Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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    " Luis! Ma che piacere...dimmi allora, cosa fa il Mikawa? Si trova alla Rosa?"

    Il ragazzo ha catturato la mia attenzione. Luis è stato colui che mi ha fatto fare quel passo di qualità nel controllo del sangue...utilizzo tuttora le tecniche e le abilità da lui tramandatemi. Geniali applicazioni del nostro innato talento di manipolazione sanguigna...roba complessa, ignota ai più.
    In effetti potrei andare a trovare uno di questi mesi i miei cugini della Rosa...magari non appena si calmano le acque qui nei territori accademici.

    " Ragazzo, tu invece chi sei? Non ti ho mai visto al villaggio e tengo sempre d'occhio i cuccioli del suono alla ricerca di ninja promettenti. "

     
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    -Luis! Ma che piacere...dimmi allora, cosa fa il Mikawa? Si trova alla Rosa?-

    Sogghignai portando una mano a grattarmi la nuca. Evidentemente non ero l'unico a conoscerlo e non poter dire di sapere cosa facesse o pensasse, ma dovevo una risposta all'uomo e non avevo voglia di prolungare troppo quella sterile discussione.

    "Il cosa faccia e dove son purtroppo due informazioni che trova fastidiosamente divertente tenere celate ai più, quindi non sono in grado di dirle nulla di più dell'impressione che mi ha dato l'ultima volta che ci siamo visti, qui ad Oto."

    Appariva interessato il Mikawa ora che conosceva il motivo della mia presenza, piacevolmente interessato all'idea di Luis per quanto mi fosse concesso di capire dalla sua espressione.

    -Ragazzo, tu invece chi sei? Non ti ho mai visto al villaggio e tengo sempre d'occhio i cuccioli del suono alla ricerca di ninja promettenti.-

    °Sbagli a scegliere i tuoi fornitori Colosso°

    Lo sguardo sereno era fisso nelle iridi del gigante cercando di coglierne i pensieri.

    "Il mio nome è Adam, signore. Sono cresciuto sotto l'ala pr... otettiva" indugiò considerando tremendamente falso quell'aggettivo "del vostro consanguineo e forse per precauzione son stato tenuto ben distante dai cuccioli che scorazzano ad Oto, dicono siano soggetti alle attenzioni di strani personaggi."

    Distesi il volto in un sorriso divertito dalla mia stessa battuta, considerando invece in quali mani fossi stato messo grazie a quel comportamento. Pensando a Luis, vedendo questo suo cugino, m'interessava capire che tipo fosse il mio sensei e forse, grazie al Mikawa, mi ci sarei potuto avvicinare un passo di più. Il pensiero occupò d'un tratto tutta la mia attenzione.

    "Potrei sembrare sgarbato, ma la curiosità di capire in che modo siate legati Lei ed il mio maestro mi spinge a chiederglielo. Avrebbe la pazienza di soddisfare questo mio piccolo interesse?"
     
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    " Non pensare che ne sappia più di te riguardo il tuo sensei. Ci siamo incointrati in due tre occasioni in una delle quali mi ha profondamente istruito alle sue innovazioni relative le abilità del nostro clan. Penso che il nostro "legame" sia più basato su una stima di combattenti appartenenti allo stesso clan che su un sentimento di amicizia...direi rispetto e forse, dico forse senso di protezione da parte sua che è sempre stato sopra tutti nelle abilità Mikawa ad Oto; il fatto stesso che mi abbia tramadato le sue pecluliarità da peso a questa ipotesi. Per il resto credo sia un tipo molto ermetico...ma sono soltanto dei miei pensieri, non credo di conoscerlo abbastanza per giudicarlo..."

     
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    Sorpreso, deluso o compiaciuto... non capivo in effetti come mi sarei dovuto sentire dopo quelle rivelazioni. Le magre aspettative di saperne qualcosa di più si dissolsero in un attimo, oppure mi venne dato modo di capire che, in conclusione, c'era ben poco da scoprire sul suo conto. Il sensei era così, punto e basta.
    Feci spallucce, sospirando.

    "Sembra che mi debba convincere a credere che non ci sia nulla di più di quello che già conosco di lui allora."

    Sorrisi, piegandomi in un lieve inchino.

    "Come promesso non le farò perdere altro tempo. La ringrazio della cortesia."

    A meno di esser trattenuto per una qualche altra ragione, mi sarei congedato, ripercorrendo a ritroso la strada che mi aveva condotto dal Mikawa. Ero provato dal tour forzato per le vie di Oto e le gambe, come la testa immersa in troppi pensieri e situazioni, reclamavano riposo.
     
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    Certamente un ragazzo da tenere sott'occhio...

     
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    [ai tempi dell'incidente...]

    DLIN DLON

    Ovviamente io ero giù in palestra quindi non potei sentire il campanello. Nessuno non mi veniva a trovare da anni; la posta arrivava tramite i falci del villaggi e le uniche persone cui permetto di entrare senza invito a casa mia sanno dove trovarmi. Continuai nei miei allenamenti fino a tarda serata...

    Quella sera non avrei potuto trascorrere e la nottata nella palestra, attrezzata da tempo per trascorrervi anche mesi, in quanto mi attendeva un impegno non trascurabile. Non mi accorsi di essere già largamente fuori tempo quindi non ebbi il tempo di tirare i capelli nella consueta capigliatura di sempre. Uscii di casa senza chiudere la porta e andai troppo di fretta per notare una cosa così piccola...

    [...due ore dopo]

    " Oh merda! Questa volta ci stavo per rimettere davvero la pellaccia HAHAHAHA Oooo"

    E mi accasciai a terra con la schiena contro un albero. Oramai ero arrivato a casa, a nemmeno novecento metri dalla residenza. Era l'alba e pioveva maledettamente. Il corpo era cosparso da numerose ferite, probabilmente se non avessi mantenuto attivo il controllo sarei morto dissanguato in nemmeno due ore. Il luogo dove avevo intenzione di costruire il mio covo segreto sorgeva proprio al centro della "casa" di un branco di Baltoh giganti; possenti belve quelle, peccato che siano dovute morire. Assorto nei miei pensieri e nella mia stanchezza non mi ero accorto della presenza di un intruso. La pioggia copriva i suoi passi estremamente ovattati, l'odore del sangue puzzolente di quelle belve che ricopriva il mio corpo copriva perfettamente il suo, i suoi spostamenti non procuravano uno spostamento d'aria rilevabile ai miei sviluppati sensi tattili. Arrivò quasi alla mia lama quando per puro caso aprii gli stanchi occhi...

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    " Ma che diav..."

    Una bambina. Troppe furono le domande che pervasero la mie mente in quel momento ma nonostante la situazione di frenesia psicologica rimasi immobile per osservare le sue azioni. Nonostante gattonasse si muoveva con una grazie ad una agilità non propria della maggior parte dei neo-genin di questa assurda terra. Avrei percepito un ninja alle prime armi anche morente, figuriamoci in quella condizioni, eppure Lei era sfuggita ai miei sensi. Fissava intensamente la mia spada, sporca di sangue com'era. La mossi leggermente per vedere se avrebbe seguito con gli occhi lo spostamento. Non perse l'affilata punta per un attimo nonostante ad un secondo tentativo avessi scostato la lama con una velocità impercettibile se non tramite addestramenti da shinobi.
    Ero affascinato da Lei. Non poteva avere più di quattro anni.


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    Quando alzi la spada in alto, curioso di vedere la sua reazione, Lei mi fisso a lungo. Non aveva paura di me nonostante la recentissima mutazione avvenuta a seguito dell'incidente in laboratorio. Passarono due minuti così quando, perse le speranze di recuperare la spada, Lei si accosto alla mia gamba e, attorcigliatasi intorno al mantello, vi si appoggiò e chiuse gli occhi...Un brivido pervase l'intera mia schiena.

    [...un anno dopo...]

    Oramai la mia vita era stata condizionata. Avevo deciso di prendermi cura della bambina; certo non io materialmente (troppo inetto e occupato per gestire una cosa del genere). Infatti avevo ingaggiato una domestica in villaggio, le avevo affidato l'ala est della villa Mikawa e una generosa somma di denaro per provvedere al vivere suo e della bambina.
    Ma cosa mi stava accadendo? Perchè stavo facendo questo? Troppo difficile da spiegare a parole. Ciò che accadde quella mattina mi scombussolò totalmente: ero misticamente legato a quel piccolo corpo pieno di potenzialità.
    Il tempo passava e lei cresceva a vista d'occhio. Da quando lasciai Suna era la prima volta che provavo affetto per una persona. Lei mi chiamava papà e io non riuscii ad ingannarla con false prediche sul non considerarmi come tale. Era estremamente intelligente. Mai seppi come fosse riuscita ad arrivare da me né indagai sulla sua storia, anche perché Lei non ricordava assolutamente nulla del suo passato.
    Naturalmente non passò molto tempo prima di verificare concretamente quello che al primo incontro mi sembrò così lampante: Lei era un autentico genio dell'arte ninja. Senza alcuna preparazione ninja era in grado di eseguire e andare oltre le canoniche azioni che si richiedono ad un genin. Sotto il punto di vista atletico era in grado di eseguire i più complessi atti motori e era in grado di generare una forza esplosiva tale da disintegrare spesse lastre di roccia. Spiccata in Lei era sopra ogni cosa la fase offensiva: velocità e forza erano i suoi campi prediletti. Dal punto di vista psicologico era inflessibile e rigorosa, in grado di risolvere complessi problemi e trovare difficili algoritmi. Come una spugna apprendeva qualunque cosa io dicessi e, per tanto, non indugiai ad iniziarla al mio mondo, al mondo degli shinobi.

    [...oggi...]

    Ma perchè sono così ansioso? Dopotutto non devo dire per forza che è mia figlia, no? Korazu sicuro farà delle domande...Sotto il punto di vista burocratico sono riuscito a farla inserire sottobanco, portandomi a letto l’impiegata della Vipera, nell’albo dei ninja otesi con il nome di Yachiru Kusajishi Mikawa. Certo se qualcuno avesse indagato accuratamente avrebbe riscontrato alcune anomalie nella sua documentazione, ma per il momento tale identità sarebbe andata più che bene.
    Quando esco dalla porta Lei è già sul ramo più grosso di uno degli alberi limitrofi l'ingresso.

    " Giorno papi! Andiamo? "

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    Speriamo vada tutto bene.

     
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  7. Shinken Takatsui
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    Appena uscito dalle stanze dell'amministrazione del villaggio, lo shinobi si avviò verso la Villa Mikawa. L'imponente reggia si ergeva a nord-est del villaggio del villaggio del Suono ed era facilmente riconoscibile dalla magnificenza architettonica della struttura. Shinken doveva compiere un ultimo passo prima di lasciare completamente il villaggio: doveva parlare con il capoclan dei manipolatori del sangue. Un tempo ormai passato colui che possedeva le redini dell'intero casato era uno shinobi proveniente direttamente dal paese della Rosa d'Acciacio, un uomo misterioso ed assai potente ma ora, dopo tutti quei cambiamenti, anche al clan era toccata una svecchiata decisiva. Diogene Mikawa, forse lo shinobi più potente di tutto il villaggio, comandava su uno dei clan più forti del mondo ninja. Shinken aveva la necessità di parlare proprio con lui e, probabilmente, quello era il posto migliore dove cercarlo.

    Appena arrivò davanti al portone principale però, dopo una rapida occhiata alla struttura, si rese conto che quel cambiamento non era di certo stato in positivo; la fama del capoclan era nota ai più, ma la decadenza del clan era sconosciuta praticamente a tutti. La villa era quasi abbandonata e, in giro, non v'era ombra di altri appartenenti al clan. Lo shinobi si addentrò nella struttura, scostando leggermente il cancello principale, e si mise alla ricerca del Mikawa. Mentre compieva i passi necessari per arrivare davanti al portone principale, sicuro di esser stato già individuato, i ricordi del vecchio compagno Luis riaffiorarono... che annata che fu quella; molti clan della Rosa d'acciaio si stabilirono nel continente dopo che Ayato aveva stabilito un contatto ed un'alleanza con essi che, dividendosi, andarono a rafforzare i vari villaggi ninja. Ai Mikawa era toccata Oto, i Tokugawa Kiri ed ai restanti Suna e Konoha.

    - Diogene Mikawa. Sono qui per parlarti. - Espresse a tono alto Shinken, attendendo davanti alla soglia del castello, per farsi meglio udire. Il suo kimono bruno lo copriva interamente ed i suoi lineamenti erano coperti da un Sakki ma, nonostante l'assenza di luce e la copertura del vestiario, era certo che il compagno l'avrebbe di certo riconosciuto.
    Aspettò di essere ricevuto.



     
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    Ad aprire la porta non è la mostruosa figura del Mikawa ma una giovane ed attraente ragazza.

    " Wow, finalmente una visita. Mai nessuno viene a trovare Aloysius! Salve signore, io sono Tsubui. Prego si accomodi..."

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    Una ragazzina per modi di fare e tono di voce. Palesemente eccitata la giovane spalanca l'anta del portone e, dandoti le spalle, ti conduce nel grosso salone che dall'ingresso potevi intravedere attraverso le porte aperte. A dispetto dell'esterno, l'interno è molto ben tenuto: i mobili sono tirati a lucido, l'atmosfera è calda e vi è un buon profumino di cucinato.

    " Yachiru!? Yachiru!? Allora, signor? Posso offrirle qualcosa? Un thè freddo? E' fatto in casa...Yachiru!?"

    " Si mamma sono qui"


    Da dove era comparsa? Prima nella stanza non c'era nessuno e adesso una bambina è lì presente. Non ne hai percepito distintamente il passo, solo qualche lieve cigolio del parquet.

    " Amore vai a chiamare tuo padre..? La sua presenza è desiderata"

    " Ma si sta allenano, lo sai che si arrabbia se qualcuno lo disturba."

    " Si, ma questa volta è diverso. Guarda il coprifronte, vedi che è un ninja?"

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    Lei ti squadra per qualche istante con aria concentrata. Poi afferma con un largo sorriso:

    " Shinken Jaku Takatsui, neo Jonin di Oto, ex guardiano del portone occidentale. Sei stata la prima persona che Diogenes ha incontrato qui ad Oto...penso che questo sia sufficiente per interrompere l'addestramento. Seguimi."

    Uscite dalla stanza, sinistra, destra, destra e ancora sinistra. Dopo diversi metri percorsi vi fermate ai piedi di una imponente scalinata lignea. La zona l'ala Ovest, è completamente impolverata e maltenuta al contrario dell'ingresso ma, se rimani vigile, puoi notare come a terra non ci sia alcuna impronta se non le vostre.

    " Sei un ninja di Oto, non penso di doverti nascondere dove si allena Aloysius. Passeremo dalla porta principale."

    Salite la scalinata e percorrete il lungo corridoio fino a giungere di fronte una grossa tela raffigurante un orso grizzly dagli ogni iniettati di sangue. Un giro a destra di 30 gradi, uno a sinistra di 50 e il meccanismo segreto fa staccare la cornice mostrando la porta segreta. Scendente una stretta scalinata a chiocciola per poi arrivare difronte una gigantesca sala completamente immersa dall'oscurità. Silenzio.

    " E' necessario accendere le luci?"

    TAP TAP

    Due battiti di mano e più di 200 fiaccole rendono l'intero stanzone illuminato come se alla luce del sole.

    " Le buone maniere cara. Non prendere anche questo mio brutto vizio. Ottimo comunque - alludendo chissà a cosa -Shinken, la tua visita è inaspettata. L'ultima volta, se non sbaglio, è stato durante la quest nelle Isole a sud di Kiri. Qual buon vento ti porta nella mia dimora?"

     
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  9. Shinken Takatsui
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    La sorpresa che provocò l'ingresso in scena di una donna non trasparì dal volto di Shinken ma, collegate insieme le parole e l'apparizione di quella piccola bambina, il Jonin di oto forse fece notare alle due figure femminili una punta di curiosità; Diogene aveva messo su famiglia? Come poteva uno shinobi di tale portata compiere un tale errore? Legarsi a beni materiali ed affettivi così rischiosi come poteva essere una famiglia?

    Tuttavia, in una situazione simile, era meglio non porre alcuna domanda e, silenzioso come il suo solito, si fece scortare dalla bambina sino al luogo in cui Diogene era solito allenarsi. Le informazioni che quella piccola bambina possedeva sul suo conto erano precise quanto inquietanti; una bambina così piccola già conosceva come funzionava il mondo degli shinobi, che lo stesso Mikawa avesse svelato i segreti da lui conosciuti a tutta la famiglia? Shinken era certo che non avesse compiuto questo errore ma ammise a se stesso che quella situazione gli aveva fatto venire qualche dubbio in proposito.

    - Yachiru giusto? Ho notato che tuo padre ti ha raccontato molte cose, già ti interessi al mondo degli shinobi? -

    La sua domanda, tanto innocua quanto sufficientemente significativa, mirava a capire meglio fino a dove il Mikawa si era spinto; i segreti degli shinobi potevano valere assai di più della vita di molte persone e, per quanto Shinken non desiderava in nessun modo ledere ne Diogene ne la sua famiglia, era certo che di gente pronta a tutto, persino ad uccidere una bambina così piccola, di certo non ne mancava la presenza in un mondo come quello degli shinobi.

    Mentre avanzavano nella tenuta, passando per nuove stanze, nuovi corridoio e ingressi segreti, Shinken stava cercando ancora di comprendere come il colosso avesse potuto legarsi a delle persone tanto fragili. Quando infine arrivarono nel luogo dove il Mikawa si stava allenando, venne accolto dalla voce di Diogene.

    - Non sbagli Diogene, fu proprio quello il nostro ultimo incontro. - Mise una mano sulla spalla della piccola, con l'accuratezza con cui si accarezza un piccolo orso davanti al padre. - Devo parlarti di una faccenda piuttosto seria e, per quanto sia tua figlia, preferirei farlo in totale riservatezza. -

    Così attese di rimanere da solo con il Mikawa e poi prese parola: - Bene. E' una situazione complicata e per questo ti chiedo la tua assoluta attenzione. - Riprese dopo una piccola pausa. - Io sto per lasciare Oto. Non ho intenzione di tradire il villaggio che per tanto mi ha protetto ma, di certo, ho compreso che non c'è più spazio per me fra queste mura. Ho finalmente deciso di lasciare il villaggio entro la prossima luna piena, senza dare nell'occhio o provocare inseguimenti notturni. Come? ho chiesto un permesso per recarmi fuori dalle mura ma non ritornerò... - Cercò una reazione negli occhi del suo interlocutore. - Ho deciso così perchè sono malato; i cambiamenti che forse hai visto in me non sono solamente positivi e, per questo, ho deciso di intraprendere un viaggio per comprendere meglio cosa mi sta accadendo a me ed al mio corpo e, alla fine, curarmi. - Si spostò vicino ad una parete, poggiando la mano sopra alla fredda roccia. - La mia fedeltà verso Oto, che in maniera più concreta sarebbe verso i miei compagni, te compreso, non è affatto eguale a quella verso l'accademia, o quello che ormai ne rimane. Per gli studi che ho fatto in questo periodo ho capito quale potrebbe essere un modo per risolvere il mio problema... ma dovrò uccidere e alzare un pò di polvere qui e lì. - Guardò il Mikawa. - Tutto questo non è possibile se rimango ancora legato al villaggio... non mi scopriranno facilmente, quindi non verrò ricercato, ma non posso far correre un tale rischio a tutti voi. Capisci? -




     
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    " Sei tu la padrona di casa ora..."

    Con queste poche parole la piccola si allontana compiendo prima un piccolo inchino verso di te.

    " Non mi aspetto che tu comprenda questa mia scelta...e si, le sto insegnando tutto..."

    Palese dunque appare il fatto che sapessi sin dal principio della presenza di Shinken. Yachiru ha addosso una ricetrasmittente mediante la quale ho sentito tutta la conversazione.
    Mi dirigo dunque verso i divanetti posti in fondo allo stanzone, sorpassando a passo lento ma impercettibile sia la zona degli attrezzi che il "quadrato delle catene". Una volta comodi ascolto le parole del jonin.

    "Incredibile. Sia Jotty, che tu che il sottoscritto siamo tutti affetti da una malattia potenzialmente fatale....e di questo certo Oto non ne può giovare. Il primo l'ho già perso, forse per sempre e adesso tu mi vieni a dire di voler lasciare il Suono. Shinken sai bene che le acque sono oramai agitate, che la politica dei blocchi sta già avendo piede e che i villaggi si stanno armando...devo essere sicuro di poter contare su di te. E per questo ho anche un modo sicuro..."

    Ti appare evidente come dalle mie parole si possa intuire quella responsabilità caratteristica di un condottiero nei confronti del proprio villaggio.

    " Sto attuando un progetto, qualcosa di grosso, e voglio che tu ne faccia parte. In primis perchè sei uno dei pochi Jonin dei villaggio, in secondo luogo perchè so che sei anche un abile eliminatore di cadaveri. Ti sei mai fatto un giro, recentemente, per le terre dove prima sorgeva l'accademia? Bene, proprio in questi giorni un imponente gruppo di lavoro sta ultimando, per me, la costruzione di un imponente edificio; un obitorio per l'esattezza. E’ da tempo che ti ho designato come suo gestore.
    Al contempo è mia intenzione depredare di ogni informazione, abilità innata, cadaveri e abili eliminatori e medici i maggiori villaggi ninja, compresa la remota Ame, per inglobarli tutti nel mio progetto. Pensa: un unico obitorio per ogni terra conosciuta. Apparentemente esso avrà caratteri completamente autonomi, un ente privato, ma in realtà lavorerà per Oto, arricchendola del potere degli altri villaggi. Una fonte di informazioni inesauribile, tale da impiegare i nostri medici per anni nell'elaborazione dei dati acquisiti...Otesi con gli occhi più potenti di questa terra, in grado di manipolare le ombre, le ossa, di avere il controllo su elementi quali il legno, il ghiaccio...gli altri villaggi non potranno mai colmare questo gap!"

    Una pausa.

    “ Questo farà comodo anche alla tua ricerca per liberarti dal male che ti affligge. Di corpi ne avrai a bizzeffe. Inoltre avrai l'esclusiva sui cadaveri e le informazioni, potendone beneficiare anche in prima persona. Per la fuga dal villaggio vedrò io come fare per tenerti fuori dall’elenco dei ricercati per più tempo possibile.”

    Shinken è un ninja estreme mante intelligente, sa perfettamente che non accettare la mia proposta, essendo adesso lui a conoscenza di qualcosa di estremamente segreto, avrebbe significato venire alle mani. Tale considerazione, in aggiunta alla sua poco prima affermata fedeltà al Suono (reputata dalle mie doti interpretative veritiera) mi hanno spinto a parlare. In altre parole, una strappola senza scampo ma servita con il cucchiaino.

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  11. Shinken Takatsui
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    - E' vero, non la comprendo. Ma unicamente perchè li hai costretti ad una vita che io, personalmente, non riserverei per le persone che amo... -


    Disse Shinken dopo l'osservazione del compagno Mikawa. Non metteva in dubbio il fatto che poter avere una famiglia dovesse essere una cosa fantastica ma, per come conducevano la vita gli shinobi, li aveva esposti ad un rischio forse più alto di quanto pensasse. Come per ogni uomo, l'affetto per una persona aveva colpito anche il gelido cuore di Shinken, cambiandolo nel profondo, ma lasciandolo solamente con un pugno di polvere ed un vuoto incolmabile, alla fine di tutto, facendogli perdere in tal senso ogni tipo di speranza. Sorrise, comunque, in maniera assolutamente insolita, ed inclinando il capo aggiunse.

    - Se ti senti in grado di proteggere le persone che ami, spero tu riesca a raggiungere con loro un qualche tipo di felicità. -



    Chiuso il discorso vennero finalmente al succo di quell'incontro, le decisioni esposte da Shinken erano pericolose ma, sopratutto dopo quello scambio di confidenze più o meno inerenti, si tornò a parlare di "lavoro". Le parole del colosso, successive a quel'intramezzo, allarmarono non poco il Takatsui; sapeva che Diogene avrebbe cercato di comprendere bene le motivazioni prima di passare alle mani, se avesse ritenuto inconcludente la storia di Shinken, ma le prime frasi che uscirono dalla bocca del compagno di villaggio lo fecero preoccupare.

    CITAZIONE
    "Incredibile. Sia Jotty, che tu che il sottoscritto siamo tutti affetti da una malattia potenzialmente fatale....e di questo certo Oto non ne può giovare. Il primo l'ho già perso, forse per sempre e adesso tu mi vieni a dire di voler lasciare il Suono. Shinken sai bene che le acque sono oramai agitate, che la politica dei blocchi sta già avendo piede e che i villaggi si stanno armando...devo essere sicuro di poter contare su di te. E per questo ho anche un modo sicuro..."

    Senza muovere un muscolo Shinken rimase in ascolto, da quelle frasi dipendeva tutto il suo futuro e ogni incomprensione poteva risultare fatale; proprio per questo motivo lasciò che il suo interlocutore finisse di esporre il suo punto di vista. La curiosità invase lo shinobi che, udendo l'ultima frase, aggrottò la fronte visibilmente attratto da quel probabile risvolto.

    CITAZIONE
    " Sto attuando un progetto, qualcosa di grosso, e voglio che tu ne faccia parte. In primis perchè sei uno dei pochi Jonin dei villaggio, in secondo luogo perchè so che sei anche un abile eliminatore di cadaveri. Ti sei mai fatto un giro, recentemente, per le terre dove prima sorgeva l'accademia? Bene, proprio in questi giorni un imponente gruppo di lavoro sta ultimando, per me, la costruzione di un imponente edificio; un obitorio per l'esattezza. E’ da tempo che ti ho designato come suo gestore.
    Al contempo è mia intenzione depredare di ogni informazione, abilità innata, cadaveri e abili eliminatori e medici i maggiori villaggi ninja, compresa la remota Ame, per inglobarli tutti nel mio progetto. Pensa: un unico obitorio per ogni terra conosciuta. Apparentemente esso avrà caratteri completamente autonomi, un ente privato, ma in realtà lavorerà per Oto, arricchendola del potere degli altri villaggi. Una fonte di informazioni inesauribile, tale da impiegare i nostri medici per anni nell'elaborazione dei dati acquisiti...Otesi con gli occhi più potenti di questa terra, in grado di manipolare le ombre, le ossa, di avere il controllo su elementi quali il legno, il ghiaccio...gli altri villaggi non potranno mai colmare questo gap!"

    “ Questo farà comodo anche alla tua ricerca per liberarti dal male che ti affligge. Di corpi ne avrai a bizzeffe. Inoltre avrai l'esclusiva sui cadaveri e le informazioni, potendone beneficiare anche in prima persona. Per la fuga dal villaggio vedrò io come fare per tenerti fuori dall’elenco dei ricercati per più tempo possibile.”

    Per qualche secondo Shinken non rispose, rimase in totale silenzio, senza distogliere lo sguardo dagli occhi del Mikawa. Tutti i suoi piani dovevano essere cambiati ed alla svelta; quella rivelazione aveva cambiato troppe cose ma, infondo, quello che gli era stato proposto era un piano che nessun altro avrebbe potuto eguagliare. Fu tanto allettante la proposta che il Takatsui nemmeno si rese conto di non avere possibilità di scelta, non gli interessava, in quel momento nella sua testa un migliardi di pensieri vorticavano senza sosta.
    Era una proposta geniale.

    Quando si riscosse non aspettò per parlare. - Un'ottima base operativa, per altro. L'unico inconveniente che mi hai fatto venire in mente è: accetteranno mai gli altri villaggi che al capo di questa struttura ci sia uno shinobi di oto? Si, è vero, fra poco tempo non sarò più considerato come tale, ma dubito riescano a far passare questa cosa. Come hai detto tu i villaggi sono tutti sul piede di guerra... non permetteranno che Shinken Takatsui, ex Jonin di Oto, si occupi di una risorsa tanto potente, proprio perchè molto probabile che io tenga con voi rapporti "amichevoli"... ma sopratutto se la struttura è possibile ricondurla a te, amico mio. - Cercò una risposta negli occhi del compagno. - E' vero che io posso mantenere altre sembianze assai più a lungo e senza utilizzare chakra, ma hai pensato a questo "inconveniente"? -

    - Sicuramente mi hai colpito, non ero riuscito a sapere nulla di questo progetto e, anche se ammetto che la rete dei miei informatori ultimamente pecca di qualche svista, il piano è affascinante. Accetterò, molto probabilmente, ma prima è logico che io ti faccia qualche domanda. - Guardò la reazione del colosso. - In Primis come hai ottenuto il permesso di fare una cosa simile? E' una svolta nel mondo degli shinobi che non sono sicuro molti villaggi vedranno di buon occhio. Ognugno vuole tenere i propri segreti ben protetti, la struttura è, effettivamente, assai meno sicura di un villaggio, perchè meno sotto il controllo diretto dei villaggi stessi e più sogetta a fughe di informazioni. In secondo luogo, come pensi di portare e prelevare dai villaggi tutti i cadaveri? Per non parlare degli assalti che potrebbero ricevere le carovane che li trasportano; come hai detto tu prima, stiamo parlando delle armi più potenti dell'intero continente, tutti ambiranno ad acquisirle. -

    - Diogene, mi stai offrendo una possibilità che molti shinobi invidierebbero. Rapporto di lavoro a parte, realmente ti fidi così tanto della mia persona? O anche per questo hai in mente qualcosa? -
     
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    " HAHAHAHA permesso? La scelta già è stata presa; l'adozione dell'obitorio unico sarà si proposta al prossimo consiglio dei Kage, se farò in tempo a prendervi parte, ma conto sul fatto che ognuno di essi rifiuti questa mia offerta. Nonostante essi si discosteranno dall'adottare una iniziativa così audacemente fraterna, chiaramente troppo spinta visti i nascenti focolari di conflitto tra i villaggi, non avranno reale alternativa. Prenderò il controllo dei loro ninja medici mentre crederanno di tutelare i propri segreti nelle mura del villaggio. Gli obitori interni sulle mappe dei villaggi non scompariranno; saranno i rettori di ognuno di essi a non lavorare più per il proprio villaggio. Come? Ebbene il clan Mikawa ha più potere di quanto il mondo ninja possa pensare; i capoclan passati non si sono mai esibiti in plateali dimostrazioni di forza come ad esempio è accaduto per gli Uchiha di Konoha. Ti posso dire solamente che i cadaveri e le informazioni non saremo costretti a strapparli dalle mani degli eliminatori dei vari villaggi ma ci verranno consegnati "spontaneamente", in completa sicurezza. Le persone che lavoreranno per me in questo progetto saranno da considerarsi letteralmente vincolate all'impegno preso..."

    Pochi secondi di pausa.

    "...e da qui giungiamo anche all'ultimo problema, ovvero quello della tua figura e della tua fedeltà. Se accetti dovrai cambiare identità, indossare per sempre una maschera, magari cambiarti volto in maniera permanente mediante le abilità note a voi eliminatori di cadaveri. Per quanto riguarda la fedeltà invece..."

    Il braccio si protrae in avanti e le dita della mano destra si allontanano dal palmo nel classico gesto della "stretta di mano".

    " Nell'antichità bastava una stretta di mano tra valorosi combattenti a vincolare i patti stipulati con le catene dell'onore. La parola forse era più importante della stessa firma su di un pezzo di carta. Ovviamente questi tempo sono oramai ignoti ai più...ed è per questo che ora ti chiedo di stringermi la mano."

    Se la stretta di mano ha luogo.


    CITAZIONE
    ~ Patto di Sangue - "Chi Kyoutei"
    Villaggio: Nessuno (Personale di Kaiso Mikawa)
    Posizioni magiche: Nessuno
    Richiede: Controllo del sangue III, discendenza diretta, Stringere la mano al bersaglio della tecnica
    Ubicazione della tavola: Dojo di Kaiso
    Incisione sulla tavola: Troppe volte ho visto promesse infrante.
    Prevo sacrificio di una quantità di sangue pari a Medio-Grave il Mikawa può dar vita al ninjutsu.
    Istantaneamente una morsa terrificante aggancia i polsi di entrambi i ninja e in quel momento il partener deve decidere se andare avanti nel rituale (la morsa rimarrà attiva finchè il Mikawa lo vorrà, insieme alle potenzialità della tecnica).
    In caso affermativo patti, alleanze, promesse e quant'altro imposti precedentemente la stretta o al momento dell'esecuzione della tecnica saranno sugellati da un vincolo dal potere terrificante quanto affascinante. Da quel momento il bersaglio è marchiato a vita e manterrà una traccia sanguigna addosso che il Mikawa potrà percepire a miglia di distanza. Se il bersaglio dovesse tirarsi indietro il forte collegamento a distanza di flussi vitali non avverrà.
    Trasgredire un "patto di sangue" comporta il tempestivo ed automatico controllo del flusso sanguigno del bersaglio da parte del Mikawa. Su di esso il Mikawa esecutore della tecnica avrà capacità di distruzione, creazione, manipolazione della forma e della consistenza sfruttando lo stesso chakra del malcapitato. Tale controllo della linfa vitale non risente di limiti spaziali.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 2 / Costo Attivazione: Quasi Elevato)

    image

    La mistica stretta aggancia le nostre mani senza possibilità di distacco. Il sangue, insieme alla copiosa componente chakrica, è stato speso; la tecnica di Kaiso attivata.

    " Shinken Takatsui, prometti di impegnarti fino al sacrificio estremo per la causa di Oto e per il mio progetto? Di mettere a mia disposizione le tue abilità da Jonin e da eliminatore? Di cambiare identità al fine di non far ricondurre ad una figura Otese il controllo dell'obitorio? Di sottostare ai miei voleri riguardo tutto ciò che interessi lo stesso? Di non parlare mai con nessuno, se non da me concesso, di quanto raccontatoci oggi e dei futuri movimenti?

    D'altro canto io, Diogenes dei Mikawa mi impegno a farti fuggire dal villaggio, a proteggere la tua persona, non rendendoti un ricercato di Oto, ed aiutarti, per quanto fattibile e nei limiti del tuo volere, nelle tue ricerche al fine di liberarti dal male che ti opprime."

     
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  13. Shinken Takatsui
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    - A quanto pare voi Mikawa non vi fate sfuggire proprio nulla eh? Adoro questo tuo prevedere i possibili problemi, o forse sono io stesso che me ne faccio troppi. -


    Sorrise visibilmente davanti al colosso, ora pensava realmente che le scelte del Mikawa fossero più che ponderate; se realmente riteneva che il tutto non avrebbe avuto grandi intoppi, allora doveva essere così. Il ruolo che stava assegnando a Shinken era comunque troppo importante per provare a ingannarlo, avrebbe rischiato così tanto? Non secondo il Takatsui.

    Le parole successive fecero emergere ancora di più il senso di onore che contrastingueva lo shinobi dai capelli blu; un patto come un tempo, legato dall'onore, era affascinante ma non più possibile in un mondo di guerrieri come i ninja ma, richiamando quegli antichi valori, Shinken si sentì mosso da una forza proveniente dall'interno. Il suo senso dell'onore si face avanti, più forte che mai.

    - E va bene Diogene. -


    image


    Strinse la mano dello shinobi, certo che qualcosa sarebbe accaduto. Un patto, sopratutto se fatto con i piu grandi manipolatori di sangue del continente, non poteva essere solamente una stretta di mano; Shinken era fomentato da questo patto, ma di certo lucido. La stretta di mano divenne ancora più pesante, confermando la teoria che ci fosse una tecnica di qualche genere sotto, ma il Takatsui non accennò minimamente ad un qualche sforzo, l'onore lo sorreggeva.
    CITAZIONE


    " Shinken Takatsui, prometti di impegnarti fino al sacrificio estremo per la causa di Oto e per il mio progetto? Di mettere a mia disposizione le tue abilità da Jonin e da eliminatore? Di cambiare identità al fine di non far ricondurre ad una figura Otese il controllo dell'obitorio? Di sottostare ai miei voleri riguardo tutto ciò che interessi lo stesso? Di non parlare mai con nessuno, se non da me concesso, di quanto raccontatoci oggi e dei futuri movimenti?

    D'altro canto io, Diogenes dei Mikawa mi impegno a farti fuggire dal villaggio, a proteggere la tua persona, non rendendoti un ricercato di Oto, ed aiutarti, per quanto fattibile e nei limiti del tuo volere, nelle tue ricerche al fine di liberarti dal male che ti opprime."


    - Io lo prometto. -




     
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    Mentre Raizen si allontanava dal suo villaggio adottivo Drake snocciolò qualche domanda, un po’ spinose a dire il vero, domande a cui solitamente rispondeva con i fatti.

    Beh, più che un mezzo ho un luogo, ci farà risparmiare parecchio tempo, più di un giorno, magari potremmo pure fare una sorpresa a Diogene.

    Poggiò una mano sulla spalla di Drake, quello che sarebbe successo dopo sarebbe potuto apparire minaccioso, ma non lo era, stava solo abbreviando i tempi. Una sostanza nera come la pece si riversò dalla manica di Raizen inglobando i due e portandoli a Castlevania, il viaggio sarebbe durato qualche istante, ma per chi non era abituato sarebbe stato spiacevole, era come muoversi dentro un budello troppo stretto.

    Perdona, i comfort non sono dei migliori ma almeno si abbrevia il tutto.

    Continuò poi a rispondere a Drake.

    Effettivamente non sono spesso al villaggio, viaggio parecchio e le poche volte che ci sono non mi faccio vedere in giro, dopotutto sono un ninja, meno si sa, meglio è.
    Quindi, per essere coerente con le mie parole ti dico solo che me la cavo nel corpo a corpo, il resto, se sarai fortunato, o sfortunato, dipende dai punti di vista, lo vedrai nella pratica.


    Non era in viaggio da troppo tempo, ma giungere nei territori di Oto era sempre un po’ spiacevole, era sicuro che avrebbe potuto avere al suo seguito la più pazza ciurma di clown del mondo che quella traversata non avrebbe mai smesso di apparire lugubre, quindi la presenza di drake cambiava di poco le cose. Quelle lande scure e talvolta desolate parevano risucchiarti tutta l’energia vitale, senza nemmeno chiederti il permesso, la pretendevano, come un lasciapassare.
    L’ultima volta che si presentò a quel cancello ottenne la sua fidata compagnia di battaglia, ora era li sotto richiesta dello stesso Diogene e visto che c’era avrebbe anche indagato sperando di ottenere qualche piccolo incentivo per le sue malefatte. Come promesso da Diogene il passaggio alle mura fu garantito e del tutto ignorato, i due passarono seguiti dallo sguardo delle guardie che però non aprirono bocca. Da li a villa Mikawa la d istanza era breve.

    Lascia a me il primo saluto, Drake.

    Levò il possente pugno e picchiò tre volte sull’enorme portone, non era abbastanza per farlo vibrare, ma certamente i tre colpi si sarebbero sentiti a villa Mikawa.
    Probabilmente Diogene avrebbe subito riconosciuto a chi apparteneva l’enorme corpo. Anche se era probabile che i capelli argentati, e il mantello alquanto particolare avrebbero dato più che una certezza sull’identità dell’individuo.

    Apri, nonna, sono Cappuccetto Rosso, ti porto la focaccia!

    Sorrise, in maniera alquanto sinistra, mentre levava la testa cercando di individuare il punto in cui sarebbe sbucato Diogene.
    Appena fosse giunto al cospetto del corpulento Mikawa si sarebbe tolto il sorriso dalla faccia per poi prendere a parlare con un tono serio.

    Salve mmmm...sensei?

    Non ironizzava, non c’era nella sua voce nemmeno il più sottile tono di ironia.

    Porta delle serie se non ti disturba, Oto con tutta la sua “allegria” ti succhia le energie vitali, e, purtroppo, il tono della lettera non mi rende incline ad avventurarmi nella tua dimora, troppo, troppo serio, e poi anche misterioso.

    Attese che la sua richiesta, non troppo onerosa, venisse soddisfatta.

    Non ti chiedo come va, so già che stai bene, i tuoi capelli sono abbastanza dritti.
    Ma veniamo a cose serie.
    Saprai per certo che da un po’ di tempo cerco informazioni su Jotaro, e dall’ultima volta che ci siamo incontrati son venuto ad apprendere più notizie che mi hanno portato a qualche passo da lui.


    Tutto vero, non mentiva, tuttavia, era curioso di sapere come Diogene si poneva verso i suoi confronti, se fosse ostile o meno, una piccola bugia sarebbe bastata. [interpretazione]
    Era il modo migliore di mentire, mescolare insieme realtà e menzogna in un impasto omogeneo da cui è difficile estrapolare la realtà.

    Sapevo che aveva degli agganci a Kiri, qualche scartoffia trovata nel suo laboratorio mi ha permesso di dedurlo, e mi chiedevo se tu sapessi qualcosa su un suo eventuale piano per introdursi nel villaggio.
    Visti gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto l’umidiccio paese pensavo che si fosse nuovamente mosso.


    Certo, se poi si conoscevano gli ingredienti a volte era facile tradirsi, come se la sarebbe cavata il cuoco di Oto davanti a quel piatto dal sapore così incerto?

    Oh ma perdonami, troppa impazienza, meglio che parli prima tu, penserai dopo a rispondermi.
    Come mai questa convocazione così inattesa?


    Questa volta non ebbe bisogno di recitare, era veramente curioso di sapere perché mai Diogene li avesse convocati.
     
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  15. The_Drake
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    Come già successo mesi prima con Alexander Hima, il ragazzo rimise piede dentro a Castelvania: sebrava però che Raizen possedesse una capacità molto più alta di manipolazione in quel posto.
    Tranquillo, si sistemò il mantello, il quale celava tutte le sue armi e le sue mani, cosa sicuramente più pericolosa: dentro la mantello, vicino al colletto c'era appostata la ranetta Gamachibi.
    Non serviva arlare con lei, dato che grazie alle sue doti ninja poteva conversare senza che nessuno sentisse: avrebe tenuto d'occhio la situazione per Jo, dandogli informazioni in base a ciò che percepiva.
    Ci vollero circa 6 ore, come si ricordava dall'ultima volta, per spostarsi direttamente a Villa Mikawa.
    Oto era davvero un posto cupo e strano, sicuramente meno dell'ultimo posto, ma comunque inquietante; Diogene sembrava abitare in un villone.
    Le guardie non fecero nessun tipo di ostruzione vedendo arrivare la coppia di ninja, proprio come annunciato nel messaggio; Era la prima volta che Ryouji mettav piedi nel centro del Suono, ed era la prima vota a casa del suo Sensei.
    Non era intimorito, oramai quella sensazioni era passata, ma eccitato.


    Tranquillo...parla pure tu: io sono qui per ascoltare.
    Diciamo che oltre ai formalismi del caso non ho nulla da dire al Mikawa...sarà lui penso che chiederà di me...


    Ed ecco che bussava alla porta e l'attesa di entrare si faceva, sempre più forte: a momenti il gigante o qualcuno avrebbe fatto accomodare i ninja in casa e sarebbe iniziata la trattativa.
    Qualsiasi persona, diversa, dal gigante di sangue avesse aperto quella porta si sarebbe meritata soloun cenno di testa o un saluto formale; se fosse stato direttamente il mittente del biglietto, allora sarebbe andata diversamente.


    Salve Diogene...è dai corsi chunin che non ci si vede...


    Avrebbe mostrato una faccia decisa e pronta a tutto: diciamo una mezza euforia mista a sana ilarità; l'egocentrismo stava man mano diminuendo anche se sarebbe comunque potuto esplodere...


     
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392 replies since 2/11/2007, 23:19   12226 views
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