Posts written by Waket

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    Presente ✨

    Ricordati che un paio di post a settimana come media è alta, in caso ti venisse il dubbio di voler provare almeno una free di riassunto degli eventi recenti! E sì, un giro su Discord è più che necessario 😤
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    Trade offer

    VIII



    Oh, questa mi è nuova. Commentò la donna, tenendo gli occhi chiusi mentre prendeva un sorso del suo the, aiutandola a mantenere la calma necessaria e non rompere la tazza in due e fiondarsi a Konoha in quell'istante. Ridacchio, allentando la tensione che nascose alla donna, posando la testa sulle mani ed inclinandosi in avanti, sfruttando l'emozione che più le faceva comodo in quel momento: la curiosità. Devono avertela fatta passare brutta, quei due insieme sono come un uragano, non guardano in faccia nessuno. Sfogati con me, voglio sapere tutto nei minimi dettagli. Sorrise appena, genuinamente curiosa, anche se non per il motivo che aveva fatto credere alla Carceriera.

    Hebiko avrebbe annuito solenne e riso appena, coprendosi la bocca con una manica, mentre ascoltava la donna sfogarsi contro lo Yakushi, comprendendo appieno come avesse potuto farla impazzire. Ma fu lei stessa a darle un appiglio, che la Vipera non si sarebbe fatta sfuggire. Ohoh no, dubito lo abbia fatto di sua volontà. Nemmeno quando mi allena cerca di fare realmente da sensei, il suo scopo di vita è seguire il suo folle flusso di pensieri e vedere dove questi lo portano. Spostò lo sguardo sui pasticcini, come pensierosa. Però sai... Devo anche io ammettere di aver imparato più da lui che da qualsiasi sensei che mi ha preparato un'ambiente apposito. La sua imprevedibilità mi ha resa pronta per qualsiasi trucchetto un mio potenziale nemico potrebbe voler sfruttare contro di me. Dopotutto, chi altri meglio di lui insegna a stare costantemente in allerta, e non dare niente per scontato? Avrebbe morso uno dei pasticcini, gustandoselo golosa (dopotutto aveva pagato una discreta cifra per quell'appuntamento, non aveva intenzione di non farsi viziare da quelle delizie), commentando solo dopo qualche secondo, mettendo sul piatto un altro argomento che le stava a cuore: Il famoso "male necessario", no? Hehe. Ho sentito molti riferirsi così nel parlare del Mikawa. Il nostro kage sembra avere il rispetto della maggior parte del villaggio... Anche se molti ammettono che si tratta unicamente di paura. Prese in mano la sua tazza, fissando lo sguardo sulla donna. Tu cosa ne pensi? Se potessi scegliere da chi farti difendere contro una minaccia sconosciuta, ti fideresti di più del distruttivo Yakushi, o del tiranno Mikawa? Una domanda che le avrebbe permesso di capire qualcosa di importante: fino a che punto arrivava la lealtà della donna? E, se anche rispettava la brutalità di Diogene, come si sarebbe sentita se messa nella prospettiva di trovarselo come Guardiano? Fin dove si spingeva la sua fiducia nei suoi mezzi?

    Hebiko applaudì un paio di volte nell'udire la carceriera accettare il suo invito. Hoho, sono così emozionata! Anzi, sai che ti dico? Ti propongo un gioco! Si inclinò in avanti, vagamente maliziosa e visibilmente eccitata dalla sua idea. Domani passa in Amministrazione. Ti farò passare una deliziosa giornata, ti farò conoscere i miei dipendenti... E quello che ti è piaciuto di più, lo manderò a lavorare per te in prigione. Sono molto orgogliosa di tutti loro, sono certa che chiunque sceglierai sarà impeccabile sotto il tuo comando. Aveva già in mente qualcuno, uno dei suoi dipendenti era particolarmente preciso ma aveva tendenze un po' troppo violente per un ufficio, era da tempo che voleva farlo trasferire, e lui stesso sembrava della stessa idea, ma l'astio della Carceriera verso l'Amministrazione stessa rendeva complessa la cosa. Avrebbe preso la donna in anticipo, rassicurandola con voce calda. Non temere per lo Yakushi. Sarà impegnato tutto il giorno, dalla parte opposta di Oto. Non disturberà nemmeno un secondo del nostro appuntamento. Ridacchiò. Se non altro l'aver mandato via il suo ex compagno di team le aveva dato un'occasione per avere una giornata Febh-free. Ne aveva bisogno, perchè il suo piano funzionasse doveva essere tutto impeccabile. La giornata si sarebbe svolta in modo tranquillo, Hebiko si sarebbe assicurata che il dipendente che voleva trasferire fosse sempre al posto giusto e nel momento giusto, e che mostrasse per bene il suo lato più violento per convincere la Carceriera che non si trattava di un imbrattacarte qualsiasi. Oh, naturalmente, io resterò con un dipendente in meno, e sarebbe un problema. Ma, se mi consentirai di fare un giro nella tua zona privata, potrei tornare a casa con un souvenir. Ridacchiò. Aveva misurato bene le sue parole, non poteva permettersi di non ottenere un sì come risposta, costi quel che costi.


    La grossa guardia si infilò il mignolo nell'orecchio alle parole dello Yakushi, grattandosi distrattamente con teatralità per mettere in chiaro quanto poco gli importassero i vaneggiamenti del mingherlino di fronte a lui. I suoi occhi presero invece a brillare quando l'altro utilizzò la chiave che apriva tutte le porte: il denaro. Allungò la mano, aspettandosi ben più di una singola moneta, ma verosimilmente Febh avrebbe avuto un discreto gruzzolo da lasciargli, cosa che avrebbe fatto grugnire l'omone dopo aver preso il sacchetto con sè. Hmph. Io non ho visto niente. Allo shinobi sarebbe bastato dargli le spalle dopo aver fatto un paio di passi all'interno per sentirlo ridacchiare come una ragazzina, contando moneta dopo moneta.

    All'interno, nonostante la folla accalcata alla gabbia, sarebbe riuscito a farsi spazio rapidamente in direzione dell'uomo, riconoscendolo facilmente grazie alla sua pelle scura, e potendolo raggiungere senza troppe difficoltà dato che sembrava muoversi goffamente da una parte all'altra, incerto su dove andare. Avrebbe potuto sentirlo da lontano che chiedeva di Hebiko e direzioni per l'Amministrazione, restando però ignorato da tutti da quello che poteva vedere ad una prima occhiata. Aoda fece sbucare la testa dalla tasca, un po' irrequieto per via della folla. Missssss Hebiko diceva che è un po' miope. Penso sia peggiorato col tempo. Se non altro non era completamente cieco, anche se ci andava molto vicino. Forse quegli occhiali scuri che portava erano in realtà una nuova tecnologia che lo avrebbero aiutato a recuperare la vista?

    Non avrebbe avuto difficoltà nell'approcciare l'uomo, che nonostante lo superasse nella stazza, dalle movenze e l'atteggiamento appariva tanto innocuo quanto un coniglietto. E tremendamente ingenuo. Ah!? No!! Per favore! Mi lasci... Mi lasci almeno spiegare! Sono scappato da Kumo, non voglio avere più niente a che fare con loro! Non era difficile capire che stava dicendo la verità, interrogarlo con qualsiasi trucchetto avrebbe dato la stessa risposta. Era chino sulla schiena, praticamente il lacrime, togliendosi gli occhialetti per asciugarsi le lacrime, ed osservandosi attorno dopo qualche secondo. Oh, qualcuno ha finalmente acceso la luce. Sarebbe stato difficile prenderlo seriamente, ma, se interrogato sulle sue precedenti parole o sul motivo della sua presenza, avrebbe risposto singhiozzando, mentre si asciugava una lacrima dopo l'altra. Sigh, sob... E' da quando la squadra si è sciolta che sto cercando il mio posto nel mondo. Non sapendo dove andare, sono tornato a Kumo, dove mi hanno detto che sono nato. Ma non ricordavo niente, i miei primi ricordi vengono dalla periferia di Oto. Però non sapendo cos'altro fare, li ho ascoltati. Il pianto sommesso mal si sposava con la sua stazza e la voce profonda. Sniff... Però, nonostante mi abbiano accolto, non sono mai riuscito a sentirmi a casa. Mi mancavano i miei compagni, il mio vecchio team. Sob... Ce l'hai un fazzoletto? Sembrò quasi implorarlo, ormai immerso nelle lacrime. Dopo una sonora soffiata di naso, che senza fazzoletto avrebbe fatto direttamente usando la felpa dello Yakushi. Avrebbe potuto constatare che, per quanto non fosse paragonabile alla sua forza, non sembrava nemmeno un sempliciotto qualsiasi. E quindi sono scappato. Sono venuto fino a qui, lo so che infiltrarsi è un po' losco, ma tutto quello che voglio è tornare da Hebiko! Lavorerò per lei! Farò quello che vuole, ma senza i miei vecchi compagni mi sento perso! Mi risparmi, signor... signor carota! Oh sss... Ohssssanti draghi. Aoda non aveva un forte accento da rettile, tranne quando si agitava. E sembrava preoccuparlo l'idea di un traditore fuggitivo venuto proprio ad Oto, e direttamente da Kumo. Sssss... Sssssss... Sei scappato da solo?? L'omone tirò su col naso un paio di volte, annuendo. Certo che sono scappato da solo. Non potevo mica dire agli altri che li stavo tradendo! Non sono mai riuscito a farmi degli amici lì. Ho approfittato del buio della notte, in modo che nessuno mi vedesse. Avrebbe concluso, iniziando a calmarsi. Era indubbiamente sincero, ma se ognuna delle sue parole era vera, allora doveva essere un genio indiscusso dell'infiltrazione e dell'occultamento. Certo, se così fosse avrebbe anche potuto occultarsi fino ad arrivare direttamente all'ufficio della Consigliera, invece di perdere tempo chiedendo informazioni al peggior impiegato che poteva capitargli davanti.
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    Invasori

    IV



    Hebiko annuì solenne quando il piccolo shinobi mostrò di aver compreso quale fosse la situazione. Un po' di empatia tornava sempre comoda, dopotutto chi più di lui avrebbe saputo dire come si sentiva un reietto che doveva sempre guardarsi le spalle? Ridacchiò al suo commento sprezzante per i beni materiali, muovendo la mano in un mezzo inchino: E' molto nobile avere obiettivi con ben più valore di mero metallo considerato prezioso. Nemmeno lei era mai partita con l'idea di volere del lusso nella sua vita, la tortuosa strada che aveva intrapreso l'aveva portata in quell'ambiente, tanto temibile quanto un campo di battaglia vero e proprio, anche se tendevano a ricoprire ogni problema con morbide sete e gioielli brillanti. Certo, una volta avuto un assaggio di quella vita, la Vipera non era riuscita a farne a meno. Avere un assistente che dava valore ad altro le sarebbe stato sicuramente utile. La volontà mostrata dallo studentello le dava molte speranze. Sono certa che ci riuscirai, mio piccolo studentello. Chissà, se continui per questa strada potrei essere io a dover chiedere aiuto a te. Concluse con un sorriso vagamente malizioso, invitandolo quindi ad uscire per la loro avventura.


    Kuroshi schivò la prima trappola per un pelo, mostrando una discreta agilità, anche se mostrava una forma un po' goffa per quanto pratica di quella spaccata. La donna ridacchiò, facendo un leggero cenno con la testa di approvazione.Se vuoi continuare per questa strada, dovrai iniziare a fare un po' di yoga. Potrei suggerirti qualche trucchetto... Anche se grazie al mio corpo ho un discreto vantaggio, quindi non seguirli alla lettera se non vuoi farti male. Ridacchiò, divertita. La donna aveva un corpo a dir poco peculiare: era composta interamente da serpenti. Ciò le concedeva un'agilità ed elasticità fuori dal comune, che spesso sfruttava per cogliere di sorpresa gli avversari con movenze impossibili per un qualsiasi shinobi. [Nota: Agilità]

    Il giovane otese si stava mostrando estremamente cauto, forse proprio per via della prima trappola scattata, osservando i dintorni con cautela ed evitando le trappole che li aspettavano lungo la strada. Avvertì anche Hebiko della sua scoperta, cosa che la fece inchinare appena in cenno di consenso. Lavoro di squadra! Ti hanno insegnato bene vedo. Avrebbe evitato le trappole con grazia, e presto sarebbero finalmente entrati nel laboratorio, dove nessuno dei due si sarebbe aspettato cosa avrebbero scoperto.


    Lo studentello non si mostrava solo curioso in come metteva (con cautela) il naso in giro, ma lo ribadì anche alla Consigliera, che non potè evitare di ridacchiare al suo commento. E' vero, in parte ci sono abituata, ma anche perchè i laboratori di mio padre non sono poi la cosa più strana che ho visto. Kuroshi non poteva saperlo, ma la donna era sopravvissuta da un viaggio direttamente dall'inferno stesso, ormai i laboratori otesi non erano più così speciali come prima. Non era ancora una storia che poteva raccontare al giovane studentello. Fu proprio lui ad attirare l'attenzione della donna, incuriosito dai grossi tubi nella stanza. Oh, quelli. Rispose, con tono quasi scocciato. Da come li fissava non sembrava le andassero molto a genio, e dopotutto come darle torto: aveva confessato di essere un esperimento della vecchia serpe, probabilmente anche lei era stata creata dentro uno di quei cosi, così artificiali, così inumani. Macchinari per esperimenti, cos'altro. Per quanta esperienza avesse, non sembrava poi così ferrata nella scienza quanto lo era Orochimaru. Quegli incroci che abbiamo visto nel bosco sono stati fatti qui dentro, per la maggior parte. E anche roba più grossa probabilmen-. Sobbalzò nel sentire l'urlo del ragazzino, fiondandosi in sua direzione, per cacciargli un'occhiataccia quando si accorse che il suo terrore era provocato da un misero organo galleggiante. Credevo che la tua fosse cautela quando siamo entrati, non codardia. Commentò con tono freddo, prima di osservare meglio l'organo galleggiante. Non è altro che un polmone abbandonato... Strizze gli occhi, visibilmente più nervosa. ...in ottimo stato, e con delle mutazioni fin troppo particolari. [Abilità] La rossa stava iniziando ad agitarsi. Avrebbe controllato sulla cima del tubo, osservandone i cavi: alcuni erano troppo nuovi per essere lì da quando il laboratorio era stato abbandonato.

    Non bastasse, mentre lei era distratta, Kuroshi ebbe un'altra tremenda scoperta: mostrandole i documenti allibito, fece impallidire anche la donna, che sfogliò i pochi fogli in modo frenetico, cercando di capire almeno parte del contenuto, reso però illeggibile dal tempo... O da un jutsu? Non c'era modo per lei in quel momento di capire quanto fossero vecchi quei documenti. Lo sguardo ricadeva sul ragazzino, ora intimorito e confuso. Portò una mano sulla sua spalla, avvicinandolo a sè come se gli stesse dicendo un segreto.Ora, ascoltami bene. Il tono non ammetteva repliche, i suoi non erano consigli, ma ordini. Non parlare con nessuno di questa cosa. Nemmeno il tuo più fidato amico, soprattutto i tuoi genitori. Entrambi. Lo fissò per qualche istante, doveva essere certa che avesse bene inteso quanto potesse esser grave la situazione. Non so in cosa è coinvolta, o perchè, nè se lo è di sua volontà. Non possiamo prendere rischi senza studiare meglio la situazione. Se hai un posto sicuro dove stare, cerca di farti trovare lì più spesso possibile. E se non ce l'hai... Gli occhi erano fissi sul ragazzino, c'era un velo di incertezza sul suo volto. ...Trovatene uno. Ma non fare niente che possa insospettire i tuoi. Il massimo che posso fare è darti un lavoro in Amministrazione. Concluse, indietreggiando e abbassando nuovamente la testa tra i documenti, spostandosi dove il ragazzino li aveva trovati in origine, alla ricerca di altri indizi. Hebiko gli aveva fatto un'offerta, un piccolo favore, ma un lavoretto gli avrebbe sicuramente permesso di stare lontano dalla sua casa, che se fino a pochi istanti prima era il luogo in cui si sentiva più al sicuro in tutta Oto, ora era diventato all'improvviso motivo di sospetto e incertezze. Era bastato un unico documento per ribaltare le certezze di una vita. Certo, potevano forse essere allarmati per nulla, dopotutto Orochimaru aveva sicuramente con sè alcuni documenti di missioni varie, di shinobi che avevano lavorato per lui e quant'altro. Ma non era buona cosa trovarli in un laboratorio abbandonato da così tanto tempo. La cautela non era mai troppa per la Consigliera, ma a parte qualche consiglio, la scelta finale stava a Kuroshi.

    Lo studentello iniziò a notare delle impronte troppo diverse per essere loro, cosa che mise definitivamente in allarme la donna. Non farti influenzare da quei fumetti che voi giovani vi leggete sempre, non è così semplice riconoscere un simile dettaglio. E temo che chiunque sia, non sia stato qui da solo. [Nota] La donna avrebbe osservato il ragazzino agire. Per quanto irrequieta, lui era pur sempre lì per il suo test, ed era arrivato il momento di vedere come se la cavava nel mondo reale. Nel vederlo approcciarsi alle varie impronte. avrebbe annuito, attendendo paziente che analizzasse la situazione da solo. Aprire la scatola ed esporre i fili fu semplice, e l'attacco dello shinobi avrebbe confermato un tremendo dubbio: in qualche modo, c'era elettricità in quel posto. Qualcuno aveva rimesso in funzione il laboratorio. Entrambi trattennero il fiato, solamente lo scoppiettìo dei cavi strappati riempiva la stanza. Un sonoro frastuono metallico rimbombò sotto ai piedi di Kuroshi, che presto si sarebbe sentito sollevare, avvolto dal lungo braccio della Consigliera, mentre la trappola sotto di lui provocava un cigolio fastidioso, che si fermò dopo essersi aperta solo parzialmente, rivelando una brutta sorpresa al di sotto. Almeno la trappola è andata. Ma ora siamo chiusi fuori. La donna posò il giovane, spostandosi vicino alla porta. Estraendo quella che sembrava una katana, due solidi fendenti avrebbero distrutto i due cardini, dando poi un calcio ben assestato per far aprire in malo modo la porta, ma garantendo ai due un'entrata. [Arma]

    All'interno, vennero accolti da una pessima sorpresa: un laboratorio perfettamente funzionante, con varie taniche contenenti bestie varie, alcune gabbie vuote, e decine di strumenti freschi abbandonati su dei tavoli operatori. C'era sangue a giro, e il più fresco risaliva a poco meno di un paio di giorni dal loro arrivo. Non va bene. Non va affatto bene. Lo shock della donna mutò in nervosismo, e poi rabbia. Chi osava metter piede in uno di quei laboratori, senza permesso poi? Che diamine di esperimenti stavano facendo lì dentro? La cosa che lì dentro attirava l'attenzione più di ogni altra cosa era un gigantesco acquario, in fondo al lungo laboratorio, stranamente vuoto. Hebiko vi si sarebbe avvicinata, facendo saettare lo sguardo ovunque nel laboratorio, indecisa sul dafarsi. Lo sfarfallio di alcuni macchinari e delle luci lasciava intendere che i cavi che facevano scattare la trappola non avevano l'unica funzione di controllare la porta. Fortunatamente non avevano rovinato tutto, esplorare quel posto nel buio più totale sarebbe stato un grosso problema.

    Non sembrava troppo diverso dal laboratorio precedente, se non per il fatto che fosse funzionante, e che i vari documenti che avrebbero trovato in giro avevano un particolare marchio su un angolo di ogni foglio. Marchio che, abbassando la testa, avrebbero notato anche sul pavimento, proprio di fronte alla porta.


    Che cos'è questa roba?? Commentò, nervosa. Il dubbio che quel laboratorio fosse stato riattivato solo da qualche giovane ribelle iniziava a svanire man mano che notava sempre più dettagli. Portò le mani alla testa, pensando rapidamente a cosa fare. No no no. Non va bene, non va bene. Questo... Questo non era pianificato. Sembrava pronta a farsi prendere dal panico, forse per aver trascinato un povero studente in un qualcosa che nemmeno lei sapeva dire quanto fosse problematico. Dobbiamo uscire. Subito. Hai già fatto abbastanza per oggi, dobbiamo capire da dove viene questo simb- Qualcosa di invisibile sembrò afferrare la Consigliera, alzandola da terra di diversi metri. A terra Kuroshi avrebbe notato come sul pavimento fosse apparsa una pozza, che prima non avevano notato. L'acquario era aperto. E presto, iniziò a diventare visibile il tentacolo che aveva avvolto la Vipera, rivelando quello che sembrava un polpo gigante, che fin'ora era rimasto completamente mimetizzato nell'ambiente... con delle corna di mucca?? Una katana, la Kusanagi leggendaria di Orochimaru, si mosse come se controllata mentalmente, tranciando il tentacolo che teneva imprigionata la donna, liberandola. Cosa... Chi!? Perchè!? Questo coso... E' una copia dell'otto code!? Una copia uscita male per loro fortuna, dato che la potenza non era minimamente paragonabile al vero demone... Ma qualcuno stava cercando di ricrearlo!

    La bestia gridò, ferita dal colpo e agitando i suoi tentacoli, scombussolando e provocando ingenti danni in tutto il laboratorio. Kuroshi si sarebbe sentito trascinare nuovamente, la bestia era troppo veloce perchè lui potesse pensare di evitarla, ma Hebiko gli copriva le spalle. Torna al villaggio. ADESSO. Avrebbe ordinato, senza nemmeno voltarsi verso di lui, ora completamente concentrata sul polpo. Ma, che il ragazzino volesse seguire il suo ordine, o farsi coraggio in un suicida tentativo di aiutarla, avrebbe presto notato che, tra i danni che aveva provocato la bestia, c'era un'ulteriore sorpresa: aveva distrutto una delle gabbie, liberando un'altra creatura, che ora bloccava la porta, unica via d'uscita! La creatura era un ammasso di almeno due metri di topi, tutti intrecciati e mezzo fusi tra loro, che stridevano con la potenza di una tigre verso lo studentello, minacciosi. Non avevano intenzione di farlo passare, ed Hebiko era già in difficoltà nel cercare di contenere il polpo gigante per potersi distrarre con una seconda creatura! Ma lo studente avrebbe potuto notare una cosa: quel mostro somigliava molto, in maniera grottesca e disturbante, alla tecnica di un clan di Oto: i Demoni Gemelli. Qualcuno stava cercando di replicare un'abilità di clan! Un'insulto gravissimo per il clan, ma anche per la società stessa degli shinobi.

    Kuroshi non aveva molto tempo per pensare. La bestia iniziò a caricarlo, con un attacco frontale, le decine di teste che formavano la creatura puntavano tutte al suo collo. [Azione I] Per quanto terrificante a vedersi, quelli restavano topi, una bestia tutto sommato prevedibile, soprattutto in quello stato di furia, confusione e dolore che sembrava provare. Il secondo attacco avrebbe puntato alle caviglie, che se ferite avrebbero seriamente minato la mobilità del giovane Kuroshi. Le varie code avrebbero tentato un colpo di frusta, un arco orizzontale che puntava ai suoi stinchi, nel tentativo di farlo cadere malamente. [Azione II] L'ultimo morso riservava una brutta sorpresa: se fosse caduto sarebbe stato particolarmente difficile da evitare, ed i ratti avrebbero puntato nuovamente ai piedi, lasciandogli svariati piccoli morsi dolorosi che nascondevano un veleno debilitante, che avrebbe avuto effetto se anche gli avessero provocato solamente un graffio! [Azione III] Kuroshi era da solo, stavolta la Consigliera non sarebbe stata in grado di aiutarlo in alcun modo.


    Ed ecco che si inizia il vero combattimento! E ti introduco ad una meccanica molto importante: l'impasto.

    Gli impasti sono ciò che rendono il tuo attacco o la tua difesa più forti. Puoi impastare solo nelle statistiche Primarie (Forza, Velocità, Resistenza e Riflessi) perchè si tratta di una sorta di rinforzo muscolare. L'impasto è molto utile per darsi un vantaggio in combattimento, o schivare/difendersi con successo da un attacco più forte della propria energia.

    Un impasto Basso (1 chakra) ti da +3 tacche, ognuna del valore di 25. Significa che, consumando solamente un punto chakra, puoi colpire con la forza di quasi un'energia superiore (nel tuo caso, ben 175!). Da studente però, usare più di 2 tacche extra causa un Sovraimpasto. Ora inizi ad essere più esperto, quindi per avere una spiegazione più approfondita, tocca a te iniziare a sfogliare il regolamento, in questo caso la sezione Tacche e Potenziamenti, in modo da capire al meglio tutte le meccaniche a riguardo ;) Non è necessario che mi mostri come usare un Sovraimpasto per esempio, ma sapere cosa sia ti potrebbe dare un grosso aiuto in un round futuro!

    Inoltre, con l'ultimo attacco ti ho introdotto un'ulteriore meccanica: i Veleni e il DnT.
    Il Danno nel Tempo (DnT) può essere causato da conseguenze extra degli attacchi come Sanguinamento, Ustione, Dolore. In ogni caso, l’obiettivo subirà un danno extra ogni turno.
    DnT Leggero: Causa una riduzione della vitalità di lieve ogni round. Il danno massimo è una ferita Leggera.
    DnT Medio: Causa una riduzione della vitalità di una mezza leggera ogni round. Il danno massimo è una ferita Media.
    DnT Grave: Causa una riduzione della vitalità di una leggera ogni round. Il danno massimo è una ferita Grave.

    I veleni invece sono parte dell'equip: vanno applicati all'arma prima dell'utilizzo, e possono essere somministrati via taglio, via aerea e in alcuni casi persino al tocco. Ognuno di essi ha un effetto diverso, quindi il veleno che sto usando ora contro di te potrebbe non essere lo stesso che troverai in un'altra giocata.
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    Jolly


    VI

    Sistemati gli ultimi dettagli, era tempo di iniziare il teatrino nel resto della Villa. Non poteva restare nascosta tutto il tempo, ora che aveva letteralmente l'aspetto di Diogene. Non che per il Colosso fosse una novità sparire senza alcuna notizia, ma vista la situazione delicata e l'essere osservati continuamente da una minaccia sconosciuta non permetteva una tale libertà. Salvare Diogene!! Da degli svitati che controllano il tempo stesso! Gli farò pagare il suo debito per il resto dell'eternità! Pensava, nervosa, venendo distratta da un'attacco improvviso che parò portando un braccio a bloccarlo per un pelo. [Difesa] Trattenne il fiato per qualche secondo, incredula del venire attaccata in quel corpo, e dentro la sua stessa villa, ma si rese presto conto che non era chi temeva fosse. Solamente una delle tante persone che vivevano in quella reggia. Un pesante sospiro avrebbe allentato la tensione, mentre il suo sguardo truce si spostava verso la donna. Ti si sente da tre isolati. Commentò, dandole presto le spalle per sfogare il dolore percepito in una smorfia... che ovviamente Ukitake non tardò a notare. Con una certa invadenza, a parere di Hebiko. Rispose con un grugnito, cercando di distrarsi prendendo in mano i vari fogli, controllandoli con una certa curiosità: dopotutto era la prima volta che poteva metter naso nella Villa e negli affari del Mikawa senza alcuna conseguenza. Il solito. Dovrei riposare di più. Poteva essere un'ottima scusa per essere lasciata in pace se ne avesse avuto bisogno. Sussultò internamente nel sentire la pacca sulla spalla: detestava contatto fisico gratuito, e ancora di meno proveniente da sconosciuti, sconosciuti che veneravano il Mikawa non di meno. Sarebbero stati giorni lunghissimi.

    Sbiancò nel vedere il numero di persone presenti. C'era sempre così tanta gente nella sua vita di tutti i giorni!? Come faceva ad avere anche solo un momento di privacy!? Avrebbe osservato i dintorni con evidente disagio, affondando di tanto in tanto la faccia nei documenti, quantomeno per far credere che quello fosse il motivo. Avrebbe ascoltato avidamente i vari discorsi fatti nella stanza, aspettandosi di ottenere chissà che preziose informazioni... Solo per origliare assurdi gossip che la portarono ad arrossire. nascondendo la faccia con una mano mentre si massaggiava la fronte con due dita, quasi incredula della situazione in cui si trovava. Per gli dei... No, no! Non mi importa quanto giochino ad essere la famiglia felice, non mi toglieranno l'idea che tu sia un bastardo manipolatore disposto a tutto. Rapidamente, e con la collaborazione di tutti, non solo era stata allestita la tavola, ma dalla cucina erano usciti una quantità di piatti sufficienti a sfamare un'esercito. Una voce l'avrebbe riportata all'attenzione, mentre il silenzio era calato nella sala, aspettando che il Boss prendesse posto, tutti pazientando religiosamente. Mh. Annuì una singola volta, accomodandosi a capotavola. Aveva i fogli posati al fianco dei suo piatto, distraendosi con i documenti e mangiando solamente quello di cui aveva bisogno. Come posso avere ancora fame, quanto diavolo è grosso il suo stomaco!? La differenza dalla piccola e sottile viperella con il corpo alto e massiccio del Mikawa si faceva sentire. In quei giorni avrebbe probabilmente sbattuto la testa più volte di quante ne voleva ammettere. Conosceva così poco della vita di Diogene che potevano beccarla da un momento all'altro. E, imparando pian piano a conoscere le sue abitudini, si rendeva conto che c'era un lato più placido di quello che vedeva come un mostro. Forse, capendo meglio le varie relazioni, avrebbe potuto usare quelle informazioni a suo favore per il futuro. Dopotutto, se c'era una singola cosa che poteva fermare un conquistatore pazzo, era proprio la sua famiglia. C'era da vedere se sarebbe stato lui a fermarsi per salvaguardare loro, o se loro alla fine gli si sarebbero rivoltati contro vedendolo come il manipolatore che credeva Hebiko.

    Sperava di poter avere un momento di respiro finita la cena, ma non riuscì a chiudersi la porta alle spalle che il belloccio dai capelli bianchi fece capolino portando del vino. Portò gli occhi al cielo, emettendo un profondo sospiro. Si lasciò andare ad un'espressione compiaciuta nel sentire il profumo del vino, grugnendo al commento di Ukitake. Cosa vuoi sentirti dire. Che ho dato una speronata così forte che ora non sono più in grado di fermare il cavallo. Commentò, un'esempio che poteva andar bene con la sua preparazione a quella guerra che la Vipera riteneva un suicidio, e un simpatico parallelo alla sua stessa situazione. Si era ormai accomodata alla scrivania mentre l'altro continuava a parlare, spargendo i vari documenti di fronte a lei e lasciando occhiate alla mappa. Sembravano preparati, non poteva dire il contrario. Ma, al solito, c'erano sempre delle piccole cose da sistemare. E spesso erano proprio le piccole cose che creavano un effetto a catena inarrestabile. Ne era la prova vivente. Forse avrebbe potuto sfruttare quel parallelo per spiegare al Mikawa perchè la sua fosse una pessima idea. Soldi, soldi, soldi. Non aveva idea di chi fosse Nakane, e non sapeva come chiedere maggiori informazioni senza insospettirlo. Avrebbe abbandonato la schiena alla poltrona, osservando il soffitto, pensierosa. Ukitake era pronto a fare un passo indietro, forse innervosito dal suo silenzio, ma il suo vocione si sarebbe fatto sentire. Siediti. Non era un consiglio. Non lo guardava, ancora concentrata sul soffitto, a guardare chissà cosa. Stiamo facendo il possibile da anni per questa guerra. Per rendere impossibile una sconfitta. Commentò, ormai consapevole della situazione. Solo un'idiota non lo avrebbe capito. Chissà se il famoso racconto di Raizen era collegato a quella storia. E mi sento spesso tremare le mani come se ormai avessi la vittoria in pugno. Poteva osare così tanto? Sentiva il bisogno di dire la sua a riguardo. E se mi sbagliassi? Si lasciò andare ad un profondo sospiro. Da lì non si tornava indietro. Ci stiamo muovendo ad una velocità inarrestabile verso un muro, tutto perchè siamo convinti di poterlo sfondare. Se ci riusciamo, sarà una vittoria che verrà scritta nei libri di storia. Abbassò la testa, facendo roteare il bicchiere di vino nella sua mano. Se non ci riusciamo... Ci schianteremo. Perderei tutto. Perderemmo tutti. Ovviamente non si trattava di una perdita relativa unicamente alla Villa. Tutta Oto avrebbe subito pesanti conseguenze, se ancora si fosse chiamata Oto. Non poteva nemmeno dire di volersi tirare indietro però. Non era decisamente da Diogene. Non in quel momento, almeno. Sarebbe stato un problema dell'Hebiko futura provare a farlo ragionare su quella guerra. A volte temo che la fretta possa sopraffarmi. Ho bisogno di qualcuno che tenga a freno le mie redini fino a che tutto non sarà perfettamente pianificato. Sarebbe sicuramente bastato a prendere un po' di tempo, dopotutto non era completamente illogico non voler agire impulsivamente e cercare di prevedere ogni possibile scenario. A quel punto, nessuno sarà più in grado di fermarci. Hebiko lo ammise quasi a se stessa. Non voleva quella guerra, ma perchè era certa che avrebbe provocato solamente perdite. Ma se tutto fosse stato pianificato alla perfezione, se avessero avuto un piano di riserva, una scialuppa in cui mantenersi per salvaguardare Oto? Beh... Anche lei aveva qualcosa da ridire alla gente di Kumo.


    L'altra Hebiko aveva il suo compito a sua volta. Il vero e proprio Jolly: restare nei pressi della Villa e prepararsi al peggio, che sarebbe presto arrivato. Non aveva bisogno di vedere decine di futuri per sapere cosa sarebbe accaduto: ognuno degli abitanti avrebbe difeso a spada tratta il proprio boss, senza se e senza ma. E, mentre gli invasori erano distratti nel contrastarli, una più silenziosa e cauta serpentella poteva fare il suo per avvertire chi di dovere di chi fossero i loro avversari. L'HebikoMikawa, sotto accordo, aveva già fatto parte del suo lavoro: dentro l'orologio la quale era sparita, che nel presente avrebbero sicuramente controllato di tanto in tanto, o fatto ulteriori esperimenti a riguardo, aveva inciso bello visibile un serpente, avvolto ad un libro. Sarebbe bastato quello perchè il loro piano potesse aver inizio.

    Gli invasori arrivarono prima del previsto, ma non abbastanza per impedire lo svolgimento del loro piano. L'Hebiko di quel tempo, assicurandosi di restare sempre nascosta, spesso usando la trasformazione mutando in un più piccolo serpente, in modo da poter strisciare da una stanza all'altra indisturbata, approfittando della confusione dei vari combattimenti. Sarebbe sempre sparita nella zona in cui poteva essere più indisturbata, usando ogni volta una delle innumerevoli librerie che il Mikawa usava (sicuramente solo) come decorazione. Marchiato un lato della libreria con lo stesso simbolo del serpente, avrebbe poi marchiato alcuni dei libri con un simbolo del serpente. Ognuna delle librerie marchiate, una volta sistemati i libri in ordine cronologico di stampa, leggendone i primi kanji avrebbero potuto leggerne diverse frasi:

    CITAZIONE
    Giovane capelli verdi, poteri ghiaccio. Pericolo.
    Non possono uccidere gente nella Villa. Il tempo ne risentirebbe.
    Uomo alto smilzo possiede un frammento di specchio. Impediteglielo.
    Prevedono il futuro. Non prevedono il mio. Seguire le istruzioni.
    Non attaccare direttamente. Il Colosso è la loro sconfitta.

    Quel che avrebbero trovato successivamente, erano altre frasi con piccoli suggerimenti su come approcciare il nemico: la descrizione di un paio di trappole, alcune delle armi d'assalto extra che erano state nascoste all'esterno, e soprattutto la descrizione di un paio di strategie diverse, principalmente quella di attaccarli alle spalle, e soprattutto che il loro obiettivo era il Mikawa, e di usarlo come distrazione. La sua teoria era semplice: loro potevano forse vedere il loro futuro... ma non potevano vedere quello di Hebiko. Forse sarebbero stati così accecati dalla sicurezza dell'aver previsto ogni possibilità, che una nuova strategia, per quanto semplice, gli avrebbe messo i bastoni tra le ruote a sufficienza da dar loro un vantaggio. [Nota]


    Sarebbero riusciti a catturare anche lei eventualmente. Catturando una persona dopo l'altra, era inevitabile che nonostante le sue precauzioni qualcuno avrebbe trovato anche lei, e il "Mikawa" stavolta non sarebbe riuscito a dare manforte come avrebbe dovuto. Ma dopotutto il piano era quello.

    Nonostante fosse bloccata nel ghiaccio, poteva sentire e vedere alla perfezione ciò che accadeva nella stanza di fianco. Empatizzava con il finto Diogene, non potendo nemmeno immaginare cosa doveva sopportare mentre la ragazzina cercava memorie inesistenti. Sembrava che non potesse però fare altro, dovendo sperare che i suoi messaggi sarebbero stati ritrovati... Ma qualche altro imprevisto avrebbe interrotto i due, dandole una possibilità. Da come si comportava con i due, non solo scoprì che si trattava di due membri dei Cuori, ma che la persona che ora li aveva messi all'angolo come due gattini impauriti doveva essere un pezzo grosso, forse il pezzo grosso. Alla sua apparizione, potè sentire come il ghiaccio si stesse man mano sciogliendo, iniziando a liberarla. Grazie alla sua elasticità, le sarebbe bastato molto meno degli altri per riuscire a liberarsi del tutto, scivolando via dalla sua trappola, sfruttando il chakra adesivo per arrampicarsi sul muro sfruttando il punto cieco rispetto la prospettiva degli intrusi, spostandosi fino al soffitto per sbirciare da sopra la porta. [Azione Gratuita] Il respiro era perlopiù controllato ma leggermente affannoso. Cosa poteva fare?? In quella situazione niente, probabilmente. Avrebbe riconosciuto immediatamente l'obitorio di Oto, e sapeva bene del passaggio diretto con la Villa (non per niente si era assicurata di farsi dare ogni possibile scorciatoia e passaggio segreto di Villa Mikawa: poco importava che non volessero condividere simili informazioni, era una questione fin troppo importante). Di certo sgattaiolare via sperando di non essere vista non era un'opzione. Ma forse, con un po' di caos, poteva anche fare qualcosa.

    Il ghiaccio sarebbe stato troppo duro da sciogliere per lei... Se solo la donna non avesse disattivato la sua tecnica. Il blocco era già più fragile di ciò che doveva essere, gli altri abitanti della villa si sarebbero liberati da un momento all'altro. Doveva solo dargli una mano. E magari liberarsi di uno dei problemi. Assottigliò lo sguardo, puntandolo verso il già ferito Hatsu. I tre inconsapevoli della sua presenza. Poteva essere anche uno degli uomini più forti di Ame, ma come Febh le aveva insegnato, non c'è Jonin che sia pronto a reagire ad una situazione di completa sorpresa. Per quanto potesse essere forte rispetto alla serpentella, restava un umano. E gli umani erano fragili, se impreparati. Avrebbe quindi legato rapidamente una cartabomba ad uno spiedo, e con precisione avrebbe cercato di lanciarlo alla base del collo di Hatsu, adattando le tempistiche in modo che la bomba esplodesse al contatto. [Slot Azione I] Non dovresti lasciare un lavoro a metà! Avrebbe commentato sprezzante al Joker, pochi istanti dopo aver scagliato una selva di spiedi verso i blocchi di ghiaccio sottostanti, velocizzando la liberazione dei sottoposti di Diogene. [TA] Subito dopo, avrebbe fatto cadere un fumogeno, coprendo così la liberazione degli otesi, e contemporaneamente la sua fuga, scendendo dal soffitto per mimetizzarsi, ed andando immediatamente ad infilarsi nel passaggio segreto che portava direttamente alla Villa. [Slot Azione II] A quel punto, avrebbe iniziato a correre, con tutto il fiato che aveva in corpo. [Slot azione 3?] Il suo Asso nella manica sarebbe stato Aoda, evocato di corsa, il quale sarebbe stato aggiornato di tutti gli avvenimenti a cui aveva assistito. Se dovessero inseguirmi farò il possibile per fargli perdere tempo: tu vai alla Villa. Avverti gli altri di tutto. Se invece fossero riusciti ad arrivare alla villa insieme, prima di attirare tutti avrebbe ordinato ad Aoda di andare a prendere la loro arma segreta: il Mikawa stesso. Digli che c'è un pezzo grosso di Ame, e di non montarsi la testa. Abbiamo una sola possibilità: che la usi bene! A lei sarebbe invece spettato avvisare tutti di ciò che aveva scoperto: dei Cuori, del Joker, quello che aveva potuto capire sul cosa cercassero e sullo Specchio. Il Jolly aveva fatto il possibile: ora stava a loro.


    Edited by Waket - 6/6/2023, 19:46
  5. .

    Dentro la Tana

    III



    La Vipera alzò leggermente le sopracciglia in un'espressione di apparente stupore, portando una mano sotto al mento. Ooh. Ti ascolto. Commentò, pronta a giudicarlo. Il ragazzino non si sentiva per niente simile alla donna. E come biasimarlo dopotutto: lui, che ancora doveva sopravvivere per le strade, doveva somigliare a lei, che chiaramente viveva nel lusso e stava all'apice del villaggio, e niente di meno che l'Erede stessa del Fondatore? Hebiko lo ascoltò in silenzio, rispettando il suo momento. Ma, una volta finito il discorso, prese a ridacchiare. Oh, giovane, piccolo serpentello. Ciò che ci differenzia realmente è solamente l'esperienza. Scese dalla scrivania, camminando con lentezza intorno alla poltrona dove si trovava il giovane studente. Hai idea di cosa significhi realmente essere l'Erede della vecchia Serpe? ...Hmm, no, a giudicare dalle tue parole no. Sembrava quasi pensierosa, ma ancora calma, ora parlando praticamente alle tue spalle. Non ti annoierò con discorsi sul dover essere all'altezza della leggenda, sull'avere sempre la sua ombra addosso ogni cosa che faccio, quello è solo di contorno. La facciata che il popolino può vedere, o immaginare. Che gli piace attribuire ad ogni erede, dopotutto. Passò leggiadra al suo fianco, con passi così leggeri che si sentivano a malapena. Poi, scattando con velocità che il povero Kuroshi non avrebbe potuto nemmeno percepire, gli fu a pochi centimetri dal volto, sibilando minacciosa, e stavolta parlando con voce più cupa, con la faccia di chi era pronto a saltargli al collo da un momento all'altro. Non sono altro che uno dei suoi centinaia di esperimenti. Una sola dei numerosi fratelli, ognuno creato con un potenziale leggermente diverso, ma tutti con un singolo scopo: essere un corpo di scorta in caso di una morte imprevista. E indovina un po', quando anni orsono il suo ultimo corpo è stato ucciso dal nostro attuale Kage e l'altro Consigliere, a CHI voleva rubare il corpo. Si rialzò solenne, in penombra, solamente i suoi occhi brillavano, fissi sul ragazzino. E indovina anche chi ne è uscita vincitrice, dopo anni di oppressione. Ma la storia non finiva lì. Per non parlare dei miei fratelli. Ognuno di noi costretto a combattere, sconfiggendoci l'un l'altro. Finchè non ne resterà uno solo. Il migliore. Si sarebbe mossa quel che bastava per permettere alla luce di illuminarla di nuovo, mostrando un sorrisetto calmo. E nonostante tutto, guarda dove sono arrivata. Ho dipendenti che mi rispettano, e posso viziarmi con kimono lussuosi. Oh, e sono ancora viva, al contrario di qualche vecchio serpente. Ridacchiò. Probabilmente ora gli era chiaro da che parte stava la donna: non provava alcun rispetto per Orochimaru, nè per ciò che aveva creato, nonostante lei stessa ne fosse una creazione. Tornò ad osservare il ragazzino, ponendogli un'importante domanda: Ora hai capito perchè ci somigliamo?

    La domanda sul suo futuro era altrettanto importante. Hebiko ridacchiò, posatasi nuovamente sulla scrivania. Oh, non si tratta di etichette, mio giovane studente. E' importante avere uno scopo. Un desiderio. Come piace tanto dire all'altro Consigliere, "Oto è desiderio". Puoi diventare chi vuoi, se solo lo desideri con tutto te stesso. Mi sembra di esserne una buona dimostrazione vivente, che dici? Commentò, vanitosa, ma ridacchiando delle sue stesse parole. Se non altro, mi sembra di capire che hai un primo obiettivo. Sarà interessante vedere come andrà a finire. E poi, un presunto disastro che venne ignorato da entrambi, anche se Kuroshi sembrava rivolgere diverse occhiate preoccupate alle sue spalle, ignaro di cosa fosse accaduto all'Amministrazione.


    Attraversare il bosco l'aveva impressionato non poco, ma quello era niente confronto a ciò che avrebbero potuto trovare nel laboratorio. Kuroshi sembrava intimorito, e faceva bene ad esserlo, ma ciò non avrebbe impedito alla Consigliera di prenderlo in giro. Pensa positivo: se mi lasci una buona impressione, potrei anche lasciarti un regalo per questa giornata insieme. Oh, e se sopravvivi. Ridacchio, osservandolo metter piede per primo nel covo. Lo seguì, richiudendo la porta alle sue spalle con un secondo meccanismo. Ma dopo solo qualche passo, con voce che non ammetteva obiezioni, avrebbe dato un ordine. Abbassa la testa. Nell'istante successivo, il ragazzino pestò il piede su un meccanismo nascosto, da cui sarebbero scattate una serie di lame a livello del collo e del petto, pronte ad infilzare dei malcapitati poco attenti. [Trappola*] Si sarebbero rialzati entrambi senza un graffio, Hebiko probabilmente ben più calma del giovane studente. A mio padre non piaceva che degli sconosciuti mettessero il naso nei suoi affari. Se non altro avevamo una cosa in comune. Commentò, sibilando con visibile sprezzo. Tieni gli occhi bene aperti, ce ne sono sicuramente altre. Dovettero scendere una scalinata, ed alcuni gradini di fronte a loro apparivano sospetti, leggermente meno rocciosi, ma non così facili da riconoscere. [Trappola II] Se avesse pestato su uno dei due gradini, sarebbero scattate delle fiammate a livello degli stinchi, provocandogli una brutta ustione! [Danno Trappola II]

    Le sorprese non erano finite. Anche la porta riservava sorprese. La maniglia infatti, se spinta, avrebbe provocato una pioggia di acido continua in un raggio di due metri. [Trappola III] Hebiko era abbastanza distante da non intralciarlo, ma il ragazzino si trovava in uno stretto corridoio largo solo due metri, e per di più in fondo ad una scalinata!

    La donna si sarebbe fatta avanti dopo qualche secondo, allungando il suo braccio di diversi metri. Kuroshi avrebbe potuto notare come la pelle della Consigliera fosse ora ricoperta da durissime scaglie da rettile, che la protessero dall'acido. [Difesa Hebiko] Tirando la maniglia, avrebbe disattivato la trappola, aprendo anche la porta dal verso giusto. Beh. Siamo finalmente dentro! Commentò, mettendo piede per prima nel laboratorio, che si apriva polveroso di fronte a loro. Hebiko si fece avanti, iniziando ad avvicinarsi ai vari macchinari, osservandoli distrattamente. Mi sembra di ricordare che qui l'elettricità fosse ormai andata. E' un peccato, dal computer avremmo probabilmente potuto avere accesso ai dati di qualche esperimento abbandonato. Sospirò, delusa, prima di spostare la sua concentrazione altrove, frugando nelle decine di armadi, armadietti e cassetti. Beh, ora tocca a te. Vedi di trovare qualcosa di interessante se vuoi ottenere il tuo premio. Sorrise furbetta, dedicando poi la sua attenzione a diverse pile di documenti polverosi. Se Kuroshi avesse chiesto cosa stavano cercando di preciso, la donna avrebbe risposto senza nemmeno voltarsi: Qualsiasi cosa sia interessante, zuccherino. La potenzialità che ci fosse qualcosa di interessante era alta, ma bisognava saperla cercare. Oltre a scomparti polverosi, c'erano sei grosse taniche, larghe un metro ed alte due, tutte fuori uso, due rotte, ma una ancora conteneva uno strano liquido violaceo. Dei tubi pendevano all'interno, ma da lontano non sembrava esserci movimento. Il posto era decisamente abbandonato... o almeno così sembrava. Ad un'occhiata più attenta, oltre al disordine, sembravano esserci leggere impronte, decisamente meno polverose di altre zone meno toccate. Anzi, alcuni dei tavoli lì presenti sembravano quasi puliti, anche se vi erano stati posati sopra stracci ed apparecchi polverosi. Le impronte portavano a quella che sembrava una normale porta. Avvicinandosi però, si sarebbe potuto udire un "bip" ad intervalli costanti, ed un leggero ronzio elettrico. Toccare la porta avrebbe fatto scattare un'altra trappola, ben più grezza delle precedenti. Infatti, una volta attivata, avrebbe fatto scattare, dopo un rumoroso suono di scatto, una botola quadrata di tre metri, rischiando di far precipitare Kuroshi in un buco alto quattro, con delle piccole ma pericolose punte ad aspettarlo all'impatto. [Trappola IV] Lo stile di quella trappola era ben diverso dalle altre incontrare in precedenza: il buco sembrava scavato grossolanamente, e le spine non erano parte della trappola, ma vi erano state lanciate dentro in un secondo momento, di quelle che poteva comprare qualsiasi shinobi. Perchè una trappola così fuori posto proprio in un simile laboratorio?


    E si inizia la parte interessante! Prima cosa, di nuovo, investigazione: ti ho dato alcune linee guida nel laboratorio, ma da qui in poi sei libero di descrivere ciò che preferisci. Se ha senso di essere in un laboratorio di Orochimaru, e rispetta le poche regole che ti ho dato (non c'è elettricità), la tua ricerca avrà sicuramente successo e potresti ottenere un bonus speciale per questa quest. Quindi, dai spazio all'inventiva, sia per la ricerca, sia per cosa ti piacerebbe trovare ;)

    L'altra è la parte più tecnica: si inizia con una fase importante del combattimento: la Difesa.

    Gli slot disponibili sono segnati nella tua scheda. Si parte con 3. Questo significa che, ad ogni round, hai 3 Slot Attacco, e 3 Difesa.
    La Difesa è SEMPRE autoconclusiva. Questo significa che devi basarti tu sul calcolo matematico, ma anche sul buonsenso: una difesa ben descritta avrà sempre successo, ma una difesa scritta male, anche se tu autoconclusivamente dici di averla schivata, potrebbe portare ad una punizione da parte del QM e un danno peggiore di quello che avresti potuto ricevere!
    In Difesa, le stat che ti interessano sono i Riflessi e la Resistenza. I primi indicano la velocità di schivata, la seconda indica quanto resisti al colpo. Sfrutta sia schivate e parate, ricordati del tuo equipaggiamento, e fai del tuo meglio per evitare più danni possibili!
    Gli slot Attacco possono essere convertiti in slot Difesa, ma non il contrario: questo significa che puoi arrivare anche a 6 slot Difesa, ma non puoi avere più slot Azione di quanti indicati, 3 nel tuo caso.

    In questo turno però, ti lascio disponibili solo 3 slot come regola speciale. Avrai notato che ci sono però quattro trappole. Non proteggersi da una trappola causa Difesa Omessa, che significa prendersi tutto il danno in pieno, senza considerare alcun equipaggiamento o protezione. Ma, evitare di far attivare una trappola NON ti fa spendere slot Difesa, solamente attivarla e poi difenderti da essa lo fa. Quindi assicurati di leggere bene tutti i dataspoiler, le possibilità per uscire da tutte le trappole indenne ce le hai >:)

    *La prima trappola che superi ha una velocità di un'energia superiore alla tua, eppure ti ho dato un lasciapassare per fartela schivare facilmente. Questo perchè, anche se dovrebbe essere molto difficile per te schivarla, hai avuto un chiaro ordine da Hebiko, che ti ha permesso di prevedere l'attacco rendendolo così banale. Un attacco banale potrà quasi sempre essere schivato con facilità, anche se c'è una discreta differenza di energia. Attenzione però: uno stacco troppo grosso renderà impossibile un'eventuale schivata, e un attacco più complesso può essere schivato da una buona difesa, ma di tanto in tanto dovrai capire se è il caso di ammettere che sei stato colpito di striscio, o se giudicare la tua difesa realmente superiore e più abile rispetto all'attacco ricevuto.
  6. .

    Attrice in prova

    III



    Hebiko aveva dato il via alla sua serie di pensieri infinita, uno più devastante dell'altro, con scenari improbabili se non impossibili ma nei quali sembrava credere con fermezza potessero accadere l'uno dopo l'altro, in un effetto a catena devastante. Shin però non si diede per vinto, dimostrando come, da leader del suo piccolo teatro, avesse tutto sotto controllo. La donna quasi arrossì, impressionata dalla calma e sicurezza mostrata dal ragazzino, dall'aria di chi aveva tutto sotto controllo. O-Oh. Beh, se le cose stanno così... Non c'è davvero nessun rischio. Hoho, non so se sarò capace di imparare tutto in tempo, ma quanto mi piacerebbe far parte di un simile evento! Commentò, avendo ritrovato la sua passione per il teatro e i drammi. Datemi un copione! Non ho tempo da perdere, dovrò dedicarmici il prima possibile!

    La Consigliera applaudì un paio di volte, contagiata dall'entusiasmo dell'attore. Domani, naturalmente! Dedicherò tutta la giornata ad imparare il vostro copione, in modo da fare il prima possibile delle prove con i vostri attori e direttamente sul palco! Mi affiderò ai suoi ordini per questo. Ma intanto, lasciate che mi occupi della vostra sistemazione! Avrebbe fatto organizzare una manciata di dipendenti per aiutarli con ogni cosa: dove parcheggiare i loro carri, aiutarli a spostare tutto il materiale fino al teatro, indicargli la loro locanda dove potersi rilassare durante la loro permamenza ad Oto, e naturalmente due guardie ben addestrate completamente al loro servizio, che dall'alto avevano ricevuto un solo ordine a cui non disubbidire per nessun motivo: non perderli mai di vista, e restare sempre a controllare le vicinanze per assicurarsi che nessuno li disturbasse, e che avessero tutto a disposizione non appena avessero fatto una qualsiasi richiesta. Vennero trattati come i migliori dei professionisti, avevano garantiti degli ottimi servizi di cui forse raramente avevano potuto godere in vita loro.


    Avrebbero avuto tre giorni per prepararsi per lo spettacolo, e qualsiasi altra cosa potessero avere in serbo per gli otesi. Hebiko si sarebbe mostrata disponibile a dargli tutto il possibile. Non solo, ma la Consigliera avrebbe ronzato costantemente intorno ai vari membri dello spettacolo, sempre piena di domande, insistendo per fare delle prove, viziando soprattutto gli attori principali, e generalmente rendendosi disponibile per qualsiasi cosa, impaziente del risultato finale. Voleva che tutto fosse perfetto, nel minimo dettaglio. Mi raccomando, ci saranno anche un paio di pezzi grossi a godersi questo spettacolo. Se doveste aver successo, sono certa che vi daranno abbastanza mance da convincervi a tornare molto spesso nella nostra umile città. Commentò orgogliosa. Di certo era ignara di qualsiasi altro piano avessero in mente, sempre che avessero trovato un momento in cui non avevano i suoi occhi curiosi addosso per prepararsi.
  7. .

    La Vipera

    II



    Entra. Una voce calda ma autoritaria gli avrebbe dato l'ordine, facendosi sentire da dietro l'enorme porta doppia di mogano. La Consigliera era alla scrivania, con la testa posata sulle sue mani, che scrutava il piccolo studente che faceva capolino dalla porta. Non essere timido, vieni più vicino. Lo invitò, accogliente, ma in qualche modo distante. Un predatore che mostrava l'esca alla sua preda. Con un elegante gesto della mano, gli indicò la sedia di fronte alla sua scrivania. Non era facile vedere con chiarezza la donna, posta in controluce rispetto all'enorme finestra alle sue spalle, ma poteva sentire il suo sguardo addosso. Dopo essersi messo comodo, Hebiko avrebbe premuto un bottone alle sue spalle, che avrebbe oscurato le finestre quel che bastava per attenuare la forte luce dall'esterno, permettendo così al giovane di non venirne più accecato. E, proprio in quel momento, avrebbe potuto notare gli occhi da rettile della rossa, e le movenze leggiadre che ricordavano tanto le spire di una serpe. Si spostò, muovendosi di fronte alla scrivania, ronzandogli attorno come a volerlo circondare. Ma guardati. Una giovane promessa, con un'orribile eredità alle sue spalle. No, le voci che aveva ricevuto non erano esatte. La Vipera non aveva contatti con Kumo, i due villaggi erano ancora nemici mortali. Ma c'era ancora la possibilità che conoscesse qualcuno con una storia simile a quella di Kuroshi. La bianchissima mano della donna andò a prendere il viso del ragazzino, muovendolo come se lo stesse giudicando. Nato ad Oto, ma macchiato dalla stirpe di Kumo. Povera, piccola anima. Sembrava già sapere molte cose nei suoi confronti. Non c'era da stupirsi, dopotutto era proprio in Amministrazione che passava ogni singola informazione, ma forse lo studentello si sarebbe sorpreso che, persino qualcuno di così ininfluente come lui fosse conosciuto da una dei Consiglieri, niente di meno che gli assistenti del Kokage stesso.

    Sorrise, tenendo lo sguardo fisso su di lui. Forse non siamo poi tanto diversi. Ma non so ancora dirlo con certezza. Se avesse chiesto di elaborare, la Vipera si sarebbe coperta la bocca con una manica, ridacchiando. Ma come, non lo vedi da solo? Abbiamo entrambi un'eredità ben più grande di noi alle nostre spalle. Non hai mai sentito parlare dell'Erede della vecchia Serpe? Forse qualche volta, alla televisione, su un titolo di un giornale, ma a un ragazzino come lui quanto poteva importare del vociare che c'era in politica e ai piani alti di un villaggio? La donna si sedette con grazia sulla scrivania, emettendo un sibilo, mostrando per qualche frazione di secondo una sottile lingua scura, identica a quella di un serpente. Parlavano di me. Io sono l'Erede di Orochimaru. La migliore delle sue creazioni. Avrebbe confessato, ma non c'era orgoglio nella sua voce. E, forse gli sarebbe sfuggito in un primo momento, ma la donna non si era definita come figlia. E' un grosso titolo, non credi? Un nome come il suo, ormai diventato leggenda... Posso vantarmene finchè voglio. Ridacchiò di nuovo, facendosi però seria in pochi istanti. Certo, sempre se riuscissi a farmi andar bene vivere nella sua ombra. Scrutava il ragazzino alla ricerca di una sua reazione. Possibile che l'Erede stessa stesse in qualche modo dicendo di voler superare una leggenda come era stato il Fondatore stesso? Oppure non voleva essere conosciuta solamente come parte di lui? Kuroshi aveva forse iniziato a capire cosa li accumunava? E tu? Chi vorresti essere tu, Kuroshi di Oto?

    Avrebbe atteso paziente una sua risposta, sorridendo quasi minacciosa, senza dar modo di capire se fosse soddisfatta o meno di ciò che le era stato detto. Beh, le parole sono sempre interessanti. E possono anche rivelarsi molto potenti. Ma, di tanto in tanto, bisogna accompagnarle con i fatti, perchè abbiano realmente effetto. Distrattamente, premette un bottone su di un piccolo aggeggio elettronico sopra la scrivania. Annulla tutti i miei appuntamenti. Oggi ho da fare. Nemmeno a farlo apposta, in lontananza (ma non troppo) si sarebbe sentito il botto di un'esplosione, e qualche gridolino misto a rumori di detriti che cadevano, e una voce stridula che gridava NON SONO STATO IO. ovattata dai muri. La Consigliera roteò gli occhi, cliccando nuovamente il bottone. Vedete di tenere a bada Febh mentre non ci sono. Vorrei tornare sapendo di avere ancora un ufficio. La tranquillità con cui aveva mandato quel messaggio era surreale, sembrava fosse fin troppo a suo agio e distante, soprattutto considerato che si trattava di un'esplosione nell'edificio principale di Oto! Eppure si era comportata come se nulla fosse successo. Probabilmente Kuroshi avrebbe avuto molte domande da fare alla donna. Seguimi.


    Si sarebbero incamminati per le strade di Oto, a passo svelto. La donna mostrava una sicurezza che in pochi potevano permettersi su quelle strade, e stava istruendo il ragazzino a fare lo stesso. Tieni la schiena più dritta. Testa alta. La sicurezza è la prima arma per difendersi, ma vedi di non mutarla in arroganza, o ti si ritorcerà contro lasciandoti impreparato. Avrebbero avuto tempo di conversare se il ragazzino avesse avuto qualche tipo di domanda, ma prima o poi sarebbe arrivato il momento di sapere in cosa consisteva il suo test. Oh, niente di preoccupante. Una piccola prova sul campo, una semplice ricerca. Niente che un degno studente ben allenato non sia in grado di superare. Sembrava dargli sicurezza, ma allo stesso tempo forse sminuiva la prova, o la faceva apparire troppo semplice. Che la rossa avesse in qualche modo un lato più gentile per gli otesi con radici a Kumo come lui?

    Presto avrebbe scoperto che non era quello il caso.

    Si sarebbero incamminati nel Bosco dei Sussurri, una foresta poco illuminata in cui Orochimaru, nell'arco dei lunghi anni in cui lui e le sue reincarnazioni avevano vissuto, aveva buttato ogni tipo di esperimento, dai più ai meno riusciti. Di conseguenza, la fauna era a dir poco particolare. Avevano passato da poco dei frutti urlanti, prima di finire davanti a girasoli innaturalmente più grandi. Hebiko avrebbe allungato un braccio di diversi metri, come fosse di gomma, e con un colpo di lama aveva reciso la base del girasole, che precipitando aveva rilasciato un rumore di miccia spenta. Se non li tagli dalla base, attivi una reazione a catena, che ne fa esplodere i semi. Bastano una decina di semi per produrre un'esplosione simile ad una cartabomba. E, beh. Tendono ad averne centinaia. Commentò, ridacchiando appena.

    Finalmente, arrivati ad una sospetta roccia ricoperta di muschio si sarebbero fermati. La tua prova inizia ora. Avrebbe tirato il gambo di uno dei fiori nelle vicinanze, ed una porta a scatto si sarebbe aperta proprio nel mezzo della roccia. Era uno dei tanti laboratori segreti di Orochimaru. Uno dei luoghi più pericolosi ma ricchi di informazioni che esistevano. Quello in particolare sembrava uno di quelli nascosti bene, e il potenziale che ci fosse qualcosa di succoso al suo interno erano alte. Ma questo significava che c'erano trappole altrettanto potenti a difenderlo. La Vipera sibilò, arricciando gli angoli della bocca in un sorriso. Sei pronto?

    Stiamo per entrare nella fase più difficile, quindi in questo post andiamo per gradi e sfruttiamo una delle cose più importanti del gdr: descrizione e investigazione.

    Il tuo pg non può sapere cose che non ha visto direttamente, non gli sono state dette, o che non siano di conoscenza comune al villaggio. Per questo è bene che, ad ogni occasione possibile, si informi sempre su tutto quello che può. Ma usa sempre i metodi giusti! Sei sempre libero di essere tanto aggressivo quanto vuoi, ma sarà saggio esserlo di fronte a qualcuno che potrebbe spremerti come un limone? Analizza sempre bene le situazioni, ed usale a tuo vantaggio. Ad esempio, Hebiko ha mostrato il suo interesse verso il tuo studentello. Kuroshi vorrà approfittarne, per avere una potente ala a proteggerlo ed aiutarlo a crescere? E se opta per questa strada, lo farà da opportunista, stando al gioco di Hebiko ed approfittandosi della sua presunta gentilezza fino a che lui non deciderà di cambiare bandiera, oppure vuole mostrarle pura fiducia per far sì che poi anche lei ricambi in futuro?

    Durante gli ultimi momenti in ufficio, c'è stata un'esplosione che però era solo di sfondo e non ha coinvolto i due pg. Kuroshi come la prende? Se ne interessa? Si tiene le domande per sè? Febh è l'altro Consigliere, ma Kuroshi saprà abbastanza di politica per conoscerlo, anche solo per sentito dire? Oppure chiederà ad Hebiko informazioni a riguardo? O forse si appunterà mentalmente di chiederlo ad uno dei genitori?

    Ti ho anche introdotto al Bosco dei Sussurri, una delle ambientazioni tipiche otesi. Considerato il suo trauma e la madre protettiva, probabilmente non ci ha mai messo piede, o forse c'è stato almeno qualche volta col padre? Sentiti libero di descrivere un animale o pianta a tua scelta per dare più decoro all'ambientazione, finchè le creature restano organiche e non metalliche, può esserci di tutto nel bosco!

    Al prossimo post si inizierà con il combattimento, quindi preparati bene >:)
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    Il Patto

    III



    Youkai sorrise, a suo agio con un'altra anima così innocente. Avrebbe ridacchiato imbarazzato, ben consapevole delle sue ossessioni. Heh... Sono un grande fan di questo personaggio, e poi il suo fumetto ha così tanti numeri che a volte mi dimentico qualche dettaglio e mi piace rinfrescarmi la memoria. Confessò, arrossendo appena.

    Si aspettava quella risposta, anche se ancora non capiva se le veniva naturale o era stata istruita a riguardo. Non sembrava però timorosa a riguardo, e almeno al momento sembrava molto a suo agio, grazie al fumetto persino euforica. Ascoltò il bisbiglio della bambina, annuendo convinto e sussurrando a sua volta. Ah, ma certo, il fiore. Aveva lo sguardo leggermente perso tra le varie vignette mentre il cervello riceveva in modo appropriato quell'informazione, portandolo a sbattere le palpebre e spostando gli occhi dall'uomo, alla bambina, alla porta principale del locale, mentre le rotelle giravano una alla volta per arrivare a comprendere cosa significasse realmente quell'informazione. Fiore?? Continuava a sorridere forzatamente mentre sfogliava le pagine insieme ad Honuko, stavolta però immerso nei suoi pensieri. In effetti i semi collaborano tra loro. Sono un po' come i villaggi, no? Hmm, però a Feng non piacevano i Quadri... Forse, se lui è qui, vuol dire che i Fiori non sono poi così male. Feng dopotutto era il suo punto di riferimento per capire chi potesse essere affidabile e chi meno, distinguendoli banalmente in brave persone e persone poco affidabili. C'era anche da dire che non conosceva l'uomo delle fenici in modo così approfondito, dal suo punto di vista era un saggio brav'uomo che aveva viaggiato in lungo e in largo. L'opzione che l'uomo si facesse chiamare Oleandro solo perchè gli piacessero tantissimo quei fiori fu scartata molto rapidamente: un pochino era maturato dopotutto.

    Cogliendolo in un momento distratto, Youkai avrebbe risposto alla domanda della bambina: Oh, l'ho preso a Ko... Tossì, rumorosamente. COMICON! Al Comicon. Heh! Ma era una fiera nel paese del Fuoco, credo lo vendano quasi solo lì... Tienilo pure, te lo regalo volentieri! Era un po' rigido dopo il suo scivolone, cercando di cambiare discorso rapidamente. Lo sapevo che mi sarei dovuto rimettere la mascherina...


    Il suo scivolone aveva insospettito Namae a sufficienza. Lo aveva un po' intimorito, ma grazie alla sua presenza proprio in quel locale e il rapporto con la figlia, gli aveva concesso il beneficio del dubbio, accettando di sua spontanea volontà un invito al suo locale. La presentazione nel suo ufficio non era però delle migliori, gli ricordava un po' quando Raizen si preparava a sgridarlo per qualcosa di serio. Mugolò appena al ricordo, zompettando all'interno andando a sedersi nella poltrona di fronte alla scrivania, abbastanza sorpreso da quanto fosse morbida. Dopotutto era abituato alle sedie dell'ufficio di Raizen, orgoglio dei Senju: le forme raffinate le rendevano sorprendentemente comode nonostante il materiale più rigido, ma le poltrone morbide avevano qualcosa in più che gli dava un certo comfort emotivo. Probabilmente perchè il legno gli ricordava che era lì per lavorare.

    Già la sua prima frase suonava come una sgridata. Poteva quasi sentire la voce dell'Hokage che lo ammoniva per quel dettaglio sovrappensiero. Non è mica vietato viaggiare e portarsi via qualche souvenir... Borbottò, agitando le gambette. La sensazione percepita dai due era ai due poli opposti: Youkai aveva ottenuto le informazioni necessarie sull'Oleandro per marchiarlo come potenziale brava persona, abbastanza di fiducia da volersi chiudere in una stanza con lui dopotutto; Namae invece aveva di fronte un ragazzino misterioso fin troppo spavaldo per poter essere un sempliciotto qualsiasi, e si comportava con estrema cautela e un discreto rispetto nei suoi confronti. La sua domanda gli aveva trasmesso un minimo di tensione, percependo come il Fiore lo stesse scrutando, cercando di capirne i segreti. Youkai inspirò appena, rispondendo con moderata calma. Sono solo un mercenario che viene dal Fuoco. E' lì che sono cresciuto. Gli sarebbe bastato per capire che aveva almeno un paio di agganci per muoversi liberamente.

    Potrei anche vivere qui da anni per quel che ne sai. Borbottò, gonfiando le guance. Non importava che l'altro sapesse che non era di Ame: dopotutto mercenari e nukenin come lui potevano provenire da ogni angolo del continente, ma era quasi offeso (e consapevole delle sue mancanze) che non avesse nemmeno preso in considerazione quella possibilità. Evidentemente in una città come quella saltava troppo all'occhio. Ho degli affari in sospeso che voglio risolvere. Con una certa fretta. Avrebbe ammesso senza timore.

    Youkai rimase sorpreso dalla richiesta di Namae. Aveva esposto una sua debolezza non da poco, era chiaro che amasse la figlia più di ogni altra cosa, e vedere nei suoi occhi la sincerità del timore che le succedesse qualcosa, forse per i pericoli della città stessa o di qualcuno in particolare, gli fece capire come anche in quel posto così dimenticato dagli Dei esistessero persone da un cuore puro. Si sorprese di quanto si era fatto ingannare unicamente dall'aspetto dell'Oleandro. Era visibilmente colpito da quella storia, ma aggrottò la fronte, incerto. Il suo primo istinto era naturalmente quello di aiutarlo, ma c'era la possibilità che volesse solamente infilare una spia tra le fila di Konoha, e non aveva intenzione di essere complice della cosa. Io... So come darle una possibilità. Commentò. Dopotutto aveva forti agganci con niente di meno che l'Hokage stesso, e portare via un'anima innocente da quel postaccio era più che un onore per lui. Ma non posso farmi bastare queste informazioni. E... Non posso farlo gratis. Commentò, con voce leggermente tremante. Non gli piaceva per niente dare un prezzo al salvare una vita, ma doveva convincere lui che quella era la condizione. Se non altro l'Oleandro sembrava pronto ad ascoltare la sua offerta. Prima Hounko. Lo osservò, con una serietà che non si addiceva al suo viso innocente. Perchè dici che venga proprio da Konoha? L'hai trovata da quelle parti? Possedeva qualche oggetto che proveniva da quel villaggio? Avere una forte connessione con quel villaggio in particolare potrebbe facilitare parecchio la cosa. Lui lo sapeva più di tutti. Poi, la parte più scomoda: In pericolo da cosa? Ame è pericolosa per tutti, non posso portar via una persona qualsiasi solo perchè temi non possa cavarsela qui. Hai un enorme locale che potrebbe ereditare, e non sembri così messo male economicamente da non poterle garantire una protezione adeguata. Commentò con naturalezza. Di certo ormai anche lui aveva dimostrato che la sua prima impressione non rappresentasse la sua vera persona.

    Terminata la parte della bambina, sarebbe passato alla ricompensa. Come ho detto, sono qui per dei conti in sospeso. Confessò, iniziando a farti teso. C'è una ragazza, una prostituta. A seconda della reazione di Namae, sarebbe arrossito di colpo, portando le mani avanti. N-N-No, un momento!! M-Mi sto spiegando male... Mugolò, schiarendosi poi la voce. Ho avuto modo di conoscere il suo passato. L'ho vissuto come fossero dei ricordi. E' stato orribile. L'imbarazzo era svanito, sostituito da dolore e rabbia. Ho visto come per tutta la sua vita sia stata usata come un oggetto. Come se avesse poco valore. E nessuno, nemmeno io la prima volta abbiamo fatto niente. Non sono riuscito a togliermela dalla testa. I pugni stretti erano posati sulle sue gambe, visibilmente nervoso. So che un membro dei Quadri voleva... comprarla, prima o poi. Pronunciò quella parola con sprezzo. Non posso permettere che questo ciclo continui fino alla sua morte. Voglio portarla via da lì. Via da Ame. Questa città non ha fatto altro che darle un prezzo e insegnarle solo sofferenza. Non merita una vita simile. Il suo sguardo determinato avrebbe affrontato quello di Namae, serio come poche volte nella sua vita. Aiutami a farla scappare. E in cambio garantirò anche ad Hounko il futuro che merita.
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    Il primo Passo

    I



    Oto era forse il più crudo dei villaggi accademici. Controllato da Orochimaru e le sue reincarnazioni fino a pochi anni orsono, era spesso lasciato allo sbando, caotico, e le poche regole per poter mantenere la sua alleanza con l'Accademia venivano fatte rispettare solo dalle principali famiglie più potenti. Quantomeno, se su crimini minori veniva chiuso un occhio, l'omicidio di un altro otese non era tollerato, soprattutto perchè toglieva risorse utili al villaggio stesso. Ma, negli ultimi tempi, la città era sempre più divisa sul tipo di regole e su chi controllava il potere, sostenendo che dall'Amministrazione arrivavano sempre più controlli giorno dopo giorno. C'era ancora molto lavoro da fare prima di poter definire Oto un villaggio di cui essere orgogliosi.

    Gli unici motivi per cui qualcuno si aggirava da solo in bella vista per le strade erano l'essere stupidi e non sapere come quella città funzionava, o essere abbastanza potenti per sapere che nessuno avrebbe nemmeno osato puntare lo sguardo su di loro. Una di queste persone era la Consigliera, che Kuroshi aveva sicuramente visto nel suo quartiere, non era poi raro che dovesse occuparsi di qualcosa con i capoclan, e soprattutto il Kage e l'altro Consigliere non sembravano minimamente interessati ad alcun tipo di riunione (fatta eccezione per le poche volte che Hebiko trascinava l'altro consigliere con sè, che nonostante le sue chiare obiezioni a riguardo, finiva per seguirla dove lei volesse). La donna indossava sempre kimono costosi e raffinati, muovendosi tra le strade con un'eleganza e leggiadria che non apparteneva ad Oto, apparendo quasi fuori posto in quei vicoli che non conoscevano altro se non violenza. I genitori di Kuroshi lo avevano messo in guardia: Hebiko era la discepola di Ogen Yakushi, una donna potente capo di un clan altrettanto influente. Si diceva fosse a conoscenza di ogni cosa, e che avesse orecchie ovunque. E la Consigliera, come sua discepola, non era certamente di meno, o almeno quella era la voce che girava. La madre soprattutto avrebbe insistito perchè il figlio facesse una buona impressione su di lei, non solo vista la sua influenza, ma sembrava anche avesse un alleato con origini a Kumo. Non che il povero ragazzino avesse molte occasioni di incontrarla, non partecipando alle riunioni del clan e soprattutto non avendo niente a che fare con l'Amministrazione.

    Ma presto le cose sarebbero cambiate: una lettera che avrebbe marchiato l'inizio del suo percorso. L'Accademia aveva reputato il giovane otese idoneo per la promozione, avrebbe solo dovuto superare un semplice test in base alle richieste del suo villaggio. E, per far approvare la sua richiesta, si sarebbe dovuto recare proprio in Amministrazione. Ma Kuroshi sapeva bene una cosa: per colpa delle origini della madre, qualsiasi sensei sarebbe sicuramente stato più duro del normale, pretendendo un test impeccabile per dargli il lasciapassare per la sua promozione. Doveva impegnarsi molto di più dell'otese medio se voleva sperare di essere notato.

    Arrivato in Amministrazione, sarebbe stato accolto in segreteria per decidere a quale sensei assegnarlo. C'era un brusio indefinito tra i segretari, incerti sul dafarsi. Non sarebbe stato in grado di seguire tutto il discorso, ma avrebbe potuto sentire alcuni frasi. Non possiamo affidarlo a Zankoku, l'ultima volta ha quasi fatto ammazzare uno studente, uno così lo divorerà vivo! Non abbiamo molti sensei che vogliono sporcarsi le mani con quelli come lui, forse potremmo rimandare il suo test mentre cerchiamo una soluzione. Il brusio continuava, e non sembravano esserci molte speranze. La voce della Consigliera, leggermente distorta dall'altoparlante, avrebbe irrigidito tutti nella stanza. Mandatelo nel mio ufficio. Sarebbero rimasti tutti in silenzio per qualche istante, con volti preoccupati. La segretaria che aveva accolto il ragazzino si ricompose per prima, riconsegnandogli la lettera ed indicandogli come raggiungere l'ufficio di Hebiko. Ognuno sarebbe presto tornato al proprio lavoro, ma molti ancora osservavano preoccupati il ragazzino, incerti su cosa aspettarsi, e forse passando di conseguenza le loro incertezze al giovane studente. Se voleva avere qualche speranza di diventare Genin, doveva farsi coraggio e proseguire, stavolta da solo.


    Semplice post di introduzione! Ho cercato di spiegarti un po' a grandi linee come funziona Oto, in modo da permetterti di descrivere quello che preferisci della sua vita nel primo post. Ci sono ancora molte altre cose da scoprire, ma quelle arriveranno più tardi in questa giocata e in quelle future. Per ora, concentriamoci su come costruire la tua parte:

    -Inizia parlandomi un po' di come passa solitamente le giornate il tuo pg. Come lo trattano i genitori, come vive la città, quanto e come si è allenato durante la scuola e quanto desidera davvero diventare uno shinobi e far parte dell'esercito otese.
    -Ti ho dato un aggancio a metà post: i genitori che gli parlano della consigliera. Sfruttalo per ampliare il tuo post, parlando cosa pensa di lei il tuo pg (può anche essere indifferente se la cosa è coerente col suo carattere! Ma ricorda sempre di specificarlo, io non posso sapere cosa pensi tu, ma i pensieri del pg posso sempre leggeri ;) ), interpretando i genitori come meglio preferisci ma facendogli introdurre anche quello che ti ho indicato (scrivimi pure se hai bisogno di info per qualsiasi cosa), e cose così.
    -Arriva il viaggio in amministrazione! Kuroshi con il rapimento ha subito un brutto trauma, ma i genitori? Come si sentono loro a riguardo? Sarebbero tranquilli nel lasciarlo andare da solo in Amministrazione, o almeno uno dei due lo vuole accompagnare per assicurarsi che ci arrivi tutto intero? Come reagiscono loro a ciò che succede all'interno? I segretari chiederanno al genitore in questione di lasciare che Kuroshi vada da solo nell'ufficio della Consigliera, ma ubbidirà senza problemi, anche se teso, o obietterà alla cosa insistendo di accompagnarlo?

    Ricordati sempre che è importante seguire le linee guida del QM, ma che alcuni png possono essere liberamente controllati dal player, come i genitori in questo caso. Considerali come un contorno per dare più profondità al tuo pg. Sapere come loro si comportano in varie situazioni aiuta a capire lo stile di vita che ha Kuroshi giornalmente, e aiuta il lettore a capirlo meglio. Non dimenticare di mostrare il suo trauma se ciò che lo trigghera esce fuori, e soprattutto divertiti!

    Ultima cosa: si tende a postare utilizzando il Creapost. Lo trovi nella stessa app in cui hai fatto la scheda, in uno dei bottoni in alto. Ci sono alcune cose da capire, ma anche quello è molto intuitivo da utilizzare. Scrivimi pure su discord quando sarai al pc per farti insegnare come utilizzare il Template
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    Sentiti libero di unirti a Discord dove facciamo la maggior parte delle discussioni, e da dove possiamo aiutarti per la costruzione del tuo personaggio!
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    Secret club

    IV



    Youkai era sconvolto per motivi tutti suoi, come l'aver trovato un Uzumaki dopoche gli fu detto per anni che il suo clan era più unico che raro, ma poteva quantomeno far credere a Yamato che fosse sconvolto per il suo stesso motivo. Internamente, pensava che dopotutto fosse ovvio aspettarsi un attacco dall'Hokage se cerchi di portargli via in modo sospetto uno dei suoi alleati... Ma non era il momento di fare il puntiglioso. Ah, m-mi dispiace- Yamato era a dir poco iperattivo, forse per via dell'adrenalina del momento. La ferita non sembrava così grave, ma la quantità di sangue che gli colava sul volto iniziava a fare impressione. Fece un sospiro nel vederlo così agitato, mentre ancora si domandava perchè il loro modo di nascondersi avesse fatto cilecca proprio di fronte all'Hokage in persona. Forse... N-Non lo so nemmeno io, ma ora è meglio che diamo una pulita a quella ferita e pensiamo a cosa fare. Pronunciò, anche lui non del tutto concentrato, ma abbastanza per cercare di far calmare l'altro.

    Gli ripetè il suo nome, sorridendo nervoso. Fortunatamente sembrava un minimo plausibile il non conoscersi, il che aveva pesanti rivelazioni: non erano un piccolo gruppo. E non bastasse, non volevano si conoscessero tutti. Lo trovo stupido. Si morse la lingua per esserselo fatto scappare, borbottando qualcosa di inaudibile prima di giustificare la sua frase. I-Insomma... Se non ci fosse questa restrizione, avresti potuto attirare la mia attenzione chiamandomi per nome, e magari non sarebbe successo tutto quel casino... Si voltò a sua volta, cercando anche lui qualcosa per la ferita di Yamato, capendo però che quel momento era perfetto per lui. Era impaziente, curioso, e non aveva intenzione di lasciarsi scappare la possibilità di trovare altri membri del suo clan, ad ogni costo. Ma non era più così ingenuo. Raizen avrebbe sicuramente insistito per cercarlo, ovunque fosse finito, e a meno che gli Uzumaki non fossero incredibilmente più potenti di quello che credeva, non dovevano essere troppo lontani. Doveva lasciare un segno. E, considerato che poteva sfruttare a suo vantaggio i cani di Tetsuba, non fece altro che approfittare della leggera confusione nel frugare tra le scatole per far cadere una busta di snack, aperta. L'odore, una volta che si fosse riuscito a materializzare, avrebbe sicuramente attirato almeno uno dei cani. Ed aveva con sè altre buste, di cui avrebbe potuto usare una manciata degli snack per lasciare altre tracce. Doveva essere cauto nel non sprecarli, ma anche di lasciarne abbastanza per permettere loro di trovarlo prima o poi. Sarebbe toccato a lui decidere se voleva fermare le tracce o meno.

    Youkai si sentì in difficoltà a rispondere alla domanda di Yamato, ed arrossì alla menzione della sua promozione. Festa?? Ripensò alla sua festa di promozione. Una cosa in piccolo, lui, Raizen e Kubomi. Una torta a tema Spiderboy, ed una bella manciata di soldi (direttamente dal suo conto) che poteva spendere in quello che voleva. Aveva trascinato Raizen per mezza Konoha, tornandosene a casa con nuovi fumetti, una statuetta, diverse paia di calzini e, sotto insistenza dell'Hokage di comprare almeno una cosa utile, anche vari materiali per produrre i suoi sticker. Probabilmente si era pentito di quel suggerimento, ma ora poteva farli con i brillantini e persino ricoprirli con una patina dorata. Si morse un labbro, domandandosi come sarebbe stato se avesse invece festeggiato con un intero clan. Hehe... Beh... Possiamo sempre recuperare. Mugolò, imbarazzato. Avrebbe guardato Yamato con aria insicura, facilmente interpretabile come un "ho fatto un grosso sbaglio", ma che rifletteva in realtà il dubbio di cosa dirgli. Prese un grosso sospiro. L-La verità è... Ugh, spero che non sia un grosso problema... Da come giocava con le sue mani era chiaramente irrequieto, incerto se e come dirgli ciò che stava per uscirgli dalle labbra. ...una delle ultime missioni mi ha lasciato con una brutta amnesia, e i dottori hanno pensato di chiamare l'Hokage per decidere il dafarsi. Forzò un pessimo sorriso. Considerato quanto Yamato era andato in panico solo per la scenata di prima, una simile rivelazione non avrebbe che peggiorato il suo stato mentale. Ma non aveva specificato quanto fosse vecchia tale missione appositamente, in modo da lasciargli credere che si trattava di eventi recenti e che potevano aggiustare in qualche modo.

    Sarebbe arrivato il momento di spiegare quanto quell'amnesia lo aveva colpito. B-Beh, se devo essere onesto, prima di rivederti non ricordavo del Concordato, ma ora mi sembra che la mente inizi a schiarirsi. Da niente, perchè le uniche cose che sapeva erano quelle che gli erano state dette direttamente o che aveva intuito. Certo, era curioso di sapere anche lui perchè tutto il sistema avesse fatto cilecca. Le mie catene si comportano in modo strano da stamattina. Come ho detto prima, non avevo in realtà intenzione di usarle, forse le due cose sono connesse. Dopotutto non era poi una vera bugia, voleva realmente sfruttare la sua anima, aveva solo dimenticato che ora non era più in grado di usarla. E, se fosse arrivato il momento di difendersi, poteva essere un grosso problema. Non era sicuro se raccontare della lettera, dopotutto poteva essere una pratica comune tra di loro, e avrebbe permesso a Yamato di scoprire che in realtà non faceva parte del gruppo. Anche se, a ripensarci, la lettera parlava di un passato che non gli apparteneva più. Turbato, avrebbe fatto pressione sul suo nuovo collega. Sono certo che la capoclan saprà darci una risposta.

    Youkai avrebbe estratto una delle catene, mimando il triangolo fatto in precedenza da Yamato, per poi scuotere la testa. N-no, non ricordo niente del simbolo. Perdonami. C'erano così tanti segreti e così tante cose da sapere, ed aveva il terrore di farsele sfuggire tutte, di non essere accettato nonostante fosse uno di loro. Sembrava sul punto di mettersi a piangere. Un barlume di speranza però lo riaccese quando l'altro nominò Hitomi. Conosco Hitomi! Esclamò, anche se il volto si fece più cupo in pochi secondi. Conosceva Hitomi, molto bene. Ronzava sempre intorno a lui, o per insegnarli qualcosa di nuovo sul suo lavoro, o per correggere tutto quello che aveva fatto durante la giornata. Mai una volta aveva menzionato gli Uzumaki, tantomeno di farne parte. Eppure, lavorando così vicino a Youkai, sapeva benissimo quanto lui blaterasse riguardo il clan e volerne trovare qualcuno. Si sentiva tradito. Ma, se poteva affrontare qualcuno, era proprio la donna. Potrebbe essere rischioso andare noi stessi all'Amministrazione se il Concordato dovesse fallire di nuovo. Si morse un labbro. Rischioso sì, ma perchè non sapeva come la donna avrebbe reagito. Poteva giurare che gli voleva bene, abbastanza da essere sincera con lui... Ma poteva anche essere tutto un trucco. Inoltre, il profumo della persona sospetta era da donna. Tetsuba aveva anche accennato che sembrava un profumo da donna matura. Youkai non la reputava così vecchia da usarlo, ma sapere che la capoclan era donna rendeva lei sospetta a quel punto, dato che non era poi così raro che fosse il membro più anziano e saggio a comandare tutti. Forse cambiare pista poteva essere una buona idea. Voleva saperne di più, ma non voleva finire in trappola. Dovremmo andare prima da Hitomi. Puoi... Puoi ricordarmi come funziona il Concordato esattamente? Non vorrei combinare guai durante lo spostamento... Sorrise nervoso. La sua anmesia lo avrebbe aiutato parecchio a svincolarsi dai dubbi, almeno fino a che non avessero incontrato il colpevole della lettera. A quel punto doveva solo sperare che i suoi alleati fossero vicini abbastanza, o che lui fosse forte a sufficienza da sottometterla ed avere le sue risposte. Risposte che, qualsiasi esse fossero, era impaziente di ottenere. Non avrebbe però confessato della sua identità femminile: il colpevole chiaramente sembrava sapere già tutto, mentre tra gli Uzumaki non sembrava si fosse sparsa la voce. Al momento era meglio tenere quella carta al sicuro.
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    La Breccia

    VII



    Hebiko pianse quella notte. A lungo. E rumorosamente. Dopotutto non doveva sfogare solo il fallimento di quel giorno, ma tutto ciò che aveva dovuto subire e a cui era sopravvissuta, per vedersi un'occasione come quella sfumare sotto al suo naso. Certo, non era esattamente sfumata tutta: aveva ottenuto quello che poteva essere uno degli alleati più preziosi che si poteva avere, ed avrebbe recuperato le informazioni mancanti il prima possibile. Ma Ogen non accettava risultati mediocri o buoni, pretendeva l'eccellenza in ogni aspetto. Quell'errore l'avrebbe aiutata in futuro. Non avrebbe più sopravvalutato il potere che aveva in mano, ma nemmeno sottovalutato. Avrebbe viziato e coccolato qualsiasi sua vittima, chiudendola sempre di più nella sua trappola.


    Hebiko faceva saettare lo sguardo distrattamente tra i vari pasticcini, ascoltando Meredora presentarsi. Hoh, "schedata". Non m'importa come voglia chiamarti il Kokage. Con che nome preferisci presentarti a me? Puntò il suo sguardo verso la donna, con le labbra leggermente arricciate in un sorriso invitante. Dubitava che avrebbe cambiato nome, ma la sua frase le sarebbe servita per mettere in chiaro la situazione: era il loro momento, nè del Kokage, nè di nessun altro. E presto avrebbe sfruttato a suo vantaggio anche il suo commento su come gestiva la prigione, ma andiamo con ordine. Meredora sia. Avrebbe commentato, una volta che la donna le confermò quel nome.

    Oh, Meredora. Hebiko rise, coprendosi la bocca con la manica del kimono. Da quanto tempo nessuno ti porta fuori a rilassarti? Non farti intimidire dal mio ruolo, se avessi voluto discutere di lavoro non mi sarei presa la briga di organizzare tuto questo. Diede un morso ad uno dei dolci a disposizione, mugolando soddisfatta per il sapore. L'avevo intuito da come sono avvenute le comunicazioni alla prigione, nessuno ti vizia più da parecchio tempo mi sembra. Puoi rilassarti oggi. Commentò, sorseggiando il suo the mentre dava spazio alla donna per ascoltare le sue lamentele. Aveva fatto centro, tutto stava andando liscio. Doveva solo stare attenta a non fare passi falsi. L'avrebbe fatta parlare quanto voleva, invitandola a continuare mostrando le sue reazioni al racconto e invitandola a continuare con domande mirate.

    La Vipera ridacchiò all'ennesima menzione dello Yakushi. Hehe. Non per niente all'Amministrazione mi rispettano, invece di temermi. Non per vantarmi, ma sembrano essere in pochi quelli in grado di domare Febh. Ma per quanto si pensi di aver controllo, resta una mina vagante che richiede infinita pazienza. Sospirò, mostrandosi stressata. Avrebbe riso nuovamente alla menzione della storia su Asuma, scuotendo leggermente la testa. Hehe. Immagino che stia utilizzando la tattica delle mezze verità. Dimmi, anche tu li punisci raddoppiando il lavoro quando tornano? Trovo sempre soddisfacente vederli prendere confidenza quando pensano di avermi fregata, e trovarsi di fronte alle conseguenze al loro ritorno. Si allungò appena in direzione della donna: erano sole (più la compagnia dei due intrattenitori) nella stanza, ma volle comunque condividere le cose quasi sussurrando, come fosse un segreto tra loro due. Figurati che una delle ultime volte, Febh ha detto di esser stato rapito come scusa per sparire e non fare il suo lavoro, con tanto di bigliettino scritto e firmato da lui! Riesci a crederci?? Raddrizzò la schiena, ridacchiando, mentre faceva roteare appena la tazza di the tra le sue mani, osservandone le foglie rimaste sul fondo. Non che fosse un grosso problema, dopotutto l'unica cosa che comporta la sua assenza è il riuscire a portare a termine ogni lavoro in tempi record... Ma il tutto diventa parecchio monotono.

    Era tempo di estrarre una delle sue carte. Sai, non so se la fama mi precede, ma io stessa e molti altri mi ritengono una maniaca del lavoro. Mi piace organizzare ogni cosa nel più piccolo dei dettagli, prevedere ogni possibile problema, ed essere persino pronta ad eventuali emergenze. Conosco lo Yakushi da anni ormai... eppure non riesco mai a prevedere i suoi danni. Non importa con quanto anticipo mi prepari, non importa se ho preso ogni possibile misura di sicurezza, sembra che le raggiri apposta. Commentò con frustrazione, gesticolando animatamente con la mano libera, enfatizzando la cosa. Si sarebbe poi calmata, iniziando il discorso con un leggero sospiro. Eppure... Quei giorni in cui non è tra i piedi, mi manca quel caos. Quell'adrenalina del non sapere cosa aspettarsi, o quella distrazione dalla monotonia del lavoro... Mi fa pensare se sia davvero necessario essere così ossessionati dal lavoro. In un certo senso, mi ha insegnato che gli imprevisti accadono, e che più che esser pronta, devo essere creativa nella risoluzione. E un po' mi ha insegnato anche che il lavoro non è tutto. Prese uno dei pasticcini, gustandoselo in un boccone solo, prima di portare una mano avanti. Non che lui si sia mai accorto di tutto questo, chiariamoci. Sono conclusioni a cui sono arrivata, in un certo senso, per merito del suo caos.

    Allungò le mani verso la teiera, offrendosi di riempire di nuovo la tazza di Meredora prima della sua, sfruttando nel farlo dei movimenti atti a dar risalto al suo corpo e alla delicatezza dei suoi movimenti. Anche io la pensavo come te. "Ho l'Amministrazione tutta per me, posso gestirla in modo perfetto". Eppure, più il tempo passa, più mi rendo conto di essere rinchiusa in una gabbia d'oro. E' tutto lavoro, solo lavoro, giorno dopo giorno. Certo, è soddisfacente... ma c'è anche altro nella vita. Incrociò lo sguardo con la donna, regalandole un dolce sorriso. Come questo appuntamento, ad esempio. Avrebbe preso un sorso, distogliendo così lo sguardo dalla donna e permettendole di non sentirsi intimidita, e di far sì che il suo gesto e discorso appena fatto apparisse sia come naturale, che come invitante ed accogliente. Mi piace sentirti parlare. Ogni tanto non mi dispiacerebbe se la monotonia del lavoro venisse interrotta dalla tua presenza, piuttosto che dal solito disastro dello Yakushi. Commentò con voce invitante. Magari anche a te farà bene staccare un po' da quell'inferno in cui lavori. Certo, supponendo che la mia presenza ti aggradi. Ridacchiò appena, chiaramente aspettandosi una reazione un minimo positiva, e mostrandola appositamente. Voleva mostrarle che si sentiva a suo agio, che per lei l'appuntamento stava andando bene, e valutare di conseguenza le reazioni di Meredora alla cosa. Se fosse riuscita ad averla in pugno, avrebbe potuto osare di più.


    Aoda non sembrava particolarmente entusiasta dell'avventura che li aspettava. Sssir, non penso che sia in grado di leggere alcun biglietto... Annunciò, ancora inconsapevole dell'abilità dello Yakushi di ribaltare qualsiasi discorso. Avrebbe emesso un sibilo acuto mentre veniva messo di malo modo nella tasca della felpa, commentando con un ovattato Rude. per il trattamento subito.

    Il locale in cui era arrivato si trovava in periferia, ben distante dalle zone importanti di Oto, cosa che permetteva loro di fare i loro sporchi affari senza grosse interferenze. Una mazzetta qua e là, ed ecco che si erano garantiti un posto dove fare le loro scommesse senza che nessuno mettesse il naso nei loro affari. Questo fino a che non si presentò un individuo con il naso finto. La persona che pretendeva una paga per l'ingresso osservò l'individuo di fronte a sè, poco più basso ma estremamente più smilzo di lui. Avrebbe alzato uno dei suoi spessi sopraccigli, osservando poi l'importo pagato. Sei anche tu con quegli idioti col nasone, il mentone e gli occhialetti da tonto? Sospirò, ma almeno quello era segno del non esser stato riconosciuto, almeno per il momento. Senti coso, per me puoi anche rimetterteli una volta dentro, ma prima devo vedere il tuo volto. Grugnì, ancora svaccato a braccia incrociate posato al muretto. Non sembrava poi una grande minaccia, nonostante la stazza doveva essere persino più debole di Hebiko, ma dall'entrata si poteva già vedere che, dal numero di persone presenti, un normale assalto non sarebbe passato inosservato.

    Dall'entrata, avrebbe potuto vedere l'interno in modo abbastanza semplice: c'era una grossa gabbia nel centro di uno stanzone enorme, due combattenti mascherati all'interno, e la folla perlopiù ammassata nei dintorni. Avrebbe anche potuto vedere degli spalti, da cui si poteva vedere tutto dall'alto, probabilmente la zona VIP. E, prima che sparisse avvolto dalla confusione, avrebbe anche potuto vedere il suo bersaglio, visibilmente confuso e che borbottava, facendo domande qua e là ad un pubblico che aveva poco interesse nel rispondergli, forse ancora alla ricerca di Hebiko.
  13. .

    Il Gigante e la Bambina

    II



    Non bastasse che la ragazzina era accompagnata da un individuo con la faccia da criminale, aveva con sè una birra! Youkai si sentì un minimo sollevato nel vederla più interessata al suo fumetto che alla bevanda, iniziando a pensare che forse avrebbe potuto aiutarla a trovare hobby più interessanti.

    Per quanto, forse stupidamente, ancora si aspettava che il locale delle Picche fosse una garanzia per gente un minimo per bene, considerata la situazione non riusciva a fidarsi del tutto dell'omaccione. Come la figlia si era spostata, non si era fatto distrarre da altro se non dagli alcolici, e considerato lo sguardo stanco, chissà quali altre sostanze. Youkai si morse un labbro, incerto se la sua sarebbe stata la mossa giusta, ma si sentiva protettivo nei confronti della fanciulla. Dopotutto il suo scopo era uno solo: salvare chiunque potesse. Con che faccia sarebbe tornato a Konoha se non fosse nemmeno riuscito a tenere una bambina al sicuro? Approfittando del suo interesse sul suo fumetto, si fece protettivo, aprendolo per bene in bella vista sul tavolo, ed invitandola ad avvicinarsi con la sua sedia per avere una migliore lettura, e per poter reagire prontamente se l'energumeno si fosse rivelato sospetto. Annuì, sorridendo solare. Certo che puoi. Io l'ho già letto tre volte! Commentò, sfogliando qualche pagina in modo casuale, mentre teneva d'occhio l'energumeno.

    La domanda della giovane lo spiazzò, facendogli sbattere gli occhi un paio di volte. N-No, l'ho comprato... Ma capisco che sembri strano, qui ad Ame pare non sia così popolare. Nel paese del Fuoco lo conoscono tutti! Cercò di giustificare la sua sorpresa, non era ancora abituato a quanto fosse comune il crimine in quella città. E tu invece, da dove vieni? E qual'è il tuo nome? Io mi chiamo Kai. Sorrise solare, apparendo rassicurante. Doveva far sì che si fidasse di lui se voleva estrapolarle informazioni. Ottenute le risposte, avrebbe preso a sfogliare il fumetto, iniziando nel descrivere alcune vignette per far sì che l'energumeno non prestasse loro attenzione, e quando lo avesse visto distratto a sufficienza, avrebbe abbassato la voce, iniziando a fare domande alla giovane. E l'omone che sta con te chi è? Venite spesso al locale? Guardingo, per quanto uno come lui potesse sembrare minaccioso, era pronto a far riparare la ragazzina alle sue spalle al primo cenno sospetto.


    L'albino zompettò all'interno del locale, seguendo l'energumeno superando la sala principale, invitato ai piani superiori, riservati solo ad ospiti speciali. Sentendosi a dir poco fuori luogo nella discoteca del piano inferiore, in parte preferiva quel trattamento, d'altro canto lo trovava anche vagamente intimidatorio. Non era più a Konoha, quello non era un accordo fatto con un amico, o una richiesta ufficiale ad un superiore. Era qualcosa che poteva essere vantaggioso per entrambi, o uno dei due si sarebbe potuto trovare pugnalato alle spalle dall'altro. In quel momento, entrambi avrebbero dovuto soppesare diffidenza e fiducia in modo minuzioso, per assicurarsi che entrambi ottenessero quello che volevano, senza farsi fregare.

    Timidamente, aprì la porta indicatagli, mettendo piede al suo interno. Aveva dato la sua parte di fiducia, presentandosi direttamente dentro la tana dell'Oleandro. Ora stava a lui fare la sua mossa. Fece un timido e goffo inchino, chiudendo la porta alle sue spalle. Namae-san. Non si torna indietro.
  14. .

    La vera Prova

    II


    Youkai non potè fare a meno di sentire il commento sovrappensiero del ragazzo, che come aveva fatto notare lo distaccava in altezza di parecchio. Arrossì, colto alla sprovvista.



    Eh?! Ah, me lo dicono in tanti che sembro molto giovane... Ma questo non mi rende meno competente! Commentò, concludendo con un sorriso solare. Il ragazzo si presentò in modo formale, cosa che fece arrossire una seconda volta il piccolo shinobi, che dopo aver messo via di fretta il suo blocco per gli appunti, agitò una mano di fronte all'Uchiha. Ah, non preoccuparti, Youkai va più che bene. Era evidente che non fosse abituato a posizioni di comando. Se il ragazzo avesse chiesto delucidazioni sulla sua presenza, dato che pareva si aspettasse uno dei sensei con cui aveva già confidenza, il rosso avrebbe risposto in modo leggermente distratto, mentre frugava nel suo zaino alla ricerca di qualcosa. Oh, è semplice. Secondo l'Accademia, inviare un esaminatore che non lavora nella scuola aiuta a dare valutazioni obiettive, ed evita che vengano promossi dei Genin che potrebbero rischiare la loro vita o quella degli alleati. Si rialzò in piedi con una manciata di shuriken in mano, passandone la metà allo studente. Ed ecco perchè ci sono io qui! Ma ora sbrigati, fammi vedere perchè hanno deciso di testarti per una promozione. Non abbiamo molto tempo. Se avesse chiesto delucidazioni a riguardo, Youkai si sarebbe limitato a mettergli fretta, indicando uno dei fantocci per l'addestramento. Lui è il tuo avversario. Come lo stenderesti il più rapidamente possibile? E, finita la frase, avrebbe lanciato uno degli shuriken, colpendolo molto vicino al centro contrassegnato con grossi cerchi rossi. [Slot Azione I] [NOTA (CLICK)] Al commento di Kawayama, Youkai rispose come se fosse ovvio: Voglio vedere la tua combo e i tuoi punti di forza. Spiegarli è sempre facile, ma vederli dal vivo è un'altra cosa.

    Avrebbe osservato la tattica del ragazzo, battendo le mani una singola volta quando finì la sua combo. Dopo eventuali correzioni, si sarebbe messo lo zaino in spalla, iniziando a zompettare sul posto. Bene. Spero che tu sia pronto, ora inizia il vero addestramento! Si sarebbe mosso rapidamente, uscendo dall'area di addestramento. Dai, andiamo!! Abbiamo poco tempo!! Commentò, impaziente. Presto l'Uchiha avrebbe scoperto il motivo di tutta quella fretta, e forse avrebbe iniziato a pensare che lo sconosciuto che si era intromesso nel loro discorso non aveva poi tutti i torti.


    Sarebbero arrivati nella parte industriale di Konoha, in periferia. E, a giudicare da come era passato sotto una leggera e disastrata recinzione in rete, non era un posto in cui avevano il permesso di entrare. La conferma sarebbe arrivata presto. Ora fai silenzio. Dobbiamo raggiungere quella struttura abbandonata. Le fabbriche intorno sono ancora attive, ma a quest'ora sono tutti in pausa pranzo, e la guardia principale che è la prima a tornare non si farà vedere per altri venti minuti. Da come descriveva la cosa, doveva aver studiato il posto per parecchio. Si mossero in silenzio verso la struttura indicata dal chunin, un fabbrica ormai in disuso da parecchio considerate le condizioni in cui si trovava, lo studente l'avrebbe riconosciuta dal marchio, erano famosi per vendere patatine dalla forma triangolare. Youkai avrebbe estratto il suo quadernino, confrontando alcuni dei suoi disegni con il logo perlopiù integro in bella vista sulla facciata del muro. Ci siamo. Sarebbe quindi entrato, rompendo con estrema facilità il rugginoso lucchetto della porta sul retro, facendo entrare anche il ragazzo. Oh, immagino di doverti delle spiegazioni. Beh, ti do il benvenuto in uno dei covi degli Illuminati! Commentò con semplicità, iniziando a zompettare all'interno, guardingo.

    Kawayama sarebbe stato comprensibilmente confuso a quel punto, ma l'Uzumaki sembrava pronto a rispondere a qualsiasi domanda. Gli Illuminati sono un gruppo di persone che si nascondo nell'ombra. Hanno occhi dappertutto, e da quel che ho scoperto vogliono rubare le arti ninja. Una descrizione che per chiunque avrebbe sfiorato l'assurdo. Ecco, guarda qui. Gli consegnò il suo quaderno degli appunti, dove avrebbe trovato appunti, foto e un sacco di triangoli, una ricerca minuziosa che lo aveva portato ad esplorare diversi luoghi più o meno abbandonati, tutti con un elemento in comune: un triangolo. Il loro vero simbolo in realtà è una mano, con dentro un occhio, così. Mimò il gesto sul suo volto, indicando poi la faccia dell'Uchiha. Ma all'interno è disegnato l'occhio del tuo clan. Forse perchè siete bravi a copiare le tecniche che vedete. Dopotutto sembra essere il loro stesso obiettivo. Da come ne parlava sembrava ne sapesse parecchio a riguardo... ma le prove di ciò che diceva erano poche. Negli appunti stessi non sembrava avesse mai avuto realmente successo nel trovare qualcosa, se non qualche sospetto e degli aggeggi misteriosi che sembravano creati da inventori da quattro soldi, e che perlopiù non funzionavano, tutti fotografati e descritti minuziosamente in quel quadernino.

    La nostra missione di oggi è di setacciare il posto da cima a fondo. Se riusciremo a trovare qualcosa, sarai promosso all'istante! Follia pura, l'esame dell'Uchiha sembrava fosse basato unicamente su un complotto, di cui non si poteva essere certi fosse reale o meno. Magari lo studente era stato convinto dalle parole del suo giovane sensei, e si sarebbe dato da fare al meglio di sè per trovare quei pericolosi criminali, o traccia di essi. O magari, iniziava a credere che fossero unicamente stupidaggini, e che fosse realmente uno svitato che leggeva troppi fumetti. Certo, era pur sempre un chunin, qualcosa di buono lo doveva aver fatto... Ma si diceva anche che fosse il favorito di Raizen, l'Hokage in persona. Che avesse promosso un idiota solo perchè gli stava simpatico? C'era davvero una corruzione tale da permettere un oltraggio simile a Konoha?

    In ogni caso, era bloccato lì, e volente o meno, doveva o trovare delle vere prove, oppure cercare di convincere l'Uzumaki di averne trovate, in modo da liberarsene ed eventualmente ottenere anche la sua promozione. L'edificio era incredibilmente polveroso, e conteneva un paio di uffici, una sala per il personale, un magazzino piccolo ma colmo di scatole e la struttura principale che un tempo produceva le patatine. Potrebbero esserci passaggi segreti ovunque. Se vedi qualcosa di sospetto, chiamami, potrebbero esserci trappole ancora attive, nonostante sia abbandonato da tempo. Quantomeno pareva aver ancora un barlume di responsabilità. Si sarebbe presto distratto, frugando nei cassetti di una scrivania, consultando con minuzia ogni documento. Ora stava a Kawayama.


    Come prima cosa, ricordati di chiedermi o di consultare da solo il creapost, perchè per ora ti servirà! Ma partiamo con ordine:

    COMBAT
    -Il combattimento è a turni. Di base, ogni pg ha a disposizione 3 Slot Difesa e 3 Azione, più due slot Tecnica, di cui uno Base e uno Avanzato, come indicato nella scheda. La difesa precede SEMPRE l'azione.
    -Gli slot Azione sono la base per ogni attacco: dal classico calcio o pugno, fino ad un pugno potenziato da una tecnica e altre abilità. Uno slot comprende UNA singola azione, principalmente offensiva ma non per forza: un salto, un pugno, un lancio di kunai, una spadata, cose così. Il movimento dev'essere possibile in un'unica azione: puoi ad esempio saltare e tirare un pugno verso l'obiettivo, ma non puoi saltare sul muro, ridirezionarti e poi dare un pugno, quelli sono DUE Slot, salto + ridirezionamento. Lo Slot Difesa ha le stesse regole, ma unicamente per difendersi.
    -Uno Slot Azione può essere convertito in Slot Difesa, aumentandone il numero, ma non il contrario.
    -L'attacco è SEMPRE ipotetico. Non puoi mai partire dal presupposto che il tuo attacco sia andato a segno. Anche col manichino, in questo caso specifico in cui devo giudicarti, usa sempre il condizionale: sarà poi il tuo avversario a deciderne il risultato.
    -La Difesa è SEMPRE autoconclusiva. I fattori in gioco sono sia calcoli matematici, a seconda dell'energia tua e del tuo avversario, sia il buonsenso. Un pg un po' più lento può schivare un colpo più veloce, se la strategia è buona, mentre una difesa banale potrebbe non essere efficace quanto speravi. Il QM può punire difese scorrette, quindi attenzione a valutare ogni cosa con onestà!
    -Forza e Velocità sono le statistiche usate in Attacco, mentre Resistenza e Riflessi in Difesa
    -Ogni attacco senza arma ha una base di potenza di 10, a cui si aggiungono eventuali impasti a potenziarlo. Venir colpiti da un attacco di potenza 10 causa 1 Leggera di danno. All'inizio sarà un po' noioso abituarsi al calcolo, ma ricordare questa base ti aiuterà molto.

    GAMEPLAY
    Ora, tu hai due cose distinte da fare: la prima è quella di fare un turno di combattimento (solo d'attacco) contro il manichino. La seconda invece, è il fulcro del gdr e delle quest: la parte descrittiva.

    Nel turno di combattimento, assicurati di rispettare semplici regole: se attacchi col lato destro del corpo, per non perdere l'equilibrio, usa il lato sinistro nella seconda azione. La descrizione è SEMPRE più importante dei numeri nel conto dei danni e delle strategie: anche se la tua palla di fuoco è potente, se la descrizione di come lanci la tecnica è debole (ad esempio, senza mettermi all'angolo, in campo aperto, lasciandomi tutto lo spazio che voglio per schivare), mi regali una facile schivata, e perdi prezioso chakra che poteva essere usato in un'occasione migliore. Per lo stesso motivo, è bene usare sempre tutti gli slot Azione a tua disposizione, cercando di mettere più in difficoltà possibile l'avversario. Quando sei sicuro di averlo sotto tiro senza possibilità di fuga, scaglia il tuo attacco più potente!

    Nel turno alla fabbrica invece, non dovrai preoccuparti di numeri nè turni: hai la libertà di fare quanto e cosa vuoi, seguendo le descrizioni date. Se un oggetto ha senso di essere lì (in un ufficio ad esempio, puoi trovare sicuramente penne, documenti, lampade, ecc), puoi descriverlo senza problemi, e sfruttarlo a tuo vantaggio. In questo caso specifico, ti trovi in un fabbrica abbandonata e polverosa, dove sembrano esserci passaggi segreti: quali sono i luoghi migliori in cui cercare? Cosa potrebbe apparire sospetto al punto da farti investigare proprio quella zona? Il QM ha sempre una propria soluzione, ma se la descrizione del player ha senso ed è ben ponderata, il QM sarà sempre portato a seguire quella. L'unico limite è la fantasia: con più minuzia descrivi il tuo tentativo di ricerca e il perchè secondo te ha senso che ci sia qualcosa proprio lì, più sono alte le possibilità di successo!

    Per qualsiasi domanda, mi trovi su Discord P:
  15. .

    La Proposta

    II



    Hebiko, con una punta di orgoglio per il suo villaggio, sorrise entusiasta. Oh, per favore. Sono io che devo ringraziare voi. Un'occasione come questa permetterà a un sacco di persone di godere di un'intrattenimento più elevato di ciò che la città offre di solito. Avevano alcuni teatri sparsi per la città, anche piuttosto ben decorati e pregiati, persino un teatro all'aperto. Ma solitamente gli spettacoli tendono ad essere estremamente esclusivi... e adulti. Commentò con sprezzo. Bastava poco per immaginare cosa accadeva una volta finito lo spettacolo, c'era un motivo se gli attori di teatro otesi vantavano di paghe fruttuose e venivano ricoperti di regali. Ci voleva una ventata d'aria fresca.

    Hebiko ascoltò la sinossi dello spettacolo con visibile interesse, incantata da come il cantastorie le raccontava la trama dello spettacolo. Pendeva dalle sue labbra. Avrebbe interrotto quel momento spostando l'argomento sulla sicurezza, cosa a cui la Consigliera rispose agitando una mano. No, no, insisto. Che razza di amministratrice sarei se non garantissi la massima sicurezza a dei così graditi ospiti. Meritate di sentirvi accolti come fosse casa vostra. Non ci sarà una mosca a disturbare il vostro spettacolo. Sentenziò, orgogliosa.

    L'altro volle sfruttare la passione mostrata dalla rossa per fare una proposta a dir poco azzardata: invitarla a partecipare allo spettacolo stesso. E come co-protagonista. Il viso della Vipera si illuminò, aprendo la bocca per dire ciò che il cantastorie aspettava di sentire:

    No.



    Forse più di un presente sarebbe stato spiazzato da quella risposta. Ma non avrebbe avuto tempo di chiederne il motivo, la donna aveva già iniziato a parlare per conto suo: Lo spettacolo è tra meno di una settimana! Co-protagonista?? Come posso imparare un'intera recita in un paio di giorni!? E non bastasse l'impararlo a memoria, c'è anche la recitazione! Sono una donna di politica, io non recito!! Che diranno di me se dovessi rovinare l'unico spettacolo decente che ad Oto non si vede da anni!? La sua ansia ed insicurezza era venuta fuori, scaricandola tutta sul piccolo Shin, che avrebbe dovuto trovare il modo per frenare quello tsunami di insicurezza se avesse voluto far funzionare il suo piano.
1977 replies since 29/3/2008
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