Palazzo Yakushi

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    È colpa tua. Ratty

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    Palazzo Yakushi


    L'Incontro e le Verità
    13


    [Nelle Prigioni del Palazzo]
    Le obiezioni di Raizen erano valide, ma questo non cambiava il fatto che Febh non avesse risposte per lui. Uhmm...non so allora da dove fosse sbucato fuori quel tipo. La Zanna era fuori dal giro delle arti ninja e dalle Guerre Mondiali da un bel pò, che io sappia non parteciparono nemmeno alla guerra in cui c'era il tizio di cui parli, se non alcuni di loro. L'unica conclusione a cui potevano arrivare era che quell'Uzumaki non fosse un Cremisi, o non avrebbe tirato una montagna sul suo stesso esercito, no? Anche perchè la guerra comunque la persero. Catene dell'Anima? Chiese, soppesando per un secondo Kamine e la sua aggressione da parte di una creatura composta da catene. Mmh. Ero convinto fossero solo dei pozzi senza fondo di chakra capaci di sintonizzarsi con le bestie codute. Beh...vedremo se capiterà qualcosa al riguardo. Va bene fidarsi e va bene condividere, ma non sarebbe andato a spacciare preoccupazioni su uno dei due Bijuu del Villaggio senza avere prima qualcosa di più concreto. Su Orochimaru però si mostro categorico: E rischiare che tornasse? DI NUOVO? No, no, meglio chiuderli certi capitoli. E in maniera plateale!

    Ci fu poi il momento più strano degli ultimi giorni. E parliamo di giorni di false torture e grandi emozioni. Fu il momento in cui delle parole entrarono nel cervello dello Yakushi, vi rimbalzarono caoticamente per qualche secondo e quindi uscirono senza aver ottenuto nulla più che una gran confusione, dato che l'inconscio rifiutava clamorosamente il concetto arrampicandosi sugli specchi fino a fornire una versione plausibile alla mente cosciente, che da gran fessa quale era, accettava la cosa senza critiche. Quindi Febh si fece scuro in volto, come se seriamente preoccupato per quello che aveva appena sentito. Oh...capisco...ma...sei sicuro? Nel senso, non è una cosa così comune... Disse, nemmeno stesse parlando di qualche malattia terminale, là dove altri avrebbero potuto mostrarsi imbarazzati o al più fare dei complimenti, sentiti o di circostanza. Beh, se non altro potrebbe avere dei vantaggi per i due Villaggi questa cosa, ma credo ci voglia una qualche autorizzazione o qualcosa del genere. Sembrava averla presa meglio di quanto l'Hokage si immaginasse, ma in realtà dietro quello sguardo cupo si celava un immenso fraintendimento. Immagino dovrò parlarne con Kato... Al commento sul dominare e soffrire istintivamente gli si aprì un mondo di delirio sui gusti di Hebiko in fatto di uomini e si ripromise di farle recapitare per il compleanno un completo sadomaso in pelle con borchie e frustino, analogo a quelli che aveva dovuto lavare a Kamine, con estremo imbarazzo, durante la sua permanenza a Palazzo Yakushi. Ah...quindi Hebiko ha gli stessi...gusti...di Kamine? Deglutì. Non so perchè ma non me lo immaginavo. Povero Kato... Scacciò l'immagine di Hebiko con addosso quella roba prima di portare il discorso su altro.

    Il discorso con la volpe sulle politiche riguardo ai Bijuu cadde, anche perchè i due avevano visioni molto discordanti senza reali proposte, non praticabili almeno. Temo tu fraintenda, coso peloso. Mio padre era forte, ma niente al confronto con cosa so fare ora. E ho già avuto a che fare con sedicenti divinità. Non è finita bene. Per loro. Un aspetto mostruoso con lunghi capelli e un legame ossessivo con una Lancia. Se non sapessi che la lancia di Omoi la aveva fatta Orochimaru mi verrebbe da pensare che pure lui è uno di quei cosi. Borbottò a mezza voce, poi sbuffando mentre tornava ad avere Raizen come interlocutore. Questa cosa che sei indemoniato mi fa sempre un pò senso. Ma se ti lancio contro del sale finisci in coma?

    In ogni caso dicevo di Touno perchè ha la tua stessa corporatura. Se non fosse impossibile direi che ha qualche antenato in comune con il nostro beneamato Kokage. Quindi invece che andare con abiti lavati e asciugati di fretta farai prima a vestirti con le sue cose. Tanto le lavo io, posso disporne come meglio credo. E solo una Henge durante un pranzo con la vecchia? Lei fa volare cose quando è irritata e potrebbe spezzartela, meglio far le cose per bene. Si alzò, facendo strada e indicando la via.

    [Il Pranzo]
    Ogen Yakushi aveva accettato molte cose nella sua vita, in genere per questioni di famiglia, come quando aveva dovuto liberare un parente pagando un riscatto o venire a patti con il mondo quando aveva perso un figlio. Anche in quell'occasione, per Ieyasu e per evitare di dare libero spazio al Mikawa, accettò il patto che le veniva offerto, trovandosi così coi pensieri sigillati. Volendo avrebbe potuto liberarsene, ma non ne aveva motivo al momento: fino all'incontro con Febh avrebbe tenuto la bocca chiusa con gli estranei a quella conversazione.

    [...]
    Sedevano a un lungo tavolo, ed Hebiko parlò, riportando la risposta su cui aveva lavorato per tutta la notte. Un pò rigida forse nella sua forzata neutralità, ma accettabile. Ogen non commentò, ma si rivolse al Mikawa. Non ho mai visto mio nipote perdere il controllo, se escludiamo le volte in cui per sbadataggine rompe qualcosa. Io SO che dentro di lui c'è qualcosa che gli fornisce un'immensa disciplina, come dice la consigliera, ma è come se non volesse usarla di proposito. Tuttavia se davvero ha taciuto parte delle sue doti, quantomeno sarebbe il caso di chiedergli come mai. Aggiunse con un velo di minaccia nel tono e nell'espressione.

    In quel momento la porta si aprì e l'incriminato fece il suo ingresso. Formale ed elegante alzò un braccio, parlando a voce alta e sguaiata mentre faceva un passo nella sala. EHILA' vecchia Ogen! Che si dice? Il suo guardo cadde su Hebiko. Perchè è ancora qui? Daccordo Kamine, ma non siamo un ostello della gioventù. Se mi avessi detto che dormivi qui ti avrei passato le cassette con la puntata di ieri. Sai che Donna Mercedes ha una sorella gemella malvagia che vive a Kumo e ha la pelle ner... Mentre parlava arrivò ad abbracciare anche il Mikawa nel suo campo visivo. Gene? Rimase interdetto, senza comprendere come mai un simile assembramento. Poi strinse gli occhi, sospettoso. Sei venuto per vedere anche tu le cassette? Ogen spezzò il bicchiere che aveva in mano per l'irritazione a quella reazione, ma si contenne dal lanciare qualcosa. Febh. Siediti. Dobbiamo parlare, il Kokage ha una domanda da farti. Un pò perplesso per tanta serietà lo Yakushi fece spallucce, accomodandosi senza aspettare Raizen, che era rimasto una manciata di metri più indietro nel corridoio, certo percepibile per i ninja di alto rango presenti. Ok, ok...scusate ma ho una gran fame! Ho passato tutto ieri e oggi a torturare quel bue ottuso di Raizen nelle prigioni e mi sono stancato un pò. La gettò lì come se nulla fosse. Dopotutto lui sarebbe entrato dopo pochi istanti, ma come avrebbero reagito i presenti? E lui stesso?

     
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    Il Peso dell' Ombra


    -XIII-







    Fece spallucce, incerto su quella faccenda seppur non quanto Febh.

    Beh, non ho detto che fosse semplice, i misteri che hanno sulle spalle quattro decadi non sono noti per essere facili da sciogliere, soprattutto se davvero ai tempi la cosa non è sembrata strana.
    In qualche modo va rintracciato.
    Faremo una cosa alla volta.


    All’otese non sfuggì però un secondo dettaglio, la capacità degli Uzumaki di sfruttare delle particolari catene.

    Si… stai pensando a quella ripicca che vi fecero le prime lettere di Kumo?
    Ma che cazzo vi era saltato in mente a tentare di parlamentare con quelli?
    Nei rapporti che ci fornì Diogene uno di loro mi sembrava imprimesse sigilli attraverso le catene.
    E se le catene potevano essere una coincidenza i sigilli e le catene su quella specie di demone che vi hanno evocato sotto le chiappe… beh fanno una prova.


    Scosse la testa pensando sulle impressioni di Febh riguardo l’antico clan.

    Oh no, decisamente no, erano un clan antico, e furono distrutti da un alleanza, quando ti succede una cosa simile è perché non hai campato esclusivamente su chakra ed emozioni ma hai fatto pure dell’altro.
    La sintonia poi… ahahahah… Kushina aveva legato il signore qui come un salame, certo ne andava della vita del suo unico figlio e certe cose possono farti fare l’impossibile, ma la sintonia non era il loro forte ma semplicemente un lato del loro carattere, e nel settimo c’era qualcosa di particolare per quanto riguarda questa cosa, immagino attitudine, cosa che non ho io. Il chakra però si, era un grande peso sulla bilancia.


    La reazione successiva dell’ Hakai lo incuriosì.

    Certo che ne son sicuro!
    Cosa c’è di così poco comune in una relazione tra un uomo e una donna?
    Ok che sei di Oto, ma i numeri non mentono, anche se una grossa percentuale qui potrebbe gradire le cose a quattro zampe o con dei tentacoli.


    Sulle autorizzazioni fece spallucce.

    Beh, sono io ad autorizzare le cose, non penso sia un problema, fortunatamente niente mi impedisce di agire su questi casi singolarmente senza doverli normalizzare.
    Ogni tanto mi concedo qualche “ad personam”


    Ma quello ormai galoppava per chissà quali fantasie andando a parlare di gusti, e seppure avrebbe potuto tener lezione a riguardo, intavolare discussioni simili con Febh ancora gli faceva strano, pensava di sconvolgerlo troppo, e considerando come era ridotto già qualcuno gli aveva dato una discreta frenata alla crescita.

    Ma và, lascia perdere tutto come sta, son sicuro che scartoffie a parte non ci saranno problemi.

    L’intermezzo delle spiegazioni con la volpe finalmente terminò, fortunatamente con l’innata capacità di Febh di sdrammatizzare su qualsiasi cosa gli succedesse attorno.

    Oh si, sapessi, in una zona di Konoha fanno un prosciutto un po' più sapido del normale, una volta non ho resistito e BAM!
    Steso.
    Come uno scemo.
    Mi hanno dovuto portare fuori dal locale in sei, fortunatamente non ero ancora Kage.


    Una frottola inventata di sana pianta ed il tono sarcastico non lo nascondeva minimamente.

    Perfetto per i vestiti, non l’avevo mai intravisto questo Touno, ma direi che dovrei starci nei suoi vestiti.

    Dunque si alzarono, passando di fronte alla cella del padre adottivo di Febh.

    Salutamelo quando si risveglia, sembra un brav’uomo… anche se ha delle idee particolari.

    Lo osservò schiumare mentre la tecnica degli Yakushi faceva il suo dovere.

    Io continuo a dire che secondo me la tortura non piace a nessuno… ma contenti voi…

    Non voleva riprendere il discorso, e dal suo tono era chiaro che il suo fosse un commento fatto in leggerezza, poteva esser testardo, ma aveva compreso che quell’usanza era radicata nel clan.
    Uscire fuori alla prigione non lo mise comunque del tutto a suo agio, in quanto ospite si sentiva leggermente fuori posto conciato in quella maniera, per cui sgattaiolava da un angolo all’altro, a volte persino teletrasportandosi, fu arrivato nella zona delle stanze che sentì un profumo familiare. Gelso notturno, arancio del Fuoco, rosa della Roccia, iris scarlatto.
    Non poteva sbagliarsi.

    Ma perché Hebiko ha dormito qui?

    Un dubbio come un altro visto che sapeva che non pensava potesse passare la notte a villa Yakushi, capiva l’amicizia, ma immaginava difficilmente Ogen cedere terreno alla professionalità che si aspettava del ruolo ricoperto sia da Hebiko che da Febh.
    Il bagno aveva una dimensione considerevole e pareva che Febh alle sue cose ci tenesse visto che aveva un angolino dedicato esclusivamente ai suoi prodotti.
    A prepararsi avrebbe impiegato davvero poco, dopotutto la sua permanenza nelle prigioni non era di sicuro stata faticosa quanto una missione, più impegnativo fu trovare una sistemazione per i capelli, qualsiasi verso gli cercasse era del tutto inadatto, e la piega assunta per via della lunghezza gli sarebbe rimasta impresa per qualche tempo, impedendogli di rinunciare ad un classico quanto appariscente moicano, non poté che sistemarlo cercando se non altro di farlo apparire ordinato.

    Mi spieghi perché nell’angolo dei tuoi prodotti c’erano un paio di braccioli già gonfiati?

    Fu la curiosità più grande mentre uscendo dal bagno finiva di indossare il kimono di Touno, non esattamente della sua misura ma sicuramente adatto grazie alle generose misure proprie dell’indumento.

    Lo shampoo alle ortiche però è buono.

    Leggermente teso ma comunque sollevato dopo le esperienze appena passate si sarebbe diretto insieme a padrone di casa verso la sala da pranzo, certo si aspettava qualche frecciata ma non di vedere Diogene ed Hebiko nella stessa stanza, con Ogen che sembrava fare da arbitro ad una situazione che appesantiva così tanto l’aria che per poco non ci sbatté il naso entrando nella stanza.
    La situazione lo mise da un lato sull’attenti e dall’altro lo rasserenò, per quanto Diogene avesse un suo stile era un caprone ignorante almeno quanto lui, ma doveva essere prudente, dopo quello che era successo alle mura quella situazione era piuttosto singolare.
    Fece un leggero inchino verso la padrona di casa premurandosi di utilizzare il saluto corretto per quell’ora del giorno e non una sillaba qualsiasi che non suonasse come un verso scontroso.

    Da un po' non la incontravo Ogen-Shi.
    Non chiederò ad una capoclan Yakushi nel fiore degli anni della sua salute, sarebbe oltraggioso, ma spero che tutto il resto proceda altrettanto bene.


    Un sorriso di cortesia, e chiuse i suoi saluti. Era andato bene?
    Un saluto educato col giusto inchino, il giusto suffisso, una piccola facezia che nascondeva un complimento e un augurio, niente poteva andare storto.

    Kokage, non mi aspettavo di trovarla qui.

    Fece un leggero inchino anche a Diogene prima di avvicinarsi ad Hebiko ed accarezzarle il volto.

    Tutto bene?

    Aveva uno sguardo leggermente preoccupato viste le persone presenti, praticamente tutta l'amministrazione otese, ma non evitò di scoprirsi con quella carezza affettuosa di fatto mostrando una sua debolezza ma mettendo in chiaro che lì dentro c'era qualcosa sotto alla sua protezione. Guardandosi attorno cercò poi di decifrare meglio la situazione ma era evidente che li fosse di troppo, e non era decisamente il momento di raccogliere informazioni sul villaggio segreto del suono, li dentro Diogene stava avendo prova di quanto potesse essere pesante il mantello da kage, ragione per la quale si sarebbe chinato leggermente verso la padrona di casa.

    Se arreco disturbo posso attendere fuori fino a che non finirete, non vorrei esser motivo d’imbarazzo.

    Difficile però mantenere quell’aria tutta impostata quando Febh decise di dare aria alla bocca.

    Curiose e affascinanti usanze di famiglia a quanto pare.

    Commentò senza approfondire ulteriormente le ragioni della cosa.
     
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    Con la coda tra le gambe




    L'assalto di Ieyasu ebbe l'esito che tutti si aspettavano, lui compreso. Quando il cucchiaio quasi si sciolse contro il corpo del Kokage, un'espressione di incredulità mista a delusione si stampò sulla faccia del ragazzo, ma durò molto poco, dato che l'intervento della capoclan fece pentire il giovane di quello che aveva appena fatto. Quando Ogen gli fu davanti grazie al repentino cambiamento e lo prese per il braccio, Ieyasu nemmeno se ne rese conto. Si accorse di quello che stava accadendo quando sentiì una presa d'acciaio che gli fece letteralmente sbriciolare le ossa del braccio destro. Il respiro abbandonò i suoi polmoni, e solo un flebile rantolio uscì dalla sua bocca mentre gli occhi si serravano a metà. Il dolore fu così intenso e improvviso che le gambe gli cedettero e rimase a terra rantolante, con le lacrime agli occhi per diversi minuti, abbastanza da non capire un cavolo di quello che sarebbe stato detto da lì a poco. Ogen spesso lo aveva punito, e con punito intendo malmenato, ma mai gli aveva causato un danno simile in così breve tempo.

    aAAAAAaaaahhhh....aaaaaaaAHHhhhhhhaaaaa

    A causa del dolore, e del suo fallimento, non si rese conto che una reazione simile della nonna doveva avere un significato, che per lei l'etichetta era importante, e per il bene del clan, attaccare una figura così importante era sbagliato. Ieyasu vide solo una minaccia a Febh, e che nè la consigliera, nè tantomeno Ogen avevano risposto a tono per difendere il loro amico. Per questa ragione, dopo che il Kokage gli ebbe piazzato il sigillo, dato che lui stava ancora per terra dolorante e nemmeno quasi se ne accorse; furente di rabbia verso sua nonna sarebbe schizzato via dalla stanza, a riunione ormai più che ultimata, e avrebbe abbandonato il palazzo a tutta velocità, in lacrime e deluso, senza nemmeno chiudere le porte al suo passaggio.

    Il giorno successivo non lo avrebbero rivisto, tanta era la vergogna e la delusione verso sua nonna.

    Non si aspettava certo di ferire il Kokage con un cucchiaio, in cuor suo nemmeno voleva farlo, ma essere umiliato così sia da lui che da Ogen era fuori dalle sue attese. Era davvero un insetto così debole rispetto alle persone che aveva attorno? Forse era per quello che Febh non lo aveva mai preso da parte per allenarlo o insegnargli le sue tecniche, nonostante Ieyasu glielo avesse chiesto molte volte. Tutto il discorso che la nonna e Diogene avevano fatto rispetto al suo chakra, era la verità? Sapeva di non essere uno Yakushi, ma era davvero così un disastro da non riuscire nemmeno ad accorgersi di una vecchia che gli frantumava un braccio?
    Avrebbe passato il resto della giornata con l'arto steccato con dei legni, nel bosco, a prendere a pugni le cortecce degli alberi con l'altra mano fino a scorticarsela, fino a che la stanchezza non lo avesse fatto collassare a terra svenuto. Sarebbe tornato a palazzo la sera del giorno successivo, andando a nascondersi nella sua stanza.



    [OT]
    Grazie assai! Ieyasu si ferma qua X3

     
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    I Panni sporchi si lavano in Famiglia


    Il Colosso dei Mikawa: la vera storia XVI, di Loxion Mikawa


    C'è stato un memento, tra il terzo e il quarto mese dell'anno 40 dalla Fondazione, in cui Aloysius provò a fare ciò che non era riuscito mai a nessun Kokage: preoccuparsi per il villaggio. Può sembrare un'assurdità ma questo è da sempre stato un concetto avulso ai leader di Oto (probabilmente poichè sempre frutti o forme alternative di Orochimaru si stava parlando), concentrati su tutt'altre tematiche che il bene e la prosperità del proprio popolo. Complice anche la più giovane storia all'interno dei villaggi del panorama Continentale, a Diogene abbiamo sin dai tempi del chunin e il distaccamento dal credo Accademico sempre riconosciuto un amore (oserei dire folle) per il luogo che lo aveva ospitato e che aveva imparato a chiamare casa.

    L'incontro con Ogen-sama, istituzione del Villaggio e della storia dei Ninja, di cui suonerebbe riduttivo provare a descriverne le gesta in poche righe, è dunque un punto altissimo nella crescita di un villaggio militare che voleva iniziare, sotto la guida del Garth, a cambiare filosofia.
    Bisogna sottolineare quanto in realtà il Colosso stesso sapesse fosse ancora lunga la strada: un esempio lampante era proprio la presenza dell'Hokage che faceva ben intendere quanto movimento ci fosse al di fuori della sfera di controllo. Per non parlare del guardiano che proprio in quel periodo si stava allontanando dal villaggio...

    " Uh Raizen? Non sapevo fossi da queste parti. Sei venuto per qualche ripasso sul controllo del chakra da parte di Febh? ahahha "

    La buttò sulla risata ma sia la padrona di casa che il foglioso stesso sapevano che tutt'altro stava passando per la testa di Diogene. Pensieri resi ancor più nebulosi dalla carezza che il gigante diede ad Hebiko, svelando un qualcosa di ancora ignoto all'uomo con la benda. Cosa diavolo avevano in comune l'Erede di Orochimaru e la Montagna del Fuoco? La domanda era lecita ma passava in secondo piano ora che anche Febh era nella stanza; di fatti Raizen stesso capì che se il Mikawa si era spinto nel cuore del territorio degli Yakushi c'era qualcosa di importante che bolliva in pentola.

    " Rimani ad Oto questa sera; andiamo a mangiare qualcosa e ci aggiorniamo sugli ultimi eventi Accademici e non. "

    La presenza del leader di Konoha, per quanto inaspettata, era comunque un'ottima occasione per confrontarsi su alcune tematiche; un invito impossibile da declinare senza risultare oltremodo scortese da parte del Kage, visto il fatto di non aver nemmeno preannunciato il suo arrivo.

    Chiusa quella parentesi [suppongo Raizen fuori dal Palazzo], la scena era ora per l'amministratore e il motivo per il quale Aloysius era giunto fin lì già il giorno prima:

    " Febh vorrei che tu raccontassi a tutti come ci siamo sbarazzati del Demone di Sangue dei Cremisi, durante l'attacco ad Oto. "

    Era serio e sapeva che lo Yakushi odiava quel genere di discorsi ma la dimostrazione del suo teorema era appena iniziata. Avrebbe atteso che il ragazzo spiegasse tutto per poi aggiungere:

    " Ancora, dimmi come abbiamo sconfitto Hidan a Komugi. "

    Altra risposta che si aspettava sufficientemente dettagliata e lucida. Ultima domanda:



    " E ora, spiegami cosa è accaduto quando hai scacciato Khorne, salvandomi la vita. "

    Ogen aveva visto la verità, a lei il compito di appurare se le preoccupazioni del Kage avevano o meno delle fondamenta solide: quello che diceva Hebiko era vero, l'Oni era una zona della mente di Febh che emergeva in momenti critici al fine di conferisgli controllo assoluto...ma ciò a cui il Mikawa aveva assistito quella volta non era nulla di tutto ciò. La testimonianza che stavano per udire era l'ipotesi iniziale del problema che dovevano risolvere, sempre che l'intuizione del compagno di mille avventure fosse stata corretta. Spremere la Vipera dei segreti che ancora non aveva confessato sarebbe venuto dopo.



    CITAZIONE
    OT / Riprendiamo questa giocata che si era sul punto bello! :) /OT
     
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    Palazzo Yakushi


    Un Pranzo Movimentato
    14

    Lo Yakushi aveva preso posto a tavola, adocchiando le posate e guardando Ogen come a supplicarla di far portare il cibo, quando anche Raizen prese posto, salutato da Ogen con un cenno del capo rispettoso e formale (improbabile che lei non sapesse della sessione di tortura appena consumatasi) mentre Gene sembrava non aver compreso appieno il discorso. Gene, il cappello da Kage deve averti reso sordo o solo rimbecillito un pò. Non è qui per il Controllo del Chakra, lo ho attirato con un mezzo inganno nelle segrete e lo ho torturato per due giorni. Ora però va bene, mi aveva fatto un torto e ora siamo pari. Vi piace come porta i capelli ora? Mia idea. Aggiunse solare, annuendo come un cucciolo che aspetta i complimenti per un trucchetto ben eseguito. Era stato addestrato a leggere una stanza alla prima occhiata per meglio capire come muoversi durante lunghi addestramenti nell'infanzia...due volte a ben guardare le scoperte recenti, e la cosa lo aveva traumatizzato al punto che sforzandosi per tenere la testa tra le nuvole finiva per non saper leggere minimamente il mood della stanza.

    Ma che avete? Sembra che vi abbiano bruciato casa... Si accigliò guardando Gene. Ti hanno bruciato il palazzo? Sapevo che di quel Tasaki non c'era da fidarsi! O è stato Eiatsu? Lo sai che mi ha sempre dato i brividi Ma le sue sconclusionate elucubrazioni vennero rapidamente messe in riga da Ogen che si schiarì la gola, un gesto apparentemente naturale ma che aveva lo stesso impatto di una lama puntata alla gola. Oook...che succede? Disse guardandosi intorno ancor più confuso, salvo poi avere un lampo di fredda intelligenza negli occhi. Riguarda Kumo? Inaspettatamente però fu Gene a prendere la parola e porre una domanda con assoluta serietà. Febh lo guardò fisso, serio in volto per qualche istante. Poi un intero minuto, come a ragionare attentamente sulle parole da scegliere. Quindi aprì la bocca: Eh?

    Febh, rispondi e basta. Il Kokage vuole verificare una cosa. Lo scudisciò verbalmente Ogen, e per quanto fosse abituato e più indipendente, Febh Yakushi non era del tutto libero dal giogo della nonna, se si trattava di faccende di poco conto. Ma è una domanda stupida! Guardò Hebiko. Non la trovi stupida anche tu? Gene, pensavo che diventando Kokage avresti pur badato a qualcosa senza bisogno che ti portassi i promemoria! Febh... lo ammonì nuovamente la vecchia, facendolo sospirare. Va bene, va bene... Alzò gli occhi al cielo. Ma è una domanda trabocchetto...non lo abbiamo fermato, abbiamo solo disperso la parte di sangue ma le Catene si sono mosse e hanno beccato Kamine, no? Sei qui a provare a darmi la colpa per caso? Guarda che Kokage o meno, eravamo in due a guidare quel jutsu combinato e non ci sto a prendermi le colpe! Semmai diamole a Hebiko se proprio va segnato un nome sulle scartoffie! O Kato! Disse, dimentico di averla affianco (Raizen era stato costretto a sedersi di fronte invece)

    Ma Gene non aveva finito con le domande apparentemente senza senso e passò alla successiva, ottenendo dapprima un sopracciglio elevato, quindi nuovamente una schiusa di labbra: Eh?
    Febh! Ripetè Ogen, ma questa volta lui alzò le braccia in segno di resa. Ma questa è un'altra domanda trabocchetto! Io non ho idea di chi diavolo stia parlando o di dove sia questo Hidan...o questo Kubomi, non so nemmeno quale sia la persona e quale il posto! Disse mentre faceva mente locale. Ma il nome Hidan gli fece pensare solo a quel tizio con i capelli blu di Kiri che però, era sicuro, aveva un nome completamente diverso, tipo Pescivendolo Akimba...o qualcosa del genere. Se Raizen o Diogenes fossero stati abbastanza magnanimi da aggiungere qualche minimo dettaglio sulla faccenda della setta di immortali e del teschio si sarebbe lasciato andare a un: Aaaaaah! Ora è chiaro! Colmo di comprensione, avrebbe spiegato a modo suo la vicenda. Allora, volevo testare un mio nuovo veleno, e quindi alla prima missione con scritto qualcosa riguardo l'immortalità ho accettato. Poi c'era un teschio, un bambino piromane...poi il teschio dal cielo ha iniziato a fluttuare dietro un cretino che diceva di essere un dio, ma poi per fortuna vi ho tenuti tutti bene in riga e vi ho salvato la pelle battendo quel tipo praticamente da solo. E ancora non mi avete ringraziato adeguatamente, sottolineerei! Questo concludeva il suo resoconto, e spiegava come mai metà dei suoi rapporti missione venissero tacitamente buttati dagli impiegati senza nemmeno venire letti...nessuna perdita di informazioni valeva dover leggere i suoi sproloqui. Ma perchè il terzo grado? O ti sei dimenticato davvero tutto? Si accigliò. Non è che sei una spia e ci stai ingannando per avere informazioni riservate? Non che ci fosse grande qualità in quelle informazioni, va detto.

    Khorne-chi? Chiese poi alla terza domanda, nuovamente in difficoltà mentre Ogen si portava una mano alla fronte, sinceramente provata da quella situazione. AH! La Mucca! Ma chiamalo col suo nome, no? Ti aveva infettato e ti ho curato con le arti Yakushi. Fine. Sarai anche il Kokage ma non per questo ti spiegherò i dettagli delle tecniche del mio clan! Ho sviluppato degli anticorpi potenziati dalla mia tecnica e te li ho trasmessi. Tutto qui. Concluse, molto candidamente, del tutto ignaro del reale motivo dietro le domande del suo Kage. Ora restava da vedere se Gene avrebbe trovato sufficienti quelle risposte o meno, mentre Ogen si voltava a fissarlo, severa in volto, in attesa.
     
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    Dimostrazioni d'affetto


    XIV




    All'arrivo di Febh, Hebiko quasi soffocò nel vedere Raizen alle sue spalle, non solo per la sua presenza decisamente inaspettata ma anche per la sua nuova bizzarra capigliatura. Perse la compostezza per qualche istante, osservando confusa i due nuovi ospiti. Aaah... Febh. E... Hokage-sama. Era quasi alienante chiamarlo in quel modo. Pre-Prego, accomodatevi. Si agitò nuovamente quando Febh finì per quasi spoilerarle tutto il nuovo episodio della loro serie, alzando la voce. FEBH, caro, non distrarti con cose futili ora, mettiti qui vicino. Sperava che il suo sguardo fosse sufficiente a fargli capire quanto si sentisse tesa, e quanto gli avrebbe fatto male se avesse detto una frase di troppo su Occhi del Deserto.

    Era certa che il problema più grosso lì in mezzo fosse Febh. Invece Raizen, dopo aver salutato il resto dei presenti, si sarebbe rivolto a lei. Toccandole il viso. Parlandole con fare fin troppo colloquiale. La Vipera avvampò in un istante. Non solo per la carezza, che pareva quasi anticipare un bacio, ma per averlo fatto di fronte ad un pubblico. Un pubblico composto dalla più alta carica del villaggio e dalla donna più potente che viveva in esso. E un ovvio segno che tra i due ci fosse qualcosa che andava oltre il conoscersi di sfuggita. Una relazione che avrebbe volentieri tenuto nascosta soprattutto ai presenti in quella stanza. Huweh- Andò in panico. Era troppo, se poteva reggere la tensione di un potente Jonin, ancora si scioglieva di fronte alle dimostrazioni d'affetto, per non parlare del pubblico. Ho-Hokage, la prego. SI sieda.

    Tutta la tensione accumulatasi iniziava pian piano a svanire. Non del tutto, vista anche la sua natura nell'agitarsi per ogni piccola cosa, ma la lenta comprensione di Febh era un toccasana in una situazione come quella. Che facesse solo il finto tonto o che lo fosse realmente, era chiaro che sarebbe stato in grado di cavarsela da solo. Lì l'anello debole era lei. Per quanto si sforzasse, se il Mikawa avesse avuto dei jutsu per forzarla a parlare difficilmente avrebbe tenuto quei segreti al sicuro. E niente in quella stanza era sicuro, poteva bastare uno sguardo, toccare l'oggetto sbagliato. I Jonin erano terrificanti da quel punto di vista, non si era mai prudenti a sufficienza. Di certo faticava a non tenere lo sguardo puntato su Raizen, non comprendendo perchè fosse lì, la spiegazione di Febh sembrava una delle sue storie assurde alle quali non dava mai realmente peso.

    Non si tolse la soddisfazione di annuire con gusto quando Febh le chiese se anche lei trovava quella domanda stupida. Sii cortese, non rispondere in quel tono al Kokage. Ebbe un barlume di speranza nel pensare a come liberarsi temporaneamente da quella situazione. Si alzò in piedi, tenendo le braccia dietro la schiena. Con tutto il rispetto, il Kokage ha chiaramente domande che ritiene importanti da fare al nostro Consigliere. Che le sue supposizioni siano vere o meno, si tratta di affari strettamente riservati ad Oto, che ritengo saggio non spargere per tutta l'Accademia. Non era di certo la prima volta che cercava di andare contro le persone più di spicco intorno a lei, cercando tuttavia di usare giustificazioni plausibili per le sue opposizioni. Quindi Hokage, se posso permettermi, vorrei poterla accompagnare in un'altra sala dove potrà... Lo squadrò nuovamente, chiedendosi cosa diavolo fosse successo tra i due. ...darsi una sistemata mentre il Kokage qui presente termina la sua chiacchierata.

    A meno di imprevisti, si sarebbe diretta verso la porta, aprendola per l'Hokage, mantenendo un'espressione neutrale, nemmeno fosse la cameriera del palazzo, chiudendo la porta alle sue spalle una volta uscito. Lì la facciata sarebbe scomparsa. Dopo averlo spinto per metà corridoio, avrebbe iniziato ad agitarsi, gridando sottovoce per evitare di farsi sentire dagli altri nella stanza, ma comunque discretamente su di giri. Mi spieghi cos'era QUELLO!? Indicò freneticamente la sua faccia e Raizen, anche se non era difficile capire a cosa si riferisse. Posso capire che tu abbia voglia di dirlo in giro, ma proprio a loro!? In questo momento!? Cosa ti passa per la testa!? Forse la faceva più grossa di quanto non fosse realmente, ma se aveva capito Ogen almeno in parte, era che un legame simile era un'informazione preziosissima. E che cos'è questa storia delle segrete?? E I tuoi capelli!? E perchè diavolo sei qui!?!? Non esattamente il "ciao tesoro, com'è andata la tua giornata?" che apparentemente si aspettava, vista la noncuranza con cui mostrava il suo affetto. Aveva preso ad ansimare, guardandosi attorno freneticamente. Sarà meglio che tu sia arrivato qui con un'OTTIMA scusa per portarci via da qui. Soprattutto dopo la tua scenata!!

    SE non fosse riuscita ad uscire, sarebbe tornata al suo posto, trattenendo al meglio la tensione provata. Per il rossore al volto ancora non poteva fare nulla. A malapena avrebbe toccato cibo, troppo concentrata nel non perdere la compostezza, cosa che forse aiutava in parte a farla apparire più elegante e pacata. Ma il desiderio di fuggire da lì era potente. Avrebbe trovato una scusa, prima o poi. Sperava prima che le potesse venire un infarto.
     
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    Atto di Forza... o Quasi


    XIV






    Alla Montagna in realtà quegli affari di villaggio importavano limitatamente, essendo politiche otesi e sapendo da che parte della scacchiera stava Febh non aveva problemi a lasciare quella stanza evitando di origliare.

    Va bene, va bene!

    Rispose tranquillamente alle esortazioni di Hebiko, alzandosi, rimettendo al loro posto i vestiti con qualche gesto pacato ed uscendo.

    Con permesso.

    Richiusa la porta alle sue spalle sapeva già cosa stava succedendo e sapeva già cosa fare per riportare la cosa in carreggiata, quindi non si dimostrò ne preoccupato ne offeso, si limitò a poggiarsi sul muro nel punto stesso in cui si fermarono.

    Niente, ero preoccupato… Prezioso? Forse…

    Rispondeva distrattamente, ma con una rapidità che denotava quanto in realtà fosse stesse prestando attenzione, per quanto reputasse quelle preoccupazioni inutili.

    ...mah, una roba da niente alla fin dei conti, tante storie per nulla… ho detto a Febh della storia della spia, e ho dovuto rimettere le cose apposto, e mi ha minacciato un pochino dicendo di averti in ostaggio, anche se non ci ho creduto ho voluto accertarmene.

    Dopo quella risposta, si sarebbe voltato per baciarla totalmente a sorpresa, con un rapido scatto a cui ancora non poteva in alcun modo rispondere, più di una volta se questa si fosse tirata indietro, in una specie di scherma condotta con le mani dietro la schiena, fino a quando non avesse raggiunto il suo scopo per poi cingerla, sollevandola per aria a quasi tre metri da terra in un esaltazione di spensieratezza e felicità.

    Non mi importa niente!

    Affermò in quel gesto esplosivo per poi poggiarla nuovamente a terra ma cingendola per la vita, certo non l’avrebbe fatto se nel corridoio ci fosse stato qualcuno, ma visto che erano da soli non si sarebbe di certo trattenuto, non tanto per nascondere quell’informazione ma per semplice riservatezza, cosa che lo frenava dall’infastidirla ulteriormente con dispetti mirati a colpire punti in cui soffriva il solletico, cose che tuttavia riservava solo ad ambienti in cui lui stesso era totalmente a proprio agio e senza la preoccupazione di dover gestire evoluzioni intimedella situazione o reazioni eccessive di Hebiko.

    Mi preoccupo per te, e quando sto con te sono felice, e non mi va di nasconderlo, non in questo caso.
    Sono tra alleati, non tra nemici.
    E seppure dovessi guardarmi le spalle non mostrare questi legami mi mostrerebbe come troppo debole e timoroso.
    E non lo sono, prendilo come un atto di forza.
    Devo nascondere ciò che so fare per avere un vantaggio in battaglia, ma non nasconderò la mia vita, sono in grado di proteggerla.
    E di proteggerti.


    La accarezzò nuovamente, questa volta baciandole la fronte.

    Stai tranquilla.
    Ho lavorato quasi una vita intera per poter fronteggiare tutto questo.
    Se vuoi possiamo andarcene, ma forse ciò che si diranno lì dentro potrebbe essere un arma per te.
    È un ambiente sicuro, io non permetterò a Gene di farti del male, Febh nemmeno e probabilmente nemmeno Ogen.
    Male che vada siamo due contro due.
    Ma ne io ne Febh siamo vecchi bacucchi arteriosclerotici.


    Certo non lo erano ne Ogen ne tantomeno Diogene, ma poteva fare leva su quell’aspetto per tranquillizzarla un po'.

    Devi valutare la situazione nel complesso, qui i rischi sono decisamente inferiori ai vantaggi che potresti ottenerne se sfruttassi le giuste leve.
    Tu, ad esempio, sei certa che Diogene abbia tutto l’appoggio di cui necessita un Kage?
    Qualche sua azione sconsiderata non avrebbe potuto mostrare il suo fianco?
    Io ad esempio ho dovuto sudare per riacquistare fiducia dopo l’attacco di Shiro, lui dopo quello dei cremisi?
    Non conosco la situazione otese quindi non posso pronunciarmi al meglio, ma tu dovresti sapere come muoverti con un piano simile.
    No?


    Sapeva che Hebiko era incline all’ansia, e tenerla per troppo tempo costretta, seppur con affetto, non l’avrebbe tranquillizzata, per cui la rilasciò battendole sulla fronte con l’indice in modo da distrarla con quel leggero fastidio.

    Sei d’accordo?
     
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    I Panni sporchi si lavano in Famiglia


    Il Colosso dei Mikawa: la vera storia XVII, di Loxion Mikawa


    Il caos che regnava sovrano nella mente di Febh caratterizzava anche Palazzo Yakushi...la presenza di Raizen era una distrazione, così come l'atteggiamento evasivo ed imbarazzato di Hebiko, per non parlare poi del carattere stesso del quattrocchi che rendeva tutto un gioco o una barzelletta che dir si voglia.
    Gli unici seri in quella stanza erano Aloysius e Ogen, i quali avevano visto il pericolo che si annidava nel profondo della mente e nel corpo del consigliere, focalizzati sull'obiettivo di venire una volta per tutte a capo della faccenda.

    " Hebiko rimani in zona, con te non abbiamo finito. Cinque minuti."

    Disse secco senza nemmeno guardarla in volto. Sin dal giorno precedente era apparso evidente che la vipera sapeva molto dell'argomento, quindi quella mente andava scoperchiata (in un modo o nell'altro); badare all'Hokage in quel momento faceva però comodo al Mikawa, il quale non si oppose nel farle abbandonare la stanza insieme al colosso della Foglia. Riguardo poi la relazione sentimentale che sembrava esserci tra i due, Aloysius mise semplicemente l'argomento a metà della sua infinità lista di cose da indagare o fare...al più avrebbe chiesto a Raizen stesso in serata, se non fosse scappato anche lui via.

    Rimasti da soli, probabilmente i tre ninja più potenti del villaggio, Diogene avrebbe optato per un approccio più diretto, prendendo di petto il problema; le risposte dello Yakushi non appagavano infatti la sete di conoscenza del Kage, intenzionato a capire di più sugli Hakai.

    " Sono qui per sconfiggere l'invasore e salvare Diogenes, non per distruggere. "

    " Gli Hakai sono nati per distruggere. L'Oni esiste per risolvere i problemi. "

    " Io sono uno Yakushi, non un Hakai. "


    Disse come se stesse leggendo, attingendo al ricordo ancora vivo stimolato dal jutsu di interrogazione mentale del giorno precedente. Nella prigione mentale in cui Khorne lo aveva rilegato, Aloysius aveva potuto assistere allo scontro per la sua salvezza tra l'Oni e il Demone e aveva sentito quelle parole, aveva visto quello sguardo immondo, tremendo quanto quello del Dio del Caos.

    " Febh, devo sapere cosa c'è dentro di te. Con chi stavi parlando? Quei fulmini neri..cosa sono? Di cosa ha avuto paura l'Oni ?"

    Sembrava un interrogatorio e, in fondo, lo era. Il Garth non sarebbe uscito da quella stanza senza risposte soddisfacenti, ne andava della sicurezza del villaggio stesso e del futuro di tutti loro. Se infatti il ragazzo avesse continuato con risposte evasive o non precise, Diogene sarebbe scattato dalla sedia, rompendola quasi per l'impeto e avrebbe urlato:

    " DANNAZIONE FEBH! AIUTAMI A CAPIRE! "

    Una dimostrazione di poco controllo da parte del Kage, il quale non aveva affatto interesse nel fare bella figura nei confronti di Ogen. Lui era un ninja, formato per risolvere problemi e quella era la strada più semplice! Un'altra risposta inutile non avrebbe fatto altro che aumentare il pathos della scena, facendo gonfiare ancor più il petto dell'uomo con la benda e costringendolo a prendere la sedia per il manico e scaraventarla contro il muro, distruggendola in mille pezzi insieme alla mensola e i soprammobili che reggeva.

    " SE NON VUOI PARLARE VEDREMO NOI STESSI QUANTO C'È DA VEDERE! "

    Ogen probabilmente avrebbe capito il gioco al quale il Garth stava giocando. A quel punto era infatti possibile che Febh stesso non conoscesse le risposte a quelle domande, quindi serviva entrare nella sua mente per arrivare ai ricordi che per qualche motivo aveva dimenticato! Chiaramente l'aiuto della capoclan sarebbe stato prezioso per convincere l'amministratore a farsi "scoperchiare il cranio"...un'operazione che sembrava necessaria anche a costo di usare le maniere forti.

    " Il tuo Kage ti ORDINA di farti interrogare mentalmente. Non opporrai resistenza. Ogen si assicurerà che solo le informazioni che cerco verranno ispezionate. "

    Era un'imposizione formale [Apice del Comando], un ordine che se non eseguito avrebbe comportato provvedimenti drastici. Indirettamente lo stesso valeva per la vecchia Yakushi, la quale avrebbe dovuto scegliere se credere a ciò che il Kage le aveva fatto vedere il giorno prima o alle parole del suo allievo prediletto. Quindi, con un fugace sguardo, il Leader di Oto avrebbe cercato prima l'intesa con Ogen per poi concentrarsi sul compagno di mille avventure, dicendoli con un filo di voce:



    " Non costringermi ad usare le maniere forti. "


     
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    È colpa tua. Ratty

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    Palazzo Yakushi


    Ordini di un Kage
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    Hebiko e Raizen si erano appartati, evidentemente perchè lei voleva complimentarsi per il nuovo taglio di capelli o burlarsi dell'Hokage per essere stato catturato e torturato, ma in tutta onestà lo Yakushi pensò che lei volesse solo sfuggire agli spoiler su Occhi del Deserto e all'ingombrante presenza del Kokage. Aveva ragione al 50%, perlomeno. Dopo le domande iniziali che Febh aveva affrontato con grande onestà intellettuale (checchè ne pensassero i presenti), non appena la segretaria e l'Hokage uscirono dalla stanza l'atmosfera si fece molto più pesante con il Mikawa che iniziò a ripetere le parole che aveva udito nel fondo della sua coscienza diversi mesi prima, lasciando lo Yakushi un pò interdetto, mentre Ogen lo osservava con espressione cerea, assolutamente intenzionata a non dire nulla nè lasciar trapelare quali fossero i suoi veri pensieri.

    Ah. Commentò dopo qualche istante di silenzio, distogliendo lo sguardo per un poco. Quindi...ehm...quindi eri sveglio là dentro, eh? Fece un sorrisetto imbarazzato. E...uhm...e hai visto quello che ho fatto. Deglutì, mentre Ogen si faceva più apprensiva, oltre la sua maschera seria e inespressiva. Senti, io te ne parlo, ma tu devi promettere di non dirlo a quello là, ok? Disse chinandosi in avanti e facendo un cenno ammonitore mentre con la testa indicava la direzione in cui si era spostato Raizen assieme a Hebiko. Di cosa stava parlando? Io ammetto che un pò me ne vergogno...ma in quel momento non avevo proprio altra scelta, riesci a capirlo, si? Febh... Si, Ogen-dono? ...vuoi arrivare al punto? Aveva un tic pericoloso all'occhio sinistro...tanto che lo Yakushi finì per fare un lungo sospiro. Allora, io ti racconto tutto, ma tu non vai a raccontare al pivello che ho usato i cloni per difendermi da alcuni attacchi come fa lui. Non potrei sopportarlo. FEBH! Ogen perse la calma battendo una mano a palmo aperto sul tavolo, sicuramente anche gli altri fuori la avrebbero sentita e lo Yakushi arretrò un pò spaventato dalla reazione, anche perchè fu contemporanea allo sbottare frustrato di Gene che chiedeva di capire. Eppure per lo Yakushi quello era un punto fondamentale, si era vergognato come un ladro a generare delle Kage Bunshin a scopo difensivo come faceva Raizen.

    Ma capire cosa? Da quando uno deve spiegare tutti i suoi segreti e il dettaglio delle sue capacità ad altri ninja? E' tipo la base del mestiere! Sbuffò, incurante dell'eventuale ritorno dei due Konoha (dopotutto loro sapevano). Non c'è nulla di diverso da quello che ricordi, salvo che io non ho MAI paura. L'Oni è solo un modo di dire, il mio Sensei prima di arrivare qui lo chiamava così, in realtà è più una forma di meditazione, ma sono pur sempre IO. Spiegò, cercando di calmare gli animi. Quanto a quelle voci e a quei fulmini neri... Un sospiro. Beh, diciamo che c'è qualche novità. Ultimamente cominciavano a capitarmi dei disastri quando andavo in giro, che ci crediate o no. Eloquente la lunga occhiata di Ogen. Diciamo, peggio del solito. E c'erano strani fulmini neri, e ogni tanto avevo come la sensazione di poter rompere le cose anche solo toccandole. Sono andato fino a Suna per cercare di capire come mai...ho pensato che là è tutta sabbia e non avrei certo potuto fare chissà quali danni.

    Tra una cosa e l'altra sono riuscito a capire di cosa si trattava...un potere che ho dentro sin da bambino. Il potere del clan in cui sono nato, gli Hakai della Zanna. A dirla tutta il mio vero nome sarebbe Kaji Hakai. Non era realmente un punto debole quindi non aveva remore a parlarne anche se farlo davanti a Ogen era imbarazzante, nè avrebbe spiegato i dettagli degli eventi di Suna, ma a quella domanda se proprio erano così insistenti avrebbe risposto. Il potere di cui parlo si chiama... Fine Inevitabile. Concluse Ogen, stupendo lo Yakushi. Lo conosci? Ho avuto a che fare con alcuni di loro, anni fa. Wow...e chi? Cioè, vorrei mettere le cose in chiaro: io sono uno Yakushi. Non aggiunse la parola "adottivo", non aveva più senso per lui. E sono un ninja di Oto, e un Accademico. Questi Hakai saranno anche della Zanna ma io non ci ho mai avuto a che fare...l'unica cosa che ho dichiarato è che vista la situazione vorrei evitare di essere coinvolto con quel villaggio o con attacchi diretti alle loro operazioni. Fece spallucce. Mi sembra la cosa più semplice per evitare complicazioni.

    Li guardò entrambi. Io sono sempre io, anche se tecnicamente ho un nome diverso e ho scoperto quale fosse. Ma resto io. Incrociò le braccia. Ma non mi dispiacerebbe sapere qualcosa di più sul mio passato, Ogen-dono, se puoi aiutarmi. Poi verso Gene. La Fine Inevitabile mi ha aiutato a contrastare la Mucca...è un potere che rende il mondo più fragile e rende più facile far finire le cose o spezzare rituali ed effetti. Per quanto assurdo lo ho combinato con le capacità di Guarigione degli Yakushi, anche se sono agli antipodi...di fatto Distruggendo il tuo male, ossia la Mucca. Non è una volontà esterna, anche se quando ricorro a quel chakra parlo un pò strano, da invasato. Spiegò candidamente, prima che il suo sguardo si indurisse, arrivando persino a ignorare Ogen.

    Ora però, Gene, vorrei capire io una cosa. Si sporse in avanti, allungando una mano verso il Mikawa. Questa Mucca...questo Khorne...che diavolo è? Era una domanda posta con tono leggero, anche se il linguaggio del corpo esprimeva freddezza. Devo sapere che cosa c'è dentro di te... E se l'altro avesse glissato, con un sorriso beffardo lo Yakushi, che era stupido solo quando non c'era bisogno di essere seri, avrebbe replicato. Dannazione, Gene. Aiutami a capire. Non lo avrebbe sbottato, ma solo domandato, quasi in tono canzonatorio.

     
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    Quando il gatto non c'è...


    XV




    Hebiko dedicò solamente una lunga occhiata a Diogene, sentendo il suo ordine. Sembrava che sostenesse facilmente quello sguardo, ma non appena si voltò, chiudendo la porta alle spalle, la sua maschera seria sembrò come dissolversi, lasciando spazio a ciò che provava realmente.

    Il dialogo con Raizen non sembrava calmarla. Lo vedeva distratto, come se non gli importasse nulla. Puoi almeno guardarmi in faccia!? Le raccontò in maniera molto rapida e vaga della minaccia di ostaggio, cosa che le fece sgranare gli occhi, evidentemente confusa. Ostaggio!? Ma gli pare il momento per certi giochetti- Fu costretta a bloccare la frase trovandosi le labbra di Raizen sulle sue, avvampando immediatamente. Con la faccia completamente rossa, si mosse appena all'indietro, cercando invana di riprendere il controllo della situazione, trovandosi però la Volpe che non faceva che avanzare, continuando a scambiare piccoli baci a stampo. Rai- Un mome- Non è il- Sme-!! Venne raccolta come fosse una piuma e lanciata in aria, momento nel quale si irrigidì completamente, con la faccia rossa e gli occhi completamente sgranati, impotente nelle mani del suo fidanzato.

    Aveva ancora il respiro rapido per l'ansia, ma più ascoltava le parole di Raizen, più sembrava sciogliersi, perlomeno rallentandolo. Non sono sicura che Diogene possa considerarsi realmente un alleato... Mugolò, ancora tremendamente imbarazzata. Se ormai si era abituata a continue dimostrazioni di affetto, non si sentiva comunque a suo agio ad averne una in un momento simile. Ma che volesse ammetterlo o no, la cosa la stava aiutando a calmarsi. Sembrò sciogliersi ulteriormente quando l'altro si mostrò così orgoglioso della loro relazione da non volerla nascondere, nemmeno ad un potenziale nemico. Hebiko chiuse gli occhi, godendosi quella delicata carezza, posandogli la testa sul petto. Ascoltava il suo lento respiro, cercando di sentirne il ritmo lei stessa, fino a raggiungere la calma. Le piaceva l'idea di avere qualcuno che teneva alla sua protezione. Sapeva che anche Febh probabilmente avrebbe ribaltato la città se le fosse accaduto qualcosa, e sapeva bene che non glielo avrebbe mai detto apertamente, negandolo persino quando colto sul fatto. Ma sentirlo dire faceva un diverso effetto. Le piaceva quella leggera pressione di un abbraccio, il calore dato da quel semplice gesto. Le piaceva anche perchè si trattava di Raizen. Non dava quella confidenza a molti, e lui era il primo, se non l'unico, che poteva vantare di averla mai sentita così rilassata in una simile stretta.

    Fece un lungo sospiro, rialzandosi solo quando l'Hokage accennò al proporle di allontanarsi, pur sconsigliandolo. No, no. Non posso di certo scappare via. Forse il Colosso aveva realmente imparato a conoscerla nei minimi dettagli, poichè ogni parola sembrava colpire ogni sua paura, rimpicciolendo il problema o aiutandola con delle scappatoie. Ho un ruolo da rispettare, e non saranno le mie paure ad impedirmi di portarlo avanti. Devo solo proseguire con cautela. Si fece pensierosa nei riguardi di Diogene. Beh... Naturalmente qualche scontento c'è, le persone che lavorano con me in ufficio, sentendo solo la mia campana, stanno iniziando a darmi ragione, e la sua assenza non ha fatto di certo bene, considerando che doveva essere un vero Kage questa volta... Nessun Kage poteva vantare del privilegio di non avere scontenti, nemmeno il più minuzioso. E, considerando come il Mikawa aveva comandato fino a quel momento, era probabile che lo scontento fosse decisamente maggiore di quanto Hebiko stessa credesse. Avrebbe dovuto indagare il prima possibile.

    Raizen si distaccò, controllando se si fosse calmata. La giovane alzò lo sguardo per osservarlo, accennando un sorriso. Annuì appena, allungando una mano sul suo viso, le guance di lei ancora arrossate. Grazie, Raizen. Avrebbe voluto scambiare un dolce bacio con il Colosso, ma il frastuono di legno rotto e delle grida la mandò in allarme, facendola sobbalzare. Non posso crederci... Borbottò a denti stretti, dirigendosi con una certa fretta verso la porta. L'avrebbe spalancata, facendo appositamente rumore per farsi notare, ed osservando i presenti con rabbia. Sembrava difficile crederci, ma in quel momento non sembrava avesse paura di nulla. E, per quanto Raizen l'avesse aiutata, quella furia era data da altro. Vi lascio da soli. Per CINQUE minuti. Lo sguardo cadeva perlopiù su Febh e su Diogene, ma avrebbe voluto dare le colpe anche ad Ogen per non essere riuscita a controllarli. Due Jonin di fronte alla capoclan forse più importante di questo villaggio. E non appena mi allontano ve ne approfittate per vandalizzare la sua casa e gridare come marmocchi!? Fissava con disprezzo il Kokage, senza nasconderne la delusione. Mi aspetto di meglio da shinobi del vostro calibro e dal vostro ruolo. Si sarebbe spostata dalla porta per permettere a Raizen di entrare, lasciandogli la precedenza. Chiedo scusa per l'accoglienza movimentata. Tornò al suo posto, sedendosi con eleganza, e calando nuovamente lo sguardo sui due jonin. Voglio sperare che abbiate risolto i vostri problemi e siate pronti a comportarvi di nuovo come persone civili.

    Hebiko era ancora una genin. Aveva avuto più di un successo in missione, così come più di un fallimento. Era stata capace di imprese che erano rimaste nascoste ai più, ma ancora non erano bastate per salire di grado. Ma non sarebbe stata una targhetta lucente a decidere chi era, e quando poteva esercitare controllo su altri. Così come lei dava professionalità al villaggio, pretendeva la stessa cosa dai loro abitanti, per non parlare del loro Kage. Per quanto si fosse abituata ai metodi di fare di Febh, ancora sapeva metterlo in riga se esagerava. E non si sarebbe tirata indietro nello strigliare persino il suo stesso Kage, se lo vedeva perdersi in simili scenate. Lo avrebbe costretto a rispettare il ruolo di cui si era incoronato, o lo avrebbe fatto cadere dal trono, un passo alla volta.
     
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    Il Trono di Oto


    XV




    Raizen inspirò pesantemente quando Hebiko disse la sua riguardo Diogene.

    Su questo non c’è dubbio, ma ricadiamo nel “non voglio nascondermi da loro” voglio che sappiano che ho scelto di espormi.
    Detto questo.
    Diogene ha qualche debito con me, e penso che da qualche parte abbia un po' di onore e rispetto verso questi debiti.
    Non mi permettono di tenerlo per le palle, ma ho un minimo di presa verso di lui, e non penso abbia tagliato tutti i porti con quella che era la sua precedente struttura organizzativa, se non l’ho smantellata è perché potrebbe essere una buona leva.


    Avrebbe sorriso, ma l’argomento si era fatto più serio, quindi si sarebbe limitato ad un ghigno.

    Ciò che devi fare è far crescere Febh quel tanto che basta a maturare un solido senso di attaccamento all’accademia.
    Non so come la veda attualmente, se per lui è soltanto qualcosa a cui delegare problemi sostituirla non gli sarà difficile.
    Ma questo lo lascio a te, le occasioni in cui è incline a questi discorsi non sono tante e io la mia l’ho usata per altro.


    L’avrebbe poi guardata con un sopracciglio alzato, ben poco convinto.

    Le persone in ufficio?

    Il tono era abbastanza incredulo seppur abbastanza basso.

    La politica non si fa in ufficio, ed anzi, smetti di farla, se il tuo parere cade nelle orecchie sbagliate non te la vedi bene, se proprio metti in giro la voce contraria e seleziona le persone giuste a cui affidare i tuoi pareri, non so quanti otesi degni di fiducia ci siano.
    Tu devi parlare con qualcuno che già sai che potrebbe avere problemi con i suoi modi di fare.
    La guerra aperta costa risorse, comporta pericoli, instabilità.
    Tutte cose che fanno perdere grana, e chi ha la grana sostiene il daimyo se non gli da addirittura una mano diretta a nominare il kage, quelle sono le persone in cui devi cercare scontento.
    Ma dovrai essere bilanciata devi offrire opportunità migliori, non proporre un tradimento, questo mai, a nessuno piace accostarsi al termine traditore.
    Ma questa è solo la base, dopo vengono i numeri, la stabilità eccetera, ciò che è certo è che il tuo orizzonte deve essere vasto quanto l’intera nazione ed anche oltre, il commercio ad esempio.
    E l’alleanza con l’Hokage non è cosa da poco, soprattutto se ci si condivide il letto.


    Gli fece un occhiolino.

    Devi essere prudente picciotta.

    Disse col tono del celebre attore Mamoru Burando quando interpretava il potente criminale di Otafuku.
    E con una pacca sul sedere la rispedì dentro la stanza dentro alla quale la seguì.
    I suoi capelli ora erano pettinati in un codino abbastanza alto che, pur non essendo il massimo dell’eleganza almeno non lasciava la cresta a sfidare le leggi della gravità, dando a quella veloce sortita un pò di senso, nonostante si vergognasse di quell'acconciatura ben più che della cresta.

    Con permesso, non ci è voluto tanto alla fine.

    Si sedette nuovamente, guardando prima Febh e poi Diogene per poi riassettare la parte del tavolo che per via dell’impetuosità di Diogene si era leggermente sgualcita.

    Oh, ecco le bacchette, devono essere scivolate quando mi alzavo.

    Disse rimettendole in modo che, nonostante l’inclinazione della sua metà di tavolo che reggeva con le ginocchia, non rotolassero nuovamente via.
    Tra tutte le rivelazioni di Febh però, quella che lo colpì maggiormente fu l’intervento di Ogen a concludere i discorsi del nipote, dimostrando che era in possesso di informazioni abbastanza complesse da recepire come da associare all’amministratore.

    L’altro Febh…

    Intervenne a quel punto come persona informata sui fatti quale era.

    … se vogliamo chiamarlo così, Diogene.
    Penso che non sia da temere, non è una persona differente ne tantomeno in grado di pensare in maniera autonoma o discordante da Febh.
    Più concentrata, più accurata, più acuta però si, questo si.
    Si potrebbe dire che inizia a far caso ai dettagli.
    Ma non dovrebbe essere un problema fino a che non si fa affidamento sulla sbadataggine del Febh-di-tutti-i-giorni per celare qualcosa.
    Il tutto non per intromettermi, ma per darvi il mio parere da persona informata sul fatto, dopotutto Febh è stato un sensei e un compagno di battaglie.


    Se Febh avesse detto qualcosa che lasciasse ad intendere che anche lui era lì e che non era troppo cortese parlare di lui in quei termini Raizen avrebbe annuito.

    Lo so, per questo parlo così.

    Avrebbe voluto aggiungere anche qualcosa su Diogene, ma le sue informazioni erano abbastanza parziali, per cui per il momento si limitò ad ascoltare.
     
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    La Dama dei Draghi

    II




    Oto riservava spesso sorprese, generalmente nei numerosi e impenetrabili alla vista vicoli che la rendevano celebre, non si aspettava di certo che un guardiano saltellasse di sotto e di punto in bianco gli chiedesse un duello alla morte farneticando su morti degne e allusioni più o meno lugubri.

    Sono onorato di essere stato scelto per ricoprire il delicato ruolo di messo di signora morte, ma sono anche assai capriccioso, esiste una sola persona in grado di consegnare l'ultimo anelito, solo il destino te la consegnerà, se la cerchi tra mille volti non cerchi me.
    Quando arriverà chiederà lei la tua mano.
    Piacere comunque di conoscerti Sunako.


    Inspirò, doveva essere un caso mezzo patologico, andare a giro a parlare di morti e fini onorevoli non era di sicuro un unicum, ma la sua sembrava una mezza ossessione. O era forse un appassionata di teatro che si era data un ruolo da mantenere a qualsiasi costo?
    Dopotutto le sue movenze erano strane e come modo per nascondersi non era errato, era un buon primo approccio… ma forse ci sperava troppo.
    Quella stava infatti per sguainare la spada e solo un missile di poliestere e gomma con l'odore di Febh la mise KO.

    Fino a poco fa la cosa sembrava amichevole in un certo modo, pensavo fosse un qualche tipo di recita… non è meglio metterci qualcun altro qui?
    Qualcuno potrebbe offendersi.


    Continuò poi rispondendo riguardo Kaze.

    È solo permaloso, se l’è presa con me, quindi fa l'offeso.

    Entrarono senza troppe cerimonie dentro Oto, lasciandosi Sunako alle spalle.

    La lasci lì la tipa?

    Chiese indicando la lugubre ragazza.

    Comunque no, non è finita, non vedo perché dovrei sobbarcarmi io tutto lo scontrino, ho altre cose a cui badare e per te è semplice come chiedere la paghetta!
    Dopotutto eravamo li sotto per via del tuo chakra strambo mica ho fatto storie quando mi son fatto carico di tutto il resto, a te tocca questo!


    Parlava con tono leggero ma divenne leggermente più serio dopo quando paradossalmente il discorso si fece meno importante del dover saldare il debito con qualcuno in grado di avvelenare il destino.

    E datti una regolata con lo sminuirmi in pubblico, tra di noi posso addirittura dirti che lo gradisco, non è piacevole avere sempre dei leccapiedi attorno, ma non voglio che qualche kiriano mezzo scemo capisca che può prendersi le tue stesse libertà.
    Certe cose si guadagnano, è sgradevole dover spiegare a qualche tuo fan che hai un modo di esprimerti che non sempre corrisponde alla lettera a ciò che pensi.
    Ti direi di usare il mio nome, ma insomma, vedi te quanto ti pesa Jasmine, non vorrei affaticarti inutilmente.
    Menomale che ho messo i vestiti buoni allora, pensavo a qualcosa di più informale, se ti ha fatto dare la cera di sicuro vuole spillarmi qualcosa.
    Certo se QUALCUNO avesse fatto la sua parte non occorrerebbe.


    Intanto al clone era stata trasferita l'informazione.

    Oh la troverà adesso allora, stai ancora ideando addestramenti strambi?
    Penso che qualcuno dei tuoi allievi ne abbia tratto un film con un maestro di taijutsu che insegna il suo stile facendo rassettare la casa al suo allievo.


    La passeggiata non fu lunga ed era in qualche modo piacevole ed ebbero tempo di arlare del più e del meno.

    Una volta sistemata questa faccenda dovremmo anche andare alla zanna, non manca tanto, sei pronto?
    Se hanno regole sociali simili alle nostre dovresti essere uno di spicco, sei tipo quasi l'ultimo del tuo clan.


    Terminata la passeggiata palazzo Yakushi li accolse senza troppe formalità, conducendolo all'interno quasi come un amico, ma riservandogli ancora un trattamento da ospite probabilmente voluto ancora da Ogen, mantenere le giuste distanze poteva essere assai più proficuo che stringere un reale rapporto.

    Ogen-shi.
    Sempre un piacere incontrarla.
    Faccio raramente affidamento sulla capacità di Febh di tenere chiusa la bocca, spero a questo punto abbia anche già pensato a come gestire la spada di Hebiko.
    Non dovrebbero nascerne dispiaceri, ma non sarebbe male se la cosa venisse gestita in una prospettiva più comunitaria, ci sono alleati che è bene sappiano quante persone li hanno aiutati.


    Mentre parlava osservò sia Ogen che il suo lavoro, un bonsai a cui erano state innegabilmente dedicate molte cure.

    Ho sempre apprezzato i bonsai.
    Sono la metafora di tanti aspetti dell'uomo e un incarnazione del tempo, hanno memoria di qualsiasi cosa interagisca con loro, solidi e antichi all'apparenza ma fragili nella realtà.


    Si avvicinò lentamente e chiedendo il permesso con un gesto della mano si protese verso l'arbusto, a foggia di cascata era ben esposto ed illuminato per rappresentare un certo carattere, ma prima ancora della minuta potatura di mantenimento ciò che contava era l'esposizione: spesso i bonsai erano foto di un momento che in determinati casi si voleva far tendere all'eterno, contenendo la loro natura caotica.
    Fu proprio con quella che interagì Raizen, sfruttando il piedistallo girevole ruotò leggermente l'albero di modo che la luce impattasse sulla verde chioma rendendone per contrasto il colore ancora più pieno e vibrante rispetto al tronco che veniva assorbito dalle ombre che si facevano sempre più intense verso di lui. Solo un fascio, come un muscolo teso restava in luce, allungandosi a sostegno dell'intera fronda che degradava sinuosamente verso il basso.

    È solo un punto di vista.

    Disse per accompagnare quel gesto e sottolineare che non si sarebbe certo offeso se non fosse stato gradito e quindi ripristinato.

    Tutti abbiamo corso dei rischi Ogen-shi, questo è il frutto dei miei.

    Mostrò la boccetta fornita da Du-gu, infusa di un potere apprezzabile perfino con gli occhi.

    Eppure è acerbo, siamo come terra e luce per lui, sarà buono solo se non mancherà di entrambi e lei mi risulta sia la dama dei draghi la stessa che tempo fa mi diede un preciso incarico, non la permalosa Amaterasu.
    Il percorso è lungo e questa solo una parte della soluzione, è qualcosa che manca ai draghi, non a me.


    A quel punto fece qualche passo indietro.

    Ma ora non badiamo a questo, sono tante le cose di cui dobbiamo discutere, e il tempo ancora non ci è avverso.
    Quanto sa della catena dei draghi, dei suoi predecessori e dell'esuvia di Tenchou?
    Ma soprattutto dell'attuale guardiano dei mutamenti.
    Una parte di un grande disegno mi sfugge, ma forse insieme potremmo completarlo.


    Avrebbe aspettato risposte ma sarebbe stato prudende nel raccontare, Febh non aveva sentito niente della storia dei draghi ne se il veleno fosse completo così com'era, il cuore di Ogen per quanto ne sapevano poteva sia essere una parte del patto che un ingrediente. Febh poteva essere esperto ma non sapendo la logica del funzionamento del veleno era plausibile che il cuore potesse essere necessario essendo Ogen legata a doppio filo con i draghi ed avendo il suo chakra capacità rigeneranti, e niente nelle parole di Raizen faceva propendere per l'una o l'altra cosa anche perché fino ad ora la Montagna aveva solamente fatto riferimento ad un qualcosa da fare restando sul generico.
    Di fatto al momento non aveva mentito una sola volta, ma Ogen aveva le antenne alzate o poteva davvero cedere il cuore senza chiedere nulla in cambio?
    Non l'avrebbe probabilmente ingannata, non era saggio farlo, ma un confronto con Ogen poteva sempre essere proficuo, soprattutto per le sue arti oratorie. Tra i due era sicuramente quello che prestava maggior attenzione apprendere durante un duello non era mai semplice.





     
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    È colpa tua. Ratty

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    Febh come sempre alzò gli occhi al cielo quando Raizen portò in ballo i suoi tentativi di rendere Oto un posto organizzato e ragionevole. Certo, ovviamente fanno i turni, che credi? Solo che c'è un pò carenza di personale da quando è sparito lo Yotsuki, quindi al momento la mia scelta come guardiano è questa schizzata di Sunako, oppure un pazzo che crede che ogni cosa sia un alieno, una ragazzina che sa dire solo il suo nome e uno che ha fobie casuali che cambiano ogni dieci minuti. Sospirò. E non voglio nemmeno ricordare cosa è successo quando ho messo Star come guardiano...mi viene ancora mal di testa. Iniziò a camminare, lasciandosi la donna alle spalle. Si, si, tanto anche stesa là fa comunque da dissuasore...tu entreresti in un villaggio dove una tizia matta vestita a quel modo è svenuta e nessuno la controlla? Io no. Da un certo punto di vista era una logica inattaccabile, ma comunque Febh si sarebbe limitato a fare spallucce e andare oltre.

    Io nego ogni accusa, è stato Youkai a creare il problema, quindi affar tuo. Meno male che gli insegnerò qualcosa, così almeno verrà su quantomeno semi-decente. Replicò facendo lo gnorri, del tutto disinteressato a prendere sul serio una qualunque recriminazione di Raizen sulle cause della disavventura infernale. E riguardo al suo sfogo sull'atteggiamento dello Yakushi, tutto ciò che ottenne fu uno sguardo fintamente contrito che evidentemente trasudava di presa in giro. Oh, poverino, ti ho sminuito? Accidenti, sono mortificato. Poi gli fece una pernacchia. Pivello, se non vuoi che un qualunque Kiriano ti sminuisca, dimostragli che farlo significa passare un pessimo quarto d'ora. Non spetta a me salvaguardare la tua immagine. Certo, se non sai come farti rispettare è un problema tuo. Disse, ribaltando la frittata ma al contempo dicendo qualcosa di vero. Nessuno prendeva in giro lo Yakushi in sua presenza. Perché nessuno ci teneva a passare il più terribile quarto d'ora della propria vita. Certo, Raizen poteva fare il duro o essere aggressivo o anche cercare di pretendere rispetto da Febh seguendo quella stessa logica...ma verosimilmente avrebbe fallito...perché Febh era Febh. E per inciso, quando insulto qualcuno io dico SEMPRE quello che penso. Aggiunse con tono evidentemente provocatorio.

    Addestramenti strambi? Chiese poi quando l'altro parlò di Hebiko, portando una mano al mento, pensieroso. Uhm...no, mi pare di star seguendo uno schema molto tradizionale e basilare. Niente di strambo per ora. Poi schioccò le dita. Ma ora che me lo ricordi: puoi mica procurarmi o fabbricare un giogo da buoi adatto ai serpenti? Possibilmente pesante almeno due tonnellate, con metallo e borchie! Va detto che era estremamente serio. E rassettare casa è qualcosa di molto, molto difficile. Con la giusta concentrazione diventa un'ottimo addestramento. Ma diciamocelo...sei mai stato un bravo sensei? Cosa vai a paragonare? Sembrava proprio dell'umore per degli sfottò. Voglio dire...guarda Youkai! Quello sgorbietto fa venire i brividi! E ancora non ho capito cosa c'era nella gemma che proveniva da lui. Ed era un TUO allievo. O almeno lui dice così. Si fece più serio però alla menzione della Zanna. Pronto? Onestamente no. Capace? Io sono nato capace di tutto. E poi incrociò le braccia. Tecnicamente sarei una specie di bestia rara, ma suppongo di potermi atteggiare a nobile. Dopotutto ci possono essere solo tre Hakai per volta. O dovrebbero essercene, perlomeno.

    [...]

    Oh, Raizen caro, credo ti stupirebbe quanto il giovane Kaji sia bravo a tenere la bocca chiusa, se lo vuole. Disse lei mentre Febh si allontanava per il the. Ma naturalmente so essere persuasiva quando si tratta di avere informazioni importanti. Avrebbe detto, studiando con cautela quale di due foglie recidere. Ho sentito della spada, naturalmente, ma è un'eredità della cara Hebiko. E non ho diritti o competenze in materia. Lo stesso vale per mio nipote. Non me ne interesserò, ho più cose da perdere che da guadagnare al riguardo, a meno che non sia Hebiko stessa a chiedermi aiuto. Naturalmente non mi dispiacerebbe liberare quella reliquia dal suo imprevisto inquilino. Scelse la foglia di sinistra, sorridendo poi all'Hokage.

    Una metafora interessante. Gli disse, lasciandogli campo libero e osservando la sua opera sulla pianta. Ma io ho una visione diversa: servono a ricordare che ogni singola scelta nella vita, anche la più insignificante, è qualcosa che può cambiare radicalmente tutto. Non si tratta di fragilità, ma di mutevolezza. Che possa essere distruttiva, a volte, è qualcosa che dobbiamo accettare. Disse, apprezzando la scelta dell'altro. Un uomo dai molteplici talenti, Raizen caro. Ho una nipote in età da marito, casomai ti interessasse. Disse con molta naturalezza. E certamente, potrei essere interessata anche io, sono passati almeno cinque anni dal mio ultimo divorzio, uhuhuhu! Ridacchiò. Dopotutto ho sentito molte cose su di te. Uhuhuhuhuh! Ridacchiò in un modo che avrebbe fatto arrossire il più virile degli uomini mentre andava a sedere.

    Arrivarono infine a parlare della questione più seria dopo i convenevoli, con la boccetta di veleno che veniva mostrata, con tutto ciò che portava con sé. Du Gu. Disse molto semplicemente, con un'espressione a metà tra il fastidio e il rimpianto. Un flirt di qualche tempo fa...molto focoso ma fin troppo damerino per i miei gusti. Inoltre parlava eccessivamente della sua defunta moglie...veramente insopportabile. Sospirò. Eppure è rimasto ammaliato da me e continua a perseguitarmi. Certo, il fatto che il cuore di uno Yakushi esperto possa essere un ottimo catalizzatore per i veleni sicuramente aiuta il suo interesse, ma avrebbe potuto usare facilmente quello di Febh. Che voglia il mio è ovviamente una questione personale e sospetto che voglia tentare l'ennesimo filtro d'amore...insopportabile. Sospirò, per quanto ci fosse un velo di facezia nelle sue parole, così da lasciar intendere che gran parte di quelle frasi fosse stata esagerata appositamente.

    E infine, prima di approfondire, Raizen tirò in ballo la faccenda che gli stava più a cuore, in un tentativo di sviare l'attenzione. Quello che ottenne fu uno sguardo lucido e attento, mentre la donna accennava un mezzo inchino con un rigore e una grazie che naturalmente sembravano esigere il medesimo trattamento. Il Guardiano dei Misteri saluta il prossimo Guardiano dell'Equilibrio. Pronunciò con chiarezza, nemmeno fosse parte di un cerimoniale. Spero riuscirai a incontrare Ryujin e ristabilire la tua posizione. Quanto al terzo elemento del nostro oltremodo esclusivo gruppo...temo di non poterti aiutare. Nonostante Tenchou e le mie forze, non sono ancora riuscita a identificarlo. I miei sospetti maggiori ricadono su Shiro, che tu purtroppo conosci, sull'attuale Tsuchikage, sul leader di Hayate o su quello di Kurotenpi. E tuttavia, si tratta solo di sospetti, vedendo l'enorme potere e influenza che costoro applicano, oltre al loro malsano rapporto con la morte. Tenchou non ha idea di chi fosse il primo Guardiano dei Mutamenti, e nemmeno il secondo o i successivi, sempre che ci siano stati.

    Poi indicò una grande mappa del continente, molto antica, che stava appesa a una delle pareti. L'esuvia di Tenchou si trova sulla cima della più alta montagna del mondo, costantemente trasformata in una nuvola così densa da poterci camminare sopra. Si trova a ovest del Paese dell'Orso, in una zona aspra e selvaggia, e anche il più forte dei ninja avrebbe difficoltà a salire a ottomila metri per raggiungerla intatto. Credo che nessuno andrebbe a cercarla...men che meno risvegliarla o utilizzarla. E in ogni caso, solo io conosco la formula necessaria al suo risveglio. Spiegò. L'Esuvia di Tenchou domina il cielo e ogni suo movimento può scatenare uragani e tornadi distruttivi, quindi è bene che resti addormentata dove sta. Quanto alla Catena del Drago, la cara Hebiko mi ha detto quanto avete scoperto voi...e grosso modo coincide con le informazioni che mi ha dato Tenchou, per quanto sia restìo a parlare di quegli eventi.

    Sorrise, mentre Febh arrivava con il the. Che mi sono perso? L'eleganza per strada, dato che porti quel vassoio come un muratore...e hai di nuovo usato le bustine di the preimpostate comprate per due soldi allo spaccio. Alzò gli occhi al cielo. Possibile che tu non comprenda quanto sia importante la cerimonia del The? O almeno la presentazione? Febh sbuffò. E' fondamentalmente acqua sporca! Che mi importa? Se serve a fregare qualcuno so essere elegante ed esperto di The come e più di te, ma non è proprio il mio genere...meglio l'alcool! Ovviamente venne elegantemente colpito da uno zoccolo in legno in piena fronte, che la vecchia lanciò con l'esperienza pluriennale di chi potrebbe far tornei. Non puoi nemmeno ubriacarti e vai a dire che preferisci l'alcool? Nipote degenerato, perchè non prendi esempio da Raizen qui che è molto più raffinato ed elegante di te! Se il dolore dello zoccolo era forte, quelle parole furono come una spada conficcata nel cuore che lasciò lo Yakushi paralizzato per qualche secondo, più per l'assurdità della cosa (dal suo punto di vista). Si sarebbe certo ripreso e avrebbe detto qualcosa di pungente al riguardo, ma intanto i due Guardiani avevano qualche secondo.

    Chiedo scusa per l'assoluta mancanza di stile di mio nipote Kaji. Ma veniamo a noi. Disse portando un fazzoletto alla fronte per umettare del sudore assolutamente inesistente, ma solo per riprendere il timone della conversazione. Posso aggiungere qualcosa però, a quello che sai. So che i tre individui che vennero mobilizzati per fermare i tre Draghi e forgiare la Catena esistono ancora, o hanno dei discendenti che hanno ereditato il loro potere. Quando qualche secolo fa Tenchou intervenne per Ura Masamune, fu il discendente del suo avversario a farsi vivo e privarlo di parte dei suoi poteri come punizione. Ryujin venne osteggiato da un uomo di nome Yamatumi, il Maestro delle Montagne. Un barbaro dalla forza prodigiosa, capace di piegare la terra ai suoi voleri dopo che le forze divine lo potenziarono. A mia conoscenza ancora vive, da qualche parte nel Paese del Cielo, come capotribù nomade di un popolo barbaro. Tenchou fu fermato da Sakuya-hime. Della stessa razza di Kahuya-hime, ma giunta in un secondo momento. I suoi discendenti sono a Kiri, hanno creato il clan Chikuma, ma non so chi tra loro sia l'attuale discendente con il potere divino. Per finire Amesoko...fu ostacolato da Shennong, il Dio Rosso. Un signore della guerra, un tiranno di quei tempi, che nonostante la giovane età aveva innumerevoli seguaci e un'anima oscura. Morì senza discendenti, ma Tenchou mi ha riferito di aver percepito più volte la sua presenza nei secoli...e anche al tempo attuale, è in qualche modo tra noi. A parte questi dettagli, a meno di richieste più specifiche, avrebbe avuto poco da aggiungere.
     
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    Guardiani

    III




    Annuì mentre camminavano, la carenza di personale alle mura era una croce anche per Konoha.

    Pure qui?
    Anche a Konoha è la stessa solfa.
    Fanno la fila per le squadre speciali, io non so se hanno la fissa per l’idea della maschera, ma vogliono tutti entrare lì, alle mura nessuno.
    Che cazzo ci troveranno di speciale.
    Mah…


    Quando l’altro fece una pernacchia si limitò semplicemente a sbuffare.

    Che minchione che sei, a volte ti ostini proprio a non voler capire.
    Ho un ruolo, semplicemente, non fare marmellata di kiriani a cuor leggero come pensi.
    A te non spetta salvaguardare la mia immagine, ma non dovresti neanche sminuirla.
    Fai come meglio credi, chiedo le cose una volta sola, poi agisco di conseguenza mia cara principessa del mare di sabbia Jasmine.


    Avrebbe ripagato l’otese con la stessa moneta, certo qualcuno ci avrebbe rimesso in quel fuoco incrociato, ma nessuno dei due direttamente.

    No, non ti procuro un gioco, e manco te lo creo.

    Disse con tono secco, stessa identica risposta che avrebbe dato a qualsiasi richiesta da parte di Febh fino a che non avrebbe percepito il suo ego soddisfatto, un periodo decisamente lungo quindi.

    Se ti fa venire i brividi è giusto, succede quando non si capiscono determinate cose.
    E non farmi pentire di avertelo concesso, se trovi il modo di vantartene giuro che assoldo un esperto di sigilli per insegnarmi quello del silenzio e attaccartelo a tradimento da qualche parte.


    Annuì quando Febh ammise di non aver capito ciò che era successo nella gemma.

    Per l’appunto.
    Tu sei rimasto un po' più confuso per via di Kaji, ma c’è da dire che la situazione è parecchio complessa, credo c’entri un qualche tipo di maledizione, quella era una parte di lui dimenticata.
    In qualche modo somiglia a te e Kaji, anche se tra loro non c’è un muro.


    Dopo una smorfia scarsamente convinta avrebbe commentato la regola del 3 degli Hakai.

    Tre?
    Tsk, che bietola che sei a crederci.
    Non ci credo manco se me lo dice Hagoromo in persona, siamo una specie troppo ingorda per limitarci in questo modo, già il tipo che hai fatto vedere a Youkai mi pare di troppo.
    Poi è pure una tecnica votata al caos totale, vuoi che non faccia delirare un tipo simile facendogliela spargere a destra e a manca tentando di risvegliare chissà quale divinità?
    Mai avrei pensato di sentire un otese sperare nella bontà umana.


    Indicava i dintorni mentre usava un tono ironico per indicare che stavano in uno dei luoghi che avrebbero convinto chiunque a dubitare dell’esistenza di quella dote.



    […]

    Sorrise divertito ai singolari complimenti che Ogen faceva a Febh, un pò perchè la sapeva restia a farli un pò perchè sapeva bene di cosa parlava e di quanto suo nipote avesse raramente voglia di tacere.

    Già, il problema è la volontà, non lo fa mai.

    La parentesi sul bonsai si rivelò interessante, era più piacevole parlare con Ogen da quando la Yakushi aveva compreso quanto potesse ricavare da Raizen per via della sua posizione. Un ricavo che l’Hokage stava sempre ben attento a mantenere bilanciato.

    Temo quel treno sia ormai passato Ogen, e data la vostra passione per le voci di corridoio vi farà anche piacere sapere che a breve inizieremo a costruire una dimora adatta alle esigenze di un Hokage e di una consigliera otese.
    Immagino che il mio precedente modo di intendere la mia carica negli anni passati darà ancora da scrivere a quei giornalacci per parecchio tempo, ma sono notizie ormai datate.


    Non arrossì, ma rispose comunque con un sorriso, alla fine era un complimento che gli scorreva addosso innocuamente, aveva una pelle ben spessa quando si parlava di corteggiamenti.

    UFF!
    E per chi non lo sarebbe!
    Avevo appena finito una battaglia e la sua parlantina mi ha drenato più forze di quel rimasuglio d'anima che ho dovuto mettere a tacere.


    Da qualche parte nelle sue corde vocali c’era una sezione dedicata esclusivamente alle note da “vecchia comare” e in quel frangente diede il meglio di se nel concordare sul giudizio dato all’avvelenatore.

    Non credo lavori a qualcosa di così modesto, forse a qualcosa di più nobile questa volta.
    Dietro la cipria nasconde parecchio.
    Ora che ci penso, ha usato una delle sue pozioni quando eravamo lì sotto, ma solo Hebiko ha potuto sentirla, sembrava fosse dolciastra tipo candela al miele, vi è mai capitato di sentirla?


    Mentre discorrevano gli argomenti si facevano via via più pesanti, con la naturalezza di un dialogo tra persone in confidenza seppur con le briglie sempre tese per non dare mai troppo terreno alla capoclan in costante ricerca di spazio per intercettare qualche crepa.
    L’inchino di risposta ad Ogen durò qualche istante in più, un gesto che portava con se gratitudine per quel riconoscimento oltre che mutuo rispetto.

    I miei onori alla Guardiana dei Misteri, e la gratitudine per questo riconoscimento.

    Non era da poco infatti quell’inchino da parte di Ogen, essere un candidato non rendeva la propria posizione certa, eppure con quella speranza la Yakushi l’aveva in qualche modo rassicurato.

    Da quando ho interagito con i draghi…

    Iniziò a parlare, a metà tra i ricordi e il presente.

    ...Ogni volta che sembravo avvicinarmi a delle risposte concrete e ben definite almeno altre dieci domande soppiantavano quella risposta, una marea di tasselli col tempo hanno iniziato a delineare un quadro di cui solo poco tempo fa ho trovato uno dei margini, ricordo ancora quando mi scherniste dicendo che i draghi non sono divinità, beh direi che qualcuno dovrebbe quantomeno ammettere che la linea è molto sottile.

    Amava ricordare le volte in cui non sbagliava.

    Una domanda è: perché io guardiano dell’Equilibrio?
    E perché tu dei Misteri?
    Posso supporre per il mio sforzo nel riportare equilibrio dove questo manca?
    Ma solo io ho questo fine?
    Tu invece?
    Chiunque cerca risposte, io ho così tante domande che costringerei Tenchou a ripassare qualche rigo di storia eri forse peggio di me Ogen?


    Accompagnò a quella domanda una sottile risata per alleggerire di qualche grammo quella discussione, che per quanto potesse essere seria era bene che si mantenesse piacevole.

    Credo Amesoko si sia sempre impegnato a mantenere il suo araldo ben celato, il drago del nadir è instancabile, conta ogni singolo giorno passato in prigionia e non passa istante in cui non trami un modo per uscirne.
    È irrefrenabile, si sente orfano della posizione che occupava prima che il mondo venisse permeato dal nuovo chakra e non credo esista accordo che possa farlo desistere, accontentiamoci di questi sospetti, quel che è certo è che sono dei gran bastardi, ma se non esistono le coincidenze la leader di Kurotempi è sospetta... Eclissi, sole nero, apocalissi... sembra vivano per il caos e mi aspetto che il guardiano dei mutamenti ci sia affezionato.
    Non esiste un modo per avere una prova concreta?
    Dopotutto c’è un legame e alcune creature percepiscono il nostro legame con i draghi.


    Vedendo la posizione dell’esuvia di Tenchou annuì.

    Formula?
    Quella di Ryujin non rispose ad una formula, ma solamente ad un richiamo.
    Sarà necessario sorvegliarla comunque, Oni teneva d'occhio quella di Ryujin e non vorrei che orfano della Bakekujira voglia mettere le mani su un altro mezzo di trasporto.


    All’arrivo di Febh scosse la testa, fingendosi più offeso di quanto non fosse in realtà, solamente per rincarare la dose. E poi, grazie ad Ogen eccola, una crepa che avrebbe potuto continuare a picconare per i battiebecchi futuri, la capoclan aveva fatto breccia nell’ego di Febh, lasciandolo tramortito.

    Succede succede, c’è bisogno di tempo, almeno non attacca degli adesivi sulle tazze.

    Annuì con grande compassione, avendo vissuto in prima persona episodi simili.

    Dunque eri anche al corrente del tempio degli Uzumaki?
    È rimasta poca roba su di loro a Konoha e considerando quanto rari erano i loro esponenti in grado di poter utilizzare le catene le informazioni precise su di loro non sono facili da rintracciare.
    Tuttavia Amesoko tiene gran parte di quelli trapassati in un luogo noto solo a lui, un luogo sul quale divinità a lui superiori faticano a posare lo sguardo.
    È nel tempio dei sussurri che Amesoko lavora alla sua libertà, non ne ho la certezza ma considerando cosa sono le maglie della catena del drago e cosa sono le catene Uzumaki… beh, chi meglio di loro potrebbe lavorarci?


    A quel punto avrebbe intrecciato le mani.

    A questo punto credo sia ora che tu sappia cosa ho in mente di fare.
    L’ordine del mondo ormai è saldo e in bene o in male è qualcosa che se cambiata porterebbe a sacrifici incalcolabili, non sono pronto ad un era di battaglie per stabilire nuovi equilibri e nuovi potenti.
    Esiste una catena, esistono delle maglie, ma non esiste un ancora, un punto a cui le catene tornino prima di ripartire, in modo da creare qualcosa di più solido e stabile.
    Voglio che i tre draghi vengano uniti in uno stesso contratto, la catena cambierà, risente dei legami e loro potranno avere modo di interagire, non è il metodo di Amesoko, non gli darà tutta la libertà che vuole, ma porterà equilibrio e lo fisserà.
    Il come ammetto mi sfugga per ora, so nei dettagli alcune cose ma una tra le più importanti mi sfugge: come avere l’approvazione dei 3.
    Malgrado io aggiunga un livello a questo meccanismo non è detto sia gradito, anche perché metterà i bastoni tra le ruote di Amesoko, ma ho tempo per cercare il giusto accordo, il drago del nadir ha un lungo fianco scoperto.
    Hanno scelto di testa loro come interagire con la loro prigionia, ma non hanno pensato alla cosa più giusta: unirsi.
    Pensi che i tre che hanno forgiato la catena abbiano ancora qualche parola da spendere?
    La loro permanenza è curiosa, in teoria completato il loro lavoro dovrebbero sparire, ma se ancora vivono vuol dire che chi li ha mandati non ha troppa fiducia nella stabilità di questo metodo.


    Parlava a braccia conserte, chiuso, il suo tono deciso sembrava raccontasse già un pezzo di storia nonostante mancassero perfino alcune parti, eppure sembrava non importare, nei suoi occhi era presente il bagliore di una luce di chi non conosceva sconfitta.

    Ed è probabile che in questo percorso servano anche le esuvie.

    Ma quella era una nota che non avrebbe approfondito ulteriormente, stava ad Ogen tradurla nella maniera più consona alla situazione e a Raizen stesso.

    Puoi immaginare cosa ne penserebbe Tenchou?

    Dopotutto il drago dello Zenit sembrava essere dotato di un po' più di senno rispetto ad Amesoko, che potesse dargli qualche consiglio lo reputava assai complesso, ma magari poteva essere messo al corrente dei rischi.

    L’esuvia di Tenchou comunque non corrisponde al luogo in cui Febh si è scontrata col capo dei Kirin, giusto?
    Mi sembrano luoghi simili.


    Quando tutti quegli argomenti si spensero rimase un ultima domanda.

    Dimmi Ogen, il nome Shinryu ti ricorda qualcosa?
    Portò Ryujin a cercare un guardiano per fermarlo, parliamo di migliaia di anni orsono visto che venne scelto mio padre per questo incarico.


    Se fosse stato pronto il the l'avrebbe quindi preso mentre ascoltava le sue risposte




     
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    Congratulazioni!
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    Agisci, allora. Replicò facendo spallucce. Basta che ricordi che io invece non ho un ruolo, e posso fare quello che mi pare. Aggiunse con un sorriso che non avrebbe stonato sulla bocca di un folletto dispettoso. Sorvoliamo sul fatto che lui AVESSE un ruolo, ma che fosse anche il vincitore del premio per il Peggior Consigliere della storia di Oto. E poi rifilò un viso imbronciato per la delusione di non poter avere il suo giogo per serpenti, alzando invece gli occhi al cielo per la questione di Youkai. Come se io mi vantassi mai di qualcosa. Mi limito a riportare i fatti. E poi si accigliò. E quindi lui ha dimenticato una parte di lui che è una ragazza che fila le anime e può dominare un posto così pieno di orrori? Certo che deve aver battuto la testa parecchio forte! Quando invece si parlò degli Hakai lo Yakushi si fece più serio. E' la regola. Lo ha detto mio nonno a mio padre. Se qualcuno infrange la regola, le conseguenze sono terribili. Non so quali sono, ma mi fido. Incrociò le braccia. E' qualcosa che sento come assolutamente vero...hai visto cosa è successo con DUE Hakai che usavano il loro potere, sconvolgendo l'inferno anche se su scala locale e anche se c'era un pò di paradosso. Pensa se fossero tre. Pensa se fossero PIU' di tre. Io francamente intendo impegnarmi per seguire l'unica regola che mi è stata tramandata, per quanto per vie traverse.

    [...]

    Uhuhuhuhuhuh! Congratulazioni, Raizen Dokujita. Credo che mio nipote impiegherà qualche mese a capire esattamente di cosa si tratti. Ridacchiò la vecchia che certamente aveva intuito qualcosa e aveva strappato alcune confessioni a Hebiko. Comunque ho già pensato di regalare alla cara Hebiko un sontuoso attico proprio accanto a palazzo Yakushi, con tanto di terrazzo e svariati passaggi segreti. Un piccolo omaggio per la mia migliore allieva negli ultimi cinquant'anni, Uhuhuhuh. Inoltre potrebbe finalmente convincerti a cambiare villaggio...non vorresti diventare Kokage? Sarebbe uno sviluppo interessante, no? Aggiunse con tono provocatorio.
    Il discorso virò presto su Du Gu, con Ogen che annuiva con grazia ai commenti salaci dell'Hokage. Oh, no, ha davvero provato diversi filtri d'amore. Da giovane ero un bocconcino ambito, Raizen, un bel bocconcino. Rise nuovamente. Ricordo che uno dei filtri d'amore che ha usato aveva quell'odore e lo sentivo solo io, ma non credo che Hebiko, come era mesi fa, fosse di suo gusto. Magari è una variante. Devo provare a vedere se ha effetti simili, grazie dell'informazione, Raizen, caro. La sua espressione gioviale era evidentemente una temibile condanna per Hebiko, ma ormai era tardi per ritrattare.

    Il discorso volò poi verso questioni cosmogoniche, per non dire esoteriche. I Grandi Draghi hanno un rango divino, ma sono ancora concreti e reali. Possono essere uccisi dai mortali...un Dio sarebbe una cosa molto più complessa. Spiegò Ogen. E semplicemente ogni Guardiano prese il nome del campo di influenza principale del Grande Drago, mi pare ovvio. Il Guardiano di Tenchou non può mica essere il Guardiano dello Spione, non pensi? Uhuhuhuhuh!

    Non ho notizie concrete piuttosto, solo supposizioni e informazioni frammentarie...e tu sai che il mio è il miglior sistema di raccolta delle informazioni al mondo. Aggiunse guardando il corridoio dove probabilmente aveva sentito i passi di Febh in avvicinamento. Ma qualcuno o qualcosa che percepisca un legame con uno dei Grandi Draghi...uhm... Portò la mano al mento, pensierosa. Forse. Ma ha un raggio limitato. Osserva. Con un guizzo della mano si provocò un minuscolo taglietto sul dito indice dell'altra, lasciando scorrere una goccia di sangue, quindi usò senza alcun sigillo le Mani Curative, facendo rigenerare la ferita. Hai visto? Il chakra guaritore assume una sfumatura leggermente diversa quando guarisce una mia ferita a causa dell'influenza del Grande Drago. Lo ho notato solo per caso, dato che raramente uso quella capacità. Anche il flusso di chakra delle Mani Curative è leggermente diverso e un medico esperto potrebbe accorgersi della differenza. Il colore era impercettibilmente più chiaro, ma con un pò di allenamento sicuramente Raizen avrebbe potuto farci l'occhio. Certo, era qualcosa di infimo e richiedeva di ferire e curare il sospetto, ma potevano provarci. Se poi trovi qualcuno che percepisce i legami e te lo porti dietro, tipo uno sciamano, tanto meglio. Quanto all'esuvia annuì. Chiederò a Tenchou di dedicarle uno sguardo più spesso del solito. E potrei mandare qualcuno del clan di vedetta. Yasu è stato discolo, di recente, merita una piccola punizione. Il suo sorriso ricordava quello di Febh durante gli addestramenti.

    Ascoltò quindi il piano dell'Hokage, facendosi man mano sempre più seria mentre lo Yakushi si riprendeva dalla botta. Al termine della dissertazione rimase in silenzio per qualche secondo. Tenchou...probabilmente avrebbe piacere nel riottenere maggiore libertà. Ma credo che tu sia molto ottimista. Se i tre che hanno forgiato la catena sono ancora presenti...io sospetto sia per evitare che qualcuno faccia quello che tu hai appena proposto. Se il mondo è stabile così, il tuo piano potrebbe sconquassare ogni cosa. Troppo rischioso...e per cosa, poi? Tu dici che la catena non ha un punto di ancoraggio...ma che prove hai al riguardo? Hai studiato la catena? Hai conoscenze per dirlo? Raizen...commetti l'errore di aver attinto a poche gocce e pensare di conoscere la vastità del mare. Io penso che il tuo piano sia azzardato e rischioso...sempre che sia possibile. Non intendo appoggiarti. E se sei un Guardiano dell'Equilibrio, cerca di ottenere quello e comprendere il tuo ruolo e il tuo scopo, prima di lanciarti in imprese che potrebbero distruggere il mondo. Concluse con tono severo, mentre Febh batteva le palpebre. Non ho capito granchè...ma di solito sono io quello che rompe le cose, no? Ogen sospirò a quel vano tentativo di alleggerire l'atmosfera.

    Non ho idea di cosa sia un'esuvia, ma ero nella vecchia capitale di Iwa, Città della Pietra, quella volta. E non credo di aver visto Esuvie. Il Paese dell'Orso era parecchio più a ovest quindi non c'erano rischi. E in quel momento Raizen cercò di cambiare argomento, portando il discorso su qualcosa di più pratico. Il nome Shinryu tuttavia la fece rabbuiare. Lo ho sentito, mio malgrado, perché è un'esistenza che mi mette i brividi. Tenchou lo ha perso di vista tempo fa, quando ha perso la capacità di vedere sotto la superficie terrestre. Ma quello che tu chiami Shinryu altro non è che l'Esuvia di Amesoko. Dai racconti di Tenchou venne liberata secoli fa causando grandi disastri, poi un uomo riuscì a fermarla e domarla, assoggettandola al suo volere...credo sia la persona che tu identifichi come il Dominio. Shinryu fu il suo primo Aspetto. E credo sia immensamente potente. Venne sigillato nel sottosuolo nella zona dove adesso si trova l'impero di Shiro. Se hai avuto a che fare con lui e non è solo un'informazione casuale...allora temo che Shiro lo abbia trovato e liberato. Concluse con tono grave, lasciando anche lo Yakushi perplesso. Se aveva un'arma così potente perché non lo ha usato contro Konoha? Forse aveva qualcosa di più utile da fargli fare? Febh si accigliò, mentre Ogen valutava la cosa. Magari lo ha liberato ma non lo controlla...oppure non voleva demolire del tutto Konoha ma aveva uno scopo più preciso. In ogni caso con quello Shiro ho un conto in sospeso.

    Ogen comuqnue decise di cambiare argomento, tornando al problema iniziale In ogni caso...potrei spendere tempo ed energie per aiutarti con Du Gu...in cambio di un'insignificante faccenda, dato che devi andare nella zona della Zanna, se non erro. Febh ancora non arrivava, ma la donna sorrise. Mi serve che qualcuno grande, grosso e pericoloso consegni un mio messaggio a un certo Mojimaru Atori, uno dei capoclan della Zanna. Lui ha qualcosa che io voglio e io ho qualcosa che lui vuole, e che sono disponibile a uno scambio. Tutto qui. Non credo ti sia necessario sapere altro, sono mie questioni private. Aggiunse lei con un caldo sorriso, quello di una nonna che non vuole spiegare cose che crede siano troppo difficili al nipote. O forse era un test per mettere alla prova la capacità di Raizen di fidarsi di lei.
     
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