Palazzo Yakushi

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    Scene da Brivido
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    Suppongo che il mondo sia bello perchè è vario Hokage-san. Orochimaru gestiva le creature a suo modo. Voi le gestite secondo coscienza. Io secondo la mia. Non credo esista giusto e sbagliato in questo, non quando si ottiene comunque un risultato. Poco propensa a farsi abbindolare dalle parole del Kage, Yayoi aveva una certa integrità professionale e non era addestrata a lasciare che le questioni emotive interferissero, non a questo livello, perlomeno. Se il rapporto diventasse sbilanciato lo troncherei, molto semplicemente. E' solo lavoro, Hokage-san. E stavolta pronunciò quel titolo facendo guizzare all'ultimo la lingua tra i denti. Forse non era interessata agli uomini, ma flirtare era sempre divertente.

    Ero in addestramento, e mi ha reso più forte questa associazione, per quanto breve, quindi non ho avuto motivo di investigare ulteriormente. A Oto non si ragionava come a Konoha, specie ai vecchi tempi. Ma Yayoi rimase in ascolto con aria francamente sorpresa e interessata, salvo poi rilassarsi in un breve fischio alla fine della discussione. Wow...e voi mi date queste informazioni così, gratuitamente, Hokage-san? Devo aver proprio fatto colpo! Comunque non cambia la situazione, io evoco i draghi per lavoro, e loro mi hanno detto che non vogliono parlare con voi, tutto qui. Io rispetto i desideri dei miei partner. E anche qui il doppio senso si sprecava.

    Il boss del contratto? Temo di non essere sufficientemente potente per evocarlo, e per quanto ne so riposa nelle grotte sotto il loro faro, ma non lo ho mai visto. In fondo Yayoi era solo una chunin, molto abile e specializzata, ma una chunin. E certamente non darebbero a me l'antidoto per il loro veleno più potente...che motivo avrebbero? E qui era decisamente sincera, ma sconcertata nel vedere quanto il Kage sembrasse ossessionato da quella faccenda.

    Avrebbero anche continuato ma stava per accadere qualcosa...
    Il fattaccio era appena avvenuto: con una serie di spasmi mostruosi Hebiko aveva usato la tecnica che consentiva la Muta ai possessori della sua tecnica speciale, per quanto in maniera ancora rudimentale, vista la perdita di vestiti e oggetti...ma era la prima volta ed era riuscita ad avere tutti gli arti a posto: un punto di onore, se non fosse stata a malapena cosciente e prossima al coma: pur resistuendo integrità al corpo, quella tecnica non guariva affatto le energie perse e quindi le condizioni della ragazza erano comunque critiche, per quanto stabilizzate a forza. Oh! Che brava! Commentò Yayoi distogliendo l'attenzione da Raizen, che invece aveva avuto un moto di disgusto. E mi piace anche la piega erotica che ha preso la faccenda, con tutto quel muco...

    In quel momento Febh Yakushi era a pochi metri. Aveva visto tutto. E anche se ovviamente la faccenda delle deformità corporee e del vomito non lo turbavano più di tanto (era a Oto, aveva visto ben di peggio), non cambiava il fatto che Hebiko fosse là e fosse nuda. Nel suo giardino. Il rossore sul volto dello Yakushi era poco differente da quello di un peperone particolarmente brillante, mentre gli usciva del fumo dalle orecchie e gli cascava dalle mani il vassoio con sopra biscotti, sottaceti, crema pasticcera e una scatoletta di tonno aperta e non ancora scolata (vai a capire cosa aveva pensato di portare come snack).U..uh...UAAAAH! Si voltò di scatto del tutto preso alla sprovvista, mentre l'Hokage si affrettava a superare il disgusto e coprirla. E'...è...vestita? No, cioè, nel senso...non pensavo fosse una tecnica...di...beh...di QUEL tipo...ecco.

    Ahahahahaha! Yayoi rideva. Ma no, scioccone, che poi non è mica la prima donna nuda che vedi, ho sentito le voci su quella donna di Nuctem, cosa credi? Comunque con un pò di esercizio si riesce a riprodurre abiti e protezioni, a scapito di quelli che ci si lascia dietro. E' solo questione di pratica. La mia Kohai è comunque molto debole, sarà il caso di darle qualche tonico per ripristinare chakra e forza vitale....anche se nulla batterà una buona notte di sonno e qualche giorno di riposo!
     
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    La Pista


    - VIII -






    Raizen annuiva con un mezzo sorriso.

    Certo, certo, certo.
    È la solita giustificazione che sento a chi ha le chiappe marce.
    Posso accettare il tuo metodo, anche perché dopotutto sono affari tuoi e loro insomma, ma quello di Orochimaru non aveva certo alcun tipo di giustificazione.
    Ma finché ti limiti a giustificarlo e non ad emularlo… beh, di sicuro appartieni a quella parte di mondo vario che puzza, ma non saresti un problema.


    Dopo il fischio la risposta di Raizen non si fece attendere.

    No, gratuitamente no, mi aspetto qualcosa in cambio, ovvio.

    Ma non avrebbe ancora ceduto la parola, dopo la breve pausa infatti avrebbe continuato.

    Ma metti pure dentro l’esploratore biforcuto, non sono interessato a quel genere di scambio, non con questa merce.

    Ottenute le sue deludenti risposte avrebbe inspirato, e non era difficile capire che era deluso, quel leggero bagliore apparso poco prima svanì così come era giunto.

    Sempre a fare allusioni in merito alle informazioni ma quando arriva il momento di quagliare si fa al massimo un po' di ricotta eh?
    Ai ai… dimmi almeno dove potrebbe partire questa pista, Iwagakure ok, ma un villaggio e grande, e non avere almeno un indizio da cui partire mi costringerebbe a fare troppe domande riguardo un uomo che magari ha già le orecchie aperte.


    Si costrinse ad abbandonare le speranze di una soluzione semplificata ai suoi problemi.
    All’arrivo di Febh, salvato dalla sincope forse proprio dall’indumento con cui Raizen aveva parzialmente coperto Hebiko alla sua vista, ebbe modo anche di vedere cosa era stato rovesciato per terra.

    Biscotti, sottaceti, crema, tonno in scatola… capisco, quindi gli Yakushi si esercitano a suon di indigestioni.

    Ed insieme a quella di ricevere informazioni anche la speranza di mangiare svanì, triste pomeriggio ad Oto.

    Bene quindi, direi che è tutto apposto.
    Hai bisogno di qualcosa Hebiko?
    Vestiti e riposo esclusi, ovviamente.


    Attese eventuali risposte e se non ci fosse stata la necessità di una sua eventuale permanenza alzandosi con qualche incertezza a causa della fatica, si sarebbe preparato ad accomiatarsi.

    Direi anche che posso ritornare a Konoha allora, con un pò di fortuna becco ancora ichiraku aperto, mi accompagni alle porte del villaggio, Yayoi?

    Fece un largo sorriso, nessun secondo fine, fisico quantomeno, ma solo Raizen e Yayoi lo sapevano, per gli altri aveva tutta l’impressione di averlo.


    Edited by F e n i x - 18/9/2019, 00:34
     
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    Stato di Furia


    IV




    La situazione tutt'attorno a lei era a dir poco surreale. L'Hokage trattenne a stento diversi conati di vomito, Febh lanciò qualcosa per aria ritirandosi con orrore alla vista di una donna nuda, e poi le più o meno vaghe allusioni sessuali provenienti da Yayoi e Raizen. Hebiko invece se ne stava ancora china su se stessa, troppo debole per provare anche solo a muoversi per conto suo, con quell'orribile sensazione umida e appiccicaticcia della propria saliva lungo tutto il suo corpo, che ad ogni minimo soffio d'aria le dava i brividi. Per quanto fosse debole, il suo sguardo sembrava l'unica cosa rimasta vispa, posandosi accigliato su tutti i presenti.

    Sono circondata da idioti.

    Raizen fece la prima mossa sensata della situazione, dandole conforto coprendola con la propria giacca. Annuì debolmente, senza riuscire a cambiare la sua espressione scossa, mentre cercava di borbottare una risposta, lentamente e con un filo di voce:

    Eh... Meglio di prima, penso. Terribilmente stanca.

    Non aveva nemmeno le forze di sentirsi in imbarazzo per le sue condizioni, sarebbe stato un problema per il quale si sarebbe vergognata solamente una volta riprese le energie. E Febh avrebbe fatto bene ad allontanarsi di parecchio quando sarebbe arrivato quel momento, perchè oltre all'imbarazzo si sarebbe ricordata benissimo del suo imbarazzo e della mancanza di ogni intervento da parte sua. Yayoi si sarebbe salvata, la conosceva da poco ed era stata lei ad insegnarle qualcosa di parecchio utile, ma sarebbe stata la rossa stessa a mantenere le distanze di sicurezza ora che conosceva i suoi peculiari gusti.
    L'Hokage le diede ulteriori attenzioni, l'unico in quell'orribile momento a darle un minimo di conforto (dopotutto era il konohaniano della situazione, gli otesi erano decisamente più freddi a riguardo), al quale rispose annuendo una seconda volta, quasi implorandolo.

    Mh-mh. Voglio riposare a casa mia.

    Il colosso la aiutò ad alzarsi, ma avrebbe dovuto usare una buona presa per sorreggerla, le gambe le tremavano per la fatica e non sembrava in grado di muoversi liberamente. Dopotutto, eccetto l'osservazione di Yayoi, ancora nessuno le aveva procurato alcun tonico, quindi le restavano unicamente le energie per fulminare con lo sguardo l'Amministratore, l'unico che al momento non aveva letteralmente fatto nulla per darle una mano.
    Ma il suo turno sarebbe presto arrivato. Raizen si accordò con Yayoi per farsi accompagnare alle mura, con un sorriso che per qualche ignoto motivo fece ribollire la Vipera.

    Ho cambiato idea.

    Qualcosa le aveva dato la forza sufficiente per replicare con una voce udibile a tutti e donandole un'espressione furiosa sul suo volto. Si staccò dall'appiglio che le stava dando Raizen. Un paio di passi e finì faccia a terra, ancora coperta dalla giacca dell'Hokage. L'espressione si inasprì più di prima, borbottando a bassa voce qualcosa su quanto si sentiva debole e quanto voleva pugnalare qualcuno, forse più di uno. Era molto probabile che il colosso corresse nuovamente in suo soccorso, costringendola a buttare al vento le sue ultime energie rimaste:

    NON MI TOCCARE!! TORNO A CASA DA SOLA, HO DETTO!!

    Si sarebbe dimenata se avesse sentito le mani dell'uomo su di lei, molto più debolmente di quanto avrebbe voluto. Non che a piene forze sarebbe mai riuscita a ribellarsi in maniera efficace, ma era comunque sorprendente che cercasse di farlo con le poche energie che ancora aveva in corpo. Si sarebbe calmata a forza dopo qualche secondo, riuscendo a non svenire ma completamente esausta, con le sopracciglia corrucciate a mostrare il suo disappunto a riguardo, nonostante l'incapacità di ribellarsi ulteriormente.



    Edited by Waket - 18/9/2019, 22:20
     
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    Partenza


    - VIII -






    Annuì alle risposte di Hebiko, ulteriormente rassicurato dal fatto che fosse in grado di darle.

    Bene, bene.
    Ti do uno strappo allora.


    Strinse le labbra e appellandosi a chissà quale divinità esofagea si fece sigillare il pericoloso punto d’uscita.
    La prese delicatamente in braccio.

    Yayoi, noi ci vediamo dopo alle porte del villaggio, va bene?

    Sorriso malandrino e raggiante, difficile non immaginare che tra i due ci fosse qualche tipo di intesa, tranne che per loro che erano coscienti del fatto che l’incontro serviva a fornirgli un ultima manciata di informazioni.
    Ma la cosa parve non piacere ad Hebiko.

    Hey hey, stai ferma!
    Mi caschi!


    Lei per tutta risposta rimarcò le sue parole.

    Ma stai zitta, al massimo ci strisci a casa.
    E poi che ti è preso all'improvviso?


    Faceva il finto tonto, ma non notare una certa correlazione tra ciò che aveva detto a Yayoi e le reazioni della Viperella era impossibile, forse giusto Febh poteva non arrivarci.

    A dopo!
    A presto Febh, mettiti in calendario un po' di ferie, potrei venire a chiamarti!


    E senza dire altro si sarebbe allontanato, usando il chakra adesivo per mantenere Hebiko al suo posto se necessario, borbottandogli qualcosa in un tono rassicurante.

    Che poi mica c'è motivo di agitarsi così tanto!
    L'ho appena conosciuta e quella linguetta temo sia finita in troppi posti perchè io possa desiderare che possa solo sfiorarmi!
     
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    Yayoi sembrava deliziata dall'equivoco che si era venuto a creare, anche se lo apprezzava con un sorrisaccio tutt'altro che fine, più simile a quello di una teppista di strada che a quello di una smaliziata seduttrice. Non stava lavorando, non doveva recitare e poteva essere la sè stessa sciatta e un pò rozza che aveva nel profondo del suo essere. Oh, ma certo, Hokage-san. Anzi, Hokage-kun. Aggiunse, calcando il suffisso così che la giovane dai capelli rossi lo sentisse bene. Febh intanto si era ripreso un poco dallo shock, complice la copertura delle vergogne, ma era ancora abbastanza turbato. Oh...uhm...eh...perchè dovete vedervi dopo? Girando involontariamente il dito nella piaga. Scambi di varia natura, amministratore. Varia. Natura. Oh...certo, capisco. Col cavolo che aveva capito. Ma...ehm...Hebiko sei debole, non stare a divincolarti troppo o finirai per svenire, si vede che sei ancora un pò confusa... Raccolse un cetriolino sott'olio, lo intinse nella crema pasticcera e lo avvicinò alla ragazza, sulle spalle del Kage. Questo dovrebbe aiutarti, non ho tonici a portata di mano, sai? Era caduto a terra ed era sotto ogni aspetto un omicidio culinario, ma era pur sempre cibo e lei era a pezzi oltre che irritata.
    Peggio di una bomba a orologeria.


    In ogni caso poco dopo sarebbero andati tutti via, lasciandolo là a risistemare le varie schifezze finite per terra...e il corpo afflosciato e lasciato indietro dalla Vipera, che fortunatamente si sarebbe ridotto in polvere in poco tempo.
     
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    V




    Non solo Raizen si divertiva a stuzzicarla, sembrava che Yayoi avesse lo stesso senso dell'umorismo, e forse pure le stesse intenzioni. Fisicamente non poteva agitarsi ancor più di così, ma nella sua mente c'era una terribile tempesta che voleva sfogare tutta la sua energia sui due. Purtroppo il corpo non era d'accordo, e l'unica azione rimastale fu puntare il suo sguardo assassino verso la ragazza, ormai incurante di qualsiasi idea si fossero fatti.

    E allora striscerò fino a casa!! Sono INDIPENDENTE IO! Non ho bisogno di NESSUNO!!

    Bloccata tra le braccia del colosso, non bastasse il fastidio per la situazione, Febh arrivò in suo "soccorso", facendole trovare davanti alla faccia un orrendo cetriolino ricoperto di terriccio condito con della crema pasticcera che sembrava aver assorbito qualsiasi tipo di insetto e schifezze varie provenienti da quel giardino. Dimenò la testa quanto più poteva, incapace di muovere il collo come avrebbe voluto per dargli una sentita testata. Agitò le gambe per forzare Raizen ad aumentare il passo e salvarla da quella orribile situazione.
    Non avrebbe comunque ricevuto il suo perdono, nemmeno quando le fece notare il suo scarso interesse verso Yayoi. Soffiò, stizzita, incapace di agitarsi ulteriormente, ma con una modesta aura tutt'attorno a lei che in caso di piene forze sarebbe stata un pessimo presagio. Certo le sue affermazioni avrebbero dovuto calmarla, ma il dubbio che stesse mentendo, amplificato dal suo non voler rivelare qualsiasi suo sentimento (volontà che poteva ormai buttare nel cestino) la fecero comunque reagire come se non le importasse niente, in netto contrasto con il suo tono stizzito:

    Non mi interessano i vostri programmi!! Ho detto che sono indipendente!!

    Continuò a borbottare tra se per qualche minuto, sempre più stanca. Finì con il mettersi comoda sulla sua schiena, accoccolandosi per addormentarsi poco dopo. Una volta recuperate le energie, si sarebbe assicurata di tenere sott'occhio la signorina chiamata da Febh, dato che era colpa sua se Raizen l'aveva conosciuta. Non l'avrebbe fatta passare liscia a nessuno dei tre.


     
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    Sull'attenti


    I




    L'allarme risuonava in tutta Oto, terrorizzando i cittadini e mettendo in allerta gli shinobi. L'ultima volta che era scattato, le conseguenze erano state terribili. Non si aspettava niente di meno pericoloso nel risentire quel frastuono infernale, quasi rivivendone l'incubo. Non si sarebbe fatta trovare impreparata. Vestendosi in fretta e furia, si scagliò fuori casa. Tra gli shinobi non era nè la migliore, nè tantomeno brava a rintracciare qualcuno. Sarebbe stato chi di dovere ad arrivare da lei. Ma non essendo lei l'obiettivo, si sarebbe spostata verso uno di essi.


    Arrivò di corsa a villa Yakushi, movimentata anch'essa vista l'emergenza. Era stata lì solamente una volta, e solamente in giardino (e mezza morta.), ma chiunque di loro la conosceva, anche solo per fama. Come consigliera, aveva un minimo di potere decisionale riguardo problemi simili, tuttavia non si aspettava che la accogliessero a braccia aperte. Non si sarebbe fatta problemi ad usare tattiche più brusche. Cosa ci faccio qui!?! Cosa ci fai TU qui a bloccarmi! Muoviti e và a svegliare Febh, o ti uso come mazza contro chiunque abbia fatto scattare l'allarme!
    Forse avrebbe avuto qualche problema per entrare, ma lo avrebbe fatto ad ogni costo. Ed una volta dentro, dopo aver ordinato ad almeno altre sette persone di mandare Febh in ricognizione, avrebbe cercato Kamine. Era stata lei a subire la sorte peggiore durante il primo attacco, il suo obiettivo primario era di far sì che non succedesse di nuovo. Se l'invasore era di Kumo, il rischio per lei sarebbe stato troppo grosso. Si sarebbe presa la responsabilità della sua scelta quando fosse arrivato il momento.
    Rintracciata la jinchuriiki, avrebbe tirato un sospiro di sollievo, poggiandosi al muro col fiatone. Meno male, stai bene. Era sicuramente curiosa la sua presenza lì. Ma come che ci faccio qui? Faccio la guardia, no? Mimò il saluto militare scherzosamente, allentando leggermente la tensione. Dove altro dovevo andare, Harumi è sicuramente sigillata dentro la villa, e Febh lo preferisco fuori a far casino. Di qualsiasi minaccia si tratti, farà comunque un lavoro più utile del mio. Dopo aver ripreso fiato si rimise in piedi, leggermente tesa ma più tranquilla da quando aveva trovato la ragazza. Con un leggero cenno della testa la salutò. Allora? Tutto bene? Ti trattano a modo qua alla villa? Si guardò attorno, osservando quella che poteva essere la sua stanza, o una stanza consona ad occultare un demone, se fossero stato sufficientemente accorti da portarla al sicuro, cosa che aveva una certa fretta di fare. Agitò un dito, indicandola. Che mi dici del bestio? Senti qualcosa o è tutto a posto? Non era mai stata sensibile con nessuno, figurarsi in una situazione come quella, tesa come una corda di violino. Immaginava che il sigillo impostole potesse reagire in qualche modo con la presenza dei kumiani, o che loro stessi avrebbero potuto sfruttarlo a distanza. Una reazione di qualsiasi tipo avrebbe potuto avvertirli della loro presenza.

     
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    Allarme a Oto


    Febh Yakushi dormiva nella sua cameretta, poco più che uno sgabuzzino di due metri per tre con un letto, un comodino e un armadio dall'aria antica. Sembrerebbe poco per uno dei ninja più abili del continente, e persino la vecchia Ogen gli aveva concesso, dopo aver riconosciuto che il ragazzo meritava un pò più di rispetto, di trasferirsi in una stanza più grande e attrezzata. Peccato che fosse accanto alla sua, da un lato, e del vecchio Saido dall'altra, e se quest'ultimo russava rumorosamente, era invece sempre meglio non approfondire sui rumori che arrivavano dalla camera della vecchia Ogen, che per inciso aveva l'abitudine di chiamare i suoi vicini di stanza per le commissioni più disparate. Febh aveva quindi scelto la pace e tranquillità della sua stanzetta-sgabuzzino, che per inciso era la più vicina a uno dei bagni e alla stanza col televisore e il mangianastri.

    Quando suonò l'allarme una parte di lui voleva voltarsi e lanciare qualcosa di esplosivo all'altoparlante che stava per strada per poi tornare a dormire. L'altra parte realizzò che quel suono accadeva solo in caso di infiltrazioni. E questo poteva voler dire un ritorno di Kumo e delle sue Letteronze. In meno di un secondo fu in piedi, con la sacca porta-armi legata alla coscia, una Wakizashi legata all'altezza delle reni dietro la schiena e la snake-sword arrotolata sul braccio sinistro. Il fido Ssalar, usato come peluche fino a poco prima, era mezzo addormentato sulla spalla, ma faceva la sua figura. Ovviamente il primo pensiero fu recuperare Kamine: meglio tenerla sott'occhio. Ad Harumi avrebbero pensato i servitori di Diogene ed Eiatsu a Villa Mikawa, o così sperava.

    Ignorò tutti quelli che cercavano di comunicare qualcosa con lui, solo per trovarsi poi davanti alla Consigliera e alla Jinchuuriki, non molto lontano dalla stanza di lei. Ah! Eccovi! Sapete qualcosa? E poi più di preciso su Hebiko. E tu perchè sei venuta qui? Chi sta tenendo d'occhio l'Amministrazione? In quel momento aver redatto dei protocolli per le emergenze come la ex-segretaria aveva più volte sollecitato forse sarebbe stato utile. Ma lui aveva ignorato la cosa per finire la sua Eninjistica. E' stato il Guardiano a mandare l'allarme? Qualcuno sta già andando là? Poi verso Kamine. Non so quanto convenga tenerti nascosta o sotto scorta al Palazzo...forse sarebbe meglio se ti spostassi assieme a me! Anche perchè rischiavano che Ogen chiedesse un compenso per fare da balia alla jinchuuriki.

    Per inciso, Febh si era preparato di tutto punto. Ma aveva ancora il suo pigiama: una svolazzante camicia da notte bianca con lucertole viola ricamate, e una papalina con tanto di pompom viola.
     
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    L'Allarme


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    Ormai dormiva a Palazzo Yakushi fin dall'attacco di Kumo. Trasferirsi non fu semplice, ma ancora più complicato fu spiegare a sua madre perchè non l'avrebbe vista regolarmente a tempo indefinito. Perlomeno veniva trattata decentemente dal clan Yakushi, al contrario di quanto accadeva a Febh. La kunoichi vide l'amministratore fare praticamente la massaia all'interno della villa in quei mesi, arrivando a chiedenrsi se davvero fosse la stessa persona vista in altre situazioni.

    Quel dannato allarme la fece svegliare di soprassalto.

    Adesso che stavo dormendo decentemente, porca troia?

    Scaraventò via le coperte rivelando il corpo nudo e scendendo dal letto dandosi lo slancio per mettersi in piedi. Aveva preso l'abitudine di tenere l'attrezzatura vicina al letto (oltre a qualche kunai sotto il cuscino), per situazioni del genere. Indossò l'uniforme al volo, prendendo le armi per aggiustarle mentre usciva.

    Dopo poco le si parò di fronte Hebiko, entrata chissà come nella villa. Apparentemente stava cercando proprio lei.

    Hebiko, che diavolo sta succedendo? Che ci fai qui?

    La preoccupazione che dimostrò era a tratti commovente, ma Kamine non era sicura che fosse la cosa migliore in quel momento. Il commento sul demone poi le sembrò strano. ...il "bestio" non da segnali, almeno per il momento...

    Venne interrotta dall'arrivo di Febh, vestito...beh, vestito è una parola grossa. L'equipaggiamento era lì, ma indossato sopra la camicia da notte dell'Amministratore.

    oh Kami...

    Alle prime domande di Febh, la kunoichi rispose alzando le spalle, era stata svegliata anche lei dall'allarme. .Ne so quanto te, potrebbe essere Kumo? Ma all'affermazione successiva dello Yakushi, Kamine si alterò. Eh no, un attimo. L'ultima volta che sono accorsa ad un allarme Kumo mi ha piazzato addosso qualcosa che ancora dobbiamo decifrare mentre stavate tutti a guardare, non sarebbe il caso di capire che sta succedendo prima di far accorrere i jinchuuriki?

    Kamine Ashimi
    Chakra: 75/75
    Vitalità: 15.5/15.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 475
    Velocità: 525
    Resistenza: 475
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 5
    • Shuriken × 5
    • Fukibari × 1
    • Wakizashi × 1
    • Mantello × 1
    • Guanti Rinforzati × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Gambali in Cuoio × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
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    Hey, listen.


    II




    Kamine sembrava star bene, anche se dalla faccia era stata svegliata anche lei alla sprovvista. Bene, ottimo. Se senti qualcosa dimmelo. Avrebbe soffermato lo sguardo sul suo stomaco per un po', creando un silenzio imbarazzante. Sembrava pensierosa. Hm... Com'è avere un demone al proprio interno? Incrociò le braccia, curiosa, ma la sua espressione tradiva un vago fastidio. Non che lei non sapesse cosa volesse dire aver una presenza costante nella propria mente, dopotutto poteva "vantare" il frammento di Orochimaru che ormai da anni si era risvegliato. Proprio perchè sapeva cosa significava avere un parassita di quel genere, la infastidiva sapere che anche la sua amica potesse subire una tortura simile alla sua. Dall'esterno era difficile capire i suoi intenti, a meno di voler scavare a fondo sul motivo della sua curiosità.
    Febh non permise alle due di dilungarsi troppo sulla discussione, apparendo nella stanza con indosso ancora il pigiama. Hebiko lo squadrò, scuotendo la testa. Ho solo sentito l'allarme. Sono tutti in allerta, ma nessuno sembra sapere cosa stia succedendo. Si vocifera di uno o più intrusi. Si scaldò in fretta, alzando la voce per rispondere alla seconda domanda, con tono accusatorio: L'ultima volta che un Jonin mi ha mandato a proteggere l'Amministrazione, mi è fottutamente crollata addosso, per non parlare del demone esploso sotto i nostri piedi!! Non entrerà nessuno negli Archivi, la cosa più probabile è che quegli svitati di Kumo siano tornati per finire il lavoro con Kamine, perciò era lei la mia priorità. A differenza di Kato, Hebiko non la guardava dall'alto al basso, era più che certa che la donna era in grado di difendersi da sola. Tuttavia era innegabile che il demone la rendesse un bersaglio succoso, e la consapevolezza della cosa aveva spinto la Vipera a offrirsi come protezione. Quegli shinobi avevano già dimostrato in passato di essere piuttosto bravi, non avrebbe permesso a nessuno di loro di isolarla. Non finchè aveva fiato in corpo.
    L'assurda proposta di Febh venne accolta in coro con un sonoro NO., con Kamine che disse la sua a riguardo, seguita da Hebiko, che senza paura puntellò il dito contro l'Amministratore. Nonostante i due avessero un ruolo alla pari solo di recente, la ragazza si era sempre dimostrata piuttosto combattiva nel far valere le sue ragioni, pur dando ottime motivazioni a giustificare le sue idee, o arrendendosi durante i pochi barlumi di saggezza dello Yakushi. Lungi da me mettere in dubbio le tue capacità. Ma come ha detto Kamine il rischio è enorme. E' lei il bersaglio, e non siamo tutti come te, in grado di occuparci di branchi di persone in un colpo solo. Pensi davvero che non sfrutterebbero il fatto che te la sei portata dietro, costringendoti a difenderla?? Senza parlare che vista la sua presenza potresti rischiare di doverti trattenere per non colpirla. No no no, non se ne parla. Tu và fuori, cerca di capire cosa diamine succede, e faccelo sapere. Noi resteremo ben protette nella villa finchè non sarà chiaro il tipo di minaccia. Con una goccia di sangue, evocò Aoda, indicandogli di arrampicarsi addosso a Febh. Sarà Aoda ad informarci sulla situazione quando ne avrai capito qualcosa. Brancoliamo ancora nel buio, questa è la soluzione più sicura. Non voleva far valere il suo ruolo di consigliera, ma la logica dei suoi pensieri. Che solitamente erano migliori rispetto alle idee dell'omino impigiamato che aveva di fronte. Se non avessero funzionato, si sarebbe vista costretta a ferire il suo orgoglio per spingerlo a fare ciò che voleva, ma dubitava di dover arrivare a tanto, l'avrebbe tenuta come asso nella manica. Ora che abbiamo chiarito la questione, puoi dirci qual'è l'ala di questa villa più isolata possibile da ogni tipo di percezione? Ce ne staremo lì buone buone fino a nuovo ordine. Mi assicurerò io della salute di Kamine. Magari portaci una tivù, potrebbe essere noiosetto aspettare.

     
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    Allarme a Oto


    Kumo come anche Cantha come anche il tizio a cui ho rotto il locale due mesi fa... Scosse il capo. Ma non divaghiamo...bisogna prima di tutto capire di cosa si tratta e quindi... Hebiko specificò che non era sua intenzione andare in Amministrazione, visti i recenti eventi. Uhm...beh non posso darti torto. Resta qui a palazzo Yakushi allora, fai convergere qui i feriti, se ce ne saranno. Ci sono dei ninja medici nel clan. Ovviamente usare le capacità di clan per degli estranei, salvo circostanze estreme, era fuori questione. E hai ragione a voler guardare Kamine, ma penso sia più al sicuro con me e... Anche la Jinchuuriki aveva il suo dire in quella faccenda, preferendo stare lontana dalla prima linea. Ma avete mangiato pane e fiducia stamattina? Guardatemi, si parla di ME! Cosa c'è in me che non ispira fiducia? Disse, spostando la papalina che mentre parlava bruscamente gli era finita col pompom davanti alla faccia.

    Poi sbuffò. Vabbè, ma almeno voglio che abbiate più difese possibili! Specificò, utilizzando una goccia di sangue per andare a richiamare una lucertola di grandi dimensioni, rosso fuoco con squame che ricordavano un fulmine sui fianchi, nemmeno fosse una fuoriserie. [Tecnica] Lui è Ssalswift. Potete nascondervi dentro di lui, c'è una specie di mini-appartamento, e lui può scappare molto, molto velocemente. La lucetola si fece avanti, con la lingua che guizzava. SsalveiossonosSalswiftessonomoltofelicediconoscervicomevichiamatevoidue? Febh gli battè una mano sul fianco, l'equivalente di una carezza per uno di quella stazza. Tende a parlare veloce, non distraetevi troppo. Avrebbe potuto evocare anche delle creature più adatte alla lotta, ma forse avrebbero attirato troppo l'attenzione, mentre lo scopo era tenere gli occhi lontani da Kamine.

    Intanto di rimando la segretaria gli aveva fornito una sciarpa rettile, che lo Yakushi guardò storcendo il naso. Non so...ho idea che sarei ridicolo con questo coso addosso. Disse quello in pigiama che di solito aveva le lucertole addosso. Senza offesa, eh. Rivolto poi ad Aoda. Ma non hai torto. E in effetti Hebiko era consigliera sua pari. In una situazione come quella il suo parere valeva almeno quanto quello dello Yakushi...solo che lui doveva ancora abituarcisi...e forse anche lei. Se ci fossero problemi Ogen può intervenire...anche se tremo al pensiero di cosa potrebbe chiedermi in cambio. Sospirò. Io vado verso le mura, magari Kato può darci qualche informazione in più! Poi passerò a Villa Mikawa...anche Harumi è un bersaglio. Forse avresti dovuto pensare anche a lei. Commentò con uno sguardo di rimprovero verso Hebiko, anche perchè la Jinchuuriki era la sua segretaria. Ci sarebbe stato uno "state attente", ma non era poi così empatico. Vestito a quel modo, con un boa come sciarpa, lo Yakushi spiccò un balzo rapidissimo, nemmeno fosse capace di volare, con uno spostamento d'aria di tutto rispetto che ovviamente sollevò la lunga camicia da notte mostrando le mutande decorate con note musicali. Per la gioia dei presenti.
     
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    Palazzo Yakushi


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    Non una parola per tutta la strada, ma solo un sorrisetto infido e crudele e uno sguardo di sfuggita ogni tanto, come se lo Yakushi contemplasse le peggiori sevizie man mano che i due si avvicinavano a Palazzo Yakushi. Non aveva invitato Kato a seguirlo, e questo verosimilmente era indicativo del non volerlo tra i piedi, ma aveva evocato una lucertola mandata in avanscoperta per avvisare la vecchia Ogen, così da non avere intralci. Una carta ninja portava le informazioni e sapeva che non sarebbe stato interrotto od ostacolato da nessuno. Alle mura esterne Yasu Yakushi, cugino di Febh dalla moglie manesca e dal triste destino, li attendeva con una lancia in pugno. La nobile Ogen mi ha informato...sei sicuro di quello che c'era scritto? Nel senso...le segrete di palazzo non sono...beh... Era pavido e goffo, oltre che particolarmente sfortunato e spesso bullizzato fino all'amputazione dall'Amministratore, ma aveva passato mesi nei sotterranei del palazzo e sapeva che metterci l'Hokage forse non era una buona idea. Yasu, mi stai forse dicendo che vuoi fargli compagnia? Replicò Febh con un sorriso demoniaco, ottenendo solo che l'altro sbiancasse e si facesse da parte.



    Palazzo Yakushi era quasi tutto un piano, con un ampio porticato, un edificio principale (unico ad avere due piani) e delle pagode o gazebo qua e là nell'ampio giardino. Come tutte le case appartenenti ai clan ninja da lungo tempo, conteneva inenarrabili segreti, sia come tesori che come passaggi e trappole, ovviamente, e fra quelli meno invitanti c'era sicuramente il sotterraneo, o almeno uno di essi, in cui si mettevano in atto le punizioni interne al clan. Un clan di persone che resisteva ai danni e rigenerava ogni ferita. Benvenuto a Palazzo Yakushi. Disse, rivolgendosi finalmente al suo "ospite". Luogo ideale per un nobile sacrificio. Aggiunse con tono sarcastico, mentre aperta una porta scorrevole, entrava in uno dei corridoi interni in tatami. E Levati le scarpe, ho passato la cera stamattina! Abbaiò, con un piglio degno di una vecchia comare, mentre levava le scape da ginnastica lui stesso.

    Pochi passi ancora e, premuta una decorazione sul muro, scoprì una botola segreta che portava in basso. Ecco, dovresti passarci anche se sei grosso come un bue ottuso. Prego, prima tu. Si sarebbe scostato per far andare prima il ninja della foglia, fino a raggiungere una stanzetta umida con delle sbarre, senza porte. La botola era l'unica via d'accesso anche se oltre le sbarre stava un corridoio e altre celle, per quanto ci fosse pochissima luce. Bene. Arrivo dall'altra parte. Tu aspettami pure là. Non devo certo ricordarti che abbiamo un accordo, Raizen...mi chiedo se terrai fede alla tua parte. Febh non era sceso di sotto, avrebbe chiuso la botola, e nel farlo le aperture nel muro che facevano da scala si sarebbero chiuse, probabilmente collegate a quel semplice meccanismo.

    La cella era dotata di catene al muro, regolabili così da costringere persino uno alto come Raizen a stare in punta di piedi se non voleva restare appeso. Un tavolino aveva diversi coltelli e boccette sulla cui natura era meglio non indagare e una vergine di ferro attendeva appoggiata nell'angolo, con ancora un vago odore di sangue fresco, come se fosse stata usata di recente. Tuttavia Febh non si sarebbe fatto vivo prima di due ore, quindi il Kage avrebbe avuto tutto il tempo di pensare a come mai stesse tardando e per quale motivo, con l'unica catena della sua promessa a legarlo a quel luogo...avrebbe tenuto fede alla parola data?

    Dopo circa un'ora però avrebbe sentito un lieve rumore di catene e un respiro irregolare provenire da una delle celle più lontane, che non poteva vedere. Già in precedenza avrebbe sentito qualche suono da là, ma forse chi vi si trovava dentro era privo di sensi e solo ora si era ripreso. Dopo poco una voce, a malapena udibile, lo avrebbe raggiunto. Tu non sei uno Yakushi...riconosco il respiro, è diverso. Hai pestato i piedi alla vecchia Ogen? O hai irritato la nostra giovane promessa, l'Amministratore? La voce era roca, di una persona che non mangiava nè beveva da giorni, e provata da innumerevoli sofferenze. Io sono Soryo Yakushi. Non so quanto tempo resteremo qui, ma credo che almeno nei momenti di pace potremmo parlare...sono settimane che non parlo con qualcuno.

    In caso di risposte positive da parte dell'Hokage avrebbe continuato. Ho una condanna a tre mesi di punizione...una missione fallita. Mia madre sa essere dura quando vuole, ma teneva molto a quel risultato e ha perso qualcosa di importante. Con le ripercussioni sul clan...a ben pensarci tre mesi sono anche pochi. Oh, si, sono uno dei figli di Ogen Yakushi. E sono anche il padre di Febh. Tossì, ma era evidente che la cosa gli provocava dolore...quanto doveva essere ferito e debole per patire così, pur essendo uno Yakushi? Adottivo, si intende, ma non c'è differenza all'interno del clan. E tu invece?

    [In un secondo momento, agli Inferi]

    Hebiko probabilmente attendeva già da diverso tempo, più di un'ora, e il cielo sa solo con quali pensieri in testa, anche perchè quasi sicuramente aveva saputo dell'arrivo dell'Hokage alle mura, almeno per vie traverse. Quando lo Yakushi arrivò sul posto, davanti alla rampa discendente che portava all'ingresso, appariva gongolante, come se fosse una bellissima giornata per lui. Ehilà! Tutto bene? Teneva in mano un piccolo libretto nero chiamato "Manuale del giovane aguzzino" e sembrava avesse sottolineato parecchie parti, e preso appunti a margine. Come mai da queste parti? Chiese poi con aria da ebete.

    Beh, visto che sei qui tanto vale parlarne ora. Ricordi quel nostro piccolo accordo per incastrare una certa persona che non mi volevi rivelare? Disse, vago e assolutamente leggero nei toni. Diciamo che puoi lasciar stare, ho risolto. Sfogliò il libretto. Uhm...dici che riesco a far arrivare un carico di lumache rosse mangiatrici di palpebre entro domani dal Paese dei Demoni? magari pagando un sovrapprezzo...l'effetto sembra carino!



     
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    I Sotterranei


    -I-






    Gli occhi del Colosso ruotarono svogliatamente verso il consigliere quando questo ebbe l’ardire di paragonare la situazione otese a quella di konohaniana.

    Anche un cassonetto sta in piedi se non lo svuoti, ma questo non gli impedirà di puzzare, portare malattie e disagio a se stesso ed all’alleanza di cui fa parte.

    Arricciò il naso, come se infastidito dal fetore del villaggio, e per farlo non dovette nemmeno fare ricorso al suo talento come attore.
    Fu necessario sfruttarlo invece per togliersi l’aria da carcerato di dosso mentre passava le mura del villaggio.

    Lascia stare.

    Disse quando Febh ordinò di mandare un comunicato a Konoha.

    Lo scriverò di mio pugno in modo da poterlo firmare e manderai quello.
    Quanto alle armi le terremo alla villa.


    Fece un leggero inchino a Kato e si lasciò le mura alle spalle.



    [Al palazzo]

    Quando Yasu chiese delucidazioni tagliò corto lui stesso, un po' per limitare ulteriori orecchie all’ascolto dei fatti suoi, un po' perché della preoccupazione altrui a quel punto se ne faceva davvero poco, conosceva l’individuo tuttavia avendolo incontrato in altre occasioni.

    Yasu-san.
    Non si preoccupi, intuirà dal mio stato che non sono stato portato qui contro la mia volontà..
    Mantenga l’occhio vigile sull’esterno, ne otterrà più benefici.


    E fece cenno a Febh di proseguire, non senza notare il sorriso che sfoderò al tontolone, in grado di fargli ricordare quale fosse il suo posto e quanto gli fossero costati quei pareri fino a quel giorno.

    Non è la prima volta che vengo qui, fai strada.

    Non diede minimamente peso alle parole dello Yakushi, e nemmeno mostrò di darglielo, si limitò semplicemente a togliere le scarpe, gesto abbastanza automatico e che già stava eseguendo prima ancora di entrare nell’edificio.
    Se non fosse stato lui stesso protagonista di quella storia avrebbe notato quanto strano fosse quel momento, non che non lo fosse accettare tre giorni di torture, ma fermarsi li, slacciare le scarpe dilatò il tempo in una maniera singolare.
    Calatosi nella botola guardò verso l’alto, e li il collo gli suggerì che era stato chinato verso il basso per troppo tempo.

    Si, l’accordo, Yakushi.
    Non lo dimenticare.
    Ho un intera villa sopra la testa ed a questo punto avere debiti con la tua famiglia mi preoccupa ben poco.


    Lo lasciò andare con quelle parole, le ultime, probabilmente, della giornata.
    Si sarebbe quindi guardato attorno e nella scarsità di luce avrebbe notato lo scarno arredamento della cella, che oltre a delle catene regolabili al muro aveva ben poco.
    Avrebbe quindi fatto spazio nel tavolo per sedersi in un posto che non fosse il pavimento, lordo di chissà cosa considerando dove erano.
    Nel silenzio della penombra avrebbe istintivamente acuito i sensi rimanenti per comprendere chi e cosa avesse attorno oltre celle e sbarre.

    Mh?

    Si sorprese quando la voce giunse a lui, il tempo in totale solitudine e silenzio tendeva a intorpidirlo.

    E perché come respira uno Yakushi?

    Chiese in un primo momento in cui la curiosità prese il sopravvento sul resto.

    Non ho deluso Ogen, in quel caso credo che ci metteremo in pari in altri modi.
    La vostra promessa ha semplicemente deciso di distruggere qualcosa con le sue mani.
    E gliene do la possibilità.


    Ascoltò le parole dell’uomo, non sapeva che Febh avesse un padre adottivo nel clan, non sapeva che ne servisse uno in generale.

    Non sapevo che ci fosse bisogno di un padre adottivo in questi casi.
    Io sono Raizen Ikigami.


    Non aggiunse il suo titolo, li non ne aveva.

    Devo stare qui dentro abbastanza poco, inizialmente un mese, ma aumentando l’intensità del trattamento ho pattuito tre giorni… ed in effetti mi stupisce questo spreco di tempo.

    Si avvicinò quindi alle sbarre, scendendo dal tavolo.

    In che cella sei?
    Non ti sento in forma e se gli Yakushi sono tutti come la promessa


    Nomignolo che sottolineava con ironia.

    Sei qui sotto per niente.
    Ho qualche morso di carne secca, per sua fortuna non salata, non so se ti faccia più male che bene, ma posso provare a lanciartelo.


    Se gli fosse stato dato qualche indizio avrebbe fatto qualche tentativo, riprendendo a parlare solo dopo.

    Sarò scortese nel chiederglielo, probabilmente ora come ora vorrebbe solo parlare di qualcosa che gli permetta di distrarsi, ma eviti la famiglia.
    So poco della vostra Promessa e voglio rimanere ignorante.



    Sbuffò.

    Diciamo che non sempre le cose vanno come programmato.

    Già, ma cosa poteva chiedere a qualcuno totalmente sconosciuto in quel frangente?
    Di sicuro gli sarebbe servito capire un minimo come gli Yakushi si privassero del dolore, in qualche modo sarebbe riuscito a sfruttare un minimo la cosa se adeguatamente concentrato, ma quel poveraccio probabilmente voleva parlare di tutto fuorchè quell’ambito.

    Ha saputo del drago sotto ad Oto?

    Una domanda come un’altra, un argomento come un altro, non si aspettava alcun tipo di informazione nuova su quel frangente, ma almeno avrebbe fatto parlare quel poveraccio.
     
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    Paranoia


    I




    L'ordine di raggiungere le prigioni arrivò diretto in Amministrazione, tramite una copia di Kato che, appena finito di comunicare il messaggio, si autodistrusse nemmeno fosse un'informazione di incredibile segretezza. Bravo, sparisci, che è l'unica cosa che ti viene bene. borbottò, non appena la copia si dissolse.
    La richiesta in se per se non la metteva a disagio, per quel che ne sapeva poteva esserci stato un guasto che andava riparato, nuovi aggeggi da installare nelle celle, o un prigioniero di cui Febh voleva vantarsi per qualche motivo. Pian piano però, con le voci che giravano, venne a sapere della presenza dell'Hokage alle mura. Nulla che fosse così fuori dall'ordinario, Febh alle mura di Konoha aveva fatto un'entrata ben più teatrale, ed era ormai risaputo che i due fossero più che colleghi. In un primo momento rimase tranquilla, magari Raizen era lì per una delle solite avventure in cui voleva trascinare con sè lo Yakushi. Poi, mentre per la noia chiacchierava con le guardie all'entrata, fu in grado di unire i puntini: l'Amministratore poteva aver scoperto chi fosse il suo informatore, e magari aveva invitato l'Hokage a mostrarsi solo per catturarlo. O forse l'Hokage aveva spifferato tutto perchè colpevole del suo gesto all'ospedale (nonostante l'incredibile travestimento da Kappa millenario, si erano incredibilmente accorti che sotto la maschera c'era l'Amministratore Yakushi), e sentiva di dover ripagare quel debito. E quello poteva essere un problema.
    Si isolò dalle guardie, restandosene da sola immersa nei suoi pensieri. Fissava la strada con insistenza, attendendo impaziente l'arrivo di Febh, che ci stava mettendo fin troppo per non dubitare che fossero passati alle mani. Girava voce che lo Yakushi sembrasse più cupo del solito. Hebiko strinse i denti, controllando l'ora più volte, indecisa se dirigersi verso le mura. Magari lo incrocio per strada. Ma se prende una via diversa e non ci incrociamo? Potrebbe anche pensare che me la sia data a gambe. Soprattutto se mi trova nelle vicinanze delle mura. No. No no no. Attendere era la scelta più saggia, ma per nulla facile per una col suo carattere.
    Finalmente, dopo diversi terribili pensieri, Febh si fece vivo, allegro e pimpante come al suo solito. Forse si era montata la testa con la storia di Raizen. Aveva anche un libriccino a tema con se, la sua prima teoria poteva essere vera, voleva valutare con l'altra Consigliera alcune novità per le celle. Meno male, mi sono rovinata la giornata per niente. Si lasciò andare ad un sospiro liberatorio, incrociando le braccia e fissandolo come ogni volta che lo beccava a perdere tempo sul posto di lavoro. Mi hai detto tu di venire qui. E sei in ritardo. Come al solito.
    Ma il suo sospiro di sollievo non servì a nulla. Le parole di Febh confermarono il dubbio peggiore che le era saltato in mente una volta analizzata meglio la situazione. Ri...Risolto?? Rimase interdetta, fissandolo incredula, con la tremenda sensazione che qualcosa fosse finito terribilmente male. Eppure era così allegro!
    Febh! Concentrati un minuto! Gli strappò il libretto tra le mani, sfogliandolo per un istante, quasi istintivamente, controllando che ci fosse davvero ciò di cui parlava e che non stesse delirando. Questi affari costano troppo per qualcosa che puoi fare con un banalissimo cucchiaio... No, NO! Non spingermi nella tua follia! Gli lanciò il giornale sul petto, visibilmente infastidita per la confusione provata. Che cos'è che hai risolto?? E perchè c'era l'Hokage alle mura? Spiegami un attimino cos'hai combinato per favore. Suonava autoritaria, con un filo di voce tremante che faceva trapelare la sua insicurezza. Il non sapere la mandava in bestia, ed in quel momento quelle poche informazioni che aveva in mano non promettevano nulla di buono.
     
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    Palazzo Yakushi


    Storie di Galera
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    Febh non avrebbe dato all'Hokage la soddisfazione di rispondergli: ben altro gli sarebbe capitato nelle ore successive, anche se doveva organizzare tutto per bene, sebbene questo gli sarebbe costato qualche ora di "attesa senza divertimento" da parte del Kage. Torturare un amico era qualcosa che avrebbe rotto per sempre qualcosa tra i due...o almeno questo dal punto di vista di Raizen. Per Febh la tortura era qualcosa di familiare come le urla della nonna quando si passava sul pavimento appena lavato...per uno Yakushi sono solo punti di vista.

    Gocce di umidità colavano dai soffitti come unica colonna sonora di quell'incontro senza volti. Soryo Yakushi era almeno a una quindicina di metri di distanza in una cella con almeno altre tre stanze a dividerli, e vederlo era impossibile. Febh non arrivava, e il padre adottivo cercava un briciolo di comunicazione. Quando conosci una persona per anni e anni impari a conoscere ogni suono che emette. Replicò l'altro. Inoltre sono tra i più anziani ed esperti del clan e sono tra i migliori come esploratore...posso riconoscere tutti i membri del clan anche dall'altro lato di uno stadio affollato, bendato. Soryo si riferiva a una sua peculiare capacità con cui sfruttava le arti del suo clan, con una certa punta di orgoglio, anche se intervallato da colpi di tosse e respiri profondi.

    Ah...quindi sei ospite di Febh. Un suo amico? Non parliamo poi tanto spesso noi due...mia madre lo ha preso particolarmente in simpatia, quindi passa più tempo con lei che con me. Se uniamo questo alla mia missione durata tre anni...beh, non posso dire di essere una colonna portante della sua esistenza, sono stato solo una porta d'ingresso. Ancora tosse. Chiunque può imparare le arti Yakushi, non è nemmeno una tecnica così complessa, quindi il clan monitora attentamente chi ne fa parte. Febh venne dal clan appena promosso al grado Genin...per il veleno che lo stava uccidendo. Vedemmo qualcosa in lui e lo accettammo. Mai vista una tale determinazione, e sono convinto che la mantenga dentro di sè, pronto a usarla solo quando serve davvero...ecco perchè normalmente appare così...bislacco. Ridacchiò, ma fu la tosse ad avere nuovamente la meglio su di lui.

    Se ti ha messo qui per un trattamento intensivo allora ne sono lieto. Disse, ma prima di beccarsi qualche insulto per l'evidente incongruenza decise di spiegarsi meglio. La tortura è una tradizione del clan, la usiamo per concentrarci e rinforzare noi stessi, per rinascere sia come vittima che come carnefice. E' un atto assai intimo...se ti ha chiuso qui è perchè c'è un legame importante tra voi. Ci sarà del dolore, credo, ma con uno scopo. C'è sempre uno scopo.

    Raizen intanto si era avvicinato alle sbarre, chiedendo a Soryo dove fosse. Direi tre celle alla tua sinistra. Dopo mesi senza mangiare nè bere, centellinando il chakra per guarire solo dove necessario...è evidente che anche uno Yakushi resta provato. Secondo le storie una volta mia madre rimase per un anno e un giorno sepolta da una valanga e nonostante tutto sopravvisse. Con la meditazione si possono ottenere grandi risultati per una persona normale...e uno Yakushi anche di più. Attese qualche istante. Ma se riesci a lanciarmi qualcosa da mangiare potrei piangere dalla gioia! Ammise, avvicinandosi a sua volta alle sbarre, sebbene incatenato, e facendo sporgere una mano rachitica da esse, così che l'Hokage potesse vederla.

    Hai detto di chiamarti Raizen...l'Hokage, o sbaglio? Cosa è successo tra voi, se posso chiedere? Ma il ninja della foglia non voleva parlare di questo, voleva parlare di qualunque cosa ECCETTO che di Febh. Ah...capisco. Avrai modo di pensarci quando lui verrà per te. Mormorò. Il drago sotto Oto? Una leggenda, credo, che tuttavia è precedente a Oto stessa. Si dice che mia madre relegò l'ombra di un drago nelle gallerie sotterranee del luogo dove ora sorge Oto, ma lei non ne parla mai. Da bambini ci diceva che ogni terremoto era causato dai movimenti di quel drago. Ridacchiò. Beh, parlo di più di cento anni fa, a ben pensarci... Come mai questo interesse? Speri che il Drago Ombra venga a tirarti fuori da qui?

    [Agli Inferi]

    Ti ho chiamata io? Chiese visibilmente sorpreso. Oh si, può anche essere. Scusa, ero un pò distratto, devo organizzare una cosetta divertente. Aggiunse gesticolando, mentre un post-it cadeva dal manuale con sopra disegnata una specie di bigodino con punte metalliche rivolte verso l'interno e strani ganci. Lei intanto fece il punto della situazione strappandogli di mano il manuale. Hai ragione! Ma un cucchiaio dura poco...magari ci metto del tabasco! Hai talento, sai? In tutta risposta lei gli rilanciò lo scritto addosso, sbottando per qualcosa di poco chiaro.

    L'Hokage alle mura? Battè le palpebre qualche secondo, poi ebbe come un'illuminazione. Ah, si! Vero! E' passato di qua per spiegarmi quanto fosse feccia, sai? Era molto onesto e sincero. Quindi lo ho invitato a stare qualche giorno a Palazzo Yakushi per appianare le divergenze. Tutto qui. Disse annuendo, con aria assolutamente conciliante, mentre riprendeva a sfogliare il libretto, come se palesemente cercasse di evitare l'argomento. Comunque...mi pare che le tenaglie arroventate siano fuori moda...magari potrei usare una chiave inglese sulla rotula...

    Quindi nuovamente su Hebiko. Credo di averti detto che ho criteri un pò stretti nel campo della fiducia. Non mi fido di nessuno. In quel preciso istante, le parole, l'inflessione e persino l'espressione erano le stesse usate da Kaji mesi prima. Se non di poche persone. Quindi puoi ben capire che quando la fiducia viene a mancare ci vuole un pò di lavoro di counseling e di introspezione. Chi non si fida di nessuno per me è solo feccia, sai? Sfogliò altre pagine. A proposito di introspezione...questa sonda per colonscopia sembra carina, ma potremmo rivestirla di carta vetrata e di acido formico...
     
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