Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. ~ Marcø
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    Ultima Chance






    Deveraux scelse di prendersi una pausa di un minuto, per ragionare sulle mie parole, prima di aprire nuovamente bocca. Non riuscivo a farmi venire nessuna domanda migliore di quella che gli avevo appena proposto, quindi tutto il carico era sulle sue spalle. Ma, sfortunatamente, sembrava che non avesse alcuna domanda da fare, o almeno capii questo dalle parole che pronunciò prima di bloccarsi. La sua espressione cambiò, in quel momento parlava più la sua faccia della sua bocca. Doveva essere arrivato a qualcosa.
    Il giovane Yotsuki era quasi sicuro di aver capito quale fosse la specializzazione di Ukitake, proponendo come domande di essere informati su come si erano conosciuti lui e Diogene o il perchè avesse un bagno riservato insieme ad altri tre individui. Non sapevo a quale delle due dare la mia approvazione, in realtà. Nessuna delle due mi faceva intuire i dettagli che avremmo potuto utilizzare per scoprire il ramo di specializzazione del ninja dai capelli bianchi.

    « Mi fido del tuo giudizio, se pensi che una di queste domande possa aiutarti falla e dì ad Anteras la tua ipotesi. »


    Lasciai a Deveraux quel compito, affidandogli la mia fiducia. Non eravamo bambini, se il ragazzo diceva di essere sicuro di aver capito in cosa Ukitake si fosse specializzato, voleva dire che lo era davvero. Sperai soltanto che non avremmo sbagliato.

    [...]

    [Mantengo attiva la Manipolazione Elettrica]


    Rimasi stupito quando vidi il mio avversario scansare di poco la mia mano destra, vista la mia velocità. In fondo, anche lui era uno Yotsuki, probabilmente lo strato di elettricità che lo ricopriva gli aveva dato un aiuto.
    La mano destra che avevo allungato mi fornì un buono spunto per tentare di afferrare Deveraux con la mano sinistra, ma grazie alla sua schivata precedente, era riuscito a frapporre fra noi il moderatore della partita. Lo vidi liberare le mani infilandosi il fazzoletto in bocca, cosa voleva fare? Vista la sua posizione, si trovava quasi al mio fianco adesso, e come aveva spostato le mani, non potei vedere che sigilli compose. Potei solo vederlo scomparire, mentre l'acqua ricopriva il vuoto da lui lasciato. L'acqua non si era mossa in nessuna direzione, se si fosse trattato di un movimento veloce, lo avrebbe seguito, quindi o si trattava di una tecnica di teletrasporto oppure si era lanciato verso il basso. Esclusi a priori la tecnica di teletrasporto, sarebbe stata alquanto antisportiva da parte del mio avversario, e nuotai più velocemente che potevo verso lo schieramento della squadra avversaria.
    Tra me e loro vi erano solo nove metri, una distanza percorribile in pochissimo tempo. Avevo il vantaggio di nuotare a pelo dell'acqua, quindi ad una velocità decisamente superiore, ma non sapevo dov'era il mio avversario. Provai ad aprire gli occhi mentre avevo la testa immersa, la luce solare era dalla mia parte. Vidi facilmente una figura scura muoversi in una direzione simile alla mia, ad un paio di metri di profondità.
    Impastai una notevole quantità di chakra nelle braccia, per potenziare i muscoli ed ottenere una spinta maggiore. [2 Bassi, uno per braccio, Forza: 450 + 75 = 525] Non avrei dovuto modificare tanto la mia traiettoria, il suo punto d'arrivo era a circa cinque metri da dove avevo immaginato, avrei cercato di anticiparlo e prenderlo sul lato.
    Una volta percorsi sei metri, Deveraux riaffiorò in superficie, continuando a nuotare verso il suo obiettivo. La differenza di velocità fra il mio crawl a pelo d'acqua e la sua rana in immersione mi aveva permesso di trovarmi ad un soffio dalle sue gambe.
    Rimanevano tre metri ed ero nella scia del mio avversario che continuava a nuotare in stile rana, come se fosse ancora in immersione. Perfetto, era la mia ultima occasione di toccarlo. Senza smettere di nuotare, approfittai del normale movimento del braccio dello stile libero, allungandolo per cercare di afferrare la sua caviglia. Difficilmente Deveraux avrebbe avvertito la mia presenza, quindi non avrei fatto altro che aspettare il momento in cui avrebbe disteso il piede a martello per dare una gambata. Impastai del chakra nel braccio sinistro, per quella che speravo fosse l'ultima spinta, mentre la mano destra si allungava, verso il piede avversario. [Basso, Forza: 450 + 75 = 525]
    Non potevo perdere, la vittoria era ad un passo da me.




    Status




    Vitalità


    Chakra


    Forza: 450
    Velocità: 425
    Riflessi: 400
    Resistenza: 400

    Agilità: 400
    Precisione: 400
    Senjutsu: 400
    Concentrazione: 400

    Tempistica


    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuito

    1° Slot Difesa:
    2° Slot Difesa:


    1° Slot Azione: Nuotata
    2° Slot Azione: Tentativo con la mano destra


    Slot Tecnica Base:
    Slot Tecnica Avanzata:


    Appunti



    Un post un po' cortino, lo so, ma dovevo solo fare un'altra fase offensiva. A voi!

    Conoscenze Utilizzate




     
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    Le dita della mano protesa con grande sforzo non arrivarono a toccare lo Yotsuki che aveva afferrato per primo la bandiera. Il confronto era finito e il gioco terminato...ma davvero lo scopo era quello di vincere la sfida? In ogni caso adesso era tardi porsi quell'interrogativo; il rubabandiera era terminato prima ancora che tutti gli interpreti mostrassero le loro abilità.

    " Vince la squadra di Matsumoto! Come pattuito i perdenti dovranno ripulire tutto a fine serata! "

    I vincitori scoppiarono in un urlo di gioia mentre i perdenti abbandonavano già le loro posizioni, ritornando sulla terra ferma. Il gigante Ashiro immerse le sue grossi mani nello specchio d'acqua e sollevò entrambi i genin fino a farli uscire completamente dal liquido.

    " Bravo tu! E anche tu...niente male siete! "

    Deveraux non ebbe il tempo di rispondere; Matsumoto lo avrebbe strappato dalla presa del gorilla per stringerlo al suo petto, avvolgendo la testa del ragazzo nelle sue protuberanti grazie. Daisuke invece si sarebbe ritrovato senza capire come sulle spalle di Ashiro che a tutta velocità si stava già dirigendo verso le fumanti bistecche! Il lago si sarebbe svuotato in pochi istanti e la festa si sarebbe spostata completamente nell'aria barbecue allestita.

    " SIIIIIIIIIIIII! Lo sapevo che avevo scelto bene! Non mi andava proprio di passare la serata a pulire il prato! Andiamo! Ci aspetta una bella mangiata!"

    Il clima percepito in quei momenti di "sfida" sarebbe del tutto scomparso sul verde giardino. Tutti ridevano, tutti chiacchieravano mentre ingurgitavano carne e birra a non finire! Anteras era a cuocere la carne sfoggiando una maestria senza pari facendo roteare i pezzi di carne in aria, Ukitake era seduto a una decina di metri di distanza contro un grosso pino leggendo il suo libro...loro due non sembravano aver prestato molto attenzione al gioco. La prima ad avvicinare Deveraux sarebbe stata Soifon, la ragazza che aveva vinto la sfida dei numeri uno.

    " Ti muovi bene, forse in modo un po troppo caotico per i miei gusti. Hai analizzato bene il campo anche se sfruttando bene i sensi avresti potuto uscirne vincitore con un più largo margine. Ah, io sono Soifon."

    Daisuke invece avrebbe ricevuto i complimenti di Muroga, che avrebbe esordito così:

    " Una battaglia si può anche perdere! Una vittoria schiacciante non è sempre sinonimo di un grande divario di forze! Bevici su e non pensarci più! ahahaha Ho fatto anche la rima! "

    In generale tutti i presenti sarebbero stati più che disposti a scambiare due parole con il nuovo duo che, probabilmente, avevano già intuito di non essere una sorpresa. In altre parole tutti sapevano del loro arrivo; che ne conoscessero anche il motivo? La festa intanto continuava; tra i tanti li presenti un giovane era fermo, in piedi a qualche metro da Anteras e con aria criptica farfugliava qualcosa.

    " Festa...ma quale festa! Questa è una tragedia! Guarda come sta cuocendo quelle bistecche! La pancetta è troppo bruciata, le fettine troppo al sangue...e il sale? Perchè non mette il sale? Whaaaa! "

    La bimba dai capelli rosa invece dondolava sul ramo di un albero, agganciata con gli arti X allo stesso. In mano aveva il suo pezzo di carne che mangiava a piccoli morsi. Andandole vicino avrebbe sfoggiato un ampio sorriso e con tono giocoso avrebbe detto:

    " Numeri...quattro! AHAHAHA come mi sono divertita! Voi siete i nuovi ninja che Gene sta valutando, vero? Io sono Yakiru e mi occupo di...no, forse questo non dovrei dirverlo, o forse si? Secondo voi posso? "

    Poco distante da Ukitake, invece, vi era un uomo dalle spalle larghe e la testa rasata. Aveva una grossa tela davanti a lui poggiata su di un tipico cavalletto da disegno. Stava dipingendo seppure l'unico colore a sua disposizione era il nero. Non stava raffigurando l'ambiente nè facendo un ritratto, si guardava intorno e dopo qualche minuto tracciava qualche curva o linea. Era un disegno stilizzato...un simbolo inventato. Se i due Yotsuki avessero provato a fargli qualche domanda l'uomo non avrebbe risposto ignorandoli del tutto...era come in trance. Al posto suo avrebbe invece parlato Ukitake.

    " Si chiama Gyoubu Kasumi. E' un ex detenuto...non parla molto ma se volete fare qualche domanda sul suo conto proverò a rispondere io per lui. "

    Ovviamente i due genin avrebbero potuto anche banchettare, durante o dopo i vari incontri. Anteras gli avrebbe accolto con sguardo enigmatico...come sempre, d'altronde.

    " Allora, che mi dite dell'esperienza al lago? Ah, ricordate che potete dirmi il campo di specializzazione delle persone della casa quando volete. Tenete presente che potete fare per ognuno di loro solo una domanda a testa e che nel caso in cui entrambi indoviniate solo il primo a dirmelo verrà premiato. Ciò implica diversi ragionamenti, a voi il compito di gestire la situazione.
    Ma veniamo a noi: vi darò da mangiare e bere solo se risponderete correttamente a queste domande:
    Daisuke, ricordi quanti giri di serratura ha fatto May per aprire la porta principale della villa? Su quale occhio Auron portava la benda?
    Devereaux a quanti anni risale il libro sulla geografia di Kumo? Sai dirmi il numero intero che corrisponde all'altezza da terra dei ripiani più alti della biblioteca? "



    CITAZIONE
    Edit: Una X



    Edited by DioGeNe - 20/11/2012, 00:35
     
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  3. Roronoa™
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    I ninja di casa Mikawa.






    [Prima del lago.]

    Di fronte alla mia certezza Daisuke fece un passo indietro.

    CITAZIONE
    « Mi fido del tuo giudizio, se pensi che una di queste domande possa aiutarti falla e dì ad Anteras la tua ipotesi. »

    Era giunto il momento della verità.
    Fare la domanda o non farla? Gettarsi nel vuoto oppure cercare un appiglio?
    Ma se la sua risposta mi avesse sorpreso, distruggendo ogni mia ipotesi?

    -Mi prendo altro tempo- Guardai Ukitake e poi Anteras, cercando di carpire la loro reazione.

    Alla fine sarei riuscito ad indovinare il suo campo di specializzazione.

    [Durante la festa]

    Quando tutto sembrò concludersi con una sconfitta, vista l'irrisoria distanza tra me e Daisuke, riuscii a raggiungere la mia squadra.
    Avevo vinto!
    Non esultai. Ero troppo stanco per farlo. Non avevo nemmeno sentito la voce di Tanaka.
    Mi abbandonai in acqua, rimanendo con le braccia in profondità mentre Matsumoto e gli altri festeggiavano la vittoria.
    I miei arti superiori erano a pezzi e quell'acqua fresca era una vera goduria.
    Ci sarei rimasto per ore se Ashiro non avesse avuto la balzana idea di tirarmi sù con il suo possente braccio. Fortunatamente un attimo prima avevo disattivato le tecniche, compresa la mia innata.


    CITAZIONE
    " Bravo tu! E anche tu...niente male siete! "

    Stavo per complimentarmi con Daisuke quando Matsumoto, complice l'alcool, mi strappò dalla presa del gigante per stringermi a sè.
    Se dovevo essere obiettivo la sfida l'aveva vinta il mio compagno. Avevo utilizzato troppo chakra.
    Complimenti a lui!
    Oh! Ero veramente con il viso nel seno della donna?

    CITAZIONE
    " SIIIIIIIIIIIII! Lo sapevo che avevo scelto bene! Non mi andava proprio di passare la serata a pulire il prato! Andiamo! Ci aspetta una bella mangiata!"

    Mollata la presa uscii dalle sue braccia con un espressione da vero ebete.
    Felice? Sembravo stordito, come se avessi bevuto due bottiglie di vodka in un minuto.
    Feci due passi indietro, barcollando, per poi riprendermi.

    - Dov'è Daisuke? - Mi voltai due tre volte, individuandolo vicino a quell'uomo che doveva chiamarsi Muroga ( l'avevo udito dalle parole di scherno di un suo compagno), e che aveva perso la sfida con Ashiro.
    Eseguito il primo passo verso l'altro Yotsuki, una ragazza si avvicinò.
    Soifon!
    Aveva circa la mia stessa età.
    La prima cosa che mi colpii fu il suo penetrante sguardo. I suoi occhi da felina sembravano nascondere un oceano di astuzia.

    CITAZIONE
    " Ti muovi bene, forse in modo un po troppo caotico per i miei gusti. Hai analizzato bene il campo anche se sfruttando bene i sensi avresti potuto uscirne vincitore con un più largo margine. Ah, io sono Soifon."

    - Deveraux, piacere mio.- Presentazione inutile, sapeva già il mio nome.
    - Eh si, dopo aver preso il fazzoletto ho avuto qualche difficoltà. Pensa fosse stato meglio far prendere il fazzoletto a Daisuke? - Domandai, sorridendo.
    Soifon era stata così gentile da darmi un prezioso suggerimento: sfruttare meglio i miei sensi.
    Affiancando quelle parole al suo fisico magro e alla sua velocità, molto superiore alla mia e a quella di Ashiro, ipotizzai con facilità il suo campo di specializzazione: inseguimenti.
    C'era anche l'idea assassina.
    La sua risposta doveva confermare una o l'altra ipotesi, o almeno così speravo.

    In ogni caso mi sarei congedato con le seguenti parole:
    - Grazie per i suggerimenti Soifon! Ora vado a conoscere quelli con cui non ho ancora parlato. Ci vediamo! Buon appetito! - Dissi, indicando le pietanze preparate da Anteras.

    In quei pochi metri che mi separavano dal mio compagno udii una voce sconosciuta.

    CITAZIONE
    " Festa...ma quale festa! Questa è una tragedia! Guarda come sta cuocendo quelle bistecche! La pancetta è troppo bruciata, le fettine troppo al sangue...e il sale? Perchè non mette il sale? Whaaaa! "

    A lamentarsi era un ragazzo più grande di me.
    In un attimo gli fui davanti.
    - In effetti la pancetta è un po' troppo cotta...- Sorrisi.
    - Fanno cucinare il maggiordomo Anteras! Cucina quel tipo in questa Villa? Oppure c'è un vero chef? Mentre parlavo mi guardavo intorno, come per cercare il vero cuoco in quella Villa.
    Era evidente fosse lui. Se non aveva le qualifiche necessarie, perché lamentarsi di come l'addetto alla griglia stava cucinando le bistecche?

    Avuta risposta me ne sarei andato salutandolo.
    Una volta raggiunto il mio compagno avrei preso parola:
    - Sei stato strepitoso! Nonostante il jutsu alle braccia mi hai messo in difficoltà! Complimenti! - Ero sincero, Daisuke era stato fantastico!
    Nel caso l'avessi visto ancora triste, nonostante i miei elogi, avrei sottolineato maggiormente quanto le sue azioni mi avessero colpito.

    [...]

    In uno sfondo verde vidi del rosa. Ma cosa?!
    Il mio sguardo fu attratto da quel colore, che poi si rivelarono essere i capelli della bambina che aveva affrontato Soifon qualche minuto prima.
    Stava mangiando della carne in solitudine. Strano, perché era stata lasciata sola?
    Decisi di raggiungerla.

    - Vado un attimo dalla bambina, se vuoi vieni! - Avrei invitato anche Daisuke.
    Ero curioso di conoscerla. Nonostante la sua tenera età si muoveva come un fulmine.
    Un vero prodigio, una figlia di Oto che in un futuro non tanto lontano avrebbe fatto faville.
    Quando ci vide arrivare, sfoggiò un largo sorriso.
    Ricambiai.

    CITAZIONE
    " Numeri...quattro! AHAHAHA come mi sono divertita! Voi siete i nuovi ninja che Gene sta valutando, vero? Io sono Yakiru e mi occupo di...no, forse questo non dovrei dirverlo, o forse si? Secondo voi posso? "

    - Ciao Yakiru! sono Deveraux ma puoi chiamarmi anche numero quattro! o braccia di serpente ahahahah - Risi, sicuro che durante lo scontro la bambina avesse intravisto le mie braccia squamose. Dovevo entrare in confidenza con quell'angioletto, sperando che il suo sguardo da giocherellona non nascondesse un animo malvagio. Eravamo ad Oto dopotutto.
    Per essere sicuri, l'avrei trattata come una donna. In effetti, la sua ultima domanda suonò come una specie di trabocchetto.
    Ebbi l'illuminazione.
    Presi subito parola. Avevo in mente un piano.
    - Sai già che non dovresti ma hai tenuto la lingua poco ferma- Sorrisi, spavaldo.
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    Con un salto la raggiunsi, atterrando vicino alla sua piccola figura, su un ramo abbastanza largo da non spezzarsi sotto il mio peso.
    Assicurata la stabilità mi sarei seduto, guardando Yakiru dall'alto.

    - Il giorno in cui strinsi l'alleanza con gli Hyuga... l'insegnamento che ne ebbi da quella esperienza fu la seguente: "non conosci una persona finchè non ci combatti!" ... ti piacerebbe un giorno fare un round di ruba bandiera contro di me?! Anche qui sotto!! -
    Come si sarebbe comportata la piccola Yahiko? Infondo l' errore l'aveva realmente commesso.

    [...]

    Concluso il dialogo con Yakiru avrei salutato quest'ultima per dirigerci verso un' artista, poco distante dall'albero in cui era appoggiato Ukitake.
    Avevo conosciuto solo un disegnatore-ninja nella mia vita, durante una particolare missione svolta con Febh.
    Sull'enorme tela che aveva a disposizione l'uomo aveva tracciato solamente alcune linee nere. Era privo di ispirazione?
    No, sembrava ragionarci.
    Rette, curve ... quell'insieme di linee non assomigliavano minimamente ad un paesaggio. Oltrepassavano i confini del disegno astratto.

    - Cosa stai disegnando? - L'uomo non ci degnò di uno sguardo.
    I suoi occhi erano spenti, dando l'impressione di non aver udito la domanda.
    Che fosse sordo?
    Rimasi qualche secondo in silenzio, sperando che qualche nuova linea definisse meglio la sua arte..
    Osservando meglio il tutto, quei pochi tratti sembravano formare un simbolo mai visto prima.
    Che stesse gettando su carta alcuni ricordi?
    - Cosa significa? - Ennesima domanda, nessuna risposta.
    Guardai Daisuke, come per dire "pensaci tu", ma l'appello venne raccolto da Ukitake.
    Evidentemente aveva finito di leggere.

    CITAZIONE
    " Si chiama Gyoubu Kasumi. E' un ex detenuto...non parla molto ma se volete fare qualche domanda sul suo conto proverò a rispondere io per lui. "

    - Sono Deveraux Gyoubu, felice di fare la sua conoscenza. - L'ultima cosa che avevo in mente era prenderlo in giro. Non era sordo, il suo silenzio era voluto.
    Era un tipo interessante, nonostante il suo comportamento schivo e il suo passato. Se il Mikawa lo aveva accolto nella sua casa e gli aveva donato quei strumenti evidentemente era un tipo capace.
    Domande? Ne avevo molte, ma decisi di focalizzarmi solo su un aspetto della sua vita. Non sarebbe stato saggio e rispettoso passare a rassegna la sua storia.
    - Sta lavorando? -
    Sorrisi. Avevo qualcosa in mente, ma per ora avrei rivelato solo questo.

    [...]

    E alla fine giunse la fame.
    Meritavo un piccolo spuntino? Certo!
    - Vado a prendermi qualcosa da mangiare, vieni? Avrei domandato a Daisuke, nel caso non se la fosse squagliata già prima.
    Purtroppo, un istante prima di raggiungere il tavolo con le pietanze una figura si frappone tra noi ( o io ) e il cibo.
    Anteras!!!!

    CITAZIONE
    " Allora, che mi dite dell'esperienza al lago? Ah, ricordate che potete dirmi il campo di specializzazione delle persone della casa quando volete. Tenete presente che potete fare per ognuno di loro solo una domanda a testa e che nel caso in cui entrambi indoviniate solo il primo a dirmelo verrà premiato. Ciò implica diversi ragionamenti, a voi il compito di gestire la situazione.
    Ma veniamo a noi: vi darò da mangiare e bere solo se risponderete correttamente a queste domande:
    Daisuke, ricordi quanti giri di serratura ha fatto May per aprire la porta principale della villa? Su quale occhio Auron portava la benda?
    Devereaux a quanti anni risale il libro sulla geografia di Kumo? Sai dirmi il numero intero che corrisponde all'altezza da terra dei ripiani più alti della biblioteca? "

    Esperienza al lago? La mia risposta non si fece attendere.
    - C'è molta gente che devo superare!- Strinsi il pugno destro davanti ai miei occhi.
    Riguardo le domande di memoria risposi subito.
    - 50 anni e l'altezza era di circa... 5 metri! - Avevo un po' di fame, quindi, pregai di aver dato le giuste risposte.

    Riguardo le specializzazioni, avrei atteso quel poco in più per raggiungere la certezza!







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    Attesa






    Rimasi deluso di me stesso, quando il mio braccio non riuscì a toccare la gamba di Deveraux. Chiusi la mano a pugno, fermandomi a galleggiare. Recisi il flusso di chakra che manteneva attiva la mia armatura elettrica, mentre sentii dire che agli sconfitti sarebbe toccato ripulire il tutto. Non mi dispiaceva certo fare lo spazzino per un giorno, ma odiavo perdere. E quella era una sconfitta bella e buona. Stavo scuotendo la testa quando il gigante mi tirò fuori dall'acqua dimostrando una forza bestiale: aveva estratto dal lago me e Deveraux senza sforzi apparenti. I complimenti di Ashiro furono rincuoranti, per la sincerità con cui si espresse.

    « Grazie, Ashiro »


    Non feci in tempo a parlare con Deveraux, visto che lo vidi sparire fra le grazie di Matsumoto. Io invece finii a cavallo del gigante, che si fiondò verso la fonte dell'odore di carne alla brace; fummo presto seguiti da tutti gli altri partecipanti al ruba bandiera. Nonostante, metà di noi si fosse appena guadagnata una bella dose di lavoro extra, grazie a me, tutti sembravano felici e affamati. Il maggiordomo, che dirigeva la cottura delle bistecche, stava nuovamente mostrando la sua abilità nei giochi di mano, facendo il giocoliere con i pezzi di carne. Stavo per avvicinarmi a lui per procurarmi qualcosa da mangiare, visto che Ashiro mi aveva fatto scendere per rimpinzarsi bene bene, quando l'illusionista si avvicinò a me, per rivolgermi qualche parola di consolazione.

    « Una vittoria schiacciante può non essere sinonimo di differenza di forza, ma è pur sempre una sconfitta per l'avversario. E mi spiace di aver regalato alla squadra avversaria la vittoria, senza aver dato l'opportunità ai nostri compagni di divertirsi... »


    E soprattutto togliendo a me e a Deveraux l'opportunità di osservare gli altri shinobi per capire quale fosse la loro specialità. Avrei dovuto fare ricorso a ciò che avevo visto fino a quel momento e alla domanda che mi era concessa. Mi allontanai da Muroga dopo avergli augurato un "buon appetito", per raggiungere Deveraux accanto ad un ragazzo dai capelli biondi. Questi sembrava starsi lamentando delle abilità culinarie di Anteras e il mio compagno di clan lo assecondava. Mi permetti di interromperlo, per fargli notare il mio arrivo.

    « Forse dovremmo assaggiarla, prima di criticare il grado di cottura, che ne dici? Io muoio di fame... »


    Dopo aver concluso la discussione con il biondo, Deveraux si aggiunse alla lista di quelli che mi fecero i commenti per la prova svolta. Francamente, mi sembrava eccessivo farmi così tanti complimenti, avevo solo fatto quello che dovevo, senza nemmeno vincere quella sfida. Fu in quel momento che pensai che non fosse vincere lo scopo. Perchè avrei voluto che il gioco continuasse? Per osservare gli altri presenti mostrare le loro abilità. Oltre ad un motivo ludico, forse, il ruba bandiera era stato utilizzato per mostrare le nostre abilità a chi stesse osservando in quel momento, fra i quali, magari, vi era il Mikawa.

    « Non esagerare, hai vinto tu, quindi i complimenti oggi te li becchi te! »


    Sorrisi quasi sinceramente, alla fine era solo un gioco. Avrei messo lo spirito di competizione e l'orgoglio da parte, per questa volta, in fondo il nostro obiettivo era un altro, non dovevamo lasciarci distrarre. Feci un cenno con la testa al giovane Yotsuki, facendogli cenno di spostarci di un qualche metro, dove era leggermente meno affollato, così da potergli parlare di quello che avevo dedotto fino a quel momento.

    « Senti, che ne pensi di Muroga? Ha usato subito una tecnica illusoria, quindi potrebbe essere un esperto dell'arte dell'illusione, ma non diamolo per scontato. E Ashiro? Sono sicuro che abbia dei sensi molto sviluppati, come se per lui venisse prima il naso degli occhi. Hai visto come ha annusato l'aria intorno alla bandierina? Non è da tutti rendersi conto a quel modo di essere sotto l'influsso di una genjutsu. Forse è un esploratore, oppure un esperto degli inseguimenti. Sulle due ragazze hai avuto qualche idea? »


    Aspettai che mi esponesse i suoi pensieri, prima di proporgli come procedere. Sarebbe stato più conveniente dividersi, così da poter osservare un po' tutti senza impiegarci troppo tempo, ma era anche vero che fino a quel momento entrambi avevamo completato i pensieri dell'altro con i propri. Deveraux avrebbe potuto cogliere un particolare che a me sfuggiva, oppure il contrario. Se fosse stato d'accordo, lo avrei seguito.
    La sua prima idea fu quella di recarci dalla bambina dai capelli rosa, protagonista della prima sfida sul lago. Sembrava impossibile che una bambina così piccola avesse così tanto talento: si era mossa ad una velocità impressionante quando era stata chiamata, il fatto che avesse perso passava in secondo piano. Sembrò sinceramente divertita di averci visto gareggiare, visto come mimò la chiamata del nostro numero, e la spensieratezza con cui chiamò il jonin con un soprannome mi fece pensare a quanto fosse innocente quella creatura. Anche io alla sua età ero già stato introdotto al mondo dei ninja, ma Yakiru, questo il suo nome, a differenza mia, sembrava aver mantenuto la purezza tipica di una bambina. Il mio compagno cercò subito di entrare in confidenza, dicendo alla creaturina che poteva chiamarlo con un soprannome. Invece io, non sapevo proprio come comportarmi.

    « Ciao! Io sono Daisuke, molto piacere... »


    Per fortuna Deveraux colse immediatamente l'occasione di riprendere la ragazzina dai capelli rosa sulle parole che aveva pronunciato, per poi lanciarle una sfida a ruba bandiera. Guardai stupito il mio compagno: non si era accorto della rapidità che aveva dimostrato al lago? Quella ragazza, per ora, era ben oltre le nostre possibilità. Almeno che non fosse tutto un trucco, forse voleva osservare nuovamente i movimenti della bambina o osservarla nuovamente all'azione alla ricerca di qualche particolare. L'unica cosa di cui eravamo sicuri, era che Yakiru fosse tutta sua. Ero quasi spaventato da un talento simile, mi ricordava troppo mio fratello.

    [...]

    Una volta finita la discussione con la bambina dai capelli rosei, seguii Deveraux fino ad arrivare vicino ad Ukitake. Il mio compagno si mise ad osservare un uomo che dipingeva, piuttosto muscoloso e con la testa rasata. Rimasi più a distanza di quanto fece lui e, ovviamente, non gli parlai in modo diretto come saltò in mente al mio compagno. Sembrava essersi trasformato: dal ragazzo timido e impacciato con le parole, Deveraux stava diventando più estroverso e dalla lingua sciolta. Fin troppo.
    L'uomo non degno il giovane di risposta, rimanendo assorto nel suo silenzio mistico: sembrava davvero impegnato nel dipingere. Al posto suo rispose il buon Ukitake, dicendoci che l'uomo si chiamava Gyoubu Kasumi, un ex detenuto piuttosto taciturno, per cui avrebbe risposto in sua vece, almeno per le risposte che conosceva. A differenza di Deveraux, io non mi presentai, né mi avvicinai per entrare in confidenza. L'uomo sicuramente conosceva già i nostri nomi, non eravamo stati una novità per nessuna delle persone che avevamo incontrato fino a quel momento, per lui non sarebbe stato diverso. Sapeva già il mio nome e non l'avrei disturbato solo per ricordarglielo in un momento di ispirazione come quello che stava avendo.
    Ma non mi sarei certo lamentato se le domande di Deveraux ci avessero fatto ottenere qualche particolare su quell'uomo misterioso. Provando a sbirciare verso Ukitake notai che teneva il libro in modo che il titolo non fosse visibile, peccato. Comunque ero abbastanza sicuro di quello che avevo affermato in precedenza: per me, l'uomo dai capelli bianchi, era un medico oppure un eliminatore di cadaveri. Avrei atteso il momento giusto, o l'idea illuminante che mi avrebbe fatto capire in cosa si era specializzato quel ninja.

    [...]

    Finalmente anche lo stomaco del mio amico reclamò del cibo, quindi ci dirigemmo verso Anteras, che continuava a divertirsi cuocendo la carne. Non riuscii a interpretare lo sguardo che ci rivolse, era davvero un tipo strano. Si mostrò gentile, chiedendoci cosa pensavamo dell'esperienza al lago e spiegandoci meglio i termini del nostro "indovina chi", infine ci pose delle domande. Se non avessimo risposto saremmo rimasti a bocca asciutta. Le mie erano piuttosto semplici: due piccoli particolari che ero quasi sicuro di ricordare perfettamente. La parte che mi interessò di più, era però un'altra. Avevamo un tentativo a testa per indovinare la specializzazione delle persone che avevamo conosciuto e il primo a indovinare avrebbe preso il merito. Avevo un'idea, in proposito.

    « L'esperienza al lago. Be', se avessi vinto io avremmo potuto osservare le capacità di almeno un'altra coppia di ninja, ma non sono riuscito ad afferrare la gamba di Deveraux, finendo così per danneggiare entrambi. Comunque, May ha fatto compiere alla chiave due giri e l'uomo che hai nominato portava la benda sull'occhio destro, giusto? Ah, e riguardo al lago... Intendo riscattarmi immediatamente: Ukitake è un medico? »


    Alzai immediatamente la mano destra, alzando l'indice per fare cenno a Deveraux di aspettare. Non lo stavo assolutamente tradendo anticipandolo, anzi gli stavo facendo un favore. Se la mia ipotesi fosse stata sbagliata, allora Deveraux sarebbe stato ancora più sicuro della sua, invece, se avessi detto la cosa giusta, gli avrei risparmiato l'errore. Era una specie di scommessa. Non volevo prendermi il merito, se Ukitake fosse stato davvero un medico, ma sicuramente mi sarei assunto la responsabilità degli avvenimenti al lago. Se solamente avessi afferrato il mio avversario, non importava che questi fosse il mio lontano parente, avremmo avuto altri spunti su cui fare leva, magari non sull'uomo di cui avevo azzardato la specializzazione, e molte più possibilità di mostrare le nostre capacità. Mi ritrovai a trattenere il respiro, mentre attendevo la risposta di Anteras.

     
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    " Non posso rispondere a questa domanda."

    Disse la ragazza dai neri capelli a caschetto. Forse Deveraux si era accorto troppo tardi del vero significato di quel gioco...La kunoichi si era leggermente "indurita" a quella domanda e anche un genin avrebbe potuto notare una certa titubanza nella sua voce. In ogni caso la discussione sarebbe terminata con il ricambio dei piaceri culinari.

    :::

    Muroga invece avrebbe risposto con un largo sorriso alle parole di Daisuke facendogli come intendere di aver centrato il succo del discorso. Si sarebbe quindi allontanato per andare anche lui a cibarsi del ricco banchetto ma, effettuati tre quattro passi, si sarebbe voltato nuovamente verso il giovane dicendo:

    " Non vuoi farmi nessuna domanda?"

    :::

    Le lamentele di Dago avevano ricevuto un rapido interesse da parte di entrambi gli Yotsuki. Il primo a parlare dei due sarebbe stato quasi travolto dalla voce del ragazzo che, in un sol fiato, avrebbe inglobato anche la giusta domanda del secondo genin.

    " Sono io il cuoco! Solo che oggi mi è stato imposto un giorno di vacanza e devo stare lontano dai fornelli! Scommetto lo stipendio di 3 mesi che quella pancetta è troppo cotta! "

    Era chiaramente agitato, forse fin troppo per qualche piccola bruciatura e qualche pezzo di carne troppo spesso per una cottura alla brace. Per placare quel lamentio intervenne un ragazzo ancora non presentato ai due; non aveva partecipato al gioco: portava una lente sull'occhio destro (che si reggeva tramite qualche strano meccanismo) che si intravedeva tra la folta chioma tenuta su da una fascia per capelli. Sembrava simpatico, almeno questo sarebbe stata la sensazione che il suo sorridente volto avrebbe trasmesso a prima vista ai genin.

    " Suvvia Dago. Io l'ho assaggiata ed è molto buona! Certo i tuoi piatti sono insuperabili ma l'occasione non richiede una meticolosa attenzione ai dettagli! "

    " Uff...forse hai ragione! Ma tu perchè sei tutto vestito?! Spogliati che oggi fa un caldo bestiale! E dove hai lasciato il cucciolotto? "

    jpg

    " Emhhh....meglio di no; diciamo che le due cose sono collegate. Piuttosto fammi presentare ai nuovi arrivati! Piacere di conoscervi! Sono Hakkai e abito anche io in questa casa! Spero che gli altri non vi stiano importunando più di quanto sia loro impossibile fare ahahahah"

    Si, era senz'altro un giovane solare.

    :::

    La conversazione con la bambina, invece, aveva preso una strana piega. Deveraux aveva sfidato Yakiru ad un uno contro uno al rubabandiera...un'occasione ghiotta per l'iperattiva kunoichi!

    " Anche subito! Daisuke puoi reggere questa foglia? "

    Disse scendendo agilmente dall'albero dopo aver strappato una delle grosse foglie. Incredibile...nessun rumore al contatto con il terreno.

    " X passi! Al via che vinca il migliore!!! "

    Qualunque fosse stato il piano dello Yotsuki, se non avesse fatto qualcosa di alternativo alla semplice corsa per prendere l'improvvisata bandiera, la ragazza lo avrebbe stracciato, ritornando il postazione ancor prima che quello fosse arrivato in prossimità del suo compagno. Sembrava ancor più veloce di prima...che si fosse trattenuta in precedenza?

    :::

    " Penso che la risposta corretta sia si. Oggi si è stato vietato di lavorare, tuttavia anche io sto leggendo questo mio libro..."

    Così Ukitake avrebbe risposto alla domanda del genin, il quale aveva deciso di giocarsi subito la sua unica carta. Daisuke invece aveva optato per un profilo più basso e contemplativo; tra i presenti Gyoubu non era il più difficile da inquadrare ma sicuramente il più complicato da approcciare.

    :::

    Parlare con Anteras, al contempo, sarebbe stato stimolante come al solito. Per la felicità di Ashiro, il quale aveva mangiato almeno 18 pezzi di carne, continuava a far roteare il cibo, insaporirlo e servirlo con grande maestria.

    " Bene, vedo che la memoria non vi manca...tuttavia, Daisuke, sebbene tu abbia indovinato l'ambito di specializzazione di Ukitake, non capisco perchè tu non abbia parlato a tempo debito con Deveraux della tua intuizione sul rubabandiera. Dirlo adesso ha ben poca importanza...vi siete fatti prendere dalla trance agonistica e non avete interpretato correttamente lo spirito del gioco. Ricordate, non lasciate che lo scorrere degli eventi vi conducano in errore! Tuttavia avete risposto correttamente alle mie domande, dunque vi siete meritati cibo e bevande in abbondanza! Gennosuke porta da bere! "

    E dicendo ciò avrebbe preso due grossi spiedini di carne, ancora fumanti, poggiati sul tavolino li affianco. Contemporaneamente il numero tre della squadra di Daisuke, già brillo durante il gioco, avrebbe raggiunto i due genin con in mano due bottiglie piccole di Umeshu, un noto alcolico consumato anche ad Oto.

    " E' rituale che i nuovi compagni al loro arrivo devono scolarsi una bottiglia grande di Awamori. Eg! Tuttavia voi siete troppo giovani e non vogliamo farvi ubriacare! Eg Eg! Sappiamo che domani Diogene vi tartasserà per bene AHAHAHAH Tuttavia queste i vostri corpi allenati saranno sicuramente in grado di smaltirle! ED ORAAAAAA....Giù! Giù! Giù! Giù! "

    E a poco a poco tutti i presenti avrebbero incitato i ragazzi, tramite cori e battiti di mani, a scolarsi la propria bottiglia; persino Anteras avrebbe partecipato all'evento. In fondo era un giorno di festa, solo l'indomani sarebbe iniziato il duro lavoro!



    CITAZIONE
    Edit: Aggiunta la solita X



    Edited by DioGeNe - 1/12/2012, 22:50
     
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  6. Roronoa™
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    Rito di iniziazione!






    [Soifon]

    CITAZIONE
    " Non posso rispondere a questa domanda."

    Continuai a guardarla, senza dire nulla. Forse stavo sorridendo.
    Avevo fatto centro? Ipotizzai di sì; rispondere a quella domanda significava svelare il suo campo di specializzazione.
    Conclusa la prova, speravo di poter parlare nuovamente con lei. Aveva molto da insegnarmi.


    [ Deveraux, Daisuke ... Hakkai?]

    E anche la seconda andò. Quel giovanotto era il cuoco della Villa.
    Non che servisse ai fini della prova, ma forse sarebbe stato un aiuto nei giorni a seguire.
    La pancetta bruciata lo aveva reso molto agitato.
    Che si sentisse ferito nell'orgoglio? O tra lui e Anteras non scorreva buon sangue?
    Era eccessivo arrabbiarsi per qualche secondo di cottura in più. C'era qualcos'altro, che per ora avrei ignorato, anche perchè Daisuke si era appena aggiunto alla scena.

    CITAZIONE
    « Non esagerare, hai vinto tu, quindi i complimenti oggi te li becchi te! »

    Modesto Daisuke.
    - Come vuoi - Mi limitai a rispondere, accennando un sincero sorriso.
    Conclusa la mia frase, un nuovo ragazzo sbucò dal nulla.
    Nessun rumore anticipò il suo arrivo.
    Aveva una folta chioma, con una benda verde stretta sulla fronte.
    Non fu la sua capigliatura ad attirare la mia attenzione, ma la presenza di una piccola lente sul suo occhio destro.
    A cosa serviva? Domandarlo era fuori discussione. Non potevo sbagliare una seconda volta...

    jpg
    Rimasi ad ascoltare con attenzione il dialogo tra Dago e Hakkai.
    Che il cuoco fosse all'oscuro riguardo il nostro test? O voleva confonderci?
    Analizzando la conversazione tra i due, Hakkai sembrava nascondere all'interno di sè un altro individuo. Solo i falsi Otesi non potevano conoscere la Manipolazione del Corpo.
    In poche parole questi ninja sono capaci di ospitare al loro interno un altro individuo. Avevo letto qualcosa, ma non così tanto da sapere il campo di specializzazione più indicato per questi shinobi. Non ricordavo nessun famoso ninja di Oto con quella particolare innata.

    - Deveraux Yotsuki- Annuii, presentandomi. Avrei evitato la stretta di mano, ma le buone maniere, come il pronunciare il proprio nome, erano segno di educazione e rispetto.
    Lo stavo squadrando, osservando più la superficie del suo corpo che il suo sguardo.
    Se il ragazzo era un tipo sveglio ... avrebbe capito.

    - Noi andiamo, ci si vede dopo! -
    Il dialogo con i due sarebbe terminato così, salvo domande o altro di Daisuke.
    Una volta soli, il ragazzo sfruttò quei momenti di tranquillità per un rapido aggiornamento sulla situazione.

    CITAZIONE
    « Senti, che ne pensi di Muroga? Ha usato subito una tecnica illusoria, quindi potrebbe essere un esperto dell'arte dell'illusione, ma non diamolo per scontato. E Ashiro? Sono sicuro che abbia dei sensi molto sviluppati, come se per lui venisse prima il naso degli occhi. Hai visto come ha annusato l'aria intorno alla bandierina? Non è da tutti rendersi conto a quel modo di essere sotto l'influsso di una genjutsu. Forse è un esploratore, oppure un esperto degli inseguimenti. Sulle due ragazze hai avuto qualche idea? »

    - Soifon è un inseguitrice, ne sono certo... ora voglio vedere se riesco ad estrapolare qualcosa da Yakiru - Attesi qualche istante prima di continuare.
    - Secondo me Muroga è un esperto di Genjutsu, Ashiro un esploratore. A quelle mie opinioni aggiunsi una breve spiegazione.
    - Ashiro è troppo grande per gli inseguimenti, poi guardalo ... sembra cresciuto in quell'ambiente. Basta vedere le sue mani. Piccolo particolare che avevo notato proprio in quel momento. Quel gigante stava ancora mangiando!
    Posizionato al fianco di Anteras il gigante era in estasi.

    [Yakiru]

    Udita la mia proposta l'espressione della bambina mutò.
    Senza darmi il tempo di spiegare, Yakiru preparò l'arena.
    Era per caso iperattiva?
    La mia era più una promessa. Forse non era al corrente delle mie attuali capacità.
    Guardai Daisuke, con espressione perplessa.
    Avrei perso, senza ombra di dubbio.

    Quando i piccoli piedi della bambina toccarono terra, nessun rumore fu percepito dal mio attento udito. Non seppi nemmeno perchè feci caso a quel dettaglio.
    Forse il particolare terreno? C'era solo un modo per scoprirlo, dovevo provare io.
    Non fu difficile seguire i movimenti che avevano portato Yakiru a contatto con il suolo.
    Una volta atterrato, ne fui certo: quella bambina riusciva a muoversi silenziosamente.
    Un abilità legata al controllo del chakra? Probabile.
    Ma a cosa serve ad un ninja tale capacità?
    Bingo!
    Quel piccolo volto angelico nascondeva un anima forgiata per uccidere.
    La sua piccola statura, la sua velocità elevata, la sua agilità... una perfetta assassina.
    Nonostante quell'ipotesi era diventata certezza, l'idea che quella bimba sapesse uccidere mi gelò il sangue.

    Senza mostrarmi turbato dall'intuizione avuta, [Recitazione]mi avvicinai alla postazione di partenza.
    La bambina aveva già incaricato Daisuke a tenere una grossa foglia davanti a sè.

    Entrai in clima sfida.
    20 passi mi separavano dal mio obiettivo.
    Non avrei utilizzato chakra, i miei occhi erano puntati come mirini sulla ragazzina.
    Dato il via da Daisuke, la sfida si concluse in pochissimi istanti. Bruciati 3 metri circa, vidi Yahiko tornare al punto di partenza con la foglia tra le sue piccole dita.
    Mi aveva stracciato!
    Se i miei sensi allenati non mi avevano tradito, la ragazza aveva corso più velocemente di quanto fatto con Soifon.
    Nel lago si era trattenuta.

    - La migliore sei tu Yakiru! Mi allenerò per superarti, sappilo! - Ridevo, ma ero serissimo. Dovevo sfruttare l'esperienza nella Villa per uscirne venti volte più forte!


    [ L'artista di Villa Mikawa ]


    CITAZIONE
    " Penso che la risposta corretta sia si. Oggi si è stato vietato di lavorare, tuttavia anche io sto leggendo questo mio libro..."

    Annuii.
    Se stava veramente lavorando, Gyoubu era un esperto di fuunjutsu!
    La figura che l'uomo stava dipingendo sulla tela, composta da segmenti e curve, assomigliava ad un simbolo, e quindi un possibile sigillo!
    Sorrisi ad Ukitake, per poi spostare il mio sguardo verso l'artista.
    Non ci stava degnando di uno sguardo.
    Va bhè, sarebbe stato per un altro giorno!

    [Anteras]

    Mi sentii ridicolo quando Daisuke descrisse le sue sensazioni riguardo l'esperienza al lago.
    Era vero! Mi ero lasciato sopraffare dall'agonismo che non avevo pensato al fatto che una mia sconfitta poteva agevolare la prova che stavamo sostenendo.
    "Non conosci veramente una persona finché non ci combatti!" ... ero caduto proprio nel mio motto! Stupido Deveraux!
    Non ne feci un dramma, ma mi promisi di non sbagliare più. Non dovevo farmi influenzare dagli eventi.
    Dovevo individuare lo scopo e raggiungerlo, mantenendo sempre la concentrazione! Volevo uscire da quella Villa forte ed esperto!
    Sia per Oto sia per mio padre, il mio pensiero costante!

    Nonostante quei pensieri, e il ricordo di mio padre, assassinato all'East Gate di Oto, non potei non notare l'indice di Daisuke.
    Si era tuffato, senza avvertirmi, indovinando il campo di specializzazione di Ukitake.
    Ero andato fuori strada, e il mio compagno ne aveva approfittato per portarsi sull' 1 a 0.
    Nessun problema. Non mi sarei fatto influenzare dal suo comportamento e dal suo vantaggio sul taccuino di Anteras.
    Mantenni la calma, senza farmi imprigionare dall'ira e dall'ansia.... il mio animo era come un mare calmo e piatto.
    Avrei ripreso punti, a partire da quel momento.
    Si, avrei tentato il colpaccio, cercando di portare a casa tre risultati positivi: Soifon, Yakiru e Gyoubu.
    Non lo facevo per sfida, anche perchè il tentativo di Daisuke non mi aveva dato fastidio.
    Conoscendomi, avrei potuto considerare quel gesto come un affronto. Non fu così.
    Daisuke non era un semplice ninja di Oto; era il ragazzo con cui avrei riportato all'antico splendore il clan Yotsuki.


    Prima dell'arrivo di Gennosuke, presi parola:

    - Anteras - Catturato il suo sguardo, continuai:
    - Soifon è un inseguitrice, Yakiru un assassina e Gyoubu un esperto di fuuinjutsu. - La mia espressione divenne serissima, quasi al livello pre-scontro al lago!
    Anche io mi ero dato da fare, e questo era solo un assaggio!
    Mantenni lo sguardo sul maggiordomo, afferrando i due spiedini offerti da quest'ultimo.
    Diedi un morso. La carne era saporita e la cottura era perfetta. Forse un vero cuoco avrebbe avuto da ridire su alcuni punti, ma non pretendevo chissà cosa.
    Mangiai piano, aspettando la risposta di Anteras e salutando con un cenno del capo Gennosuke.
    Era ubriaco, molto più di Matsumoto.

    CITAZIONE
    " E' rituale che i nuovi compagni al loro arrivo devono scolarsi una bottiglia grande di Awamori. Eg! Tuttavia voi siete troppo giovani e non vogliamo farvi ubriacare! Eg Eg! Sappiamo che domani Diogene vi tartasserà per bene AHAHAHAH Tuttavia queste i vostri corpi allenati saranno sicuramente in grado di smaltirle! ED ORAAAAAA....Giù! Giù! Giù! Giù! "

    Quando vidi la piccola bottiglia di liquore davanti al mio naso l'afferrai, guardandola con espressione stupita.
    Bere? Oddio! Non potevo! Dovevo scoprire il campo di specializzazione di Hakkai; non era il momento di festeggiare... o forse si?
    Il mio sguardo lasciava trasparire una battaglia interna. Bere o non farlo?
    Guardai Anteras, come per chiedere aiuto.
    Lo vidi applaudire, aumentando l'entusiasmo che aleggiava in quel luogo di festa.
    Ci stavano raggiungendo tutti i presenti.

    - Okay okay lo farò! Cercai di calmare tutti, anticipando la mia decisione.
    Appoggiati gli spiedi sul tavolo, portai la bottiglia in alto. Prima di abbandonarmi al piacere dell'alcool, mormorai a Daisuke:
    - Se il mio corpo non riuscirà a smaltire il tutto per domani... stanotte mi accompagni a correre AHAHAHA -
    E il dado fu lanciato. Il contenuto della bottiglia scese lentamente per la gola, raggiungendo lo stomaco.

    Sarei riuscito a resistere o il mio corpo sarebbe crollato?





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    Azzardi






    Muroga mi diede l'impressione di essere un tipo indeciso, oltre che sfaticato. Non fece più di qualche passo, prima di girarsi verso di me per chiedermi se avevo qualche domanda da fargli. Sembrava piuttosto furbo, non riuscii a capire se volesse apparire stupito dal fatto che non gli avessi posto domande o se stesse cercando di tentarmi a fargliele.

    « Muroga, non riesco ad inquadrarti. Mi hai stupito al laghetto, dimostrando di avere conoscenze nelle arti illusorie, affermando immediatamente dopo di non essere molto dotato in queste. Mi sono fatto un'idea, però non ne sono completamente sicuro. Come dovresti sapere, ho solo una domanda da poterti fare, quindi intendevo risparmiarla, per mettermi d'accordo con Deveraux. A questo punto, però, colgo l'occasione per fartela. Pensi che lavoro e vita quotidiana siano indissolubili nel tuo caso? »


    Secondo alcuni, gli illusionisti, devono essere abili nell'ingannare il prossimo persino senza utilizzare alcuna tecnica e Muroga poteva rientrare benissimo in questa categoria. Sicuramente la domanda non mi avrebbe dato la certezza di quale fosse la sua specializzazione, ma avrebbe spostato di quel poco che mi bastava l'ago della bilancia.

    [...]

    Il nome del cuoco era Dago e, come tutti, oggi non poteva lavorare, quindi era stato allontanato dai fornelli. Sembrava però che il cibo in cottura fosse la sua unica preoccupazione e che non approvasse la cucina di Anteras. Era pronto persino a scommettere tre mesi di stipendio! Intervenne quindi un nuovo arrivato, un ragazzo dall'espressione rilassata, con una lente davanti all'occhio destro, a cercare di far tranquillizzare anche il cuoco di corte. Lo scambio fra i due coinquilini fu quasi misterioso, non capii esattamente di cosa parlavano ma non chiesi niente. Mi presentai immediatamente dopo Deveraux

    « Ciao Hakkai, io sono Daisuke Yotsuki »


    Quel ragazzo non mi trasmise niente che potesse aiutarmi a capire quale fosse la sua specializzazione, anche se a fiuto avrei escluso qualcosa troppo legato al combattimento. Aveva parlato di "cucciolotto", no? Forse una qualche evocazione. Non ebbi comunque abbastanza tempo per farmi venire una domanda che potesse aiutarmi, Deveraux era voglioso si fare nuove conoscenze. Mi congedai con un cenno della testa, per poi dire al mio compagno quali fossero le mie ipotesi. Il giovane ricambiò con una rapida analisi, secondo la quale Soifon era un'inseguitrice, Muroga un esperto di genjutsu e Ashiro un esploratore. Non avevo pensato alle dimensioni di quest'ultimo, ma era solo un altro punto a favore della mia teoria. Quando ci girammo verso il gigante rimanemmo entrambi stupiti dalla quantità di carne che era riuscito a ingurgitare. Mi feci qualche domanda sulla bestialità di quell'individuo.

    [...]

    Yakiru sembrò entusiasta della proposta di Deveraux, nominandomi immediatamente giudice della contesa. Dopo aver staccato una foglia, saltò giù dall'albero, atterrando senza fare alcun rumore. Inclinai la testa, stupito. Più silenziosa di un'ombra... Iniziai a farmi qualche idea anche sulla ragazzina dai capelli rosa. Quando entrambi furono ai posti inchiodai il mio sguardo sulla innocente bambina.

    « VIA! »


    Fu istantaneo. Yakiru si mosse così velocemente da riportare la bandierina alla base prima ancora che Deveraux mi raggiungesse. Non mi ero quasi nemmeno accorto che mi aveva strappato la foglia dalle dita. Chi era quella bambina? Più osservavo le persone accanto a me, e più mi rendevo conto di quanto ci stavamo distaccando dall'umanità. In fondo, eravamo lì per quello, no? Distinguerci dalla massa, passare ad un livello superiore.
    Deveraux promise a Yakiru che la avrebbe sfidata nuovamente, prima o poi, concludendo infine con una risata. Avevamo avuto un'altra occasione per osservare la bambina alla carica, quindi il dispiacere della sconfitta scomparve in un attimo. Mi complimentai mentalmente con il ragazzo.

    [...]

    Anteras prolungò la mia attesa per qualche secondo, prima di dirmi che avevo indovinato la specializzazione di Ukitake. Perfetto, quindi avevamo un medico a disposizione, niente male. Quando mi fece notare che era inutile dire ora il mio pensiero sullo scontro al lago, non potei che essere d'accordo. Mentre afferravo il mio spiedino, mi avvicinai a Deveraux.

    « Non preoccuparti per quello che è successo al lago, ci avevo pensato quando ormai era già troppo tardi, se no te lo avrei detto. Se vuoi provare a indovinare qualche specializzazione fai pure, dobbiamo dimostrare il valore del nostro clan! »


    Il ragazzo, sicuro delle sue teorie, sparò un nome dopo l'altro, in modo da fare tre punti se non avesse fatto alcun errore. Di Soifon eravamo abbastanza certi e anche l'opinione che diede di Yakiru era simile a quella che mi ero fatto dopo averla vista in azione. Forse dire che Gyoubu fosse un esperto di fuuinjutsu era un azzardo, seppur conseguente ad un ragionamento logico, ma la fortuna aiuta gli audaci, no? Quindi perchè non fare anche io qualche tentativo?

    « Ashiro è un esploratore, giusto? E Muroga un esperto di genjutsu? »


    Sperai vivamente che tutte le nostre teorie fossero giuste, così da pareggiare e toglierci gran parte del lavoro. Mentre aspettavamo la risposta, iniziammo a mangiare gli spiedini, riempiendo finalmente i nostri stomaci. Finii velocemente il mio, visto che Anteras stava già chiamando qualcuno per portarci da bere. Riconoscei la faccia, era un mio compagno di squadra, forse il tre, e il suo nome era Gennosuke. Stringeva due bottigliette in mano e, secondo le sue parole, per un qualche rituale di iniziazione toccava a noi berle. Avrei rifiutato volentieri, ma quando vidi Anteras incitarci non potei che rassegnarmi. Cercai lo sguardo di Deveraux, che si fece coraggio con una battuta dell'ultimo secondo.
    Dovevamo farlo davvero? Il maggiordomo aveva appena detto di non farci trascinare dagli eventi ed era profondamente contro la mia etica darsi all'alcool, senza contare che nessuno prima di me aveva bevuto da quella bottiglietta. Anteras era riuscito ad instillarmi di nuovo un profondo dubbio. Bere o non bere? Avevo mangiato uno spiedino piuttosto abbondante ed ero abbastanza grosso da reggere una buona quantità di alcolici, ma come potevo essere sicuro che la bottiglietta non fosse piena di un qualche veleno? Mi buttai, azzardando forse un po' troppo. Scolai l'intero contenitore, sperando che se fosse troppo per me, lo avrei vomitato immediatamente. Che pena mi facevo.

     
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    ::: Yakiru :::

    " HIHIHIHI Ho vinto io! Ho vinto io! Certo! Più diventate forti più potrò divertirmi giocando con voi! "

    Era davvero una bimba ingenua e solare.

    ::: Muroga :::

    " No, si può vivere tranquillamente anche senza conoscere la pratica ninja nella quale mi diletto... "

    Dall'espressione del volto e dalla profondità delle sue parole si capiva che il ninja non stava mentendo.

    ::: Anteras :::

    " Ma bene! Vedo che finalmente iniziate a sciogliervi un po! I tre da te indicati, Deveraux, sono tutti corretti, complimenti. Daisuke tu invece hai commesso un errore: Moruga non è un esperto di illusioni. "

    Gli eventi poi sarebbero accaduti rapidi; i festeggiamenti sarebbero continuati e i due ninja avevao accettato a compiere il "rituale"...una pratica che nessuno dei presenti aveva mai compiuto. E già, gli Yotsuki avevano appena perso il vantaggio precedentemente acquisito indovinando alcuni dei presenti. Davvero bastava qualche applauso di incoraggiamento e un sorriso dello stesso Anteras per far passare le sue parole in secondo piano? Era un peccato perchè, ancora una volta, Daisuke aveva intuito il vero significato di quella che si poteva definire a tutti gli effetti un'altra prova. Si, si erano fatti trasportare dagli eventi e questo lo avrebbero pagato a caro prezzo.

    " Uff...che delusione. Ho sprecato inutilmente due spiedi di carne. "

    Parole che i due avrebbero potuto percepire a malapena...gli effetti di quel veleno assunto tutto di un fiato, sarebbero stati rapidissimi a manifestarsi. Bastarono dieci secondi per metterli fuorigioco, la prima metà per perdere la percezione sensoriale, la seconda per il controllo del corpo.

    " Così giovani e così ingenui...davvero credevano che sarebbe stato un giorno di relax? "

    jpg


    ::: ??? :::


    I due genin si sarebbero svegliati con un atroce mal di testa (concentrazione -3 tacche). Praticamente nudi e appesi a delle massicce catene che li sospendevano a quasi due metri da uno specchio d'acqua, non avrebbero sentito più il controllo delle loro braccia (forza ridotta ad 1/3 agli arti superiori, dolore leggero). Erano li appesi da diverse ore...Che gli avessero invitati a mettersi i costumi per privarli di tutto il loro equipaggiamento?
    Erano in quello che sembrava il fondo di un pozzo; in alto l'apertura circolare mostrava una luna piena. Potevano essere le quattro di notte e in quel cilindro di quasi tre metri di diametro e circa dieci d'altezza era estremamente umido e freddo. I due si trovavo faccia a faccia impossibilitati ad usare il chakra (tutto il corpo è intorpidito).
    In questa situazione il tempo era sia loro alleato che nemico: ogni dieci minuti l'intorpidimento sarebbe svanito in corrispondenza di un arto e, salvo strategie particolari, ogni venti il dolore alle braccia sarebbe aumentato di un grado.
    Le pareti del pozzo erano estremamente scivolose e senza abilità appropriate la scalata sarebbe risultata impossibile; tuttavia ogni tre metri mancavano dei blocchi di pietra che avrebbero consentito una presa più salda. Le quattro catene (potenza 20, durezza 3) che bloccavano ai polsi i due Yotsuki erano lunghe 40 centimetri l'una e si agganciavano alle pareti tramite spessi ganci.

    Cosa avrebbero fatto i due Yotsuki?



    CITAZIONE
    OT / Per gli status usate la versione in sala anteprima : ) / OT

     
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  9. ~ Marcø
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    Gioco di Squadra






    Il presunto illusionista rispose negativamente alla mia domanda. Questo non rendeva però impossibile la mia supposizione, non avevo cambiato idea. Un'eventuale risposta diversa mi sarebbe servita da conferma, ma la mia ipotesi più accreditata era ancora quella dell'illusionista. Senza contare il mio ragionamento precedente, un vero illusionista deve sapersi mascherare anche quando non serve e senza usare tecniche. Però, quello sguardo e quel tono... Probabilmente era sincero. Sorrisi, nonostante il buco nell'acqua.

    « Grazie Muroga, spero di rivederti più tardi »


    Mi allontanai, senza altri salamecchi inutili. E non mi dilungai in discorsi inutili quando Anteras mi disse che ero in errore. Feci un cenno d'assenso con la testa, confermando di aver capito l'errore. Se non era un esperto di genjtsu cos'altro poteva essere? Non avevo davvero nessun'idea concreta, al massimo avrei potuto procedere per esclusione, ma nessuno aveva detto che ci fosse solo uno specialista per ogni branca.
    Continuai a formulare altre ipotesi, fino a quando non finii di bere la mia bottiglietta di liquore. Da quel momento in poi, ogni tentativo di formulare ipotesi coerenti sarebbe stato vano: la testa iniziò immediatamente a girare, mentre l'udito si addormentava, lasciando trasparire solo qualche suono ovattato. Una critica del maggiordomo forse? La mia mano lasciò cascare la bottiglietta che stringeva, involontariamente. Cercai di vedere come se la cavava Deveraux, barcollando vistosamente. Niente da fare, stavamo andando entrambi fuorigioco e in un attimo ci ritrovammo per terra. Cazzo, lo sapevo che non avrei dovuto bere...

    [...]

    Mai, mai!, accettare alcolici dagli sconosciuti, soprattutto se nessuno li ha assaggiati precedentemente. Una regola che si estendeva a qualsiasi bevanda o cibaria, per un bravo ninja. Quindi no, non mi ero comportato bene e adesso ne pagavo le conseguenze: ero appeso per le braccia in un pozzo. Mi svegliai con una fitta lancinante alla testa, simile al dolore provocato da un kunai ardente piantato nello stomaco, che si trattenne più del dovuto. Scossi la testa, cercando di scacciarla, senza risultati. Mi resi conto però di ondeggiare, non era solo un espressione derivante al veleno, ero trattenuto da due catene, una per polso, a un paio di metri dall'acqua. E davanti a me, come in un riflesso, vi era l'altro Yotsuki.

    « Ehi, Deveraux! »


    Cercai di svegliare il mio compagno, eravamo in una brutta situazione. Nuovamente messi alla prova, ci saremmo dovuti liberare velocemente. In quella posizione, il dolore alle braccia, già fastidioso, sarebbe peggiorato sempre di più, fino a farci perdere completamente la sensibilità negli arti superiori. Provai a svegliare i muscoli con una minuscola quantità di chakra, ma mi resi conto di non riuscirci.
    Stupito, fissai il ragazzo davanti a me, illuminato dalla luce della luna.

    « Io non riesco a impastare chakra e te? Mi sa che servirà una strategia, oppure una buona quantità di forza bruta. Dici che possiamo romperle? »


    L'unico modo per esserne sicuri, era provarci. Mentre il freddo mi faceva salire un brivido lungo tutta la schiena, provai a muovere le braccia, capendo che la situazione era peggiore di quanto mi fosse sembrata. Non riuscivo a controllare al meglio i miei muscoli e ogni piccolo movimento mi riempiva di dolore. Maledetto veleno: mi ero fatto trascinare, perdendo la capacità di ragionare in modo logico. Avrei comunque imparato qualcosa: da quel momento, fino a che il "corso" non fosse finito, non avrei più abbassato la guardia.
    Basta rimpiangere gli errori, era ora di passare all'azione. Afferrai le catene con entrambe le mani e sollevai le gambe fino a fargli raggiungere l'altezza dei polsi. Quindi, dopo aver dato un piccolo colpo di reni per allontanarmi dal muro, raccolsi immediatamente le gambe, iniziando a ruotare su me stesso. Non era un esercizio particolarmente difficile, era semplicemente ginnastica. Chi aveva mai pensato che mi sarebbe tornato utile? Prima di completare la rotazione puntai i piedi sul muro, spingendo fino a quando le catene non mi bloccarono. Adesso, davanti ai miei occhi, non vi era più Deveraux, ma lo specchio d'acqua. Drizzai la testa verso il mio compagno, sorridendogli. Strinsi quindi le catene fra le mie mani, iniziando a spingere con tutta la forza che avevo in corpo. Mi sembrò che si sarebbero staccate le braccia, invece delle catene, quindi rilassai i muscoli. In compenso, avevo notato che i muscoli del busto sembravano rispondere piuttosto bene agli stimoli. Non potevo impastare nelle braccia, forse perchè vi era ancora traccia del veleno, ma non avevo provato a inviare chakra nei muscoli della schiena, in quel momento molto più importanti. Riprovai, impastando la quantità massima di chakra che la mia muscolatura poteva sopportare senza subire danni e spingendo fino a far tremare le gambe. Una delle due catene cedette, forse per un anello più debole degli altri, o perchè piantata male, facendomi rischiare di finire appeso di nuovo. Bene, metà del lavoro era fatto. Anzi, se ero riuscito a spaccarne una, per l'altra ormai era questione di tempo. Poco tempo.
    Tirai con forza finchè anche un anello della seconda catena si ruppe, lasciandomi libera anche la mano sinistra. Caddi nell'acqua, rabbrividendo immediatamente: era gelida e dovevo uscirne il prima possibile. A disposizione avevo un pezzo di catena lungo circa una decina di centimetri, attaccato al braccio sinistro, e un altro completo, con tanto di gancio, al braccio destro. Osservai quindi la parete del pozzo, per vedere se avevo qualche appiglio a disposizione. Vi era un'incavatura appena sopra il pelo dell'acqua, sul quale mi sarei arrampicato per ripararmi dal freddo, nonostante i brividi fu sollevante. Ma non sarei potuto avanzare oltre: l'appiglio seguente era circa tre metri più in alto, irraggiungibile in quel momento. Mi serviva l'aiuto di Deveraux. Mi girai, per vedere a che punto era.

    « Dobbiamo lavorare insieme, solo così potremo uscirne. Sei pronto? »



     
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    Fuga dal pozzo!







    CITAZIONE
    Ma bene! Vedo che finalmente iniziate a sciogliervi un po! I tre da te indicati, Deveraux, sono tutti corretti, complimenti. Daisuke tu invece hai commesso un errore: Moruga non è un esperto di illusioni. "

    Sorrisi, felice nell'essere riuscito ad indovinare le specializzazioni dei tre coinquilini.
    Dopo un po' dall'inizio della nostra avventura, i primi risultati utili erano arrivati.

    Esultai troppo presto.

    [Nel pozzo]

    Ed infine mi svegliai.
    La prima cosa che percepii in quel luogo fu il pungente "freddo", oltre al mal di testa ovviamente.
    Ero nudo e appeso in aria come un salame, all'interno di quello che sembrava essere un vecchio pozzo.
    Acquisita la vista notai come Daisuke avesse fatto la mia stessa fine, punito per aver ceduto insieme al sottoscritto all'atmosfera festosa del lago.

    Stringendo i denti per il dolore guardai il cielo attraverso l'apertura circolare sopra il mio capo.
    Era notte fonda.
    Il pozzo distava un po' dalla magione, altrimenti avrei potuto scorgere senza problemi l'illuminazione della dimora.
    Ma quanto tempo era trascorso?
    Che Anteras c'avesse scaricato? Sperai di no, in tal caso non potevo prendermela con lui.
    Abbassai il capo, deluso dalla mia prestazione.

    Dall'ingerimento del presunto liquore ricordavo ben poco.
    Al primo sorso gli applausi erano scomparsi, e nel silenzio solo la voce di Anteras aveva raggiunto le mie orecchie.

    CITAZIONE
    " Uff...che delusione. Ho sprecato inutilmente due spiedi di carne. "

    Ricordavo bene la rabbia che anticipò la rovinosa caduta.
    Per la seconda volta mi ero lasciato trasportare dagli eventi, fallendo miseramente.

    Quei ninja non erano miei amici, non erano miei compagni, erano solo individui comandati dal Mikawa ed io, cretino come non mai, mi ero lasciato avvelenare con una facilità sorprendente, dimenticando uno dei tanti motivi per cui desideravo diventare più forte: mio padre.
    Le loro risate avevano fatto passare in secondo piano il mio progetto di vendetta. Imperdonabile.
    Da quel giorno sarei stato diverso, la stessa persona che aveva affrontato senza paura il Nekomata, seppur in forma non completa.

    Come ritornare da Anteras?

    CITAZIONE
    Io non riesco a impastare chakra e te? Mi sa che servirà una strategia, oppure una buona quantità di forza bruta. Dici che possiamo romperle? »

    Prima di rispondere verificai quanto detto dal mio collega.
    Mi fidavo di lui, ma forse su di me il veleno aveva agito in altro modo.
    Tentai di impastare senza successo un irrisoria quantità di chakra.

    Qualsiasi cosa vogliamo fare ... dobbiamo liberarci delle catene. Sorrisi, nonostante la brutta situazione.
    Eravamo a due metri dalla superficie dell'acqua, a circa 7 metri dall'uscita del pozzo.
    Daisuke si era già messo al lavoro.
    Quando la prima catena del collega Yotsuki cedette, iniziai ad analizzare con maggior attenzione la superficie interna della cavità, notando come l'assenza di alcuni mattoni ogni tre metri consentisse in caso di scalata una presa più sicura.
    Come potevo sfruttare quelle increspature?

    Chiuso nei miei pensieri ritornai alla realtà quando vidi Daisuke precipitare verso il basso.
    Era riuscito a liberarsi, ma ora?
    Non avevo una strategia... quel mal di testa non mi permetteva di ragionare.
    Senza proferir parola vidi Daisuke uscire dall'acqua con espressione sofferente.
    Sentiva freddo, forse troppo. Dovevo progettare un piano d'azione, prima che il fisico del mio collega iniziasse a prendere provvedimenti.

    CITAZIONE
    « Dobbiamo lavorare insieme, solo così potremo uscirne. Sei pronto? »

    - Cosa dovrei fare ?- Domandai nel preciso istante in cui diedi inizio alla mia liberazione.
    Avevo osservato bene i movimenti del giovane ed ero capace di ripeterli senza particolari problemi.
    Semplice ginnastica, nulla di più.
    Nel mentre lavoravo per spezzare le catene che mi tenevano legato al muro, sperai di udire una sua strategia.
    Anche in quell'occasione dimostrai al ragazzo quanto la mia forza fosse superiore alla sua. Le catene cedettero molto prima, ma al contrario di Daisuke avevo "liberato" qualche urlo di dolore.
    Ad ogni secondo trascorso in quel luogo umido e freddo, le fitte agli arti superiori diventavano sempre più dolorose, ma ci voleva ben altro per mettermi fuori gioco.
    Non potevo arrendermi dopo qualche minuto dal rinnovamento della promessa fatta a mio padre.

    Quando finalmente l'ultimo gancio fu strappato dal muro rilassai i muscoli, preparandomi sia fisicamente sia mentalmente all'impatto con l'acqua gelida.
    Quando entrai in contatto con il liquido sentii il cuore finirmi in gola e un brivido torturare la mia schiena.

    Fu un esperienza traumatica. Ritornato in superficie sfruttai la prima increspatura per tirarmi fuori dall'acqua, anche per quel poco che mi era stato concesso dalla stessa architettura del pozzo.
    Fu in quel momento che mi venne un idea.
    Dopo l'impatto con la superficie dell'acqua il mio corpo aveva raggiunto una certa profondità; forse ... c'era qualcosa sotto.
    Presi immediatamente parola:

    - Ehy Daisuke! E' un idea un po' strampalata ma senti qua: siamo finiti in questo inferno perchè ci siamo fatti trasportare dagli eventi. - Per ben due volte.
    - Forse la chiave non è risalire, come vogliono farci credere- Attesi qualche secondo prima di concludere il ragionamento. Il freddo rendeva difficile anche parlare.
    - Forse la chiave per scappare è scendere - L'ultimo tentativo di Anteras per riuscire ad inculcarci nella mente quell'insegnamento.

    Il ragionamento filava, ma non potevamo rischiare.
    Se il pozzo era profondo altri venti metri? Sarei morto.
    Le braccia erano quasi paralizzate sia dal dolore sia dal freddo, non potevo utilizzare chakra...scendere era troppo pericoloso. Dovevo trovare un'altro modo per scappare.

    Salvo idee geniali di Daisuke, la risposta sarebbe giunta dopo venti minuti dal nostro risveglio.
    Come avevo trascorso quei momenti? Tremando di freddo, ma nonostante ciò avevo notato un certo miglioramento nella zona delle gambe.
    Le braccia erano fuori uso.

    Ma come potevo sfrutture quel recupero degli arti inferiori? Semplice, con il controllo del chakra.
    A quel pensiero liberai un grido di felicità.
    - Daisuke ho un idea. -
    La mia espressione era diventata il ritratto della gioia.
    - Le gambe sono migliorate, riesco a impastare su di esse un po' di chakra - Attesi un istante, per poi continuare:
    - Lega le catene alle mie gambe e con il controllo del chakra più una tecnica sarò capace forse di sostenere il tuo peso! -
    Fu difficile posizionarmi perpendicolarmente al muro senza utilizzare le braccia. Dovetti farlo una sola volta, giusto per portare i piedi sulla prima increspatura.
    Se il pozzo distava poco dalla dimora del Mikawa forse qualcuno avrebbe potuto udire le mie urla.
    In pochi secondi, accompagnati da grida di dolore, mi sarei posizionato orizzontalmente alla parete con le gambe completamente verdi e squamose. [ Slot Tecnica Avanzata - Pelle di Serpente || Forza -> 200 || Resistenza -> 450 ] [Consumo chakra totale: Medio + 1 Bassissimo ]
    - Lega bene le catene alle mie caviglie. -
    Guardai in alto, osservando la strada che avrei dovuto percorrere per raggiungere la cima.
    Avrei provato dolore, immenso dolore, ma avevo due motivi per resistere a quella tortura: dimostrare ad Anteras che ero cambiato, che di loro non mi fidavo nemmeno un po', e diventare più forte per vendicare mio padre.

    Quando i preparativi furono conclusi avrei mormorato una sola parola, l'unica in tutto il vocabolario che provocava in me quella reazione interna così forte.
    - Papà! -
    Eseguii il primo passo verso l'alto, poi il secondo, il terzo ed infine il quarto, cercando di trovare il giusto equilibrio nell'impasto del chakra.
    La superficie interna del pozzo era scivolosa come una lastra di ghiaccio e gestire il chakra non era semplice con parte del veleno ancora in circolo.
    Dal quarto metro una lacrima solcò il mio viso. Dolore allo stato puro, tutto concentrato sulle caviglie e sulle braccia, che non utilizzavo minimamente.

    Fu la prova più dolorosa che avevo sostenuto fino a quel momento.
    Confrontando quella situazione con la corsa sui palazzi con Vergil, quest'ultimo era stato un gioco per bambini.
    Arrivato a sei metri, aiutandomi nella salita "con le unghie e con i denti", sentii le gambe cedermi.
    Qualcosa mi sosteneva, forse mio padre oppure il mio stesso spirito, anch'esso desideroso di dimostrarsi forte e determinato.
    Dov'era finita la mia determinazione?


    Sognavo di diventare guardiano dell'East Gate di Oto; raccogliere l'eredità di mio padre, sentinella del suddetto Gate, e farne molto di più.
    Deveraux Yotsuki, Guardiano dell'East Gate di Oto, figlio di una semplice guardia uccisa.
    Molta acqua sarebbe dovuta scorrere sotto ai ponti prima di ambire a tale ruolo, ma vincere quella sfida era un passo necessario per raggiungere il mio scopo.
    I sogni mi diedero la forza per raggiungere l'ottavo metro. Mancava poco, pochissimo, ma non avevo più la forza di continuare, il mio corpo chiedeva pietà, ma in quell'istante di poca lucidità riuscii ad impastare mezzo basso di chakra sulle gambe , che ripresero forza e vigore. [ -> 3 Bassissimi ]
    Ce l'avrei fatta a raggiungere la cima del pozzo?
    Proprio in quel momento, tra mille dolori, nella mia mente echeggiò una frase:

    CITAZIONE
    -il prezzo da pagare non mi spaventa.-

    Con il chakra utilizzato e il ricordo di quella frase pronunciata di fronte al gigante avrei percorso gli ultimi due metri come un fulmine, raggiungendo la salvezza tanto desiderata.
    Appena messo piede all'esterno avrei eseguito ulteriori due passi per portare anche Daisuke in salvo, dopo di che mi sarei gettato a terra sfinito, rotolando sull'erba per togliermi l'acqua di dosso. Inoltre, quasi incosciamente, avrei disattivato subito la tecnica Pelle di Serpente.

    Avevo bisogno di ossigeno... e di molto riposo.



    Meglio tardi che mai ç__ç Scusate il ritardo e il post mal fatto. Ho avuto un sacco di impegni e qualche evento "tragico" ( Marco sa :argh: )
    Sono stato autoconclusivo! Starò al giudizio tuo Gene ^___^








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    I due genin riuscirono ad uscire dal pozzo sebbene la loro strategia di azione li portò ad un debilitamento fisico non indifferente. Forzando le catene ogni braccio aveva subito 1 leggera di danno, inoltre se Daisuke si fosse fatto trascinare, aggrappato alle gambe del suo compagno, avrebbe subito un'ulteriore leggera e successivamente l'entità del suo dolore sarebbe diventata media.

    I due Yotsuki ora erano ritornati in superficie e avrebbero potuto constatare di trovarsi sempre all'interno della magione, proprio al limitare del possedimento, all'interno della pineta che attorniava il lago. Non faceva freddo ma il corpo dei due era bagnato e il leggero venticello non era così piacevole. Solo se in possesso di tatto, olfatto o vista migliorata i ninja avrebbero potuto constatare che non era solo acqua quella che bagnava il loro corpo: era leggermente viscida e odorava leggermente di alcol. Al gusto avrebbe avuto un sapore amaro, che si sarebbe potuto associare ad un generico prodotto per le pulizie [Bombe, Katon e Raiton recano 10 di danno in più].

    Avevano due alternative, tornare alla villa o fuggire. Se avessero optato per la prima possibilità, i duecento metri che li dividevano dalla villa sarebbero stati un inferno e ben presto i due avrebbero intuito in quale situazione di erano cacciati. Avrebbero avuto il giusto spirito critico per capire cosa sarebbe stato per loro il soggiorno a villa Mikawa? Inoltre poteva essere quella una prova a tempo? In ogni caso, a meno di aspettare altri minuti, l'attivazione dell'innata e di tecniche in grado di coinvolgere tutto il corpo era impossibilitata.

    La Pineta

    Sia se avessero seguito le stradine interne in sbrecciato che se avessero tagliato nell'erba incolta almeno due minacce concrete avrebbero coinvolto ognuno dei due ninja. Sì, la pineta era cosparsa di trappole [Conoscenza delle Trappole (Intermedia), Forza e Velocità: 500]!
    Deveraux sarebbe stato dapprima alle prese con una classica bomba con attivazione a filo. Spezzando il sottile e ben camuffato filamento, 2 kunai dotati di bombacarta livello I sarebbero partiti in direzione del torace del giovane. Le esplosioni erano calibrate al decimo di secondo e sarebbero avvenute contemporaneamente [Maestria Combattiva, Raggio +100%]. La seconda trappola invece era rappresentata da un semplice calappio, finemente nascosto. Un istante dopo aver portato il malcapitato a testa in giù, sarebbero partiti 3 spiedi per lato miranti i primi la parte superiore del corpo (collo) e i secondi quella inferiore (inguine) [Maestria Combattiva, Precisione 575]. L'inclinazione delle armi e lo sfasamento dei due gruppi avrebbero consentito ad almeno due spiedi di andare a bersaglio a seguito di piccole variazioni di posizione. Ovviamente una buona dose di veleno era presente su tutti i proiettili [Conoscenza dei Veleni (Base), Veleno Dannoso Base].
    Anche Daisuke non avrebbe avuto vita facile in quel bosco di alti pini. I meccanismi di attivazione sarebbero stati i medesimi delle precedenti sebbene gli effetti sarebbero stati differenti. Nel primo caso, dal cespuglio lì vicino, sarebbe partito un grosso fuuma-shuriken mirante la testa del giovane affiancato da due kunai apparentemente fuori bersaglio. Il tutto avrebbe suggerito una schivata in basso che avrebbe permesso senza grandi sforzi una piena schivata...peccato che una seconda arma era nascosta nell'ombra di quella sovrastante [Arte dei Proiettili d'Ombra]. La seconda minaccia sarebbe stata ancora più subdola: sfruttando la particolare morfologia del territorio, 2 dei 6 shuriken partiti (a seguito di una schivata rivale) sarebbero rimbalzati su un grosso tronco di albero collocato di fronte il meccanismo di emissione e avrebbero minacciato per una seconda volta il genin otese [Arte dei Rimbalzi]! Collo e testa erano i bersagli ricercati, mentre in prima battuta i proiettili avrebbero minacciato i quattro arti, il basso ventre e lo sterno.
    Un'ultima trappola avrebbe attentato alla vita dei due ragazzi, questa volta contemporaneamente. Una bomba abbagliante sarebbe esplosa a pochi metri dalla loro posizione con il chiaro intento di impedirgli di vedere cosa stava per accadere. Un gigantesco tronco [Pot 40, durezza 2], lungo venti metri e di 7 di diametro, si stava scagliando contro i loro corpi mosso da un classico meccanismo a dondolo.

    Il Laghetto

    Passare per il laghetto sarebbe stata una buona idea per trascorrere meno tratto nella foresta [in questo caso una delle tre trappole potete non considerarle]. Transitando a meno di 9 metri dallo specchio d'acqua, tuttavia, ognuno dei ninja avrebbe ricevuto due attacchi portati con dei fukibari. Armati di cerbottane, due shinobi della villa avrebbero mirato al volto dei malcapitati tentando per due volte di colpirli [Vel 475]. Le armi erano soporifere ma gli effetti erano sufficientemente lunghi da non poter essere ancora percepiti dai due.
    Raggiungere la baracca, tuttavia, avrebbe rappresentato un ottimo traguardo e forse i due si sarebbero ricordati di aver visto la semplice struttura lignea in mattinata (inoltre una modesta luce era collocata sulla porta). Se avessero optato per forzare la serratura dell'entrata [Potenza 30, durezza 2] e fossero penetrati all'interno avrebbero trovato diversi oggetti utili in quella situazione. Poggiata su un grande tappeto, una grossa cassapanca custodiva dei vestiti sporchi da giardiniere; sul lungo bancone vi erano un paio di lanterne e fiaccole, un accendino, uno specchietto, delle corde, ganci, forbici e coltelli da giardinaggio. Poggiate alle pareti invece i due avrebbero potuto prendere zappe, scope (quelle con i fili in ferro) ed infine un'ascia. Frugando in un contenitore metallico si avrebbe trovato una freccia...Questo dopo un'ispezione canonica del posto...tuttavia quella era una baracca collocata nel possedimento di uno dei jonin più forti del villaggio, giusto?

    Le Officine e la Vigna

    Il tetto dell'officina (5 metri da terra) era il miglior piazzamento per arcieri e balestrieri...ed infatti altri due ninja della villa erano lì disposti, pronti ad accogliere i due Yotsuki. Dopo ogni slot azione eseguito nel raggio di 30 metri (ma solo nei 180 gradi che coinvolgevano la pineta) sarebbe partito un dardo [Balestra a Ripetizione - Proiettili Pesanti] o una freccia [Arco Lungo - Proiettili Pesanti] in direzione di ciascuno dei due shinobi.La velocità sarebbe stata considerevole [525] e le zone maggiormente mirate erano le più critiche del corpo umano. I due non si muovevano, rimanendo fissi nelle loro postazioni parzialmente coperte. Tutti lì sapevano vedere nell'oscurità senza problemi inoltre erano piazzati in modo tale da avere sempre il vantaggio territoriale dalla loro. L'unica illuminazione proveniva da un alto lampione a candela posizionato tra i due edifici, il quale conferiva un raggio di luce di 10 metri.
    Cosa avrebbero fatto i due giovani?
    Cercare riparo nella vigna sarebbe stato un buon modo per guadagnare terreno con buona copertura. Non a caso vi erano 3 ninja che sorvegliavano i grappoli d'uva. Avvicinandosi a sufficienza i due avrebbero potuto scrutare Ukitake e Matsumoto tra le sentinelle; l'altro era un tipo incappucciato. La ronda seguiva sempre lo stesso schema; i tre vertici del triangolo (lato 20 metri) delimitato dai tre shinobi ruotavano alla stessa velocità e ogni 10 minuti ripassavano su uno stesso posto. Portavamo tra le mani una piccola candela che rendeva visibile i loro movimenti a grandi distanze e concedeva alla loro vista minor sforzo fino a due metri di distanza.

    Il Vialone e i Giardini

    L'unica zona realmente illuminata era il lungo viale che tagliava in due l'intera zona; erano presenti anche dei grossi bracieri disposti sporadicamente nei grandi giardini. Appostati sugli alberi che costeggiavano tutta la strada, gli uomini del Mikawa avrebbero tartassato i due di attacchi a distanza con le più svariate armi. Passare di li sarebbe stato un suicidio senza un apposito piano o protezione. Ogni slot azione di movimento ognuno degli Otesi avrebbe ricevuto due attacchi [Vel da 450 a 525, potenza da 10 a 30].

    La Villa

    Il portone della villa era aperto; quello rappresentava il traguardo di quel piccolo gioco e l'unico modo per uscire da quella situazione (oltre il passaggio nell'oltretomba chiaramente). Ognuna delle quattro torri del lato frontale aveva il suo cecchino appostato; i due presenti sulle torri più basse e vicine all'entrata avrebbero sferrato un singolo lancio di kunai munito di cartabomba livello II Deflagranti non appena uno dei due fosse transitato nei pressi dell'entrata [for 500]. I due sulle torri più alte (15 metri) erano muniti di archi e avrebbero scagliato i medesimi dardi dei colleghi appostati sul tetto dell'officina; il loro raggio di azione, tuttavia, era molto più ampio [Maestria Combattiva, Gittata + 100%, For 525] e avrebbero attaccato a 360° ogni due slot azione di movimento degli Yotsuki nella loro portata.

    Zone Verde Chiaro

    Passare per le zone più scoperte e di facile raggiungimento sarebbe stata un'idea poco saggia; questo non solo perché quelle zone erano strategicamente deboli sotto tutti i punti di vista ma anche per la presenza di simpatici regalini. Tutto il territorio era stato tappezzato di mine e bombecarta abilmente camuffate! Ogni slot azione compiuto su queste zone si è minacciati da un'esplosione pari ad una bombacarta livello I [Maestria Combattiva, Raggio +100%]. Sì, Ukitake [Senjutsu 550] e Fuu-kama si erano diverti a far diventare l'intero possedimento un vero e proprio campo di battaglia!


    png



    CITAZIONE
    Cercate di essere il più realistici possibile, non sono stato precisissimo nelle descrizioni proprio per darvi un certo margine di libertà d'azione. Tre post per arrivare alla villa sarebbero l'ideale (ma anche in due se mi fate post molto corposi); io interverrò solo se necessario quindi siate autoconclusivi nelle schivate dei vari attacchi/trappole. Se volete passare dal lato destro della mappa fate il post per arrivare dall'altra parte e io poi vi descriverò tutto; lo stesso per eventuali dettagli che volete acquisire su una zona (spiegando come e dove osservate o dove cercate). Il fattore tempo e distanza percorsa è a vostra discrezione, meglio vi calate nella situazione più mi fate contento XD Ricordatevi dell'intorpidimento e del dolore!


    Edited by DioGeNe - 17/12/2012, 18:55
     
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    In un campo di battaglia - Capitolo I







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    Quando caddi sul soffice manto erboso percepii quell'atmosfera surreale che molte volte aveva anticipato la venuta dell'inferno sulla Terra.
    Il mio lavoro non si era concluso, eravamo solamente usciti dall'inferno.... ora dovevamo affrontarlo.
    Mi alzai, stringendo i denti.
    Il mio corpo era ancora intorpidito, incapace di reagire al chakra e per di più bagnato. Quella brezza notturna non era un toccasana per la mia salute.

    Eravamo ancora nella magione del Jonin, all'interno di una pineta.
    Ambiente non proprio sicuro.
    La luce riflessa dalla luna illuminava ben pochi punti, la maggior parte non oltrepassava le ramificazioni presenti sopra il nostro capo.
    Dovevamo ritornare indietro, ma dove precisamente?
    Lago oppure nella dimora vera e propria?

    La domanda fondamentale era una sola: ce l'avrebbero permesso?



    CITAZIONE
    E' la chance che stavate cercando, morite o diventate più forti...benvenuti all'inferno."

    Come un fantasma il sorriso di Gene prese forma davanti ai miei occhi.
    Saremmo dovuti ritornare indietro con gli occhi ben aperti.
    Non sarebbe stato facile procedere con quel dolore diffuso su tutto il corpo.
    Fu in quel momento che i pezzi del puzzle si unirono.
    - Siamo in una piccola Kumo... - Avevo tutte le informazioni necessarie per formulare quell'osservazione.
    Eravamo doloranti, con un obiettivo da raggiungere, in un territorio sconosciuto e con probabili nemici nascosti che avrebbero fatto di tutto per fermarci.
    Quando Daisuke si sarebbe sentito pronto ad avanzare nel bosco di alti pini, avrei chiesto con un semplice cenno della mano la direzione di cammino.
    Nessuna luce artificiale facilitava il nostro compito.
    Fu in quel momento che ricordai gli alberi vicini al lago.
    Se la mia memoria si era salvata dal veleno ingerito, lo specchio d'acqua era il nostro punto più vicino.


    - Queste piante assomigliano a quelle che ho notato vicino al lago, probabilmente siamo a due passi dai nostri vestiti, sempre se non l'hanno portati via... spero non ci aspettino lì... -
    Trovati i nostri abiti, mi sarei limitato ad utilizzarli come asciugamani! Una volta asciutti, quel venticello non sarebbe stato un problema.
    Sperare di trovare il nostro equipaggiamento intatto era pura illusione.

    Fortunatamente il sentiero che serpeggiava in quel luogo angusto, e sicuramente pieno di trappole, era costituito da sola terra fine.
    Ma... era una buona idea avanzare sotto il bagliore della luna? Se i colleghi del Mikawa erano nei paraggi avrebbero controllato prima la strada, poi il resto.
    Avanzando nel buio potevamo avanzare nell'ombra, anche se, rispetto alla prima opzione, nell'oscurità i nostri sensi sarebbero stati decisivi. Bisognava ricordare che i colleghi del Mikawa non erano dei ninja alle prime armi, ma gente addestrata e forgiata da mille battaglie.
    I loro sensi erano molto più sviluppati dei nostri.
    Avevo bisogno del parere di Daisuke.
    Procediamo sul sentiero o nella vegetazione? -
    Nessun gesto accompagnò la domanda, ma nel caso fosse stato necessario avrei lasciato intuire con un cenno della mano che il sentiero era la soluzione più prudente da adottare.

    Come procedere? Daisuke davanti e io dietro? Oppure uno affianco all'altro?!
    Il sentiero era largo quasi tre metri; avanzare orizzontalmente sarebbe stato pericoloso in caso di doppio attacco, infatti, in caso di schivata simultanea c'era la possibilità di scontrarsi. Il nemico ne avrebbe approfittato per farci fuori.
    Mi posizionai davanti: con la mia forza avrei potuto fermare ogni aggressore, lasciando la possibilità a Daisuke di agire come supporto.
    Questi erano preparativi doverosi e di vitale importanza.
    Ricordando che mai nulla va secondo i piani, proposi a Daisuke vari movimenti da compiere in caso di attacco.

    - In caso di aggressione tentiamo di ucciderne subito uno portandoci sul due contro uno! In caso di trappole localizzate colui che verrà chiamato in causa dovrà essere difeso dall'altro. Per trappole ad ampio raggio con presenza di bombe abbandoniamo la stradina. - Presi una pausa prima di concludere.
    - esperienza personale: evitiamo di passare o nasconderci dietro tronchi sottili, i nemici potrebbero approfittarne per creare schegge letali! - Mi lasciai sfuggire un sorriso.

    Uccidere? Pensavo veramente di avere le abilità necessarie per assassinare un collega del Mikawa? No, ma attaccare senza pietà in caso di scontro era l'unico modo che avevamo per metterli in difficoltà.
    Eravamo in una simulazione reale di un campo di battaglia.
    - C'è qualcosa che mi sfugge Daisuke ?- Il suo contributo valeva oro, infondo eravamo parigrado, con le stesse capacità fisiche e abilità.

    [...]

    Dopo aver deciso la direzione e "la configurazione" di marcia ci saremmo inoltrati ufficialmente nel buio della pineta.
    Corpo leggermente abbassato, pupille dilatate, udito e olfatto sull'attenti.... procedevamo come predatori affamati, peccato che in quella situazione eravamo prede. Il predatore ci aspettava...paziente.
    Avevo avuto esperienze sul campo, ma non si era mai trattato di vagare in un campo "minato".
    Dovevamo imparare in fretta se volevamo salvarci.
    In marcia molte cose erano cambiate: milioni di suoni misero in vibrazione i miei timpani... sembrava che la pineta avesse preso vita.
    Nei primi cinque minuti mi ero voltato lateralmente circa 200 volte.
    Nei punti buii, dove la mia vista non arrivava, "vedevo" un nemico; sopra ogni ramo e dietro ad ogni tronco avvertivo la presenza di una trappola.
    Una tortura mentale, più che fisica.

    In quella situazione il dolore non era niente; non riuscivo neppure a concentrarmi... c'era qualcosa all'interno del mio animo che non avevo mai provato: la paura.
    Phfff... avevo affrontato il Jinchuuriki del due Code, e subito dopo il vero Nibi no Nekomata, seppur in forma non completa.
    Quello che provai quel giorno fu terrore allo stato puro; in quella pineta semplicemente paura di ciò che non potevo percepire e combattere.
    Preferivo la prima forma di paura.

    Sommerso nell'angoscia udii qualcosa spezzarsi sulla mia tibia destra. Nessun dolore, ma il rumore prodotto dal contatto fu familiare.
    Il semplice ma letale meccanismo a filo.
    Qualcosa vibrò nell'aria: dardi in avvicinamento.
    Prima di un qualsiasi spostamento tentai di individuare la minaccia.
    Fortunatamente i nostri nemici erano stati benevoli, i dardi erano quasi frontali e convergevano sul mio petto.
    Fu semplice individuarli nella notte.
    Per esperienza avevo già ipotizzato la presenza di cartebombe.

    I due kunai si muovevano rapidi, quasi al limite delle mie possibilità "naturali".
    Con il corpo indebolito dal veleno schivare quei "proiettili" sarebbe stato difficilissimo, ma sapevo già come muovermi e l'averli notati subito era un dettaglio che giocava a mio favore.
    Con Daisuke dietro, e leggermente spostato di lato, eseguii un rapido balzo verso destra.
    Quanti metri avrei percorso con quel salto? Non me ne preoccupai di certo, i dardi erano troppo rapidi e la priorità era solo una: portarsi fuori dal raggio d'azione dell'esplosione.
    Un flusso di chakra fluii dal Tantien al quadricipite sinistro, uno dei pochi muscoli capaci di reagire al chakra.
    Con quella rapida spinta mi sarei proiettato verso destra, cadendo a terra e rotolando verso la stessa direzione senza mai fermarmi. [Forza: 150 -> 200][Riflessi -> 425][Consumo: 5 Bassissimi]
    L'esplosione avvenne ad un metro e sessanta d'altezza, con un raggio d'azione pari ad un metro.
    Ero già fuori dal sentiero e chiunque fosse rimasto all'interno della sfera virtuale di raggio un metro non avrebbe fatto una bella fine, infatti, nonostante fossi tra l'erba incolta sentii un forte vento caldo investire la mia pelle.
    Bruciò, ma non riportai ustioni o danni di altra natura.
    Solo dolore.

    Non mi interrogai oltre su questo fatto. Dovevamo proseguire, prima dell'arrivo dei nemici.
    Forse ci stavano aspettando in altri luoghi... il boato prodotto dall'esplosione li avrebbero portati da noi!
    Appena fui ad un passo dall'iniziare la corsa, mi fermai.
    Mi voltai verso Daisuke, con un espressione che parlava da sè. Stavo sbagliando, mi stavo facendo trasportare dagli eventi.
    Con la corsa la percezione dell'ambiente circostante sarebbe diminuita, facendomi cadere in trappole ben più letali.

    Dopo due minuti caddi in un altra trappola.
    I miei occhi non avevano notato la presenza di calappio, finemente nascosto tra la sottile terra che costituiva il sentiero.
    Il mio piede destro ci finì sopra, e in un attimo diventai preda a tutti gli effetti.
    Quando percepii il filo stringere la mia caviglia, capii subito cosa si sarebbe consumato da lì a poco.
    I nostri nemici avevano calcolato tutto: avevano piazzato la trappola lontano da tronchi e mi stavano impedendo di osservare cosa stesse accadendo alle mie spalle.
    Appena fui a testa in giù vidi tre spiedi avvicinarsi alla solita velocità, puntando non il petto, non le gambe, ma l'inguine: una zona abbastanza sensibile ai colpi.
    Gli addominali si contrassero all' istante, portando il busto, insieme al capo, quasi paralleli al terreno.
    Strinsi i denti per il dolore e per lo sforzo, cercando di raggiungere la zona mirata con le mani allo scopo di bloccare la traiettoria dei dardi con quest'ultime.

    In quella catena di eventi ci fu qualcosa che mi fece tirare un sospiro di sollievo.
    Tre spiedi sibilarono appena sotto le scapole, nella zona in cui un attimo prima risiedeva il capo.
    Udito lo spostamento d'aria dei dardi schivati per caso, reagii con uno scossone improvviso, colpendo con il piede libero l'altro. Determinai così un moto stile pendolo.
    Non era abbastanza!
    Gli addominali mi abbandonarono, facendomi ritornare nella posizione iniziale.
    Quasi inconsciamente avevo già attivato "Pelle di Serpente", forse l'unico jutsu che in quel momento ero capace di utilizzare. Contemporaneamente all'attivazione della Tecnica, un Basso di chakra fluì dal Tantien all'inguine destro.[Resistenza: 400 -> 525] [Consumo: 5 Bassi]
    Non ebbi il tempo di stringere i denti, l'impatto avvenne inesorabile.[Potenza: (3 x 1.5 (Precisione) - 5) x 2 -> 1 Lieve]
    Fortunatamente ero riuscito a scamparmela con un impiego non irrisorio di chakra, ma qualcosa di ben più subdolo era stato cosparso sulla superficie dei dardi. [ Veleno Dannoso (Base) -> Stordimento leggero, intorpidimento leggero della zona colpita.]*
    Il peggio era passato: ero riuscito ad evitare uno spiedo e una perforazione eccessiva nella zona inguinale.
    Ora, senza attendere altro tempo, passai alla fase liberazione.
    Con uno sforzo non indifferente utilizzai gli addominali per riuscire ad estrarre con le mani gli spiedi dalla zona colpita.
    Avevo due possibilità per centrare il filo che mi teneva sospeso.
    Nonostante le braccia molli riuscii a centrare il bersaglio al primo lancio.
    Ero sospeso a circa tre metri da terra; la caduta non fu divertente ma riuscii ad atterrare senza problemi grazie a una spinta delle gambe potenziate dal jutsu e al soffice terreno.
    Le ferite all'inguine? Trascurabili, rispetto al dolore su tutto il corpo.

    Una volta a terra disattivai la tecnica. Ero a qualche metro da Daisuke, forse più tranquillo del sottoscritto.
    Fu in quel momento che percepii qualcosa muoversi nelle vicinanze.
    Un Fuuma Shuriken, un dardo mai visto prima d'ora. ( l'avevo studiato nei libri accademici )
    Mi aveva totalmente ignorato.
    Con lo sguardo puntato verso Daisuke riuscii ad individuare con enorme difficoltà un secondo Shuriken viaggiare sotto al primo, più visibile grazie al bagliore della luna.*

    - Uno sotto! - Urlai queste due semplici parole.

    Sarei riuscito ad avvertire in tempo Daisuke?

    Non potevo distrarmi; come deciso prima del cammino mi sarei posizionato in mezzo al sentiero, con i sensi in allerta e uno spiedo sulla mano destra.









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    Chakra rimanente: 19.75/30
    Vitalità: 13.50 / 16
    *Per Gene: Ho considerato che il Fuuma Shuriken occultato non lo sia in realtà per Deveraux, leggermente spostato rispetto a Daisuke.
    *: Gli effetti del veleno inizieranno a manifestarsi dal prossimo post!
     
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  13. ~ Marcø
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    Simulazione






    Deveraux mi fece notare che forse, stavolta, la chiave non stava nel risalire il pozzo, vista la distanza tra un appiglio e l'altro, ma nel scendere. Però entrambi avevamo sentito la temperatura dell'acqua e nessuno di noi aveva voglia di tuffarsi nuovamente: era troppo rischioso, avremmo potuto rimanere intrappolati sotto l'acqua, oppure fallire e ritrovarci semi-congelati.

    « Aspettiamo a bagnarci, magari ci viene qualche idea migliore e ci risparmiamo una ghiacciata... »


    Fu sempre il mio compagno a trovare il modo di uscire, avrebbe camminato sul muro lungo tutto il pozzo fino ad arrivare in cima, io mi sarei legato alle sue caviglie, lasciandomi trasportare. Sarebbe stato uno sforzo enorme, sia per lui, sia per le mia braccia già provate dall'aver sostenuto il mio peso per chissà quanto. Ci pensai un attimo e poi annuii, aspettando che si avvicinasse. Grazie agli appigli avevamo qualche pausa dove il mio peso non gravava né su Deveraux, infatti distendendo le braccia arrivavo quasi a misurare due metri e quaranta, una distanza che poteva percorrere senza dovermi sollevare, né sui miei arti doloranti. Ogni strattone che serviva a sollevarmi per farmi raggiungere l'appoggio successivo mi faceva soffrire, ma mantenni sempre il silenzio, in rispetto di Deveraux che si era assunto quel faticoso compito di cui stava pagando le conseguenze.
    Arrivammo finalmente in cima, più doloranti che mai. Appoggiai una mano sulla schiena del mio compagno: se eravamo fuori era merito suo. Farfugliai un complimento, mentre cercavo di soffocare il dolore alle braccia. La temperatura era più sopportabile all'esterno del pozzo, ma il vento che passava tra i pini intorno a noi non ci aiutava per niente. Eravamo ancora bagnati, il freddo avrebbe potuto contribuire al fallimento.
    Mi guardai bene intorno: non c'era nessuno a festeggiare la nostra risalita, quindi il nostro lavoro non era ancora finito. Il mio compagno pensò ad alta voce: ci trovavamo in una piccola Kumo, quella era una simulazione del peggiore scenario che ci sarebbe potuto capitare. Soli e storditi in un luogo quasi completamente sconosciuto. Quasi. Ricordavo che il laghetto e la piscina erano vicini, e ricordavo la strada che dal laghetto arrivava alla villa. La cosa migliore da fare, in quel momento, sembrava essere uscire dalla pineta: avremmo avuto una visuale migliore dell'area che ci circondava e avremmo potuto farci un'idea della situazione.

    « Deveraux, dobbiamo uscire da questa pineta, magari tornare al lago. Seguiamo il sentiero? »


    La luce lunare non ci avrebbe aiutato tanto, ma almeno ci lasciava intravedere un sentiero di brecciolino da poter percorrere. Eravamo scalzi, era meglio evitare la vegetazione della pineta, avremmo potuto pestare piante velenose o trappole per gli animali. O nel peggiore dei casi, per noi.
    Il mio compagno si mosse per primo, guadagnando la posizione di testa, io mi posizionai dietro di lui, ma dal lato opposto del sentiero, in modo che non mi coprisse la vista da eventuali pericoli. Fu il momento di decidere qualche tattica, proposta subito dal giovane Yotsuki.

    « Tieni d'occhio il tuo fianco, a questo lato e alla retroguardia ci penso io. Se vedi qualcuno, fammi un cenno con la mano, non parlare o ci faremo scoprire subito »


    Poi cominciò il nostro viaggio nella sconosciuta pineta.
    Con tutti i sensi all'erta, a partire dall'udito, percorremmo il sentiero. Il pericolo maggiore era forse costituito da ansia e paranoia, rischiavo di farmi sopraffare e perdere la testa in qualche modo. Eravamo in squadra, non erano ammessi fallimenti o avremmo decretato la morte non solo nostra, ma anche del compagno.
    Gli occhi ormai si stavano abituando all'illuminazione fornita dalla Luna e lo stesso, supposi, stava succedendo con Deveraux. Ma questo non lo salvò dall'attivare un qualche congegno. Mi bloccai immediatamente dopo di lui, osservandolo schivare lateralmente dei kunai, che esplosero appena raggiunto il punto esatto dove si trovava il bersaglio prima dello spostamento. Adesso ne avevamo la prova: stavano testando realmente fino a che punto potevamo arrivare. Mi riparai indietreggiando leggermente e alzando un braccio. Guardai Deveraux, sembrava stare bene e si rimise subito in cammino, senza parlare.
    Anche se la prima trappola incontrata ci aveva fatto acuire ulteriormente i sensi, il mio compagno cadde nuovamente preda di una trappola, al ché mi chiesi se era giusto lasciarlo proseguire per primo. Lo vidi sollevarsi da terra, afferrato per un piede da un cappio. Subito cercai di aiutarlo, rimanendo però a distanza.

    « Spiedi! »


    Nonostante la posizione svantaggiosa, il piccolo Yotsuki non se la cavò male, riuscendo a schivare la prima salva e un proiettile della seconda. Perchè degli spiedi però? Cercai, facendo attenzione a dove mettevo i piedi, le armi che non erano andate a bersaglio e scoprii il perchè. Annusai il composto, senza capire di cosa si trattasse. Quindi mi riavvicinai al mio compagno, sembrava stare bene ma sapevo che era a rischio. Gli proposi subito la mia idea, a bassa voce.

    « Da qui in poi è meglio se proseguo io davanti. La buona notizia è che ho raccolto due spiedi, potrò usarli come arma, quella cattiva che sono avvelenati. Stai attento Deveraux, qualsiasi cosa fammi un fischio »


    Mi sarei quindi portato davanti, facendo molta attenzione a dove mettevo i piedi. Trovai la concentrazione pensando che adesso il mio compagno contava su di me, dovevo tenere gli occhi aperti anche per lui, non conoscevamo gli effetti del veleno che lo aveva colpito. Be', lo avremmo scoperto presto sfortunatamente.
    Non feci in tempo a percorrere qualche metro che toccai qualcosa con un piede, fermandomi immediatamente. Troppo tardi, spostare il filo, anche se di pochissimo, aveva dato il via ad una pericolosa reazione a catena. Da un cespuglio non molto distante da me partì un letale, ma ben visibile fuuma shuriken accompagnato da due kunai. Ma lo shuriken era troppo largo, i kunai non avrebbero potuto colpirmi. Come se chi aveva piazzato le trappole avesso voluto evitare una schivata laterale. Stavo piegando le gambe per abbassarmi, quando udii l'avvertimento del mio compagno. Uno sotto? Cazzo! Sotto il primo proiettile, che passò ad un soffio dalla mia testa, ve nera un secondo, nascosto insidiosamente alla vista. Fortunatamente ero pronto, grazie a Deveraux. Saltai, o meglio cercai di distendermi sollevando le gambe mentre mi lasciavo cadere. Il fuuma passò sotto di me senza lasciarmi un graffio. E quella era fatta. Mi alzai e mi girai, pronto ad afferrare i proiettili che mi avevano appena mancato.

    « Che ne dici di prendere le loro armi? Potremmo averne bisogno. Un fuuma e un kunai a testa? »


    Presi lo shuriken che aveva attentato alla mia testa, piantandosi in un pino qualche metro dietro di me, e il proiettile più vicino. Chiusi la letale arma, stringendola per l'anello centrale con la mano destra, quindi mi appoggiai uno spiedo sopra ogni orecchio ed impugnai il kunai con la mancina. Adesso si iniziava a ragionare, ero stanco di subire i loro colpi potendo solo schivare.
    Ritornai sul sentiero, riprendendo il cammino. Il lago non poteva distare tanto ormai, la vegetazione sembrava essere meno fitta. Passando poco distante da un albero, sentii qualcosa stringersi intorno al piede sinistro: ero caduto nella stessa trappola che aveva colpito Deveraux, una calappio che mi sollevò immediatamente da terra. Notai una salva composta da numerosi shuriken dirigersi verso di me e cercai di proteggermi con ciò che avevo a disposizione. Mi protessi dai proiettili che miravano al busto posizionando il grosso fuuma shuriken e il kunai davanti a me, evitando ogni danno. Spostai anche la gamba destra, portando così a tre il numero di shuriken schivati: quest'ultimo ed entrambi quelli diretti alle braccia. Fui invece colpito alla gamba che mi teneva appeso a testa in giù, impossibilitata a muoversi, ma non fu quello a preoccuparmi, quando il rumore che sentii dietro di me. Gli shuriken non si erano piantati: erano rimbalzati sul tronco lì vicino. Contrassi immediatamente gli addominali, cercando di sollevare almeno la testa. Sfortunatamente non riuscii a schivare tutti i colpi, fui infatti colpito alla base del collo da una di quelle maledette stelle ninja. Rilassai i muscoli, nel silenzio della pineta. E anche questa era andata.
    Mi sollevai, tagliando la corda che mi reggeva con il fuuma e atterrando senza fare troppo rumore. Raccolsi da terra lo shuriken sporco del mio sangue ed estrassi dalla coscia l'altro proiettile che mi aveva colpito, stringendo i denti e sopportando il dolore. Misi il kunai in bocca, stringendolo con i denti, quindi tenni gli shuriken che avevo battezzato con il sangue. Guardai Deveraux e feci un cenno di assenso per fargli capire che stavo bene. A lui la scelta di come gestirsi l'equipaggiamento.
    Uscimmo finalmente dalla pineta e potemmo osservare il laghetto a circa una quarantina di metri da noi. Mi fermai, aspettando che il mio compagno fosse vicino a me. C'era una baracca vicino al lago, illuminata da una piccola lanterna posta sopra l'ingresso. La indicai con la mano e aspettai il consenso del mio pari. Sarebbe stato il nostro obiettivo, un riparo, almeno temporaneo, dove organizzarci, al sicuro da trappole. Sempre che non fosse proprio quella, la trappola.
    Avrei fatto un conto alla rovescia, il kunai non dava così fastidio da non poter parlare, partendo da tre, prima di partire. Quindi avrei corso quanto più velocemente le mie condizione mi avessero permesso, visto che non ero al massimo della mia forma. Fu soprattutto la ferita alla coscia a farsi sentire, me la sarei ricordata ad ogni movimento che coinvolgesse le gambe probabilmente. Fu quando fummo più vicini al lago che giunse la nuova offensiva: dei ninja nascosti nell'acqua si sollevarono puntandoci delle lunghe canne appoggiate sulla bocca. Parai la prima salva di aghi con il fuuma, subendo immediatamente dopo due punture sul collo. Quegli aghi dovevano sicuramente essere avvelenati, non aveva senso usare armi così poco dannose. Mi riparai immediatamente dietro la casetta di legno, riprendendo un attimo fiato appoggiato alla porta mentre provavo ad aprirla. Niente, chiusa. Quindi mi staccai e, dopo essermi girato, tirai un calcio all'altezza della serratura.

    « Cazzo! Deveraux, provaci tu! »


    Iin quel momento, tirando un calcio, avevo sentito il quadricipite sinistro contrarsi dolorosamente. Maledetti shuriken. Lasciai al più giovane, e più forte, Yotsuki il compito di buttare giù quell'insulsa porta.



    Vitalità rimanente: 13/16
    Chakra rimanente: 19.5/30

    Primo post dopo le feste, scusate eventuali errori xD
     
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  14. Roronoa™
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    In un campo di battaglia - Capitolo II







    La pioggia di armi oltrepassò il ragazzo, che era riuscito a compiere una vera prodezza.
    Aveva eseguito un semplice salto, e in aria aveva portato il suo corpo parallelo al terreno, precisamente tra i due pericolosi Fuuma Shuriken.

    In quei frangenti ero diventato spettatore, proprio come lo era stato Daisuke qualche minuto prima, anche se, a dir la verità, avevo partecipato alla scena avvertendo il mio compagno della subdola sorpresa.

    CITAZIONE
    « Che ne dici di prendere le loro armi? Potremmo averne bisogno. Un fuuma e un kunai a testa? »

    - Ottima idea. - Recuperate le armi posizionai il Fuuma Shuriken sulla mano sinistra, il kunai sulla destra e lo spiedo precedentemente raccolto sopra l'orecchio destro.

    Ora eravamo armati, ma chiunque avesse piazzato le trappole aveva già messo in conto tale evento, per questo non mi sentii così sicuro da cantare vittoria.
    Una cosa era certa: ora potevamo parare.

    In quel momento di calma il veleno raggiunse il cervello.
    La pineta scomparii per un secondo circa, lasciando posto a quella che sembrò essere una nebbia fitta.
    Eseguii due piccoli passi verso sinistra, cercando di ristabilire l'equilibrio perduto.
    Nessun dolore aveva preceduto quello "scherzetto".
    Davanti ai miei occhi avevo la risposta: lo spiedo.
    Nonostante il colpo subito fosse paragonabile ad una piccola puntura, il veleno era riuscito ad entrare nei tessuti.
    Prima di parlare attesi qualche secondo, e nel caso in cui Daisuke avesse notato ciò che era successo lo avrei tranquillizzato con un semplice "sto bene".
    In effetti era vero, riuscivo a muovermi bene e nessun dolore si era aggiunto a quello già presente.
    Un veleno innocuo? No, e la risposta la ebbi dopo qualche secondo, nel preciso momento in cui vidi Daisuke alzarsi in aria a testa in giù.
    Un calappio.
    Cosa fare? Mille pensieri affollarono la mia mente ma tutti si sgretolarono prima di convergere ad una conclusione.
    I cinque sensi erano rimasti intatti, il veleno aveva abbassato la mia capacità di giudizio.
    Scrollai la testa, posizionando il braccio destro all'indietro. Se avessi tagliato il filo sarei riuscito a far cadere il mio compagno prima dell'attacco vero e proprio.
    Nonostante l'idea non fosse male, le circostanze ( compreso il veleno ) non mi permisero di intervenire tempestivamente.
    La velocità con cui Daisuke saliva era imparagonabile a quella che sarei riuscito ad imprimere al kunai, inoltre, avrei rischiato in caso di ritardo di compromettere la sua difesa.
    Non mi rimase che posizionarmi "al fianco" di Daisuke, attendendo con il Fuuma Shuriken all'altezza del busto l'arrivo di un probabile nemico.

    Fortunatamente nessuno si fece vivo.
    A qualche metro d'altezza il mio collega fu abile a proteggersi dai numerosi shuriken scagliati contro di lui grazie alle armi raccolte.
    A differenza sua, non avrei preso altri oggetti.
    - Sto bene così, preferisco non armarmi troppo -

    [...]

    Qualche minuto dopo, puntando il mio sguardo all'orizzonte, intravidi gli ultimi alberi della pineta.
    Al di là solo l'oscurità.
    Raggiunto il margine della pineta dal buio emersero lo specchio d'acqua, che distava dalla nostra posizione circa quaranta metri, la riva e una baracca.
    Quando fui al fianco di Daisuke vidi quest'ultimo indicare il casotto, la cui entrata era illuminata da una piccola lanterna.
    Immediata fu la mia risposta.
    - Per me va bene ma occhi aperti.. l'entrata è ben visibile e questa cosa non mi piace... teniamoci pronti -
    E' proprio quando stiamo per raggiungere "la salvezza" che il nostro livello di concentrazione crolla.
    E' lì che si muore, quando si è sicuri di farcela.
    Non dovevo farmi abbindolare dalla baracca.
    Già il fatto che fosse illuminata era una cosa che non mi piaceva affatto.
    Volevano condurci lì.
    Oppure... era una specie di checkpoint.

    In ogni caso ritornare indietro sarebbe stata una follia.
    Quando udii il conto alla rovescia di Daisuke alzai il Fuuma Shuriken all'altezza della spalla, serrando meglio le dita sull'apertura circolare dell'arma.
    - Se non ci sono meccanismi o altro alla nostra destra, attenzione al lago! -

    Dalla parte in cui avevo il kunai avevamo un ampio spiazzo erboso.
    Assicurata l'assenza di nemici alla mia destra avrei fatto attenzione al lago.
    O trappole o uomini nel lago, oppure la baracca stessa era una trappola.
    - Occhi aperti -

    Raggiunto lo zero nel conto alla rovescia iniziammo la corsa.
    La "puntura" all'inguine non mi dava problemi, erano le braccia a far male, sopratutto ora che nel loro movimento dovevano sostenere il peso delle armi. ( Fuuma Shuriken )
    Avevo paura solo di una cosa: il veleno.
    Cadere significava essere un ninja mezzo morto.
    Daisuke era davanti a me e nonostante le ferite guadagnava terreno.

    Ignorai quel dettaglio, non stavo correvo al massimo delle mie capacità.
    Ero sicuro che qualcosa avremmo trovato in quei quaranta metri, quindi, perchè abbassare l'attenzione solo per correre più veloce?
    Anche utilizzando il jutsu Folgorazione, agli occhi dei nostri nemici sarei stato una tartaruga.

    Confermata l'assenza di trappole e uomini alla mia destra la mia attenzione si spostava periodicamente alla mia sinistra fino a quando intravidi due teste fuoriuscire dall'acqua, illuminata dal bagliore della luna.
    Erano distanti, uno alla mia sinistra e l'altro di fronte, alla destra della baracca.
    Fukibari... aghi sottili e di difficile individuazione.

    Non erano rapidi quanto gli spiedi già affrontati, ma sicuramente su di loro era stato applicato del veleno, il che li rendeva molto pericolosi.
    Considerando le distanze, fu istintivo dare priorità al primo gruppo di Fukibari proveniente da sinistra.
    Approfittando della mia posizione ( dietro Daisuke ) e del Fuuma Shuriken posizionato all'altezza della spalla sinistra eseguii un balzo in corsa verso il lago, ruotando l'arma con il polso per portare una delle quattro lame ricurve davanti alla guancia minacciata.
    Scintille nella notte.
    Eseguita quella parata ripresi la corsa verso la baracca.

    Il secondo attacco, uguale al primo e già sferrato prima del mio movimento, non trovò mai il bersaglio.

    In un istante, tenendo sempre d'occhio il rivale più vicino, giunsi in prossimità della baracca.
    Con le spalle al muro, in una posizione sicura e fuori dal campo visivo dei due nemici, vidi Daisuke tentare inutilmente di aprire con le buone l'ingresso dello sgabuzzino.
    Non ci rimaneva che aprirla con la forza.
    Il calcio del mio compagno non ebbe alcun effetto.

    CITAZIONE
    Cazzo! Deveraux, provaci tu!

    Mi allontanai dalla parete e con lo stesso movimento del mio compagno sferrai un calcio con la gamba fin'ora illesa, mirando alla zona già colpita dal mio compagno.
    Non bastò, ma il rumore che si propagò in tutto lo spiazzo lasciò intuire la creazione di una crepa!
    Riprovai altre due volte, cercando di ignorare il dolore che ad ogni calcio si ripercuoteva sul mio corpo.
    Alla terza la porta si spalancò.
    Al massimo della mia rapidità entrai nel locale con il cuore in gola, leggermente abbassato e con il Fuuma Shuriken di fronte al mio petto.

    All'interno solo attrezzature e polvere, nessun nemico, nessuna grossa finestra. Fummo fortunati.
    Feci cenno a Daisuke di entrare.
    Oltre a delle scope e delle zappe appoggiate alle pareti la mia attenzione venne catturata da un ascia, ma prima di gettarmi alla raccolta di quei presunti regali avrei dato un occhiata agli angoli buii del locale, in cerca di trappole.
    Controllai l'interno e sotto la cassapanca, annusando senza toccare le sporche vesti da giardiniere.
    - Ne conto quattro, forse sono impregnate di veleno -

    Mentre pensavo a come procedere tentai con la gamba illesa di spingere altrove la cassapanca. L'aiuto di Daisuke sarebbe stato ben accetto.
    Scopo di quello sforzo? Controllare la presenza di botole sotto il vasto tappeto.
    Nel caso i miei occhi non avessero notato sporgenze o altro, avrei tentato di individuare tramite rumore (prodotto dai piedi) la presenza di spazi vuoti sotto la baracca.
    Tutto questo alla velocità della luce.

    - Cerchiamo di fare alla svelta- mormorai.

    Avevo il fiatone.
    Strinsi i denti per la rabbia, davanti agli occhi una sola verità: non eravamo ancora pronti per Kumo.



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    Scusate per gli errori ortografici presenti!
    Postare domani sarebbe stato impossibile, Venerdì ho un esame!
    Chakra rimanente: 19.75/30
    Vitalità: 13.50 / 16
     
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  15. ~ Marcø
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    Perquisizione






    Mentre il mio compagno si preparava a colpire la porta, mi spostai verso l'angolo della casetta, per scrutare il lago. Sembrava non esserci nessuno, forse i loro ordini erano solo quelli di attaccare a distanza. Ci avrebbe addestrato il Mikawa alla mischia? Brutto affare. Non sembrava proprio il tipo da essere clemente, neanche durante un addestramento. Sentii il rumore del calcio sulla porta, ma non girai la testa. Non era riuscito a buttarla giù, al massimo aveva sforzato un po' la serrature o i cardini. Neanche il secondo calcio sortì l'effetto desiderato, ma il giovane non si arrese e colpì un'ultima volta, spalancando la porta. Entrai solo dopo che Deveraux mi fece cenno. Avevo lasciato a lui l'interno, entrare insieme ci avrebbe solo complicato i movimenti in caso di presenza di un nemico.
    Silenzio e polvere. Sembrava non esserci nessun nemico, ma la possibilità di trovare trappole era davvero alta. Mi guardai intorno, rimanendo fermo. Una cassapanca, sopra un tappeto, diversi attrezzi poggioti alle pareti e altri su un bancone. Questo quello che si poteva vedere, ma ero interessato a ciò che i nostri occhi non potevano vedere. Quali trappole poteva nascondere l'apertura della cassapanca? E l'accendino sul bancone? Persino io sarei riuscito a modificarne uno per esplodere alla prima accensione. Quali altri segreti potevano essere nascosti in quella baracca? Armi? Vestiti? Iniziammo subito a cercare, non c'era tempo da perdere. Appoggiai kunai e shuriken che mi portavo dietro ad un chiodo libero nella parete, lasciando il fuuma per terra.

    « Attento ad aprire quella cassapanca, potrebbe esserci qualche meccanismo »


    Restai sul chi vive finché il mobile non si mostrò innocuo, conteneva solo alcune vesti. Il mio compagno le annusò, pensando che fossero avvelenate. Valeva la pena rischiare? Aspettammo a compiere questa decisione, spostando invece la cassapanca. Non c'era bisogno di parlare, ci eravamo capiti, da bravi Yotsuki. Il tappetto sotto la cassapanca, in una baracca del genere, sembrava quantomeno fuoriluogo, poteva essere stato messo lì per nascondere qualcosa. Mentre Deveraux era alla ricerca di botole, mi spostai verso il bancone. Non sarebbe stato semplice decidere cosa prendere e cosa lasciare: non avevamo niente per trasportare l'equipaggiamento. Esclusi immediatamente i coltelli da giardinaggio, preferivo i più versatili kunai. E lo specchietto? Ci sarebbe stato utile al buio? Le lanterne? Il nemico sembrava essere capace di vederci benissimo alla luce della luna, ma sarebbe stato meglio non segnalare così apertamente la nostra presenza. Avremmo lasciato che i nostri occhi si adattassero alla condizione di quella simulazione. Alla fine della mia esplorazione preliminare, spostai solamente l'ascia vicino al mio equipaggiamento.
    Quindi, iniziai a cercare in modo più approfondito. Iniziai a controllare ogni contenitore il cui interno non fosse visibile, alla ricerca di piccole armi, quali gli spiedi. Forse dopo aver preparato le trappole avevano appoggiato lì il materiale in eccesso, fornendoci un piccolo aiuto. Invece, l'unica cosa che trovai, fu una freccia. E l'arco? Se non fosse stato sotto la cassapanca, ma anche se l'avessimo trovato, mi sarei posto il problema che avremmo potuto incontrare un arciere. Sarebbe stato il caso di iniziare a fare veramente sul serio da quel momento, i nostri avversari non ci stavano attaccando con armi dalla punta arrotondata, anzi avevano fatto anche uso di veleno. Avremmo colpito anche noi per uccidere, da quel momento. Iniziai a parlare, mentre spostavo il bancone alla ricerca di qualcosa nascosto dietro di esso.

    « Deveraux, i nostri nemici conoscono perfettamente la situazione, quindi tutto questo può essere anche più pericoloso di un'incursione a Kumo. Hanno colpito per ferirci gravemente, quindi non dobbiamo trattenerci. Sono più esperti di noi e di sicuro ci sono dei medici nelle vicinanze, pensa a Ukitake. Dobbiamo pensare solo alla nostra sopravvivenza, loro penseranno alla propria. »


    Quindi mi abbassai, per scrutare sotto il bancone, in caso ci fossero stati piccoli oggetti attaccati. Per fortuna avevamo già un po' di equipaggiamento, altrimenti sarei stato costretto a ribaltare quel tavolo e spezzargli le gambe per utilizzarle come mazze. Mi spostai verso la parete opposta alla porta, bussando e provando a spingerla. Un doppiofondo di una trentina di centimetri era abbastanza piccolo da non essere notato, ma abbastanza profondo da nascondere un buon arsenale.



    Scusate il post corto e il ritardo, è stato un periodo un po' impegnativo con la scuola... Se a voi va bene, questo lo conto come mezzo post, lo concludo dopo che Gene ci dice se e cosa troviamo :zxc:


    Vitalità rimanente: 13/16
    Chakra rimanente: 19.5/30
     
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392 replies since 2/11/2007, 23:19   12226 views
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