Votes given by Hoshi

  1. .

    Black Stuff

    12

    Incassato lo schiaffo senza nemmeno battere ciglio, lo Yakushi inarcò appena un sopracciglio mentre lei lo accusava di crudeltà, intimandogli di stare zitto piuttosto che ferirla ulteriormente. Non aveva ancora capito che dire a Febh Yakushi di non fare una cosa era la via migliore per fargliela fare, ancor più plateale e rumorosa di quanto si potesse immaginare. Pff...crudele? Io? Borbottò incrociando le braccia. Facile dare la colpa ad altri...ma non sono io ad aver fatto sparire questo tuo Shinken. Né sono stato io a permettere ad altri di ferirmi. Replicò, aggressivo, avvicinando il viso alla donna con una strana luce negli occhi, sebbene diversi dai suoi a causa della Henge. Certo che ci sono cose a cui tengo. Ma sono anche capace di proteggerle, non hai diritto ad avere nulla se non hai la forza di proteggerlo. Disse, spietato come la cultura otese da cui veniva. Mi chiedi come reagirei? Se qualcuno mi portasse via ciò a cui tengo, quel qualcuno scoprirebbe che il peggiore degli incubi eterni sarebbe preferibile a un secondo di veglia con me alle calcagna. Ci fu un brevissimo pensiero nella sua mente, affinata dagli insulti di lei, che volle esplicitare. Ma dimmi...e TU come hai reagito? Io non baderei a remore morale e scenderei a qualunque compromesso per riavere ciò che voglio e farla pagare a chi mi ha fatto un torto, cento volte di più. Inclinò il capo, velenoso come un serpente e mantenendosi a brevissima distanza da lei. Cosa hai fatto o progettato per riprenderlo? O volevi stare ferma a frignare sentendoti impotente? Socchiuse gli occhi. Se davvero era così importante allora saresti potuta venire da me e chiedere un favore, o assoldare qualche ninja molto potente...ci sono numerosi mercenari di valore. Ma non lo hai fatto. Cosa hai fatto allora? Sorrise. Magari hai chiesto alla Bilancia Nera stessa di rilasciarlo in cambio di qualcosa? Io lo avrei fatto, per vendicarmi poi in un secondo tempo. A quel punto forse ci sarebbe stato un secondo schiaffo, ma meritato.

    In ogni caso dovevano tornare alla missione e al problema alla mano. Io so esattamente che andrò in una trappola, ma vedi...ci sono già dal primo momento che sono arrivato. Il punto non è evitare la trappola o sopravvivere ad essa. E' valutare se la trappola può resistere a ME...perché se non lo farà...allora il nemico avrà perso. Disse con sicurezza. Quanto alla lussuria...tks! Sbuffò. Ho anni di esperienza come ninja, cosa credi che possa farmi? Nella sua testa la Lussuria era esperta in frasi da rimorchio e nel flirtare come alla televisione...la sua intera conoscenza in ambito sessuale veniva da Occhi del Deserto e da alcune lezioni oculatamente pilotate da Ogen che, colto il leggero problema del ragazzo al riguardo (complice l'Edo Tensei, ma la storia si fa lunga) aveva optato per tenerlo completamente all'oscuro o quantomeno male indirizzarlo per evitare che qualcuno si approfittasse di lui. La sua indole leggermente "atipica" poi aveva fatto il resto. E in realtà una mano la aveva messa anche Diogenes Mikawa distruggendo il bordello di Oto prima che Febh potesse mai riuscire ad andarci eludendo la sorveglianza, ma questa è un'altra storia.

    [...]

    Con le lucertole doverosamente appostate, inclusa Sssalsaluga nel sacco e Shin Rai da qualche parte, Febh aveva finalmente approcciato la Lussuria, con il suo aspetto da ragazzina, mettendo subito in chiaro che la loro era una conversazione tra pari e che pretendeva una seduta a sua volta, finendo per sedere accanto a lei che, come un'attrice consumata, non fece una piega davanti alle sue stranezze, fingendo anzi di essere un pò spaesata...cosa assurda per una leader criminale. Appena seduto, lo Yakushi le spiegò della faccenda con il veleno ma notò subito che c'era qualcosa di strano...come una sorta di formicolìo su tutta la pelle e persino nell'aria tra loro...una specie di pulsione che lo spingeva a voler accorciare le già brevi distanze e un poco lo distraeva...così come iniziava ad avvertire una lieve reazione al basso ventre, simile a quando aveva cercato di andare a vedere il film per adulti al cinema ma si era poi trovato davanti a delle riprese di una partita di golf, con sua somma delusione (opera di Ogen, ma non lo aveva mai saputo). Uhm...fa caldo qui...non è che la poltrona umana ha la febbre? Avrebbe detto guardandosi intorno perplesso.

    Le tue...ehm...frustrazioni? La donna intanto lo prese in parola iniziando a scoprire una spallina, cosa che normalmente lo Yakushi avrebbe trovato inappropriata e fuori luogo, specie perché la sua testa sapeva benissimo che quella era una criminale e che voleva fregarlo, ma nonostante questo era come se al suo corpo e al suo cervello più primitivo importasse ben poco della ragione. Il Controllo del Corpo, disciplina fondamentale del clan che permetteva di avere in ogni istante una chiara consapevolezza del proprio corpo gridava all'impazzata, riferendogli che qualcosa nell'organismo stava attivando forzatamente il sistema limbico e tutta una serie di meccanismi ormonali...e non era endogeno. Concentrandosi un secondo avrebbe potuto identificare l'elemento ostile e annientarlo...ma non lo fece. Conoscerci...ehm...meglio? Sapeva di essere sotto una qualche malìa, e a parte del suo cervello non interessava a causa della libido crescente, mentre l'altra parte era in qualche modo curiosa di vedere fin dove sarebbe arrivata quella trappola, consapevole di potersi fermare alle brutte, o almeno ne era convinta...e aveva le lucertole appostate per qualunque evenienza. Febh deglutì mentre un profumo intenso riempiva l'ambiente, veicolando le terribili capacità della Lussuria.

    Travolto improvvisamente dai sensi e dalla subitaneità della cosa, lo Yakushi si trovò a battere un paio di volte le palpebre all'ordine perentorio di baciare la donna, mentre tutto intorno cominciava a scatenarsi un putiferio. Nella sua testa tutto ciò che sapeva sull'amore e sul sesso si accartocciò in una matassa unica di immagini tratte dalla sua telenovela e da alcune informazioni incomplete captate qua e là...e senza nemmeno realizzarlo sollevò una mano poggiandola sulla spalla della Lussuria ormai seminuda, avvicinando l'altra alla guancia e carezzandola dolcemente mentre il suo viso si faceva prossimo a quello di lei...occhi fissi e languidi e il respiro che si intrecciava in una sola armonia...quindi le diede un fugacissimo bacio a stampo sulle labbra. Non aveva la più pallida idea di come si facesse a baciare e Ogen si era premurata di ripetergli più volte che il bacio a stampo è l'apice del desiderio di una donna, e tanto più è rapido, tanto più è intenso.

    Realizzando ciò che era appena successo lo Yakushi sbiancò, pensando che ora che aveva baciato quella donna i due dovessero considerarsi ufficialmente fidanzati, anche se la conosceva appena! Oh...no...! Iniziò a sudare freddo per la paura nonostante il cuore che batteva a mille stimolato dalla lussuria di lei...che diede poi il secondo ordine, intimandogli di giacere con lui. Conosceva il termine...lo usava anche Doña Dolores quando voleva che il suo anziano fidanzato segreto, Don Pedro Chikuma, la portasse a letto. Ma non c'erano letti là vicino e il cervello dello Yakushi stava rapidamente andando in pappa alla ricerca di una soluzione a tutto quel guaio...e in fondo in fondo una parte di lui era decisamente interessata a esplorare certi aspetti finora ignoti...solo che non vedeva divani né letti e coricarsi in due sopra la poltrona umana sarebbe stato scomodo. Con qualcosa di ben più che una sensazione al basso ventre, ma del tutto digiuno di informazioni efficaci, lo Yakushi avrebbe annuito energicamente non potendo sul momento disobbedire all'ordine, afferrando la donna per le braccia scoperte, alzandosi e dando un calcione all'uomo-poltrona per allontanarlo (salvo sue strenue capacità difensive), dopodiché, con goffa rigidità, la avrebbe appoggiata a terra (sbattuta sarebbe un termine più elegante) coricandosi accanto a lei e guardandola intensamente negli occhi mentre lei declamava alcune storture su sangue e similari.

    Ecco... Iniziò a guardarsi intorno, eccitato ma come in attesa di qualcosa che non arrivava, perplesso, mentre intorno iniziava una rissa di proporzioni cosmiche. Uhm...quando arriva? Sarebbe sembrato molto spaesato. La dissolvenza in nero, dico. Di solito arriva sempre a questo punto e cambia scena. Mi sono sempre chiesto come capitasse... Naturalmente Occhi del Deserto non aveva alcuna scena spinta, se non qualche bacio sporadico, quindi mostrava solo scene prima e dopo gli eventi, ma mai il sodo...e quindi lo Yakushi non aveva idea di cosa fare, pensava capitasse e basta! In ogni caso nella sua testa aveva obbedito con pienezza e trasporto agli ordini, anche se lei sarebbe rimasta forse interdetta davanti a una così totale alienazione...e nonostante tutto si trattava solo di lussuria...non di amore. La mente razionale era stata solo messa da parte e distratta, ma era là. Non aveva cambiato i sentimenti dell'otese né cancellato alcuna informazione su quella che era la natura della sua seduttrice...e questo sarebbe stato un grande disastro. Per lei.

    Battendo una mano per terra accanto all'orecchio della donna la avrebbe fissata con un misto di terrore ed eccitazione. Oh, cielo...cielocielocielo...cosa abbiamo fatto? Non avevano fatto niente di niente, ma lui non lo sapeva, per lui si erano baciati e avevano letteralmente giaciuto assieme proprio come nella telenovela. Ora...ora dobbiamo sposarci! Non posso essere una donnaccia come Doña Esmeralda Kurogane! Disse con convinzione che divenne marmorea, convinto che fosse la cosa giusta da fare, dato che Ogen lo aveva educato alla vecchia maniera ma senza andare troppo nei dettagli. Ma c'è un problema...tu sei una criminale e membro di un culto di squilibrati, mentre io vengo da una famiglia per bene! Di mafiosi e criminali a sua volta, ma soprassediamo. E non sei nemmeno carina! Come lo spiego a Ogen? Quindi la prima cosa da fare è annientare la Bilancia Nera e salvarti da loro! Basta con queste idiozie! Schioccò le dita, mentre le lucertole tranne l'assassina sarebbero intervenute per fermare sul nascere la rissa appena scoppiata (non erano che passati pochi secondi, i danni sarebbero stati minimi). Con la loro lingua lunga sei o più metri, appiccicosa, potevano bloccare agilmente tutti i presenti in pochi movimenti, esattamente come il Re delle Lucertole aveva fermato i suicidi durante la vicenda del Dio degli Assassini...la Bilancia Nera non imparava dai propri errori [Nota].

    Ancora coricati a terra, prima che lei aprisse nuovamente bocca lo Yakushi avrebbe piazzato la sua mano sulle labbra di lei, distante pochi centimetri ma di fatto bloccandole grazie al chakra adesivo [Azione 1]. Non parlare! Capisco lo struggimento...questa cosa è esattamente come quando Don Camilo dei Danzatori si fidanzò con la cameriera Matilda che era segretamente una Kurotenpi che voleva vendicarsi del padre che le rubava le caramelle dal cassetto! Dopo seimila puntate gli sceneggiatori di Occhi del Deserto accusavano colpi. Hebiko piange sempre nel vedere la scena in cui lui le intima di non parlare per confessarle i suoi sentimenti...ma io non ho sentimenti per te. Però è una questione di...responsabilità. Io odio le responsabilità! Ma Ogen è stata chiarissima su questo argomento e rischio grossi guai se non seguo le regole. Scosse il capo. In ogni caso esattamente come hanno fatto loro devo renderti...presentabile! Non posso sposare una criminale della Bilancia Nera...quindi devo tirarti fuori da quel gruppo...che ti piaccia o meno! Anche nella puntata lui le tappava la bocca per fare il suo discorso, gli sembrava appropriato. Ssalsaluga! Non permettere che ci interrompano! Intimò alla lucertola nel sacco, che fece capolino pronta a intervenire. Riassumendo il suo normale aspetto, idealmente senza sorprese, fece apparire una boccetta di veleno tra le dita della mano libera [Abilità].

    Dobbiamo cominciare col farti capire che è una pessima idea restare nella Bilancia Nera! E poi dovrai seguire il corso per signorine di Ogen, e dovremo sposarci, e avere dei bambini e anche un cane e un gatto e tre varani. Immagino dovrò anche presentarti a Kamine ed Hebiko...andresti daccordo con Kamine, vestite quasi uguali, ma forse sarebbe meglio se fossi un pò più elegante nella vita di tutti i giorni...poi a essere onesti sarebbe interessante sapere il tuo nome...mi fai uno strano effetto anche se onestamente rispetto a Kamine o Nikaido ti trovo un pò racchia e rispetto a Hebiko non sei nemmeno lontanamente carina ma immagino dovrò abituarmi. Scosse il capo. Dannate regole...ma bisogna assumersi le proprie responsabilità...quindi ora... Delle catene di chakra sarebbero comparse intorno alla Lussuria cercando di intrappolarla: chiunque fosse stretto dallo Yakushi in una presa di qualunque tipo rischiava di restare vittima della Catena di Seiryu [Tecnica 1], tecnica che rappresentava uno degli apici del Chakra Adesivo...mentre contemporaneamente dalla mano con la boccetta velenosa sarebbe emerso un serpente che da quella distanza a dir poco infima avrebbe cercato di mordere la donna [Tecnica 2 e Azione 2]. Mi spiace doverti fare un pò male ma so che sei una pazza criminale, anche se ora dobbiamo sposarci! Disse, onestamente dispiaciuto e consapevole dei danni che poteva arrecare, inoltre era ancora sovreccitato anche se nella sua testa aveva già fatto tutto il fattibile, per quanto gli sembrava che mancasse qualcosa. Comincia a capire che abbiamo giaciuto assieme e ci siamo baciati, quindi ora tu sei mia e io sono tuo. Per sempre!
    La libido nel suo sguardo, per quanto deviata e artificiale, era stata sostituita da qualcosa che forse la donna non aveva mai visto...un'ossessione amorale, incessante e profonda come l'abisso. Oni aveva stabilito che quella donna doveva diventare parte della sua vita e alle sue regole. Non aveva altra scelta.

    Qualunque ordine lei desse da quel momento in poi, quali che fossero le sue richieste, per lo Yakushi la priorità sarebbe stata strappare quella donna alla Bilancia Nera, anche se a conti fatti non le piaceva, perché era sua responsabilità ora che lei lo aveva inguaiato (aveva sentito quella frase una volta a palazzo, ma non ne aveva colto esattamente la sfumatura). Se fosse riuscito ad avvelenarla con il serpente (in caso contrario avrebbe scosso il capo decidendo di provare in altri modi, come farglielo ingoiare a forza o ferirla con un Kunai intinto nella sostanza) ne avrebbe immediatamente attivato gli effetti, sentendo alcune conoscenze sparire dalla sua memoria cosciente mentre l'oblìo si apriva in risposta, divorando ogni emozione che legasse la donna alla Bilancia Nera. Se fosse riuscito nel suo intento, a quel punto sarebbe cominciata l'opera di lavaggio del cervello...ma tutto dipendeva dalla riuscita o meno dell'avvelenamento.

  2. .

    La Scomparsa di Arumajiro

    La riunione degli Eremiti



    Questa storia non inizia con me, io arriverò in seguito, questa storia inizia a Suna con Masayoshi, ve lo ricordate? Il ninja con cui avevo combattuto tanti anni fa, quando entrambi eravamo genin da poco tempo, per poi incontrarci in diverse missioni successivamente.
    Personalmente? Lo considero un amico.

    Ma sto divagando, dicevo: Masa-san, questa storia inizia con lui.
    Infatti, come avevo avuto modo di scoprire durante una delle nostre missioni assieme, il chunin della Sabbia sapeva evocare delle creaturine chiamate "suricati", gliene avevo visto sfruttare uno di nome Koinu, ma Masa-san ne conosceva anche un secondo: Tsuneyo.
    Fu proprio questo suricato ad avvicinarlo a casa sua ed avvisarlo che Mushu, colei che era salita al ruolo di Saggio del Deserto, richiedeva la sua presenza nell'Anarouch per una questione che riguardava tutti e Sette gli Eremiti. [Nota 1]

    [...]

    Tsuneyo avrebbe condotto Masayoshi fino ad una gigantesca montagna, dopo mezza giornata di viaggio nel deserto dell'Anarouch.
    Ad accogliere lo Shokuto ci sarebbe stata una sua vecchia conoscenza: l'anziano Fennec Daikenjin, che alcuni anni prima lo aveva aiutato nella faccenda dei Manti Neri, assieme alla kunoichi del clan Nekki.
    L'anziano animaletto nel suo kimono viola sorrise (per quanto potesse un Fennec) alla vista del ninja accogliendolo: Ben ritrovato, giovane evocatore di Suricati, piacere di rivederti e benvenuto al Monte Hitozatohanareta, la casa dei Fennec. Anche se mi sarei augurato di ospitarti qui per eventi più piacevoli., avrebbe esordito, invitandolo a seguirlo.

    La montagna dal nome improbabile, come avrebbe presto scoperto Masayoshi, chiedendo a Daikenjin, era di fatto un gigantesco palazzo, scavato nella roccia dai Fennec.
    Fu proprio l'anziano Eremita a condurre lungo quei corridoi Masa-san, fino ad un'ampia sala che era caratterizzata da tre ingressi: nell'ampia sala erano presenti degli spalti e Masayoshi avrebbe potuto vedere un numero stupefacente di creature lì riunite.

    C'era un grosso felino nero, accucciato da una parte, che si leccava una zampa distrattamente [Baghero]
    Vicino a lui, una bizzarra, ed altrettanto gigantesca, tartaruga con una minacciosa cresta sul testone (sì, ora ci arriviamo) [Badassanu]
    Accucciata poco lontano, una gattina rossa, che si guardava intorno annoiata. [Akane]
    Poco più a sinistra da quello strano terzetto, si andò a sedere Daikenjin, circondato da altri quattro Fennec, tutti giganteschi proporzionalmente all'anziano, ed un quinto più piccolo, forse un cucciolo a confronto degli altri.
    Se vuoi, ragazzo, puoi sedere con le creature a cui sei legato., avrebbe aggiunto allontanandosi, l'eremita con il kimono viola, indicando, dirimpetto ai Fennec, la massiccia figura di Mushu, signora dei Suricati, a cui si era già avvicinato Tsuneyo. [Nota 2]

    Quando il giovane ninja di Suna si fosse seduto, sia che fosse vicino alla signora dei Suricati, o in un qualsiasi altro punto dell'ampia arena che si apriva attorno a lui, sarebbe stato l'anziano Fennec a prendere la parola.
    Amici, vorrei dire di essere lieto di vedervi qui, ma le circostanze non sono affatto piacevoli.
    Anzi, speravo che proprio per questo si presentassero più membri del consiglio dei Sette Saggi.
    Riconosco Baghero e Mushu, che da pochi anni ricopre con molto valore il ruolo che fu di Janki, entrambi Eremiti del Deserto, come me.
    , ci fu un silenzioso cenno di saluto da parte di entrambe le creature chiamate in causa, prima che il Fennec continuasse.
    La piccola Akane, invece, è stata mandata come emissaria della stirpe dei Felini, mentre Badassanu, la Testuggine del Deserto, si è unito a noi anche per fare le veci dell'Eremita di Saban'Na ancora in addestramento, il giovane Zou Terzo., continuò verso la gattina rossa, che sbadigliò appena, e poi verso la grossa tartaruga.
    Scettu, 'ca sugnu., biascicò sibillino il grosso rettile con la cresta.
    Ancora una volta, Goragiro purtroppo non si è potuto unire a noi.
    L'assenza di Arumajiro, infine, è il motivo per cui siamo qui.
    , avrebbe continuato, prima di guardare verso uno dei restanti ingressi laterali, Kigeki-chan, vai a chiamarli., avrebbe chiesto quindi al più giovane dei Fennec, che, prontamente, si sarebbe alzato ed avrebbe raggiunto il punto indicato, conducendo due persone al centro dell'arena.
    Uno era un ragazzetto vestito come i nomadi del deserto, l'altro (forse sorprendendo Masa-san) ero io, che arrivai con la tartarughina Myk sulla testa.

    [...]

    Voi direte: "Fudoh, che ci fai in una montagna dal nome improbabile in mezzo al deserto di Suna?", buona domanda.
    Facciamo un attimo un passo indietro, vi va?
    Ero a Kiri, diviso fra il lavoro in Ospedale ed i progetti che stavo pianificando con Mamma-Tsu, la tartarughina anziana bianca che avevo di recente conosciuto a Genosha, quando Ijapa-sama, il grande Saggio della Valle del Guscio, mi chiese di andare nel deserto di Suna, in aiuto di Badassanu.
    Ve lo ricordate? Immagino di sì, dato che si trovava già nell'arena, era il gigantesco tartarugone crestone che avevo conosciuto anni prima, proprio nell'Anarouch, ma con cui non ero riuscito a legarmi adeguatamente per poterlo richiamare.
    Ovviamente, da bravo Guardiano della Valle, accettai la richiesta e partii, portando con me Myk, che, come me, aveva già conosciuto il suddetto crestone e diceva di aver studiato il suo bizzarro dialetto assieme con Tong.
    Per questo mi trovavo ad Anarouch e nella tana dei Fennec, arrivandoci qualche ora prima del mio amico sunese e lì avrei atteso, assieme al tizio, che con me fu introdotto nell'arena.

    [...]

    Ciao Masa-san, piacere di vederti!, furono le mie prime parole, entrando nell'arena, Badassanu-san, piacere di rivedere anche lei!, avrei aggiunto poi verso il tartarugone.
    Ragazzo del Guscio, vai a sederti vicino alla Testuggine del Deserto., mi avrebbe invitato a quel punto il Fennec con il kimono, prima di rivolgersi all'altro presente, che subito si presentò.
    Il mio nome è Ryota e faccio parte della tribù dei Pakku, come Alladin, che ci guida da quasi cent'anni e che è legato fortemente ad Arumajiro., esordì il ragazzino, mentre mi andavo a sedere e mi guardavo intorno con un dubbio: ero forse l'unico a non sapere chi fossero i Pakku?
    Alcune settimane fa, ero uscito dal villaggio assieme ad Alladin ed altri amici quando fummo attaccati da strane scimmie, capaci di parlare ed usare il chakra.
    Io sono riuscito a fuggire e ritornare al villaggio, ma, solo dopo qualche ora, anche Alladin e gli altri sono ritornati e sembravano non ricordare né l'attacco, né le scimmie.
    , si fermò un attimo, guardandosi attorno, sembrava spaventato.
    Fu a quel punto che il piccolo Fennec si rifece avanti: Non esistono clan di Scimmie fra le creature del Deserto: temevamo che vi fosse Kan ed i suoi Kubomi dietro tutto questo, ma le uniche scimmie al suo servizio, da ciò che sappiamo, sono state sconfitte anni fa., discorso che mi riportò alla mente dei ricordi di quando incontrai Myk e Lio nel Paese del Thé, E poi c'è dell'altro.
    Fu Ryota a riprendere la parola: Esatto, a poco a poco molte più persone nella tribù iniziarono ad agire in modo confuso, sembrava quasi avessero dimenticato dettagli del passato.
    E poi sono arrivati degli strani tizi: pensavo fossero evocazioni del Deserto, o di altre parti, ma c'erano anche delle creature che non sapevo catalogare con nessun animale a me noto e, soprattutto, c'erano degli uomini-scimmia con loro.
    , iniziò a raccontare, per poi singhiozzare, fermandosi.
    Esatto: le scimmie non erano, a quanto sembra, evocazioni, ma qualcosa di diverso, non dell'Anarouch, forse una tribù che però lo conosce., continuò il Fennec.
    E qualche giorno fa, i pochi Pakku che sembravano più confusi e smemorati, hanno fatto allontanare il resto di noi, per dare asilo sia a questi uomini scimmia, sia ad altre strane creature e persino alcuni predoni che mi ricordavano quelli che ci avevano attaccati anni fa., concluse Ryota.
    E' stato così che, non appena ho scoperto ciò che era successo ai Pakku e della scomparsa di Arumajiro assieme a loro, ho organizzato una riunione dei Saggi e degli umani a noi legati.
    Purtroppo non sono riuscito a contattare né il Rosso, né il suo compare sotto steroidi.
    Quindi ci siamo rivolti agli altri nostri conoscenti: il giovane Shokuto e, su suggerimento di Badassanu, anche il Guardiano della Valle del Guscio.
    , s'intromise Daikenjin, prima che il grosso felino nero saltasse vicino al vecchio con il kimono.
    Basta con le ciance, vuoi? Il piano è semplice: io condurrò voi due, umani, assieme ai Suricati ed alle tartarughe fin da Arumajiro ed i Pakku, grazie al mio olfatto, poi starà a voi liberare il villaggio, chiaro? Ci sono domande?, chiese il grosso felino.

    Alzai la mano: Chi è questo Arumajiro? Chi sono i Pakku? E tutti questi tizi qui? Siete tutti Eremiti? E che cosa sarebbe questa tribù degli Uomini Scimmia?, domandai, ricevendo una ben nota reazione: un'alzata di occhi da parte del Fennec e del gattone nero... le stesse che di quando in quando mi dava anche Ijapa-sama, sapete?

    C'era la bambina che balbetta, sicuri che non vogliamo lei al suo posto?, avrebbe domandato Daikenjin verso Akane, ma fu Badassanu a parlare: 'mpari Ijapa sa senti cu chissu, maKari ju 'maafiru., esclamò con tono sicuro il crestone, peccato che di tutte quelle parole capii solo il nome di Ijapa-sama.
    I fennec, i suricati e gli altri si guardarono l'un l'altro, forse confusi? Forse anche Masa-san era confuso? Sicuramente io lo ero, tant'è che guardai verso Myk sulla mia testa.
    Credo abbia detto di avere fiducia in te, Fudoh-chan, mi spiegò la tartarughina.
    Oh, grazie Badassanu-san!, esclamai verso il crestone, sorridendogli cordiale.
    Ho parlato con la tribù dei felini: non hanno intenzione di suggerire il cucciolo dei Nekki, è ancora troppo acerba, ci dobbiamo far andare bene lo straniero delle tartarughe., spiegò Baghero, prima di voltarsi verso Masa-san, Ragazzo dei Suricati, tu hai domande?, a quel punto stava al mio parigrado parlare.
  3. .

    Nero Profondo

    L'ARRIVO DELLA TEMPESTA




    Per Febh Yakushi, uno tra i migliori ninja Accademici tra già i migliori Ninja Accademici che il mondo avesse mai conosciuto, le notti non sarebbero mai state più le stesse. E non perché le passasse insonni in attesa del nuovo numero di Occhi del deserto ma perché un qualcosa di oscuro... Di incomprensibile lo avrebbe presto colpito. Durante la notte avrebbe gridato, svegliandosi fradicio di sudore. E cosi sarebbe successo da li ad un tempo indefinito, finché non avrebbe cercato lui stesso una soluzione. Il suo corpo perfetto tuttavia non avrebbe registrato variazioni di sorta e se per le prime notti la vecchia Ogen avrebbe sorvolato sui rumori molesti che Febh urlava nel bel mezzo della notte i giorni successivi avrebbe iniziato a preoccuparsi... talmente tanto da cambiare camera e spostarsi dalla parte opposta solo per riposare tranquilla.

    Impossibile dire che cosa stesse succedendo finché dopo svariate notti una voce si sarebbe fatta più presente. Difficile dire se era tra la veglia, l'incubo o il sonno ma una cosa era certa: la voce proveniva dalla boccetta del veleno che aveva permesso l'uccisione di quel Kami.

    SALVAMI.



    Poteva ignorarla quella voce dalla boccetta. Poteva gettare fuori dalla finestra, bruciarla, cancellarla dalla terra con la sua ninjustu più potente... ma alla notte o appena avrebbe chiuso gli occhi quella boccetta sarebbe riapparsa vicino a lui e dal veleno una voce quasi femminile avrebbe petulato a gran voce aiuto.

    SALVAMI. SALVAMI. SALVAMI. SALVAMI.



    Ad un Ninja esperto come Febh Yakushi non sarebbe sfuggito un particolare molto singolare. Quella voce per quanto senza nome aveva una particolarità che ad un esperto ventriloquo e ad un orecchio fine, soprattutto se esaurito mentalmente dall'incessante richiesta, non sarebbe sfuggita. Aveva un accento particolare, un inflessione che proveniva solo da un posto conosciuto dal continente. Il Paese delle Valli.

    ______________



    Raizen in simbiosi con la Volpe a Nove Code rappresentava anche lui un elemento cardine dell'alleanza accademica. Si poteva dire che il suo lavoro principale in quel momento era quello di funambolo, più che rappresentare come Hokage un villaggio. Era un uomo di mezzo che cercava in tutti modi di mantenere un equilibrio in un'alleanza che vacillava praticamente ovunque, oppressa da lotte interne e da minacce esterne.

    Il suo lavoro dunque era molto pesante, stancante e di certo quel poco tempo che aveva a disposizione doveva sfruttarlo per riposare. Almeno in teoria... questo perché la Volpe avrebbe iniziato ad essere agitata. E muoversi internamente, come se un pensiero o meglio un tarlo mentale la coinvolgesse giorno e notte. Un messaggio assolutamente inequivocabile che Kurama avrebbe di sicuro riferito al portatore del nove code.

    UCCIDIMI. UCCIDIMI. UCCIDIMI. UCCIDIMI.



    Sarebbero state le parole che avrebbero tartassato nel riposo Kurama e che di conseguenza si sarebbero ripercosse su Raizen. Ma da dove proveniva quella voce? E come fermarla? La Volpe avrebbe riferito all'Hokage un solo indizio o meglio una serie di immagini la cui descrizione avrebbe inevitabilmente condotto ad un luogo solo e conosciuto. Il Paese delle Valli.

    ______________



    Ru Wai invece era un vero maestro, un redivivo dal passato torbido e sconosciuto, che agiva al crepuscolo. Là dove la luce cedeva al passo all'ombra. Ad Ame era una figura di spicco, un perno di quel sistema tutto unico e ammalato fino al midollo. Alla Zanna era l'enigmatico salvatore e per l'Accademia una risorsa utile da spolverare quando le situazioni si facevano troppo scottanti.

    Pure per lui le notte non gli avrebbero dato pace. Questo perché poco a poco qualcosa sarebbe cambiato dentro di lui. Prima come qualcosa di leggero poi via via sempre più pressante su un aspetto della sua vita quasi centrale, più della sua vita stessa. Le sue voci sarebbero state poco a poco soppresse da altre due voci, più imperianti. Le voci avrebbero provato a combattere, a sforzarsi ma nel mezzo del pensiero la mente di Ru wai sarebbe stata sconquassata da due richieste, ben distinte.

    UCCIDIMI. SALVAMI. UCCIDIMI. SALVAMI.



    La situazione doveva essere presa in mano in qualche modo e probabilmente Ru Wai si sarebbe accorto che muovendo qualunque delle sue falci, magari in un addestramento o usandola contro qualche ubriaco alla Locanda dei Veri Batuman la falcia in questione avrebbe vibrato in una direzione specifica. E in quel punto le sue sinapsi, le sue voci interiori avrebbero in qualche modo indotto a Ru Wai la sensazione che la pace l'avrebbe trovata molto lontano. Lì le sue voci sarebbero venute in aiuto gridando al Ru Wai fisico che stavano combattendo contro una presenza non gradita, una presenza che in qualche modo a loro non comprensibile portava ad un luogo, l'unico indizio. Il Paese delle Valli.

    ______________



    Quindi sia a Febh Yakushi che all'Hokage e al Mercenario non sarebbe rimasto altro che partire, quantomeno per cercare una soluzione al loro riposo. Dove? Verso il paese delle valli. Non avrebbero avuto molte altri informazioni. Luoghi o persone. Probabilmente arrivando lì qualche risposta l'avrebbero trovata. Forse nel riposo, o parlando con le persone. O semplicemente mettendo piede in quel Paese.

    In ogni caso per i tre Ninja solo e se avessero avuto l'intuizione di indagare a fondo su quel Paese avrebbero scoperto che avvenne una missione di un certo livello e seppur secondariamente fu collegata agli eventi che sconvolsero il mondo con l'apparizione del veterano. Ma quella era tutt'altra storia.

    Questa invece riguarda il destino del Chakra e di quanto la vita di ogni Ninja, buono o cattivo, mortale o immortale, potesse essere in pericolo.


    CITAZIONE
    Avete una vostra giocata, vi avevo avvertiti che prima o dopo gli eventi di GOD sarebbe successo qualcosa e vi aspetta un'avventura direi importante. Se volete ovviamente partecipare e fidarvi di me come QM.

    Siete giocatori i più esperti del GdR e non mi metterò troppi dettagli su cosa fare, avete degli indizi, o molte opportunità. Mi adeguerò alla vostra creatività e fantasia.

  4. .

    Ogni promessa è un debito


    da "La saga dei Codati" di Loxion Mikawa, capitolo XXIV

    Ci mancò poco, davvero poco, per far perdere la calma al giovane Kage ed indurlo a compiere il passo che avrebbe rovinato tutto, inficiando la sua missione diplomatica di recupero del codato. Aloysius doveva ammetterlo, lo aveva già constatato a Suna, nella casa dei suoi genitori nel cuore del quartiere povero del villaggio, quel moccioso aveva una forza interiore superiore alla maggior parte degli uomini di potere che tendevano i fili del Kabuki del mondo. Forse era stata la presenza e l'intervento della kunoichi della Sabbia o forse l'ardente desiderio di ritrovare quel tesoro perduto ma, se nemmeno vedere quel compagno da lui ritenuto morto per mano di Diogene stesso e il suo ricordo infangato dall'apposita farsa del Mikawa, beh allora non era sul piano psicologico che il Colosso avrebbe vinto quella battaglia, non quel giorno.

    Chiaramente Raizen non perse occasione per abboccare all'amo, da buon pesce di lago, e vomitare nei confronti del suo vecchio maestro una vita di tradimenti, misfatti e sotterfugi...parole che sapevano di stantio e che non intaccavano la posizione dell'otese più di quanto non fosse già accaduto in occasioni passate.

    " Voi non conoscete nulla, NULLA. Siete bambini pronti a puntare il dito forti di una conoscenza, un frammento di informazione al quale vi aggrappate fortemente poiché unica scoperta del mondo complesso che, per nostra sfortuna, siete tenuti a governare. Ma questo non cambia i fatti...se quanto emerso basta a superare il vaglio di Febh, sappiate che Eiatsu ci sta già aspettando nel luogo designato ed è pronto per l'estrazione. "

    Percepiva il Flagello fisso alle soglie di Villa Yakushi, chiaramente in attesa del segnale del Colosso; non serviva più prendere tempo, la missione poteva cominciare. Fece per muovere il suo primo passo verso il ciglio della porta quando l'allarme di Oto risuonò nell'aria, rimbombando della torre dove si trovavano.

    Senza esitare, Aloysius scattò fuori dove le vedette stavano indicando puntino in rapidissimo avvicinamento mentre la contraerea aveva già teso archi e balestre per l'attacco. In genere sarebbe stato il guardiano di turno a dover dare l'ordine ma quella era una situazione speciale poiché sia l'Amministratore che il Kage erano lì alle mura con loro! Tutti pendevano dalle labbra del comandante, il quale fu tentato di togliersi la benda per meglio identificare e triangolare al meglio la posizione dell'attaccante. Concentrò il chakra nel suo tentien, pronto per un jutsu a larga scala, mentre gonfiando la cassa toracica scandì con voce potente ma calma:

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    " Tirare al 3...2...1 "

    Titubò perché, per un frame utile alla sua videoanalisi oculare, vide la coda derivante dalla scia di una nuvola anomala, una tecnica più unica che rara e che solo un ninja era in grado di usare con così tanta maestria.

    " FERMI! "

    Come se le punte di ferro gli avrebbero potuto far qualcosa...ma almeno avrebbe risparmiamo soldi per l'equipaggiamento delle difese del villaggio. I cinquanta arcieri accorsi rilassarono il braccio e tornarono nella loro posizione di riposo, sebbene ancora non avessero capito cosa stesse succedendo. Fu questione di secondi perché poco dopo, il Rosso piombò sulla passerella del South facendo saltare per l'urto un paio dei merli della cinta muraria e alzando un gran polverone.

    Così, rapido tanto quanto era scomparso, Hoshikuzu Chikuma era tornato nel mondo dei vivi.

    " Sei in ritardo...di circa 4 anni. - disse serio - " ...ma che bello rivederti! "

    Lo alzò da terra stringendolo tra le sue lunghe braccia, un gesto insolito che il Mikawa non concedeva nemmeno alla foglia o alle saltuarie compagne che frequentava. Aveva spedito quella lettera senza grandi speranze, la sua mente gli diceva che il suo compagno era morto nella missione impossibile che aveva accettato di compiere ma dentro di lui sentiva che il legame di sangue che li univa era ancora attivo, in qualche modo perdurato per tutto quel tempo ben oltre il limite concesso dall'accordo che avevano sigillato.
    Di certo anche gli altri erano usciti fuori dalla struttura ma Aloysius sperò che non avessero visto quel suo gesto liberatorio che, a dirla tutta, lo alleggeriva di quello che reputava essere uno dei più grandi sbagli della sua vita.

    " La festa dici? Qui è già tanto se non ci uccidiamo a vicenda! ahahaha Ma a dirla tutta, Eiatsu ci sta aspettando da un pezzo al banchetto! Convincili tu i tuoi scorbutici amici ad abbassare la guardia e godersi la giornata! "

    Scostandosi fece dunque spazio gli altri, i quali probabilmente avrebbero avuto reazioni differenti nel constatare quello che sembrava un miracolo a tutti gli affetti. Cosa diavolo significava tutto questo? Che fosse un altro trucco del Colosso? E perché Hoshi non si era fatto sentire per tutto questo tempo se era ancora vivo? Cosa diavolo gli era successo?
    Tutte domande a cui spettava il Chikuma rispondere, qualora ne avesse avuto voglia e modo (non sapendo se il Patto fosse effettivamente ancora attivo o meno). Attese dunque l'esternazione di quelle prime reazioni per poi riportare tutti sul punto della faccenda:

    " Bene, ora che abbiamo anche il nuovo contenitore. Direi che possiamo discutere dei dettagli dell'operazione davanti ad una ciotola di ramen fumante al brodo di Kappa! O almeno chi lo vuole e non pensi sia avvelenato ehehe "


    Di fatto senza la tecnica che Omoi gli aveva insegnato per sigillare i Demoni, non vi era altro modo che assecondare il Colosso per portare a termine la missione senza dover aspettare l'intervento di altri ninja profumatamente pagati per i loro servigi; operazione che, comunque, avrebbe richiesto tempo oltre che aumentare il rischio stesso della già complicata missione. Il Colosso guidò il gruppo fino al piano interrato nel basamento della torre dove una leva nascosta apriva uno dei tanti cunicoli di accesso alla rete di sotterranea di Oto. Non dovettero camminare molto ma, lungo il tragitto, il Kage si avvicinò allo shinobi della Foglia selezionato da Raizen, prendendolo in disparte per dirgli col sorriso:

    " Non mi sono dimenticato di te, piccoletto. Pare tu abbia già compiuto imprese che Jonin esperti non immaginerebbero nemmeno di fare...non ricordavo che Konoha fosse un villaggio tanto avvezzo al pericolo e all'incolumità del suoi ninja. Sappi però che il mio uomo vale per me molto più del Cercotero con cui condivide l'otre...se lui morirà, allora morirai anche tu. "

    Finì di parlargli dandogli due colpetti sulla spalla, proprio mentre la strada si fece in salita, emergendo in quella sembrava una sala di attesa di una vecchia struttura ospedaliera abbandonata. Lo spazio era stato allestito con discreta cura: due tavoli in legno massiccio affilati con due lunghe panche ai lati, di lato il chioschetto del Ramen Sounds Good era stato trasferito insieme al suo cuoco Tatsuro, una vera celebrità ad Oto. Yuki, la cameriera, stava dando gli ultimi ritocchi alle ciotoline di edamame e wakame mentre Makoto stava portando al centro della tavolata una teglia piena di gamberi e verdure in tempura, appena fritti. Eiatsu era lì, già seduto al tavolo che aspettava con aria interdetta tutti gli altri.

    " Si, lo so, siamo in ritardo...ma siamo al completo! "

    Disse Aloysius indicando con lo sguardo la presenza del Rosso. Eiatsu non diede a vedere lo stupore della cosa e, poggiandosi il tovagliolo sulle gambe, urlò:

    " Tutti a tavola. "

    Dcc-S-T3-Ws-AAIi-Aj

    La leccornia preparata dalle sapienti mani dello chef non si fece attendere e il pranzo per cui tutti i presenti erano stati invitati iniziò tra mille colpi di scena e domande, alla soglia di due missioni parallele che avrebbero potuto cambiare per sempre le sorti di Oto. Erano tutti lì, in quel posto che solo Febh aveva già visitato anni più di 10 anni prima [Verità Sepolte] e che, anche se ne avesse avuto memoria, difficilmente avrebbe potuto associare al reale intento del Mikawa: lì le tecniche di evocazione erano inibite.

    " Un brindisi al ritorno di Hoshi e alla missione che ci attende!

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    Senza dare nell'occhio attivò il sigillo di sangue, sguanzagliando il Diavolo [l'attacco di Jeral a Villa Yakushi inizia da qui].



  5. .

    The monkey chronicles

    II - La scimmia volante

    Thud. Thud.
    Un rumore sordo risuonava nella piccola stanza del piccolo albergo di Konoha. Ogni volta che la sfera compiva il suo tragitto discendente, una mano bianco latte l'afferrava, spedendola di nuovo in aria. Così il rumore si ripeteva, vuoto e monotono, ogni qualvolta l'oggetto incontrava il palmo della ragazza.

    Signorina. Signorina? Signorina Mononobe, è ancora in stanza?

    Thud.
    La palla di gomma stavolta si fermò, rimanendo in mano alla rossa di Suna, che l'aveva eletta a proprio antistress personale. La ragazza girò la testa verso la porta, da cui proveniva un bussare farneticante. A quanto pareva, la sua presenza in quella stanza stava per giungere al termine. Aggrottò la fronte, mentre dall'altra parte il bussare si faceva più insistente.

    Signorina, se vuole rimanere un'altra notte basterà parlare con la reception. Abbiamo bisogno però...
    Come ho già detto al suo collega, non ho intenzione di trattenermi. Non appena avrò finito di sistemare le mie cose, me ne andrò con molto piacere da questa bettola.

    Rapida come aveva spalancato la porta la richiuse, mentre il funzionario dell'albergo, ancora interdetto per la velocità dello scambio, lanciava uno sguardo perplesso al marasma che ancora regnava nella stanza. Non pareva proprio che la ragazza fosse sul punto di andarsene.
    Saru Mononobe guardò fuori dalla finestra. Il sole era alto in cielo, doveva essere passato da poco il mezzogiorno. Le fronde degli alberi che circondavano la struttura ondeggiavano pigramente al vento, mentre qualche timida cicala cominciava a far sentire il proprio canto. Il Villaggio della Foglia era estremamente... Verde, pensò Saru. Non che la pausa temporanea dall'arsura Sunese le dispiacesse, tuttavia vi era un'atmosfera nell'aria, un certo sentire, un je ne sais quoi che non riusciva ad individuare chiaramente, ma che la spingeva a voler raccogliere armi e bagagli e mettere tra lei e il Villaggio quanti più passi possibile. Eppure, non aveva ancora nemmeno cominciato a raccattare le sue cose. Si era portata via un po' di tutto da Suna; viste le premesse della missione, le era parso da una parte indispensabile avere tutte quelle cose, e dall'altra una cosa davvero futile.

    Alla fine, è stato tutto inutile.

    Sospirò, cominciando a radunare i vestiti sparsi e qualche kunai abbandonato sull'angusta scrivania. Come erano arrivati a quel punto?

    [...]

    La strada sterrata che precedeva i cancelli del Villaggio della Foglia scricchiolava sotto i suoi piedi. Eppure la rossa quasi non lo sentiva, così come non pareva avvertire il sole che le scaldava la pelle, o il vento che le scompigliava la chioma vermiglia. L'unica cosa che riusciva a vedere, erano due uomini di fronte a lei, un ricordo vicino eppure confuso. Le parole dei due, però, le ricordava bene.

    Non sei pronta.

    Calciò la pietruzza che si trovava sulla sua strada, mentre attorno a lei mercanti, famiglie e brutti ceffi attraversavano in entrata e in uscita il limitare di Konoha. Da Raizen Ikigami, dal Kage di un altro Villaggio, non si era aspettata di ricevere chissà quale iniezione di fiducia. Era pronta a controbattere, come d'altronde era nella sua natura, quando quello l'aveva tacciata di essere ancora troppo acerba per sobbarcarsi un tale problema.
    Era stato lo sguardo del Kazekage, il capo della Sabbia, a farla desistere quasi istantaneamente. Raizen non la conosceva, non aveva idea di chi Saru Mononobe fosse o di quali fossero i suoi trascorsi. Il suo giudizio era stato rapido, ma che valore poteva avere ai suoi occhi? Hohenheim, d'altro canto, era il suo comandante, colui che conosceva capacità e possibilità di ogni ninja e kunoichi di Suna. La rapidità con cui il Kazekage aveva concordato con il suo pari rango della Foglia l'aveva destabilizzata, impedendole di perorare la sua causa.
    La giornata le era poi scivolata via dalle mani, e mentre la missione congiunta della Foglia e della Sabbia si era preparata a partire alla volta di Oto, la rossa si era confinata nella sua stanza d'albergo, rimuginando sui fatti che l'avevano condotta in quel luogo. Era vero, Hohenheim aveva concordato nel non ritenerla ancora pronta a diventare jinchuuriki. Avrebbe potuto imporsi, tuttavia, cercando di convincere i Kage e lo strambo ragazzino dai capelli rossi. Il punto - constatò, mentre varcava la soglia di Konoha e compiva i primi passi del tragitto che l'avrebbe riportata a Suna - era che prima di convincere loro, Saru Mononobe avrebbe dovuto convincere se stessa. Era pronta? A questa domanda, si disse, non aveva ancora risposta.

    [...]


    La strada alberata che conduceva lontano dal Villaggio della Foglia era dritta e ben curata. Qualche cespuglio sforava timidamente il limitare della boscaglia, ma lo sterrato procedeva ben marcato per tutto il percorso. No, si disse, non avrebbe mai potuto abituarsi a tanta precisione. L'azzurro del cielo, il verde degli alberi, tutto era troppo intenso. In quel momento seppe che il caldo soffocante e il caotico movimentarsi della sabbia era ciò che le mancava di Suna, di casa. Sorrise appena fra sé e sé, mentre la strada scorreva rapida sotto di lei. In tutti questi anni, da quando la vecchia Mononobe l'aveva accolta come una figlia in casa propria, Saru non si era mai concessa di pensare troppo a Suna come casa propria. Lì aveva vissuto, giocato, imparato, pianto, e anche amato - a modo suo. Ma c'era sempre stata una certa urgenza, un pensiero intrusivo che le continuava a suggerire che, forse, quello non sarebbe stato per sempre il suo posto nel mondo. Dopotutto, da qualche parte vi poteva essere qualcuno ad attenderla. Una madre, un padre, fratelli e sorelle. Famiglia? Scosse la testa, mentre quei pensieri si abbatevano su di lei, per poi ritirarsi e cominciare di nuovo. Si sentiva come in riva ad un oceano in burrasca. Bramava la salvezza, il caldo, la sicurezza della sabbia della riva. Invece le acque delle sue più recondite preoccupazioni la ammantavano, trascinandola al largo, dove nessuno l'avrebbe sentita gridare.

    Voglio solo andare a casa.

    Una casa, finalmente. Suna. I volti di chi aveva amato e già perso, tutti quelli che ancora doveva incontrare. Il caldo del mezzogiorno e le ombre lunghe della sera. Le case rotonde e i mattoni color sabbia. Gli sguardi in apparenza sfuggenti ma spesso benevoli degli abitanti. Tutto questo finalmente sapeva di casa. Era il suo posto, lo sapeva.

    Eppure non sono riuscita a fare l'unica cosa che mi è stata richiesta.

    Una casa, finalmente. Da proteggere. Un demone da addomesticare e riportare a Suna in sicurezza. Un sacrificio estremo. Per le persone che aveva amato e per quelle che ancora doveva incontrare. Forse non era pronta. Ma lo sarebbe stata, presto. O forse già lo era. Guardò di fronte a sé, ma il suo corpo aveva già deciso ciò che la mente aveva appena ponderato. La strada che aveva intrapreso l'avrebbe portata a Suna, ma non subito. Inspirò profondamente, e proseguì per Oto.

    [...]

    L'aria le sferzava la pelle e le bruciava nei polmoni. Correva veloce, forse troppo, ma non le importava. Gli altri viaggiatori sarebbero rimasti interdetti, non aveva dubbi, ma nessuno di loro stava per affrontare ciò che attendeva Saru Mononobe una volta arrivata a destinazione. O almeno, lo sperava per loro. Fu proprio in quel momento, mentre la ragazza si muoveva rapida tra gli alberi, che qualcosa entrò nel suo campo visivo, palesandosi qualche secondo dopo in una macchia rosso acceso che le si affiancò. Saru andava veloce, ma chi le si era avvicinato sembrava stare al suo passo senza sforzi, dovendo anzi adattare la sua andatura a quella della ragazza. Non ebbe nemmeno il tempo di proferire parola per la sorpresa, che il suo inatteso interlocutore cominciò a... Gridarle addosso?

    Ti sembra questo il modo di approcciarsi a una signora?!

    Strepitò, mentre quello ancora blaterava. Nel frattempo continuavano a muoversi - non che Saru avesse tempo da perdere - e la Rossa notò solo in un secondo momento che il nuovo arrivato pareva muoversi su un qualche artefatto ninja. Veloce, decisamente più veloce delle sue gambe.

    Senti, ehm... Hoshi? Sì esatto. Sono un po' di fretta, mi dispiace saltare i convenevoli del caso. Tu vai a Oto, io vado a Oto. Io guadagno velocità, e tu un'ottima compagnia fino alla meta. Non temere, una volta tornati al Villaggio saprò ricompensarti. 

    Non vi è dubbio che Saru intendesse un risarcimento di natura prettamente economica e/o materiale, ma d'altronde non aveva specificato nulla, e se anche il suo nuovo compagno di viaggio avesse inteso altro, quello sarebbe stato un problema per un altro momento.

    Sempre se tornerò viva.

    Scosse la testa e saltò sulla nuvoletta, afferrando la mano che lo strano ragazzo di fronte a lei le tendeva. Solo in quel momento si accorse che il colore dei capelli di lui era stranamente simile al proprio, così come lo erano quelli del ragazzino di Konoha. Le parve strano, ma in quel momento ci fece poco caso. In futuro, avrebbe ripensato spesso a questo momento, ma è un racconto per un altro momento.

    [...]

    A posteriori forse avrebbe dovuto dare retta alla vecchia Mononobe, quando da bambina le aveva intimato di non accettare niente dagli sconosciuti. Di sicuro questo avvertimento includeva i passaggi su nuvole volanti. Se appunto le avesse dato retta, Saru si sarebbe risparmiata un viaggio francamente nauseante in cui aveva passato metà del tempo con le unghie conficcate nella pelle di Hoshi, e il resto del tempo a nascondere il viso - e le urla - nella sciarpa di lui. Certamente, soffrire di vertigini non aiutava la sua causa. Sentì poi che si erano fermati, la voce del Rosso che allegra si rivolgeva a qualcuno, e le sue braccia che la sollevavano di peso per poi lasciarla delicatamente a terra. Oh, la terra. Come le era mancata.

    Mai più, rosso. MAI. PIU'.

    Sibillò vicino a quello, mentre la scena che le si parava di fronte finalmente assumeva contorni più precisi. La sorpresa sul volto dei convenuti le provocò un brivido di attesa e contentezza. Erano disorientati, non si aspettavano che lei si palesasse così di fronte a loro. Erano... Sconvolti? E guardavano... Hoshi? A posteriori l'avrebbe capito. Una volta che tutta la storia le fosse stata chiara, avrebbe potuto ripercorrere quel momento e capire che l'apparizione di Hoshi Chikuma, morto, resuscitato, poi morto e resuscitato ancora, rappresentava la fonte di circa il 99.9% della sorpresa dipinta sul volto degli astanti. Ma la Saru di allora, lì in piedi vicino al Chikuma, non sapeva nulla di tutto questo. Guardò Hohenheim, pur non comprendendo la sua espressione. Stavolta l'avrebbe convinto, o sarebbe morta nel tentativo.

    Sono qui per portare a termine la missione, Kazekage. 


    Edited by Filira - 28/4/2022, 16:41
  6. .

    Le Zanne e il Destino


    Il Ritorno dello Shoga

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    Cinque sedie davanti a lui, ognuna decorata semplicemente, senza fronzoli, come a sottolineare che si trattava di qualcosa di meramente funzionale e non certo un onore da rincorrere o una carica a cui aggrapparsi. Cinque sedie senza un nome o un simbolo, a sottolineare che chiunque si sedesse fosse al pari degli altri. Cinque sedie senza altri posti per sedere nella stanza, come a dire che nessuno aveva autorità in quel posto, fosse anche un re o un imperatore, a meno di essere una delle cinque persone là sedute. Un cielo di stelle fittizie fuori dalle finestre tradiva la sofferenza di dover vivere gran parte della vita sottoterra, al punto che in quella sala del consiglio si erano ricamati una parvenza di esterno per placare l'animo e pensare a mente serena, mentre l'architettura curata, a differenza delle altre stanze di quel dedalo sotterraneo, indicava che davano grande importanza a ciò che accadeva in quel luogo.

    Feng Gu era stato convocato, alcuni giorni dopo gli eventi della Cattedrale di Carne, ed era stato decisamente complesso separarlo da Michi che ancora lottava tra la vita e la morte, stabile nella sua gravità ora che il clan Chiba era riuscito a recuperare alcune apparecchiature medicali più avanzate anche se ancora non sufficienti. Nonostante gli sguardi del fratello di lei, il Mercenario era rimasto vicino alla fanciulla le cui ferite erano, in ultima analisi, una sua colpo, anche se saggiamente dirottata verso i nemici contro cui si era già in parte vendicato. La devozione era stata tale che probabilmente nemmeno si era accorto della ricostruzione da parte dei ninja della Zanna e del lento ritorno alla normalità, anche se con ferite profonde nell'animo e nel corpo. Molti erano caduti e molti erano ancora feriti o traumatizzati, ma la vita aveva cominciato a scorrere nuovamente in avanti. Sarebbe stata Kasumi Bara in persona a convocarlo. Le Zanne volevano parlargli.

    [...]

    Yohei. Finalmente siamo riusciti ad allontanarti dal capezzale della giovane Michi. Il primo a parlare era probabilmente l'uomo per lui più importante, colui la cui vita era l'unica ragione di esistenza per il Risorto. Il suo Bersaglio, per usare i termini di un suo allievo. Kazuhiro Kuei, capoclan dell'omonima famiglia e Sanga della Zanna, maestro nell'arte di scomporsi in innumerevoli pipistrelli e combattere con perizia e cruda efficienza. Era considerato immortale, ma solo per la sua immensa abilità e per il potere che la Stella Rossa della Rovina, una delle Stelle di Iwa, gli conferivano. Hai salvato il mio villaggio e la vita dei miei compaesani, Yohei. Io non dimentico. Avrebbe detto, sollevando una mano. i suoi toni erano bruschi e decisamente poco accattivanti, ma c'era della sincerità nel suo sguardo, che invece mancava al loro precedente incontro nelle Grotte del Silenzio e decisamente non era presente nello scontro di una vita precedente. Sono pronto a considerarti un mio fratello giurato. Un'apertura che poteva significare molte cose per chi, come Feng Gu, percorreva la strada della Vendetta.


    Quindi lo chiami Yohei? Buffo che questa persona abbia un nome diverso a seconda dell'interlocutore. Ma non mi dispiace comunque, Kazuhiro-kun. Sul secondo scranno era seduto un uomo mastodontico, pari almeno al Risorto o ai due Kage del Suono e della Nebbia, con una pelle oltremodo scura che forse tradiva origini vicine a Kumo, e capelli di un rosso acceso che decisamente sembravano fuori posto e pronti ad accendersi in fiamme alla prima occasione. Yamato Ho, Yonga della Zanna, conosciuto da alcuni anche come Figlio della Fenice e capace di bagnarsi nella lava fusa senza il minimo impaccio. Per fortuna le mie arti sono abbastanza democratiche...quel bastardo di un Hayate non mi ha portato con sé nella cattedrale o avrei incendiato tutto quello schifo oltre ai suoi fiori...difficilmente sareste riusciti a vincere contro me, Kasumi e Kazuhiro assieme. Non si stava vantando, la sua sembrava più un'analisi tattica a posteriori, volta a comprendere ed apprendere. Secondo le dicerie Yamato Ho non aveva preso il posto di leader con la lotta, nonostante le sue impareggiabili capacità, ma piuttosto vincendo una partita a shogi in maniera talmente clamorosa da essere definito un genio strategico. In ogni caso hai salvato Juana, ci hai aiutato in più occasioni, e ora anche questo. Aggiunse, con quel brutto grugno che sembrava pensieroso. Ma in qualche modo penso di non poterti dichiarare un mio fratello di fiamma...credo tu possa immaginare il motivo. C'è una faccenda tra noi che dobbiamo chiarire, prima di poterlo fare. Certamente il Risorto sapeva a cosa si stesse riferendo.


    La fanciulla poco distante, dal viso sereno anche se con occhi che tradivano una profonda stanchezza, era la Muuga, la Senza Zanne, titolo che in genere veniva trasmesso a chi, abile al pari degli altri quattro, era in genere su posizioni più moderate, in modo da aiutare il villaggio a non autodistruggersi completamente nella ricerca della Vendetta. Kasumi Bara, capoclan altamente esperta nel taijutsu con lo stile della Lancia della Bestia di ispirazione Tsumuji, aveva in odio l'accademia quanto ogni altro ninja della Zanna, ma la sua opera voleva essere quanto più possibile incruenta, devastando economicamente e nella reputazione l'alleanza degli shinobi. Credo che siamo tutti tra amici, Yamato. Credo tu possa parlare. E anche tu Kazuhiro, non mi avevi detto di conoscere già il Mercenario...sono stanca dei segreti e delle incertezze. Disse con un profondo sospiro, specie dopo che l'intero sistema di difesa della Zanna basato sui cloni e sulla segretezza era stato rivoltato contro di loro ad opera di Hayate. Avrebbe poi guardato il Risorto con accesa riconoscenza. Hai salvato tutti noi, tu assieme a Namae. Hai la mia amicizia, e avrai sempre il mio supporto. Tre Zanne ti riconoscono i tuoi meriti, e al momento il seggio della Seconda Zanna è vuoto, ma non credo avrebbe nulla da obiettare se esistesse. Ti siamo riconoscenti, e come sai faremo tutto ciò che è in nostro potere per Michi...ma c'è qualche altra cosa che possiamo fare per te? Finalmente molti nodi iniziavano a venire al pettine.


    Al tempo. Ammonì la quarta figura nella stanza, unica non seduta esattamente come il Mercenario, ma in piedi accanto a uno dei seggi, con la mano posata su di esso. Maschera Tre del Clan Kamen, un individuo oltremodo misterioso, così come il suo intero clan, che si fregiava del titolo di Shoga della Zanna rifiutandolo al contempo. La carica era infatti divisa tra il ninja mascherato e un'altra persona, che viveva invece alla luce del sole e che durante i disordini dei Cloni Ribelli era lontana in missione. Ovviamente con la sua affermazione si era attirato uno sguardo ostile da parte della Muuga, mentre il Sanga sorrideva appena, beffardo, come a chiedersi quale sarebbe stato il problema...era un uomo alla costante ricerca di stimoli. Lo Yonga invece annuì, come se avesse già capito dove voleva andare a parare il Mezzo Shoga. I suoi meriti sono innegabili e sono onorato di aver combattuto al suo fianco. Ma sono una persona che per natura esisten nell'anonimato e nell'incertezza. Come sapete il clan Kamen si basa sull'annullare sè stessi e vivere solo come una maschera. L'unica via d'uscita dalla setta è trovare qualcuno che si faccia carico della nostra esistenza e la sostenga, come è successo con la mia sposa. Sollevò una mano indicando il Risorto. E proprio perchè questo è il mio campo, so capire quando una persona indossa una maschera. E il Kaguya qui ne indossa innumerevoli. Nessuna informazione sul suo passato è verificabile. Ci ha sempre aiutato senza mai chiedere realmente nulla in cambio se non parole o vicinanza. E per quanto io sia colpito e commosso dal suo altruismo e dall'aiuto che ci ha dato...non posso fare a meno di chiedermene il motivo. Le sue risposte, anche quando chiare...si rifanno sempre a eventi che non si sposano completamente con ciò che è accaduto. Si sporse appena in avanti. Anche a costo di portare il peso dell'irriconoscenza, non mi sento di dire che sono pronto ad accoglierti qui senza remore. Non so nulla di te. E sembra quasi che tu non sia mai esistito prima di aver cominciato ad avere a che fare con la Zanna a Iwa, anni addietro. Anche la mia metà, la cui sicurezza è la mia priorità assoluta, ha una strana attrazione verso di te, e questo mi rende ancora più circospetto. I Kaguya sono il suo punto debole, come tutti sapete. Quindi verso le altre Zanne riunite. Chiedo dunque che Feng Gu parli e risponda, ma che sia anche sincero sulla sua identità, se vuole sincerità in cambio. In ogni caso, lo Shoga sarà presto qui, e si potrà prendere una decisione più ragionata.




    Dunque lo Shoga era di ritorno, finalmente, e così l'intero consiglio sarebbe stato pronto. Feng Gu aveva qualche minuto per parlare ai presenti, e anche all'ingrato Maschera Tre, che pure parlava guidato dalla pura ragione, consapevole di non essere emotivamente corretto (anche se non chiese scusa al riguardo). Lo Yonga immaginava una cosa del genere, anche se evidentemente lo irritava un atteggiamento del genere, mentre la Muuga era chiaramente oppositiva. Solo il Sanga pareva intrigato dal sapere qualcosa di più sul suo "fratello giurato", qualunque cosa intendesse.

    In ogni caso dopo diversi minuti avrebbero chiaramente udito il suono di tacchi sul pavimenti, in avvicinamento, con l'aggiunta di qualcosa che in qualche modo strisciava. La porta venne aperta di scatto mentre una figura con un ampio mantello bianco orlato di pelliccia entrava, le sue fattezze ancora non chiare ma certo era una donna a giudicare dalle calzature. I presenti ovviamente la riconobbero: era la Shoga. E aveva un prigioniero dall'aria decisamente ammaccata che gettò di malagrazia ai piedi di Feng Gu. Una voce molto familiare arrivò da sotto il cappuccio, una voce che conosceva da molti anni, quando ancora era Shiltar Kaguya, e che aveva risentito quando era alla Colonna Evanescente. Mi pare che questo sia tuo. Ha un'informazione che ci serve e con questo disastro dei cloni non ho avuto tempo di interrogarlo prima di tornare qui. Ma forse puoi sciogliergli la lingua. Dove si trova la Pergamena di Indra della Porta dei Sogni? Lui lo sa. Ai piedi di Feng Gu, in condizioni disastrose, mi trovavo a malapena cosciente...eppure lo vidi, senza capire. Era stata una lunga e complessa avventura e forse la Missione stava per essere persa definitivamente. Troppo debole per parlare o spiegare, non facevo che pensare al Bersaglio lontano...ma alla vista del Risorto non potei che pronunciare una singola, debole parola.

    tenor

    Sen...sei...




    Edited by Febh - 22/3/2022, 20:30
  7. .

    Notte di mezza estate


    Post terzo




    Su questo non ti devi preoccupare, comportarmi con rispetto è qualcosa che faccio sempre. Risposi a Baghero mentre lo seguivo attraverso la fitta giungla. Sembrava che l'evento che coinvolgeva il rosso avesse una grande importanza, avevo sentito delle tribù del deserto dai racconti di Janki, durante l'avventura che mi aveva permesso di incontrare Kotei, ed avevo capito che si trattava di esseri mistici, una loro riunione non era certo cosa da poco.
    Spostando una grossa foglia fui abbagliato dalla luce, per ritrovarmi nel bel mezzo di una gigantesca festa piena di ospiti alquanto particolari, di certo non l'austera riunione che mi aspettavo.
    Fummo avvicinati da un canguro che si sincerò con Baghero della sicurezza della nostra presenza e ci porse due bicchieri, li presi entrambi visto che Kotei, beh, non aveva le mani, ma per il momento evitammo di bere, osservandomi attorno qualcosa mi diceva che il liquido al loro interno poteva, nella migliore delle ipotesi, essere un superalcolico o , nella peggiore, una sostanza allucinogena. Eh sì, perché quello sembrava proprio una festa in piena regola e nemmeno una tranquilla.
    Seguii il rumore ed osservai il ninja che cercavo fronteggiare nientemeno che un elefante in una sfida di braccio di ferro: se da un lato la stupefacente prova di forza mi lasciò decisamente sorpreso, dall'altra l'atteggiamento frugale e l'aspetto trasandato e quasi da pervertito dell'uomo mi pietrificarono. Come poteva mio padre, probabilmente uno degli uomini più austeri del pianeta, avermi consigliato un individuo del genere? Osservai il rosso volarmi ai piedi e sbraitare contro l'ex avversario prima di presentarsi a me, non riuscii a rispondere per una manciata di secondi; il mio cervello era completamente in tilt per cercare di capire come Kensei potesse avermi indicato quell'uomo, davvero non riuscivo a farmene una ragione. .Mh?... Sì. Risposi, finalmente, dopo aver scosso la testa come per togliermi di dosso tutte quelle domande. Sono Sho Saitama Kagome e ti stavo cercando su indicazione del Mizukage Kensei Hito, ti ha identificato come uno dei ninja più forti del continente ed ho bisogno di tutto l'aiuto possibile per una missione a dir poco pericolosa... Mi interruppi e ricambiai il sorriso, l'atmosfera mi suggeriva che quello non era ancora il momento per parlargli dell'impero di Giada. ... ma penso che per ora sia più adeguato rispettare le usanze e lasciare che questa festa continui... salute! In un attimo trangugiai il liquido in entrambi i bicchieri nella speranza che mi aiutasse a lasciarmi andare. Per cosa sono riunite le tribù? Si parla forse di un attacco a Khan? Ho avuto modo di fronteggiare uno dei suoi generali... Indicai la pelliccia che indossavo. Inoltre, Baghero, non avevi detto di aver sentito un odore di canide che mi seguiva nella giungla? Avete idea di chi potrebbe essere. Infine la cosa più importante... se ne può avere ancora? Intimai alzando i boccali vuoti e sorridendo.
  8. .

    Nella Locanda dell'Albero Nero


    Incongruenze (?)



    Ci riunimmo tutti assieme all'esterno del bosco di Sareshigami: i miei compagni di missione erano tutte persone che avevo conosciuto in momenti diversi!
    Il primo era Yato Senju, il ninja medico di Konoha, ve lo ricordate? Quello del compleanno in mezzo al mare.
    Come già l'altra volta, il ninja della Foglia si rivolse a me con incredibile cordialità: Yato-san! Troppo gentile! Di sicuro serviranno dei medici se hanno chiamato entrambi, forse non si tratta solo di gente morta, ma anche di qualcuno da salvare., ipotizzai, mentre si univa a noi il jonin spadaccino che avevo conosciuto all'Abete.
    Akira-san fu meno gentile e più ironico, Mi piace l'Ospedale. Il mio ruolo di Primario è importante., tagliai corto, guardando il jonin.
    E pochi minuti dopo, si unì a noi anche il Rosso Eremita del Deserto, "Oss -comesichiamava" sì, avete capito, quello che incontrai nell'Anarouch, quando ho conosciuto Badassanu.
    Eremita-sama, piacere di vederti, Badassanu sta bene, non lo evoco ancora così spesso, ma è una tartaruga molto divertente con cui avere a che fare., confermai, salutandolo a mia volta, prima che si rivolgesse anche agli altri.

    [...]

    Fu così che il nostro gruppo si mise in movimento verso il villaggio di Tsuya e quando ci arrivammo, appunto, fummo avvisati che un certo Tanaka e suo figlio erano stati aggrediti, il ché, aveva qualcosa di strano, come Yato-san stesso fece notare: quei nomi erano già fra la gente che era stata aggredita!

    Il villaggio era, all'interno, pieno di radici ed alberi "figli" del Sareshigami, tentacoli lignei che si estendevano in mezzo alle case e le strade, chi ci aveva urlato dell'assalto, una signora che sul momento non riuscii a distinguere bene, ci faceva strada in mezzo agli stessi come chi ci vive da ormai 5 anni.
    E mentre correvamo, non me ne sarei accorto, ma sarei andato a sbattere contro uno di quei rami.
    Ahio!, esclamai, pronto ad estrarre la lama dell'arma che portavo con me, ma la donna che ci guidava, si fermò a sua volta: Dobbiamo sbrigarci, presto! E' inutile usare le armi! I rami di Sareshigami si curano immediatamente da cose del genere!, urlò e guardai un attimo spaesato il ramo, prima di oltrepassarlo.
    In caso di un inseguimento, tutto questo potrebbe essere un bel problema., dissi, continuando a correre, fino ad arrivare ad una locanda.
    Oboro, presto! Tanaka sta sanguinando!, urlò un uomo anziano, guardandoci poi arrivare e sbiancando alla vista di Hoshi ed Akira, Voi due che diamine ci fate qui????, avrebbe esclamato quello che i jonin avrebbero riconosciuto come Sanji, l'archeologo di Iwa.
    Non mi sarei fermato più di tanto all'esterno, se c'era qualcuno di ferito dentro la locanda e così non vi saprei dire, sul momento, se qualcuno dei due jonin fosse rimasto indietro a parlare con l'archeologo. [Nota]

    All'interno del locale c'era un uomo svenuto e sanguinante, corsi subito vicino a lui, per analizzare le sue condizioni.
    Grazie al cielo siete arrivati giusto in tempo! Non eravamo sicuri che Amano fosse arrivato ad Umari!, esclamò disperata una ragazza, Calma, Minami, calma. Ora ci sono questi ninja, loro salveranno Tanaka., esordì la donna, abbracciando quella più giovane, Il piccolo Tooru, mamma, lo hanno rapito, le scimmie lo hanno rapito!, balbettò spaventata l'altra.
    A ben vederle, le due erano molto simili, una, quella che ci aveva raggiunti alle mura, era una donna più grande [Oboro Mifune], l'altra era più giovane [Minami Mifune]
    Scimmie?, avrei ripetuto, mentre iniziavo ad usare le mani curative sull'uomo ferito.
    Per la cronaca, come probabilmente anche Yato-san avrebbe potuto notare, se avesse voluto aiutarmi nelle cure, quel tipo era stato colpito con qualcosa di grosso e di pesante: quello che sembrava un singolo colpo, contundente, al fianco sinistro, contavo dalle tre, alle cinque costole rotte ed un polmone perforato da una delle stesse. Oltre quello, qualche altra frattura ed una spalla lussata, ma forse quello era dovuto solo alla caduta, di certo una caduta non da poco.

    Scimmie, sì, avevano delle maschere che ricordavano delle scimmie, erano in due: uno aveva una maschera verde, era alto, molto alto, ha colpito Tanaka-sama con un pugno e Tanaka si è piegato come uno scricciolo. L'altra, credo fosse una donna, aveva una maschera azzurra da scimmia. E'... è... è stata lei a lasciarmi un messaggio per voi..., spalancai gli occhi a quella frase, mentre la ragazza si guardava intorno ed osservava prima Oss... l'Eremita e poi noi altri: Ha detto che il ninja dai capelli Rossi ed i guerrieri del Vuoto devono farsi trovare su Sareshigami dopodomani, o uccideranno Tooru, me e gli altri rimasti., e dopo quelle poche parole, scoppiò a piangere di nuovo, mentre la madre la accudiva.
    Ancora Guerrieri del Vuoto?, pensai.
    Mia figlia è molto scossa: anche io ed il vecchio Sanji eravamo qui quando è stato aggredito Tanaka. Dovete sapere che cinque anni fa, la vecchia locanda, il Topo Nero, ha preso fuoco, ma abbiamo aiutato tutti e Tanaka ha potuto riaprire dopo nemmeno un anno, adesso la locanda si chiama l'Albero Nero. Mia figlia, Minami, dopo il rapimento e tutti gli altri avvenimenti, ha avuto un crollo di fede ed ora lavora qui alla locanda per il signor Tanaka., spiegò la madre.
    Erano due maledetti ninja!, si sarebbe intromesso Sanji, entrando di nuovo nella locanda, assieme ad una coppia che Akira e Hoshi, forse, ricordavano bene. [Nami] [Takeshi Oouryu] [Nota]
    Erano davvero uomini scimmia? Come quelli che... ommamma Takeshi!, esclamò la ragazza, spaventata.
    Non erano scimmie, quelli che mi avete descritto non avevano maschere da scimmie e si trasformavano, no? Questi erano dei maledetti NINJA! Avevano due maschere di scimmie, sì, ma uno aveva una specie di grosso guanto con cui ha colpito il povero Tanaka! L'altra ha intrappolato il povero Tooru in una bolla e se l'è portato dietro, dopo aver lasciato quel messaggio. Parlava di te, Rosso, e di Guerrieri del Vuoto... un'altra leggenda legata a quel Pangu che studiavo fin dai tempi di Iwa. Hanno detto, però, che finiranno gli altri Rapiti. Quindi pure Watanabe?, spiegò l'Archeologo, preoccupandosi alla fine dell'ex studente.
    Fu a quel punto che anche il massiccio omone si voltò verso di noi e prese la parola: E' una fortuna che Amano-san sia arrivato ad Umari prima che qualcuno lo uccidesse. Possono essere stati veramente gli stessi che ci rapirono? La morte di Amano-san, della signora Akane e del vecchio Yoshi sarebbero collegate a questo rapimento?, avrebbe esordito il giovane, che risultò chiamarsi Takeshi.
    Ed ora chi era questo Yoshi? Guardai verso i miei compagni di squadra, preoccupandomi di curare il proprietario della locanda, però, avevo una domanda che mi ronzava per la testa, e la feci: Perché dite tutti che è stato questo Dottor Amano a chiedere il nostro intervento? Lui non era già morto quando avete chiesto di noi ninja?

    Sapete quella sensazione quando la gente ti guarda come se portassi le mutande sopra i pantaloni? Per quanto potessi ipotizzare che ambo i jonin della nostra missione la conoscessero, gli sguardi perplessi che mi rivolsero i presenti, fu la stessa, e fu Takeshi a spiegare perché.
    Il dottor Amano è stato ucciso tre giorni fa, mentre andava verso il villaggio di Umari, cercando aiuto perché le morti di Yoshi e Akane erano troppo sospette.
    O almeno, era sospetto qualcosa dei due fatti. Dovete sapere che la vecchia Akane, con suo figlio Shiba, sono morti in un incendio dentro casa loro, la cosa strana, però, era che i rami di Sareshigami impediscono dei veri e propri incendi in tutto il villaggio, piccole scintille, qualcosa così, ma per bruciare un intero edificio, per quanto piccolo? Doveva essere un incendio che non entra in contatto con le fiamme, quelle soffocano il fuoco, non lo fanno espandere.
    , iniziò a spiegare, per poi continuare: Durante il funerale, il giorno dopo, abbiamo notato che il vecchio Yoshi-san non c'era, siamo andati a casa sua e lo abbiamo trovato morto. Amano-san ha studiato il suo cadavere e ha detto che c'era qualcosa di strano, era stato affogato, diceva, ma era chiuso da solo, in casa sua, lo abbiamo trovato nel salotto!, concluse.

    A quel punto avrei lasciato agli altri la parola anche se, oggettivamente, le parole di quel Takeshi ed i giorni indicati nella missiva che avevo ricevuto, così come gli altri miei compagni di missione, sembravano non collimare.
    Chissà gli altri che domande, o richieste avrebbero avuto a quel punto.
  9. .

    Il momento tanto atteso


    In viaggio verso la Zanna



    Nove anni. Nove anni ho atteso. Nove anni abbiamo lavorato per tutto questo, ma ora, finalmente, arriveremo più vicini alla Vendetta!
    Come se avessi pensato solo a questo, Ossicino! Hai fatto pure cose molto più divertenti: hai conosciuto il Flagello, liberato Mostri millenari, sei diventato un Asso di Ame!
    Niente è più importante della Vendetta! Ame mi serviva per avere fama! La abbandonerei subito per la Zanna!
    Questo, però, Fratello, cerchiamo di non farcelo sfuggire durante il viaggio con il nostro alleato dei Fiori.
    Lo sappiamo, Fratello, non ti preoccupare: non esporremo il nostro punto di vista con Namae, ovviamente.
    Oh anche l'Ego si fa sentire! Temevo avessi voluto questa riunione di condominio solo per vederci in faccia!
    Non c'è alcun buon motivo per cui vorrei vedere il tuo muso da Tartaruga, Mostro!

    Nel mondo interiore del Sole Nero queste erano le parole fra le diverse coscienze sui Troni.
    L'Ego, sul Trono del Risorto.
    Shiltar Kaguya, l'ultimo Mizukage sul Trono dell'Uomo.
    Feng-Huang, la coscienza del Re delle Fenici, sul Trono della Fenice.
    Ed il Chuda, sul Trono del Mostro.
    Al centro il Sole Nero composto dagli Hai Urami, le ceneri delle Fenici nate dal Rancore delle loro morti, così come il Risorto era rinato dal Rancore di Shiltar Kaguya e Feng Huang.
    Dal desiderio di Vendetta.

    In ogni caso, staremo attenti: Namae serve per rafforzare il nostro ruolo come Asso, ma allo stesso aiutarlo potrebbe essere di certo un vantaggio per noi. Abbiamo Densen fra i Cuori ed avere lui fra i Fiori sarebbe un bene per futuri progetti.
    Non so quanto Namae possa volerti aiutare, se non otterrà un vantaggio, ma aiutarlo a diventare, magari, Principe dei Fiori, ci potrebbe effettivamente avvantaggiare in futuro.
    E comunque la cosa più importante sarà che a breve potremmo incontrare le Zanne! Tutte quante, magari!
    Su questo non ci conterei: da ciò che sappiamo, non è stato ancora eletto un Niiga e lo Shoga sembrava essere una persona riservata... per quanto ci avesse preso in simpatia.
    La Muuga e lo Yonga ci conoscono e ci sono se non proprio amici, quanto meno non avversi. E poi c'è lui: Kazuhiro.
    Il Sanga!
    Oh sì, vi prego, iniziate: Il Sanga è vostro! Giusto? AHAHAHAH
    Fratello, come puoi pensare che ci sarà di certo il Sanga?
    Primo, deve la vita al Mercenario dalle Grotte del Silenzio.
    Secondo: noi abbiamo sconfitto Akira Gen e rivelato il suo tradimento! NOI!
    Ed il Sanga era legato ad Akira Gen... vorrà saperne di più.
    Tu vorresti essere interrogato da una delle tre persone che odi di più al mondo?
    Due, la Speranza di Hayate non la considero una persona.
    Ok, vuoi essere interrogato da una delle due persone che odi di più, sull'altra per giunta? Ricordi le parole del padre del Sanga?
    Battiti cardiaci ed altre microesperessioni? Dacci credito, fratello: dopo 9 anni, siamo abbastanza abili nel controllarci.
    Poi è stato Akira Gen quel giorno ad attaccarci, spontaneamente. Ci ha offerto una parte della nostra Vendetta!
    Per poi resuscitare grazie alle virtù dell'Isola...
    Non ricordarcelo, Mostro!

    Discutere di tutto questo, comunque, non ci porterà a niente, Discendente. Vuoi la tua Vendetta? Vuoi entrare in questo villaggio della Zanna come un amico? Unirti persino a loro? Allora dobbiamo muoverci.

    Hai ragione, Antenata, dobbiamo muoverci.


    E con quelle semplici parole, gli occhi del Risorto si riaprirono al mondo esterno.
    Era fuori dalle Mura di Ame, in attesa, sotto la pioggia.
    Aveva mandato a chiamare Namae tramite uno dei suoi "allievi" alla Locanda dei Veri Batuman, il monco Tamura, dandogli appuntamento per trovarsi all'uscita Nord del villaggio.

    Non sappiamo nemmeno se è il percorso migliore, fratello...
    Abbiamo la boccetta che ci ha dato la Muuga, ma meglio non aprirla qui, con la pioggia e tutto il resto, una volta lontani dal clima di questa zona, ci alzeremo in volo, evocando Suzaku. Ed a quel punto, seguiremo la traccia.
    E quel piano avrebbe effettivamente seguito il Kaguya: non appena l'Oleandro lo avesse raggiunto, Ru-Wai (quello il nome con cui l'altro lo conosceva), avrebbe invitato il compagno a seguirlo: Inizieremo il nostro viaggio via terra, Namae-san. Non conosco di preciso come raggiungere il villaggio della Zanna, ma ho uno strumento che mi indicherà, non so bene come, la strada.

    E così i due partirono, inizialmente a piedi, finché non si fossero trovati in una zona meno piovosa ed abbastanza rada di alberi, lì il Risorto avrebbe fatto cenno all'Oleandro di fermarsi.
    Come ti accennavo, Namae-san, il nostro viaggio sarebbe solo iniziato via terra. ed a quelle parole, con pochi sigilli ed una goccia di sangue, il Kaguya avrebbe evocato Suzaku, la Regina delle Fenici. [Suzaku]



    Feng-Ren, quale piacere vederti. A cosa devo questa chiamata?
    Il Risorto sorrise alle prime parole del maestoso rapace, E' un piacere anche per me vederti, Sorella. Devo chiederti di portare me e questo mio compagno di viaggio, Namae Taiyo, in un luogo, seppur, raggiungerlo potrà essere un pò difficile, non conoscendo io stesso il tragitto., ammise con un sorriso.
    Richiesta quanto mai strana, Feng-Ren, ma non sei raro a questi comportamenti, quindi, vi prego, salite pure su di me e mettiamoci in volo.
    E così dicendo, la Fenice avrebbe invitato i due a scalare una delle maestose ali e sedersi sul suo dorso color smeraldo.
    Chissà se Namae sa l'accezione di Feng-Ren?
    Giusta osservazione, Fratello...

    Mentre la Fenice iniziava a prendere il volo, il Kaguya avrebbe accennato il significato di quel nome che aveva usato Suzaku verso di lui: Oleandro-san, se te lo fossi chiesto, Feng-Ren, significa Fratello delle Fenici, nel loro modo di esprimersi. A molti, infatti, sono anche noto come Feng Gu, Fenice Ossea, anche presso la gente dove stiamo dirigendoci.

    E con quelle ultime parole, il Kaguya avrebbe preso il piccolo contenitore datogli dalla Muuga sull'isola dell'Abete e, finalmente, lo avrebbe aperto.

    Il momento della verità!
  10. .

    Soggetto di studio


    IV



    Ma cos..!? Il volto del dio della morte inglobò il tavolo sul quale Densen era stato poggiato, dando l'impressione che il corpo del nukenin fosse sospeso sull'effige della divinità. Le parole morirono nella bocca dell'uomo che lo stava per vivisezionare, mentre i suoi occhi si spalancarono per lo stupore. Il primo colpo di Densen fu rapido, preciso e lo prese completamente alla sprovvista. Il giovane nukenin sentì le cartilagini del naso dell'uomo spaccarsi sotto la maschera che indossava. Il medico venne spinto all'indietro, mentre la maschera si tingeva rapidamente del rosso del suo sangue e gli occhiali gli volavano via. Urlò di dolore, nonostante ovattato dal sangue gli fluiva nella gola e la maschera, in un verso che assomigliava ad un gemito ma più rumoroso. Forse troppo rumoroso. Le guardie lo avrebbero sentito?

    Densen gli fu subito addosso, schiacciandolo a terra, tentando di sottometterlo e strangolarlo. Con i piedi, il nukenin era riuscito a bloccargli le mani a terra e ad afferrargli il volto. L'uomo sotto di lui si agitava con forza, ma in maniera scoordinata. Nel tentativo di salvarsi la vita aveva perso per un momento la lucidità. Però, proprio nel momento in cui Densen avesse pensato di avercela fatta, la forza dell'uomo esplose, potenziata dal chakra. Le mani dell'uomo si liberarono e si congiunsero a formare una rapida serie di sigilli. [Tecnica]

    Densen avrebbe sentito alle sue spalle degli scomparti metallici aprirsi. Nel poco tempo che aveva avuto a sua disposizione, il ragazzo non aveva notato che una parete della stanza aveva un rivestimento in metallo, dotato di diversi pannelli movibili che nascondevano tavoli a scomparsa. Tavoli sui cui c'erano dei cadaveri. Grazie alle arti ninja, due di questi si erano animati scivolando fuori dalle loro bare di metallo. I due corpi erano nudi e grigiastri. Un uomo ed una donna, chiaramente in ottima forma fisica - probabilmente erano stati dei ninja - ma con il corpo vessato da diverse ferite, alcune mortali. I loro occhi erano vuoti e vitrei, i loro volti inespressivi mentre si gettarono contro Densen. L'uomo si lasciò letteralmente con il suo corpo contro quello del ragazzo, con il chiaro intento di sbalzarlo lontano dal suo controllore. [SA]

    Indipendentemente dal risultato di questa azione, Densen si sarebbe ritrovato la donna cadavere alle spalle, la quale avrebbe tentato di afferrarlo per la testa, per poi effettuare una proiezione, che avrebbe portato il nukenin a sbattere con il capo contro il bordo metallico del tavolo dove prima era steso, prima di finire per terra. [SA]

    Se l'eliminatore di cadaveri si fosse liberato dalla presa del nukenin, avrebbe iniziato a respirare avido di aria, mentre si toglieva la maschera dalla faccia, lasciando scorrere all'esterno il sangue che gli colava copioso dal naso e vomitando quello ingerito. Non era chiaramente in grado ancora di combattere, ma Densen avrebbe notato che stava rapidamente riprendendo il controllo di sè stesso. Doveva fare qualcosa subito, e doveva farlo evitando di finire nelle grinfie di quei fastidiosi cadaveri, i quali si erano ora disposti a proteggere il loro controllore.

    Combattere in quella situazione non era facile, perché la stanza non era grande, poco più di 3x6 metri, ed il tavolo al centro occupava una buona fetta di spazio. Cosa si sarebbe inventato?




  11. .

    Badassanu


    E le parole sibilline



    Capire cosa dicesse quel tartarugone era... difficile, poi affidarsi alla mimica facciale di una tartaruga, non so voi, ma a me non risulta sempre facilissimo, quindi andai un pò ad intuito quando mi rivolse di nuovo la parola il suddetto crestone.
    Capii il nome di Ijapa e capii la parola "amico", non capii benissimo un'altra parola da lui detta: Com'è rimasto?, chiesi a Myk sulla mia spalla, Particolarmente sorpreso... credo., mi spiegò, Ah, ok...
    Cumu? Il villaggio quello lì a Nord? La Nuvola?, chiesi alla successiva domanda del tartarugone crestato, Credo ti stia chiedendo come sta Ijapa-sama., mi bisbigliò la tartarughina.
    Ijapa-sama? Tutto bene! L'ho visto giusto qualche giorno fa! Sai, vecchiotto, va in giro con il bastone, ma sembra stare bene, o almeno da ciò che posso intuire, sprizzava salute ed era cordiale. Poi faccio il medico, non il veterinario, quindi il mio parere medico sulle tartarughe è limitato., scherzai alla fine, sorridendo e poggiando le mani sui fianchi, mentre sentivo Myk stringere gli artiglietti sulla spalla.
    Fudoh-san, non ti muovere troppo..., mi chiese la tartarughina, mentre Tong agitava la testa facendo un cenno affermativo lì di fianco a noi.

    Il crestone subito dopo si presentò: Badassanu, la Testuggine del Deserto e, in effetti, sapete, aveva un ché di diverso dalle tartarughe che avevo conosciuto, tanto Gyoza che viveva nel Freddo, quanto le diverse tartarughe della Valle del Guscio.
    Non saprei come descrivervelo, ma, oltre al modo assurdo di parlare, aveva anche un ché di più roccioso, oltre che era incredibilmente grosso, non tanto quanto Kurma, ma bello grosso.
    Stava per dirmi qualcos'altro, quando ecco che qualcosa cadde lì a pochi metri da noi.
    Che cosa?, pensai sbalordito, prima di spostarmi leggermente alla destra di Badassanu-san, guardando cos'era caduto.
    Un grosso sasso nero, una pietra, anzi, sembrava quasi una sfera perfetta.
    Myk, Tong, Badassanu-san, scusate, ma come può essere una sfera questa? I sassi ricavati in modo così... preciso, non è impossibile? Lo devono aver tagliato questo coso gigante, non può essere caduto così, da se, poi da dov'è caduto?, chiesi, avvicinandomi di un paio di metri, restando sempre a circa 3 metri dal suddetto sferone.
    La Testuggine del Deserto disse qualcosa di molto... ermetico.
    Eh? Che devo fare?, chiesi verso Myk e poi verso Tong.
    Il primo consiglio era di attaccare chi si vede, credo..., suggerì la piccola tartarughina.
    Tong cerca guscio..., bisbigliò il tartarugone, piazzando la testa dentro il carapace.
    Questa non l'ho capita..., ammisi verso le tre tartarughe, guardando il grosso macigno ed acuendo il più possibile i sensi in cerca di possibili minacce. [Nota]
  12. .

    Tre "Uomini"


    Ed un Bordello



    Ananta e Miroku rimasero un pò perplessi alle parole di Kuso: certo avevano avuto un breve dibattito con il Risorto senza preoccuparsi più di tanto, inizialmente, dei due sconosciuti, ma poi, il gigante mascherato aveva ben pensato di presentarsi, con tutta l'originalità delle sue parole, il ché, c'era da ammetterlo, lasciò la coppia di sasso ed il Kaguya silenziosamente sorridente.
    Gente normale da queste parti, mai?
    Fratello, le persone normali sono particolarmente noiose.
    Concordo con Ossicino! AHHAHAHAH!!!
    Zitto, Mostro!

    Se possibile, Kuso-san, preferirei che evitaste di far saltare in aria quel luogo. Se può motivarti a sufficienza: un eccessivo danno al fantoccio dei Quadri potrebbe rendere Densen sgradito anche ai Cuori.




    In effetti, esclusi noi, nessuno prenderebbe nelle sue schiere gente sgradita ai quattro Semi.

    Su quelle poche parole conclusive di Ru-Wai, il gruppo si sarebbe mosso verso il locale indicato da Ananta, lasciando il figlio rinnegato della Carità con il Risorto all'interno della locanda.



    In che senso... come scegliamo i bambini? Di cosa sta parlando, Kuso-san?




    Avrebbe chiesto Miroku al gigante, mentre avanzavano fino al locale e lì si sarebbero fermati: la freccia verde davanti l'ingresso, indicava l'accesso allo stesso.

    Questo è il luogo dove dobbiamo entrare, signori.. ho qualche ryo per farci accedere, ma poi, cosa volete fare? Avete dei piani su come muoverci quando saremo dentro?




    Chiese ed avrebbe atteso idee dal duo, prima di avanzare verso il locale, a meno di indicazioni diverse, pagando così per l'accesso di tutti e tre.
    Per Kuso dovette pagare il doppio. Motivazione: non ci sarebbero state sedie abbastanza resistenti da reggerlo.
    Entrare nel locale non fu difficile, certo, era un trio "pittoresco", quasi fosse appena uscito da una barzelletta "un Muto, un gigante nudo ed un monaco entrano in un bordello...", ma in un luogo pieno di shinobi ed altra gente che poteva permettersi taluni vizi, non erano l'attrazione principale.
    Il piano terra era, come già detto, un locale, piuttosto animato, con fanciulle d'ogni età che danzavano, portano ordinazioni e venivano usate a mò di tavoli, dai clienti.
    Salire al primo piano non sarebbe stato nemmeno troppo complicato, né eccessivamente danaroso, ma, arrivati al primo piano, una pittoresca signora li avrebbe accolti:



    Che buffo trio! Non so se abbiamo fanciulle capaci di soddisfare il gigante, possiamo fargli uno sconto comitiva, se ha da pagare in quel suo succinto abito!

    Ma qualora avessero provato ad oltrepassare quel punto senza commentare, o pagare, la donna avrebbe mosso una mano ed una forza non da poco li avrebbe respinti indietro [Nota]

    Di qui non si passa se prima non specificate con quale delle ragazze avete un appuntamento, signori.

    Senza le dovute attenzioni, i tre non sarebbero riusciti a passare e, singolarmente, Miroku avrebbe potuto aiutarli ben poco.
    Qualora, comunque, avessero trovato come oltrepassare quella prima "guardia", per raggiungere il secondo piano, avrebbero dovuto superare la sorveglianza dell'uomo che, silenzioso, li avrebbe accompagnati fino, e non oltre, le camere delle donne proposte.
    Un tizio bizzarro anche lui, però decisamente svelto e reattivo. [Nota]

    Tizio che li avrebbe subito fermati, sbarrando loro la strada, qualora avessero fatto alcunché, o, eventualmente avessero attaccato la geisha all'ingresso del piano, sarebbe subito corso in suo soccorso.

    Cosa avrebbero fatto Kuso & Densen?
  13. .

    The Swordmastah


    1

    Come diamine ci era finito lì? L'ultima cosa che ricordava erano dei noodles istantanei, un'improvvisa botta di sonno e... Inutile, per quanto si sforzasse la memoria non accennava a ritornare. Magari l'avevano drogato. Ma ciò non avrebbe reso che ancora più assurda l'intera faccenda. Il ragazzo si guardò intorno. Il locale tutto sembrava tranne che il nascondiglio di qualche cattivo. Al massimo avrebbe avuto da ridire sull'arredamento. Un rumore sordo continuo attirò la sua attenzione e scostò una tenda per osservare fuori. L'edificio era avvolto in una tempesta di sabbia dall'aria minacciosa. Almeno ora aveva una vaga idea di dove fosse: di certo non era Kiri.

    Un sogno, sì non poteva che essere altrimenti. O un elaborato genjutsu, ma in fondo era uguale. Alquanto realistico, considerando che da un po' provava un fastidioso stimolo alla minzione. Il giovane si mise a cercare se tra le varie porte vi fosse un bagno, ritrovandosi infine a leggere una targhetta criptica. Se credi di essere tu il prossimo allora supera la vera porta. Eccola, l'uscita da quel mondo onirico. Non era stato difficile in fin dei conti, pensare positivo portava sempre i suoi frutti. Invece oltre la soglia c'era esattamente quello che si sarebbe dovuto aspettare, ovvero un bagno. Beh poco male, almeno avrebbe potuto liberarsi in santa pace. Piuttosto soddisfatto, realizzò solo alla fine che qualcuno aveva dimenticato di sostituire il rotolo della carta igienica terminato. Che sogno del cavolo!

    Il ragazzo iniziò a frugarsi le tasche alla ricerca di un fazzoletto. In una di esse però sentì accartocciarsi intorno alle sue dita qualcosa di metallico. Rigirandolo tra le mani vide che si trattava di un sottile foglio dorato tutto stropicciato. Una chiave, o un biglietto, ma per dove? Shin alzò lo sguardo. La fessura che aveva osservato durante i suoi bisogni appariva proprio della dimensione adatta. Ben giocata, inconscio! Rassettò il suo lasciapassare e lo infilò con la stessa nonchalance di una banconota dentro un distributore automatico. Istantaneamente, si aprì lungo la parete un passaggio che un attimo prima non sarebbe stato neanche intuibile, ma non era così strano in un sogno no?

    Chiunque avesse elaborato quell'illusione si era dato decisamente da fare. Creare un intero torneo di arti marziali, e con delle regole a dir poco bizzarre poi, superava probabilmente le sue capacità di immaginazione, che fosse cosciente o meno. Il miglior spadaccino del continente, no del mondo intero, niente meno! Era sempre stato così megalomane o era l'effetto del controllo mentale? In ogni caso, applicò il sigillo al petto e calzò la maschera da lupo che il suo anfitrione gli offriva, smettendo di farsi domande. Se c'era da menare le mani non si sarebbe certo tirato indietro. E poi era certo che ad un certo punto si sarebbe risvegliato sul suo letto come se nulla fosse successo.

    Dall'armeria il Kinryu recuperò due katane, non perché intendesse usarle contemporaneamente, non era d'altronde permesso, ma più che altro come riserva nel caso la prima si rompesse. In fin dei conti erano comunque lame di legno, non sarebbero durate all'infinito. Quanto al punto rimasto, decise di tenerlo da parte. Non era bene consumare tutto subito, per quanto si trattasse comunque di un sogno. Ed a proposito di sogni, giustamente visto il tema il premio sarebbe stato niente meno che una spada! Incredibile! Il giovane non riconobbe la foggia dell'arma tanto acclamata, ma doveva essere preziosa. A meno che il suo misterioso illusionista non lo stesse prendendo in giro, cosa che era più che possibile.

    Tutto era pronto. Le regole erano state spiegate, niente di complicato se non alcune limitazioni per dare spettacolo e mettere alla prova il loro valore con la spada. In effetti si era applicato parecchio in quell'arte, ma non si considerava ancora un maestro, anzi, riteneva di avere ampio margine di miglioramento. Chi sa, magari quell'allenamento mentale l'avrebbe aiutato! Shin si guardò intorno. Gli altri convitati sembravano prenderla più seriamente. Dietro le maschera animalesche poteva celarsi chi sa chi, divinità come riflessi della sua personalità. La quale doveva essere alquanto contorta per aver partorito uno spettacolo simile. Il giovane rimase in silenzio, lasciando che fossero i suoi compagni a scaldare l'atmosfera. Perché c'era anche un pubblico? Quella fantasia stava andando veramente oltre... Beh pazienza, ormai era lì, perciò tanto valeva stare al gioco!
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    Il bello, il muto ed il nudo (bello anche lui)




    Post quinto




    Oh grazie piccolo amico!


    Esclamò felice Kuso ottenuta la sua limonata e sollevando la sua inseparabile maschera il minimo indispensabile per bere la bevanda rinfrescante, salvo poi riabbassarsela immediatamente.
    Feng, diciamo che d'ora in avanti lo chiamo così per non confonderci troppo, era andato a chiamare due suoi sottoposti che, a quanto pareva, erano in grado di permettere al folle ed a Densen di infiltrarsi all'interno dei cuori.
    Un attimo di estasi ed illuminazione colse la mente del gigante nudo, che si alzò di scatto inspirando con forza, come se fosse giunto ad una realizzazione fenomenale. Ommioddio! Dovremo andare in un sottomarino che verrà poi rimpicciolito per venire quindi messo in una siringa ed iniettato direttamente in vena cava superiore da un accesso giugulare?! Allora, intanto non ho idea da dove tu abbia preso certe conoscenze anatomiche, questo è il mio campo e ti pregherei di restare nel tuo. Seconda cosa: ti sei nuovamente drogato? Non vi infiltrate LETTERALMENTE in dei cuori. Ah...
    Kuso assunse quindi un aria sconsolata e si rimise a sedere, poggiando i gomiti sulle ginocchia mentre le mani sorreggevano il volto deluso, in corrispondenza del mento.
    Passarono pochi, interminabili, minuti prima che il Feng ritornasse; il fatto che Densen non fosse più in grado di parlare, se da un lato aveva reso molto più facile molestarlo, lo aveva reso un interlocutore non troppo bravo, questo suscitava non raramente noia nel cuore del dolce, piccolo, Kuso.
    Alle parole del primo ed effeminato uomo il folle si portò entrambe le mani al perizoma, pronto a strapparlo con un solo colpo e liberare quindi il kraken, la serata stava diventando estremamente interessante; purtroppo per lui il giovane monaco infranse, ancora una volta, i suoi sogni. Troppi colpi al cuore per il nostro bellissimo amico che attese con pazienza che i suoi nuovi amici finissero di discutere tra loro.


    Allora, intanto ciao. Non volevo interrompervi prima, mi sembravate molto presi. Io sono Kuso, ma gli amici mi chiamano Kuso, che è uguale, ma abbiamo già avuto questa discussione oggi e siamo giunti alla conclusione che sia comunque il modo migliore per chiamarmi. Se non ho capito male dobbiamo mettere a dormire una ragazza solo perché ha fatto l'errore di nascere con una peculiare abilità, corretto? Beh ok. Non capisco perché non dovremmo, alla fine con Densen abbiamo messo a dromire un sacco di uomini, donne, una volta mi pare anche dei bambini... dio quanto ci mettono ad addormentarsi, li devi cullare tipo una vita, però ho scoperto un trucco! Praticamente gli piace tantissimo se li lanci in alto no? Ecco, se lo fai in una casa col soffitto basso e ci metti tutta la forza ti basta un lancio, per i più iperattivi due, massimo tre, ma poi dormono tutti come angioletti. Comunque cosa stavamo dicendo? Che sono Kuso l'ho già detto? Si sì, ma certo che l'ho già detto. Mettere a ninna una ragazza, ci sono. Sì, per noi è ok.


    Il folle scosse le spalle, cosa c'era di male d'altronde?
    La descrizione della ragazza era decisamente superficiale, ma il posto in cui dovevano andare interessò Kuso.

    Wow un bordello! No ho uno anche io! Si chiama AnalGore ed ovviamente siete tutti invitati. Nel mio c'è roba per tutti i gusti.... ed intendo tutti tutti, non come quel codardo del fantoccio... pff... stripclub per etero.... manco fossimo nel sei, aggiornati bello. Pensa che Densen oramai la roba etero nemmeno la guarda più! Per quanto riguarda non far saltare in aria il posto prometto di provarci ma non posso proprio garantire, a volte le cose vicino a me esplodono.... come è successo da Kagemishira.


    Il gigante nudo si avvicinò quindi al monaco che li avrebbe accompagnati per poggiargli un enorme braccio attorno al collo.

    Ehy grazie dell'aiuto, amico! Ho sempre voluto conoscere uno di voi per fargli alcune domande. Prima di tutte: come gli scegliete i bambini? HAHAHAHAHA non preoccuparti, avremo un sacco di tempo per stare assieme, puoi anche rispondermi dopo.
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    Contrattacco al Re Rosso
    Parte XIII - Interpost










    Le capacità mediche di Fudoh furono sufficienti per stabilzzare ulteriormente le ferite e i danni che aveva subito il giovane Ninja catturato da Febh, tuttavia curare le ragazze catturate come aveva constatato precedentemente avrebbe richiesto un grande sforzo e spreco di energie. Forse sarebbe convenuto consegnarle al Ninja medico a loro disposizione sulla nave.

    Comunque l'interrogazione mentale da parte dell'evocazione di Tasaki non ebbe contrattempi o tentativi di resistenza, era privo di sensi e fu molto semplice carpire le informazioni che aveva richiesto. [Nota]Leo, come è stato fatto presente con la tecnica economica, a meno che non poni le domande in un lasso di tempo molto più dilatato, guadagni solo un 50% di risparmio su una sola domanda.Alla prima domanda le immagini passarono velocemente davanti alla falcidonnola, il Ninja interrogato si chiamava Itto San Raijn, l'evocazione l'avrebbe capito dalla visione del suo nome scritto su una pergamena di famiglia. Era un chunin, o quantomeno lo poteva desumere dal titolo che compariva a fianco del nome. Un Chunin di Kumo, per la precisione. Un Ninja cremisi, di conseguenza. Alla seconda domanda invece l'immagine che apparse fu semplice: Kaido, l'evocazione l'avrebbe potuto capire facilmente perché davanti a lei scorsero immagini che indicavano tale città portuale.

    Per la terza domanda invece la situazione si fece decisamente più nebulosa. La domanda così come impostata fu fin troppo generica e la risposta fu semplice, l'evocazione avrebbe osservato Itto San Raijn guardare silenzioso la mappa dell'intero continente, al suo fianco sarebbe stato presente l'uomo anziano che aveva protetto fino a quasi la morte, il vecchio si espresse con poche parole: - Itto, un giorno il mondo sarà nostro. Tutto il mondo. Per Kumo. -

    Infine per la quarta domanda, sebbene il quesito fosse stato uno solo, l'evocazione ricevette tre risposte. La prima sarebbe stata le fortificazioni fisse: ronde sempre presenti, cannoni, passaggi obbligati e mura alte e spesse rappresentavano l'ostacolo maggiore per giungere al porto interno, laddove era concentrata la flotta nemica. Un attacco frontale avrebbe significato affrontare la guardia e l'esercito stanziato. La seconda visione fu quella di una barriera perpetua di individuazione, esclusivamente focalizzata sul porto militare interno simile a quella rossa che aveva circondato i due paesi di quell'isola, ma dal colore quasi trasparente tendente al giallo. Qualcosa di sicuro la rendeva più particolare, impossibile dire cosa. Il Ninja non aveva a disposizione tale informazione. E per ultimo la falcidonnola avrebbe intravisto in volto quattro persone. Quattro individui di cui Itto San temeva la loro presenza, loro rappresentavano l'ultima e più importante linea di difesa. Ma non direttamente per la flotta, o almeno quello era ciò di cui era convinto. Forse si nascondeva qualcosa in quella città, tale da richiedere la presenza di Shinobi di livello elevato... o forse aveva semplicemente timore della loro presenza. Difficile capirlo per la falcidonnola. Una cosa era certa, non aveva mai parlato con loro e solo il suo defunto maestro aveva mantenuto contatti con i quattro. [1] [2] [3] [4]

    Queste sarebbero state le risposte che avrebbe ottenuto dal Ninja svenuto. I Ninja Accademici avrebbero potuto agire come meglio avrebbe creduto, per quelle ore nessuno avrebbe reagito contro di loro.


    Nei territori accademici, nel frattempo...


    Nel mentre i Ninja accademici stavano interrogando in quell'isola i prigionieri catturati nei quattro villaggi accademici sarebbe giunta a tutti i Consiglieri, Amministratori di Villaggio, Chunin e Jonin rimanenti e liberi da missioni una missiva della massima urgenza , trasportata da un gufo. L'animale l'avrebbe lasciata cadere sopra la loro testa, non importava il luogo in cui si sarebbero trovati. Una lettera sigillata, firmata con il nome del Jonin Saito Uraboki, avrebbe sicuramente richiamato la loro attenzione.

    Il contenuto sarebbe stato il seguente:

    Chunin/Jonin

    CITAZIONE
    La sua presenza è richiesta in maniera urgente e in supporto ad un team di Ninja accademici, già in missione. Non le sarà dato alcun dettaglio in merito alla missione, tuttavia le condizioni iniziali della stessa sono cambiate e l'Accademia ritiene che sia necessario un supporto al Team già presente.

    La missione è da considerarsi di estrema importanza, e le possibilità di incontrare ostacoli e nemici di grado Jonin è molto elevata.

    Se accetta è sufficiente che imponga una sua sigla con una goccia di sangue, al che verrà indirizzato verso il luogo della missione.

    Riferisca solo il seguente messaggio ai Ninja già presenti: Nel Porto si nasconde qualcosa.

    Jonin Saito Uraboki

    E nel momento stesso in cui avrebbero posto la loro firma di sangue sulla missiva sarebbero letteralmente scomparsi da qualunque luogo essi si fossero trovati per ricomparire, cascando da qualche metro in aria, ai lati di Febh Yakushi, ovvero l'ultimo Ninja che aveva preso in mano la Matrice. Forse spaventando o comunque sorprendendo gli astanti già presenti.

    Difficile per i Ninja appena assegnati capire cosa stava effettivamente succedendo ma forse Febh Yakushi avrebbe capito che il mandate della loro missione ci aveva messo la zampino. In ogni caso per i nuovi Shinobi sarebbe rimasto da capire dove erano finiti, con chi avevano a che fare e soprattutto convincere i Ninja accademici che erano giunti in loro soccorso.




    Mappa Kaido





    Mappa attuale di Kenko



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