Posts written by leopolis

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    Il Volto del Tennin




    "Stand up all the night,
    and call the fight.;
    "

    Capitolo 7 - Le ombre e le possessioni



    Come tutti i piani che avevo inventato durante la mia vita terrena, quello che avevo appena messo in atto non era stato né del tutto riuscito, né del tutto fallimentare. Per un attimo mi ero scosso, cercando di capire il motivo per cui il Sonno delle Piume non avesse funzionato. Che avessi sbagliato qualcosa? Alla fine dei conti avevo messo in atto quella tecnica tantissime volte durante la mia esperienza di vita terrena e, in un modo oppure nell'altro, aveva sempre dato i suoi frutti. Era una tecnica che funzionava, a patto di saperla usare... Che me ne fossi dimenticato? Comunque fosse, dopo aver creato la perfetta copia di me da inviare dentro alla casa, mi stiracchiai le dita. Sapevo già che lei avrebbe fatto quanto necessario. L'importante, a quel punto, era non tirarmi in mezzo e lasciare che la copia facesse tutto al posto mio. Lei avrebbe fatto tutto. A me, dunque, non rimase molto altro che rimuginare su ciò che mi era stato detto: Ame, Hayate. Il Potere. Lo volevo riprendere il prima possibile.

    La copia osservò con un volto pieno di calma ciò che succedeva dentro all'abitazione. Vide il rilascio delle energie vitali; vide come queste passassero da un corpo all'altro. - Sta cercando di rafforzarsi. - Sentii la Sua voce dentro di me e capii che aveva ragione. Stava decisamente provando a rafforzarsi. Ora, a quel punto, l'unica cosa che si poteva fare era provare a fermarla. Farla restare debole. Fummo comunque troppo lenti e non ci riusciremmo in quella nostra missione. Così, l'unica cosa che potei fare era osservare il disegnarsi di uno sguardo vitreo sugli occhi di lei. Uno sguardo privato di qualsiasi voglia emozione. Lo sguardo di chi... non esisteva più.

    La copia ridacchiò, divertita. - Verrete tutti risucchiati dall'Oscurità. - In pochi avrebbero capito che quelle parole si riferivano a tutti, fuorché ai demoni. E comunque, la copia ridacchiò anche a sentire le parole del Demonio. - Non mi toccherà nemmeno con un dito... - disse restando fermo sul posto e ascoltando, poi, che in realtà volevano Seinji. - D'accordo, - rispose la copia. - Come vuoi. Vienimi a prendere. - Aggiunse la copia allargando le braccia.



    A quel punto, mentre la mia copia era con le braccia allargate e in attesa di farsi "prendere", io cercai di controllare meglio la situazione dall'esterno. La copia era, in effetti, soltanto una specie di esca; nient'altro. Mi serviva per distogliere l'attenzione. Il corpo posseduto non si sarebbe, forse, nemmeno accorto di come [un'ombra - STA1] fosse nata dal nulla dietro di lui, a 1.5 metri di distanza. Tale ombra avrebbe quindi provato ad [afferrare - SA1] l'obiettivo da dietro, per la gola, in maniera tale da soffocarlo il prima possibile. Successivamente, SE l'illusione ci fosse riuscita nel suo intento avrebbe continuato a [stringere - SA2 e 3,] in maniera tale da portare la donna alla perdita di sensi a causa della mancanza di ossigeno nel cervello.

    SE, invece, la donna fosse riuscita in qualche modo a schivare quel colpo, l'illusione in forma di ombre alle sue spalle avrebbe provato a fare il necessario per riuscire ad afferrarla nuovamente. I tentativi di stringere la testa della donna in una presa sarebbero avvenuti in [rapida successione - SA2 e 3] e per molti versi avrebbero richiamato alla mente il primo tentativo, con l'unica differenza che a questo punto non ci sarebbe stato alcun effetto sorpresa.

    Nel mentre l'Ombra attaccava e l'altra Ombra si difendeva, forse, io avrei attivato il mio [rivestimento mimetico] e in poco avrei anche [commesso dei sigilli - ST2] sotto il mantello, per poi lasciare al mio posto un tronco e finire sul ramo di un albero a 20 metri di distanza. In questo modo avrei potuto controllare al meglio il terreno sottostante, vedere se qualcuno si fosse avvicinato e cosi via.



    Seinji Akuma

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 400
    • Riflessi: 550
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 550
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra 72.5/90
    Vitalità
    14/14
    Slot Azione

    1. Tentativo presa - 4 unità (2 Bassi)

    2. Tentativo presa - 4 unità (2 Bassi) o Tentativo di soffocare l'avversaria

    3. Tentativo presa - 4 unità (2 Bassi) o Tentativo di soffocare l'avversaria

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Incubo della Battaglia - Basso + 4 unità (2 bassi) + (4 Bassi per i 2 slot di attacco)

    2. Kawarimi (Basso)

    Note

  2. .

    Il Volto del Tennin



    "Il ferro forbisce il ferro; così un uomo ne forbisce un altro." - Proverbi 27:17"

    Capitolo 1 - L'Addolorato



    Chi? Come? Perché? Era, forse, stata la Provvidenza ad avermi di nuovo mandato in quel mondo, pecora tra i lupi? Mi ritrovai in ginocchio; il fumo bianco ancora intorno a me. Mi avevano evocato? Come una creatura? Non era forse stata la Provvidenza ad avermi inviato lì?.. A ogni azione c'era un perché. Ogni evento accadeva come diretta conseguenza di qualcosa. Del volere di qualcuno. Come un meccanismo nella macchina del Fato. Una ruota. Dovevo capirlo. Realizzarlo il prima possibile.

    Ritrovandomi in ginocchio a guardare avanti, mi bastò un'occhiata per osservare l'area tutt'intorno. Non conoscevo quel luogo. Non sapevo dove si trovasse. Un tetro e tenebroso... teatro. - Ci hai mai pensato, Ainashi?.. Il Teatro di Guerra. Come se fosse uno Spettacolo... Uno spettacolo per noi, per i déi. - Ci avevo pensato. Tempo fa, a dire il vero. E avevo sempre creduto che fosse... giusto. Alla fine dei conti, gli umani davano i nomi alle cose intorno a loro, ma erano i déi a donare loro l'ispirazione. - Ciò che non si vede è sempre più importante di ciò che si vede. - Mi ricordai dell'antica massima, tra me e me. Strano. Il tempo passava, ma la Verità restava sempre tale. Peccato che era tornato in un mondo in cui la maggior parte delle persone si era dimenticata di quella massima. E che ben presto avrebbe pagato la propria... testardaggine.

    Poi guardai me stesso. Il mantello e la maschera. Donatemi dalla Provvidenza. La perfezione fatta vestiti.  


    [Nota]



    Se la Provvidenza voleva che fossi vestito in quel modo, così sarebbe stato. Poi misi mano alla balestra. Un altro strumento. Da quando ero tornato a poggiare i piedi sulla Terra, l'unica cosa che faceva la Provvidenza era darmi i dettagli. I pezzi del puzzle. A riempirmi di ciò che dovevo avere. Di ciò che volevo avere. Il resto era abbastanza scontato: ero solo la Mano. Nient'altro. Lo Strumento che la Provvidenza poteva usare a proprio volere e piacere per liberare il Caos e far sì che il Sole sprofondasse nell'Abisso. Fare in modo che le persone non potessero mai più vedere la luce. - Il mondo deve sprofondare in un pozzo di disperazione. - Amatsu-sama aveva ragione. Lo sapevo. Lo sentivo. La disperazione. Più profonda. Più intensa. Più nera. Essa doveva balzare nel mondo come un tornado. Un fiume in piena. Riempirlo del Nero più Profondo. Portare la spada tra le genti. Far sì che un fratello uccidesse l'altro, padre ammazzasse il figlio e la madre la figlia. - Far sì che i bambini mangino i propri parenti.

    Lo vidi solo qualche istante dopo. L'altro attore in quel teatro. Un figuro distante da me. Che mi guardava. Che voleva qualcosa. - « È-è proprio lui!! ...è davvero comparso come aveva promesso!! » - Aveva promesso... chi? - Pensai curioso mettendomi una mano sulla maschera. La sistemai per bene sul volto, in maniera tale da vederlo meglio. Annusarlo meglio. E, infine, divorarlo meglio. Del resto lo sentivo. La droga. L'Occhio infuocato dentro di me. Bramava sempre nuove anime. Nuovi modi per aprire il Cancello che Izanagi, - sempre maledetto sia il Suo nome, - aveva creato millenni addietro. In fondo... Un sacrificio in più, uno in meno. Che importa? - ...Probabilmente qualcuno vuole che tu combatta, Seinji. - L'Occhio rideva. Di gusto. Divertito da quella strana situazione. Probabilmente voleva combattere, ma c'era un problema: dovevi guadagnare l'onore per poter combattere contro il Dio delle Stelle, il Caos Incarnato. Oppure... bastava solo chiedermi di morire di nuovo, senza portare a compimento la mia missione terrena. E continuare ad amare le Tenebre da quel momento e per sempre.

    Senza proferire parola, notai come il figuro davanti a me continuasse ad arrabbiarsi sempre di più. Chi era lui? Di chi era l'attore? Cosa voleva? Il suo aspetto gridava chiaro: era un ninja di Kiri. Forse uno del passato. Di cui mi ero dimenticato. Scordato. Qualcuno che mi avevo lasciato dietro. - « SEINJI AKUMAAA!! Il traditore che ha dato origine a tutto! Ogni sventura nella mia vita è riconducibile a te! » - Difficilmente ero riconoscibile sotto il mantello e la maschera. Era solo un figuro. Senza identità, ormai. Un dettaglio al servizio del Caos; uno strumento nelle mani del Male. Un aggettivo. Poco più che un numero. Eppure... Il mio chakra non era cambiato. Le mie abilità non erano variate. Persino la mia energia vitale forse era la stessa. In un modo o nell'altro le persone con delle ottime capacità sensoriali avrebbero potuto riconoscermi. E io le avrei ucciso per aver svelato il mio segreto.  Il Primo... - pensai allungando una mano in direzione del figuro.



    Hai ragione, - Risposi. - Io sono la causa del tuo male. Sono il responsabile delle tue sventure. Dopotutto... è così. - Ghignai leggermente sotto la maschera, con la mano ancora allungata nella direzione del figuro. Rivolsi lo sguardo in alto. Verso le nuvole. I cieli. Che razza di posto era quello? Dove mi ero trovato? La landa degli dèi?


    Lo guardai avvicinarsi. Non mi mossi. Osservai la sua spada. Era simile a quella del... Come si chiamava il traditore che aveva ucciso l'amore in me? Arashi? Sembrava la spada di Arashi. - « Non dovresti essere vivo. Sei già morto. Hai già fallito. NON PUOI NEMMENO IMMAGINARE IL COSTO DI QUESTA TUA SECONDA VITA, MALEDETTO!! » - Aveva ragione, dopotutto. Vivo non dovevo essere. Morto dovevo restare. Ma, in fin dei conti, eravamo solo pedine su una scacchiera più grande. E coloro che ci manovravano erano, a loro volta, pezzi sulla scacchiera di qualcuno di ancora più grande.Da sempre, volevo essere un Cavallo. Non potevo decidere io; il Caos doveva... decidere quando l'Amore sarebbe sprofondato nel Nulla.

    Osservai la lama del figuro alzarsi, muoversi, schizzare. - Non di nuovo, - pensai, le mani nascoste nel mantello. Vidi che la traiettoria della lama era molto al di sopra di me. Perciò non agii, come a voler far vedere che non me ne importa nulla. Né della mia vita; né di me stesso.

    Nello stesso momento in cui il fendente della sua lama impattò sopra di me, facendo tremare le rocce e facendole cadere, creai un'illusione: una [nuvola di polvere - SA1,] che si protrasse dalla terra su cui erano cadute le rocce fino a me, avvolgendomi totalmente al suo interno. Per 5 secondi il figuro non avrebbe visto nulla, se non la polvere fittissima, che solo io sapevo essere un'illusione.

    Negli stessi secondi vari eventi si sarebbero succeduti. In primis, quasi al contempo io avrei effettuato due tecniche, [sprofondando - STA1]  - nel terreno mentre la mia figura era avvolta dalla polvere illusoria e lasciando sul mio posto una [copia di me - STA2 - Tecnica Rapida.] Nello stesso medesimo istante, mentre sprofondavo nel terreno avvolto dalla polvere illusoria, avrei [passato] alla neonata copia ben 3 carta-bombe del II livello, che la copia avrebbe subito nascosto nel mantello per poi allungare una mano in avanti.

    Subito l'illusione si sarebbe diradata. La polvere sarebbe scomparsa. E il figuro di nuovo avrebbe visto il suo Seinji Akuma, con la mano diretta verso di lui. Una figura ancora inginocchiata sul ginocchio destro solo. - «Se hai un briciolo di decenza, rimani in ginocchio e lascia che ti metta fuori combattimento, così che io possa usarti come tributo per rimediare al dolore che hai causato.». - - Va bene, - gli avrebbe risposto la copia e si sarebbe tolta la maschera.



    Va bene, - avrebbe ripetuto la copia alzando lo sguardo verso il Sole, quasi come se lo volesse trovare... Da qualche parte. Lì in alto. - Tagliami la testa. Decapitami, se è questo che vuoi. Ma a una condizione... - avrebbe aggiunto Seinji piegando anche l'altro ginocchio e abbassando il capo in maniera tale da far vedere la parte posteriore del collo. - Devi guardare i miei occhi da vicino quando lo farai. Devi ricordarti della mia morte.

    Al contempo, io mi mossi sotto il terreno in direzione di quelle rocce, quasi come se volessi abbandonare il terreno di scontro. Non avrei virato, continuando sotto alle rocce per due motivi: uscire da quella specie di arena muovendomi sotto il suolo ed eventualmente poi uscire e posizionarmi sui picchi che circondavano l'arena per avere una migliore visuale. In quello stato avrei percorso [diversi metri - SA2 - Azione Rapida] prima di posizionarmi a 24 metri dal mio punto di stanziamento originale, eventualmente ben al di fuori dall'arena.

    La copia, invece, avrebbe aspettato per capire cosa avrebbe fatto il figuro indemoniato.

    CASO 1 - SE il kiriano si fosse avvicinato con la spada in mano, per tagliare la testa a Seinji, la copia avrebbe, senza far fuoriuscire le mani dal mantello, [attivato le carta-bombe - SA3] impostando il tempo alla misura necessaria al nemico di avvicinarsi a distanza di combattimento da corpo a corpo. Al contempo, mentre il nemico si avvicinava, la copia avrebbe parlato per far sì che la sua voce ricoprisse il suono di attivazione delle bombe. - Falla finire. Ti prego. Donami questo sollievo. Uccidimi. Poni fine alla mia miseria. Uccidi la voce nella mia testa. Ti prego. Portami alla fine della strada. Spegni il sole per me. Spegnilo. Colpisci qui... - avrebbe detto la copia tirando le mani fuori dal mantello, come per far vedere che le mani fossero prive di qualsiasi oggetto. - Non esitare, kiriano. Colpisci forte. Rimandami da dove sono venuto. Rimandami nell'abisso in cui non c'è la luce. Ma con un colpo solo. Oh sì. Fammelo di nuovo provare. Il dolore. Lo voglio. Colpiscimi! Colpiscimi! Finché non sono stato io a mandare il mondo nel buio... a distruggere Kiri. A distruggere te. A mangiare viva la tua famiglia. A stuprare. A razziare. A uccidere. A torturare. A divertirmi. A mangiare. A divorare i bambini.Comunque, non appena il figuro si fosse trovato a debita distanza, la copia sarebbe semplicemente sparita in una nuvolina di fumo, senza portarsi le bombe, ma lasciandole sul posto, e il millisecondo successivo queste sarebbero detonate producendo un'esplosione estremamente [potente.]

    In quel momento io avrei ricevuto le informazioni volute dalla copia, ma sarei ancora rimasto sotto alla terra, senza riemergere. Altrimenti... beh, sarei subito diventato un target per il nemico che, forse, era sopravvissuto, o per il Grande Orologiaio, che aveva allestito quel genere di spettacolo.


    CASO 2 - SE il figuro avesse provato a decapitare la mia copia dalla distanza, negandomi l'onore di una decapitazione da samurai, la copia avrebbe provato a schivare il colpo, sempre se avesse potuto farlo. [Nota]


    CASO 3 - SE il figuro ci avesse ripensato, non si fosse avvicinato, né avesse attaccato a distanza, io avrei sfruttato quel periodo di tempo per [allontanarmi] ancora di più, fuoriuscendo dalla scacchiera e abbandonando il Teatro. Al contempo, la mia copia, ancora in ginocchio, avrebbe guardato il figuro negli occhi. - Tergiversi?.. Pensi di star sbagliando? - Tempo. Mi serviva tempo per mettere in pratica le mie illusioni. E per scoprire chi tirava i fili.



    La partita era appena iniziata. E il mio avversario... Il mio vero avversario rimaneva nascosto. A quanto sembrava. Dovevo trovarlo. Il prima possibile. E l'Occhio mi avrebbe aiutato a farlo.



    Seinji Akuma

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 400
    • Riflessi: 550
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 550
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra 79.5/90
    Vitalità
    14/14
    Slot Azione

    1. Illusione Polvere (3 bassi)

    2. Spostamento - Azione Rapida (1/2 Basso)

    3. Attivazione carta-bomba o Spostamento

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Movenza d'Ombra (4 bassi)

    2. Moltiplicazione Superiore del Corpo (3 bassi)

    Note


  3. .

    Il Volto della Malattia


    Post 1 - L'anziano Suirobu

     

    [Youshi-kun - 21 luglio, Anno 43, 19.30]

     Un corvo. Questo avrebbe visto il giovane chunin di Kiri, la promessa del villaggio, vicino a sé. Non importava ove fosse stato e con chi; il corvo lo avrebbe trovato ovunque, anche se avesse provato a nascondersi sotto la terra, dietro le pareti della sua abitazione, sugli edifici o altrove.


    Osservandolo meglio, il buon Tokugawa avrebbe visto che non si trattava di un corvo qualsiasi. Oh no. Era nero, come la pece, e fin qui tutto normale. Le sue piume, tuttavia, erano più lunghe del normale. I suoi occhi sembravano rossi. Su una zampa vi era legato un rotolo. E sul dorso del corvo c'era un simbolo. Un fuuinjutsu che il buon kiriano non conosceva.

    Comunque, il corvo avrebbe provato ad atterrare sul braccio del Tokugawa o nelle sue dirette vicinanze, alzando un'ala come per invitare il Tokugawa a prendere il rotolo. Una procedura classica, dopotutto, se non fosse che questa volta i vertici dell'Accademia non avevano mandato uno shinobi, ma un animale.

    Prendendo il rotolo, Youshi-san avrebbe visto sullo stesso il Simbolo dell'Accademia e quando lo avrebbe aperto (il corvo lo avrebbe invitato a farlo provando a morderli leggermente la mano), vi avrebbe trovato l'ordine accademico, anch'esso abbastanza tradizionale. Non aveva alcunché di speciale, se non fosse per l'urgenza.

    Youshi Tokugawa, Lei è invitato a recarsi presso il villaggio di Ochiru Hanabira, nel Paese dell'Erba. La questione è urgente. Si ordina di partire immediatamente. Il punto di raccolta è il Salice Cadente. Lì vi aspetterà l'anziano Suirobu.

     Facendo una piccola ricerca il Tokugawa avrebbe scoperto che si trattava di un paesino di piccolissime dimensioni situate nella parte Nord-Orientale del Paese dell'Erba, tra le radure e le colline pianeggianti. Nient'altro.   



    [Kairi-chan - 21 luglio, Anno 43, 16.54]


    L'Uchiha, a differenza di Youshi, non avrebbe ricevuto la visita di alcun corvo, bensì di un rappresentante accademico in carne e ossa. Era un messaggero, lo avrebbe capito subito. Figuro alto. Magro. Con il simbolo accademico e l'aspetto freddo di chi faceva solamente il proprio lavoro, senza alcuna emozione o passione. - Kairi Uchiha? - Le avrebbe chiesto trovandola ovunque fosse stata. 


    In ogni caso, se avesse risposto affermativamente, il buon messaggero le avrebbe consegnato la missiva che le spettava. Era praticamente la stessa che dopo qualche ora avrebbe ricevuto il Tokugawa kiriano, ma c'era anche qualche differenza.

    Kairi Uchiha, l'Accademia le dà l'ordine di recarsi immediatamente nel Paese dell'Erba. Il punto di raccolta è il paesino di Ochiru Hanabira. Troverete i Vostri compagni presso il Salice Cadente. Lì vi aspetterà l'anziano Suirobu.



     A differenza dei kiriani, tuttavia, alla Uchiha sarebbe stato dato abbastanza tempo per porre domande al ninja che portava la missiva. Non che sapesse molto, in realtà, ma il tizio sarebbe rimasto al suo posto in attesa di una reazione della chunin di Kiri. Sarebbe andata laddove le veniva chiesto oppure no? Avrebbe fatto le domande o no?


    [Hideo Nakamura - 21 luglio, Anno 43, 13.40]


    L'ultimo era il genin di Kiri dal nome di Hideo Nakamura. Un genin che aveva ricevuto l'etichetta di ninja "da supporto". Che poteva combattere da lontano assistendo i propri compagni senza esporsi. Era un elemento che serviva e i vertici dell'Accademia ne erano pienamente a conoscenza. Per questo Hideo Nakamura avrebbe ricevuto la missiva prima di tutti gli altri e... sarebbe stato un altro corvo a portargliela. Nell'aspetto fisico somigliava allo stesso che la sera dello stesso giorno si sarebbe recato dal chunin kiriano: nero, con le piume lunghe, un fuuinjutsu sul dorso, occhi di un rosso strano, acceso, e il rotolo legato nella parte alta della zampa.

    A quel punto, al giovane genin kiriano non sarebbe rimasto molto altro da fare che aprire il rotolo e leggere il "solito" testo che l'Accademia inviava a, - sembrava, - quasi tutti i propri ninja.

    Hideo Nakamura, la Sua presenza è richiesta urgentemente nel Paese dell'Erba per una missione di eliminazione e investigazione di livello B, potenziale B+. Il punto di raccolta è il villaggio di Ochiru Hanabira, sotto il Salice Cadente. Lì vi aspetterà l'Anziano Suirobu, che possiede tutte le informazioni sul caso. Il vostro obiettivo è eliminare l'obiettivo della missione e liberare il villaggio di cui sopra. Ordiniamo di partire subito. Otterrete i dettagli una volta giunti sul posto.

    Una volta consegnato il rotolo, il corvo si sarebbe alzato in volo dileguandosi tra i cieli, senza lasciar traccia di sé che non fosse il rotolo che Hideo Nakamura aveva probabilmente letto e che ancora stringeva tra le dita. Nessuna domanda avrebbe potuto fare, egli. Nessun percorso intraprendere, se non fosse quello diretto verso il Paese dell'Erba.  

     

    [22 luglio, Ore 17.30, Paese dell'Erba - Sotto il Salice Cadente]


    Trovare Ochiru Hanabira non era così facile come poteva sembrare a prima vista. Il villaggio era piccolo. Piccolissimo. Non compariva su molte mappe a causa della sua dimensione. Le poche persone che ne avevano sentito parlare, lo descrivevano come un villaggio in cui abitavano non più di 120 persone. Disperso "da qualche parte di là", nel Nord-Est, come se fosse un villaggio chiuso al resto del mondo. Chiuso dentro sé stesso. Immerso nelle tenebre che piacevano a Youshi e nelle nebbie che piacevano a Hideo. Un villaggio fantasma, o quasi...

    Perché se trovare il villaggio non era affatto semplice, lo stesso non si poteva dire per il Salice Cadente. Oh. Questo lo conoscevano tutti. O quasi tutti. - Certo! Lo conosco. Si tratta di un albero, sì. Un albero. - Avrebbero sentito gli avventurieri quando avrebbero domandato di questo mistico albero. Alcuni avrebbero saputo dargli delle indicazioni più precise; altri meno. Alcuni avrebbero detto che si trattava di un albero dall'antica storia... ma questo era un altro discorso. Per i nostri ninja era solo un punto di raccolta. Né più, né meno. Un punto su una mappa. Le coordinate geografiche precise non glie le avrebbe date nessuno, ma alla fine dei conti, chiedendo qua e là, lo avrebbero comunque trovato.

    Il Salice Cadente era... Un salice un po' piegato, i cui rami strisciavano sul suolo. Aveva l'apparenza di un albero molto vecchio. Quasi in procinto di morire. E sotto lo stesso avrebbero visto un anziano dall'aspetto di chi or-ora sarebbe morto. I suoi movimenti erano lenti. La pelle invecchiata e scrupolata. Gli occhi annebbiati. Le mani tremolanti unite in una preghiera. - Oh........ - Avrebbe detto egli alla vista di qualsiasi nuovo arrivato avesse visto. - Arrivati bene... voi... spero... - Una volta salutato qualsiasi nuovo arrivato, l'Anziano si sarebbe rimesso in piedi vicino all'albero ad aspettare gli altri. E quando tutti e 3 fossero giunti, l'anziano signore avrebbe rivolto loro uno sguardo fugace. Si sarebbe messo a borbottare qualcosa, per poi guardare i 3 accademici. - Capito... avete... voi? - Gli avrebbe chiesto per poi allungare una mano verso Est. - Villaggio... là... essere...  - Con l'aria convinta di chi aveva detto tutto, l'Anziano si sarebbe rigirato verso l'albero lasciando i 3 ninja in balìa di sé stessi. 


    Pregava?


    Cosa fare? E cosa no? Provare a chiedergli qualcosa? O andare in avanscoperta verso il lato indicato? Estorcergli le informazioni con la forza per capire perché si erano ritrovati lì? In fondo, se erano stati chiamati, c'era un motivo. E se anche l'Anziano era lì c'era un perché.

    La missione era iniziata.




    SPOILER (click to view)
    Salve.

    Tempo per postare - 2 settimane.
  4. .
    Iscrizioni chiuse.
    A breve apro il topik. E ricordate: non sparite senza avvisare.
  5. .

    Il Volto del Tennin



    "Due sono le cose del mondo:
    visibili e invisibili.
    E ciò che non si vede è sempre più importante di ciò che si vede."


    Capitolo 6 - L'Invisibile



    Difficile era da capire il motivo per cui il Caso, il Caos, o chi per esso, aveva deciso di richiamarmi dall'Oscurità più profonda, teletrasportandomi di nuovo in quel luogo. In quell'Ombra. Nell'altra parte confusa e sbagliata del Sottosopra. Della Terra. Che era nata, anch'essa, per pura incomprensione. Creata a partire da un germoglio. Per volere del Dio che dormiva nell'Oscurità. Dell'Imprigionato. Del Cacciato. Dell'Incompreso. A parlare delle incomprensioni, poi, bisognava di nuovo arrivare a Ingoriasu, il quale non rispose alla mia domanda. - Non hai capito, - gli dissi. - Ho chiesto dove fossero i bambini che hai salvato. Non dove fossi io. - Scossi il capo, visibilmente deluso da quella strana mancanza comunicativa e ascoltai la sua risposta sul fatto che non avesse né i soldi, né il potere, né l'Immortalità. Sapevo già che difficilmente sarebbe stato in grado di darmi ciò che cercavo; il trasformare me nel Dio delle Stelle che ero sicuro di portarmi dentro. Speravo, però, che mi disse almeno qualche traccia. Qualche strada. Un filo da seguire per non perdersi totalmente. Di nuovo.

    La Provvidenza non lo avrebbe sopportato. Non lo avrebbe permesso. Il Suo piano doveva venir messo in essere. Ogni dettaglio dello stesso doveva essere diretto verso un solo obiettivo. Una missione. La Grande Ingiustizia doveva venir meno.

    - Non voglio i tuoi soldi. Voglio che mi metti in contatto con qualcuno che me li dia. E gli Hayate... Mettimi in contatto anche con loro. - Mancava una cosa. Quella che, forse, desideravo molto più delle altre: il Caos. La distruzione. Il lento-veloce scompiglio degli atomi che or-ora si dirigevano verso tutte le direzioni del mondo e l'istante successivo cambiavano direzione. Ancora. Ancora. E ancora. In un mondo ordinato, diretto dalle mani del Grande Orologiaio, solo il Caos era Libertà. Tutto il resto era noia. Nel suo formato più puro. C'è chi obbediva di restare incatenato, illudersi del proprio bel sogno, e chi andava oltre ogni speranza. Chi brillava e chi si spegneva. - Se vuoi che io brilli come una Stella, devi aiutarmi a farlo. Lo vuole il Dio degli Akuma. - Non volli rispondere alla sua disquisizione filosofica. Ai suoi concetti. Alle strambe teorie avanzate dal nulla. D'altronde... Che ne poteva sapere lui?.. - Sei ancora troppo giovane. - Chiusi il discorso con una scrollata di spalle. - "Troppo illuso dalle bugie altrui". - L'Amore mi ha ucciso. L'Amore mi ha consumato. L'Amore mi ha torturato. L'Amore mi ha imprigionato. L'Amore mi ha limitato. -

    Per il resto, era chiaro anche a lui che le Strade della Provvidenza fossero... Imprevedibili. Era questo il bello della vita. Se ne rendeva conto, lui? - "A dopo gli insegnamenti... Seinji... A dopo". - Non importava quanto fosse perfetto un piano. Quanto fosse ben studiato. Quanti dettagli includesse. C'era sempre Lui. L'Imprevedibile. L'Errore nei calcoli dell'Architetto. Quel piccolo problema a causa del quale cadeva tutto l'edificio. Che fosse quella... la mia missione? - Ti aiuterò a recuperare le creature, come le chiami tu. Ma sarà la prima e l'ultima volta, - risposi severo. - La prossima sarò io stesso a liberarle. -

    Non aveva capito, il buon Akuma, che non era semplicemente delle creature qualsiasi, quelle. Erano pezzi di oscurità. Pezzi di Caos. Dell'essere Divino. Erano le mani della Provvidenza. Le dita con cui il Dio delle Stelle suonava il suo Pianoforte Celeste.

    Patti chiari, amicizia lunga. D'altronde, mi chiedeva di mettermi subito contro i miei amici. Contro l'Oscurità che regnava nel mondo. Contro le emanazioni... di me. - "Il Caos può, talvolta, mangiare sé stesso". - Sentii le Sue parole nella mia mente. Il Signore delle Stelle. Ogni parola a peso d'oro. Non dissi altro. Né all'Akuma, né alla ragazza, né al Signore. Ci dirigemmo all'infuori da Ame, seguendo le tracce che l'Occhio ci suggeriva di seguire. Arrivammo nei pressi di una casa di modeste dimensioni. Piccola. Spartana. Di gente umile. Dettagli. D'altronde.

    - Entrare direttamente? - Chiesi. A quel punto noi avevamo diversi vantaggi e il tizio vicino a me voleva prendere circa la metà di questi e... Cancellarli. - Uno: l'obiettivo probabilmente non sa di essere inseguito. Due: Io posso guardare dentro la casa, lui probabilmente non può guardare fuori. Tre: io posso colpirlo senza entrare, lui non può fare altrettanto. - Certo, avrei potuto rendermi la vita più complessa di come lo sarebbe potuta essere, ma perché farlo?.. - Aspettate un attimo. - Gli avrei detto per attivare l'Occhio e la capacità di guardare oltre i Muri. Con quell'abilità avrei visto il numero di persone dentro la casa e nello stesso momento avrei unito le mani in un simbolo che conoscevo abbastanza bene. Era quello della Tigre e lo avrei tenuto attivo per un bel po', per attivare la [Tecnica del Sonno delle Piume - STA 1 - Azione rapida] sui soggetti all'interno della casa.

    - Vai, - avrei detto dopo dando al Senza Gloria l'ordine di entrare, mentre io, notando l'Ombra su di uno dei soggetti, avrei aggirato la casa in maniera tale da arrivare al muro il più possibile vicino all'Ombra. Lì mi sarei fermato, ascoltando le voci dall'interno. - "Una famiglia di 5 persone... Nella casa ce ne sono 3. Una con l'Ombra. Le altre due?" - Mi sarei chiesto fra me e me per poi guardare la donna. Non mi serviva comunicarle con la mia stessa voce, onde farmi sentire da chi era dentro. La Donna avrebbe sentito solo... un'illusione. Come se fosse nella sua mente. Un sussurro di vento. O un essere invisibile, che chiaro e lucido le avrebbe dato un ordine: - Vai a cercare gli altri 2 bambini. - Questa cosa non mi piaceva. Non mi piaceva che fossero assenti. E se fossero... Impossessati anch'essi? Se fossero... in agguato? - "Difficile. D'altronde, il Senza Gloria ci aveva detto che c'era solo una traccia."

    Io, invece, avrei fatto un [solo un altro sigillo - STA 2 - Tecnica Rapida], facendo apparire una copia di me dall'altra parte del muro. Dal nulla. Come se fosse compara... dall'Oscurità stessa. - Signori, non scaldiamoci gli animi, - avrebbe iniziato questa, mentre veniva rivestita da una [una mia illusione - SA1] che gli conferiva un aspetto diverso dal solito.



    Più pauroso. Tenebroso. Per alcuni versi folle. - Stiamo solo cercando... una cosa. - L'obiettivo era solo di prendere tempo. Il Sonno delle Piume avrebbe iniziato ad agire da lì a poco. E quando tutti i presenti si sarebbero calati nel loro sonno profondo, avremmo avuto meno ostacoli da superare e, se anche l'impossessato si fosse addormentato, mi sarei rivolto ai miei compagni: - Legatelo e portatelo nella prigione per gli spiriti. - Se l'Oscuro non se ne fosse uscito, avrebbero imprigionato il Demone (addormentato, si sperava) insieme all'Indemoniato. Altrimenti... Beh, altrimenti avremmo ancora dovuto sconfiggere l'Oscuro. In qualche modo.




    Seinji Akuma

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 400
    • Riflessi: 550
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 550
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra
    80/90
    Vitalità
    14/14
    Slot Azione

    1. Creazione Illusione

    2. ///

    3. ///

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Sonno Piume

    2. Moltiplicazione Corpo

    Note

    La copia possiede 20 bassi di chakra.
  6. .
    Trama: In un villaggio perduto tra le lande del Paese dell'Erba sembra essersi manifestato un evento insolito: l'intero villaggio sembra essere stato sottomesso alla volontà di un losco figuro, che ora viene venerato alla pari di una divinità. Secondo le informazioni in possesso dell'Accademia, gli abitanti del posto credono che si tratti di Ekibiogami-no-Kami, il Dio delle Malattie, manifestatosi in forma umana per far sprofondare il mondo in un'epoca oscura. Si sa, inoltre, che egli ha costruito nel villaggio un enorme tempio in proprio onore, che utilizza come una specie di fortezza e dove, sembra, sottomette al proprio volere le persone che vi entrano. Secondo gli informatori, il figuro ha uno strano legame con i ratti ed è in grado di far ammalare le persone toccandole.

    La missione ordinata dall'Accademia punta in primo luogo all'assassinio del figuro e, in secondo luogo, all'investigazione con l'obiettivo di scoprire di chi si tratta, da dov'è venuto e da dove sorgono i suoi poteri. Per riuscirci l'Accademia punta a reclutare 3/4 ninja da inviare, sotto copertura, nel villaggio in questione con l'obiettivo di riportare la situazione verso la normalità.

    Tipo: Assassinio / Investigazione

    Partecipanti: min 3 max 4

    Requisiti: Grado Chunin. Energia Rossa - Viola. Ammessa la presenza di al massimo un genin nel team, purché abbia capacità di supporto.

    Specifiche: Sarà data la priorità ai ninja specializzati in missioni di assassinio e di investigazione.

    La missione sarà da considerarsi conclusa se l'obiettivo muore (obiettivo minimo).
    La missione sarà da considerarsi conclusa con lode se oltre a uccidere l'obiettivo i ninja riusciranno a raccogliere le informazioni necessarie all'Accademia.


    QUOTE
    Regole:

    Se abbandonate la quest senza avvisare, perdete un arto.
    È presente la possibilità di morire (probabilità media / medio-alta).
    Le tempistiche di posting: circa 10 giorni a persona, in modo da finire la quest prima del 31 dicembre 2023.
    Ammessi solo PG accademici.
  7. .

    Il Volto del Tennin




    "Ti ho visto distogliere lo sguardo
    Quello che hai visto è troppo da sopportare?
    O sei cieco e non vedi nulla?"



    Capitolo 5 - Liberare l'Oscurità







    Nel mentre parlava non riuscivo a capire chi fosse o cosa volesse da me. Cos'era? Un altro messaggero della Provvidenza? Il Senza Gloria perduto tra le Ombre che cercava, anch'egli, una via d'uscita? Una luce in fondo al tunnel? Anch'egli si aggrappava alla debole e fragile speranza che la luce fosse... una Via? Sinceramente di tutto quello che mi diceva mi importava davvero poco. Lui era solo un altro pezzo del Puzzle. Un altro filo che formava il disegno. Un altro meccanismo. Un altro dettaglio. Un'altra persona. Non mi importò nulla nemmeno quando disse che fosse desolato di... quell'evento. - La desolazione è umana, mentre tu sei un essere diabolico. Pronunciai soltanto. - Strane sono le strade della Provvidenza, Ingoriasu. Talvolta portano alla Disperazione e all'Oscurità solo per farti brillare come la più luminosa delle Stelle. - Disse poi che non aveva avuto il modo di aiutarmi. Alzai comunque le spalle. Non importava ciò che era stato; importava ciò che sarebbe divenuto. 


    Alla fine disse di essere un Akuma. Ammise che tutti lì lo fossero a parte una donna. Che fardello pesante! L'essere membri di un clan perseguitato, deriso, sbeffeggiato. Probabilmente il Senza Gloria lo sapeva di già. Per quello si era allontanato dal villaggio. Forse per lo stesso motivo aveva iniziato a chiamarmi "Stella". - Un Caso? Anche questo? - Sentii la voce della Vera Stella. Comunque, la storia di quel ragazzo non era così noiosa e stramba come avrei potuto pensare a prima vista. - Dove sono? - domandai riferendomi agli "orfani cacciati da casa". Se fossero presenti in numero sufficiente forse si sarebbe uniti alla mia causa. Forse avrebbe abbracciato il loro essere. L'essere Akuma. L'Essere Diavoli. 


    Un'altra domanda, mi sorse: - Contatti di primo piano? Tre cose mi servono da te e da Ame, allora: il Denaro, in quantità infinita; la Potenza, quella che ebbi quando fui umano; e l'Immortalità, quella che nessuno potrebbe togliermi. - I desideri Ainashi... I desideri. - Il resto del discorso mi interessò decisamente di più... Mi avevano evocato. Sottratto al Regno delle Ombre. La provvidenza aveva deciso di rimettermi sulla scacchiera. Chi ero? Chi ero stato? Il Re? La Regina? La Torre? - Il drago-cavallo. - Bisbigliai fra me e me, facendo un cenno ad Ingoriasu affinché non ci prestasse attenzione. Se era stato in grado di catturarmi e portarmi in quel posto, in fin dei conti doveva davvero avere dei "contatti di primo livello". - Chi ha osato richiamarmi e sottopormi alla sua Volontà? Chi ha osato rendermi... una sua pedina? - Osservai l'altro Akuma senza un briciolo di emozione. Ma, in fondo, che importava di chi fosse stato?.. L'importante era il modo in cui quella faccenda era terminata.

    Non esistono segni del destino, - ripresi a parlare. Solo gli sciocchi potevano credere al Caso, come se gli eventi capitassero da sé, senza un'origine e una conseguenza. Parlò poi di Semi (di cui non sapevo quasi nulla) e di una droga, che poteva riportare in vita le persone. Era stata proprio quella ad aver... ricongiunto me con me? Lo ascoltai più attentamente di prima, con lo sguardo ancora perso nel buio, quasi a seguire quelle ombre, l'Oscurità appena sparita. - L'Amore? Un'emozione importante? - Strinsi i pugni e volli ricordargli cosa mi aveva ucciso. Fu l'unico momento che mi fece sorridere, almeno qualche istante, prima che capii la volontà della Provvidenza: Uccidere. Quello ero stato chiamato a fare. Uccidere. Per sempre. Senza freni. Senza emozioni. Uccidere senz'amore. Uccidere per nutrire. Uccidere per vivere.

    Avevi già ascoltato quella storia... O no, Ainashi? - Amatsu Mikabosi-sama aveva ragione. Avevo ascoltato quella storia. Non ero affatto il primo che doveva uccidere per vivere. E sicuramente non sarei stato nemmeno l'ultimo. Solo l'ultimo di una fila infinita di esseri. L'ultimo e, probabilmente, nemmeno il più importante.

    Avevo anche ascoltato la storia dell'Oscurità che s'impossessava di persone. "Spero che Kojin no Shi vinca", - stetti per dire. Poi capii che sarei stato un po' fuoriluogo e continuai a guardare nel vuoto iniziando pian-piano a capire cosa voleva da me e quale fosse il mio interesse in quella faccende. Hai ragione, bisogna stroncare il pericolo sul nascere. - Alla fine dei conti, disse che saremmo andati in 3 a recuperare le ombre. Io, lui e la donna. Non protestai. Finché indossavo la maschera ero, ad Ame, come un filo d'erba sul prato. - Non ho domande, Ingoriasu, ma lascia che una cosa te la dica: forse non lo sapete ancora, ma per qualche secondo avete aperto la porta di Yomi-no-Kuni. Avete donato la Libertà a chi vi era stato ingiustamente rinchiuso da Izanagi-no-Kami, maledetto sia il suo nome. - Certo. "Lei" probabilmente non era riuscita a uscire. Non aveva avuto il tempo per abbandonare le lande della Morte, nella sua forma disumana. Non era riuscita ad abbandonare l'Oscurità nella quale era stata imprigionata. - In qualche modo, per puro volere del Caso o per Ordine Divino, avete creato un portale... e non so cos'altro era stato in grado di attraversarlo. - Non puoi tenere a bada il Caso. Non puoi addomesticarlo. Non puoi imporgli regole. Puoi entrarci in contatto... Ma è sempre come tirare un dado con un miliardo di facce.

    A quel punto, se fosse stato possibile, avrei preso l'equipaggiamento che la Provvidenza mi aveva donato: oltre alla maschera e il mantello, le bombe (che avevano contraddistinto la mia esistenza terrena) e i tonici, che da sempre erano con me. - Izanami-no-Kami, Yaso-Maga-tsu-Hi-no-Kami, Iha-Naga-no-Kami, Iki-Ryo-no-Mikoto, Hoso-no-Kami, Haya-Gi-no-Kami, Gundari-no-Kami e tutti i Myo-O, Signori della Luce, Ekibiogami-no-Kami, Bimbogami-no-Kami, Daiso Kangiten... - Sentii la sua voce dentro di me. Sapevo chi fossero, fratelli e sorelle. Sapevo dove si trovassero. E sapevo anche cosa volesse Amatsu Mikaboshi-no-sama. Dentro di me. Era dentro di me. Il suo più intmo desiderio. La sua volontà.

    Andiamo? - chiesi attivando il Magan. Avrei trovato i miei messaggeri. Li avrei di nuovo imprigionati e indietro nell'Oscurità spediti. Solo affinché facessero sapere ai Grandi Oscuri, agli dèi antichi, che presto il loro momento sarebbe giunto. - Saranno liberi.

    Solo allora lo percepii. Il suo sorriso dentro di me.



    E il suo Occhio. L'Occhio. Il Magan. Il Diabolico. La mia natura. Non ero ancora riuscito ad abbracciarla completamente.


  8. .

    Il Volto del Tennin


    Capitolo 4° - Corpo e Anima


    Dapprima ci furono le Tenebre, come mi aspettavo. D’altronde, dalle tenebre ero giunto e verso le tenebre andavo, sostando, di tanto in tanto, tra i pochi luoghi di luce. L’avrei mai rivista… di nuovo? L’avrei, caso mai, toccata? Speravo di no, in effetti. Tra i pochi sospiri, nei brevi attimi, non mi rimase che ammirare la piena Oscurità del luogo. Le tenebre illuminanti. La debolezza fiammante. Il veleno… Il veleno rigenerante.
    Strane erano le strade della Provvidenza. Ancor più strano era il suo disegno. Era forse vero che non si può vedere il Disegno su una maglia se si è solo un filo che la compone? Volli sorridere, ma non potei. C’era del lavoro da fare. Delle porte da aprire. Un mondo da… migliorare. La sentivo. La potenza dell’Aldilà. Le vittime d’ingiustizia che bramavano sangue. Che volevano entrare nel mondo. Spalancare i cancelli dell’Universo. Diventare Uno Solo. Uno e Totale. Unico e Grande. La forza. La forza oscura. La potenza infinita. - Ci siamo… - Lo sentii. Lo strumento nel suo braccio. La sua vista. Il suo naso. Le sue mani. Se era lui l’accessorio della Provvidenza, o ero il suo martello con cui avrebbe scolpito il mondo, ancora che sentivo, senza alcuna difficoltà, la sua energia dentro di me. Quella vita vibrante. Quell’energia… divorante. Quella vita affamata di vite.

     Ti nutrirò. Ti darò tutte le anime che desideri. Tutte le vite che vuoi. - Li apriremo. - Sentii la sua voce. Capivo a ciò che si stava riferendo. I cancelli. Voleva aprire i cancelli. Per liberare i suoi… parenti, sottoposti, amici, famigliari, antichi alleati. E liberare lei, che in Yomi-no-Kuni ci era rimasta, diventando una parte della stessa. Un tutt’uno con la Terra dei Morti, il cui corpo, stando alle antiche leggende, veniva mangiato dagli insetti, dalle ombre, dai mostri e dai demoni, di cui Lei era diventata la madre ultima e univoca.

     Eccoli… i miei… amici. - Gli amici! Gli amici! Mangia gli amici! Mangia gli amici! Man-gia-li! - Sentii la forza vibrare. Percepii la stella nascere. Il mostro voler uscire. La fame. Non erano forse quelle ombre, i figli delle Tenebre? Non erano forse loro, i parenti dell’Oscurità? Che strano! Che divertente! L’Oscurità che divora l’Oscurità. Le Tenebre che mangiano la Luce. La Speranza che muore, sempre ultima e sempre sola. - No! - Lo sentii. - Dobbiamo farli uscire. Falli uscire! Porta i demoni in mezzo a noi! Por-ta-li! - Sì. Dovevo attivarmi sin da subito. Iniziare il processo. Cominciare l divertimento. Riuscirci. Farlo. Andare oltre. Cancellare la prima linea rossa che impediva ai Fratelli di ricongiungersi, una volta e per sempre, con gli uomini.

     Vedi? - Lo sentii una volta ancora. La sua voce. La dolce melodia. Amatsu-Mikaboshi. La stella. - O escono. O si divorano. E poi divorano il mondo. - “Divorano il mondo”. E che lo divorassero, gustandoselo metro dopo metro finché il Continente tutto non si fosse ritrovato immerso tra le lacrime e la disperazione. Era così che la Tenebra diventava Regina? Mangiava sé stessa in un circolo infinito finché non restava una sola ombra sovrana? Una Stella? La Luce dell’Universo?

     Quando vidi la prima crepa, volli spingerla, distruggerla, annientarla. Quando comparì la seconda, volli allargarla. Poi sorrisi soltanto. Non c’era verso. Non c’era verso alcuno di tenere imprigionate le ombre. La densa Oscurità regnante sull’Universo. Il modo, il motivo. L’essere. Il “sono”.

     Non mi rimase che, compiaciuto, guardare lo sgomento di quelle persone. Poveri stupidi. Sciocchi umani. Non erano tra i primi a voler controllare il Caos. Non erano tra i primi a venir annientati. Sarebbero stati solo gli ultimi. Ancora un sacrificio in pasto al Caso. Non mi sorpresi nemmeno quando vidi avvicinarsi i tizi, che si posizionarono vicino alla mia bolla. - Stupidi. Sciocchi. Idioti. Coglioni… In sintesi: UMANI. - Quando vidi la bolla aprirsi, trattenni il ghigno e mi appoggiai al mio avambraccio. Rivolsi lo sguardo in basso. Fissai il vetro. Il mio aspetto. Il riflesso. Il Malvagio. Io? Il Malvagio?
    Il portatore di Libertà.
    Quando mi diede il bentornato, restai a guardarlo con sguardo malevolo. Non voleva essere trasformato in Ombra? Diventare parte Oscura del mondo intero? Che cosa strana, stupida e sciocca. Certo! Anche lui doveva entrare a far parte dell’INFINITO. Entrare nel vuoto totale. Galattico. Cosmico. Senza suoni, parole, pensieri, profumi. Vagando nelle Tenebre per sempre e oltre.

    La ringrazio, - risposi abbandonando i pensieri e ascoltando il resto del suo discorso. Mi diede una maschera. Poi un mantello. Disse di coprirmi. Abbassai la testa verso un lato. Poi verso l’altro. Il mantello verde. VERDE! Che associazioni strane. Stupide. ANTICHE: OBSOLETE.

     Nemmeno senza aspettarmelo, notai loro avvicinarsi. La loro umanità prendersi cura di me. La loro debolezza… Gestirmi. Con il mantello e la maschera mi alzai, guardandoli. Figli di Tenebra. Disegni del Caso. Erano anche loro i semplici fili che non riuscivano a comporre il disegno al suo intero? Semplici strumenti? Forse miei alleati? Il ragazzo che avevo davanti si presentò come il Senza Gloria, figlio redivivo di non sapevo chi, non sapevo cosa e nemmeno m’interessava più di tanto. D’altronde, non sospettavo ciò che quel tizio volesse, cosa desiderasse da me. Solo una cosa mi interessava davvero. Ed era fuggita dalla bolla pochi istanti prima.

     Confuso? - domandai a stento trattenendo il sorriso. Oh, no. Ero lucido. Lucido e comprensivo come non mai. Mi era chiaro tutto. Dalla A alla Z. Sin dal mio primo respiro fino all’ultimo. TRADIMENTO. Le vie della Provvidenza si aprivano chiare dinnanzi a me, come una storia in un rotolo, lettere di una fiaba. Era tutto chiaro. Tutto. - Ainashi è il mio nome. Sono il Decimo Mizukage, vittima dell’Usurpatore. Non ho mai affrontato sé stesso; mi sono ricongiunto con esso. E del fisico… Del mio fisico non me ne è mai importato niente. La mia mente è la mia arma; tutto il resto è opzionale. 

    Avevo risposto? O voleva sapere altro? Magari ero finito in un interrogatorio... L’Oscurità in preda all’Ingorgigia. - Cosa desiderate da me? - chiesi curioso. Nulla accadeva per puro caso e se ero lì c’era un motivo. Certo, si trattava del Puzzle della Provvidenza. Ma anche il Senza Gloria dinnanzi a me aveva, probabilmente, i suoi motivi: voleva qualcosa da me. Probabilmente avrei dovuto acconsentire ai suoi desideri. Piegarmi alla Sua Volontà. Ero solo un piccolo dettaglio in quella balestra, la cui freccia doveva ancora venir scagliata.
  9. .

    Il Volto del Tennin



    "Fai una mossa e la paghi
    Scegli un Signore e pregalo
    Sei così esigente quando vuoi la verità
    Ma le tue storie non mi piacciono"

    Capitolo 3° - Ai Nashi




    Ero cambiato? Come, quando e perché? Io... c'ero? Esistevo? Tornavo a esistere? O forse... ero sempre esistito, guardando al mondo dall'alto in basso, Figlio e Padre al contempo? Aveva ragione. No. AvevaNO ragione. Tutti. Loro. Me. Era mai possibile che avessero costruito un mondo in cui l'Amore portava all'Odio e la Vita alla Morte? - Colpa loro... - sentii una voce nella mia mente. Sapevo a chi si riferiva. Sentivo il suo pensiero. Lo percepivo. La loro essenza. Il loro essere. Il loro modo di vedere il mondo. Di creare le regole. Loro avevano innescato quello strano meccanismo. Loro gli avevano dato vita. Loro avevano creato l'Ordine. Il Limite. - La gabbia... - Sì. Ci avevano imprigionato. Sconfitto. Ci avevano illusi. Ci avevano maledetti. Ci avevano raccontate delle bugie, costringendoci a vivere vite non nostre. Immersi nell'Oscurità. Nell'Ombra. Fino a diventare Tenebra, fino andare oltre e perdere qualsiasi cosa avessimo di umano. - Ci avevano mentito... sempre. - Sentii la sua voce vedendo il mondo intorno a me cambiare. -

    Amaterasu-no-Kami - Pronunciai osservando l'Oscurità davanti a me. Erano spariti? Chi lo aveva fatto? E perché? Chi mi aveva dato Forma e Corpo, attirando dall'Etere, trasformandomi di nuovo nella realtà? - Ame-no-Minakanushi-no-Kami. - Sì, anche lui. Me lo ricordavo. Come facevo a ricordarmi del Signore dell'Universo? Il Dio della Creazione. Delle regole. Dei limiti. Dell'inizio. Ma mancava ancora un nome. Forse il più importante. - Okuninushi-no-Mikoto.


    L'Amore deve morire. L'Ordine deve morire. Il Sole deve Morire. Che regni il Caos. - Che regni il Caos, - ripetei alzandomi da quella strana bolla in cui la Provvidenza mi aveva rinchiuso. Ma era ancora la Provvidenza di Kiri? Era proprio quella? Oppure era diversa? L'avrei saputo. L'avrei capito. In quel momento, guidato dalla mano dell'Unico Dio, non mi rimase altro che prendere gli oggetti in quella stanza: frecce balestra, bombe, tonici, una maschera, un mantello e qualche meccanismo extra. Tutto il resto... Mica mi sarebbe servito? - Mostrala al mondo. Mostra al mondo la tua disperazione... - Era questo che dovevo fare? Era ciò che voleva la Provvidenza? Ciò che voleva... lui? L'Essere Supremo? Colui che esisteva ancor prima che l'Impostore comparisse tra le Tenebre? Non mi ci volle molto per trovarlo sul tavolo. Indossare il mantello. Indossare la maschera. Leggere il biglietto.

    Sapevamo che la speranza per il ragazzo prodigio non è mai morta. Segui il passato dei tuoi Occhi e troverai le risposte.


    Ragazzo prodigio? No, ormai ero molto, molto di più. Lo sentivo. Lo capivo. E volevo andare oltre. Il Decimo Mizukage. L'Ordine. Kiri. Umano, troppo umano. Non ero più Seinji Akuma, seppur mi portavo dietro le sue storie. Ero di più.

    Ero Ai Nashi. Il Senz'Amore.


  10. .

    Il Volto Del Tennin



    "Miliardi di anni fa, al tempo degli déi Shinto Izanagi e Izanami, quando il mondo era ancora informe e dominato dal vuoto, c'era una sola forza della natura che governava l'Universo tutto: il Caos, Amatsu-Mikaboshi-no-Kami. In seguito, la coppia divina iniziò a ripopolare il mondo con creature viventi, tra cui gli Amatsu-Kami, o déi, che venivano venerati al posto del Caos. Tutto questo fece infuriare Mikaboshi, ma i suoi tentativi di rovesciare il pantheon nascente vennero fermati e Mikaboshi stesso fu bandito nella terra dei morti - Yomi."

      

    Capitolo II° - Il "Noi"


    La Giovane Stella dei Cieli - mi ricordai di lui. Certo. Come avevo potuto scordarmene di chi regnava sulle ombre, nascosto nella terra dei morti? Di chi una volta poteva essere considerata Stella e ora era semplicemente Oscurità? Di chi da Luce si era trasformato in Ombra? Non me ne importava nulla di chi avevo davanti o di chi avevo dietro, se c'era Lui dentro di me. Delle manifestazioni, delle illusioni. Persino delle ombre. Nel notare le copie non mi scomporvi. Il mio volto rimase il solito. Il Freddo. L'Oscuro. L'Addolorante. Solo l'ultima immagine. L'ultima comparsa. L'ultima figura.
    Il Biondo. Il Bianco.
    L'Ingannatore.

    Itai Nara... - sospirai sentendo le mie stesse parole. Volli lanciarlo. Attaccarlo. Odiarlo. Distruggerlo. Gettarlo nel vuoto. Trasformare i suoi capelli biondi in corvini. Immergere il suo corpo nella pece. Fargliela bere. Ingoiare. Scottarlo. Ferirlo. Bruciarlo. Estrargli l'anima. Sì. Estrargli l'anima e mangiarla. Divorarla. Cancellare un qualsiasi ricordo di lui. Fare in modo che non esistesse. Creare un mondo in cui lui non era esistito. Una storia diversa. Un Universo parallelo. - Un mondo senza il falso... - Non mi accorsi nemmeno di quelle freccette. Di quei dardi. Di quelle illusioni. Di quelle falsità. Altre ancora. Altre bugie. Altre illusioni. - Un circolo vizioso... - Le lasciai volare. Le lasciai colpire. Volli provarlo. Provare il dolore. Come da vivo. [Come quando ero vivo.] Ricordarmene. Riassaporarlo. Quando manovravo il chakra. Quando usavo la nebbia. Quando lanciavo le bombe. Quando sentivo il profumo dello zolfo. Quando sanguinavo e, infine, quando muorivo. - Ma soprattutto quando amavo... Quando combattevo per Kiri. Quando uccidevo per Kiri. Quando tradivo per Kiri. Quando ferivo e venivo ferito. Tutto per Kiri.- Sapevo che erano illusioni: se muori, non puoi morire di nuovo. Se cadi, non puoi cadere ancora di più. Potevo solo raccogliere i pezzi del puzzle. Formare il quadro. Dare vita all'immaginazione. - Puoi creare... - Creare! Non era forse ciò che mi chiedevano di fare sin dalla mia nascita? Creare?

    Bah. Sbuffai. - Potete essere parti di me. Possiamo essere il Tutto, Uno e Integro. Ma io... Vado avanti. Voi potete seguirmi. Siete già me. Il me vecchio. Obsoleto. Debole. Umano.- Lasciali alle spalle. L'Oscurità non conosce né passato, né futuro. Essa semplicemente esiste. - Tuttavia, siete solo un eco. Un eco di debolezza. Un eco umano. L'eco di una storia finita. - dissi facendo un cenno con la mano, come a voler scacciare una zanzara che svolazzava dinnanzi a me. - Ricordi. Pensieri. Umani. Siete sulla mia strada. Non voglio vedervi. Non voglio sentirvi. Perciò sparite. Smaterializzatevi. Trasformatevi in un milione di lucciole. E perdetevi nell'oscurità. Oppure... ritornate a essere l'Uno con me. E con lui. - mi indicai per poi guardare l'Oscurità. Era vero che se fissavi lei, alla fine lei finiva a guardare te? - Solo il Nero Forte. Il Nero Profondo. Il Buio Completo. Le tenebre. Solo ciò desidero, - rivolsi lo sguardo verso gli altri Seinji. - Voi siete solo la mia Vergogna. Il Rigetto. Un Effetto Collaterale delle azioni della Provvidenza. I miei errori. Un fortuito caso. Non siete altro. - Finii per continuare a guardare le tenebre. I suoi occhi in mezzo al Nero. La sua anima vagante nel Buio. Il suo spirito... Sì. Il suo dolce spirito immerso nell'Oscurità. Lo sentivo. Lo percepivo. Era vicino. Era pulsante. Era vibrante.
    Amatsu Mikaboshi-no-Kami.
    Era vivo.  


    Solo lui voglio. Solo lui bramo. Solo in lei mi rivedo. Il resto è... umano - Sussurrai nella notte. Giusto per farmi sentire solo da loro. Solo dalle tenebre. Solo da me. Solo da lui. Soprattutto da lui. E soprattutto da lei. L'Oscurità. L'unica e infinita.

    [...]


    Nessuno lo avrebbe visto. Nessuno lo avrebbe sentito. Forse, solo i più attenti ci avrebbero fatto caso. Le lancette di qualsiasi orologio si sarebbero fermate, come se incapace di proseguire oltre. 


    Però un respiro lo avrebbero sentito, se solo avessero aguzzato l'udito. Una vibrazione lo avrebbe accompagnato. E, soprattutto, le ombre si sarebbero allungate dalle pareti, dagli oggetti, in quel che era un duello costante, eterno. Solo dopo le luci si sarebbero affievolite, tanto da diventare quasi invisibili. Tenui. Deboli. Flebili. -

    L'Amore! - Avrebbero ascoltato un sussurro i presenti. - L'Amore deve morire.
  11. .

    Il Volto Del Tennin



    "Nei tempi antichi, quando il Cielo e la Terra non erano tagliati e lo Yin-Yang non era diviso, il miscuglio del Tutto era come un uovo di gallina, scuro, e conteneva un germoglio che poi si aprì. Dallo stesso la pura luce si diradò e divenne il Cielo. Il pesante fango rimase bloccato e divenne la Terra.
    Fu così perché l'unione-coagulazione del sottile e dell'eccellente avviene facilmente, l'ispessimento-indurimento del pesante e del torbido è difficile. Pertanto, in un primo momento venne creato il Cielo, e la Terra è diventata in seguito. E poi le divinità nacquero tra loro.
    Si dice che in principio, quando avvenne la divisione tra il Cielo e la Terra, il firmamento nuotasse e si muovesse, come un pesce che gioca sulla superficie dell'acqua. E poi qualcosa sorse tra il Cielo e la Terra. Nella forma assomigliava a un bocciolo di canna. E si è trasformato poi in una divinità. Il suo nome è Ame-no-Minakanushi-no-Kami.
    Poi apparve Takamimusubi. Quindi - Kamimusubi. 
    Insieme - tre divinità." 

       

    Capitolo I° - Il Nero più Profondo


    Lo vidi.
    Nell'oscurità, nella notte. Lo avrei visto nella Nebbia. Né notai il colore. I raggi dorati che tagliavano le tenebre. Notai il suo sguardo. Il lume che ne usciva. Vidi il bagliore alle sue spalle. Il Bello assoluto. La Magnificenza. Il Dio degli Astri che da solo brillava come una Stella. 

        
    Lo Splendente... - pensai guardandolo, macchia di Luce in mezzo al Nero. Non era forse lui... il Brillante? La Stella che fungeva da Faro? Quella che gli altri seguivano per nuotare nella sua beatitudine? Il Re che sedeva su una montagna di Ombre. I teschi dei nemici ai suoi piedi; i cuori degli avversari gettati al lato del trono. 



    Ebbi un attimo per guardarmi intorno. Un momento in cui potei scorgere il buio ovunque al di fuori e dentro di me. Non vedevo nulla. Nemmeno i miei occhi, gli occhi di un Akuma, riuscivano a perforare l'Oscurità. D'istinto, mi portai la mano verso la testa. Gli occhi per vedere; le orecchie per sentire. La lingua per parlare. C'erano ancora? O me le avevano sottratte? Rubate? Come molti anni prima? Da un Kage ingordo, assetato di sangue, testardo... Malvagio? - Umano... - Sentii la voce diffondersi tra le tenebre. "Umano" - mi ripetei nel più Profondo Nero e capii che persino le stesse parole, i suoni già sentiti, furono mangiati. Divorati dal Vuoto. Perché nel Vuoto ero. E il vuoto regnava intorno a me. E solo lei era lì. La Luce. L'unica Salvatrice.

      
    Chiaro. - Dissi fra me e me abbassando lo sguardo. Certo. Me lo ricordavo. Il Tradimento. Non il primo. Non il secondo. Il Costante. La continua Bugia. Non mi ci volle molto per collegare ciò che vedevo davanti, con quello che era successo.  - Capito ora.
      
    Era successo prima. Me lo ricordavo. Il Tradimento. Il mio errore. Fidarmi del suo volto angelico. Di quella voce che sembrava buona. Di quegli occhi puri. Ecco dov'era il mio errore. Fidarmi di lui. La Fede. Il Credere. Il Fidarsi. Ascoltare la sua voce. Seguirla. Credere nella sua Bontà... - Maledetto di un Nara... - Me lo ricordavo ancora. Come mi avesse chiesto di andare oltre. Di tornare nel villaggio che amavo più di ogni altra cosa al mondo. "Insegnare le arti ninja alle nuove generazioni". Ci avevo creduto, alla fine dei conti. Maestro d'illusioni che cadeva vittima di una bugia. Indossare una nuova maschera. Diventare un altro. Diverso. Portare la pelle falsa...

    Successe dopo. Probabilmente per ordine del Nara stesso. - Che sciocco che sei... - Sentii il sussurro dal Nero più Profondo. Certo. Aveva ragione. Ero stato sciocco. Scoperto. Come un Cavallo colto da una Pedina. Ci avevo creduto! Incredibile. Come ero riuscito a farlo? Credere alle parole di un ninja della Foglia messo a capo della Nebbia dopo chissà quale strano intreccio? - Bella giocata Itai Nara... - Mossa giusta. Al momento giusto. Tanta falsità. E un piano preciso per eliminarmi. Lungo. Dettagliato. Non senza l’ausilio di 3 traditori della Nebbia. Anche loro pedine che il Nara aveva usato. Probabilmente. Manipolato. Sottomesso al proprio volere. - Maledetto... - Umano... - Sentii il sussurro.

    Nel Nero più Profondo le ombre sembravano addensarsi. Raccogliersi. Cambiare. Mutare. Erano quelli i prodromi di una nuova storia? La nascita di un Universo? Il mio sguardo non riusciva ad andare oltre. Notava solo una testa. Avvolta anch’essa dal Nero. Con gli occhi spalancati. Strinsi i denti. Serrai i pugni.

    Prendimi... - sussurrai al Buio della Notte. Lo desiderai. Volli che mi prendesse davvero. Vidi i suoi tentacoli. Percepii la sua energia. I fili d’oscurità partire verso di me. - Prendimi, - sussurrai al Nero più Profondo. - Prendimi e non lasciarmi.



    Eccomi. - La forza oscura. Non era forse quello che avevo bramato? L'essere forte per il bene di Kiri? Sempre pronto a sacrificarmi. A essere altruista. A tornare e vestire maschere per il villaggio. Ed era con quello che mi avevano ripagato, in fin dei conti? Con una testa rotolante sulla terra?.. Allungai le braccia ai lati. Sì. Volevo l'Oscurità. La volevo più di ogni altra cosa. - Lascia che io sia il tuo strumento. - Vidi la nuvola avvicinarsi. Il Nero più Profondo diventare Carne; l'Oscurità diventare Parola. Caos diventare Forma. Sentii il suo respiro. Il suo sospiro. Vidi i suoi occhi. E mi sembrarono i miei. 

    Asmodai? - Domandai. Quasi ci speravo. La voce del Demone nella mia mente. Il richiamo di un vecchio amico nello spirito. O era morto pure lui? Dissolto nell'etere? Perso nel vuoto? Non ottenni risposta a parte il silenzio: il Demone che era sempre con me ora era sparito. Assente. Andato. Non lo sentivo. Non lo percepivo. Udii, però, un'altra energia dentro. Una vibrazione. Energia. Sangue. Odio. Violenza. - Asmodai? - chiese e sorrise. Ammirai la sua voce. Era fredda. Divertita. Bassa. Energica. Divina. In fin dei conti, Buia. - Chi sei? - Domandai percependo il suo freddo propagarsi ancor oltre. Uscire dai confini. - Non c'è nessun Asmodai. E non c'è posto per il Seme degli dèi inferiori. - rispose. - Sono Amatsu Mikaboshi-no-Kami, - spiegò. - E voglio gettare il mondo in un Pozzo di Odio e Disperazione.




    Sorrisi.

    Odio. Disperazione. Malattie. Fame. Povertà. Un universo di Violenza. Morte. Sofferenza. Dolore. Molto Dolore. Dolore fisico. Dolore psichco. Dolore spirituale. Dolore animico. Dolore oscuro. Dolore Infinito. Sì. Era ciò che si meritava Itai Nara. Era ciò che si meritava il Mondo. Ero ciò che si meritava Kiri. Dolore. - Per troppo tempo sei stato imprigionato nel Nero più Profondo. - Dissi poco prima di sentire qualcuno vicino a me. Una voce che sembrava essere me stesso. - Il mirabile Senji Akuma. Kage della Nebbia. Per quanto? - Si prendeva gioco di me?.. - Seinji Akuma... Sì. Era proprio così che mi chiamavano prima del Tradimento. Primma di svelare la Bugia. Che nome sciocco! Che nome umano! - Si sono io. O meglio tu sei me. O lui è noi. Difficile dirlo. L'unica cosa certa è che io sono la versione più forte di tutti e tre. - Non risposi, ma guardai. Vidi altri Me. Altre versioni di Seinji Akuma. Il Me Vecchio. Il me demoniaco. Il me tradizionale. Legato ai villaggi. Alle persone. Alle emozioni. Alle promesse. Alle parole. Soprattutto legato alla Morale. Alle regole. All'Etica. - Voi? Voi siete la brutta copia. Una ridicola imitazione. Voi siete la versione peggiore di me. La versione involuta di me. La versione sunese di me. Siete... Ridicoli. Inferiori. Obsoleti. - Tagliai secco notando i due me partire all'attacco.

    Davvero pensavano di potermi fare qualcosa? Pensavano che fossi... Stupido? Dopo tutto quello che la Provvidenza aveva fatto PER ME?.. Ghignai. Ero lento. Molto più lento di come fossi abituato. Eppure... Sentivo ancora il chakra. Lo percepivo dentro. Chissà se fossi stato in grado di usarlo?.. Lo diressi, rapido, verso le gambe. Notavo il loro movimento sapevo dove puntava. Il [chakra] affluì laddove doveva. Lo sentii nel bacino e ancora prima che i due ME potessero colpirmi, mi spostai all'indietro di 75 centimetri, facendo mancare il loro colpo della stessa misura. [1° Slot Difesa]



    Me lo ricordo, - dissi. - Mi ricordo come si fa. Le mani iniziarono a comporre i sigilli da sole, il tutto mentre sentivo ancora la sua voce. La voce di Seinji. La mia vecchia voce. La voce errata. La voce falsa di chi vestiva le maschere. - E tu eri il figlio mirabile. E tu eri la nostra speranza. E tu dovevi essere il più grande tra gli Akuma. Perché proprio tu? Perché proprio io? Perché noi? - Perché. Perché?! Perché! - Perché il Bene è una Bugia. - Le mie dita finirono per [comporre i sigilli - ST e STA - Azione Rapida]. Se tutto avesse funzionato, se la Provvidenza aveva lasciato le mie abilità con me, un Velo di Nebbia sarebbe apparso nell'Oscurità e l'altro me, il vecchio me, il Peggior me, il me sunese, si sarebbe ricordato di quel che io, lui, noi eravamo capaci di fare.
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    QUOTE (Shakur @ 26/5/2023, 13:24) 
    Salve, è un pò che penso di provare uno di questi GDR play by forum, e finalmente mi sono deciso. ho scelto di iniziare proprio con questo, essendo un fan di Naruto, mi è sembrato un buona idea per provare. Avrò sicuramente molto da imparare ma non vedo l'ora di iniziare.

    Welcome!
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    QUOTE (Ewan Flynn @ 11/5/2023, 15:01) 
    Salve a tutti,

    Come immagino qualcuno abbia già notato sono diversi giorni, se non addirittura settimane, che bazzico sbirciando qua e là sul forum, soprattutto sul fronte dei regolamenti e simili. Davvero molto capillari e dettagliati, devi dire. Ci metterò un bel po' prima di assimilarne un quarto. Abbiate pazienza e pietà di me.
    In ogni caso, eccoci qui, finalmente, al fatidico post di presentazioni.

    Sono un veterano dei play by forum e mi sono innamorato del manga di Naruto anni orsono... Credo addirittura decenni... M**da.
    Anyway! Ogni tanto mi prende la sindrome da Peter Pan e mi piace tornare a scrivere di nuovo con una tematica simile; ecco spiegato il motivo perchè sono qui.
    Spero di riuscire a giocare regolarmente nonostante gli innumerevoli impegni.

    Ci si vede in game.

    Welcome!
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    BOOOM! BAAAM! BADABAAAM!

    Post 4



    Tasaki osservò in silenzio i successi della ragazza. Sapeva che con la giusta concentrazione ce l'avrebbe fatta pure un totale idiota, figuriamoci una genin della Foglia. Vide la roccia sgretolarsi sotto il colpo della ragazza e notò tracce di roccia cadere vicino ai piedi della ragazza. A quel punto non sarebbe rimasto molto altro da fare che cercare di perfezionare le capacità della ragazza in modo da affinare il suo modo di sentire il chakra e di pensare.

    Da quel momento in poi le cose sarebbero andate meglio, - pensò Tasaki. O, almeno, avrebbe voluto che le cose andassero meglio, ma di certo non poteva in nessun modo accelerare il suo apprendimento. In qualità d'insegnante, poteva solo spiegarle cosa fare e come farlo. Il resto avrebbe dovuto farlo la genin della foglia stessa.

    E comunque, non ebbe alcun dubbio sul fatto che la ragazza sarebbe di nuovo riuscita a superare gli ostacoli dinnanzi a lei. Non importava, dunque, se la porta dinnanzi alla quale si sarebbero trovati era in legno o in acciaio. A Tasaki non rimase molto altro da fare che osservare compiaciuto come la genin della Foglia immagazzinò una certa quantità di chakra nelle mani e cominciò a colpire la porta. Come le aveva detto, se avesse sbagliato a usare il chakra avrebbe solo creato dei buchi nell'acciaio. Non sarebbe riuscita a sfondare la porta, né a romperla. Ciò che doveva fare era trasformare la natura del chakra. Renderlo maggiormente distruttivo, tanto da causare l'espansione delle crepe nel metallo e la successiva caduta della porta. L'acciaio, poi, era un metallo particolare: una volta frantumato, si sarebbero frantumato tutto, soprattutto a causa della ruggine che era un po' ovunque sulla sua superficie.

    Bene, - Disse Tasaki notando le crepe espandersi lungo la superficie dell'entrata e portare presto la porta al collasso. Quest'ultimo non si ruppe in tutto e per tutto, ma collassò su sé stessa cadendo all'indietro e aprendo dinnanzi ai due accademici una nuova visuale. - Attenta! - Urlò Tasaki notando notando una selva di kunai partire da lì.


    Evitarli non sarebbe stato troppo difficile e Tasaki fu in grado di farlo molto facilmente: gli bastò spostarsi a lato e vederli passare proprio vicino al proprio naso. La genin della Foglia come si sarebbe difesa da quei kunai, invece?.. Comunque, una volta che sarebbe riuscita a evitare i dardi, sarebbero entrati in quella che era la stanza finale del loro percorso. Una caverna vecchia, abbandonata, con un tavolo vicino a una parete e una cassaforte vicino all'altra parte. - Attenta. Potrebbero esserci altre trappole. - Una volta entrati, le indicò la cassaforte, mentre il chunin otese andò verso il tavolo e iniziò a fanfugliarci. - Oh... Un dossier datato anno 0038... - Ridacchiò il ninja di Oto.

    La vita dell'fogliosa non sarebbe stata atrettanto semplice, a dire il vero. Aprire quella cassa forte non era così semplice come aprire i cassonetti del tavolo. Per farlo avrebbe dovuto rompere la serratura e per riuscirci avrebbe dovuto impiegare tutto ciò che aveva imparato durante quel percorso. La cassaforte, comunque, era vecchia, arrugginita, già con degli evidenti danni sulla superficie, come se qualcuno prima avesse provato ad aprirla, senza riuscirci. - Forse se la sono dimenticata, - avrebbe fatto spallucce il chunin di Oto osservando la cassaforte.

    Se la genin si fosse impegnata con il chakra distruttivo, al 3° colpo in cui avrebbe usato sia la Distruzione ad Area, sia il Tocco Distruttivo, la cassaforte si sarebbe aperta rivelando al proprio interno un gruppo di provette con del liquido trasparente. - Interessante... - Avrebbe bisbigliato Tasaki prendendole in mano e poi rivolgendosi alla genin. Non gli sembrava che in quella stanza ci fossero altri oggetti degni di nota. - Andiamo? - Le domandò. Alla fine dei conti avevano trovato ciò che cercavano, ma nello stesso momento Tasaki si allertò e tirò fuori una spada dal fodero. - Abbiamo visite... - Sussurrò guardando il corridoio da cui erano venuti.

    Chi vi sarebbe comparso?



    Tasaki Moyo

    Statistiche Primarie
    • Forza: 675
    • Velocità: 650
    • Resistenza: 500
    • Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 675
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 625
    • Precisione: 600
    Chakra
    80/80
    Vitalità
    16/16
    Slot Azione

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    Slot Difesa

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    Slot Tecnica

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    Note

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