Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. Sou Tamahome Kishuku
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    ` S a m e B l o o d |
    F i r s t P o s t «
    C h a p t e r 1 / ? «

    Aaaaaah, finalmente, non ne potevo più di stare con quei poppanti della Foglia, oltretutto non mi andavano per niente bene le prove di quel cane di sensei. Pensava soddisfatto mentre correva tra i boschi, l'aria di Oto pian piano cominciò a tornare nel suo apparato respiratorio, a chi non era del villaggio poteva sembrare disgustosa, ma bastava abituarsi vivendo nel villaggio. Il suo nuovo obiettivo era ora un posto familiare a lui, non solo perché appartenente al suo stesso clan, ma sicuramente perché in passato, probabilmente, anche sua madre aveva varcato la soglia di quell'imponente antica villa che come l'amministrazione di Oto, ed il palazzo di Orochimaru, si imponeva con forza contrastando i raggi solari in parte, ma anche fungendo da barriera contro i venti più bassi. Vediamo, dovrebbe essere da questa parte...è vicina al mio Dojo, meglio andare a prendere l'equipaggiamento, non si sa mai. Pochi metri più in la, e dopo essere entrato dentro il Dojo, si diede una lavata al viso asciugandosi il sudore con un asciugamano, per poi prendere l'equipaggiamento e uscire di nuovo dal Dojo. Come era suo solito fare, con un minimo di chakra scalò la sua stessa casa e saltando di tetto in tetto arrivò alla soglia dell'immenso giardino della villa, scendendo da un palazzo arrivò davanti l'imponente cancello metallico sui cui era disegnato un orso con il ferro stesso del cancello. L'orso...impossibile sbagliarsi. Pensò mentre spingeva il cancello in avanti, era aperto, di certo non si badava alla difesa esterna, chi avrebbe avuto il coraggio di penetrare in quella tenuta avrebbe trovato ben più di un'antica casa. Il giardino era arido, come il resto di Oto, solo a piccoli tratti si potevano scorgere ciuffi versi, ma non erano altro che erbaccie che attendevano di seccarsi al sole, nel mezzo del giardino vi era un sentiero battuto pulito da ogni tipo di rifiuto, che dal cancello portava fino alla villa, per poi dividersi in due parti che andavano a congiungersi a delle scale, per corso questo breve tratto, salendo le scale di destra, si ritrovò davanti alla porta principale, l'ingresso della villa. Lo stesso ingresso in parte era nascosto da alberi abbastanzi alti, o da vasi di piante rampicanti, ma ciò non importava. Ci deve essere sicuramente qualcuno. Fu il primo pensiero mentre, poggiando la mano alla lignea porta, la spalancò totalmente, per poi richiuderla dopo il suo ingresso. L'interno era ben diverso dall'esterno, di vedeva che era molto più curata, il massimo sporco erano qualche granello di polvere, null'altro. C'è nessuno ? Disse ad alta voce per farsi sentire dallo sperato inquilino, mentre aspettava una risposta si guardava intorno, le mura erano tempestate da ritratti, uomini, donne, anche famiglie intere, mentre osservava i quadri però venne colto da una donna in particolare, gli era familiare quel volto, quindi si avvicinò al muro, e guardando nel basso della cornice, lesse attentamente il nome. Fujiko Mikawa...questa è mia madre...allora ci avevo visto giusto... Disse mentre un passo poi interruppe i suoi pensieri, dalla scalinata centrale della villa scese una persona, non sembrava ostile come lo fu Akashi la prima volta, anzi, sembrava tutt'altro che una cattiva persona, e aveva già qualche supposizione su chi egli fosse. Ah, allora c'era qualcuno, sai, stavo guardando i ritratti, e a quanto pare quella è mia madre. Comunque sia, sono qui per un motivo preciso, il mio nome è Sou Tamahome Kishuku Mikawa Tsumuji, come vedi, in qualche modo, siamo parenti, cugini forse, ciò non mi dispiace affatto, ma tornando al motivo della mia presenza qui, voglio che tu mi dia la possibilità per migliorare le mie abilità sanguigne, compreso no ? Anche un potenziamento psicofisico mi farebbe comodo, torno proprio adesso da un addestramento del genere con un gruppo di Fogliosi, non volevo rimanere ancora con quei poppanti, quindi, te lo chiedo chiaramente, mi darai la possibilità di aumentare la mia forza consenguendo in un maggior potere della nostra abilità ? Disse verso lo sconosciuto che aveva di fronte, chiaro e conciso come sempre, senza indugiare avrebbe atteso una risposta.

     
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    Overture 00.00
    ~ Tie of Blood



    La radio accesa sul bancone delle armi annunciava del ritrovamento di un nobile del villaggio del Suono, trovato ucciso nella sua stessa abitazione. Diogenes era sulla panca piana e si dava ai suoi soliti esercizi giornalieri. Mise due placche da 200 chili l’una ai lati della robusta asta metallica.

    “ Che cazzo...ci sono solo ninja incapaci...uff...a difendere le autorità del nostro paese...uff...morissero tutti, se non sanno difendersi da soli...uff...non hanno il diritto di essere su questa terra.”


    L’asta andava freneticamente su e giù battendo sul petto del giovane Mikawa. Dun tratto il rumore della porta aprirsi e chiudersi violentemente. Subito la mente di Aloysius pensò a qualche intruso...ma non c’era motivo di preoccuparsi. Con calma si alzò dalla panca si diede uno sguardo al grosso specchio posto difronte per vedere se era presentabile e salì di sopra, trovandosi nella palestra segreta situata un piano sotto terra. Il passo era calmo, il fiato anche. Se era un intruso ben presto questi avrebbe scoperto quale grande errore aveva compiuto varcando la soglia di Villa Miakwa senza bussare.

    Fece il giro lungo, per poi scendere le grossa scalinata lignea e notare la figura di un ninja guardare i ritratti appesi sul muro.

    “ E' buona consuetudine bussare prima di entrare in casa altrui. “


    Il tono era beffardo ma palesemente tranquillo...per adesso. Il ragazzo si rivelò essere un membro della famiglia Mikawa, sua nobile e antica casata. Pronunciò qualcosa riguardo le sue intenzioni nell’intraprendere un addestramento mirante il rafforzamento del sangue e del corpo in generale. Chiedeva tanto da Aloysius...

    “ Sou conosco il tuo nome. Akashi mi parlò di te tempo addietro informandomi sul tuo conto. Mi sembra che non entrasti a far parte dei Mikawa tanto più tardi di me...”


    Quel ragazzo piaceva ad Aloysius. Schietto, irruento, diretto...perché non avrebbe dovuto aiutarlo? Migliorare le sue capacità avrebbe solo giovato al Clan. Ora stava solo a vedere se la persona che aveva difronte era pronta per migliorare la sua affinità sanguignia. Sou stesso aveva espresso il suo desidero di acquisire prima maggior potere...doveva incominciare da li.

    “Bene cugino, ho deciso di accettare la tua richiesta ad una condizione. L’addestramento che ti farò seguire può essere tutto meno che canonico...scordati il corso che tu stesso mi hai informato di aver frequentato prima di venir qua. Adesso sei solo tu. Riuscire ad avvicinarsi ancora di più al potere del sangue richiede una preparazione fisica non indifferente, dobbiamo battere prima su questa. Ora informami su quello che hai già appreso prima di venir qui, in modo che io mi possa fare una idea sul lavora da fare.”


    La scena, da tesa com’ era inizialmente, si trasformò ben presto in una chiacchierata tra parenti. Diogenes si sentì sicuro nell’impiegare il proprio tempo su quel ninja, che tanto lo aveva colpito quando si presentò. Chissà se la sua intuizione iniziale sarebbe corrisposta a verità.

    Sou lo informò del suo allenamento già iniziato e sul fatto di aver già potenziato velocità e resistenza.
    Nella mente del sensei già si erano fatte strada alcune possibilità e involontariamente la mente tornò a Yashimata, suo antico sensei. Prima o poi i due si sarebbero dovuti rincontrare...

    “ Fortunatamente ho la possibilità di lavorare su di una caratteristica fondamentale per noi Mikawa, la forza. Per la velocità già ci ha pensato Isidor e, conoscendo i suoi metodi, so che avete lavorato sicuramente bene. Rimane quindi chakra e senjutsu. Non sottovalutare il chakra, mio cugino. Noi Mikawa non ne possediamo in grande riserva ed è proprio per questo che dobbiamo incrementarla. Per alcune tecniche di sangue, come vedrai in seguito, è necessario un grande utilizzo di chakra e noi particolarmente dobbiamo essere bravi nel non sprecarlo inutilmente.”


    Raccolse un attimo le idee per poi esporre con tono deciso.

    “ Come avrai notato l’abitazione è in via di ristrutturazione. La parte centrale e parte dell'ala sinistra sono praticamente funzionali, però la restante è impraticabile. Mi aiutarei tu a metter apposto. Seguimi.”



    First Act 00.01
    ~ Chakra



    Tra i lungi corridoi, i ritratti di famiglia e le armature ferree, Diogenes stava guidando Sou alla biblioteca. Quando aprì le porte un alone di polevere li accolse e, dopo solo alcuni minuti, l’interno fu visibile. La stanza era un cilindro perfetto, di circa 20 metri di diametro e alto una trentina...era una torre del castello. Sul soffitto prendeva posto un grosso squarcio...cedimenti causati dall'usura tempo. La maggior parte della pareti erano coperte di scaffali dove migliaia di libbri prendevano posto.

    “ Ho deciso di partire subito con la nostra nota dolente: il Chakra. Dovrei salire fin su e trasportare con te queste lastre, per poi rattoppare il foro. Usa il chakra adesivo per arrivare in cima e dosa bene le energie. Voglio un bel lavoro, mi raccomando.”


    A terra prendevano posto 2 dozzine di tavole di metallo, due pacchi di chiodi, un grosso martello e due teloni imperbeabili.

    _________________________________________________________________________________________________________

    Dovrai fare 6 viaggi, fatti di andata e ritorno per portare su tutto il materiale. Il chakra adesivo ti permette di percorrere 10 metri (in media tra salita e discesa) alla volta, con il carico che dovrai portare con te (circa 100 KG).

    Edited by DioGeNe - 3/2/2008, 22:28
     
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  3. Sou Tamahome Kishuku
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    ` W o r k O f M a s o n |
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    Dopo pochi istanti, passati dal suo ingresso nella villa, venne apostrofato dalla persona che si fece avanti, all'inizio le sue parole furono un po' come un rimprovero, d'altronde aveva ragione, si era scordato di bussare, ma di solito evita tali convenevoli, soprattutti in casi come questi. Scusami, avevo altro per la testa. Poche parole servite da giustificazione, inutili, ma voleva evitare litigi di varia natura, soprattutto poi con parenti. Ah si, ricordo qualcuno che parallelamente attivò le nostre abilità, Diogenes se non sbaglio, quindi sei te...è un vero piacere conoscerti cugino. Un sorriso per nulla forzato, anzi, spontaneo come il sole che sorge, si stampò sul suo volto, d'altronde non aveva avuto contatti con fratelli di sangue da anni, e l'incontrare parenti era di certo una bella sensazione.


    « Bene cugino, ho deciso di accettare la tua richiesta ad una condizione. L’addestramento che ti farò seguire può essere tutto meno che canonico...scordati il corso che tu stesso mi hai informato di aver frequentato prima di venir qua. Adesso sei solo tu. Riuscire ad avvicinarsi ancora di più al potere del sangue richiede una preparazione fisica non indifferente, dobbiamo battere prima su questa. Ora informami su quello che hai già appreso prima di venir qui, in modo che io mi possa fare una idea sul lavora da fare. »


    Parole ben precise furono quelle del cugino, già al sapere della diversità del corso gli creava più impazienza nel farlo, finalmente qualcosa di diverso delle solite banalità dell'Accademia. Ti ringrazio cugino, stai tranquillo, mi ero già stancato della monotona Accademia. Durante il corso con i fogliosi, ho allenato la velocità e la resistenza. Le parole servirono per informare il nuovo sensei riguardo al precedente corso lasciato, dopotutto, anche se in parte, non poteva ricominciare l'allenamento da capo. Le parole del cugino indicarono poi le caratteristiche da potenziare ancora, una delle quali fondamentali per i Mikawa, la forza, seguita ovviamente dal chakra, dato che i Mikawa stessi ne avevano una quantità inferiore rispetto ad altri. Dopo ulteriori spiegazioni riguardo alla villa, pian piano la nuova sessione di allenamento si trattava proprio di restaurare un'ala della villa. Per raggiungere l'ala danneggiata, i due, passarono attraverso lunghi corridoi fiancheggiati da armature di ogni tipo, poi, in profondità, notò diverse librerie ben più alte dello stipite dell'ingresso, la sala da restaurare era la biblioteca, un soffitto di 30 metri pendeva sulle loro teste, e la stanza, di forma circolare, aveva una raggio di 20 metri circa. Intorno alla circonferenza della stanza ci erano parecchie librerie e scaffali, sapeva che i Mikawa discendevano da nobili origini, quindi già si aspettava la maestosità di quella biblioteca contenente libri che, dal loro aspetto, sembravano risalire ai tempi di Orochimaru. Dopo una rapita occhiata alla stanza, il cugino diede inizio al prima addestramento, mirato alla potenziamento del chakra, ciò che lo Tsumuji avrebbe dovuto fare, era richiudere il soffitto utilizzando lastre di ferro e teloni impermeabili, con relativi mezzi per fissare il tutto, ciò che lo rendeva perplesso, era il fatto di dover arrivare al tetto, utilizzando il chakra adesivo, 30 metri di passeggiata, sicuramente all'inzio sarebbero stati facili, ma con il calare del chakra il tutto si sarebbe complicato, sebbene era questo il suo compito, aumentare la propria riserva di chakra, di certo non si sarebbe mostrato temerario verso quell'altezza. Capito tutto cugino, ti farò un lavoro degno di un mastro muratore. Disse con un sorriso, mentre si liberava dell'equipaggiamento e lo accantonava da una parte, per prima cosa si diresse verso i teloni impermeabili, aveva già deciso di fare il viaggio di salita solo con le travi, chiodi e martello, i teloni sarebbero stati d'intralcio per la scalata. Vediamo cos'ho a mia disposizione. Pensò dirigendosi verso il suo equipaggiamento, dalla tasca porta oggetti tirò fuori il rocchetto di nylon rinforzato, dallo zainetto prese i 2 fuuma shuriken ed infine, estrasse 2 kunai dalla tasca sulla gamba. Ho tutto...anzi no. Prese il tutto e si diresse verso i teloni, prendendo il primo poi, lo arrotolò saldamente e, tenendolo fermo con le gambe, si sciolse il coprifronte della foglia che aveva legato al collo, e lo utilizzò per chiudere bene il telone, poi, prese 3 metri di filo di nylon e li tagliò con un kunai. Bene. Dopo aver tagliato il nylon, legò questo ultimo facendogli fare due giri, attorno al coprifronte, per poi far passre le estremità attraverso il foro del fuuma shuriken legando poi le estremità ad un kunai, in modo da non farle uscire fuori dal foro. Eccone uno. Pensò alzandosi in piedi e prendendo il groviglio di fili e armi, inquadrò bene il lo squarcio sul tetto, e afferrando il fuuma shuriken dal foro, lo tirò con forza verso il forò, quest'ultimo, data la veemenza con cui era stato tirato, trascinò con se il telone per poi puntarsi sulla parte esterna del tetto. Ottimo. Dopo aver tirato su il primo telone, si accinse a fare la stessa cosa con l'altro, stavolta utilizzando il coprifronte di Oto per chiudere il telone, per poi fare lo stesso montaggio utilizzando l'altro fuuma, il nylon rinforzato e un kunai, per poi andare a tirare il fuuma attraverso lo squarcio, anch'esso si andò a puntare sul tetto, lasciando però il telone penzolare fuori dallo squarcio, quindi dentro la stanza. Speriamo che i nodi tengano...


    [...]


    Dopo aver preso il restante filo rinforzato, si diresse verso i pacchi di chiodi e il martello, ciò che avrebbe fatto dopo, sarebbe stato legare i pacchi di chiodi e il martello al suo petto per mezzo del nylon, per tenerli ben saldi al corpo avrebbe fatto più giri con il filo, per poi confiungere le due estremità con un nodo ben stretto. Dovrebbe tenere. Ora si trovava con i 2 pacchi di chiodi legati al petto per mezzo del nylon, quel peso era del tutto infimo in confronto a quello che avrebbe dovuto portare adesso. Dopo essersi avvicinato alle lastre di ferro, si inginocchiò a terra toccando la prima lastra, fredda e levigata, il metallo rifletteva bene la luce, poi, prendendo la prima lastra, constatò il peso di una singola, era piuttosto pesante, e doveva portarne 4 a volta, ciò voleva dire che avrebbe dovuto fare 6 viaggi da 4 lastra caduno. Spero di non finire con le stampelle. Lentamente, prendendo le prime 4 lastre, le accostò il al muro, dopodiché, concentrando il chakra per mezzo del sigillo della Tigre, afferrò le 4 lastre caricandosele sulle spalle, mentre adagio, muovendo il piede destro verso il muro, sentiva che il suo chakra aderiva perfettamente al muro liscio della biblioteca, il primo era andato, mettere il secondo piede con troppa foga avrebbe causato di certo uno sbilanciamento e l'avrebbe fatto cadere a terra, quindi impiegò qualche secondo prima di puntare il secondo piede sul muro. Ok, cel'ho fatta. Dalla posizione verticale, con molta cautela, cominciò ad avanzare per quel lungo muro di 30 metri, ogni 10 metri circa, si fermeva per rinnovare il flusso di chakra ai piedi, altrimenti sarebbe caduto. La prima salita andò piuttosto bene, i primi 30 metri percorsi, bruciati facilmente con il chakra vennero percorsi facilmente e le lastre che portava con se, appena raggiunto il tetto, furono sistemate su di esso insieme ai due pacchi di chiodi, per poi rientrare dallo squarcio, tirare su l'altro telone precedentemente tirato e ricompiere la stessa manovra con il chakra adesivo, muovendosi questa volta verso il basso e sempre con la stessa cautela. Tornato a terra! Pensò appena rimise i piedi sul pavimento, la stanchezza per ora era lieve, e riguardava solo le spalle. Avvicinandosi poi di nuovo alle lastre, ne prese altre 4, ed insieme, si mise il martello, o meglio, il manico del martello, fra i fili di nylon, bloccandolo saldamente, dopodiché, riavvicinandosi al muro, riprese le 4 lastre caricandosele sulle spalle. Questa volta, con maggior sicurezza, aveva cominciato la scalata, le travi pesavano, ed ora c'era anche il martello, ben più pesante dei pacchi di chiodi. Se casco da qua mi ammazzo... Pensò guardando a 25 metri da terra, di certo non era una bella veduta, soprattutto sapendo di non aver alcuna sicurezza di non cadere. Portate le altre 4 travi, sedendosi sul tetto, cominciò a lavorare per coprire almeno parte dello squarcio, per iniziare il lavoro, posizionò le varie lastre in modo da non lasciare spiragli, o almeno, da non crearne di così grandi da farci passare l'acqua. Ecco fatto, ora passiamo al fissaggio... Prendendo un pacco di chiodi a aprendolo spargendo i chiodi sulla busta aperta, cominciò a dividerli per ogni trave, 20 chiodi per ogni lastra, 4 per ogni lato corto e 6 per ogni lato lungo, così aveva diviso i chiodi, lasciando da parte anche quelli per un telone, sembravano contati apposta per fissarle. Muovendosi con cautela sul tetto, si inginocchiò accanto alla prima lastra, e togliendosi il martello di dosso cominciò puntando il primo chiodo per poi tirare un vigoroso colpo per fargli forare il metallo, per poi dargli piccole martellate in modo da non eccedere in forza, altrimenti, la parte "sana" sotto alla lastra, sarebbe ceduta sotto i suoi colpi. Pian piano, la prima lastra, sotto la forza dei chiodi che si puntavano saldamanente alle travi di legno sottostanti, spingevano la lastra salda al legno di sotto, creando così il nuovo soffitto perfettamente aderente, dopodiché passò alla seconda lastra, che sotto il sole si stava riscaldando, ma in fondo questo sarebbe stato un bene, il calore avrebbe permesso ai chiodi di aprirsi il varco necessario al fissaggio con più facilità. Dopo qualche minuto finì per arrivare alla penultima lastra, maneggiava con cautela quelle ultime lastre, dato che erano state le più esposte al sole e quindi erano quasi diventate bollenti, ma il calore comunque alto aiutava col fissaggio, quindi i lati positivi emergevano facilmente. Me ne manca una sola. Accaldato e con il sudore che gli scendeva dalla fronte fino alla punta del naso non fece altro che togliersi la maglia e buttarla giù per la grande stanza in modo che finisse suuna libreria. Era ormai quasi ora di pranzo mentre fissava il primo chiodo di quell'ultima lastra di quella serie, infatti, sotto di lui, a 30 metri di stanza, lo attendevano altre 16 lastre identiche a quelle fissate finora.

    [...]

    Messa anche questa, ora devo riscendere. Lentamente si rialzò in piedi stirando le gambe rimaste piegate per tutto il tempo del lavoro, ora doveva scendere per prendere le restanti lastre, quindi, camminando cautamente sul tetto, arrivò in quella parte ancora squarciata, e puntando le mani sul tetto si sarebbe lentamente calato all'interno della stanza, ed una volta all'interno avrebbe allungato le gambe fino alla parete che aveva di fronte convogliando chakra ai piedi aderendo come sempre alla parete. Ed ora giù. Grazie al chakra adesivo lentamente tornava giù dalla parete come fosse uno sciatore, e ad ogni 10 metri circa portava altro chakra per tenere salda la presa al muro. Se continuo così mi prosciugo tutto il chakra...in fondo è proprio per questo che faccio 'st'addestramento... Arrivando in fine giù nella stanza si diede un attimo il tempo di riprendere fiato e di asciugarsi il petto con la sua stessa maglietta, per poi prendere le solite 4 lastre, appoggiarle al muro e concentrare il chakra per poi ricominciare la salita caricandosi le 4 lastre sulla schiena. Cazzo, queste sono fredde... Con decisione piano piano ricominiò a scalare quella parete, portando sempre rinnovato chakra ai piedi ogni 10 metri di parete. Comincio a sentirmi stanco... Con l'avanzare dei metri cominciava ad affermarsi un fievole respiro affannoso, che poi si azzerò appena raggiunse il tetto e si tolse dalle spalle le lastre di ferro posandole sul tetto. E altre 4 portate su...altri 3 viaggi e ho fatto. Faceva i conti dopo aver poggiato le lastre sul tetto ed essere rientrato nello squarcio. Di quel passo, ogni volta a salire e scendere, sarebbe sempre più andato a vicino al limite della sua riserva di chakra ma era quello l'obiettivo, arrivare al limite per poi superarlo. Di nuovo di fronte alla liscia parete della stanza portò ancora una volta i piedi sul muro convogliando senza l'uso dei sigilli il chakra ai piedi, dopo tante volte che si ripeteva diventava naturale il convogliare energia nei piedi, e con le mani libere poteva trovare altri appigli durante l'aderimento al muro. Fatto. Lentamente, dall'alto della stanza, passeggiò verso il basso mentre si massaggiava le spalle, tranquillamente arrivò toccando di nuovo terra, le gambe cominciavano a risentire il peso delle lastre, anche se non direttamente, le lastre, pesavano dalle spalle sino alle gambe, dato che, trovandosi a camminare in verticale, erano quest'ultime a dover sorreggere tutto il peso. Aaaaaah, altre lastre, cheppalle è fin troppo monotono... Deviando questa volta la solita prassi, si caricò sin da subito le 4 lastre sulle spalle per poi cominciare una nuova scalata di quella stanza apparentemente senza fine. Ho deciso, dopo questo addestramento, vado in vacanza. Pensò mostrando un sorriso forzato dalla resistenza del suo corpo sempre in calo, anche se era un Mikawa, e proprio per questo era più forte fisicamente di qualche altro clan, le lastre di certo non erano del tutto leggere da portare. Qualche altro passo e raggiungo la cima. Pensò mentre con gli ultimi passi raggiungeva una trave di legno che usava per tirarsi su ed uscire dal tetto, appena fuori, posò le lastra a terra si sedette delicatamente sul tetto, qualche attimo per prendere fiato e poi si sarebbe dato da fare per il fissaggio, prendendo lo stesso quantitativo di chiodi si sarebbe di nuovo messo a martellare sulle grigie capocchie di quest'ultimi mandandoli dentro con forza fino a bloccare ogni singola trave che avesse ricevuto lo stesso trattamento.


    [...]


    Fissate anche quelle altre 8 lastre osservò che il suo lavoro stava lentamente progredendo, lo squarcio infatti era stato quasi coperto dalle travi fissate a regola d'arte, anche se dopo qualche secondo un dubbio si faceva largo nella sua mente. Devo ancora mettere 8 lastre poi i teloni...ma poi...da dove cazzo rientro io ? Questo era il problema, per finire il lavoro era costretto a restare fuori dalla torre su cui lavorava, sul tetto, e ricoprendo il tetto non sarebbe potuto rientrare, quindi per precauzione si alzò in piede e diede un'occhiata lungo le pareti esterne individuando poi una salda pianta rampicante piuttosto crescuita. Hmm...penso che questa faccia al caso mio. Dopo aver trovato una via per rientrare nella villa, si rimbucò nello squarcio, anche se il suo corpo ne risentiva di tutto quello sforzo, non poté che essere un po' più contento di prima, solo altri 2 viaggi lo dividevano dalla fine del lavoro. Scese poi dalla parete, ma invece di camminare, sciò come aveva fatto in precedenza, stando sempre attento al rinnovo del chakra adesivo. Appena arrivato a terra afferrò la sua maglietta e se la annodò attorno al collo per poi afferrare altre 4 lastre, con i soliti movimenti poi portò i piedi sul muro cominciando la sua scalata, questa volta andò lento, la stanchezza cominciava a sentirsi e i piedi ne risentivano di tutto quel chakra che gli veniva mandato, creando così un lieve ma continuo intorpidimento. Cazzo, posso ancora farcela... Deciso, ma sempre con la cautela che si doveva in quelle circostanze percorse per l'ennesima volta la parete verso l'alto portando con se il pesante fardello che aveva sulle spalle. Qualche minuto e approdò sull'asse di legno del soffitto, per poi uscire dalla torre e poggiare le lastre sul tetto, poi, togliendosi la maglia legata al collo, la mise sul tetto per rientrare dallo squarcio e scendere di nuovo all'interno della grande stanza. Comincio a sentire il forte calo del mio chakra, manca poco e svengo. Pensò mentre toccava di nuovo il pavimento della stanza, in quel momento ebbe uno squilibrio e cadde a terra, le gambe erano indolenzite ma gli mancavano solo 4 lastre per poi fissarle e finire il lavoro. Devo farcela! L'urlò riecheggiò nella torre mentre con le sue ultime forze si rialzava da terra e caricandosi per l'ultima volta le lastre sulle spalle ricominciò la scalata stringendo a più non posso i denti, il suo cammino era piuttosto forzato su quella parete, ma quelle ultime risorse chakrose riuscivano a tenerlo aderito al muro, così che riuscì a giungere la vetta della torre per l'ultima volta, ed uscire dallo squarcio che avrebbe attappato definitivamente. Cel'ho fatta! Disse guardando il fondo della stanza, per poi ordinare le lastre per coprire l'ultima parte dello squarcio, ormai il sole era stato coperto dalle nuvole, e le lastre non presentevano quella duttilità precedente a causa del calore, quindi impiegò più forze nel battere ogni singolo chiodo ma che comunque riuscì a far entrare ogni singolo pezzo nelle lastre. Ed ora i teli. Districando i teli da quel groviglio che aveva ingegnato ore prima per portarli su avrebbe ripreso le sue armi e i suoi coprifronte, e quest'ultimi se li sarebbe legati addosso, per poi stendere i teloni impermeabili sul pavimento di lastre e fissarli al tetto con gli ultimi chiodi rimasti creando così una coperta color verde a proteggere la libreria sottostante dalle infiltrazioni piovane. Fi...ni...to. Ormai era sfinito, l'unica cosa che fece fu quella di aggrappare il martello con i denti, rinfilarsi la maglietta e le armi nelle tasche dei calzoni ed usare il chakra per scendere velocemente dalla parete esterna della torre invece che usare la pianta rampicante da prima notata. Non ce la faccio più... Barcollante si diresse verso la porta d'ingresso, quest'ultima venne aperta solo dal peso del Mikawa che esausto usò le ultime energie per gridare al cugino che aveva completato il lavoro. GENE! HO FINITO! Per poi cadere a terra sfinito creando un tonfo sordo e svenendo data la quasi mancanza di chakra, ma con un sorriso stampato sul volto.

     
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    Second Act 00.02
    ~ Strong



    La monotona prova fu portata egreggiemante a termine dal Mikawa che ,sfiaccato, con meticolosa precisione aveva rattoppato la grossa falla del tetto. Intanto Diogenes si era seduto sulla scrivania in uno stato tra la contemplazione e l’attenzione. Vedere quel ninja impegnarsi in una cosa detta da un ninja neanche avente il titolo di sensei, lo riempì di orgoglio e stima nei confronti del giovane apprendista. Palesemente quella era la prova più pallosa che gli venne in mente in quella circostanza...voleva vedere fino a dove Sou era disposto a reggere il gioco del grosso Mikawa. Nonostante tutto l’addestramento avrebbe dato i sui frutti...compiere quel noiosissimo “esercizio” avrebbe di sicuro dato i risultati sperati. Sou doveva andare oltre i suoi limiti...

    “Bene, bene...naturalmente adesso sei esausto e se ti facessi continuare in questo stato le prove sicuramente non riusciresti a portarle a termine. Adesso io ti condurrò nel luogo del tuo prossimo esercizio...starà a te decidere se vorrai provare comunque o riposarti prima. “


    Con passo calmo Diogenes ripercorse la stessa strada percorsa all’andata per condurre Sou davanti un grosso dipinto raffigurante un imponente orso con le fauci spalancate e gli occhi color vermiglio.

    “ Sou, tu sei il primo a cui mostro questa parte della residenza. Diciamo che è la mia vera casa...dove in pratica vivo.”


    Aloysius spostò la tela d 30 gradi verso sinistra e subito il meccanismo si attivò. Una porta segreta prese forma davanti i due Mikawa...ingresso che immetteva su di una piccola e stretta scala a chiocciola. Poca era l’illuminazione e un forte odore di polvere caratterizzava la zona. Ma non passò molto tempo che lo stretto passaggio immise in una immensa sala. Questa era grossa circa la metà dell’intera pianta della villa e aveva l’aspetto di una grossa palestra. Si poteva facilmente notare come alcune zone del rettangolo fossero state sistemate a mò di salottino. C’era anche una brandina in fondo, vicino le attrezzature di palestra. Al centro prendeva posto un grosso tatami a prima vista abbastanza eroso dal tempo e dal sudore.

    “E’ qui che mi alleno di solito...da quando l’accademia mi ha svezzato è qui che butto il sangue per mantenere la forma tonica e ottenere dei miglioramenti. Come vedi c’è tutto il necessario per allenarsi: non manca nulla...sulla destra c’è una piccola stanzetta particolare per i miei addestramenti con il sangue...Prima stavo pensando a come riuscire ad incrementare la tua forza. Come ben sai noi Mikawa siamo fisicamente dotati in questa caratteristica per tanto, di norma, ci troviamo in condizione di superiorità rispetto ai nostri parigrado. Ma questo non vuol dire che non possiamo cercare di andare oltre.”


    Diogenes pose lo sguardo in fondo alla sala; sulla sinistra. Lì, in uno spazio di 7 metri per 7 le mura andavano a delimitare un pezzo dell’area. Una piccola stanza. Fuori c’era un grosso macchinario verso il quale Diogenes si avvicinò facendo segno a Sou di seguirlo.

    “ Ti illustro come funzionerà la prova. Questa stanza non è molto diversa da quella ove Akashi, nostro comune sensei, ci fece superrare la prova finale per acquisire la padronanza del controllo del sangue. Questa volta non dovrai contare sulla nostra innata capacità ma solo sulle tue capacità fisiche. I pali, ti avverto, si muoveranno ad una velocità impressionante e ben presto ti accorgerai che provare a schivarli è quasi impossibile, nonostante già Isidor ti abbia fatto crescere in velocità ed agilità. Trova il modo di scampare, fai affidamento anche sulle doti fisiche che già possiedi...la prova finisce quando troverai il modo di fermare il congegno...appena ti senti pronto entra dentro. Puoi stenderti su di un divano o sulla brandina se vuoi...intanto io continuo i miei esercizi.”


    Detto questo, il colosso di diresse verso gli attrezzi. Prese una indecifrabile quantitativo di pesi, li inserì in uno dei macchinari e iniziò a lavorare.
    Indubbiamente lo stile di Aloysius spingeva il suo cugino di sangue a ragionare in stile Mikawa. Ormai era tutto nella capacità fisiche ed intellettive del ragazzo.

    [...]



    Appena Sou fosse entrato nella stanza e si fosse posizionato al centro un forte rumore di ingranaggi pervase l’intera palestra. La porta si chiuse da sola. Attimi di tensione prima che dieci pali, due per ogni lato, dello spessore di 30 centimetri non sbucarono dalla pareti. Questi percorrevano in tutta la sua lunghezza la stanzetta a velocità impressionante (velocità variabile tra i 400 e i 500, for 300) . Subito dopo altri pali sbucarono dalle pareti con ordine del tutto casuale. Nonostante ciò, era come se ogni palo avvertisse la presenza di Sou all’interno della struttura, mirando nella faccia portata del ninja.
    Solo se Sou fosse venuto a contatto con uno degli speroni constaterebbe che la consistenza di questi era molto elevata. Senza l’ausilio di chakra non sarebbe stato in grado di lesionarli (res 350).



    Edited by DioGeNe - 17/2/2008, 11:15
     
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  5. Sou Tamahome Kishuku
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    Sfinito, a terra, riprese il fiato poco prima di vedere il cugino in piedi davanti a lui che blaterò qualcosa, inizialmente non comprese bene, ma poi riuscì a schiarire la mente e a percepire distintamente le parole del compagno. Ah, mi sembra più che ovvio che mi riposerò, altrimenti dovrai pagarmi il funerale. Disse con un sorriso forzato a causa della stanchezza, per poi alzarsi di peso e seguire Diogenes intraprendendo la strada da dove inizialmente il suo sensei era giunto. Dopo qualche metro i due arrivarono dinanzi ad un dipinto raffigurante un orso, il segno distintivo dei Mikawa, ma quel quadro celava ben più di un simbolo.

    « Sou, tu sei il primo a cui mostro questa parte della residenza. Diciamo che è la mia vera casa...dove in pratica vivo. »

    Dopo quelle parole, il Mikawa, muovendo di qualche grado il dipinto fece attivare un meccanismo che immediatamente portò alla luce una porta incastonata nel muro dinanzi ai due. E' proprio un castello con tanto di passaggi segreti eh. Seguendo il cugino per quella porta, i due si ritrovarono subito su una stretta scala a chiocciola, grazie al suo olfatto sviluppato avvertì quell'odore di chiuso e polvere che si sentiva lungo quelle scale, per poi scomparire dando spazio a rinnovata aria. Finita la scala a chiocciole il panorama si aprì su un'immensa sala che a occhio e croce doveva essere quasi la metà dell'intera villa, quell'enorme sala era arredata con diversi attrezzi ginnici ed una brandina con accanto un divano, il tutto posto su di un tatami piuttosto logoro. Mamma mia... Appena ebbe la visuale completa della sala, il suo sguardo venne subito catturato dal divano in fondo alla stanza, di certo non era il massimo del confort, ma era il meglio di cui si poteva disporre per recuperare le energie.

    « E’ qui che mi allena di solito...da quando l’accademia mi ha svezzato è qui che butto il sangue per mantenere la forma tonica e ottenere dei miglioramenti. Come vedi c’è tutto il necessario per allenarsi: non manca nulla...sulla destra c’è una piccola stanzetta particolare per i miei addestramenti con il sangue...Prima stavo pensando a come riuscire ad incrementare la tua forza. Come ben sai noi Mikawa siamo fisicamente dotati in questa caratteristica per tanto, di norma, ci troviamo in condizione di superiorità rispetto ai nostri parigrado. Ma questo non vuol dire che non possiamo cercare di andare oltre. »

    Con un cenno di testa mostrò il suo assenso verso le parole del cugino, mentre si guardava intorno. La stanza era piena di attrezzature, dai bilancieri alle panche per gli addominali, i cuscini erano logori e scoloriti, sicuramente segno del grande utilizzo fatto da Diogenes con gli attrezzi. Dopo essersi dato un'ultima guardata intorno fece per dirigersi verso il divano, ma ancora una volta le parole del cugino lo bloccarono facendolo girare di nuovo verso di lui, compiendo quel movimento vide poi una stanza che in precedenza non aveva notato, poi alla spiegazione portata dal Mikawa un lungo brivido gli percorse la schiena. Non molto diversa da quella di Akashi ? Dolore... La funzione della stanza, come usata da Gene, era per gli esercizi con il sangue, ma il modo in cui l'avrebbe utilizzata lui era del tutto diverso. Si, tanto tanto dolore... Dopo le spiegazioni ebbe finalmente il tempo per recuperare le forze, quindi con celerità si diresse verso il divano e distendendosi su di esso spronfondò nel sonno più totale.

    [...]

    Solo dopo qualche ora, Sou, si destò dal profondo sonno che lo aveva attanagliato, il sonno lo aveva completamente risanato, ed inoltre, sentiva chiaramente che la sua riserva di chakra si era fortemente allargata, l'aver raggiunto quel limite aveva fatto si che per la propria sopravvivenza il suo chakra aumentasse considerevolmente. Contento della miglioria, e del tutto risanato delle proprie energie si alzò dal divano e prendendo una bottiglia d'acqua la consumò del tutto. Aaaaah, mi ci voleva proprio. Disse per poi dirigersi verso la stanza indicatagli dal cugino, che continuava ad allenarsi sulle attrezzature ginniche. Appena di fronte all'entrata della stanza guardò la suddetta da fuori, ma non notava nulla di anormale, forse perché non era ancora entrato. Le cose così tranquille non mi piacciono affatto. Pensò prima di entrare, qualunque cosa nascondeva quella stanza era mirata alla sua forza, quindi poteva contare sul suo fisico per superarla, oltretutto, insieme al chakra, anche la resistenza e la velocità erano aumentate, ripensando al giorno prima sorrise, Ryuji gli fece aumentare la velocità, l'Inuzuka la resitenza, ed ora il cugino il chakra, forse si aspettava qualcun'altro per il senjutsu. Andiamo va... Del tutto pronto, fece il primo passo verso la stanza, e notò con somma gioia che neanche avvertiva i pesi che gli premevano sulle caviglie, quindi, per non tenerseli addosso se li slacciò e li mise accanto alla porta della stanza, sentiva le sue gambe leggerissime, frutto del duro allenamento. Ora sono veramente pronto! Con decisione entrò nella stanza, non appena superò lo stipite della porta avvertì il rumore di fuori come se sparisse lentamente, forse era insonorizzata, o dato che la pareti sembravano metalliche le onde sonore non riuscivano ad estendersi fino al suo interno. Uhm... Curioso diede un ulteriore sguardo l'intorno, e per osservare il tutto raggiunse il centro della stanza, e in quello stesso momento, come se fosse scattata una trappola, la porta si chiuse sonoramente dietro di se, e allo stesso tempo, avvertiva distintamente il rumore di ingranaggi che si muovevano freneticamente. La prova era iniziata, prima ancora che lui se ne accorgesse.

    [...]

    Al seguire di quel rumore di ingranaggi, sapeva già cosa gli sarebbe capitato, in passato aveva già avvertito lo stesso rumore, ma anche lo stesso senso di pericolo che incombeva su di lui, e come detto dal cugino, la stanza era simile a quella usata da Akashi per sbloccare i poteri dei Mikawa, ma prima ancora di volgere lo sguardo per trovare i pali, quest'ultimi, si erano già mossi velocemente contro di lui, 2 da ogni lato di quella stanza quadrata, e due anche dal soffitto, per un totale di 10 pali, fortunatamente le sue statistiche erano incrementate, ma non abbastanza da poter evitarli, quindi per i due sopra portò istintivamente le braccia sopra la testa per difendersi dall'attacco da sopra mentre però da sotto, gli altri pali, oltre che cozzare contro il suo corpo, gli impedivano la fuga. Cazzo che dolore! Il suo unico pensiero sentendo i pali sul suo corpo, la loro velocità era tremendamente alta, e a causa dalle botta perse stabilità abbassandosi oltre alla pressione dei pali che venivano dall'alto. Cazzo! Sempre di più sotto pressione dai pali dall'alto, poté constatare la durezza di essi, erano più o meno duri come quelli di Akashi, e probabilmente l'unico modo per fermare il diabolico congegno era quello di frantumare tutti i pali, quindi con decisione, portando un [Basso = 250 + 75 = 325] sulla mano, tirò un destro contro uno dei due pali che lo premevano da sopra, il colpo fu così forte che la colonna si spezzò proprio nel punto d'impatto del pugno, rendendola così innocua e fuori la portata del Mikawa, ora, rotta la prima colonna, avrebbe lasciato scendere giù quella che teneva con il braccio, non avendo l'altro che lo opprimeva aveva trovato il posto per far scendere la seconda e allo stesso tempo, appena fosse scesa, l'avrebbe afferrata con entrambe le braccia, e convogliando un [Basso = 250 + 75 = 325] in esse, l'avrebbe strattonata così forte da staccarla alla base del meccanismo, per poi gettarla a terra e riprendere man mano il controllo della situazione. Sono troppo veloci ora, l'unico modo per bloccarli è farmi colpire e farli fuori subito dopo...spero di resistere. I pali ai lati erano rientrati velocemente, e alla stessa velocità stavano per riuscire, sicuramente con un ordine diverso dal precedente, purtroppo non poteva contare sul suo sangue, ma aveva sempre l'udito dalla sua parte e quindi percepì perfettamente quali pali uscirono prima. Venite pure. Subito percepì il rumore di un palo che stava scattando verso di lui da dietro, il tempo che impiegò per girarsi contro non bastò per bloccarlo in tempo, e quindi ricevette un forte colpo allo stomaco, ma insieme riuscì a bloccare il pallo puntando un altro potente colpo anch'esso accompagnato dal chakra [Basso = 250 + 75 = 325 ] che andò a spezzare a metà il palo, ma allo stesso tempo, troppo occupato a rompere quello davanti a se, dal lato destro, un palo lo colpì sul fianco destro lasciandolo per un attimo senza fiato. Cazzo! Il tempo per riprendere il fiato gli mancava, ma riuscì comunque a tirare un calcio ad ascia su quel palo che lo aveva colpito repentinamente, però non bastò solo un calcio, proprio mentre stava per dare il colpo di grazia a quel palo, da dietro, un altro lo colpì poco sotto il collo spingendolo contro il palo danneggiato. Aaaaah! Lanciò un urlo di dolore impressionante, ma allo stesso tempo la sua rabbia aumentava, e con decisione, ora, appoggiato al palo danneggiato dal calcio, che cercava di rientrare, tirò un pugno a mani congiunte così forte da spezzarlo a metà e renderlo definitivamente innocuo. Concentrare in continuazione chakra mi sta rendendo più forte permanentemente... Pensò mentre altri due pali si stavano dirigendo verso di lui, la velocità era aumentata, probabilmente per compensare la mancanza degli altri, non fece in tempo ad abbassarsi che il primo lo colpì alle gambe facendolo cadere, mentre il secondo gli arrivò sulla spalla causandogli un ematoma subito dopo l'impatto, ma quest'ultimo ebbe la vita corta, infatti si aggrappò al palo mentre rientrava, e allo stesso tempo riprendeva la posizione eretta, fino ad andare a bloccare il rientro del palo puntando i piedi a terra e convogliando chakra alle braccia, questa volta si sentiva più forte, e poté concentarne di meno dei precedenti attacchi [2 Bassissimi = ??? + 50 = ???] rendendosi così forte abbastanza per tirare seccamente fuori il palo ed estirparlo dal meccanismo gettandolo a terra. Vai così! Altri 5 e siete tutti fuoriuso! Un leggero sorriso si dipinse sul suo volto quando ancora più veloci 2 pali, dai lati opposti ma sulla stessa traiettoria, andarano contro Sou all'altezza delle sue braccia, prontamente portò le braccia a difesa dei lati, subendo il colpo ma allietando i danni con del chakra [Basso = 275 + 75 = 350] mentre un terzo di faceva strada verso il suo stomaco, ma purtroppo andò a segno in quanto aveva le braccia occupate a bloccare gli altri due, quel colpo gli fece sputare sangue sul palo stesso, ma non poteva percepirlo in quanto gli era vietato usare la sua abilità. Coff...coff...cazzo! Con maggiore rabbia tolse la difesa delle braccia da quei due pali, ma allo stesso tempo, portando verso l'alto entrambe le braccia, prima ancora che i pali laterali se ne andassero dalla loro posizione, avrebbe colpito i pali con entrambe le braccia potenziate da un [Basso = ??? + 75 = ???] con cui avrebbe frantumato i due pali rendendoli macerie e del tutto innocui. Solo altri 3 ed ho finito. Di quei 3 pali da far fuori due l'avevano già colpito, ed uno era macchiato di sangue, ma non sarebbe servito a nulla, quindi, velocemente, sarebbe scattato di nuovo al centro della stanza, mentre tutt'intorno continuavano ad uscire pali che malgrado la loro velocità, non riuscivano a colpirlo dato che li aveva disintegrati, purtroppo però il rumore continuo non gli faceva distinguere quali pali fossero quelli ancora "vivi", quindi si concentrò sulle parti di muro ancora integre. Dove siete ? Si guardò intorno, ma si girò troppo tardi per vedere il palo che non l'aveva mai colpito che ormai l'aveva preso in pieno all'altezza della vita e continuava a spingerlo contro in direzione del muro sano, muro dal cui uscì il primo palo sopravvissuto che l'aveva colpito, solo che questo mirava al petto, e come una specie di morsa l'avrebbe chiuso tra la sua spinta e quella del palo di dietro, quindi concentrò un [Basso = ??? + 75 = ???] nel braccio destro tirando un pugno così potente da traforare per tutta la sua lunghezza il palo fino ad arrivare alla base dello stesso, riducendolo in cumulo di sassolini. Solo 2, ed uno è come se fosse già distrutto. Approfittando della lunghezza raggiunta dal palo che l'aveva colpito da dietro ed utilizzando la sua elevata velocità saltò in prossimità della base di quel palo, cadendo poi con un calcio a ghigliottina e, senza l'ausilio del chakra, lo spezzò in due parti con un solo unico colpo ben piazzato. Ed ora uno solo, cosa aspetti a venire fuori ? Urlò contro l'ultimo palo che doveva distruggere, mentre tornava in mezzo alla stanza, notò che l'ultimo palo era quello sporco di sangue, quindi chiuse per un istante gli occhi ed annusò l'aria, il suo olfatto potenziato lo aiutò a capire la posizione del palo tra tutti i rumore sconnessi degli altri, ed in quell'istante, con ancora gli occhi chiusi, il palo si diresse a velocità impressionante da dietro, verso la sua testa, ma ormai l'aveva già individuato sentendo l'odore del proprio sangue, e con naturalezza piegò la testa di lato schivando all'ultimo l'unico palo integro rimasto, per poi, fare un passo indietro, e voltarsi contro di esso, caricando un destro senza potenziarlo con il chakra che spezzò del tutto il palo e lo scagliò contro una delle pareti della stanza. Finiti! Pensò mentre il congeno smise di funzionare ed un rumore gli diede il segnale che la porta si era aperta. Ho finito! Urlò al cugino mentre usciva dalla stanza, sembrava non sentire il dolore, ma man mano che camminava cominciòa barcollare, per poi, una volta fuori dalla stanza, cadere lungo a terra sul grande tatami, alzando la mano destra sporca di sangue dati i colpi sferrati ed il chakra concentrato, per poi alzare il pollice in segno di vittoria verso il cugino.



    CITAZIONE
    Chakra Rimasto: 24/50
    Chakra Utilizzato: 26/50

     
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    Third Act 00.03
    ~ Senjutsu



    L’assordante rumore del macchinario riempiva ormai l’intera palestra da diversi minuti. Diogenes era impegnato si nei suoi esercizi ma molta della sua attenzione era riposta all’interno di quella stanza. A tratti sentiva, con il suo udito sviluppato, il rompersi del pali che uno dopo l’altro si sgretolavano di fronte alla forza del Mikawa.

    “ otto...nove...dieci”


    L’assordante rumore cessò secondo le previsioni del colosso il quale si era intanto alzato dalla panca inclinata e si stava dirigendo verso la stanzetta quadrata. Quando uscì Sou il cugino non si fece trovare impreparato. Con espressione soddisfatta esordì al consanguineo:

    “ Ben fatto Sou. Noto che hai trovato molto celermente il modo per far terminare la prova. Anche se non puoi percepirlo così subito, la tua forza è sicuramente aumentata...lo stesso miglioramento che hai acquisito per l’altra nostra caratteristica portante: la velocità. Si può dire che la tua preparazione fisica adesso ha raggiunto livelli impressionanti, comparabili ai miei. Quindi, per testare le tue capacità, dovrai eseguire un piccola missione, che ti appresto subito a descrivere.”


    Diogenes si diresse verso il grosso bancone ligneo sul quale era poggiato di tutto: armi, pesi, carte...afferrò un rotolo e lo srotolò facendo segno all’altro Mikawa di avvicinarsi.

    “Recentemente, non distante da qui, un ricco nobile si è impossessato illegalmente di un castello abbandonato, ancora più antico di questa stessa abitazione. Questi non è altro che un clandestino in fuga dal suo villaggio natale per i troppi crimini commessi...è ricercato dalle squadre assassine.

    Queste che ti sto dando sono informazioni precise, pervenutemi per caso, origliando fortuitamente nell’ufficio amministrativo di Oto.”


    Riprese fiato e guardando attentamente la mappa continuò:

    “ Tu non devi fare altro che infiltrarti nel castello e recuperare un manufatto, un rotolo, che è in possesso del nobile. Io rotolo in questione si trova nella stanza da letto del ricercato e al suo interno cela informazioni riguardo una vasta area del territorio di Oto e anche questo castello. Non so bene cosa possa essere scritto al suo interno...ed è per questo che devi prenderlo prima che le squadre assassine intervengano.”


    Attendendo eventuali domande da parte di Sou, Diogenes si sarebbe equipaggiato e presa la mappa lo avrebbe condotto, in seguito, al luogo designato per la missione. Ora stava tutto nella preparazione fisica del Mikawa e nel suo buon utilizzo di un senjutsu appropriato.

    _____________________________________________

    Puoi essere autoconclusivo nelle azioni, basta che mi fai una descrizione dettagliata sul tuo piano d'azione. Buon divertimento, tanta fantasia e massimo impegno per questa ultima prova riassuntiva^^.

     
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  7. Sou Tamahome Kishuku
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    L'estenuante ma essenziale allenamento per la forza aveva portato i suoi frutti potenziando il corpo del Mikawa rendendolo più letale. Ora stava sul divano a riposarsi dopo la stancante prova che gli aveva procurato ferite ed ematomi, che pian piano scomparivano e gli ematomi si riassorbivano grazie alle sue abilità rischiarendo la sua pelle. Solo dopo qualche ora di totale dormita si alzò dal divano guardando poi un orologio appeso al muro. Mezzanotte. Dopo qualche attimo sentì dei passi, e voltandosi nella loro direzione vide il cugino che scendeva le scale. Allora, l'ultima prova è sulla strategia giusto ? Cos'hai in mente stavolta ? Chiese incuriosito, per poi sentire le parole del cugino, quella prova sarebbe stata più che altro una missione, si sarebbe dovuto infiltrare in un castello di un clandestino nobile entrato ad Oto perché ricercato da dei suoi nemici, il suo compito sarebbe stato quelli di recuperare un manufatto, per poi andare via prima che la squadra assassina del villaggio lo uccidesse per non creare dei problemi con i nemici di questo nobile, il tutto ovviamente restanto nell'anonimato più assoluto in quanto era ben protetto dalle sue guardie del corpo. Ho compreso tutto Gene, possiamo anche andare. Disse controllando il suo equipaggiamento e gli abiti, per poi ricevere le mappe del castello e seguire il cugino fino alla locazione.

    [...]

    Arrivati ad una ventina di metri dalla fortezza in cui risiedeva il nobile, gli vennero dati consigli ed ulteriori raccomandazioni. Tranquillo, ora vai, appena avrò preso ciò che m'interessa tornerò alla villa. In seguito vide il cugino che se ne andava via. Prima è meglio studiare la zona circostante. Avvicinandosi lentamente senza provocare il minimo rumore osservò la zona intorno al castello, partendo dall'alto notò una luce proveniente da una finestra nella torre più alta, secondo le informazioni quella era la stanza del nobile. Man mano che scendeva con lo sguardo, grazie alla sua vista notò delle sentinelle che eseguivano il turno di ronda notturna, quattro in tutto sulla facciata dell'ingresso, armate di spade e mazze, ancora più in basso notò due guardie ai lati del portone d'ingresso, per poi guardare alla loro destra e scorgere un grosso carro di legno riempito di paia ed erba, che stava proprio sotto ad una vetrata colorata che secondo la mappa doveva essere la cappella di quel castello. Questo potrebbe essermi di aiuto. Salendo poi su un albero per mezzo del chakra osservò, coperto dalla chioma di quest'ultimo, la cadenza del cambio delle guardie sul muro di cinta, per poi prepararsi a colpire le due guardie di guardia al portone. Ci siamo, stanno cambiando, ora! Pensò mentre estraeva i suoi due Fuuma Shuriken e li apriva nella loro grandezza, uno per ogni mano, si sarebbe messo attaccato ancora una volta alla corteccia dell'albero, per poi lanciare le due armi contro le guardie al portone, i Fuuma, silenziosi si diressero sul collo delle guardie, recidendogli così la carotide e la gola, e lasciandoli attaccati al muro, mentre lui cessava di confluire il chakra ai piedi e si lasciava cadere dentro un cespuglio per non farsi notare. Meno due. Osservò la situazione sotto il cespuglio, per tornare all'azione avvicinandosi velocemente alle guardie ormai morte. Peggio per voi, questa è Oto, non un asilo nido. Pensò mentre riprendeva i Fuuma Shuriken e li riponeva nella sacca, per poi appoggiare i corpi morti delle guardie al muro come se fossero ancora vivi. Dopo aver sistemato i due cadaveri, da uno dei due prese una chiave con scritto "Entrata del Magazzino" e tutto il suo equipaggiamento. Mamma mia come puzzi di vino... Osservando poi la mappa notò che il magazzino era annesso al castello, e che quindi poteva utilizzarlo come accesso sicuro. Dovrebbe essere qui dietro.

    [...]

    Appena giunto all'entrata di legno del magazzino, con la chiave presa dal cadavere, ne aprì il lucchetto, e senza fare rumore apri le due ante di legno, per poi scendere dalle scale poste sotto, e richiudere le ante dietro di se. Bene, sono dentro. L'interno del magazzino era flebilmente illuminato da qualche candela, sui scaffali vi erano sacche di grano e forme di formaggio, mentre sui muri erano appoggiate le varie bottiglie di vino ed acqua. Di certo non morirà di fame... Quella luce bastò per permettergli di trovare la porta d'uscita del magazzino, porta che dava direttamente su un lungo corridoio, ma prima di entrare direttamente nel castello, doveva trovare un modo per non farsi riconoscere, quindi, per mezzo della Henge, si trasformò nella guardia a cui aveva preso la chiave, e per darsi un segno distintivo in più, andò scolarsi un'intera bottiglia di vino rendendo così il suo fiato dell'odore del vino. Dopo tutto il sakè che mi faccio ogni sera, neanche una bottiglia intera di vino ce la fa a sbronarmi, tsk. Prendendo poi l'equipaggiamento della guardia uccisa, si diresse verso la porta del corridoio e ne uscì indifferente. Ci sono. Tranquillamente camminando per il corridoio arrivò ad un bivio, da una parte vi era la sala da pranzo, dall'altra i bagni per le guardie, e proprio lì si diresse, grazie al suo udito sentì l'acqua che scorreva, e quindi la probabile presenza di una guardia al suo interno. Anche te sei destinata a morire. Aperta la porta del bagno vide che effettivamente c'era una guardia che si stava lavando le mani ed il viso, osservando, oltre a lei nessun'altro vi era, quindi poteva agire indisturbato. Veramente buono il vino del nobile non lo pensi anche tu ? Hik! Solo che ora mi sto pisciando sotto, eh eh. Si atteggiò ad ubriaco verso quella guardia che le ricambiò un sorriso, forse un po' divertito dal suo stato. Ridi finché puoi bastardo. Mentre si dirigeva verso la porta che dava al water, passò dietro la guardia, ed in quel momento, estraendo un kunai dall'apposita tascata, e abbracciando al collo la guardia con una presa mortale, la sgozzò con il kunai, facendo uscire copiosamente il sangue dal collo. Meno tre. Subito dopo, avrebbe preso il corpo esanime della guardia, portandolo all'interno del bagno stesso, mettendo la testa di quest'ultima dentro il water, in modo che il sangue finisse lì dentro piuttosto che per terra, in seguito poi, avrebbe pulito il sangue era scolato nel lavandino e su le sue mani, per poi uscire da quella stanza. Bene, tutto secondo i piani. Tornando normalmente a passeggiare nei corridoi del castello, vide due guardie addormentate su delle sedie, probabilmente appena tornate dal turno di guardia. Non le ucciderò, potrebbero causarmi problemi, le segnerò con il mio sangue, è meglio. Prendendo un kunai dalla tasca si fece una ferita sulla mano ed attivò la sua abilità [Attivazione Chikotsumiaku], macchiando con un po' di sangue le due guardie, in modo da percepirle nel caso dovessero scoprire il Mikawa all'interno del castello. Bene, due segnate e tre morte. Secondo le informazioni ne mancano altre 10, comprese quelle di ronda sulle mura di cinta. Quindi soltanto altre 6 dentro al castello. Continuando poi verso la sala da pranzo, aprò il massiccio portone di tale stanza, all'interno vi era un immenso tavolo su cui vi erano diversi candelabri, accerchiato da sedie normali, mentre, alle due estremità vi erano due sedie regali. Quì dentro nulla. Richiuse la porta mentre alla sua destra vide una guardia che si dirigeva verso la di lui, tranquillamente, anche il Mikawa si diresse verso la guardia. Ehi, come va il giro di guardia ? Tutto a posto spero. Disse mettendo la mano dove si era procurato la ferita sulla spalla della guardia, macchiando così anche quella guardia, per poi, dopo la risposta positiva, continuare verso le cucine. Una altro macchiato. Bene, non sospettano di nulla. Una volta entrato nei locali adibiti alla cucina, trovò due guardie ubriache accasciate al suolo che dormivano beatamente sotto l'effetto dell'alcool. Queste dormono pesantemente, quando si sveglieranno si sentiranno male con tutte quelle bottiglie di vino e liquori che si sono scolate, ma è comunque meglio segnarle. Segnate anche quelle due guardie, ed uscito dalle cucine, prese le scale est per dirigersi poi al secondo piano. Quì dovrebbero esserci la cappella e la biblioteca. Una volta arrivato al secondo piano, notò che era completamente deserto, ma non avrebbe sospettato nulla comunque, anche perché se fosse scattato l'allarme, dato che era trasformato da guardia, sarebbe stato avvertito anche lui, quindi continuò tranquillamente verso la porta della biblioteca, per poi entrare al suo interno. Ammazza quanti libri...alcuni sembrano veramente vecchi, poi che puzza di chiuso e quanta polvere, meglio uscire. Uscito dalla biblioteca, si diresse, dentro la cappella, all'interno vide la vetrata colorata, con un altare e varie panche per inginocchiarsi. Bene, questo sarà il mio punto di fuga, ora preparo tutto. Dentro la cappella, del filo di nylon al soffitto con un kunai, per poi legare all'altra estremità un Fuuma Shuriken aperto, e fissare il filo sul muro interno la cui parte esterna dava sul corridoio. Bene, posso uscire. Una volta uscito dalla capella, applicò la cartabomba sulla parte esterna, dove dentro la cappella era stato fissato il filo, in modo che, una volta esplosa la parete, il filo di nylon si sarebbe staccato, e il Fuuma Shuriken sarebbe andato a cozzare contro la vetrata infrangendola. Ed ora, la fine della missione. Dirigendosi verso le scale nord del castello, intraprese una lunga scalinata che dopo 5 metri, ripiegava per dare sulla stanza dove vi era il nobile, solo che, davanti la porta, vi erano due guardie armate in difesa del clandestino. Tsk. Non saranno quei due a causarmi problemi. Sciolta la Henge da guardia, si sarebbe slacciato i pesi, ed ora, considerevolmente più veloce, sarebbe partito verso il muro che si trovava di fronte, utilizzandolo come punto d'appoggio, per poi prendere uno slancio contro le guardie, ed estraendo le sue due wakizashi, le avrebbe impiantate nelle teste dei due, senza lasciar loro il minimo tempo di reazione. Dilettanti. Ora, davanti alla porta della stanza del nobile, non fece altro che aprirla ed entrare furtivamente in questa. Uh uh, dorme beato il simpaticone, se solo sapesse che a momenti arriverà la squadra assassina...vorrei farlo fuori io, ma non ho voglia di togliere il lavoro a quelli. Dopo un'attenta analisi della stanza, individuò il manufatto, ed una volta riposto dentro la sua giacca, sarebbe uscito dalla stanza richiudendo silenziosamente la porta. Bene, ora posso andare. Appena riprese la via a ritroso percepì il suo sangue a pochi metri di distanza, ciò lo allarmò, le guardie da lui macchiate l'avevano sicuramente scoperto, ed infatti, appena scese le scale, si trovò davanti una decina di guardie armate fino ai denti che aspettavano solo lui, del tutto sorpreso della quantità ben superiore a quella delle informazioni non fece altro che sorridere ironicamente davanti a quel posto di blocco. Ehm, tranquilli...posso spiegarvi ogni cosa. Solo un attimo e le guardie, urlando come delle pazze, cominciarono la corsa verso il Mikawa, mentre il volto di quest'ultimo, mutò dal sorriso, ad un'espressione lugubre.

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    « Boom. »

    La cartabomba posta sul muro si attivò producendo un'esplosione così forte da scaraventare tutte le guardie contro il muro di fronte, ed ad alcune partì anche qualche arto. Ah ah, merdacce! Subito dopo avvertì il rumore del vetro che si frantumava a causa del Fuuma Shuriken, quindi, correndo verso la cappella, vi entrò e scattando il congegno riprendendosi le armi e il filo, si gettò dalla finestra con le gambe unite e le braccia verso l'esterno, e come un angelo, si gettò di sotto compiendo poi un giro su se stesso, e finendo precisamente nel carro con la paia e l'erba, per poi uscirne solo un po' ammaccatto dal colpo dovuto alla caduta, ma comunque in ottime condizioni per tornare alla villa.

    [...]

    Una volta tornato alla villa, sarebbe entrato e si sarebbe diretto verso la sala segreta dove Gene si allenava, ed una volta sceso, si sarebbe sfilato il manufatto dalla giacca, e l'avrebbe dato a Gene. Eccoti qua il manufatto cugino.

     
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    OT/ Il pg Sou Tamahome Kishuku Mikawa Tsumuji prende l'energia Rossa, avendo ultimato il suo addestramento per il passaggio di energia. /OT


     
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    RIUNIONE DI FAMIGLIA



    Overture 00.00
    ~ Preparations



    Diogenes accompagnò il Mikawa poco distante dal castello nobiliare per poi ridirigersi nella sua abitazione. Sou avrebbe dovuto dimostrare i suoi miglioramenti e la prova non era per nulla facile: infiltrarsi in un castello protetto da numerose guardie non era cosa facile anche per un ninja del suo livello. Però, anche Diogenes si sarebbe dato da fare in quel lasso di tempo.

    Tornato nella sua Villa, si diresse verso la biblioteca, da poco riparata dal suo cugino di sangue. Prese quattro pergamene, l’inchiostro e la piuma d’oca e, intingendone la punta nello scuro liquido, iniziò a scrivere:


    CITAZIONE
    Cugino Luis,

    Villa Mikawa è aperta ad un incontro degli esponenti del clan Mikawa i cui componenti sono troppo isolati tra di loro. Oggetto della riunione è anche il testare ad un livello superiore le capacità del nostro cugino Sou Tamahome Kishuku Mikawa, ormai da tempo venuto a contatto con le abilità segrete del sangue.

    Villa Mikawa,
    Aloysius Diogenes


    Compilò altre due lettere con lo stesso identico contenuto indirizzate però a Akashi, suo antico sensei, e Takagi, da poco venuto a conoscenza dei segreti del clan Mikawa...un'altra anche al capofamiglia Garth, non troppo fiducioso in una sua risposta.
    Stringendo in mano le tre lettere sigillate a cera con lo stemma della famiglia del sangue, si diresse sulla torre più alta della Villa. Entrò in una stretta porta che immetteva in una piccola stanzetta le cui pareti erano ricche di numerose aperture. Al suo interno volavano una decina di falchi; Diogenes ne richiamò a se quattro, legò loro le missive alle zampe e lì lasciò andare via.

    [...]



    Difronte all’imponente scalinata lignea a pian terreno prendeva posto una porta, situata giusto al centro delle alter due rampe di scale che immettevano ai piani superiori. Aloysius aprì la porta a due ante...al suo interno prendeva luogo una grossa stanza rettangolare lunga circa 30 metri e larga 15. Poteva essere la sala più sfarzosa dell’intera abitazione. Il rosso e il dorato erano i colori prevalenti: grosse tende color vermiglio corpiano le immense vatrate poste su tutto il lato lungo del salone. Al centro prendeva posto un grosso tavolo di spesso legno e tutt’intorno una dozzina di poltroncine. Davanti questo c’era una grossa pista da ballo segno che un tempo quella era la sala ove i nobili della famiglia organizzavano feste e ricevimenti. Quella era una delle poche sale tirate e lucido dell’intera villa...lì si sarebbe tenuta la riunione del clan più potente di Oto.
     
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    Una riunione, avvenimento che sembrava perseguitare Luis negli ultimi tempi. Appena tornato dal Kotetsu Bara il Mikawa venne nuovamente raggiunto da un pennuto, ancora una volta meravigliato dalla sicurezza con cui questi volatili s'avvicinassero al destinatario della missiva, una fiducia che lasciava in parte perplesso il ragazzo, chiedendosi quanto sarebbe stato semplice catturarne uno diretto altrove.
    Non si diede troppa pena, ne rispose all'invito, ora deciso a raggiungere la sua dimora per farsi una doccia e concludere la serie di pensieri che, ancora, lo riconducavano alla Rosa, a quel magnificente palazzo scarlatto ed i suoi abitanti.
    Il passo lento era tornato quello di un tempo, forse segno di una tranquillità interiore recuperata, oppure di un maggior controllo acquisito nell'ultimo addestramento, ma a conti fatti non era tanto importante il perchè, o il come, quanto più l'effetto visivo che il giovane sapeva rievocare.
    Il corpo tornato più tonico, capelli pettinati con cura e l'eredità di Orochimaru al fianco, portata come fanno i generali con le loro medaglie. Evidentemente aveva acquisito una maggior consapevolezza di se stesso, sentendosi ora adatto a mostrare quel simbolo di prestigio all'interno del villaggio.
    Come sempre ormai, vestito di grigio e nero, fasciato in calzoni ampi, una maglietta a maniche lunghe ed un corpetto attillato con il colletto orientale, volse passo in direzione di Villa Mikawa, un nome abbastanza altisonante per l'orecchio di Luis, il primo Mikawa nato ad Oto in fondo non vi aveva ancora messo piede.
     
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  11. P y r o m a n c e r
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    °Allora quel maiale si è deciso a lasciar perdere gli Tsumuji, ma che bravo...daltronde era prevedibile, buon sangue non mente°



    Akashi Mikawa accartocciò la lettera che un pennuto gli aveva recapitato. Una riunione di tutti i Mikawa, una cosa che non poteva evitare, il suo cuore batteva solo per la famiglia, per il villaggio e per i compagni.

    Tuttavia Akashi Mikawa era lo stesso in dubbio. Il dubbio non era "andare o non adare" ma "portarli o non portarli"

    Di fatto, per quanto Akashi avesse avvisato Garth Mikawa e Il Nindaime della morte dei due presunti Mikawa, non aveva ancora detto nulla a Sou e a Aloysius. Alla fine si decise a portare con se i cadaveri, tuttavia, lui era il membro più importante dopo Luis e luis era stato avvisato della morte. Avvolse i cadaveri in due drappi e andò verso la villa Mikawa.

    A vederlo, chiunque avrebbe notato un segno sul volto di Akashi che prima non c'era: un segno rosso, che dagli occhi scendeva fin sotto la guancia, oltre il mento. Una lacrima, segno del suo Lutto.

     
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  12. Takagi Mikawa
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    "Ci siamo, sono stato convocato alla mia prima riunione, sarò strano, la maggior parte dei Mikawa probabilmente nemmeno sa che esisto.
    Mi trovavo nella penobra della mia cucina, stavo fissando la lettera di convocazione a villa Mikawa.
    Presi le mie cose e mi diressi verso la villa che svettava nell'ala del villaggio destinata ai Mikawa, l'ala dove abitavo anchce io.
    Dopo alcuni metri mi ritrova all'ingresso ed entrai, nella sala grande c'erano già due persone.
    "Salve Akashi-sensei, è un piacere rivederla
    Poi mi diressi verso l'altro Mikawa che troneggiava su chiunque gli si avvicinasse.
    "Takagi Mikawa, è un piacere fare la sua conoscanza Luis, era da tempo che desideravo incontrarla
    Dissi allungando una mano per stringere la sua.
    Poi mi appoggiai ad una colonna aspettando il motivo della convocazione.

    Edited by Takagi Mikawa - 11/3/2008, 16:36
     
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    RIUNIONE DI FAMIGLIA



    First Act 00.01
    ~ Meeting



    Tre Mikawa giunsero alle porte dell'imponente villa...o meglio tre vivi. Quando Akashi, ex sensei di Diogenes, scoprì il volto dei due ninja morti, il colosso non potè fare a meno di chinare il capo. Morti...così la famiglia perdeva il suo numero di ninja. Di questi Aloysius non conosceva le capacità però la cruda realtà dei fatti dava prova che, evidentemente, questi non erano all'altezza per entrare a conoscenza dei segreti del clan del sangue.

    "Akashi se vuoi possiamo seppellirli qui, nel retro del giardino dove vi sono anche le tombe di altri appartenenti al clan Mikawa."


    Lo sguardo torno e incline al pianto, un pianto non di disperazione ma di pena e tristezza. Se i restanti Mikawa avessero voluto avremmo perso del tempo nel dare ai due cadaveri una sistemazione degna...

    [...]



    In un primo momento, alla vista dei due cadaveri, Aloysius perse l'occasione di salutare gli altri due ninja che avevano risposto all'appello. Tra quesi il famigerato Luis...finalmente Diogenes era facca a faccia con colui che aveva insegnato al suo sensei il potere del sangue e la loro affiità con esso. Indirettamente lui era stato il suo sensei.

    " Luis che piacere vederti qui. Incredibile è il fatto che per tutto questo tempo non abbia trovato il modo di venire ad un incontro con te...oggi siamo qui anche per questo. E qual è il posto migliore se non l'antica dimora della famiglia?"


    Lo sguardo si soffermò ancora sul volto del chunin che dimostrava un fisico allenato e asciutto...tipico dei Mikawa. L'attenzione poi cadde sul secondo Mikawa. Da poco aveva sentto notizia che questi era riuscito a controllare ed apprendere l'abilità del sangue e, pertanto, doveva congraturarsi:

    " Takagi...Akashi mi ha informato dei tuoi progressi. Congratulazioni!"


    Ancora tutti si trovavano sulla soglia della porta quando Aloysius propose di entrare nella dimora. La stanza preparata per l'incontro era più splendente che mai e gli ospiti avrebbero potuto prendere posto sulle varie poltrone che attorniavano il tavolo ligneo. Solo allora anche Sou avrebbe fatto il suo ingresso in scena. Tra le mani stringeva il manufatto per il quale aveva dovuto affrontare numerosi pericoli...Diogenes non potè che essere felice del suo successo; cosa di cui comunque non dubitava.

    " Bene. Adesso che anche Sou ci ha raggiunto possiamo concentrarci sul vero motivo per cui siamo qui tutti oggi. Come recitato nella missiva mandata ad ognuno di voi, penso che Sou abbia rgginto una maturità fisica e psicologica per cercare di fare un passo avanti nelle arti che noi Mikawa ci tramandiamo di generazione in generazione. A tal proposito ho reputato più saggio far seguire l'esame a ninja più esperti di me, poichè io stesso ho appreso detarminate conoscenze e abilità da poco; troppo poco per essere in grado di insegnarle ad altri miei consanguinei. Quindi Luis, Akashi a voi la parola in merito. Per Takagi, invece, sarà una grossa opportunità il poter assistere ad una prova del genere, per questo anche lui è qui oggi."


    Aloysius passò lo sguardo su tutti i Mikawa apettando che uno di loro parlasse.
     
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    Incontrò più persone di quante se ne aspettasse, ed ad ogni nuovo volto gli occhi grigi e freddi come acciaio tornavano a posarsi su Akashi, reo di esser stato la guida di quei giovani durante le sue lunghe assenze.
    Non aveva quasi alcun dubbio sul valore che ognuno di loro sarebbe stato capace di dimostrargli se l'avessi richiesto, ed il comportamento rispettoso continuava ad avvolgerlo come una calda coperta, nonostante nei molti anni di servizio ad Oto non ricordasse d'aver guadagnato tanto.
    Seppur cambiato dal ritorno alla Rosa, la visione dei due cadaveri non suscitò in lui alcun sentimento, sola la completa indifferenza solitamente riservata a dei perfetti sconosciuti, d'altro canto quando un ragazzetto, che avrebbe poi scoperto essere il più nuovo della famiglia, gli si parò davanti presentandosi la risposta fu serena e cordiale porgendogli la mano che sembrava desiderare.
    Venne poi il momento d'incontrare il padrone di casa, un altro volto sconosciuto a cui sorrise affabile nel sentire il commento sul loro mancato incontro.
    Al momento di prender posto, nonostante non si trattasse della sua dimora, Luis non avrebbe mascherato la sua intenzione di prendere il posto che per diritto gli spettava, quello centrale avendo così al suo fianco i più giovani.
    Le parole di Aloysius non furono nulla di nuovo, come già scritto nella lettera, oltre ad un incontro di parenti mai conosciuti, vi sarebbe stato l'esame di conferma del cugino Sou ed a tal proposito il chunin si schiarì la voce, cercando di conquistare il silenzio e l'attenzione di tutti.

    "A tal proposito devo complimentarmi con cugino Aloysius per la buona trovata, serviva un punto d'incontro con tutti voi anche perchè, come rimproveratomi da Garth, non mi son preso abbastanza cura di voi ma son sinceramente compiaciuto di scoprire il lavoro compiuto da Akashi, quindi, se lui stesso non lo ritenesse necessario potrò benissimo agire da spettatore, caso mai fornendovi qualche conoscenza acquisite nelle mie lunghe sessioni d'allenamento. So che non tutti voi avete già raggiunto la maturità necessaria per apprendere ciò che ho personalmente sviluppato, ma confido che con il tempo saprete fare ciò che vi viene richiesto per rappresentare degnamente il clan.

    Concluse così il suo breve intervento, lasciando la parola al secondo Mikawa comparso nei territori di Oto.
     
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    Quando si dice che l’uomo non si accontenta mai di nulla...
    La scalata al potere, la fama, il successo, l’essere il migliore di tutti; in genere sono queste le ragioni che spingono il genere umano a mettere in gioco la propria vita, a fare cose fino a poco tempo prima reputate immorali o solamente insensate. Perché Ulisse dovette valicare le colonne d’Ercole, mettendo la propria vita e quella dei suoi compagni in pericolo? Perché Ettore dovette sfidare Achille, il semi dio, in uno scontro già considerato perso? Perché Icaro volle volare così in alto per imitare gli uccelli per poi fallire miseramente?

    Figure del passato, che ci hanno tramandato insegnamenti importanti. Tra questi, il più importante in mio parere: l’uomo persiste nella continua ricerca di superare i limiti imposti dalla storia. Chi può dire se una cosa è impossibile? Solo perché gli uomini del passato hanno fallito, non è allora possibile?
    È la paura a far titubare la maggior parte degli uomini, unico istinto capace di assopire l’irrefrenabile voglia di migliorarsi oltre i limiti, oltre le regole.

    Diogenes non ebbe la fortuna di provare paura in quell’occasione.

    Era passato poco più di un mese da quando aveva preso il sigillo del Lupo, diventando guardiano del Gate. Un mese trascorso all’insegna di una scoperta fondamentale che lo travolse completamente.

    Una porta.

    All’interno del passaggio segreto per la sala dell’addestramento adesso compariva una porta, nella più completa oscurità. Il colosso riuscì ad entrarvi, utilizzando tutta la sua forza.
    All’interno buio assoluto. Diogenes non riuscì a scorgere nessun interruttore per la luce e guardando in alto non vi era traccia di un impianto elettrico...poco male.
    Ben presto la stanza dalle dimensioni medie si dimostrò essere un laboratorio. Ampolle, boccette, ingredienti, strani aggeggi, una miriade di fogli e cavie animali.

    Questo accadde 4 giorni dopo il rientro del Mikawa dal torneo di Oto.

    [...]

    Trenta giorni di attenta analisi...trenta giorni di scoperte che sbalordirono Gene, ma che lo invogliarono a proseguire nella lettura.

    Il laboratorio si rivelò appartenere al padre, il quale per anni e anni, aveva dedicato il suo sapere e i suoi sforzi ad un progetto. Tutte le missioni da sei anni a questa parte erano state indirizzate al fine di accertarsi di alcune “Cose”, di trovare conferme, informazioni...
    Tra le scartoffie contenenti grafici, scritti, calcoli numerici vi era un’agenda. Prendo a citare una sola pagina di quel libricino, che assunse un’importanza fondamentale per Aloysius.

    Giorno 16, 4 anni

    Sono appena tornato dalla Rosa.
    La missione ha avuto gli esiti sperati. L’aumento del funzionamento dei Geni Mikawa è possibile, Garth me ne ha dato conferma!
    Adesso sta tutto nel preparare la macchina,
    ormai è solo una questione di tempo !


    La macchina.

    Diogenes comprese trattarsi di un marchingegno sofisticato, costruito con materiali pregiati. Il Mikawa scoprì anche che le missioni seguenti affrontate dal padre erano state effettuate con lo scopo di guadagnare i soldi necessari alla costruzione della stessa. Aloysius non era certo un esperto di meccanica, quindi non si impegnò a analizzare tutti quei fogli contenenti le metodiche di costruzione e assemblaggio dei pezzi necessari. Gli interessavano gli appunti dee padre, le sue sensazioni, i progressi da lui esplicitati in fogli sparsi ed in particolar modo nel diario.

    [...]

    Il mese finì e il nostro Mikawa aveva orai compreso tutto. Il padre era alla ricerca di un potere che superava l’immaginabile, equiparabile solo a quello dello stesso capoclan.

    Tale padre tale figlio.

    La causa del padre, infatti, divenne quella del figlio e così Aloysius continuava a studiare. Eppure ormai era arrivato ad un punto in cui tutto sembrava perfetto, tutto realizzato...i dati raccolti sugli animali avevano dato effetti più che positivi.

    Giorno 24, 6 anni

    L’esperimento sul topo PT465 ha avuto successo!
    Il mio sangue all’interno del mammifero,
    a seguito dell’esposizione dei raggi della macchina, ha subito cambiamenti.
    Analizzandolo si nota che, stimolato da chakra,
    questo è in grado di solidificarsi come il metallo!


    Altre prove confermarono il corretto funzionamento della macchina. Ma allora perché l’esperimento non era mai stato applicato sull’uomo? Perchè suo padre non si era esposto ai raggi? Che proprio adesso la paura lo avesse colto, facendolo rinunciare a tutto?
    In effetti la documentazione si arrestava d’improvviso. Dati ed appunti terminavano ad un ennesimo esperimento riuscito...Ma ormai nulla avrebbe potuto fermare il piccolo Mikawa. Ora come ora solo l’intervento di Garth in persona avrebbe potuto farlo titubare...

    [...]

    Una lettera lasciata all’interno della capsula, fino ad adesso mai aperta da Gene. Era per lui, da parte del padre!

    CITAZIONE
    Caro figliolo,
    se sei riuscito ad entrare in questa stanza evidentemente sei diventato il ninja che mi sarei aspettato diventassi. Per notare la porta avresti dovuto avere abilità consone ad un chunin, per aprirla una forza almeno eguale alla mia...
    Questo è il lavoro di una vita intera, di un pazzo Mikawa che a tutti costi ha voluto sfidare le leggi della natura.
    Sta di fatto che, evidentemente, ho perso troppo tempo. Anni buttati nella frettolosa ricerca di informazioni e denaro.
    Sono troppo vecchio!
    Tutti gli esperimenti fatti su animali entrati nell’ultima fase della propria vita hanno dato esito negativo; il loro corpo non è in grado di sopportare l’esposizione ai raggi.
    Comunque poco male, alla fine il mio lavoro non sarà sprecato, dato che sarai tu a beneficiare di tutto. Ti ho osservato bene durante gli allenamenti, durante alcune missioni…tu sei come me. Ambizioso e testardo, legato al clan più di ogni altra cosa. So che non fallirai! E sarò lieto di riceverti qui alla Rosa, forte come nessuno mai.
    Ferrid Mikawa

    Una lacrima...nulla di più.

    Tutto era pronto: la macchina attivata, Aloysius nella capsula l’innata attivata.
    Lo sportello si chiude e l’accensione seguì pochi istanti dopo.



    [Tale evento segue il torneo di Oto e l'acquisizione del livello III della Kekkei Genkai]

     
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393 replies since 2/11/2007, 23:19   12288 views
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