Posts written by leopolis

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    Sulle tracce di Kan

    Post 2

    Non avevo idea della loro posizione, non avevano ideano di chi fossero e quali fossero le loro abiilità. Se non avessi saputo che quello era il modo di operare dell'Accademia mi sarei probabilmente sorpreso. E, in effetti, era già tanto se quei tizi sapevano chi fossero loro stessi.



    Da anni è la stessa cosa.Sbuffai tirando fuori la katana con un gesto fulmineo. Poi, con la parte piatta mi grattai la nuca senza premere troppo e rimisi la spada nel fodero. - Farò tutto da solo. Alla fine dei conti, le evocazioni dovevano pur servire a qualcosa, no? Lo sguardo dell'otese si posò sul sindaco quando disse che avrebbe usato le abilità della sunese per produrre degli oggetti ancor prima che per fare ciò che doveva fare una kunoichi: spaccare i deretani. Sentendo quelle parole Tasaki si adirò, ma non protestò. - Come vuole.

    Di certo la scelta spettava anche a Ryugi: se a lei stava bene essere trasformata in una specie di operaia a tempo pieno, tanto meglio. Chi era Tasaki Moyo per protestare? Invece di insegnare agli altri come vivere la loro vita, si fece scortare quiete e muto verso la zona in cui una settimana prima era avvenuto l'attacco. Avrebbe voluto fare la ramanzina dicendo che una settimana era davvero un sacco di tempo e che, probabilmente, in quel lasso temporale tutte le tracce erano scomparse. Ma hey, c'era l'Accademia di mezzo... Volete mettere insultare il sacro?

    Va bene, grazie. - Disse ai tizi che lo avevano accompagnato indicando la strada da cui erano venuti. - Buon viaggio di ritorno. - Una volta che sarebbero scomparsi dall'altra parte lasciando Tasaki da solo, lo spadaccino si sarebbe guardato intorno. Dov'era? E, soprattutto, da dove cominciare? - C'è solo una cosa che posso fare.



    Il chunnin di oto si mise subito a cercare le tracce. Vide dei segni lasciati da altre persone. Passi che forse appartenevano a quei criminali. Segni nell'ambiente intorno. - Beh... è l'unico segno che posso seguire. - Seguì quei segni per oltre 4 ore portandosi sopra a una collina situata a circa 5 km dalla cittadina. Lì, tuttavia, le tracce si persero. - Possibile? - Si chiese di nuovo estraendo la katana per grattarsi la testa. - Di sicuro, se le falcidonne sapessero volare... - Ora restavano 3 direzioni intorno a lui: Est, Nord e Sud. Poteva evocare Komaki Kama e inviarla in una direzione. Lui avrebbe imboccato l'altra direzione. Ma una sarebbe rimasta comunque "scoperta". Cosa fare?
    Compose i sigilli della Tecnica del Richiamo molto velocemente. Si ferì il dito, come doveva, giustamente fare, e in una nuvolina di fumo evocò Komaki Kama. Sapeva già che la falcidonnola non sarebbe stata felice di tutto quello, ma non che avessero molta scelta. - Che diamine? - Sentì subito la sua voce infastidita e si prese un bel respiro.

    Devi... Dobbiamo fare una cosa. - Indicò la strada verso alture. - Mi serve qualcuno che vada lì e controlli. Devi scoprire se non ci sono dei briganti. - La spiegazione campata in aria, ma era già tanto se il buon Tasaki riusciva a dire almeno qualcosa comunicando alla falcidonnola le sue intenzioni. L'animale, come prevedibile, protestò dicendo che aveva di meglio da fare e ci volle del tempo prima che Tasaki riuscisse a calmarla. - Ci troviamo qui tra 3 ore. 


    Una volta che la donnola ebbe accettato di fare ciò che le veniva chiesto e si diresse verso le alture, Tasaki iniziò la sua infiltrazione: nella fitta foresta, dove probabilmente si nascondevano i peggiori pericoli e mostri.
    Il mare lo aveva lasciato per il dopo. Per il dessert.

    [...]



    La vita della povera Ryugi non era minimamente meno divertente rispetto a quella di Tasaki. Anzi, se questi si divertiva ad andare intorno a cercare i malfattori, la giovane sunese era stata mandata nel porto a studiare i meccanismi e tutte quelle robe strane. Tasaki si sarebbe, probabilmente, addormentato, ma non Ryugi, che continuò a studiare tutte quelle cose ingegneristiche per il tempo necessario a comprenderne le basi. Una volta che ebbe terminato, avrebbe visto avvicinarsi un uomo vestito con un mantello bianco e una piccola wakzashi scarsamente decorata al proprio fianco. - Sono Yūsei, - sentì la voce dell'uomo. - Mi manda il sindaco per chiederLe come stanno procedendo i suoi studi. - Disse facendo un momento di pausa prima di continuare. - Alla fine dei conti Lei è venuta qui non solo per studiare, ma soprattutto per aiutarci. Quindi che ne dice di spostarci in una delle officine dove potrà darci una man forte nella produzione delle nostre armi? - Se la giovane sunese avesse accettato, i due si sarebbero spostati lungo la spiaggia, ove erano situati diversi capannoni.

    Durante il percorso Ryugi avrebbe potuto fare a Yūsei qualsiasi domanda volesse, dalle più sciocche e imbarazzanti, fino alle più serie. Tutte relative ai meccanismi e avrebbe scoperto che non si trattava di una persona qualsiasi. Yūsei era un vero e proprio esperto in tema di produzione delle armi particolari. Lui, inoltre, le avrebbe spiegato più o meno dettagliatamente come creare dei meccanismi che sarebbero stato in grado di lanciare delle reti. - Ciò è possibile in vari modi. Con diverse velocità e angolazioni. A diverse altezza. Dipende molto dal suo meccanismo e dalla dimensione della rete. - Se la giovane sunese avesse deciso di approfondire il discorso, il suo temporaneo compagno di viaggio le avrebbe spiegato il tutto in maniera più approfondita, dicendo comunque che molto dipendeva dall'idea che aveva la persona. - Il meccanismo è solo uno strumento. Tutto dipende dall'Idea dell'Artefice.

    Una volta giunti nel capannone di produzione, Ryugi avrebbe visto vari tavoli su cui venivano prodotti meccanismi più o meno complessi. - Venga qui, - la invitò l'uomo nel mantello bianco. Se lo avesse seguito, l'avrebbe condotta verso un tavolo su cui sostava una specie di bastone lungo con sopra un pulsante. L'uomo le indicò il pulsante, lo puntò contro il muro e premette il pulsante. Nello stesso istante dal cannone venne sparata una rete metallica che s'infranse contro il muro e poi si chiuse su sé stessa, come se avesse appena catturato qualcosa d'importante. - Vede? - Domandò curioso con gli occhi brillanti. - Qui trova lo schema di produzione, - indicò un foglietto vicino a Ryugi. - Qui invece c'è il nostro rotolo per la produzione di meccanismi basilari per il lancio di reti e di fili, - questa volta indicò una specie di opuscolo su cui Ryugi avrebbe potuto vedere molte linee, fili, schemi e quant'altro ancora. - Riuscirà a replicare lo schema oppure fare un'arma simile? - Chiese. Se la giovane genin di Suna avesse accettato, l'uomo l'avrebbe lasciata da sola e si sarebbe allontanato verso il banco dall'altra parte, dove si sarebbe messo a fare qualcosa di decisamente più complesso.



    Tasaki Moyo

    <div>Statistiche Primarie
    • Forza: 675
    • Velocità: 650
    • Resistenza: 500
    • Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 675
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 625
    • Precisione: 600
    <div>Chakra
    73/80
    Vitalità
    16/16
    <div>Slot Azione

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    Slot Difesa

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    <div>Slot Tecnica<ol class="nl-tabella-slot">
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    Le scimmie, di nuovo

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    Ero in depressione dopo quell'avventura con il Mizukage. CIoè, in depressione più o meno, perché non riuscivo a essere davvero triste e più che veramente depresso, ero semplicemente un po' demotivato. Restando sdraiato sul letto della mia stanza nella Villa del Kokage, non capivo il senso della mia esistenza e del motivo per cui il Fato mi aveva portato proprio lì. Forse per quello che mi era arrivata un'altra lettera dall'Accademia. Parlava dei razziatori, di gemme, di Kan e di molto altro ancora. Un'altra missione di routine, si poteva dire, che forse mi avrebbe permesso di migliorare leggermente o che, forse, sarei riuscito a superare senza troppe difficoltà.

    Comunque fosse, poco importava. Tanto avevo perso e null'altro avrebbe cambiato quel fatto, che ormai era completamente passato alla storia. E poi non avevo scelta: gli ordini erano ordini e tutto ciò che mi restava da fare era mettere da parte i miei sentimenti negativi e partire. Così feci: non avevo la minima voglia di perdere il mio tempo ulteriormente restando ancora in quel posto per troppo tempo. Tanto il Kage non c'era e restarci lì non faceva altro che aumentare ancora di più la mia già così ampia depressione. Per questo raccolsi la mia roba subito e subito parti alla volta di quel posto che veniva chiamato Nakao.

    Lì entro poco tempo incontrati la mia partner per quella missione. Una che conoscevo già e che non sospettavo potesse esserci ancora.


    Ciao. - Dissi semplicemente con voce secca in cui la ragazza non avrebbe trovato alcuna nota di felicità. Perché non c'è n'erano; l'unica cosa che c'era era una voce malinconica e bassa, quasi come se appartenesse a un'altra persona che da troppo tempo si trovava in una fase al ribasso.

    Poi vabbè. Avrei voluto dirle che sinceramente avrei preferito fare quella missione da solo, anziché avere la sua compagnia. Considerando l'ultima volta che ci eravamo visti era inutile: una ninja dalle capacità minimali. Ma l'Accademia aveva scelto, io avevo accettato e quindi era semplicemente meglio restare in uno stato di perfetto silenzio.

    Considerando che lei era in attesa e in silenzio, anche io mi misi in attesa e in silenzio. E quando comparì il tizio che aveva richiesto quella specie di protezione dai razziatori, non feci parola preferendo continuare a restare in silenzio con un'espressione facciale che variava tra il "triste" e il "molto triste". L'unica smorfia, simile a un accenno di emozione, comparve sul mio volto quando il tizio disse che cercava un esperte per le esplorazioni e che quello scelto ero io.


    Ma quando mai... Sbruffai infastidito. Io ero la persona meno adatta per qualsiasi tipo di esplorazione, anche perché le mie esplorazioni erano sempre le stesse: sfondare la porta, entrare, tagliare 20/30 persone a pezzi, andarmene. Problema risolto. Comunque, se voleva che andassi in avanscoperta, nessun problema. Lo avrei fatto. Per questo motivo alzai le spalle. Posso andare in avanscoperta, individuare la base, ripulire la base e tornare qui. Perché di sicuro non avrei fatto tutto questo segretamente... Almeno non senza usare la mia falcidonnola.

    Poi guardai la sunese e mi accorsi che si aspettava qualcosa da me. Voleva un piano? O cosa si aspettava? Sinceramente non ero del giusto umore per inventare i piani e poi non avevo ancora inventato qualcosa che non fosse un attacco diretto con la testa rivolta in basso. E poi, alla fine, diciamoci chiaramente: dopo la sconfitta contro il Mizukage avevo una matta voglia di ficcarmi una wakizashi nel basso ventre per poi tirarlo lateralmente.

    Partiamo subito, - fu l'unica cosa che riuscii a tirare fuori da me prima di rivolgermi alla sunese, talvolta con la voce tremante. - Io vado in avanscoperta. Tu fai ciò che devi. Poco dopo mi morsi un labbro, cercando di non farmi vedere. Era la mia prima volta che andavo in missione con uno stato d'animo così negativo da dovermi mordere un labbro pur di non far vedere agli altri la tristezza che albergava nel mio animo.

    Tasaki Moyo

    Statistiche Primarie
    • Forza: 675
    • Velocità: 650
    • Resistenza: 500
    • Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 675
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 625
    • Precisione: 600
    Chakra
    80/80
    Vitalità
    16/16
    Slot Azione

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    Slot Difesa

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    Slot Tecnica

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    Note


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    BOOOM! BAAAAAM! BADABAAAAM!

    Post 3


    Dai, siamo chiari: non era possibile. Non era possibile metterci così tanto per una cosa così semplice. Cosa diavolo era quella ragazza? Ritardata? Comunque, osservai i suoi sforzi cercando di ricordarmi di quand'ero al suo posto ed ero abbastanza rimbambito, a dire il vero. Cioè, non ero proprio scemo e le cose non è che mi venissero così facili e semplici come qualcuno, osservandomi dall'esterno, avrebbe potuto pensare. Mi impegnavo, diciamo così, con tutte le difficoltà del caso. Forse quelle difficoltà che la ragazza provava avevano un significato? Forse comportavano qualcosa? Era in qualche modo una cosa collegata alla sua decisione di non riposare e partire subito?

    Perché la psicologia umana era così complessa?

    Sbadigliai osservandola e non capendo le sue motivazioni e inizi. Sicuramente c'erano dei motivi che l'avevano spinta a intraprendere proprio quella strada. Quella che l'aveva portata in mezzo a un deserto a tirare i pugni a valanga contro le rocce. Di sicuro quello che vedevo era una specie d'icerberg e c'erano molte altre cose sotto-sotto. Comunque, alla fine di tutti quei colpi con in pugni, la ascoltai. - All’inizio ho avuto un po' di difficoltà ma ad ogni colpo prendevo più dimestichezza. Comunque non mi fido di questo posto. Anche se dovesse essere abbandonato, ho il brutto presentimento che troveremo trappole sparse un po' dappertutto. - Beh, era ovvio quello. Insomma, era ovvio tutto. Tutte le cose erano ovvie, in effetti. -


    Sicuramente è abbandonate e sicuramente nasconde molti pericoli. Per questo ora resterai dietro di me. Le dissi. Mi mancava solo una genin ferita o morta in una semplice ricognizione. Finché sarebbe rimasta dietro di me, avrebbe avuto zero problemi. Poi, quando avrei voluto farle una missione importante, tipo affinare ulteriormente le sue capacità legate al chakra distruttivo, le avrei fatto sapere.


    Una volta che il muro venne completamente abbattuto, non ci restò che entrare nella caverna. Nulla d'insolito da questo punto di vista. Le ragnatele sulle pareti e le torce spente indicavano che fosse un luogo abbandonato da tantissimo tempo. I miei sensi sviluppati non percepirono praticamente nulla, a parte un freddo insolito per quel luogo. Qualcuno avrebbe potuto pensare che fosse una sensazione non adatta al caso... Ci trovavamo in una caverna in mezzo a un deserto, dopotutto. Però era pur sempre una caverna situata in una specie di montagna e quindi quel freddo unito ai momentanei colpi di vento caratterizzavano semplicemente un posto ricolmo di oscurità e sprovvisto di qualsiasi anima viva.

    Da parte mia sarei stato in uno stato, scusatemi la tautologia, di perfetto silenzio. Il corridoio che percorrevamo, lungo un'indefinita misura di metri e largo circa 4-5, ci portò ben presto verso una specie di serranda metallica che chiudeva l'ingresso verso un altro luogo. Era tipo una porta a chiusura laterale, ma metallica, ed era abbastanza chiaro che la tecnica di prima non sarebbe bastata. Al massimo la giovane genin della Foglia sarebbe riuscita a fare un buco in quella porta, ma non a distruggerla completamente. Certo, avrei potuto pur sempre usare le mie katane e fare due tagli qua e là, ma perché privarmi della gioia di guardare come la ragazza si allena?


    Hey! C'è un altro ostacolo qui.Le spiegai indicando quella specie di portona. - Però qui non ti basterà colpire forte. Faresti solo dei buchi nel portone. Quello che devi fare è diffondere l'energia del colpo al momento in cui la parte del tuo corpo tocca l'obiettivo. Così facendo diffondi il tuo chakra sulla superficie dell'obiettivo, che non viene quindi danneggiato in un solo punto, ma in un certo raggio. Probabilmente era una cosa un po' difficile da capire, perché ora non solo doveva usare il suo chakra per colpire in una maniera forte, ma doveva anche riuscire a controllare il chakra in maniera tale da diffonderlo sulla superficie dell'oggetto colpito.


    Alla fine dei conti, però, doveva allenarsi e quindi non mi rimase che guardarla e fare un'alzata di spalle: Buona fortuna!

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    BOOOM! BAAAAAM! BADABAAAAM!

    Post 2



    Non ero rimasto molto in disparte, ad aspettare che arrivasse qualcuno. Siamo chiari, dai: non è che mi piacesse stare sotto il sole di Suna, in cui la polvere e la sabbia sporcavano i miei meravigliosi vestiti. È che dovevo farlo. L'essere parte di quella strana alleanza mi costringeva a fare quella che era una specie di "mia parte". Partendo da questo presupposto, la ragazza della Foglia che arrivò dinnanzi a me mi trovò con le mani dietro la schiena, incrociate, con lo sguardo che puntava da qualche parte in avanti, a perdersi tra le dune che circondavano quel villaggio. In effetti, a prima vista poteva sembrare una cosa diversa, a dire il vero, ma alla fine dei conti bisognava ammettere che quel villaggio era perfetto per testare una roba come lo era il chakra distruttivo: i suoni della battaglia, le esplosioni e quant'altro si sarebbero ben presto persi tra tutta quella roba la davanti. Insomma... non ci avrebbe sentito nessuno, ma non era quello il solo motivo che mi aveva spinto a giungere sino in lì. C'erano anche altri motivi e la ragazza della foglia ne avrebbe ben presto scoperto alcuni.

    Quando mi chiese se ero io quello incaricato a insegnarle come usare il chakra, feci un cenno affermativo con la testa.

    Sì, buongiorno. Dissi un po' infastidito dalla presentazione scarna e un po' irriverente di quella ragazza. Dai, siamo chiari: chi le aveva permesso di darmi del tu?.. Solo io potevo farlo, nei confronti dei miei superiori, ma perché ero migliore di loro ovviamente. Lei invece chi diavolo era e cosa voleva dal sottoscritto? Comunque, disse che era una genin della Foglia e tanto mi bastava. Genin significava "bambina", fondamentalmente. Immatura. Che doveva essere ancora educata, ma comunque le sue colpe non erano chissà quanto elevate.


    Poi mi ringraziò anche del fatto che avevo accettato la sua richiesta, ma ci doveva essere stata una specie d'incomprensione su quel punto, anche perché io, nella persona di Tasaki Moyo, Me Medesimo, non avevo mica accettato qualcosa. O, per lo meno, non lo avevo fatto coscientemente... O se non si volessero fare troppi giri di parole, bisognava dire le cose come stanno.

    Io ho accettato solo per ordine da parte dei miei superiori. Eseguo un ordine. Non c'è di cui ringraziarmi. Le risposi guardando la taverna alle mie spalle. Niente che fosse troppo importante, ma c'era una scelta da fare: si poteva partire subito, non c'era alcun problema nel farlo, almeno per me, oppure si poteva riposare un po' prima di partire. Quella scelta l'avrei lasciata a lei stessa.
    Se vuoi riposarti, puoi farlo qui, - indicai la taverna alle mie spalle. - Se vuoi partire, possiamo farlo subito. - Insomma, se era vero che la vita era fatta di scelte, alla giovane kunoichi della Foglia spettava la prima scelta da fare. Per l'onor del vero bisognava dire che dubitavo dell'importanza di quella scelta, ma non avrei detto nulla in entrambi i casi.


    Saremmo partiti solo in seguito alla decisione su cosa fare. In un caso saremmo rimasti nella Taverna per un po': avrei sfruttato il tempo per lavarmi i vestiti, per lavare il mio bellissimo corpo, per mangiare e bere. Inoltre, avrei comunque sfruttato quel lasso temporale anche per spiegarle cosa andavamo a fare e perché ci avevo tenuto a portarla con me sin lì. Nel caso avesse deciso di partire subito, Asami avrebbe avuto le stesse identiche informazioni, ma per strada mentre eravamo diretti verso la caverna.

    Tempo fa in queste zone operava un clan mafioso di giovane fattura. All'Accademia non sono noti troppi dettagli. Sappiamo solo che hanno creato diverse reti sparse in tutto il Paese del Vento. Parliamo di numerose basi presiedute da ninja di scarso rango: alcune di queste sono tutt'ora in uso, mentre le altre sono abbandonate. A noi spetta il compito di dirigerci verso una base che, apparentemente, è stata abbandonata ed esplorarla cercando delle preziose informazioni. - Se, insomma, Asami si aspettava un addestramento calmo, tranquillo e senza problemi, poteva dimenticarsi di quell'idea. Non ero certo il tipo da addestramento classico: se c'erano due paia di braccia, due paia di gambe e una testa, tanto valeva sfruttare quel potenziale per qualcosa di utile. Anche se fosse semplicemente spezzare i blocchi e togliere la spazzatura… Vabbè, metti la cera e togli la cera. Chi non ci era mai passato sopra, a tutta sta roba?

    Indipendentemente dalla sua sua scelta la strada ci avrebbe portato verso ovest, ad addentrarci ancora di più nelle dune di Suna. Circa 1 ora di viaggio al suo passo, non di più, e avremmo trovato una piccola montagnetta rocciosa. - Qui. - le dissi indicando la montagna. Non sapevo ancora dov’era l’entrata nella montagna e di sicuro mi ci avrebbe voluto un po’ per entrare ciò che cercano. - Dev’essere qua da qualche parte. - Confermai iniziando a cercare. L’entrata doveva essere poco sotto alla montagna… Ma come trovarla?
    Per fortuna, non mi ci volle troppo tempo, che i miei occhi ben allenati videro una specie di portone delineamento sulla roccia, quasi come se vi fosse un intaglio, quelli definivano una porta oppure un altro tipo di entrata. - Hey! Vieni qui! - la chiamai indicando quell’intaglio nella roccia. Era chiaro che dall’altra parte non c’era niente e che per entrare nella caverna bisognava spezzare la roccia. Come? - Allora, tutto facile, - iniziai a spiegare. - Concentra il chakra nella parte del corpo con cui vuoi colpire l’oggetto. - Dissi stringendo il pugno e facendovi influire un’alta quantità di chakra. - Poi imprimigli una natura violenta, esplosiva; lascia che il tuo chakra diventi fuorioso, distruttivo. Non dev’essere calmo come sempre; deve diventare caotico. - Con quelle parole colpii la parte sinistra di quel portone, distruggendola.
    Poi le feci un cenno con il capo sulla parte destra del portone nella roccia. Era chiaro che toccava a lei.


    SPOILER (click to view)
    La parte del portone che devi colpire ha potenza 12, usura 3

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    Il rotolo maledetto

    Post d'Introduzione



    Dopo il ritorno dall'isola del Re Rosso, con tutto ciò che era successo nel mentre, non era passato molto tempo prima che mi arrivasse un'altra letterina dall'Accademia. Stessa busta con il simbolo; il contenuto un po' diverso. Per giunta pure il tizio della missiva si era perso. Non che fosse molto difficile farlo a Oto: in un villaggio che non era mai stato controllato e gestito adeguatamente chiunque prima o poi si sarebbe perso. Tenendo in mano la famosa missiva, in realtà, mi ricordavo del motivo per cui ero lì. Cambiare quel villaggio di merda. Letteralmente. Renderlo almeno un po' vivile. Cioè, non dico "tanto" vivibile, ma almeno un po'. Almeno quel un po' per poter andare in giro senza dover per forza pulire le strade, o salvare le vecchie o insegnare alla gente del posto come tenere pulito l'ambiente circostante. Lo capite? Quei tizi là non sapevo amministrare un villaggio...

    Anche per questi motivi fui abbastanza sollevato di andarmene, almeno per qualche giorno, e non vedere tutta quella merda lì intorno. Certo, non sarebbe successo alcun miracolo: Diogene non sarebbe mica tornato per rendere quel posto un po' più vivibile e Febh non avrebbe fatto niente di niente per trasformarlo in un posto migliore. Forse avrebbe potuto fare qualcosina quella tizia di nome Hebiko, ma anche lei non è che dava chissà quali speranze. Insomma, un posto di merda, in cui ero capitato mio malgrado, senza che vi fosse più niente a tenermi lì, a parte le mie stupide promesse date a me stesso. Insomma, se non fosse per quelle paroline lanciate praticamente al vento un sacchissimo di tempo addietro, forse non sarei stato a Oto. Non mi avrebbero avuto! Decisamente! E comunque, ogni gita fuori porta era un'occasione adatta per fare qualcosa di serio. Compresa quella gita.

    In particolare, quello che dovevo fare era incontrarmi con un nuovo alunno, a cui avrei dovuto insegnare un paio di cose sul chakra. Beh, alla fine dei conti io ero un vero e proprio maestro del chakra. Questo sì! Magari non proprio ai livelli dei massimi esperti del settore, ma comunque niente male. Non volendo restare in quel posto per troppo tempo, raccolsi tutta la mia roba e partii. La missione che avrei dovuto svolgere (più che missione era un addestramento, ma data la mia grande fantasia sarei sicuro riuscito a far divertire il tizio o la tizia che avrei dovuto allenare... e questo manco senza usare le spade!).

    La strada per me sarebbe stata molto più breve che per lui/lei (manco lo sapevo, comunque), ma sarebbe infine giunta verso un piccolo paesino circa 10km entro il territorio sunese. Il paesino in sé era estremamente piccolo: poche case, poche cose, pochissime cosine. Qualche negozio. Qualche abitacolo. Una taverna al centro e una strada central che tagliava quel paesetto in due. L'avrei aspettata proprio dinnanzi a quella taverna, a braccia consorte sotto il caloe del sole.




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    Parlato

    Contrattacco al Re Rosso

    Post 19


    Nemmeno ero riuscito a usare, come si deve, la spada di Kiri, ecco che accade ciò che mi ero augurato non accadesse: con le navi distrutte, il Quattrocchi di Oto che faceva casino da qualche altra parte e chissà cos'altro accadeva in quel posto, ecco che i miei avversari si presero le gambe nelle braccia e si diedero alla fuga. Quindi la missione era stata portata a termine con successo, la Marina dei Cremisi era stata pesantemente danneggiata, io ero diventato un Vermicida, la Scatoletta di tonno parlante che era nel tempo diventata il Mizukage aveva fatto altri danni ritrovandosi dall'altra parte del muro (io avevo comunque la sua spada, ancora, ma ero uno spadaccino semplice: non avevo bisogno di lamer superfighe a laser e chakra per tagliare le cose). Poi comunque i muri crollarono e io potei finalmente ammirare lo splendore della Scatoletta parlante, a cui allungai la mano con la sua spada. - Bella. - Mi limitai a dire soltanto, restituendogli ciò che gli spettava di diritto. Era proprietà di un altro villaggio e di sicuro non potevo rubare ai kiriani le loro opere d'arte, ovunque famose per via della loro efficacia e funzionalità, come avevo potuto constatare io stesso uccidendo quel tizio nel tunnel con la mia tecnica.

    Alla fine dei conti, quando me ne andai da quel posto osservando i resti delle navi che stavano affondando, non incontrati nessuna resistenza. La città era stata, ormai, completamente svuotata. Le nostre forze si erano rivelate decisamente troppo potenti per la resistenza che i Cremisi ci avevano preparato. D'altro canto, non mi abbandonava un pensiero fisso: se era quella la loro DIFESA, non sarebbe stato, forse, meglio colpire direttamente al cuore? Tagliare la testa al toro, per così dire?.. Alla fine dei conti potevano girarci intorno per tantissimo tempo, credendo che avevano chissà quali forze nascoste non si sa dove, ma se le loro potenzialità erano quelle viste nell'attacco al porto, sicuramente non avremmo avuto chissà quali difficoltà a prendere Kumo e instaurare lì un nuovo regime, più amichevole per l'Accademia. D'altro canto, bisognava ancora fare diverse valutazioni, capire quali erano state le nostre perdite, quanti sono stati i caduti da commemorare, quanti di questi erano ninja di alto grado e così via... I Cremisi, di sicuro, avevano sofferto delle perdite tremende. Non contando le navi, i caduti erano sicuramente diversi, anche di grado piuttosto elevato. Ma cos'altro nascondevano loro nella manica? Quali e quanti altri Assi avevano?

    Sbuffai.

    Se a Kumo non si fossero insediati quei traditori, tutti questi problemi non ci sarebbero stati, io non avrei dovuto scappare, non avrei dovuto combattere a Genosha per guadagnarmi da vivere, non avrei dovuto conoscere quel Quattrocchi e non avrei nemmeno dovuto darmi la promessa di ripulire Oto da tutta la sporcizia che nel corso degli anni vi si era raccolta, complici anche le mancanze dell'Amministratore e del Kage. Con quei pensieri, ritrovando le mie armi che avevo prima nascosto, tornai alla nave osservando, per strada, gli effetti del nostro attacco, incluso anche il tizio che avevo ucciso con la spada della Scatoletta metallica. Sulla nave, invece, preparandomi a ritornare alla mia casa provvisoria, avrei provato a ottenere tutti i dettagli sulle nostre perdite: ogni uomo meritava di essere ricordato per il sacrificio fatto.



    Tasaki Moyo

    Statistiche Primarie
    • Forza: 675
    • Velocità: 650
    • Resistenza: 500
    • Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 675
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 625
    • Precisione: 600
    Chakra47/80
    Vitalità
    16/16
    Slot Azione

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    Slot Difesa

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    Slot Tecnica

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    Note

    Consumo di chakra accordato con Cube.
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    Patto

    Post 5


    Ho già un sacco di punti a mio favore! - ribattei. - Ora mi sleghi o no? Non è possibile che tu mi abbia legato! - Le dissi incazzato. Non solo mi aveva legato, in realtà, ma quella sadica si era premurata anche di spezzarmi tutte le articolazioni. Cioè, ma vi immaginate una cosa del genere? Bisognava non starci con la mente per fare ste cose. Oppure essere usciti da un brutto incubo e sogno. Oppure essere nati da qualche parte in una fogna. Ma non era possibile che fosse nata in una fogna! Anche se non era malissima, a dire la verità, non la potevo mica definire una modella di grande bellezza! Ovviamente non sapeva che avevo chiesto perdo giusto per farmi slegate, mica sinceramente! L'unico a cui avrei mai potuto chiedere perdono era Jashin: tutti gli altri erano cacca pura! Poi cercai di mettere bianco su nero un'altra cosa: Io non sono per niente piccolo! - esclamai. - Quella piccola qua sei te! - Poi cercai di aggiungere anche un'altra cosa! - E comunque non sto rischiando niente, capisci? Perché Jashin è sempre con me e mi sta guidando verso di lui! Capito? Io sono immortale e gli immortali non muoiono! - urlai quasi arrabbiato dinnanzi a tutta quella ignoranza. Quando poi disse che sarei rimasto in quelle condizioni per un altro paio di giorni, mi arrabbiai ancora di più. - Slegami subito! - protestai. - S.U.B.I.T.O. - dissi pretendendo, letteralmente, di ottenere quello che desideravo. - Eddai, fai la brava ogni tanto!
    Ovviamente non mi diede corda e mi lasciò marcire in quella stanza per moltissimo tempo. Poi, quando tornò, disse che avremmo dovuto parlare con la massima sincerità e mi chiese se fossi d'accordo. - Parlo sempre con la massima sincerità! - esclamai. - Cosa vuoi? - "Ho dei piani per me e per Ame" - E che me ne importa dei tuoi piani? - "Ma allo stesso tempo non sono così ingenua da ipotizzare che potrò cavarmela sempre da sola. Ho bisogno di un supporto e tu potresti essermi d'aiuto." - E in cambio cosa avrò? - domandai. - Quello che ti offro è semplice: io sarò la tua padrona e tu il mio servo finché tu non sarai abbastanza forte da poterti difendere da solo - La mia risposta fu semplice, breve e sincera: - Io sono servo di Jashin e di nessun altro. - Risposi secco. - Se vuoi usufruire dei miei servizi di commerciante, ok. Ma servo? No. - Risposi infastidito. - Ti insegnerò le arti Ninja, guadagnerai il minimo per sopravvivere e avrai casa e alloggio qui alla Lacrima. - Di nuovo fui infastidio. - Non voglio il minimo. Merito di più! - "Imparerai a gestire come si deve il locale al posto mio insieme alle mie matrone quando io sarò assente." - Ma io so già gestire dei locali come questo! - dissi di nuovo e avrebbe facilmente potuto percepire delle note d'irritazione nella mia voce. - "io e le mie matrone diverremmo la tua nuova famiglia." - Ma io ho già una famiglia! - "Di conseguenza non ruberai o condividerai informazioni, né cercherai di fregarmi mai. Per nessun motivo. Per nessun prezzo." - Ah beh, su questo sono d'accordo. Sono un commerciante, mica un ladro! - Quella forse era l'unica cosa su cui ero completamente e totalmente d'accordo con lei, a dire il vero. - Infine per nessun motivo ti sarà concesso di salire all'ultimo piano, nei miei appartamenti privati. - Ehm... Non mi interessa visitare casa tua. - Dissi di nuovo, prima di sentire quanto segue: "Poi.. quando riterrò che sarai autonomo allora potrai gestire un intero locale a mio nome, e mi dovrai solo il 25 per cento degli introiti.". - I professionisti vanno pagati bene sin da subito! - "Senza contare che premerò personalmente per farti entrare nella gerarchia del Seme dei Fiori, uno dei quattro pilastri criminali su cui si fonda il potere di Ame. " - Non mi interessa niente del Seme dei Fiori e di altre cazzate. Voglio Jashin e voglio la vendetta. Tutto il resto è fuffa. - "Cerchi la forza?" - Jashin è la Forza. - "Lavora per me, e lavorerai per i Fiori e per Ame. " - Lavorare ed essere servi non è la stessa cosa. - Puntigliai. - Esigo un contratto giusto, con una paga giusta. - Poi, quando mi chiese avessi accettato le condizioni, mi misi a ridacchiare. - Mi proponi di diventare tuo schiavo, in sostanza, e mi chiedi se accetto le condizioni?.. Ovviamente no. - Girai la testa dall'altra parte.
  11. .

    Niente sindacati

    Post 4


    Ah, davvero? - Ascoltai la sua risposta abbastanza insospettito. Mi portai la mano al mento: tutto mi sarei aspettato, tranne che accettasse così di punto in bianco quanto avevo appena detto. In fondo, non ero mica serio. Beh, oddio, un po' ci speravo che condividesse le entrate del locale con me, ma addirittura così presto e senza nessuna trattativa? Comunque scrollai le spalle. - Hmm. Beh, potevi pensarci subito, al nostro colloquio di lavoro. Faccio il commerciante da quando sono noto... più o meno. Trasformerei questa... cosa... in un'attività seria in meno di 30 giorni. Comunque sia... - sbadigliai portandomi una mano verso la bocca. - Senza offesa carissima, ma tu non mi piaci per niente. Non sei nei miei gusti. - Risposti seguendola comunque dentro al locale. - Se vuoi siglare sto acc... Hey ma che caz... - Non riuscii a muovere un dito prima che la ragazzina mi fosse scagliata contro. Ovviamente era molto più forte e veloce di me. Quando mi colpì, non riuscii a reagire in un modo sufficientemente veloce. Così, senza che fossi capace di fare almeno qualcosa, mi ritrovai di nuovo steso e senza i sensi. Il tutto nell'arco della stessa giornata.
    Incredibile.

    Quando mi risvegliai, sentii il dolore ovunque nel corpo. Era una sensazione abbastanza strana: mi doleva tutto il corpo. Anche l'anima. - Che... mi... hai... fatto? - domandai stranito quando mi tolse lo straccio dalla bocca. Mi guardai intorno notando una stanza buia, senza che vi fosse nulla d'importante o qualcosa che avrebbe potuto attirare la mia attenzione. Comunque sia, mi lamentai. - Eddai, va bene, scusa. - Dissi. - Scherzavo. Mica intendevo davvero 50/50. Facciamo 75/25? Del resto hai fondato tu il locale, a me va bene anche l'1/4 dei guadagni. - Dissi provando a muovere le braccia e le gambe pur di svignarmela da lì. - Dai, non fare così, sì. Slegami per favore. Faccio il bravo, lo prometto. Giuro-giuro. - Dissi provando a girare il collo, che stavo scomodo (sempre se il collo era ancora intero, ahimè). - Scusa! Dai slegami... non volevo offendere. È che sono abituato così. Mi sleghi ora? - sbuffai. - Scusa-scusetto-scusettino-scusamettino... - dissi cercando d'individuare quella ragazza. - Non lo faccio più. Lo prometto. Giuro-giurastro.

    SE mi avesse slegato in seguito alle mie più che sincere (forse) scuse, avrei provato a muovermi senza riuscirci, ovviamente. - Cioè, ma che diavolo mi hai fatto? - Avrei chiesto. - Dai ricomponimi il corpo per piacere, che così non posso diventare immortale. Santo Jashin...
  12. .

    Il rotolo maledetto

    Post 5


    In risposta alle parole di Hideo il cucciolo agitò la code. Il suo sguardo sembrava ben focalizzato, intenso, quasi come se volesse dire qualcosa a sua volta. Quindi non fu una sorpresa che da quel momento in poi il cucciolo si affezionò a Hideo iniziando a seguirlo ovunque andasse. Forse aveva percepito qualcosa di... umano? In quella terra desolata doveva trattarsi davvero di un fenomeno particolare. Da quel momento in poi il cane randagio sarebbe diventato il vero e unico amico di Hideo, nonché un alleato di mille battaglie che lo avrebbe seguito ovunque. La stessa cosa non la si poteva dire per il tizio sunese, che sparì tutto d'un tratto, quando Hideo entrò nel mulino. Il kiriano raccolse comunque le istruzioni e le boccette, ma una volta giratosi per riportare quanto trovato al sunese... Non avrebbe trovato nulla di quest'ultimo. Nemmeno l'ombra. La sua sparizione sembrò essere molto simile a quella dei due compagni. Per questo, non sarebbe stato accompagnato da nessuno al di fuori dal cane quando sarebbe giunto nel secondo luogo, quello ancora più rovinato del primo. Quello che la guerra aveva letteralmente decimato, rendendolo disabitato e ben adatto solo a poche bande di confine, quelle che commerciavano la roba e avevano bisogno di nascondigli sicuri.
    Quando diede l'ordine al cane, questi lo ascoltò appollaiandosi fuori dalla casetta permettendo al padrone di esplorarlo. Trovò il quadro e lo diede al suo mondo: a quel punto era rimasto da solo con il cane e, ovviamente, nessuno avrebbe obiettato a nulla. Allo stesso modo, stava a lui decidere cosa e come fare. Ovviamente, ogni scelta fatta avrebbe comportato un certo dispendio di tempo, ma di base poteva fare tutto ciò che voleva. Il mondo gli era aperto dinnanzi, ma era rimasto solo e doveva considerare quel fattore. Dov'erano finiti i suoi compagni? Come avrebbe dovuto preparare la trappola per i jashinisti in maniera tale da ridurre il loro vantaggio numerico? Finora aveva ottenuto molte informazioni importanti, ma la vera battaglia non era ancora cominciata. Inoltre, non doveva lasciarsi scappare i jashinisti: se lo avessero superato, difficilmente sarebbe riuscito a ottenere quel rotolo

    X



  13. .

    I sindacati

    Post 3

    Oh, quella tizia era tra le poche a non aver capito niente. Non aveva capito chi si trovava davanti e che genere di talento ero. Uno di quelli che erano 1 su 1 miliardo. Cazzo ti ridi? - domandai sinceramente offeso. - Magari sono debole per ora, ma sicuramente ho più talento di te. Quella tizia era così sciocca e testarda da non riuscire a capire che si era ritrovata tra le mani un autentico diamante che doveva ancora risplendere e tutte quelle cose lì. Ero animato dall'odio e sinceramente non capivo nemmeno perché stavo lì a spiegarle cose così semplici. Stai scherzando spero. Io sono Masaharu Moyo, ricordatelo O bella Fanciulla! - esclamai puntandole un dito contro. - Non sono mica uno a caso. Ci voleva tanto? Comunque, la ascoltai poi e ridacchiai. Quindi non devo insultare le tue putt... ehm... matrone o i tuoi clienti. Ma posso insultare te? Se solo sapessi quali sono le mie potenzialità, non mi parleresti in questo modo! - dissi energicamente, quasi come se stessi parlando con un mio sottoposto. - In che senso nessun divertimento? - domandai incrociando le braccia e indicando quella casa. - Mica sono venuto qui a vuoto? Eddai, non dirmi cose che non sai. Io sono un ninja di tutto rispetto. Molto più forte di qualsiasi Kage. Anzi, di tutti i Kage messi insieme. Io sono Masaharu Moyo, te lo ricordi? Sì? Bene. Significa che non solo mi DEVI dare quello che voglio, ma devi anche scusarti. Quando mi propose di fare da cavia, agitai la testa in senso contrario. Non volevo mica accettare quell'idea. - Non accetto. - Tagliai secco. - Fare la cavia? Ma sei seria? Mio fratello se lo scoprisse, mi riderebbe in faccia. Per non parlare di mio padre! - Mi guardai intorno indicando il vilaggio che mi circondava. - Io voglio bere, mangiare e scopare. Posso lavorare, certo, ma non come cavia e sicuramente con un lavoro che mi si addice. Per esempio posso fare l'amministratore o il direttore. Se vuoi, posso anche diventare il Kage di Ame, l'Ame-Kage o come si chiama. Insomma, lei aveva le sue condizioni e io avevo le mie. Se voleva avere un TOP WORKER come me, non poteva di certo permettersi di dettare queste condizioni assurde. Al massimo avrebbe potuto dettarle a qualcun altro. Qualcuno che era molto più inconsapevole e ingenuo di me. - Ah, e un'altra cosa: se mi sottopagherai o se stipulerai un contratto indegno, mi rivolgerò ai sindacati di Ame e al sindaco del villaggio e ti farò chiudere questo bordello. Dirò che c'è la salmonella e cose del genere, capito? - domandai incrociando le braccia. - Poi andrò a manifestare in piazza insieme ad altri come me e grazie alla Voce del Popolo farò chiudere il tuo locale. Quindi non scherzare con me se non vuoi ritrovarti vittima delle manifestazioni del popolo. - Esclamai. Speravo che si sarebbe impaurita: le mie conoscenze del mondo giuridico e dei sindacati erano abbastanza ampie (se non considerare la parentesi Cremisi a Kumo, per via della quale i sindacati avevano smesso di funzionare. Ma qui, ad Ame, le cose saranno pur diverse. No? - Invece ti propongo una condizione migliore: io e te gestiamo questo locale alla pari e i guadagni ce li spartiamo. Che ne dici? - allungai la mano verso di lei, come a cercare un segno d'intesa. - Che te ne pare?




    Masaharu Moyo

    Statistiche Primarie
    • Forza: 100
    • Velocità: 100
    • Resistenza: 100
    • Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 100
    • Concentrazione: 100
    • Intuito: 100
    • Precisione: 100
    Chakra
    10/10
    Vitalità
    8/8
    Slot Azione

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. ///

    2. ///

    Note

  14. .

    Contrattacco al Re Rosso

    Post 19


    Si stanno avvicinando 3 tizi, - dissi al Robot kiriano indicando altrove. Non erano lontani: probabilmente si sarebbero avvicinati nell'arco di pochissimi secondi. Delle loro abilità mi importava poco: tanto il migliore al mondo ero io. Che me ne fregava degli altri? Tanto se si fossero avvicinati li avrei massacrati di botte. Poi se ne sarebbero andati. O forse io gli avrei cacciati a bastonate. Volli già tirare fuori dai foderi la spada che il Robot mi aveva dato, quando vidi comparire una specie di muro fatto da sostanze naturali che si trovavano già in quell'ambiente. Non riuscii subito a capire a cosa serviva. Tanto chiunque che conoscesse Tasaki Moyo avrebbe potuto dire che quel muro lo avrei buttato giù in 4 nanosecondi per ricongiungermi con il Robot di Kiri. Come volete, - pensai mettendo comunque mano sulla spada. Una di queste era la spada fornitami dal tizio kiriano, quello che uccideva a caso i prigionieri. Non un oggetto mio, ahimé, a meno che non me ne fossi scappato con quella spada ficcata nei pantaloni. Rigettai quell'idea perché ero uno ONESTO e mi concentrai sul tizio che avevo davanti. Lo analizzai cercando di scoprire quali erano le sue particolarità. I miei occhi continuarono a osservarlo dalla punta dei piedi fino al capo. Dovevo sapere chi era quel tizio, quali conoscenze aveva e se poteva davvero rappresentare una minaccia per me (oppure no). Comunque fosse andata quella analisi (della quale mi importava decisamente poco), mi sarei arrabbiato per il fatto che Kense-coso aveva due avversari e io uno solo.
    Sbaglio, o mi state sottovalutando? - domandai. - Perché quel coso ha ben due nemici e io ho solo te? - Gli puntai le katane contro. - Veramente io qui sono quello forte e lui quello scarso, non viceversa. - Sbuffai. - Ricordatelo!


    Sbadigliando leggermente non sarei stato io a fare la prima mossa, anzi. Guardando il muro e il tizio che mi si trovava dinnanzi, avrei delegato a lui il piacere di muoversi. Del resto, a che pro asfaltarlo subito? Dubitavo che Kensei avrebbe avuto qualche difficoltà contro gli altri due (altrimenti lo avrei preso per il culo per sempre) e tanto valeva allungare un po' la mia gioia. Prima che quel viaggio sull'isola fosse finito... Sempre se il Fato non mi avesse presentato dinnanzi qualche difficoltà più seria di quel tizio.



    Tasaki Moyo

    Statistiche Primarie
    • Forza: 675
    • Velocità: 650
    • Resistenza: 500
    • Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 675
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 625
    • Precisione: 600
    Chakra47/80
    Vitalità
    16/16
    Slot Azione

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Note

    Consumo di chakra accordato con Cube.


    Edited by leopolis - 20/7/2022, 00:48
  15. .

    Igashi


    Post 17


    - Anche io con questa storia dei gemelli? - ridomandai infastidito, con un forte tono satirico di quelli che solo io e pochi altri sapevano fare. Ma si era accorto della gravità della situazione oppure era solo tanto scemo quanto gli altri? Ero in quel posto maledetto dai Kami da qualche giorno ormai, volevo tornare a Oto a dormire nel bel letto offertomi dal Colosso Mikawa e invece dovevo stare lì a sentire cazzate. - Non mi importa se qualcun altro ha parlato dei gemelli. Qui e ora ci sono solo io e solo io sono importante. - Affermai lanciando un'occhiata a mia moglie con l'intenzione di vedere se era ancora viva dopo quel attacco dei pivelli. Per fortuna, alla fine dei conti quel ritardato parve avere uno spiraglio di lucidità tant'è che si arrese e diede il via alla lettura della mente. Il suo gesto, - l'alzar le mani, - mi rallegrò, tant'è che chiamai Komaki dandole l'indicazione di iniziare la lettura. Non sapevo quante cose ci fosse nella sua mente e cosa ne sarebbe uscito fuori, ma in ogni caso volevo cogliere più di qualche dettaglio: mancavano dei pezzi ed ero sicuro che sarei riuscito a estrarli dalla mente di quel maledetto. Tuttavia, l'espressione compiaciuta presente sul mio volto ben presto si tramutò in un'espressione incazzata, poiché il nostro amico aveva, non si sa per qual motivo, deciso di saltare indietro, fare un seal magico e tirarmi contro (o meglio: tirare contro tutti quanti) una specie di fiume fangoso. - RISOLVIAMOLA COME LE PERSONE CIVILI! - Sbraitai. - MA PERCHE' CAZZO NESSUNO MI ASCOLTA MAI QUANDO PARLO??? - Con le spade già nelle mani le mossi velocemente verso quel ninjutsu (qualcosa di simile l'avevo già visto durante la mia gita nell'isola degli immortali), tagliando - SD1

    Lama Infernale: L'utilizzatore può Tagliare le ninjutsu o costrutti di tecniche speciali tramite uno slot azione/tecnica. La potenza della Lama Infernale è pari a 10 ogni consumo ½ basso impiegato. Una tecnica Tagliata viene ridotta di potenza; se azzerata la potenza, non produce effetti. La potenza della Lama Infernale contro oggetti e strutture è aumentata (x2); non aumenta il danno verso le persone.

    Potenza: 40

    Riflessi: 625 + 1 Basso = 700
    . Le mie lame cozzarono con quella specie di fango, tagliandolo solo nella parte che mirava a colpirmi. Rimasi così sul terreno naturale ed era sufficiente per concentrare un po' di chakra e saltare - SA18 metri lateralmente, fino a uscire dalla zona d'azione della tecnica. Subito, pur ancora incazzato, mi misi a inseguire2° SA: 24 metri + 6 metri movimento gratuito + 9 metri movimento migliorato = 39 metri + 6 metri (Chakra Repulsivo) = 45 metri - Azione Rapida
    3° SA: 24 metri + 9 metri = 33 metri + 6 metri (Chakra Repulsivo) = 39 metri
    Totale: 84 a velocità 650
    Più, se serve uso il 4° slot (39 metri) + Tecnica dello Scatto Rapido (altri 39 metri a velocità 750)
    il fuggitivo. La mia velocità sarebbe stata abbastanza elevataconsumo un Basso per aumentare il numero di Passi a 7 (650 velocità di base), ma ciononostante, le mie urla e i lamenti si sarebbero sentiti ovunque in quel posto. - CHE CAZZO DEVO FARE ANCORA PER FARMI ASCOLTARE SANTI KAMI?!! - Lo spostamento sarebbe stato abbastanza rettilineo, volto a raggiungere il fuggitivo aiutandomi unicamente con il mio grande carisma, fascino e con i piedi veloci e lussuosi che mi ritrovavo. Non potevo assolutamente lasciarmi fuggire quel tizio, in quanto era un'importante fonte d'informazioni e se fosse servito l'avrei preso pure all'altro capo del mondo. - UNA VOLTA! VOGLIO ESSERE ASCOLTATO ALMENO UNA VOLTA! - Mi ripetei analizzando con gli occhi la situazione. Dov'era arrivato quel Mazuri? E soprattutto, sarei riuscito a prenderlo senza usare il cervello? Magari si sarebbe sottomesso da solo al mio fascino e avrebbe finito di rompere i maroni alla gente seria e ben più preparata e soprattutto quella talentuosa e bella?
    Avrei corso senza fermarmi, il più velocemente possibile. Poi dopo avrei capito come reagire alla situazione creatasi. - SE QUESTI SCEMI MI AVESSERO ASCOLTATO, SAREI GIA' STATO A OTO: BOOM! E MISSIONE FINITA CAZZO! E INVECE SONO ANCORA QUA CON QUESTI IDIOTI! - Urlai correndo con le spade nelle mani. - AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! -






    Chakra: 58.75/80
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 675
    Velocità:  650
    Resistenza: 500
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 675
    Intuito: 625
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: Taglio Lama Infernale
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Salto
    2: Inseguimento
    3: Inseguimento
    Slot Tecnica
    1: Eventualmente Tecnica dello Scatto Rapido
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Katana × 2
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 2
    • Tonico di Recupero Intermedio × 1
    • Tonico di Ripristino Intermedio × 1
    • Tonico di Recupero Inferiore × 2
    • Tonico Elementale Inferiore × 2
    • Equipaggiamento Debilitante × 1

    Note
    ///
  16. .

    Contrattacco al Re Rosso


    Post 18


    Fino a quel momento la mia missione era stata particolarmente dritta e lineare, senza alcuna difficoltà o imprevisti di sorta. L'unico problema, se così lo si poteva definire, era rappresentato da quel grande vermone gigante che avevo in fin dei conti ammazzato. Per il resto, mi ero unito al gruppo dei kiriani e da quel momento le cose era andate un po' per il verso giusto. Tagliai un po' qua e là, per poi limitarmi a non compiere chissà quali azioni. Comunque fosse era chiaro che se era quello il livello di difesa previsto dai nemici, non era chissà cosa. Probabilmente nemmeno si aspettavano un attacco di quel genere, che rischiava davvero di portargli via una buona parte della flotta. Oppure, semplicemente il piano di attacco creato da Febh e da altri alla fine dei conti si era rivelato particolarmente proficuo: mi era difficile dire persino questo. Alla fine dei conti, usare un diversivo combinato a un attacco frontale non era una chissà quale idea. Si trattava di una meccanica abbastanza basilare, conosciuta persino dai neogenin. Possibile che fosse tutto persino così semplice? Per un po' di tempo dubitai seriamente che non avremmo incontrato alcun ostacolo oltre a quello che ci eravamo lasciati alle spalle e mi venne persino a credere che tutto quello fosse nient'altro che una trappola. Magari in qualche modo ci avevano attirato all'interno delle loro mura per poi agguantarci... Non successe comunque niente di ciò e quando ascoltai la richiesta di Kensei, il quale mi diceva di dover esaminare il campo con i miei occhi da sensitivo, feci come richiesto e gli fornii il responso. - Mi sa di trappola... - riassunsi in quelle poche parole le mie preoccupazioni a proposito della situazione che si era appena creata. Come potevo non dubitare di quella situazione? Conoscevo bene le lettere e i loro modi di fare, motivo per cui non potevo semplicemente ignorare tutte le preoccupazioni che vagavano nella mia mente. Nessun sano di mente avrebbe lasciato l'intera flotta nelle mani di qualche soldato debolissimo... senza avere un piano B. Magari rimettevano persino troppa fiducia nelle mura che circondavano quella cittadina, sperando che avrebbero retto nel caso di un attacco oppure c'era comunque qualcosa che non andava. Comunque fosse, ero in guerra e cercai di scacciare quei pensieri dalla mia testa. Invece di pensarci troppo, ascoltai le parole del chunin kiriano. - Tu non possiedi alcuna abilità di mimesi, il che rende complicato farti salire sulle navi a piazzare le bombe. - Al che feci spallucce. - Sono Tasaki Moyo, - ribadii. - Non mi servono le abilità mimetiche per sfondare le navi, le case, le mura e le teste. - Per lo più non mi serviva alcuna abilità di quel tipo per sconfiggere qualche guardia di minore importanza, almeno per quanto sembrava essere. Poi però si contraddisse: - Rimarrai all'esterno delle navi, nascosto, ad osservare che nessuno giunga e faccia sorprese. - In tutta quella frase c'era un unico problema di grande importanza: l'essere nascosto. Io. Che fra poco andavo in giro con i campanellini per attirare le attenzioni di tutto l'esercito di Kumo. - Vuoi che io resti a farti da guardia mentre ti diverti? - domandai. - D'accordo. - Risposi manifestando un evidente odio per quella scelta. Quel tizio si voleva prendere tutti gli onori del caso lasciandomi, letteralmente, a non fare nulla di importante; per giunta mi diceva di nascondemi... - Ma io non mi nasconderò come un coniglio. Vogliono venire e limitarti? Auguri. Sono qui. - Risposi, salvo poi ascoltare tutta la parte di minacce, ascoltando la quale mi avvicinai ancora di più a Kensei. - Io non prendo ordini da chi uccide i prigionieri di guerra e se vuoi che le mie spade ti lascino qualche cicatrice, puoi dirmelo e possiamo vederci senza troppi problemi dopo la missione. - Sistemata quella piccola faccenda e chiarito il motivo per cui Tasaki Moyo di certo non si sarebbe nascosto dinnanzi a una difficoltà, notai la scena tra Kensei e la sua spada, al che mi chiesi se non ero per qualche motivo del tutto impazzito. Era davvero una spada parlante? Mi avevano drogato? Alla richiesta del kiriano, diedi le cartabombe che avevo "a lui" e mi misi in disparte, un po' all'ombra, limitandomi a osservare la zona nei pressi delle navi. La mia missione era semplice: proteggere Kensei mentre il kiriano distruggeva le navi. Quindi, se qualcuno dei grandi capi dei Cremisi si fosse fatto avanti per fermare Kensei e la sua creatura nella missione che stavano entrambi compiendo, avrebbero dovuto vedersela con me. Ovviamente, avrei dapprima analizzato la persona in avvicinamento grazie alle mie particolari abilità da sensitivo e solo successivamente sarei intervenuto nel caso si fosse trattato di un avversario di livello.

    - Certo che almeno loro si divertono... - bisbigliai infastidito sentendo i rumori probabilmente causati dal Febh e dal Kazekage. Se non fosse sopraggiunto nessuno a fermare l'opera di Kensei, avrei anche visto quest'ultimo tornare, lasciandosi alle spalle ancora più di qualche nave. - Cosa c'è? - domandai. - - Avanzano ancora alcune navi da distruggere ma le cartebomba concesse dall'accademia sono finite. I loro calcoli erano sbagliati ... eppure, come ha detto il Jonin della Foglia, questa non è un'operazione preparata dal giorno alla notte. - Era chiaro cosa intendeva dire il tizio di Kiri. Purtroppo qualcuno nell'Accademia aveva errato i calcoli, motivo per cui alcune navi erano rimaste ancora integre e toccava a noi distruggerle. Non seppi se sbuffare, mandarlo a quel Paese oppure maledire l'Accademia. Era mai possibile che non fossero in grado di fare letteralmente NULLA in maniera precisa, ordinata e meticolosa? - -Direi, dunque, che non ci resta che usare un po' di vecchie maniere, Tasaki ... non credi? - Alzai di nuovo le spalle: distruggere le navi usando le mie capacità di taglio di certo non mi dispiaceva. - Nessun problema. - Risposi laconico comunicandogli anche che no, non avevo alcuna cartabomba, né di quelle normali, né di quelle speciali e anche se ne avessi avuta qualcuna, difficilmente mi sarebbe bastata per distruggere un'intera nave. D'altro canto, in passato avevo già distrutto una nave piratesca... Potevo farlo ancora. Il problema era l'enorme quantità di chakra da usare e sperare che non fosse sopraggiunto un nemico forte. Perché, diciamoci chiaramente, io con una buona riserva di chakra potevo fermarli tutti, ma io senza chakra ero inutile. Comunque sia, un ninja doveva fare il possibile per portare a termine la missione e così feci. - Andiamo. - Dissi a Kensei e mi avviai verso le navi che dovevo ancora distruggere.

    Una volta lì, mi diedi subito da fare cercando di colpire per lo più la parte centrale delle navi, quella sotto il livello dell'acqua, in modo da procurare un bel foro nella parete della nave e farla precipitare negli abissi. I colpi sarebbero stati sempre potenziati dalla distruzione ad Area, nonché da altre mie particolari capacitàDanno per colpo:
    2 Spade, potenza 60 (40 + 20 da TS) + 40 = 100 (1 Basso)
    + Anche io uso la distruzione ad area da chunin (1/2 Basso)
    + 10 (Chakra distruttivo) (1/2 Basso)
    + 80 Lama Infernale (2 Bassi)
    + 20 Chakra Infernale (1 Basso)
    Differenza Forza contro la Resistenza delle navi 6 tacche (3 da TS + 3 da abilità Stile di Combattimento) = +30

    Ho il tratto Combinazione e altre cose interessanti nel caso potessero servire.

    Totale: 240*3 (Manipolazione della Natura) = 720+365 (Distruzione ad Area) = 1085 a colpo (chakra consumo a colpo: 6 bassi)
    . Se fosse stato necessario, avrei colpito con le spade (sempre entrambe avrebbero mirato un solo punto della nave) una stessa nave anche due volte usando le mie abilità per renderla completamente inutilizzabile. Il problema più grande di quella tattica era la dimensione delle spade: e ne avessi avuta una grande, sarei riuscito a provocare dei tagli di molto maggiori e probabilmente distruggere una nave in meno tempo e in meno colpi. XA te Cube la scelta di quante navi riusciamo a distruggere e quanto chakra consumiamo.




    Chakra: 74/80
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 675
    Velocità:  650
    Resistenza: 500
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 675
    Intuito: 625
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Katana × 2
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 2
    • Tonico di Recupero Intermedio × 1
    • Tonico di Ripristino Intermedio × 1
    • Tonico di Recupero Inferiore × 2
    • Tonico Elementale Inferiore × 2
    • Equipaggiamento Debilitante × 1

    Note
    ///
  17. .

    La donna-fabbro


    Post 2


    - Certo che mi devi pagare! - esclamai sfacciato come non mai. - Sono Masaharu Moyo io e voi non siete un caz.... FERMA! - Urlai notando la grande rapidità del suo spostamento. Si era mossa velocissima, tanto che non sarei mai riuscito ne a fermarla, ne a vederla. Una vera ombra che mi vidi vicino in poco meno di un istante: era spuntata da qualche parte non riuscivo a capire da dove, ma comunque non era male a tette e culo, anzi. Prima di prendere il ceffone che mi avrebbe spento la luce (speravo non per sempre), misi un "8" alle sue tette e un "6" al suo culo. Poi finii con le spalle al muro e la testa gravemente danneggiata da quel movimento incredibilmente veloce. Ovviamente, dopo essere sbattuto scivolai con le spalle lungo il muro e ridacchiai leggermente, in modo folle, quasi come se dopo quel che colpo mi si fosse spenta l'ultima luce nella mia testa. Poi, cercai di farle vedere il dito medio e mi spensi, in tutti i sensi.

    Al mio risveglio diverso tempo, notai una faccia davanti a me ed era quella della donna che mi aveva accolto poco prima. Linee gentili, ma non troppo; occhi profondi, ma non troppo. E poi, tutta l'armonia sembrava stonare. Quasi come se il suo viso glie lo avesse fatto un fabbro. - Ti metto un "2" per la faccia... hehe... - ridacchiai, salvo poi rispondere alle sue asserzioni. - Non è che non ho soldi, - spiegai. - È che non li ho ora. Poi tra qualche mese ti pagherò bene. Tu ora dammi il servizio che cerco e poi tra qualche mese ti darò i soldi. - Spiegai, salvo poi aggiungere: - Non potete farmi niente. Non potete uccidermi. Sono immortale. - Dissi convinto. O meglio: non lo ero ancora, ma alla fine dei conti era una cosa che rientrava nei miei piani in un modo oppure nell'altro. Era solo una questione di tempo: sarei diventato ricco, speso tutti i soldi in prostitute e sarei anche diventato immortale per godermi l'eternità tra alcol e belle donne alla faccia di quel coglione di mio fratello. - Certo che voglio un lavoro, - risposi. - Ma degno del mio talento! - esclamai alzandomi leggermente. Di scusarsi, comunque, non si parlava proprio. - Io non mi scuso mai! - dissi, salvo poi aggiungere: - Tu sei una donna, ma picchi come un fabbro... cazzo... ma cazzo... non è possibile... Non ho mai visto una donna che picchia così forte. Cosa sei tu? Una donna sportiva che fa atletica pesante? Fai pugilato? Cosa fai? - Domandai. A occhio e croce non sembrava di essere chissà quanto forte o di avere le mani di un falegname, ma porca Ame se menava come un gorilla! Poi la guardai attentamente, comprendendo che forse una sola parola mi avrebbe aperto le porte verso una vita migliore nel Villaggio della Pioggia. - Evvabbè dai, scusa... ma con quelle non mi scuso. Solo con te, mi scusi signorina Fabbro. - Dissi più per convenienza personale che per altro. - Ora mi fai scopare con una delle tue o no? Ti ho detto che ti pago tra 4 mesi ed è vero... Io mantengono sempre la parola! - Anche quello non era vero: ero una carogna e chi cazzo se ne fregava della parola? Ma, dopotutto, sentivo che quella tizia là poteva darmi quello che cercavo... sempre se non mi avesse iniziato a picchiare di nuovo.

  18. .

    Festival del Fuoco


    Post 3


    Ero venuto in quel posto per combattere, non per divertirmi. Mi sarei divertito unicamente combattendo e la cosa che meno volevo in quell'istante era vedermela con un ubriacone di merda che, - ne ero sicuro, - sarebbe venuto a rompermi i coglioni. Perché attiravo l'attenzione così tanto di tutta quella gente strana? Cosa volevano da me? Era anche piuttosto chiaro che non volevo mica avere alcun contatto, né parlare con loro: non ero mica del'lumore giusto per fare questo tipo di cose. Come se tutto ciò non bastava, non riuscivo a vedere bene con quegli occhiali sul naso: era come se mi rendessero un po' sbronzo, rendendomi un po' incapace di muovermi. Comunque fosse, non mi sarebbe voluto molto per mettere a tacere il tizio e, considerando che dopo averle prese da Kensei mi irritavo per ogni cosa, non ci pensai molto. Non appensa si mise dinnanzi a me con quel suo fare stupido, mi allertai: - Vattene, sporco, puzzolente ubriacone! - gli intimai con fare particolarmente aggressivo. Il fatto che non ero dell'umore giusto per quel tipo di trattative lui lo avrebbe visto senza troppe difficoltà sin da subito. I contorni del mio viso erano diventati particolarmente rigidi e gli occhi che sputavano fuoco, letteralmente. Anche nascosto all'ombra di quella specie di casa, quel tizio mi avrebbe visto senza troppi problemi o difficoltà. Forse il suo istinto di salvaguardia lo avrebbe fatto ritirare o forse no, ma se non si fosse ritirato nel giro di 3 secondi, nonostante gli occhiali che avevo, in poco tempo lo avrei fatto ritirare io. Dopo averlo intimato ad allontanarsi e senza dire molto altro, sarei passato all'azione per farlo allontanare a forza. Letteralmente. Prima di tutto gli avrei sganciato - SA1Velocità: 650, Forza. 675 un rapido calcio diretto verso il ginocchio destro, tuttavia, considerano che gli occhiali mi portavano a vedere l'obiettivo in modo sfocato, lo avrei mancato colpendo un po' più sopra, all'incirca al livello del quadricipite destro. Successivamente avrei provato a fare una cosa simile, ma con un montante eseguito con la mano destra. Il mio pugno sarebbe partito dal basso verso l'alto, diretto verso il suo mento, ma probabilmente gli avrebbe colpito la guancia - SA2Velocità: 650 / Forza: 675 ancor prima che il mento: anche quel colpo, a causa degli occhiali che portavo, difficilmente sarebbe riuscito a raggiungere l'obiettivo, tant'è che all'avversario immaginario sarebbe bastato decisamente poco per annullare tutti i miei sforzi. Infine, avrei provato a colpirlo anche con una testata sul setto nasale - SA3Stesse statistiche, in modo da farlo allontanare una volta e per tutte, sperando di non danneggiare gli occhiali che mi avevano dato (o, meglio dire, quasi regalato). Un colpo che non aveva praticamente niente di speciale, se non si considerava l'elevata velocità. Solo dopo gli avrei chiesto: - Ti sei convinto finalmente ad andartene? Sto aspettando il mio scontro! -

    [Shinichi]



    Indossando i bracciali il tizio della sabbia avrebbe subito risentito dei loro effetti pesanti, ma come se ciò non fosse bastato per rendere la sua situazione già di suo precaria, anche un altro monaco si sarebbe avvicinato al ragazzo di Suna: - Che ne dici di una gara? - gli avrebbe chiesto spiegandogli dopo le condizioni: una gara di corsa, 2 chilometri di distanza. Nessun premio, se non l'onore per aver vinto. La strada più o meno dritta, rettilinea, ma con qualche dislivello. Il problema? I braccialetti non influivano sulla sua velocità, bensì sulla sua forza, ma se avesse deciso di accettare la corsa, avrebbe sentito che quel peso di troppo un po' lo sfiancavano, diminuendo anche la forza con la quale le sue gambe si distaccano dal terreno. XA te il piacere di descrivere l'eventuale gara di corsa con lo sfidante rispettando le indicazioni sopra indicate.


    [Tasaki]



    - Devo aspettare ancora molto? - domandai infastidito - Le conoscono le regole, diamoci da fare! - Non importava di quello che dicevano. Per me la cosa più importante non era far divertire il pubblico, ma superare il limite, sconfiggere il nemico e diventare più forte. Non mi importava molto del mio sfidante e con disprezzo guardai il primo scontro, in cui il monaco aveva vinto facilmente. Aspettavo il mio turno per salire dovevo e massacrare di botte il tizio. Solo una domanda rimbombava nella mia mente: davvero il tizio che si ricopriva di fuoco non aveva usato alcun ninjutsu?


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