caso a dir poco particolare. Un caso che non mi ha mai condotto per mano, ma anzi ha minato profondamente tutto ciò in cui credevo.
    Haru Harada, non lo conoscevo, ma lui sapeva chi fossi io. Quando la polizia non ti aiuta ed i preti non ti credono, chiami Pōru Han'ei, chiami me. Se sei un ragazzo come Haru, scrivi. E fu proprio quello che fece. La lettera di Haru iniziava come qualsiasi altra lettera di un ammiratore, ma poi accennava a cose che un ragazzino non dovrebbe sapere. Esistono posti che pochissime persone possono vedere. Haru ne avrebbe potuto disegnare una mappa. Non avevo ancora messo piede su quell'isola sperduta in mezzo all'Oceano di Nanmen, ma già avvertivo la sua oscurità penetrare dentro di me. Sempre se l'avessi trovata. Per scovare Haru Harada non sarebbe bastato bussare alla sua porta. Ero arrivato troppo tardi. Per trovare Haru, avrei dovuto innanzitutto capire chi e cosa stesse cercando di nascondermi quel posto. La lettera di Haru indicava due shinobi, uno spadaccino di Oto ed uno di Kiri, privato del braccio sinistro, che avrebbero saputo condurmi su quell'isola. Sarei partito da loro.


    Pōru Han'ei



    […]



    Il Corvo, nel sonno, avrebbe sentito una voce profonda e calma rimbombare nella sua testa, voce che recitava con cadenza lenta e seria gli appunti che un investigatore privato stava prendendo sull'ostico caso di un ragazzo scomparso dal nome di Haru Harada. Sarebbe infine apparsa sinuosamente una visione: un piccolo porto al confine sud del Paese del Vento, nelle vicinanze di una minuta oasi dispersa in mezzo ad un'infinità desertica, che si affacciava proprio sull'Oceano di Nanmen. Al suo risveglio una mappa ed un biglietto che indicava l'itinerario da seguire e la descrizione sommaria di chi l'avrebbe aiutato a raggiungere il posto.
    Al cancello Ovest di Oto, Moyo avrebbe trovato uno strano tizio col turbante, dalla pelle scura, con una carrozza a cupola, trascinata da due cavalli, che lo avrebbe trasportato fino al confine orientale del Paese del Vento, tagliando per la parte nord-occidentale del Paese del Fuoco. Salito a bordo, il Corvo sarebbe stato completamente invisibile dall'esterno. Il viaggio sarebbe durato tre ore buone. Il misterioso cocchiere non avrebbe mai aperto bocca. La carrozza si sarebbe fermata davanti ad una grande prateria, una distesa enorme di erba che si estendeva a perdita d'occhio verso Konoha senza nemmeno un albero frapposto, mentre verso Suna quella landa diveniva gradualmente steppa ed infine deserto. Il Corvo sarebbe stato invitato a scendere, solo a gesti, mai con parole, e gli sarebbe stato consegnato il modellino di una barca. In quella terra di mezzo, la carrozza avrebbe ceduto il passo ad una carovana.

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    Un altro tizio col turbante, ma stavolta con lunghi baffi che spuntavano da entrambi i lati del suo viso, si sarebbe fermato davanti allo spadaccino, sarebbe sceso da un cammello e, lasciando che il resto della carovana continuasse per la sua strada, avrebbe osservato il curioso modellino. Avrebbe fatto cenno di assenso con la testa e avrebbe invitato Moyo a salire sulla gobba dell'animale.

    […]



    Il deserto sarebbe stato il solo compagno dello spadaccino e del beduino per tre interi giorni. Il sole infuocato avrebbe messo a dura prova la resistenza del ninja di Oto durante le ore diurne, il freddo glaciale avrebbe temprato le sue membra di notte. Non ci sarebbe stato cibo né acqua, se non quella che il Corvo avesse portato previdentemente con sé [Nota]Per ogni giorno passato nel deserto, due tacche in meno a Resistenza e Riflessi.. Alla fine del primo giorno, sarebbero iniziate le stranezze. Dapprima solo un leggero rimbombo in lontananza, disperso tra le dune del deserto illuminato dalla luna. Poi il rumore si sarebbe fatto più forte e la terra avrebbe cominciato a tremare. Urli e schiamazzi di predoni al culmine della frenesia. Una vera e propria mandria di fantasmi delle sabbie sarebbe giunta a cavallo dall'oscurità estrema della notte, con facce sostituite da teschi segnati da profondi solchi scavati nelle ossa. Dietro di loro, li avrebbe seguiti un fuoco infernale che avrebbe bruciato tutto ciò che avesse incontrato. Sembrava quasi che le fiamme divampassero dai demoni stessi.

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    Avrebbero vibrato colpi di frusta e scagliato frecce da ogni direzione. Moyo, in qualche modo, avrebbe dovuto evitare di essere preso, ma soprattutto avrebbe dovuto evitare di venire carbonizzato dall'inferno che li seguiva. Dopodichè avrebbero sorpassato il cammello, per sparire nuovamente inghiottiti nelle dune dalle quali erano provenuti. Stranamente il suo compagno di viaggio sarebbe rimasto tranquillo per tutto il tempo, senza la minima preoccupazione che quel trambusto potesse nuocergli [Nota] Gli scheletri fantasma sono equivalenti a energia Nera. Le frecce hanno potenza 20 e le fruste potenza 30. Subisci, contemporaneamente, 3 colpi di frusta e 2 di feccia, seguiti, immediatamente dopo, da 2 colpi di frusta e 3 di freccia. Fanno danno alla sola vitalità. Puoi provare a difenderti da ogni colpo singolarmente, o cercare un modo per proteggerti da tutti i colpi in una volta sola...
    Per quanto riguarda i danni dovuti al fuoco, subisci una leggera diffusa da ustione per ogni slot difesa che usi per difenderti dall'attacco degli scheletri, oltre all'eventuale DnT che deciderò alla fine del turno. Il fuoco causa danno solo alla vitalità.
    ...

    […]



    All'inizio del terzo giorno, un'oasi sarebbe spuntata all'orizzonte. Il carovaniere avrebbe depositato lo spadaccino sotto una palma, ricca di noci di cocco, avrebbe consegnato stavolta un cannocchiale ed una bussola malfunzionante, tracciato a terra, con un semplice ramo secco, due cerchi imperfetti disposti uno davanti all'altro e, come il suo collega precedente, se ne sarebbe tornato sui suoi passi. Tuttavia, del porto che era apparso in visione al Corvo, non ci sarebbe stata nemmeno l'ombra, sebbene a qualche centinaio di metri fosse effettivamente visibile l'Oceano di Nanmen. Se Moyo avesse usato le sue capacità di percezione avrebbe notato che quegli oggetti sprigionavano chakra, se toccati in un preciso ordine: il cannocchiale, la bussola e poi il modellino di barca. Inoltre la bussola tendeva ad orientarsi nella direzione in cui era puntato il cannocchiale. Magari il cannocchiale serviva per scrutare la posizione di qualcosa verso cui orientare la bussola...
    Qualunque segreto si nascondesse dietro quegli oggetti, il Corvo avrebbe dovuto far presto. La sabbia, di lì a poco, avrebbe preso a ribollire, come acqua in una pentola a cento gradi. La terra avrebbe tremato ancora, per poi aprirsi letteralmente in due. Dei tentacoli giganteschi sarebbero emersi dal terreno a precedere una piovra dalle dimensioni colossali che avrebbe oscurato il cielo per sempre [Nota] Sarebbe inutile attaccare la piovra in questo frangente, concentrati invece sul capire come funziona la disposizione degli oggetti nei cerchi e cosa devi cercare col cannocchiale....

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    CITAZIONE
    Benvenuto nel continuo della quest il recupero della nave di Tasaki Moyo. Come vedi, ho deciso di iniziare subito con l'azione. Per quanto riguarda il coinvolgimento del Lupo nella vicenda, essendo anche stavolta una comasterata, lascio decidere a te come egli entrerà a far parte della missione e quello che gli aspetterà prima di riunirsi al Corvo.


    Edited by ~Sekiro~ - 19/9/2021, 04:01
  8. .


    Gli Abiti della Nebbia


    ~I~



    Di Padre in Figlio



    Quando il Tasso Testa Nera scoprì di essere rimasto vittima degli stessi rapimenti che fino ad allora aveva così efficacemente compiuto, ormai era troppo tardi. Arreso, distrutto e col rancore e la rabbia nel cuore, in primis verso sé stesso, l'assassino era immobile davanti alla tomba... la tomba di suo figlio... uno dei tanti esperimenti falliti di quei monaci dalla tunica arancio. Le girandole giravano senza sosta, lassù, al vento impetuoso che imperversava tra le fronde dei monti sopra Ashina... lassù, sul Monte Kongo, qualcuno poteva ancora sentirli ridere e correre spensierati... i bambini delle Acque del Ristoro.
    Doveva passare per quei lidi uno shinobi senza un braccio, perchè colui che una volta faceva parte dei Ratti, si decidesse a schierarsi apertamente contro coloro che erano stati i suoi mandanti.
    Il Tasso Testa Nera... lo spietato mercenario che alla fine perisce sotto i colpi del fuoco Rosso del Governo Centrale, solo per far scudo col proprio corpo ad un bambino che passava da quelle parti...
    Il Tengu di Ashina, dall'alto della sua ronda, quella volta, forse, sarebbe riuscito a distingue un Tasso da un Ratto.


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    A Tenkichi, da Tasso.



    La scritta scarabocchiata sulla Sfera Mibu era quasi del tutto svanita. Il freddo della bufera in corso faceva cadere e depositare, sopra quel pallone dai colori dell'arcobaleno, riempito con acqua ritenuta benedetta, granuli di neve che opacizzavano l'unica prova al mondo che, sì, Tasso e Tenkichi, un tempo erano davvero esistiti.
    Il suo Signore, Kusabimaru, era saldamente piantato nel suolo ghiacciato. Lo shinobi era inginocchiato davanti alla spada scintillante, come se stesse in riverenza di fonte a una persona in carne ed ossa. Testa bassa, con la destra teneva quel ricordo tanto fragile e prezioso. Una leggera pressione. La Sfera del Pellegrino scoppiò con un tonfo sonoro. L'acqua che ne uscì, acqua presa direttamente durante il Pellegrinaggio alla Fonte del Drago, si cristallizzò in un istante, trasformandosi in una cascata di brina che parve fermare il tempo per sempre. L'attimo di Tenkichi e Tasso. L'attimo che si ripete in eterno, segnato dal costante roteare delle girandole sul Monte Kongo. In eterno. Quei cimeli sarebbero durati in eterno.
    La carta che racchiudeva il liquido giaceva per terra. Quei colori vividi risaltavano tra il bianco di Azumaido. Il Santuario Kenkichi sarebbe stato un ottimo riposo per il padre ed il figlio. Così, almeno, aveva deciso. Seppellì l'involto del pallone nella neve, davanti a quel disperso luogo di culto. Si dice che se si viene bagnati dall'acqua benedetta racchiusa in una sfera Mibu mentre si prega, il fortunato possa ricevere ogni sorta di vantaggi. Che quella benedizione allora possa tornare a chi in origine era destinata...

    Riposate in pace.


    Il Lupo estrasse Kusabimaru dalla neve, destato improvvisamente dal sopraggiungere di un silenzioso battito d'ali. Dalla parte posteriore delle sue vesti poteva intravedersi una specie di meccanismo oblungo penzolare, avvolto in uno strato di logori panni.
    Un pipistrello. Giungeva il messaggero come angelo oscuro inviato da un Fantasma. No, decisamente, non era Kyofu...

    […]



    Un Pellegrino venuto da lontano varcava l'enorme cancello dell'Amministrazione di Kiri. Il ritorno dall'isola gemella di Genosha era durato più del previsto. I guardiani, i suoi compagni... non sarebbe stato facile riconoscerlo. Un ninja dal volto rude, con barba incolta, un mantello arancio lacero e vesti grigie consumate, si sarebbe palesato nell'ufficio dell'altro suo Signore: il Kenkichi di Ferro. Il Fantasma di Azumaido.
    Perchè aveva intrapreso quel viaggio? La sua spada ritrovata, Kusabimaru, ormai corpo metallico del Signore suo originario, Kuro-sama, l'Erede Divino, aveva smesso da tempo di parlargli. Quel drago ributtante era entrato in lui e doveva aver interferito in qualche modo con il legame che si era appena ricreato col suo passato. Il Drago Divino non poteva di certo essere imparentato con quell'essere...

    Mio Signore, di nuovo rispondo alla sua chiamata.

    Come sempre inchinato, come sempre pronto, come sempre disposto a sacrificare la sua vita perchè la volontà che lo manovrava potesse raggiungere i suoi scopi.
    Sette sedie nere come la notte e sette shinobi seduti al di sopra di esse. Li conosceva tutti.
    La Pantera lo aveva quasi ucciso a Genosha. L'Ombra gli aveva fatto ricordare quanto le illusioni della Falena potessero essere terrificanti. Il Ghepardo gli aveva mostrato come superare i propri limiti. A completare il quadro v'erano poi un altro disperso Kenkichi con il quale non aveva mai approfondito la conoscenza ed il Primario di Kiri, che, durante la missione alla Bruma, era sparito quasi subito.
    In effetti c'era qualcuno che il monco non aveva mai visto. Nascosta dall'imponenza di quei temibili guerrieri, una piccola creatura fece capolino alla chiamata del Mizukage.

    Io so praticamente tutto su di te. Sei da sempre un'osservata speciale del Paese dell'Acqua; ma quello che realmente mi interessa, Jukyu, è sapere chi tu credi di essere. Prendi parola.

    Una giovane ragazza dai capelli neri, con sguardo deciso e scontroso, lanciato tramite occhi che facevano da medium fisici, perle verdi incastonate in seta bianca come il latte, iniziò a parlare.
    Ella era la figlia del precedente Mizukage. Tuttavia, non sapeva nemmeno lei chi fosse realmente. Aveva abbandonato, a quanto pareva, ogni legame col passato ed ora la vita, impassibile, la trascinava di nuovo nel gorgo, in un mulinello irrefrenabile verso la fine che attende ogni essere. Il Villaggio, però, sembrava poter essere per lei un buon punto di partenza da cui spiccare il balzo.
    La storia continuava. Di padre in figlio.

    Il Lupo ed il Gufo.
    Tasso e Tenkichi.
    Jukyu ed Itai.




  9. .


    Albatros Cinereo


    ~V~



    Dolore e Respiro



    Era Sengoku. Tre anni dopo la distruzione della Tenuta Hirata. Uno shinobi decaduto sonnecchia abbattuto in uno squallido cunicolo sotterraneo adibito a prigione. La segreta si affaccia all’esterno tramite un foro sul tetto, dal quale filtrano i delicati raggi di una pallida luna piena. Rischio che il ninja possa scappare? Praticamente nullo: gli Dei lo hanno abbandonato ed il fallimento che si porta dentro pesa più di innumerevoli macigni.
    Quella luce soffusa, tuttavia, dona all’atmosfera dimenticata un particolare candore che anticipa una qualche forma di Resurrezione: il nero del buio viene stemperato dal giallo opaco e la notte che s’insinua nell’antro sembra risplendere, per un momento, più del giorno.
    Un petalo di ciliegio ad un tratto cade dal foro soprastante e, sfiorando lo sfortunato, lo risveglia dal torpore. Lì, davanti a lui, c’è una letteraOrnamental-Letter, che recita Lupo di Kuro, il Destino attende alla Torre della Luna… ed il destino lo avrebbe effettivamente atteso: quella notte avrebbe perso un braccio per guadagnare una zanna capace di farlo balzare sopra ogni tetto, al di là di ogni pendio, saettando di ramo in ramo come un predatore desideroso soltanto di raggiungere la sua vendetta…


    [...]



    Perché, mentre spiccava il salto verso l’albero maestro, all’improvviso gli era tornato in mente quel ricordo? Quella notte… quella notte era stata l’inizio della sua redenzione, la notte in cui al posto di un braccio avrebbe guadagnato, di lì a poco, una zanna. Forse quello slancio repentino lo aveva riportato per un attimo alle sensazioni a cui tempo prima era ormai pago: il vento ed il freddo dei monti che gli si abbattevano sulla fronte mentre librandosi in cielo sorvolava le immensità di Ashina.
    L’atterraggio sul duro legno fu sorprendentemente agevole. Mentre il Lupo stabilizzava definitivamente l’equilibrio, i suoi compagni di missione, in ordine sparso, lo raggiunsero. Il Ghepardo era immobile, in attesa che i suoi “allievi” non deludessero le sue aspettative. Ed essi non lo fecero. Il fine shinobi dagli agili movimenti accennò in fretta e furia che sulla nave avessero fatto irruzione ben quattro banditi e che questi si trovassero nella stiva. Nessuno poteva vederli, ma, in qualche modo, il Ghepardo aveva occhi capaci di penetrare là dove nessun’altro dei presenti poteva.
    I cinque spiccarono un grande salto, oltrepassando la melma che li aveva in precedenza intrappolati, per ritrovarsi davanti all’ingresso che faceva accedere sottocoperta. In quella stanza poteva esserci l’ostaggio che dovevano salvare, il venditore di katane che aveva richiesto il loro servizio?
    La risposta arrivò subito. Spalancando la porta, il Ghepardo permise agli altri di mirare una grande stanza, pressoché spoglia, che terminava con delle scale di legno che scendevano verso gli alloggi. Non c’era nessuno né alcun segno della presenza nemica o del loro committente… quand’ecco però che la trappola preparata per loro scattò senza preavviso. Dall’ombra emerse una figura, quasi come se fino ad un attimo prima ne fosse stata parte. Subito dopo il nukenin attaccò il gruppo con una mossa del tutto particolare: aprendo la bocca al massimo grado e assumendo un aspetto quasi inumano visto l’innaturale movimento effettuato dalla mandibola, egli ne fece fuoriuscire una poltiglia aguzza nera, nera come la melma che si trovava ancora sul ponte soprastante. Questo nuovo ribrezzo, a contatto con l’aria, s’indurì e, mentre come un elastico circondava gli shinobi di Kiri, palesò finalmente la sua funzione: fungere da catene atte a bloccare i movimenti avversari.
    Erano di nuovo al punto in cui si trovavano alcuni minuti prima. Imprigionati ed impossibilitati a muoversi a causa di tecniche banali e rivoltanti di banditi senza nome.

    Ssssssarà un piacere, lasciarvi ASsssissstere alla decapitazione del vosssstro Osssstaggio… i miei amici SSSSi Sssstanno già divertendo. perirà colpito dalla lama me egli Sssssstessssso ha forgiato…
    Sssssssahahahahsssss sssssshahahahahsssss


    Quel parlare serpentino era disturbante ed irritante. Il Lupo avrebbe voluto terminare quel fastidio senza troppi convenevoli tagliando la lingua del loro assalitore. Il tonfo della porta che si richiudeva alle spalle di quell’insulso individuo fece ritornare lo shinobi da un braccio solo alla concentrazione che era richiesta. Anche il Ghepardo iniziava a mostrare una certa intolleranza per quella situazione. Come in precedenza, ancora una volta quel felino aggraziato sorprese tutti esibendosi in un repentino accumulo e rilascio di chakra che, sotto forma di un’onda d’urto, si propagò dal suo corpo scaraventando in ogni direzione tutte quelle lame melmose che lo tenevano bloccato.

    Non è più il momento di giocare. È ora di fargliela pagare. Avete capito vero che il principio appena utilizzato è lo stesso del controllo del chakra precedente? Prima era concentrato nei piedi, adesso il controllo è sul corpo… non posso star qui con voi a perdere tempo ne pretendo che vi liberiate d’un botto come ho appena fatto io… inizialmente concentratevi su ogni singolo listello. Ma non attenderò troppo… altrimenti vi ruberò tutto il divertimento…

    Il Lupo chiuse gli occhi. Doveva svuotare la mente. Se nella trappola appena superata era riuscito a concentrare il chakra sotto la pianta dei piedi, adesso doveva semplicemente eseguire lo stesso procedimento ma facendolo spargere per tutto il corpo.
    Inizialmente il chakra in automatico andò ad accumularsi nei suoi calli, creando un cuscinetto respingente che lo fece librare a pochi centimetri da terra. Ormai era ovvio: aveva imparato almeno quella parte del lavoro. Piano piano lo shinobi monco cercò di far fluire quella particolare energia verso l’alto: dapprima le gambe, poi le ginocchia ed infine le anche. Fermò all’improvviso lo sforzo. Il dolore gli avvolse in un lampo gli arti inferiori. Ora era bloccato non solo da quelle catene melmose, ma anche da catene di spasmi. Al passaggio del chakra repulsivo lungo i suoi muscoli, tendini, legamenti e nervi, questi si contorcevano, dislocavano, allungavano a dismisura per poi ricontrarsi subito dopo. Erano gli stessi effetti che aveva provato sul ponte. I quadricipiti sembravano ribollire in una sorta di fibrillazione incessante, come se tanti piccoli vermi avessero preso a muoversi all’interno delle fibre muscolari spingendo verso l’esterno. Non doveva cedere ora. Non poteva. Inspirò profondamente. Dopo l’iniziale colpo, adesso il dolore alle gambe sembrava essersi calmato. Iniziava a controllare il flusso di chakra spandersi nella sua carne. Mentre l’aria riempiva i polmoni, sentì i muscoli contrarsi cosicchè le cosce ed i polpacci si strizzarono, rimpicciolendosi. In un secondo una scossa tremenda lo attraversò, percorrendo la schiena e infilandosi nella nuca come spilli. Al ché il Lupo espirò, facendo fuoriuscire in una volta sola tutta l’aria accumulata. A quell’atto, come i polmoni, sentì che anche i muscoli si riespandevano, ma di colpo, in un’esplosione di energia improvvisa che si propagò nell’aria circostante come l’onda d’urto che aveva liberato poco prima il Ghepardo. Sarebbe riuscito il ninja di Ashina a svincolare gli arti inferiori da quelle spire?
    Se così fosse stato, sarebbe rimasto allora da svincolare il resto del corpo. D’istinto il Lupo avrebbe provato la stessa tecnica, concentrandosi sul respiro per controllare indirettamente il trasudamento del flusso di chakra nell’apparato muscolo-scheletrico e quindi il grado di espansione dello stesso. Fu un errore. Infatti, stavolta anche i muscoli respiratori venivano travolti dall’ondata di energia repulsiva che sgorgava dal suo sistema circolatorio e, quindi, il ritmico movimento di afflusso ed efflusso d’aria veniva intaccato, impedendo alla gabbia toracica di allargarsi a dovere. Si sentiva soffocare, ora come se un peso enorme gli schiacciasse il petto, ora come se qualcuno gli pompasse aria forzatamente nei polmoni. Era chiaro che doveva escogitare un altro metodo.

    Concentrarsi su ogni singolo listello...

    Il Pellegrino disperso prese alla lettera il consiglio e cercò di manipolare il traboccare di chakra repulsivo nei muscoli gradualmente, facendo espandere e contrarre un singolo settore corporeo alla volta. Iniziò dal suo unico braccio. Bene! La respirazione in questo modo non veniva intaccata. Quella strana sensazione di fibrillazione muscolare iniziò ad emergere dalla sua spalla destra, discese poi come tanti piccoli vermi lungo bicipite e tricpite, superò il gomito, si fece largo tra flessori ed estensori lunghi della mano e poi… violentemente l’onda d’urto divampò.
    L’esito di quelle sofferenze, forse, sarebbe stato rivelato a breve…

  10. .


    La Nebbia e la Bruma


    ~V - VI~



    Riunioni



    E ci sono molti altri casi di famiglie e vite rovinate, qui al Lupo, a causa delle battaglie con la Bruma?

    Prima che i mercanti potessero rispondere, il suono giunse acuto ed inaspettato. Esso richiamò l’attenzione di tutti i presenti, che in un solo momento parvero cambiare radicalmente atteggiamento. I due mercanti, intervenuti ad aiutare il vecchio sfortunato, spalancarono gli occhi in un gesto di terrore e subito si mossero per tornare da dove erano venuti, in un maldestro tentativo di trascinare con sé il barbone.
    Era scattato una sorta di allarme che s’era diffuso per tutta la cittadina e, il Lupo, dal canto suo, aveva già potuto notare come le guardie avevano iniziato ad agitarsi e a fermare chiunque avessero anche solo trovato lontanamente sospetto.

    Non andatevene così in fretta, ditemi almeno dove sono stati visti per l’ultima volta i figli di quest’uomo prima che salpassero per il mare. È fondamentale che almeno si scopri che fine abbiano fatto…

    Mentre si congedava dai suoi interlocutori, ormai pervaso dal forte desiderio di scoprire di più sulla triste fine che avevano fatto quelle giovani anime, il ninja da un braccio solo pensava forsennatamente a dove ritirarsi. Ritornare alla locanda che li aveva ospitati la notte precedente? Dopo il vivace scambio con i loschi tipi radunati ai tavoli, avrebbe significato rischiare che qualcuno avesse potuto richiamare le guardie direttamente sul posto, o peggio, un agguato da chissà quale malfamato bandito. Rintanarsi nella biblioteca in cui poco prima erano entrati i suoi compagni? Questa poteva risultare un’alternativa migliore, ma dopo l’allarme probabilmente l’ingresso alla struttura sarebbe stato precluso. Il vorticare dei pensieri e dei dubbi, tuttavia, fu prontamente fermato dall’improvvisa quanto provvidenziale comparsa proprio dei due ninja con cui era partito: la Pantera ed il Ghepardo.

    Psss… psss… è il caso di allontanarci rapidamente di qui.

    Il Lupo fu così trascinato via da quella situazione difficile e, mentre il trio si allontanava dalla strada principale per riunirsi al resto dei ninja di Kiri, non sarebbe stato difficile notare come il loro sgattaiolare altrove era in qualche modo ignorato dalle persone attorno.

    Ghepardo, dì un po', è opera tua il fatto che sembriamo essere del tutto invisibili?

    […]



    Alla fine, l’intero gruppo si riunì, con l’eccezione di uno dei membri, quello che doveva essere il Primario del villaggio.
    Il Mizukage era giunto accompagnato da una strana giovane, che definì in tutta fretta come il loro “lasciapassare” per la Bruma. L’esperto comandante chiese ai suoi sottoposti innanzitutto di riferire quanto avevano scoperto nel loro girovagare per il Paese del Lupo.
    L’ Ombra raccontò della situazione economica e commerciale che si era instaurata tra Cielo, Miele e Lupo dopo l’intromissione della Bruma.
    Il Ninja di Ferro, poi, fece il punto sulla storia politica recente tra i tre Paesi e la Bruma, tirando in ballo anche la forgiatura di armi fatte di un metallo speciale nonché nomi e personaggi del tutto estranei alla conoscenza del ninja monco.
    La Pantera, invece, prese parola per rendere tutti consapevoli della vera identità di uno dei generali della Bruma, la Scarlatta, e di quanto sarebbe stato difficile raggiungerla.
    A quel punto parlò anche il ninja di Ashina.

    Signore, sono venuto a conoscenza che ci sarebbe l’opportunità di infiltrarsi tra i mercanti del Miele per penetrare nella Bruma senza dare nell’occhio, pagando il giusto prezzo. Inoltre, sembra che questo Paese venga attivamente confinato qui nell’entroterra ed ogni tentativo di salpare per mare sia intercettato dalla Bruma e le navi fatte affondare… Un attimo di silenzio seguì quelle parole. … Inoltre, penso ci sia la possibilità che da qualche parte possa esserci un testimone: un testimone diretto dello scontro tra la Bruma e l’ex-Mizukage. Il problema è che, al momento, non se ne hanno notizie.

  11. .


    Gocce di sangue e petali di Ciliegio


    ~IX~



    Il Silenzio



    Il compito di uno shinobi è uccidere, senza abbandonare la pietà.

    La storia dietro quel posto era tutt'altra che chiara. Cos'era accaduto tanto tempo prima a Kotetsu Sakura? Un villaggio seppellito sotto strati e strati di neve densa... densa di un passato sbiadito ed ormai troppo albino per essere ricordato. Ed i suoi abitanti... chi erano? Formidabili forgiatori, unici al mondo, capaci di plasmare in forme sempre nuove il metallo divino che aveva benedetto le terre di Azumaido... oppure schiavi, alla mercé di un Signore Oscuro, incatenati in una spirale di non morte e sofferenza?
    Il mondo, in fondo, era davvero piccolo. Lontana miglia e miglia dall'isola gelata, Ashina sembrava condividere più di quanto ci si potesse aspettare con Azumaido... la sfrenata brama dell'Uomo di trovare un rimedio a ciò che lo ha sempre tormentato sin dall'alba dei tempi: la paura della Morte. Ma ingannare la Falciatrice Solitaria può riservare un destino infimo... peggiore di quanto ogni tipo di morte possa apparire. Il Sommo Sacerdote del Tempio Senpou, i Nobili del Palazzo della Sorgente e, forse, stando alle recenti rivelazioni, anche gli sventurati abitanti di Kotetsu Sakura, lo avevano imparato a loro spese.

    A me di queste cose non è mai fregato niente però ... quindi, se vuoi che me ne vada, lo farò. Me ne andrò e non metterò mai più piede in questa isola maledetta. Lascerò tutto quello che ho preso, te lo giuro ma, per favore ... non uccidermi!

    Il Lupo guardò impassibile il capo del ladro, ormai sconfitto, chinarsi in segno di resa. Sguainò Kusabimaru e, in un sol gesto, vibrò la katana nell'aria gelata della gelida gemella di Genosha.
    Il sangue del suo avversario, che in precedenza aveva imbrattato l'acciaio scintillante della lama, venne fluidamente scaraventato via dal metallo affilato, macchiando irregolarmente di rosso il terreno imbiancato.

    Il compito di uno shinobi è uccidere, senza abbandonare la pietà.

    Questa volta, shinobi, i tuoi occhi potranno vedere sorgere un altro giorno. Ora và!

    Fu mentre rinfoderava la spada degli Hirata che avvenne. Un rumore sordo, dapprima, proveniente direttamente dalle viscere del suo animo; poi una sorta di boato a bassa tonalità che scaturiva dagli antri più nascosti del sottosuolo, vibrante d'odio, carico di un bruciante fuoco nero. Quelle onde sonore interne, inizialmente caotiche, lentamente iniziarono ad assumere una regolarità, e ad essere intervallate tra loro in una cadenza sensata. In altri termini, quei rimbombi si stavano trasformando in parole.

    Eheheh, un potere immenso ed una fantasia altrettanto grande quella di questo shinobi che ha maledetto questo posto. Ma anche il potere dell'agonia eterna non è niente in confronto a quanto possiamo fare insieme, Lupo.

    Lo shinobi d'Ashina marchiato dalla perdita del braccio sinistro si fermò di colpo, con la spada che conteneva l'anima del suo Signore ancora a metà strada tra l'esterno e l'interno del fodero... in bilico tra la possibilità di essere strumento di sofferenza o di giustizia.

    Ma non c'è tempo da perdere con queste nullità. Forza, uccidilo e torniamo ad occuparci delle cose più importanti.

    Il compito di uno shinobi è uccidere, senza abbandonare la pietà.

    Un bisbigliare leggero ma deciso iniziò improvvisamente a ronzare intorno al suo orecchio sinistro. Il suo Signore, l'Erede Divino, ormai diventato la sua Spada, stava cercando di ricordargli il mantra che Kusabimaru stessa incarnava e che in quel momento si stava letteralmente manifestando.

    Lupo fedele, tu non sei uno Shura!

    A quelle parole il ninja pellegrino chiuse gli occhi in una morsa di dolore provocata da una tenaglia invisibile che gli stringeva le tempie. Alla fine cedette.
    Uno scatto fulmineo, un lampo accecante, il clangore del metallo, il suono sordo e secco della carne lacerata e... la testa del ladro che volava via, staccata dal corpo, nel freddo ambiente in cui la natura, silenziosa ed incontaminata spettatrice della scena, era immersa.
    Il sangue dell'uomo sporcò di nuovo, per l'ultima volta, la spada degli Hirata nonché la neve candida che, di colpo, perse per sempre la sua purezza.

    Il compito di uno shinobi è uccidere, senza abbandonare la pietà.

    Il Lupo si pentì quasi subito del gesto compiuto e, ancora con la lama a mezz'aria, infilzò la spada nel terreno innevato, formando un foro che, ai suoi occhi, sprofondava troppo in basso perchè la punta della katana potesse essere intravista, in un vortice pallido che sfumava nel cremisi più infernale.
    Lo shinobi si inginocchiò davanti alla Lama Insanguinata. Nulla. Kuro e Kusabimaru si erano ammutoliti. Sopiti. Il Drago Nero d'Ashina aveva corrotto la sua anima come aveva fatto sua madre coi Fiori di Ciliegio?
    La porta d'entrata al Sancta Sanctorum rimaneva saldamente chiusa. La Spada avrebbe di sicuro continuato a rifornirlo del potere Kenkichi, ma, no, decisamente, in quel preciso momento l'Erede Divino e la Fanciulla delle Acque del Ristoro sembravano più lontani che mai.

    Il compito di uno shinobi è uccidere, senza abbandonare la pietà.

    Il mantra della Spada s'era manifestato ma s'era quasi subito perso nel vento, come una sbuffo in una tempesta, come lacrime nella pioggia, come un sussurro nella folla...

    […]



    Quando il Lupo tornò al villaggio di Yusica la sua mente era completamente altrove. L'influenza del Drago nascosto nei suoi recessi più reconditi gli aveva fatto perdere il suo Signore appena ritrovato. Avrebbe obbedito al Ninja di Ferro ma sentiva che la morsa della creatura ributtante che viveva in lui stava pian piano crescendo.
    Un villico che aveva ricevuto istruzioni a riguardo riconobbe il ninja senza un braccio e, facendolo tornare alla realtà, lo indirizzò verso una piccola struttura a pianta quadrata con un grande comignolo da dove fuoriusciva una gran quantità di fumo.
    Entrando all'interno, la differenza di pressione innescò un'ondata di aria calda in uscita che investì in pieno il Lupo. Il calore lo risvegliò. Doveva chiedere spiegazioni al Mizukage. Aveva tanti dubbi, ma poche risposte.
    La Sciamana ed il Mizukage erano in attesa nel torpore dell'edificio. La donna si mosse subito verso il Lupo offrendogli una tazza piena della medesima bevanda azzurrina già assaggiata precedentemente.

    Se sei qui vuol dire che hai completato la tua missione. Raccontami quanto è accaduto.

    Il Ninja di Ferro era intento a trafficare con qualcosa su un banco di lavoro. Non si voltò mentre ordinava al Lupo di aggiornarlo su ciò che era successo.

    Hai incontrato anche tu Momin, per caso?

    All'udire pronunciare quel nome una rabbia ribollente montò senza motivo nello shinobi d'Ashina. Non era la sua rabbia. Era quella di Koutsu.

    QUEL MALEDETTO BIONDINO! L'INFAME CHE HA UCCISO IL RYUUKISHI DI MIA MADRE. Lui e quei suoi mondi ... i suoi mille corpi. Per venire riammesso nel clan ... tsk. Quella la giustificazione che disse a Etsuya mentre stava morendo. Essere riammesso nel clan di cui non era capace neanche di usare la tecnica segreta!

    Il Lupo cercò di ignorarlo, ma il potere del Drago diventava sempre meno gestibile. Si rivolse al Mizukage.

    Signore... mi è stato accennato al passato di Azumaido e Kotetsu Sakura. Qual è la verità?

    Il ninja avrebbe raccontato tutto quello che aveva dovuto affrontare: il ladro, le illusioni, gli abitanti del villaggio del Ciliegio che sembravano essere stati schiavizzati, il potere malefico che il Drago Nero aveva avuto su di lui, l'inaspettato e inquietante silenzio della sua Lama Insanguinata. Bramava delle risposte.

    E per finire chi è questo Momin?

    Che le sue domande fossero state accolte o meno, il Mizukage alla fine rivelò ciò a cui stava lavorando. Girandosi egli mostrò al Lupo un marchingegno sferico ed un braccio meccanico sinistro.

    Abbiamo bisogno di un medico per un innesto corretto e completo, ma per il momento ho effettuato una modifica che ti permetterà di utilizzare la protesi il tanto necessario per prenderci confidenza finché non torniamo a Kiri. Giunti a Kiri, dove ho tutti gli attrezzi necessari, potrò modificarlo come preferisci. Potrò anche aggiungere degli speciali meccanismi, se lo riterrai opportuno. Quell'oggetto che vedi insieme alla protesi è un sistema d'ancoraggio dell'arto. Sostituisce l'articolazione della spalla, quindi necessita di una complessa operazione per essere inserito, ma permette movimenti altrimenti impossibili dell'arto. Per uno spadaccino è un vantaggio discreto.

    Il Lupo si inginocchiò e tese la sua unica mano, la destra, per stringere quel dono allo stesso tempo agognato e disprezzato.

    Accetto umilmente, Signore.

    Anche la Pantera era lì presente. Il Mizukage ebbe modo di donare qualcosa anche a lui: un tonico raro e prezioso.
    I tre, il Signore ed i suoi due ninja, si sarebbero ritrovati di lì a pochi giorni, mentre, per il momento, i pipistrelli del Mizukage riportavano i due genin a Kiri.

  12. .


    Gocce di sangue e petali di Ciliegio


    ~VIII~



    Tra Corpo e Mente



    L’illusionista di Suna alla fine venne colpito. Il lancio della bomba gelo, grazie anche al risveglio delle abilità Kenkichi, era stato così veloce che l’avversario del Lupo, sebbene gli straordinari riflessi, poté ben poco per evitare di essere raggiunto dallo speciale ordigno. Il ghiaccio si espanse tutt’attorno alle gambe del bandito bloccandolo in una morsa che lo esponeva alla diretta offensiva del Lupo. Il ninja di Ashina, così, approfittò di questo momento di debolezza per punire l’esperto di genjutsu con un fendente micidiale, potenziato dall’Estrazione Mortale, che quasi gli staccò di netto il braccio. Da quel giorno il mondo, probabilmente, avrebbe visto la nascita di un monco in più.
    Ma la frenesia del successo non era destinata a durare a lungo. Proprio mentre il sangue dello shinobi di Suna zampillava impetuoso, macchiando di un rosso vivo il pallore del viso del Lupo, qualcosa turbò la sua freddezza calcolatrice. Fu dapprima una sensazione strisciante sotto la pianta dei piedi, poi una sorta di intorpidimento che avvolgeva i polpacci ed infine un brivido scuotente che risaliva lungo la schiena. Quelle strane percezioni ben presto s’insinuarono all’interno della mente del ninja innescando una serie di pensieri invasivi che lo trascinarono in un labirinto senza uscita: quello sporco, sudicio e venefico ninja d’oltre mare gli doveva aver trasmesso qualche tipo di malattia col suo sangue infetto. Infatti, provando a muovere le gambe, queste risultavano essere pesanti, impacciate, innaturalmente lente [Azzoppato].
    Così, mentre il Lupo veniva rinchiuso in una morsa mentale, la morsa di ghiaccio che imprigionava l’illusionista di Suna stava già andando in brandelli sotto dei convulsi e confusi colpi di katar, seguiti da una ritirata strategica quanto codarda.

    [Se l’ADO annulla la fuga e quindi il successivo attacco dell'avversario]



    Prima che però egli potesse attuare la sua fuga, il Lupo intervenne in modo da cercare di frenarlo e di farlo restare a portata di spada: lo shinobi da un braccio rimise nel fodero Kusabimaru e lanciò la sua seconda bomba GeloBomba Gelo [Bomba]
    Si tratta di ordigno congelante dalle ridotte dimensioni. Può ghiacciare e creare una prigione di ghiaccio di mezzo metro dal punto d' impatto. La prigione causa Intralcio Grave e si rompe se subite complessivamente 3 leggere.
    Tipo: Speciale - Immobilizzo/Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 30)
    [Da genin in su]
    ancora una volta ai piedi del bandito. Nel farlo, tuttavia, lo shinobi da un braccio solo percepì il suo unico arto superiore pesante e difficile da muovere: era il prezzo da pagare per l’ingente quantità di chakra che vi aveva impastato poco prima. Sarebbe bastato tutto ciò a bloccare l’allontanamento dell’astuto utilizzatore di genjutsu? [Braccio destro Semiparalizzato: SAI + SAII - ADO]Forza: 400 (+1 tacca per consumo di Bassissimo)
    I turno di Semiparalisi
    In ogni caso, se il suo avversario fosse rimasto bloccato nuovamente nel ghiaccio, lo shinobi d’Ashina avrebbe cercato di terminare lo scontro con un calcio ben assestato diretto all’addome, per spezzargli definitivamente il fiato [SAIII]Forza: 375
    Velocità: 375 (+3 tacche per consumo di Basso)
    Potenza: 10
    .

    Dimmi chi sei e cosa fai qui ad Azumanido. Se quello che udiranno le mie orecchie mi soddisferà, potrei anche lasciarti andare…

    [Se l’avversario non rimane bloccato ed il suo attacco riesce comunque a concretizzarsi nonostante l’ADO]



    Sorprendentemente, una volta ottenuta la relativa sicurezza dei metri che lo separavano dal monco spadaccino, il ninja di Suna volle, chissà perché, lanciare un accenno di spiegazione delle sue intenzioni.

    Va bene, smettiamola con questa pantomima. Ormai mi sembra evidente che tu sia stato mandato qui per ammazzarmi. Immagino sia perché mi arricchisco con la roba che porto via dagli scavi di quel villaggio maledetto qui vicino. Ti assicuro però che se sapessi cosa hanno visto i miei occhi, mi daresti una mano a radere al suolo quel posto, piuttosto che lavorare per chi ti ha assoldato. Qualcosa di innominabile è stato compiuto qui ad Azumaido ... e roba di quel tipo dovrebbe rimanere persa nel tempo, non certo riesumata come stanno facendo questi indigeni!

    Quelle parole innescarono qualcosa, un cambiamento, dentro e fuori lo shinobi da un braccio solo.
    La calotta di fumo velenoso parve parzialmente dissolversi, facendo così intravedere l’azzurro fosco del cielo di Azumaido mitigato dal perenne cadere della neve. Anche gli alberi, spogli e marci, assunsero d’un tratto un aspetto più salutare, simile agli usuali sempreverdi del posto.

    Perfino una calotta velenosa è meno nociva di Kotetsu Sakura.

    A quel punto era chiaro. Ancora una volta quei fastidiosi e temibili genjutsu avevano giocato i suoi sensi e la sua consapevolezza: tutto l’ambiente che aveva intorno, nonché quella goffaggine che improvvisamente aveva menomato le sue capacità motorie, dovevano essere frutto di un’elaborata illusione del suo avversario. Inoltre, anche la disposizione d’animo che il Lupo nutriva nei confronti del bandito subì un mutamento: non voleva più ucciderlo, ma ascoltarlo e capire… capire cosa c’era dietro il risentimento che traspariva da quelle parole.
    Lo shinobi dell’Erede Divino però non ebbe il tempo di porre domande ulteriori, perché due spade di neve, evidentemente altrettante illusioni, velocissime e temibili, si stavano fiondando verso le sue gambe. Il Lupo, concentrando quanto più chakra avesse per potenziare i propri riflessi, usò Kusabimaru per deviare quelle wakizashi: portò quindi la katana degli Hirata davanti a sé e con un gesto diagonale scansò la spada proveniente dalla sua destra mentre con il fianco sinistro si spostava ancora verso destra per non venire colpito dall’altra spada illusoria [SDI - SDII]Resistenza: 300
    Riflessi: 375 (+3 tacche per consumo di Basso)
    . Purtroppo, a sinistra non fu abbastanza rapido per schivare completamente il colpo e questo gli provocò una ferita importante a livello della coscia [Ferita]Ferita Media alla coscia sinistra
    Attivazione di Resistenza Sanguinaria: +2 tacche a Resistenza al prossimo turno
    .

    [In entrambi i casi]



    Immediatamente il Lupo utilizzò la tecnica del Rilascio per liberare la mente dall’illusione che ne limitava i movimenti, sfruttando la capacità della spada Kenkichi per supplire all’impossibilità di effettuare sigilli. I movimenti delle gambe divennero di nuovo leggeri e fluidi come sempre. [STI + STII - Via della Spada Magica ]Consumo: 2 Bassi
    Rimozione Azzoppato

    Rilascio - Genjutsu Kai
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può deflettere genjutsu usando 2 slot tecnica. L'utilizzatore deve essere consapevole di essere sotto l'influsso di un'illusione o la tecnica non avrà effetto. Il Rilascio riduce l'Efficacia fino a 15 per grado e interrompe sempre il Mantenimento dell'avversario. Un Genjutsu senza mantenimento vedrà la sua Efficacia decadere di 20 ogni round a partire da quello seguente all'interruzione, e si dissolverà quando viene e azzerata. È possibile sfruttare i danni subiti volontariamente per aumentare l'efficacia del Rilascio, senza costo in chakra. Ogni leggera subita incrementa di 10 l'Efficacia; status Leggeri aumentano di 10 l'Efficacia, a status Medio di 30, status Gravi di 60. È possibile sommare l'Efficacia con un'altra persona se utilizzata insieme.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: ½ Basso ogni 5 d'efficacia )
    [Efficacia Massima Rilasciata: 15 per Grado]
    [Da studente in su]

    Via della Spada Magica: L'utilizzatore può non effettuare le posizioni magiche di un ninjutsu, sostituendole con gesti che includano la spada. Richiede un consumo bassissimo aggiuntivo, causa AdO se l'esecuzione della ninjutsu avrebbe causato AdO.


    Shinobi di un’altra terra, sappi che anche io sono estraneo a questi luoghi quanto te. Raccontami la tua versione dei fatti e magari potresti avere salva la vita…

    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale:
    Statistiche Primarie
    Forza: 375
    Velocità:  300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: Deviazione
    2: Schivata
    3: ///
    Slot Azione
    1: Lancio bomba Gelo
    2: Lancio bomba Gelo
    3: Calcio all'addome
    Slot Tecnica
    1: Rilascio
    2: Rilascio
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 2
    • Antidoto Base × 1
    • Nekote × 1
    • Wakizashi × 1
    • Fumogeno × 0
    • Bomba Gelo × 0
    • Tonico di Recupero Minore × 2
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Cotta di Maglia Inferiore × 1

    Note
    ///




    Edited by ~Sekiro~ - 23/5/2021, 16:22
  13. .


    Gocce di sangue e petali di Ciliegio


    ~VII~



    Tragedie



    Aspettare la morte, da soli, in un luogo malsano e dimenticato, non è certo ciò a cui la maggior parte degli individui aspira. Eppure, a volte, la vita può essere solo una tribolazione continua e, al contrario, il sopraggiungere dell’eterno riposo può diventare, d’un tratto, una liberazione. Perché dunque vivere? Qualcuno disse che è questa la domanda filosofica fondamentale a cui rispondere, domanda che in tanti si posero, nei secoli, sotto varie forme: un principe, tradito dal suo sangue, la cui vita venne stravolta quando seppe dell’uccisione del proprio padre, il re, tramite del giusquiamo versatogli nell’orecchio; oppure una madre, nonché maga, ingannata dal seme che innaffiò i suoi più nascosti giardini, che preferì punire il traditore, ed ancor più sé stessa, falciando per sempre i fiori che insieme avevano creato, piuttosto che continuare quell’esistenza oppressa.

    Cosa vuoi, maledizione? Non senti che questi fumi sono tossici? Perché non te ne vai un po' più in là e mi lasci morire in santa pace?

    Poteva, il ninja di Suna, avere un passato simile a quello del principe e della maga? In ogni caso, Ashina non era da meno in quanto a casi di coscienza: tra tanti che cercavano la vita a tutti i costi, disposti senza problemi alla sofferenza di molti, a volte poteva essere trovato qualcuno che la aborriva e che era disposto a fungere da carne da macello, pur di scoprire il volto di quello che sarebbe stato il proprio liberatore: un soldato, suo malgrado, misteriosamente ritrovatosi infestato dal Verme, condannato all’immortalità e a vedere spirare il suo precedente signore, Hanbei l'Immortale. Il Lupo non tardò a chiedersi se potesse onorare con una morte per lama, come aveva fatto con Hanbei, anche questo nuovo e strano individuo, anziché lasciarlo ad un destino inglorioso e mite, ad attendere la fine, nascosto tra fumi tossici e caldo asfissiante.

    Shinobi, perché cerchi la morte?

    L'Ōkami non attese risposta e partì all’attacco, ma il suo avversario evitò e deviò con grande maestria tutti i suoi colpi. No! Una simile eleganza non poteva terminare in quel modo squallido e codardo: quel ninja doveva morire in combattimento e sarebbe stato lui stesso ad accontentarlo. Nel frattempo, un kunai, che il misterioso bandito di Suna aveva usato per difendersi, venne scagliato lontano dalla violenza dell’impatto con Kusabimaru. Da quella stessa direzione un attimo dopo partì un altro kunai che prese in pieno il ninja da un braccio solo. Il danno però fu irrilevante: sotto alle vesti leggere, ben mimetizzata, il Lupo indossava una cotta di magliaCotta di Maglia Inferiore [Protezione]
    Indossabile sotto dei vestiti, questa leggera cotta di maglia costituita da sottili anelli di ferro intrecciati ricopre e protegge il busto e gli arti superiori.
    Tipo: Protezione - Supporto
    Dimensione: Grande
    Quantità: 1
    (Potenza: 30 | Durezza: 3 | Crediti: 135)
    [Da genin in su]
    che venne appena scalfita. Era stato un insegnamento involontario del suo compagno di missione, la Pantera, durante il loro scontro a Genosha: restava ancora vivido il ricordo della sua wakizashi che non riusciva a penetrare quegli infidi anelli di ferro a protezione del ninja dagli occhi rossi.
    Subito dopo l’avversario, con uno scatto formidabile, si allontanò di molti metri e a ciò seguì l’innalzarsi di una pesante afa proveniente dal terreno stesso. Il caldo iniziava ad essere insopportabile e rendeva ancora più densi e nebulosi i miasmi tossici della radura. Forse a causa dell’aumento improvviso della temperatura, le distanze parvero deformarsi agli occhi dello Shinobi dell’Erede Divino, e quello che inizialmente sembrava un distacco di una decina di metri, il battito di palpebre dopo, era aumentato considerevolmente. I suoi sensi probabilmente stavano risentendo del calore estremo. Sì, doveva essere così, perché successero poi parecchie cose senza senso: l’indecifrabile suicida mosse le mani come per lanciare dei kunai senza però averli mai estratti, kunai che, tuttavia, comparvero lungo la traiettoria tracciata in direzione del Lupo. Erano estremamente veloci, ma, ancora una volta, scarsamente pericolosi: l'Ōkami non riuscì a schivarli ma la cotta di maglia lo protesse di nuovo, garantendogli un danno nullo, se non il fastidio leggero dell’impatto. [Nota]In pratica, essendo in entrambi i lanci del sunese la potenza dei kunai illusori inferiore alla potenza difensiva della cotta di maglia (rispettivamente 20 e 10 contro 30), non subisco danno. La cosa strana fu però che comparvero prima di quanto avesse potuto predire basandosi sulla distanza tra lui e l’avversario: semplicemente, ad un certo punto, mentre erano ancora a metà del tragitto, le armi da lancio si ritrovarono davanti al suo busto.
    Dopo un breve dubbio sulla sua integrità mentale e fisica, una sola parola divampò nella sua testa: genjutsu!
    Il trucco era, quindi, non farlo scappare. Questa strategia aveva funzionato con la Falena: costringerla ad una danza mortale senza darle il tempo di utilizzare i suoi costrutti.
    Il Lupo alzò verso l’alto Kusabimaru in modo che quello strano individuo potesse ben vederne il movimento.

    Se vuoi proprio abbandonare l’esistenza, lascia che sia io ad occuparmene!

    Il Lupo mosse diagonalmente la sua spada e… in un attimo era sparito! Al suo posto comparve un piccolo tronco di legno mentre lui avanzò, in modo accelerato, di una distanza minore rispetto a quella che aveva preventivato: conoscendo il funzionamento della Tecnica della Sostituzione, che non permetteva di avvicinarsi sufficientemente a fonti di chakra, questo gli consentì di capire che l’illusionista doveva trovarsi a non più di una manciata di metri da sé. [STI - Via della Spada Magica - Azione Rapida]Tecnica della Sostituzione - Kawarimi no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Ariete, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente (5)
    L'utilizzatore può effettuare un movimento accelerato tramite l'uso del chakra, lasciando al proprio posto un oggetto o un essere vivente consenziente di pari dimensioni o inferiore. È un movimento accelerato: non può essere usato per fuggire da uno spazio chiuso o da luoghi dove non vi è sufficiente spazio d'uscita. Le correnti di chakra disturbano l'esecuzione della tecnica: non è possibile apparire a distanza inferiore ai 6 metri da un essere vivente. La distanza massima percorribile è pari a 21 metri. Può essere usata come Difesa Totale; può risultare sleale.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso)
    [Da genin in su]

    Via della Spada Magica: L'utilizzatore può non effettuare le posizioni magiche di un ninjutsu, sostituendole con gesti che includano la spada. Richiede un consumo bassissimo aggiuntivo, causa AdO se l'esecuzione della ninjutsu avrebbe causato AdO.

    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO.
    [Da genin in su]
    [Nota]Uso la Tecnica della Sostituzione in attacco, quindi il turno non termina, ma, soprattutto, capisco il trucco della falsa distanza tra me e l'avversario perchè la tecnica mi fa avvicinare meno di quanto avrebbe dovuto.
    Rinfoderò Kusabimaru [SGI] ed a seguire lanciò uno shuriken verso l’immagine del suo avversario [SAI]Forza: 375: era solo un diversivo, dovunque egli fosse poi apparso o si fosse, eventualmente, mosso per schivare lo shuriken, il Lupo avrebbe scagliato una bomba GeloBomba Gelo [Bomba]
    Si tratta di ordigno congelante dalle ridotte dimensioni. Può ghiacciare e creare una prigione di ghiaccio di mezzo metro dal punto d' impatto. La prigione causa Intralcio Grave e si rompe se subite complessivamente 3 leggere.
    Tipo: Speciale - Immobilizzo/Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 30)
    [Da genin in su]
    nella stessa direzione di movimento, stavolta però ad una velocità molto superiore, in modo da sorprendere dei riflessi sovrumani con una forza soprannaturale. [SAII]Forza: 450 (+3 tacche per consumo di Basso)
    In ogni caso il ninja di Ashina avrebbe poi percorso il resto dei metri che mancavano per uno scontro corpo a corpo [SAIII] ed avrebbe utilizzato una delle sue tecniche preferite, l’Estrazione Mortale, cercando di assestare un fendente ascendente diagonale dall’anca destra del suicida mancato alla sua spalla sinistra. [STII]Forza: 450 (+3 tacche da Estrazione Mortale)
    Velocità: 400 (+1 tacca da Tributo di Sangue; +3 tacche da Estrazione Mortale)
    Potenza: 30 (+10 da Tributo di Sangue, -10 per causare DnT Medio)

    Estrazione Mortale
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    Premessa un'arma non estratta, riposta o non impugnata, l'utilizzatore può estrarre la stessa effettuando un rapido attacco. La Forza e Velocità del colpo aumentano di 3 tacche.
    Tipo: Taijutsu -
    Sottotipo: Mossa
    (Consumo: Basso)
    [Da studente in su]

    Ormai era chiaro: il combattimento sarebbe stato deciso dalla quantità di metri che avrebbe separato i due contendenti. Se voleva sopravvivere, il ninja di Suna doveva fare in modo di mantenerla al massimo grado possibile. Il punto era proprio quello: il Lupo non glielo avrebbe permesso.

    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale:
    Statistiche Primarie
    Forza: 375
    Velocità:  300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Lancio shuriken
    2: Lancio bomba Gelo
    3: Movimento
    Slot Tecnica
    1: Tecnica della Sostituzione
    2: Estrazione Mortale
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 2
    • Antidoto Base × 1
    • Nekote × 1
    • Wakizashi × 1
    • Fumogeno × 0
    • Bomba Gelo × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 2
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Cotta di Maglia Inferiore × 1

    Note
    ///




    Edited by ~Sekiro~ - 23/5/2021, 16:23
  14. .


    Gocce di sangue e petali di Ciliegio


    ~VI~



    La Madeleine degli Occhi di Serpente



    La correlazione tra sensazioni, emozioni e memoria è qualcosa di straordinario. La stimolazione di una delle vie nervose deputate al trasporto di una modalità sensoriale fa partire una serie di impulsi nervosi che, decorrendo dapprima nel midollo spinale (dove gli impulsi si incrociano direttamente, se protopatici, mentre continuano omolateralmente, se epicritici, sino ai nuclei del fascicolo gracile e cuneato per poi decussarsi nel lemnisco mediale), giungono infine al talamo. Il talamo potrebbe essere definito come “la stazione di smistamento” di tutte le vie nervose sensoriali. Da questo grande agglomerato di nuclei neuronali, partono tantissime altre vie, alcune dirette all'area somestesica primaria della corteccia cerebrale, altre hanno invece destinazioni intermedie, come l'ipotalamo ed il sistema limbico, prima di finire in un modo o nell'altro ancora nella corteccia cerebrale. Qui avviene l'integrazione finale, dove un profumo, una visione, una carezza si mischiano in un tutt'uno inseparabile con ricordi, sentimenti, pensieri e freni inibitori della coscienza.
    Questa intricata rete potrebbe sembrare difficile da comprendere senza studiare un libro di neuroanatomia, ma, come sempre, l'arte riesce dove la scienza non può arrivare. È così che uno scrittore di una terra lontana ci mostrò, nel suo più famoso romanzo, prima ancora che tutti i dettagli anatomo-funzionali sopra sommariamente spiegati venissero scoperti, come bastasse una semplice madeleine intinta nel tè, per far esplodere nel protagonista un vortice di sensazioni dimenticate che lo fecero partire per un viaggio nel tempo nella sua infanzia. Quell'opera monumentale aveva lo scopo di descrivere minuziosamente ogni singola parte della vita di un essere umano, per far sì che niente potesse essere dimenticato, tuffandosi a capofitto alla ricerca del tempo perduto.
    Sebbene in questa sede non abbiamo gli stessi scopi, qualcosa di molto simile accadde nel Lupo, quando, nella casa dell'Alta Sciamana, una delle quattro ciotole ripiene di zuppa bollente, svolazzando per l'aria, si posò sulle sue ginocchia. Nonostante il liquido oleoso all'interno fosse stato al fuoco, il legno era gelato. Una folata di vento nevoso parve essere la causa del movimento spontaneo. All'improvviso davanti allo sguardo dello shinobi da un braccio solo apparvero delle grandi statue dell'Illuminato, incastonate come perle rare nella roccia dei monti della Forra, che si estendeva oltre Ashina. Quegli idoli enormi erano ormai segnati dal passare del tempo, abbattuti e battuti dall'incedere implacabile di un altro culto che non ammetteva tolleranza, ricoperti dalla neve da cui il giallo spento e bronzeo di un oro senza più valore inviava i suoi riflessi abbaglianti facendosi strada tra tutto quel bianco soffocante. Lì, seduta in isolata meditazione, circondata da esperti cecchini che pattugliavano l'intera zona, una donna dagli Occhi di Serpente faceva guardia all'accesso verso Ashina. Un moschetto formidabile da distanza impossibile... ed un proiettile dritto al centro della fronte. Era lei... Shirafuji.
    La violenza del rumore della porta sbattuta dal vento impetuoso riportò al presente il Lupo. L'Alta Sciamana ed il Mizukage nel torpore di quella casa. La Pantera allontanatosi verso Nord. Lui, completamente da solo, ad affrontare le intemperie che lo aspettavano.
    L'ambiente ghiacciato di Azumaido era incredibilmente simile alla Forra.
    Yusica sapeva controllare la neve. La rilevazione giunse come un fulmine. Chissà come se la sarebbe cavata contro la Falena... Neve contro Illusioni. Se lo chiedeva il Lupo, mentre varcava il confine tra il paesaggio sottomesso dalle abitazioni ed il selvaggio incontaminato della foresta.

    […]



    Se il rigido clima di Azumaido lo aveva fatto piombare nei ricordi della Forra, l'insalubre posto che aveva di fronte fece risvegliare nella mente dello shinobi l'esperienza passata subito dopo esser caduto nel vuoto delle profondità che conducevano nella parti più antiche della terra infestata/benedetta dalle Acque della Sorgente: gli Abissi di Ashina. Sotto terra, una enorme pozza di veleno rendeva l'ambiente inospitale per chiunque non facesse parte del Clan della Serpe. Una tenue calura inoltre soffocava gli ignari esploratori prima che un micidiale colpo a distanza gli facesse esplodere la testa. Una simile ondata calda, una cappa di calura, un'umidità pesante, all'improvviso, prese possesso anche della nuova pozza di veleno in cui il Lupo s'era imbattuto. Anche occultato, lo shinobi percepì il cambiamento atmosferico e la sua prontezza di riflessi ne risentì sensibilmente.
    In ogni caso, l'offensiva senza troppe pretese che il Lupo aveva attuato aveva sortito degli effetti: l'uomo contemplante in mezzo a quella radura di veleno iniziò a mostrare almeno parte delle sue abilità. Infatti, subito dopo che lo shinobi da un braccio solo s'era occultato sotto forma di una pozza di veleno, una selva di shuriken e kunai piovve dal cielo, impattando in un'area abbastanza estesa tutt'attorno al fumogeno lanciato in precedenza dal Lupo. L'Ōkami, preso alla sprovvista, non potè far altro se non rilasciare la tecnica appena eseguita ed essere costretto a rivelare la sua presenza. Almeno questo era quello che avrebbe fatto d'istinto. Prima di annullare il suo occultamento, il Lupo ci ripensò, preferendo rimanere nell'ombra e subire il danno, piuttosto banale, di una serie di lame lanciate alla rinfusa, piuttosto che rendere il nemico consapevole della sua posizione. Un prezzo che era ben disposto a pagare. [Nota]Ferita Medio-Leggera diffusa
    Attivazione di Resistenza Sanguinaria: +2 tacche a Resistenza al prossimo turno

    Shuriken e kunai in apparenza avrebbero colpito una squallida pozzanghera mefitica, in realtà fecero sanguinare il Kenkichi ritrovato. E come ogni Kenkichi, anche il loro fratello disperso avrebbe tratto vantaggio dal sangue, quello degli avversari o... il suo stesso fluido scarlatto.
    Il Lupo sarebbe rimasto immobile, aspettando che il suo avversario smettesse di cercarlo.
    C'era però qualcosa di strano: diradatosi il fumo al centro dell'arena velenosa, il suo avversario era ancora immobile, come se nulla fosse stato, come se, nonostante fosse stato colpito dai suoi precedenti shuriken, egli non ne avesse risentito.
    Il Lupo sciolse all'improvviso l'occultamento [Nota]Nonostante io sciolga l'occultamento, posso comunque effettuare azioni offensive perchè la tecnica specifica che queste sono proibite solo se si è entro 6 metri da fonti di chakra, ma io sono a 7 metri.. Una folata cilindrica di vento partì d'un tratto da dietro un albero vicino all'uomo a terra. Ancora una volta preso controtempo, il Lupo non potè evitare di subire il colpo, ma, grazie, alle abilità dei Kenkichi, il Lupo mosse Kusabimaru in un gesto diagonale che permise allo shinobi senza un braccio di eseguire la tecnica della Sostituzione anche se privo della possibilità di effettuare sigilli. Si sarebbe spostato di circa dieci metri, apparendo a 6 metri di distanza sia dall'uomo al centro della radura sia dall'albero da cui era provenuto il getto d'aria. [STI - Via della Spada Magica]Tecnica della Sostituzione - Kawarimi no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Ariete, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente (5)
    L'utilizzatore può effettuare un movimento accelerato tramite l'uso del chakra, lasciando al proprio posto un oggetto o un essere vivente consenziente di pari dimensioni o inferiore. È un movimento accelerato: non può essere usato per fuggire da uno spazio chiuso o da luoghi dove non vi è sufficiente spazio d'uscita. Le correnti di chakra disturbano l'esecuzione della tecnica: non è possibile apparire a distanza inferiore ai 6 metri da un essere vivente. La distanza massima percorribile è pari a 21 metri. Può essere usata come Difesa Totale; può risultare sleale.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso)
    [Da genin in su]

    Via della Spada Magica: L'utilizzatore può non effettuare le posizioni magiche di un ninjutsu, sostituendole con gesti che includano la spada. Richiede un consumo bassissimo aggiuntivo, causa AdO se l'esecuzione della ninjutsu avrebbe causato AdO.

    Quattro shuriken furono poi lanciati contro il ninja di Ashina. Con una piroetta rotatoria il Lupo si spostò verso sinistra utilizzando il movimento difensivo, contemporaneamente, sia per schivare tutte le stelle d'acciaio [SDI - SDII]Riflessi 375 (+4 tacche - consumo Medio-Basso: sovraimpasto --> Ferita Mezza-Leggera sia per darsi lo slancio necessario per effettuare ulteriori tre metri verso l'albero [SGI]3 metri come primo movimento offensivo del round ed eseguire un fendente verticale apparentemente contro nulla se non l'aria: da Kusabimaru sarebbe partito un raggio luminoso che avrebbe percorso i restanti tre metri che mancavano per raggiungere qualunque cosa si nascondesse dietro il tronco. [STII]Taglio dell'Aria
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore sarà in grado di effettuare un attacco a distanza con un'arma [Mischia]; la Velocità è pari a quella dell'utilizzatore. Il raggio d'azione di un singolo colpo verrà incrementato da un fascio luminoso di potenza pari all'arma. Gli effetti e status che l'arma può causare sono estesi al Taglio dell'Aria.
    Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: Mediobasso)
    [Raggio Massimo: 1,5 metri per Grado]

    [Da genin in su]

    Se da quel punto fosse spuntato qualcuno, si sarebbe ulteriormente avvicinato [SAI], sfruttando magari l'effetto sorpresa della tecnica a distanza appena mostrata, ed avrebbe fintanto un affondo all'addome [SGV]Velocità 300 per poi cambiare all'ultimo traiettoria e trasformare il movimento in un fendente orizzontale all'inguine sinistro [SAII]Velocità 400 (+1 tacca da Tributo di Sangue; +3 tacche per consumo di Basso)
    Forza: 375
    Potenza: 30 (+10 da Tributo di Sangue; -10 per causare DnT Medio)
    , fluidamente seguito da una ulteriore piroetta che avrebbe fatto girare il Lupo di 90° in modo tale da effettuare, stavolta sì, un vero affondo, ma alle spalle del suo avversario. [SAIII]Velocità 400 (+1 tacca da Tributo di Sangue; +3 tacche per consumo di Basso)
    Forza: 375
    Potenza: 40 (+10 da Tributo di Sangue)

    Se da dietro l'albero non fosse spuntato nessuno, il Lupo avrebbe rinfoderato la sua katana [SGI], avrebbe lanciato altri due shuriken contro l'uomo in meditazione al centro della radura, mirando alla spalla sinistra [SAI]Forza 375, avrebbe percorso i metri che li separavano [SAII] e, dopo aver riestratto la Lama Insanguinata [SGI], avrebbe fintato, come nell'altro caso, un affondo al centro del torace [SGV]Velocità 300 per poi cambiare il movimento, all'ultimo istante, in un fendente orizzontale al fianco sinistro [SAII]Velocità 400 (+1 tacca da Tributo di Sangue; +3 tacche per consumo di Basso)
    Forza: 375
    Potenza: 30 (+10 da Tributo di Sangue; -10 per causare DnT Medio)
    .
    Il dubbio era lecito: l'uomo al centro della radura era solo un abbaglio, uno specchietto per le allodole, una marionetta manovrata da qualcuno nascosto nella vegetazione? L'azzardo del Lupo avrebbe probabilmente dato risposta a tale interrogativo. In ogni caso, mentre effettuava il falso affondo, l'altra guardiana Occhi di Serpente del Clan della Serpe, immersa nel veleno degli Abissi di Ashina, sarebbe apparsa, come un'allucinazione, allo sguardo dello shinobi pellegrino: Shirahagi col suo micidiale fucile.

    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale:
    Statistiche Primarie
    Forza: 375
    Velocità:  300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: Piroetta
    2: Piroetta
    3: ///
    Slot Azione
    1: Movimento/Lancio shuriken
    2: Fendente/Movimento
    3: Affondo/Fendente
    Slot Tecnica
    1: Tecnica della Sostituzione
    2: Taglio dell'Aria
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 3/1
    • Antidoto Base × 1
    • Nekote × 1
    • Wakizashi × 1
    • Fumogeno × 0
    • Bomba Gelo × 2
    • Tonico di Recupero Minore × 2
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Cotta di Maglia Inferiore × 1

    Note
    ///




    Edited by ~Sekiro~ - 23/5/2021, 16:24
  15. .


    La Nebbia e la Bruma


    ~IV~



    Private Investigations



    [Notte tra primo e secondo Giorno: la Bettola peggiore o il Paese peggiore?]



    Gli scricchiolii del legno marcio rendevano l'ambiente carico di un silenzio esplosivo, in tensione come un elastico: sarebbe stato sufficiente il minimo passo falso per trasformare quei cigolii intermittenti in rombi assordanti.
    Individui dall'aspetto poco raccomandabile erano seduti ai tavoli mezzi rotti, intenti a bere o ad occuparsi dei propri affari, ma gettando di tanto in tanto un'occhiata sospettosa allo strano gruppo di ninja sotto copertura che era appena giunto nel locale. Ad acuire l'attenzione su di loro furono poi le azioni del Lupo. Questi in un gesto improvviso si intromise tra le tante scommesse, più o meno legali, che avvenivano ogni notte. Attirato così l'interesse del mazziere, il ninja di Ashina scoprì essenzialmente che la flotta della Bruma circondava l'intera costa del Lupo, che non correva buon sangue tra gli abitanti delle due nazioni e che, per questo, il Lupo fosse relegato nell'entroterra.

    Se non avete possibilità di viaggiare per mare, immagino che gli affari qui intorno non vadano così bene, a giudicare anche dallo stato di questo locale...

    Gli occhi dello shinobi si fermarono per un istante sul proprietario, ancora intento ad ultimare l'affitto della stanza con i suoi compagni di missione. Questo, sentitosi forse addosso il peso di uno sguardo indagatore, ricambiò al Lupo un'occhiata malevola e, per tutta risposta, sputò per terra, in aria di sfida. Anche gli altri commensali non facevano dell'igiene il proprio pallino: qualcuno ruttava rumorosamente, tosse stizzosa riempiva l'aria di un'atmosfera malsana, abiti poco puliti erano gettati alla rinfusa vicino alle cibarie. No, decisamente, quello non era il posto più lussuoso del mondo. In effetti, basandosi sullo stato delle abitazioni, dei negozi e delle persone, mentre poco prima i tre ninja varcavano le soglie del villaggio commerciale, in tutto il paese del Lupo situazioni migliori dovevano essercene ben poche.

    Sarebbe molto più conveniente per tutti, qui al Lupo, se riusciste ad avere accesso ai commerci marittimi, non credi?

    Un momento di attenta riflessione avrebbe interrotto la conversazione. Lo sguardo dello shinobi si sarebbe poi fermato di nuovo, penetrante, su quello del suo interlocutore. Una domanda a brucia pelo, come se nulla fosse, avrebbe seguito quella pausa.

    C'è per caso un motivo dietro a questa tensione tra Bruma e Lupo?

    Ottenute le risposte, il Lupo si sarebbe infine congedato, per andare a riposare nella camera procurata dalla Pantera.

    Ti ringrazio per le informazioni. Come promesso, tieni pure per te la vincita. Un'ultima domanda: se volessi partire e lasciare il Lupo per dirigermi alla Bruma, in modo da avere più opportunità di commercio, sapresti indicarmi un modo discreto e che non dia troppo nell'occhio per farlo? Sai, non vorrei dover pagare dazi e tasse varie per l'accesso.

    [Secondo Giorno: il Porto che non c'è]



    Se quella era stata un'illusione, là attorno doveva esserci un esperto di genjutsu formidabile almeno quanto la Falena. Fuori dalla biblioteca, per un istante, a causa di un fugace gioco dei sensi, di un'alterazione della percezione, di una complessa interazione tra correnti d'aria e temperatura o, forse, chissà, dell'effetto di un ingegno calcolatore, il Lupo vide chiaramente, all'orizzonte, la presenza di grandi vascelli in movimento sull'acqua calma che carezzava un grande e frenetico porto. Il tutto completato dalla comparsa della Pantera, che proponeva proprio di dirigersi a "quel porto". Fu poi la voce improvvisa ed inaspettata di un povero ubriaco a spezzare l'incantesimo: di colpo le enormi vele cremisi ed il vibrante andirivieni di una costa "fantasma" svanirono, per lasciare il posto all'immensa campagna incontaminata che adornava le terre del Lupo, nonchè alle foreste e alle colline verdeggianti, ancor oltre. [Nota]Ho inventato un modo per trasformare l'errore del precedente post in una opportunità di gioco. A discrezione del QM, la "visione" del porto e delle vele cremisi potrebbe essere un genjutsu che ho subito da parte di qualcuno o qualcosa, oppure potrebbe trattarsi di un semplice scherzo dei sensi, giocato al Lupo dallo stress e dal suo passato, che non merita di essere approfondito.

    C'erano anche quelle vele cremisi laggiù! Ich...

    Se fosse stato l'alcool a parlare, l'illusione di una mente esperta o semplicemente i ricordi invasivi di un tempo che fu, questo il Lupo non poteva saperlo. Sapeva però che il vecchio si stava riferendo proprio alla visione che lo shinobi da un braccio solo aveva appena avuto.
    Due mercanti, probabilmente impietositi, accorsero sulla scena allontanandosi dalle proprie bancarelle e, presa una logora coperta dal vicolo da dove era sbucato il vecchio, avvolsero quest'ultimo in un abbraccio di flanella in modo da rispettarne il pudore.

    Poverino, non si è più ripreso da quando hanno ucciso suo figlio, ma d'altronde, fare il pirata è pericoloso e quel giorno, fu sfortunato.

    Il pirata? Aveva già avuto a che fare con dei corsari e la cosa non era finita bene. Il ricordo del "Corvo" Tasaki Moyo che con le sue katane spaccava letteralmente in due una nave era ancora vivido.
    Quella però poteva essere una buona occasione per ottenere informazioni ulteriori sulla strana visione, dal momento che il vecchio era parso far riferimento alle stesse "vele cremisi" che per un momento erano spuntate all'orizzonte.

    Ehi. Voi due! Chi è quest'uomo?

    Se i mercanti avessero risposto, il Lupo avrebbe continuato, cercando una scusa valida per l'insistenza con cui aveva fermato i due uomini.

    Sono un investigatore privato e sto indagando su delle persone scomparse nel mare Kaizoku, nel tratto compreso tra Bruma, Lupo e Cielo. Ho bisogno di scambiare due parole con lui, mettetelo a terra per un momento.

    Una volta sdraiato al suolo, il Lupo si sarebbe chinato per poter comunicare più agevolmente. Gli avrebbe sussurrato all'orecchio.

    Vecchio, stavi parlando di vele cremisi e di una battaglia avvenuta con dei kraken... sapresti dirmi di più? Dove è successo di preciso?

    Dopodichè il ninja avrebbe alzato la testa, per rivolgersi ai due mercanti.

    Dicevate che il figlio di quest'uomo è stato ucciso... come? Da chi? Cosa è successo "quel giorno"?

    Se il Lupo avesse ottenuto delle risposte soddisfacenti, si sarebbe infine rivolto al barbone.

    Sappi che, se tuo figlio dovesse essere ancora vivo, cercherò in tutti i modi di scoprire dove si trova. Se dovesse essere morto, cercherò di vendicarlo ad ogni costo...

    Avrebbe voluto completare la frase con: è questa la seconda regola del Codice di Ferro degli Shinobi...

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