Il Ritorno dell'Akuma

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    Il Fiore Lupo

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    Il Ritorno dell'Akuma

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    A cinque giorni dall'inizio di Giochi di Potere...

    Non era una giornata qualunque, anzi non era una notte come molte altre ad Ame. Al di fuori di quello che stava avvenendo alla Città della Pioggia, i giochi di potere e politici che stavano scombussolando il villaggio qualcun altro era in attesa. Qualcuno che viveva all'ombra, qualcuno che aspettava. Qualcuno che... aveva stretto accordi con più Semi. Persone con le quali non era bene scherzare. Almeno quello era ciò che Lord Goemon, il Signore della Perdizione e Regina di Fiori, mi aveva suggerito e poi ordinato.

    Mi trovavo in un luogo oscuro. Non era stato facile raggiungerlo, si trovava nei meandri di Ame. Nascosto come in un labirinto tra mille incroci e vie oscure. Una porta dava verso il sotterraneo di un palazzo abbandonato e lì bussando tre volte avrei pronunciato le parole per entrarci.


    Le nubi di tanto in tanto
    ci danno riposo
    mentre guardiamo la luna.


    E così la porta, blindata e pesante, si aprì. Non avevo ricevuto alcun genere di indicazioni da parte della Regina sul come presentarmi, se non una maschera per nascondere il volto e portarmi addietro una valigetta. Una speciale valigetta. Davanti a me si palesarono tre uomini, a dire dalla loro corporatura, questo perché una maschera nascondeva il loro volto. Eppure sembravano dei Ninja, a vedere che uno di loro portava sulla cinta una Katana.

    Come d'accordi con il Seme dei Fiori rappresento la persona incaricata a trasportare Kojin no Shi (la Morte del Defunto). Cosa era Kojin no Shi? Tralasciando l'estrema rarità era una droga che neppure Lord Goemon si era azzardato a provare sul suo corpo. Si dicevano molte cose, a partire dal prezzo stellare per sfruttarla e richiederla, motivo per il quale c'era di mezzo una Regina, ma non solo. Si diceva che fosse in grado di spaventare pure la Morte. Ma non sapevo il motivo. Fu il più vecchio di loro tre, a giudicare dal timbro di voce, a prendere la parola e acquisire la valigietta Ringrazia Lord Goemon per la concessione. Te farai da garante. Come d'accordi che poteva significare qualunque cosa. Pure dover uscire da quel sotterraneo con le mani insanguinate nel caso in cui quella droga non avesse funzionato come voluto. Il mio compito, segreto, era quello di osservare gli effetti della droga per conto di Lord Goemon.

    L'uomo, con fare solenne, tutt'altro che plateale come se effettivamente in lui risiedesse un'educazione nobiliare si avvicinò al centro di quella stanza. Con un gesto della mano fece calare la coperta di lino, raffinata e costosa scoprendo quello che era un contenitore. Lì dove era presente un corpo, nudo, richiuso in una bolla di vetro. Una persona che non avevo mai visto prima. E che da contratto non potevo in alcun modo interagire.

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    Si racconta una macabra leggenda su questa droga... iniziò a parlare l'uomo Si diceva che un tempo un membro molto importante di Ame siglò un accordo affinché una volta morto qualcuno iniettasse nel suo corpo questa droga. E ciò avvenne e l'uomo ritornò in vita. Il modo però non fu dei migliori. Uccise tutti i presenti, e il creatore della droga, affinché nessuno potesse più rubare questo segreto. Questo almeno in teoria... finché Lord Goemon non ha trovato una seconda fiala. Ora vedremo se funzionerà. Se le nostre speranze risorgeranno!

    E così avvicinandosi ad piccolo pertugio aprì la serratura che separava i due ambienti e lì pose il becco della boccetta. Poco a poco un liquido nero, come la notte, andò a riversarsi ed evaporare nell'ambiente circostante appoggiandosi nel corpo di quell'uomo. Entrando nella sua pelle. E chissà, cosa altro facendo.

    Sarebbe stato in quel momento che Senji Akuma si sarebbe risvegliato. Ma non nella realtà.

    _______________



    Attorno a lui i suoi occhi si sarebbero aperti nel più profondo nero.

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    Calando lo sguardo verso il basso avrebbe notato un dettaglio atroce. Lì, per terra, era presente la sua testa decapitata. Con gli occhi ancora aperti, rivolti verso il Senji vivo.

    Qualcuno stava battendo le mani, si percepiva una vena sarcastica.

    Il mirabile Senji Akuma. Kage della Nebbia. Per quanto?



    Dall'ombra la figura si avvicinò fino a rendersi visibile. Rideva di gusto.

    NLiGYNX65



    Si sono io. O meglio tu sei me. O lui è noi. Difficile dirlo. L'unica cosa certa è che io sono la versione più forte di tutti e tre.



    Alzò platealmente le mani.

    E quella destinata a scomparire. Per mia sfortuna I suoi occhi divennero rosso sangue. Senji avrebbe presto riconosciuto che a fianco di quel redivivo sarebbero apparsi altri due Senji uguali a lui, che lo avrebbero attaccato cercando di colpirlo uno da un lato e l'altro da l'altro con un pugno sulla fronte. [Attacco]

    E tu eri il figlio mirabile. E tu era la nostra speranza. E tu dovevi essere il più grande tra gli Akuma. Perché proprio tu? Perché proprio io? Perché noi?



    Qualcosa non tornava. Era più che ovvio, certamente. Ma lo stesso sarebbe valso per Senji. Si sarebbe sentito più lento, più debole. Come sarebbe riuscito a contrastare quei simulacri? Più forti più veloci. Più simili a quello che lui era un tempo. [Nota]

    Doveva risolvere la sua situazione in qualche modo. Ma come? Con le parole? Con la violenza? Solo lui poteva deciderlo.

    CITAZIONE
    Eccoci qua Leo ad un momento catartico. In questa giocata slegata in parte da giochi di Potere ha inizio di nuovo il tuo percorso. Per me hai la massima libertà su come sviluppare la psiche del tuo personaggio ora che è redivivo. Almeno in questa prima parte solo nella componente mentale. Lascio ovviamente a te eventuali sviluppi, confronti con il tuo te stesso del passato. Insomma vedi un pò tu, e io seguirò il tuo percorso!

     
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    Il Volto Del Tennin



    "Nei tempi antichi, quando il Cielo e la Terra non erano tagliati e lo Yin-Yang non era diviso, il miscuglio del Tutto era come un uovo di gallina, scuro, e conteneva un germoglio che poi si aprì. Dallo stesso la pura luce si diradò e divenne il Cielo. Il pesante fango rimase bloccato e divenne la Terra.
    Fu così perché l'unione-coagulazione del sottile e dell'eccellente avviene facilmente, l'ispessimento-indurimento del pesante e del torbido è difficile. Pertanto, in un primo momento venne creato il Cielo, e la Terra è diventata in seguito. E poi le divinità nacquero tra loro.
    Si dice che in principio, quando avvenne la divisione tra il Cielo e la Terra, il firmamento nuotasse e si muovesse, come un pesce che gioca sulla superficie dell'acqua. E poi qualcosa sorse tra il Cielo e la Terra. Nella forma assomigliava a un bocciolo di canna. E si è trasformato poi in una divinità. Il suo nome è Ame-no-Minakanushi-no-Kami.
    Poi apparve Takamimusubi. Quindi - Kamimusubi. 
    Insieme - tre divinità." 

       

    Capitolo I° - Il Nero più Profondo


    Lo vidi.
    Nell'oscurità, nella notte. Lo avrei visto nella Nebbia. Né notai il colore. I raggi dorati che tagliavano le tenebre. Notai il suo sguardo. Il lume che ne usciva. Vidi il bagliore alle sue spalle. Il Bello assoluto. La Magnificenza. Il Dio degli Astri che da solo brillava come una Stella. 

        
    Lo Splendente... - pensai guardandolo, macchia di Luce in mezzo al Nero. Non era forse lui... il Brillante? La Stella che fungeva da Faro? Quella che gli altri seguivano per nuotare nella sua beatitudine? Il Re che sedeva su una montagna di Ombre. I teschi dei nemici ai suoi piedi; i cuori degli avversari gettati al lato del trono. 



    Ebbi un attimo per guardarmi intorno. Un momento in cui potei scorgere il buio ovunque al di fuori e dentro di me. Non vedevo nulla. Nemmeno i miei occhi, gli occhi di un Akuma, riuscivano a perforare l'Oscurità. D'istinto, mi portai la mano verso la testa. Gli occhi per vedere; le orecchie per sentire. La lingua per parlare. C'erano ancora? O me le avevano sottratte? Rubate? Come molti anni prima? Da un Kage ingordo, assetato di sangue, testardo... Malvagio? - Umano... - Sentii la voce diffondersi tra le tenebre. "Umano" - mi ripetei nel più Profondo Nero e capii che persino le stesse parole, i suoni già sentiti, furono mangiati. Divorati dal Vuoto. Perché nel Vuoto ero. E il vuoto regnava intorno a me. E solo lei era lì. La Luce. L'unica Salvatrice.

      
    Chiaro. - Dissi fra me e me abbassando lo sguardo. Certo. Me lo ricordavo. Il Tradimento. Non il primo. Non il secondo. Il Costante. La continua Bugia. Non mi ci volle molto per collegare ciò che vedevo davanti, con quello che era successo.  - Capito ora.
      
    Era successo prima. Me lo ricordavo. Il Tradimento. Il mio errore. Fidarmi del suo volto angelico. Di quella voce che sembrava buona. Di quegli occhi puri. Ecco dov'era il mio errore. Fidarmi di lui. La Fede. Il Credere. Il Fidarsi. Ascoltare la sua voce. Seguirla. Credere nella sua Bontà... - Maledetto di un Nara... - Me lo ricordavo ancora. Come mi avesse chiesto di andare oltre. Di tornare nel villaggio che amavo più di ogni altra cosa al mondo. "Insegnare le arti ninja alle nuove generazioni". Ci avevo creduto, alla fine dei conti. Maestro d'illusioni che cadeva vittima di una bugia. Indossare una nuova maschera. Diventare un altro. Diverso. Portare la pelle falsa...

    Successe dopo. Probabilmente per ordine del Nara stesso. - Che sciocco che sei... - Sentii il sussurro dal Nero più Profondo. Certo. Aveva ragione. Ero stato sciocco. Scoperto. Come un Cavallo colto da una Pedina. Ci avevo creduto! Incredibile. Come ero riuscito a farlo? Credere alle parole di un ninja della Foglia messo a capo della Nebbia dopo chissà quale strano intreccio? - Bella giocata Itai Nara... - Mossa giusta. Al momento giusto. Tanta falsità. E un piano preciso per eliminarmi. Lungo. Dettagliato. Non senza l’ausilio di 3 traditori della Nebbia. Anche loro pedine che il Nara aveva usato. Probabilmente. Manipolato. Sottomesso al proprio volere. - Maledetto... - Umano... - Sentii il sussurro.

    Nel Nero più Profondo le ombre sembravano addensarsi. Raccogliersi. Cambiare. Mutare. Erano quelli i prodromi di una nuova storia? La nascita di un Universo? Il mio sguardo non riusciva ad andare oltre. Notava solo una testa. Avvolta anch’essa dal Nero. Con gli occhi spalancati. Strinsi i denti. Serrai i pugni.

    Prendimi... - sussurrai al Buio della Notte. Lo desiderai. Volli che mi prendesse davvero. Vidi i suoi tentacoli. Percepii la sua energia. I fili d’oscurità partire verso di me. - Prendimi, - sussurrai al Nero più Profondo. - Prendimi e non lasciarmi.



    Eccomi. - La forza oscura. Non era forse quello che avevo bramato? L'essere forte per il bene di Kiri? Sempre pronto a sacrificarmi. A essere altruista. A tornare e vestire maschere per il villaggio. Ed era con quello che mi avevano ripagato, in fin dei conti? Con una testa rotolante sulla terra?.. Allungai le braccia ai lati. Sì. Volevo l'Oscurità. La volevo più di ogni altra cosa. - Lascia che io sia il tuo strumento. - Vidi la nuvola avvicinarsi. Il Nero più Profondo diventare Carne; l'Oscurità diventare Parola. Caos diventare Forma. Sentii il suo respiro. Il suo sospiro. Vidi i suoi occhi. E mi sembrarono i miei. 

    Asmodai? - Domandai. Quasi ci speravo. La voce del Demone nella mia mente. Il richiamo di un vecchio amico nello spirito. O era morto pure lui? Dissolto nell'etere? Perso nel vuoto? Non ottenni risposta a parte il silenzio: il Demone che era sempre con me ora era sparito. Assente. Andato. Non lo sentivo. Non lo percepivo. Udii, però, un'altra energia dentro. Una vibrazione. Energia. Sangue. Odio. Violenza. - Asmodai? - chiese e sorrise. Ammirai la sua voce. Era fredda. Divertita. Bassa. Energica. Divina. In fin dei conti, Buia. - Chi sei? - Domandai percependo il suo freddo propagarsi ancor oltre. Uscire dai confini. - Non c'è nessun Asmodai. E non c'è posto per il Seme degli dèi inferiori. - rispose. - Sono Amatsu Mikaboshi-no-Kami, - spiegò. - E voglio gettare il mondo in un Pozzo di Odio e Disperazione.




    Sorrisi.

    Odio. Disperazione. Malattie. Fame. Povertà. Un universo di Violenza. Morte. Sofferenza. Dolore. Molto Dolore. Dolore fisico. Dolore psichco. Dolore spirituale. Dolore animico. Dolore oscuro. Dolore Infinito. Sì. Era ciò che si meritava Itai Nara. Era ciò che si meritava il Mondo. Ero ciò che si meritava Kiri. Dolore. - Per troppo tempo sei stato imprigionato nel Nero più Profondo. - Dissi poco prima di sentire qualcuno vicino a me. Una voce che sembrava essere me stesso. - Il mirabile Senji Akuma. Kage della Nebbia. Per quanto? - Si prendeva gioco di me?.. - Seinji Akuma... Sì. Era proprio così che mi chiamavano prima del Tradimento. Primma di svelare la Bugia. Che nome sciocco! Che nome umano! - Si sono io. O meglio tu sei me. O lui è noi. Difficile dirlo. L'unica cosa certa è che io sono la versione più forte di tutti e tre. - Non risposi, ma guardai. Vidi altri Me. Altre versioni di Seinji Akuma. Il Me Vecchio. Il me demoniaco. Il me tradizionale. Legato ai villaggi. Alle persone. Alle emozioni. Alle promesse. Alle parole. Soprattutto legato alla Morale. Alle regole. All'Etica. - Voi? Voi siete la brutta copia. Una ridicola imitazione. Voi siete la versione peggiore di me. La versione involuta di me. La versione sunese di me. Siete... Ridicoli. Inferiori. Obsoleti. - Tagliai secco notando i due me partire all'attacco.

    Davvero pensavano di potermi fare qualcosa? Pensavano che fossi... Stupido? Dopo tutto quello che la Provvidenza aveva fatto PER ME?.. Ghignai. Ero lento. Molto più lento di come fossi abituato. Eppure... Sentivo ancora il chakra. Lo percepivo dentro. Chissà se fossi stato in grado di usarlo?.. Lo diressi, rapido, verso le gambe. Notavo il loro movimento sapevo dove puntava. Il [chakra] affluì laddove doveva. Lo sentii nel bacino e ancora prima che i due ME potessero colpirmi, mi spostai all'indietro di 75 centimetri, facendo mancare il loro colpo della stessa misura. [1° Slot Difesa]



    Me lo ricordo, - dissi. - Mi ricordo come si fa. Le mani iniziarono a comporre i sigilli da sole, il tutto mentre sentivo ancora la sua voce. La voce di Seinji. La mia vecchia voce. La voce errata. La voce falsa di chi vestiva le maschere. - E tu eri il figlio mirabile. E tu eri la nostra speranza. E tu dovevi essere il più grande tra gli Akuma. Perché proprio tu? Perché proprio io? Perché noi? - Perché. Perché?! Perché! - Perché il Bene è una Bugia. - Le mie dita finirono per [comporre i sigilli - ST e STA - Azione Rapida]. Se tutto avesse funzionato, se la Provvidenza aveva lasciato le mie abilità con me, un Velo di Nebbia sarebbe apparso nell'Oscurità e l'altro me, il vecchio me, il Peggior me, il me sunese, si sarebbe ricordato di quel che io, lui, noi eravamo capaci di fare.
     
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    Quindi sta facendo effetto? sussurrai a bassa voce, tra me e me, ma facendomi inavvertitamente sentire dall'uomo che probabilmente aveva dato il via a tutto. Proprio quell'uomo che aveva speso una fortuna in Ryo per ottenere quel potere, sotto forma di sostanza liquida, per ripristinare qualunque entità fosse presente in “quell'ampolla” di vetro.

    L'Oscurità furono le sue parole Sta affrontando l'oscurità. Noi abbiamo creato una piccola crepa. Abbiamo sovvertito le regole naturali di morte e rinascita. Su più livelli. Un giorno pagheremo le conseguenze delle nostre azioni, mi sembra evidente... concluse con un tono di voce indecifrabile.

    Punto cardine di quella mia missione era la completa estraneità dai presenti. Ero lì solo per valutare la droga, avevo l'ordine tassativo di non familiarizzare, chiedere identità o interagire se non lo stretto e minimo necessario.

    Chiaramente solo se avessi saputo, e non potevo saperlo, che la persona rinchiusa in quella scatola di vetro era un Akuma sotto Edo-Tensei allora avrei compreso quante idiosincrasie e paradossi fossero in atto. Io, Yuri, ero una dei pochissimi testimoni viventi degli eventi degli Imbattuti. Io mi ero letteralmente sporcata la mani nelle faccende degli Akuma. E sapevo molto bene come funzionava il tutto.

    ____________________




    All'interno di quella esistenza sospesa Senji stava affrontando qualcosa di nuovo, strano e pericoloso. L'Akuma si trovava in un paradosso completo. Dentro di sé aveva il proprio Imbattuto, che premeva per uscire. Ma contemporaneamente Senji era ancora vivo, sebbene sotto la diabolica forma dell'Edo Tensei. Ma non solo! La Morte del Defunto, la sostanza, stava agendo ripristinando il flebile collegamento che l'Edo Tensei legava Senji al mondo. La Morte del Defunto si stava muovendo dentro di lui trasformando quel collegamento, quel minuscolo filo, in una connessione vera e propria rimescolando il chakra, il corpo e la mente. In uno stato di pura esistenza... ma a che prezzo? Forse i demoni che aveva visto, con cui stava interagendo, potevano essere scambiati per l'Imbattuto ma non era così. Lui non era morto. Non era l'Imbattuto, la cui natura per Senji rimaneva ancora un completo mistero. [Nota Importante]

    I demoni, o meglio i Senji Akuma, contro i quali stava combattendo erano le manifestazioni della Morte del Defunto. Così quando Senji riuscì ad evitare i propri simulacri comprese i suoi nuovi limiti. Più debole, sicuramente. E il Senji che lo attaccò si mise a ridere, ancora più di gusto, nel momento in cui nell'oscurità si andò a creare un velo di nebbia e la tecnica associata. Il Senji in piedi andò a creare una serie infinita di simulacri, non offensivi, ma che rappresentavano tutte le sconfitte che il fu Jonin aveva subito. E per ultima comparve la figura di Itai, sicuramente la sconfitta più dolorosa. E dopo qualche attimo scomparendo la figura del Nara fece capolino di nuovo quell'Akuma.

    E questo dovrebbe spaventarci? Dovrebbe spaventare i tuoi avversari? NOI già siamo nell'oscurità Queste parole invece uscirono dalla bocca della testa mozzata, ai piedi di Senji. Proprio dalla bocca vennero sparate delle sorta di frecce, simulacri anche essi che avrebbero puntato a colpire uk torace dell'Akuma. Anche quelli attacchi sarebbero stati molto veloci e vicini. E quindi pericolosi. [Attacco]

    Al termine dell'azione il Senji a terra, la testa parlante proferì Ti definisci superiore. Ma hai ferito le NOSTRE gambe pur di schivare i NOSTRI attacchi. Sulla versione peggiore forse potrei essere d'accordo. Infondo se ci troviamo qui... è anche per colpa nostra. Il noi era riferito solo al Senji in piedi, forse E' quindi tu pretendi di essere migliore? Nonostante sei più debole? due domande spiazzanti, in effetti Perché? Chiese il Senji con la testa ancora attaccata al corpo. Ma poco dopo senza dare il tempo di rispondere aggiunse Ma non lo comprendi? Io sono te, tu sei me. Quella testa... sei tu. NOI siamo tutti collegati. Puoi combatterci all'infinito. NOI possiamo andare avanti all'infinito. Ma tu? TU? Te lo puoi permettere?

    Che cosa volevano dire quelle parole? Era una sorta di enigma? Di indovinello? Mancava forse un collegamento ancora da cogliere per Senji Akuma? La situazione comunque non era ottimale, si trovava in difficoltà e forse uno scontro diretto nonostante il vantaggio dato dalle illusioni lanciate non era la strada ideale da percorrere. Loro erano Senji. Sapevano contro chi stavano combattendo!
     
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    Il Volto Del Tennin



    "Miliardi di anni fa, al tempo degli déi Shinto Izanagi e Izanami, quando il mondo era ancora informe e dominato dal vuoto, c'era una sola forza della natura che governava l'Universo tutto: il Caos, Amatsu-Mikaboshi-no-Kami. In seguito, la coppia divina iniziò a ripopolare il mondo con creature viventi, tra cui gli Amatsu-Kami, o déi, che venivano venerati al posto del Caos. Tutto questo fece infuriare Mikaboshi, ma i suoi tentativi di rovesciare il pantheon nascente vennero fermati e Mikaboshi stesso fu bandito nella terra dei morti - Yomi."

      

    Capitolo II° - Il "Noi"


    La Giovane Stella dei Cieli - mi ricordai di lui. Certo. Come avevo potuto scordarmene di chi regnava sulle ombre, nascosto nella terra dei morti? Di chi una volta poteva essere considerata Stella e ora era semplicemente Oscurità? Di chi da Luce si era trasformato in Ombra? Non me ne importava nulla di chi avevo davanti o di chi avevo dietro, se c'era Lui dentro di me. Delle manifestazioni, delle illusioni. Persino delle ombre. Nel notare le copie non mi scomporvi. Il mio volto rimase il solito. Il Freddo. L'Oscuro. L'Addolorante. Solo l'ultima immagine. L'ultima comparsa. L'ultima figura.
    Il Biondo. Il Bianco.
    L'Ingannatore.

    Itai Nara... - sospirai sentendo le mie stesse parole. Volli lanciarlo. Attaccarlo. Odiarlo. Distruggerlo. Gettarlo nel vuoto. Trasformare i suoi capelli biondi in corvini. Immergere il suo corpo nella pece. Fargliela bere. Ingoiare. Scottarlo. Ferirlo. Bruciarlo. Estrargli l'anima. Sì. Estrargli l'anima e mangiarla. Divorarla. Cancellare un qualsiasi ricordo di lui. Fare in modo che non esistesse. Creare un mondo in cui lui non era esistito. Una storia diversa. Un Universo parallelo. - Un mondo senza il falso... - Non mi accorsi nemmeno di quelle freccette. Di quei dardi. Di quelle illusioni. Di quelle falsità. Altre ancora. Altre bugie. Altre illusioni. - Un circolo vizioso... - Le lasciai volare. Le lasciai colpire. Volli provarlo. Provare il dolore. Come da vivo. [Come quando ero vivo.] Ricordarmene. Riassaporarlo. Quando manovravo il chakra. Quando usavo la nebbia. Quando lanciavo le bombe. Quando sentivo il profumo dello zolfo. Quando sanguinavo e, infine, quando muorivo. - Ma soprattutto quando amavo... Quando combattevo per Kiri. Quando uccidevo per Kiri. Quando tradivo per Kiri. Quando ferivo e venivo ferito. Tutto per Kiri.- Sapevo che erano illusioni: se muori, non puoi morire di nuovo. Se cadi, non puoi cadere ancora di più. Potevo solo raccogliere i pezzi del puzzle. Formare il quadro. Dare vita all'immaginazione. - Puoi creare... - Creare! Non era forse ciò che mi chiedevano di fare sin dalla mia nascita? Creare?

    Bah. Sbuffai. - Potete essere parti di me. Possiamo essere il Tutto, Uno e Integro. Ma io... Vado avanti. Voi potete seguirmi. Siete già me. Il me vecchio. Obsoleto. Debole. Umano.- Lasciali alle spalle. L'Oscurità non conosce né passato, né futuro. Essa semplicemente esiste. - Tuttavia, siete solo un eco. Un eco di debolezza. Un eco umano. L'eco di una storia finita. - dissi facendo un cenno con la mano, come a voler scacciare una zanzara che svolazzava dinnanzi a me. - Ricordi. Pensieri. Umani. Siete sulla mia strada. Non voglio vedervi. Non voglio sentirvi. Perciò sparite. Smaterializzatevi. Trasformatevi in un milione di lucciole. E perdetevi nell'oscurità. Oppure... ritornate a essere l'Uno con me. E con lui. - mi indicai per poi guardare l'Oscurità. Era vero che se fissavi lei, alla fine lei finiva a guardare te? - Solo il Nero Forte. Il Nero Profondo. Il Buio Completo. Le tenebre. Solo ciò desidero, - rivolsi lo sguardo verso gli altri Seinji. - Voi siete solo la mia Vergogna. Il Rigetto. Un Effetto Collaterale delle azioni della Provvidenza. I miei errori. Un fortuito caso. Non siete altro. - Finii per continuare a guardare le tenebre. I suoi occhi in mezzo al Nero. La sua anima vagante nel Buio. Il suo spirito... Sì. Il suo dolce spirito immerso nell'Oscurità. Lo sentivo. Lo percepivo. Era vicino. Era pulsante. Era vibrante.
    Amatsu Mikaboshi-no-Kami.
    Era vivo.  


    Solo lui voglio. Solo lui bramo. Solo in lei mi rivedo. Il resto è... umano - Sussurrai nella notte. Giusto per farmi sentire solo da loro. Solo dalle tenebre. Solo da me. Solo da lui. Soprattutto da lui. E soprattutto da lei. L'Oscurità. L'unica e infinita.

    [...]


    Nessuno lo avrebbe visto. Nessuno lo avrebbe sentito. Forse, solo i più attenti ci avrebbero fatto caso. Le lancette di qualsiasi orologio si sarebbero fermate, come se incapace di proseguire oltre. 


    Però un respiro lo avrebbero sentito, se solo avessero aguzzato l'udito. Una vibrazione lo avrebbe accompagnato. E, soprattutto, le ombre si sarebbero allungate dalle pareti, dagli oggetti, in quel che era un duello costante, eterno. Solo dopo le luci si sarebbero affievolite, tanto da diventare quasi invisibili. Tenui. Deboli. Flebili. -

    L'Amore! - Avrebbero ascoltato un sussurro i presenti. - L'Amore deve morire.
     
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    Poteva trattarsi di un guizzo di genio, oppure di un accurato ragionamento ma fu saggio, molto saggio, non evitare i colpi che provenivano dai simulacri dalla testa mozzata del Senji del passato. Del Senji della riunione. Questo perché significava una cosa fondamentale, stava cambiando. Il Senji del passato avrebbe schivato, si sarebbe difeso ad ogni costo. Avrebbe contrattaccato.

    Ma forse quella non poteva essere di nuovo l'unica strada percorribile. Così quando le frecce si scontrarono col torace esse non causarono danni, bensì lo superarono senza colpo ferire scomparendo alle sue spalle.

    Questo perché quel Senji era parte del Senji vivo. Tanto quando l'altro Akuma che era in piedi. Tutti erano parte del suo passato, ed erano anche perché dell'essere vivente che stava ricollegandosi con la realtà. Allontanarsi, combattere o fuggire erano alternative non perseguibili. Questo perché la Morte del Defunto stava agendo nell'intimo. Stava cercando un collegamento. Per quanto flebile. E ricevere quel corpo, mortale, se fosse stato nel mondo reale, era quello che serviva. Non solo, la Morte del Defunto agiva anche nella mente e realizzare che le persone che lo stavano vessando erano parte di lui serviva alla droga per ricostruire la sua mente. Unire la parte mentale con la parte fisica del Chakra. Dare vita. Ridare esistenza.

    Il Senji in piedi sorrise. Era il Senji più forte, ma quello non bastava. Il Senji redivivo lo aveva capito L'amore per Kiri, l'amore per la vita ti ha portato alla morte. Non posso dirti cosa potrà essere giusto o sbagliato nel tuo futuro. Ma quello che possiamo dirti è che noi ti seguiremo. Saremo i tuoi simulacri, statue illusorie che ti ricorderanno quanto sia difficile là fuori. Quanto poco ci si possa fidare. Aggiunse la testa mozzata Siamo entrambi con te. Combatti e vivi!

    Le loro ultime parole prima che l'oscurità svanisse, insieme ai loro volti. E subito prima che tutti i presenti, questa volta nella realtà udissero le parole di Senji: “L'Amore deve morire”.

    Il vecchio ninja sospirò all'udire quelle parole, e percepii chiaramente un vero sospiro di sollievo come se un peso di dimensioni impensabili si fosse scrollato dalle sue spalle. Con un gesto della mano schiocco le dita indicando a tutti i presenti di preparsi a qualche genere di evenienza, prima che quella persona recuperasse interamente i sensi.

    Null'altro lo avrebbe accompagnato, se non tutti i ricordi di una vita passata ad esclusione di quelli più recenti.

    In ogni caso un nuovo capitolo era appena iniziato. La storia di Senji Akuma.


    Lo storia di Ainashi. Il Senz'Amore.



    CITAZIONE
    Post editato, leggi il quote del post seguente!

    Ottima intuzione Leo! Hai risolto il piccolo indovinello su come ricongiungerti con il mondo reale.



    Edited by ~Cube - 27/6/2023, 10:59
     
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    Il Volto del Tennin



    "Fai una mossa e la paghi
    Scegli un Signore e pregalo
    Sei così esigente quando vuoi la verità
    Ma le tue storie non mi piacciono"

    Capitolo 3° - Ai Nashi




    Ero cambiato? Come, quando e perché? Io... c'ero? Esistevo? Tornavo a esistere? O forse... ero sempre esistito, guardando al mondo dall'alto in basso, Figlio e Padre al contempo? Aveva ragione. No. AvevaNO ragione. Tutti. Loro. Me. Era mai possibile che avessero costruito un mondo in cui l'Amore portava all'Odio e la Vita alla Morte? - Colpa loro... - sentii una voce nella mia mente. Sapevo a chi si riferiva. Sentivo il suo pensiero. Lo percepivo. La loro essenza. Il loro essere. Il loro modo di vedere il mondo. Di creare le regole. Loro avevano innescato quello strano meccanismo. Loro gli avevano dato vita. Loro avevano creato l'Ordine. Il Limite. - La gabbia... - Sì. Ci avevano imprigionato. Sconfitto. Ci avevano illusi. Ci avevano maledetti. Ci avevano raccontate delle bugie, costringendoci a vivere vite non nostre. Immersi nell'Oscurità. Nell'Ombra. Fino a diventare Tenebra, fino andare oltre e perdere qualsiasi cosa avessimo di umano. - Ci avevano mentito... sempre. - Sentii la sua voce vedendo il mondo intorno a me cambiare. -

    Amaterasu-no-Kami - Pronunciai osservando l'Oscurità davanti a me. Erano spariti? Chi lo aveva fatto? E perché? Chi mi aveva dato Forma e Corpo, attirando dall'Etere, trasformandomi di nuovo nella realtà? - Ame-no-Minakanushi-no-Kami. - Sì, anche lui. Me lo ricordavo. Come facevo a ricordarmi del Signore dell'Universo? Il Dio della Creazione. Delle regole. Dei limiti. Dell'inizio. Ma mancava ancora un nome. Forse il più importante. - Okuninushi-no-Mikoto.


    L'Amore deve morire. L'Ordine deve morire. Il Sole deve Morire. Che regni il Caos. - Che regni il Caos, - ripetei alzandomi da quella strana bolla in cui la Provvidenza mi aveva rinchiuso. Ma era ancora la Provvidenza di Kiri? Era proprio quella? Oppure era diversa? L'avrei saputo. L'avrei capito. In quel momento, guidato dalla mano dell'Unico Dio, non mi rimase altro che prendere gli oggetti in quella stanza: frecce balestra, bombe, tonici, una maschera, un mantello e qualche meccanismo extra. Tutto il resto... Mica mi sarebbe servito? - Mostrala al mondo. Mostra al mondo la tua disperazione... - Era questo che dovevo fare? Era ciò che voleva la Provvidenza? Ciò che voleva... lui? L'Essere Supremo? Colui che esisteva ancor prima che l'Impostore comparisse tra le Tenebre? Non mi ci volle molto per trovarlo sul tavolo. Indossare il mantello. Indossare la maschera. Leggere il biglietto.

    Sapevamo che la speranza per il ragazzo prodigio non è mai morta. Segui il passato dei tuoi Occhi e troverai le risposte.


    Ragazzo prodigio? No, ormai ero molto, molto di più. Lo sentivo. Lo capivo. E volevo andare oltre. Il Decimo Mizukage. L'Ordine. Kiri. Umano, troppo umano. Non ero più Seinji Akuma, seppur mi portavo dietro le sue storie. Ero di più.

    Ero Ai Nashi. Il Senz'Amore.


     
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    Il Ritorno dell'Akuma

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    Senji Akuma si sarebbe ritrovato inizialmente da solo. Aprendo gli occhi avrebbe allo stesso tempo respirato di nuovo. Davanti a lui si sarebbe trovato una specie di involucro, la sfera di vetro appunto ma chiusa. Mancava così poco ad aver libero accesso al mondo. Al mondo reale.

    Tuttavia il suo passaggio non era ancora finito. Da una parte poteva dirsi soddisfatto del risultato che aveva ottenuto nel suo io interiore. Ma quella non sarebbe stata l'unica difficoltà. L'unica prova. Kojin no Shi non aveva ancora finito di lavorare. Lo sapeva in qualche modo l'uomo che aveva dato il via a tutto. E se dall'io interiore di Senji la connessione si era stabilità tra vita e morte, lo stesso non poteva dirsi della realtà. Il Veleno aveva fame, lo potei percepire letteralmente nella mia pelle. Questo perché avevo tatuato uno dei miei Jigoku no Hebi. Sentivo fremere il Serpente. Sentivo la pelle tirare, quasi dolorante. C'era una connessione, come se una parte del rito ormai dimenticato di creazione del Jigoku fosse in qualche modo legato a quel veleno.

    E da lì ad un attimo l'inferno si scatenò in terra. Dalla spalle di Senji si formarono delle ombre, le quali via via diventarono sempre più definite. Sempre più mostruose. Forme demoniache, che richiamavano le leggende più antiche.

    Ecco, questa è la manifestazione di Kojin no Shi. Pretende un pagamento, in forma di vita umana. Ecco perché abbiamo costruito quell'involucro, così leggero da rompere ma allo stesso abbastanza resistente per limitare quelle... cose. Si stancheranno ad un certo punto. E poi moriranno dallo sforzo, il tentativo di uscire. Questo è il modo per evitare le conseguenze del risveglio... della leggenda di cui avevo parlato.

    Il punto focale della questione fu proprio la parola... abbastanza. Queste ombre iniziarono a vorticare attorno a se stesse, attorno a Senji, come se cercassero un punto di uscito senza però ferire Senji, come se disgustate dalla sua presenza. Come se volessero scappare! Loro cercavano un punto debole per uscire e divorarci. Lo potevo percepire, la loro fame era insaziabile! Tuttavia l'uomo sembrava aver ragione, non c'era verso finché qualcosa non accadde. Si fermarono tra di loro e iniziarono a divorarsi una con l'altra!

    Ma cosa? Non era previsto, preparatevi Ninja! Non fatevi toccare!

    Tre ombre rimasero da quel gesto cannabile, tre ombre più forti e premendo contro il vetro comparve la prima crepa, poi la seconda e infine il vetro si ruppe lasciando uscire quelle bestie oscure. Tuttavia non era veloci, almeno non quanto ci si poteva aspettare ma il loro grido echeggiò talmente forte che mi assordai, con la mia stessa tecnica con Nota Assordante, per non venire ferito ulteriormente da quel urlo di morte. Una di esse provò pure a raggiungermi, ma forse indebolita (come le altre, del resto) dallo sforzo per uscire dall'involucro non fu abbastanza veloce per ghermirmi e riuscii a schivare. Lo stesso valse per gli altri Shinobi che, sforzandosi notevolmente di più, riuscirono anche loro a scansarsi. Attimi di grandissima confusione!



    Le ombre però non si arresero, anzi. Scapparono uscendo dai vari pertugi che quella cantina presentava.

    Kojin no Shi è fuggita. fu l'ovvia conclusione dell'uomo Ma non possiamo permettere che rechi danni ad Ame. Dobbiamo fermare le sue manifestazioni. Lei cercherà di ricomporsi in un unico essere, fisico concreto ma demoniaco. Un Oni rincarnato. Un pericolo per tutti... ma l'unica persona che può fermarlo è lui. L'uomo volse lo sguardo verso Ainashi Dobbiamo recuperare la sua forza. Il più velocemente possibile. Pensai tra me e me che il problema si era, in una frazione di tempo, ingigantito a dismisura. Un problema che quasi sicuramente sarebbe ricaduto anche sulle mie spalle.

    Lo Shinobi, lo stesso che mi aveva parlato e invitato in quella situazione, si avvicinò a Senji e con un gesto della mano, appoggiandola sull'involucro di vetro liberò l'uscita dai residui di metallo e vetro creando un passaggio sicuro in quella sorta di prigione senza veli. Poi l'uomo, con un tono di voce sommesso, allungò la mano verso l'Akuma.

    Bentornato in questo mondo, Ainashi.

    Io non potevo sapere chi fosse veramente, non lo aveva chiamato Akuma oppure Senji. Ma con un nome fittizio. Anzi subito l'uomo diede una maschera al redivivo.

    La prego di accettare questo dono. Dobbiamo mantenere segreta la nostra identità ai nostri ospiti, per quanto possibile. E si copra, ha già... sperimentato abbastanza freddo in questi anni. La prego, mi segua.

    Il suo tono era leggero, quasi debole. Come se provasse reverenza nei confronti di Ainashi. Se lo avessi saputo sicuramente si stava riferendo a nascondermi dagli occhi rossi degli Akuma e dai loro poteri speciali. Io nel frattempo, a braccia conserte, osservavo quanto stava succedendo. Ero estremamente curiosa di ciò stava avvenendo di fronte a me. L'uomo così consegnò una maschera, e un lungo vestito di color verde ramato. Abbastanza caldo per coprire il redivivo e proteggerlo dall'umido di Ame.

    Non servì nemmeno specificarlo che mi limitai ad osservare da distante la coppia mentre si allontanava e si fermava vicino ad un angolo di quella stanza, attrezzato bene o male come una sorta di infermeria. Altri due Shinobi si avvicinarono e si presero cura dell'uomo, misurando i suoi parametri vitali. Controllando il suo stato di salute, fornendo da mangiare se avesse chiesto.

    Ero abbastanza lontana da non essere in grado di udire il loro scambio di parole, anche se avesse urlato. E in tutto ciò il mandante prese parola, rivolgendosi proprio a Senji Io sono Inguroriasu (Il Senza Gloria), anche io figlio redivivo di Kojin no Shi. Lo so che sei frastornato, per quello che hai visto. Per quello che hai passato... è tremendo e sei sicuramente confuso. Ma prima di andare oltre... dirti quello che è successo ti chiedo: ti ricordi chi sei? Come ti chiami? Chi eri? Come è stato affrontare se stessi? Come sta il tuo fisico?

    Domande assolutamente lecite, che meritavano una risposta.

    Allora Leo, come ti ho accennato privatamente è necessario gestire diversamente questa comasterata. Quindi per evitare di infilarci in trame già aperte riprendo in mano la situazione ma la amplifico rendendo la tua situazione decisamente... più complicata! E' il caso di dire che ci sarà da divertirsi, come ai vecchi tempi! Post di transizione per riunire i puntini e preparsi ad un role impegnativa. Ah, ho editato anche il post 3 nella parte finale perché altrimenti cozzava con l'inizio di questo post.

     
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    Il Volto del Tennin


    Capitolo 4° - Corpo e Anima


    Dapprima ci furono le Tenebre, come mi aspettavo. D’altronde, dalle tenebre ero giunto e verso le tenebre andavo, sostando, di tanto in tanto, tra i pochi luoghi di luce. L’avrei mai rivista… di nuovo? L’avrei, caso mai, toccata? Speravo di no, in effetti. Tra i pochi sospiri, nei brevi attimi, non mi rimase che ammirare la piena Oscurità del luogo. Le tenebre illuminanti. La debolezza fiammante. Il veleno… Il veleno rigenerante.
    Strane erano le strade della Provvidenza. Ancor più strano era il suo disegno. Era forse vero che non si può vedere il Disegno su una maglia se si è solo un filo che la compone? Volli sorridere, ma non potei. C’era del lavoro da fare. Delle porte da aprire. Un mondo da… migliorare. La sentivo. La potenza dell’Aldilà. Le vittime d’ingiustizia che bramavano sangue. Che volevano entrare nel mondo. Spalancare i cancelli dell’Universo. Diventare Uno Solo. Uno e Totale. Unico e Grande. La forza. La forza oscura. La potenza infinita. - Ci siamo… - Lo sentii. Lo strumento nel suo braccio. La sua vista. Il suo naso. Le sue mani. Se era lui l’accessorio della Provvidenza, o ero il suo martello con cui avrebbe scolpito il mondo, ancora che sentivo, senza alcuna difficoltà, la sua energia dentro di me. Quella vita vibrante. Quell’energia… divorante. Quella vita affamata di vite.

     Ti nutrirò. Ti darò tutte le anime che desideri. Tutte le vite che vuoi. - Li apriremo. - Sentii la sua voce. Capivo a ciò che si stava riferendo. I cancelli. Voleva aprire i cancelli. Per liberare i suoi… parenti, sottoposti, amici, famigliari, antichi alleati. E liberare lei, che in Yomi-no-Kuni ci era rimasta, diventando una parte della stessa. Un tutt’uno con la Terra dei Morti, il cui corpo, stando alle antiche leggende, veniva mangiato dagli insetti, dalle ombre, dai mostri e dai demoni, di cui Lei era diventata la madre ultima e univoca.

     Eccoli… i miei… amici. - Gli amici! Gli amici! Mangia gli amici! Mangia gli amici! Man-gia-li! - Sentii la forza vibrare. Percepii la stella nascere. Il mostro voler uscire. La fame. Non erano forse quelle ombre, i figli delle Tenebre? Non erano forse loro, i parenti dell’Oscurità? Che strano! Che divertente! L’Oscurità che divora l’Oscurità. Le Tenebre che mangiano la Luce. La Speranza che muore, sempre ultima e sempre sola. - No! - Lo sentii. - Dobbiamo farli uscire. Falli uscire! Porta i demoni in mezzo a noi! Por-ta-li! - Sì. Dovevo attivarmi sin da subito. Iniziare il processo. Cominciare l divertimento. Riuscirci. Farlo. Andare oltre. Cancellare la prima linea rossa che impediva ai Fratelli di ricongiungersi, una volta e per sempre, con gli uomini.

     Vedi? - Lo sentii una volta ancora. La sua voce. La dolce melodia. Amatsu-Mikaboshi. La stella. - O escono. O si divorano. E poi divorano il mondo. - “Divorano il mondo”. E che lo divorassero, gustandoselo metro dopo metro finché il Continente tutto non si fosse ritrovato immerso tra le lacrime e la disperazione. Era così che la Tenebra diventava Regina? Mangiava sé stessa in un circolo infinito finché non restava una sola ombra sovrana? Una Stella? La Luce dell’Universo?

     Quando vidi la prima crepa, volli spingerla, distruggerla, annientarla. Quando comparì la seconda, volli allargarla. Poi sorrisi soltanto. Non c’era verso. Non c’era verso alcuno di tenere imprigionate le ombre. La densa Oscurità regnante sull’Universo. Il modo, il motivo. L’essere. Il “sono”.

     Non mi rimase che, compiaciuto, guardare lo sgomento di quelle persone. Poveri stupidi. Sciocchi umani. Non erano tra i primi a voler controllare il Caos. Non erano tra i primi a venir annientati. Sarebbero stati solo gli ultimi. Ancora un sacrificio in pasto al Caso. Non mi sorpresi nemmeno quando vidi avvicinarsi i tizi, che si posizionarono vicino alla mia bolla. - Stupidi. Sciocchi. Idioti. Coglioni… In sintesi: UMANI. - Quando vidi la bolla aprirsi, trattenni il ghigno e mi appoggiai al mio avambraccio. Rivolsi lo sguardo in basso. Fissai il vetro. Il mio aspetto. Il riflesso. Il Malvagio. Io? Il Malvagio?
    Il portatore di Libertà.
    Quando mi diede il bentornato, restai a guardarlo con sguardo malevolo. Non voleva essere trasformato in Ombra? Diventare parte Oscura del mondo intero? Che cosa strana, stupida e sciocca. Certo! Anche lui doveva entrare a far parte dell’INFINITO. Entrare nel vuoto totale. Galattico. Cosmico. Senza suoni, parole, pensieri, profumi. Vagando nelle Tenebre per sempre e oltre.

    La ringrazio, - risposi abbandonando i pensieri e ascoltando il resto del suo discorso. Mi diede una maschera. Poi un mantello. Disse di coprirmi. Abbassai la testa verso un lato. Poi verso l’altro. Il mantello verde. VERDE! Che associazioni strane. Stupide. ANTICHE: OBSOLETE.

     Nemmeno senza aspettarmelo, notai loro avvicinarsi. La loro umanità prendersi cura di me. La loro debolezza… Gestirmi. Con il mantello e la maschera mi alzai, guardandoli. Figli di Tenebra. Disegni del Caso. Erano anche loro i semplici fili che non riuscivano a comporre il disegno al suo intero? Semplici strumenti? Forse miei alleati? Il ragazzo che avevo davanti si presentò come il Senza Gloria, figlio redivivo di non sapevo chi, non sapevo cosa e nemmeno m’interessava più di tanto. D’altronde, non sospettavo ciò che quel tizio volesse, cosa desiderasse da me. Solo una cosa mi interessava davvero. Ed era fuggita dalla bolla pochi istanti prima.

     Confuso? - domandai a stento trattenendo il sorriso. Oh, no. Ero lucido. Lucido e comprensivo come non mai. Mi era chiaro tutto. Dalla A alla Z. Sin dal mio primo respiro fino all’ultimo. TRADIMENTO. Le vie della Provvidenza si aprivano chiare dinnanzi a me, come una storia in un rotolo, lettere di una fiaba. Era tutto chiaro. Tutto. - Ainashi è il mio nome. Sono il Decimo Mizukage, vittima dell’Usurpatore. Non ho mai affrontato sé stesso; mi sono ricongiunto con esso. E del fisico… Del mio fisico non me ne è mai importato niente. La mia mente è la mia arma; tutto il resto è opzionale. 

    Avevo risposto? O voleva sapere altro? Magari ero finito in un interrogatorio... L’Oscurità in preda all’Ingorgigia. - Cosa desiderate da me? - chiesi curioso. Nulla accadeva per puro caso e se ero lì c’era un motivo. Certo, si trattava del Puzzle della Provvidenza. Ma anche il Senza Gloria dinnanzi a me aveva, probabilmente, i suoi motivi: voleva qualcosa da me. Probabilmente avrei dovuto acconsentire ai suoi desideri. Piegarmi alla Sua Volontà. Ero solo un piccolo dettaglio in quella balestra, la cui freccia doveva ancora venir scagliata.
     
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    Il Ritorno dell'Akuma

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    Il redivivo sembrò accettare con un certo restio l'aiuto che quelle persone si erano offerte di dare. Ma l'uomo mascherato non sembrò affatto turbato da quel comportamento, anzi. Dopo qualche attimo, e dopo essersi seduti fu Senji a parlare, a dichiarare le sue intenzioni. A esprimere le sue prime parole al mondo dopo anni di oblio.

    Capisco. Hai i ricordi fino al momento in cui la tua vita è stata spezzata durante le riunione di Kiri. Sono tremendamente desolato per quell'evento. Tutti i presenti lo sono. Ma è stata una situazione talmente al limite, talmente eccezionale, che personalmente non avrei avuto alcun modo per aiutarti al momento. Non mi pronuncio sulla tua legittimità come decimo, ora a Kiri si è stabilito un ordine molto diverso. Soprattutto da come lo avevi abbandonato. Ma non è questo il punto... di tutto questo. l'uomo lasciò passare qualche buon secondo.

    Come ti dicevo prima io sono Inguroriasu. Sono un Akuma, tutti lo siamo. Ad eccezione di quella donna, sull'angolo opposto di questa stanza. lasciò il tempo a Senji di ambientarsi visivamente Io sono uno zelota del Clan Akuma, non ho problemi a dirlo. Mi sono scontrato con la visione accademica del Clan questo perché sono fermamente convinto che gli Akuma meritino molto, molto di più di quello che il destino ha riservato a loro, a noi. E te, Ainashi. O Senji, nel tuo passato, eri e rappresentavi un stella luminosa in un cielo notturno scuro come la notte. Una stella rosso sangue, come i nostri occhi. Devi sapere che io ho abbandonato la via accademica molto tempo dietro, facendo la fortuna come mercenario senza nome e senza clan per il continente. Nel tempo ho recuperato tutti gli Akuma orfani, o cacciati per vari motivi dalle loro case. Ad Ame ho contatti di primo livello, e in pochissimo tempo sono a venuto a conoscenza che Senji Akuma era ricomparso, sotto Edo Tensei.

    Di nuovo lasciò trascorrere dei secondi Tuttavia non ero presente in città, e volevo vedere con i miei stessi occhi. Perciò quando ti ho individuato, e ho confermato la tua presenza, ho dato fondo a quasi tutti i miei beni materiali per assoldare persone abili per catturarti e portarti qui. Non è stato facile, perché eri tremendamente forte, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. E ti abbiamo rinchiuso in quella scatola di vetro. Quale altra occasione per recuperati? Per riportarti tra di noi. Indicò la gabbia Ho visto un segno del destino, perché come te io ero stato ucciso ma grazie ad accordi con i Semi fu in grado di farmi iniettare, da morto, una sostanza più unica che rara. Kojin no Shi, la Morte del Defunto. E' una sostanza in grado di riportare in vita una persona. In grado di ricongiungere l'anima al corpo fisico. Non senza prezzo... Lei esegue ciò per cui è creata, riportanti in vita ma contro la sua volontà. Lei ti vorrebbe divorare, ma non può farlo almeno non subito. Per quello quasi tutti non riescono a ritornare vivi. In una lotta interiore lei prevarrà sempre.

    Di nuovo trascorse qualche momento Io sono stato l'unico utilizzatore di questa droga, di questa sostanza, che è sopravvissuto ai suoi effetti, a parte forse chi l'ha creata. Nel tempo mi sono dato una spiegazione, solo gli Akuma possono resistere ai suoi effetti. Questo perché il nostro occhio demoniaco interiore è in grado di difendersi, agire e reagire contro la volontà, o chiamala come vuoi, che anima Kojin no Shi. Il problema è che se lo dominiamo mentalmente Kojin no Shi proverà a divorare le persone più vicine a lui, per ricostruirsi. Per riguadagnare energia e poi divoratati diventata più forte. Probabilmente il fatto che ti riporti in vita consuma le sue forze e d'istinto cerca di ricalibrarsi. Nel mio caso tutte le persone presenti sono state assorbite da Kojin.... e uccise da me subito dopo per evitare la mia dipartita. E solo uccidendole mi sono risentito completo. Temo che Kojin no Shi si porti via pezzi di chi salva, sicuramente la forza fisica e mentale ma non solo. Nel tuo caso l'Amore. In senso lato. Un emozione decisamente importante... In pratica tu hai un cacciatore alle tue calcagna, un predatore che non smetterà mai di cercarti finché non sarai ucciso da lui. O tu ucciderai lui. rivelazioni decisamente chiave in quella faccenda.

    Comunque pensavamo che chiudendoti in quella gabbia saremmo riusciti a contenere la fame di Kojin ma ci sbagliavamo. Forse il fatto che ti abbiamo recuperato da non morto, da uno stato di Edo Tensei, ha sbloccato qualcosa di insolito. Ha rafforzato Kojin no Shi. Fatto sta che ora è scappata, e si è sicuramente appropriata di tre persone, letteralmente prendendo possesso. Per istinto cercheranno di diventare più forti. E poi quando saranno pronte ti verranno a cercare per ucciderti. Queste persone possono essere di fatto chiunque. Ma i nostri occhi possono leggere la traccia, seguire come una pista il percorso che Kojin no Shi ha condotto. Ti aiuteremo in questa impresa, Ainashi, per recuperare ciò che Kojin no Shi ti ha sottratto e distruggere quella bestia incarnata in ombra prima che diventerà troppo forte. Io ti accompagnerò, insieme a quella donna. Lei non è un Akuma, ti prego di non svelare la tua identità o toglierti la maschera. Fintanto che sarà così non ci saranno problemi. Sospirò dopo la lunga spiegazione Sono aperto a qualunque domanda, Ainashi. Chiedi pure.

    E una volta terminato il colloquio venne il momento di decidere il da farsi. Usando i propri Occhi Demoniaci Senji sarebbe riuscito a leggere letteralmente il percorso intrapreso da Kojin no Shi. C'erano appunto tre piste da seguire. Una portava verso l'esterno di Ame, la seconda verso la zona dei Fiori e infine la terza verso le fogne. Doveva solo scegliere da quale iniziare.



    NOTA IMPORTANTE
    CITAZIONE
    E con questo post chiudiamo definitivamente la faccenda dell'Akumaverse, o multiverso di Akuma che avrebbero potuto generarsi da varie incomprensioni tra Player.

    Da Giochi di Potere Boreanz ha ripreso Senji come PNG. Te hai espresso la volontà di recuperare il personaggio, e così sentendo bore, ma anche non solo gli altri attori principali di questa scelta si è giunti a questa conclusione: te sei stato catturato da Inguroriasu, sfruttando le sue risorse, mentre eri sotto effetto dell'Edo Tensei. Usando il Veleno sei stato riportato in vita con tanto di conseguenze che dovrai provare a risolvere.

    Ora devi dare la caccia a queste bestie, ammesso che tu ci riesca. Non sarà facile. Ovviamente puoi prepararti, fare domande, interagire oppure scegliere da dove iniziare per primo per la ricerca.

     
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    Il Volto del Tennin




    "Ti ho visto distogliere lo sguardo
    Quello che hai visto è troppo da sopportare?
    O sei cieco e non vedi nulla?"



    Capitolo 5 - Liberare l'Oscurità







    Nel mentre parlava non riuscivo a capire chi fosse o cosa volesse da me. Cos'era? Un altro messaggero della Provvidenza? Il Senza Gloria perduto tra le Ombre che cercava, anch'egli, una via d'uscita? Una luce in fondo al tunnel? Anch'egli si aggrappava alla debole e fragile speranza che la luce fosse... una Via? Sinceramente di tutto quello che mi diceva mi importava davvero poco. Lui era solo un altro pezzo del Puzzle. Un altro filo che formava il disegno. Un altro meccanismo. Un altro dettaglio. Un'altra persona. Non mi importò nulla nemmeno quando disse che fosse desolato di... quell'evento. - La desolazione è umana, mentre tu sei un essere diabolico. Pronunciai soltanto. - Strane sono le strade della Provvidenza, Ingoriasu. Talvolta portano alla Disperazione e all'Oscurità solo per farti brillare come la più luminosa delle Stelle. - Disse poi che non aveva avuto il modo di aiutarmi. Alzai comunque le spalle. Non importava ciò che era stato; importava ciò che sarebbe divenuto. 


    Alla fine disse di essere un Akuma. Ammise che tutti lì lo fossero a parte una donna. Che fardello pesante! L'essere membri di un clan perseguitato, deriso, sbeffeggiato. Probabilmente il Senza Gloria lo sapeva di già. Per quello si era allontanato dal villaggio. Forse per lo stesso motivo aveva iniziato a chiamarmi "Stella". - Un Caso? Anche questo? - Sentii la voce della Vera Stella. Comunque, la storia di quel ragazzo non era così noiosa e stramba come avrei potuto pensare a prima vista. - Dove sono? - domandai riferendomi agli "orfani cacciati da casa". Se fossero presenti in numero sufficiente forse si sarebbe uniti alla mia causa. Forse avrebbe abbracciato il loro essere. L'essere Akuma. L'Essere Diavoli. 


    Un'altra domanda, mi sorse: - Contatti di primo piano? Tre cose mi servono da te e da Ame, allora: il Denaro, in quantità infinita; la Potenza, quella che ebbi quando fui umano; e l'Immortalità, quella che nessuno potrebbe togliermi. - I desideri Ainashi... I desideri. - Il resto del discorso mi interessò decisamente di più... Mi avevano evocato. Sottratto al Regno delle Ombre. La provvidenza aveva deciso di rimettermi sulla scacchiera. Chi ero? Chi ero stato? Il Re? La Regina? La Torre? - Il drago-cavallo. - Bisbigliai fra me e me, facendo un cenno ad Ingoriasu affinché non ci prestasse attenzione. Se era stato in grado di catturarmi e portarmi in quel posto, in fin dei conti doveva davvero avere dei "contatti di primo livello". - Chi ha osato richiamarmi e sottopormi alla sua Volontà? Chi ha osato rendermi... una sua pedina? - Osservai l'altro Akuma senza un briciolo di emozione. Ma, in fondo, che importava di chi fosse stato?.. L'importante era il modo in cui quella faccenda era terminata.

    Non esistono segni del destino, - ripresi a parlare. Solo gli sciocchi potevano credere al Caso, come se gli eventi capitassero da sé, senza un'origine e una conseguenza. Parlò poi di Semi (di cui non sapevo quasi nulla) e di una droga, che poteva riportare in vita le persone. Era stata proprio quella ad aver... ricongiunto me con me? Lo ascoltai più attentamente di prima, con lo sguardo ancora perso nel buio, quasi a seguire quelle ombre, l'Oscurità appena sparita. - L'Amore? Un'emozione importante? - Strinsi i pugni e volli ricordargli cosa mi aveva ucciso. Fu l'unico momento che mi fece sorridere, almeno qualche istante, prima che capii la volontà della Provvidenza: Uccidere. Quello ero stato chiamato a fare. Uccidere. Per sempre. Senza freni. Senza emozioni. Uccidere senz'amore. Uccidere per nutrire. Uccidere per vivere.

    Avevi già ascoltato quella storia... O no, Ainashi? - Amatsu Mikabosi-sama aveva ragione. Avevo ascoltato quella storia. Non ero affatto il primo che doveva uccidere per vivere. E sicuramente non sarei stato nemmeno l'ultimo. Solo l'ultimo di una fila infinita di esseri. L'ultimo e, probabilmente, nemmeno il più importante.

    Avevo anche ascoltato la storia dell'Oscurità che s'impossessava di persone. "Spero che Kojin no Shi vinca", - stetti per dire. Poi capii che sarei stato un po' fuoriluogo e continuai a guardare nel vuoto iniziando pian-piano a capire cosa voleva da me e quale fosse il mio interesse in quella faccende. Hai ragione, bisogna stroncare il pericolo sul nascere. - Alla fine dei conti, disse che saremmo andati in 3 a recuperare le ombre. Io, lui e la donna. Non protestai. Finché indossavo la maschera ero, ad Ame, come un filo d'erba sul prato. - Non ho domande, Ingoriasu, ma lascia che una cosa te la dica: forse non lo sapete ancora, ma per qualche secondo avete aperto la porta di Yomi-no-Kuni. Avete donato la Libertà a chi vi era stato ingiustamente rinchiuso da Izanagi-no-Kami, maledetto sia il suo nome. - Certo. "Lei" probabilmente non era riuscita a uscire. Non aveva avuto il tempo per abbandonare le lande della Morte, nella sua forma disumana. Non era riuscita ad abbandonare l'Oscurità nella quale era stata imprigionata. - In qualche modo, per puro volere del Caso o per Ordine Divino, avete creato un portale... e non so cos'altro era stato in grado di attraversarlo. - Non puoi tenere a bada il Caso. Non puoi addomesticarlo. Non puoi imporgli regole. Puoi entrarci in contatto... Ma è sempre come tirare un dado con un miliardo di facce.

    A quel punto, se fosse stato possibile, avrei preso l'equipaggiamento che la Provvidenza mi aveva donato: oltre alla maschera e il mantello, le bombe (che avevano contraddistinto la mia esistenza terrena) e i tonici, che da sempre erano con me. - Izanami-no-Kami, Yaso-Maga-tsu-Hi-no-Kami, Iha-Naga-no-Kami, Iki-Ryo-no-Mikoto, Hoso-no-Kami, Haya-Gi-no-Kami, Gundari-no-Kami e tutti i Myo-O, Signori della Luce, Ekibiogami-no-Kami, Bimbogami-no-Kami, Daiso Kangiten... - Sentii la sua voce dentro di me. Sapevo chi fossero, fratelli e sorelle. Sapevo dove si trovassero. E sapevo anche cosa volesse Amatsu Mikaboshi-no-sama. Dentro di me. Era dentro di me. Il suo più intmo desiderio. La sua volontà.

    Andiamo? - chiesi attivando il Magan. Avrei trovato i miei messaggeri. Li avrei di nuovo imprigionati e indietro nell'Oscurità spediti. Solo affinché facessero sapere ai Grandi Oscuri, agli dèi antichi, che presto il loro momento sarebbe giunto. - Saranno liberi.

    Solo allora lo percepii. Il suo sorriso dentro di me.



    E il suo Occhio. L'Occhio. Il Magan. Il Diabolico. La mia natura. Non ero ancora riuscito ad abbracciarla completamente.


     
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    Il Ritorno dell'Akuma

    6




    Ti trovi in un buio sotterraneo nella città di Ame. Un posto che in fretta e furia abbiamo allestito per ospitarti in maniera adeguata per la tua rinascita. Almeno così pensavo... disse, con tono visibilmente deluso. Rimase poi in silenzio riguardo alle richieste che Senji pose e aspettando qualche secondo in più prima di dare una sua risposta Sono desolato, ma non possiedo nessuna delle tre cose. In ordine non ho i soldi, buona parte delle mie risorse monetarie le ho consumate per pagare nunkenin di livello A per sconfiggerti senza danneggiarti troppo. E quello poco che mi resta è diviso in alcuni fondi che utilizzo per portare avanti la mia missione. Quella di non far morire gli Akuma. Infine per l'immortalità non ho risposta. Io quello che ho cercato è stata una seconda vita, garanzia che ero riuscito ad ottenere grazie a un investimento costosissimo. Ma per l'immortalità tra noi Ninja probabilmente sei più a conoscenza di me. Ci sono gli Hayate, il gruppo che mira a l'immortalità ma non ho alcun contatto con loro. Nè ho contatti tra i potenti di Ame, non appartengo ai Semi. Quello che ho fatto è stato spendere somme immense per ottenere te e questa sostanza. ammise, non c'era traccia di finzione o bugia. Stava parlando col cuore e con sincerità Se devi dare la colpa a qualcuno per la tua rinascita, la colpa è mia. Solo mia. Per tutti i motivi che ti ho già spiegato prima. Ma credo che tu sarai la nostra stella, lo ripeterò all'infinito. Seguirono altre domande Qualunque sentimento è importante. Al di là del punto di vista che una persona possa avere su di esso. La mancanza dell'amore ti rende incompleto e uno shinobi incompleto generalmente è uno shinobi debole, o morto nel peggiore dei casi. Sacra santa verità, avrei aggiunto se avessi ascoltato le loro parole Non so bene a cosa ti riferisci sull'apertura del portale. Sono ben consapevole degli effetti di Shi, ma come dicevo prima il fatto che tu ti trovassi in uno stato di Edo Tensei potrebbe aver mescolato ulteriormente le carte in tavola. Ma dobbiamo andare per priorità, prima di tutto è necessario ammazzare i tre residui. Anche quella era la verità.

    Battendo le mani sulle ginocchia, come a darsi una sferzata di energia, si alzò Bene, non ci resta che andare. Al di là di recuperare parti di te dobbiamo ucciderlo prima che lo farà lui. Quindi dobbiamo seguire uno dei tre. Il mio sottoposto, Higurai, ha seguito i vari percorsi e tra i tre uno si sta allontanando maggiormente. Sta proprio uscendo da Ame. Suggerirei di inseguirlo per primo.

    _____________________



    Se avesse accettato la proposta di Inguroriasu allora non sarebbe rimasto altro che partire. L'uomo avvicinandosi a me, insieme al redivivo, avrebbe parlato probabilmente a nome di entrambi Immagino che tu abbia già capito. Dobbiamo inseguire e uccidere queste... emanazioni. È giusto che tu sappia che si sono impossessate di un corpo. Può essere qualunque persona, giovane o vecchio. Madre o figlio. Noi però abbiamo la possibilità di capirlo. Quello che temiamo che è possa essere molto forte. Ecco perché verrai con noi, ci aiuterai a braccarli. Portai la mano sul mento, incuriosita dalla situazione che si era venuta a creare Si, il mio padrone mi ha pagato anche per questo genere di servizio. Diciamo che mi sta bene. Ditemi chi colpire e vi darò una mano a chiudere questa faccenda. Viene da sé che se apporterà ai Semi mi riserverò sul da farsi. Potrei decidere io la sua sorte. Il silenzio calò, come se a Inguroriasu la mia ultima affermazione non fosse andata propriamente a genio Si, d'accordo. I Semi non si toccano, ma devi sapere se le persone colpite da queste cose sono inevitabilmente perse.

    Scelta la destinazione dunque non rimase che seguire le tracce, grazie all'uso dell'occhio. Chiaramente io non potevo sapere in che modo si stavano muovendo o come riuscissero a seguire le tracce in quella notte e sotto la pioggia battente. In ogni caso ci fermammo dopo un bel tragitto, parecchio lungo tanto da portarci fuori da Ame e finire ai margini della foresta che circondava la città della Pioggia.

    Il posto in questione era una piccola casa, fatta di legno e su un unico piano. Non vi erano altre abitazioni vicino a parte una stalla, forse di proprietà della casa. Stavamo parlando di contadini e allevatori.

    Le tracce entrano lì, in quella casa. L'emanazione deve essersi impossessata di uno degli abitanti. Affermò l'uomo Possiamo entrare direttamente. Non vedo molte altre alternative. Io resterò fuori, dovesse scappare lo inseguirò. Oppure dovessero esserci problemi chiamatemi. Aggiunsi da parte mia.

    Così se Senji avesse deciso di entrare avrebbe trovato la porta aperta e usando l'occhio avrebbe prima visto tre persone davanti a lui. Un padre di famiglia, seduto su una specie di sedia. Il suo figlioletto che giocava lì vicino e infine la madre occupata a preparare i pasti per il giorno dopo. E proprio sulla madre cadeva un ombra pesante. Gli occhi degli Akuma non lo avrebbero ingannato. L'emanazione si stava appropiando di lei. Lo sguardo della donna si alzò e si poso sugli ospiti indesiderati. E voi chi siete? Saito! L'uomo si alzò sorpreso e impugnando una falce si pose sulla difensiva Come osate entrare in casa nostra? Di mia moglie e dei miei tre figli?! Peccato che a conti fatti di figli ce nera solo uno... gli altri dove erano finiti?

    Ma al di là di tutto davanti a sé aveva una minaccia concreta, come avrebbe reagito? Come si sarebbe comportato?



     
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    "Due sono le cose del mondo:
    visibili e invisibili.
    E ciò che non si vede è sempre più importante di ciò che si vede."


    Capitolo 6 - L'Invisibile



    Difficile era da capire il motivo per cui il Caso, il Caos, o chi per esso, aveva deciso di richiamarmi dall'Oscurità più profonda, teletrasportandomi di nuovo in quel luogo. In quell'Ombra. Nell'altra parte confusa e sbagliata del Sottosopra. Della Terra. Che era nata, anch'essa, per pura incomprensione. Creata a partire da un germoglio. Per volere del Dio che dormiva nell'Oscurità. Dell'Imprigionato. Del Cacciato. Dell'Incompreso. A parlare delle incomprensioni, poi, bisognava di nuovo arrivare a Ingoriasu, il quale non rispose alla mia domanda. - Non hai capito, - gli dissi. - Ho chiesto dove fossero i bambini che hai salvato. Non dove fossi io. - Scossi il capo, visibilmente deluso da quella strana mancanza comunicativa e ascoltai la sua risposta sul fatto che non avesse né i soldi, né il potere, né l'Immortalità. Sapevo già che difficilmente sarebbe stato in grado di darmi ciò che cercavo; il trasformare me nel Dio delle Stelle che ero sicuro di portarmi dentro. Speravo, però, che mi disse almeno qualche traccia. Qualche strada. Un filo da seguire per non perdersi totalmente. Di nuovo.

    La Provvidenza non lo avrebbe sopportato. Non lo avrebbe permesso. Il Suo piano doveva venir messo in essere. Ogni dettaglio dello stesso doveva essere diretto verso un solo obiettivo. Una missione. La Grande Ingiustizia doveva venir meno.

    - Non voglio i tuoi soldi. Voglio che mi metti in contatto con qualcuno che me li dia. E gli Hayate... Mettimi in contatto anche con loro. - Mancava una cosa. Quella che, forse, desideravo molto più delle altre: il Caos. La distruzione. Il lento-veloce scompiglio degli atomi che or-ora si dirigevano verso tutte le direzioni del mondo e l'istante successivo cambiavano direzione. Ancora. Ancora. E ancora. In un mondo ordinato, diretto dalle mani del Grande Orologiaio, solo il Caos era Libertà. Tutto il resto era noia. Nel suo formato più puro. C'è chi obbediva di restare incatenato, illudersi del proprio bel sogno, e chi andava oltre ogni speranza. Chi brillava e chi si spegneva. - Se vuoi che io brilli come una Stella, devi aiutarmi a farlo. Lo vuole il Dio degli Akuma. - Non volli rispondere alla sua disquisizione filosofica. Ai suoi concetti. Alle strambe teorie avanzate dal nulla. D'altronde... Che ne poteva sapere lui?.. - Sei ancora troppo giovane. - Chiusi il discorso con una scrollata di spalle. - "Troppo illuso dalle bugie altrui". - L'Amore mi ha ucciso. L'Amore mi ha consumato. L'Amore mi ha torturato. L'Amore mi ha imprigionato. L'Amore mi ha limitato. -

    Per il resto, era chiaro anche a lui che le Strade della Provvidenza fossero... Imprevedibili. Era questo il bello della vita. Se ne rendeva conto, lui? - "A dopo gli insegnamenti... Seinji... A dopo". - Non importava quanto fosse perfetto un piano. Quanto fosse ben studiato. Quanti dettagli includesse. C'era sempre Lui. L'Imprevedibile. L'Errore nei calcoli dell'Architetto. Quel piccolo problema a causa del quale cadeva tutto l'edificio. Che fosse quella... la mia missione? - Ti aiuterò a recuperare le creature, come le chiami tu. Ma sarà la prima e l'ultima volta, - risposi severo. - La prossima sarò io stesso a liberarle. -

    Non aveva capito, il buon Akuma, che non era semplicemente delle creature qualsiasi, quelle. Erano pezzi di oscurità. Pezzi di Caos. Dell'essere Divino. Erano le mani della Provvidenza. Le dita con cui il Dio delle Stelle suonava il suo Pianoforte Celeste.

    Patti chiari, amicizia lunga. D'altronde, mi chiedeva di mettermi subito contro i miei amici. Contro l'Oscurità che regnava nel mondo. Contro le emanazioni... di me. - "Il Caos può, talvolta, mangiare sé stesso". - Sentii le Sue parole nella mia mente. Il Signore delle Stelle. Ogni parola a peso d'oro. Non dissi altro. Né all'Akuma, né alla ragazza, né al Signore. Ci dirigemmo all'infuori da Ame, seguendo le tracce che l'Occhio ci suggeriva di seguire. Arrivammo nei pressi di una casa di modeste dimensioni. Piccola. Spartana. Di gente umile. Dettagli. D'altronde.

    - Entrare direttamente? - Chiesi. A quel punto noi avevamo diversi vantaggi e il tizio vicino a me voleva prendere circa la metà di questi e... Cancellarli. - Uno: l'obiettivo probabilmente non sa di essere inseguito. Due: Io posso guardare dentro la casa, lui probabilmente non può guardare fuori. Tre: io posso colpirlo senza entrare, lui non può fare altrettanto. - Certo, avrei potuto rendermi la vita più complessa di come lo sarebbe potuta essere, ma perché farlo?.. - Aspettate un attimo. - Gli avrei detto per attivare l'Occhio e la capacità di guardare oltre i Muri. Con quell'abilità avrei visto il numero di persone dentro la casa e nello stesso momento avrei unito le mani in un simbolo che conoscevo abbastanza bene. Era quello della Tigre e lo avrei tenuto attivo per un bel po', per attivare la [Tecnica del Sonno delle Piume - STA 1 - Azione rapida] sui soggetti all'interno della casa.

    - Vai, - avrei detto dopo dando al Senza Gloria l'ordine di entrare, mentre io, notando l'Ombra su di uno dei soggetti, avrei aggirato la casa in maniera tale da arrivare al muro il più possibile vicino all'Ombra. Lì mi sarei fermato, ascoltando le voci dall'interno. - "Una famiglia di 5 persone... Nella casa ce ne sono 3. Una con l'Ombra. Le altre due?" - Mi sarei chiesto fra me e me per poi guardare la donna. Non mi serviva comunicarle con la mia stessa voce, onde farmi sentire da chi era dentro. La Donna avrebbe sentito solo... un'illusione. Come se fosse nella sua mente. Un sussurro di vento. O un essere invisibile, che chiaro e lucido le avrebbe dato un ordine: - Vai a cercare gli altri 2 bambini. - Questa cosa non mi piaceva. Non mi piaceva che fossero assenti. E se fossero... Impossessati anch'essi? Se fossero... in agguato? - "Difficile. D'altronde, il Senza Gloria ci aveva detto che c'era solo una traccia."

    Io, invece, avrei fatto un [solo un altro sigillo - STA 2 - Tecnica Rapida], facendo apparire una copia di me dall'altra parte del muro. Dal nulla. Come se fosse compara... dall'Oscurità stessa. - Signori, non scaldiamoci gli animi, - avrebbe iniziato questa, mentre veniva rivestita da una [una mia illusione - SA1] che gli conferiva un aspetto diverso dal solito.



    Più pauroso. Tenebroso. Per alcuni versi folle. - Stiamo solo cercando... una cosa. - L'obiettivo era solo di prendere tempo. Il Sonno delle Piume avrebbe iniziato ad agire da lì a poco. E quando tutti i presenti si sarebbero calati nel loro sonno profondo, avremmo avuto meno ostacoli da superare e, se anche l'impossessato si fosse addormentato, mi sarei rivolto ai miei compagni: - Legatelo e portatelo nella prigione per gli spiriti. - Se l'Oscuro non se ne fosse uscito, avrebbero imprigionato il Demone (addormentato, si sperava) insieme all'Indemoniato. Altrimenti... Beh, altrimenti avremmo ancora dovuto sconfiggere l'Oscuro. In qualche modo.




    Seinji Akuma

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 400
    • Riflessi: 550
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 550
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra
    80/90
    Vitalità
    14/14
    Slot Azione

    1. Creazione Illusione

    2. ///

    3. ///

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Sonno Piume

    2. Moltiplicazione Corpo

    Note

    La copia possiede 20 bassi di chakra.
     
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    Perdonami, gli Akuma che ho salvato non mi devono niente. Sono sparsi per il mondo e ciascuno di loro ha preso la propria strada. Sono poco meno di una decina, e tra di noi vige una profonda riconoscenza nei miei confronti per averli salvati da situazioni complesse. Tuttavia come ti ho detto io non ti chiederò nulla in cambio, se non la speranza che un giorno splenderai come la stella più cremisi della notte. Come un vero Akuma. lasciò passare qualche secondo Per quanto riguarda i contatti con Hayate non saprei aiutarti, se non darti un suggerimento. Segui qualunque traccia che porta a notizie o fatti che riguardano l'immortalità e forse, dico forse, avrai la possibilità di farti notare e parlare con loro. peccato che non stessi ascoltando, li vicino infatti c'ero io. Un membro avanzato della Setta e profonda sostenitrice della ricerca dell'immortalità perfetta.

    Inguroriasu proseguì Mentre per Ame non funziona così. Se vuoi ottenere qualcosa in cambio devi dare altrettanto. Se vuoi i soldi dovrai metterti in gioco. In compenso ti posso assicurare che in questa città gli accordi vengono rispettati e, nonostante i pericoli, lavorare ad Ame è sicuramente il modo più veloce per raccogliere soldi e potere. infine l'uomo commento le parole di Senji L'amore ti avrà pure tradito, ma se non sai provarlo significa che qualcuno potrà usarlo contro di te... senza che tu te ne accorga. Un errore che può rivelarsi fatale.


    ___________________



    Scelta la direzione e seguita la pista data dagli occhi Demoniaci il gruppo giunse alla casa e giustamente Senji ragionò da Akuma visualizzando la situazione grazie al suo potere oculare. La scelta di usare il sonno delle Piume fu corretta perché andò a "neutralizzare" la minaccia del padre, e del figlio, ma allo stesso tempo richiamò inevitabilmente l'attenzione dell'oscuro il quale in quel momento risiedeva all'interno del corpo della donna.

    Infatti quando l'essere vide le Piume apparire e cadere nell'ambiente domestico iniziò ad agitarsi fino a prendere il sopravvento sull'identità della donna, inoltre apparenemente non sembrava cadere sotto l'effetto dell'illusione. La madre, quella vera, provò da canto suo ad apporre resistenza, mentalmente parlando, ma dopo qualche urlo di dolore e un pianto disperato sul suo volto si dipinse uno sguardo vitreo e privo di significato. Ora il Demone era lei. E lei il Demone.

    Così senza perdere tempo la donna appoggiò la mano sul corpo del marito, che si stava poco a poco addormentato sotto l'effetto del genjustu, e iniziò a rubargli le energie in maniera tale da rafforzarsi. Con i suoi occhi Senji lo poteva vedere, poteva osservare un flusso di energia passare dall'uomo alla donna rinforzandola, qualunque cosa potessa significare. Certo, c'era da chiedersi il motivo per il quale non lo aveva fatto in precedenza. Forse perché comportava un rischio. Comunque il Senza Gloria entrò nella casa, ritrovandosi esattamente la situazione che i suoi occhi, e anche quelli di Senji, avevano intravisto. Il Demone, con la mano appoggiata sul marito, restava in attesa come un lupo messo all'angolo pronto a scattare ad ogni tentativo di agguato. Non reagiva, forse perché non poteva. O forse perché stava aspettando qualcosa altro.


    Tu Non Sei Lui. Noi Vogliamo Lui. Il Senza Amore. Uccidilo. O Catturalo. E Noi Ti Ricompenserò Adeguatamente. Cerchi La Gloria. Noi Te La Forniremo!


    Furono le uniche parole che disse al Senza Gloria, con un tono di voce disturbato, cacofonico. Non si trattavano però di parole al vuoto. Bensì di un attacco sibiliino, molto pericoloso. [Slot Tecnica Avanzato] Il Senza Gloria sembrò turbato da quell'attacco illusorio. E non si mosse, ma in ogni caso lo si poteva considerare fuori gioco oppure addirittura un nemico.

    Tu Lasciati Andare. Noi Ti Vogliamo!

    Aggiunse l'essere alla comparsa della Kage Bushin, una volta che la copia fisica di Senji entrò nella stanza. L'Akuma come si sarebbe comportato?

    E in tutto ciò io rimasi fuori dai giochi. All'esterno, comunque pronta a reagire nel caso qualunque cosa fosse riuscita a scappare da quella casa. Non era ancora arrivato il mio momento, ma avevo una brutta sensazione.



     
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    "Stand up all the night,
    and call the fight.;
    "

    Capitolo 7 - Le ombre e le possessioni



    Come tutti i piani che avevo inventato durante la mia vita terrena, quello che avevo appena messo in atto non era stato né del tutto riuscito, né del tutto fallimentare. Per un attimo mi ero scosso, cercando di capire il motivo per cui il Sonno delle Piume non avesse funzionato. Che avessi sbagliato qualcosa? Alla fine dei conti avevo messo in atto quella tecnica tantissime volte durante la mia esperienza di vita terrena e, in un modo oppure nell'altro, aveva sempre dato i suoi frutti. Era una tecnica che funzionava, a patto di saperla usare... Che me ne fossi dimenticato? Comunque fosse, dopo aver creato la perfetta copia di me da inviare dentro alla casa, mi stiracchiai le dita. Sapevo già che lei avrebbe fatto quanto necessario. L'importante, a quel punto, era non tirarmi in mezzo e lasciare che la copia facesse tutto al posto mio. Lei avrebbe fatto tutto. A me, dunque, non rimase molto altro che rimuginare su ciò che mi era stato detto: Ame, Hayate. Il Potere. Lo volevo riprendere il prima possibile.

    La copia osservò con un volto pieno di calma ciò che succedeva dentro all'abitazione. Vide il rilascio delle energie vitali; vide come queste passassero da un corpo all'altro. - Sta cercando di rafforzarsi. - Sentii la Sua voce dentro di me e capii che aveva ragione. Stava decisamente provando a rafforzarsi. Ora, a quel punto, l'unica cosa che si poteva fare era provare a fermarla. Farla restare debole. Fummo comunque troppo lenti e non ci riusciremmo in quella nostra missione. Così, l'unica cosa che potei fare era osservare il disegnarsi di uno sguardo vitreo sugli occhi di lei. Uno sguardo privato di qualsiasi voglia emozione. Lo sguardo di chi... non esisteva più.

    La copia ridacchiò, divertita. - Verrete tutti risucchiati dall'Oscurità. - In pochi avrebbero capito che quelle parole si riferivano a tutti, fuorché ai demoni. E comunque, la copia ridacchiò anche a sentire le parole del Demonio. - Non mi toccherà nemmeno con un dito... - disse restando fermo sul posto e ascoltando, poi, che in realtà volevano Seinji. - D'accordo, - rispose la copia. - Come vuoi. Vienimi a prendere. - Aggiunse la copia allargando le braccia.



    A quel punto, mentre la mia copia era con le braccia allargate e in attesa di farsi "prendere", io cercai di controllare meglio la situazione dall'esterno. La copia era, in effetti, soltanto una specie di esca; nient'altro. Mi serviva per distogliere l'attenzione. Il corpo posseduto non si sarebbe, forse, nemmeno accorto di come [un'ombra - STA1] fosse nata dal nulla dietro di lui, a 1.5 metri di distanza. Tale ombra avrebbe quindi provato ad [afferrare - SA1] l'obiettivo da dietro, per la gola, in maniera tale da soffocarlo il prima possibile. Successivamente, SE l'illusione ci fosse riuscita nel suo intento avrebbe continuato a [stringere - SA2 e 3,] in maniera tale da portare la donna alla perdita di sensi a causa della mancanza di ossigeno nel cervello.

    SE, invece, la donna fosse riuscita in qualche modo a schivare quel colpo, l'illusione in forma di ombre alle sue spalle avrebbe provato a fare il necessario per riuscire ad afferrarla nuovamente. I tentativi di stringere la testa della donna in una presa sarebbero avvenuti in [rapida successione - SA2 e 3] e per molti versi avrebbero richiamato alla mente il primo tentativo, con l'unica differenza che a questo punto non ci sarebbe stato alcun effetto sorpresa.

    Nel mentre l'Ombra attaccava e l'altra Ombra si difendeva, forse, io avrei attivato il mio [rivestimento mimetico] e in poco avrei anche [commesso dei sigilli - ST2] sotto il mantello, per poi lasciare al mio posto un tronco e finire sul ramo di un albero a 20 metri di distanza. In questo modo avrei potuto controllare al meglio il terreno sottostante, vedere se qualcuno si fosse avvicinato e cosi via.



    Seinji Akuma

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 400
    • Riflessi: 550
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 550
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra 72.5/90
    Vitalità
    14/14
    Slot Azione

    1. Tentativo presa - 4 unità (2 Bassi)

    2. Tentativo presa - 4 unità (2 Bassi) o Tentativo di soffocare l'avversaria

    3. Tentativo presa - 4 unità (2 Bassi) o Tentativo di soffocare l'avversaria

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Incubo della Battaglia - Basso + 4 unità (2 bassi) + (4 Bassi per i 2 slot di attacco)

    2. Kawarimi (Basso)

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    Senji notando come la situazione si fosse drammaticamente involuta scelse di reagire, impostando una strategia di attacco. In primo luogo cercò, con la giusta intuzione, di interrompere o comunque ostacolare l'Ombra, il Demone, dall'assorbire le energie del marito addormentato. L'essere mostruoso, ben consapevole di essere finito in una sorta di trappola, aveva i sensi allertati al massimo e colse alle sue spalle l'arrivo del Simulacro. Notando come il Simulacro di Senji stava per tentare un assalto fisico digrignò i denti, producendo un suono terribile, fastidioso e cacofonico. Staccando la mano dal “marito” l'Ombra schivò lateralmente il tentativo di presa da parte del Simulacro e con un rapido sigillo essa si teletrasportò al di fuori della casa. All'aperto, comparendo vicino al Senza Gloria, il quale nel frattempo sembrò cadere in uno stato di trance. Forse a causa della tecnica subita in precedenza e sulla quale Senji non adottò nessuna misura per aiutare il suo compagno. In ogni caso il piano di assorbire il marito era fallitoe questo, in qualche modo ancora da capire, aveva ostacolato e indebolito l'Ombra.

    TrOvAlO pronunciò la voce distorta che uscì dall'Ombra, ma impossibile da sentire per Senji alla distanza che si trovava. Semplicemente avrebbe osservato il suo compagno sempre fermo e immobile, come se fosse caduto prigioniero. Ma allo stesso tempo il Senza Gloria si concentrò su stesso e sfruttando le sue doti dell'Occhio Demoniaco grazie a Vista Vitale fu molto veloce, e semplice, cogliere la posizione di Senji che nel frattempo si era nascosto al limitare della foresta lì vicino.

    Il Senza Gloria indicò alzando la mano la posizione esatta dell'albero in cui aveva trovato rifugio Senji. E l'Ombra affondando le mani sul terreno avrebbe alzato un pericoloso disco roccioso e dimostrando una forza oltremodo notevole lo avrebbe lanciato contro Senji, tuttavia qualcosa sarebbe accaduto nel frattempo... Già, per quel disco si sarebbe scontrato contro il mio tirapugni, contro la mia forza e la mia capacità di Annullamento, frantumandosi esattamente a metà e poi in altrettanti pezzi di fatto rendendolo innocuo. Da parte mia infatti notando il movimento nei frangenti immediatamente precedenti ero scattata verso la coppia di nemici, o almeno tale considerato momentaneamente il Senza Gloria.

    MaLEdeTTO! Gridò il Demone contro di me e per un attimo sembrò quasi che stesse per scaricare contro di me tutta la sua forza... quando si bloccò di scatto ragionando in apparenza. Che avesse in qualche modo percepito la presenza di Giugno Onirico? Che mi temesse a tal punto? Difficile dirlo perché scomparve davanti a me di nuovo, muovendosi probabilmente verso il suo obiettivo principale: Senji. Da parte mia avrei gridato verso l'ultimo alleato Io penso al Senza Gloria... te fai fuori quell'Ombra! Probabilmente uccidendola libereremo il tuo compagno.

    Che mi avesse sentito o meno Senji avrebbe dovuto affrontare un pericolo. Il Demone si sarebbe avvicinato al tronco su cui sostava Senji e poi da terra sarebbero spuntate due lance, composte da pura materia oscura, che allungandosi avrebbero provato a trapassarlo dal basso verso l'alto al centro del suo corpo. [Attacco]E a seguire, probabilmente sfruttando un buco nella difesa, l'Ombra saltando verso Senji avrebbe provato ad infilzarlo al centro del corpo con la propria mano, con un colpo secco e pericoloso perché la mano sarebbe stata affilata e in grado di penetrare eventuali difese! [Attacco 2]

    Al termine poi sarebbe ritornata a terra, intenta ad osservare la reazione di Senji. Pronta a scattare come una iena, affamata, sulla preda a una decina di metrinOn CaPIscI.... TU sei NOI e noI siAmO Te. RaPpreSEnTI un'ANomaLIA. Un DIFettO. Ti CAccierEmO finCHè non sareMO uniTI.

    Molto difficile per Senji comprendere quelle parole, in effetti al momento di quegli eventi lui non sapeva praticamente nulla della sua eredità Akuma. Degli Imbattuti, del fatto che il suo Imbattuto era vivo e vegeto sotto la forma di Urameshi, al soldo di Byakuei. Il suo Imbattutto era la Vendetta, e se già di per sé l'esistenza degli Imbattuti sfidava le leggi della logica e del mondo reale il fatto che Senji era di nuovo VIVO e allo stesso lo era anche il suo IMBATTUTO era qualcosa di profondamente distorto. Ecco perché quell'Ombra analeva più di ogni altra cosa a Senji. Voleva in quel modo correggere un errore che rompeva le trame del destino. Ma tutto questo a Senji non era dato saperlo, e nemmeno all'Ombra che agiva per istinto, o meglio tale era la parola che più si avvicinava a quel comportamento.




     
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