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    Una questione d'amore


    Parlato - Pensato

    Una nuova giornata, altro da studiare e da imparare, una manna dal cielo per chi come lei è dedita ai propri compiti, al proprio lavoro che è appunto quello di studiare per diventare una Genin e dunque entrare nel vero mondo dei ninja. Questo è il primo pensiero che ogni volta la tira giù dal letto per dirigersi verso l'accademia, ancora ignara che oggi il destino le ha riservato qualcosa di diverso. Passi rapidi con i quali andrebbe ad attraversare la porta d'entrata dell'accademia, questo prima di venir fermata dal suo Sensei che prontamente le comunica la missione che le è stata assegnata con tanto di lettera. Si perché lei è stata scelta in quanto la migliore del suo corso e proprio per via della sua persona, un onore non c'è che dire che ovviamente non viene neanche espresso.

    La ringrazio, per me sarò un onore portare a termine la missione e mettermi in mostra

    Perché ovviamente fare del suo meglio è nei suoi compiti, fa parte del suo dovere e proprio per questo deve farlo al meglio. Mancina che si allungherebbe a prendere la lettera che il sensei le porge, busta che verrebbe aperta per poterne leggere il contenuto, con conseguenti indicazioni sul luogo e l'ora.

    Allora io vado a prepararmi

    Ed è con queste parole che abbandona l'accademia per potersi dirigere nuovamente verso casa, per studiare il luogo in cui avverrà la missione, i vari dati e infine prepararsi mentalmente e fisicamente a quella che appare come un incarico piuttosto semplice eppure è pur sempre una missione di livello D non può permettersi di prenderla alla leggera.



    Il giorno della missione è giunto, i preparativi sono stati ultimati ed è arrivata al luogo dell'incontro con largo anticipo, non può permettersi ritardi inutili. Ed è proprio in quel momento che apprende di non essere l'unica, semplice cenno del capo a quelle che saranno le sue compagne di missione, non che la cosa la turbi particolarmente, il viso permane serio anche nel momento in cui le viene sbattuta davanti la sua povertà e la differenza di classe sociale che c'è fra loro e il mittente della missione. Si presenta quest'oggi come una ragazza dai lunghi capelli castani e grandi occhi verdi, vestita da Kunoichi ovvero un paio di leggins fino al ginocchio per agevolare i movimenti più atletici, sopra invece una maglietta tecnica con stampato all'altezza del cuore il simbolo di Oto rigorosamente in viola e che si ripete sulla schiena ma più in grande. Sguardo che si focalizza sul mastino nel momento in cui quest'ultimo le accoglie. Un leggero inchino anche nei suoi confronti mentre ascolta attentamente quello che dice, il lusso intorno a lei non pare neanche cogliere di striscio la sua attenzione, tutto quello sbriluccichio non fa per lei.

    Il quarto gruppo...strano...

    Si tratta di un incarico, alla carta, piuttosto semplice e proprio per questo la cosa le pare piuttosto strana, infondo si tratta solo di prendere un po' di soldi ma del resto se lo aspettava pure che non sarebbe stato così semplice. Silente ascolta tutte le informazioni che vengono fornite dal ragazzo, assimilandole nella propria mente per non poter sbagliare una volta iniziata la vera missione. Si ferma solo nel momento in cui raggiunge la stanza del Signore della tenuta, braccia che si spostano e mani che si incrociano dietro la schiena assumendo una posizione del tutto militare ma infondo fino ad ora nulla ha smosso la sua espressione facciale, è rimasta seria dall'inizio alla fine, distaccata ma sempre attenta ad ogni parola.

    Rin Asami

    Nulla di più, nome e cognome, semplice e concisa, non spreca altro fiato se non dire quanto le viene chiesto. Silente dunque riprende poco dopo a seguire il Mastino verso la carovana per poi sedersi al suo interno, esattamente difronte al uomo, per poterlo guardare e dunque assecondare quell'invito.

    Vorrei sapere un paio di cose, primo come mai altri gruppi hanno fallito? Secondo perché la banca non vuole ridare i soldi? E terzo perché non può recarsi Il signor Iwata direttamente?

    Domande che nascono di principio, non guidate dalla sua curiosità ma certamente utili a capire cosa sta succedendo e anche capire meglio il loro obbiettivo finale, contro cosa dovranno scontrarsi perché è tutto fin troppo vago ed è piuttosto conscia che non si tratti SOLO di prendere qualche soldo. Silente or dunque attende, rimanendo composta anche nella seduta, rigida e piuttosto formale nel linguaggio, non si scompone, mai.



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