Posts written by F e n i x

  1. .

    Il Concordato

    IX




    Il discorso ai due genin sembrò in qualche modo fare breccia, se non pienamente quantomeno aveva creato una crepa che un giorno avrebbe fatto crollare quel muro di convinzioni adolescenziali, una tra tutte che il mondo e i loro superiori in quella scala sociale, fossero contro di loro.
    Annuì bonario, ma senza abbandonare il rigore con cui simili casi andavano affrontati, e non si pronunciò oltre sulla questione, non prima di riflettere. Quel battibecco infatti non aveva fatto breccia solamente su di loro, proprio quel fuoco adolescenziale che ardeva così forte nei genin lo fece riflettere, e si ritrovò… freddo. C’erano cose che solitamente valutava, a cui pensava, cose che gli facevano porre domande su se stesso, ma non ora, in quel momento niente di quello stava accadendo agitava le sue emozioni, non quanto si sarebbe aspettato. Le informazioni arrivavano e lui le processava in automatico, quasi come una macchina, come se di fatto Youkai non fosse sparito davanti al suo naso dopo essere stato in qualche modo mutato o attivato da una frase. Si accorse in quel preciso momento che forse la sua personalità, le sue emozioni, non potevano salvarsi dal suo ruolo di Kage, di leader efficiente e ragionevole, lontano da decisioni guidate dall’impulsività: era cambiato. Trovò impossibile, nonostante tutto, non chiedersi se in meglio o in peggio, dopotutto riuscire a tracciare una linea tra la sfera emotiva e quella decisionale era sempre stata una sua ambizione, certo questo non significava rinnegare i sentimenti, cosa che si proibiva strenuamente. Per ora non pensava di essere diventato un freddo calcolatore, più vicino ai suoi avversari di quanto non desiderasse. In quel preciso momento era il Raizen Kage a servire, quello non era il tempo della disperazione o dell’ansia, era proprio su quell’obiettivo che aveva lavorato fin dai suoi esordi, per restare umano ed efficiente nel suo lavoro. Soltanto alla fine, nel momento degli abbracci, avrebbe potuto recuperare la sua umanità e concedersi quei sentimenti, vividi come sempre.

    Non state sbagliando niente, ma se devo scegliere di farvi crescere attraverso un trauma, simile a quello che state provando ora se non peggiore o guidarvi su una strada più tediosa ma innocua… beh, sceglierò di essere il vostro nemico per un po'.
    A volte le trappole ci arrivano dai nostri stessi sentimenti, e prima di accorgercene ci ritroviamo a difenderci da essi, rifiutandoli per non farci ferire.


    Quella era la voce dell’esperienza diretta, a loro decidere se ascoltarla o meno, lui si ritenne fortunato, dopo tutti quegli anni, ad esser riuscito a scindere la sua parte emotiva da quella razionale nonostante l'immenso stress del sequestro di un proprio affetto. Tuttavia quel traguardo lo metteva davanti ad un nuovo nemico: l’apatia, un mostro che avrebbe dovuto combattere continuamente per non diventarne preda e mantenersi sempre su quel sottile filo di rasoio.
    Per il momento la cosa migliore da fare era comprendere, non era ancora tempo di agire.

    Mettiamo questa maglia in un sacchetto da freezer pulito, gli odori potrebbero essersi mischiati, ma potrebbe tornare utile.

    Quando gli fosse stato dato il sacchetto si sarebbe alzato e sull’uscio della porta si sarebbe voltato verso i due.

    So che ormai potrebbe sembrarvi tardi per dirlo, ma state tranquilli, si risolverà tutto ed in meglio, ve lo prometto.
    Se può darvi speranza Yamato al momento sembra solo invischiato in qualcosa di molto più grande di lui.


    Senza mutare le precedenti raccomandazioni sarebbe quindi uscito insieme al suo improbabile assistente. Le vie di Konoha, come la prima volta che si erano incontrati, furono luogo dei loro scambi di visioni, sempre sul filo del coltello, soprattutto per Yato.

    Uffffh.

    Non potè fare a meno di sbuffare all’ennesima puntualizzazione del Senju.

    Senti, ma non hai notato che le tue costanti precisazioni ormai cadono nel vuoto?
    È come buttare un sasso nello stagno, il primo fa un gran fracasso, ma il secondo troverà uno stagno agitato e neanche si noterà.
    Come ti ho detto prima, è chiara la tua posizione, rimarcarla è inutile, anche perché è sottintesa in tutte le tue interazioni, non sperare di avere ulteriori reazioni in merito da ora in avanti, ficcati in testa che dobbiamo interagire, meglio farlo con professionalità no?
    Limitati a fare precisazioni su argomenti che le meritino.


    Se avesse nuovamente provato a insistere su quel frangente si sarebbe fermato.

    Yato, tu sai che un Kage ha poteri molto particolari, il mio è un ruolo militare, se lo reputassi utile alla tua crescita entro i ranghi potrei vietarti di esprimere il tuo dissenso.
    Ma è assolutamente ridicolo farlo: smettila, di, perdere, tempo, ad, esprimere, il, tuo, odio.
    Ti sto reputando sufficientemente sveglio da capire l’inutilità di questa cantilena, dimostrami che non ti sopravvaluto.
    Andiamo avanti.


    Era evidentemente scocciato dalla situazione, ma se Yato avesse osservato fuori dal suo filtro avrebbe notato che quell’astio, ormai ben noto a Raizen, altro non era che un fastidio causato più dalla ripetizione che dal fatto in se, come dover vedere sempre la solita stucchevole pubblicità durante un film.

    Non capisco se ci tieni così tanto a contraddirmi da negare l’ovvio o se ti sia davvero sfuggito un particolare.
    Kensei non è esattamente una persona di larghe vedute, per quanto non lo sia neanche io per alcuni versi, stai ampiamente sottovalutando che un kage indipendentista e mio dichiarato oppositore ti stia cedendo conoscenze del suo villaggio.
    Reputi normale che a te, konohaniano oltre che non kiriano, venga ceduta conoscenza kiriana con la mera giustificazione che sia una variante e non la vera arte kenkichi?
    I kenkichi non sono un abilità dovuta ai geni quindi per quanto remota c’è una possibilità che tu possa avvicinarti ad una delle loro arti più sopraffine, una variante è pur sempre una strada che porta allo stesso risultato, è per questo che si tiene TUTTO segreto.
    Non da meno la fedeltà che ancora hai verso Konoha, che equivale a spendere risorse per formare un ninja che di fatto non sarà utile a kiri se non sporadicamente.
    Quindi, o si è bevuto il cervello o ha intravisto una possibilità nell’astio che provi nei miei confronti e non dimentichi mai di nascondere.


    Lo guardò col sorriso di chi conosce pollaio e polli al suo interno, piuma per piuma.

    Questo si che farebbe valutare a Kensei qualche piccolo strappo alla regola, e per favore, non dirmi che ti sei bevuto la storia di allievo e maestro, se il mizukage aveva la necessità di sentirsi completo solo con un allievo è del tutto improbabile che lo ricerchi in un konohaniano.
    Non ti ho chiesto inizialmente una cosa fondamentale perché non ho voluto lasciare traumi prima di questa tua avventura fuori dalle mura, ma ora che la cosa si è stabilizzata e continua la domanda sorge spontanea: tu cosa fai per Kensei, Yato?
    Sei un discreto chunin come ti dico sempre, ma che Kiri non abbia neanche un elemento pari a te mi stupirebbe non poco visti i suoi jonin, sarebbe anche un implicita ammissione di inferiorità, quindi non è di sicuro per eventuali servigi che ti accetta alla sua corte.
    Stai ben attento quando rispondi, puoi scegliere di montare la più efficace delle frottole, sapendo che per quanto bene la racconti non mi accontenterò mai solo della tua parola, oppure puoi scegliere di tacere di farmi dedurre.


    Se Yato lo avesse accusato di eventuali difetti o carenze avrebbe fatto spallucce.

    Non ho scelto io di farmi addestrare dal principale oppositore del mio Kage.
    È tanto, tantissimo, che la tua vita non sia stata passata al setaccio, ma credimi, non casuale.


    Fornita o meno la risposta, visto che era stata lasciata aperta la possibilità di un silenzio avrebbe spiegato perché gli era stata usata quella cortesia.

    Dicevo, in questa situazione casualità non ne esistono, e abbi l’onestà intellettuale di riconoscere la quasi assenza di ingerenze in questa questione, ma questo non significa tenere gli occhi chiusi o non sfruttare questa cosa per ragioni ad essa esterne.
    Tu, Yato, sei a tutti gli effetti una cellula Konohaniana all’interno di Kiri e come tale agirai.
    Se il Mizukage intenderà innescare tu disinnescherai, se il mizukage mente tu dirai la verità.
    E la verità che da ora dovrai iniziare a dire è che ne Konoha ne tantomeno io abbiamo mai fatto del male a Kiri, ne volontariamente, ne involontariamente.
    Spargere il verbo nei modi più opportuni spetta a te, ma mi aspetto risultati apprezzabili nella stampa kiriana, dopotutto son sempre golosi di dissotterrare informazioni scomode come queste.
    Ogni volta che ti recherai a Kiri dovrai tornare con prove concrete del tuo operato in tal senso.
    Se le informazioni hanno un valore il loro difetto è un debito, e io non so niente delle abilità del mizukage e non vorrò saperle perché e alla foglia che rimettiamo questi debiti.
    Kensei ha un idea malata del mondo, ma il suo popolo non ha colpe e merita la verità, così come i civili devono avere la serenità di poter collaborare senza sentirsi in debito con l’etica patriottica.


    Non era una missione contro Kensei, ne contro Kiri, ne per Raizen se non in senso lato: era una missione per la pace, ma Yato come l’avrebbe presa?

    Dimmi, ci sono critiche o suggerimenti in merito?

    Ora si che era disposto ad ascoltarle. Da tempo Raizen aveva concepito un’ idea di giustizia che non reputava perfetta ma quantomeno soddisfacente, tuttavia metterla alla prova di Yato lo metteva in tensione, sapeva che proprio in uno strenuo oppositore come lui potevano rivelarsi delle debolezza che l’avrebbero colpito più di una volta, indebolendo se stesso poiché la sua giustizia era parte del suo essere e indebolendolo anche agli occhi di quel ninja che tanto lo disprezzava.
    Giunti a casa della segretaria la scena era molto simile a quella che avevano trovato qualche ora prima: porta aperta casa deserta, entrare con prudenza si rivelò inutile in quanto confermarono solamente che la casa era vuota.

    Già, ed è la seconda volta, questo tipo di ricorrenze portano sempre a spiacevoli scoperte.

    Mentre si guardavano intorno gli arrivò la comunicazione delle informazioni scoperte dall’originale, per un attimo si impietrì sul posto. Le informazioni gli arrivarono come ricordo quindi nell’esatto modo in cui erano arrivate a Raizen: un fiume in piena di informazioni assurde che se non fossero così saldamente ancorate alle esperienze appena vissute non avrebbe esitato un solo secondo a bollare come del tutto assurde.
    Fu un discreto scossone sapere che gli Uzumaki esistevano dopo il settimo, scoprii parte della loro storia mal archiviata in un covo della radice, che li dava come alleati di Kumo, cosa poteva significare per Raizen, decimo Hokage della foglia, sapere che non solo esistevano ma erano al villaggio ed erano un discreto numero ma costantemente sotto copertura.
    Yato l’avrebbe visto sedersi, silenzioso, preoccupato. Difficilmente in quella casa deserta qualcuno si sarebbe lamentato se si fosse seduto senza chiedere il permesso. Rimase qualche secondo con le mani incrociate sotto il mento, fissando un punto imprecisato nel vuoto.

    Merda.

    Una parola che avrebbe sussurrato più di una volta, una parola che il Raizen che parlava con Fujiko si era trattenuto dal pronunciare, così come dall’esternare emozioni, aiutato dal meccanismo che poco prima l'aveva fatto riflettere davanti ai genin.
    Per questo davanti a Fujiko aveva mantenuto quella maschera: il picco della deformazione professionale.
    Li però era diverso, la sua mente poteva galoppare ed includere tutti quei problemi in quella risposta unificante, ma senza trovarne un vero e proprio sollievo, perché risposte al momento non ne erano comunque arrivate se non sul presente. Gli Uzumaki in realtà erano sempre stati ad un centimetro dal suo naso, presenti in tutto il villaggio come qualsiasi altro clan, nascosti da un jutsu intricato che richiedeva praticamente la vita di Shika ed ora, per qualche ragione la cosa stava raggiungendo una massa critica ed era ad un passo da esplodergli in faccia.

    O forse no?

    Il concordato era saldo, folle nel suo modo di risolvere quel problema, ma saldo. Eccezion fatta per i momenti in cui Shika era stato attaccato.
    Dopo tutto quel borbottare avrebbe guardato Yato.

    Non credo sia saggio metterti al corrente di ciò che sta succedendo per ora, ma sembra che queste sparizioni, per assurdo, abbiano un intento positivo.
    Posso dirti però che la radice, rediviva, è coinvolta, nessuna macchinazione, ma a quanto pare neanche un kage ha il diritto di sapere tutto.


    In quelle parole era presente un evidente vena di rancore.

    Ma sembra che oggi avremmo l'occasione di mettere la parola fine a questa storia.

    Sarebbe passato qualche secondo di intenso silenzio, come se il clone aspettasse di sapere a quale gola si sarebbe dovuto attaccare. Le informazioni di Fujiko come previsto approfondirono ulteriormente il garbuglio di quell’evento, facendogli acquisire ulteriori dimensioni. Tuttavia pur soppesando la cosa le opzioni erano praticamente inesistenti, indagare su un Uzumaki era praticamente impossibile, doveva solo sperare di non essersi seduto sopra un cadavere.

    Aspetteremo qui per un po', cercare sarebbe inutile, c’è qualcosa che ci vieta di percepire determinate cose, ma forse la nostra presenza qui potrebbe portare qualcuno da noi.
    Hai capito cosa sta succedendo?
    Alcuni elementi potrebbero spingerti a dedurre, e se tu arrivassi ad una conclusione mi eviterei di parlare per enigmi.


    Non sapeva e non avrebbe potuto sapere chi c’era dentro quella casa e con le informazioni attuali la scelta migliore per un clone come lui era attendere lì per il momento. Se Yato fosse riuscito a comprendere a sufficienza gli avrebbe spiegato che la situazione era delicata e che l’interazione tra due organi segreti stava di fatto mettendo a rischio l’incolumità di un intero clan finora ritenuto estinto.
    Lui, in quel momento di pausa, avrebbe potuto riflettere su come fosse possibile che la vita riuscisse a ribaltare completamente ogni sua certezza. Da quando era entrato nel mondo ninja più conosceva e più gli spessi muri che sorreggevano la sua realtà venivano infranti, dal suo passato, alla sua salute, alla sua morte, alla corruzione del dominio e ora gli Uzumaki. Se non avesse visto Tenchou e Amesoko probabilmente avrebbe abbandonato da un pezzo la sanità mentale, rinchiudendosi da solo in manicomio per precauzione.




    [Quartiere Yamanaka]



    Le parole di Seira lo fecero rallentare sensibilmente, ma dopo una rapida riflessione decise di mantenere la sua linea.

    Si... ma anche no.
    Chi ha messo in moto tutto questo non poteva prevedere determinati eventi, se io ingigantisco l’eco di quegli eventi è assai improbabile che rientrerò nelle previsioni di questo soggetto.
    Forse non siamo del tutto fuori dalla sua scacchiera, ma Yamato era una nave, non un pedone, giocare a battaglia navale ci farà uscire definitivamente dalla sua partita.
    E poi Seira-san, i giovani sono impetuosi e impulsivi, reprimerli troppo causerebbe solo guai più grandi.


    Rispose in maniera pacata, ma quel consiglio suonava fin troppo strano, avevano una pista da seguire, esile e striminzita, cosa potevano fare se non iniziare da quella?
    Aspettare che ne cadesse una dal cielo?
    Più tardi la discussione nel mondo interiore procedeva spedita e Fujiko non si tirava indietro su nessuna domanda, dando risposte sconvolgenti con la leggerezza di chi le sapeva da un pezzo, mentre Raizen le subiva come lo zimbello del paese, ignaro di cosa gli si muovesse attorno

    Rifare?!?
    Una tecnica di una simile portata non concede modifiche?!?


    Spalancò gli occhi ma bloccò sul nascere un commento al vetriolo.

    No, Shika è un amico e un sensei, eviterò di infangare il suo sacrificio.
    Andiamo avanti.


    Anche Hitomi, accuratamente selezionata per fargli da segretaria, rientrava tra le persone con una seconda vita.

    Ah, quindi è pure rossa, pensare che per un periodo siamo stati così vicini… Hebiko non sarà contenta.
    Trovo assurda questa cosa, chiedere a qualcuno di poter dare alla quasi totalità del mondo solamente metà della propria esistenza è crudele.
    Ora però il mio clone è lì, quindi non può ne vederla ne informarla, non esiste un modo per rilasciare il concordato se si è a conoscenza di esso?
    Anche momentaneamente.


    Quella notizia avrebbe dato qualche risposta al clone, ma a lui aggiunse poco, la vita nel concordato di un Uzumaki era insondabile, quindi per lui era impossibile scoprire chi fosse realmente Hitomi.

    A questo punto però sorge una domanda: ma adesso che io so queste informazioni che succederà?
    Potrei essere una falla per il concordato.


    Un dubbio lecito a quel punto, se il concordato funzionava, per quanto trovasse il piano debole fatta eccezione per la tecnica portentosa che lo sosteneva, era necessario pensare a come reagire a quelle minacce e cosa farne una volta risolte considerando gli attriti.

    Tutto è fragile… Chakra nero... con delle scosse magari, come scariche elettriche nere?

    La descrizione calzava alla perfezione, ed alla richiesta di precisazioni vide ancora meglio di cosa si parlava.

    È un Hakai, ce ne sono ben pochi al mondo e la sua esistenza è... singolare.

    Socchiuse gli occhi, concentrandosi su di lui, Febh e Youkai avevano visto un Hakai braccare quest’ultimo, ma lui sembrava cercasse una figura specifica tra gli Uzumaki, non tutti gli Uzumaki.

    Un potere assurdo, distruzione nella sua forma più pura, anche se proprio nella purezza trova il so avversario naturale.
    Se dovessimo nuovamente arrivare ad uno scontro dovremmo farlo ben preparati, esiste un clan nato per ostacolarli, non sappiamo cosa potrebbe riservarci, ma potrei instaurare una buona connessione con il suddetto clan per assoldarne qualcuno o apprendere l’essenza della loro tecnica.
    Sono… eremiti della natura, per semplificare.


    Inspirò.

    Ma questa è una risposta parziale al problema: non siete neanche riusciti a scoprire se li uccide semplicemente tutti per una ragione o se lo fà per trovarne uno in particolare?

    Il suo pensiero andò al tempio dei sussurri, ma gli sembrava assurdo che Amesoko potesse avere un killer simile nel mondo dei vivi, non perché fosse impossibile, ma perché controproducente, a che prò sterminare gli Uzumaki se era la forza lavoro a essergli utile?
    Più morti potevano essere un vantaggio inizialmente, ma col tempo sarebbero stati un grosso problema.

    Progetto Y?

    Eccola, di nuovo lì quella sensazione così ricorrente in quella giornata. Era di nuovo di fronte a qualcosa di cui non sapeva niente, e quando Fujiko approfondì qualche silenzioso lampo rosso si vide alle sue spalle, anche se poco dopo lasciò spazio ad un ambiente più sereno.

    Si era opposto...

    Scosse la testa mentre sfregava la fronte con la mano.

    Però perché opporsi?
    Dalle poche parole che hai detto hai descritto tre potenziali ottimi consiglieri o ninja d’elite, se affiancano il kage perché opporsi?
    È una di quelle concessioni che in politica generalmente si concedono, cosa manca a questo riassunto quindi?
    L’allontanamento dalle famiglie potrebbe non essere traumatico, poteva esserci un accordo in merito no?


    Il resoconto sul ruolo di Fujiko gli fece leggermente tremare un occhio, nervosismo, incomprensione, difficile dire cosa fosse.

    Quindi tu fai da mediatrice tra di loro ma io in pratica non mi ricordo di te per via del concordato.

    Si incollò un sorriso sul volto e senza abbandonarlo la sua figura sfarfallò un secondo, in parte cancellandosi in parte sdoppiandosi. Un altro sè si alzò dalla sua postazione mentre l'altro restava lì a sorridere, sistemò il cuscino, la piccola traversina che adornava il tavolo e si allontanò, sempre sorridendo ma impugnando una sedia, diversa dalla sua, trovata nel cammino dal tavolo ad un punto casuale lontano da esso. Fu in quella breve camminata, circa di 5 metri, che la sua figura si fece sfuocata, come se avesse attraversato un vetro satinato oltre il quale era evidente che stesse pestando con violenza la sedia sul pavimento e spaccando altri oggetti di arredamento, una specie di rage room la cui violenza venne risparmiata alla mediatrice.
    Non aveva controllo, non aveva informazioni, non aveva soluzioni: per tutto quel tempo e davanti ai rischi a cui poteva andare incontro insieme al villaggio non gli era stato fornito niente, e ora si trovava a dover risolvere un problema nato proprio perché non sapeva di dover proteggere quelle persone.

    Prego cara, continua.

    Il frastuono si era interrotto bruscamente ed era tornato a sedersi con lo stesso sorriso, sovrapponendosi all'altro che era rimasto fermo lì.
    Quello era un mondo interiore, difficile nascondere simili reazioni, lo stupore era una cosa, la rabbia andava sfogata.

    Quindi per quanto siano contrari al concordato gli Uzumaki ci restano dentro, e di base troverei strano che cerchino di coinvolgere forzatamente altre persone, sicuramente essendo un clan è probabile che rinnegare il patto spacchi le famiglie stesse generando tanta, troppa pressione.

    Procedendo nell’identificazione dei membri giunsero a Seira Yamanaka.

    Seira?!?
    Ma è qui fuori con me!


    A quel punto le sue attenzioni non potevano che focalizzarsi su Seishinno e sulla reazione che le sue attenzioni generarono: ilarità.

    Fortunatamente non le ho permesso di accedere alla mia mente, voleva farlo anche se non so con quale scopo di preciso, ma non di certo positivo.

    Riavuta consapevolezza della realtà Seishinno appareva disorientato tanto quanto lo era nel mondo interiore e riportava frasi sconnesse che suonavano come una richiesta d’aiuto.

    Possibile che ad un mentalista del suo livello sia stato rivoltato il cervello in questo modo?

    Tese la mano verso di lui ma esitò all’ultimo momento: poteva davvero rilasciare qualcosa che aveva ipnotizzato Seishinno Yamanaka a cuor leggero con la sua scarsa conoscenza dei genjutsu?

    Non aveva controllo di se neanche nel mondo interiore, è possibile che sia stato usato come ponte per origliare la nostra conversazione, deve aver sentito qualcosa che avrebbe potuto metterla con le spalle al muro.

    Puntò gli occhi al cielo e Kubomi si precipitò su di loro, riportando la posizione della vecchia.

    Si riferiva a quel profondo Seishinno o alle profondità della sua mente?
    Maledizione!
    Hikihime, cosa puoi dirmi guardando il suo chakra?
    Tetsuba. Calmati.


    L'ordine a Tetsuba arrivò in maniera più marziale di quanto fosse necessaria normalmente, schietta e cristallina nel tono, scandita e inequivocabile, identica nella forma a quella strana lingua che usavano per addestrare i cani. La sua paura andava soverchiata, la sua concentrazione riportata lì dove poteva essere produttiva.

    Concentrati su ciò che sai fare.
    È proprio perché siamo a casa nostra che siamo in vantaggio.
    Abbiamo costretto il bersaglio ad attaccarci ma è stato costretto a farlo perché ci stiamo muovendo nella giusta direzione.
    E ora vuole portarci sotto terra.


    Ascoltò l’eventuale rapporto del drago.

    Voglio affidare Seishinno ad un esperto, non possiamo rischiare di perdere la sua mente e la sua guida ed è probabile che sia stato messo di proposito fuori gioco perchè in possesso di informazione più dettagliate.
    Siamo nei territori del clan Yamanaka, Shorinku dovrebbe essere nei dintorni che venga chiamato e porti assistenza a Seishinno, potrà decidere lui come agire in merito ammenochè qualcuno qui non abbia già visto queste tecniche e sappia come aiutare il capoclan.


    Non aveva troppi appigli e in quella situazione pensò a Shorinku perché già gli aveva fornito i suoi servigi, uno Yamanaka sensitivo, esperto in interrogazioni mentali e maestro dei fuuinjutsu era perfetto per quel caso.
    Durante l'attesa si sarebbe voltato verso Fujiko, se nessuno fosse stato in grado di rispondere ai suoi ordini con i cloni avrebbe individuato dei chunin dal loro abbigliamento e gli avrebbe chiesto del Jonin strizza cervelli.

    Dobbiamo muoverci rapidamente, pensi che anche gli altri membri della radice siano compromessi?
    Non credo onestamente, gli attacchi sono avvenuti quando avevamo la guardia bassa e quando, forse, le guardie non erano all’altezza.
    Se la capoclan Uzumaki voleva scindere il concordato l’avrebbe fatto per vie politiche quindi lei non sta agendo al momento, c’è una possibilità che le altre due guardie siano infiltrati ma… a questo punto avrebbero avuto la maggioranza numerica e avrebbero attaccato prima di adesso, penso che per un po' la situazione rimarrà stabile.
    Forse il nostro problema è solo Seira, e potrebbe essere lei ad aver portato avanti questi attacchi in solitaria, per questo si è preoccupata di mettere KO chi poteva identificarla.


    Ripassò mentalmente le interazioni con Seira.

    Fin dall’inizio ha cercato un sottile depistaggio, propendendo per l’utilizzo dei cloni e prediligendo il contatto diretto con me.

    Scosse la testa.

    Continuiamo a giocare un altra partita, forse l’idea migliore è aggirarla.
    Ma non lasciarla agire indisturbata.
    Per quanto strano possa apparire ho fiducia nel rigore marziale di Soken.
    Tetsuba, il tuo olfatto è la cosa che ci permetterà di raggiungerlo il più in fretta possibile, trovalo e comunicagli che so del suo ruolo alla radice e che Seira è irrimediabilmente compromessa, ma che discuteremo tutto più tardi.
    Mandalo in supporto delle difese di Shika e allertalo su eventuali altri infiltrati che potrebbero essere di supporto a Seira, i suoi occhi saranno utili, tu non seguirlo per ora, torna da noi, dovresti riuscire a tracciare il mio odore.
    Se un qualche messaggio da parte tua può velocizzare la cosa, Fujiko, affidaglielo.
    Se non lo troverai Fujiko ti comunicherà la via più breve per arrivare dalle guardie di Shika e informarle della minaccia.
    Tieni a mente che gli Uzumaki possono sfuggirti ma al contempo non possono lederti, ma gli altri no, non ci sono altre illusioni in corso.
    Noi andremo a confermare la posizione dell’ultimo bersaglio: Hojo Uzumaki, trovo molto difficile che Seira stia agendo in solitaria, cosa importerebbe del concordato ad una Yamanaka dopotutto?


    Guardò entrambe, rapido e tagliente, per un ultimo messaggio.

    Questo è il NOSTRO villaggio.

    E con quelle poche parole lasciò andare l’Inuzuka.
    Mentre correvano verso la dimora di Hojo, che raggiungeva insieme a Fujiko in quanto lei non avrebbe avuto problemi a interagire con gli Uzumaki gli venne un ulteriore idea.

    Non sarebbe possibile includere anche me del concordato?
    Se non fosse necessario il sangue Uzumaki per farne parte taglieremo alla radice parecchi problemi, ovviamente solo se questo non causa un indebolimento del concordato stesso, non vorrei che accadesse proprio quando è sotto attacco.
    Visto che Shika è l’attuale medium però potremmo addirittura potenziarlo.
    Cosa ne pensi?


    E Youkai in quel momento dove poteva essere?
    Molto probabilmente insieme agli Uzumaki, ma poteva considerarsi al sicuro?
    Forse l’azione scatenante di quel putiferio era atta a stanare proprio loro, se solo uno dei due era il bersaglio infatti sarebbe stato facile isolarli, invece li avevano presi nel medesimo istante, Yato incluso.

    È possibile che stiano usando Yato come un osservatore consapevole o meno?
    Non riesco a spiegarmi il suo coinvolgimento.
    Inoltre, vista la tua connessione con la radice... mai sentito parlare di Tsukimaru Saitama?


    Quell'ultima domanda era un antico sospetto che quel caos aveva rinvigorito, aveva dato fiducia all'uomo per due volte, ma voleva vederci chiaro sul suo team di informatori.
    Ultimamente Yato aveva acquistato una discreta freddezza, ma l’avrebbe mantenuta se fosse stato informato dell’esistenza della radice?
    Prima di fargli fare azioni concrete avrebbe dovuto verificarlo, intanto, avvicinarsi agli Uzumaki l’avrebbe comunque avvicinato a Youkai, c’era la possibilità che lo stessero usando come leva per farlo muovere e non si sarebbe perdonato un qualsiasi danno alla sua incolumità, non perché fosse una macchia nel suo ruolo di Kage, ma perché avrebbe fallito due volte, nella vita e nel proteggere l’unica cosa che lo rendeva umano: gli affetti, quindi nel suo stesso Nindo.
  2. .

    Fidarsi è bene, Aiutare è Meglio

    III




    Usciti i due chunin dall’ufficio rimase seduto sulla sua sedia per qualche tempo, in silenzio. Li aveva indubbiamente mandati a compiere una missione dalle numerose incognite, e per quanto avessero possibilità di muoversi senza badare a spese per la loro copertura una volta in loco erano praticamente soli se non per un sistema di comunicazione che comunque non garantiva un tempestivo supporto.
    Ma dopotutto erano nina e chunin, con una discreta esperienza sulle spalle, sarebbe andato bene.
    Tuttavia fatta eccezione per il supporto strutturale dovuto dal villaggio lui aveva fatto ben poco, e si sentiva in debito sia come Raizen che come Hokage, la missione aveva rischi che in poco tempo potevano degenerare arrivando a far scomodare gli assi, individui contro cui dei chunin potevano materialmente fare ben poco, sia per affrontarli che per fuggire da essi, stavano parlando di un demone alla fin dei conti, un investimento dal valore difficilmente calcolabile.
    Aveva bisogno di qualcuno di fidato con cui aveva già collaborato, Febh era tra i pochi candidati e l’unico a cui non avrebbe in nessun caso dovuto guardare le spalle, inoltre le loro strategie avevano la naturale capacità di interagire con ottimi risultati.
    Avrebbe quindi preparato tre lettere: una per Hebiko, una per Ogen e una per Febh stesso.
    Alla prima poteva semplicemente chiedere un favore, qualche giorno di copertura sulle mansioni di Febh era in genere una mezza vacanza per il resto dell’ufficio, con Ogen invece doveva essere più prudente.

    Cara Viperella
    Spero che il set da the artigianale sia arrivato intatto, e spero anche che sia già arrivato per non rovinare la sorpresa, mi sono raccomandato più volte col ceramista su imballaggio e qualità dei materiali, ho dovuto insistere un po' per un flusso costante sopra un braccio di altezza e il tappo ermetico ma so che non resterai delusa dalla tradizionale aggiunta del doppio fondo per infusioni più ardite, mi raccomando, stai attenta. Puoi sempre usarlo per due tipi di the differenti.
    Inoltre hai una scusa per dare qualche giorno di ferie a Febh, mi serve per una cosetta ad Ame, verrà informato insieme a te della cosa.
    I progetti e la costruzione procedono senza intoppi, non inserirò comunque i lampadari a forma di serpente, sono orribili.
    Tuo, Raizen


    Ci mise un tono volutamente frivolo, stimolando il senso di debito con quel piccolo dono, pur sapendo di trovare Hebiko ben disposta a prescindere a quella richiesta.

    Cara Ogen,
    Ti scrivo per informarti di un’ ottima possibilità di espansione nei territori di Ame.
    Contestualmente alla presente lettera ne verrà recapitata una anche a Febh per partecipare ad una missione ad alto rischio in cui poter dimostrare il peso del clan Yakushi.
    Lascio al tuo giudizio le eventuali raccomandazioni a Febh, i miei interessi sono rivolti unicamente ad una reliquia ma il resto è terreno fertile per azioni di altro genere.
    Rispettosamente,
    Raizen Ikigami


    Una lettera volutamente allusiva, ma entrambi conoscevano lo stile dell’altro e comprendere le implicazioni di quelle righe non sarebbe stato difficile

    Cara Jasmine
    Si, questa lettera è per te Febh, non fare finta di aver dimenticato il tuo secondo nome.
    Ho sentito che questo periodo ad Oto è parecchio teso, e preoccupato per i tuoi livelli di stress sicuramente innalzati dalla mole di lavoro alla quale solo tu puoi assolvere ho contattato le alte sfere per garantirti qualche giorno di stacco e divertimenti programmati lontani dal lavoro.
    Un regolamento di conti ad Ame con ampie possibilità di atti di bullismo e soggiorno tutto compreso in una struttura ricettiva a Konoha.
    Mettiti in viaggio appena ricevi la missiva: è tutto pronto.
    Spicciati.
    Quello influente: l’Hokage, Raizen Ikigami.


    Ogni lettera riportava esclusivamente effetti positivi perché, beh, non ne esistevano di negativi. Almeno questa era la sua narrazione.
    Tappò la penna e tornò con un sospiro a sedersi al suo posto dopo aver approntato i corvi alla consegna dei messaggi. Aveva un opinione contrastante con Ame, la sua natura non era prettamente malvagia e considerando che i soldi erano l’ago della bilancia verso il quale pendeva la bontà di quel villaggio non l’aveva mai reputato una reale minaccia, tuttavia il demone aveva un valore inestimabile, un valore che stavano sottraendo alla pioggia per quanto questo gli appartenesse. Non era una missione da sottovalutare e quella consapevolezza lo rendeva irrequieto. Fin dal giorno in cui avevano appreso che il demone gli era stato sottratto proprio da Ame aveva ponderato sul come agire per riportarlo indietro e di fatto dare fiducia a due chunin, contrariamente ai suoi detrattori che lo reputavano incapace di fidarsi, si disse che era la scelta migliore. Se tutto fosse filato estremamente liscio il demone sarebbe tornato a casa e avrebbero avuto il vanto di averglielo soffiato da sotto il naso, se invece qualcosa fosse andato storto avrebbe avuto la possibilità di colpire duro rimarcando che era bene non prendere niente che appartenesse al Fuoco.
    Di certo non una delle celebri strategie di Shika, ma lui non era un tipo da stare a guardare dall’alto delle torri d’avorio, sarebbe sceso in campo per evitare fallimenti come la questione di Taki se necessario.
    Era ormai sera, accese la lampada e continuò a leggere i rapporti sulle terre di Iwa, aveva chiesto che quelli delle missioni nella zona gli venissero consegnati direttamente: cercava tracce del grido delle anime.

    […]

    La missione ad Ame era iniziata relativamente da poco tempo e in generale era necessario comunicare con tempistiche dilatate, anche perché le comunicazioni erano generalmente complesse e scomode da fare, ma il tempo era generalmente occupato da qualche richiesta assurda di Febh, mostruosamente produttivo nonostante fosse li da poco meno di un giorno.
    Sorprendentemente per via dell'efficienza dimostrata, il duo di chunin lo contattò nel tardo pomeriggio, venne infatti sorpreso dal portale di uno shishi che gli si aprì in ufficio, riportando rapidamente gli aggiornamenti comunicati da Youkai.

    Bene, ma non benissimo.

    Disse leggermente preoccupato.

    Ora inizierà, se possibile, la parte ancora più complessa.
    Ma si sono mossi rapidamente, informalo che mi sposterò immediatamente, conosco i dintorni di Ame e ti dirò dove trovarmi casomai sia necessario comunicare con un altro portale.
    Non sarò all’interno del villaggio ma nei pressi della via che da Konoha entra al villaggio.


    Gli avrebbe dunque fatto un disegno riassuntivo riportando elementi inamovibili e distintivi per fargli capire che avrebbe atteso in una macchia boschiva a circa quattrocento metri dall’ingresso, se non fosse stato lì sarebbe stato sufficiente attenderlo o lasciare comunicazioni scritte in qualche modo, le avrebbe rintracciate o sarebbe comunque arrivato.
    Salutato lo shishi avrebbe fatto rintracciare Febh attendendolo nell’ufficio.

    Pront…!
    Poggia pure tutte quelle carabattole e sappi che i souvenir non erano compresi nel soggiorno spesato.


    Datogli il tempo di disarmarsi dei suppellettili ed eventualmente di riequipaggiarsi delle armi l’avrebbe osservato con un mezzo sorriso.

    Pronto?
    Direi che si parte allora.
    Muoviamoci in grande, nel viaggio potremmo recuperare chakra, ci muoveremo in linea d’aria e potremmo stare a riposare sui draghi, per cui direi che possiamo procurarci un po' d’aiuto.
    Ah si, per bullismo intendevo che forse dobbiamo prendere a schiaffi qualche Asso di Ame.


    Disse distrattamente, sapeva che la cosa avrebbe fatto piacere a Febh.

    Evochiamo fuori dal villaggio ovviamente, questo edificio non è fatto per il re delle lucertole.
    E anche le strade rischiano di risentirne.


    Disse con una leggera risata.
    Una volta fuori dalle mura, con un piccolo manipolo di curiosi intorno a loro si prepararono alla partenza, fu la Montagna ad osservare il cielo.

    Non penso che questo bel tempo durerà.

    Sapeva cosa comportava evocare i grandi boss di contratto, sia suoi che quelli di Febh.
    Composti i sigilli, prima che qualsiasi nube di fumo potesse rivelare l’apparizione delle creature una colossale massa d’aria venne spostata, smuovendo tenuemente le fronde del bosco in cui era immersa Konoha, per poi rafforzarsi quando la massa venne scaldata, salendo più rapidamente. In breve tempo sarebbe stato necessario puntare i piedi a terra per far fronte alla folata di vento che pure si sarebbe calmata dopo poco, rivelando al cospetto di Raizen cinque draghi, ma eccezion fatta per Hibachi ridotto comunque a quindici unità tutti erano poco più corti di Raizen.

    Oh… singolare.
    Avevo perso memoria della sensazione di essere così minuti.


    Mi sento...Come se i miei fenomenali poteri cosmici fossero ridotti ad un minuscolo spazio vitale

    Fu Ou il primo a superare quel piccolo trauma e proferir parola, osservando il suo corpo molto simile a quello di Kubomi, nonostante nel profondo dei suoi occhi fosse ben chiaro di chi fosse quell’antico drago, come se il suo aspetto originario aleggiasse attorno a lui in foggia di vento.

    Hibachi, dovrai darci un passaggio.

    Il non più gigante drago rosso sbuffò qualche fiamma ma annuì, a nessuno piaceva quel ruolo, ma accettavano per il Guardiano dell’Equilibrio.

    Dovremmo mantenerci in incognito, sperimentavo questa tecnica da un po' di tempo, non potevo provarla senza prima avere certezze, durante le prove una spada mi è arrivata spezzata in due e non volevo rischiare… ho dovuto studiare a fondo per essere sicuro di non danneggiare quello che evocavo.

    I draghi si guardarono comunque con un leggero sospetto, nonostante fosse il Guardiano a parlare c’era un minimo di preoccupazione per la loro incolumità in quella tecnica così particolare. Il colosso per quanto la sua riserva fosse gargantuesca era comunque a corto di fiato, e si accostò in breve ad Hibachi per cercare sostegno.
    Di una cosa era consapevole: aveva certamente fatto qualcosa meglio di Febh, migliorando la tecnica di evocazione in una maniera che personalmente non aveva mai visto, per questo si sarebbe lentamente girato verso il suo maestro con un ghigno beffardo, in attesa dei suoi commenti.
    Era certo che il suo Ego non ne sarebbe rimasto deluso.
    C’era qualcosa nella presenza dell’amministratore che lo istupidiva ma al contempo lo metteva a suo agio, forse la consapevolezza che avrebbe fatto sempre qualche pasticcio più grosso del suo, forse un legame.



    Continua...


  3. .

    Un Veterano

    XII




    La piccola parentesi con Liu Bei si prolungò leggermente, senza però dargli buone notizie, il suo sorriso contrito mostrava che in fondo, già mentre chiedeva, sapeva che avrebbe ottenuto poco.

    Ah vero, dimentico sempre che vieni dal passato, si usa per un evento che si verifica senza regole o costanza.
    Un ultima domanda, non so se questa tasca lo permetterà, ma pensi che se ti fornissi qualche indicazione potreste far arrivare al presente uno dei sigilli del vuoto?
    Tipo Tian potrebbe lasciarlo in uno dei fari.
    Per il resto, non ti ho detto niente di preciso ma forse concentrarti sui problemi che ti ho esposto in futuro potrebbe tornare utile.


    Alla fine riuscì anche a far desistere Maya dal richiedere ulteriori pagamenti, dopotutto ognuno difendeva il suo portafoglio in quel contesto, in un modo o nell’altro.

    Vedi, un accordo si trova sempre.

    Con una scrollata di spalle ignorò il sorriso e tornò ad occuparsi di problemi più impellenti.
    Davanti a Kotaro, la sequela di commenti sul suo carattere non accennava a interrompersi, ragione per la quale decise di non trattenerlo ulteriormente, chi era lui per sottrargli la pietanza che tanto bramavano?
    Poggiò la testa alle sbarre, un pò stanco e un pò infastidito dalla cosa.

    Non sono “uno” cocco, sono l’Hokage, interrogo perché posso e devo.
    E basta con la psicoanalisi da mentalisti mancati, sottrai tempo alle cose importanti.


    Troncò definitivamente il discorso scambiando col kiriano le ultime battute che diedero delle percepibili scosse al suo volto da effeminato svampito, facendo emergere un cipiglio che probabilmente avrebbe portato problemi a qualcuno.
    Usciti dalla cella il suo sguardo cadde inevitabilmente su Q e Dageki, fin troppo esausto.

    Tutto apposto lì?
    Siete connessi, perché non gli cedi un po' del tuo chakra per farlo riprendere?


    Era leggermente guardingo nei confronti di Q, forse una leggera deformazione professionale mista all'apprensione per i draghi e le peripezie a cui la loro natura istintivamente pura e fiduciosa li esponeva, ma era comunque singolare che il drago rasentasse ancora la trance e Q non avesse neanche una goccia di sudore, soprattutto a rituale finito, momento in cui si aspettava un riequilibrio.

    Non ti sembra strano Toppu?

    Forse eccessivo, ma come gli aveva detto in precedenza l’onere di dimostrarsi collaborativo spettava a Q, ne lui ne i suoi avi avevano sterminato nessuno distruggendo un alleanza proficua e duratura nel processo.

    Me la cavo, uso grosse spade, mai pensato alle asce, sono un ninja dopotutto, non un boscaiolo.
    Abilità interessante, quindi se qualcuno ti concedesse un apertura potresti fare grossi guai.
    Lo terrò a mente.
    Puoi far rientrare gli attacchi degli alleati nel flusso dei tuoi?


    Alla fine, nonostante le varie puntualizzazioni, riuscirono ad evadere dalla cella e malgrado le paure ne allarmi ne guardie si palesarono.

    Strano.

    Se si fosse trovato alleggerito del suo equipaggiamento avrebbe speso qualche istante a rintracciarlo, memore del luogo in cui gli era stato confiscato.
    Anche la situazione esterna non era da meno, l’intero percorso era sgombro, cosa che permise di pianificare un po' più liberamente e forse uno svantaggio per chi gli aveva imbandito quella festa.

    Va bene.
    Vorrei dire poco male, ma pare ci toccherà pensare a qualcosa di più raffinato e complesso.


    Disse a mezza voce con un filo di risentimento, difficilmente le cose andavano bene in momenti di crisi simili, ma dopotutto era un kage proprio perché era in grado di uscirne.
    Il piano per intrufolarsi nella sala, nonostante i dubbi sembrò filare liscio e Osamu parve non accorgersi di niente, prestando attenzione esattamente all’evento che gli era stato piazzato di fronte perché vi si concentrasse.

    Tsk.

    Si calò immediatamente nella parte.

    Pensavo ci fosse qualche esagerazione nei rapporti in merito alle tue percezioni.

    Non diede alcun segnale a nessuno, era necessario mantenere ogni singolo elemento di quel gruppo in uno stato di massima allerta avanzando verso il Veterano, avevano davanti un nemico dei ninja che aveva inciso il suo nome nella loro memoria con il sangue.
    Un uomo forte, temibile, ma pur sempre un uomo, ed in quanto tale non esente da errori. Cercò a lungo nel suo viso beffardo e sicuro di sé segnali che avesse percepito l'originale, ma non ne vide, ed anzi, notò che nella sua insistenza quella che inizialmente aveva scambiato per tracotanza era reale ignoranza: non sapeva chi aveva davanti.

    Dunque davvero non mi conosci, interessante.
    Molto più di quanto non pensi, per entrambi


    Ma per il momento l’avrebbe fatto parlare, interromperlo significava risparmiare tempo e lui ne doveva guadagnare il più possibile.

    Quindi mi stai dicendo che per portarti dietro quelle che definisci piccole minacce ti butteresti a occhi chiusi in un 50 e 50?

    Sorrise.

    Dilla a qualche studente, forse ci casca.
    Tu non giochi d’azzardo, non si addice ad un generale del tuo calibro, cinquanta percento in questo caso vuol dire che minacci per metà noi e per metà te stesso.
    Se ci fosse l'esplosione avresti il 50, ma tutti noi qui resteremo a zero, ed a quel punto cosa ci impedirebbe di impegnare anima e corpo per portarti con noi nella tomba?
    Il perfetto equilibrio delle possibilità implica una difesa parecchio precisa, potremmo anche essere granelli ma anche un solo granello in uno qualsiasi dei piatti della bilancia sarebbe un disastro per le tue probabilità.
    Quindi andiamo pure avanti ignorando questa minaccia, spero sia un maldestro tentativo di portare questo dialogo dalla tua parte, altrimenti quel 50 sarebbe decisamente gonfiato.


    Ristabiliti i rapporti di forza di quella trattativa osservò le sedute materializzarsi.

    Ardito modificare l’ambiente qui sotto, forse ti piace davvero il rischio.
    Risparmia la fatica, l’ultima volta che mi son seduto sopra una sedia materializzata da qualcuno stavo per fare la fine del takoyaki.


    Meku gli aveva lasciato un piccolo trauma in merito. Orochimaru fortunatamente rispose al posto suo alla proposta di interrogatorio, in maniera sufficientemente piccata da rendere la richiesta di Osamu vana senza troppi complimenti ma fornendogli un interessante spunto.

    Hai usato quella porcheria anche su Hagemono, vero?
    La guerra metterà fretta, ma qui nessuno ha trovato scheletri nel suo armadio, sospetto ci sia lo zampino di qualcuno.


    Le notizie sulle linee del tempo lo scossero, non solo perché esistevano ma anche perché in quell’occasione era lui ad averne così tante addosso.

    Una donna di Hayate... io... e il Settimo…

    Rifletteva, ma era visibile della sorpresa nei suoi occhi, chi mai avrebbe potuto convocarlo e soprattutto perché?
    Si era fatto qualche idea in merito a Naruto, cambiare qualche virgola nella sua storia poteva facilmente portare a quel risultato, ma lui che vantaggi poteva dare?
    Era calcolato che si mettesse in contatto col settimo?

    Le linee sono date solo dalla convocazione o potrei averle perchè legato in qualche modo a ciò che avviene qui?
    E l’Oni?
    Lui non aveva queste linee?
    Viste o meglio sentite le sue parole sembrerebbe che sia lui l’artefice di tutto questo, ma non dovrebbe avere potere sul tempo, tu sai cos’è l’origine di tutto questo?
    So che destino, tempo e chakra hanno un legame particolare ma chiunque l’abbia studiato ha preso strane derive nella sua vita e io non avendone percezione non ho mai iniziato ricerche in merito trovando libertà nell’ignoranza, almeno in questa.


    Stava ancora in piedi, discutendo come fosse ad un aperitivo qualsiasi e non con essere in grado di rivaleggiare con le armi di Iwa.

    Sto tentando di risolvere il mistero della mia presenza qui, ma non riesco a capire il vantaggio dell'avere ME qui.
    Le linee possono dire qualcosa di più?
    Sono percorribile verso l’origine di questo casino?
    Quanto a me...


    Inspirò rispondendo alla sicurezza del Veterano con un espressione simile. Si piantò sul terreno in una posa più rilassata e mise le braccia conserte sfondando lo spazio sociale che li divideva con il petto.

    Devi aver frainteso le mie parole.
    Il tuo potere di manipolazione temporale non è qualcosa che può o non può essere necessario, come tutti gli altri, il tuo reale problema è l’interazione con il flusso temporale al quale appartengo.
    Hai già interagito a sufficienza con esso, ho visto l’Archivista…


    Non era vero, ma se a volte risultava efficace bluffare sulla propria forza ora lo era sulle proprie conoscenze e sulla figura dell’archivista, conosciuta indirettamente attraverso accurati rapporti poteva fare un po' di gioco.

    ...e avuto modo di vedere che pergamene ha sottratto e anche di comprendere il tuo intricato piano.
    Qualcosa di incredibile ma anche irripetibile, sarebbe stupido e anche avventato non riconoscere le capacità necessarie a… autogenerarsi di fatto.


    Una pausa strategica per lasciar intendere dettagli che in realtà non conosceva pienamente come voleva suggerire.

    Tuttavia quel piano ha saturato le tue possibilità, puoi influenzare il tuo tempo per completarti, ma non per togliere di mezzo quelli come me, se tocchi uno spillo di troppo scivolerai in un luogo dal quale è impossibile fuggire, non senza grossi sacrifici, anche per te.

    Il giudizio di qualcuno che pareva saperla lunga, il Veterano avrebbe compreso il valore delle sue parole dando fiducia al personaggio di Raizen?
    Puntava molto sull’apparenza, non del tutto fittizia, di grande conoscitore e considerando i risultati già ottenuti durante il consiglio che vantaggio aveva uno stratega accorto come il Veterano a non ascoltare i suoi avvertimenti?
    Erano deduzioni basate sui fatti osservati e che quindi lo stesso generale cremisi poteva confermare anche se per il momento solo con le sue conoscenze.

    Io, caro… Osamu è il tuo nome vero?
    Trovo scomodo chiamarti Veterano.


    Una piccola parentesi per dare una spolverata di sbrigativa supponenza.

    ... dicevo, Io vengo da un tempo nel quale tu sei Più completo, per il te attuale nuocermi non è impossibile ma equivale semplicemente a Fottere completamente il tuo piano perché implica un interazione col tempo che non rientra ancora nel tuo destino poiché io ancora non ne faccio parte.
    Oppure semplicemente perchè non ti è concesso, questa parte qualche dubbio me lo lascia ancora.
    In soldoni la mia più grande difesa da te… sei tu.
    Se avessi la certezza che tu fossi l’unica minaccia del mio presente mi basterebbe farmi uccidere da te per farti sparire per taaaanto, tanto tempo, forse non per sempre, ma stai certo che al tuo ritorno pochi pilastri sosterrebbero il tuo regno e ben poche gemme verrebbero intagliate se il te attuale arrivasse in ritardo all’appuntamento col tempo per affidarle alle giuste persone.
    Metti le mani molto in fondo alle tasche, Veterano, sono protetto da qualcosa che non hai ne previsto ne compreso.


    Sorrise mefistofelico.

    In questa tasca temporale la nostra partita è patta.

    Fece spallucce, chiudendo definitivamente quel capitolo.

    Vogliamo dunque parlare dell’aiuto che ci fornirai a fronte di queste informazioni che sono stato costretto a rilasciarti?
    Sembra che tu conosca l’Oni, ma lo conosci a sufficienza da sapere che non puoi allearti a lui?
    Siete obbligatoriamente ai lati opposti della scacchiera, lui vuole conquistare tutto per un re che si chiama Dominio, non Veterano, è uno strumento creato a questo scopo, tu invece per te stesso.
    Se ci sono due litiganti prassi vuole che sia un terzo a raccogliere i cocci del loro conflitto.


    Intendeva il terzo, come da proverbio, e indicò se stesso.

    Sei potente, una minaccia più grande dell’accademia, soprattutto se la stima viene fatta su te e sulle tue abilità.
    Quanto impiegherebbe quell’abaco con le ali a concentrarsi su di te?
    Tieni a mente che l'ho incontrato due volte e per due volte mi ha praticamente ignorato ma tu... tu sei un faro splendente.
    Qui stiamo risolvendo problemi del presente ma non del tuo, bensì del mio e di quello dell'Oni.
    Considerando tutto questo agire adesso contro di lui, attraverso noi, è forse l'unico modo che hai per darti un concreto vantaggio su un presente che non conosci.
    Quindi la domanda è: come puoi aiutarci ad aiutarti?


    Loro in quel patto mettevano sul piatto la loro stessa vita in quanto esecutori del piano, un piano che portava indubbio vantaggio ad entrambi e se Raizen aveva ben compreso il Veterano e i suoi poteri l'offerta di agire come suoi strumenti era ben vantaggiosa visto che le sue azioni l'avrebbero imprigionato nella Rottura, una prigione che ancora non aveva sperimentato ma che forse poteva teorizzare se aveva studiato per ricoprire il suo ruolo. Se il veterano avesse insistito sul suo punto Raizen l’avrebbe guardato con aria ancor più seria.

    Dunque non cerchi di spremere il possibile dalla situazione, sai come dare una mano a questo sogno a diventare reale almeno in parte in modo da portarti dietro qualche vantaggio.
    Scortese da parte tua nascondercelo, ma se lo sai tu anche l'Oni potrebbe e questo sarebbe un gran passo avanti per mettergli i bastoni tra le ruote, mentre ti parlavo credevo che essendo solo noi le cose reali qui dentro ciò che ci sta attorno potesse fare unicamente da archivio di informazioni e per l'Oni, con le giuste risorse, un luogo dove studiare suo fratello per poi ricrearlo nel presente.
    Dopo questo bel racconto ti chiedo: sei certo di volere qualcosa da me?
    Non ho fatto quel preambolo per caso, ricevere qualcosa da me potrebbe essere problematico per te, parecchio.


    Si sarebbe voltato verso Liu Bei per avere supporto in quell’affermazione per poi continuare.

    In fin dei conti posso dare poco a chi ha tutto.

    Una frase che diceva tanto dicendo molto poco sul presente del Veterano che di fatto, per quanto concerneva l'accumulo dei poteri, era arrivato al suo apice.

    Ammenochè non ci sia qualcosa di poco chiaro nella tua idea di conquista, e si possa trovare il modo di indebolire un nemico comune.

    L’originale intanto era riuscito nel suo intento e con la delicatezza di un neurochirurgo riuscì nel pericoloso intento di mettersi in contatto col mondo interiore di Naruto. Sapeva dei rischi che correva, ma sapeva anche che aveva svariati livelli intermedi prima di arrivare al nucleo più pericoloso, per qualche jinchuriki di primo pelo quello sarebbe stato un compito impossibile, ma Raizen era al momento il miglior jinchuriki in circolazione e sapeva cosa aspettarsi e dove andare. In quel luogo, malgrado all’esterno si corresse il rischio di un ecatombe regnava la tranquillità più totale, precipitò sull’idea del pavimento lento come una piuma, ed appena sentì il proprio peso sulla punta dei piedi i demoni ed il mondo interiore fittizio utile alla loro comunicazione gli si materializzò attorno.

    Ci siamo riusciti ragazzo, ma stai attento, io non dovrei essere qui, non insieme ad altre mie versioni, un conto sono due mie metà, un altro due versioni da linee differenti, muoviti con cautela.


    Altre versioni?

    Siamo riusciti a calarci qui perché questo posto ci appartiene in un certo senso, ma siamo di troppo, siamo un paradosso, ricorda che siamo espressione del chakra siamo molto sensibili a questo genere di problemi

    Chiaro... è solo questo?
    Non vorrei ci fossero influenze esterne.
    Pensi che lavorandoci sopra tu sia in grado di allinearti con un altra volpe?
    Tuttavia, possibile o meno meglio accertarci di essere in un ambiente pulito, tecnicamente questa volpe e forse anche gli altri demoni sono ancora influenzata dal Dominio, anche se non è un contatto diretto e quindi non può corromperci prima di pensare ad un allineamento sarebbe meglio liberarli.
    Manteniamo ben stretto un canale solo tra noi due, per ora stai nelle retrovie ma concentrati, monitora il chakra che ci circonda, dovresti comprendere per paragone se c'è qualcosa di diverso.
    Se dovesse servirti un diversivo dimmelo, ma credo tu sappia che ciò che ci serve è mantenere le acque cristalline… se non vogliamo fare la fine delle cartebomba.


    All’esterno di quella condivisione di pensieri così scatologica aveva la possibilità di comunicare con la quasi totalità dei biju, un esperienza che avrebbe preferito avere in un altra occasione.

    Kushina Uzumaki.

    Ripetè con un leggero inchino.

    Raizen Ikigami, decimo Hokage della foglia.

    Si presentò.

    Immagino possa suonare strano.

    Ascoltò il rapido resoconto di una situazione che continuava a ingarbugliarsi. La vista del settimo, inerme come un neonato, ma avvolto da un bozzolo di responsabilità e dolore gli contrasse la mascella. C'era modo e modo per condurre quelle battaglie, chiunque l'avesse costretto a tanto avrebbe ricevuto ben di peggio, promise tra se e se.

    Bomba paradosso… sempre una pessima fantasia il settimo.

    Disse con un sorriso amaro.

    Spero potrete fidarvi di me così come lo ha fatto Kurama.
    Sono qui con un intento simile a quello di Naruto ma ci sono importanti novità da considerare.
    Il suo stato attuale di salute e la scarsa conoscenza di ciò che lo circonda…


    Si guardò attorno verso gli altri demoni, osservandoli uno ad uno.

    Lo espone al suo stesso nemico che al momento è al corrente del suo piano e lo aspetta a pochi metri da lui.
    Io stesso, curiosamente con una strategia molto simile alle sue, ossia sfruttando un clone, lo sto tenendo occupato.
    Dobbiamo convogliare le vostre energie su di me, vi trasporterò io e al momento opportuno vi scaricherò addosso al responsabile di tutto questo.
    Purtroppo la nobiltà del piano di Naruto non cambia la sua situazione, è moribondo ed indifeso e comporta pericolo per noi e per voi, con la giusta organizzazione dovrei poter preservare la vostra vita, dopotutto non sarebbe la prima volta che vi trovate riuniti in un unico corpo e per un periodo di tempo limitato non sarà un problema.
    Forse riusciremmo finalmente ad alleggerirlo almeno di questo fardello e non renderemo i suoi ultimi istanti pura agonia.
    Ci sono ancora vari dubbi in merito, io stesso non so se la concentrazione di chakra una volta emessa possa essere una vittoria o una conferma della nostra sconfitta ed anche per questo è necessario migliorare questo piano, e renderlo più controllabile.
    Tuttavia...


    Una richiesta sicuramente difficile a cui dare risposta positiva, ma avevano risorse per poterla rendere possibile. Chi e come si sarebbe opposto?

    Sapete dirmi con estrema certezza quale è lo stato dei demoni?
    Sono sereni, in equilibrio?


    La situazione della volpe originale di quella tasca gli interessava in particolar modo, poteva infatti essere, per somiglianza, un utile appiglio per tecniche di quel tipo, e se così non era nella risposta a quelle domande poteva esserci qualche utile informazione.

    Posso parlare con il più antico dei portatori?
    È l’unico tra noi che può notare una sottile differenza: la presenza o meno di uno sgradito ospite che da tempo, molto prima di tutti noi, ha soggiogato i demoni per poi impedire loro di averne memoria e quindi modo di liberarsi.
    Il nostro numero dovrebbe permettergli di palesarsi, ci servirà tutto l’aiuto possibile per purificarvi e procedere al passaggio… se non lo facciamo corriamo il rischio di andare a combattere proprio chi li ha corrotti e servirgli su un piatto d’argento l’arma più potente che possa desiderare.
    Il suo controllo è assoluto, malgrado la mente della volpe fosse salda tanto quanto la mia qualsiasi manifestazione del suo chakra era sotto il suo pieno controllo, non esisterebbe modo di rendere efficace questo piano senza questo passaggio.


    Una cosa era certa, i ricordi erano chakra, seppur infimo voleva dire che più di una fonte era presente in quel luogo, e questo era un pensiero rincuorante.

  4. .

    Il Riposo dei Risorti

    I




    Dopo la discesa nello Yomi no Kuni il mondo reale era saturo di stimoli, per quanto il rischio di restare per sempre nel regno dei morti e i complessi eventi accaduti al suo interno quel mondo era silente e spento come ci si aspetterebbe dalla dimora della morte. Uscire all’esterno e sentire il vento sulla pelle fu come rinascere, era come se la presenza di stimoli avesse rimesso in moto le sue percezioni.
    Sentì la minuta mano di Hebiko nella sua, liscia e delicata nonostante la cenere del mondo del vendicatore e leggermente fredda nonostante tutto. Si voltò verso di lei e le sorrise, stringendole la mano e poggiandola sulle labbra non solo per baciarla ma anche per sentirne di nuovo l’odore, dolce, tenue e piacevole, distante dagli acquitrini otesi, inspirò prima di allontanarla nuovamente.

    Andiamo, non voglio stare un secondo di più vicino a sto posto.
    Youkai tornerà con gli shishi.
    Vai dritto a casa, non la passi liscia se devo tornare a cercarti da qualche parte, ti avverto.


    Avrebbe evocato uno dei draghi rossi, tiepidi al contatto come sempre, e dopo averlo ringraziato per il passaggio si voltò nuovamente verso la sua Viperella, le fece scivolare le mani sui fianchi e la issò senza difficoltà in groppa al drago raggiungendola poco dopo prendendo posto dietro di lei. Dovette ammettere a se stesso che necessitava di sentire qualcosa di diverso dal freddo sulla pelle, per questo aveva scelto un drago Rosso. Mentre il leggendario rettile prendeva quota cinse Hebiko per la vita, stringendola a se in un caldo abbraccio. Rimase fermo senza considerare il tempo che passava, sentendo il profumo dei suoi capelli scorrere sul suo viso, accettando anche il fastidio con piacere, mentre il rosso di lei e il nero dei suoi si mischiavano trascinati dal vento. Dopo un tempo che ebbe il piacere di ignorare mise il viso accanto al suo, ed un tocco di labbra dopo l’altro, dal collo fino alla bocca la baciò, tenendole il viso con una mano per sfiorarle la guancia vellutata.
    La guardò negli occhi a lungo, erano simili ai suoi per chissà quale incrocio del destino, entrambi con le iridi verticali, seppure le motivazioni fossero ben diverse, a volte si poteva aver paura di guardare nel silenzio gli occhi di chi si ama, per timore di vedervi riflesse paure o incertezze, ma Raizen non temeva ciò che c’era negli occhi di Hebiko, in quel mondo dal colore così inusuale, diviso da un abisso verticale, c’era solo lui, così come nei suoi c’era soltanto Hebiko. Le riavviò i capelli e non potè fare a meno di accarezzarle un orecchio e baciarla ancora.
    Nel suo corpo ogni tensione andò allentandosi, soffiata via da un vento frizzante ma piacevole,lontano dalle battaglie, dalla tensione e dalla violenza riusciva ad essere morbido e delicato e trattare una Kunoichi forte come la Dokujita come la creatura delicata che era sotto le scaglie.
    Quando arrivarono a Konoha era poggiata sul suo petto, quasi stesa tra quello e il suo braccio, le aveva evitato le sferzate di vento più fastidiose proteggendola col palmo della mano e un gesto per volta ne aveva raccolto le gambe per metterle sopra alle sue, fino a raccoglierla tra le sue braccia come se fosse dentro un nido, anche se al loro nido erano appena giunti.
    Raizen si calò dal drago quasi con passo felpato, congedando il drago poco dopo, come se volesse evitare di svegliare qualcuno che trovasse il modo di disturbarli, il suo appartamento in realtà era defilato e lontano dalla parte densamente abitata del villaggio, ma quel silenzio aiutava anche a non rovinare quell’atmosfera così rilassata. Avrebbe poggiato la viperella a terra solamente quando fosse stato necessario cercare le chiavi della porta, chiedendole di pazientare con una carezza sul viso. La casa non sapeva di chiuso, un odore neutro di pulito li accolse, misto alle note personali di Raizen che inevitabilmente erano presenti nella sua dimora e che Hebiko conosceva.
    Non vennero abbagliati dalla luce, che prese calore lentamente, crescendo come un fuoco sulle pareti, restando bassa e discreta, davanti ai due solamente un luogo sembrava avere senso: il grande divano dove avrebbero aspettato una cena da asporto. Si stese, stremato dalla missione infinita, con un occhio chiuso per cercare di riposare e l’altro che guardava il viso di Hebiko stesa sopra di se a cui accarezzava il viso.
    Dopo qualche minuto passato nel tepore domestico, coccolati dalle certezze che solo le mura di casa potevano dare, divenne impellente la necessità di lavare via il sudore e la fatica, fastidiosi come un sassolino dentro alle scarpe, per premiarsi con indumenti morbidi e puliti. Sarebbe stato impossibile per Hebiko rifiutare di utilizzare insieme la doccia, era grande a sufficienza perché Febh potesse chiamarla camera da letto e l’acqua cadeva verticale da una grande porzione del soffitto, dando l’impressione di lavarsi sotto una cascata dalla temperatura sempre gradevole. Svestire la viperella era un gesto che faceva in quel momento con gentilezza e pazienza.
    Non potè non notare il seno pieno e sodo che nella sua naturalezza si rilassò appena quando rimosso il sostegno dei vestiti, passò da sotto il costato per raggiungerlo dalle spalle, e invitarlo leggermente verso l’alto per riempirsi le mani di quella liscia pelle. Sotto alle sue dita la pelle si animò di un riflesso incontrollabile accentuandone il pallido rosa in due punti ora più evidenti al tocco leggero che gli permise di sentirli sotto il palmo di mano. Il baciò che accompagnò quel gesto misurato ma desideroso di soddisfare qualcosa che quel corpo aveva creato spostò di qualche secondo le lancette dell’orologio perdendosi nel quadrante. Poco dopo si alleggerì a sua volta, impossibile non notare nella sua pelle indurita dal sole le imperfezioni di una vita colma di esperienze, tra cicatrici e leggere imperfezioni che arricchivano la sua pelle come una mappa in cui era possibile ripercorrere la sua storia, il contatto tra i due fu come quello tra due petali a cavallo della brezza, le sue mani scorrevano lungo i fianchi di Hebiko suonando una calda e affettuosa melodia.
    Quando la doccia scrosciò sui due fu come se le carezze che si scambiavano venissero amplificate, l’acqua scorreva, lavando via i brutti ricordi e lasciando solo loro due sotto di essa, liberi grazie al sapone dai vincoli della pelle salmastra. Chinatosi per mondare l’intero corpo dalle prove superate non potè evitare di soffermarsi sulla genuina bellezza della Dokujita, dolce come nessuno si aspettava che fosse la assaggiò più volte, con dolcezza, tracciando una linea tratteggiata dal basso ventre fino al collo mentre traeva a se quel corpo come se i loro interi corpi fossero labbra, come se la carne potesse mischiarsi in sensazioni nuove.
    L’acqua scandiva quei gesti accumulandosi quando i loro corpi si univano, scrosciando a terra in una sola volta quando si allontanavano nuovamente, spezzando la monotonia del getto costante con accenti disordinati e casuali. La sfregò delicatamente accarezzandola come un opera d’arte, esitando nel suo corpo ogni qual volta una sua voglia incontenibile glielo suggeriva. Grazie al contatto intermittente tra le sue labbra e il corpo di lei i suoi sensi, sempre affilati, non poterono non notare l’acqua ora tenuemente salmastra, il suo corpo si scioglieva attorno a lei, accumulando la tensione in un unico punto.
    In poco tempo divenne acqua, e come l’acqua la accarezzava, rallentando leggermente quella corsa sfrenata ma senza risparmiarle qualche onda più sferzante. In quella danza così stretta però notava che la viperella si lasciava trasportare dalla musica pur volendo provare a condurla a sua volta, forse per un moto di orgoglio che Raizen non desiderava spegnere bensì incoraggiare.
    Impossibile a quel punto non sentire sulla pelle lo strumento che Raizen le porgeva per condurre quel gioco, pur senza mostrare alcuna impazienza. Avrebbe infatti atteso che quell’ansia da palcoscenico calasse e le permettesse di familiarizzare con quell’esperienza e con uno strumento di quel tipo. Quando sentì il tocco di lei avrebbe continuato ad invitarla a proseguire quel movimento e soltanto quando fosse stato opportunamente accordato avrebbe chiuso l’acqua per portarla nel vero palco, coperto da lenzuola in morbido e liscio cotone, pesanti al tatto ma fresche.
    Si distesero insieme legati da una corda di baci più tenace dei sigilli Uzumaki che lentamente gli avvolse attorno a tutto il corpo, stringendo e accarezzando qualsiasi cosa che riuscisse a prendere tra le mani trattenendosi con grazia e competenza nei punti più sensibili. Solo quando avesse sentito i suoni ovattati dalle gambe di Hebiko che chiedevano qualche secondo per comprendere quel momento così idilliaco si sarebbe fermato, guardandola da vicino mentre le mani stringevano le lenzuola cercando tra di esse un appiglio che infondo non serviva.
    L’ansia e i problemi del primo concerto erano spesso intramontabili ed era necessaria pazienza per dissiparli e rendere positivamente irripetibile quell’esperienza, per questo fino a che non gli fosse stato richiesto sarebbe stato gentile nei modi venendo aiutato dalla naturale elasticità della sua amministratrice.
    Era inevitabile però che quella sinfonia nel suo scorrere dovesse avere dei crescendo, in un susseguirsi di armoniose curve che di volta in volta alzavano il picco dell’intensità. Dopo i sinuosi archi vennero gli squillanti ottoni, poi i rigidi legni e infine le roboanti percussioni, tuttavia la melodia andava avanti senza regole, guidata solo dalla matematica del piacere in cui uno più uno poteva dare ben più di due.
    In quei momenti non esisteva niente di preferito, tutto sfiorava la perfezione perché tutto veniva surclassato dall’istante successivo.
    La notte non fu breve, interrotta da risvegli frequenti, a volte guidati dalla sete, altri dalla fame di carne, caddero stremati più di una volta, ma più di una volta si rialzarono per combattere ovunque ci fosse spazio per due corpi che si amavano.
    Dopo aver mangiato qualche avanzo e qualche cibo a lunga scadenza reso eccezionale dalla fame e dal bisogno di nutrimento entrambi si abbandonarono sul divano, vestiti a stento dai propri capelli con Hebiko adagiata sopra di lui mentre le mani, finalmente scariche dalla tensione repressa, si muovevano placide, animate solamente dal piacere della pelle dell’altro, nonostante la Montagna trovasse ben più spesso piacere tra i morbidi saliscendi delle curve dell’otese piuttosto che sul collo o altrove.

    Pensavo.

    Disse per poi interrompersi brevemente e farsi guardare negli occhi.

    Perchè non una casa?
    Prima mi hai chiesto perché avessimo aspettato e beh, niente c’è stato favorevole, dalla distanza agli impegni.
    Questo appartamento mi piace ma il villaggio mi sta stretto, vorrei più respiro.


    Continuava ad accarezzarla, ancora avido del contatto con la sua nuda pelle.

    Qualcosa in alto, nascosto, lontano da tutti in cui rifugiarci in ogni secondo di libertà, in mezzo alla natura e dove lo sguardo possa vagare per miglia senza mai trovare ostacoli.

    Aveva occhi sognanti, segno che stava pensando a qualcosa di impensabile.

    Qualcosa che possa muoversi, dopotutto perché accontentarsi di un posto?

    Concluse con un sorriso.

  5. .

    Il Nido del drago

    Ikigami no Tatemono







    Chiedete ad un progettista se è più facile edificare o progettare una casa e vi risponderà che riempire di nuove idee e concetti un foglio bianco è sempre una disgrazia condita di problemi e insaporita da soluzioni, chiedetelo ad un maestro di muri e vi dirà che esistono solo problemi su cui mettere la giusta quantità di calce per tenerli assieme.
    Chiedetelo a chi ha partecipato alla realizzazione del Nido del Fuoco e riceverete un coro concorde di problemi e lamentele sia dal lato progettuale che da quello realizzativo: chiedetelo a Raizen Ikigami.

    Una grande idea ha sempre grandiose soluzioni per ciclopici problemi.

    Dopotutto cosa poteva rispondere l’ideatore, il progettista e il realizzatore di una simile opera?
    Il lungo processo era iniziato con l’idea di una casa lontana da Oto e da Konoha, una casa degna di un Hokage e di un amministratrice, qualcosa che torreggiasse su un paesaggio sconfinato. Però non poteva bastare, qualche volta l’umido della montagna era troppo e si desiderava il clima secco delle zone più basse o il salmastro delle spiagge. Nessuno dei due però era tipo da abituarsi ad avere più dimore e concepirle come proprie ed in risposta a quell’esigenza che normalmente era insormontabile pensò che una casa poteva spostarsi se un arma poteva camminare.
    Passarono giorni e notti insonni, in cui fu necessario risolvere problemi strutturali e di stabilità ma furono giorni stimolanti soprattutto perché lui stesso poteva mettere in pratica ciò che pensava e correggerne gli errori. Gestire un simile flusso di lavoro era il sogno di qualsiasi catena di montaggio ed il paradosso era che ogni modifica in risposta ad un problema era come fare un salto avanti nel tempo poiché le soluzioni erano sempre e comunque le sue. Dopotutto erano cloni.
    Fu in questo flusso di pensieri che inevitabilmente i problemi vennero ridotti all’osso e risolti con un unica soluzione: una piattaforma super rigida, un alzato flessibile e i draghi avrebbero pensato agli spostamenti. La struttura nella sua interezza aveva la possibilità di potersi issare in delle palafitte, in modo da tenere sempre il piano orizzontale e poter essere posizionata sopra a degli specchi d’acqua.
    I cantieri richiesero tempo e risorse e per un discreto periodo di tempo che Raizen fu costretto ad affrontare applicando alcune delle sue tecniche più raffinate, sdoppiandosi grazie ai cloni corporei e dando a loro la possibilità di lavorare in maniera indipendente mentre lui gestiva il villaggio come di consueto. Una volta applicate le giuste cure in ospedale infatti era certo di poter mantenere le sue riserve al massimo come anche il clone che avrebbe prodotto la squadra di lavoro, consumando più tonici di quanti potessero fare bene alla salute durante il periodo. Per la prima volta provò anche una leggera difficoltà nel rilasciare il clone, la quantità di esperienze acquisite iniziavano ad essere vaste e la consapevolezza della sua natura quando il tempo passava era problematica, ragione per la quale accorciò i tempi di operatività del clone per salvaguardare la sua natura mentale.
    In poco tempo, la quantità di esperienza raccolta lo trasformò in un operaio invidiabile e la coordinazione raggiungibile dai cloni fece procedere il cantiere a velocità impensabili.
    Attraverso dei contratti privati con i Senju si fece creare le strutture lignee adatte a creare una scatola rigida a sufficienza da sopportare qualsiasi spostamento e che, grazie alla possibilità concesse dalla loro tecnica speciale, non necessitavano di tinte e manutenzione potendo dare al legno colori senza nasconderne la bellezza intricata delle sue venature.
    I progetti delle travature venivano sempre consegnati in fogli dettagliati che ne esplicavano uso e proporzioni ma che rappresentavano esclusivamente le stesse, rendendo possibile risalire al loro utilizzo per via delle specifiche sulle venature ma mai alla posizione all’interno dell’edificio. l’intricata progettazione si avvalse anche dello studio del palazzo del daimyo, per comprendere come rendere modulari gli ambienti, favorendone l’intercambiabilità per meglio adattarsi a nuove zone nei limiti del possibile.
    Il palazzo venne costruito quindi per stanze modulari che non avevano grandi vincoli compositivi se non quelli stilistici in modo che il palazzo fosse sempre coerente a se stesso.
    L’esterno appariva prevalentemente rosso per via del legno Senju ordinato di quella tonalità, ma dove questo non era esposto le pareti erano bianco avorio e le tegole scure mentre le Oni-gawara volute dalla tradizione rappresentavano i clan dei draghi rispettando il punto cardinale di appartenenza, l’orientamento della casa rispetto ai punti cardinali infatti non poteva cambiare a prescindere dal luogo per una questione di esposizione alla luce solare.
    I tetti spioventi e opportunamente inclinati, avevano delle falde i cui colmi terminavano con un leggero rialzo, dando all’edificio l’apparenza di essere un rogo. Il tetto era poggiato su un sistema antico ma più efficiente persino del moderno cemento e permetteva di avere molto più spazio libero all’interno, similarmente alla struttura dei grandi templi occidentali.
    Per quanto la composizione potesse cambiare l’abitazione era concettualmente simile ai grandi castelli dei daimyo, con un giardino o corte su cui si affacciavano le stanze private o le dependance, utile anche a dividere l’esterno dall’interno e li stesso, in linea con l’ingresso alla corte era presente anche il più massiccio corpo principale dove era possibile trovare, disposte su diversi livelli la sala degli eventi, quella dei ricevimenti, la sala delle armi mentre al penultimo piano stava la sala da letto, sovrastata solamente dallo studio privato di Raizen.
    Gli ingressi erano in entrambi i casi maestosi, quello delle mura di cinta pur non essendo fortificato aveva un apparenza distinta e importante, poggiato da entrambi i lati su una doppia fila di colonne rosse che anticipavano il muro su cui era fissato il cancello, scuro quasi quanto le tegole e quasi impreziosito dalle borchie metalliche. Nel grande spazio risultante si innestava anche il muro di cinta, strutturalmente indipendente, ed a cui il grande cancello faceva quasi da fibbia e diventava un utile spazio per dare riparo ad un nutrito numero di persone se fosse stato necessario attendere l’apertura delle porte o ad un drago se vi fosse stato messo a guardia. L’ingresso al corpo principale invece era era anticipato da un alto colonnato, doppio, che correva lungo tutto il perimetro e che forniva una leggera penombra prima di accedere agli spazzi interni invasi dalla luce che filtrava dalle ampie finestre poste sopra lo spiovente che copriva il colonnato. Il passaggio dall’esterno era curioso e piuttosto scenico, si passava infatti dallo spazio aperto e naturalmente luminoso, ad un ingresso più placito, per poi aprirsi in una grande sala dominata dai toni chiari del legno naturale che rifletteva non poca luce grazie alla finitura semilucida data da un sapiente utilizzo delle tecniche di ebanisteria konohaniana che esaltava la perfezione della rifinitura poco dettagliata ma meticolosa e precisa anziché l’arzigogolata complessità degli intarsi.
    I lavori procedettero in maniera organica, lontano da occhi indiscreti, e circondando il cantiere di tutte le maestranze necessarie alla realizzazione di una casa perfettamente funzionante, dalle fondamenta fino agli ornamenti draconici che ornavano il colmo più alto della magione.
    Il risultato era una coerenza incrollabile, propria dei luoghi sacri ligi alle regole dei loro culti, mentre qui ogni elemento corrispondeva all’idea di Raizen. Il palazzo era un chiaro richiamo al fuoco e già attingendo alla tradizione architettonica di Konoha ne richiamava pienamente i colori esternamente, e tutti i volumi, sfinandosi mano a mano che crescevano in altezza ricalcavano le forme di una fiamma, spinta verso l’alto dai tetti ricurvi.
    Un grado di controllo necessario se si voleva rendere possibile a quella casa di potersi sospendere sopra le nuvole dei draghi.


  6. .

    Il Clan Nascosto

    VIII






    Sulla notizia di Hitomi annuì.

    Mh, un informazione effimera da mantenere in considerazione ma meglio non ignorarla.
    Altri segni particolari?
    Non è normale consegnare di persona i rapporti ad Hitomi gestisce il mio ufficio non i rapporti in entrata, il suo ruolo non è quello, c’è un ufficio preposto, una singola segretaria non può far fronte a tutti i rapporti dopotutto.
    Avete mai avuto modo di visionare i rapporti successivamente?
    Erano presenti differenze?


    Aveva fiducia in Hitomi, l’aveva assunta selezionando il suo profilo tra un pool di candidate non da poco, era molto strano che qualcuno si fosse scientemente infiltrato in quella selezione e avesse superato il suo vaglio con l’intento di fare spionaggio, i parametri di selezione erano totalmente introvabili in quanto li decideva lui stesso.

    Ho detto che valuterò.
    Non che vi separerò a prescindere.
    Già questa reazione smodata non gioca a vostro favore, avete perso la tranquillità alla sola possibilità di una separazione partendo per la tangente e dicendo ad un vostro superiore che sbaglia senza neanche uno straccio di spiegazione, e questo soltanto perché non condividerete più l'ufficio.
    Mi sembra un po' esagerato visto che non sono minimamente interessato alla vostra vita privata ma esclusivamente a quella professionale.
    Partite in negativo, se volete mantenere questo team dovrete portarmi prove ben concrete della sua tenuta in situazioni che facciano leva sulle relazioni al suo interno.
    Ve lo ripeto, i legami sono importanti, ma bisogna saper distinguere, tracciare delle linee per renderli un vero vantaggio, e voi rendete chiaro come il sole d’agosto il punto debole dei rapporti.
    L’esperienza non fa competenza, lo dico spesso, ma non fatevi accecare dall’ego, non mi sono messo il cappello da solo. Abbassate la cresta.


    Disse in tono più colloquiale ma leggermente spazientito per poi voltarsi verso Yato.

    Bene, ma fallo in silenzio, non ho bisogno che mi venga sottolineato l’ovvio per l'ennesima volta.

    Dopo le nuove opposizioni inspirò a fondo per poi sbuffare.

    Vi sto proteggendo, e se non avrò ciò che chiedo lo farò contro il vostro volere, dovreste essere sufficientemente grandi da comprendere le mie ragioni e soprattutto il valore di un ordine.
    Yato si è stranamente accontentato di un po' di cuore, ma vedo poche strade percorribili se un kunai puntasse la gola di Yebiko svenuta con l’ordine di invalidare Youshi pena la sua gola recisa o viceversa.
    Certo, in questo caso l'errore sarebbe a monte e faticheremo sempre e comunque a fare simili scelte, quello che voglio fare è permettervi di avere quanta più calma possibile, è la prassi e ripeto, vale solo per le missioni.
    Forse potrei porla in maniera più essenziale ponendovi il giuramento della polizia del villaggio: siete in grado di giurare di poter mettere l’altro in carcere se venisse incriminato?
    Dai futuri guardiani dei guardiani ci si aspetta un si perchè la loro prima fedeltà va alla legge, ma nonostante questo i superiori non gli affideranno mai casi simili e la forzatura necessaria a rispondere in maniera corretta a questa domanda ne è il motivo.


    Avrebbe ascoltato un ulteriore risposta ma senza replicare, riservandosi il diritto di valutare successivamente quel caso come aveva anticipato.

    Vai pure a prenderla.

    Disse guardando Yebiko ma riferendosi a Yashamaru.

    Non sono qui per fare un trattato sui sentimenti e la natura umana.
    Meglio chiudere questo discorso prima di ulteriori passi falsi.


    Concluse con tono lapidario.
    All’arrivo dell’indumento la reazione del cane fu se possibile ancora più inaspettata: non riusciva a tracciarlo e dall’altra metà delle indagini gli venne confermato che la ragione era molto semplice: gli odori non corrispondevano.

    Non riesce a tracciarlo perché non è in grado di associare i due odori.
    Ora, capisco che senza particolari percezioni non sia facile, ma sapete per caso dirmi se l’odore di quella maglia vi ricorda Yamato?
    O vi lascia una sorta di dubbio?
    Prima Youshi mi ha detto che vi è capitato di separarvi in missione, ma non si è mai dimostrato ben più abile del previsto o dell’ordinario nel farlo?


    Quella risposta in realtà era superficiale, era chiaro ormai che la situazione di Yamato fosse compromessa, c’era solo da capire se i tre ne fossero o meno al corrente o complici in qualche modo.

    Per chiarire, un cane Inuzuka non riesce a tracciarlo, vi rendete conto di cosa questo voglia dire se si sta parlando di un genin, si?

    Lo scambio con Yato fu invece meno fruttuoso, niente sembrava accendere alcuna lampadina in lui.

    È il tuo coinvolgimento che contrariamente a tutti gli elementi non ha neanche una risposta.
    Si può dire che Yamato sia strettamente coinvolto in tutta questa storia, per caso o meno, i suoi compagni di missione lo diventano di conseguenza ma sembra che siano imprevisti, lui era sorpreso di quell’evento, quindi forse era un errore di percorso.
    Tu però sei stato tirato dentro di proposito da chi ha iniziato questa storia.


    Fece qualche smorfia mentre valutava.

    Che uso i cloni è noto per tutta l’accademia, quindi non potevano davvero pensare di infastidirmi fornendomi più di una pista… se supponiamo che Yamato fosse davvero lì per caso il suo team è semplificabile in quest’equazione.
    Tu però no.
    Volevano che tu fossi con me per qualche ragione o quantomeno non ti reputavano un rischio.


    Annuì qualche volta tra se e se.

    Bene.
    Direi che…


    Pensò per un istante se poteva fidarsi del fatto che il gruppo fosse all’oscuro di tutto, ma dopotutto non si erano traditi in alcun modo ai suoi occhi.

    ...possiamo andare.
    I problemi di Yamato non vi tangeranno, sembrate totalmente all’oscuro di una buona fetta della sua vita, e sarà solo lui a doverci fare i conti.
    Restate comunque nel villaggio per un paio di giorni o fino al ritiro di quest’ordine in caso sia necessario parlare d’altro.


    Poteva essere iper prudente e fargli piantonare la casa per un giorno o due, ma era una questione di scelte, e decise di non farle.
    Una volta fuori dall’appartamento il ritmo di urgenza era svanito, il clone camminava per la strada dando l’impressione di aver ben pochi pensieri sulla testa.

    Direi che abbiamo un ultimo imprevisto da sfruttare in questa storia: Hitomi.
    È un informazione generata da un possibile errore e dobbiamo vedere dove ci porterà questo battito d’ali di farfalla.
    Intanto che ci dirigiamo a casa sua… come procede a Kiri?
    Sento fin troppi pregiudizi per l’unica figura esterna e forse interna al villaggio che gli ha riportato un kage e un tesoro nazionale.
    Sei antipatico, ma la tua astuzia e l’insolito affetto del mizukage nei tuoi confronti potrebbe tornare utile.


    Avrebbero avuto il tempo di qualche scambio prima che il dedalo di vie del centro storico di Konoha rivelasse l’appartamento della segretaria.




    [Quartiere Yamanaka]



    Alzò le spalle alla domanda del biondo paffutello.

    Sto cercando di capirlo, ho sempre trovato assurdo che fossero del tutto scomparsi da Konoha e dalle terre del fuoco, senza notizie di contrasti o divisioni.

    Stava per mandare al diavolo la vecchia quando gli disse di vivere di rendita, ma si morse la lingua e sorrise leggermente a disagio, dissimulando quel picco di fastidio.

    È sempre bello sapere quanto ninja della vostra levatura apprezzino il lavoro dell’amministrazione.

    Disse con un sorriso di cortesia.

    Evidentemente frutto di un ottimo lavoro.

    Commentò sulle sparizioni Uzumaki.

    Strano però che non siano connesse a nessuno scandalo, arriva un Uzumaki qualcuno ne denuncia la sparizione quindi è preoccupato e ha dei legami con lui, ma nessuno si impegna a sufficienza da capire cosa succeda, o insiste con le autorità per avere informazioni

    Gli tornava poco, ma forse tra quelle sparizioni e il caso di Youkai c’era un qualche parallelismo.

    Qualcuno avrà pur perso un amico fidato… non sarebbe male incrociare qualche identità in archivio con gli spariti.

    La traccia olfattiva intanto stava creando un discreto caos.

    Mezza trappola forse.
    Come ha detto Tetsuba un odore posto su un supporto come potrebbe cambiare?
    Credo che abbiamo interagito con qualcosa in una determinata finestra di tempo che ora sembrerebbe essere chiusa, non so se la nostra interazione però era prevista, come anche il fatto che ci lasciasse a brancolare nel buio, magari hanno avuto fiducia nei loro mezzi.
    Credo che qualcuno voglia farci indagare al posto suo pur tenendo le spalle coperte.
    Non sappiamo con precisione da dove siamo partiti, eppure un po' alla volta avanziamo.
    Questo è strano.
    Non vedo ragione per la quale dovremmo fermarci Seira-san, se lei ha notato qualcosa che mi sfugge parli pure, ma fatico a pensare qualcosa che mi impedisca di capire perché spariscono dei ninja nel nulla e nessuno li cerca.


    Quando si stavano organizzando per anticipare ulteriori inganni alle loro menti Seishinno gli espose alcuni dubbi.

    Tranquillo, la volpe è un alleato, mio quanto tuo.
    Certo, la sua natura è quella che è, quindi per te potrebbe non essere una bella esperienza, ma sarà sopportabile.
    Sono abituato alla presenza della volpe, ma più discreti sarete meglio sarà se dovremmo agire, meglio lasciar lavorare Seishinno Seira-san, sa con cosa ha a che fare.


    Il gruppo si sarebbe mosso poco dopo e nonostante le precauzioni prese l’approccio fu a dir poco singolare, venne accolto in maniera ben più colloquiale di quanto si aspettava.

    ...come scusa?

    Quell’implicita richiesta di pietà non venne ascoltata e Fujiko lo precipitò in qualcosa che somigliava sempre di più alla perdita di memoria dovuta all’interazione con il Dominio.

    No, niente che includa persone oltre me, per ora.
    Possiamo parlare mentalmente però, posso settare un interrogazione mentale per non farla forzosa ed in caso potrai comunque sottrarti, ma considerando la situazione non mi sembra opportuno temere per qualcosa di simile, anche perché la sua sicurezza va oltre qualsiasi tecnica che influenzi l’esterno.


    Da tempo cercava un modo per isolare una piccola area dai suoni creando una bolla di vuoto, ma per ora non aveva raffinato nulla, anche se quella sembrava una risposta da scolaretto inesperto. Una volta stabilito il contatto l’ambiente sarebbe stato molto simile a quello esterno, giusto le persone erano sparite e su una delle case che delimitava la piazza era affacciato Seishinno, impossibilitato a sentire la conversazione ma attivo nel suo ruolo.

    Ma possiamo discutere, la zona è controllata, non pensavo ti avrei trovato collaborativa.
    Non sei sorpresa dal fatto che manchino le persone che aspettavi?
    Non le ho viste in casa.


    Certo, potevano esserci considerando quello che di lì a poco avrebbe saputo, ma al momento era un dubbio lecito. Intanto se Seishinno fosse stato dentro la sua mente avrebbe chiesto un check-up in collaborazione con la volpe.

    Si, chiaro, è quello che si fa quando si ha piacere che qualcuno ci succeda, lo prendo come un complimento.
    Ammetto che avrei gradito qualche suggerimento dopo l’attacco d i Shiro, è stato un periodo complesso.


    Iniziò ad ascoltare il racconto della donna e probabilmente a concentrarsi un minimo sarebbe stato possibile vedere le sue orecchie ingrandirsi.

    Avete lasciato correre.

    Si massaggiò le tempie con una smorfia che anticipava il dolore che una simile scelta poteva portare.

    Mai sentito ne provato che lasciar correre fosse una buona mossa.

    Sospirò e la lasciò andare avanti in un resoconto che raccontava la metà sconosciuta di una storia che pareva fosse stata appositamente nascosta.

    Ci avete provato, ma non sapevate abbastanza, andiamo oltre.

    Consigliò mestamente mentre Fujiko ammetteva la sconfitta, sconfitta che includeva anche Raizen per quanto ai tempi fosse un chunin in grado di far poco se avevano a che fare con chi pensava lui.

    Certo, che abbiamo ammesso di non poter realmente risolvere un problema e quindi abbiamo usato una toppa che costringe un buon numero di persone a mentire e vivere in una sorta di prigionia.
    Ma si, capisco che il principale intento fosse positivo.


    Il resoconto si allungò sugli aspetti gestionali di quella manovra, stimolando la curiosità di Raizen su alcuni aspetti.

    Uzumaki in amministrazione tipo?
    Un mio clone sta andando a controllare che la mia segretaria sia affidabile, devo riferirgli qualcosa?


    Sulla rinascita della radice la faccia di Raizen espresse in maniera magistrale una tipica espressione dialettale di Otafuku: alla faccia ro cazz.

    Ah.
    Quello sfaticato fa il piano più grandioso di tutti per avere la pennichella più lunga del mondo e io mi becco la rediviva radice, bell'affare del cazzo.
    L'ultima volta che la radice era attiva ci ha portato sull'orlo di un conflitto tra le cinque grandi nazioni.


    Era un esagerazione ambo parte, sapeva quali erano i sacrifici di quella decisione.

    Qualcuno ha cercato di reintegrare un Uzumaki stamattina, è successo davanti ai miei occhi, una lettera, posso mostrartela qui e passartela all’esterno, non siamo riusciti a capirci nulla, ma a questo punto è evidente che il pugno che l’ha scritta è sotto concordato.
    Per il momento sei stata esaustiva, ma ciò che io posso fare per Konoha passa dalle informazioni che mi darai.
    Mostrami l’assassino, potrei sapere non tanto chi è, ma per cosa agisce e dare a questa storia una prospettiva assai differente.


    Inspirò.

    Ma parlando del presente.
    L’Uzumaki che si voleva portare dentro al concordato è Youkai, e se gli Uzumaki sono fin dentro l’amministrazione diventa complesso sapere chi possa aver fatto questo tentativo, ma mi sembra strano che questo possa causare un indebolimento del concordato, no?
    Quindi potrebbe essere un tentativo per farlo credere a me o a voi.
    Inizio a credere che sia una leva per distrarre me o per far distrarre voi da me, ma io ho un ruolo in tutto questo?
    Anche un altro giovane è stato coinvolto, Yato, uno dei portatori delle maschere, e anche di questo non capisco il senso, per questo l’ho allontanato dal nocciolo di queste indagini.


    Fece una pausa, qualche scossa visiva nel cielo di quel mondo interiore visualizzò un flash dei suoi pensieri nel picco di connessioni.

    Cerchiamo di mettere tutto sul tavolo.
    Questo concordato è una mezza prigionia, ci sono dissidenti noti?
    La radice è coinvolta, cosa vi da la certezza che non sia lei ad agire contro il concordato?
    Credo che a prescindere da tutte queste risposte la minaccia arrivi per forza dall’interno ma senza un esca non penso sia possibile cavare fuori alcun ragno dal buco.
    Dovresti mettermi al corrente di tutte le figure informate, pare non siano tante dopotutto, di fatto effettuando quel passaggio di consegne che avete temporeggiato a fare.
    In generale quanto si sa della radice e della sua linea?


    Incrociò le mani e attese.


  7. .

    Fuori in Sessanta Secondi

    XIII






    L’azione fu inevitabilmente concitata ma precisa nei tempi, con Asami appostata sulla porta non ci furono difficoltà per lei ad entrare il momento giusto e trovare i tre nemici con le mani sugli occhi doloranti. Tuttavia il momento non era destinato a durare e quando i tre iniziarono a mettere nuovamente a fuoco la individuarono accovacciata ad armeggiare con la serratura: un compito troppo fino per poter essere eseguito in quel lasso di tempo, dopotutto la cella era fatta per nija con le sue abilità.

    Capo ce n’è una proprio qui!

    Con la cella ancora sigillata e tutte le finestre sbarrate il piano era inevitabilmente andato a monte.

    Dev’essere stata lei a lanciare la bomba!

    Prendetela!
    Le faremo sputare chi l'ha mandata qui!


    Stavano già per muoversi verso di lei ma, contrariamente a quello che si poteva pensare di un nukenin come Hae arrivò un altra freccia, ed i tre avrebbero dovuto sperare che li congelasse, ma il criminale di kiriano non aveva niente e l’ordigno esplose. La seconda possibilità di Asami però era anche l’ultima che le era stata messa a disposizione, l’incredibile precisione del cecchino gli permise di venir protetta dai suoi stessi nemici che al contrario suo vennero feriti, ma non avrebbe migliorato la sua situazione.
    L’arciere, si era definitivamente esposto, e se stava mantenendo fede a ciò che aveva detto non solo aveva scoccato la sua ultima freccia, ma per non farsi prendere aveva sicuramente iniziato ad allontanarsi.

    Buona fortuna konohaniana.

    La genin restava quindi all’interno della stanza, probabilmente frastornata da quella seconda esplosione, e quasi circondata da tre avversari per quanto feriti, ma non incapacitati. Sapeva solo che se due avevano capacità simili alle sue il terzo le aveva superiori.
    Non era uno scenario a lei favorevole, ma forse poteva fare qualcosa anche se non si fosse impegnata in prima persona riuscendo forse a preservare la sua vita.
    La ricetrasmittente era muta, segno del fatto che Hae era ormai fuori portata, ed infatti qualora fosse uscita all’esterno non c’era nessuno ad attenderla, ma era ormai passato del tempo dall’inizio degli attacchi, possibile che nessuno fosse accorso?




  8. .

    Firma Velenosa

    X






    Alle nuove domande della Kunoichi scosse la testa e diede una sorsata al the.

    Civili.
    In realtà come dicevo per le date non sembra esserci un pattern preciso.
    Quelli che hanno cercato di tracciare una linea prima di te almeno hanno detto così.
    Però tutti avevano del veleno in corpo, non so di che tipo però.
    È già tanto che ho origliato questo mentre parlottavano tra di loro, io non ho ruoli nelle indagini se non quelli di fornire elementi di archivio.


    Riguardo i metodi precisi alzò le spalle.

    Non so dirti di più mi dispiace.
    Non saprei neanche da dove iniziare per capire di cosa sia morto qualcuno.


    Rimase infatti leggermente sorpresa da quelle domande, pensava fosse evidente che passasse gran parte della sua vita davanti alle telecamere e alle videocassette e che la medicina fosse per lei qualcosa di totalmente sconosciuto.

    […]

    La sala degli interrogatori a quel punto si faceva bollente e alle alte temperature i due shinobi iniziavano a distillare la verità, era tuttavia evidente che la levatura sociale di quei ninja era ben diversa, raramente infatti le minacce attecchivano, aveva probabilmente già capito da tempo cosa rischiava a muoversi in quel modo, ormai la notizia era fuori dal suo controllo, era già esposto.

    Mi sono già scoperto nei confronti di Suna, che il capoclan lo sappia cambia poco a questo punto.

    Fece spallucce alla domanda sui veleni.

    No, non penso quantomeno.
    Non so neanche chi siano gli altri morti, i miei veleni però sono solo miei e non mi sono stati sottratti, uso quelli Soshi come base a cui aggiungo un tocco per farli più piccanti.


    Il veleno naturale dei Soshi aveva ben poche cose che potessero eguagliarlo, c’era da chiedersi quanto la sua spavalderia fosse ben riposta nell’affermare che poteva migliorarli.

    Non funzionerebbero su un Soshi?
    Pft!
    E secondo te perché li modifico?
    I Soshi sono immuni ai veleni che conoscono, non a tutti.


    Alla richiesta di maggior precisione si meravigliò.

    Ti prego dammi una penna!
    Se ti faccio un disegno, forse ci arrivi a capire che non so chi cazzo stia uccidendo queste persone!
    Rubavo i veleni da quando ero genin, ho fatto il salto di qualità grazie al loro aiuto, sono stato promosso poco dopo ma mi hanno beccato solo un mese fa, dopo un annetto che riuscivo ad intrufolarmi senza problemi.
    È evidente che fosse solo la materia prima a mancarmi.
    Te lo ridico: non so in quale furto sono stato scoperto, un giorno ho semplicemente iniziato a trovare dei biglietti, potrebbero anche aver aspettato per non lasciarmi indizi.
    Se avessi indagato mi sarei messo nel sacco da solo.
    Se volete sapere di più penso dobbiate cercare la penna anonima che scriveva.


    Su quell’argomento lui, seppure interrogato ulteriormente non avrebbe saputo dire altro.

    Boh?
    Dei tipi tranquilli suppongo?
    Io manomettevo videocamere per tutti i Kami!
    Non sono onniscente!


    Iniziava nuovamente a dubitare del duo, e mentre li guardava annuì ad un suo pensiero.

    State mordendo l’unico osso che avete vero?
    Ho risentito più volte domande simili... Brancolate nel dubbio mentre qualcuno che non avete la più pallida idea di chi possa essere ve la fa sotto il naso.
    Vi suggerirei di darvi una mossa ultimamente avevano fretta, non penso abbiate molto tempo prima delle prossime vittime… due giorni esagerando?


    Ma come aveva dedotto ancora non lo lasciavano perdere, mettendo alla prova ogni sua parola, per quanto però cercasse di sviarli con insulti più o meno velati non erano di sicuro loro a far male il loro lavoro.

    Venduti?
    A chi?
    Non ho mai venduto niente a nessuno!
    Tamashi avrà sicuramente capito male o risposto peggio, ho sempre pensato che lo spazio tra le orecchie lo conservasse come riserva d’aria.
    A volte devo dargli qualche ceffone per farlo riprendere dai genjutsu, ma dopotutto fa il suo lavoro.


    La sviolinata sull’essere migliori venne accolta da una risata, Muramasa non era qualcuno che aveva bisogno di complimenti, per lui contavano i risultati, ed a giudicare da quanto era scomposta la sua reazione li considerava sufficienti.

    Oddio, ahah… ci voleva.
    Come ho detto li usavo io stesso, insieme al Chikuma le combinazioni sono parecchie.


    Boffonchiò una seconda risata quando cercarono di appioppargli altre accuse.

    Io ero qui quando le vittime di oggi sono state uccise.
    E come ti ho detto i miei veleni non mi sono stati sottratti, ho manomesso i punti di osservazione, ne più ne meno.
    La corte non potrà che credere alle prove, qualsiasi accusa si smonterà se si sommano i miei alibi ad un analisi dei veleni utilizzati, cosa penseranno del tempo che gli faresti perdere piuttosto.
    Voi non avete la più pallida idea di cosa sia il mondo dei veleni.
    Perfino quegli allocchi sei Soshi sono da generazioni adagiati sugli allori delle loro usanze.


    Scosse la testa, si stava pentendo di aver mescolato le acque, ora evidentemente torbide stavano confondendo i due ninja che spesso prestavano poca attenzione al filo che riuniva le verità che aveva esternato, per quanto queste fossero parziali a causa del suo ruolo marginale in quella storia.

    Si, avevo citato i marionettisti perché tutti sanno che sono loro a controllare i punti di osservazione, speravo ti accontentassi e andassi a cercare qualcuno da loro.
    Ma no, non era un marionettista, ho la certezza che sia un Soshi o qualcuno informato da un Soshi, solo qualcuno di interno al clan può avermi visto intrufolarmi e poi ricattarmi.


    Disse con tono conclusivo.




  9. .

    Kairi

    III






    Allo stupore di Kairi l’Hokage rispose con una faccia grave e scosse la testa quando questa dimostrò incredulità.

    Ha confessato, riportando gli stessi eventi di colei che ha denunciato il suo gesto.
    E nel farlo si è pianto addosso come se fosse lui la vittima.


    Il suo tono fu secco, il comportamento vigliacco di Shin era per lui motivo di una certa ira, quelle persone che tentavano di ribaltare la realtà dei fatti per trarre vantaggio sfruttando un trabocchetto logico creato li per lì erano tra gli individui che meno apprezzava al mondo.

    So che non devo spiegare a te quanto sia spregevole un simile gesto, ne l’aggravante di contestare la mia autorità proprio quando gli impartì una punizione fin troppo clemente per il suo gesto.
    È la sua devianza a mettermi in guardia, per cui non ti farò andare da sola, non è tempo di solitudine Kairi, è giusto collaborare e non ci contraddiremo proprio quando è necessario dimostrare unione.


    Aveva davanti una donna distrutta da una missione che aveva portato avanti in solitaria, non poteva chiederle di intraprenderne un’altra, non senza le giuste motivazioni, inoltre il coinvolgimento emotivo era troppo e non poteva lasciare eventuali decisioni in mano alla persona così pesantemente coinvolta.

    Non sei sola.

    Le domande su Kato poi lo fecero pensare qualche secondo.

    Sembra sia sparito da Oto portando con se uno dei sigilli.
    I rapporti con una parte di Oto sono eccellenti, dopotutto l’amministratrice è la mia attuale compagna, mentre con il Kokage sono leggermente più tesi, difficile sbilanciarsi ulteriormente, dovrebbero collaborare ma meglio non affondare sulle loro questioni interne, ci sono movimenti intestini poco chiari.
    Quanto a Shin, l’ultima volta che ha varcato le mura l’ha fatto con la scusa di partecipare ad una missione che richiedesse uno spadaccino da ogni villaggio ninja.
    Tuttavia da un controllo incrociato tale missiva non è giunta agli altri villaggi, lasciandomi intendere che fosse una sorta di lasciapassare.
    Dopotutto non sono arrivati ne compensi ne rapporti, i guardiani nello svolgimento delle loro mansioni hanno fatto rapporto sul contenuto della missiva, e sappiamo solo di un luogo di incontro oltre che della falsa missione.


    Nell’esporre quei fatti le sue incertezze vacillarono, ma avrebbe lasciato che i suoi sospetti si trasformassero in realtà grazie alle eventuali indagini di Kairi.

    Non so cosa sia più opportuno fare, ma da tempo programmo una missione ad Iwa per tentare di rintracciare delle memorie sulla pergamena che lì è stata persa durante la vostra missione, potrai unirti se reputi utile ripercorrere i vostri passi.

    Si sarebbe dunque voltato verso Youkai.

    Kairi sa prendere da sola le sue decisioni, osserva e misura le tue parole.
    Rischi di essere scortese e non verso di me.


    Non era un tono gentile, ma rigido come quello di un padre esigente, ma sapeva di dover arginare l’empatia di Youkai in favore di un più controllato raziocinio.
    Quando la discussione virò su Taka era evidente che quelle rivelazioni stavano scuotendo l’Uchiha nel profondo, il suo mondo dopotutto stava venendo rivoltato per l’ennesima volta. Ne osservò la mascella tremolante e non commentò, dandole il tempo di digerire le sue parole come meglio credeva.

    Non posso dirti cosa sia meglio fare o pensare ora.
    Non esiste un giusto e uno sbagliato, ma solo ciò che ti suggerirà di pensare la tua giustizia personale dopo qualche notte insonne.


    Disse con voce comprensiva.

    È per questo che esistono le maschere e le squadre speciali sono le uniche a indossarle... qualche colore, degli occhi... ma sempre piatte, immutabili perchè dietro di loro non c'è una persona, c'è... uno strumento, che si è autodefinito come tale ponendosi al servizio di qualcosa che ha compreso essere più grande di se e dei suoi affetti.
    Generalmente gli anbu non hanno legami, eppure Taka li ha voluti...


    Strinse le labbra.

    Non ti dirò che è giusto, potrebbe non esserlo mai per te, ma per tutti noi, per la nostra storia sono questi gli eroi, nel passato come oggi e quello degli Uchiha in merito è un triste primato.

    Incrociò le dita davanti a se, poggiando le mani sulla scrivania.

    Non so quali siano state le condizioni, il piano, l'accordo, l'inizio o la fine di questa missione, ciò che so è che l'intervento di Taka ha privato il nemico di un demone e che nel farlo ha ingannato sia lui che me.
    Se nutro dubbi sulle mie capacità non ne ho su quelle di Shiro, il suo lavoro in questo frangente è stato prezioso e sconcertante.
    A questo punto, cosciente della mia realtà ti chiedo: potrebbe aver ingannato qualcuno quando si è trattato di accertare la morte di tuo fratello?
    il cervello durante genjutsu particolarmente forti sente danni inesistenti, se dovessi spingermi a ipotizzare potrei reputarla capace di aver inscenato questa cosa considerate le sue capacità e per una doppiogichista un atto simile equivale alla fiducia vita natural durante, un investimento se volessimo usare un termine inappropriato.
    Io non ero Kage quando tutto questo è stato deciso e alcune cose sono difficili da rintracciare se non impossibili, non si usa la carta se si vuole davvero nascondere qualcosa, raccontami di tuo fratello, o se vuoi mostramelo.


    Chiese porgendogli la mano.

    Comunque fu Jotaro stesso ad introdurci a Taka durante la riunione dei Kage.
    Potrebbe sapere di più, ma ora è fuori dai radar e come al solito non sappiamo quando ci tornerà.
    Suppongo però che tutto questo possa almeno farti chiedere se Taka era forte a sufficienza da poter fare ciò che ipotizzo.


    Inspirò a fondo quando i dubbi di Kairi divennero etici.

    La Foglia insegna dei valori, ma tutti noi ne portiamo avanti delle varianti che gli eventi ci costringono a soppesare.
    Per quanto Hokage io sono abbastanza lontano dagli ideali di Naruto che sembra abbia incarnato nel modo più puro gli ideali della Foglia.
    Purtroppo c’è un nemico oltre le nostre più grandi nemesi, ed è la vita stessa.


    Guardò Kairi con il viso di chi la vita la combatteva.

    Forse Taka è un mistero che merita più tempo e informazioni perché tu possa realmente giudicarlo.
    Potrai perdonarla o condannarla, ma saranno le risposte che ti darai ad accompagnarti da qui in avanti nelle tue decisioni future ed avranno sempre le sembianze del suo spettro o addirittura della te che ha preso la decisione opposta, come le mie hanno quelle di un padre che non credo di poter eguagliare e degli errori che ho compiuto e compirò.


    Quelle risposte avrebbero reso sopportabile il fiele che avvelenava l’Uchiha?




    Edited by F e n i x - 8/9/2023, 00:59
  10. .

    Taka

    II






    Quando Youkai cercò di andare a prendere degli snack lo bloccò, per quanto il clima fosse disteso non era esattamente un picknic e quell’ufficio non poteva essere il luogo adatto per sgranocchiare delle merendine.

    Fermo lì.
    Basterà dell’acqua, o comunque da bere, mangerai dopo.


    C’era una buona fermezza nelle sue parole ma non era un tono rabbioso.
    La risposta dell’Uchiha lo trovò soddisfatto c’era una certa rigidità nel suo modo di interpretare e rispondere alle domande che non poteva essere imitato.

    Bentornata allora Kairi Uchiha, figlia di Izuna e Taka Uchiha.
    Mi dimostrerai col tempo se in te qualcosa è mutato e se hai dei nuovi pregi o se hai mantenuto quelli che già possedevi.


    Chiuse con quelle parole il preambolo di un incontro in grado di scuotere nel profondo la vita di Kairi.

    Mi fa piacere sentire che la semplicità di una vita di vendetta non ti abbia consumato le radici.
    Non sono tempi facili quantomeno per l’Accademia, il villaggio e la nazione del fuoco non hanno problemi di sorta, ma l’alleanza che sosteniamo ha le gambe molli.
    Malgrado tutto credo che sia il frutto della volontà di pochi.


    Si avvicinò alla scrivania per riprendere argomenti più inerenti a quelli introdotti, non volendo allontanarsi troppo dal seminato per il momento.

    Shin… Shin si è allontanato, e non solo dal villaggio.
    Non saprei dire con precisione quando, ma temo che la missione ad Iwa abbia lasciato in lui cicatrici ben più profonde rispetto a quelle che hai conservato tu.
    Ho tenuto d’occhio il suo operato e questa maschera è qui perché si è dimostrato profondamente indegno di possederla.
    Ha consapevolmente ignorato un compagno di missione, un alleato, voltandogli le spalle e dandosela a gambe come il peggiore dei codardi.


    Si fermò qualche secondo, evidentemente stava ponendo persino a se delle domande.

    Non so cosa possa essere andato storto, so che i modelli sono passati di moda da parecchio tempo, ma cerco comunque di mostrare in qualsiasi modo che dove manca la forza è il cervello a dover sopperire non le gambe.
    Il loto della foglia è probabilmente l’arte fisica più potente che io abbia visto… eppure lui ha deciso di voltare le spalle agli alleati e darsela a gambe, cosa separava quella genin da un civile indifeso dopotutto?


    Non aveva risposte a quelle domande.

    La mia voce non è stato in grado di raggiungerlo, tentai di parlargli con il massimo della gentilezza che quell’occasione poteva concedere, ma la prese sul personale.
    Io forse non sono il più adatto, ma tu Kairi potresti conoscerlo meglio e riuscire a rintracciarlo.
    Non so quale siano le sue intenzioni, ma non fa rapporto da anni, tuttavia per ora non ho avviato la macchina burocratica per dichiararlo nukenin.
    Contrariamente a tua madre non penso vi separi un continente, se vorrai rintracciarlo te ne sarò grado.


    A quel punto si alzò.

    Per il resto…

    Fece un gesto teatrale delle mani e le code della volpe illuminarono la stanza, tutte e nove, una densità che con lo sharingan Kairi avrebbe potuto confermare, era possibile solo con il demone in corpo, ciò che Raizen aveva dopotutto.

    La posizione di Taka è incerta.
    Non sappiamo ora dove sia di base, ma se non è alla corte di Giada è bene che resti nascosta…


    Voleva essere prudente con le parole, ma faticò a trovarne di diverse.

    Fatico a immaginare uno scenario in cui possa aver agito contro la foglia.
    Inizialmente sembrava che fosse al servizio di Shiro, ma il suo eccellente lavoro ha permesso di ingannarlo e allontanarlo dai nostri confini limitando enormemente i danni.
    Ha dovuto rinunciare ad un occhio includendo me e Shiro in un illusione che mi ha fatto credere di aver perso il Kyuubi e a lui di averlo rubato, ma era solo una parte per quanto grande.
    Mi accorsi della mancanza di logica solo tempo dopo, dopo l’estrazione non ero morto come da aspettative e mentre cercavo una soluzione a quel dubbio l’illusione ha iniziato a perdere di evvicacia fino a quando durante la riunione dei kage non è stato possibile rilasciarla.


    Guardò l’Uchiha a lungo.

    Non so quali attriti abbiate avuto, ma spero questo ti permetta di vedere tutto in un altra prospettiva, non voglio sbilanciarmi, ma non credo di star parlando di una traditrice.
    Anzi... credo che in questa professione sia necessario fare delle scelte, e lei ha scelto di sacrificare se stessa e la sua immagine per il bene comune se tutto è come credo che sia.


    Come avrebbe reagito l’Uchiha a simili notizie?


  11. .

    Naruto

    XI






    Chiunque a guardare un piccione avrebbe detto che la sua vita era semplice, scandita da un passetto impacciato e una svolazzata per accaparrarsi una mollica nel suo incessante tubare. Ma chi pensava al fatto che la loro eccellente vista fosse così sviluppata poichè evoluta in un esistenza da prede?
    Ebbene si, anche il distinto volatile dal frac grigio aveva i suoi problemi per quanto la sua vita potesse apparire modesta e pacifica, uno di quelli era la fastidiosa evocazione del suo nemico naturale la cui vista lo colse immediatamente dopo il termine del suo spostamento, isolato da qualsiasi elemento che potesse offrire riparo e questa volta non aveva modo di osservare il falco durante la sua picchiata. In un solo istante l’eroico pennuto venne falciato, rinunciando a quello scontro ma informando quantomeno Raizen della presenza dell’evocazione a sorvolare la zona.
    Qualche mezz’ora successiva, dentro alle celle dell’Alleanza la risposta di Liu Bei non lo sorprese, era evidente che non fosse avvezzo agli imprevisti che accadevano con costanza nel campo di battaglia.

    Tranquillo, non era mia intenzione offenderti, è bene essere informati delle capacità altrui ora sappiamo quale ruolo ti permetterà di esprimerti al meglio.
    La maledizione invece… causa il continuo spostamento, randomico, avanti nel tempo.
    Ma provando ad andare nello specifico, tu sei un manipolatore del tempo, in maniera più o meno grande lo influenzi, cosa potrebbe causare una simile maledizione?
    Chi potrebbe maledire un individuo se di fatto non è lui ad aver usato il tempo ma ne è solo stato bersaglio?
    Intendo dire, se io applicassi una variazione del tempo ad un oggetto o ad un soggetto perché dovrebbe essere maledetto questo e non io che ho manipolato il tempo?
    O quantomeno entrambi, infatti è più normale che i Koro siano maledetti.


    La risposta di Maya in un primissimo istante lo infastidì, ma dopo poco lo fece sorridere.

    Raramente do ordini Maya, un ordine è una richiesta dietro una sottintesa minaccia e al momento non ho decisamente tempo ne intenzione di minacciarti.
    Se hai recepito i miei come ordini il problema è tuo, non mio... abitudine forse?
    Tuttavia collaborare non sarebbe male, porterebbe entrambi fuori di qui nel minor tempo possibile.


    L’affermazione successiva sui sigilli invece fu su ben altra scala e il silenzio che ne seguì fu prolungato e duraturo, e solo dopo qualche secondo l’indice di Raizen puntò al sigillo sopra di loro.

    Prova pure allora.
    Alcune cose dicono che senza denti vengono meglio.


    Rise leggermente alle parole di Maya che nella sua partita di rimpalli sottovalutava l'esperienza di ribattere di Raizen in quello sì, grande allievo di Febh Yakushi

    Tu sai cosa devi cercare, ma io so da cosa e da chi proteggerlo, di nuovo: accomodati, ma non sperare che chiuda un occhio su questo così come sulla storia del tradimento.

    Scosse la testa quando la donna ventilò la possibilità che potessero fare un figlio.

    Beh, platonicamente perché no?
    Fisicamente… troppi carri in quella strada, non è consigliabile andarci a piedi nudi.


    Quella parte di discorso iniziava a farsi divertente, certo quello di Maya era complesso chiamarlo corteggiamento era più un assalto, ma era positivo per il funzionamento di quell’alleanza riuscire ad alleggerire la tensione.

    Scherzi a parte, non sto cercando di imporre niente a nessuno, trovo solo utile esprimermi rapidamente.
    Voglio andarmene da qui senza incasinare il nostro tempo, e sto prendendo risorse che serviranno anche a te senza neanche farti muovere un dito.
    Io evito problemi a te e tu a me, non esigere niente quando il processo da vantaggi anche a te lo trovi ingiusto?
    Dimmi cosa puoi fare e valutiamo la tua offerta in base alle mie esigenze.
    Ti pagherei bene per togliermi dai piedi il Veterano visto che questo non tocca minimamente i tuoi interessi.
    Se non ti sta bene stai pure ai margini di questo percorso, ma non lamentarti se poi ti verrà presentato il conto.
    Semplice, no?
    Ma se sai cosa occorre per uscire da qui, visto che dici di poter fuggire, parla pure, l’idea è tua e verrai remunerata, ma materiali e opera dovresti comunque procurarteli e ti aiuteremo a cercarli quindi il compenso si valuta in base a quanto sia complesso aggiungere persone a questo viaggio, la tua ingordigia già ci priva delle informazioni che ti permettono di applicare il tuo sigillo, direi che è sufficiente.
    È molto probabile che ciò che sai aiuterà tutti a trovare una soluzione più vantaggiosa, mai sentito che due teste sono meglio di una?


    Un discorso lineare e placido, senza astio.
    Quando dovette affrontare le turbe di Orochimaru si fece comprensivo, e scosse la testa.

    Mi credi ancora incapace di comprendere la situazione, ma ti assicuro che non è così, sto solo cercando un piano che non rischi di collassare su se stesso, anche alla luce del fatto che sappiamo di infiltrati nel centro di comando.

    Maya valutò poi la possibilità di un nuovo sigillo sulle armi.

    Quindi non puoi ora ma puoi in generale… ne riparleremo.

    In ultima battuta, poco prima dell’arrivo dei suoi compagni di tempo, rispose ad Orochimaru.

    Osamu è un grosso problema, lo eviteremo, ma se gli eventi ci costringeranno non potremmo far altro che agire.
    Sarà dura, ma non rischierà così tanto, morire qui per lui equivarrebbe ad una disfatta totale, questa situazione per lui è una debolezza, ed un vantaggio solamente fin quando gli permetteremo di muoversi liberamente.


    Quando il gruppo di salvataggio fece il suo ingresso anche lo spilungone delle ombre dovette fare i suoi appunti sui modi di porsi di Raizen, che in quel momento di relativa tranquillità per poco non si spuntò le dita masticandole per la rabbia.

    Mapporc… ufffff…

    Si sfregò la fronte per evitare di cancellare a cazzotti il sigillo che li bloccava nella prigione e sparare una bijudama sui presenti.

    Bene, mi fa piacere chiediate informazioni, sembra io sia celebre per la mia parlantina, ma se vi piace… perché no?

    Ed in breve li accontentò, schiarendo le idee ai presenti come richiesto ed aggiornandoli esaustivamente.

    Hey, filantropo delle armi di Iwa, ravviva quello sguardo da pesce lesso, non mi ripeterò nuovamente.

    Schioccò le dita qualche volta sul passaggio di Hagemono per attirarne l’attenzione e poi andare avanti.

    Sapete chi non sa un cazzo ora?
    Io.


    Anche perché, malgrado a quei puoi piacesse dare del cornuto all'asino cornuti restavano e di ciò che era accaduto loro fino a quel momento lui sapeva ben poco.

    È prassi a Kiri chiedere rapporto ai superiori di grado ma non farlo a propria volta?

    Sorvolò sui dettagli per poi rivolgersi direttamente a Kotaro.

    Ha perso moglie e figlia?
    Ne avete le prove?
    Potrebbe essere stato orchestrato con poche risorse.
    Sembri un tipo ben informato Kotaro, come mai non sai niente di questa storia?
    Potrebbe anche essere sotto ricatto, ma ammetto che la sua recita era abbastanza solida in caso.
    Non ho potuto verificarne le ragioni, ma ho certezza che la quasi totalità delle sue azioni abbiano favorito il nemico, e favorito un alibi anche al Veterano che ha viaggiato nel tempo e hanno interrogato insieme a me.


    Non poteva che annuire alle puntualizzazioni del Tokugawa, ma sapevano poco sul Veterano.

    Non sappiamo di preciso cosa può fare, l’unico modo che abbiamo per farci trovare pronti è non muoverci da soli.

    Lì finivano le precauzioni che in quanto gruppo, per quanto ben assortito, avrebbero potuto prendere.

    Dovrebbero essercene?
    Pensavo le avremmo trovate alla fine del corridoio, da qui la visuale è assai limitata.
    Credevo loro fossero passati grazie a te infatti.


    Non si espresse sullo Yakushi, non gli dava alcun problema essere suo allievo ma non voleva dilungarsi troppo sull’argomento visto che già il pesce lesso kiriano ne tesseva le lodi, probabilmente l’aveva intortato con uno dei suoi piani al limite della già risicata legalità a cui dovevano sottostare i ninja durante le missioni e quello ne era rimasto affascinato come una tonno davanti all'esca.
    Le chiacchiere a quel punto andarono diminuendo rapidamente e si passò all’azione con un connubio di più idee che si concluse con il taglio delle sbarre.

    Scopo comune, Q?
    Non mi risulta che l'asservimento al Veterano ricada tra gli obiettivi nostri.
    Ti ricordo che hai fatto delle scelte, continua a importarmi poco delle parole.
    Tollero la tua presenza solo grazie a Dageki.
    E non basterà se farai un passo falso.


    Con quell’avvertimento il gruppo si divise secondo le sue direttive, mal poste secondo i sensibilissimi animi dei presenti ma comunque buone a quanto pareva.

    Solo un ultima cosa, per rilasciare l’illusione il dolore potrebbe essere anche mentale?
    In quel caso Maya potrebbe farci qualche sigillo da applicare e rendere l’operazione più sopportabile per tutti.
    No, non è un ordine è una richiesta di prestazione dietro compenso.


    Sorrise leggermente ironico.

    Colpa delle ossa suppongo, ammetto che la loro assenza ha dei vantaggi.

    Commentò in risposta ad Orochimaru.

    Succede Apa, magari ti è sfuggito qualche colpo di scena e ti sei perso, piuttosto dimmi, con quei muscoli sai farci anche a botte o ci sfogli solo libri?

    Era la regola, uno scemo nel gruppo ci voleva, anche se il suo fisico sembrava sufficientemente temprato, sperò tra se e se che il cervello gli fosse fluito nei muscoli.

    Piace poco anche a me, ritrovarsi la via spianata in questi frangenti vuol dire che qualcuno ci sta prendendo d’anticipo o vuole farci credere che è in grado di farlo.

    Le trappole nel loro percorso non erano poche e con le guardie assenti il loro cammino si rivelò una corsa campestre ad ostacoli, eccezion fatta per la tensione causata dal fatto che nessuna di esse fosse stata attivata da chi li aveva preceduti.

    Orochimaru, stavo pensando: potremmo reindirizzare gli sforzi dei sigillatori?
    Ora stanno contenendo Naruto, ma potrebbero indirizzare i loro sforzi verso Osamu?
    Se dovessimo trovarcelo alla fine del tunnel sarebbe come averlo dentro una trappola, basterebbe solo chiudere la porta, o nel nostro caso i sigilli.


    Una risposta positiva avrebbe potuto ribaltare la situazione in breve tempo concedendo a tutti il vantaggio di cui necessitavano sul Veterano.
    Il cunicolo, giunto quasi al termine li portò davanti ad un cancello aperto, colmo di Fuuinjutsu non spezzati ma che pareva non avessero la funzione di contenimento che sperava potessero avere: quella bomba veniva nascosta, ma nessuno veniva protetto da essa. Superato il cancello però era ormai chiaro che qualcosa non andasse, ragione per la quale fece arrestare il gruppo, per poi azzerare praticamente il suo tono di voce.

    Andrò avanti io, non c’è speranza che possiate muovervi silenziosamente.
    Orochimaru, i sistemi di sicurezza sono tutti basati sul chakra giusto?
    L’assenza di corrente non causerà problemi?
    Voglio introdurmi nella stanza a luci spente e non ci vorrà tanto.
    Il mio clone si assicurrerà che abbiate le giuste tempistiche.
    Gli faremo credere di poter essere poco silenziosi mentre lo sarò tantissimo.


    Indicò dei punti nel muro in cui era certo che passavano dei cavi elettrici diretti all’alimentazione delle luci della stanza che sarebbero stati semplici da sovraccaricare con un jutsu elettrico che avrebbe chiesto ad Orochimaru di utilizzare, dopotutto seppure incapace di utilizzarlo sarebbe stato sufficiente far fare contatto a due fili per avere lo stesso effetto.

    Non mi serve sapere chi c’è dentro devo solo stabilire un contatto con Naruto e grazie alla volpe mi basta poco, il resto verrà dopo.
    Ho una sola ma ingombrante certezza: io posso essere discreto nel mio approccio, chi mi interrompe no, rischiare di rilasciare il chakra che sta venendo concentrato interrompendo me non vale una simile leggerezza.


    Si fecero più silenziosi e attenti mentre lui avrebbe generato un clone per poi avvicinarsi in solitaria percorrendo gli ultimi metri verso la porta, lasciando gli altri fuori anche dalla più fine delle percezioni, oltre trenta metri da quello che scoprì essere proprio Osamu.
    Si acquattò e gli altri poterono vederlo letteralmente scomparire mentre sfruttava tutti i suoi mezzi per farsi maggiormente furtivo. [ST 1, 2]

    Figlio di una grandissima zoccola.

    Inveì tra se e se vedendo che i sospetti ai quali neanche lui credeva troppo si erano concretizzati, Osamu infatti non aveva perso un secondo e aveva sfruttato a pieno ciò che aveva guadagnato alla riunione, ma cosa poteva volere da Naruto in quel momento?
    Possibile che volesse recuperare il suo chakra?
    Appena l'originale stava per varcare la soglia il clone avrebbe indicato un punto di accesso al sistema elettrico dando il segnale.

    Corto circuito.

    Al primo movimento interno alla stanza calò l'oscurità e il gruppetto iniziò a muoversi, non eccessivamente rumoroso ma comunque udibile di modo che la recita reggesse è che venissero individuati loro anzichè l'originale che prendeva un altra via assai più silenziosa.
    Persino il suo respiro si alleggerì e l’oscurità l’avrebbe aiutato ad occultarsi, cosa altrimenti impossibile per via della conformazione della stanza: un cilindro assolutamente spoglio, occupato esclusivamente da Naruto, o quello che rimaneva di lui, qualcosa di bestiale ma traboccante di un potere probabilmente impossibile da controllare. Addosso mise comunque ben più di una precauzione, non poteva annullare il suo chakra visto che gli sarebbe servito per comunicare.
    Se avesse funzionato, sfruttando il chakra adesivo avrebbe completamente aggirato Osamu senza neanche toccare il pavimento, considerando che la stanza era un grosso cilindro di otto metri di raggio ed altezza pari a 4 sarebbe riuscito a mantenersi costantemente ad oltre quattro metri dall’avversario che osservava Naruto da tre, certo il suo chakra non era nascosto, ma era davvero possibile individuare il chakra suo, misto a quello della volpe, in un ambiente così saturo di chakra ad esso simili?
    Se tutto fosse andato liscio sarebbe stato necessario confrontarsi con un reale esperto in materia prima di allungare la mano.

    Ci siamo allenati parecchio Kurama, credo che il nostro legame sia abbastanza stretto da mantenerci coscienti, abbiamo bisogno di farlo come un unico essere, sarà la prova del nove e per te un po' nostalgico.
    Sei pronto?
    Dobbiamo essere un soffio di vento tra i suoi pensieri e scavare a sufficienza da trovare o Naruto o qualcuno che ci guidi a lui.


    Se la volpe non avesse obiettato avrebbe allungato una mano sulla sfera, non era ancora del tutto certo di cosa lo avrebbe aspettato.
    ll gruppo, prima di quel contatto quando ancora Raizen strisciava sul soffitto tenendosi il più lontano possibile da Osamu, avrebbe fatto il suo ingresso nella stanza.

    Sicuramente le gemme non le hai su per le orecchie o dentro al naso.

    Esclamò il clone alquanto infastidito, il parlare di entrambi era una buona copertura e l'aria lì sotto era tutto sommato immobile, e seppure non lo fosse era plausibile sentire l'odore di Raizen visto che lo aveva davanti.

    Non lo stai facendo perché... non puoi.
    Questo posto è un pericolo anche per te e sei abbastanza sveglio da capire che non puoi calcolare ogni imprevisto, come quello che hai sotto il naso ad esempio, e che sei consapevole potrebbe distruggere anche te.
    Questo evento è misterioso per te come per noi ma l'uso della gemma del tempo ormai diventa pericoloso, già una volta ti ha portato dentro al non luogo della Rottura, non credo sia saggio forzare un alterazione del tempo come questa, tu sai di essere un sorvegliato speciale, e rischi di finirci di nuovo.
    Lì neanche i tuoi poteri hanno un senso.


    Quello era un punto di vantaggio che avevano i viaggiatori semplici in quel luogo rispetto al Veterano, ma poteva spingersi a spiegare al suo avversario che ciò che accadeva in quel mondo non era per il passato ma per il futuro?
    Il massimo a cui si poteva accedere erano risorse, e attingere ad esse non era elementare e se non l’avesse ancora capito correva il rischio di fornirgli nuove idee col rischio che potesse davvero sfruttare quel luogo nel giusto modo e non nella maniera a lui più consona e da un certo punto di vista classica.

    Tutto dipende da quanto sei permaloso.
    Potresti semplicemente voltare le spalle a questa storia, noi non siamo qui per te, tu non sei qui per noi, puoi semplicemente sederti a ricordare il passato consapevole che porterà al tuo perfetto futuro e lasciare che riportiamo tutto al suo posto, oppure... potresti scommettere.
    Scommettere che interferire con lo scorrere del tempo e con te stesso non causerà alterazioni sgradite, che tutto andrà bene, che uccidi qualche vecchio nemico, qualcuno nuovo... rischiando però di perdere e restare incastrato in un tempo fuori da tutti i tuoi calcoli e con te stesso da dover convincere delle tue buone intenzioni.
    E ho anche qualche dubbio su Q, se i vostri destini sono legati farai bene a tenerlo a catena.


    Fece spallucce come a dire che c’era un ben misero guadagno in tutta quella fatica ed un enorme, per quanto remoto, rischio. Intanto l'originale era giunto in posizione, la luce fioca emessa da Naturo era sufficiente a guidarlo e illuminare fiocamente il resto dell'ambiente permettendo al gruppetto di scorgere Osamu e viceversa.
    Si preparò alla sofferenza mentre tendeva la mano che fosse fisica o mentale c'era sempre sofferenza in quei casi.




  12. .

    Un Ritorno Inatteso

    I






    Konoha era sempre la stessa a prima vista, il grande e accogliente villaggio che faceva da bussola al mondo quando questo cercava la via del mutuo guadagno e del sacrificio. Nel primo dei villaggi moderni, nati in pace come associazioni di potenti clan, sembrava che cambiasse poco, ma un albero secolare era davvero immobile?
    Le foglie cambiavano, nuovi rami nascevano ed altri si spezzavano e in quel ciclo di mutamenti la sua vita proseguiva adattandolo alle intemperie nonostante nessuno paragonasse mai quei rigidi giganti all’adattamento malgrado ne fossero dei campioni.
    Così era Konoha, alla costante ricerca di una via che percorsa dalle giuste radici potesse impedire all’accademia di franare verso il burrone della guerra, una speranza che fluiva innata nella società del villaggio in cui il bene comune aveva gran valore e lo si apprezzava in una moltitudine di gesti quotidiani e spontanei. Non era un ambiente in cui era facile essere maliziosi.
    Dalla sua ultima visita Kairi potè notare che degli aggiornamenti erano stati fatti, tanti per una maggiore sicurezza, altri per un maggior decoro della capitale ninja del Fuoco. Fuori dalle mura il vibrante mercato accoglieva una vita che alle prime ore del pomeriggio in vista della chiusura, iniziava a fluire verso l’interno, alcuni per rifornire rivenditori al dettaglio altri per organizzare la giornata successiva, ma tutti con un apposito pass. Nella via principale una moltitudine di attività commerciali si affacciavano, anche se mediante qualche specifico finanziamento erano stati prediletti sarti, fabbri di primordine, malgrado il migliore stesse in un buco nel terreno, alimentari street food in spazzi appositi e ristoranti di prima classe. Percorrendo la via, adornata da querce sicuramente ammaestrate dai Senju non si poteva far a meno di pensare che Konoha avesse fatto buon utilizzo della sua storia anche se quell’asse così dritto tra le vie del villaggio paradossalmente lo nascondeva, invitando ad entrare nei caratteristici vicoli per farsi sorprendere da tutte le sfumature che la via principale non poteva mostrare. Al termine della strada ecco i primi cambiamenti: la seconda cinta muraria che proteggeva l’amministrazione era scomparsa e una grande piazza dava respiro ad una struttura che celebrava la vera spina dorsale del villaggio: i ninja. In pieno stile konohaniano il precedente palazzo venne sacrificato per poter trarre in salvo Hoshi ed al suo posto era stato edificato qualcosa di più rappresentativo seppure ricordasse l’originale.
    La grande piazza antistante l’amministrazione, ritrovo dei più disparati raduni sociali, nella vita di tutti i giorni sarebbe stata un ottimo filtro per la chunin per ripercorrere i suoi giorni fuori dal villaggio e trovarsi preparata davanti a Raizen. Come spesso l’aveva trovato quando era stata convocata anche quel giorno stava dietro alla massiccia scrivania e quando i due entrarono, saltando qualche controllo grazie a Youkai, lo videro poggiare un foglio nei documenti in uscita e aggiungere una puntina nella mappa alle sue spalle.
    Sarebbe stato certamente sorpreso da quella visione se non ne fosse stato informato con qualche minuto di anticipo, ma sul momento non potè che sorridere.

    Non penso che gli shinobi della foglia smetteranno mai di tornare quando meno li si attende e quando più si sente bisogno di loro.
    Bentornata, Kairi Uchiha.


    Già Sho prima di lei era tornato, quasi spuntando dal nulla, quando ormai tutto sembrava perso, di Kairi di contro si sapevano solo sporadici aggiornamenti che nell’ultimo periodo erano diventati assenti.

    Dovrai raccontarmi cosa è successo in questo periodo temo, sono certo di avere qualche risposta che ti farà bene sentire ma devo esser certo che tu sia chi dici di essere.
    Per cui, Kairi Uchiha, chi sei tu?


    In qualche modo la chunin era invecchiata, non nel fisico, ma nei suoi occhi una luce diversa aveva preso il posto della precedente spensieratezza, qualcosa di più piccolo ma forse più brillante. Ricordava una delle ultime interazioni che ebbe con lei, fu quando gli venne fatto rapporto della missione ad Iwa e potè scoprire della sciagurata perdita della pergamena delle anime. In quel momento quella domanda non era solo utile a comprendere chi fosse adesso Kairi ma cosa l’avesse portata ad esserlo. Raizen di contro era accogliente e gentile, dopotutto aveva fiducia a sufficienza su Youkai per non credere che gli avesse portato un nukenin alla scrivania, non di nuovo.

    Riguardo i tuoi corsi Youkai ne parleremo una volta chiuso qui.

    Quando Kairi avesse finito la sua presentazione e il rapporto sugli eventi che l’avevano tenuta lontano dal villaggio, ed una volta toltosi eventuali dubbi in merito Raizen avrebbe cambiato leggermente discorso per iniziare gli aggiornamenti che era necessario dare.

    Hai mantenuto qualche contatto con il villaggio?

    E mentre lei forniva la risposta che si aspettava l’Hokage prese un rotolo e srotolandolo fino a raggiungere il kanji della volpe ne rilasciò il contenuto: la maschera omonima, appartenuta a Shin.


  13. .

    Esigenze Improrogabili

    XI






    Raizen guardò il clone con un sopracciglio alzato.

    Insomma, sei un coglionazzo senza speranze.
    Paradossalmente però non è la cosa che mi infastidisce di più, quella è la tua paura immotivata verso gli accademici.
    Avete passato generazioni ad essere sacrificati e avete paura dei vostri salvatori… immagino che sia in atto un gran lavoro di lavaggio del cervello.


    Fu il suo commento conclusivo, per poi lasciarlo definitivamente andare e riportare le informazioni all’originale, che ne rimase sorpreso in negativo, ma se non altro aveva intascato un discreto quantitativo di soldi che non facevano mai male.
    Non avrebbe sorvegliato il contabile oltre quanto stabilito, per ciò che aveva visto un simile codardo avrebbe preferito una morte rapida e indolore piuttosto
    Diverse ore dopo Cat Raizen stava appollaiato sull’uscio della tenda, ad assistere stupito a ciò che veniva proclamato al suo interno ma ancor di più dai volti che lentamente iniziò a distinguere tra la folla. Vecchi nobili incartapecoriti e ben lontani dalle sfere di influenza del fuoco, cosa che sapeva per certa in quanto era a stretto contatto con la nobiltà del fuoco dovendo spesso fare rapporto su determinati movimenti di ampia risonanza politica. Tanti, troppi di quei volti non li vedeva da tempo ed era certo di aver osservato per qualcuno di loro anche un minuto di silenzio durante qualche riunione. Il mistero dunque iniziava a dissiparsi ed il suo piano iniziale sfumava così come anche l’urgenza di inviare le lettere ai paesi dell’accademia per allertarli del tradimento. Decise di aspettare e non inviare quindi alcuna lettera ed eventualmente fare una verifica al suo ritorno nonostante quella riunione ormai avesse assunto una dimensione del tutto differente dall’irreale complotto che sembrava in un primo momento. Considerando come quei teatranti, poiché non potevano essere altro, interagirono a termine della riunione, gonfiandosi di chissà quali rapporti con la nobiltà dei paesi di appartenenza come a voler cementare i moti di rivolta germogliati con le frottole di Kanashimi.
    A quel punto, considerando i travestimenti, non era importante sapere chi era travestito da cosa, ma chi veniva avvicinato, le opzioni infatti potevano essere due: o andava convinto o era molto ricco e influente e quindi bisognava stringere ulteriormente i rapporti con lui.
    Ma come facevano tutte quelle persone ad abboccare?
    I sigilli, scomparsi a termine della riunione, potevano avere un ruolo in quell’opera di convincimento?
    Una cosa era certa, si servivano dei ninja mentre si impegnavano a dire che erano il male assoluto, purtroppo però non poteva sapere a cosa servissero di preciso i simboli sulla tenda, purtroppo la mancanza di un esperto in determinate aree del sapere prima o poi si faceva sentire.
    A quel punto, per quanto gatto, era indeciso sul da farsi: ogni singolo falso nobile agiva non solo contro Konoha ma contro l’accademia e l’ordine che quella potente alleanza aveva portato nel continente, non bastasse aveva anche le prove che quasi certamente nessuno dei nobili accademici era tale, bensì un guitto che li interpretava maldestramente per far credere ai nobili locali di avere un appoggio nella loro piccola rivoluzione che avrebbe destabilizzato un intera nazione.
    Di questo aveva prove, ma come mai dal continente arrivava quel numero considerevole di dissidenti?
    Era comprensibile che in patria fosse in movimento una macchina propagandistica colossale, ma realmente entro i confini accademici così tante persone disprezzavano i ninja da prendere il mare e dirigersi in una nazione così lontana in cerca di vendetta?
    Quello però non era il tempo per le domande.

    Già, dopotutto... perché no?

    In quella tenda non c’era un singolo accademico, e i nobili erano pronti a gettare un intero popolo, compresi gli abitanti del fuoco, in una guerra civile inutile. I suoi piccoli cuscinetti si intrecciarono poche volte per attivare la tecnica dell’evocazione e con un dispendio non indifferente di chakra apparvero Ou e Hibachi, i due maestosi re del nord e dell’ovest. Le due maestose creature non salutarono l’ambiente era fin troppo curioso per esprimersi e trovandosi in un accampamento armato aspettarono direttive a qualche metro da terra… complesso pensare che un gatto gliene stesse fornendo visto che non si sentiva voce provvenire da lui per quanto intimidito si fosse ritirato tra delle tende per mantenere la facciata mentre sfruttava la sua abilità di ventriloquo per comunicare senza farsi beccare. [ST1]

    Carica frontale, incenerite tutto e poi ringraziate Kanashimi.

    Lui avrebbe osservato recuperando il fiato che le due evocazioni gli avevano tolto.
    I due draghi avrebbero infatti guadagnato qualche metro da terra, assicurandosi di non poter essere interrotti mentre si caricavano di potere elementale per poi rivestirsi dello stesso mentre Cat Raizen si accertava che entro il suo raggio d’azione nessuno potesse tentare di interromperli. [Movimento] Presto i lineamenti vennero trasfigurati da un intenso turbinio di vento per l’uno e fiamme per l’altro che resero i draghi due colossali manifestazioni della natura che sbuffando si lanciarono contro la tenda avvitandosi l’uno sull’altro in una traiettoria rettilinea che puntava alla tenda cercando di incenerire qualsiasi cosa gli si parasse davanti o sostasse al suo interno. [ST 2 e 3]
    A prescindere dalle vittime le due maestose creature si sarebbero innalzate e tra le fiamme la loro voce antica si sarebbe levata forte e chiara.

    Abbiamo rispettato il Patto Kanashimi.
    Non ti è più concesso il nostro aiuto.

    E mentre le due creature salivano al cielo qualche voce, stanca e addolorata si sarebbe levata dalla folla.

    K...Ka… Kanashimiiiii!

    Abbiamo sentito!

    Trahhh TRADITOREEEE!

    ECCO PERCHE LA GRANDE RIUNIONE IN MEZZO AL NULLA!

    Traditoreeeee!

    SEI ALLEATO CON I NINJA!

    Niente più che qualche suggerimento per gli astanti in fin dei conti, proveniente sempre da qualche punto imprecisato grazie alle doti recitative e da ventriloquo [Abilità] di un gatto nero che spaventato gironzolava attorno ai rimasugli di quel cataclisma. Difficile sospettare di lui, certo a quel punto i sensitivi si sarebbero allertati, ma lui era anche pronto a riattivare il contenimento del chakra ed apparire ben più inoffensivo di un gatto con un demone al suo interno.
    A quel punto sarebbe stato complesso che ci fossero ancora nobili intenzionati a comunicare con i piccioni, ma aveva ormai 3 draghi a sorvolare quella zona, i modesti pennuti non avrebbero avuto vita facile.
    Il povero nobile ferito tuttavia non avrebbe avuto la fortuna di poter incontrare Raizen che, a meno di scherzi del destino ne ignorava l’esistenza.
    Valutando la situazione e facendosi dare una mano da Kubomi, avrebbe quindi fatto ricercare a Kubomi tra i presenti qualcuno che avesse una quantità di chakra paragonabile alla sua e che fosse stato ferito o ucciso durante l'attacco in modo che potesse facilmente prendere le sembianze.



  14. .

    Esigenze Improrogabili

    XI






    Diogene, il Kokage, in poche semplici battute dimostrò perché era necessario usare un clone, tra un abile manipolatore e il credulone che Febh era quando aveva le difese basse chiacchiere simili risultavano a dir poco efficienti, e dargli corda mentre rispondeva in autonomia alle sue domande non gli sarebbe affatto dispiaciuto, non gli piaceva seguire il ritmo avversario durante un confronto, preferiva anticiparlo.

    Diogene, hai mai notato che i samurai hanno una lingua di terra inutile e nevosa e i ninja il resto del continente?
    Temo che la ragione risieda proprio nel fatto che hanno cannoni e non draghi dalla loro parte.
    Curiosa comunque la notizia che Oto si stia munendo di armi non convenzionali e l’Accademia non ne sia al corrente, mi farò un appunto, è bene che certe informazioni siano a disposizione di tutti.


    Mantenne ancora una volta la calma, evitando frecciate sull’armare civili e bambini, evidentemente Oto stava rimettendo il piede in distorte usanze del passato, lasciando che Febh si esprimesse per primo e constatando quanto fermo rimanesse il Kokage nella sua fandonia mal costruita: opporsi così fermamente in quel contesto era già sintomo che qualcosa in quella situazione non quadrasse.
    Pur senza chiedere, non essendo intenzionato ad indagare per non allungare il brodo, si chiese dove era stato possibile reperire materiali e professionisti capaci di costruire il necessario per la guerra dei contadini di Diogene.

    Kokage, è curiosa la necessità di ricorrere a leve diplomatiche per tenerci prigionieri in un luogo dove non possiamo ricorrere ai nostri alleati, mi chiedo quale urgenza non percepita da nessuno se non da lei possa tenerci qui.

    Visto che di ragioni concrete, quelle chieste poc’anzi da Raizen non ne erano state fornite.

    Verso gli ospiti si hanno obblighi e doveri, davanti a un imprevisto di questa entità se vogliamo metterla sul galateo, è bene onorare le richieste per non rischiare di scambiare l’ospitalità con la prigionia creando delle catene con la minaccia di rompere una proficua alleanza decennale, ponendo me, che sono qui per nell’esercizio di un preciso ruolo, in fallo.
    Anche perché, ricordo, è proprio per garantire imparzialità e correttezza di ambo le parti che sono qui, sarebbe disdicevole per entrambi venir accusati di qualcosa per cui non si è responsabili.
    Devo avere la certezza di ciò che accade all’esterno, non so come tu gestisca le tue cose ma questa è una mansione mia, non cedibile.


    Per quanto le parole di Diogene l’avessero cercato di evitare in quel preciso punto il ghiaccio era più fine di quanto la sua certezza volesse farlo apparire: nel momento in cui lui, da garante, voleva accertarsi delle condizioni esterne impedirglielo voleva dire porre un veto alla sua libertà ed all’esercizio del suo ruolo che doveva essere indipendente sia dal Kazekage che dal Kokage.

    Ma non tutto è perduto! Fortunatamente abbiamo modo per venirci incontro e rispettare usanze e galateo!

    Passò a fare la sua proposta insieme allo Yakushi.

    Farò un clone, uscirà insieme a quello di Febh e potrà evocare uno dei miei draghi alla cui connessione non posso sottrarmi per questioni che esulano perfino dai ruoli che ricopriamo tra gli shinobi, e riportarmi la situazione.
    Così potrò raccontarvi della ragione per cui è importante che io non perda questo contatto e discorrere di quanto Oto, nella persona del suo Kokage, non possa esigere un fico secco essendo essa in debito su ben più di un fronte.


    E insieme a Febh avrebbe compiuto il sigillo necessario a creare un clone, leggermente migliorato, ma pur sempre un clone. [ST1]
    Se Diogene avesse nuovamente ripreso la sua manfrina, con la smorfia di chi aveva ben poche preoccupazioni Raizen avrebbe annuito.

    Opporsi ad una soluzione che soddisfi entrambe le parti sarebbe un atto ostile che non saprei davvero come giustificare, Kokage.

    A quel punto, come aveva iniziato a fare prima avrebbe composto il sigillo necessario a generare i cloni per poi riprendere posto e rivolgersi al Kokage.

    Inoltre, visto che ti è cara la formalità, mi preme sottolineare che io mi sono presentato ad Oto, ma non ho accettato formalmente il tuo invito ne tantomeno concordato una scaletta di eventi, e seppure la mia presenza fosse fraintendibile questa non comporterebbe in alcun caso l’accettazione di un calo della mia sicurezza o della possibilità di buona riuscita della missione quale questa È.

    Avrebbe addirittura afferrato la ciotola di Ramen bevendone parte del brodo.

    Curioso come tutta la cucina otese, un ottima variante rispetto al solito ramen.

    Se voleva continuare quella recita tanto valeva gustarsela.



  15. .

    I Piatti della Bilancia

    XVIII








    Raramente aveva sentito eresie più grandi di quelle che Diogene Mikawa stava pronunciando in quella stanza, per qualcuno come Febh che ancora lo guardava affascinato dalla sua solerzia e possanza poteva essere un momento di follia, di sragionamento, ma non per Raizen, non per quello che una volta chiamava allievo. Più di una volta l’ormai Hokage aveva sentito e avuto conferme dei folli piani del Mikawa e ciò che accadeva in quella stanza era perfettamente in linea con il suo stile visionario.
    Febh fino ad ora aveva impostato tutto sulla difensiva, qualsiasi tecnica in grado di prelevare i ricordi avrebbe potuto provarlo ed anche nei suoi attacchi era palese la volontà di rendere inoffensivo il suo avversario più che ucciderlo come Diogene aveva fatto con Ogen.
    Non esisteva Kage che potesse legittimamente uccidere un capoclan alla luce del sole e mantenere il suo ruolo, o peggio, tacciare di tradimento un membro del clan perché cercava rivalsa su di un omicidio illegittimo: era pieno abuso di potere, quale che fosse il ritorno niente poteva equilibrare il piatto in cui veniva messa la vita di una figura di spicco simile.
    Per quanto i villaggi fossero la forza militare di una nazione e facessero riferimento all’unica testa del Kage infatti era incontestabile che erano a loro volta un alleanza tra organizzazioni ben delineate e con i propri segreti, i clan infatti non spartivano le loro conoscenze ma nel contesto del villaggio si tendevano la mano l’un l’altro, un kage che usurpa un simile ruolo non poteva che dare uno scossone incredibile all’assetto interno del villaggio gettando le basi per una guerra civile e considerando il ruolo degli Yakushi su un aspetto economico persino a livello nazionale. Quantomeno questo pensava Raizen nella sua ottica da Konohaniano, era probabile che gli otesi fossero più pragmatici, ma una morte era pur sempre una morte.
    Ragioni per le quali sorrise quando in maniera tronfia e altisonante cercava di esprimere il suo potere gerarchico su Febh, rendendosi ridicolo: il potere, in particolar modo nel mondo dei ninja, non era qualcosa che si deteneva, ma qualcosa che si riceveva per una serie intricata di ragioni ed in quel momento lo Yakushi non stava dando quel potere a Gene ed il fatto che lui tentasse di esercitarlo era grottesco.

    La situazione presto si agiterà ulteriormente, ma non credo potrai evitare di assistere a questo scontro.

    Così come non l’avrebbe fatto lui, mantenendo piena attenzione sulla scena, grazie alla quale vide spuntare Fyodor ad un certo punto, ben strano che fosse riuscito ad arrivare fino a lì essendo esterno al clan come la sua faccia dimostrava.

    Bene, sembra che la situazione non voglia migliorare

    A quel punto la distanza tra lui e Diogene era fin troppo elevata per far pensare ad un qualche tipo di interruzione, ma avrebbe comunque impiegato una certa fretta nel comporre i sigilli necessari a far comparire tre cloni: uno esattamente davanti al naso di Fyodor uno ad una manciata di metri da Febh e uno nel corridoio dietro al cannibale. [ST1]

    Non penso occorrerà, ma se è di difesa che si parla non penso possa esserci un calo di efficienza…

    Il clone si piantò dietro allo Yakushi mutando sensibilmente gli equilibri di quello scontro, chiamare lo svantaggio numerico sarebbe stato errato, visto che non avrebbe compiuto manovre offensive, ma avrebbe dovuto valutare che bucare le difese di due jonin sarebbe stata una sfida complessa per la sua riserva di chakra.

    Un clone sta andando ad allertare il resto del clan e a far blindare i confini prima di altri ingressi indesiderati, vuoi che la cosa si diffonda o devo fermarlo?

    Non era esattamente a casa propria, quindi era bene non prendere l'iniziativa nella gestione di quel pandemonio, poteva risparmiare tempo, ma non era suo compito stabilire la linea da prendere.
    Intanto quello davanti a Fyodor, che non conosceva, gli avrebbe messo una mano sul petto.

    Tu non hai decisamente l’aria di uno che dovrebbe essere qui, per cui non farai un altro passo se ti è cara la vita.

    Quella piccola ma significativa mossa poteva cambiare qualcosa e acquietare le acque o le avrebbe agitate ulteriormente?
    Intanto nella sua mente si faceva spazio un dubbio: sapeva che Ogen ricopriva un ruolo, in una delle gerarchie importanti del mondo, possibile che Tenchou non si fosse neanche affacciato a quel luogo?
    Forzare l'evocazione di quel drago non era qualcosa di fattibile come era successo per i neri, ma sapeva anche che il drago dello zenit aveva occhi ovunque, in quella situazione poteva riuscire a raggiungerlo con la giusta concentrazione?
    Sapeva cosa voleva dire essere un drago, non aveva troppa dimestichezza col chakra naturale e malgrado quello della volpe gli somigliasse non aveva mai provato ad incanalarlo, ma poteva cercare di muoversi su un piano differente, il piano della mente, cercando la possibilità di una connessione per chiedere cosa sarebbe stato a quel punto senza Ogen.
    Totalmente immobile, fuori da quella stanza, fuori da quel corpo, per un battito di ciglia negli strati più alti della stratosfera, per un attimo Hebiko avrebbe potuto percepire un innaturale immobilità nel corpo di Raizen.

    Tenchou?





    Edited by F e n i x - 3/8/2023, 00:21
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