Corridoi dell'Accademia

All'interno dell'Accademia

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  1. Godsan
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    Fuga!

    2. ESTERNO. GIARDINO DELL'ACCADEMIA - GIORNO
    [Alberi fioriti e prato curato.]

    "Il pomeriggio successivo..."

    GODSAN è disteso sotto un albero, alla sua ombra. DARSCH volteggia in cielo alla ricerca di prede.

    GODSAN (Voce Off)
    Niente di così complicato alla fine. Ho fatto il mio lavoro, mi sono familiarizzato un altro otese...ma guarda te...vabbè...uff...e ora pure la rogna di un accusa infondata. Devo riuscire a cavarmela da solo. Dubito e non voglio una guardia a difendermi...anche se magari farebbe comodo...bah...


    DARSCH
    Kyyyyy-eeeeee...


    GODSAN (Voce Off)
    Ecco, avrà trovato la sua preda.


    Un'ombra nera si avvicina veloce sotto l'albero. Atterra poco più in là. E' PESTIMUS accompagnato da SENTWA
    Godsan si ridesta improvvisamente quasi spaventato.

    GODSAN (Voce Off)
    Ma che diam...!!! Cazzo che velocità. Siete già di ritorno...


    Godsan si avvicina alle zampe di Pestimus il quale si lascia sfilare il messaggio. Godsan lo apre.

    CITAZIONE
    Godsan,

    Se hai dei testimoni e se, soprattutto, Diogene Mikawa ti conosce abbastanza da sapere come combatti, allora direi che hai delle buone possibilità di dimostrare la tua innocenza (tralasciando l'assurdità che un genin riesca a massacrare da solo l'intera guardia di un Muro otese).

    In ogni caso, se ritieni che tornare a Kiri sia pericoloso ed ovviamente andare ad Oto sarebbe puro suicidio, ti consiglio di restare in territori accademici, quindi o resti dove sei, o vai a Konoha, ti sconsiglio Suna, da quel che so lì le alte sfere sono in buoni rapporti con quelle di Oto.
    In ogni caso, avvisa prima di muoverti.
    Superfluo dirtelo, ma vedi di non farti ammazzare ed aspetta novità.

    Sandaime Mizukage.

    Godsan mostra un lieve sorriso. E' soddisfatto.

    GODSAN
    Bene...


    Fruga tra i suoi affetti nel piccolo zaino con se e ne estrae una penna con un foglietto. Scrive qualcosa e lo lega nuovamente a Pestimus.

    GODSAN
    Mi spiace farvi lavorare così tanto. Spero vi ricompenserà il vostro padrone. Toh, tenete un pezzo. Non che sia granchè...


    Godsan prende un pezzo di mollica di pane e lo divide in due mettendolo sotto ai due rapaci. Essi però volano via come niente fosse.

    GODSAN
    Contenti loro
    (basito)


    Godsan si rialza immediatamente e corre via fuori dalla zona Accademica.
     
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  2. Ciuffodromico
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    » Alla Ricerca di Nuove Leve «



    Periodo noioso. Poco movimento, niente addestramenti e una sola missione conclusa. Ero veramente annoiato. Cosa fare? Beh, come al solito in queste situazioni di noia, mi diressi in Accademia, per vedere se potevo prendere sotto la mia ala qualcuno, così da allargare ulteriormente le mie conoscenze. In effetti, in Accademia ne avevo conosciuti molti di ninja che dopo anni continuavo a sentire tra lettere e incontri. Chissà che girando per i corridoi, come è già successo anni prima, non incotro qualcuno.

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    Entrai, dunque, nei corridoi dell'Accademia, dove avrei cominciato a girare con una mano in tasca e l'altra sul bastone che mi reggeva nella mia camminata stanca e annoiata. Mi sarei dunque diretto presso l'ufficio riservato all'assegnazioni degli allievi ai vari sensei volontari, come me, e non, con la speranza di trovare qualcuno da addestrare. °Alla fine torno sempre qui. EeeeeuuuufffffF...°

     
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  3. TENORItaiga!?
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    Persa? No, no.

    Giravo ormai quasi a vuoto per i corridoi dell'accademia, quel che mi aspettavo di vedere era un'aula con affisso alla porta un enorme cartello che recitasse "Corso base di combattimento", ma per quanto continuassi a guardarmi intorno, cercare e cercare ancora per l'Accademia, di quella porta non ve n'era neanche l'ombra. Mi ero persa? No. Forse. Soltanto un pochino. Rifiutavo di ammettere persino a me stessa di non sapere dove fossi, né dove fossi diretta; ma ormai ero talmente intestardita da non voler chiedere informazioni a nessuno. Ce l'avrei fatta da sola, punto, discorso chiuso.
    Leggermente irritata, imboccai un corridoio a me di fronte e svoltai l'angolo, senza fare troppa attenzione a dove stessi mettendo i piedi, e forse neanche pensavo che avrei rischiato di...
    «Ouch!»
    ... cozzare contro qualcuno. Un uomo alto almeno quindici, venti centimetri più do me, dal fisico sicuramente imponente. Il risultato fu che mi ritrovai ad indietreggiare di qualche passo, sbilanciata dallo scontro. Mi massaggiai instintivamente la testa sebbene non mi fossi fatta praticamente niente, mentre mi apprestavo a donare una delle mie migliori occhiatacce al malcapitato, colpevole di star passando lì nel momento sbagliato: capelli scuri, abiti verdi.
    «Scusa.», le lettere scandite una ad una, col tono di chi manda a quel paese al posto di scusarsi. Inutile dire che l'irritazione era cresciuta, e non poco, tanto da farmi dimenticare il mio scopo primario. E, a proposito, perché non approfittare della presenza del tipo per avere indicazioni?
    «Mi sono appena iscritta al corso base di combattimento, dove devo andare?», domanda tutt'altro che gentile, in fondo avrò pur dovuto dare la colpa a qualcuno, se mi trovavo in quella situazione, no?
    Fossi stato in lui, avrei fatto bene a conoscere la risposta...
     
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  4. Ciuffodromico
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    » Incontro-Scontro «



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    "Ouff!" Mi riaggiustai il cappello in testa, per poi vedere contro chi avevo urtato. Una ragazzina, praticamente: venti centimetri più bassa di me, con un'aria tutt'altro che gentile, anzi, decisamente minacciosa per chiunque. Le chiesi scusa, sollevando leggermente il cappello per mostrare meglio il mio volto, come segno di rispetto verso uno sconosciuto. Senza chiedere scusa, o sincerarsi delle mie condizioni, tutt'altro che malandate, mi fece una domanda con tono poco gentile e rispettoso. Dalla domanda si capiva che era una recluta, uno studente da poco tempo. "Ahahahah! Ti sei persa nanerottola?" Continuai a ridere, finchè quel suo sguardo non mi gelò il sangue °Ecco la rissa eh...° Poi la guardai negli occhi e mi piegai in avanti come fa una maestra con i bambini all'asilo. "Guarda, non so proprio che dirti. Dovrebbe dirti l'Accademia dove andare e poi credo non ci sia un'aula, altrimenti se tipi come te facessero quel corso, l'Accademia crollerebbe, per cui credo sia di fuori...da qualche parte...forse...boh!" Alzai lo sguardo con fare pensieroso, guardando con la coda dell'occhio la bimba.

     
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  5. TENORItaiga!?
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    "Le provocazioni non si raccolgono!"

    "Kuchiha, evita di causare danni, e non raccogliere nessuna provocazione, mi raccomando!" Ed ecco le parole del nonno che cominciavano a rimbalzarmi in testa come avvertimento: cominciavo a capire il perché di quell'avvertimento che avevo reputato inutile, perché oltre alla consapevolezza di possedere un caratteraccio, dovevo far fronte anche a questo simpaaatico genere di risposte da parte degli altri. In parole povere, l'uomo con cui mi ero scontrata stava rigirando più e più volte il coltello nella piaga, ed erano forse soltanto le raccomandazioni del nonno a trattenermi dal mollargli un pugno in pieno viso, senza contare che mi stesse proprio offrendo il bersaglio. Che, voleva farsi beffe di me?
    Strinsi i pugni, dovetti ripetermi più volte di calmarmi e reprimere la rabbia, con gli occhi ridotti a fessura, in uno sguardo di ghiaccio, ormai quasi omicida.
    Potevo ammettere che non esistessero aule per ciò che stavo cercando, ed effettivamente pensarlo era stata veramente un'idiozia, ma che tentasse ogni modo per evitare di darmi una risposta proprio non mi andava giù. Oltretutto che si era scontrato contro, facendomi quasi perdere l'equilibro - perché ormai ogni colpa era ricaduta su di lui -, mi toccava pure sottostare a quell'atteggiamento di superiorità che ostentava, soltanto perché sapeva qualcosina in più di me!
    «Dimmi dove devo andare e falla finita.», gli abbaiai contro, palesemente irritata dal suo comportamento. Primo giorno in Accademia, ed ecco che non avevo tardato ad incontrare la prima persona che faticavo a sopportare.
     
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  6. Ciuffodromico
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    » Come Trattare Le Donne? E Le Kunoichi? «



    La situazione stava degenerando. Pugni stretti, quasi a ringhiare, con uno sguardo omicida, la nanerottola sembrava sul punto di esplodere, ma col tempo avrebbe imparato a calmarsi e ad arrabbiarsi per cose ben più gravi. Ma quel momento non sembrava quel giorno, tanto è che la mia schiena continuava a rabbrividire, così mi tirai su di scatto alla sua affermazione pungente e con una mano tesa in avanti come a fare segno di stare indietro e l'alta a grattarmi la guancia mentre ridevo come un ebete, cercai di calmarla. "Eeehh dai suh! Lince scatenata, buona! Non ti saprei proprio dire dov'è, ma se continui di questo passo il corso lo salti, anche se non capisco a cosa ti serva."

    Assunsi dunque un'aria di persona seria e rispettabile, schiarendomi la voce. "Ehm ehm... Non credo ti serva quel corso, in fonto per la grinta sei già messa bene. Certo è che bisogna vedere come sai menare colpi agli altri, ma col tempo imparerai..." La stavo provocando troppo? Non era mia intenzione, ma i suoi sguardi sembravano dirmi: 'Attento... Sto per partire...'.

     
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  7. TENORItaiga!?
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    "Ed evita di far danni!"

    Altra domanda che mi si poneva tutto d'un tratto: che cacchio aveva da ridere, quello?! Gli sembravo così tanto divertente? Voleva vedere se ero capace di staccargli a morsi quella mano che mi aveva piantato davanti per tentare di calmarmi?! Ennesimo sguardo truce, probabilmente sì, stavo dando uno spettacolino piuttosto divertente, ma era più forte di me, e più le parole del nonno mi avvertivano di non farlo, più sentivo di star cedendo sotto i colpi delle sue dannate risate. Ma che voleva da me, eh?!
    «A cosa mi serve non deve interessarti!», sbottai ancora, anche se mi sembrava abbastanza ovvio: un corso di combattimento base sarà servito per imparare le basi di combattimento, o no?!
    Ancora un tentativo di calmarmi, le orecchie mi fischiavano, ma facendo uno sforzo potevo riuscire ad ascoltare che altro mi stava dicendo, sicura che alla prossima provocazione non avrei potuto far nulla per fermarmi.
    E le sue parole erano per me un chiaro invito a colpirlo. Voleva vedere come sapevo menar le mani? Potevo dimostrarglielo anche subito, e non ci pensai due volte: senza dire nient'altro, tentai un pugno indirizzato al naso dell'irritante malcapitato. Ero proprio curiosa di vedere se avrebbe smesso con le sue continue provocazioni.
     
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  8. Ciuffodromico
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    » No, Così Non Va! «



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    Era evidente, sempre più evidente: la stavo provocando e di lì a poco sarebbe esplosa. Anzi, esplose proprio in quel momento. °Ahia...° Un pugno partì da quella nanerottola, coprendo quei venti centimetri di altezza rapidamente, colpendomi in pieno il naso, facendomi vacillare, poi facendo due passi indietro mi sarei accasciato al suo. "Aghiaaaa... Il bio bovero daso!!! Ghe bale!!!!" Forse ero troppo plateale in quella reazione, ma riuscì comunque a farmi lacrimare e a farmi uscire del sangue. "Ba ghe di ho faddo!! Aggggghiaaaa!!" Ad un tratto mi sollevai scuro in volto, come se fosse il mio turno per esplodere e colpire la nanerottola, tuttavia non lo feci e cominciai a tremare per contenermi. Ma cosa dovevo contenere? Rabbia? Naaah. Esplosi dunque a ridere come un ebete, col sangue che mi usciva dal naso.

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    "Ahahahah! Complimenti, bel pugno! Direi che sei già un passo avanti rispetto ad altri nanerottoli come te!" Mi pulii il sangue dal naso e allungai la mano in avanti, questa volta per stringere la sua mano. "Piacere, sono Giants. Lascia perdere quel corso, forse l'hai già perso. Vieni con me, ti aiuto io per questo corso, anche se penso che già te la caverai benissimo! Considerami un 'vecchio alleato' che ti insegna qualche trucchetto, non un Sensei vero e proprio! Ahahhah!" Poi mi feci più serio, continuando comunque a sorridere, ma con più dolcezza, magari per farla calmare un poco. "Se non ti è di disturbo, posso sapere come ti chiami?"

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    Non appena mi avesse risposto e magari accettato la mia offerta di allenarla, mi affiancai a lei, avviandomi verso l'uscita, ma non riuscii a trattenermi: il mio bastone si mosse lateralmente, cercando di colpirla al fianco. "Questo è solo un gesto affettuoso in risposta al tuo bel pugno di prima! Ahahahah!" Sperando, appunto, che si calmasse ed imparasse anche ad incassare, cominciai a sorridere, facendole capire probabilmente che con me c'era poco da fare i seri, passando quasi sicuramente da un amico, piuttosto che da 'vecchio alleato', quale intendevo essere. In finale, tutto sommato, la giornata all'Accademia mi aveva portato a conoscera una nuova e promettente leva.
     
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  9. TENORItaiga!?
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    Sensei? Chi, questo?!

    Aaaaah, che soddisfazione, che sollievo, sentire la cartilagine del naso incassare il colpo sotto il mio pugno... ora sì che potevo lasciarmi andare ad un piccolo sorriso, mentre osservavo l'uomo contorcersi a terra con una teatralità unica. Ed ecco che ricominciavo già a perder la pazienza: tutte quelle storie soltanto per un pugno?
    «Ti sta bene.», e incrociai le braccia come una bambina imbronciata.
    Non mi aspettavo, però, che reagisse così in fretta, passando dall'inscenare un tragico dolore al fremere per... la rabbia? No, per trattenere le risate! Rideva, rideva e rideva col sangue appena uscito dal naso ed io che ancora non capivo cosa ci fosse di tanto divertente. Irritante: non riuscivo a trovare un aggettivo migliore per descrivere quell'individuo.
    Osservai la sua mano tendersi verso di me: improvvisamente, era diventato amichevole. E non solo, si era addirittura proposto per farmi da insegnante! Ignorai i suoi discorsi sui vecchi alleati, che mi avrebbero soltanto fatta innervosire ancor di più, mentre cominciavo a pensare se accettare quella proposta o meno. C'erano risvolti positivi, non potevo negarlo, ad esempio avrei evitato di essere circondata da marmocchi incapaci - mi sarei sentita in dovere di prenderli a calci per farli svegliare -; ma l'idea di imparare le basi del combattimento con un tipo simile era fuori discussione! Bambini talmente gioiosi da far venire voglia di pestarli o l'individuo irritante? Beh, se non altro... l'individuo irritante era soltanto uno; se avessi deciso di frequentare il corso insieme agli altri, chissà quanti altri ne avrei dovuto incontrare!
    Con una certa riluttanza, mi decisi a stringere la mano.
    «Kuchiha.», borbottai replicando alla sua richiesta, ero tutt'altro che convinta, ma avrebbe dovuto considerare il gesto come una risposta positiva alla sua offerta.
    E quando ormai avevo abbassato la guardia, un dolore lancinante mi colpì al fianco. Mi portai d'istinto le mani sul punto dolente, mentre mi piegavo leggermente su me stessa ed ascoltavo le sue serene parole.
    «Maledetto!», gli gridai contro, pentendomi subito di aver accettato.
     
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  10. .Byakuya
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    CITAZIONE
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    Una passeggiata non troppo tranquilla.



    Una splendida giornata di sole, nessuna nuvola in cielo, gli uccelli che cantavano felici sui loro piccoli nidi, una dolce brezza che spettinava in una maniera leggiadra i capelli lunghi di Byakuya.

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    Una giornata a dir poco fenomenale, rare da vedere, sembrava tutto perfetto.
    La sua camminata lenta e altezzosa, avanzava verso il tabellone degli addestramenti sulle basi quei maledetti; era già una settimana che aspettava un Sensei che gli insegnasse qualcosa, era stufo!

    Oggi però se la sentiva, era la volta buona.
    L'ansia continuava a salire le prime gocce di sudore scendeva sulla fonte perfetta di Byakuya era, agitatissimo. Lo vide, quel lurido tabellone in paglia, oramai consumato, che lo disprezzava così tanto, quanto suo padre.

    Si avvicinò sempre più velocemente, i passi di Byakuya battevano ad un ritmo sempre più irregolare, il cuore batteva sempre più velocemente, anche se il suo sguardo e il suo viso erano impassibili come sempre, nessuna emozione traspariva mai dai suoi lineamenti, era davvero incredibile.

    Era davanti a quel pezzo di paglia fatto anche male, e cercò la riga con il dito puntato, scendeva lentamente. Non vedeva ancora il suo nome, cominciava a preoccuparsi; arrivò fino alla fine, e non vide il suo nome. Ricontrollò non era possibile. Nulla ancora, si girò e un grido ruppe quel silenzio di tomba


    Maledizione, non è possibile!

    Si girò nuovamente con la rabbia in corpo, testa bassa, e avanzava come un cavallo con i paraocchi. avanzò velocemente, senza preoccuparsi delle persone che erano attorno.
     
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  11. Ciuffodromico
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    » Nuovo Periodo di Stasi «



    Shikaku, Kuchiha, Mariumi, Etsuko. Allenati tutti insieme e ora? Di nuovo fermo, con le mani in mano a non fare nulla. C'era un'unica possibilità per rimediare a questa terribile noia: i Corridoi dell'Accademia. Lì avevo incontrato quel tornado di Kuchiha; chissà che non ne avrei trovato un altro.

    Pensando al più e al meno, arrivai davanti l'Accademia: ormai ero tanto abituato a fare quel tragitto che senza volerlo sarei comunque arrivato lì. Entrai, passeggiando con una mano in tasca e una appoggiata al bastone. Dopo un poco di girovagare, sentii un grido, così incuriosito voltai lo sguardo. °Deve essere un altro novellino.° Quell'individuo prese a camminare infuriato e a testa bassa, come se la sua concentrazione fosse dedicata a maledire quel che aveva letto, o non-letto... °Vediamo come reagisce...°

    Il ragazzo mi passò davanti, evidentemente incurante di chi o cosa fosse intorno a lui, così lentamente spostai il bastone: avrebbe evitato l'ostacolo? Avrebbe reagito in caso lo avesse travolto e fosse caduto?

     
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  12. .Byakuya
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    CITAZIONE
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    Fortuna o sfortuna?



    Byakuya aveva la mente vuota, solo un pensiero era fisso nella sua mente, che continuava a premere e premere fino allo sfinimento.
    Ogni passo era sempre più difficile da fare, se avrebbe potuto avrebbe rotto tutto, avrebbe addirittura incendiato quel piccolo e puzzolente tabellone.

    Avanzava sempre più velocemente, aveva voglia di tornarsene a casa, finalmente, e riposarsi, guardare fuori dalla sua finestra il deserto che si perdeva verso l'infinito.

    Ma non era il momento, qualcosa ostacolò nuovamente il suo cammino e non era una brutta notizia, era un bastone in mezzo alle gambe.

    La rabbia gli ribolliva nel sangue dopo aver subito quel gesto, era dir poco furioso; chi mai si era permesso di infilargli un bastone in mezzo le gambe?
    Cadde come una mela, a peso morto sul pavimento. la caduta per fortuna fu attutita dalle mani che, se non ci fossero state si potrebbe essere sicuramente rotto il naso.

    Si rialzò di scatto un movimento elegante e veloce si ritrovò naso a naso contro quella persona che aveva osato una cosa simile.

    Lo guardò in viso, i suoi occhi verdi scuro lo perforarono, non aveva mai visto così tanta potenza negli occhi di qualcuno. lo squadro da in cima in fondo; muscoloso, abbastanza alto, capelli neri, ed un modo stravagante nel vestirsi, con un capello verde a strisce bainche. Stravagante...
    Dopo averlo studiato completamente Byakuya parlò con un iflo di voce


    Come si è mai permesso di farmi lo sgambetto? Se trovassi un Sensei che mi allenasse, la distruggerei.

    La rabbia era sulla punta dell'esplosione, non resisteva più aveva una tentazione forte di spingerlo, dargli un pugno, ma si fermò immediatamente, inoltre Byakuya era un semplice studente entrato da poco in accademia, non conosceva ancora nessuno, e si trattene con molta fatica, mandando giù tutta la rabbia, pronta ad esplodere alla prima occasione.
     
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  13. Ciuffodromico
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    » Quanto Nervosismo... «



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    Il bastone fece cadere il tipo, che con sorprendente eleganza e rapidità si spostò a pochi centimetri dalla mia faccia, naso contro naso, pronto a litigare. Tuttavia la sua classe si mostrò anche attraverso le parole: nessuna offesa, nessuna parolaccia, nessuna dimostrazione di forza. Le sue parole mostravano una rabbia rispettosa o un rispetto rabbioso, poco cambiava. "Non l'ho fatto apposta! Uhuhuh!" Cominciai a ridere, mostrandomi nuovamente un povero ebete, quasi intimorito da colui che si dimostrò essere, forse, uno studente. "Facciamo così: ti do l'occasione di distruggermi appena qui fuori. Ci vediamo tra diaci minuti qui sotto, dietro questo palazzo: c'è un luogo che fa al caso nostro, silenzioso e mai utilizzato. Ok? A dopo! ♪" Probabilmente il mio comportamento lo avgrebbe irritato, ma poco mi importava.

    Con gioia e leggerezza mi allontanai dondolando sulle mie gambe a destra e sinistra, girando il bastone nella mia mano, come se prepararsi a fare a botte con uno Studente mi divertisse.

     
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  14. .Byakuya
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    Parlato
    Pensato
    Parlato di altri

    Non preoccuaprti, ci sarò.



    Byakuya lo guardo in faccia dopo tutte quelle parole, nessuna offesa, niente di niente, bisogna portare rispetto per chi non si conosce, perciò aveva ritenuto giusto non offendere una persona del genere.

    Dopo un pò finalmente le scuse arrivarono, ma subito dopo una risata. Ma quanto si può essere banali, nessuna chiede scusa e poi ride! e' assurdo! Stava quasi per muoversi ma parlò nuovamente.


    Facciamo così: ti do l'occasione di distruggermi appena qui fuori. Ci vediamo tra diaci minuti qui sotto, dietro questo palazzo: c'è un luogo che fa al caso nostro, silenzioso e mai utilizzato. Ok? A dopo! ♪

    Una sfida, fantastico proprio quello che ci voleva per scaricare la rabbia repressa nel corpo! Neanche il tempo di accetare o perlomeno parlare, che questo indviduo sconosciuto, partiva già alla ribalta verso questo palazzo. Dondolava sulle gambe come se fosse felice di aver trovato con cui fare a botte. Bene Byakuya pensò

    Hai trovato pane per i tuoi denti bastardo, non preoccuparti ci sarò.

    Si girò e segui molto lentamente la strada che aveva fatto qullo sconosciuto. Era ora di combattere.
     
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    Da qualche parte si dovrà pur iniziare!


    «Coniglio, Tigre.. Lepre? Sì, Lepre. Coniglio, Tigre, Lepre....»

    Camminavo svogliato per i corridoi dell'Accademia, cercando di ricordarmi quando fosse stata l'ultima volta che avevo visto casa. Pochi giorni fa? Insomma, non un periodo di tempo esageratamente lungo, ma già ne sentivo la mancanza. Aver dato retta a mio padre mi sembrava sempre più una pessima scelta. Chissà quando avrei rivisto la mamma...

    Perso in questi pensieri poco allegri ripetevo mentalmente le posizioni necessarie per eseguire le mie tecniche preferite. Non che ne avessi eseguito tante, conoscevo solo quelle, per il momento... io, di cose ninja non avevo ancora capito molto... Tenevo un piccolo tacquino nella mano sinistra e con la destra mimavo le varie posizioni, giusto per fare pratica. Sì, quello era divertente, mi piacevano tutte quelle figure! Certamente più che aspettare che aprissero la dannata classe e il dannato corso per Genin.

    «Coniglio, Tigre, Lepre... che palle, non ricordo... cosa c'è dopo Lepre? Ah, di nuovo Coniglio.»

    Cosa si prova a essere studenti? Boh, una noia mortale. Finchè non impari le tecniche, allora inizi a divertirti sul serio. Alcuni miei compagni, con i quali non avevo mai legato davvero, erano molto più entusiasti di me. Io, a dire il vero, non volevo diventare ninja tanto perchè mi piaceva esserlo, ma perchè diventando ninja potevo apprendere delle cose che mi sarebbero state utili. Poi, pensavo, il resto sarebbe venuto da sé - e alla fine qualcosa nella vita dovevo pur fare, no? Su questo mio padre aveva ragione. Quando fui stanco di ripetere le posizioni delle mani riposi il tacquino, mi appoggiai al muro e iniziai a osservarmi intorno. Mi venne la mezza idea di fare uno scherzo a qualcuno, tanto per passare il tempo. Possibile che non ci fosse nessuno studente da menare?

    Edited by Kanna-chan - 8/9/2011, 14:21
     
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