Posts written by Luis

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    Amano
    Per le vie di Oto, post I

    Girovagando per le vie di Oto andavo in cerca dei luoghi che avevano visto crescere l'uomo che più ammiravo al Mondo, di cui mi aveva narrato, quasi questo mi potesse avvicinare ancor di più a Lui. Se in minima parte potessi dubitare che ogni singola storia fosse vera e così carica di azione come me l'era stata raccontata, ora che ero qui a ricalcare le vie che anni prima avevano sorretto i passi del mio maestro non avevo più alcun dubbio, non erano passati che pochi giorni e già ora -a dispetto dei miei diciasette anni precedenti- avevo un sacco di avventure da poter condividere attorno al fuoco.

    L'allarme risuonò nell'aria comunicando a tutti l'urgenza di un pronto intervento, la direzione da cui proveniva il suono era il levante e gettando a terra il gelato che stavo distrattamente consumando mi lanciai in una viottola secondaria, conoscevo abbastanza bene quell'area del villaggio e volevo a tutti i costi evitare le vie più affollate che presto sarebbero state congestionate dalla curiosità della gente per l'evento tanto insolito, non era infatti così banale sentir suonare le sirene di uno dei cancelli. Svoltando l'ennesimo angolo, ormai prossimo a raggiungere la mia meta, mi bloccai sul posto, ai miei piedi una corposa scia di sangue condusse il mio sguardo oltre alcuni sacchi di rifiuti dove giaceva disteso un cane immobile. Mi avvicinai con cautela, conscio dell'aggressività di certi animali quando erano feriti e spaventati, ma da quel cadavere non avrei dovuto temer nulla. Normalmente non mi sarei lasciato distrarre dai miei propositi di soccorso per un animale morto in un angolo anonimo di una strada, ma qualcosa in quell'immagine mi fece sorgere qualche dubbio, lo studiai con attenzione e per quel poco che ne potevo capire ad una prima occhiata sembrava esser rimasto vittima di un combattimento tra randagi, ma le tracce tutt'attorno indicavano che la lotta non era stata tra due semplici animali, troppo sangue e la quasi totale assenza di altre ferite, a parte quella mortale alla carotide, evidenziava che si trattava di una semplice e fredda esecuzione. E se fosse tutto collegato? Suona l'allarme e trovo questo cane ancora caldo con la gola squarciata... al cancello staranno accorrendo decine di uomini, molto più esperti di me, tanto vale seguire questa pista e vedere dove porta! Sfruttai appieno i miei sensiAbilità: Percezione Base; 9 ed in breve trovai altri cadaveri, tutti uccisi con un feroce morso e poi dissanguati. Forse non ero un esperto etologo, ed invero nemmeno uno alle prime armi, ma non ero a conoscenza di animali che si comportassero in maniera così violenta ed apparentemente ingiustificata, avevo sentito parlare di belve ematofoghe ma per l'appunto si nutrivano di sangue di altri animali per nutristi e quella, a mio avviso, era più una mattanza.
    Sempre più deciso a capirci qualcosa m'impegnai a fondo per raggiungere il responsabile di quelle morti e quando mi ritrovai davanti ad un'abitazione abbandonata mi soffermai a riflettere, era conoscenza comune che nelle foreste che circondavano Oto vivevano esseri stravaganti, a volte pericolosi e dalle sembianze e comportamenti bizzarri, ed il fatto che le vittime di questi attacchi non fossero che piccoli vertebrati non mi faceva pensare a nulla di più grande di un cane di taglia media, quindi impugnai un kunai e con la massima attenzione mi intrufolai dalla porta divelta, attento a non emettere alcun suono che potesse rivelare la mia presenza. Non può trattarsi di un ninja nemico, non avrebbe senso uccidere animali a casaccio... forse sono fuggiti strani esemplari di sanguisuga a qualche mercante ed hanno dato l'allarme per impedire un'infestazione... Fu sull'onda di questi pensieri che, osservando da dietro lo stipite di una porta, cercando di non farmi notare, trovai il colpevole. Sgranai gli occhi in un primo momento, oltre il corpo tondo che non sapevo se definire ricoperto di peli, fini piume o semplice fumo(?), non vi era altro che una bocca ingorda e sozza di plasma ed un occhio altrettanto grande ed inquietante.

    Se la creatura non mi avesse notato, sarei rimasto in attesa ad osservarla, capirne il comportamento era fondamentale. Si trattava certamente di qualcosa di anomalo, frutto di un incrocio o un innesto sperimentale, probabilmente la mia ipotesi di una fuga da qualche gabbia era esatta e la Palla era scappata, impaurita ed affamata, in cerca di un angolo buio in cui rintanarsi e per questo ne avevano fatto le spese solo pochi esemplari della fauna locale dei vicoli del Suono, nulla di trascendentale e che dovesse comportare l'abbattimento immediato dell'esserino. Questo però non voleva dire che avrei dovuto prendere sotto gamba la situazione, quindi mi affrettai a metter mano nuovamente al mio equipaggiamento, recuperando il ronchetto di filo in acciaio, pronto a catturarla.

    Passati dei minuti o anche semplicemente pochi attimi dopo quel primo avvistamento, nel momento in cui la Palla mi avesse scoperto e mi si fosse rivolta contro parlando, mi sarei ritratto con fare stupito. Non avrei mai pensato ad un'eventualità simile, ma sorrisi, aveva davvero un aspetto buffo, anche se altri l'avrebbero definito più precisamente grottesco. Ciao, non sono qui per farti del male... arretrai di un passo, per far intendere che le mie parole non erano fasulle, mentre la dritta riponeva l'arma sperando che non fosse stata ancora notata. Ho visto quello che hai fatto, hai bevuto proprio tanto... non giudico i gusti altrui e con il sangue ho una certa familiarità, ma non pensi che se ancora non ti sei saziato non sia quello che realmente ti serve? M'inginocchiai, cercando di portarmi allo stesso livello dell'esserino, continuando a rivolgergli parola con tono pacato e accondiscendente Se mi dici chi sei, da dove sei venuto, forse posso aiutarti a trovare qualcosa che soddisfi la tua fame... hai provato a mangiare oltre che bere?
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    Consigliato ad un pubblico adulto
    CITAZIONE (Dorian Pavus @ 3/1/2017, 12:30) 
    Io voglio giocare con Dorian. Qualche mezzasega di Oto che vuole farmi farmare i primi stemmi?

    Per una mezzasega c'è anche Amano che si annoia ad Oto.


    Stupido Shinkywhinky, non tirarmi in mezzo alle tue perversioni
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    Nobuo
    Località sconosciuta, post IV



    Per la prima volta sveglio


    L'espressione sul volto dell'uomo sembrò congelarsi nel momento in cui Eiatsu cominciò a frugare nella sua mente, in cerca di risposte che Nobuo non poteva dare coscientemente, per la prima volta egli stesso avrebbe visto per davvero la sua vita. Quando l'eliminatore terminò la sua indagine, Nobuo ancora non accennò una singola reazione: era stato messo davanti l'evidenza della sua natura semi-artificiale, al fatto che non aveva mai respirato l'aria come stava facendo in quel momento e come invece ricordava di aver fatto nella sua vita fittizia; aveva assistito a qualcosa che avrebbe scosso anche la mente più forte, che avrebbe potuto senza alcuno sforzo portare alla follia. Aveva forse bisogno di metabolizzare con più calma la questione? Qualche attimo più tardi tornò ad aprire gli occhi, l'espressione apatica non lasciava intendere nulla di quelli che ora erano i suoi pensieri. Alla richiesta di rinnovare il suo voto di fedeltà al Suono accennò un sogghigno Rinnovare?! Cerchiamo di capirci... il tono era dannatamente serio Non ho nulla da rinnovare o promettere una seconda volta. La vita che mi è stata donata non mi appartiene... io sono il Figlio concepito dai due più grandi ninja di Oto, sono parte di questo villaggio come la terra su cui sorge e sotto cui si ramifica. Un Figlio del Suono non ha bisogno di essere leale ad Oto poichè è una parte dello stesso. A tratti inquietante, non si poteva leggere il minimo tentennamento nel proclamarsi una parte del villaggio del Suono, come se si stesse riferendo a se stesso al pari di un semplice ed anonimo mattone delle mura che difendevano Oto. Nobuo non aveva bisogno di accettare la realtà dei fatti, era lampante e forse era anche facile intuire che si trattava di una semplice misura di sicurezza indotta dallo stesso genjutsu (o forse una qualche altra arte ninja) in cui aveva vissuto tutte quelle decadi, non era nemmeno così anomalo pensare che la Serpe avesse preso delle precauzioni proprio al fine di preservare l'integrità mentale del soggetto di un esperimento tanto singolare e prezioso una volta che si fosse destato, forzandolo fin dalla sua creazione al sentimento di appartenenza di cui era intriso in ogni sua fibra. Nobuo non poteva tradire Oto perchè era come immaginare per una qualsiasi altra persona di tradire se stessa. Semplicemente impossibile.
    Si mise a sedere quando i rettili che lo costringevano all'immobilità tornarono dalla loro padrona, rifiutando con un gesto deciso della mano il bicchiere che gli veniva porto. Non ho bisogno di alcun medicinale, il sigillo sta ripristinando senza alcun problema tutte le funzionalità del mio organismo... sempre che tu non voglia drogarmi, donna. sorrise malizioso, padrone di una sicurezza che forse non sarebbe stata ben vista dal demone che aveva gestito il villaggio con pugno di ferro e terrore. Qualsiasi cosa vogliate da me vi pregherei di sbrigarvi, ho voglia di vedere il Mondo! Si poteva definire grottesco l'atteggiamento del ninja, a tratti serio e privo di emozioni e d'un tratto spigliato e fin troppo confidente nella propria persona ed agli occhi di uno studioso, attenti ad ogni dettaglio, si poteva leggere una sorta di "programmazione" che interveniva ogni qual volta si facesse riferimento al legame che aveva con il villaggio.

    Se il duo di medici non avesse avuto nulla da ridire, Nobuo si sarebbe fatto condurre nella seconda sala dove -per certi versi- sembrò di rivedere il paesaggio che poteva ammirare dalla sua ampolla ed un'aria nostalgica gli si dipinse in volto. Casa dolce casa! prese a girare per i banchi, scrutando con interesse gli innumerevoli contenitori e strumenti da laboratorio che vi erano appoggiati, simile ad un fanciullo che scopre per la prima volta nuovi giochi li osservava, toccava e maneggiava, eppure le iridi nere avevano una luce diversa, l'occhio esperto di chi sa cosa sta guardando. Sembra non sia cambiato molto, in questi anni... eppure è tutto così diverso. Questo non è il laboratorio in cui sono nato, vero?! Non si curò di ascoltare la risposta, tornando a vagare per la stanza. Voglio imparare la stessa arte di quella donna, del sommo Orochimaru... voglio padroneggiare le hebiton. Puoi farlo? Puoi insegnarmelo? Parlava chiaramente con Eiatsu, ma non lo guardava in volto intento ancora a curiosare per il laboratorio. In cambio potrei aiutarti qui, lo Yakushi mi ha fornito molte nozioni in campo medico e sono certo di potermi rendere utile anche con altro... ehi... Si soffermò davanti ad una piccola vasca in cui erano contenute in sospensione quelle che assomigliavano a delle costole, ma dalle dimensioni decisamente maggiori ed affilate su un lato. Queste mi sembra di averle già viste...
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    Il livello di affezione del Kage di Kiri con i suoi shinobi sarà lo stesso di un Akimichi con le sue merendine!

    Auguri!
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    Amano
    La Torre, post V

    La scalata della Torre richiese non poche energie, lo sforzo di mantenere salda la concentrazione non era da sottovalutare e naturalmente anche il fisico era stato chiamato a pagare la sua parte di fatica, come risultato mi ritrovai a trenta metri d'altezza (o meglio fuori dalle viscere della terra) con diverse escoriazioni, i capelli umidi di sudore ed un dolore incessante al volto ancora sporco. Tirai su con il naso, accusando una fitta che mi fece arricciare il viso giusto per dare nuovo vigore al supplizio che stavo patendo. Sbuffai. Certo che eravamo parecchio in basso, sono esausto! Mi lasciai cadere seduto quando Shinken mi diede il tempo di riprendermi, guardandomi attorno per cercare di capire la conformazione di quel pianerottolo in pietra a cui ero giunto.
    Il pozzo, con la luce del focolare che andava esaurendosi, appariva come un buco dal cui interno si irradiava un leggero bagliore attenuato dalla distanza della sorgente luminosa e quindi incapace di rischiarare la stanza circolare che faceva da ingresso alla voragine da cui eravamo appena usciti, giusto quel tanto che bastava per comprendere che si trattava di una semplice volta con un raggio di poco superiore ai due metri rispetto a quello della Torre, lasciando quindi spazio ad un piano calpestabile tutto intorno al fosso, su di un lato poi il buio più totale lasciava intendere che ci fosse un'apertura nella parete ed un corridoio oscuro che venne poi indicato dallo stesso Takatsui come l'uscita.
    Nelle orecchie, insieme alla voce del sensei ed il respiro pesante per lo sforzo, si poteva udire solo il gocciare amplificato dell'acqua, l'umidità anche qui era la vera padrona di casa. Interessante la tua capacità di modificare il corpo, è per caso qualcosa di simile alla stessa kinjutsu che aveva appreso mio padre prima di riscoprire le sue origini Mikawa? Pur concentrato su altro, non mi ero lasciato sfuggire la trasformazione delle estremità dell'uomo, l'occhio sempre attento a carpire ogni singolo dettaglio per farlo mio ed ampliare così le conoscenze ninja in mio possesso. Certo che ti sei scelto proprio una bella tana, un poco umida forse, ma di sicuro non c'è il pericolo di avere scocciatori che bussano alla porta. sorrisi divertito, anche se la cosa mi procurò l'ennesima sofferenza.

    Dopo alcuni minuti, giusto il tempo per normalizzare la respirazione ed asciugare il sudore che mi correva giù dalla fronte e lungo il collo, Shinken decise che era ora per noi di rimetterci in moto, ma non sembrava desideroso di semplificarmi molto le cose. Non avevamo ormai più luce, gli occhi non potevano abituarsi all'oscurità in un luogo totalmente privo d'illuminazione per cui, secondo le indicazioni della mia guida, mi sarei dovuto affidare agli altri sensi o nel caso farmi condurre da lui. Battei le mani sui quadricipiti rialzandomi, un gesto di auto incoraggiamento per la nuova sfida Ok! Accetto la sfida. nel buio forse non si poteva notare, ma ero elettrizzato all'idea di prender parte a quel gioco. Però se avrò successo poi dovrai insegnarmi una nuova tecnica. alzai il pollice in direzione dell'ultimo posto in cui avevo sentito la voce del mio interlocutore. Se non sbaglio il cunicolo era di qua. allungai entrambe le braccia in avanti, dirigendomi prima verso la parete al mio fianco ed una volta raggiunta, spostandomi in direzione dell'apertura nella volta. I piedi scivolavano guardinghi sul pavimento bagnato, sentinelle per il resto del corpo di un possibile buco in cui non avrei di certo avuto voglia di cadere, mentre le mani distese fornivano il giusto preavviso per evitare altre facciate sui mattoni. Fu in questo modo che arrivai all'uscita, l'orecchio teso per captarePercezione 9 i passi leggeri del jonin se questi non avesse volontariamente annullato la sua presenza per non darmi alcun aiuto.
    Sembrava di esser immersi nel nulla, se non fosse stato per il costante stillicidio dell'acqua ed il fresco pavimento sotto le piante dei piedi nudi ci si poteva impazzire in un posto simile, ma la mia mente in quel momento era troppo concentrata sulle percezioni del mio intero corpo per curarsi della privazione sensoriale a cui era sottoposta. Avanzai lentamente per quelli che mi parvero metri prima di sentire il vuoto sotto le dita, segno che la parete a cui mi stavo affidando era terminata, forse per una svolta o peggio per un bivio, quindi feci un passo indietro e poi mi mossi lateralmente cercando di raggiungere il lato opposto del corridoio per confermare quale delle due ipotesi fosse vera. Purtroppo mi trovavo proprio ad un bivio. Accidenti! Ed ora dove vado? mi fermai a ragionare. Non avevo alcuna idea del percorso fatto mentre ero privo di sensi, per cui cercare di ricordare non sarebbe servito a nulla e potevo dare per scontato che se Shinken mi aveva proposto quella prova era perchè avevo la possibilità di portarla a termine, ma per un attimo non ebbi alcuna idea sul come procedere finchè, leggero come una carezza, un lieve alito di vento mi rinfrescò la fronte ancora leggermente umida per l'arrampicata. Una sensazione leggerissima e quasi del tutto inconsistente, ma era tutto ciò che potevo desiderare di meglio in quel momento. Sorrisi soddisfatto, se avessi seguito le correnti d'aria che naturalmente si formavano in quel labirinto sarei uscito vincitore da quel dedalo di mattoni.

    Nel caso in cui mi fossi ritrovato ad un punto morto, dove ne il soffio d'aria ne l'udito in cerca del mio compagno di "viaggio" mi avessero permesso di fare una scelta, a malincuore e dopo un paio di minuti d'indecisione mi sarei arreso alla mia incapacità di trovare l'uscita da solo. Purtroppo non credo di esser in grado di fare di meglio, ma ora proprio non so dove andare Shinken. Seguirò la tua voce... uffa! avrei detto, con un accentuato tono sconsolato.
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    Quando si concludono giocate così vecchie con risvolti così epici mi chiedo: non è che stiamo dando vita a wormhole che un giorno distruggeranno il web?
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    Amano
    La Torre, post IV

    Incredibile. Aveva davvero dell'incredibile quello a cui avevo appena assistito! Non era certo la prima volta che avevo la fortuna di osservare un ninjutsu, mio padre ne aveva mostrati tanti negli anni, dei più disparati, ma una cosa simile era stravagante ed affascinante: quante identità si potevano acquisire con i calchi dei volti altrui? Sorridevo divertito E' perfetto! Identico all'originale. mi avvicinai, per meglio squadrare il nuovo volto di Shinken da ogni angolazione Che spettacolo, ma spiegami una cosa... cosa c'è di diverso rispetto ad una henge Sh-... ah! Come dovrei chiamarti ora? semplice curiosità, qualcosa che mi aveva sempre accompagnato fin dal mio primo passo nel mondo degli shinobi ed ora che l'operazione del fu Takatsui era terminata servivano anche nuove presentazioni.

    Avevo immaginato un'eventualità simile, a meno di porte nascoste e passaggi segreti... dissi, rivolgendo il naso all'insù, verso il buio più totale. Trattandosi di un'abilità basilare Luis mi aveva già iniziato a quel tipo di pratica, erano diversi giorni infatti che mi allenavo a trattenere piccoli oggetti nei palmi delle mani, un esercizio semplice per apprendere il controllo del chakra adesivo.
    Coprì il capo con il cappuccio, un gesto con cui avevo intenzione di isolarmi temporaneamente dall'esterno per concentrarmi sulla mia interiorità, le mani raccolte a coppa davanti all'addome. Non diedi una risposta all'improvvisato sensei, sarebbero stati i fatti a parlare per me e se conosceva anche solo un poco il mio maestro, avrebbe subito intuito che non avrei scelto la via semplice per uscire da quel buco.
    Il Mikawa si era lasciato andare ad un commento sorpreso, una volta, constatando la peculiare naturalezza con cui avevo imparato a piegare il chakra al mio volere in poco tempo, molto meno di quello che ci volle a Lui per raggiungere gli stessi risultati, così disse. Ma dopo i primi successi arrivarono anche le prime difficoltà, ero ben consapevole dell'energia che scorreva nelle fibre del mio essere, eppure manipolarlo all'esterno del mio corpo comportava sempre non pochi grattacapi, anche per questo Luis decise di partire dal controllo minimo, giusto il necessario per tenere una nocciolina aderente al palmo mentre eseguivo piegamenti per le gambe ad esempio, costringendomi così a padroneggiare quel tipo di manipolazioni al pari del respiro, sarebbe dovuta divenire una cosa naturale da compiere senza pensiero.
    Per un attimo l'aria attorno al mio corpo vibrò, muovendosi come se improvvisamente scaldata, scostandomi alcune ciocche di capelli dalla fronte lasciando libertà d'osservare la nuova espressione che avevo dipinta in viso, ora mutata, e quando riaprì gli occhi il cambiamento risultò ancor più evidente, la concentrazione mi aveva incupito e reso i lineamenti del volto più duri -se possibile- facendomi apparire meno fanciullo di quello che si poteva dire qualche minuto prima. Gli occhi, tra tutto, erano quelli che avevano "sofferto" la trasformazione maggiore, animati da un bagliore bluastro quasi spettrale. Fu in questa nuova e profonda condizione mentale che mossi il primo passo verso la parete, seguito dai successivi con cadenza sempre maggiore assumendo i connotati di una vera e propria corsa che mi portò a ridosso della superficie verticale con una notevole velocità tramutata abilmente in slancio verticale grazie ad un elegante ed esplosivo piegamento della dritta, la mancina seguì la direzione intrapresa dal resto del corpo e cercò l'appiglio necessario per proseguire la progressione verso l'alto, uno splendido esercizio ginnico che diede mostra delle capacità atletiche acquisite negli ultimi tre anni. Parve un successo al primo tentativo fintanto che, in un'evoluzione quanto mai repentina, il piede sinistro scivolò sulla melma che ricopriva i mattoni e come risultato la testa venne proiettata in avanti concludendo il tutto con un sordo tonfo. Mi ritrovai seduto, le mani a coprire il naso e la bocca mentre un sapore ferroso invadeva la cavità orale che mi costringevo a tener serrata, intanto dal profondo un gorgoglio strozzato si fece largo in tutto il locale. Non avrei gridato, già troppo l'imbarazzo per quella magra figura, ma era evidente il livello della mia sofferenza e poco dopo sarebbe stato anche visibile un piccolo rivolo di sangue che scendeva lungo i miei polsi Ok, non era esattamente quello che avevo in mente. Il naso rotto ed un labbro spaccato erano la penitenza per aver agito di petto, senza fermarmi a riflettere sulla situazione. Dopo un paio di minuti, gli occhi gonfi di lacrimoni ed il volto ridotto ad una maschera di sangue, mi sarei rialzato ponendomi ad un solo passo dal muro, pulendomi il muso sulle maniche della felpa mi preparai ad un nuovo tentativo di scalata questa volta armato di una coppia di kunai Ok, riproviamoci con più calma. sputai a terra, nauseato da quel sapore metallico. Percepivo unicamente il pulsare doloroso che dal setto nasale si stava allargando a tutta la faccia, le tempie non da meno rispondevano a ritmo lasciando intendere che da lì a poco avrei sofferto di una violenta emicrania.
    Questa volta procedetti davvero con più calma, un passo alla volta cercando l'appoggio con le dita dei piedi tra le fessure dei mattoni e sorreggendomi con i kunai, puntellati a dovere nella parete. Certo, i primi due metri risultarono più una scalata che altro, ma ad ogni nuovo passo in alto perfezionavo l'aderenza del mio chakra a quella superficie scivolosa e piena di insidie, lasciando sempre più ai piedi il compito di sostenermi, ma senza mai abbandonare la sicurezza del metallo che stringevo tra le mani. Dovrei esserci, ti seguo! sorrisi in direzione del Takatsui, una smorfia tirata e carica di tensione a dir poco grottesca con il gonfiore che aveva iniziato a mostrarsi sulle labbra livide e sotto gli occhi arrossati, per non parlare del sangue che ancora macchiava buona parte del volto ed i denti.

    Lascio decidere a te come QM di questa piccola giocata/addestramento se Amano riesce nel suo intento, dipende tutto dal fatto che il post ti sia piaciuto o meno a questo punto :zomg:
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    CITAZIONE (Shinken Takatsui @ 4/12/2016, 11:34) 
    Luis Amano é bellissimo, mi sono crepato dalle risate leggendo di Febh e la droga 😂

    Essere invincibile gli ha dato alla testa!
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    Amano
    Neko Senzai, post IV

    Il racconto di Kamine, pur convincente nei modi, mi lasciò perplesso; era evidente che si era intrufolata nella tenda intuendo in qualche modo che quell'uomo fosse un membro delle Asce ed in un primo momento temetti che lo stesso dubbio potesse cogliere anche Aya, ma per nostra fortuna lo stupido Taro non ebbe l'intelligenza di aspettare l'ovvia conclusione a cui tutti sarebbero arrivati, inveendo contro la kunoichi e la stessa padrona di casa con appellativi che la bionda non apprezzò minimamente. Intanto, osservando lo strano tatuaggio presente sul corpo della mia alleata cercai di offrirgli un sostegno per rialzarsi, al tocco sembrava vittima di una forte febbre ed il colorito che stava prendendo non prometteva nulla di buono, sembrava quasi fosse stata avvelenata ed una certa preoccupazione oscurò la mia espressione Ti aiuto io! Non temere, ora ti porto subito al No Pain no Gain. dissi mentre coprivo la giovane con un pesante drappo. Non sapevo esattamente cosa avesse in mente la jinchuuriki, ma era semplice comprendere perchè volesse essere portata alla sala dei tatuaggi. Ops... fu tutto quello a cui pensai quando l'alterazione di Aya fu palese nel suo freddo modo di rivolgersi all'uomo ancora legato e, memore delle storie violente sentite dal mio patrigno sui modi della gente del Suono, non mi stupì più di tanto quello che avvenne dopo.
    Le urla del poveretto mutilato ci accompagnarono per diversi metri ancora una volta che io e Kamine ci fummo allontanati dalla tendopoli.

    No Pain no Gain

    Ti avevo avvisata di andarci piano, ho capito il tuo punto di vista e l'urgenza di risolvere la questione, ma hai agito avventatamente ed ora guardati! non ci conoscevamo affatto, ma ero seriamente preoccupato per le condizioni della mia compagna e questo m'impediva di tacere Sei almeno riuscita a scoprire qualcosa prima che quello stupido ti conciasse per le feste? estrassi la busta con le pillole che avevo ricevuto dalla maîtresse Aya mi ha fornito questi campioni, strane droghe di cui s'imbottiscono le Accette, pare che dietro questa faccenda ci sia addirittura Ame. Appena ci saremo occupati di te le porterò in amministrazione per farle analizzare. se anche Kamine avesse rivelato le informazioni in suo possesso mi sarei assicurato di memorizzare ogni singola parola per poter far rapporto allo Yakushi, la faccenda si stava facendo sempre più brutta dal mio punto di vista.

    Una volta arrivati al salone non feci in tempo a presentarci che il tatuatore ci salutò, peccato che il nome con cui lo fece era del tutto errato No vecchio, non sono uno Yotsuki... la ragazza ha bisogno di aiuto, questo tatuaggio... ed ancora l'uomo mi anticipò riconoscendo al volo qualsiasi cosa fosse quello che stava lentamente uccidendo la kunoichi che sorreggevo. Lasciai che fosse lei a dare le dovute spiegazioni, in fondo io non sapevo nulla di quello che era accaduto poco prima in quella tenda, ma il fatto di rimanere in silenzio mi diede il tempo necessario per guardarmi attorno e concentrarmi quel tanto che bastava per notare lo strano tatuaggio di un serpente incatenato che l'uomo aveva sul braccio Sembra che siamo nel posto giusto... Jigoku l'ha chiamato?!. L'urgenza con cui l'anziano si mosse mi fece desistere dal dare voce alla mia curiosità, assecondando la sua richiesta di spogliare Kamine a cui mi sarei rivolto con un lieve imbarazzo Scusami, giuro di guardare il meno possibile. fu così che la liberai dal telo con cui l'avevo avvolta e iniziai a toglierle quel poco di biancheria intima che ancora aveva indosso facendola accomodare sulla poltrona.
    A quel punto il tatuatore si mise all'opera, guardai con fare affascinato le sue movenze, l'inchiostro fluttuare nell'aria ed i disegni che man mano prendevano forma sulla pelle della jinchuuriki. Rimasi sbalordito nel vedere come il serpente si muovesse, quasi volesse fuggire dalla gabbia che Mozumi stava tracciando e mentre questi lavorava mi sarei permesso di disturbarlo Che diavoleria è mai questo Ji... Jigoku? chiesi in merito al rettile d'inchiostro. Quando siamo arrivati hai accennato ad un certo "signorino Yotsuki", è forse passato di qui Kato? Sai dove sia ora? e fu forse a causa di queste mie domande che a quel punto il vecchio mi cacciò, ma non me la presi più di tanto perchè era giunto il momento di tornare dal grande capo.

    Amministrazione

    Giunto in amministrazione avrei quindi trovato Febh, ancora del tutto assorto nello stato emotivo in cui l'avevamo lasciato qualche tempo prima, impegnato a guardare un qualche tipo di filmato di sicurezza a cui non diedi molta importanza. Senza perdere tempo feci rapporto riportando le informazioni sulle droghe -che consegnai senza indugio-, sul possibile coinvolgimento di Ame ed eventualmente tutto quello che mi era stato riferito da Kamine: dei tatuaggi della Locusta, di Mani d'Oro (chiunque egli fosse) e dell'uomo che chiamavano Lord e Re. Avrei dunque riferito della kunoichi, del tatuaggio del serpente che la minacciava e del tatuatore con cui l'avevo lasciata, del Jigoku e di ogni altra cosa fossi venuto a sapere e mentre raccontavo scrutavo con interesse il volto dello Yakushi cercando di cogliere ogni sua reazione. Volevo sapere tutto quello che lui stesso sapeva e, se avessi anche avuto un singolo dubbio che ciò di cui gli stavo parlando potesse non essere un argomento nuovo per lui, gli avrei chiesto di condividere con me le sue conoscenze al riguardo.
    Quando Febh assunse una delle pillole che gli avevo appena portato rimasi di stucco, non era forse stato per una simile leggerezza che Villa Mikawa aveva rischiato di esser rasa al suolo? Perchè siete tutti così in questo villaggio... mugugnai tra me e me, ascoltando con interesse il risultato della degustazione tossica dello Yakushi. Credo che prima di andare a curiosare nella tana del lupo serva riunire la squadra. Abbiamo forse un modo rapido per comunicare con gli altri o, almeno sapere dove siano ora?
    In ogni caso sarei tornato al salone di tatuaggi per assicurarmi che Kamine fosse al sicuro e nel caso, avrei cercato con lei un modo per riunirci agli altri comunicando loro la nuova pista che potevamo seguire.

    Amano Banryu

    Energia vitale: 30/30
    Vitalità: 8/8
    Ferite: Illeso.
    Chakra: 90/100
    Consumi del turno: nessuno.

    Commenti OT
    Do per scontato che si siano tutti presentati quando sono arrivato in amministrazione e li ho salutati.

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    Amano
    La Torre, post III

    Dopo aver distolgo lo sguardo in un primo momento ora ero del tutto assorto nell'osservare il bisturi incidere a più riprese le carni livide del morto, incantato in maniera quasi morbosa da quello spettacolo disgustoso, ma ipnotico. Pur provando ribrezzo, palese nella mia espressione, per quello che il jonin stava compiendo non riuscivo a non guardare forse catturato dalla naturalezza dei gesti del chirurgo il quale, dal canto suo, sembrava non provare alcun tipo di emozione, il volto fermo in un'espressione indecifrabile.
    Si prese una pausa, sgranchendosi con gesti misurati e collaudati, per spiegare poi il motivo di quella operazione Non c'è da temere, non sono un chiacchierone. dissi con serietà, incrociando le braccia al petto Ma non ho ben capito perchè sia necessario operare il volto di quel cadavere... oh! Dai... no... che schifo! realizzai solo in seguito come il tutto fosse legato ed ebbi quasi un conato di vomito immaginandomi una maschera sanguinolenta in pelle fresca indossata a mo di passamontagna. Non avevo una vasta conoscenza del mondo ninja, tanto meno ero avvezzo alle pratiche mediche legate ad esso e quindi non avevo idea della raffinatezza di quell'arte, al momento mi sembrava solo un orripilante modo per celare la propria identità. Non so come tu possa pensare di indossare quella cosa, ma sta pur certo che non sarà dalla mia bocca che uscirà una sola informazione a tal proposito. Non ho mai nemmeno incontrato Shinken per quanto mi riguarda. gli feci l'occhiolino come cenno d'intesa prima che si rimettesse al lavoro con altri strumenti.
    Mi avvicinai quando fui invitato, osservando ancor più da vicino l'operato del Takatsui in un certo senso affascinato dalla maestria con cui stava lavorando sui tessuti perfettamente conservati di quell'uomo senza nome steso sul mobile in legno. Tutto mi sarei aspettato a quel punto tranne un'interrogazione sulla mia preparazione di base, ma non potevo lasciar intendere che Luis avesse trascurato d'insegnarmi oltre che allenarmi, quindi senza troppi giri di parole passai subito a rispondere al quesito dell'eliminatore Il chakra è ciò che distingue noi ninja dai comuni combattenti, l'essenza prima del ninjutsu e del genjutsu senza trascurare la possibilità che ci dona di compiere azioni altrimenti impossibili. La nostra arma più preziosa poichè è frutto della nostra preparazione fisica e della prontezza mentale: la forza, la resistenza, la velocità... in parole povere la nostra energia fisica... girai attorno al corpo immobile, portandomi frontalmente al mio interlocutore per meglio studiarne i movimenti precisi delle mani si lega nel tantien alla nostra energia psichica, prodotta dalla forza mentale acquisita con duri allenamenti e l'esperienza accumulata. presi una pausa, inspirando con calma per sollevare lo sguardo ceruleo sul volto sfregiato, sorridendo con soddisfazione Può bastare?
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    Nobuo
    Bosco dei Sussurri - Arena di Oto, presentazione III



    Risveglio muscolare


    Non faceva che sbuffare, farfugliando parole incomprensibili mentre l'impiegato riprese il suo posto, cercando di dare inizio allo scontro tra i due shinobi. Kato non fece una piega rimanendo freddo e concentrato e non appena gli fu chiesto di firmare i documenti riguardanti il combattimento non si fece pregare, apportando il suo nome in calce al foglio, giusto prima di presentarsi alludendo ad una sorta di minaccia e sparire fuori dall'ufficio in direzione dell'arena. Nobuo lo guardò defilarsi, senza muovere un muscolo rimanendo così in quella stramba posizione Ne avevo richiesto uno divertente... - Ma signor Nobuo, le assicuro che il ragazzo è veramente in gamba, un ottimo combattente - Ma io ne avevo chiesto uno divertente, non bravo, DIVERTENTE! si alzò di scatto, sistemandosi la giacca - Non capisco - Lo vedo bene, un altro e che questo sia spassoso o me la prenderò con lei, signor impiegato . Prese la via della porta, con passo veloce e deciso, ma in direzione opposta a quella presa dallo Yotsuki.
    CITAZIONE

    <p align="center">Commenti OT
    Grazie alla comprensione di Cubolo, ho deciso di concludere preventivamente lo scontro per problemi di caratterizzazione del pg.

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    Amano
    La Torre, post II

    Mi concessi diverso tempo per osservarlo e studiarne i movimenti, occhi grigi come mio padre ma del tutto diversi allo stesso tempo, sfregi ne deturpavano il volto senza nasconderne però l'aria seria. Nonostante l'inquietudine che derivava dall'aspetto spettrale del jonin non potei non notare l'educazione con cui mi rivolse parola, mi spiegò con precisione dove ci trovassimo e per un attimo tornai nel passato cercando di ricordare un qualsiasi racconto di Luis riguardante quel luogo La Torre?, ma non ne avevo alcuna memoria e la cosa m'incuriosì, ingenuamente convinto del fatto che in quei tre anni trascorsi insieme mi avesse svelato tutti i segreti del Suono, ma i nomi pronunciati poco dopo, quelli sì li avevo già uditi nei resoconti della sua carriera ninja. Takatsui, uno dei compagni di mio padre a difesa delle mura di Oto; Jaku, una famiglia antica il cui più famoso esponente fu Hokage. Sei uno dei guardiani, se la memoria non m'inganna in un certo senso, quella conversazione mi stava rasserenando un poco, avere ben impresse nella mente le memorie del Mikawa mi faceva sentir parte a mio modo di quel luogo e più vicino di quanto non potessi essere ai perfetti sconosciuti che andavo via via incontrando, vecchi commilitoni del mio genitore adottivo Luis mi ha raccontato molte cose in questi anni .
    Mentre armeggiava con due rotoli e vedendolo eseguire la tecnica del richiamo per liberarne il contenuto mi azzardai ad avvicinarmi ancora un poco quando, per lo stupore di veder comparire un corpo, mi ritrassi con aria disgustata Mah... è un cadavere! dissi con disappunto, sottolineando l'ovvietà della cosa. A quel punto abbassai lo sguardo, notando solo in quel momento la steccatura Ah, non me ne ero nemmeno accorto... picchiettai la punta del piede un paio di volte a terra Va bene! Non so cosa mi abbia rifilato quel tizio alla villa, mi aveva avvertito di possibili controindicazioni dato il dosaggio massiccio e forse anche per quello ho perso nuovamente i sensi, ma quando mi son risvegliato le ferite erano praticamente tutte sparite... ma non ricordo di essermi fatto male alla gamba Che sia successo mentre ero privo di sensi? Grazie anche per esserti preso cura di me, ma credo che questa medicazione non serva mi chinai, cercando di allentare la fasciatura e liberarmi così dalla steccatura, fu così che notai un bagliore metallico ai piedi del giaciglio che mi aveva ospitato nelle ore precedenti e senza troppo sforzo riconobbi il mio equipaggiamento, mi affrettai a recuperarlo e con due gesti rapidi di kunai finii il lavoro che avevo poc'anzi cominciato.
    Le parole che seguirono mi fecero gonfiare il petto come un tacchino, trasudavo orgoglio ed entusiasmo nel sentir tessere le lodi del mio patrigno Avresti dovuto vederlo a Borgo Dipao, in un primo momento sembrò di avere davanti un vecchio malfermo, ma appena estrasse la katana dal fodero fu uno spettacolo meraviglioso! Il sorriso che mi comparve in volto era talmente smagliante da riflettere il bagliore del focolare Sangue e acciaio danzavano attorno a lui, ora sono così invidioso di non poter padroneggiare le arti Mikawa... ma mi son ripromesso di superarlo un giorno e a quel punto sarò io a proteggerlo! distesi il braccio mostrando il pollice ed uno sguardo grintoso, quasi stessi facendo quella stessa promessa anche al Takatsui, ignorando per mia fortuna l'operazione che questi stava portando avanti sul volto del morto. Tralasciando la mamma che lo stressa per ogni tipo di faccenda domestica, penso proprio che abbia trovato la pace che gli serviva per non soccombere a se stesso. Non so poi dirti se era quello che stava cercando, ma penso che sia soddisfatto di quello che ha ottenuto Sì, ero sicuro che papà ora fosse nel posto giusto.
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    Amano
    Luogo sconosciuto, post I

    Mi svegliai, stiracchiandomi rumorosamente come ero solito fare dopo una lunga dormita, dovevo sempre ridare vita ai muscoli irrigiditi dalla prolungata inattività e, pur non sapendolo, quella fu la pennichella più lunga della mia esistenza con i suoi due giorni di durata. Il tepore che percepivo sul viso mi fece sorridere e mi voltai nel giaciglio accucciandomi ancor meglio sotto il pesante lenzuolo che mi copriva, l'espressione beata di chi si prepara a tornare tra le braccia di Morfeo incurante del mondo che lo circonda, ma d'un colpo i ricordi tornarono alla mente ed una frazione di secondo più tardi mi tirai seduto con occhi spalancati in cerca di qualcosa di famigliare.
    Per l'irruenza del gesto la coperta cadde a terra ed il particolare suono che ne derivò attrasse la mia attenzione, ai piedi del letto malfermo la luce delle fiamme disegnava giocosi riflessi color rosso ed arancio in quelle che avevano tutta l'aria di esser pozzanghere, poi l'odore stantio di cantine e caverne umide m'invase le narici facendomi arricciare il naso per il fastidio, me lo grattai con il dorso della mano mentre lo sguardo vagava in ogni dove. Il fuoco dava un'aria inquietante a quella che sembrava un'immensa stanza, le ombre danzavano al ritmo del falò scoppiettante dando forme ambigue alle sagome di oggetti e mobili di dubbia fattura. Sembrava a tutti gli effetti di trovarsi in un piano interrato di qualche grande palazzo, una di quelle aree dimenticate per anni perfino dalla servitù, l'unico aspetto preoccupante era l'assenza di un soffitto; sollevando il mento all'insù, avendo ormai voltato lo sguardo a trecentosessanta gradi l'unica direzione in cui rivolgerlo era quella del cielo, mi lasciai sfuggire un gemito appena sussurrato Misericordia ladra... , il nero più cupo inghiottiva le pareti che si sollevavano a svariati metri d'altezza, lisce e compatte e senza alcun tipo di apertura Dove diavolo sono finito? , la più importante ed urgente delle domande occupò tutti i miei pensieri.
    L'ultimo posto che ricordavo era la villa del Garth, anch'essa in pessime condizioni, mi fu quindi naturale pensare di esser ancora lì, ma quell'immenso tubo di mattoni sembrava un pozzo senza fondo visto dal basso ed una certa -ed ovvia- apprensione mi strinse la gola. Ehi! C'è nessuno? dissi a mezza voce, inconsciamente preoccupato di chi potesse rispondere, nel mentre mi alzavo dal letto, i soliti piedi nudi percepirono la fredda umidità che, nonostante il focolare, la faceva da padrone in quello spazio così sinistro. Fu solo a quel punto che mi accorsi dello spettro che abitava quei luoghi, una figura longilinea che ben si adattava alle cupe ombre che continuavano la loro danza sul pavimento e le pareti tondeggianti. Ebbi infatti un sussulto quando ricevetti risposta al mio quesito, l'uomo che con fatica riconobbi come il tizio che era comparso nella casa Mikawa sembrava indaffarato in qualche ricerca, ma nonostante questo fin'ora non ero stato in grado di percepirlo. Lo squadrai con sospetto, cercando di capire cosa stesse facendo esattamente, i nervi a fior di pelle e l'istintivo movimento delle mani in cerca dei miei kunai.
    Tu sei l'uomo che è intervenuto nello scontro con l'Amministratore, giusto? feci un timido passo nella sua direzione Grazie. Il mio nome è Amano... posso sapere cos'è successo dopo che sono svenuto e dove siamo ora? la voce insicura dava libera lettura dell'ansia che mi stava stringendo il cuore, ritrovarsi in una situazione simile dopo aver vissuto quei terribili momenti con lo Yakushi non era certo un bel modo di cominciare la giornata Quanto avrò dormito? Questo tipo è inquietante davvero!

    Commenti OT
    Lascio in sospeso il fatto o meno di trovare il mio equipaggiamento, non sapendo cos'hai fatto al mio tenero pg mentre era privo di sensi

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    Spero che questa volta tu abbia la maturità necessaria a capire che Oto è l'unico villaggio che vale la pena di frequentare :patt:
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    Quasi quasi mi farei un giro con Nobuo, giusto perchè si parla di festa in costume a tema piratesco
1351 replies since 3/4/2005
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