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Ryose.
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Chi si credeva di essere quella guardia, d'altroned ero stato un pò rude a presentarmi lì senza avvertire, ma avevo da fare in quei giorni e non ci avevo pensato.
-Avrei bisogno di un udienza con un qualche membro del clan, vorrei entrare a farne parte^^.-
Che frase stupida, ero stato proprio un deficente, ma ormai avevo parlato ed ora dovevo prepararmi alle conseguenze.
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La guardia fissò l ragazzo con una espressione abbastanza scettica. poi sbuffò.
Chissà perchè ho un deja-vu?mormorò sarcastico, per poi dire al ragazzo.
Senti, ragazzo...sei già il secondo in meno di un anno che arriva qui con quelle esatte parole, grosso modo..Bah! Spero che tu non venga adottato, sinceramente. Poi una pausa FEEEEEEEBH Gridò verso l'interno. Entra pure, un tizio vestito da imbianchino ti accoglierà.
Lasciò passare Ryose. Oltre il portone c'era un piccolo vialetto in ciottoli che conduceva a una grande porta d'ingresso in ferro battuto. Sembrava di buona fattura, ma anche parecchio rovinata dal tempo.
Ehi? arrivò una voce dal lato. Un ragazzo con addosso una maglietta sporca di vernice e un pennello in mano si stava avvicinando Ciao...ti conosco? In genere Yasu grida così quando c'è qualcuno che conosco...chi sei?
poi tese la mano, sporca di vernice Comunque io sono febh. Febh Yakushi.. -
Ryose.
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Incredibile, alla fine dire la verità era stata la scelta migliore, la guardia mi fece entrare e incontrai Febh, lo avevo già visto alla riunione di Oto, chi sa se si ricordava di me. Strinsi la mano, per poi salutarlo.
-Ciao sono Ryose, ti ricordi ? Anch'io come te ho partecipato alla riunione di Oto.-
Dopo un eventuale saluto il mio sguardo si fece lievemente più serio.
-Vedi non sono qui per divertimento, io vorrei unirmi al Clan Yakushi, la guardia mi ha detto di cercare te, mi aiuterai a farmi adottare ?-
Quella parola mi suonava così strana, sembrava quasi che stessi cercando un padre ed una madre.. -
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Beh, sinceramente non mi ricordo di te...scusa... rispose imbarazzato.. Sarà che c'era una marea di gente...davvero, mi spiace. Strinse la mano. Comunque..come mai sei qui?.
Poi gli diede la risposta. Febh rimase per un attimo spiazzato Certo che avvertire...dannato Yasu... Tutto ciòp che potè dire fu: Oh.
Poi si schiarì la voce..per un tempo ragionevolmente più lungo di quanto uno non farebbe normalmente Beh..questo è da vedersi..la cosa non è poi così semplice... uhmm...ma esattamente..per quale motivo vorresti che il clan ti adottasse? mentre fa sè già aveva la risposta Come se non fosse logico.... e poi aggiunse E, soprattutto..per quale motivo pensi che il clan dovrebbe volerti? Cosa hai da offrire agli Yakushi?
Qua la questione si faceva interessante, cosa avrebbe risposto quel nuovo venuto?. -
Ryose.
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Mi ascoltò, prima un'esclamazione, poi due domande, il solito imbarazzo di parlare di se stessi mi inghiottiva mentre riflettevo su ciò che mi aveva spinto fin laggiù.
-Personalmente i motivi che mi hanno spinto qui sono due, questa arte dona un abilità interessante e quindi una carta in più per sopravvivere durante gli scontri, adattandosi al mio stile di combattimento che tende a parare piuttosto che schivare gli attacchi, inoltre il mio Chakra mi spinge verso questa tecnica, la sua forza bestiale, la sua continua energia, mi fanno venire voglia di diventare uno Yakushi, anche se ben so che voi siete diversi dai guerrieri che attaccano l'avversario senza adeguate difese;
Purtroppo mi dispiace non ho niente da offrire al Clan se non me stesso, il mio servizio come Shinobi, non sono conosciuto ne tanto meno il più forte di quelli residenti ad Oto, non sono un eroe senza macchia e senza paura, ma vi prometto che darò tutto me stesso, se me ne adrete la possibilità, per diventare un ninja degno di nota al vostro servizio-
Discorso lungo e, forse, un po' strano, ma avevo detto la verità.. -
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Ah-ha....disse distrattamente Febh, mentre con una mano faceva cenno all'altro di seguirlo. Beh, capisco che le capacità Yakushi facciano gola a molti. Non ho idea di cosa significhi che il tuo chakra ti spinge verso la Kousei, ma un ninja in più fa sempre comodo in famiglia...
Si stava dirigendo al grande portone metallico, ma poi deviò per dirigersi a una porticina laterale. In realtà il portone fa più scena che altro..commentò, amareggiato. Purtroppo si è bloccato anni fa e nessuno nel clan si è mai preso la briga di riaggiustarlo..a me fanno fare lavoretti e simili, ma di cardini lucchetti non ci capisco un'acca...bah.
Aperta la porta, Febh attese sull'uscio, poi disse, secco: Comunque, vedi di non farti troppe illusioni sull'arte della rigenerazione...io sono qui da più di un anno...e ancora non mi hanno insegnato nulla a parte gli esercizi preparatori a quella che è l'arte vera e propria. Sbuffò. In compenso mi hanno fatto fare lavori di ogni genere..dall'imbianchino, come vedi, al fattorino,..passando per opere di muratura varie... Uno sfogo niente male, poi chiese Pensi di poter sopportrare un anno e più di servizio al clan, prima di cominciare a poter sperare di ottenere l'arte Yakushi? Ne sarai in grado?. -
Ryose.
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Una risposta dal tono tranquillo, d'altronde la mia risposta era stata incredibilmente scontata, mi incitò a seguirlo, dirigendosi verso un portone dall'aria imponente, anche se invecchiata, per poi deviare mentre raccontava la fase finale della vita di quei cardini imponenti, ormai arrugginiti.
-Io sono un fabbro, potrei pensarci io a quei cardini, me ne intendo abbastanza di meccanismi o simili.-
Continuammo per poco, il mio interlocutore si fermò, dicendomi di non farmi illusioni, di pensare che lui era lì da anni ed aveva appreso solo le basi, infine mi chiese, se ero capace di una tale servizio, riflettei poco, se devo essere sincero, in quella mia breve vita avevo capito cose che si danno per scontate, senza dare, non si può voler ricevere.
-Si, fare il contrario sarebbe quasi un furto...
....non credi ?-. -
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Fabbro..e pure remissivo...mi sa che verrà sfruttato alla grande..poveraccio... pensava tra sè, mentre, dopo aver fatto cenno di seguirl, guidava il giovane fino a una grande porta scorrevole. Entra qui, prosegui dritto fino al cuscino che c'è al centro della stanza e siediti lì ad aspettare. Davanti a te ci sarà un pugnale e un rotolo..ma non toccarli per nessun motivo, a meno che non ti venga detto altrimenti.
Febh si sentiva strano a ripetere le stesse parole che gli erano state rivolte un anno prima, ma dopotutto era la procedura, a quanto gli avevano detto.
La stanza in cui era stato detto a Ryose di entrare era decisamente grande, tanto che ci si sarebbe potuta organizzare una piccola manifestazione di arti marziali con tanto di pubblico. Un cuscino rosso con nappe dorate attendeva al centro esatto, con davanti, come promesso, un rotolo e un pugnale di squisita fattura. I muri erano ricoperti da stuoie riccamente decorate con motivi buddisti.
Sarebbero passati almeno quaranta minuti prima che succedesse qualcosa. Improvvisamente le luci calarono, mentre al contempo se ne accendevano delle altre dietro i muri, come se oltre la stuoia vi fossero delle nicchie. In ogni nicchia era visibile una sagoma, qualcuno si trovava lì.
Hai detto di chiamarti Ryose. Disse una voce femminile dal timbro anziano, proveniente da una nicchia dove stava una sagoma molto piccola. E a quanto pare il lungo apprendistato non ti impensierisce. E ho sentito che sei un fabbro, oltre che uno shinobi.
Poi un'altra voce, maschile e pacata, giunse da una robusta sagoma alla sua destra. Ci hai offerto te stesso in cambio dell'appartenenza al clan. E sembri determinato ad ottenere le nostre conoscenze. Sappi però che i fatti sono più importanti delle parole. Apri il rotolo.
Se Ryose avesse obbedito, avrebbe trovato una lunga lista di nomi. L'ultimo a essere stato aggiunto era Febh-Oh-Enn; senza alcun cognome. Tutti i nomi precedenti invece appartenevano a degli Yakushi.
Ogni nome era accompagnato da due macchie annerite, subito alla sua sinistra.
Se davvero desideri entrare nel nostro clan, dovrai rischiare la tua vita. Firma il rotolo e apponi due gocce del tuo sangue affianco al tuo nome. Così sarai legato agli Yakushi per sempre. Morirai se parlerai di un qualsiasi nostro segreto con un estraneo. Morirai se anche solo penserai di tradire il clan o il villaggio. Morirai se rifiuterai di eseguire la volontà del Consiglio degli Anziani. Sei pronto a rischiare, Ryose?. -
Ryose.
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What?
Vengo condotto in una sala, davanti a me un rotolo, mi siedo a gambe incrociate, spazientito, dopo circa 40 minuti una voce mi scuote, sono irritato, sono stanco, ma la mia mente è limpida come uno specchio d'acqua so di voler diventare uno Yakushi, non importa il prezzo.
Sento una voce femminile, mi chiama.
Ora vi è un'altra voce maschile, pacata, mi dice di aprire il rotolo davanti a me.
Comincio a slegare il sottile filo che blocca la carta vecchia ed ingiallita, lo apro, una lunga fila di nomi su cui non mi soffermo, seguiti da due macchie, riprendo poi ad ascoltare la voce, che mi spiega a cosa andrò in contro:
Non dovrò parlare del clan a nessuno;
Non dovrò tradire Oto;
Morirò se non seguirò gli ordini di stupidi vecchi;
Delle prime condizioni non mi interessa, ma l'ultima mi fa allibire, dovrò rinunciare quindi alla mia libertà, la cosa più importante di tutte, per ottenere solo del potere ? Solo del “misero” potere?
Sono lunghi attimi.
§ Cosa devo fare ? §
Respiro, il mio sguardo è coperto dai capelli, lunghi e spettinati, grigi; cosa farò?
§ Devo rischiare la mia vita per diventare uno ... Schiavo ?§
Poi apro la bocca, parlo lentamente, è un tono rispettoso il mio, ed ecco le mie testuali parole.
- Mi dispiace, non sono più convinto di ciò che prima mi appariva così chiaro, non voglio diventare più uno Yakushi, non è tanto la paura del rischiare la mia abilità, ma non voglio appartenervi a questo modo, voglio essere libero.
Non so se capite, ma l'ultima condizione va contro tutto ciò in cui credo, mi dispiace, ma come già detto... non accetto -
Forse esagero, ma adesso mi sento pulito, la mia mente si rischiara, so cosa fare del mio futuro.. -
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Come meglio credi. Disse la voce femminile. Il nostro è un grande potere, che richiede un sacrificio ancor più grande. Se non sei disposto a pagare il prezzo, nessuno di noi intenderà forzarti. Sei pregato però di lasicare il palazzo Yakushi, e di non farvi più ritorno, se non in veste di ospite di un qualche membro.
Possa la strada che hai scelto esserti propizia. Addio. Aggiunse la voce maschile, non senza un accenno di delusione, o quantomeno di indispettimento.. -
.Una ragazza dai lunghi capelli del colore della neve raccolti all’interno di un semplice tubo di serica stoffa, si stava dirigendo verso la residenza del clan Yakushi.
Indossava un kimono estivo di morbida seta nera sui cui spiccavano farfalle cremisi ricamate ad arte.
Una sottogonna di un velo trasparente e quasi impalpabile si intravedeva da sotto l’abito.
Non sembrava avere più di sedici anni.Si muoveva a piccoli passi armoniosamente, in perfetto equilibrio sugli okobo.
Le iridi del colore dell’ametista illuminavano il volto dai lineamenti delicati.
Un tatuaggio sulla spalla sinistra raffigurava un drago d’ombra.
Il palazzo era un edificio a tre piani, protetto da alte mura, che sembrava rilucere al sole del mattino attraverso le pregevoli decorazioni che si potevano ammirare dall’esterno.
Sulle labbra della ragazza affiorò un sorriso.
Nulla di più esterno sul suo viso i suoi pensieri al momento.
Si fermò davanti l’entrata, in silenzio, attendendo che qualcuno si facesse avanti per parlarle.
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Di fronte al portone d'ingresso del palazzo yakushi stava come sempre la guardia, Yasu, che armato della sua lancia scrutava i passanti, prevalentemente le Kunoichi, pur essendo sposato. Quando Shinodari si avvicinò, sfoggiò il suo temibile sorriso da marpione, non avendola riconosciuta, quindi, dopo aver fatto un passo avanti, parlò:
Ciao bella bimba, cerchi un pò di compagnia?
Intanto da dentro il muro di cinta si sentiva un pò ovattata, una discussione dai toni decisamente accesi, e anche se non era ben chiaro cosa si dicesse, di certo erano un ragazzo e una vecchia a litigare. Sembrava centrassero delle lucertole, per quanto potesse sembrar strano... -
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In un altro frangente probabilmente Shinodari avrebbe fatto rimpiangere amaramente le avanche della guardia nei suoi confronti.
Ma era lì per altri motivi, per cui continuò la sua interpretazione della delicata ed indifesa fanciulla.
Sulle sue gote apparve ad arte un lieve rossore, come se la kunoichi si fosse imbarazzata per il commento rivoltole.
Muovendosi a brevi passetti si avvicinò a Yasu.
Rivolse un educato inchino formale.
-Gentile guardia, voi mi lusingate che qualcuno si accorga di me, ma... ahimè... credo che abbiate frainteso la mia presenza in cotal luogo.-
Esordì con voce delicata e melodiosa al tempo stesso, abbassando timidamente lo sguardo.
Intrecciò le dita come se fosse intimorita da Yasu.
-In verità io ho un appuntamento con un giovane che dimora in questa suntuosa dimora. I miei genitori hanno convenuto ad un nostro primo incontro e...-
Arrossì ancora un po’
-... mi hanno detto che mi avrebbe atteso davanti le mura a quest’ora. Ma forse non ho compreso bene l’ora e sono venuta in anticipo. Povera me, chissà cosa potrà pensare di me il nobile Febh Yakushi.-
Commentò assumendo un’espressione dispiaciuta nel tono della voce.
-Vi prego sareste così gentile da annunciare la mia presenza al nobile Yakushi? Ve ne sarei grata. Il mio modesto nome è Shin Kazekumo.-
Concluse.
Con movenze delicate estrasse un ventaglio di pregiata fattura, in seta con le stecche di legno intarsiate a raffigurare dei rampicanti, dalla tasca interna all’interno di una delle maniche del kimono.
Lo aprì celando completamente il suo volto.
Nel frattempo la discussione sembrava continuare oltre le mura.
Per ora Shinodari non se ne stava curando...
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L'espressione dell'uomo palesava tutta la sua delusione.
Ah, capisco e...COSA? Praticamente le gridò addosso, allarmato. NOBILE Febh Yakushi? Aggiunse calcando la prima parola, per poi scoppiare a riderle in faccia senza alcun ritegno. Avrebbe riso per parecchio tempo, reggendosi la pancia fino quasi a far sospettare che gli sarebbe venuto un colpo; quando infine un pò si riprese, con le lacrime agli occhi disse Ragazza, mi sa che ti han tirato un brutto tiro, quel tizio è solo l'ultimo arrivato..niente più che un fattorino... E ancora sghignazzava.
In quel momento un Febh Yakushi dall'aria torva usciva, con in mano un rotolo della spesa lungo almeno un metro. Sentite le ultime parole di Yasu, senza nemmeno badare alla Kunoichi gli mollò un possente calcio nel sedere, mandandolo dritto disteso a terra Chi sarebbe il fattorino? Guardiano fallito! Solo a quel punto il ninja avrebbe notato l'amministratrice. Oh, Shinodari, che sorpresa! Come mai l'amministratrice viene a fare una visita a casa Yakushi? Non sarà mica perchè dovevi venire tu che devo comprare tutta 'stà roba vero? Chiese, poi, portando la lista sotto gli occhi.
I primi tre nomi che gli balzarono alla vista, e che lesse velocemente furono: Pomata per i Calli, Pan grattato, Lettiera per lucertola.... Poi guardò la ragazza. Beh, spero proprio di no...Commentò, dubbioso.
Yasu intanto, shockato per la rivelazione su Shinodari, era rimasto come di sasso.. -
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Shinodari non gradì affatto il ridicolo spettacolo che quella guardia stava facendo di sé.
Il suo volto era celato dal ventaglio, ma se Yasu non fosse stato troppo preso a farsi venire un colpo apoplettico dal ridere avrebbe notato l’occhiata minacciosa che la ragazza gli aveva rivolto.
Febh uscì proprio in quel momento apostrofando il guardiano, e mettendo fine al gioco di Shinodari.
Oh beh, probabilmente la consolazione fu il vedere l’espressione di Yasu quando lo Yakushi svelò la su identità.
La kunoichi si voltò verso Febh avvicinandosi vicino a dare una sbirciata alla chilometrica lista della spesa.
-Ma ti pare che abbia bisogno di queste cose?-
Considerò, strappandogli letteralmente di mano il rotolo.
-Questo non ti serve, hai qualcosa di più importante che fare il fattorino.-
Commentò consegnando la lista a Yasu.
Prese sottobraccio lo Yakushi scoccando un’occhiata maliziosa alla guardia.
-Spero ti piacciano i luoghi desertici. Stiamo per partire per Suna e tu, Febh, come mia guardia del corpo mi accompagnerai.-
Aggiunse con un tono di voce che non ammetteva repliche.
Mentre si incamminavano lungo la strada, Shinodari afferrò il ventaglio e lo lanciò con forza all’indietro verso la posizione di Yasu con l’intento di colpirlo con il manico in piena fronte, se questi non si fosse spostato per tempo.
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