Villa MikawaResidenza di Aloysius Diogenes

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    I Segreti del Mikawa


    9

    Harumi riaprì gli occhi. Aveva fatto uno strano sogno. Si trovava su una barca che navigava placida nei mari del sud, e se ne stava a crogiolarsi al sole con un cocktail in mano. Ci mise un paio di istanti a rendersi conto di dove si trovava. A cullarla non erano le onde, ma le robuste braccia di Ashiro, ed il piacevole tepore che sentiva non era il clima tropicale, ma il calore del corpo possente.

    Tu tranquilla...sistemiamo tutto ora.

    La voce gutturale dell'uomo non era per niente fastidiosa come si sarebbe potuto immaginare, anzi, la tranquillizzò. La ragazza sorrise debolmente, troppo esausta per sollevare lo sguardo sul suo viso, e richiuse le palpebre. Altri cinque minuti...

    Non aveva mai superato la soglia del luogo dove risiedeva Fyodor, e la sua prima volta fu nel dormiveglia, perciò ne avrebbe avuto ricordi confusi. L'antro si sviluppava, similmente alla maggior parte dei punti nevralgici di Villa Mikawa, sotto terra. Veniva chiamato il Pozzo, e la giovane non ci mise molto a comprendere quanto quel nome fosse appropriato. L'atmosfera tetra non era un problema per lei, abituata ad Eiatsu e alla sua passione per i morti, ma l'aria lì dentro era talmente tesa che si poteva tagliare con un coltello.

    Bravi i dementi. Ora lasciate il corpo qui, per terra, e salite immediatamente sopra a prendere tutto il sangue che avete dimenticato di portare. Non vedete che è un involucro vuoto! Tho, prendete queste, potete mettere tutto il liquido qui...per farlo ingegnatevi un po, no?! E fate in fretta! Quanto a lei Lei...mmm...può restare si.

    Il jonin dal corpo macilento prese immediatamente il controllo della situazione, assegnando a ciascuno un compito ben preciso. La peculiare biologia del capoclan Mikawa complicava non poco il compito del medico, ma questi non si perse d'animo iniziando immediatamente ad armeggiare prima ancora che il personale scemasse dalla stanza per fare ritorno al santuario sotterraneo per recuperare il fluido vitale mancante. Anche Ashiro si incamminò, ma solo dopo essersi accertato che la portatrice del Due Code potesse reggersi sulle proprie gambe.

    Sto meglio, ti ringrazio...

    La ragazza sfiorò delicatamente con le dita il muscoloso braccio irsuto dell'uomo, che grugnì in segno di assenso. Nella sala erano rimasti solamente in tre ora, di cui uno era poco più di un contenitore vuoto. Avevano estirpato il parassita che si era insinuato nel corpo di Diogene, ma a quale costo? Harumi si ristette, cercando di scacciare la fatica e la disperazione. Con decisione, batté le mani sul viso, riportando un po' di colore sulle guancie emaciate e risvegliandosi del tutto. Facendo un passo in avanti, si rivolse a Fyodor con cipiglio deciso. Non c'era tempo per l'incertezza, per domande stupide come ce la farà? Era del kokage che stavano parlando, e al suo fianco l'assisteva il migliore dottore che Oto avesse a disposizione.

    Cosa posso fare per aiutare?

    Grazie mille per la giocata!
     
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    Villa Mikawa


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    Alla fine dei conti, non senza qualche discussione in merito, più o meno tutti accettarono l'idea di andare a controllare (leggasi: eliminare) la minaccia che si era presentata. Di tutto quello che era accaduto, due cose mi avevano colpito. La prima era la votazione democratica a cui ero stato invitato, un qualcosa di cui non comprendevo per niente la necessità. Insomma, immaginate di far parte di squadre create appositamente per proteggere il villaggio. Immaginate che il villaggio è sotto attacco. Non è proprio possibile mettersi a discutere su cosa sia giusto o non giusto fare facendo una votazione democratica. E qui un piccolo chiarimento. chi mi conosceva a quel tempo sapeva ben-bene che non avevo niente di niente contro le votazioni democratiche, ne ero a favore. In quel momento preciso, però, non potevamo fare nient'altro che assolvere al nostro dovere nella maniera più celere ed efficace possibile. - Se non sbaglio queste squadre speciali sono state create per proteggere Oto. Oto è sotto pericolo. Abbiamo un dovere e dobbiamo essere ligi al nostro dovere, indipendentemente dalla pericolosità o dalla gravità del pericolo in questione. - Dissi cercano di non essere troppo severo con il mio tono di voce. Alla fine dei conti ero nuovo e potevo comprendere la presenza di elementi che avevano paura nel team. D'altro canto il mio non era puro esibizionismo: era realmente voglia di fare quello che sapevo fare meglio, con una certa dose di paura, non lo nascondo considerando che non sapevo cos'è che avremmo dovuto affrontare, ma era pur sempre il dovere che chiamava, no? E il dovere, piaccia o no, ha la priorietà su ogni altra cosa. Sempre. Ovviamente era molto attendibile e chiaro il fatto che non usassero nomi propri: era una squadra speciale, composta da gente particolare che voleva mantenere segreta la propria identità nonostante il clima di totale affiatamente che vi regnava. Non avevo niente contro, anche se tutti, forse, avrebbero capito chi fossi.

    Al momento delle votazioni mi alzai ovviamente dal letto per avvicinarmi al cerchio. Li votato favorevole per rimuovere la minaccia e difficilmente avrei mai capito quelli che avevano votato contro: che diavolo facevano in quel team? E ora passiamo all'altra cosa che mi aveva stupito di quel primo (e non ultimo) incontro con le squadre speciali di Oto: la gran mega fiqerrima tecnica di teletrasporto condiviso per tutti i membri. Non avevo mai provato l'ebbrezza del teletrasporto prima; tanto meno quello di gruppo con altre persone. Per questo quando mi dissero di entrare nel cerchio e di adattarmi al flusso, feci proprio come richiesto anche se la cosa mi portò via un bel po' di chakraperdo 6 bassi.

    Tutto il resto: dove fossi andato, dove mi sarei ritrovato, quale sarebbe stata la minaccia e come avrei reagito alla stessa sarebbe stata pura storia. Come pura storia avrebbe riguardato il destino dall'altra parte della porta.


    Chakra: 74/80
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  650
    Resistenza: 500
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 675
    Intuito: 625
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken Gigante × 1
    • Katana × 2
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi) × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 2

    Note
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    Da "Il Colosso dei Mikawa: la vera storia", di Loxion Mikawa


    Capitolo XXI, Il Kage Assente



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    Un solo cadenzato suono nella villa fantasma. Il giardino incolto, le sale vuote, strati di polvere e muffa che ricoprivano i pregiati tessuti come i letti al piano di sopra; i camini spenti con l'inverno alle porte, le candele consumate e la cella frigorifera vuota...dove diavolo erano finiti tutti?
    Un qualsiasi ladro sarebbe potuto entrare, trafugare oro e mobilio di valore tale da campare generazioni, tuttavia nessuno osava farlo: il mai Kokage ancora destava terrore e l'immagine di quei capelli a punta e la benda sull'occhio era sufficiente a scoraggiare la malavita locale. E poi, detto chiaramente, nessun rigattiere del paese del Suono avrebbe comprato gli avari del Mikawa. Finestre e porte erano intatte, solo la natura si era fatta strada con rampicanti che ricoprivano le mura esterne, il vento che aveva fatto scomparire la striscia di viale alla nebbia del mattino che si infiltrava in qualche pertugio rendendo l'atmosfera ancora più tetra. Persino i ratti e gli animali del vicino bosco non avevano profanato quel luogo, teatro di innumerevoli vicissitudini di Oto e del mondo intero.

    1893920-bigthumbnail

    Dallo studio, dove Aloysius era solito passare molto tempo, forse qualche informaizone in più si poteva ricavare perchè qualcuno sembrava essere passato di lì: difficile dire quando con esattezza ma un occhio attento avrebbe notato, dallo strato di polvere leggermente più fino in alcune zone del pavimento, la presenza di impronte. Addentrandosi nella biblioteca, al ritmo di quell'incessante ticchettio sincrono, si sarebbe giunti ad una scalinata e quindi ad una serie di tomi ispezionati con evidente foga; uno di questi era aperto in corrispondenza di una pagina malamente strappata dalla rilegatura.
    Le impronte quindi continuavano e seguendole non senza difficoltà si sarebbe arrivati nell'ala Ovest difronte all'arazzo raffigurante la grande Guerra del Sangue, quella combattuta nella Rosa tra Mikawa e Kenkichi molti anni prima della fondazione di Oto. In pochi sapevano che di lì era l'accesso al covo del Colosso e che un elaborato meccanismo di difesa ne rendeva complicato l'accesso...

    dungeon-by-miggs69

    Anche entrando in quell'area segregata non vi sarebbero state tracce di nessuno degli abitanti della Villa e ancor meno di Aloysius. Era lì che si era isolato dal mondo per combattere la sua battaglia interiore, lì che una ragazzina lo aveva riportato dalle tenebre alla luce strappandolo alle grinfie di un antico Demone. Ora era diverso, non sembrava esserci alcun riferimento a quella terribile Profezia.
    L'armeria, la palestra e le celle erano vuote e inusate dallo stesso tempo che vedeva interrotte le attività al piano superiore, dove la vita si svolgeva un tempo con maggiore normalità.
    Le alte arcate a botte e le mura in pietra facevano da eco a i piccoli rumori della vita sotterranea ma, più di tutti, era sempre quel dannato orologio a scandire lo scorrere del tempo di quel luogo ormai di nessuno.



    Anche conoscendo bene i segreti della Villa, sarebbe stato complesso ricavare qualche informazione in più. Nel Pozzo, la storica dimora di uno dei più fidati collaboratori del Mikawa, la situazione era la medesima. Il laboratorio era abbandonato e vessava in uno stato pietoso anche per gli standard otesi: i macchinari sperimentali come le capsule per la conservazione dei cadaveri erano al termine del loro ciclo di vita e i corpi avevano iniziato la fase di decomposizione. Rispetto al resto dell'abitazione, però, qui sarebbe apparso più lampante il fatto che qualcosa non tornava in tutta quella faccenda; non bastava infatti un genio per capire che quello che si aveva davanti agli occhi non poteva essere il risultato di un anno di assenza. Di Fyodor, ovviamente, non vi erano tracce ma analizzando la vegetazione vicina all'ingresso si poteva capire parte di quell'inganno a cui stranamente nessuno, in tutto quel tempo, aveva prestato attenzione. Dall'interno, infatti, lo stato del manto erboso faceva come linea curva a scandire il confine tra ciò che sembrava essere vecchio di decine di anni e ciò che invece era il tempo per il resto del mondo; una verità che facendo anche un solo passo indietro non sembrava trovare riscontro...

    cabin-in-the-woods

    Un mistero che si infittiva ancor più pensando al fatto che Harumi ed Eiatsu, abitanti della Villa e attivi nelle faccende del Villaggio, sembravano vivere le proprie vite tranquillamente convivendo, con dispiacere certo ma senza grandi allarmismi, con l'assenza del Kokage. Una pista chiara partiva proprio alle soglie di quella semisfera virtuale dove un passaggio frequente tra la fitta vegetazione si snodava fin dentro il Bosco dei Sussurri e precisamente alla vecchia baracca. Qualcuno ci era stato di recente, anzi la pericolante struttura sembrava essere diventata proprio la dimora stabile di una coppia...un letto di fogliame, teli e cuscini, dei panni sparsi in giro, un armadietto con del cibo preconfezionato.



    CITAZIONE
    OT/ Giocata aperta a tutti, Otesi e non ;) Non ci sono turni, posterò ad cazzum degli avanzamenti usando come input anche i vostri post /OT


    Edited by DioGeNe - 13/11/2020, 12:32
     
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    Sulle tracce di Aloysius


    I


    Erano mesi che Shunsui non si dava un attimo di riposo. Raramente aveva visto la luce del sole in quelle lunghissime giornate di lavoro in decine di laboratori ed obitori. Aveva tagliato e dissezionato centinaia di cadaveri per l’Accademia, cancellando le tracce di segreti e potenti tecniche di traditori e nukenin intercettati dalle squadre speciali o inseguitrici dei vari villaggi. Aveva tagliato e dissezionato decine di cadaveri sul mercato nero, per venderne i segreti ed impadronirsi di conoscenze - da un po’, infatti, i soldi non erano un problema. Infine, aveva tagliato e dissezionato decine di cadaveri per Hayate, comprendendo i segreti dell’immortalità e delle tecniche che possono allungare la vita. Sotto la direzione della Mansuetudine e della Magnanimità aveva fatto progressi enormi. Del resto, la voglia di imparare era un appetito che mai cessava di tormentarlo e la mente del marionettista era una lama affilata che non poteva dimenticare nulla di quello che leggeva o sperimentava. Rapidamente era diventato un conoscitore esperto dell’arte del non morire, sebbene non avesse ancora trovato un modo che lo soddisfacesse per allungare la propria, di vita. Come effetto collaterale, tutto quello studio aveva compromesso il suo intento di crescere rapidamente di rango all’interno dell’organizzazione, prevenendogli di entrare in possesso dei leggendari vestiti dell’Abete.

    Quindi molto era stato fatto ed imparato, ma molto ancora c’era da fare.

    Ad ogni modo, fu durante la lettura di un pesante tomo riguardante le tecniche legate all’infusione della propria anima in armi ancestrali - un modo relativamente antico di far perdurare la propria essenza nei secoli - che il pensiero di Shunsui tornò su Diogenes Mikawa ... e alla sua spada cremisi! Al tempo in cui il colosso gliel’aveva lasciata in custodia, Shunsui ne aveva solo potuto ammirare la fattura e l’intrinseco potere che emanava. Ora, dopo aver letto decine di volumi sull’argomento, gli era venuto in mente che, forse, quella spada poteva avere capacità che andavano oltre l’apparenza.

    Congetture, certamente, ma avrebbe dovuto investigare? In effetti, era tra i compiti della sua organizzazione ficcare il naso in queste cose. Se avesse scoperto qualcosa, sicuramente avrebbe fatto bene alla sua reputazione all’interno del gruppo. Inoltre, il Colosso diverso tempo addietro gli aveva lasciato un messaggio in codice. Si trattava chiaramente di coordinate, ed era chiaramente l’invito per una collaborazione. Sfortunatamente, Shunsui non era riuscito a decifrarlo e, subito dopo, era stato preso da altre questioni che gli avevano fatto dimenicare la faccenda.

    Forse potrei fare una visita al Kokage e prendere due piccioni con una fava... Disse piano a sè stesso, accarezzando con l’indice le rugose pagine di carta del manoscritto ancora aperto davanti a lui. Poco dopo, si stava già preparando per il viaggio.

    [...]

    Shunsui si era fermato ad una manciata di metri dalla magione dell’uomo più importante di Oto. Molto aveva sentito sulla famosa Villa Mikawa, ma l’imponente costruzione trasudava potenza e ricchezza in un modo che i racconti non potevano spiegare. Tuttavia qualcosa era fuori posto...anche dall’esterno si poteva vedere come l’edificio fosse trascurato!

    Curioso...

    Passando dal Nord Gate, Kato non lo aveva affatto avvertito della cosa e si era per di più preso tutte le sue armi! Shunsui aveva provato a negoziare: ..Kato..ho sentito che a volte succedono cose brutte in quella villa...vuoi proprio mandarmici senza armi? Purtroppo non era riuscito a convincerlo e l’amico gli aveva concesso solo di portare con sè 4 rotoli ninja vuoti oltre che l’equipaggimente non offensivo. Non era un problema, si era detto. Con armi o senza armi, era probabile che Diogenes lo avrebbe fatto fuori facilmente se avesse voluto. Eppure, vedendo lo stato della casa, il jonin concluse che forse non era stata la più saggia delle decisioni.

    Bussò alla porta, dichiarò la sua presenza ad alta voce e poi rimase ad aspettare. Nessuno venne ad aprire. Una spinta alla porta, rivelò infine che era aperta. Shunsui si guardò guardingo intorno, prima di decidersi ad entrare.

    Lo stato di abbandono che aveva constatato all’interno si estendeva anche all’interno della magione. Il mobilio di ottima fattura, le stanze...tutto sembrava essere stato lasciato lì a marcire... da anni. C’è nessuno? Chiese il jonin a voce alta, facendosi strada all’interno della struttura. Solo il ticchettio di un orologio rispose alla sua domanda ed il marionettista si lasciò condurre da esso. I suoi sensi erano intanto testi come una corda di violino, pronti a percepire qualsiasi traccia di vita. [Abilità] Conoscenza Immortale (Avanzata)
    Abile: L'utilizzatore ha accesso ad alcuni dei segreti più antichi per estendere la vita oltre il suo limite naturale. Può riconoscere i segni di una di queste tecniche analizzando a fondo un ambiente entro 3 metri da sè impiegando uno slot Azione e può rapidamente elaborare delle contromisure, se attuabili.[Da chunin in su]

    Percezione 9
    Nonostante il pavimento fosse pieno di polvere, avanzando il jonin non lasciava traccia alcuna. [Abilità]

    Infine, una serie di orme lasciate sul pavimento attirarono la sua attenzione e si convinse a seguirle. Passati alcune stanze, le tracce lo condussero a quello che doveva essere lo studio del Kokage. In verità, si trattava di una libreria dalle notevoli dimensioni, come raramente Shunsui ne aveva potute vedere in case di privati. L’occhio del jonin notò tuttavia che non tutti i volumi erano stati lasciati a sedere sulle proprie mensole allo stesso modo. Alcuni erano stati consultati di recente, come mostrava un minore strato di polvere.

    Il marionettista sporse la mano sinistra leggermente in avanti, con il palmo rivolto verso l’alto. Una serie di fili di chakra, pressoché invisibili, serpenteggiarono fuori dalle punte delle sue dita, andando a prendere tutti quei tomi che erano stati recentemente toccati. [Tecnica]3 Fili I libri fluttuarono davanti al giovane marionettista, che iniziò a consultarli rapidamente. Che cosa stava leggendo Il grande stratega di Oto? In uno di quei volumi, una pagina era stata strappata...forse se ne poteva desumere il contenuto da quello che era scritto prima e quello che veniva dopo?

    Chakra: 77/80
    Vitalità: 18/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 600
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 750
    Precisione: 675
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Sonagli [x5] × 1
    • Zona Extra × 8
    • Rotolo da Richiamo × 6
    • Maschera × 1
    • Kit di Meccanismi per Trappole × 1
    • Grande Bara di Ghiaccio × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Kunai × 1
    • Mina Bastarda × 3
    • Veleno Debilitante A1 (5 dosi) × 1
    • Tonico di Ripristino Superiore × 2
    • Tonico di Recupero Superiore × 2

    Note
    ///









     
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    il trono vuoto


    1

    Harumi non aveva abbandonato un istante il fianco del Mikawa. Il Colosso di Oto, l'uomo il cui nome incuteva timore al solo nominarlo da un capo all'altro del continente, giaceva da tre giorni sul letto della sua stanza alla Villa. Il viso, già naturalmente affilato, si era fatto ancora più spigoloso per l'eccessiva magrezza. Le lenzuola ricadevano con malagrazia sulle membra scarne, alzandosi appena al ritmo lento del suo respiro. Fyodor aveva fatto il possibile per rimetterlo in sesto, ma ora solo il tempo avrebbe potuto dire se si sarebbe ripreso. E solo i kami sapevano quali strascichi avrebbe avuto sul kage di Oto quell'esperienza. Ai più sarebbe bastato molto meno per perdere ogni traccia di senno. Forse sarebbero sopravvissuti, ma ridotti a gusci vuoti. La fibra di Diogene era però forte. Neppure il dio oscuro era riuscito a spezzare la sua anima fino in fondo. Una fiammella aveva continuato ad ardere.

    La giovane jinchuuriki si mosse inquieta sulla sedia. Aveva accettato quell'unica comodità solo dopo lunga insistenza del medico della Villa, preoccupato che la sua paziente avesse una ricaduta. E non sarebbe stato poi strano, visto che era morta. Se era ancora lì, il merito era solo dell'uomo che languiva di fronte a lei. All'ultimo momento aveva usato una tecnica tanto arcana da sembrare una magia del sangue per strapparla dal sonno eterno. Da allora però il Mikawa non aveva più ripreso conoscenza. Ci voleva tempo, continuava a ripetere Fyodor. Ma l'orologio a pendolo nel salone d'ingresso continuava a ticchettare nel silenzio scandendo lo scivolare dei secondi come grani di sabbia dentro una clessidra senza che vi fosse alcun progresso. Sulla Villa era sceso un torpore simile al letargo. Passi lievi sul pavimento, frasi sussurrate, porte adagiate con cura. Quasi temessero che un rumore troppo forte, un clamore improvviso potesse spezzare l'incantesimo e farli precipitare in una cupa realtà a cui nessuno era pronto.

    Le ombre iniziavano ad allungarsi nella camera inondata dalla luce rossa del tramonto. Alla ragazza gli interni parevano tinti di una tonalità sanguigna e non poté che sentirsi a disagio. Si strinse le braccia, scacciando quella sgradevole sensazione. Il liquido cremisi le aveva donato la vita, ma prima gliela aveva tolta, ed in una maniera orribile, affogata in una pozza senza fondo. A riscuoterla da quei pensieri oscuri fu un sospiro tanto profondo che sembrava giungere dall'oltretomba. Harumi alzò gli occhi sul volto di Diogene vide le sue palpebre tremolare, come se stesse combattendo per aprirsi. La giovane si ritrovò a trattenere il respiro finché, con un ultimo sforzo, il Kokage riuscì a vincere quella battaglia. Rimasero a fissarsi per alcuni istanti prima che la kunoichi trovasse la forza di reagire.

    Fyo-Fyodor! Vieni, presto! Si è svegliato!

    Fyodor aveva finito di visitare il capovillaggio, ma non si era espresso. Troppo presto, o forse troppi orecchi indiscreti ad ascoltarlo. Al capezzale del malato erano radunati diversi dei più fedeli sottoposti del Mikawa. Gli sguardi di sollievo tradivano un legame con il boss che andava oltre il semplice rispetto. Solo la piccola Yachiru si teneva a distanza. Era rimasta a lato della porta e dopo essere esplosa in un infantile e spontaneo sorriso si era rabbuiata ed ora teneva gli occhi bassi sul pavimento. Anche Harumi dopo la lunga veglia se ne stava in disparte, vicino alla finestra. La ragazza aveva sfruttato quei giorni di vita sospesa per mettere ordine nei suoi pensieri. C'erano delle cose che voleva dire. Anzi che doveva dire, per poter andare avanti. Quando era stato il momento, aveva fatto la sua scelta senza indugio. Ma non voleva dire che quella decisione non aveva avuto conseguenze su di lei.

    Alla fine il medico aveva cacciato i visitatori che si affollavano intorno al letto del capovillaggio, ordinandogli di lasciarlo riposare. Le uniche a non essersi mosse erano la ragazza e la bambina. Entrambe osservavano l'uomo di sottecchi, senza osare alzare lo sguardo su di lui. Nonostante si trovasse in quella condizione miseranda, il coraggio necessario a confrontarsi con il Colosso era non indifferente. Harumi l'aveva racimolato lentamente nelle ultime ore. Se vacillava era solo perché aveva paura delle conseguenze di quanto stava per fare. Era un turbamento nuova per la giovane, cresciuta in una pressoché assenza di emozioni. Poco alla volta da quando era giunta ad Oto aveva iniziato a conoscere quelle che prima erano solo parole nei libri. Rabbia, felicità, tristezza. E paura.

    La sua mancanza di senso di autoconservazione aveva inquietato molti dei ninja che l'avevano conosciuta, ma aveva una spiegazione semplice: non riteneva di valere nulla. Non valeva quindi la pena di preoccuparsi di cosa ne sarebbe stato di lei. Quello era stato il risultato di un'infanzia spietata da indesiderata. Certo, aveva avuto di che nutrirsi e un tetto sopra la testa, ma nient'altro se non continui abusi fisici e psicologici. Fino alla sua trasformazione nella nuova forza portante del Suono le cose non erano cambiate poi molto, almeno all'inizio. Poco per volta, però, qualcosa aveva iniziato a mutare. E i responsabili erano Eiatsu e gli altri abitanti della Villa, compreso il burbero capoclan. Le avevano dato molto di più che un piatto caldo ed un letto. Le avevano dato un posto da chiamare casa.

    Diogene...sama...

    L'uomo aveva riguadagnato abbastanza forze da riuscire a stare seduto, appoggiato alla testiera del largo letto. Harumi gli si era avvicinata mogia, ma una volta a pochi passi trovò la forza di alzare lo sguardo, fissandolo senza esitazione negli occhi. Poi, inatteso, uno schiaffo si abbatte sulla guancia del Colosso.

    Questo è per Yachiru!

    Il labbro le tremolava e la voce era stridula. Era palese che si stesse controllando a fatica e fosse sul punto di scoppiare a piangere. Tutte quelle emozioni che aveva accumulato pian piano durante la sua permanenza lì stavano tracimando come un fiume in piena. Era triste, spaventata, ma più di tutto arrabbiata per quello che il kage aveva fatto nella cripta. Ad agire non era stato lui, ma la divinità che aveva assunto il controllo del suo corpo. Ma era proprio questo che non poteva perdonargli. Essersi lasciato controllare così facilmente...e per questo aver fatto del male alla bambina dai capelli rosa. E mentre dava voce a quei pensieri, se non l'avesse fermata, sarebbe arrivato un altro schiaffo, più debole del precedente.

    Questo è per abbandonarci sempre senza dirci nulla!

    Il Mikawa spariva spesso nel nulla per settimane, a volte mesi, senza lasciar detto nulla. Semplicemente una mattina si svegliavano e lui non c'era più. Aveva così poca fiducia in loro? Non li riteneva all'altezza? Per lui erano solo pedine da muovere a piacimento su una scacchiera e da sacrificare al momento opportuno? Harumi aveva ormai il volto apertamente rigato dalle lacrime, ma continuava a gridare le sue domande verso l'uomo, battendogli i pugni sul petto. No, non sarebbe stato nemmeno quello il problema. A lei stava bene farsi utilizzare. Voleva essere utile. Dimostrare di valere qualcosa. Perché la sua vera paura era un'altra. Ciò che veramente temeva, era essere abbandonata di nuovo.

    Non voglio perdere la mia famiglia...

    In singhiozzi, con i pugni delle mani che parevano quelli di un bambino appoggiati al largo torace di Diogene, si accasciò lentamente appoggiando la fronte sul suo petto. Si sentiva completamente svuotata, ma anche sollevata. Era riuscita a tirare fuori tutto quello che si teneva dentro, per la prima volta in vita sua.


    [...]


    Tutto andava per il meglio a Villa Mikawa. Il padrone di casa era di nuovo via, ma quella non era una novità. Anzi, si poteva affermare che una volta fatto il callo a quella stranezza, si era diventati a tutti gli effetti un abitante della Villa. Harumi guardò fuori dalla finestra, ammirando il paesaggio autunnale del giardino antistante la magione. Finnian aveva fatto proprio un bel lavoro. Mentre pensava ciò, la giovane rabbrividì. Strano, eppure i vetri erano ben chiusi. Si vedeva proprio che ormai andavano verso l'inverno.

    Un topolino zampettò sotto la sedia su cui era seduta la ragazza. Con agilità si arrampicò sulle tavole di legno scrostate fino a raggiungere il davanzale. Attraversò un buco largo un pugno nel vetro crepato si lanciò fuori, scomparendo dopo pochi istanti tra gli alberi aggrovigliati e tetri del Bosco dei Sussurri.

    Ahhh, che bei colori che hanno le foglie d'autunno...



    CITAZIONE
    Ne approfitto per giocare il finale della ruolata precedente mentre entriamo nel vivo dell'azione!
     
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    Il Kage Assente

    ... ma Akira non lo sa


    I


    Riemerso dal regno del Nadir, le mie ricerche riguardanti i nomi oggetto di scambio con Amesoko era state - inaspettatamente - molto fruttuose, relativamente anche in un periodo molto limitato.
    Certo, la lista dei nomi era ancora lunga... Nonostante la mia ultima visita a Konoha in compagnia dell'Hokage... Ma potevo ormai dire di avere informazioni su ciascuno di essi.
    O almeno, su tutti loro, meno uno.
    Non che conoscessi quel nome o non conoscessi le gesta di quell'essere, ma non riuscivo a immaginare che, sebbene, di tanto in tanto, qualcuno o qualcosa affermava di averlo ucciso, distrutto, eliminato o altri sinonimi a piacere, una parte di lui... Anzi, analizzando le parole di Touki, diverse parti di lui... Sopravvivevano ancora dopo decine e decine di anni.

    Orochimaru.

    Il primo dei Kokage - e anche ultimo - tra labirinti di menzogne e trucchi, rituali inimmaginabili e odio viscerale, sopravviveva alle ere e ai ninja, quasi non importandosi delle sconfitte che riceveva.
    Ad ogni guerra persa, una parte di lui riusciva comunque a strisciare verso uno spiraglio di sopravvivenza, come la più disonorevole delle bestie, la mia ripugnante serpe, correva a rifugiarsi nell'oscurità, attendendo il momento giusto di riuscire allo scoperto.

    Fatto stava che di informazioni sul primo dei tre ninja leggendari, il continente ninja ne era sprovvisto. Solo in un luogo potevo sperare di trovare qualche spiraglio: quel posto era Oto.

    Fu così che, una volta andato via da Konoha, ripresi i panni dello spadaccino errante, mettendomi in cammino per il Paese del Riso.
    Il Villaggio era un posto per me al più sconosciuto, avendo visitato al più solo il quartiere Yakushi in compagnia di Itai. Le mie conoscenze nel villaggio si potevano dire quasi più spoglie della mia conoscenza geografica del posto.
    Febh Yakushi, infatti, il Jonin domatore di lucertole, era ormai morto.
    Avevo incontrato la sua anima persa negli Inferi e, sebbene avessi proposto allo stesso di ritornare in vita, avevo ricevuto una risposta negativa... Era confuso, forse impaurito come non lo avevo mai visto... E non riuscivo a comprendere come tutto quello fosse successo... L'unica cosa che sapevo era che era stata una kunoichi di nome Hebiko ad ucciderlo. Se mai fosse servito, quel nome lo avrei ricordato.
    Oltre all'amministratore più fannullone - e dal potere distruttivo - del Continente - da che pulpito arrivava la predica poi - l'unico altro ninja che avevo conosciuto era stato proprio l'attuale Kokage: Diogene Mikawa.
    Certo, l'occasione non era stata delle più cordiali... Eufemismo...
    Si fa per dire, infatti, dato che se non fossi intervenuto immediatamente probabilmente Kensei sarebbe stato letteralmente trucidato e smembrato dal Mikawa nei sotterranei del palazzo del Ferro dove avevamo effettuato l'ultima riunione de Kage.
    Solo la mia presenza aveva scongiurato a Kensei una fine ben peggiore.
    Mentre camminavo per quello che doveva essere il famoso Bosco dei Sussurri, ripensai a quel combattimento. Se fossi stato da solo, all'epoca, probabilmente non avrei avuto alcuna chance... Il Mikawa si era rivelato essere un avversario formidabile, sia dal punto di vista della possanza fisica, sia dal punto di vista delle arti ninja. Era un esperto manipolatore del sangue, gran utilizzatore di ninjutsu, taijutsu e, da quello che avevo potuto provare sulla mia stessa pelle, anche di genjutsu.
    Ero però consapevole, anche se non sapevo bene neanche io spiegarmi il perché, che non avevo visto tutto. E questo mi incuriosiva, nella mia solita follia competitiva.

    Immerso tra i pensieri, ben presto mi accorsi di una cosa molto importante e molto più attuale. Ma dove sono? Esclamai ad alta voce, mentre calciavo via con nonchalance uno strato pesce-serpente-anfibio con tre occhi e di un colore rossastro, facendolo volare oltre la folta vegetazione; in contemporanea, il suo stridulo verso perdeva di secondo in secondo intensità. Mi ero appena fermato al margine di un laghetto di acqua salmastra dalla quale non avrei mai e dico mai bevuto. Bleah. Mi allontanai, procedendo al buio in quel bosco. Perché diavolo non seguo mai la strada principale... Borbottai, quando però una minuscolo radura si aprì dinanzi a me. Al centro di essa, una baraccupola di legno. Oh, finalmente, una casetta. Vediamo se c'è qualcuno per chiedere informazioni... Mi avvicinai alla struttura di legno, sbirciando dalle finestre. L'interno sembrava essere stato abitato ultimamente, ma al momento sembrava essere disabitata. Senza abbattermi, provai comunque a bussare alla porta, parlando ad alta voce. Ehilààà... C'è qualcuno? Potete aiutarmi? Mi sono perso, sapete indicarmi la strada per Oto? Oppure non è che avete visto Orochimaru in giro ultimamente? Non per forza lui, anche un suo pezzettino, una copia... Insomma, mi accontento... Sono proprio strani questi Otesi...



    Edited by -Hidan - 14/11/2020, 19:18
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    La Parola Data


    Prologo


    Atto I
    Fratelli nel Sangue †



    Le mie visite ad Oto nell'ultimo periodo si erano indubbiamente moltiplicate: il primo viaggio, dettato dalla necessità di assistere al combattimento tra Harumi - la ragazzina che si è rivelata essere una Forza Portante - e Youshi assieme al Kokage, fu molto fruttoso di promesse, piani e una nuova speranza per i rapporti tra Kiri e Oto. Il secondo viaggio, necessitato dalla mia volontà di incontrare nuovamente il Diogene, si scontrò dapprima con la peculiare figura di Febh Yakushi, poi con l'ingombrante segreto di Kato Yotsuki e, infine, con l'Attacco dei Somujo. Provato, ero tornato a Kiri, senza però essere riuscito a trovare udienza del Garth. Il tempo trascorso lontano dalla Nebbia era stato troppo e le cose da fare si erano accumulate le une sulle altre: il mio Villaggio mi necessitava ed io non potevo più sottrarmi ai miei doveri.
    Passarono alcuni mesi - impegnati anche nel miglioramento di mie alcune tecniche di spada e nuovi jutsu - prima che l'impellente questione Kokage si ripresentasse alla mia mente: dovevo parlare con Diogene. Terminato il lavoro in Amministrazione, chiamai per l'ennesima volta Kyobi a sostituirmi: dalle vicende del Lucchetto il nostro rapporto si era grandemente incrinato ma il senso del dovere del Clan rimaneva più forte di qualunque dissenso personale. Salito sul tetto del Palazzo del Kage, evocando la Hakushaku saltai nel vuoto mentre il più grande stormo di Pipistrelli delle Grotte del Silenzio mi accoglieva, sorreggendomi e permettendomi di volare al suo interno. Verso Oto.

    [...]


    Grazie ai privilegi che mi ero guadagnato l'ultima volta, potei volare fino alla Villa del Kage del Suono senza interferenze: dopotutto, almeno secondo il modus operandi di Kato Yotsuki, nessuno mi avrebbe privato delle mie armi al Gate.
    Giunto alla Villa, quello che m'ero immaginato di ritrovarmi davanti era ben lontano da ciò che la realtà mi mostrava: un edificio praticamente abbandonato a se stesso che dava l'idea di non essere abitato da tempo. La mia figura tetra ed avvolta nel nero mantello ben si stagliava su quel paesaggio mesto e incolto. Percorsi il lungo viale alberato che dava alla piazzetta antistante alla casa: sembrava di essere entrati dentro la reggia di un re occidentale. La fattura della Villa non era eccessivamente diversa dalla Magione Kenkichi, forse anche per via dell'atavico ceppo d'appartenenza comune. Salii gli scalini che dividevano il primo piano dal giardino: davanti al grande portone, bussai tre volte con la mano sinistra, violentemente, perché chiunque all'interno potesse sentirmi. Nonostante la veemenza, tuttavia, non ci fu risposta. Provando ad aprire la porta, questa si mosse al minimo tocco, permettendomi di entrare. L'incuria che avevo visto all'esterno della Villa si era impossessata anche dell'interno: polvere, disordine e abbandono erano ancora una volta i protagonisti del panorama che mi si palesava davanti.
    La mia natura di studioso mi portò immediatamente verso lo studio e la Biblioteca di Aloysious, ricordando, forse, le parole riguardo al ritrovamento ed alla decifrazione dell'antico testo Mikawa-Kenkichi fattami durante l'incontro tra Youshi e Harumi. Lì potei notare delle impronte sul pavimento. Non erano recenti, dato che anch'esse erano impolverate come il resto della stanza, ma sembravano l'unica ombra di vita in quell'edificio: decisi dunque di seguirle, cercado di incappare in qualcuno durante la mia ricerca. Fu così che incontrai la prima persona, quel giorno: Shunshui Abara. L'uomo stava ispezionando una serie di libri attraverso dei fili di chakra che ebbi modo di scorgere grazie alla luce della finestra lì vicino che si riflesse su di essi. Chi sei? Chiesi, allarmato, mentre la destra lentamente si spostava vicino alla Yakusoku, legata al fianco. Una risposta sbagliata e, probabilmente, il filo della mia arma sarebbe corso così velocemente verso la gola di quell'individuo che tale risposta sarebbe stata anche l'ultima cosa da lui pronunciata. [Note]Ho una scheda work in progress, per questo non c'è niente di citato in questa sede. Vedrò di farlo dal prossimo post, dato che questa doveva essere una sorta di presentazione.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Arto Artificiale Kiriano Avanzato × 2
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 2
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note
    .


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku




     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    IL TALENTO DEL CALABRONE


    POST I



    L’animaletto volteggiò per un po' attorno alla figura del Kiriano. Osservava il cielo Etsuko, le nuvole viaggiavano rapide come i suoi pensieri, brandivano il terrestre per poi disperdersi all’orizzonte come non fossero mai esistite. Lì, dove si trovava, il cielo era limpido, non pioggia, non nebbia ne ricordi e rimpianti, solo un azzurro intenso, qualche sparuto uccello ed il vento. Come amava il vento, la sensazione che gli regalava sulla pelle, quella carezza che non aveva mai avuto il coraggio di chiedere e che lui in modo incondizionato gli regalava. quella sensazione ad occhi chiusi di una presenza rassicurante ed eterea.
    Il ronzio si fece più insistente e per un momento lo costrinse ad aprire gli occhi, si adagiò sul braccio sinistro posto sul petto e lo vide, quello strano animaletto. Spavaldo lo fissava. Sorrise Etsuko e lo riconobbe, era un Calabrone e così ricordò quello che in giorni lontani gli avevano detto. Detto in momenti in cui aveva avuto voglia di mollare, quando aveva creduto che fosse impossibile…

    “le cose si imparano a forza di errori” gli avevano detto… "nulla è impossibile"
    "La conosci la storia del CALABRONE? qualcuno pensò per il calabrone che data la forma piccolissima delle sue ali fosse impossibile volare, tutti si domandarono come fosse possibile il contrario… fino a che qualcuno disse, il calabrone vola perché non sa di non poter volare"

    Questo che significa? Gli aveva risposto il Kiriano… "Tu devi essere il Calabrone, lascia credere agl’altri di non essere in grado di spiccare il volo, finchè alzeranno gli occhi al cielo e ti vedranno volare, con le tue piccole ali…"
    Sorrise ricordando e alzò gli occhi al cielo, immaginandosi lassù… fu allora che lo vide.

    […] POCO DISTANTE […]


    L’avevo seguito sin lì, mantenendomi a debita distanza, prendendo tutte le precauzioni per non essere individuato. Lo vidi atterrare, dissipando la sua nuvola di animaletti notturni, proprio davanti all’abitazioni in evidente stato di abbandono sebbene mantenesse, nonostante tutto, un certo lustro. Iniziava a chiedersi cosa ci facesse lì, che lo stesse cercando? No, doveva essere una semplice coincidenza. Ma colto da curiosità e colpito dall’inesorabile ruota delle coincidenze, decise che sarebbe stato saggio approfondire. Dopotutto era un CALABRONE.
    Avrebbe lasciato che il kage entrasse nella residenza, avrebbe atteso qualche minuto, il tempo necessario per non incontrarlo sull’uscio e poi avrebbe seguito le sue orme, sino a quella che sembrava essere una biblioteca. Aveva avvertito la presenza di qualcun altro oltre alla più alta carica di Kiri e si sarebbe fermato, celato agl’occhi in una delle stanze adiacenti di quella enorme abitazione. Chi doveva incontrare? E in quali guai si stava cacciando?




     
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    Da "Il Colosso dei Mikawa: la vera storia", di Loxion Mikawa


    Capitolo XXII, Il Kage Assente


    Come api attratte dal richiamo della loro regina, furuono diversi i ninja giunti in quel nido di sventura; qualcuno parlerebbe di coincidenza ma sta a voi lettori interpetare i segnali ineviquocabili su quanto veritiera fosse questa comune credenza. Non vorrei influenzare il vostro giudizio ma, per esperienza, potrei aggiungere che quando si parla di Aloysius mai nulla è dettato dal caso.

    Era pomeriggio quando Shunsui si addentrò con avidità nella villa fantasma, notando subito l'anomalia che ivi giaceva chissà da quanto tempo. Nessuna traccia di veleni ma quella sua particolare conoscenza sui segreti dell'Immortalità gli consentì di intuire che qualcosa stava alterando il normale scorrere degli eventi tra quelle possenti mura; difficile dire con esattezza cosa fosse ma la sensazione di poter estendere con facilità i sui giorni da vivere sembrava essergli a portata di mano. Forse un'idagine del chakra avrebbe potuto fornire maggiori informazioni a riguardo.

    Arrivare alla biblioteca e quindi alla pagina strappata, permise al sunese di carpire quello che doveva essere l'argomento di interesse di chi quel tomo stava consultando: le scritte precedenti e successive a quelle mancanti parlavano del Nidaime Kokage ed in particolar modo riportavano lo studio di una sua particolare caratteristica che aveva sin dai tempi della sua apparizione incuriosito le persone che ne venivano in contatto. Non era un gran segreto ma quell'uomo di rado era uscito dalle mura di Oto e quindi non era scontato che Shunsui, così come altro shinobi della sua generazione, sapessero dello strano modo di parlare al contrario che comunemente adoperava. Forse sarebbe stato proprio il Mizukage, sopraggiunto con qualche minuto di ritardo, ad illuminarlo a riguardo...certo, sempre che avessero superato quella piccola fase di stallo iniziale. Non era stato il sangue a condurlo fin lì, non come era accaduto anni prima quando Midorinaka aveva spinto lui e il Mikawa a raggiungere il Bosco dell'Upupa nella Rosa d'Acciaio. Era giunto il tempo che il loro discorso all'Arena prendesse finalmente forma eppure, più i granelli di sabbia scendevano inesorabili nella clessidra, più il Kiriano avrebbe avuto la netta impresisone che non sarebbe stato quello il giorno per dare adito a quei sogni condivisi.
    Intanto il non più acerbo frutto della storia recente di Oto era nella condizione da cui vessava da diversi mesi ormai. Non che ne avesse colpe...semplicemente si era trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato. Nella sua mente era vivido il ricordo dell'ultimo incontro con il Mikawa: quella volta le parti si erano invertite e lei si dimostrò molto più matura di quell'uomo con profonde righe sul volto e che a stento si teneva dritto nel letto della sua camera. Lei lo aveva preso letteralmente a schiaffi, così mi disse Matsumoto in lacrime poco prima della sua riscomparsa; la fine della trama di Khorne, raccontata in dettaglio nel mio "Guerra e Religione" aveva messo in serio pericolo la vita del Jinkurichi del Due code e della piccola Yachiru, sinonimo di quanto la situazione fosse sfugita di mano all'imperturbabile Garth.

    " Scusami "

    Rimane negli annali, quella la prima ed unica volta in cui Diogene (inteso come tale dall'esperimento mal riuscito che ne aveva mutato l'aspetto) avesse preteso il perdono per le sue azioni.


    Il secondo erede di Byakuren sarebbe stato ancor più guardino del primo nell'addentrarsi nella magione: perchè fosse lo shinobi della squadre mediche fosse lì rimane ignoto ma anche lui aveva avuto a che farre con Diogene anni prima e anche lui ne era stato inevitabilmente attratto. Il bello è che ognuno di loro, anche Akira appena sopraggiunto al limitare dei Sussurri e quindi alla vecchia baracca, avrebbe creduto di avere un reale motivo, credibile come il controllo del proprio volere e delle proprie azioni, per andare a scomodare il Colosso di Oto. Il suo era un richiamo, una parola detta in un fugace incontro ma mai capita fino in fondo e proprio per questo meritevole di indagini...una potente spinta dell'anima non dettata da asturi genjutsu ma dal semplice desiderio di ogni uomo di elevarsi dalla massa.
    Ma era questo che aveva portato quei quattro ninja, precisamente in quel momento, proprio in quell'angolo di mono noto a chi conta ma pur sempre minuscolo? Se se vi era un filo, invisibile anche agli occhi dell'abile marionettista, ad unirne i destini come solo un abilissimo tessitore del fato sarebbe in grado di fare?

    Domande a cui solo il tempo avrebbe potuto dare risposta. Certo, un modo di dire che in quella circostanza aveva dell'ironia e assumeva tutt'altro significato.
    Se nulla avessero fatto, nulla sarebbe accaduto...apparentemente.


    ::: Tempo Prima, ad Ame :::

    " Se scegliamo l'anno giusto, nello stesso luogo ci sono due delle Stelle di Iwa nelle mani di un solo uomo, qualcosa che non si è mai verificato nella storia moderna. "

    " Cosa stai proponendo Hātsu, un furto del tempo? "

    " La quarta dimensione è un argomento da trattare con cautela mia signora. Ad Ame siamo soliti giocare con lo spazio ma questa è tutt'altra storia... "

    " Non fare il cripitico e vieni al punto. "

    " Si, diciamo che in via ipotetica la teoria delle stringhe che sto sviluppando lo consentirebbe. Devo solo finire gli ultimi esperimenti con il frammento che ha recuperato dal Gelo ma, attraverso di esso, solo il Mazziera sa dove i miei poteri possano arrivare!

    0bcbab3a5b310c0cbdf28cff49491631

    Certo, poi si dovrà pensare a come gestire gli Otesi e il loro leader..."


    " Tu pensa a portarmi lì, il resto è compito mio. "



    CITAZIONE
    OT/ Benvenuti in un ramo della megatrama di Ame ;) /OT
     
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    il trono vuoto


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    Diogene pronunciò un'unica parola, che rischiò di andare perduta tra i singhiozzi della ragazza. Un'unica parola, ma di un valore inestimabile, in grado di cambiare interi destini.

    Scemo...

    Harumi si pulì il volto con la manica, cercando di darsi un contegno. Si era lasciata andare all'emotività, come una bambina. Non succedeva da... Quando era stata l'ultima volta che si era comportata così? Che aveva lasciato trasparire ciò che provava veramente? Non riusciva a ricordarlo.

    ...l'importante è che tu abbia capito.

    Un silenzio imbarazzato sarebbe sceso nella stanza, interrotto solo dal soffiare su un fazzoletto della giovane. Aveva accumulato tensione per giorni e alla fine era inevitabilmente esplosa. Ed incredibilmente ora si sentiva meglio. Le veniva quasi da ridere al pensiero, ma a giudicare dall'atmosfera nella camera sarebbe stata fraintesa. Ora che si era ricomposta, poteva finire di dirgli quello che aveva meditato nel profondo del suo cuore durante quei lunghi giorni di veglia, in cui il tempo pareva immobile e che ora sembrava aver finalmente iniziato a scorrere anche per lei.

    Io... Sono sempre stata sola. Voi per me siete le prime persone che possa chiamare una famiglia. Eiatsu, Yachiru, Matsumoto, gli altri...e tu.

    Seguì una breve pausa in cui abbassò la testa, impacciata, prima di continuare con una battuta per stemperare il clima che lei stessa aveva contribuito a rendere pesante.

    Come una specie di severo padre poco presente... O forse un nonno? Giovane però eh!

    Una risatina cristallina avrebbe spezzato almeno in parte la tensione. Per qualche assurdo motivo la paura reverenziale che provava per il grande ninja era momentaneamente stata messa a tacere. Forse era impazzita del tutto, oppure lo stato pietoso in cui versava il kokage la stava inconsciamente manipolando.

    In fin dei conti sei pur sempre il capofamiglia, e sei stato tu a decidere di accogliermi ed io... Non potrò mai essertene abbastanza grata!

    Quasi di riflesso, la ragazza si sarebbe inchinata profondamente di fronte all'uomo. Non lo aveva mai ringraziato prima per tutto quello che aveva fatto per lei, non ce n'era stata l'occasione o meglio la necessità. Eppure ora sentiva di doverlo fare e non si trattenne al costo di sembrare ridicola. Solo in atteggiamento di umile preghiera, poteva dare voce alla sua supplica.

    Io vorrei solo... io vorrei...

    No. Non vorrei. Harumi ispirò profondamente. Per la prima volta nella sua vita stava per esprimere un desiderio egoistico. Non c'era spazio per un condizionale. Si rialzò e rivolse i suoi occhi innocenti al volto di Diogene.

    Io voglio avere un cognome. Il tuo cognome. Voglio un segno che dimostri che faccio parte di questa famiglia. Che questa è la mia casa.

    Harumi si volse verso la finestra. Nel cielo ormai nero brillava un sottile falce di luna. Solo un frammento, ma sufficiente a dare speranza e rischiarare il cammino di chi si affidava alla sua flebile luce. Senza distogliere lo sguardo dal corpo celeste, riprese a parlare.

    Miyazaki non è il mio vero cognome, l'ho scelto quando è stato il momento di compilare i moduli per l'arruolamento. Mi sono ispirata all'autore di uno dei miei libri preferiti, Kaguya e il castello nel cielo. Uno dei pochi ricordi felici della mia infanzia. Ve lo consiglio, è una bella storia.

    Il suo sorriso si era fatto triste, ma non aveva intenzione di arretrare di un passo. Non avrebbe ceduto proprio alla fine, dopo che aveva messo se stessa. Essere morta e risorta aveva messo molte cose in prospettiva, dando a ciascuna il giusto valore. Era stata ridotta in frantumi, ma da quel giorno in avanti poteva ricostruirsi come meglio credeva, basandosi solamente su ciò era importante per lei, e non sul giudizio degli altri. La ragazza si portò una mano al cuore. In fin dei conti il sangue del capoclan scorreva già nelle sue vene. Dall'indomani avrebbe ripreso a trattarlo con il rispetto che gli era dovuto, ma in quel momento la fanciulla fece un ultimo passo verso di lui, superando tutte le barriere che li separavano.

    Qual è la tua risposta, Diogene?




    [...]



    Bussavano alla porta. Nulla di strano, se la porta in questione non fosse appartenuta a una baracca dispersa all'interno del Bosco dei Sussurri, uno degli angoli più pericolosi dell'intera Oto. Il che era tutto dire. La foresta selvaggia pullulava di mostri nati dalla fantasia della natura o dalla perversione dell'uomo. Ma anche le piante stesse di cui era costitutita sembravano concepite appositamente per attentare alla vita di chiunque avesse la malsana idea di avventurarsi tra le spire. Eppure lo shinobi in attesa davanti alla soglia della casupola di tutto ciò non si curava, e a ragione. Pochi nell'intero Continente avrebbero osato confrontarsi con colui che aveva rinunciato al cappello da Mizukage per motivi noti solo a pochi. Le fiere in agguato ignoravano le faccende dei kiriani, ma percepivano distintamente il tremendo potere che emanava il jonin e se ne tenevano istintivamente alla larga.

    I minuti passarono, abbastanza perché l'uomo iniziasse a pensare che la baracca fosse vuota, ma non a sufficienza perché si decidesse ad andarsene. Ad un certo punto, preceduto da una serie di rapidi passi proveniente dall'interno, la porta si spalancò, rivelando una scompigliata ragazza. Non molto alta, ma decisamente ben formata, sarebbe bastato un rapido sguardo per capire che la fretta era dovuta dal tentativo di indossare rapidamente l'uniforme del Villaggio. Il viso accaldato sfoggiava un sorriso cordiale, sebbene gli occhi che vagavano all'intorno, come alla ricerca di qualcosa, tradivano una certa confusione.

    Scusi l'attesa, pensavo si sarebbe occupato Anteras di accoglierla, ma deve essere occupato... Prego, si accomodi.

    L'ospitalità a Villa Mikawa era sacra. D'altronde, chi mai si sarebbe sognato di attaccare la residenza del Kokage? Harumi fece strada per quelli che furono non più di pochi metri agli occhi di Akira fino ad un tavolo robusto, ma bisognoso di una riverniciatura, indicandogli una delle uniche due sedie presenti nella stanza. Se a quel punto il ninja della Nebbia si fosse guardato intorno, avrebbe constatato lo stato di decadenza in cui versava lo stabile, sebbene sembrasse abitabile, a patto di non essere schizzinosi con i coinquilini che abitavano le intercapedini dei muri. La ragazza nel frattempo si affaccendava davanti ad una scansia, tornando alcuni minuti dopo con due bicchieri di carta. Ne adagiò uno di fronte al suo ospite, che a quel punto ne avrebbe riconosciuto il contenuto come un tè solubile di qualità appena passabile.

    Mi chiamo Harumi, e le do il benvenuto a Villa Mikawa. Se cercava il Kokage non è in casa, ma posso provare ad aiutarla lo stesso. Spero che gradisca il tè, anche se Anteras lo prepara di certo meglio. Chi sa dove si è cacciato, e dire che è il maggiordomo...

    La ragazza avrebbe poggiato una guancia sulla mano, pensierosa, mentre oscillava sovrappensiero il bicchiere economico. Perfino Fudoh si sarebbe accorto che qualcosa era chiaramente sbagliato in quella situazione. Eppure finché il jonin non avesse fatto nulla, quella sceneggiata sarebbe continuata come se fosse la realtà, tanto la giovane si impegnava a rendere coerente la sua narrazione.

    Perché mi fissa così? Ho i capelli in disordine? Stavo riposando, poi devo andare in Amministrazione per portare dei documenti, nella speranza che nel frattempo Febh-sama non li abbia usati per costruirsi un cappello da imbianchino... Ma mi sembrava che stesse dicendo qualcosa mentre attendeva fuori, vuole ripetere le sue domande?

    Se Akira l'avesse accontentata, la giovane avrebbe annuito, però avrebbe posato la bevanda e avrebbe posato i suoi occhi sull'ospite, quasi lo stesse valutando. O meglio come se fosse stato lui a dire qualcosa di strano, e non la ragazza. Tuttavia avrebbe mantenuto l'espressione benevolente e avrebbe replicato con fare accondiscendente, soprattutto alla sua domanda che gli venisse indicata la strada per entrare al Villaggio.

    Akira-san, lei è già dentro Oto. Non ha forse passato le mura per venire fin qui?

    A quel punto si sarebbe accorta che, effettivamente, l'uomo appariva armato. Cosa stavano pensando al gate? Aveva forse un permesso speciale per tenere con sé il suo equipaggiamento? In ogni caso Harumi si limitò a muoversi sulla sedia, che scricchiolò preoccupantemente, alla ricerca di una posizione più comoda, evitando di fare una scenata per niente. In fin dei conti non si riteneva in pericolo: i suoi compagni, i sottoposti del capoclan, sarebbero accorsi in un attimo se la situazione fosse fuggita di mano.

    Per quanto riguarda Orochimaru, sarà anche forestiero, ma dovrebbe sapere che è morto da un pezzo! Anche se ammetto che se anche solo la metà delle leggende che sono state tramandate su di lui sono vere, non sarebbe così strano trovarlo vivo e vegeto, magari su una qualche isola tropicale a continuare i suoi esperimenti proibiti tra un cocktail e l'altro... Ma non credo che lo troverà ad Oto. Hanno perfino abbattuto il suo vecchio palazzo... Ah!

    La giovane si bloccò improvvisamente e portò la mano sotto il mento. Si era rammentata qualcosa parlando dell'edificio che l'Amministratore del Suono aveva raso al suolo con eccessiva foga una notte ormai lontana. Forse non centrava nulla, ma magari sarebbe stato d'aiuto all'Hozuki.

    Ci sarebbe... Sì, la segretaria... no mi scusi, intendevo il nuovo Consigliere del Suono, Hebiko Dokujita, potrebbe saperne qualcosa. Ovviamente è possibile che anche Diogene-sama e Febh-sama abbiano delle informazioni, ma il capovillaggio è fuori casa al momento e il nostro facente funzioni è un individuo... peculiare. Mi dispiace non poterle essere più utile di così.

    Non si sarebbe dilungata nel dare spiegazioni dettagliate sull'origine di quell'intuizione, nulla di più di una pallida traccia per la vaga richiesta del kiriano. Non sarebbe stata lei a rivelare le conoscenze del Villaggio, di cui le peculiari doti elastiche e serpentine della Vipera del Suono facevano parte, ma non reputava di aver fatto alcun danno nell'indirizzare Akira verso quella pista. Ma quello era argomento per un'altra storia. Ad ogni giorno bastava la sua pena, e molta doveva provarne l'uomo alla vista della ragazzina nella baracca. Che stava succedendo lì?

     
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    Il Kage Assente


    II


    Ci volle più di qualche colpo alla porta - di pura insistenza -, prima di poter sentire, proveniente dalla baracca, i rumori tipici di una persona che cercava in fretta e furia di darsi una sistemata per essere presentabile e, allo stesso modo, altrettanto tempo ci volle affinché la stessa riuscì ad avvicinarsi alla porta di legno, spalancandola.
    La figura che in maniera tanto affannata si era presentata dinanzi a me era una ragazzetta, di meno di venti anni, un po' scompigliata ma con una divisa di Oto indossata alla bella e buona.
    Non che potessi dare sicuramente consigli sul come vestire a chicchessia, visto che indossavo una tuta bianca abbastanza logora, come chi sembrava essere in viaggio da settimane, oltre che il mio solito equipaggiamento ninja personale. A completare il tutto, un mantello, o forse uno straccio da viaggio, che cercava di coprire il resto degli abiti dalle intemperie o da occhi troppi indiscreti. Oh, non ti preoccupare, d'altronde mi sono perso, è normale che non aspettiate molti ospiti da queste parti... Esclamai, entrando nella baracca, invitato dalla ragazza. L'interno, sebbene fosse decisamente spoglio, era abitato; sarebbe stato perfetto per un viaggiatore come me, o meglio, come riparo giornaliero per un viaggiatore come me, ma perché mai delle persone dovevano vivere lì?
    Non ebbi il tempo neanche di poter rifiutare che la ragazza tornò con un bicchiere di carta, contenente un po' di acqua calda e una soluzione di the. Ah... Grazie, ma bastava anche solo un bicchiere di acqua... Spero che non sia presa da uno dei pozzetti qui intorno... Comunque piacere, sono Akira Hozuki, di Kiri. Esclamai, ripensando allo specchio di acqua salmastra che avevo incrociato solo pochi minuti prima.

    Se il fatto che qualcuno abitasse in quella casa poteva essere un concetto idealmente trascurabile ed accettabile, furono però le parole successive a confondermi non poco. Villa... Mikawa? Mi stai dicendo che il Kokage abita... Qui? La ragazza avrebbe notato la perplessità sul mio viso. Mi stai prendendo in giro o cosa? Sarebbe stata la prima reazione. Passato... Le mura? E' tutto il giorno che giro per questo boscaccio in realtà, delle mura neanche l'ombra! Perché mai il Kokage dovrebbe vivere qui? Capisco che è più matto di una mucca il Mikawa in questione, ma vivere in una baracca che quasi cade a pezzi nel bosco non mi pare da lui! Avrei insistito, nel caso la kunoichi di nome Harumi avesse provato a controbattere. Ho bussato a questa porta proprio perché sto cercando le mura di Oto! E, con quelle paroli, mi sarei portato nuovamente vicino la porta, aprendola e mostrando lo scenario esterno ad Harumi. Vedi? Bosco, umidità, topi a 8 zampe e 3 code... Siamo nel Bosco dei Sussurri! O come diavolo lo chiamate voi! E questa non è una Villa... E'... Una baracca! Il tutto ovviamente sarebbe stato ben enfatizzato con il linguaggio del corpo. Adesso, tre sono le ipotesi: o mi stai prendendo in giro, o sei fuori come un balcone anche te, oppure gli standard del Suono sono calati drasticamente da quando è morto Febh. Quelle ultime parole forse avrebbero creato un ulteriore dose di confusione nella testa di Harumi.
    Non... Non lo sapevi? Avrei domandato, facendo una piccola interruzione. Credo sia successo da qualche settimana ormai... E so chi è stato: un ninja di nome Hebiko. A quel punto, la frittata era fatta, e le informazioni di Harumi sarebbero state anche di troppo.
    La testa della kunoichi di Oto sarebbe probabilmente esplosa, mentre cercava di recuperare pezzi e frammenti di ricordi o pensieri che, in quel momento, non assumevano più nessun risultato.
    Mi sarei avvicinato alla ninja, probabilmente sul baratro del collasso. Senti, non so chi tu sia e perché tu stia qui dentro, passando le tue giornate nella convinzione di trovarti in una Villa ad Oto, ma... Sebbene mi dispiaccia per te e Febh, e malgrado abbia proprio voglia di mettere le mie spade sulla gola di questa Hebiko... Non ho tempo da perdere. Avrei preso qualche istante prima di continuare. Sono qui per parlare con il Kokage; mi serve lui... Per trovare Orochimaru, o quel che resta di quell'essere orribile... Quindi, se vuoi scoprire cosa è successo alla tua testa, esci fuori con me e portami alla vera Villa dei Mikawa... Altrimenti, indicami la via per le mura, e ti lascerò continuare a disperare nei tuoi pensieri.

     
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    Sulle tracce di Aloysius


    II



    ...parlare al contrario...? Pensò il jonin tra sè e sè leggendo per la prima volta di quella peculiare caratteristica del più famoso tra i Kokage. Poteva essergli utile? Difficile a dirsi a quel punto dell’investigazione. Il marionettista accantonò i suoi ragionamenti, sentendo dei passi che si avvicinavano.

    Un uomo in armatura gli si parò davanti. Portava le effigie di Kiri, e la sua mano stava già correndo alla spada mentre con tono allarmato gli chiedeva di identificarsi. Shunsui abbozzà un sorriso, mentre alzava le mani in aria in segno di resa. Shunsui Abara, jonin di Suna...Mizukage-sama Disse con leggerezza, indicando il coprifronte del proprio villaggio, mentre manteneva le mani alzate. Probabilemente non si ricorda di me...ma le nostre strade si sono già incrociate. Mi riferisco alla riunione tra La Zanna, gli Accademici, La tregua e gli Hayate che si è tenuto all’Abete...io sedevo con i miei compagi Sunesi... In realtà era difficile che l’uomo non si ricordasse di lui. Durante la missione aveva fatto di tutto per far sì che tutti sapessero quanto fondamentale fosse stato il suo ruolo nell’abbattare l’Arma. ...e ricordo perfettamente uno dei suoi interventi durante la missione quando, con tono carico di odio, avete detto: Io rendo conto delle mie azioni soltanto al Mizukage di Kiri, Akira Hozuki. E lo sai bene. Disse imitando perfettamente la voce del Mizukage, citando le parole che l’uomo aveva detto in quell’occasione, impresse per sempre nella sua memoria eidetica. [Recitazione] ...bhè, mi rallegro molto che si sia potuto liberare dal giogo del comando, salendo alla nomina di Mizukage. Disse infine abbassando le mani.

    Era curioso che un altro ninja non di Oto si ritrovasse proprio in quel momento in quell’abitazione. Certo il Mizukage doveva avere ottimi motivi per venire a trovare il Kokage...quindi non perse tempo a chiederglielo. Avrebbe invece commentato perchè lui si trovava lì: Immagino che cerchiate il Kokage...anch'io lo cerco...direi che, in quache modo, sono stato chiamato...tuttavia l'intera abitazione sembra disabitata da anni...non le sembra strano? Penso che qualcosa di innaturale stia accadendo in questo luogo...ma ancora non ho capito cosa.. , Shunsui era certo che qualche tecnica fosse all'opera in quelle stanze. La sua conoscenza delle tecniche legate all'immortalità gli diceva che qualcosa di analogo era in corso. Doveva solo capire cosa. Ad ogni modo, ho seguito le orme nella polvere fino a questo studio ed a questi libri...vedete? Mostrò il libro dalla pagina rimossa.Il contenuto è stato rimosso. Questo capitolo sembra parlare di Orochimaru e della sua abitudine di parlare al contrario...lei ne sa qualcosa? Io non ne ero al corrente, nè sono sicuro di come e se questo dettaglio sia collegato a quanto succede qui...

    Il jonin avrebbe lasciato che Kensei consultasse a sua volta i libri, mentre continuava ad ispezionare la stanza. Le tracce a terra continuavano oltre la sua visuale e, apparte l'orologio, sembravano essere l'unica traccia che avevano. Forse possiamo continuare la ricerca insieme, venerabile Mizukage. Non ho visto dove portano queste orme, forse scopriremo qualcosa in più seguendole? Inoltre non riesco ad identificare la direzione da cui arriva questo ticchettio...lei ci riesce? E se fossimo finiti in un genjutsu? Shunsui non era un sensitivo e quindi non poteva capire se il suo sistema circolatorio del chakra era stato compromesso, ma forse Kensei poteva. Tentare il rilascio poteva essere una soluzione infruttuosa...o forse era il caso di tentare? Kensei forse lo avrebbe fatto.

    Shunsui preferiva tentare un'altra strada. Aveva capito che un'arte di estensione artificiale della vita era in atto...e forse c'era anche qualcuno che stava esercitando quella pratica. Proviamo ad indagare un po'.... avrebbe sussurrato, così da avvertire il suo suscettibile commilitone di quello che stava per fare. [Tecnica]Percezione Immortale
    Villaggio: Hayate
    Posizioni Magiche: Tigre, Ariete, Cavallo, Cinghiale, Ariete, Drago (6)
    L'utilizzatore può percepire la posizione esatta di creature che non possiedono una vita naturale entro 30 metri. Richiede un round di concentrazione. Se posseduto Sesto Senso, il raggio sarà invece quello garantito dalla specializzazione Sensitivo.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo:
    (Consumo: MedioBasso)
    [Da genin in su]
    Attivando la tecnica, fu come se un radar iniziò a ronzargli nella testa, indicandogli la presenza e la posizione di esseri dalla vita innaturale. Certamente cercava il fautore dell'artificio nel quale erano finiti, ma quello che trovò fu piuttosto interessante: la presenza del Mizukage faceva suonare un campanello di allarme nella sua testa. In realtà, l'inidicazione che la tecnica gli diede non era chiara e decisa come avrebbe dovuto essere. Chiaramente il Mizukae doveva avere un'abilità che gli donava una vita particolarmente refrattaria ad essere estirpata, ma non doveva essere attiva. Molto interessante ad ogni modo.

    Se la tecnica avesse mostrato altre presenza innaturali, allora Shunsui avrebbe comunicato la nuova pista al Mizukage. Mmm percepisco qualcuno. Vogliamo andare?

    Altrimenti avrebbe proposto di continuare a seguire le orme fino ad arrivare al grande dipinto. Visto che le orme arrivavano fin lì, senza proseguire oltre, era probabile che ci fosse una porta segreta...e forse qualche trappola. Shunsui era une sperto in materia, ed avrebbe cercato di trovarne le tracce. Se non avesse trovato nulla, si sarebbe rivolto al Mizukage. Forse dovrebbe andare avanti, Mizukage-sama. Come vede non ho armi con me, e la vostra armatura sembra abbastanza resistente da sopportare qualsiasi cosa troveremo dall'altra parte...senza dubbio più resistente della mia nuda pelle, non trova?




     
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    Intrusi


    I




    L'impaziente Consigliera del Suono camminava avanti e indietro da più di due ore. Se ne stava ben distante dall'entrata di Villa Mikawa, ma non a sufficienza per non vederla in lontananza. Attendeva impaziente, scrutando la zona come un falco, attenta ad ogni minimo movimento. Eppure glielo dico da due giorni, gli ho riempito l'ufficio di biglietti, non può essersene dimenticato! Febh, la vittima in questione, aveva probabilmente deciso di ignorare gli avvisi della Vipera, lasciando che se la sbrigasse da sola. Dopotutto non era mai stato interessato ad alcuna delle questioni politiche, ed era probabile che l'avviso della donna venisse preso come un giorno di ferie pagato. Hebiko però detestava l'idea di infilarsi in quel luogo completamente da sola. Vedeva il Mikawa come un Orochimaru più grezzo, pronto a manipolare chiunque gli bloccasse la strada con la forza. Aveva già dimostrato a tutti gli otesi durante la riunione che era in grado di prenderli e giocare con loro nel migliore dei modi che credeva, dopotutto la rossa ne portava ancora i segni, coperti da una morbida stoffa bianca.

    Le sue paranoie crescenti la stavano spingendo ad una soluzione temporanea. Potrei sempre avvisarli che domani avranno visite... Sì, non è male. Però così sanno che dobbiamo andare lì, e di sicuro si preparerà un discorso, o una scusa. Voglio coglierlo sul fatto, per quanto sia possibile. Hebiko aveva tutta l'intenzione di dare un ultimatum al Mikawa. Da quando era Kage, la sua presenza non era diversa da quella dell'ex capo villaggio, nel periodo in cui era morto. Eppure Diogene riusciva ad essere peggio: non solo era assente, restava comunque una pericolosa minaccia per l'equilibrio di Oto stessa. Per quanto sostenesse di voler proteggere quel paese, le sue idee lo mettevano fin troppo a rischio. Una singola famiglia non era sufficiente per reggere la potenza di altri villaggi, e nemmeno lui sarebbe riuscito a rovesciare Kumo se non avesse avuto il pieno appoggio di tutto il villaggio. Appoggio che nè Hebiko, nè Febh sembravano pronti a dare. Hmm... E' così prevedibile immaginare cosa vogliamo da lui? Forse se l'appuntamento fosse a nome di Febh potrebbe abbassare la guardia...

    Mentre era intenta a ragionare sul metodo migliore per poterne dire quattro al colosso di sangue, notò un ospite inaspettato. Da così lontano non era semplice riconoscere qualcuno, ma Shunsui non stava facendo nulla per nascondere la sua immagine. Huh... Non era insolito che ci fossero ospiti alla Villa, tantomeno di altri villaggi. Eppure, dopo un discreto intervallo di tempo, ne sarebbe arrivato un altro, circondato da uno stormo di pipistrelli. Assottigliò lo sguardo, incapace però di riconoscere la seconda figura. La cosa iniziava a diventare più sospetta. Senza parlare del terzo individuo, che sembrava stesse pedinando il precedente. Ma che diavolo... Detestava il Mikawa. Detestava che fosse Kage. E aveva diversi dubbi sulla sua reale lealtà otese, che vedeva di più come un volersi appropriare di un intero villaggio. Ma, quando si avvicinò alla Villa, notandola in rovina, scattò un diverso istinto. IlMikawa era sì un problema, ma allo stesso tempo una risorsa fondamentale. E la Vipera non avrebbe permesso a nessuno di indebolire il suo villaggio.

    Entrò con cautela, osservando la desolazione di quel posto. Sembrava che da un giorno all'altro la villa fosse invecchiata di decenni. Tutto era polveroso e marcio, e gli unici rumori provenivano dai tre intrusi adocchiati poco prima. Abbassò lo sguardo sul pavimento, cercando di capire se i loro passi avevano lasciato impronte. Avrebbe passato la mano su una superfice, valutando la stessa cosa. Non era possibile che la villa fosse realmente in quelle condizioni. Doveva trattarsi di un'illusione, o un trucco. Avrebbe richiamato AodaAoda [Evocazioni]

    Creatura
    Speciale: Speciale: un serpente blu lungo tre metri proveniente dalla stirpe dei servitori di Sasuke, con ottime abilità percettive. Può accedere alla competenza Serpi cacciatrici.
    (Energia verde: Vitalità 6 leggere | Riserva 6 bassi | Unità: 3)
    [Da genin in su]

    Percezione (Base)
    Maestria: L'utilizzatore ottiene +3 alla Percezione.
    [Da genin in su]

    Voci striscianti
    Maestria: La percezione aumenta di 6 punti quando l'utilizzatore tocca il terreno.
    [Da chunin in su]

    Veleno debilitante (5) [Veleno]
    La somministrazione di 1 dose causa un malus di una statistica primaria scelta di 3 tacche per 2 round. La vittima, se somministrate ulteriori 2 dosi entro 2 round dalla prima somministrazione, sarà Debilitata (DnT Medio). Dopo 2 round dalla prima somministrazione, la vittima è Spossata (DnT Leggero).
    Tipo: Supporto - Variabile
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 0 | Durezza: 0)
    [Da chunin in su]

    Assalto del predatore
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna ()
    Se percepito l'avversario, l'utilizzatore può annullare la distanza tra i due con un unico slot azione. Forza e Velocità per questo slot aumentano di +6 ognuno, ignorando protezioni con durezza inferiore a 3.
    Tipo: Taijutsu -
    Sottotipo:
    (Consumo: MedioAlto)
    [Da jonin in su]

    Serpi Cacciatrici [Evocazioni]

    Olfatto sviluppato
    Abile: L'utilizzatore ottiene un bonus extra +9 alla Percezione entro 9 metri da sé; non cumulabile con altri sensi perfetti.
    [Da genin in su]

    Veleno debilitante [Veleno]
    L'utilizzatore tramite il morso può iniettare dosi di veleno. La somministrazione di 1 dose causa un malus di una statistica primaria a scelta di 2 tacche per 2 round. La vittima, se somministrate ulteriori 2 dosi entro 2 round dalla prima somministrazione, sarà Spossata (DnT Leggero).
    Tipo: Supporto - Variabile
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 0 | Durezza: 0)
    [Da genin in su]

    Vista Calorifica
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il calore di corpi e oggetti in un cono visivo di 120° fino a 6 metri per grado. Può vedere oltre le pareti a discrezione del QM.
    [Da chunin in su]

    Nebbia Velenosa - Biransei no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (8)
    L'utilizzatore può emettere una nuvola di gas tossico di raggio pari a 6 metri frontalmente rispetto a sé. Il veleno ha le proprietà di un veleno di lista almeno parigrado l'utilizzatore, di un veleno personale posseduto o di un veleno presente nel proprio organismo. A chiunque entri in contatto con la nube verranno somministrate 4 dosi di veleno scelto.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou -
    Sottotipo:
    (Consumo: Medio)
    [Da chunin in su]

    Movimenti sinuosi
    Maestria: L'utilizzatore guadagna +4 in Velocità in ambienti intricati o molto stretti.
    [Da jonin in su]
    , lasciandolo libero. [TB] Sussurrando, gli avrebbe dato un semplice ordine: Resta nei paraggi. Dubito sarà necesssario, ma sta pronto a fuggire e far scattare l'allarme. Lasciando che restasse nell'ombra, non avrebbe ritardato ulteriormente il suo arrivo.

    A testa alta, sarebbe entrata nella stanza con i presenti, giudicandoli con sguardo severo. Voglio sperare che uno di voi abbia una buona spiegazione per la sua presenza... E per le condizioni dell'edificio del Kokage. Li osservava, consapevole di avere il controllo in quella situazione.Anche tu, Etsuko. Non le era chiaro perchè stesse cercando di spiare il suo stesso kage, ma non era affar suo. Nonostante fosse solo una genin, aveva sicuramente più controllo di tre stranieri "invasori". Cosa potevano saperne loro di quanti e quali trucchetti avesse a disposizione per far scattare l'allarme e richiamare tutto il villaggio contro di loro? Senza considerare che, pur avendo sempre mantenuto le distanze da quel luogo, conosceva benissimo gli esterni della Villa, e per lei sarebbe stato molto più semplice fuggire e far perdere le tracce, richiamando così delle guardie a supporto. Non credeva nemmeno che sarebbe stato necessario chiamare nessuno: dopotutto aveva visto tutti e tre entrare, e dal loro sguardo poteva intuire che loro stessi non avevano idea di cosa stesse accadendo. Ma non si sarebbe certo mostrata debole, non certo nel suo villaggio. Qualsiasi straniero doveva essere consapevole di una cosa soltanto: non aveva potere ad Oto. E se anche fosse riuscito a sconfiggere un singolo otese, il resto del villaggio non lo avrebbe lasciato scappare vivo.



    Se le fosse stata spiegata la situazione, si sarebbe mostrata più calma. Si fa per dire, dato che, se avevano ragione, il Kokage era scomparso, ma stavolta insieme al suo personalissimo esercito e lasciando delle macerie alle sue spalle. Hmph. Le coincidenze sono sempre molto sospette... Ma avete il mio benestare. Vi credo. E con me, vi crederà anche il resto di Oto. Mi dispiace darvi il benvenuto in... una situazione simile. Come collaboratori dell'Accademia, dato che siete presenti, mi vedo costretta a chiedere il vostro aiuto per risolvere questa scomoda faccenda. Il villaggio vi sarà sicuramente riconoscente. Racchiuse elegantemente le mani nelle candide maniche, richiamando a sè la sua creatura, che fece avvolgere al braccio. Shunsui, come lei, sembrava aver dubbi su un eventuale genjutsu. Ah, una delle mie serpi potrebbe aiutarci, ma non è in ottime condizioni ultimamente... Avete trovato qualcosa che possa suggerire che tutto questo è un mero trucco? Purtroppo non era un granchè con le illusioni, erano il suo punto debole, non poteva che affidarsi a qualcuno di più esperto. Il suo atteggiamento era cambiato, nonostante apparisse comunque fredda e distaccata, se avessero risposto in modo pacifico si sarebbe mostrata estremamente disponibile. Per quanto lo odiasse, aveva tutta l'intenzione di recuperare il suo Kage.
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    La Parola Data


    Prologo


    Atto II
    Errori mnemonici



    Era da un'infinità di tempo che non commettevo quel tipo di errore. Kensei. Un'eternità. Kensei. Non dimenticavo qualcosa da anni. Certo, non fu colpa mia quella volta. Kensei. Non ricordavo perché non potevo ricordare. C'era stato l'intervento di qualcosa d'esterno, c'era stata un'infrazione. Ero stato violato. Kensei. E mentre la mano continuava a cercare la Yakusoku ed il mio sguardo continuava a fissare quell'estraneo, una voce nel fondo della mia testa non smetteva di chiamarmi: Kensei. Dovevo ascoltarla ma avevo altro da sentirea al momento. Shunsui Abara, jonin di Suna...Mizukage-sama. Probabilemente non si ricorda di me...ma le nostre strade si sono già incrociate. Mi riferisco alla riunione tra La Zanna, gli Accademici, La tregua e gli Hayate che si è tenuto all’Abete...io sedevo con i miei compagi Sunesi... Avevo ricordi confusi e discordi, lontani e fastidiosi. Mi era difficile focalizzare i volti, le foci, i suoni, i presenti. ...e ricordo perfettamente uno dei suoi interventi durante la missione quando, con tono carico di odio, avete detto: Io rendo conto delle mie azioni soltanto al Mizukage di Kiri, Akira Hozuki. E lo sai bene... Bhè, mi rallegro molto che si sia potuto liberare dal giogo del comando, salendo alla nomina di Mizukage. La mano a quel punto, lentamente, si abbassò, allontanandosi dalla Yakusoku. Kensei. Non sta mentendo. La voce che sentivo lontano adesso era più chiara e presente: era la Promessa stessa. Sì, mi ricordo di te, Shunsui Abara. Dissi, mentre la Yakusoku mi bisbigliava all'orecchio della mia mente quanto era accaduto. Complimenti per le tue capacità imitative: replicare la distorsione che il mio Elmo dà alla mia voce non è cosa da poco. Feci un piccolo cenno con la testa di rispetto. Mi dispiace non averla riconosciuta immediatamente ma... c'è qualcosa in questo luogo che mi deconcentra e mi turba. Mi voltai a destra ed a sinistra ad osservare l'ambiente. Immagino che cerchiate il Kokage...anch'io lo cerco...direi che, in quache modo, sono stato chiamato...tuttavia l'intera abitazione sembra disabitata da anni...non le sembra strano? Penso che qualcosa di innaturale stia accadendo in questo luogo...ma ancora non ho capito cosa.. Disse Shunsui mentre ancora la Yakusoku stava sussurrandomi eventi. Ero convinto di essere giunto qua per una ragione specifica. Avevo cose da sbrigare ma, adesso, mi sembra evidente che non sia più il tempo consono ad esse. Ma, proprio come hai evidenziato, credo che qui ci sia qualcosa da indagare. La discussione si portò poi rapidamente su ciò che stava facendo il jonin di Suna. Non sembrava stesse nascondendo qualcosa ed il suo collaborare spontaneo sembrava effettivamente frutto di un interesse esclusivo nel risolvere la faccenda. Ho seguito le orme nella polvere fino a questo studio ed a questi libri...vedete? Il contenuto è stato rimosso. Questo capitolo sembra parlare di Orochimaru e della sua abitudine di parlare al contrario...lei ne sa qualcosa? Io non ne ero al corrente, nè sono sicuro di come e se questo dettaglio sia collegato a quanto succede qui... Presi il libro che mi stava porgendo ed iniziai ad osservarlo in dettaglio sia nelle pagine esterne che nelle pagine interne fino ad andare alla pagina che Shunsui mi aveva indicato mancare. Avrei cercato di osservare il numero della pagina mancante e di capire dal contesto di quello che si diceva nella pagina immediatamente precedente ed in quelle successive quale fosse l'argomento esatto ed il punto dell'informazione ricevuta, ovvero del fatto che il Nidaime Kokage fosse solito parlare al contrario. Uhm... Sì, sapevo della cosa ma... non capisco. Effettivamente non sapevamo a cosa poteva effettivamente riferirsi quel testo, quindi dovevamo indagare ulteriormente. Non credo ci sia utile questa sola informazione. Teniamola comunque bene a mente. E, così dicendo, se le informazioni del libro fossero state in qualche modo utili, mi sarei inciso un dito con la mano metallica ed avrei inserito la goccia di sangue fuoriuscente in un filatterio. Avrei poi letto le pagine del libro mentre scrivevo i miei ricordi sul sangue. [Abilità]Arte della Creazione Cremisi
    Arte: L'utilizzatore è in grado di immagazzinare una quantità di sangue proprio od altrui pari ad una Leggera di Vitalità. Il contenitore prende il nome di filatterio e può registrare informazioni o ricordi relativi al proprietario del sangue. Non c'è limite alla quantità di informazioni; possono essere aggiornate liberamente. Solo l'utilizzatore può leggere il filatterio. Registrare od aggiornare le informazioni richiede uno slot Istantaneo.(Consumo: ¼ Basso)
    [Da genin in su]
    Avrei poi nascosto l'ampolla dentro la tasca interna dell'armatura. Forse possiamo continuare la ricerca insieme, venerabile Mizukage. Non ho visto dove portano queste orme, forse scopriremo qualcosa in più seguendole? Inoltre non riesco ad identificare la direzione da cui arriva questo ticchettio...lei ci riesce? E se fossimo finiti in un genjutsu? Pronunciò Shunsui a quel punto, dopo che ebbi compiuto il mio rituale ematico. Possiamo. Dissi dapprima, sempre con gli occhi puntati sull'ambiente. Ma non so dirti niente su questo tickettio, purtroppo. La sua insistenza sembra suggerirci la mancanza di tempo, sembra quasi spronarci. Purtroppo non ho la certezza riguardo il fatto che si sia un un genjutsu, quindi tentare un rilascio pare inutile. Da quel che so, comunque, questa villa non era certo abbandonata, quindi qualcuno sta giocando con le nostre percezioni. Deve essere molto bravo per ricoprire un'area così vasta e complessa. Poco dopo la mia esternazione, sentii dei passi alle mie spalle. Alzai la mano, come a voler interrompere qualsiasi discorso il sunese stesse per intraprendere. La mano andò nuovamente verso la Yakusoku che pendeva al fianco. Un'esile kunoichi apparve, con aria tronfia e piena di sé, pronta a strigliare i presenti. Voglio sperare che uno di voi abbia una buona spiegazione per la sua presenza... E per le condizioni dell'edificio del Kokage. L'Elmo fissò inespressivo e severo l'altezzosa ragazza. Prima che potessi rispondergli, tuttavia, venni spiazzato. Anche tu, Etsuko. Che cosa ci faceva il Chunin Akuma lì? E perché si stava nascondendo. L'elmo passò dal fissare la ragazza al fissare il kiriano. Sempre con lo sguardo sul possessore degli occhi demoniaci mi sarei rivolto a colei che non ebbe neanche la gentilezza di presentarsi. Il mio nome è Kensei Hito. Sono il Mizukage di Kiri. Questo bastava ed avanzava per giustificare qualsiasi mia presenza nella casa del Kokage. Portai un istante lo sguardo sulla Kunoichi. Lei, piuttosto. Chi è? Spero che la carica che anteporrà al suo nome possa giustificare l'arroganza che dimostra. Lasciai che anche gli altri parlassero, poi tornai su Etsuko. Io e Shunsui crediamo che possa esserci una qualche forma di Genjutsu in atto che ci sta privando della corretta visione del mondo. Cosa mi puoi dire al riguardo, Etsuko? Avevo approfondita conoscenza del suo clan, sapevo piuttosto bene quali fossero le sue capacità. [Note]Non sapevo bene ruolare Hebiko che reagisce alle ancora ignote infu su Shunsui e Etsuko, quindi magari correggerò il tiro, se qualcosa fosse non chiarissimo, al prossimo post. Una volta risolti i nostri dubbi, avrei avanzato una proposta: Continuerei a seguire le tracce. Starò io in cima al gruppo. Credo, osservandovi, di essere quello più indicato nell'incassare o attutire eventuali assalti. Lasciate che faccia da esca. C'era un certo tono sadico in quell'ultima frase. Tu, Etsuko, stammi immediatamente vicino. Aggiunsi poi, convinto che il ragazzo avesse qualcosa da spiegarmi. Ma non era quello il momento.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Arto Artificiale Kiriano Avanzato × 2
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 2
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note
    .


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku




     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    villa Mikawa


    Sgamato



    non fu difficile seguire il kage all’interno della villa, tra corridoi e stanze che sembravano disabitate da tempo. Eppure vi era qualcosa di irreale lì, non sapevo di chi fosse quell’abitazione, chi Kensei avrebbe dovuto incontrare e probabilmente non mi sarebbe dovuto interessare, eppure l’avevo fatto. mi ero introdotto e stavo ascoltando, non troppo distante, una conversazione tra ninja.
    Cosa? Questa è la residenza del Kokage? Aveva sentito poco tempo prima che il Mikawa che anni a dietro aveva incontrato sulle tribune di uno dei tornei più memorabili dell’epoca, era diventato il massimo rappresentante di Oto. La notizia non l’aveva meravigliato, in primis per le doti del colosso che a muscoli e potere già all’epoca aveva dato spettacolo, seconde solo all’ego smisurato e all’arte provocatoria. Non erano infatti anche quelle peculiarità del suono? “fatto il misfatto” avrebbe detto qualcuno.
    Son contento per te Mikawa… avrebbe pensato, ricordando i momenti di tensione sugli spalti e le parole taglienti che erano volate tra i due, uno scontro verbale che aveva distolto gli spettatori a quello fisico concomitante nell’arena. Ma il colosso gli piaceva e ricordava pure la proposta che tempo addietro aveva declinato. Una scusa in più per giustificare la sua presenza lì.

    Si ridestò dai quei pensieri non appena udita una voce famigliare, Hebiko, l’indomita consigliera del suono… che stupido che ero stato, per curarmi delle prede, non mi ero preoccupato io stesso di divenire preda. Avevo tralasciato di utilizzare il chakra e le mie abilità da sensitivo per non essere in qualche modo individuato e adesso quella ragazzina, come spesso faceva a dir la verità, stava rovinando tutto. .Anche tu, Etsuko. ecco… perfetto! Come poteva immaginare non si era smentita.
    Sarebbe così apparso il kiriano, lasciando la posizione nascosta dal quale fungeva da spettatore.



    Hebiko… Mizukage, avrebbe rivolto un gesto di riverenza “forzato” chinando impercettibilmente il capo, Shunsui Abara ,chiamando per nome il terzo

     sono Etsuko Akuma, piacere di conoscerla. Avrebbe poi atteso che si consumassero i convenevoli in quella stanza. Dalla presentazione della consigliera del suono, alle motivazioni sottratte di Kensei sulla sua presenza lì e qualora fossero arrivate, anche a quelle di Shunsui… intanto il chunin OSSERVAVA. La sua vista vitale avrebbe scansionato l’intera abitazione per un raggio di 300m. chiunque l’avesse osservato bene avrebbe notato una evidente discromia oculare. Avrebbe inoltre cercato d’individuare alterazioni dovute a Genjutsu o Fuuinjutsu, valutando il proprio e altrui normale flusso di chakra. Così non appena il kage gli chiese parere…
    Sono già all’opera Mizukage, solo qualche secondo. Avrebbe inoltre utilizzato il suo sesto senso e percezione del chakra, per individuare qualsiasi forma di chakra presente e analizzarne colore e caratteristiche. Doveva raccogliere informazioni, di nemici o amici.
    Dopo aver appreso tutto ciò che gl’interessava e aver detto ai suoi compagni di missione quello che aveva ritenuto utile che loro sapessero, avrebbe accolto la strategia del Kage che obbiettivamente era la più sensata. 

    Come preferisce Mizukage sama.

    E si sarebbe accostato a lui nella ricerca in villa Mikawa


     
    .
391 replies since 2/11/2007, 23:19   12141 views
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