Posts written by Niaval

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    L'Erba Tinta di Sangue


    Nowhere's Land


    Scenario spettrale. Non ci sono altre parole per descrivere quella lunga, lunghissima, quasi eterna passeggiata per nulla di salute a velocità sufficientemente sostenuta in mezzo a campi verdi e coltivati rimasti danneggiati, distrutti, dal passaggio dell'essere umano spaventato in fuga. Lo scenario non riesce neanche a renderla un minimo più tranquilla o incrementare le possibilità di sopravvivenza. Il verde rovinato, i campi distrutti, carri sparsi in giro danneggiati al punto da essere abbandonati completamente inutilizzabili. Fortuna vuole che la strada sia differente - o comunque non diretta - rispetto a quella del fronte, il che riesce a placare un minimo quel nervosismo e quel continuo deglutire di fronte ad ogni singola cosa che le si para in fronte al viso. Gli abiti stringono quel corpone che si muove con una velocità particolarmente sostenuta ed una grazia degna di quella di un uomo che si presenta nudo al primo appuntamento in un ristorante di lusso. Le pupille sguazzano di qua e di la alla ricerca di un qualcosa, un sostegno, un minimo che non le faccia tremare le gambe ogni dieci minuti ripensando al fatto che lì in mezzo sta rischiando di non tornare nemmeno a casa. Al punto che importa quasi poco che una parte del viaggio sia svolta con quel beota di Kyojuro, una ragazzina dai capelli bianchi ed una Kunoichi talmente gnocca che faceva meglio a far la modella di intimo piuttosto che ritrovarsi invischiata in una guerra.

    Arahaki.



    Si è limitata a salutare i due mai visti - le donne - dichiarando il proprio nome e mostrando i muscoli con ben pochi accenni di desiderio di trovarsi in quel buco. Beh, sbuffa come un rinoceronte inca**ato da quando ha messo UN PIEDE fuori dall'accampamento delle forze alleate, è normale che non sembri affatto amichevole e desiderosa di far due chiacchiere al di fuori del presentarsi e del mostrare bicipiti, tricipiti e pettorali.
    La storia è sempre quella, il viso avvolto nel delicato tatto albino dei capelli con quella lunga e rognosa ciocca in tinte differenti risulta essere preoccupato, spaventato, con uno sguardo perso altrove ed un diritto di parola che ha subito il recesso contrattuale dal venir usato almeno per la prima mezz'ora di viaggio. E' uno scenario così spaventoso e diverso dal solito, dal chiasso, dal casino, dal prendere e urlare più di qualcun altro per farsi sentire o mostrare i muscoli, che la turba a vista d'occhio. Il viso distorto continua a proseguire sul cammino pensando che non ci possa essere alcun tipo di fuga da preparare ed organizzare per tornare a Konoha e non passare come disertore. Almeno una cosa ha fatto buona nella vita. Dentro di lei vuole tenersi quel titolo almeno fino a che non si ritroverà ad essere una professionista del culturismo - cosa che, piccola cara, non esiste! Tutto prosegue quindi tenendo una certa velocità e limitandosi al guardarsi attorno, esclamando giusto una delizia di uscita prima di disperdere di nuovo le proprie parole dal tono dolce quanto un pacco di carte bomba.

    Che me**a.



    Amen, sorella. Amen.
    In effetti per Arahaki il viaggio è decisamente burbero, noioso, scontroso, non ha neanche troppa voglia di parlare rispetto a quando si trovava sul convoglio per raggiungere Kusa. Non parla, si limita ogni tanto a guardare gli altri Genin che sono "costretti" ad andare a spasso con lei. Li fissa con le pupille verdi e neanche apre la bocca, cercando di recepire in ogni modo con quegli occhietti dispersi quelle che dovrebbero essere le loro reazioni. Un movimento, un qualcosa di diverso sul viso, tensione, qualsiasi cosa. Non importa che sia male o bene, le importa vedere qualcosa. Al punto che i minuti ed i chilometri macinati da quei gamboni dai muscoli trionfanti e belli gonfi si accumulano senza neanche rifletterci troppo.

    [ Ore 13:00 ]



    Buongiornissimo, in una mezz'oretta i quadricipiti si sono incendiati ed il resto del plotone si è diviso prendendo direzioni completamente differenti. I muscoli gonfi pompano poderosamente sangue un po' ovunque domandando per un minimo di pietà dopo chissà quanti chilometri fatti per raggiungere ciò che sembra uno spiazzo con un minimo di vitalità aggiuntiva rispetto alla strada vuota. Uno stuolo di accampamenti raffazzonati pieni di sfollati e gente in fuga in direzione non meglio precisata. Probabilmente puntano la nazione più vicina, guarda caso quella del Fuoco, con volti stanchi e disagio a profusione. Sembrano tutti malintenzionati sulla parola, difficilmente paiono in grado di scucire qualche informazione su un carro contenente medicinali utili più a loro che ad Arahaki e l'infinita scorta di praline chiamate Tonici che si porta appresso. Figurarsi poi le sue competenze in ambito umano, talmente retrograde dal limitarsi al mostrare i muscoli, urlare e pregare che un paio di male parole siano perfette per farsi dare le informazioni necessarie. In ogni caso, il volgo degli accampamenti sembra completamente assente, del tutto privo del desiderio di parlare o di lasciare informazioni. L'unico modo che conosce per riuscire a ricavare qualcosa è cercare di mostrare quelle montagne di braccia che si ritrova, fissare molto probabilmente peggio di quanto serva le persone e sperare che siano in qualche modo utili. Lo fa? No.
    Perché?!
    Semplice: si sente a disagio nel farlo.

    Parlate voi altri.



    Mormora a malapena, sperando che gli altri Genin si rivelino più di supporto di quanto lei possa mai esserlo. Ciò che si limita a fare è guardare, guardare, guardare. Scandagliare con le proprie pupille verdi smeraldo i dintorni ed i campi di profughi e rifugiati come meglio può, osservando e provando a percepire qualsiasi cosa, sollevando ogni tanto le braccia e facendo vedere i bicipiti un po' a chi passa lì intorno. Saranno gli sguardi torvi, depressi, spaventati e tristi che percepisce, ma neanche riesce a fare una qualche posa, si limita invece ad osservare in rigoroso silenzio. Cerca di trovare qualsiasi cosa utile. Tracce di ruote - impensabile, ma ci prova comunque, visti i numerosi carretti distrutti o danneggiati un po' ovunque - o qualsiasi medicina reperibile che potrebbe esser stata perduta dal carico.

    [ Ore 13:20 ]



    La situazione pare farsi un minimo più accorata nell'incontrare una giovane coppia in fuga. Lei incinta, lui mulo da soma per direttissima. Sembrano inclini alla parola molto più del resto della gente, al punto che non paiono guardare male nessuno dei presenti, montagna di muscoli e bocce inclusa. Guardando l'uomo, d'istinto e con un genio degno soltanto del peggior malvagio del mondo, par proporsi per portare i pesanti averi della futura famiglia.

    Serve una mano?



    Chiede alzando d'istinto gli enormi braccioni e flettendo i muscoli per bene, contraendo ogni singola fibra e lasciando che delle delicate - quanto un mattone in piena fronte - vene si ramifichino lungo gli arti. Accenna ad un inquietante e terribile sorrisetto, più simile ad un errore che ad una cosa voluta. Abbassa lungo i fianchi la coppietta di arti superiori e poggia un piede dietro l'altro, con le gambe che iniziano a doler un pochetto per il ritmo sostenuto e la fatica della corsa/camminata veloce/qualsiasi cosa abbia fatto per gli ultimi eterni chilometri. Decide comunque di prendere parola, per poco, lasciando comunque che gli occhi possano osservare tutto ciò che la circonda, tentando di percepire TUTTO ciò che succede.

    Sentite, stiamo cercando un carro o un qualcosa che somigli ad una spedizione di medicinali. Visto qualcosa di simile in giro?



    Lo chiede tanto per, sperando che possa in qualche modo dare vita ad un'informazione. Certo. Il sentore è che sia stato attaccato da qualche sciagurato o peggio, i nemici. Ma oh, una ci prova. Al punto che ad aspettare ed osservare lì attorno, mostrando ogni tanto pure gli addominali e cercando interazioni prevalentemente con lo sguardo, dieci minuti passano quasi senza accorgersene, fino alle tredici e trenta.


    Chakra: 20/20
    Vitalità: 10/10
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 200
    Velocità:  200
    Resistenza: 200
    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Minimo × 2
    • Tonico Potenziante Minimo × 4
    • Fasce da Combattimento × 2
    • Tonico di Ripristino Minimo × 2
    • Tonico Potenziante Inferiore Concentrato × 2
    • Tonico Coagulante Inferiore Economico × 2
    • Cartabomba I × 2
    • Tonico Potenziante Inferiore Generico × 1
    • Kunai × 7

    Note
    ///
  2. .

    L'Erba Tinta di Sangue


    Let's Roll



    Rumori di viaggio, selciato, stridere sulle strade battute, con il Team Tredici in viaggio verso Kusa, facendosi ognuno probabilmente gli affari propri, finché a prender la parola non è Miyori. Parole che paiono quasi buttate, mentre Arahaki rimane ferma con le mani strette dietro la nuca sbuffando di continuo e fissando il vuoto. I piedi di scontrano tra di essi ripetutamente per un paio di volte.

    Sapete, c'è una cosa che devo dirvi. Mi vedete, grande e grossa. Ma... Ma io neanche volevo partire. Non so perché mi trovo qui a salvare questi sconosciuti rischiando di rimetterci qualcosa, non so perché sono qui a vedere persone morire. So solo che ho diciannove anni, voi due insieme se ne fate trenta quasi è un miracolo. E non capisco perché siamo noi ad essere qui. Ma a parte questo io non sono cresciuta per salvare le persone. Mi diverto a fare a botte, è vero. Ma...


    Sospira pesantemente.

    Ma io ho paura. Non di prendere botte per voi o per qualcuno, basta che mi tengo le mie braccia, le mie gambe eccetera. Mi basterebbe rimanere in piedi.


    Io ho paura di morire.



    _______________________________________________________________________________________________________

    L'arrivo in quel dell'accampamento è quello più standard e semplice del mondo, cui spetta unicamente un cambio di abiti. Qualcosa di più comodo e degno dell'atletismo della sproporzionata donnona, in grado comunque di risaltarne le forme da quasi adulta e quel fisico da far vedere a chiunque con vanto e fierezza. Una pratica ma ben poco esaltante canottiera bianca larga che cade sulle pronunciate forme viene supportata da un giubbotto smanicato blu scuro chiuso fino al petto, il quale riesce ad oscurare completamente qualsiasi scollatura ma non a schiacciarle le forme prosperose di donna. Le braccione e le spalle sono scoperte, forti e solide, dai muscoli prepotenti, venature sparpagliate, larghi e grossi. Proprio grossi e risaltati dal fatto che le maniche non le ha proprio. Gambe coperte da comodi ed utili leggins neri che si schiacciano sulla sua pelle, disegnando in maniera a dir poco perfetta i giganteschi quadricipiti ed i polpaccioni, assieme ai glutei ma a nessuno interessano i glutei di una bodybuilder. Ciabattine di legno perfette per muoversi su qualsiasi terreno che fanno un casino infinito, due meravigliosi cumuli di capelli bianchi annodati in una sottospecie di ponpon conditi con ben quattro ciocche di colore verde. Gli occhi hanno ora assunto tinte smeraldo grazie alle solite lenti a contatto ed un minuscolo velo di trucco per nascondere quelle che sono delle brutte e noiose borse sotto gli occhi ed i segni di chi non aveva proprio voglia di partire. Il ritrovarsi laggiù per lei comincia sotto l'aspetto della forza dell'insonnia e del nervosismo, della paura si può anche dire, con gli occhi che sempre si spostano a destra ed a sinistra nella speranza che succeda qualcosa di tale da rispedirla immediatamente a Konoha. Anche se Kusa va aiutata. Le fa paura fare una guerra, dev'essere una esperienza normalissima per chiunque. E' umana comunque, solo che è alta uno e ottanta ed è larga come due armadi, ma per il resto è una donna come tutte le altre.
    Avere paura è normale. Non averla è da folli.
    Si muove a passi lenti e quasi sfiancati dalla presenza - sebbene miserevole - in quel del campo, alla ricerca di quella che è la tenda dove Kyojuro li sta aspettando, a lei ed al Team Tredici. Anche se gli altri due sembrano assolutamente ignorare cosa potrebbe succedergli andando direttamente al fronte. Sembrano estremamente più forti di lei, paiono non aver paura. Ed invece poi c'è lei, grande, grossa e che sotto sotto vuole scappare di nuovo indietro. Tutto per colpa di un nanerottolo eh. Deglutisce triste, in qualche modo, mentre il gruppone di persone s'è fatto vedere e notare nei pressi di quella tenda al punto da attirar l'attenzione di un ragazzo che immediatamente cattura gli occhi verdi della donnona. Anche perché sembra che il ragazzino di nome Youkai sia in ritardo o chissà cosa.

    Senti, grande, grosso ed Oni, vedi due cose. La prima è che se torniamo a Konoha ti chiederei di uscire assieme, la seconda è che sono particolarmente sco***onata perché sono in questo inferno verde a vedere gente morire ammazzata e neanche sono Genin da chissà quanto, quindi no, non sono così tanto pronta all'azione. Tutto per colpa di quel co***one a cui non hai rotto una spalla.



    Come al solito parole d'amore per Kyojuro, che per riprendere il tutto riceverebbe anche un sorrisetto tanto sghembo quanto nervoso e ben poco felice di trovarsi sul posto. Lo guarda torvo per l'ennesima volta, decidendo di dargli una tregua soltanto quando si presenta effettivamente Youkai - e s'accorge dopo mezzo secolo che Yuuhi esiste e che non deve rifilargli una cosciata per errore. Un nano. Un metro e sessanta, si prende ventitré centimetri dalla torre umana femminile, al punto che si sbatte platealmente una mano sul volto. Arahaki sconvolta dall'ennesimo bambinetto che a quanto pare è persino più alto di lei in grado! Ovviamente dovrà rispettarlo, qualsiasi cosa conti, dovendo ricorrere immediatamente ad una delle tasche del proprio gilet. Da essa estrarrebbe un taccuino utile a sapere come parlare, prima che s'ingamberi in qualche pessima bestemmia. Varcherebbe la soglia della tenda abbandonando Arahaki Itto con un sorrisetto piccante, prima di mettersi in un angolo a braccia conserte, grande e grossa. Se non fosse stata un casino ambulante. Pronti via, quadernetto aperto.

    M-Mi scusi ma questo è un bord- Eh un caos! Con tutto il rispetto eh.



    Non soffre di OCD, ma le scappa platealmente un morso al labbrone inferiore per evitare di finire in qualche inghippo ancora prima di muoversi verso la guerra e finire in qualche modo spedita al fronte come carne da macello e riportato a Konoha il quadernetto. Lei invece puff. In ogni caso all'interno avvengono molteplici presentazioni e viene affidata la missione al gruppo. Recuperare medicinali. Caccia immediatamente un sospiro di sollievo chinandosi verso il basso, portandosi una mano al petto ed inconsapevolmente permettendo a Youkai d'avere vita facile nell'appiccicarle quello sticker sul petto con una croce rossa.

    Ma che caz- Ma che cosa?



    Ed ancora una volta rischia tantissimo al punto da quasi mordersi da lingua. Mamma mia per un pelo stava per rifilare chissà quali paroloni al vento e di nuovo finire come carne da macello e ritrovarsi piroettata nel non esistere. Si fa in testa milleduecento domande specialmente sulla sanità mentale del Chunin, il quale non sarebbe altro che l'ennesimo matto che si trova davanti da quando ha deciso per sua iella di diventare una Kunoichi. Certo che questa sfida ha avuto più che altro pessimi risvolti. In ogni caso una piccola cosa dovrebbe saltarle all'occhio. Il team è neo-creato, eppure è stata affidata una missione di Rango C. Il timore si fa largo nuovamente, deglutendo e cercando lo sguardo degli altri membri del team, tentando di scoprire se ha visto bene o no. Le missioni verrebbero dunque smistate con lei che uscirebbe dalla tenda.

    Sbaglio o ha appena dato una Missione di una certa difficoltà ad un branco di appena usciti dall'Accademia?
    ...
    Quanto siamo fottuti?



    [Ore 13:00]



    Tutto è pronto per la partenza, direzione medicinali, con soltanto una consapevolezza. Aver con se qualsiasi cosa recuperabile come equipaggiamento e soltanto l'idea di sopravvivere. Del resto, dovrebbe trattarsi di una semplice missione. Si soffermerebbe in una zona del campo di Konoha molto facile da trovare, immersa tra alcune tende nei pressi di quella che dovrebbe essere una sottospecie di mensa da campo, vicino a quella che è la propria seconda grande passione. La cucina. Lì aspetterebbe l'arrivo di tutti quanti gli interessati nel recupero dei medicinali necessari all'interno delle tende ospedaliere per curare i feriti. Aspetta in piedi, con le braccia conserte, ondeggiando con la testa e gli occhi decisamente timorosi. Ma è una missione facile, no? Prendere due barattolini, sarà una cosa semplice.
    Almeno così dicevano.

    Io ho il vivo timore di aver sbagliato qualcosa, ditemelo in caso ç_ç


    MODIFICA (19/01 - 18:31) inserisco i link delle schede dei PNG qui.
    www.narutogdr.it/png/128/scheda
    www.narutogdr.it/png/129/scheda




    Edited by Niaval - 19/1/2022, 18:32
  3. .

    I Primi Passi Infuocati


    F#%£ You, Kindly, Arahaki



    Disastro alla luce della non comprensione. In una semplice frase si può riassumere tutto ciò che è successo nel giro degli ultimi istanti sotto gli occhi di una stranita quanto sconvolta Arahaki. Ci era arrivata, nonostante sia più muscoli che materia cerebrale, quando ha adocchiato il tenero fratellino devastato di botte che quello non fosse lui. Bastano poche parole di una tipica sorella maggiore per traslare quello che è un volto tumefatto e furioso in un grande, grandissimo sorriso, che le scalda il cuore di pura dolcezza. La pantomima da super-donna si concluse in un semplice sospiro gioioso e due dolci occhioni color azzurrino commossi e con i lacrimoni pronti a crollare sul viso rovinato ed affaticato della donna. La presenza degli altri diventa inutile, nutre solo il desiderio di abbracciare il fratello che, per tutta risposta, decide di disgregarsi in una figura inizialmente distorta e poi di sparire.

    L'ho rotto?



    Tipica reazione di una che pompa i bicipiti piuttosto che la materia grigia, guardar stranita di fronte a se la completa sparizione del finto fratello soppiantata dalla comparsa di una sfera gialla. Dorata, a dirla tutta. Scintillante, dolce, delicata e semplice che, senza neanche il suo permesso, l'aggredisce spontaneamente ponendosi praticamente di fronte a se stessa. La scalda, la solleva, ne fa svanire la fatica e soprattutto rimargina a velocità spropositata le ferite lungo la schiena. Non ci crede, sgrana gli occhi ed è costretta ad avvicinar le mani alla schiena per cercare di concepire fisicamente quel recupero spaventoso. Peccato sia una bodybuilder, quindi arrivare a toccarsi la parte posteriore del corpo è praticamente impossibile. Ci prova in tutti i modi, stringendo da una parte all'altra, ma niente, i grossi braccioni le impediscono di toccarsi la schiena. Amen, rimane soltanto stupefatta, al punto da non avvedersi della sfera nera e del "rapimento" da parte di una mano.
    La stessa cosa succede anche agli altri, con un casino clamoroso successivo. Non ci capisce niente, Iro parla, tutto avviene ad una velocità così alta che neanche il suo cervello è in grado di reagire in tempo prima che una sorta di enorme mostro possa prendere vita. Ma in un altrettanto veloce schiocco di dita, tutto svanisce.
    Tutto diventa nero.

    Ma che cazzo sta succedendo? Spiegati, nano bianco di merda, prima che ti triti in un tritacarne, maledetto spiritello.



    Invece il nano sparla di cose quali fare doni alla Landa, rendere il tutto migliore, la scorza sotto il suo corpo. Lo ignora. Questo va detto, lo ignora proprio a pié pari, se ne frega completamente di ciò che le dice ed anche dei complimenti che le rivolge, in quanto lei continua a gonfiare a sproposito i muscoli pronta a tirare uno dei pugni più devastanti che mai tirerà proprio in direzione di quel coso bianco. Non possono rimanere lì per via di una corruzione, eppure gli ha appena detto che hanno svelato di tutto e di più a quel mondo "nutrendolo" come dev'essere. Non capisce, ma proprio zero, preferendo stringer la mano destra per caricare un cazzotto atomico da rifilare proprio ad Iro. Ed invece.
    Invece il niente.
    Dal nero più assoluto si trasla in uno scenario più normale. Il boschetto in cui erano arrivati, qualche ora dopo, con soltanto il cielo mutato nelle proprie tinte. Odori e suoni identici, tutto uguale, niente di differente. Sono vivi e sono, tutti, usciti da quella polveriera ignobile che dovrebbe essere il mondo di Iro, abbandonandolo alla sua corruzione. Quasi ne par contenta che quel posto possa andare incontro alla morte. Non sopporta quel coso bianco! Le scappa, comunque, un sintomatico sbuffo di ripresa e di sanità mentale. Dove c'è solo Kyojuro a farle girare le cosiddette. Lo guarda torvo, sollevando quel suo mastodontico corpo portando le mani ai fianchi, stringendo anche in un certo modo. Un colosso che finalmente torna dove le piace stare: nei boschetti!

    Oooowh poverino, ha notato dell'astio... Non vorrei dire ma per poco ci facevi ammazzare tutti e tre, ci hai fatto bere un latte di cocco con dentro chissà quali farmaci per farci fare i viaggi in un mondo di un nanetto bianco tutto strano. Kyojuro, ma stai bene?!



    Stizzita a dir poco. Anche perché è chiaro che l'astio sia il suo nei confronti del Genin. Ha addirittura raggiunto il punto in cui non le interessa troppo delle scale gerarchiche. Ma va anche detto che il Ninja stesso riferisce all'intero trio che probabilmente possono ora diventare dei veri e propri Shinobi e Kunoichi del Villaggio della Foglia. Facile. Si inchina, Kyojuro, ma a lei importa comunque piuttosto poco. L'importante per lei è essere effettivamente diventata Kunoichi e poter dire a quel nanetto che ha vinto lei.

    Seh, riposare, questo vuole riposare ora. Manco ho idea di che ore sono ed oggi è il giorno in cui faccio doppio allenamento quindi a dormire mi sa che ci andrai te. Ah, giusto, ora posso anche non portare più rispetto per i gradi, visto che siamo alla pari. Eheh-



    Se la ride pure. Intanto i gamboni già incominciano a procedere ad ampi passi verso il Villaggio, cercando di render di conto se la propria schiena stia guarendo tranquillamente o se abbia ancora qualche piccola ferita da rimarginare.

    Beh, ci si becca, nanetti. La prossima volta state attenti al vostro culetto che non so se sarò lì a prendermi le palle di fuoco nero per voialtri. Prendete proteine e ci becchiamo alla prossima, heh.






    GRAZIE A TUTTI!
    Scusate un po' il ritardo ma... Feste D:
    <3
  4. .

    L'Erba Tinta di Sangue


    The Start of a Long Journey



    La sala riunioni è affollata come mai nella vita. Piena, pienissima di persone, da una parte all'altra, una quantità infinita di Ninja tutti radunati sotto un unico tetto ed in un unico luogo per organizzare una Guerra orchestrata da chissà chi per la conquista di Kusa. Un paese che neanche nel mondo dei sogni conoscono. Eppure lei, diventata Genin da una miseria di giorni, è costretta ad andarci per volere del proprio capo villaggio. Quel che lui non sa è che alla prima avvisaglia di problemi prenderà e se ne andrà. E' troppo giovane per morire, ancora non si è nemmeno sposata! Nota bene: è vecchia per sposarsi, ha addirittura diciannove anni, tra un po' la prenderanno come zitella.
    In ogni caso, l'intero Team Tredici è stato costretto all'adunata presso la sede dell'HoKage, con i ragazzetti che potranno raggiungere la torre umana femminile intenta a sorreggersi con uno dei tanti muretti apparentemente fragili presenti ai lati della stanza. Nonostante la sua altezza non sia comunque tutto questo incredibile valore, il semplice star lì ed osservare dalla distanza le basta. La prima ad adocchiarla è Miyori, il tappetto-signorina del trittico che compone il Team. La Uchiha. La saluta soltanto, con la risposta dell'enorme ragazzona che si rivela essere un leggero inchino frontale. Niente di più, niente di meno, con quel gigantesco corpo ed i muscoli che sguazzano delicatamente attraverso il Kimono particolarmente elegante che indossa.

    Da sopra le spalle si sente e si vede bene.



    Mormora pianino, separandosi parzialmente dal muro e chinando le ginocchia di pochi centimetri per permettere eventualmente alla piccoletta di saltarle in groppa e poter osservare il tutto da un punto di vantaggio veramente invidiabile. Pochi istanti basterebbero a quegli occhietti tinti per individuare nell'affollato luogo anche Kenji. Pure lui pare non essersela vista poi così tanto bene nelle ultime ore. Anche se da una parte il cuore scalpita e soffre per quello che si potrebbe perdere, dalla parte dello Hyuga sembra verificarsi una sofferenza più fisica. Anche se non gliela darebbe a vedere. Potrebbe capirlo giusto perché ha qualcosa di nuovissimo sulla fronte.

    No.



    Allargando gli spalloni. Davvero, non ha altro da dire, non s'è perso nulla. Anche a lui fornirebbe un qualche appiglio di genere, permettendo - in caso gli serva - di chiederle un braccio come ramo d'albero su cui issarsi. Tanto dovrebbe essere forte abbastanza da reggere i chili di peso dei due teenagers. Incomincia la Riunione, unicamente per accorgersi di una cosa. Sguardo fisso sul Kage. Lì, in mezzo, con quel cappello largo, gli abiti da capovillaggio ma soprattutto la struttura fisica di una montagna. E' alto. E' grosso. E'...

    E' un gran cazzo di figo...



    Seh complimenti. Per fortuna non l'ha detto poi a voce così alta da farsi sentire. Prima volta che vede l'HoKage e già scassa le cosiddette, fissandolo intensamente. Le pupille cadono più verso petto, spalle e braccia che verso la missione lei assegnata. Altroché liberare Kusa, ha trovato un valido motivo per stare lì.
    Qualcuno che forse alla panca piana solleva più di Arahaki! E tutta la riunione la si passa a fantasticare.

    [After Some Time, at Kusa]



    Penso che darei un milione di Ryo per trasformare questa merdosissima guerra in un o splendido concorso di culturismo contro il mio Capovillaggio...



    Fantasie. Tante fantasie. Che purtroppo culminano nel trovarsi Kyojuro davanti.

    Voglio ancora spezzarti le ossa.



    Tuona la torre femminile dalla sua altezza, lanciando uno sguardo glaciale contro il Genin. E' il suo saluto! Un po' come il buongiorno, il ciao, lei vuole spaccargli tutte le ossa del corpo. Tutte le costole una ad una sentendole scricchiolare sotto le sue dita. Una di quelle scene deliziose da mostrare e tenersi in testa la mattina. Ma non lo degnerebbe comunque nemmeno del saluto più infimo che possa mai esistere. Anche perché si sente pure in vena di novità, consegnando al terzetto un altro ragazzino mezzo debosciato lì presente forse più per miracolo divino che per volontà di chissà quale Kami mal svegliato la mattina. Un altro tipetto che s'aggiunge alla squadra dei tre. Il braccione destro s'alza verso la propria zazzera molto rapidamente, grattandosi un paio di ciuffi fuori posto, prima che un lunghissimo e sonorissimo sbuffo provenga dalle sue narici. Stile trenino.

    Arahaki Ishii.



    Manco ha voglia di scherzare. Si presenta e basta, guardando il cielo ed implorando i Kami di farle venire un crampo allo stomaco per farla tornare a casa e non far da balia a ben TRE ragazzini che rischiano di mettersi nei guai se non ci fosse lei a fargli da protettrice. Ed invece. Le tocca persino un "superiore", con quell'inf- che li accompagna pure alla tenda. Con dentro L'ENNESIMO ragazzino? No. Non si sa chi sia. Se non che si chiama "Youkai".

    Se è un altro ragazzino a cui far da balia lancio tutto il Team indietro a Konoha come se fossero dei ceppi di legno...



  5. .

    I Primi Passi Infuocati


    Arahaki Ishii Got a Heart




    Uno, due, tre, molteplici colpi. Uno dopo l'altro, scatenati e scagliati con quei muscoli che esplodono ripetutamente di forza e potenza contro quelli che dovrebbero essere cloni o qualcosa del genere. I colpi sono pesanti, significativi e duri, finché in fronte a lei quella sottospecie di propria copia - e le altre dei ragazzi - finiscono per scoppiare e dissolversi in un non nulla. Va detto, a risentire del colpo e di quanto svolto risulta essere proprio la donnona, con Arahaki che si ritrova ad annaspare ripetutamente, piegandosi momentaneamente sulle proprie ginocchia. Le mani, con un bruciorino vago ed un pessimo odore, s'appoggiano sulle ginocchia. Si piega, la sua enorme schiena e la possenza di quel corpo che s'inchinano dolcemente su loro stesse. S'adagia con i palmi tra quadricipiti ed ossa, rifiatando per un momento. E' stanca, molto, le ustioni e le piccole ferite danno fastidio e lo sforzo fatto in qualche modo cerca d'opporsi a lei ed alla sua uscita da quel buco che odia veramente con tutto il cuore. Sembrano anche tutti preoccupati per lei, anche se lei stessa non lo è per niente. Le ci vogliono un paio di secondi di pura fatica muscolare prima di alzare la sua enorme massa. Il suo metro e quasi novanta si solleva immenso, con due braccione scolpite in ogni millimetro. La sua enorme schiena si espande, i muscoli guizzano ed esplodono delicatamente. Non si esprime in nessuna posa, sta semplicemente lì ferma. Alta, meravigliosamente grossa, con i capelli sciolti. C'è del fumo che parte da quel corpo immenso, da quei resti bruciacchiati e distrutti della sua felpa fatta a brandelli sia dalla sua potenza espressa, sia da quella palla da fuoco che s'è presa in tutto il suo splendore. Anche se a dire il vero s'aspettava di sentire più un enorme bruciore che una continua e reiterata pesantezza del proprio corpo. Perché sì, è proprio sfiancata, si sente un mattoncino che quasi non riesce a muoversi, se non con la "calma" di un pachiderma.

    Ma che ti urli ragazzina? Ma che dici che sei inutile? Che credevi, che ci morissi in quella palla?



    Domanda davvero seria. Si girerebbe anche, sudata, sbruciacchiata, stanca, ad osservare Miyori Uchiha. La fisserebbe con le pupille blu elettrico con una intensità tutta loro. Socchiude leggermente le palpebre, con le sopracciglia che s'avviluppano in uno sguardo davvero aggressivo. Sotto sotto, lei sospettava che potesse finire male. Le percentuali di morirci erano molto più alte rispetto a quelle di sollevare quattrocentottanta chili di stacco e ritrovarsi con un'ernia al disco gigantesca. Pochi istanti e schiaccia fuori un bel sorriso carino e dolciastro indirizzato ad entrambe, sollevando prepotentemente le braccia. Tornite dallo scontro, sfiancate, con qualche piccolina macchia nera e vene sparse un po' ovunque. Andrebbe a fletterle prepotentemente entrambe i braccioni, alzandoli al livello delle spalle ed allargando la schiena, mettendosi in una posa da bodybuilding. Sì, è enorme. Braccia grandi e grosse, venose, larghe, due bicipiti che si sollevano come montagne assieme ai deltoidi, una schiena larga e grossa, gonfia e dai muscoli ben visibili ed esposti.

    Guardate quà. Mica una pallina di fuocherello mi può fermare~ Vi lascio anche toccare se volete~



    Manco a farlo apposta (O sì?) Kyojuro è quasi completamente inesistente nell'equazione. Certo, gli altri due studenti dovranno darsi una mossa, visto che la posa Arahaki non riesce a tenerla a lungo. La sensazione di stanchezza e di pesantezza si son fatte particolarmente insistenti, obbligandola a lasciar cadere le braccia pochi istanti dopo, tornando a respirare per qualche istante con una certa pesantezza. Tremolano, gli arti superiori, un po' per via dello sforzo volutamente intenso per mostrare muscoli enormi e scolpiti, un po' proprio per quella pesantezza che la sta prosciugando delle energie. Riesce a camminare ma con la calma e la pacatezza di chi ha finito tutta la rabbia in corpo e va avanti con la benzina esaurita. Cercherebbe di sciogliersi un pochetto, muovendo le braccia e le gambe con forti scatti laterali facendo danzare tutto quel che il suo corpo ha, quella massa imponente. Cerca di sciogliere i muscoli usati e stra-usati negli ultimi istanti di vita, per recuperare un pochino di energie. Ma evidentemente l'essersi presa una palla di fuoco nei denti l'ha debilitata per bene. Ne risente cominciando a strisciare piano piano, sollevando a malapena i piedi e reclinandosi parzialmente in avanti. Si vede ad occhio nudo che è semplicemente stanca.
    Notando tutti quanti sterminati, le ombre scomparse ed il campo di battaglia apparentemente più libero, è possibile per gli studenti avvicinarsi alle figure a loro care. Arahaki nel suo cervello sa che quella è un'apparizione. Almeno ancora crede e ci spera. La rabbia in corpo non è minimamente esaurita, come testimonia uno sguardo glaciale ed un tono di voce rauco, carico di collera e violenza.

    Giurate che non è vero. Altrimenti siete morti.



    E non sta scherzando. Seria e plateale come solo lei sa essere, fissando con uno sguardo a dir poco inquietante sia Kyojuro che Iro. E' pronta a fare a pezzi qualsiasi cosa, dovesse persino rimetterci tutto il suo corpo per farlo. Dovesse addirittura superare e dilaniare qualsiasi limite e qualsiasi muscolo nel farlo, non le interessa, se quel coso minuscolo e quella sottospecie di Genin han fatto in modo di fare del male a suo fratello, li distruggerà in mille pezzi. Costasse quel che costasse. Anche anni.
    Striscerebbe sollevando a malapena i piedi verso il fratello in condizioni completamente pietose. Con quel discorso che, normalmente, fa male a chiunque. Ma che in realtà le fa, sotto sotto, pensare ancor di più che tutto quello sia niente meno che una menzogna. Suo fratello sa benissimo che si allena a centimetri da casa, sa benissimo che basta un "BA" per vedersela sfondare la porta, sa benissimo che nessuno potrebbe mai riuscire a prenderlo e portarlo via mentre si allena. Anche perché di tanto in tanto va a spiarla e farle dei grandi e grossi applausi pensando sia una sorta di supereroina. Ed anche perché non è andata via mai. A farle quanto meno smuovere un braccio fiaccamente è un ceffone, lo schiaffo che il fratellino porta con quello che dovrebbe essere l'unico braccio che gli resta, dato che pare gliene abbiano tranciato di netto uno. Oltre ad un volto tumefatto assolutamente irriconoscibile.
    La manina che partirebbe verso il suo viso proverebbe a venir intercettata con un nuovo sforzo non soltanto del fisico intero, alzando il grosso braccione sinistro, ma anche irrorandolo di Chakra. Si tratterebbe di energia, linfa vitale, potenzialmente inviata direttamente verso gli occhi, i recettori cerebrali ed i muscoli delle proprie gambone. Affinerebbe, o almeno ci prova, i propri riflessi in modo tale da accorgersi della velocità con cui arriverebbe quello schiaffone e tentare, soltanto, di abbassarsi.Impasto del Chakra: Basso (+3 Tacche - Sovraimpasto: 1 - Vitalità: -1/2) | Calcolo: Velocità 125 - Riflessi 175 = -50 (+2 tacche difensore) - Difesa Facile: 60% schivata: SCHIVATO Le è costato parecchio quel movimento, quell'abbassarsi, al punto che le gambe tremano e sembrano intenzionate a cederle. Si piegherebbe su un ginocchio, poggiandolo a terra in un piccolo e sonoro tonfo. Per fortuna, pare che non si sia rotto, se no buonanotte.

    Beh, ti ho insegnato bene a dare ceffoni a chi se li merita, tesoro mio.



    Gli sorride. Ed è un bel sorriso. Splendido, ampio, meraviglioso, da far lacrimare chiunque la veda di gioia. Sì, sa sorridere anche lei, ma giustamente solo nei confronti di chi se lo merita veramente, proprio come suo fratello. Anche se non dovrebbe essere quello vero. Anche perché come potrebbe suo fratello dare uno schiaffo del genere? Ha una manciatona di anni meno di lei, sta ancora studiando - e non per diventare Ninja - ma quello schiaffone pareva preso dalle tipiche risse in cui risulta coinvolta perché pretende che la gente ammiri e rimiri i suoi muscoli. Non s'alza, strisciando col ginocchio pesantemente sul terreno e caracollando verso il fratello, stanca, spossata. L'unico atto che può permettersi di fare è alzare la parte superiore del corpo, sollevando i braccioni tremolanti e cercare di stringere in un delizioso abbraccio il fratellino. Proverebbe a stringerlo, anche se la forza inizia ad esser quasi completamente assente in quei potenti e grossi muscoloni che si ritrova. Quasi s'accascia al fratello, lasciando che il mento provi a scivolargli sulla spalla.

    So che non sei vero. So che sei una fregatura, una prova, di quel nano merdoso bianco. Ma tu sai benissimo che io ci sono e ci sarò sempre, che sono qui. Che non devi avere paura dei mostri cattivi, perché tua sorella li prenderà a pugni per te e poi ti insegnerà come farlo. Questo lo sai, te lo dico sempre. E sarà così per sempre. E di sicuro ti ho insegnato ad incassare per bene tesorino.



    Ridacchia teneramente, cercando di dargli un bacettino sulla fronte, prima di lasciarsi andare ad un profondo e stanco sospiro. Spera solo che sia finita. Al punto da far scivolare una lacrimuccia sul viso. Più per stanchezza che altro, sia chiaro, lei è un omaccione brutale e violento che mostra i muscoli e solleva chili. Non una femminuccia con dei sentimenti.

    Sorellona Tuttamuscoli ti parerà il culo per sempre, Yoshikawa.



    O forse, sotto sotto, è una femminuccia anche lei. Con dei sentimenti. Come chiunque al mondo.

    Chakra: 7.5/10
    Vitalità: 6/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità: 100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: Schivata
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Potenziante Minimo × 4
    • Tonico Coagulante Minimo × 2
    • Tonico di Ripristino Minimo × 2
    • Fasce da Combattimento × 2

    Note
    ///
  6. .

    L'Erba Tinta di Sangue


    Is She Supposed To Rescue Someone? She?!



    QUINDICI. HAHHN.



    Ebbene sì, nuovo giorno, nuovo workout, nuovi muscoli da metter su. Persino quando la vita da Studentessa cambia completamente e drasticamente di ruolo, specialmente quando le viene detto da qualcuno. Non per altro, ma quel momento in più la mattina per un po' di riposo e soprattutto per potersi lavare attentamente una zazzera infinita sulla capoccia. Il fisico viene nuovamente temprato ed il bilanciere scivola attentamente e poggiato con una certa delicatezza sul poggiolo destinato a quest'ultimo, sorretto poco sopra la propria testa. Il petto brucia, i pettorali rimbalzano un paio di volte delicatamente tra una mossa e l'altra, giusto in tempo per vedere il donnone sollevarsi in tutto il suo mascolino splendore. Un metro e novanta di corazzati novanta e rotti chili che si spostano con dei piedoni talmente delicati da apparire quasi impressionanti. Petto andato, c'è giusto il momento per l'ultima serie dedita agli addominali e non solo prima di dichiarare chiusa l'ora ed oltre di allenamento. Il sudore scivola copioso su un corpo ormai perfetto. Ogni muscolo è scolpito talmente bene da evidenziarne i solchi. Ed il sollevarsi su una trave posta vicino al tetto è soltanto la goccia che fa traboccare un vaso d'essere scultorea. S'alza per una volta sfruttando la potenza delle braccia, compiendo poi una specie di rannicchiamento delle ginocchia fino al petto, estendendole. Poi solo a destra, poi la gemella. E torna giù. Così via in un loop di fatica e stanchezza, la cui durata s'attesta sulla serie da venti, con le braccia che paiono voler cedere ad ogni sollevamento. Arti venosi e sprezzanti di forza, addome scolpito e potentissimo, numeri che si ripetono e fatica espressa da sbuffi ed un paio di riprese decisamente lunghe. Il fisico infinitamente possente troneggia in quella specie di palestrina che s'è costruita mentre piano piano completa le ripetizione imposte.

    RRRAAAAH-!



    Un urlo secco, un corpo spaventoso che scende troneggiante da quell'ultima ripetizione. Gli addominali tamburellano, il petto rimbalza chiamando ossigeno. Si piega sulle ginocchia per un piccolo istante, scrollando poco dopo i braccioni e disendendo schiena e addome stiracchiandosi verso l'alto. Addosso non ha quasi nulla, giusto gli indumenti per allenarsi in un bel nero integrale, sebbene sia quasi integralmente scoperta giusto per far vedere tutti i muscoli al primo che passa. Incluso il solito postino. Sì quello che le consegnò la lettera in cui veniva chiamata al "cospetto" di Kyojuro consegnandogli quella di un maschio. Gekido o come si chiamava. Se l'è scordato! Ed il fatto che non gli corra dietro ma, anzi, solleva le braccia e gli mostra due bicipiti grossi come una casa, ancor più scolpiti, affinati e venosi di giorni prima, gli fa comprendere come gli stia sulle ovaie, ma non troppo da seguirlo e menarlo in quell'esatto istante. O semplicemente che vuol essere venerata ed applaudita. Inutile a dirlo, non l'ha assolutamente capita, l'ha guardata storto, sollevato le spalle e se ne è andato per la stessa strada di poco prima. Invece Arahaki prende e apre la lettera. Chiamata alle armi. Qualcuno ha dichiarato guerra a Kusa.
    E deve andarci.
    Degluttisce e congela sul posto, assidera, sbianca immediatamente. Si deve addirittura sedere per qualche minuto lanciando il foglio a poca distanza da lei. C'è il sigillo dei capoccia, c'è la firma, c'è tutto. Tutto quanto. Le appaiono in fronte agli occhi quelle persone. Mamma, papà, il fratellino, persino i brutti musi del Team Tredici e, per la prima volta nella vita, effettivamente trema. Trema al pensiero che potrebbe, in un centesimo d'istante, perdere tutto ciò che ha attorno. Non solo se stessa, ma anche quelle persone che a lei ci tengono. Le trema la mano al punto da non avere la forza d'alzarla e distruggere quel foglio nella speranza che qualcuno possa credere che non sia mai arrivato e farla franca. Lei, che è una miseria sotto il campo Kunoichi, neanche ha una vaga idea di cosa possa significare, nemmeno pensa ad una missione. In Guerra.

    Ha il suono della condanna a morte nella sua testa.



    Non vuole andarci. Non ha minimamente il coraggio di dire a tutti "ehi, devo andare, stanno facendo la guerra in un villaggio che neanche conosco e son nemici di cui non ho assolutamente idea di che facciano". Però è costretta a farlo, in uno dei più sofferenti discorsi della propria vita. Il tempo di alzarsi, trovare un pelo di coraggio, farsi una lunghissima doccia, mettere i capelli a posto e spuntare poco dopo in una cucina affollata, troneggiando suprema al di sopra della famiglia per la prima volta riunita. Degluttisce più volte, suda freddissimo con una voce effettivamente tremolante. Le scivola persino una lacrima sugli occhi.

    Devo andare lontano per parare il culo a qualcuno.



    E li vede, lì, come se fossero pronti a divenire polvere nel giro di pochi istanti. Forse perché, travasando le parole, tutti capiscono comunque che si tratta di dover scendere sul campo di battaglia di Kusa o qualcosa del genere. Insomma, glielo si legge in faccia che persino lei è spaventata all'idea. Tutti prendono la notizia come dev'essere presa. La madre degluttisce, abbraccia la figlia. Lo stesso il padre ed il fratellino nel giro di pochi altri istanti, sentendo quel cuore battere e tamburellare velocemente. Una, due, più lacrime rigano il viso della gigantesca donna. Nessuno l'ha mai preparata ad una scena del genere, non riesce a reggere in alcun modo. Si sente stringere, coccolata, forse per la primissima volta nella sua vita. Le braccia, le gambe, il grosso e largo petto agiscono in modo autonomo, chiudendosi a chioccia sul gruppo familiare mentre fa giusto una cosa. Piange. Lei, una torre di muscoli, che frigna. Succede a chiunque, succede anche ai migliori, ma quella chiamata alle armi risulta essere niente meno che letale, per lei, la sua psiche, la sua famiglia. Non vuole più staccarsi, sente che i secondi scorrono lentamente, singhiozzando più e più volte. Non è pronta per nulla di tutto ciò, l'Accademia non l'ha mai fatto. Nessuna missione l'ha mai fatto.
    Non è semplicemente pronta. Non può lasciarli, non riesce neanche fisicamente a staccarsi ed a sollevarsi. Le cedono persino le gambe, scivolando lentamente verso tutti gli altri.

    N-Non voglio...



    [Later On That Day...]



    Un bestione che entra in un localino pieno di Ninja. O meglio, in Amministrazione, che le sue dimensioni le ha eccome. S'adagia ad un muro, avvolta in un troneggiante quanto meraviglioso abito d'una certa sartoria. Si tratta di una specie di bellissimo Kimono stretto in particolar modo giusto da un nastrino. Esso è bianco, lungo, con due floreali disegni uno sulla schiena ed uno sul fianco sinistro. Nastro nero stretto sotto al petto per far in modo che si chiuda per bene il tutto, lasciando comunque una bella scollatura. Spalle scoperte, grandi e grosse, per via del particolare tessuto dell'abito stesso. La seconda spaccatura invece prosegue al di sotto del nastro ch'avvolge il petto, lasciando intravedere uno scorcio degli addominali, si chiude con un secondo nastro per non mostrare proprio un tubo delle proprie grazie, ma lascia aperta una bellissima insenatura per far vedere i suoi giganteschi quadricipiti. I bordi del vestito sono neri, dando proprio la parvenza che si tratti di una specie di quadro su cui sono incisi quei bellissimi fiori rossi.
    I capelli sono una zazzera ordinata bianca con ben quattro grandi ciocche tinte di rosso, annidate in modo simile ad un fiorellino sul lato destro del capo. Il viso è assente, turbato, triste. Gli occhi gonfi e rossi sono la testimonianza non tanto che è una finta donna con la congiuntivite, ma di quel che è successo. Il suo fisico enorme corrisponde niente meno che agli sfoghi svolti. Altri allenamenti, probabilmente. Le fan persino male i muscoli a causa dell'acido lattico. S'appoggia sconsolata sul muro, come se la sua erculea figura volesse reggerlo. Degluttisce e sbuffa, amara, rabbiosa e nervosa.
    No, non vuole andarci in Guerra lei. Ma, a quanto pare, sarà "costretta" a farlo. L'unica cosa che cerca lì in mezzo è il Team Tredici, sperando per lo meno che s'accorgano di lei guardandosi attorno o entrando tra gli ultimi da quella porta. Anche perché lei probabilmente è arrivata in ritardo. Si sa, la paura gioca brutti scherzi. Specialmente quella più materialista di tutte.
  7. .

    I Primi Passi Infuocati


    Heroicals?!



    Colpiti. Una volta. E tra l'altro neanche così tanto bene. Glielo han detto spesso e volentieri in Accademia di non farsi prendere eccessivamente dal nervosismo quando qualcuno le sgattaiolava sotto le gambe e pare proprio che non abbia avuto alcuna intenzione di coglier quel consiglio. Ma, capitela, vede suo fratello lì che sembra piagnucolante e ferito, non riesce assolutamente a calibrare il cervello per far qualcosa che possa sembrare tale da permetterle di togliere di mezzo quegli esseri senza che sia prenderli a cartelle nel modo migliore - o peggiore - che le viene in mente. La risultante è che riesce a colpire qualcosa, il problema è che letteralmente tra le mani quelle ombre si sfaldano e riforgiano come se fossero in grado di riassorbire qualcosa che le circonda. Si ricreano da un foro nello stomaco così ampio da potervi far abitare un paio dei simili di Iro. In poche parole, il tutto si risolve in un nulla di fatto.
    Da una parte ci sono quelle ombre che vengono letteralmente martoriate, dall'altra gli Studenti, i quali sembrano poter non fare niente perché vedono i loro assalti respinti. Deglutisce, Arahaki, incominciando ad intravedere in tutto ciò che succede qualcosa che non funziona al meglio. Le è stato detto che il mondo esiste, le è stato detto che tutto ciò è frutto dei nutrienti ottenuti da imprese di cuore svolte da chiunque. Quindi, perché questo mondo dovrebbe voler qualcuno morto? E' un barlume che proviene unicamente dal fatto che ha il fratello davanti. Un'idea. Il fatto che una diciannovenne che ha studiato faccia funzionare il cervello oltre ad una montagna di muscoli sembra qualcosa d'allucinante. Ma lei in realtà l'intelletto lo ha. Ed ecco che, dopo aver dato una inutile lezione ad esseri che si rigenerano, si balena nel suo cervello ciò che mai avrebbe dovuto concepire. Un concetto sensato.

    Vuoi vedere che quel figlio di puttana nano bianco vuole solo nutrirsi di noi? E per farlo mette in gioco questi cosi?... Io a Kyojuro lo voglio vedere in un campo di crisantemi.



    Allora. Poveraccio - perché va detto - ma il concetto sensato non è quello di far finire un povero Genin in un cimitero. Bensì questo sarebbe che Iro vuol soltanto sfruttarli per nutrirsi e nutrire questo "mondo". Indi per cui, occorrono atti di coraggio e di cuore per riuscire quanto meno a sbarazzarsi di un ostacolo, qualsiasi esso sia. Se sono quelle ombre di loro stessi - pensandoci, per Arahaki potrebbe essere la sua collera industriale - vuol dire che per sconfiggerle occorre pensare in qualche modo a come poter battere se stessi. Quindi ne approfitterà per calmarsi, per darsi una regolata, agire non d'impulso ma ragionando e collaborando?!
    No. Ma quando mai.
    Ha il tempo solo di osservare come gli altri due del Team Tredici sembrano occupati a venir malmenati da quella che è la situazione, da quelle ombre che rispondono ai colpi non subendoli ed anzi, applicandosi per fare pure più male. In che posto del cavolo sono finiti non ne ha idea. Ma constatando come Miyori e Kenji paiano in difficoltà, l'assistere alla creazione di una Palla di Fuoco da parte di quella che pare l'ombra di se stessa non facilita le cose. Specialmente imponendo i sigilli.

    Ehi me versione stronza, quella cosa non so farla, combatti seriamente imbecille. O quel nano malefico a cui farò saltare in aria questo posto te lo ha imposto, eh?



    Ne ha per tutti. Ed accorgendosi anche di come sembra voler intenzionata nel coinvolgere gli altri, ecco che prende il via un vero e proprio atto di eroismo. Probabilmente l'unico che la seria Arahaki potrà mai erigere. Non perché sia una codarda. Ma perché intende difendere dalla palla di fuoco anche gli altri. Dietro c'è il ragionamento mentale che la porta a pensare che loro due, occupati, finiranno per subire senza ritegno quel NinJutsu. E soprattutto che quei due le servono. Integri. Non solo per poter giurare ai genitori di averli riportati a casa sani e salvi e magari sperare che la citino a qualcun altro intraprendendo un passaparola tale da renderla famosa in quel di Konoha e poi altrove, ma anche per lasciare quel posto. Lasciarlo viva. Lei e gli altri due Studenti. Kyojuro può pure cadere in un burrone per quel che la riguarda.
    In ogni caso, quella palla di fuoco pareva destinata a coinvolgere chiunque. Ma non sul suo campo. Ormai determinata e decisa nel muoversi, per la prima volta, in favore di qualcuno pur rischiando di rimetterci la pelle e sentendo che sia la cosa più giusta da fare nel recare "nutrimento" per questo mondo che vorrebbe distruggere, eccola decidere. Determinata, rocciosa, solida in ogni suo movimento e nella sua voglia di fare. Al completamento dei sigilli ed al lancio della palla di fuoco, intende muoversi in avanti verso il fronte. Carica, un po' spaventata, con l'insano e peculiare intento di farsi del male per preservare gli altri. Uno scudo umano fatto di solidi e possenti muscoli che, spera, possano salvarle la pellaccia.

    A quella ci penso io. Se non dovesse andare al meglio, tornate interi a casa e sposatevi, nanetto e nanetta.



    Un bel saluto, manco fosse in punto di morte. In ogni caso, andrà allegramente a gettarsi nella palla di fuoco? Ma anche no. In Accademia le hanno insegnato una cosa: utilizzare le proprie capacità "magiche" (il Chakra, sì) per riuscire a render il proprio corpo più forte. E come mai potrebbe pensare di sollevare quattrocento chili - dice lei - se no? Qualsiasi cosa rende un tornaconto personale sempre e comunque. In questo caso il tornaconto personale sarebbe salvarsi la pellaccia ed il meraviglioso aggrovigliar di capelli bianchi che si ritrova sulla propria testaccia. Non appena la palla partirebbe nella direzione di tutti, cercherebbe di pervadere i propri arti superiori ed il petto di puro ed invisibile Chakra. Tenterebbe d'impastarlo attentamente e con correttezza, stando ben accorta nel come si muove e come fa fluire integralmente il tutto da una parte all'altra degli arti superiori e del tronco. Andrebbe anche a rendere tale sottilissima "pellicola" visibile a malapena ad occhio nudo d'un leggiadro colorino blu elettrico, lasciando ch'essa navighi e fluisca attorno al petto, alla schiena, al viso ed alle braccione, estendendosi poi lungo l'integrità del proprio corpo. Il Chakra cercherebbe quindi di pervadere il fisico ed indurirlo quanto basta, mentre la donnona andrebbe a gonfiare i propri muscoli, gettandosi praticamente contro la Palla di Fuoco, intenzionata ad assorbirla completamente. Ma non solo, si lascerebbe sì colpire da questa, tentando d'assorbirla in modo integrale o quasi. Ci camminerebbe addirittura davanti, usando la cosa per tentare d'avvicinarsi all'ombra che vorrebbe averli aggirati. [Azione Gratuita]Spostamento entro 6m (Spero si possa fare internamente ad un Subisci&Mena)
    Proverebbe ad emergere dalle fiamme come una titana. Brandelli di felpa ridotti in un non nulla sbruciacchiato, odore pessimo, il fisico troneggiante nello spazio. La pelle biancastra verrebbe svelata in grande parte, all'effettivo scoprendone parte delle grazie ma soprattutto una muscolatura da fare invidia a chiunque. Braccia grandi, grosse, gonfie e pompate, striate da delicate venature e da muscoli scolpiti e gonfi, un petto voluminoso, una schiena enorme e dai gruppi muscolari in perfetto sforzo e tensione, addominali tamburellanti. Un perfetto fisico da culturista scoperto, pompato e pieno di muscoli in perfetta tensione, allenati e belli. Per chiunque a cui piacciono queste cose. Altrimenti si può definire come una vera e propria aberrazione del genere femminile.
    La felpa ormai quasi non c'è più ma almeno copre ciò che va coperto. No, non aveva altro sotto, se non l'intimo di cui non si sta troppo a discutere. Una volta riemersa camminando lentamente da quell'inferno di fiamme con un paio d'ustioni che fanno parecchio male, facendole digrignare i denti nervosamente e con rabbia, andrebbe dritta per dritta a caricare contro il suo nemico. La donnona finta. Finta-Arahaki si vedrebbe la vera tentare di correrle incontro con una violenza inaudita, una velocità comunque normale per una Studentessa ma tantissimissima rabbia in corpo. S'alzerebbe violentemente il grande braccione destro, gonfiato da un pugno che verrebbe caricato. Cercherebbe quindi di scagliare a piena potenza, appena emersa dall'attacco, un gran bel pugnazzo dritto dritto contro la spalla destra della finta donna. [Azione Subisci&Mena]Impasto del Chakra: Livello Mezzo Basso - Resistenza +2 - Resistenza-Forza (Sospetto sia 100, non essendo scritto) = 2 Tacche Vantaggio Resistenza - Potenza Ridotta a 15 - Subiti 1 Leggera e 1/2 Leggera di danno. Spesi 1/2 Basso di Chakra.

    Azione Offensiva: Pugno sulla Spalla Sinistra - Velocità: 100 - Forza: 100 - Potenza: 10

    Non crede che basti, ma il vedere Kyojuro attaccare qualcosa finalmente gli fa capire che ci sono degli errori in gioco. Punto primo: c'è davvero una certa eccessiva voglia di mettere contro gli studenti dei nemici, il che rafforza l'idea che Iro voglia "nutrirsi" di loro. Punto secondo: offre la soluzione all'enigma sui colpi: in teoria occorre utilizzare il Chakra per colpire gli esseri intangibili e renderli tali. Quindi, perché non dedicarsi e farlo? Ed è così che tenterebbe di riaffiorare quello stesso utilizzato, ma questa volta proverebbe ad aiutarsi come fatto in passato. Nell'arte del sollevamento pesi, l'imbroglio per ottenere un numero più alto che porti ad un bel pump è sempre una fesseria. Ma lei è nata male. Ed ecco come ha scoperto che l'impasto può darle una mano. Tenterebbe d'impastare nuovamente il proprio Chakra lungo gli arti superiori, ma questa volta atto unicamente ad ingolosire la propria muscolatura di forza. Pomperebbe tutto tra bicipiti, tricipiti, avambracci, cercando di gonfiare le dimensioni ulteriormente. Vene, muscoli gonfi, una potenza quasi inaudita nel tentativo di incominciare a fare piazza pulita di tutto ciò che la circonda. Non intende sforzarsi neanche in modo eccessivo, solo tirare dei gran bei colpi. I muscoli risulterebbero infervorati da tale intromissione di energia e purissima forza, provando ad agire come consigliato dalla donna. O meglio, come obbligati. Quei gonfi proverebbero a forgiarsi in due grossi muscoloni ancor più ignoranti delle semplici palline, mentre lei cercherebbe di chiudere i pugni. Tenterebbe d'ignorare il dolore sbuffando taurina ed ignorante come niente, nel tentativo di scagliare un pugno doppio che partirebbe dal fronte del proprio petto e tenterebbe d'estendersi velocemente ai propri lati, provando a colpire con una violenza inaudita praticamente tutti. Si tratterebbe d'un colpo ad espansione che proverebbe a venir scagliato velocemente di fronte a se e, se dovesse esserci presente un'ombra, cercherebbe di centrarla. Non è il suo principale bersaglio, ma nel "malaugurato" caso ci fosse essa sarebbe coinvolta. Proverebbe a colpire principalmente le ombre ai lati, quelle con cui stanno duellando i propri compagni con un pugno ciascuno con violenza tale da tentare di sfondargli la testa, come se volesse farle a pezzi. [Slot Azione II]Impasto del Chakra: Livello Mezzo Basso - Forza +2 - Forza: 150 - Velocità: 100 - Potenza Base: 10
    Proseguendo, l'ultimo assalto sarebbe effettivamente frontale. Diretto alla se stessa fasulla. Cercherebbe di richiudere a se, davanti al voluminoso poppume, i propri braccioni. Ancora una volta intenderebbe per un momentaneo e rapido istante intingere le proprie braccia di altro Chakra, di nuovo cercando d'impastare velocemente il tutto per tentare di ottenere altra forza. Ma questa volta la potenza sarebbe un effettivo segno di minaccia contro Iro e contro il mondo. Alzerebbe di nuovo le proprie braccia, stringendo le mani assieme sotto forma di una specie di mazza. Tenterebbe di affiancare l'aberrazione ombra, provando quasi a superarla. Nel mentre, gli arti superiori s'alzerebbero stracolmi di potenza, gonfissimi di muscoli e di vene, cercando velocemente di esplodere in un successivo e singolo colpo. Tenterebbe quindi di far partire una mazzata violentissima dall'altro diretta alle spalle dell'essere, sfruttando i suoi arti particolarmente lunghi essendo lei una bestiona di muscoli da un metro e novanta. Cercherebbe di far così partire una vera mazzata dall'alto diretta verso le scapole e la schiena dell'ombra, cercando di metterci tutta la forza nel suo corpo e la potenza per tentare di spedire non tanto verso l'infinito ed oltre l'essenza, ma di scagliarla direttamente contro Iro. Una minaccia. [Slot Azione III]Impasto del Chakra: Livello Mezzo Basso - Forza +2 - Forza: 150 - Velocità: 100 - Potenza Base: 10
    Respira affannosamente. Una, due, tre volte, digrignando i denti e soffrendo. Fan male le bruciature. Fan un bel po' male. Non molto più di quanto possano farle male i muscoli causa acido lattico, ma è un bel dolore. Cerca di riprendersi, respira, prova ad arginare quel dolore, sputando un paio di volte a terra.

    Questo posto lo faccio a pezzi.



    Chakra: 8.5/10
    Vitalità: 6.5/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità: 100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: Subisci&Mena I
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Subisci&Mena I
    2: Attacco in Mischia
    3: Attacco in Mischia
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Potenziante Minimo × 4
    • Tonico Coagulante Minimo × 2
    • Tonico di Ripristino Minimo × 2
    • Fasce da Combattimento × 2

    Note
    ///


    Again, spero sia tutto giusto. Sul primo attacco ho lasciato una sorta di porta aperta, anche perché comunque io dovrei essere vicino dopo il Subisci&Mena c:
  8. .

    I Primi Passi Infuocati


    On The Verge of Destruction



    Prima di proseguire, c'è solo una frase che Kyojuro si merita. Sì, ce l'ha ancora con lui anche se le ha schivato quel cazzottone la cui unica motivazione di partenza era dar fastidio. Lento, borioso, per nulla potente a livello di forza fisica impressa. L'avrebbe schivato chiunque.

    Certo genio del male, come se noi conoscessimo quel coso morto o vivo e sapessimo che quello sembrava latte di cocco. Tu mi sembri seriamente fuori dal mondo...



    Continua l'esplorazione del mondo tutto strambo e tutto strafatto di tale "Iro". Il gruppo del Team Tredici risulta essere ovviamente indirizzato per percorsi differenti, rinvenendo però nel due contro uno il punto d'incontro. Non può separarsi dagli altri due dopo che han scelto di prendere la via chiaramente peggiore, inoltrandosi verso quelle che sembrano delle catenacce pronte a fare chissà quale cosa. Non quando la sua forza deve tornare utile nel caso ci siano cancelli da sollevare per uscire da questo tugurio sotto formato di mondo che, liberamente, sta tentando di rovinare in tutti i modi. Torcerebbe il proprio collo verso gli altri due, puntando quelle delicate pupille blu elettrico contro entrambe. Lo sguardo sarebbe freddo, parzialmente distaccato, specialmente quando le dicono che vogliono prender l'altra via. Anche se non s'inalbera più di tanto nelle parole, notando come gli altri due sembrano esprimersi anche troppo per i suoi gusti e per cercare di convincerla, decide di regalargli la propria confessione fisica e mentale. Finirebbe per seguirli nel giro di qualche istante passato a roteare gli occhi verso il cielo al di sopra di lei, abbattendo le proprie difese mentali ed esprimendosi unicamente in un volto leggermente turbato. Solleva l'arto sinistro e quello destro, chiudendo le mani per stiracchiare la propria schiena. Ogni mossa spesso e volentieri rischia d'essere una tortura per il suo felpone indossato.
    In ogni caso, Iro svela che quello è il suo mondo, che - a quanto pare - non è una illusione da cui è possibile liberarsi come le hanno insegnato in quel dell'Accademia e che non risulterà quindi così tanto facile prendere ed andarsene da quel buco ignobile. Tanto vale, saputo questo, che incominci ad adoperare i propri muscoli al fine del ritornare a casa nel più breve tempo possibile. I nervi ormai non esistono più, la voglia di buttare Kyojuro giù da una scogliera raggiunge limiti inenarrabili ed il vedersi "costretta" a scegliere la via non prediletta non facilita i rapporti con il resto del Team Tredici. Anche se per loro nutre decisamente più voglia di star calma e rispetto che verso il Genin, dato che ancora lo ritiene reo di aver messo tutti volontariamente in pericolo. Motivo? Ancora non si fida di questo posto.

    Ed anche le teste spaccate.



    Giusto per tenere qualche altro ricordo molto carino in quel del mondo di Iro, un angolino infernale in cui si divertirebbe a lasciare una propria rappresentazione intenta a torturare gente tra sollevamenti e pugni nello stomaco. Si ritrova costretta così a dover optare per seguire le scelte degli altri. Le loro espressioni relative ad una prova, ad un essere degni, non l'hanno neanche sfiorata. Li segue solo perché non intende ritrovarsi fisicamente da sola in un posto del genere, tra alberi brulli, una foresta strana e quel rumoraccio infernale di catene che non la pianta di tormentarle la testa, timbrandola e ritimbrandola più e più volte come un martello su una grande incudine.

    Si chiama "ragionare per non farsi ammazzare" a casa mia. Ed a casa mia siamo ancora tutti quanti vivi per questo.



    Non sottintende niente. Non conosce in alcun modo le condizioni familiari di Kenji e Miyori - pensando siano le più rosee - ma ci tiene a far conoscere il proprio pensiero proprio allo Hyuga. Pur essendo cresciuta con la volontà di dimostrarsi effettivamente la migliore nel sollevare i pesi e nel costruire un fisico da far venir paura anche alle pecorelle più allegre del Paese del Fuoco, il suo mantra è sempre stato dedito alla salvaguardia di se stessa, del proprio corpo e di chi ne è effettivamente meritevole. Le prove contano per lei in modo a dir poco relativo. Non cresce con la voglia di dimostrare di saper sollevare quattrocento chili con uno squat. Figurarsi se cresce con la voglia di dimostrare di poter essere una Kunoichi in chissà quale mondo. Lei. Che si aspetta un esame. E quello per Ara non è assolutamente un esame, è una buffonata vera e propria.

    Mi pare di essere in svantaggio numerico comunque. E da sola quà dentro io non ci sto. O rischio di rendere questo posto l'inferno. Costasse prendere a pugni tutta la terra fino a raggiungerne il centro e farla sommergere di lava.



    Rosee aspettative e rosee decisioni! Sì più o meno quanto un amorevole destro sul setto nasale. Non si perde in ulteriori chiacchiere, decidendo di spostar i quadricipiti a fin di bene e per l'amore del gruppo assieme agli altri. Li segue, lasciando persino che Kenji discuta dell'aver messo quella piccoletta di Miyori in una delle posizioni più complicate che mai ci si possa aspettare. Ma del resto discendono da due Clan importantissimi per la Foglia, quelli con la congiuntivite - gli Uchiha - ed i "senza-pupille" - gli Hyuga. Nomignoli screditanti che s'è legata nel cervello per molto tempo. Non discende da quelle famiglie, non fa parte di un Clan, per lei non sono feccia ma son persone che se la tirano decisamente troppo. Solo perché nascono con delle abilità clamorose che una come lei, che fino all'altro ieri manco sapeva cosa fosse il Chakra, neanche si sogna di poter possedere. Ed ora ne ha due lì, accanto. Che non discutono di cose politiche, di forza tra Clan, di chi ce l'ha più duro, ma si scusano. Insomma. Sembra che sia stata presa in castagna da stereotipi mai realmente confermati. Li lascia discutere senza interferire più di tanto, preferendo fare la terza incomoda ascoltandoli, lasciandoli divagare ed ogni tanto palpandosi per gli affari suoi bicipiti e addominali. Arrovella piani d'allenamento nella testa unicamente per non pensare a dove sia finita. Anche se Miyori cade quando chiede cos'è il latte di cocco. Là sente di esser costretta ad intervenire, essendo lei in qualche modo decisamente abile dietro i fornelli.

    Il latte di cocco è una bevanda. Funziona come sostituto del latte, soprattutto per chi è intollerante o non lo digerisce. E' estratto dalle polpa del cocco. Sai, quelle noci particolarmente grosse e pelose, marroni, dure, con l'interno bianco pieno di un liquido...



    La risposta scucita con una calma ed una dedizione da far paura. Probabilmente non se l'aspetterà nessuno. Ma poi torna ad eclissarsi un po' sulle sue, tenendo le mani in mezzo alla lunghissima e malformata zazzera bianca sul proprio capo, assistendo a quella che è la chiacchierata tra i due. Emerge poi un discorso legato alla nascita e crescita di Miyori. E via, che nel cervello c'è festa.

    Se gli risponde "fatti i cazzi tuoi" fa la scalata sociale.



    Niente scalata sociale per Miyori. Gli risponde ed anche troppo educatamente per lei. In ogni caso, nessuno continua a farle domande, permettendole quindi di poter raggiungere le successive tappe senza dover sprecare troppo ossigeno, con cui muovere quel corpo straripante di muscoli sempre più arrabbiati con ciò che la circonda. Come se fosse sul punto di prendere e dilaniare un mondo. Anche perché poco dopo incomincia a sentire quelli che sembrano dei lamenti. Uno, due, plurimi, non li identifica al meglio. Prosegue seguendo gli altri, fino ad una scena veramente raccapricciante. Tre persone legate come salami con ferite un po' ovunque, due sconosciuti, una invece molto ben conosciuta. Le si gela il sangue, con le pupille blu elettrico - tinte - che iniziano a scivolare verso chissà dove. In testa c'è solo una vocina.

    Non è vero.



    Suo fratello è lì. Ferito, che neanche sembra volersi muovere da una seggiola tutt'altro che confortevole ed all'apparenza singhiozzante. Non c'è null'altro da commentare. Il sangue da gelato sì riempie di un calore rabbioso, lo sguardo si congela, non ha più niente da spartire con gli altri se non sospiri. Di fronte una sorta di se stessa ma completamente in nero, come se fosse fatta di pura e spaventosa oscurità. Una sorta di sua traspirazione dal lato oscuro. Alta, grossa, ma priva di qualsiasi naturale conformità. Dai suoi ricordi accademici, cercherebbe di trarre la conclusione che si tratti in qualche modo di un qualcosa di non vero. Potenzialmente, però, creato da un altro Ninja che possa anche fargli del male. Facendo due più due però dovrebbe comprendere che si potrebbe trattare di un qualcosa di non vero. Ma non è nelle condizioni mentali di fare due più due. Visto e soprattutto ripensato a quanto Iro ha detto, ovvero che quello è il suo mondo ed esiste. Respira molto velocemente, sfiata più e più volte cacciando energeticamente aria direttamente dal naso, con le pupille blu che verrebbero rimesse a posto con un paio di colpi di palpebre. Anche perché c'era una brutta lacrimuccia da non far vedere per rimanere virili che già stava spostando queste ultime. Deve vederci per poter spaccare i musi.
    Non c'è più voglia e più tempo di scherzare. Quello che si prospetta essere un nemico proverebbe a scagliarle contro due lame d'oscurità dalla fattezza simile a dei Kunai. Di risposta, il donnone proverebbe semplicemente ad abbassarsi. Affidandosi ai propri riflessi cercherebbe di difendersi da quella coppia di lame semplicemente ponendosi in una posizione di squat. Tenterebbe di allargare le gambe di qualche centimetro abbondante ed affidandosi alla propria coordinazione occhio-resto del corpo, andrebbe ad abbassarsi di tanti centimetri quanti sufficienti ad evitare l'arrivo dei due Kunai d'ombra. Proverebbe ad abbassarsi più o meno di una trentina di centimetri, tutti in squat, arrivando quasi ad adagiare i gluteoni a terra. Una posizione portata rannicchiando le ginocchia e chiudendo le gambe in modo tale da porsi in postura da squat e lasciare che i due Kunai d'ombra le scivolino letteralmente sopra la testa, schivandoli. [Slot Difesa I]Schivata con accosciata semplice - Riflessi 100 - Differenza: 0 - 40% Schivata
    Una volta evitato il colpo dei nemici, la donna non se lo farebbe ripetere poi due volte di partire all'offensiva del nemico invisibile ma visibile. L'ombra tangente verrebbe bersagliata dai suoi alleati, il tutto mentre lei starebbe più verso il centro, sebbene parzialmente in disparte. Lasciano che partano per primi loro, risollevandosi dal proprio squat in modo incredibilmente lento e curato per non strafare sulle ginocchia. Una volta tornata eretta, lascerebbe che i suoi alleati sfoghino i loro attacchi a distanza e non. Lei? Procederebbe verso le creature con un passo lento e titanico, sbattendo i piedi con rabbia e cattiveria contro tutto ciò che si trova al di sotto dei propri piedi, siano esse altre catene o solidi d'altro genere. Proverebbe a menare veri e propri colpi con l'intenzione di creare delle grosse impronte ovunque sbatte i regali piedoni che si ritrova. La felpa contiene a malapena i muscoli straripanti, con le braccia gonfissime ed i pugni serrati in maniera pressoché istantanea. Ogni passo un respiro, col cuore tremolante ed una collera a dir poco irrefrenabile. Non sarebbe servita nessuna parola a bloccarla. Conclusi gli assalti alleati, proverebbe a giunger lei. [Azione Gratuita]Azione Gratuita - Primo Spostamento entro 6m del Turno
    Arrivata quindi faccia-a-faccia con le bestie fatte d'ombra tenterebbe d'adoperare la propria offensiva. Non c'è un granché che possa arrestare quella purissima potenza di percosse e di muscoli che si smuovono quasi come se fossero posseduti da numerosi spasmi. Vene copiose, grosse e rabbiose solcano le parti di corpo scoperte della giovane mentre proverebbe a caricare il primo di una piccola sequenza di colpi tutti forgiati nell'ignoranza più nuda e cruda possibile. La prima istanza di danno proverebbe a giungere da un colpo incredibilmente particolare. Allargando i suoi possenti braccioni, proverebbe a fletterli leggermente in un tripudio di muscolacci che rischiano seriamente di dare il fine vita al tessuto che la trattiene. Allargherebbe le spalle puntando a portar due mani ben strette a pugno direttamente in direzione dello stomaco di Finto-Kenji e Finta-Miyori. Cercherebbe quindi di scagliare a piena potenza un colpo doppio, che si tradurrebbe in "uno singolo" per ogni stomaco su cui tenterebbe di far impattare la manacce contro i soggetti fatti d'ombra. Sarebbe un vero e proprio pugnazzo devastante, uno di quelli brutali e cattivissimi, rifilato in una zona particolarmente dolorosa. [Slot Azione I]Attacco in Mischia: due pugni - Velocità 100 - Forza 100 - Potenza: 10
    Non è finita, perché la donna, da quella postura, s'applicherebbe in qualcosa di abbastanza particolare. Tenterebbe di iniziare a richiudere con una potenza quasi devastante i propri grossi arti. In una totale tensione dei muscoli, cercherebbe di chiudere i corpi d'ombra colpiti eventualmente con un pugno poco prima in una sorta di pressa portata con parecchia felicità dei pettorali che andrebbero a gonfiarsi quasi esponenzialmente. Chiuderebbe in una vera e propria pressa tutti i corpi, tentando di schiacciarli l'uno contro l'altro fino a renderli una sorta d'addizione, il tutto di pura potenza fisica. [Slot Azione II]Attacco in Mischia: chiudere a pressa tutte le ombre - Velocità 100 - Forza 100 - Potenza: 10
    Ed infine la conclusione. Cercherebbe di separare gli arti superiori, lasciando che solo ed esclusivamente il destro tenti di librarsi in aria come una bellissima farfalla. Si solleverebbe alto e devastante, avvolto nelle Fasce da Combattimento con quel pochino di metallo che tintinna contro i muscoli riuscendo per miracolo a reggere le tensioni. S'alzerebbe in aria e verrebbe spostato verso sinistra, in una sorta di X formata solo ed esclusivamente da un arto. Questo poi verrebbe scagliato in modo ben poco affettuoso da un lato all'altro alla piena potenza, in una sorta di swing del braccione, tentando di colpire le teste d'ombra - per Finta-Arahaki sarebbe un po' più in basso, all'incirca altezza petto o poco sotto - in modo tale da provare a spazzare via chiunque in un solo colpo, tentando intenzionalmente di toglierli di mezzo. [Slot Azione III]Attacco in Mischia: scacciare le ombre con un colpo di braccio destro - Velocità 100 - Forza 100 - Potenza: 10+Fasce da Combattimento (20?)

    Toglietevi di mezzo.



    E' una frase a dir poco lapidaria, seguita dal girarsi verso Kyojuro ed Iro.

    Se tutto ciò è vero e mio fratello è lì che piange, io giuro su qualsiasi Kami che spezzerò ogni osso nel tuo corpo e che distruggerò questo mondo.



    E' arrabbiata.
    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: Schivata "A Squat"
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Attacco in Mischia
    2: Attacco in Mischia
    3: Attacco in Mischia
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Potenziante Minimo × 4
    • Tonico Coagulante Minimo × 2
    • Tonico di Ripristino Minimo × 2
    • Fasce da Combattimento × 2

    Note
    ///



    Spero sia tutto giusto, ho fatto un po' di fretta D:


    Edited by Niaval - 8/11/2021, 22:06
  9. .

    Il Festival di Fuoco


    Don't spook me you p#@§!



    E mentre la grande e colossale sfilata di persone e di Ninja le si para a destra, sinistra, davanti e persino dietro fissando praticamente tutto quel che si può, mentre lei è alle prese con la non-iscrizione. Le si para davanti una torre. Un pezzo d'uomo alto e grosso come una montagna che ne attira al volo le pupille tinteggiate di un bel rosso scarlatto in un lampo, cominciando a fissarne dei lineamenti piuttosto squadrati e tutt'altro che giovanili. Sembra un bel pezzo d'uomo fatto e finito con, tutto sommato, non un'età così avanzata. Un bell'uomo a vederlo. Persino coi capelli sparati per aria neri ed una tonaca a trattenerne quello che compariva come un fisico veramente esplosivo. Espressa l'intenzione di non iscriversi - giustamente solo perché studente ed effettivamente alla caccia di altre capacità da rubare, oltre che per farsi notare e poter aspirare al diventare una grande culturista - si ritrova invece ad avere a che fare direttamente col colossale omaccione. Che le parla male.

    Senti un po' razza di gen-



    Neanche il tempo di finire d'alzare la voce ed uno sguardo la congela. Completamente. La blocca lì ferma immobile, costringendola a deglutire dietro quello sguardo torbido, brutale, ferreo. Assassino. Le pare di veder qualcuno che voglia farla fuori proprio in quel punto, lì, in un miserevole ed ingestibile secondo di orrido gorgogliar addominale. Un rumore sordo, una sorta di boato. Deglutisce di nuovo Arahaki, distogliendo volontariamente lo sguardo e dirigendolo da qualche altra parte. La sta seriamente terrorizzando. Retrocederebbe di alcuni passi molto con calma, tentando di svignarsela da quella posizione, dal vedersi fissata da quel colossale essere umano che potrebbe decidere più avanti se prendere come nuovo fratello aggiuntivo o cercar di strappargli a morsi lo status di monaco. Questi Ensei son delle persone bruttissime comunque. Un altro passo, piano piano, con i quadricipiti enormi che tremano. Letteralmente, si vedono le fibre muscolari di quella torre di donna tremare come foglioline al vento. Si vedono eh. Quei giganteschi quadricipiti che si flettono parecchie volte, tremolano, assieme a due bicipiti colossali. Deglutisce una terza volta con il cuore che le scalpita dentro. Ma non può pensare di farsi vedere in questo modo di fronte a tutta quella gente. Quelli che s'iscrivono e quelli che non lo fanno. Ne varrebbe della sua non tanto professionalità, quanto personalità. Lo guarda di risposta per una prima volta.

    C-Come ca-cazzo ti permetti eh? EH?



    Non ci crede neanche lei. Non ci prova nemmeno a "fargli brutto", non ci riesce e neanche ci crede lei stessa. Tenta d'afferrarsi il braccione destro con la mano sinistra per fermare quel tremore, chiudendo la presa su se stessa con la manona ad agguantare il proprio quadricipite destro. Si schiaccia persino il petto, che rimbalza più e più volte tra spasmi violenti dei pettorali, flessioni incontrollate ed il cuore che le scalpita dentro. Non lo può neanche guardare per più di tre secondi che non le viene uno spasmo quasi incontrollato tra lo stomaco ed il cuore. Ogni sguardo pare una fucilata. Una situazione del cavolo da cui deve tentare di togliersi in qualsiasi modo, sebbene riesca ancora miracolosamente a trattenere gli stimoli del proprio addome scolpito in ogni angolo dal farla rigettare in ogni luogo ed ogni lago.

    M-Ma che vuoi d-d-da me che so-so-sono neanche una S-Stude... N-NON HO QUEL CO-CO-COSO IO!



    Tuona cercando di farlo ragionare, indicando il primo coprifronte che le passa a tiro. Si sente che se la sta facendo addosso. Non nel vero senso della frase, fortunatamente, ma sta cominciando a sudare freddo nel cercare di trattenere che finisca in un bagno di sangue. O meglio, un bagno e basta. Deglutisce di nuovo, grattandosi di continuo la testa, le braccia, le gambe, ogni cosa, muove le gambe in modo da poter fare quasi ogni cosa. Finché, in qualche modo, sente che la pressione comincia a scivolare. Sembra che lo sguardo assassino stia perdendo il proprio attanagliare. Deglutisce di nuovo e si volta un'altra volta, col cuore che rischia di esploderle di nuovo. Sì, s'è presa uno spavento infinito, dovendo indietreggiare e nascondersi dietro la fila di donne e uomini accorsi lì per iscriversi o soltanto per guardare che cosa sta succedendo. S'è nascosta. MALISSIMO, ma s'è nascosta, anche perché palesemente visibile in mezzo a tutta quella gente. Viene poi letteralmente ferita dalle ultime parole. La rabbia scivola dentro, con il pugno che s'andrebbe a chiudere forgiando una vena di dimensioni particolarmente espanse tra il bicipite destro e l'avambraccio, propagandosi in una sorta di diramazione manco fosse un incrocio tra più strade. Ancora regna in lei della paura, parecchia a dire il vero, ma tenta di non dare a vederlo. Fallendo. Anche perché, semplicemente, non riesce ad arrivarci che si trova all'interno di una illusione.

    S-Smettila di guardarmi! E poi come ca-cavolo parli? Infa-!



    Niente, ad una certa deve cedere. Non tanto perché non si rende conto di non essere rinchiusa all'interno di una illusione - troppo più "potente" delle sue normali corde - ma perché le scappa una puzzetta. Non è da signorine a modo fare una puzzetta in una piazza pubblica. Arrossisce e di bruttissimo, deglutendo di nuovo e guardandosi attorno imbarazzatissima, con quel piccolissimo prot a farla da padrone. Non succede ma se succede. Niente di eccessivo, però per una donna come lei, pregna di muscoli, con quella flatulenza che le scappa via mentre non tira su un minimo di cento chili di panca piana è umiliante. E parecchio. Si rifugia di nuovo nel nulla, non trovando effettivamente nessuno che possa farle da scudo, venendo così esposta. Troppo grossa. L'unica volta che poteva farne un vanto, invece finisce per trarsi in fallo. Lentamente, però, la paura verso quell'essere scema via, finendo in un non nulla. Il cuore non sussulta più, gli spasmi muscolari sembrano sparire lentamente, pare persino riuscire ad ottenere una mobilità tutto sommato vera e propria dalla semi-paralisi che la costringeva, letteralmente, a muoversi facendo strisciare quelle splendide calzature ai propri piedi. Sente che il corpo si scioglie, il respiro da affannoso si fa sempre più rilassato e cadenzato, il moto ritorna ed il sangue sembra circolare felicemente in tutto il corpo. Così come la vena ed il bicipite si gonfiano piano piano a dismisura.

    Brutto stronzo!



    Tuona sbattendosi un pugno sul quadricipite, potendo finalmente guardarlo negli occhi. Gliene ha dette parecchie, definendola indegna e sfigata. E qui è normale che finisca per prendersela con gli oggetti. Al di fuori della propria esistenza, sbuffando come diciotto tori - o semplicemente come l'Otto Code - e menando a pedate la pavimentazione sotto se stessa, un vero e proprio tornado di zazzera multicolore cercherebbe d'avvicinarsi di nuovo a quel Monaco. Lo guarda. Guarda bene l'Ensei. Alto, piazzato, dai lineamenti ordinati, un capello ben mezzo, incredibilmente pompato sotto una tonaca rossa. Fissandolo bene sembra pure un bel ragazzo. Parecchio bello.

    DELUSIONE ED INDEGNA TE LO INFILO SU PER IL TAVOLINO LA PROSSIMA VOLTA. TE LO HO DETTO, IO NON HO QUEL COSO. CHE FACCIO, TI CANTO UNA CANZONE?!



    No, non l'ha presa bene.

    Renditi conto che io faccio a pugni giusto qualche volta, tu, alto, grosso, con quei pettorali giganteschi che potrei pure invidiarti, ingrato del cazzo! - Sta un po' divagando. Sarà il fascino del cattivo ragazzo. - G-Guarda quei deltoi- AAAAAAH! Vai a quel paese stupido sexy Monaco! Non me ne frega niente di partecipare, io son qui come culturista per diventare famosa, cazzarola, se no farei pure a pugni! E SAI CHE TI DICO? Speriamo che ti facciano il culo, tiè! Così poi le mie pose le faccio sopra di te stramazzato per terra senza fiato! HAH! E SICURAMENTE TI BATTEREI IN UNA COMPETIZIONE DI CULTURISMO.



    Difatti non c'è più granché da fare. Proverebbe a malmenare un pugnetto contro il povero tavolo delle iscrizioni che nulla ha fatto, priva della seria intenzione di danneggiarlo. Giusto di provare a rimbalzare quella paura provata per un bel po' di tempo tentando di rispondere per le rime. Niente di che comunque, farebbe paura - in quel momento - forse ai bambini come brutta storia raccontata di notte in campeggio. Andrebbe a girarsi ed andarsene giusto qualche istante dopo, sbuffando di nuovo verso quel gran Ensei come una sottospecie di pessima ciminiera, andando ad affiancarsi per qualche istante a quei due che le hanno indicato. Non li disturba nemmeno troppo. Ma almeno adesso non sente alcun infuso di paura. Si rilassa, si calma, si tranquillizza. Anche perché, rinchiusa in quei momenti di paura, s'era parecchio distratta. Riconosce nella voce del ragazzetto che si trova lì quella di una figura che l'aveva posto dei complimenti giusto qualche istante prima. Era in compagnia di un'altra persona e sembrava essere, in qualche modo, non al top della condizione.
    Non si perde troppo tempo nel fissare sia lui che lei. A quanto pare proviene dal Villaggio Nascosto della Sabbia - Suna - contrariamente ad un'altra figurina dai capelli rossicci. Sembrano parecchio affiatati ed intenzionati al chiacchierare. Decide quindi d'irrompere nel suo modo: facendo giusto un'apparizione lampo. Ricorda i complimenti di lui e volge un bel sorriso candido, al contrario dell'espressione d'odio e rabbia nutrita qualche secondo prima, verso tale "Yasuke". Motivo? I complimenti. E non solo, in un attimo di "non paura" ha scoperto che il colossale Ensei dovrà vedersela con lui. Come presentarsi ad una nuova figura, quindi? Mettendosi in posa da bodybuilding, ovvio. Manone ch'abbracciano dolcemente i fianchi, chiuse a pugno, con le spalle portate in avanti di poco, le gambe ben larghe, un sorriso che pare un ghigno infame in viso ed un paio di ciocche di capelli che scivolano tra i grossi pettorali - e non solo - allargati dalla posa e gli occhi scarlatti. La schiena grande, grossa, definita e strapiena di muscoli, assieme a quelle grosse braccia scolpite e chiuse per far notare il bicipitone.

    E-Ehi!~ - Gli rifila un occhiolino tutt'altro che sensuale, più o meno come quello delle marachelle - Grazie eh! Libero di toccare quel che vuoi, guardare, fare tutto~ Specialmente perché vieni da fuori no?



    Sì. E' ben acculturata in Geografia. Ed anche in simbologia, il coprifronte di Suna dovrebbe riconoscerlo non al volo, ma quasi. Anche grazie alla sparlata di poco prima.

    Ho visto che ti è toccato lo stupido sexy colossale monaco. E' grosso quel tipo, parecchio, quindi te lo dico. Dagli un calcio nelle palle. Anzi, dagliene due. Uno da parte mia. E, ti giuro, non so cosa fa, ma sembra che ti faccia cacare addosso con lo sguardo. - Lo sta avvertendo. Fratellanza. Complimento? Ti becchi un aiutino nel torneo. - Ora è meglio se ti lascio alla fidanzatina, eheh~



    E SE NEANCHE STANNO ASSIEME?!

    Ricordatevi di me comunque, quando dovrete far conoscere una culturista! Arahaki Ishii~



    Non ha neanche storpiato il nome.

    AH GIUSTO. Voi due! Mica sapete chi sono i migliori qui intorno? Quelli da tenere d'occhio? Magari che prendono a pugni. Sì, insomma, Taijutsu esperti, loro... Se non lo sapete fa niente, m'arrangio. Beh, ci si becca! RAAAAAAH! Chiudendo il tutto con una bella posa, sollevando i braccioni e flettendo i bicipiti, facendoli rimbalzare un paio di volte.



    Del resto, la sua missione è farsi conoscere, diventare famosa. Ma anche copiare i migliori. E, perché no, mostrare il bicipite schiacciando con un piede quell'Ensei brutta persona che, per miracolo, non le ha fatto riempire di popo' il vestito elegante che s'è messa. Anche perché, comunque, pare manchino ventiquattro ore all'inizio del torneo. Svolta imprevista, visto che come al solito parte senza ragionare ed era convinta che si svolgesse tutto in giornata. Tanto meglio per nessuno. Lei, del resto, si sarebbe messa a fare un giretto per il festival separandosi momentaneamente da un po' tutti. Motivo? Farsi notare. Girando per la zona, chiunque avrebbe potuto notare una donna enorme disperdersi in pose da culturismo, flettendo i muscoli e dando la caccia a pesistica casuale da sollevare anche troppe volte.
  10. .

    I Primi Passi Infuocati


    A Place That Freaks Out



    Riapparizione casuale di una donna. Il tempo giusto di rifiatare per un millesimo di secondo dal proprio naso, cacciando fuori quella morte di parola ancora in gola.

    ...-ni...?



    Non ha più neanche il potere d'esalare un respiro, restando ferma immobile ad osservare i propri dintorni liquefarsi velocemente. Alberi, rocce, qualsiasi cosa che si trova nei dintorni di quel mostro su gambe incomincia a scomparire scivolando verso un non nulla d'esistenza, traslandosi nel giro di pochi istanti in liquido molto simile a quello ingerito - tra l'altro reputato anche disgustoso. Non crede ai propri occhi, qualsiasi cosa le si cancella letteralmente in fronte ai propri occhi blu elettrico fino a diventare niente, salvo poi praticamente riforgiarsi sotto una forma assolutamente differente.
    Non le è passata assolutamente la voglia di rifilare uno scappellotto di una violenza inaudita nei confronti di Kyojuro reo confesso d'aver ormai oltrepassato il limite e sfracassato il sistema nevrotico della donna. Le è passata invece la voglia di chiacchierare su quelle che furono le motivazioni che han spinto lei ad aggregarsi ai Ninja, al diventare un gruppetto, persino allo sproloquio - agli occhi di chiunque TRANNE che i suoi - di Kenji quando le ha detto che prova ammirazione per il fatto che voglia diventare Kunoichi per un nanerottolo. Tutto passato tranne due cose: lo stupore e la voglia di lanciare Kyojuro di sotto.

    KYOJURO. - E' letteralmente un urlo che suona proprio come un tuono atto a squarciare in due un cielo quasi sereno. - Ti reputo un idiota.



    Non che abbia molto altro da aggiungere. Glielo spiattella dritto in faccia, cercando di fissarlo dritto dritto negli occhi, con una faccia estrema. Gli occhi taglienti, le palpebre leggermente abbassate e le sopracciglia ben inarcate. Il linguaggio del corpo è quello di una donna che vuole effettivamente dargliele. Le spalle non s'inarcano, s'allargano in due rotondità ben distinte, con i pugni stretti pieni di forza. La mano destra arriva persino ad alzarsi e, molto lentamente, tenterebbe d'avviarsi verso il Genin. Il passo è lento, tranquillo all'apparenza, con un colpo veemente e forte contro il terreno dopo l'altro. Colpi pesanti, piegando le ginocchia e tenendo i piedi piatti in modo da far sentire a pieno il proprio moto. S'avvicinerebbeVediamo se sono intelligente: Azione GRATIS - avvicinamento (Massimo 6 metri) verso Kyojuro al Genin stesso nel tentativo successivo di rifilargli un affettuosissimo e carinissimo colpo. No, stavolta niente coccolone al suono di "Ara-Ara~", ma coccolone al suono di adorabili mani che si schiantano contro un fisico umano.
    Difatti, una volta eventualmente riuscita nell'avvicinare Kyojuro, solleverebbe il proprio massiccio arto destro con una velocità abbastanza moderata, flettendo per bene tutti i muscoli. Il tripudio di possenza stavolta si produce in un suono ben poco piacevole, una cucitura che comincia a cedere, uno {STRAP} dolce ma ben poco adorabile e tenero. Il braccione muscoloso destro andrebbe poi a proiettarsi verso la testolina di Kyojuro, tentando di prodursi in uno scappellottoAzione "Offensiva" 1 - Scappellotto a Kyojuro (Mano Destra, No Armi) - Slot Richiesti: 1 - Potenza volontariamente ridotta al minimo (3) il cui compito non sarebbe far del male, ma fargli accorgere che esistono anche loro. Il tutto prestando infinita attenzione nel cercare di non cascare chissà dove per via di quella scogliera dove son finiti.

    Ma sei impazzito?! Tu da Genin prendi e ti bevi quella roba? Ed ora siamo finiti tutti quanti chissà cavolo dove?! E se fosse stata avvelenata? Pensa Kyojuro, PENSA!



    Sbatacchiandosi l'indice sulla tempia nel dirglielo, con quel vocione tutto suo, grugnendo e sbuffando dal naso con una forza tutta propria. Va detto che lo scappellotto rifilato non è praticamente niente, è un buffettino fatto unicamente per far rendere di conto che c'è anche lei ed il suo daffarsi non le è affatto piaciuto, ma proprio per niente. Glielo fa render conto nel miglior modo che conosce: dandogli un bel pugnazzo. Peccato sia un Genin ed il suo unico neurone riesce a funzionare, il che la porta a non esprimersi in un effettivo colpo contro il Ninja. Anche perché sarebbe del tutto deletereo nei confronti del suo poter accrescere di grado. Sbuffa. Tanto. Pesante.

    Io col cazzo che sarei venuta a prenderti. Al diavolo le prove, al diavolo tutto, un Ninja deve usarlo il cervello!... E noi non l'abbiamo usato per pararti il posteriore. A TE!



    Degluttisce. S'è accorta che, ai suoi stessi occhi, ha commesso un errore. E per la prima volta non è un errore che causa problemi solo a lei, per la prima volta è un errore che DERIVA dagli altri. Non ci crede, si è tratta in fallo da sola, arrivando a rifletterci mordicchiandosi il labbro inferiore con una leggera insistenza. La prima volta che si trova in una situazione del genere e non sa bene cosa fare. Da una parte ha seguito una persona che reputa ormai decerebrata. Dall'altra, causa della sua impulsività, altri due ragazzetti l'han seguita. Al diavolo le prove, che le interessa delle prove, il guaio è che ora son là dentro. E che, quasi sicuramente, tutto ciò che li circonda non è altro che l'illusione di un plausibile spirito buontempone.
    Si guarda attorno. A circondarli monti ed uno strapiombo. Non sono presenti molte altre direzioni da prendere se non quella che Iro interpreta e invita a seguire. Procede dietro quell'essere e - comunque - Kyojuro, colpevole d'averli infilati in un vero e proprio pasticcio. S'arrampicano - si fa per dire - fino ad una stradina dissestata che scendeva tra le rocce. Nel mentre ricevono delle spiegazioni su dove si trovano: la Landa del Fuoco Nascosta. Una forte folata la lambisce, costringendola a porre le braccione a protezione del proprio volto per vedere ove s'incammina.

    Quindi in pratica ci hai fatto finire in un territorio nascosto? E se non fossimo in grado d'uscire da qui? Siamo destinati a crepare per colpa di uno uscito l'altroieri dall'Accademia?



    Non riesce a non colpevolizzare Kyojuro della loro fine. Raggiungono infine un arco di roccia, attraverso il quale - secondo Iro - dovrebbero passare. Degluttisce, non si fida assolutamente. Da quel che ha studiato in Accademia, tra l'altro, se dovesse trovarsi effettivamente in una illusione architettata dal Genin le basterebbe rilasciare il proprio Chakra per poter abbandonare il territorio. Certo, le manca l'effettiva certezza e sicurezza di trovarsi in una illusione, il che la costringe a non provare neanche a rilasciare il suo potere interno prima che finisca per sperperarlo tutto.

    Che poi. Questa è una illusione no? Se utilizzassimo tutti quanti il Rilascio...?



    Mormora in direzione di Miyori e Keiji, tentando d'escludere dall'equazione Kyojuro. Anche perché la sua idea in sottofondo è quella d'abbandonarlo in quel posto finché non sarà in grado di utilizzare la propria materia grigia per uscire da solo. Chiede consiglio ai due anche perché probabilmente sono più avanti di lei nel percorso Accademico e sono in grado di darle la certezza che la sua idea non sia così maledettamente sciocca.

    Lo so io perché è speciale...



    Pensa a denti molto stretti, continuando a sbuffare ed a malmenare il vento quando le pare e piace. Scrocchia un paio di volte il collo da una parte all'altra, roteando le spalle. Le viene detto d'entrare e, a dire il vero, non ha altre scelte. Alle proprie spalle il baratro del vuoto, della fuga e del fallimento. Di fronte l'ignoto. L'ignoto fa sempre paura. La paura va affrontata, quella è l'idea che Iro voglia esprimano. Sbuffa per la volta X.

    Andiamo va.



    Sbattendo le braccia lungo i fianchi, affrontando il portale di roccia.
    Pochi millisecondi per ritrovarsi chissà dove. Una boscaglia terribile, fittissima e rognosa. Le sue intenzioni son chiare: gli alberi andrebbero spostati. Cercherebbe fisicamente di togliere di mezzo qualsiasi fronda impedisca a quel corpaccione gigantesco e nerboruto di passare dolcemente lì in mezzo. Il buio si fa sempre più attanagliante, costringendola spesso a degluttire e stringere le chiappone in due glutei grossi quanto marmorei. Non pronuncia una parola, lascia che siano gli sbuffi ed il tentativo di togliere di mezzo qualsiasi cosa la blocchi a farla da padrone. Respira e basta. Non così regolarmente, ma respira.
    La vena sul collo finisce per sbocciare quando incrocia assieme agli altri un bivio, segnato da una roccia. Da una parte un lugubro rumore di catenacci, dall'altra lo screpitare di qualcosa. Par fuoco. Le sue abilità in cucina la portano a sospettare che si tratti di braci su del legno, una sorta di falò, anche se la sicurezza le manca. Una timida luce fioca par intravedersi da un lato di quella separazione. Fosse per lei, correrebbe velocemente in direzione della luce, solo per strappare via un qualche ramo ed accendersi una torcia così da trovare l'uscita nel tempo più breve possibile. Ma è parte di un team. Ed in Accademia, a Konoha, insegnano qualcosa sui team. Che non è lei a farla più da padrona per quel che riguarda se stessa.

    Allora. Da una parte mi pare di sentir fiamme e vedere una luce. Dall'altra si sentono delle catene. Non so voi, ma io cercherei una fonte di luce. Sembra che addentrandosi sempre più nella foresta, sia sempre più buia.



    Ragiona. E' costretta a farlo. E' costretta ad usare il cervello, perché se no ci rimette le penne e lo sa. Indi per cui, neanche si crea il problema di fermarsi ed utilizzare la materia grigia di proposito. Lo deve fare per non far finire se stessa e gli altri ragazzetti in un manicomio o sotto tre metri di terra.

    Voglio uscire da questo posto demenziale in fretta. Intendo andare verso il falò, ma vi aspetterò solo per sentire se avete qualche altra idea. E sperate che non sia un'idea stupida come quelle di qualcuno.



    Povero Kyojuro.

    Se andiamo al falò possiamo provare a prenderci della luce. Se invece pensate di andare verso la ferraglia convincetemi. Vi do un pugno di secondi. Fate alla svelta che mi è venuta voglia di fare pesi di nuovo visto che mi sto distruggendo già le ovaie. Pesi perché se no vorrei spezzare come uno stuzzichino qualcuno.



    Cercando di rifilare una gelida occhiataccia a Kyojuro. Lo detesta. Più o meno. E' qualcosa che si può correggere, ma di certo i rapporti non sono tra i migliori. In ogni caso, la mastodontica Arahaki attenderà il dirsi dei due più piccoli di statura sbattendo la punta del piede sinistro ripetutamente contro il terreno. Nel caso dovessero maturare un'idea diversa dalla sua e fossero in grado di convincerla - anche per via del democratico voto - li seguirebbe - rischiando di doverli caricare in futuro. In caso non sappiano decidersi, proverebbe a prendersi la leadership fisicamente, provando a spingere i due a seguirla in direzione del falò.

    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Colpetto a Kyojuro
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Potenziante Minimo × 4
    • Tonico Coagulante Minimo × 2
    • Tonico di Ripristino Minimo × 2
    • Fasce da Combattimento × 2

    Note
    ///



    Ed io ti precedo c:
    Sì, ti ho "attaccato" soltanto per vedere se ho capito come si fa e se sono stato in grado di farlo giusto. E per coerenza, perché glielo avrebbe rifilato davvero un pugno. PENSANPO'.
  11. .

    I Primi Passi Infuocati


    Weirdest Creature Ever. No, not Arahaki.



    Quali incredibili creature che si disperdono nel tempo di uno sputo. Arahaki retrocede di una manciata di centimetri, un pugnetto, quando si rende conto che ha finito momentaneamente il proprio sfogo. Il suo naso ancora sbuffa copiosamente, la vena sul collo s'è estesa al punto da scivolare all'interno della felpa. Il bicipite gonfio come un pallone abbraccia piano piano quel tessuto rischiando anche di scucirlo parzialmente. La calma incomincia a fluire delicatamente, anche se la risata scacciata dal Genin le fa spuntare di nuovo quella brutale vena lungo quasi l'intero colpo. Inutile a dirlo che si senta presa in giro, glielo si legge in faccia ed in quegli occhi blu elettrico che ora si vanno a serrare contro le labbrette di quel giovane non troppo più basso di lei, ma senza ombra di dubbio muscolarmente piccoletto. Il naso continua a sbuffare ormai più con rabbia che per placarla, specialmente dopo averle pioppato quella risata addosso. Ogni volta che un delicato sbuffo di vento fa scivolare una ciocca bianca di fronte a quel nasaccio rovinato da probabilmente un paio di fratture, questo torna magicamente in posizione. Digrigna i denti quando si chiede chi è, venendo parzialmente frainteso

    La Kami del Culturismo, veh.



    Sparato dritto nei denti chi è. Glielo dice indicando nervosamente il proprio braccio destro ancor ben flesso e piegato, con il gonfiore ormai visibile ad occhio nudo. Non tanto le striature delle vene, ma almeno il fatto che quello è tutto muscolo sì. Caccia fuori un'altra posa da bodybuilding portando la mano destra praticamente fin alla fronte, piegandosi parzialmente in avanti e mostrando il bicipite, oltre ad una costruzione a posteriori in grado di render la sua schiena decisamente ampia. Mooolto ampia.
    Intanto alle spalle del colosso e del poveretto dovrebbero cominciare ad affacciarsi altri due avventori. E, va detto, sono uno più minuto e piccolino dell'altro. Non se ne accorge nemmeno, troppo occupata a ricevere per la prima volta nella sua vita delle scuse da qualcuno più importante di lei. E' riuscita a pestare i piedi ad un Genin in due secondi che l'ha visto ed a trattare per concedergli il perdono. E' fin troppo magnanima, anche quando ha evidenti e demenziali sprazi di superiorità come in quel caso. Alza il mento, fiera di se stessa, travolta da un orgoglio strano tutto suo al punto da lasciar scivolare il foglio o tra le dita del Genin o addirittura in terra, sentendosi riempita finalmente di una sensazione tutta nuova. La sensazione di aver ragione. Andrebbe persino a battersi lo stesso pugno destro strausato contro il pettorale opposto, in un bel BOOM da cassettone che viene schiantato per terra. E' fiera. Troppo.

    H-Hah! Ti perdono, ma solo perché stavolta ti ho preso in simpatia! La prossima volta ti toccherà assaggiare un bel cazzottone, Kyojuro.



    E gli sorride anche!
    Intanto son finalmente diventati visibili e considerabili anche gli altri due. Un ragazzino vestito in modo fin troppo sfarzoso per i suoi gusti lapidario come una vera e propria tomba in grado di muoversi ed una nanerottola. Piccola, piccoletta, minuta, graziosa e bassa.

    Che?



    Altri due? Loro due? Compagni? La cosa incomincia a girare nel modo ancor più strano, dovendosi ritrovare a far squadra con della gente che non ha mai visto e che, soprattutto, una le arriva alla coscia o poco più. Coglie al volo il dettaglio degli occhi bianchi e, per una che viene da una zona dove i Clan non risiedono se non qualche raro elemento, vedere uno Hyuga è un po' una novità. Si presentano entrambe, quindi ora rimane soltanto lei da farsi riconoscere. Giustamente SOLO per nome. Alzerebbe ambo le braccia, tenendo le mani aperte e portandole poi a formare una sorta di cuscino dietro la propria nuca, chiudendole in una sorta di mazza. Fletterebbe braccia ed addome, gonfiandosi effettivamente al di sotto di quella tuta che sembra sempre di più sul punto di finire nel dimenticatoio con tanto di condoglianze.


    HAHA! ARRHGH! - Versi assolutamente umani per pompar ancora di più i muscoli. - Ara-Ara~ - Ma basta con 'sto tono! - Arahaki Ishii, culturista di professione!~ AAH!



    Altro urlo assolutamente umano, chiudendo la posa e tornando a sciogliere le braccia, flettendo un paio di volte i pettorali tanto per farsi due risate. Li guarda un po' torvo, a dire il vero, ignorando assolutamente il fatto che vengano da due Clan assolutamente rinomati come Hyuga e Uchiha. La si potrebbe assolutamente considerare la popolana ignorante del gruppo. La Gaijin, prendendola per vie traverse.

    Va che scricciolina... Non fatemi incazzare comunque, perché a voi un cazzotto dritto sul mento posso darvelo. E lasciarvi stesi sotto un albero a predere il sole per il resto della giornata.



    Ci tiene a metter bene in chiaro il tutto. Incomincerebbe dunque il viaggio, con Kyojuro aprifila e lei a far la parte di quella che può benissimo fare ombra ai due nobiletti da quattro soldi - per lei - per quanto è grossa ed alta. Fischietta lei, guardandosi attorno e calpestando ciò che la circonda lasciando eleganti orme di una scarpa utile giusto giusto a regger il suo peso senza esplodere in mille pezzi. Alla fine la tuta ha retto, almeno per ora, ma è comunque lì lì sul punto d'abbandonare la sua missione. Prima di partire però viene informata dal Genin che, a quanto pare, ora forma una squadra con quei due, tale team tredici, e che devono recarsi in un luogo a nord, una foresta, per delle indagini. Non che ci sia molto da obiettare. Ma parliamo di Arahaki. Colei che comunque ci ha messo qualcosa come una decina di minuti di pensieri mal assortiti prima di richiamare l'attenzione di Kyojuro con un colpo di tosse a viaggio già iniziato.

    Me li aspettavo, come dire... Più adulti?



    Giusto perché lei è assolutamente rimasta indietro con gli studi.

    Hanno la struttura ossea di qualcuno che se viene colpito da un albero ci resta secco. Ma... Braaahn, finché non mi fan girare le ovaie, posso pure farmi andare nobilino e nobilina a genio e non lanciarli dalla Montagna dei Kage.



    Per poi ritrovarsi due clan addosso. Lo farebbe? Ovvio, è matta, pazza, fulminata, sclerata, drogata molto probabilmente, strafatta di chissà quali medicine non proprio legali per gonfiarsi i muscoli. Ma al momento risulta STRANAMENTE troppo calma. E' quasi sicuramente in attesa del primo passo falso di qualcuno per dargli un destro e scagliarlo verso il cielo, ritenendo entrambe così minuti e piccoli da finire verso la stratosfera con un solo colpo ben assestato. In ogni caso, visto che niente e nessuno sembra aver intrallazzi problematici fino al raggiungimento del posto assegnato per l'esplorazione, l'oretta o chissà quel che è passa tutto sommato senza incrociare difficoltà. O, purtroppo, qualcuno a cui dare tre o quattro pugni per sfogo.
    Almeno durante il viaggio due parole si scambiano. Giusto due, quelle relative al perché diventare Ninja. Nulla di meglio che espletare la meravigliosa idea che ha portato l'ammasso di muscoli a diventare Kunoichi. Triste. Idea.

    Un foruncoletto alto più o meno la metà di questa signora dai muscoli così perfetti mi ha sfidato. Mi ha detto che non sarei mai diventata capace. Ed io mi son detta "Ah sì, non ti spacco di legnate se no ti blocco la crescita e pure le sinapsi, quindi mò ti faccio vedere io, cretino." E mi sono iscritta. E poi, beh, per ottenere visibilità~



    Genio.

    Hours Later - Inside the Woods



    Raggiungono finalmente un punto nel chissà dove chissà quando dei possedimenti della Nazione del Fuoco, con Kyojuro che, beh, s'è perso. Almeno per lei. Si gratta i capelli con la manona sinistra, particolarmente contrariata da quel che ha appena sentito. Manco fa in tempo, comunque, a dare fiato inutilmente alla sua sciocca bocca che qualcosa le salta in mezzo ai capelli e s'arruffa là dentro.

    MA CHE STRACAZZO SEI?!



    Un vero e proprio tuono che distrugge la calma piatta che s'era formata fino a pochi secondi prima. Ruggisce, cercando di scacciare quell'essere dal proprio capo che, però, si dimostra una sorta di vero e proprio missile sfuggente, saltando su un albero, poi di quà e di là. Nell'inseguirlo, la ragazzona proverebbe persino ad appendersi al ramo dove si piroetta quel qualsiasi cosa sia. Fallendo, ovviamente, con quell'esserino che le salta tra i capelli e soprattutto i neuroni.

    Se ti prendo ti strafulmino... SCENDI DALLA MIA TESTA! TOH, POSATI QUA'.



    Offrendogli piuttosto per psicopatia generica a scelta una spalla o le bocce. Tanto mezze misure lei non ce le ha, o due deltoidi che sembrano usciti dalle antine di un armadio o un petto dove, semplicemente, la gente ci muore soffocata. Ma i nervi li ha letteralmente a fior di pelle, non si strappa i capelli perché ci tiene troppo, ma mena un paio di volte pugni a vanvera nell'aere nel vago tentativo di centrare un esserino talmente sfuggente da apparire, semplicemente, irreale.

    Iro-Kia mi sto Iro-ncazzando ma di brutto eh. Ti sfondo la foresta a pugni.



    Sbraita ancora, scalciando e sbuffando contro il terreno ed il primo ceppo d'albero a disposizione con il desiderio piuttosto cagnesco di prenderlo ed abbatterlo. Non che vi riesca, o meglio non è detto, anche perché i colpi sarebbero menati più a vanvera e sotto l'effetto di una rabbia quasi incontrollabile più che altro.

    Che cuore, che bere, ma che vuoi dare a questo branco di ragazzini, del veleno? Stupido essere, come se adesso per diventare Ninja devi spararti chissà che viaggi mentali. Me l'hanno raccontato e l'ho visto, bisogna passare un esame, non seguire uno spirito che parla, canticchia e sembra uscito dai sogni di uno sotto effetto di morfina. Porca di quella putt-... MA DOV'E' ANDATO L'ALTRO MATTO?



    Non lo piglia. Ed il Ninja del quartetto sparisce anche! E comunque dove vede il cuore lo sa solo quel coso. Là è tutto un muscolo e neuroni spenti. Le verrebbe servita una foglia con un liquido decisamente stramboide sopra. Parrebbe latte? Neanche sa identificarlo. Al novanta percento però ipotizza si tratti di qualcosa che il fisico potrebbe respingere. E se il corpo non lo vuole, chi è lei per non accontentarlo? Una sciocca. Specialmente dopo che il Genin, alla bevuta, letteralmente scompare dalla vista di chiunque. Sbuffa. Le pupille blu cercano quel ragazzetto. Volatilizzato. Oh sì che si sta incavolando. E parecchio. Per quanto ora si ritenga la persona che debba mantenere la calma là in mezzo. Anche perché forse gli altri due son più tranquilli di lei.

    Sentite, cosi. Non so perché, ma questo Genin s'è trincato questa roba. Non so da quando i Ninja si prendono liquidi senza senso col rischio di morire. Mò questo idiota è sparito e se lo rivogliono poi magari pensano che l'abbiamo ammazzato. Questa mi sembra la più grande cazzata che in questo mondo possa esser mai processata da una mente umana... Ma dobbiamo seriamente seguire uno che pare uscito l'altroieri dall'Accademia? Questo quà o ci fa ammazzare o stamattina s'è svegliato sotto effetto di chissà che Tonici andati a male, visto che m'ha pure fatto arrivare la lettera di Goshido Okudo o come cavolo si chiamava quel tipo.



    E' un raro barlume di speranza? Un ragionamento QUASI sensato?

    Non mi fido. Per niente proprio. Ma qualcuno dovrà pur andare a riprendere quel... Coso incommentabile. Mi toccherà bere questa brodaglia, guarda se questo Genin deve rovinarmi pure la vita...



    E via. Giù tutto d'un sorso.

    Per tutti i Kami ora se ti piglio Kyocoso ti ammazzo pure i bisnon-



    AAAAAAAND SHE'S GONE! Sparita! In un lampo l'unica fonte di problemi del team tredici è bella che andata!
    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Potenziante Minimo × 4
    • Tonico Coagulante Minimo × 2
    • Tonico di Ripristino Minimo × 2
    • Fasce da Combattimento × 2

    Note
    ///
  12. .

    Festival del Fuoco


    Trying to get Noticed?

    Bianco || Verde-acqua || Verde scuro || Azzurro : Parlato PNG casuali


    Good Morning Konoha! Ancora una volta una valida motivazione per svegliarsi e vivere la vita, nevvero? Quando mai. Si sta per verificare una sommossa di proporzioni apocalittiche, un disastro su scala internazionale, una terrificante idea che salta in mente ad una delle persone meno appropriate per possedere un cervello regolarmente funzionante in tutto il mondo. Il Festival del Fuoco è una meraviglia. Sempre pieno di gente, sempre stracolmo di famiglie, sempre pieno di cibo, thé - tantissimi thé - e di cose buone da mangiare, da vivere e da gustare. Ma soprattutto è un Festival. E' veramente un pienone, sia dall'interno della Nazione del Fuoco e della Foglia, sia dall'esterno e dai principali Villaggi Ninja quali Suna, Kiri, Oto e minori. Ed è, purtroppo, un posto perfetto per farsi conoscere nel modo peggiore plausibile.
    Più nello specifico, il buongiorno di Konoha significa che Arahaki è già bella che partita all'alba in direzione Okuyama in modo tale da giungere con ampio anticipo prima della fine del Festival. Si è documentata quanto basta sul luogo dove si svolge una delle tipiche celebrazioni relative al Festival, scoprendo che si tratta di un villaggio di monaci. Neanche ha idea che laggiù si terrà un torneo di arti marziali. Neanche ha idea che ci saranno importanti Ninja. A lei che le importa, nella sua testa risuona soltanto una frase.

    ANDIAMO A FARCI CONOSCERE~!



    Lo pensa talmente tanto e talmente forte da rischiare di urlarlo ai quattro venti. All'alba. L'ammazzerebbe l'Hokage stesso. Abbandonata comunque l'abitazione familiare, la madre ed il padre che per una miracolosa volta sono a casa assieme a lei ed al fratellino - cui ha dedicato un grande abbraccio la sera prima di partire da brava sorellona - eccola dirigersi ad ampi passi verso una corriera. Il che significa un carretto preso di violenza ed ignoranza assieme probabilmente a cavoli e carote da trasportare. Perfetti per una zuppettina a metà viaggio! Ovviamente la sua routine non è cambiata, nonostante la sveglia presto: beverone, tricipiti, bicipiti e spalle, una corsettina e visto che ne aveva voglia ha pure fatto un altro paio di set. E' più esplosiva e pompata degli altri giorni. Sorride addirittura mentre arraffa la carrozza diretta verso il Festival, proponendo con enfasi di cucinare lei in caso si faccia abbastanza tardi con tutto ciò che c'è lì, solo per sdebitarsi.

    Later on - That Same Day - Okuyama Village



    Sbaracca. Un fisico fatto unicamente di muscoli e bocce che scende dal carretto. S'è fatta giusto qualche metro lì dietro per dare l'idea a chi l'ha condotta fin lì di "fare il figo" scaricando un carro talmente pesante da far girare un bel po' di gente per ammirare le sue verdure fresche. S'è anche fatta una parte del viaggio trascinando lei il tutto, un po' per scusarsi di profanità varie ed eventuali sganciate e di aver dato un destro a vuoto ad una persona per obbligarla a prender la zuppa da lei cucinata. Per i posteri: era una delizia da leccarsi i baffi, per chiunque la migliore mai mangiata.
    Un semplice e modesto saltello fa rimbalzare dolcemente i suoi tenerissimi novanta - più o meno? - chili di massiccia corporatura ed altezza spopositata in quel del Villaggio. I monaci le creano immediatamente una sorta di ansia, degluttendo ed avendo in qualche modo, per la prima volta, paura di commettere un errore. Paura. Glielo si legge in faccia, apparendo leggermente più intimidita e meno prepotente del solito, con i passi un pizzico più leggeri. Non è più nel suo quartierino di Konoha dove può far la finta bulla, o propriamente a Konoha dove può seriamente scusarsi senza aver troppe conseguenze anche buttando di mezzo qualche sorta di lavoretto per farsi perdonare. Quelle persone, sempre occupate a farsi gli affari loro, con gli abiti tipici, i colori, le teste, i visi... Le danno quel pizzico di ansia in più che si fa sentire.
    Due pupille dal colore integralmente nero che si confondono con l'iride in un particolare monocromatico, assieme a quei lunghissimi capelli bianchi lasciati liberi di vivere con ben quattro splendide ciocche rosse - due per lato, una che scivola dietro l'orecchio ed una libera, che cade proprio sul seno - divagano in ogni luogo ed ogni lago. Mercatini, festoni, gente ben agghindata, un posto più intimo e semplice di Konoha ma non per questo, all'apparenza, meno vivibile. L'aggiunta tranquillità generica comunque le riesce a dare un piccolo spirito d'iniziativa.
    A farla da padrone è comunque il suo outfit. Un abbigliamento che rasenta il tremendo. Non si è neanche messa una qualche felpa o un cappotto. S'è direttamente presentata con un vestito un pelo più elegante degli standard cui si è abituata a vederla. Un particolare vestito di seta, delicato e nero, che fascia dolcemente il proprio voluminoso seno ed una piccola porzione dei propri fianchi. Il resto dell'addome, la parte frontale del petto ed un'ampissima scollatura frontale son resi perfettamente visibili grazie ad un intrecciato in cotone estremamente sottile di colore semi-trasparente, il quale forma una specie di retina da effetto vedo-non-vedo. Addominali e pettorali risultano comunque perfettamente visibili all'occhio nudo - ed anche toccabili con incredibile facilità - proprio grazie a tale sorta di retina poco spessa. Appare come un foglio di carta totalmente privo di spessore.
    Pantaloni? Stavolta non esistono. Una deliziosa gonnellina frastagliata, sempre nera, si ritaglia il proprio spazio lasciando scoperte due massicce gambe dai quadricipiti esplosivi. Il carretto le è stato utile a dare una bella scolpita prima di un pessimo show pure alle gambone. Nudi i polpacci, scoperte le ginocchia e le caviglie, la gonnellina è talmente corta che serve giusto a coprire i simboli di una femminilità preclusa da un corpo enorme. Ed infine i piedi avvolte in deliziose scarpette di colore grigio, con la caviglia ed il dorso del piede scoperti. Un pelo di tacco, massimo quattro centimetri, ed una forma affusolata verso la punta per offrire un ulteriore tocco d'eleganza. Le mani sono delicatamente inguantate in velluto nero. Un particolare tipo di guanti che arriva fino a metà dell'avambraccio, lasciando spazio alle vene di troppo che si snodano stile ramificazione intrigata salendo su, fino a quei bicipiti tutti suoi, scoperti come le due grosse spalle scolpite e la schiena, completamente nuda, in un complesso fisicamente invidiabile da chiunque. Larga, lunga e grossa, l'opposto di quello che dovrebbe esser una donna femminile. Eppure, sarà il viso, saranno i meloni, la sua femminilità la ha comunque.
    Cammina ed ogni passo che fa è timido e ben regolato, accorto, cercando d'osservare qualsiasi cosa si snodi attorno. Ogni passo vicino a del cibo è una pausa di una ventina, trentina di secondi nella remota speranza di carpirne ogni segreto ed ogni significato. In qualche modo, comunque, il volgo le posa gli occhi addosso. Sarà perché è una montagna di muscoli? Molto probabilmente sì. Spazia da una bancarella all'altra, cacciando qualche suono estasiato di tanto in tanto e fermandosi ad ammirare, con quei profondi ed incredibili occhi integralmente neri, tutte quelle ricette che le si parano davanti. Finché, camminando a destra ed a manca, non sente qualche voce.

    E' enorme, non vedi?
    Secondo te parteciperà al torneo?
    Uno così grosso secondo te non lo fa? Hai visto che roba di spalle?!
    Per forza farà il torneo. Ma chissà, i nostri Monaci sono molto bravi.

    Cavolo dici animal-... Nff, no, non adesso. Ho l'idea. Niente cazzate, non adesso che deve cominciare la mia carriera.



    Se le canta da sola per non picchiare un poveretto? Assolutamente sì. Sapeva di un Torneo? Sì. Lo farà? No. Motivo? Non perché si sia svegliata senza la voglia di menare le mani - ha già sollevato il pugno destro verso l'ultimo che ha parlato per dimostrarle che delle persone pelate (sua concezione) non la batterebbero - ma perché c'è dietro dell'altro. La fama. La gloria. Del resto lei è comunque un bel po' indietro sui corsi d'Accademia dovendo dedicare sempre fin troppo tempo al sollevare bilanceri e pompare altri pesi. Il pretesto del Torneo non sarebbe altro, nella sua psiche contorta, che il perfetto momento per mettersi in mostra e rubare la scena dell'evento. Diventare una sorta di star partendo dal piccolo.
    Già. Da un monastero.
    Finirà male. Ma ormai s'è fissata, con un ghignaccio quasi perfido stampato sul suo viso da ragazza ben matura, con quel pugno destro stretto che s'avvicina di nuovo al fianco stringendosi stavolta in un simbolo vittorioso. L'orgoglio ed il desiderio d'eccellere la fanno ora da padrone, sollevando il proprio collo fieramente, puntando le pupille e le iridi nere contro il luogo di svolgimento del Torneo e tirando letteralmente dritto verso di esso. L'unica eccezione degna di nota appartiene al suo naso, il quale svirgola di quà e di là anche grazie ai lineamenti tipici di chi ne ha prese poche e date tante nella sua vita. Odori che arrivano uno dopo l'altro, il corpo che vorrebbe fermarsi, la curiosità molta, ma lei tira dritto. Lei va. Scansa soltanto una persona prima di farsi largo prepotentemente a suon di spallate date "per sbaglio", una scusa a denti stretti o uno sbuffo violento di un treno in movimento.
    Arriverebbe col proprio passo tutt'altro che felpato là dove un bel po' di gente si è radunata. Appare come una sorta di banchetto d'iscrizioni. E già da lì il suo primo stereotipo prende il volo come una rondine di primavera: un monaco - perché solo loro vestono in tunaca integrale arancio - che non è pelato. La calvizie non l'ha colto sul fatto assieme al mantra del monachesimo. Sgrana gli occhi, rifilandogli tre o quattro occhiate. Sarebbe sul punto di chiedergli se sta prendendo per il posteriore gli Ensei - il gruppo di monaci - ma non le pare il caso. Non sul fronte di guerra per farsi finalmente notare quale culturista di futuro, grandioso successo. Farà prima a far la Ninja se ancora ci crede. Estrarrebbe da una insenatura tra la gonnella ed i suoi addominali da far venire un infarto a chiunque un quadernetto, il suo, immancabile, avvicinandosi a quel monaco con un accenno di sorriso venuto fuori particolarmente male. Si prenderebbe una bella manciata di secondi leggendo Kanji di una eleganza e perfezione incredibile, per poi sollevar occhi ed il proprio bel mento verso l'uomo.

    E' possibile fare la spettatrice? Di là? Vero? G-Grazie.



    Uno sforzo allucinante per ringraziare. Ma sì, neanche lo ha quasi lasciato parlare, facendosi solamente indicare su quali eventuali spalti andarsi a piazzare. Ed è così che una donna di un metro e ottantatré intende farsi largo alla ricerca di un posto dove mettersi. In primissima fila. Anche se, prima, per puro spirito di curiosità andrebbe a dar un'occhiatina alle figure umane che dovrebbero partecipare al Torneo. Sperando che possa passar loro vicino per qualche istante, cercando di dargli un'occhiatina. Paiono esserci anche alcune ragazze.

    Voglio proprio vederle fare il culo a qualcuno. Oh sì, sarà divertente vedere qualcuno ammazzarsi di botte per puro piacere personale, fregargli magari qualche bella mossa... E poi SBAM, arrivo io! Tricipiti, bicipiti, deltoidi, GRRRH! - Sparla, sollevando entrambe le braccione e mostrando i muscoli a chiunque ne abbia troppa voglia. O abbia semplicemente due occhi per osservarla anche solo di striscio, dato che si mette a flettere in pubblico in ogni singolo angolo, magari proprio vicino ai poveri partecipanti del Torneo per rompergli le palle. In ogni caso, il suo tono e qualche nevrotico sbuffo taurino sarebbero intenzionati a reclamare il centro dell'attenzione. - E' il momento di diventare una culturista famoooosaaaa! Ehi, ehi, volete vedere qualche posa? E voi? Eh? Ehe?



    La sua pazienza durerà si e no trentasei secondi, tant'è che sbuffa come una ciminiera e già incomincia a guardar male con due pupille assolutamente anonime chiunque non par posarle gli occhi addosso per almeno un paio di secondi. Intanto, giusto per, spaccia domande per far pose. Che poi non la guarderà nessuno sono altri conti. Le bocce ci sono, è tutto il resto che è di troppo. Incluso il non partecipare al Torneo. Del resto, qualche avversario al suo livello sarebbe potuto assolutamente capitare! Ma è troppo intenzionata a farsi notare, conoscere, vantarsi di se stessa e cercare di distogliere l'attenzione nei momenti morti da quel che sarà il torneo. Va detto anche che par incredibilmente curiosa, al di là della sua missione pubblicissima. Solleverebbe di nuovo entrambe gli arti superiori, mettendosi in una posa tipica da bodybuilding piegando a circa cinquanta gradi gli avambracci, sollevando i bicipiti e gonfiandoli, formando una schiena piena di muscoli e perfettamente scolpita. Sbatterebbe il piede destro sulla pavimentazione, fermando una eventuale fila dietro le proprie spalle unicamente per contrarre il quadricipite, cacciando una frase da memorandum.

    RRRRAH! Tutti ricorderanno il mio nome ed i miei muscoli quà! ARAHAKI ISHII~!



    E sono subito pensieri di fama, gloria, lanciarle addosso coroncine di alloro, oro, applausi, fin troppo piena di se.

    Sono proprio geniale!
    Ma levati!


  13. .

    Sottotitolo del topic

    I Primi Passi Infuocati


    Time to Make an Entrance


    HUUUUUH? Buongiorno un grandissimo ca-... NGGGH!


    Nervosetta eh? Normale per Ara-Arahaki. Non c'è un giorno che non si sveglia senza avere una vena sulla fronte smuovendo i suoi novanta onestissimi chili di affetto senza che debba stringere il braccio destro, gonfiarlo, dargli un bacio e risultare assolutamente innervosita da quel che le succede accanto. Persino l'uccellino che arriva dolce e cinguettante ad augurare il buongiorno assieme alla madre che, con un sorriso, le si palesa accanto a quel letto a due piazze acquistato per una ragazza divenuta un colosso. Sorride, le carezza delicatamente il viso, le augura il buongiorno con un solido bacino e lei reagisce così, col rischio di cacciare un insulto accanto alla donna che le ha dato la vita. Si limita ad una trasposizione fisica del nervosismo che agita ogni sua azione, stringendo il pugno destro, gonfiando un bicipite che non s'addice ad una estetica come quella del suo viso. S'alza, ordunque, lasciando che l'uccellino fischietti teneramente e lanciandogli uno sguardo tremendo, terrificante.
    Le ci vogliono dieci minuti per una doccia e trentasette per riuscire a mettere a posto una zazzera infinita. I suoi capelli son così lunghi da poter sembrare una seconda pelle. Per l'occasione, per una giornata diversa dalle altre dedicata alla schiena, s'è tinta alla svelta una lunghissima ciocca di blu elettrico, sul lato destro del crine, molto vicina alla fronte e ben visibile. Lo specchio riceve la classica visione di un continuo flettersi di muscoli, osservandone le dimensioni, coccolandoli e dando anche una rapida misurazione del suo grosso e nerboruto braccione. S'osserva e si ammira per minuti, stracolma di orgoglio, mento alto, fisico che rimbalza per ogni angolo solido come una scultura marmorea.
    La tipica sveglia di una qualsiasi donna. Se non fosse che i minuti persi dietro il proprio fisico siano pure di più dei capelli.
    Non c'è tempo per mangiare, non c'è tempo per far altro al di fuori del trincare alla svelta un frullataccio inguardabile dall'odore sospetto ed il gusto anche peggiore. Uova, erbe strane, una shakerata e quella che pare una polverina ancora più strana, con tanto di aggiunta di ben tre fragoline! Ed è terribile quanto si legge. Sì, è veramente qualcosa d'inquietante. Il tempo passa, i pesi la chiamano, la voglia di sollevare dischi da almeno quaranta chili s'affaccia un po' come la sveglia all'incirca alle sei del mattino, mentre in casa il padre non c'è e l'ultima conquista di una madre fedifraga si dilegua prima che quella figlia grossa come un monte la veda e le rompa qualche ossa.
    Si son fatte più o meno le sei e mezza del mattino. Ed una qualsiasi donna a quest'ora in realtà sta dormendo. Lei è alla terza serie di rematore con un bel paio di chiletti - nessuno si chiede quanti - a fare da sfondo. La doccia ovviamente era utile quanto del cartone in mezzo al deserto, visto il sudore e la fatica che si fanno. Ogni sollevamento è un gridolino maschio e profondo, gutturale e nevrotico. Finché non arriva qualcuno, un uomo, che si degna soltanto di chiedere se quella che vede è una donna o un uomo. Probabilmente pensa la seconda e le getta qualcosa.

    EH? A-OH! Che fai, non vedi che sto alla quarta serie? Ciao? Ciao un cavolo, se ti piglio ti sfondo di botte, porca putt-... Silenzio, delicato, affettuoso, splendido silenzio. E' per me?



    Sgrana gli occhi stupefatta. Sì, c'è una [lettera]A Gekido Sokudo

    Presentarsi alle 09:00 del 27 Agosto 0041 Presso il cancello più a nord delle mura. Li troverà un genin che le spiegherà in cosa consisterà la prova per la sua promozione a genin del villaggio della foglia.
    destinata a lei. Non è firmata, non c'è sigillo, la apre con un semplice colpetto di mignolo mentre il sudore casca copioso sulla busta. Apre il foglio in modo piuttosto rabbioso, sbuffando taurina e leggendo quel che c'è scritto. Due secondi, per vederla spuntare da una staccionata con un ginnico movimento stile elefantesco, sbattendo i piedi in terra con talmente tanta foga e forza da rischiare di far tremare il terreno attorno a lei. Qualche sassolino raro rimbalza. I Kanji parlano chiaro.

    RAZZA DI IMBECILLE MA TI SEMBRO UN UOMO CHE SI CHIAMA COSI' DI MERDA? MA DOVE SCAPPI, BRUTTO IDIOTA, TI AMMAZZO A TE E A TUTTO IL TUO ALBERO GENEALOGICO ESSERE INUTILE AL VILLAGGIO! RGHHHHHHAAAAAAAAAAAAH!



    Pure il finto urlo da drago dilaniato c'è. Spettacolo puro. S'è appena presa dell'uomo da uno sconosciuto e deve necessariamente presentarsi al Cancello Nord di Konoha. Il che dista si e no una ventina - forse più? - di minuti da casa sua. Alle nove.


    Almeno posso finire coi pesi, ma se ritrovo questo quà gli sfondo la mascella stritolandola con il bicipite sinistro.



    Dolce e delicato affetto, digrignando i denti, sbuffando e svegliando il vicinato che, per risposta, neanche s'azzarda a tirarle un pomodoro.

    Later That Day - Almost nine o'Clock - Northern side of the Wall



    Arahaki che si veste bene non esiste. Con addosso si e no una tutaccia oversize nera dalle strisce bianche a percorrere le spalle giù fino ai polsi, dei pantalonacci di tuta giganteschi sempre neri e delle bellissime scarpine bianche da ginnastica, rasenta la vagabonda quanto ad outfit. Con se ha comunque grande parte del suo [Equipaggiamento] riposto in una tasca di quella felpaccia, assieme al suo immancabile taccuino. Del resto è gigantesca, per contenere una specie di torre umana come la donna. Al di sotto ha anche degli altri abiti che vanno necessariamente citati: un tank top di colore bianco latte, il cui unico scopo è coprire il voluminoso seno che si ritrova, lasciando invece scoperte braccia, spalle e addome, incluso l'arto destroso dominante avvolto in [Bianchissime Bende] da allenamento. Non è neanche difficile notare che sia un colosso tutto muscoli: ad ogni passo, ad ogni movimento degli arti superiori la felpona si deforma mostrando la massiccia massa che si trova racchiusa in essa. Per quanto sia oversize, in un modo o nell'altro quella possenza fisica ci sbatte contro, dando a vedere a chiunque come quella donna sia seriamente una Dea. Per qualcuno, ovviamente. Così come da vedere è l'eterna ciocca di capelli blu elettrico che parte da poco sopra l'occhio destro. Ed a proposito di occhi, essi recano splendide lenti a contatto dello stesso colore della ciocca!
    E' enorme, comunque. E' una donna dalle dimensioni improponibili. Grande, massiccia, muscolosa e forte, una torre che cammina possente e con il mento alto. Fissa ogni cosa si muova, ogni più piccolo spiraglio d'aria, mentre l'orologio scandisce l'avvicinarsi delle ore nove. S'è presentata lei ed alle porte dovrebbe riuscire a distinguere una figura umana maschile. Un ragazzo, forse poco più. Subito le sopracciglia s'incrinano verso il basso, dentro di se una gran rabbia sbuffata e sputata fuori sbattendo con grinta e la classe di un pachiderma i propri piedi contro il terreno semi-sabbioso che calpesta. Ogni passo scaricherebbe sempre più potenza muscolare verso il basso. Deltoidi e bicipiti vengono gonfiati a dismisura da quei pugni che si serrano, dandole un look talmente poco femminile da poterla tranquillamente scambiare per un uomo. S'avvicinerebbe senza alcun passo felpato, con buona lena e sputando persino nei pressi del terreno calpestato di recente. Tenterebbe di farsi sotto al giovane dai capelli biondi e ciocche rosse, provando ad arrivare all'incirca ad un metro da lui, quasi volesse fargli ombra. Il pugno sinistro già serrato di fronte al voluminoso petto, la mano gemella che reggerebbe la [Lettera]A Gekido Sokudo

    Presentarsi alle 09:00 del 27 Agosto 0041 Presso il cancello più a nord delle mura. Li troverà un genin che le spiegherà in cosa consisterà la prova per la sua promozione a genin del villaggio della foglia.
    ricevuta poco prima. Essa verrebbe proiettata in avanti, con uno sbuffo violento di naso. Le sopracciglia corrucciate, i denti che digrignano cattivi, uno sguardo tutt'altro che amichevole. Tra l'altro viene incredibilmente ignorato il povero signore pelato, scalzato da quella stretta di mano con un'occhiata e fissando intensamente invece il crine-munito dei due. E' un vecchio, può essere lui Gekido?

    Hai scritto tu questa roba? Ti sei permesso tu di darmi del Gekido Sokudo, del maschio? Eh? Rispondi, prima di diventare il mio prossimo frullato proteico, che oggi son particolarmente incazzata col mondo. O guarda che è lui, Gekido Stocavolo, guarda che è pelato come una sfera di cristallo, non io con le mie belle tette maschie. GRNNN.



    Ed il bello è che ci tiene ad essere considerata non solo una donna, ma anche con una certa femminilità! Persino ruggisce! Quella perduta sotto i bilanceri. Lapidaria, lenta, sputando pure un pochetto di rabbia su quella lettera divenuta difficilmente leggibile, con ampie macchiette trasparenti. Ci ha fatto pesi sopra. Ed anche sputato un paio di volte. E l'ha usata per pulirsi. Per lo meno, profuma ancora - vagamente - di carta ed inchiostro. Attende comunque una risposta, tentando platealmente di sbatter tale lettera di fronte al viso del giovane sconosciuto, storcendo il labbro superiore e tenendo il bicipite sinistro gonfio e pronto ad un pugno dritto sulla mascella. No, ovviamente non glielo tirerà finché non le avrà risposto male!

    Senti, Kyojuro? Seh, credo. Non vorrei dire, ma con queste due dannatissime tette ti paio seriamente un uomo? O questi glutei? No ora mi rispondi seriamente prima che ti seppellisca sotto tre metri di terra e feci di anatra rendendo le tue ossa stufato per vermi.



    Al diavolo le persone normali. Tenterebbe di "inclinare" il proprio corpo con una certa postura direttamente verso Kyojuro, provando praticamente a sbattergli il petto davanti al viso, ad una miseria di centimetri, flettendo ripetutamente i muscoli per far in modo che la massa importante dei pettorali ed il bocciume rimbalzino più e più volte davanti ai suoi occhi attraverso il felpone. Par quasi intimorirlo con uno sguardo blu elettrico - convincente come una marmotta - come a volerlo obbligare a tocchicchiare malamente quel che si ritrova di fronte. Stessa cosa per il proprio posteriore, voltandosi e cercando di sfruttare i centimetri di più di corpo per mostrargli quei chiapponi saltellanti. D'improvviso, però, un barlume di speranza in una ignoranza inguardabile. Si volta, afferrando rapidamente il blocchetto che ha nella sua tasca.

    Aspetta, ha detto Genin?
    Aspetta, hai detto Genin?



    Ravana alla svelta tra le paginette, trovandone una con l'elenco dei gradi di Ninja. Ed un simbolico Kanji con scritto "Scusarsi" in cubitale. Insomma, la solita irruenza, specialmente nel parlare in modo fin troppo schietto e brutale. Degluttisce con una certa forza, prodigandosi in un inchino che pare la caduta della parte superiore d'un albero talmente è grossa.

    S-Scusa per l'aggressività... Però che diavolo eh, va bene tutto, ma ho comunque due meloni quà. Duri come la pietra, ho dei pettorali splendidi, centotto centimetri di muscoli, ma confondermi per un uomo... Aaaah ho capito perché~ - Vocetta dolce dolce, sollevando l'arto destro e flettendo il bicipite che s'alza attraverso le vesti, arrivando a sfiorarle. Sforza parecchio, digrignando i denti. - Per questo amore di ragazzone eeeh? Dai, tocca pure, mica morde! Almeno per ora.



    Grazie, quadernetto, per averla calmata e datole l'idea di vantarsi delle dimensioni dei suoi muscoli piuttosto che di un errore palese.

    Ara-Ara~ - Tono spaventosamente sexy e femminile, sguardo un po' lascivo e spinto, sfiorandosi delicatamente il labbro superiore con la lingua. Gli vuol far prendere un infarto. - Sono Arahaki Ishii... E l'ultima volta ho sentito un tipo di grado più alto dire che ero... In ritardo per diventare Genin? Quindi sì, ho una domanda: cosa cazzo ci faccio qui?



    Rubi il posto di Gekido Sokudo.
    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Potenziante Minimo × 4
    • Tonico Coagulante Minimo × 2
    • Tonico di Ripristino Minimo × 2
    • Fasce da Combattimento × 2

    Note
    ///



    Ohi mama spero vada tutto bene.
    Per qualsiasi cosa scrivimi/scrivetemi in privato *w*
  14. .
    Nome PG: Arahaki Ishii
    Villaggio / Organizzazione Konoha
    Link Scheda: OHNO


    So che qualcuno si sta già occupando di me, lo faccio solo per formalità!
  15. .
    ANNUNCIO DI FONDAMENTALE IMPORTANZA PER LO STATO:

    Questa risposta è completamente inutile.
19 replies since 4/10/2021
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