Posts written by Waket

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    Tensioni Politiche


    V




    Certo che è completa, sei l'unico a comprare quella sbagliata, non ti può sfuggire nemmeno un'uscita. Borbottò altezzoso, ma ben al riparo dietro il suo Hokage, facendogli una seconda pernacchia per essere sfuggito alle sue grinfie. Avrebbero battibeccato nuovamente riguardo la città stessa, o meglio i loro abitanti, dove Febh commentò come tutti i contadini che abitavano quelle zone non erano altro che shinobi temibili in cerca di una pausa. Avrebbe sussultato appena alla fine della sua frase, vagamente intimorito, ma si sarebbe presto ripreso. Youkai alzò nuovamente il naso al cielo, non credendogli (o meglio, sforzandosi di non farlo) Io sono normalissimo e per niente pericoloso. Annuì con decisione, prima di essere distratto dal Kokage stesso.

    I suoi occhi si illuminarono non appena gli venne chiesto (forse sarcasticamente, ma non che il rosso fosse un genio nel comprenderlo) di raccontare le sue capacità. Zompettò al fianco del Colosso otese, cercando senza troppi complimenti di mettersi comodo sulle sue ginocchia. Oh un sacco di cose! Da quando il signor Raizen ha provato ad uccidermi ho imparato a manipolare la mia anima. E sto anche imparando a manipolare le altre! Non posso manipolarne troppe però, altrimenti ne perdo il controllo, e poi magari finisce che le prosciugo e gli shinigami non sarebbero per niente contenti. Karikitori dice che sono solo un ragazzetto viziato, però non è giusto, io sto ancora imparando! Certo il suo amico è intrappolato in un demone, potrebbe essere un pochino diverso, però la Volpe è sicuramente disposta ad aiutarci, e sono certo che ci darebbe una mano. Lo sai che sono già morto almeno tre volte? Avrebbe travolto il Kokage con uno tsunami di parole, forse giusto la metà comprensibili per lui, ma sembrava piuttosto entusiasta nel parlare di sè a qualcuno che, con l'enfasi dell'anziano, si era involontariamente offerto come un nonnino, una delle figure che mancavano nella vita dell'Uzumaki. Non poteva certo perdere l'occasione di essere un nipote temporaneo.

    Poi il disastro. Diogene diede atto ad una sceneggiata che non sembrò colpire i presenti come sperava, ma al contrario li aveva aizzati ancor più contro di lui. Dopotutto, persino Youkai era venuto a sapere della liberazione di un certo sunese tempo addietro, fare due più due sarebbe stato facile, e pensare che l'Hokage stesso o i sunesi potessero non saperlo era da folli. C'era da dire che Febh non sembrava informato sulla cosa. Se avesse avuto ulteriori dubbi, gli avrebbe spiegato a modo suo i dettagli che gli mancavano, ma gli altri due Kage erano stati sufficientemente chiari. Il piccolo chunin si sarebbe ritirato nuovamente al fianco dell'Hokage, muto e pacato, non c'era bisogno di aggiungere altro. Persino Ryuugi si era fatta coraggio per andare contro al Colosso, con Youkai nuovamente tentato di aiutarla a tenere il ritmo con le mani, ma troppo concentrato a non perdersi qualche sillaba per strada per comprendere del tutto il suo discorso.

    Il ragazzetto avrebbe preferito di gran lunga il contenere quel demone in un contenitore artificiale che umano. Per quello che sapeva sui demoni, erano creature temibili che non volevano altro se non provocare morte e distruzione tra gli umani. La Volpe invece? Beh, la Volpe era diventata così tanto l'identità stessa del suo Hokage che non riusciva più a considerarla un vero e proprio demone. Era stata "domata ed addomesticata", era diversa. Se fosse stata libera, sarebbe stata un pericolo tanto quanto gli altri demoni. I suoi pensieri vennero fatti sparire dalla domanda di Raizen, facendolo sussultare appena. Ah... Uhm, sì, la preparazione prima di tutto. Prima di tirare fuori qualcosa dal contenitore, credo sia meglio entrare a controllare che siano ben separati tra loro. Non vorrei che tirar fuori l'amico del Kokage rischi di portare con sè il demone. Non era certo che un demone potesse prendere possesso di un'anima, o se le sue capacità fossero limitate a sopprimerla per prendere controllo del corpo stesso, ma non poteva certo rischiare. Forse entrare era già un rischio di per sè, e se l'Hokage avesse detto qualcosa, avrebbe riflettuto qualche secondo. Potrei infilare solo un mio frammento, così non correrò il rischio io stesso. Sarà meno potente, ma basterà per dare un'occhiata e prepararsi.

    Sarebbe rimasto quieto e abbastanza impaziente di iniziare il processo di trasferimento. Vista la situazione tesa creatasi tra i vari kage, l'unica cosa che voleva in quel momento era terminare il suo compito il più rapidamente possibile, per poi essere libero di tornare a casa, o di esplorare Oto liberamente se ci fosse stata l'occasione. Di certo non sembrava a suo agio nel restare nei dintorni di capi di villaggio offesi e furiosi.
  2. .

    La Gemma


    XIV




    Lo spirito osservò la fragile reazione dell'Hokage, incerta su come reagire. Ebbe un leggero sussulto sentendosi chiamare con un nome non suo, vedendo quanto il Colosso fosse certo di averla già vista, e quanto dolore sembrava provocargli il rivederla in quel momento. Temo di non capire... Mi fa male vederti ridotto così. La gelida mano spirituale andò ad accarezzargli il viso. Per quanto inespressiva, avrebbe percepito dell'affetto, anche se non era esattamente ciò che si aspettava. Il suo commento successivo provocò un'ulteriore sussulto. La giovane donna sembrava avesse percepito il messaggio, nonostante non ci fossero state forte reazioni da parte sua. Dopotutto, in quello stato, faticava ad averne.Io... capisco. Ma se non usciamo da qui, tutto ciò che sai resterà imprigionato in questa gemma. Si sarebbe distaccata, preparandosi ad attaccare l'entità che la osservava. Cerca di restare al sicuro, Raizen. E vieni a cercarmi non appena saremo fuori da qui. Avrebbe accennato un sorriso, prima di illuminarsi ancor di più grazie all'energia delle anime.


    Le anime assorbite passavano rapide, dalle catene fino al fulcro della sua anima, venendo usate come carburante. Il volto misterioso, l'essenza stessa della gemma, sembrava disturbato dalla cosa, ma non era sufficiente ad aprire loro un passaggio. Le anime che erano entrate in contatto con il suo corpo tuttavia erano ora più pallide. Aveva fatto del suo meglio per prelevare da ognuna solo il minimo indispensabile, volendo sfruttare solamente l'enorme quantità di anime lì presenti, più che il potenziare di ognuna di loro presa singolarmente. Non poteva permettersi lo stesso errore della Strega.

    Le anime più pallide sembravano meno aggressive. Ancora restavano perlopiù influenzate da coloro che le circondavano, e dalla presenza di quell'entità all'interno della gemma. Chiunque fosse, era qualcuno che voleva assicurarsi che quella gemma restasse ben carica, e quel frammento luminoso glielo stava impedendo. Yuuki fermò temporaneamente il suo attacco, studiando meglio le pallide anime intorno a sè. Forse posso aiutare voi. Esordì, mentre le catene uscite dalla sua schiena riposavano a mezz'aria, dandole un'apparenza angelica. Sarebbe stata realmente la loro salvatrice, o quello era solamente un segnale di morte?

    Raizen e il resto del gruppo erano in difficoltà. La presenza della gemma sapeva che dovevano essere domati, e se li temeva significava che li riteneva un fastidio, forse un pericolo. Chiunque fosse quello spirito, sembrava avere una discreta mania di controllo. Raizen, ascoltami bene. Anche il resto del gruppo avrebbe sentito una flebile voce, forse non riuscendo a comprendere ogni singola parola. C'è qualcuno insieme a noi, oltre a queste anime. E' questa presenza che si sta scatenando in modo violento. Mentre parlava, una delle sue catene avrebbe gentilmente avvolto alcune delle anime che le giravano attorno. Dopo qualche secondo a contatto con il suo spirito lucente, le anime divennero candide e docili, emanando una luce soffusa non dissimile dalla sua. Forse ho un'idea, ma temo la reazione che scatenerà.

    Fredda e concentrata, le catene alle sue spalle si espansero come raggi, mutando le anime con cui entravano in contatto: al solo tocco, queste sembravano purificarsi, emanando una luce biancastra identica alla donna. Le anime toccate mutavano in un ulteriore anello delle sue catene. Ora doveva solo trovare il modo di farle uscire.

    Sapeva di non essere completa. Era pura, era potente. Ma non aveva memorie, e tantomeno emozioni. Mancava un pezzo di sè. Era certa che quel frammento non fosse lì con lei, era da qualche parte, lontano. Ma, concentrandosi, poteva percepirlo. Dopotutto, come anima vagante, era ben addestrata a ritrovare il suo corpo. Il collegamento tra lei e il suo corpo non era mai scomparso, era solo affievolito. Le sarebbe bastato usare una delle catene per seguirlo, così da collegare la sua anima all'uscita. In quel momento, la catena più grande da lei creata sarebbe diventata un wormhole, in grado di far uscire chiunque dalla gemma.

    So come farvi uscire. Seguite la catena. Vi porterà all'esterno. Lei però non sembrava intenzionata ad uscire. Non voglio andarmene fino a che non avrò liberato ogni singola anima all'interno. Man mano che le altre anime uscivano, diventava sempre più visibile e concreta anche al resto del gruppo... E non solo.

    La presenza nella gemma ruggì furiosa. Qualsiasi cosa fosse, era lì per tenere quelle anime all'interno, e Yuuki glielo stava impedendo. La sua unica soluzione era liberarsi di quel virus e ridurre i danni al minimo. La donna era troppo concentrata per potersi permettere una difesa, e la presenza era pronta ad approfittarne. E non era stupida. La sua prima reazione fu un'illusione per il resto del gruppo: aveva un bersaglio, e non voleva essere disturbato. [Tecnica]L'illusione si attiva non appena osservata Yuuki. La vittima perde interesse nel soggetto, portando le sue priorità altrove. L'efficacia dell'illusione è pari a 80. Resistere all'effetto per un round consuma 2 slot azione.

    Lei era il suo bersaglio, e su di lei avrebbe scatenato tutto ciò che aveva. Le anime ancora non purificate sarebbero mutate in lance, muovendosi come fossero un banco di pesci, evitando le sue candide catene e cercando, roteandole attorno a mulinello, di trapassarla ovunque colpissero. [3 Slot Azione] Contemporaneamente, altre anime mutate in modo non dissimile da dei piranha, si mossero verso la catena principale che stava facendo uscire le anime, ma al solo contatto sarebbero state assorbite. La presenza nella gemma gridò di nuovo, furiosa, agendo lei stessa. Delle braccia, lunghe come serpi, sarebbero sbucate dal basso ed avrebbero preso la catena in diversi punti. Nel punto di contatto, la mano si sarebbe gonfiata come una bolla, e dopo qualche secondo sarebbe esplosa, causando pesanti danni. [Slot azione+esplosione]Le mani in totale sono 3, si attaccano ad una velocità Nera+16 percorrendo 30 metri dal punto di partenza alla catena. Si aggrappano alla prima cosa che incontrano, creando poi la bolla. La bolla esplode dopo 2 secondi, Forza Nera+6 pot 80, funziona come fosse una bomba contro le anime, ed ignora ogni protezione fisica.

    Contemporaneamente, avrebbe emesso una sfera nera dalla bocca. La sfera sembrava emettere una gravità mostruosa, ed all'apparenza sembrava avesse l'intenzione di divorare Yuuki stessa! Molte delle sue catene sarebbero state attirate verso la sfera, mentre la più grande rimaneva ancora al suo posto, ben salda verso l'esterno. Yuuki avrebbe cercato di fare del suo meglio per resistergli, ma le energie che utilizzava per mantenere il contatto con l'esterno non le avrebbero permesso di farlo a lungo. [Tecnica]L'entità emette una sfera nera grande 4 Unità. Ogni cosa in un cono di 36 metri di raggio centrata sulla sfera viene attirata verso di essa con una forza Nera+8. Qualsiasi cosa impatti col centro gravitazionale subirà un danno pari a 60. Una creatura nel raggio di centro gravitazionale è considerata soggetta a Presa. Il valore di forza attrattiva verso gli oggetti è quadruplicato. Yuuki era determinata a resistergli: avrebbe svuotato quella gemma, al costo di sarificarsi e restarne all'interno lei stessa.

    Hebiko aveva smesso di gridare. Le anime e il loro custode erano distratti con qualcosa di ben più importante, ma era rimasta decisamente stordita. Si sarebbe aggrappata alla persona più vicina a lei, con le gambe ancora tremanti. Non sarebbe stata in grado di aiutare il resto del gruppo, e probabilmente non sarebbe stato saggio lasciarla indietro.

    [NOTE]Ogni attacco può essere respinto solamente con attacchi o difese infusi di chakra, altrimenti risultano intangibili.


    Edited by Waket - 24/2/2022, 17:09
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    Scarafaggi


    XIV




    Hebiko avrebbe percepito un brivido lungo la schiena. Eppure le parole del drago erano state chiare: Naga doveva morire, non importava come o per mano di chi, prima di lei. Ed in cambio avrebbe avuto il suo pagamento anticipato, liberandosi da un fardello che si portava dietro dalla nascita. Non riusciva a vederci un lato negativo, per quanto si sforzasse. Febh stesso sembrava sufficientemente soddisfatto, al quale rispose annuendo. Sembra che abbiamo ricavato qualcosa di buono da questa avventura alla fine dei conti. Anche se resto del parere che dovresti educare meglio i tuoi shinobi. Borbottò verso Raizen, che al posto suo aveva avuto un patto pessimo, al quale aveva rinunciato. Commenti dubbiosi sul suo patto avrebbero trovato un'unica risposta: Le condizioni sono chiare! Non lo so perchè a me ha chiesto una cosa così semplice, magari tra rettili ci si intende. Avrebbe fatto saettare la sua lingua biforcuta un paio di volte, chiudendo l'argomento.


    Kaji aveva reso quasi tutto il gruppetto teso. Febh e Raizen erano i più testardi nei suoi confronti, per nulla disposti a contrattare alcunchè. Hebiko sembrava avesse un lato più soft, per quanto stesse cercando di non cedere. Non avrebbe risposto direttamente a Kaji, ma si sarebbe rivolta invece allo Yakushi, mostrando a lui la sua piccola debolezza. Non dovete riunirvi, ma non dovete per forza essere nemici. Se è almeno un po' come te, magari è davvero cambiato. Non dico che dovremmo fidarci apertamente, ma potremmo dargli una chance in un momento più tranquillo. Non che ne avrebbero avuto il tempo.


    La situazione degenerò in fretta. Raizen, stanco di non avere la situazione in mano, usò la gemma per un gesto disperato... ma alla Vipera non si fece sfuggire il suo piccolo tradimento, rimarcato da Kaji. Sapeva che aveva ragione. Sapeva come si era sentita quando lei stessa era stata tradita, e nonostante ora stesse usando la cosa come un'arma contro di lei, non poteva non dargli ragione. Non potè che chiudere gli occhi, impotente, preparandosi ad un presunto impatto per via della reazione di quell'instabile gemma.

    La città all'orizzonte non prometteva nulla di buono, ma prima di concentrarsi su di essa, Hebiko si prese il tempo per assicurarsi che i due presenti stessero bene. Poi Febh, dopo essersi assicurata che fosse l'originale, volle sfogarsi sull'Hokage. Li avrebbe lasciati litigare, pazientando. Anche la serpe aveva qualcosa da ridire. Sto bene. Almeno credo. Fece un sospiro profondo. Non le piaceva quello che stava per fare. Sapeva che lo avrebbe agitato, ma non poteva trattenersi. Perchè quel tradimento? Lo fissò seria, sforzandosi di non far trapelare particolari emozioni. Non voleva accusarlo, ma non poteva scusare un gesto simile. Sì, sì, va bene, siamo ninja, non abbiamo regole e i nostri nemici non sono degni del nostro onore. Quello che vuoi. Ma non sappiamo se lui è davvero un nostro nemico. Era molto probabile che uno tra Febh o Raizen avrebbe provato a stuzzicarla sull'essersi lasciata andare troppo (dopotutto non era da lei dare un'occasione simile ad uno sconosciuto). Per gli dei!! Aveva un accordo con tua madre!! E mi sembra di capire che siamo arrivati alla conclusione che Amesoko non sembri poi tanto onesto nemmeno lui!! Non sto dicendo che mi fido di lui, o che sono pronta a girargli la schiena, ancora penso che potrebbe pugnalarci alle spalle quando meno ce lo aspettiamo!! Solo... Non lo so. Fece un sospiro, cercando di scacciare la nebbia dai suoi pensieri. E' stata per tutti un'avventura pesante. E non è ancora finita. Continuo a pensare che il tuo folle gesto sia stato irresponsabile... Ma avevi buone intenzioni. Non ti colpevolizzerò per questo. Solo stai attento. Quantomeno per il tuo shinobi, la sua sicurezza è una tua responsabilità. Era un modo carino per dirgli "potrai anche aver scelto di essere suo padre, ma io non gli farò da madre". Gli avrebbe preso una guancia con la mano, dandogli un piccolo bacio sulle labbra, fissandolo con un sorrisetto stanco. La priorità ora è uscire da qui, del resto possiamo occuparcene dopo.


    Raggiungere la città fu... strano. Muoversi con l'intenzione di raggiungerla sembrava permettere al gruppo di fare lunghi scatti verso di essa. Non era chiaro se bastasse la loro volontà nel volerla raggiungere, o se gran parte del merito fosse dell'invito del samurai. La Vipera non sapeva cosa aspettarsi, se non che quel regno fosse una dimostrazione di potere e controllo ben più grande di quella dimostrata da Orochimaru, una dimostrazione di qualcuno che aveva accettato quel posto come il suo unico Regno. Avvicinandosi, aveva iniziato a pensare che non sarebbe stata dissimile da Oto, ma gli odori erano più pungenti e la violenza ancor più insopportabile. Hebiko quasi non aveva battuto ciglio quando un cadavere le era esploso in faccia, ed ora il suo volto già aveva assunto un colorito verdastro, mentre gli occhi saettavano alla ricerca del luogo giusto dove scaricare quella sensazione opprimente.

    Eppure, così come c'erano quasi letteralmente dei cadaveri viventi in ogni angolo della strada, a volte appesi quasi fossero ornamenti della città, c'erano anche persone normali. Domandarsi cosa ci fosse di diverso tra loro e i mutilati tutt'intorno non era una sua priorità: uno sprazzo di normalità era più che necessario dopo la loro avventura. C'era persino un bambino, che incrociò lo sguardo col gruppo, salutandoli allegro. Fu proprio lui a far raggiungere il limite ad Hebiko quando, seguendolo distrattamente con lo sguardo sperando di aver trovato un anima innocente con cui dimenticare ciò che li circondava, vide il suo incontro con suo zio. Gonfiando le guance, avrebbe iniziato a correre in un angolo della strada, cercando la zona un po' più scura e nascosta per rilasciare tutto ciò che aveva accumulato. Il resto del gruppo sarebbe stato solamente in grado di vedere dei piccolissimi serpenti fuggire in ogni direzione. Sarebbe ritornata indietro, visibilmente stanca e arresa. Basta, voglio tornare a casa! Lacrime di coccodrillo, mentre finalmente il padrone di quel luogo si fece vivo. Naturalmente apparendo all'improvviso alle loro spalle.

    Il gridolino di Hebiko accompagnò lo sussulto dello Yakushi. E, fiero della sua casa, iniziò a spiegare loro come funzionassero le cose nel regno della Vendetta. Io spero invece che l'anima di quel bambino trovi presto una nuova strada. Restarsene a consumarsi in un luogo simile non è salutare. Disse, colei che per gelosia avrebbe probabilmente raso al suolo una città, e le generazioni future. Ma nessuno aveva le prove per dimostrarlo. Ma probabilmente, per quelle giovani anime non c'era speranza. Non era dato loro sapere se le anime, una volta tornate nel ciclo, fossero completamente ripristinate, o se una piccola parte delle vite precedenti restasse in loro, seppur non abbastanza per definire loro stessi, ma sufficiente a creare una nuova persona.

    Sarebbero infine arrivati ad un gigantesco obelisco, la lista di persone di cui lui e i suoi accolti volevano vendicarsi. Naturalmente tutto il gruppetto avrebbe voluto curiosare la lista. La rossa li lasciò conversare distratta, guardando distrattamente i nomi della lista e, per quanto nel mondo reale sarebbe stato impossibile arrivarci, grazie alle strambe regole infernali, avrebbe potuto leggere facilmente anche i primi nomi della lista. Avrebbe solo avuto il tempo di stupirsi appena per Diogene, pronta a commentare, quando il suo nome apparve non troppo lontano, facendola sbiancare. IO?? Gridò, all'unisono con Raizen. M-Ma che diamine significa!? Io non ho nemici, al massimo ho antipatie!! L'ansia crescente la mise in allerta. Delle figure erano apparse attorno a loro, e il Vendicatore aveva citato i piani di Kaji. Il volto della Vipera era nero per la rabbia. Dovrai presto aggiungere un nome alla tua stupida lista. Osò ringhiare al Dio della Vendetta. Delle figure circondarono lei e lo Yakushi. Ma era pronta. Già ricoperta di scaglie, si sarebbe messa in posa per incassare l'attacco nemico, preparandogli una brutta sorpresa... Solo che fu l'altro a darle una pessima sorpresa.


    Le figure nascoste non arrivarono nemmeno a toccarla, che lei e lo Yakushi, con un battito di ciglia, si ritrovarono in un'area completamente diversa, ma ancora vicino alla città, viste le grida. L'irritazione crescente della donna non prometteva nulla di nuovo per il malcapitato che aveva osato catturarli. I serpenti anticipavano l'arrivo di chi sembrava ovvio... solo per poi capovolgere le carte in tavola all'ultimo momento. Febh era piuttosto confuso, ed Hebiko quasi quanto lui. Tu?? Ma lui non è nessuno, era uno scarto di laboratorio che avevo trovato in uno dei luoghi abbandonati ad Oto, Matsuda mi sembra. Chiaramente per lei, per quanto fosse stata una battaglia allo stremo ai tempi, non aveva avuto poi così tanta influenza da ricordarlo come un evento importante. Noi non vogliamo che Raizen muoia! Borbottò, concentrata più su Febh che sul suo vecchio nemico, dovendogli ricordare che la resistenza dell'Hokage era un vanto, non un punto negativo.

    Vendicarti?? Ma se sei stato tu a fare tutto, se non mi avessi attaccata ti avrei lasciato in pace! Forse era vero, forse no, soprattutto considerando che la sua missione era di liberarsi dei frammenti di Orochimaru rimasti, quello che ricordava lei era di essere stata provocata. Il Vendicatore dovrebbe fare un po' più di selezione, non ci si può vendicare dei problemi autoinflitti. Avrebbe ringhiato, stavolta degnando il fratello deceduto di attenzioni.

    Febh era stato bloccato da qualcosa, non era chiaro, ma sembrava debilitato e leggermente infastidito. E adesso cosa c'è?! Stava per perdere del tutto la pazienza, non ne poteva più di quel luogo maledetto. Mitsuki avrebbe estratto una spada che la rossa avrebbe immediatamente riconosciuto, facendo roteare gli occhi al cielo. Ci tenevi così tanto a morire una seconda volta, hm? Ti accontento. Febh, spicciati a liberarti. Altrimenti dirò a tutti che sei stato sconfitto da una forza invisibile e sono stata costretta a salvarti. Soprattutto a Raizen. Alzando la testa, anche lei avrebbe estratto la sua spada, ma la sua era l'originale. Migliore. Un po' come lei. Ugh. Perchè doveva essere una spada e non una doppialama. Non era nemmeno in grado di crearsi armi comode. Si lamentava, tenendo goffamente in mano lo spadone. Avrebbe attaccato per prima, impaziente di terminare quella battaglia il prima possibile. Non aveva tempo da perdere con un simile insetto.

    Dopo una leggera rincorsa avrebbe improvvisamente abbassato l'intero busto, cercando con un colpo ad arco di sviscerare l'avversario: un colpo pericoloso, ma un po' banale, facilmente evitabile grazie alla loro peculiare abilità. [SAI+TB] Ma nascondeva un trabocchetto, ovvero il modo in cui impugnava la spada: era infatti il polso ad essersi arrotolato sull'elsa, mentre la mano, libera, unendosi all'altra componeva i sigilli per attivare una potente scarica elettrica sul terreno. [TA]

    Non gli avrebbe dato tregua. Trasmessa la scossa, che lo avesse o meno ferito, avrebbe impugnato in maniera più classica la spada, cercando un rapido fendente verticale che mirasse al centro del bacino, sperando di sfruttare un eventuale schivata dell'avversario che, per quanto flessibile, sarebbe stato in difficoltà nel muovere quel punto del corpo in un momento simile. [SAII]

    Non appena il colpo avesse oltrepassato il corpo avversario, allungandosi avrebbe cercato una presa alla più vicina estremità avversaria, preferendo un braccio o il collo, ma aiutandosi con l'altra mano ben salda sull'elsa, ebbe cura di incastrare la spada lungo di esso in modo che il dorso fosse a contatto con la sua pelle e il filo premesse su quella avversaria. Essendo insensibile alle prese, decise di sfruttare la sensibilità al taglio ed alla pressione della presa stessa, che stringeva spada e collo con l'intenzione di tagliarlo in due grazie alla pressione: non gli avrebbe permesso di liberarsi senza procurarsi una ferita. [SAIII+IV mantenimento]Forza Blu+4, Pot 15 (Corpo del Serpente)

    Chakra: 48,5/60
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 575
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: fendente
    2: affondo
    3: presa
    4: mantenimento
    Slot Tecnica
    1: TS
    2: Folgorazione
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Tirapugni con Lama × 1
    • Respiratore × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bomba Sonora × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Bolas × 1
    • Coltelli da Lancio × 5
    • Tatuaggio da Richiamo × 1
    • Kaiken × 1
    • Fumogeno × 1
    • Cartabomba II Distruttiva × 1
    • Veleno Stordente Inferiore x3 × 1
    • Iaito × 1
    • Sigillo Maledetto della Luna × 1

    Note
    Slot extra Agilità non utilizzato
    Ts turno 1
  4. .

    Delusioni


    IV




    Durante il viaggio, il giovane kage espresse interesse nelle abilità dell'Uzumaki. Esitò per qualche istante, cecando di valutare al meglio la sua risposta. Uhm, non posso entrare nei dettagli, non è saggio per uno shinobi scoprire tutte le sue carte. Sembrava una frase recitata da un copione, che fosse qualcosa inculcatogli dall'Hokage o il risultato di una delle sue pessime avventure, solo l'ascoltatore poteva deciderlo. Di certo sembrava tenesse ad alcuni dei suoi segreti. Però posso dirle che posso entrare in contatto con le anime altrui, estrarne frammenti, o anche tutta l'anima se consenzienti. Immagino che chiunque intrappolato per troppo tempo con un demone accetterà volentieri l'aiuto di qualcuno in grado di tirarlo fuori da quella situazione. In caso contrario... Farò del mio meglio per non causargli danni permanenti. Al Kazekage teoricamente importava solo di riavere il suo demone, ed in un certo senso gli stava promettendo che lo avrebbe riavuto senza il suo attuale ospite. Ma poteva leggere un sottotesto di incertezza per il destino dell'anima intrappolata con lui. Guardando il visino innocente di Youkai sarebbe stato difficile leggervi della malizia, nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato a misure estreme. Probabilmente nemmeno Youkai stesso.


    L'arrivo fu tranquillo, e non appena iniziarono a scaricare le merci, il grosso cancello vene aperto di fronte a loro, permettendogli di far cadere lo sguardo su quella città tanto misteriosa per lui. Dall'espressione del suo viso non sembrava poi così entusiasta, mentre scrutava quello che si vedeva della città dall'esterno, cauto ma visibilmente curioso. Huh. Mi aspettavo... qualcos'altro. Dopotutto Oto, specialmente a Konoha, era la città degli orrori, da cui arrivavano le peggiori leggende, per quanto il fondatore fosse Kohaniano di origini (curiosamente, lo aveva imparato ascoltando i discorsi tra Hebiko e Raizen, sembrava che i due bisticciassero spesso su quell'argomento).

    Anche Febh era presente a dargli il benvenuto, in un modo tutto suo naturalmente. Youkai si strinse alla manica dell'Hokage, parzialmente nascosto dietro di lui, lanciandogli una sonora pernacchia ed uno sguardo contrariato, sicuro che il Colosso lo avrebbe difeso. Più o meno. Rimandati un bel niente! Come minimo vorrà farmi vedere tutti i suoi finti episodi di SpOdErBoY. Borottò, pronunciando l'ultima parola facendo capire quale dei due fosse superiore. IO sono qui per una missione importantissima. Annuì fiero, seppur quel poco di dignità che poteva aver acquisito facendosi grosso, era persa vedendo la sua minuscola figura nascosta ora quasi completamente dietro al suo Kage.

    E, come la minuscola figura che era, non avrebbe avuto problemi a sgattaiolare nella "stanzetta" dedicata solo ai due kage, scoprendo con una certa delusione che i bicchieri ed i posti presenti sul tavolo erano solo quattro. Oh, ma certo. Non ero invitato. Borbottò con gli occhi a mezz'asta. Sarebbe comunque rimasto lì, incerto se tornarsene indietro o restare ad ascoltare gli adulti. A qualsiasi protesta avrebbe risposto tenendo il muso in alto, con una certa fierezza: Sono l'assistente dell'Hokage e mi è stato ordinato di restare al suo fianco. Era chiaro a chi lo aveva visto fino a quel momento che non sembrava il solito Youkai, aveva una sfacciataggine che fino a poco prima sembrava completamente nascosta da un pupazzetto tremolante. Sembrò divenire più chiaro il motivo di quell'atteggiamento quando Diogene concluse il suo discorso. Distratto a far roteare il bicchiere di Raizen nell'osservare come la luce rifletteva in modo diverso sul tavolo, avrebbe borbottato, apparentemente per nulla spaventato dall'idea che gli altri potessero sentirlo.Che noia. Raizen ha sempre detto che Oto e il suo Kage erano crudeli e terrificanti, invece a me sembra solo un paese normale dove mandare a vivere gli anziani. Avrebbe annusato il contenuto del bicchiere, visibilmente incuriosito dal provarlo ma conscio del divieto impostogli. Tutta l'energia che aveva accumulato prima e durante il viaggio, la paura del luogo e del suo padrone, era tutto svanito per dimostrare che la realtà era ben diversa. Forse in un altro momento avrebbe trovato la cosa più che ottima, dopotutto se un paese definito terribile era in realtà una piccola oasi in campagna, non c'era nulla di male. Ma per le aspettative che si era fatto, il tutto sembrava un po' deludente. Guarda lì, invece dei campi di addestramento come li abbiamo a Konoha, qui fuori ci sono solo campi di riso! Per ora non mi sembra nemmeno un villaggio di ninja. Avrebbe fatto un'altra pernacchia, stavolta per dimostrare la sua delusione. Perlomeno sapeva di dover avere un po' paura di Febh, anche se ormai lo considerava solo come un amico un po' troppo stravagante.
  5. .
    Hello! Ti aspettiamo ongame (ㆁᴗㆁ✿)
  6. .

    Il Chunin Cremisi


    II



    Rinchiuso nella sua tenda, il chunin era impegnato a discutere, dal vociare che si poteva sentire all'interno, pur non distinguendone le frasi in modo preciso. Al sentir parlare di sottoposti, una figura sarebbe uscita dalla tenda. Un ragazzo giovane, alto e muscoloso, non dissimile da ciò che sarebbe potuto essere l'Hokage da giovaneE allora baffanculo, il codice non vuole funzionare, è Arataki Itto. Avrebbe osservato il team di genin dall'alto, con sguardo cupo. Dopo qualche secondo di silenzio, sarebbe scoppiato in una grassa risata, dando una discreta pacca sulla spalla a Kyoujiro, forse facendogli perdere un po' l'equilibrio. Nuove reclute pronte all'azione, eh?? Hahaha! Questo è lo spirito giusto! Nel ripetere il "suo" nome, li avrebbe corretti. Youkai?? No, no. Io sono il leggendario Arataki Itto, l'Oni di Konoha! La sua voce tuonava come un tamburo mentre lui posava con la sua arma, una grossa mazza all'apparenza piuttosto pesante, e forse al sentire il suo soprannome avrebbero notato il perculiare coprifronte dotato di rosse corna, a mimare gli Oni delle leggende. Hei rosso! Chiedono di te! E finalmente, il vero Youkai si sarebbe fatto avanti. La sua rossa chioma lo avrebbe preceduto, e, dall'alto dei suoi 160 centimetri, avrebbe osservato i presenti con sguardo gentile ma vagamente preoccupato, salutandoli con un piccolo inchino. Ah, grazie Kyojuro-san. Sì, io sono Youkai Uzumaki. Vi prego di seguirmi nella tenda per qualche minuto.

    All'interno, il caos regnava sovrano. Dopotutto non aveva avuto il tempo di preparare un vero ufficio, ed essendo il segretario dell'Hokage aveva l'ordine di smistare ad ogni ninja i propri compiti, delegando od occupandosene direttamente. Un tavolo pieghevole era ricoperto di fogli e documenti, un paio di bacheche posate sopra avevano appesi alcuni dei nomi più importanti di Konoha, con dei post it che indicavano a quali missioni si sarebbero dovuti occupare... e stickers. Stickers ovunque. Che lo avessero voluto o meno, gli ospiti se ne sarebbero sicuramente ritrovati addosso diversi. Aaah... Mi dispiace per la confusione, sto facendo il possibile con il tempo a nostra disposizione... Non che il suo ufficio in Amministrazione a Konoha fosse poi molto diverso. Voi dovreste essere il team tredici! Rengoku-san ha dato un ottimo rapporto su di voi! Altre due ragazze erano presenti nella tenda, una più minuta, vestita di elegante seta, quasi fosse una principessina, l'altra più alta, con i capelli rasati sul lato sinistro ed un ciuffo porpora ad incorniciarle il lungo viso, che evidenziava la carnagione più scura. Il suo sguardo affilato sembrava giudicare tutti i presenti in silenzio.

    Dopo aver frugato tra un paio di documenti, fu in grado di trovare il loro rapporto e di conseguenza i loro nomi. Tu devi essere Kenji, poi Miyori e... tu Arahaki. L'Hyuuga e l'Uchiha erano facilmente riconoscibili, e vista la descrizione della terza ragazza non poteva che essere lei. Allungò il muso verso la quarta persona, una giovane dai capelli bianchi, come li aveva lui al suo primo arrivo a Konoha. Oh... Tu non fai parte del team. Puoi dirmi il tuo nome? Avrebbe rintracciato il suo documento, annuendo con fare deciso non appena lo ebbe tra le mani. Ah, Yuki, ottimo. E' un piacere conoscervi, anche se in un momento simile. Siete tutti giovani promesse talentuose, da ciò che leggo nei vostri rapporti. Il suo sorriso, seppur un po' spento per via della situazione in cui si trovavano, era comunque così solare e sincero da far sentir bene chiunque lo guardasse. Youkai non aveva la nomea di essere il perfetto segretario, tantomeno di non aver mai causato problemi, ma tutti potevano giurare di non aver mai conosciuto nessun altro di così sincero da potersi fidare di ogni sua singola parola. Il signor Raizen vi ha già suddivisi in vari compiti. Datemi solo un secondo... Zompettò verso la scrivania improvvisata, controllando i vari post it. Team 13, voi avete il compito di recuperare delle medicine. So che potrebbe non sembrare avventuroso come speravate, ma è molto importante. Dopotutto aiutare i bisognosi fa parte dello spirito del fuoco, non potrebbero esserci persone più adatte! Avrebbe appicciato sul petto di ognuno di loro un'adesivo con una boccetta con una croce rossa stampata sopra. Un inchino avrebbe consolidato quel gesto quasi fosse un rituale. Certo, in giro si diceva che il rosso avesse studiato i fuinjutsu. Che si trattasse di uno di quelli? Che li avrebbe protetti nel momento del bisogno? Forse, sforzandosi, avrebbero potuto sentire un diverso calore in loro stessi, un senso di protezione che li avrebbe accompagnati per tutto il viaggio... O forse era solo un normalissimo sticker fatto a mano. Vista la serietà con cui li aveva applicati sembrava decisamente il primo caso.

    Voi due invece dovete prendere strade diverse. Si sarebbe quindi rivolto al biondo e alla giovane albina. Kyoujiro, tu sei stato indirizzato a Kusa, a placare gli animi per convincerli a mandarci più supporto. Forse il giovane avrebbe esitato, ma il rosso gli avrebbe sorriso, con lo sguardo di chi aveva una profonda fiducia in lui. Non preoccuparti. Le parole non sono nemmeno il mio forte, ma percepisco che tu sei la persona giusta per questo compito. Sei una brava persona, Rengoku-san. Sono certo che il tuo intervento sarà fondamentale. E dopo quelle parole incoraggianti, un delicato tocco gli avrebbe applicato una colomba sul petto... O almeno qualcosa che sembrava tale. Le ali sono difficili da disegnare... Avrebbe borbottato a bassa voce, prima di dedicarsi alla ragazza, l'ultima da smistare. Tu Yuki, sei stata assegnata ad una missione di ricognizione. Il suo respiro si sarebbe fatto più pesante, avvicinandosi di più alla giovane. Era visibilmente preoccupato, ma le stava dando fiducia. La tua è la missione potenzialmente più pericolosa fra le tre. Non lo dico per spaventarti, ma sarai vicina al territorio nemico. Sono certo che l'Hokage non te l'avrebbe assegnata se non si fidasse delle tue capacita, ma, per favore... Le posò una mano sul petto, come a darle coraggio, anche se sembrava stesse dando coraggio a sè stesso. Sii cauta, e torna tutta intera. Non sentirti codarda se senti il bisogno di scappare. Sono certo che sarai in grado di giudicare la situazione al meglio. Il suo sorriso incoraggiante l'avrebbe fatta sentire come se lo spirito stesso di quel chunin la stesse proteggendo. Lasciata la mano, sarebbe rimasto un'adesivo con un'occhio al suo posto. Li avrebbe congedati, accompagnandoli fuori, consegnando un foglio ad ognuno dei team delegati. Avete ancora tempo per prepararvi, a breve l'Hokage dovrebbe fare un discorso, ribadendo i compiti di ognuno. Nei fogli sono indicati i luoghi in cui dovete recarvi per la partenza e le informazioni che abbiamo di ogni vostra missione. Un profondo e preoccupato sospiro avrebbe segnato la fine di quella conversazione. Fate attenzione. E buona fortuna. Un ultimo, sincero sorriso, e sarebbe ritornato nella sua tenda.

    All'interno avrebbe terminato le conversazioni con le due ragazze, Mitsuu e Chihaaru, scusandosi per l'interruzione. Mitsuu, la minuta, sarebbe stata la prima a parlare. Come ti stavo accennando, il nostro potere si affievolisce più ci allontaniamo da Konoha. Le due giovani, segretamente Tengu, facevano parte di un clan che aveva giurato la sua protezione nei confronti del villaggio della foglia, ricevendone i dovuti benefici e rischi. Solo le cariche più alte del villaggio erano a conoscenza del loro clan, e Youkai, avendo avuto la giovane come tutrice durante la sua riabilitazione, ed essendo ora segretario dell'Hokage (e forse un po' raccomandato), era di recente venuto a conoscenza della cosa. Ma è anche nostro dovere proteggere il villaggio, e considerando quanti di loro sono venuti fin qui, il clan ha deciso di mandare anche noi. Non riusciamo ad usare i nostri pieni poteri, ma abbiamo ancora qualche trucco da poter sfruttare. Ti conosco a sufficienza da poterti dare la mia fiducia incondizionata. Siamo sotto al tuo comando in questa guerra. Si sarebbe inchinata di fronte al chuunin, dando una leggera gomitata alla sua compagna, che dopo uno sbuffo soffocato e un sospiro, avrebbe fatto lo stesso. Io mi fido di lei. Vedi di dimostrarci che la sua fiducia sia ben riposta. Chihaaru!! Brobotò, gonfiando i capelli come fossero piume, apparendo come un pulcino arrabbiato. Scosse la testa, riportando la sua chioma liscia come la seta. Youkai avrebbe ridacchiato, nascondendo il leggero disagio nel dover apparire all'altezza all'altra tengu. Farò del mio meglio, lo prometto. Ora andiamo, ci sono ancora un sacco di cose da fare.


    13:00


    Più passavano le ore, più il peso della responsabilità iniziava a farsi sentire. Nonostante fosse sotto ordini diretti dell'Hokage, anche lui aveva mandato in missione tutti quegli shinobi. E non avrebbe dimenticato uno solo dei loro volti, sperando con tutto sè stesso di rivedere ognuno di loro sano e salvo al loro ritorno. Ora erano di nuovo lì, tutto più o meno riuniti, ad ascoltare che Raizen smistasse personalmente alcuni dei team, rimarcando quali fossero le priorità. Youkai ancora si toccava i capelli, quasi pentito di non averli tinti. Ma il Colosso era stato chiaro. Doveva affrontarli, non poteva nascondersi. Sussultò nell'udire il suo nome quasi tremando per l'imminente momento in cui avrebbe dovuto incontrare qualcuno dei suoi. Qualche altro Uzumaki. Non aveva idea di come avrebbero reagito gli altri, se per loro fosse normale che altri membri del clan si trovassero fuori Kumo, se lo avessero in qualche modo riconosciuto, o se lo avrebbero trattato come un nemico qualsiasi, senza dargli peso. Non sapeva cosa avrebbe temuto di più delle due opzioni. Per lui l'idea di clan era quella di un'unica famiglia unita, che si supportava a vicenda. Quanti Uzumaki c'erano realmente là fuori? Anche fuori Kumo c'erano altri dispersi? Sarebbe riuscito a riunirli tutti?

    Si avvicinò al team di Febh, essendo stato incaricato di seguirli. Forse avrebbe avuto il tempo di incontrare Kamine per qualche minuto, anche se lui ancora non sapeva della loro futura missione insieme, o del sigillo del suo clan. Ma l'avrebbe salutata con un timido sorriso, rivolgendosi poi a Febh in tono più formale. Principe delle lucertole distruttive o qualcosa del genere, il signor Raizen mi ha detto che hai bisogno del mio aiuto. Qualsiasi cosa che avrebbero potuto affrontare non sarebbe certo stata peggio dell'inferno in cui erano stati. Forse. A quanto pare, un'altra ragazza sarebbe stata con loro, presto avrebbe scoperto trattarsi di un medico. Ah, è un piacere conoscerla, Shinodari-san. Io sono Youkai Uzumaki. E poi, a bassa voce, una chiara provocazione verso il consigliere otese: Vero fan di Spiderboy. A quel punto, non gli restava che attendere la partenza. Era fisicamente pronto, aveva con sè il suo equipaggiamento, ed era fresco e riposato. Mentalmente, era tutta un'altra storia.

    EDIT:

    Edited by Waket - 19/1/2022, 14:24
  7. .

    Prescelta

    XV



    Maledizione. Sibilò la vipera, Kui non sembrava poter essere di grande aiuto. Ma lei aveva un'idea, che aveva persino funzionato. Il problema? Nonostante il meccanismo disattivato, la porta risultava comunque troppo pesante per la giovane genin. Forza... Stupido... COSO!! HMPH! Per quanto si sforzasse, fino a quasi sentire le proprie braccia staccarsi, non sembrava smuoversi di un millimetro. Furiosa, ma non ancora arresa, si sarebbe spostata nella teca di Kui, sfruttando il chakra adesivo per uscire dall'alto, raggiungendo così le teche rotte del piano superiore... ma fitte griglie bloccavano il passaggio. E da queste stavano precipitando dei piccoli frammenti, che per colpa del buio non vedeva, ma poteva sentire caderle sulla pelle del viso. Si tolse quelle briciole di dosso, annusandole avrebbe potuto riconoscere le piantine toccate in precedenza. Fu in quel momento che realizzò che quella non era solo una gabbia, ma una vera e propria trappola, nella quale era stato fatto cadere del veleno.

    ...No... Sentì le gambe cedere, in un primo momento dando la colpa allo shock, ma nonostante si sforzasse, queste non sembravano ubbidire ai suoi movimenti. Le sentiva sempre più deboli, e a breve persino il senso del tatto sarebbe sparito. Anche Kui era in pericolo. Di-Diventa una mia creatura! Facciamo il patto necessario... E poi pareggiati! Sparisci da qui! Il tono di voce stava diventando via via più disperato. La mente annebbiata non le permetteva di ricordare perfettamente come funzionava quel meccanismo. Ma avrebbe usato tutte le conoscenze che aveva sulle creature, lasciando una macchia di sangue a terra, sperando che un rituale di richiamo bastasse a considerarlo come una sua creatura. Le lacrime avevano già iniziato a scendere. Lo avrebbe stretto a sè, prima che potesse pareggiarsi, anche se sapeva bene che non sarebbe potuto restare a lungo. Avrebbe voluto dirgli di stare zitto. Ma, a vedere la situazione, non poteva permetterselo. Aveva ragione. Aveva fallito. Vincere un combattimento non serviva a niente se poi non eri in grado di sfuggire ad una semplice stanza. Ansimava, ormai con i polmoni pieni di veleno, tenendo la serpe stretta in un abbraccio, alla ricerca di conforto. Malediva la sua debolezza. La sua superiorità verso il fratello era fasulla. Era una dei tanti. Uno dopo l'altro, sarebbero caduti tutti.

    Iniziò a domandarsi dove fosse Raizen. Dubitava che lui fosse in pericolo, dopotutto aveva sciolto tutte le difese che i due avevano incontrato fino a quel momento. E probabilmente l'aveva lasciata indietro credendo fosse in grado di cavarsela da sola. Stolto. L'aveva sopravvalutata, e ora ne pagava le conseguenze. Forse non meritava il suo aiuto. Forse quello era il destino, che le diceva che non era pronta, e forse non lo sarebbe mai stata. Era ferita nell'animo, ma non singhiozzava. Accucciata in un'angolo della teca, avrebbe atteso nemmeno lei sapeva cosa. Un salvataggio estremo? La morte? Ormai poco importava. Era arresa, sola, al buio. Sperava solo che non fosse troppo doloroso.


    Sentì come una mano gelida toccarla, facendola rabbrividire. Un lamento anticipò i suoi movimenti, rannicchiandosi di fianco a quella fonte di calore che sentiva posata al suo fianco. Si sentiva incredibilmente debole... ma riusciva a percepire ogni angolo del suo corpo. Qualcosa doveva averla punta sul collo. Fortunatamente i suoi salvatori erano arrivati sufficientemente in tempo per evitare che il suo corpo fosse irrecuperabile... Anche se in futuro avrebbe imparato anche come sistemarlo.Imparerà in futuro, sempre di fronte a Raizen, ad usare la Muta per la prima volta! Dato che è stato veloce abbiamo ridotto un pochino i danni, quantomeno per permetterle di riprendersi solo con le cure di Fyodor e un po' di riposo. La voce familiare la convinse a riaprire gli occhi, solamente per ritrovarsi il Colosso ad occupare per intero il suo campo visivo, decisamente troppo vicino rispetto a quanto fosse abituata. Sentì il volto avvampare, mentre, debole e rantolante, avrebbe cercato di rotolarsi dalla parte opposta, principalmente per nascondere il volto. Iniziò a chiedersi quel veleno fosse stato tutto un bluff, se si fosse trattato solo di qualcosa di indebolente per paralizzare eventuali intrusi, ma relativamente innocuo. E lei si era fatta trovare in quelle patetiche condizioni. Assicuratasi di aver coperto il volto, per quanto la infastidisse restarsene sdraiata sul gelido terreno notturno, avrebbe borbottato una debole risposta. Uh-uh. Era viva, ma debole. Siamo... fuori? Domandò, mentre la botta di adrenalina data dall'imbarazzo la convinse a provare a rialzarsi con goffi e scarsi risultati. Hmph. Devo... Riposare... Si sarebbe sforzata per non guardarlo negli occhi, illudendosi di avere un qualsiasi tipo di controllo nelle condizioni in cui stava. Era pur sempre Hebiko, l'orgoglio prima di tutto.
  8. .

    Alzare gli scudi

    II




    Hebiko osservava dall'alto al basso la nuova arrivata, assottigliando le pupille nell'udirne il nome. Ricordava che fosse una presenza importante lì ad Oto, e non bastasse sembrava aver origini a Konoha (grazie ai suoi frequenti viaggi, aveva imparato la maggior parte dei nomi dei clan del luogo). La giudicava da lontano, incerta delle sue reali motivazioni, del perchè fosse tornata, e ancora di più del perchè fosse sparita, lasciando un... Febh a capo di tutto.

    Era già pronta a demolirla a parole, ma prima di poter emettere alcun suono, potè notare come lo Yakushi stava prendendo quella nuova arrivata. Non lo aveva visto così a disagio nemmeno quando aveva dovuto affrontare il demone mandatogli dai Cremisi, nè aveva mosso ciglio quando si erano dovuti arrendere a cedere il controllo del villaggio a Diogene, seppur con la promessa di controllarlo. Eppure ora era lì, come una lepre di fronte ad un lupo, quasi terrorizzato da quella che sembrava una donna qualsiasi. Un brivido le percorse la schiena, incerta. Febh. Raddrizza la schiena. Lo richiamò all'attenzione. Doveva ridargli coraggio, o lo avrebbe presto perso anche lei. Lo Yakushi sapeva bene di avere tutti gli sguardi puntati addosso, e generalmente non era una cosa che lo turbava, anzi.

    Il "sei davvero tu" non la scompose poi troppo, dopotutto Shinodari era stata una kunoichi importante anche in Amministrazione, ed era stata la persona che aveva lasciato Febh a comandare tutto, era ovvio che si conoscessero. Certo non si aspettava quanto bene si conoscessero. Ma ormai erano passati anni da quando la Nara era sparita. E ad Hebiko, possessiva com'era, non piaceva avere una presenza sconosciuta nel suo territorio. E fu solo quando il Jonin stesso lo nominò che avrebbe notato il rettile alato, facendo saettare la sua linguetta come una biscia, quasi potesse analizzarlo a distanza in quel modo. Senza distogliere lo sguardo, frugò nel suo cassetto, estraendone un'agendina, iniziando a scribacchiare qualcosa.

    Avrebbe ridacchiato appena nel sentire che Febh fosse la scelta più sensata. La tua scelta sensata stava per cedere il suo lavoro ad una perfetta sconosciuta appena arrivata in Amministrazione. Tsk, tsk... Il resto del discorso non migliorò il parere della Vipera, che da tempo non considerava il Mikawa un buon sostituto. Oh sì, siamo passati dall'essere cavie all'essere pedine. Se prima avevamo una chance di sopravvivere e tornare più forti, ora siamo solamente un numero, pedoni da usare come sacrifici per indebolire un'esercito e lasciare che poi il più grosso si prenda tutti i meriti. La squadrò rapidamente, dopo essersi spostata da un altro lato della stanza, curiosamente quello da cui aveva una visuale completa di Ko, riabbassando quindi gli occhi sulla sua agendina, continuando a prendere appunti. Avrebbe allungato una mano fino alla scrivania, senza vergognarsi di mostrare il suo peculiare potere derivato dal Fondatore stesso, prendendo una delle stesse caramelle di Febh, tenendola chiusa nella mano.

    Rialzò la testa nel sentir nominare la loro serie, vagamente confusa dalle sue affermazioni. Huh? Lo sto tenendo sotto controllo, cos'altro. Se lo lasciassi chiuso nel suo ufficio non farebbe altro che restarsene sulla sua amaca, almeno grazie a me, riesce a completare parte del suo lavoro. Quei quattro documenti che riusciva ad infilargli sotto il naso, tra una pagina dell'Eninjistica e l'altra, generalmente. Anche se qualche volta ancora doveva bacchettarlo come fanno le madri con i bambini che non vogliono fare i compiti, restandogli di fianco finchè, tra una lacrima e l'altra, non completava il minimo indispensabile per farla contenta.

    Sentirla dire di essere tornata per il Kokage quasi le fece bucare il foglio della sua agenda, salvando per un pelo il minuzioso disegno di Ko che aveva fatto fino a quel momento. Se qui per il Kokage!? TCH! Lo sentivo che eri una di loro! Sei qui per prenderti la tua parte di Oto o cosa? Aveva bisogno di nuovi collaboratori? Incrociò le braccia, visibilmente furiosa. Si era fatta un'idea, probabilmente sbagliata, ma della quale era fermamente convinta. Fammi indovinare... Se qui per diventare Consigliera, forse? E, casualmente, accettare ogni nuova proposta del Kokage? HA! Sapevo che a quel verme non andasse giù la nostra posizione! Mentre la donna era distratta a risponderle, Hebiko provò ad allungare la caramella presa in precedenza di fianco al muso del drago, anche se da lì a breve avrebbe imparato che si nutriva di gemme. Oh, bestiolina costosa. Nell'udire quell'informazione, riprese a scribacchiare sulla sua agenda, iniziando a domandarsi quanti soldi potesse avere Shinodari per permettersi una simile bestia. Ma dopotutto era imparentata coi Mikawa, o così aveva capito, di certo il capitale non le mancava.

    Vedere quanto Febh sembrasse... sottomesso a quella donna, accese un fuoco nella Vipera. Avrebbe sbattuto l'agendina sul tavolo, restando per il momento ferma sul posto, facendo saettare lo sguardo tra i due. Se glielo avessero chiesto non avrebbe saputo spiegare la sua reazione, ma vederli così vicini faceva crescere un'insensata rabbia in lei. Lo Yakushi l'avrebbe distratta per qualche secondo, ottenendo un sorrisetto da parte sua. Lo so, zuccherino, solo il tuo meglio è piuttosto basso nella scala di produttività minima. Ma sai quanto mi annoierei se non fosse così? E poi il disastro.

    L'abbraccio tra i due fu l'ultima goccia. I capelli della Vipera si agitarono a mezz'aria, quasi avessero vita propria, si poteva quasi sentirli sibilare. Il suo braccio si sarebbe avvolto al busto dello Yakushi, trascinandolo con poca grazia sulla poltrona. S E D U T O. Ringhiò. Chiaramente non era in vena di proteste. Sembrava sul punto di scattare dal momento all'altro. Lo sguardo, con le pupille così sottili da essere quasi invisibili, era puntato su Shinodari.Hai invaso il mio ufficio. Hai toccato le mie cose. Era molto territoriale, ed era stata portata al limite della sua sopportazione. Ed io ancora non conosco le tue intenzioni. In un momento più tranquillo avrebbe sicuramente ascoltato Febh, che avrebbe probabilmente voluto garantire per lei... Ma era stata involontariamente provocata fino al suo limite (che non era poi così alto). Cos'è che vuoi realmente? Tornare perchè il principino Mikawa è ora al potere, e supportarlo, magari dall'Amministrazione? Portare via Febh sapendo che è l'unica cosa che gli impedisce di fare i suoi porci comodi? La lettera consegnatale in amministrazione non molto tempo prima, ed ora un'ex Amministratrice tornata dopo anni... Erano due coincidenze fin troppo sospette. Hebiko negli ultimi tempi aveva alzato la guardia, probabilmente troppo, riuscendo a fidarsi solo dei suoi più stretti collaboratori. Probabilmente ammettere di non far parte delle milizie del Mikawa avrebbe aiutato parecchio... Ma in quel momento aveva bisogno di prove.
  9. .

    Preparativi finali


    X



    L'Uzumaki fece un piccolo sorriso quando l'altro ringraziò, che si spense in fretta con il proseguire della frase. N-No, non intendevo... Il lavoro di un dottore è pesante, chiedere aiuto- Uh... Non è una debolezza farsi aiutare- Chinò la testa con un mugolìo, sconfitto. Non poteva insistere dopo una simile figura.


    Feng appariva ormai come un re saggio agli occhi del chunin: lo avvertì dell'ambiente generale di Ame, un posto dove non tutti avevano pari opportunità com'era per Konoha, dove c'era chi doveva guadagnarsi da vivere a morsi, e facendogli capire che doveva essere pronto al peggio. Ma c'era comunque una piccola scintilla di speranza. Erano umani anche ad Ame. Alcuni si erano forse fatti corrompere più di altri, alcuni avevano una morale che si avvicinava a quella Accademica a cui era abituato. Era ancora preoccupato all'idea di andare in una città sconosciuta potenzialmente pericolosa, ma il mercenario gli avrebbe permesso di vederla con una luce diversa.

    Yato era più freddo e distaccato. Forse per il bene della missione non voleva correre rischi. Gli mise in chiaro come stavano le cose, colpendo nel suo punto più debole. Aiutare gli altri era il suo istinto più forte, trattenerlo non sarebbe stato facile, soprattutto di fronte agli individui più deboli. C'era però un trucco: poteva farlo per tornaconto personale... o farglielo credere. Dopotutto, anche chi non possedeva niente, possedeva di sicuro informazioni. Gli sarebbe bastato farsi dire qualcosa su qualcuno, una voce, e far credere loro che quello scambio avesse ripagato del tutto il suo aiuto. Di certo non gli piaceva mentire, ma se era per fare del bene poteva passarci sopra. E magari una delle voci si sarebbe rivelata più utile di quello che pensava.

    Raizen ricordò a Youkai del suo peculiare potere, e per un attimo sembrava essersi illuminato, dopotutto l'idea sembrava funzionare. Ma poi avrebbe sussultato, shocckato. M-Ma non voglio restare morto per settimane! Poi mi toccherebbe restare chiuso in una stanza, non potrei andare da nessuna parte! Forse sarebbe stato meglio. L'Hokage però intendeva usare quel trucchetto solo per farlo entrare in città senza sospetti, e Yato sembrava aver già un solido piano in mente, che gli avrebbe comunque permesso di muoversi liberamente. Oh. D'accordo. Suppongo che potrebbe trattarsi di un'operazione al cuore, dovrebbe essere abbastanza difficile da giustificare la nostra presenza per molto tempo? Aveva passato quasi un anno all'ospedale di Konoha quando era arrivato da Genosha, prima di essere riabilitato del tutto, ma non aveva poi imparato chissà cosa sulle procedure mediche, tantomeno i trapianti. Sapeva come tutti che il cuore era un organo piuttosto delicato, che quindi avrebbe richiesto una procedura lenta e minuziosa, creando l'alibi perfetto. Ma il dottore sei tu, quindi lascerò che sia tu a capo della missione. Seguirò i tuoi ordini. Youkai dubitava sarebbe mai riuscito a farsi seguire da Yato, nemmeno ad un comicon dedicato interamente a Spiderboy. Probabilmente si sbagliava, considerando quanto il chunin fosse fissato con le sue missioni, come confermavano i rapporti dei suoi compagni, ma il loro rapporto ancora freddo e acerbo non gli permetteva di sentirsi a suo agio nel dargli ordini di alcun tipo.

    Era arrivato il momento di congedarsi, anche se a Youkai spettava un ultimo compito. Fece per uscire, bloccandosi per qualche secondo quando Yato fu invitato nuovamente dentro. Lo avrebbe osservato, cercandone lo sguardo, accennando un sorriso, come a volergli stare vicino. Sapeva bene che tra i due non correva buon sangue. Avrebbe accompagnato Feng in un'altra stanza, facendolo accomodare per un'altra mezz'ora almeno. Abbiamo un'artista bravissimo per gli identikit, se non le piace farsi leggere la mente le basterà descriverlo a voce. Potrebbe impiegarci un poco di più, ma le prometto che il risultato sarà sorprendente. Avrebbe fatto chiamare in amministrazione la stessa persona che, anni prima, fece l'identikit del suo assassino, un uomo che ormai aveva quasi dimenticato. Il trauma gli aveva stampato la sua immagine nel cervello, ma stranamente non sembrava portare rancore. Non ci sarebbe voluto molto, e il mercenario sarebbe stato libero nel tempo di bersi una tazza di caffè. Youkai lo avrebbe accompagnato all'uscita, indicandogli i migliori locali dove passare la notte se avesse voluto riposare al villaggio. E questo è tutto. Io devo tornare al mio ufficio. Ma attenderò impaziente il momento in cui potrò visitare il suo locale! Avrebbe sorriso, solare. I segreti condivisigli erano tutti gelosamente custoditi nella sua agendina, e in un futuro non troppo lontano ne avrebbe probabilmente comprata un'altra, ispirato dalle avventure del Kaguya, dove raccontare le proprie. Ame sarebbe stato un buon punto di partenza per il suo diario di viaggio.
  10. .

    Dreamland


    XV




    La nebbia di quel luogo si stava diradando, facendo spazio ad un folto bosco, non troppo dissimile alla foresta di Konoha al quale era abituato, il tutto mentre era distratto ad ascoltare il Consigliere otese, capitato lì con lui. Le sue accuse lo schiacciavano come un masso, caricandogli sulla schiena un peso non indifferente: se non fosse partito alla ricerca di quel portale, non sarebbe successo nulla. Non poteva dargli tutti i torti. Nonostante avesse ancora dei dubbi se chi aveva davanti fosse realmente Febh, o il Kaji da cui sperava di ricevere altre informazioni, con le sue parole stava solo allargando una ferita già aperta. Il respiro un po' affannoso anticipava un pianto che si sforzò di trattenere ad ogni costo. ...Hai ragione. Avrebbe ammesso a testa bassa. Era visibilmente giù di morale, ma non contava nelle azioni di uno sconosciuto per consolarlo.

    Mentre lo Yakushi si regalava più titoli dei nobili più altolocati del suo villaggio, ne potè sentire uno che lo fece distrarre al punto da far apparire svariate ragnatele nell'ambiente intorno a loro. Alcuni alberi sembravano persino avere un effetto più... plasticoso del normale. Spiderboy?? Esclamò, con una nuova luce negli occhi. Vuol dire che hai anche la leggendaria "Spiderboy contro lo Tsunami Umano", di cui esistono solo cinquanta copie?? E il numero 5 del primo incontro tra lui e Juwen?? Sarebbero bastate poche parole per mettere in discussione il suo titolo. C'erano delle incongruenze terribili. Come poteva non conoscere Juwen?? Beh, che mi dici di quando ha combattuto contro il Mostro di Suna, un manipolatore della sabbia diventato sabbia lui stesso? Avrebbe presto capito che non parlavano della stessa persona. Chiaramente l'otese si stava inventando tutto, mica potevano esistere due Spiderboy dopotutto. Incrociò le braccia, visibilmente contrariato e vagamente altezzoso. Non sei nemmeno fan di Spiderboy. Non avrai visto nemmeno un episodio. Si sarebbe piantato lì per qualche secondo, per poi proseguire nuovamente per la loro strada (qualsiasi essa fosse, non avevano una vera meta dopotutto), superandolo di qualche metro. Febh-sensei andrà bene. Sentenziò, con fare snob. L'Hokage almeno lo conosce davvero Spiderboy.

    Aveva un'espressione offesa nel sentire il suo soprannome, misurandosi con la mano. Anche io farò la pubertà! Dal basso dei suoi ventisei anni ancora ci sperava. Ma forse prima o poi il suo corpo sarebbe cambiato davvero... di certo sarebbe stata una pubertà a dir poco peculiare. Purtroppo, terminata la parentesi del suo eroe preferito, Febh ricordò a Youkai il perchè dovesse avere il morale a terra, sputandogli il suo punto di vista in faccia. Il giovane era ancora leggermente frustrato, ma le sue parole lo avevano colpito più del previsto. L'ambiente attorno a loro sarebbe tornato molto più normale, anche se avrebbe lasciato molto più spazio al bosco otese che quello konohaniano. ...Pensi... Che io abbia sbagliato? Si strofinava le mani, nervoso. Ascoltare un altro punto di vista gli avrebbe fatto bene. Se avesse continuato a discuterne con Raizen stesso non ne avrebbe cavato un ragno dal buco, essendo lui la persona che riteneva in torto. Ma ascoltare un'altra testa avrebbe potuto farlo riflettere. N-Non volevo arrivare a tanto. Quel tizio identico a te è stato l'unico da quando siamo arrivati qui a porgermi la mano, e quando il signor Raizen ha cercato di portarmelo via... mi sono sentito tradito. E poi ho esagerato. Si stava nuovamente scaricando addosso tutte le colpe, spiegando il perchè avesse agito in quel modo, pur ammettendo il suo errore. Il labbro tremava appena, rendendosi conto di quanto rischiasse di pagare per un suo capriccio. Volevo... solo una risposta. Sapere qualcosa. Sono certo che anche lui voglia aiutarmi a trovare il mio passato. Forse ha ritenuto troppo pericoloso farlo in questo modo. E... temo avesse ragione... Si guardò attorno, osservando il bosco passo dopo passo. Ormai camminavano da così tanto che gli sembrava stessero girando in tondo. Ma stavano proseguendo dritti, era sicuramente un'impressione.

    Febh decise di fare un piccolo passo verso il giovane Uzumaki, forse comprendendo quanto fosse frustrante non sapere nulla di chi fosse davvero. A vedere dal suo doppione, non era di certo stato facile nemmeno per lui. Spalancò gli occhi nel sentire che era stato il suo sacrificio a salvarlo... per quanto l'altro non volesse forse sacrificarsi. Oh. Quindi... In un certo senso tu sei vivo grazie ad un suo errore? Ci ragionò su un attimo, osservandolo con compassione. Lui aveva agli effetti rubato la vita di quel Kaji. Forse agli occhi degli altri non si era presentato nel migliore dei modi... ma stava cercando di riprendersi qualcosa che gli apparteneva di diritto. Ma Febh era ora una vita a sè stante, nonostante fosse nato "rubando" il posto a Kaji, non aveva colpe per essere vivo. A seconda della sua reazione, avrebbe deciso se fosse stato il caso di continuare a fare domande, o passare solamente a rispondere allo Yakushi, approfittando di quella gentilezza.

    Beh, uh... Ci dovette pensare un po' su. Dopotutto non ricordava niente, non aveva molto da raccontare. Il mio ricordo più vecchio è solo una vaga immagine di un uomo che si toglieva la maschera. Ero in mezzo alla neve, credo di essere morto lì. Ciò che ricordo della mia vita è iniziato a Genosha in un, aaah... Una lurida palude con uno sciamano pazzo che lo stava tanto salvando quanto rischiando di uccidere. ...una capanna con un vecchino un po' bizzarro. Ma mi ha salvato la vita, suppongo. E poi sono andato a Konoha. La conclusione non aveva molto senso senza ulteriori dettagli. Avrebbe risposto a qualsiasi dubbio con fare naturale, come se fosse una cosa ovvia. Beh, avevo un simbolo di Konoha sui miei vestiti. Mi sembrava ovvio. Avrebbe spiegato come avesse mantenuto il più dei ricordi sul come vivere e come funzionasse l'Accademia ed il resto dei Paesi (seppur non troppo nello specifico), ma di come ogni informazione su di lui fosse volatilizzata. Certo è buffo, indossavo una divisa di Konoha, ma al villaggio ancora non hanno trovato la mia identità. Ammise, ridacchiando vagamente frustrato, senza dare troppo peso alla cosa. Ricordava anche di aver già visto lo stesso sasso un po' ammaccato e lo stesso ramo che sembrava volesse toccarlo almeno altre sette volte.

    Fu proprio quando entrambi si concentrarono sull'idea di uscire da quel luogo, smettendo di chiacchierare per qualche minuto che finalmente una luce familiare fece capolino in lontananza. Youkai sentì un'odore ancor più familiare della foresta del suo villaggio: i profumi dei piatti tipici, di zucchero, un leggero odore di bruciato seguito dallo scoppiettare di luci colorate. Era cauto, ma incredibilmente attratto da quell'ambiente familiare. Facendo qualche passo in quella direzione, apparvero anche Le Ombre. Uno spettacolo teatrale di tradizione centenaria, che, nonostante non riuscisse a ricordare esattamente quando, era certo di aver già vissuto. Era sicuro di sapere cosa stava guardando, ma allo stesso tempo sentiva il bisogno di vederne di più. Ma prima si voltò verso Febh, prendendogli la mano senza pensarci troppo su. Vieni con me! Devo vedere una cosa. In cuor suo, si aspettava che girando l'angolo sarebbe arrivato a Konoha, finalmente a casa. In un certo senso, era realmente così.

    Dietro di loro il bosco sarebbe sparito, ma non se ne sarebbero accorti subito. Un battito di ciglia ed erano nel bel mezzo delle vie di Konoha, in una sera di festa. L'ambiente era caldo ed accogliente, le grida dei bambini che correvano per le strade venivano interrotte solo da uno o due fuochi d'artificio che illuminavano il cielo, ed i profumi che provenivano dai banchetti avrebbero fatto venire l'acquolina a chiunque (forse a Febh soprattutto, che non aveva avuto modo di fare una pausa rifocillante come loro... ma per lui quanto tempo era passato? Youkai era stato sei ore nel regno della Santa, era stato lo stesso per lo Yakushi e la signorina Dokujita, ovunque essi fossero stati?). Tirava lo Yakushi, che fosse ancora per mano o che avesse dovuto riacchiapparlo per la manica, tra un banchetto e l'altro, soffermandosi ad ognuno di esso e descriverne ciò che ricordava con tanta lucidità. Era così eccitato all'idea di essere riuscito a ricordare qualcosa! Quello doveva essere il suo passato! Forse lo schiocco di Kaji lo aveva portato dove gli serviva essere, dove avrebbe riscoperto se stesso! Che quella fosse realmente la sua vita o quella della Ribelle poco gli importava. Erano la stessa persona, la stessa vita, solo in due tempi diversi. Erano le sue esperienze, ciò che lo plasmavano.

    Poco distante dalla via principale, nella piazza di fronte all'accademia, lo spettacolo d'ombre intravisto poco prima. Si sentiva così affine a quel ricordo, che era certo di aver persino praticato quell'arte. Ricordava ombre, macchie scure su una parete bianchissima, che creavano un intricato disegno. Più si lasciava trasportare da quel pensiero, e più le ombre diventavano scure, come inchiostro, e il pallore dello sfondo iniziava a muoversi mosso da mani esperte, carta di un rotolo pronto a rilasciare un potente ma innocuo fuinjutsu. Si sentiva come se avesse scritto quei simboli così tante volte da poterli riprodurre ad occhi chiusi... Ma non aveva appena iniziato ad imparare l'arte della scrittura antica per riprodurre i più semplici fuinjutsu? Sbattè gli occhi un paio di volte. Un grosso sorriso era ancora stampato sul suo volto, ma voltandosi verso la via principale, decise di prestare più attenzione ai volti delle persone. Perlopiù nascosti da qualche oggetto, troppo lontani per essere visti, o leggermente offuscati. Aggrottò la fronte, facendo qualche passo più vicino al jonin, cercandone conforto. Huh... Non... Non siamo davvero a Konoha...

    Una voce, che proveniva da non sapeva bene dove, li illuminò sulla realtà di quel posto. Premonitore? Era certo che quello che aveva visto fossero ricordi, cose già vissute, quindi passate. Si sarebbe voltato verso Febh... O Kaji, come lo chiamava la voce. Hai visto qualcosa nel futuro? Si sarebbe poi voltato verso l'alto, nella speranza di scrutare il possessore di quella voce. Ragionò rapidamente sulle sue parole, incerto ma speranzoso: Po-Possiamo sognare una via d'uscita e farla avverare?? Che cos'erano i sogni in quel posto? Bastava desiderarli con ardore e si sarebbero manifestati? Dovevano aggrapparsi a dei ricordi, e plasmarli per ottenere il risultato sperato, creando il loro futuro? Cos'era realmente quel posto? Si strinse ancora di più al braccio dello Yakushi, evidentemente timoroso, ma con un briciolo di determinazione negli occhi. Kaji... Kaji deve averci mandato qui per imparare. Forse nei nostri ricordi c'è qualcosa che ci porterà fuori di qui. Doveva essere buono. La Ribelle si era fidata. E la Ribelle era stata così buona da meritare una nuova vita senza ricordi. Doveva fidarsi.
  11. .

    Paziente Zero


    IX



    Youkai si sarebbe voltato nella direzione indicatagli, impaziente. Sbattè gli occhi un paio di volte all'accenno su una delle missioni di Yato descrittegli dal Senju, sorridendo al pensiero. Oh. E' bello saperlo! Grazie, signore. Cosa che avrebbe probabilmente già dovuto sapere come segretario dell'Hokage e considerando quante missioni passavano sotto il suo sguardo. Probabilmente gli aveva anche assegnato variati stickers sorridenti.

    Si spostò verso la sua meta a passo svelto, osservando da vicino uno dei quartieri più ricchi di Konoha. Tutto quel legno permetteva di sentirsi come se fossero in mezzo alla natura, ma nella comodità delle mura di casa. Il grosso sorriso che gli si era stampato sul volto si affievolì arrivato di fronte alla casa del chunin, quando lo sguardo pose attenzione alla casa ed alle sue condizioni. In un quartiere simile, e curato da persone che il legno lo controllavano come il proprio respiro, qualsiasi difetto spiccava come un albero in una spoglia prateria. Prima di suonare, avrebbe allungato il muso all'interno del cancello, scrutando meglio la casa. Forse aveva sbagliato? Magari era abbandonata. Un Senju non l'avrebbe mai lascata andare in quel modo. Suonò il campanello, senza ottenere risposta. Il suo sguardo si spostò sulle finestre ricoperte di ragnatele. Arricciò il naso. Huh.

    Forse si è trasferito da un po'?
    L'hokage era stato chiaro, non poteva permettersi di tornare a mani vuote. Fece per scavalcare il recinto, volendo controllare da più vicino, quando la voce di Yato stesso lo fece sobbalzare, e con un grido perse l'equilibrio, scivolando di faccia all'interno dell'abitazione. Si rialzò in piedi in pochi secondi, strofinandosi via lo sporco come poteva. Ah- Io, mi, uh... Non rispondeva nessuno, e- Il signore mi ha detto che è casa tua- Prese fiato, gonfiando le guance e costringendosi a restare muto per qualche secondo. A-ehm. L'-L'Hokage mi ha chiesto di venire qui. Avrebbe spiegato velocemente la situazione. Prima di farlo passare però, anche se in evidente difficoltà, gli avrebbe fatto una domanda che forse in pochi gli avevano posto: Um... Va tutto bene? Fece scivolare lo sguardo sulla borsa da medico. Doveva essere un lavoro impegnativo. Sai, uh... Mentre aspettavo ho visto che in giardino sembri avere qualche problema con delle talpe, credo. Potrei passare ad aiutarti di tanto in tanto. Sorrise, seppur un po' intimidito dal Senju. Era facile capire che fosse onesto nel dirlo. Dopotutto io lavoro in ufficio, fare qualche ora extra dopo il lavoro non sarà un problema.

    Comunque fosse andata, Yato gli avrebbe chiuso la porta in faccia, lasciandolo ad aspettarlo fuori. A-Ah, ma certo, io sono qui! Si strinse le braccia, continuando a guardarsi attorno un po' imbarazzato. Al suo ritorno lo avrebbe sentito canticchiare per conto suo la sigla di un cartone abbastanza popolare su un ninja in grado di sparare ragnatele. Aggrottò la fronte quando lo sentì salutare quelli che dovevano essere i suoi genitori. Sarebbe rimasto fermo per qualche secondo, scrutando da lontano la finestra. Il campanello è rotto? Mi sembrava di averlo sentito... Se i suoi erano in casa, perchè non gli avevano risposto? Com'era possibile che tre persone diverse non avessero il tempo di badare ad una casa, al punto da far crescere delle ragnatele sulle finestre?


    Al ritorno, l'attenzione venne focalizzata sul nuovo arrivato e sul decidere un piano d'azione. Due cose erano state rese chiare come fondamentali: non dare nell'occhio, e soldi. Tanti soldi. Youkai non riusciva a credere che un demone fosse recuperare in modo così "facile". Bastava impersonarsi grandi imprenditori e comprarlo semplicemente al ladro? Certo forse non era il meglio per l'immagine di Konoha, ma per come la pensava l'Uzumaki al momento, l'unica cosa che gli importava era che tutto ritornasse al suo posto senza causare vittime.

    Avrebbe ascoltato le varie strategie, preoccupato ma attento. Non sapeva niente di Ame, poteva solamente affidarsi all'esperienza diretta di Feng e Yato, e alla saggezza del suo Hokage nel pensare alla miglior strategia. Arrossì all'idea di dover chiedere a qualche kunoichi di sedurre un bersaglio. No-Non possiamo mettere in pericolo una signorina in questo modo! Protestò, contrariato. Non che le signorine che conosceva non fossero in grado di difendersi da sole, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di chiedere ad alcuna di loro un favore simile, in una città come Ame.

    Yato avrebbe detto la sua, voltandosi subito verso il punto debole del gruppo. Il rosso deglutì, toccandosi le mani nervoso, a testa bassa. Farò del mio meglio. La sua prima vera avventura non stava iniziando nel migliore dei modi. Magari durante il viaggio potresti raccontarmi un po' della città... Voglio dire, ci dev'essere qualcosa che è troppo anche per Ame. Avrebbe cercato lo sguardo del Kaguya, sperando nel suo aiuto.

    Youkai avrebbe alzato la mano, assegnandosi ad alta voce il suo ruolo: Sarò il paziente! La sua spiegazione sarebbe stata molto semplice. Non conosco molto di Ame, e come ha detto Yato potrei non essere abituato a certe cose. Se fossi solo un paziente potrei anche provenire dall'esterno della città, così il mio essere estraneo alle loro usanze avrà un alibi. Si morse un labbro, nervoso. Mentre gli altri concludevano la strategia, si sarebbe toccato i capelli, sovrappensiero. Forse potrei anche non tingermi i capelli.
  12. .

    La Gemma


    XIV




    Entrare nella gemma fu una sua azione volontaria, ma la sensazione fu quella di uno strappo violento in tutto il corpo. Una corrente non dissimile da quella che lo aveva preso d'assalto con la Strega lo stava risucchiando nel suo vortice, ma con violenza superiore. Il dolore provato con la creatura di prima non era nulla a confronto. Soffocava senza speranza, avvolto da anime con ben più energia, ben più emozioni a sovrastarlo. La tentazione di tornare nel suo spazio felice era molto forte. Non poteva reggere quel dolore a lungo, lo avrebbe distrutto, ma rinchiudersi nella sua mente avrebbe messo a rischio tutti i presenti attorno a lui. Non poteva cedere, ma non poteva nemmeno sopportare quel dolore. Avrebbe gridato con tutte le sue forze, mentre il Vuoto brillava sulla sua fronte, dandogli calore. Più Youkai assorbiva quel dolore, sacrificandosi per salvare gli altri, più il simbolo brillava. Ci fu un lampo di luce, che dissolse le anime nelle vicinanze, assorbendo del tutto il giovane Uzumaki.

    Quando riaprì gli occhi, il muro di anime era di fronte a lei. Mantenevano una precisa distanza, incapaci di avanzare. Un'enorme, terrificante volto la osservava. Non poteva voltarsi da nessuna parte per evitarla, ovunque guardasse quella era lì. Sembrava fosse capace di rendere gli incubi reali solo restando nel suo regno. Eppure lei non sentiva niente. In lei c'era solo calma piatta. Fece qualche respiro profondo, concentrandosi su sè stessa. Si sentiva incredibilmente leggera, sentiva di poter fluttuare. Era come se stesse esplodendo di potere, ma lentamente, come una stella, destinata a brillare fino alla fine dei tempi, e che con il suo calore aveva regalato la vita. Lo sguardo scivolò sulle sue mani, fini e delicate. Il suo corpo era diverso da come ricordava, ma la cosa non la turbava. Finalmente era stata in grado di vedere la sua figura femminile. Sentiva di dover essere felice, Youkai avrebbe fatto i salti di gioia a quella scoperta. Ma quel frammento si limitò ad un impercettibile sorriso, timido, quieto. Ogni singola emozione era controllata. Percepiva la tristezza, la rabbia ed il dolore intorno a lei, ma solamente come un velo leggero e distante.

    Lo stesso non di poteva dire degli altri frammenti presenti lì dentro. Nel turbine di anime confuse, le più forti che ancora resistevano erano il suo team ed il doppione dell'otese. Bastò un suo sospiro deciso per far allontanare altre anime nelle sue vicinanze. Si accorse che la sua determinazione non aveva la stessa potenza del solito. Annullare i sentimenti negativi sembrava avesse una conseguenza anche su quelli positivi. Man mano che scendeva in loro direzione, il gruppo avrebbe percepito un tenue calore, che avrebbe affievolito gli effetti della gemma. Non sapevano dire da dove provenisse, solamente Raizen avrebbe percepito immediatamente che quell'energia non era parte della gemma, che era qualcosa di più familiare.

    Il team stava passando un pessimo momento. Senza l'influenza della Fine o del controllo della mente di Raizen, l'influenza della gemma sarebbe stata terribile.[Gemma]Siete frammenti, avete lo status Affaticato. L'ambiente bombarda la vostra mente di negatività: perdete 4 tacche in Forza, Riflessi e Concentrazione. Perdete una leggera a round.
    Utilizzare la Fine o abilità simili per difendersi dal flusso di anime porta le precedenti statistiche a -2 tacche, annulla il DnT, ma riduce l'Agilità di 3.
    Quel calore però donava loro una speranza. L'energia percepita avrebbe giovato alla loro anima, ridandogli temporaneamente le energie necessarie per affrontare quell'inferno. Ma se ai Jonin sarebbe bastato un'assaggio di quella calma per sentirsi rinvigoriti, Hebiko sembrava aver subito quelle anime in modo ben più pesante. Il frammento in lei, e forse un altro ospite, avevano anch'essi accumulato le emozioni negative di quel posto. Stava resistendo da sola ad un dolore almeno raddoppiato. Nemmeno gli effetti della Fine sembravano darle pace. [Yuuki]A testa, avete uno slot annullante a round. Potete scegliere di consumarlo per annullare tutti gli effetti, eccetto il DnT, causati dalla Gemma. Alternativamente, potete rinunciare a tutti gli slot per rendere Hebiko immune ad ogni attacco. Le grida disumane della serpe avrebbero penetrato le orecchie dei presenti, rendendo chiaro che non sarebbe riuscita a difendersi da sola.

    Yuuki stava già agendo. Non potevano vederla, ma se ancora non avevano perso la testa era merito suo. La Gemma era potente, ma la giovane aveva appena iniziato: il suo potere si stava a malapena riscaldando, il suo team ancora soffriva gli effetti della gemma, ma senza il suo intervento sarebbero immediatamente caduti sotto al suo controllo, perdendosi nel circolo delle anime. Fu in grado di percepire gli intrusi nella testa di Hebiko, e si stava già preparando ad agire, quando si accorse che, dal terreno, qualcosa ribolliva. Decine di anime urlanti sarebbero sbucate dal basso, muovendosi come tentacoli e puntando alle gambe dei presenti, alle quali si sarebbero avvolti senza lasciarli andare. [Attacco 1]A terra coprono un'area di 30 metri, in verticale di 10. Al contatto causano un danno di 30 e Intralcio Grave. La presa è Nera+6 Yuuki sussultò, colta alla sprovvista. Poteva percepire che l'energia con cui stavano attaccando quelle cerature era pari a quella che lei aveva usato per proteggerli da morte certa. Lo sguardo si indurì appena, fissando il volto della Gemma, quieta ma con un velo di rabbia sul volto. Le grida di Hebiko attirarono una seconda volta la sua attenzione, decidendo di agire su di lei. Puntò la mano verso la rossa, ed una bolla azzurrina l'avrebbe avvolta. La rossa potè tirare fiato, il dolore era sparito. Ma, da quell'azione, stava nascendo qualcos'altro. Di fronte alla Serpe, troppo stordita per difendersi, apparve come un'onda di anime, che in qualche modo si erano rese solide, appuntite come rovi eppure dense come acqua. L'onda sarebbe partita dalla direzione di Hebiko, ma avrebbe seguito il resto del gruppo con un bizzarro movimento a zigzag[Attacco 2]Onda alta 9 metri e lunga 15 metri, proseguirà per 15 metri. Al contatto causa danno da taglio di potenza pari a 40, ed arrivata alla fine della sua corsa, sarebbe esplosa, rilasciando una fitta selva di spine urlanti a 360°. [Attacco 3]Le spine sono molto fitte, per ogni unità di corpo colpita causano un danno di 20. Non considerano Protezioni o Difese Naturali. Le grida causano Stordimento.

    Yuuki annullò immediatamente l'effetto sulla giovane. Hebiko riprese a gridare, percependo persino più dolore di prima dopo quella pausa. La quiete della giovane Uzumaki sembrava in procinto di spezzarsi, alcune anime avevano penetrato la sua difesa, ma erano state dissolte in breve tempo. Inspirò, preoccupata. Il volto di fronte a lei continuava a fissarla, con quel ghigno scheletrico, ristabilendo l'equilibrio dove lei portava pace. So che potrei distruggerti quando voglio. Il suo tono era leggermente acuto, ma anche caldo e pacato. Ma so anche che nel farlo ti porteresti via chi sto proteggendo. Non posso permettertelo. Troverò il modo per far uscire tutti da qui, e una volta fuori ti darò la pace. Non era una richiesta. Era determinata nelle sue intenzioni, e, che la gemma fosse stata in grado o meno di comunicare, difficilmente avrebbe cambiato idea. Doveva solo capire come agire. Il suo primo tentativo fu quello di forzare un'apertura. Avrebbe unito le mani di fronte a lei, in direzione di quel volto che mai smetteva di osservarla. I presenti avrebbero potuto udire una voce calma comunicare con loro, che sembrava provenisse tutt'intorno. Fate attenzione. Qualcosa di terribile potrebbe accadere. Resistetegli, e prometto che presto saremo liberi. Delle candide catene sarebbero uscite dalla sua schiena, aggrappandosi in quello spazio indefinito. Centinaia di anime stavano venendo assorbite da esse, canalizzate nel palmo della sua mano. Un bianchissimo raggio di luce avrebbe poi colpito il gigantesco volto, come un caldissimo laser. La giovane avrebbe mosso le mani, controllando quel concentratissimo raggio, come se stesse cercando di aprire manualmente una fessura. Li avrebbe fatti uscire tutti, ad ogni costo.

    IMG_3604



    Ma mentre lei era concentrata nell'utilizzare quell'energia per liberarli, la Gemma avrebbe attaccato il suo unico punto debole lì dento: quella manciata di anime più complete a cui sembrava tenere così tanto. Un'ammasso di energia prese la forma di uno strano polpo, che prima di attaccare avrebbe spruzzato uno strano gas nella zona. [Gas]Copre un'area di 40 metri. Respirare il gas rende tutte le successive ferite delle Ferite Profonde. Ad ognuno dei presenti sarebbe precipitato un tentacolo dall'alto, piovendogli addosso a martello. [Attacco 4]Pot 50 +6 tacche
    I tentacoli sono larghi 4 Unità e lunghi 20 metri
    L'impatto avrebbe fatto esplodere ognuno dei tentacoli, liberando decine di anime urlanti che avrebbero tentato di trafiggere i presenti. [Attacco 5]Attaccano in una linea dritta, precipitando come lance, potenza 30 +6 tacche. Dovevano resistere, e Yuuki doveva sperare di trovare una soluzione in fretta. [Velocità]Ogni attacco ha Velocità Nera +4. Good luck :>


    Edited by Waket - 6/11/2021, 00:12
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    Hello fellow sis
    Se vuoi unirti a discord ti salutiamo come si deve e ti aiutiamo con la creazione del pg, più la pressione psicologica per la scelta del villaggio
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    War


    I





    I passi svelti del segretario stavano attraversando tutta l'Amministrazione, a grandi falcate. Stringeva la missiva al petto, e dalla sua espressione sembrava quasi gli provocasse dolore fisico tenerla così stretta a sè, quasi bruciasse. Ma allo stesso tempo la custodiva gelosamente, come fosse la cosa più preziosa che gli fosse mai capitata sotto mano. Aveva il fiatone più per via del contenuto che per la corsa. Naturalmente, come segretario, non aveva il permesso di togliere il sigillo lui stesso, e tantomeno si sarebbe mai sognato di farlo. Ma le poche parole di chi aveva consegnato quella lettera ne avevano spiegato tutto il necessario. Avrebbe spalancato la porta con una certa foga. Non c'era tempo per la professionalità. E' Ku-Kusa. Si aggrappò alla porta, tirando grossi sospiri e trattenendo ancora la missiva al petto. Sono arrivati i Cremisi.

    Non avrebbero avuto molto da discutere a riguardo. Raizen ne lesse il contenuto, dandogli nuovi ordini. Youkai rimase impietrito per qualche secondo. Era pronto ad eseguire la sua richiesta, ma aveva ancora qualcosa da dire. Non avrò... tempo per tingermi i capelli. Osservava il Colosso col terrore negli occhi. Lui sapeva bene a cosa si riferiva. Youkai era ancora fragile nei riguardi del suo clan, e se già di suo avrebbe avuto difficoltà ad affrontare qualsiasi Uzumaki gli si ponesse davanti, l'essere facilmente riconoscibile lo rendeva solamente un bersaglio più facile, o più malleabile.


    Tutta l'Amministrazione si stava dando da fare dopo la notizia. Gran parte dei dipendenti si erano armati di missive, tutte con lo stesso messaggio, ognuno assegnato ad un quartiere diverso. In pochissimo tutto il villaggio avrebbe saputo, e si sarebbe preparato. Oltre a loro, altri erano stati mandati a prendere le scorte, sorprendentemente con appunti perlopiù comprensibili del segretario. La fretta non gli aveva permesso di dargli il suo tocco personale che li rendeva spesso indecifrabili, e la gravità della situazione lo teneva concentrato su ben altro, permettendogli così di lasciare ordini più o meno accurati ad ognuno dei dipendenti. Lui aveva tutto il suo equipaggiamento disponibile proprio in Amministrazione. Gli ci volle poco per cambiarsi, dirigendosi poi con una certa fretta nella sala delle mappe.

    Non c'erano sedie ben disposte nè i soliti stickers segnaposto per i vari shinobi. Non c'era tempo per mettersi giù e pensare ad un piano d'azione. Potevano solo decidere quale fosse il modo più indolore di approcciare Kusa, e partire il prima possibile. Youkai era di fianco a Raizen, teso ed inquieto come non lo era mai stato. Se anche la persona più positiva del villaggio aveva l'umore a terra, la situazione doveva essere grave.

    Non aveva molte domande. Asami fu la prima a parlare dopo l'Hokage, cercando di capire a chi sarebbero andati incontro. Lui sarebbe rimasto perlopiù in silenzio ad ascoltare, rivolgendosi a Raizen solamente verso la fine, con un filo di voce. Può... Può bastare farli indietreggiare? Sembrava annaspasse, quasi non avesse il coraggio di parlare. Possiamo fare come con la Strega. Sono un mucchio di anime più sparse. Se gli facciamo credere che possiamo togliergli le forze in ogni momento, forse lasceranno perdere... Il suo piano era fallace da più punti di vista. Le anime della Strega erano esauste e senza più energie da anni, o forse secoli. Ed avevano bisogno di qualcuno che le liberasse. Un'anima ancora attaccata ad un corpo vivente poteva essere ben più difficile da prelevare in quel modo... per non parlare delle conseguenze, che forse poco importavano all'Hokage. Come avrebbe rimesso tutti a posto? Era evidente che non ci aveva pensato a sufficienza. Il suo era un grido disperato. Non voleva una guerra. Non voleva pensare di doversi scontrare con qualcuno del suo stesso clan. Non avrebbe mai voluto uccidere qualcuno.


    Al momento della partenza avrebbe fatto un profondo sospiro. Si fidava di Raizen e degli ordini che gli avrebbe impartito. Dopotutto sapeva bene come fosse, e quali fossero i suoi punti di forza. Usarlo più per debilitare che per uccidere era la cosa migliore, sia per le sue abilità, che per la sua sanità mentale. Sarebbe sicuramente bastato indebolirli per farli ritirare. Ne era certo. Doveva crederci.
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    Siamo tutti anziani don't worry
    Tranne me, che ho 19 anni, chiunque ti dica che sono del 93 sta mentendo
1976 replies since 29/3/2008
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