Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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    " La forchetta va riposta sopra il coltello, con le punte verso il basso alla sinistra del piatto. La lama del coltello è esterna e con la forchetta forma un angolo di 60 gradi. Ricorda si fa sempre una sola azione alla volta quindi se vuoi bere dapprima finisci il boccone, dopo aver riposto le posate, poi ti pulisci la bocca con il fazzoletto e una volta riposato anche questo fai un sorsetto d'acqua. Non dimenticare che dopo bisogna riasciugarsi le labbra…sempre con discrezione ed eleganza."

    " Ma tu sei matta! Così ci metti ore per mangiare!"

    " Mi hai chiesto tu di insegnarti il galateo! Queste sono nozioni basilari."

    " Solo perchè tu stavi pulendo il servizio e papà mi ha cacciato dalla sala. Vorrà dire che se in missione di dovesse capitare di interpretare un nobile durante un pranzo importante, guarderò come fanno gli altri e improvviserò sul momento...cioè, dai è impossibile!"

    " HAHAHA sei come Aloysius! "

    TOC TOC TOC

    " Sono arrivati! Sono arrivati! I capelli come stanno? Sono in ordine? E'?E'? E tu aggiustati il kimono che è tutto sgualcito!"

    " Non ti daranno retta, come sempre. Sono ninja di una certa levatura, non possono perdere tempo a mangiare biscotti o sorseggiare tazze di te!"

    " E' comunque mio compito offrire loro la massima ospitalità. Se fosse per tuo padre nessuno lo verrebbe più a trovare."

    " Ma non sono visite di cortesia!"

    " Ahhh zitta tu, vado ad aprire. E cerca di comportarti più da ragazzina della tua età..."

    "Apri, nonna, sono Cappuccetto Rosso, ti porto la focaccia!"

    " Che rozzi! Ora vado a dirgliene due!"

    " Ferma lì, tu, sono amici di Aloysius e vanno trattai con rispetto."

    " Ma non sono amici! Ti pare che papà fa amicizia con gente di Konoha?! E' solo lavoro!"

    Ma ignorandola del tutto la prosperosa donna ad ampi passi raggiunge il portone d'ingresso. Dandosi un ultimo sguardo al decoltè e sistematasi la cintura apre la porte esordendo così:

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    " Dovete essere i due ninja di Konoha. Certo non ho più l'età di una giovincella ma spero di apparire ben lontana da una vecchia nonnina ahahah. Diogenes vi aspetta nel salone principale; da qui non può sentirvi quindi vi guiderò da lui in modo che possa soddisfare ogni vostra richiesta. Prego seguitemi."

    Il tono è amichevole, gioioso e cordiale. Anche alle doti interpretative di Raizen l'attraente giovane donna sarebbe apparsa per il pezzo di pane che in realtà è. Una volta entrati l'altra donna di casa, la giovanissima kunoichi del Suono dai capelli rosati si sarebbe presentata ai due chunin, proprio ai piedi dell'imponente scalinata in legno massiccio.

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    " Drake Jo Ryouji, chunin di Konoha ex appartenete del clan Senju. Attualmente ti occupi delle difese della Foglia. Sei stato l'unico ninja al quale Diogenes ha concesso il grado di Chunin, oramai più di un anno fa. Piacere, il mio nome è Yakhiru Kusajishi.

    Raizen Ikigami, chunin di Konoha. Senza clan. In effetti non mi è chiaro se sia il rettore di Castelvania o solo uno schiavo di Ayato; certo è che sei uno dei pochi ninja più grossi di Aloysius. Sei anche il possessore della Sekai no Kou, arma forgiata da mastro Livon in persona. Ben venuto, mi chiamo Yakhiru Kusajishi.”


    La conversazione sarebbe continuata solo se i due della foglia avessero voluto; per la bimba le presentazioni sono concluse. Salita la scalinata un lungo corridoio porta il gruppetto difronte una grossa porta lignea a due ante.

    “ Questa è la sala. Per qualunque cosa chiamatemi pure, sono di sotto. Il mio nome è Matsumoto Ranjiku.”


    ::: Una volta dentro :::


    La stanza è per metà illuminata da sporadici raggi luminosi uscenti dalle fessure delle pesanti tende e per metà completamente oscurata. Anche il grosso tavolo, attorniato da comode poltroncine, si vede per metà ma nonostante mi trovi seduto dalla parte in ombra non sarebbe stato difficile per i due chunin scorgere la mia figura.

    “ Avete fatto subito; ciò vuol dire che sono riuscito a catturare la vostra attenzione o, in alternativa, che eravate ansiosi di rivedere il vostro vecchio sensei. In ambo i casi, comunque, ne sono compiaciuto. State comodi…possiamo prenderci il tempo che vogliamo. E Raizen far partecipe l’”aria do Oto” della nostra conversazione non sarebbe saggio per nessuno; ti assicuro che questo è l’unico posto in cui abbiamo almeno una chance di far credere al mondo che questo incontro non sia mai avvenuto. Per il momento poche sono le persone che vi hanno visto qui e di queste i soldati al Gate sono obbligati a non parlarne con nessuno, né tantomeno a scambiarsi pareri a riguardo, e gli stanti in questa casa non rappresentano una alcuna minaccia.
    Per quanto riguarda l’amico Jotaro posso affermare con certezza che al momento non è in circolazione e con questo intendo dire che non è materialmente tra di noi. Ma sai com’è fatto lui, è probabile che fra qualche mesi o magari anno risbuchi da qualche tana di topo o magari, da sotto un vecchio tappeto. In effetti potrei dire che al momento non sia vivo o che sia morto, fai un po tu. So anche con certezza che aveva dei progetti anche per Kiri. Sì, diciamo anche più di un aggancio in territorio nemico ma, come ti ho detto, al momento è tutto fermo.”


    L’occhio libero si muove dunque verso il volto di Drake.

    “ Si effettivamente non ci vediamo da un po. Ma questo non è importante, non pensate che non ho seguito parte dei vostri sviluppi in questo lasso di tempo trascorso; non mi sono dimenticato di voi…tantè che oggi siete qui. Bene, adesso che ci siamo liberati di questi convenevoli iniziali, passiamo agli affari, anche se in realtà ancora un membro manca all’appello. Spero abbiate letto molto attentamente la lettera perché la faccenda è molto seria. “


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    Al battere delle mani le luci si accendono e la stanza si colora di un giallo tenue tale solo da far diventare penombra le zone precedentemente oscure. Sul tavolo è aperta una grossa mappa rettangolare intitolata “Da-Ku Morugu”.

    “ Sul campo di battaglia c’eravate entrambi quindi sapete perfettamente che fine ha fatto il palazzo dell’accademia, dopo l’attacco dei Kurotempi. Ebbene, sfruttando le fondamenta intatte, ho rialzato un nuovo, gigantesco edificio parimenti imponente il primo. I lavori sono stati ultimati una settimana fa e la struttura realizzata in nemmeno sei mesi di tempo. Questo è la bozza del progetto, senza i dettagli o le ultime modifiche.”

    Trascorrono diversi secondi di silenzio. Più serio che mai continuo a parlare:

    "La guerra è già iniziata; silenziosamente mi sto inserendo nei maggiori villaggi accademici e non, agendo dall’interno e ricavando informazioni. A breve riuscirò a derubarli lentamente del loro stesso potere, portare dalla mia parte importanti funzionari, politici e uomini di guerra. Agendo con estrema discrezione ogni villaggio si accorgerà troppo tardi di essere caduto nella trappola Otese. Suna probabilmente sarà il primo. Capite cosa sto cercando di dirvi? Questo che vedete sarà il luogo di raduno di un gruppo di ninja scelti, un’associazione di abili shinobi anche non Otesi ma che lavoreranno tutti per me spinti dal comune desiderio di liberarsi dal velo accademico, stanchi del diffuso buonismo generale, del soffocante clima di pace che spegne i cuori dei giovani shinobi e stronca le gambe dei veterani. Io vi sto offrendo di salvarvi da questo sterminio ed unirvi a me. Vi sto chiedendo di tradire Konoha per una causa più importante. Con il vostro aiuto si aprirebbe un nuovo importante capitolo, si getterebbero le basi per un’infiltrazione massiccia nel territorio del fuoco.”

    Così come un fulmine a ciel sereno la scelta cade sulle teste dei due chunin. Do loro poche ed incomplete informazioni. Spingo le loro menti alla ricerca della difficile(?) risposta alla mia chiara offerta di morte o salvezza. Unirsi a me avrebbe significato un drastico cambiamento di vita all’insegna della menzogna, dell’avventura, dell’ignoto e quant’altro. Ma ho optato per la più rischiosa delle strategie; il dado è tratto e se l’attaccamento a Konoha fosse stato troppo forte, la presenza lì di Eiatsu sarebbe stata motivata.



    Edited by DioGeNe - 26/8/2010, 00:58
     
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    Eiatsu stava seduto su una delle comode poltrone di casa Mikawa. Diogenes, anch’egli presente nella medesima stanza in cui adesso l’eliminatore si riposava, lo aveva convocato solo poche ore prima, con il solito minimo preavviso che si confaceva ad una testa calda come la sua.Come ogni volta la risposta del chunin era stata : “No”.
    Secco, atono , un “no” di quelli che non ammettono repliche sebbene, di fatti, Aloysius avesse specificato soltanto che bisognava che Eiatsu assistesse ad un incontro.Nulla di impegnativo, al più anche interessante:ma il no era per principio.Perchè stava lavorando, il preavviso troppo misero ed, in definitiva, aveva altro da fare.
    Tuttavia bastarono tre parole da parte di quella testa calda per convincerlo che non solo gli andava di partecipare a quell’incontro e che ogni altro lavoro poteva aspettare, ma che lui desiderava ardentemente incontrare quelle persone. Disse:

    “Sono in lista”

    [...]


    Così Eiatsu stava aspettando che gli ospiti di casa Mikawa si presentassero all’appuntamento.Non sapeva chi fossero, del resto nella lista c’erano tanti nomi, ma una cosa era certa: dovevano essere ninja molto potenti.Del resto era raro che il Mikawa si intrattenesse con gente di basso livello o senza prospettive di crescita...
    Aloysius non gli aveva detto nemmeno l’argomento dell’incontro anche se poteva immaginarlo.Eiatsu era uno dei pochi a conoscere tutti i piani del Mikawa; un privilegio ed un onere che si scontravano un pò con la sua filosofia del restare in disparte.Tuttavia doveva ammettere che ,eccetto un ninja( che non era Aloysius) ,nessuno conosceva appieno tutte le sue capacità e del resto, anche seguendo la guida di quello che, secondo l’eliminatore, sarebbe diventato il successivo Kokage, non si era imbattuto in situazioni che mettessero in pericolo il suo anonimato.
    Fondamentale era però una domanda.Tutte le informazioni che Eiatsu aveva gli erano state dette direttamente da Aloysius.Persino l’incontro con Shinken era avvenuto senza la sua presenza.Invece questa volta il Mikawa lo aveva voluto al suo fianco...ed Eiatsu non si spiegava il perché. Che il colosso temesse un possibile no dei suoi invitati ed il conseguente combattivo negoziato? Oppure l’eliminatore era stato portato lì affinchè si comportasse non solo come semplice osservatore? Del resto l’arte di manipolare le persone doveva essere qualcosa che il Miakwa conosceva affondo...
    Ad ogni modo ormai Eiatsu era lì. Completamente ammantato nelle sue vesti, con la maschera che gli copriva il volto come il suo solito. Era lì immobile, innaturalmente immobile.
    Anche quando fossero arrivati gli ospiti, avrebbe solo accennato un saluto inclinando lievemente la testa.Un gesto talmente lieve che sarebbe stato difficilmente percepibile anche se la figura del chunin non fosse stata quasi completamente immersa nelle ombre.
    Troppo, troppo fermo…talmente immobile che quella sagoma poteva essere facilmente scambiata per un pezzo di arredamento se non per le fattezze umane.Una cosa: ecco quello che sembrava, priva com’era di quell’impercettibile tremore che comporta avere del sangue che scorre nelle vene e pulsa al ritmo che il cuore detta.
    Del resto sarebbe stato sciocco stupirsi del contrario, perché quella cosa non era Eiatsu.

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    Vennero accolti da una visione che, in un’altra occasione, Raizen avrebbe definito celestiale, ma in quel momento doveva riuscire a guardare l’interlocutrice negli occhi, Diogene era in grado di mettere un genjutsu pure sul seno della donna. Il colosso la salutò con un rapido gesto della mano per poi farsi condurre da lei per i corridoi della villa.
    L’aria puzzava, e mano a mano che si inoltrava nella villa, convinto dal viso sorridente della bambina, che avrebbe successivamente conosciuto, l’odore aumentava.
    Eppure la donna prosperosa e la bambina parevano abbastanza tranquille da non tradire alcun affare non troppo convenzionale.

    Oh, piccolina, vedo che non sai troppo del sottoscritto eh? Sinceramente ne sono compiaciuto, vuol dire che dopotutto faccio per bene il mio lavoro.
    Aggiungerò qualche piccolo particolare: Ayato non è nient’altro che un’ombra ormai e Castlevania ha un unico padrone e signore, libero, ora e sempre. Quanto al clan...prova a riflettere sul mio cognome.


    Avrebbe concluso così ascoltando un eventuale risposta della bimbetta per poi entrare nella sala mostratagli da Matsumoto.
    Si sarebbe seduto sulla poltroncina, quasi lasciandovisi cadere sopra, lievemente stanco per poi prestare attenzione alle parole di Diogene. Nessuna menzogna, ma una volta escluso Jotaro e racimolate le poche cose che sapeva avrebbe potuto azzardare un ipotesi, non l’avrebbe fatto ora, ma più tardi. Salutò l’oscura figura presente nella stanza con una smorfia e un gesto rapido della mano.
    Ora avrebbe dato del filo da torcere a Diogene che, come suo solito cercava di prendere in pugno la situazione. Certamente un gran manipolatore, un eccellente manipolatore, forse anche per questo motivo Raizen le portava quel rispetto di cui degnava pochi. Ma era decisamente ora di porsi sullo stesso piano, soprattutto in quel momento.

    Si, Diogene, i toni della lettera erano abbastanza chiari, come lo sono quelli con cui parli in questo momento, vedo che vai subito al sodo, interessante strategia, ma forse non sempre buona.

    Si protese verso il tavolo poggiandovi i gomiti, intrecciando le dita per poi sfiorarle col naso in modo da guardare l’otese sott’occhi. Parlava con tono tranquillo e pacato, come se desse un consiglio ad un amico che ha appena compiuto uno sbaglio già superato da lui. Tacque per guardare Diogene dritto nel viso, negli occhi, sin nel profondo delle pupille. Uno sguardo penetrante, affilato, di sicuro in grado di sostenere egregiamente il violento taglio del Mikawa.
    Gli unici due colossi a combattere con lo sguardo.

    Purtroppo però...

    Si interruppe qualche istante volendo imprimere alle due parole un sincero tono di dispiacere misto ad un tocco di suspance.

    ...Dimentichi qualcosa di importante talentuoso negoziatore. Quando si parla di affari si mette sempre qualcosa sul piatto, e l’offerente mette sempre per primo qualcosa sul piatto. Almeno prova ad ingannarmi facendo finta di pormi sul tuo stesso piano no?

    Abbandonò il sostegno del tavolo abbandonandosi nuovamente alla poltroncina per poi incrociare le gambe.

    Siamo sinceri, per ora hai messo soltanto qualche spicciolo e tutti gli spiccioli hanno la testa sfregiata.

    Forse il colosso di Oto avrebbe capito a cosa Raizen si riferiva. Tuttavia lo spettacolo aveva appena aperto il sipario e il primo grande attore aveva fatto la sua entrata in scena.

    No.
    Non tradirò il mio villaggio.
    Mi ha adottato e gli sarò fedele a vita.


    Concluse così il suo intervento.[interpretazione]
    Tre periodi ben scanditi in ognuno l’abile shinobi otese avrebbe potuto leggere un diverso modo di mentire, ogni singolo indizio era stato lasciato per lui che in quella stanza era l’unico a conoscerlo minimamente.
    Il primo “no” portò con se un piccolo movimento del labbro, quasi impercettibile, compiuto dal lato del viso opposto a quello in cui stava Drake, nessuna inflessione della voce, era forse impossibile da individuare la bugia senza fissarlo nel volto per via del tono secco e baritono, del tutto conscio della parola pronunciata.
    Nelle altre due frasi solo Diogene avrebbe saputo scovare una crepa, non di certo Drake che lo conosceva da poco e sino a quel momento come fedele figlio della foglia, un figlio che confermava l’amore per la sua patria. Il Mikawa infatti sapeva che il konohaniano non avrebbe mai rifiutato un offerta senza prima sviscerarne totalmente i pro e i contro, e inoltre seppur minimamente, era a conoscenza del carattere impulsivo di Raizen, certamente incline all’azione più che alla statica e ipocrita pace offerta dall’accademia. Il tutto rafforzato da quello spirito materialista che lo spinse a cercare il suo boia solamente per ottenere due oggetti di cui aveva saputo riconoscere il vero valore.
    Certo era che il discorso fatto poco prima era del tutto veritiero, il colosso di Konoha non si accontentava dei buoni propositi dell’otese per stringere un alleanza, avrebbero dovuto mercanteggiare.
    Attese una reazione, conscio del fatto che si sarebbe dovuto tenere pronto ad ogni evenienza.
     
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  4. The_Drake
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    Ad aprire la porta fù una donna che all'apparenza era molto giovane e bella, insieme ad una bambinetta: sembrava sapere realmente tante o troppe cose dei due arrivati; Diogene si era informato per bene.
    Fece un'inchino alla signora, ringraziando per l'ospitalità per poi guardare la rosa di capelli e rispondergli tranquillamente.


    Vedo che il gigante ti ha proprio detto tutto di me...tutto esatto, signorina!


    Entrando nella stanza oltre al colosso c'era pure uno strano ninja con una maschera sul volto: assomigliava molto alle squadre speciali della Foglia; Drake comunque accennò un saluto con la testa in risposta, continuando a fianco del colosso della Foglia.
    Infondo al loco c'era l'altro gigante di Oto: a stare dentro quel posto a Jo sembrava di essere così piccolo rispetto a tutti.
    Silenzioso ascoltò ciò che aveva da dire il Mikawa prima di replicare e poi ascoltare.


    Difatti ho visto che Yakhiru sapeva parecchie cose di me e di Raizen...vedo che ti dai sempre da fare come al solito...


    Poi arrivarono le proposte, anzi una mega proposta abbastanza scioccante per il ragazzo: cosa cavolo stava succedendo?
    Sapeva che l'organizzazione Kurotempi aveva colpito l'Accademia proprio per le sue protezioni o leggi che garantivao la pace tra i 4 villaggi principali; Se avesse accettato quella proposta si sarebbe abbassato allo stesso livello di quei Nukenin che con fatica avevano sconfitto.
    Capiva che per l'Otese la guerra e le battaglie erano una cosa molto importante, forse una base, ma scatenare dei conflitti solo per andare contro un'Accademia così tanto indebolita e tradire lo stesso villaggio di provenienza, non era una cosa da mettere in considerazione.
    Raizen buttò nel piatto altre proposte, dimostrando una non curanza del pericolo abbastanza sconcertante: era peggio perfino dell'egocentrismo di Drake.
    Jo, si limitò a fissare i due parlare e pensare a ciò che gli veniva offerto: alleanza o sterminio? le cose stavano degenerando.
    Quando qualcosa ruppe il silenzio nelle orecchie di Ryouji: ne riconobbe la voce della sua ranetta che ancora nascosta aveva ascoltato fino a quel momento tutta la conversazione.


    Drake, ti avverto:oltre a Diogene cè un secondo ninja abbastanza forte in questa stanza...è quel tizio con la maschera.
    Da quello che rilevo non mi sembra di averlo mai incontrato, ma sembra possedere un chakra pari o superiore al tuo: occhio.


    Ovviamente le capacità della ranetta permettevano di parlae con gli alleati senza fare rumore, quindi non correva nessun pericolo, in parte.
    Poi ritornò ad ascoltare ciò che stava dicendo il colosso della Foglia e trovandosi d'accordo con lui, ribatte subito dopo rimarcando il concetto.


    Diogene, non ho nulla contro di te...il tuo piano è interessante...ma davvero troppo oltre: perchè minare l'Accademia che fino ad ora ci ha sempre salvaguardato?
    Che cosa otterrete dalla realizzazione del tuo piano apparte una possibile mega guerra tra paesi?
    Poi come Raizen, stai proprio sbagliando a chiederci di tradire la Foglia...


    Poi qualcosa interruppe le parole del ragazzo:Gamachibi intervenì nelle orecchie del giovane parlando e dando una sua opinione: ma non del Diogene, ma del compagno al suo lato.
    Jo sentì la rana essersi spostata vicino ad un parte del mantello che penzolava di lato, ovviamete completamente camuffata, date le piccole dimensioni.


    Non sono riuscito a vedere in faccia il tuo amico della Foglia, ma non mi sconfinfera nulla di positivo in ciò che ha detto...potrei sbagliarmi però..


    Drake non sapeva più di chi fidarsi in quella stanza: l'unica cosa era continuare ad ascoltare ciò che avevano da dirsi e capirci sicuramente qualcosa di più...


     
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    La situazione mi è già completamente chiara. Il dichiarare loro i miei intenti sin da subito ha dato i frutti sperati; sapevo che non avrei mai ricevuto una netta riposta affermativa ma di sicuro avrei subito capito con chi sarebbe stato possibile scendere a patti. In effetti non mi stupisce il modo in cui si è evoluta la situazione; già prima di questo incontro avevo il sospetto che Drake non avrebbe mai potuto accettare un'offerta del genere. Eppure il desiderio di averlo tra le mie fila mi aveva spinto a provarci lo stesso.

    " Bene Drake...se non comprendi nemmeno il perchè delle mie azioni è chiaro che non sono riuscito a capire a fondo la tua personalità. Pensavo che comunque dentro di te ci fosse il disgusto per questa età di assurda pace, la giusta maturità per ribellarsi a tutto ciò. Immagino che nessun dono che io potrei farti sarebbe sufficiente per farti cambiare idea, tantomeno il potere di queste terre...dunque mi costringi a scegliere forzatamente tra due strade distinte. Capisci che la mia scelta di rivelarvi qualcosa del mio piano vi pone nella terribile condizione di non permettervi il lusso di tirarvi indietro...tuttavia, in virtù del passato che ci lega, prima di arrivare alle armi, il che ti assicuro non ti lascerebbe scampo, ti offro una ulteriore via di fuga."


    Alzandomi dalla poltrona mi sarei avvicinato al chunin mio interlocutore, a passi lenti e con lo sguardo serio.

    " Promettimi che agirai come se questo incontro, sin dall'arrivo della missiva alle mura di Konoha, non fosse mai avvenuto; giura che farai in modo che nessuno sappia o riveli quanto dettoci questa sera e garantiscimi che non mi sarai mai d'intralcio nelle mie azioni. In cambio di questo avrai vita salva. "

    La destra si sarebbe alzata per accogliere la mano di Drake e stringerla nella morsa inaresstabile della mia tecnica.


    ~ Patto di Sangue - "Chi Kyoutei"
    Villaggio: Nessuno (Personale di Kaiso Mikawa)
    Posizioni magiche: Nessuno
    Richiede: Controllo del sangue III, discendenza diretta, Stringere la mano al bersaglio della tecnica
    Ubicazione della tavola: Dojo di Kaiso
    Incisione sulla tavola: Troppe volte ho visto promesse infrante.
    Prevo sacrificio di una quantità di sangue pari a Medio-Grave il Mikawa può dar vita al ninjutsu.
    Istantaneamente una morsa terrificante aggancia i polsi di entrambi i ninja e in quel momento il partener deve decidere se andare avanti nel rituale (la morsa rimarrà attiva finchè il Mikawa lo vorrà, insieme alle potenzialità della tecnica). In caso affermativo patti, alleanze, promesse e quant'altro imposti precedentemente la stretta o al momento dell'esecuzione della tecnica saranno sugellati da un vincolo dal potere terrificante quanto affascinante. Da quel momento il bersaglio è marchiato a vita e manterrà una traccia sanguigna addosso che il Mikawa potrà percepire a miglia di distanza. Se il bersaglio dovesse tirarsi indietro il forte collegamento a distanza di flussi vitali non avverrà.
    Trasgredire un "patto di sangue" comporta il tempestivo ed automatico controllo del flusso sanguigno del bersaglio da parte del Mikawa. Su di esso il Mikawa esecutore della tecnica avrà capacità di distruzione, creazione, manipolazione della forma e della consistenza sfruttando lo stesso chakra del malcapitato. Tale controllo della linfa vitale non risente di limiti spaziali.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 2 / Costo Attivazione: Quasi Elevato)


    L'aggiancciante presa avrebbe fatto ben intendere il peso e l'importanza dell'impegno preso. Il guardiano di Konoha ora è macchiato a vita da un segno indelebile...avrebbe potuto scegliere se vivere o morire.

    "Ed ora va via."

    Non avrei mai permesso che andasse via se non fossi tanto certo dell'efficacia della mia tecnica...ma per quanto avrebbe resistito senza il mio aiuto? La sentenza per lui è solo rimandata; il ragazzo è sulla lista ed il suo creatore non avrebbe avuto alcun occhio di riguardo.

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    Il Mikawa si era adirato verso il ragazzo: sembra cruciato di ciò che aveva sentito dala bocca del ragazzo della Foglia; stava per avvenire qualcosa che forse avrebbe cambiato il giovane per sempre.
    La forma della grande montagna si innalzò e si avvicinò a Jo, dopo avergli dato un'avvertimento che sembrava alquanto un giuramento.
    La mano destra si innalzò dal corpo dell'Otese, sembrava come se volesse stringermi la mano: ero avanti una scelta; morire in quell'istante o starmene zitto, lasciando fare ciò che voleva il Mikawa.
    Non avrei mai tradito la forza della Foglia, mai.
    Non avevo abbastanza forza per combattere contro Diogene, era ancora troppo debole e lui troppo esperto e forte per poterlo impensierire: era sempre stato quello il problema principale.
    Il cuore gli pulsava sangue e i ricordi lo ributtarono indietro nel tempo, quando Alexander Hima l'aveva intimato di tagliare i raorti con Oto.


    Diogene, fai quello che devi...giuro!


    Gli diede la mano, fidandosi del suo Sensei ancora una volta.
    Senti che una qualche ninjutsu o Fuuinjutsu l'aveva preso nello stesso punto della presa; capì di essere stato tratto in trappola definitivamente: un'errore e sarebbe morto, forse.
    Si alzò, abbassò lo sguardo dal gigante di Oto e colmo di rabbia per non aver potuto fare nulla si diresse verso la porta che dava all'uscita del salone, lasciando che Raizen rimanesse lì; a lui non era toccata la stessa fine, quindi forse la rana aveva ragione.
    Senza volerlo incanalava l'energia dentro al suo corpo, preso dallo stesso istinto omicida e di panico che mai lo colpiva.
    Vicino alla porta, vicino alla posizione del mascherato, vicino al muro.
    Un solo ed unico pugno diretto alla parete poco prima di aprire la porta [Forza 800]: segno forse della rabbia che se ne andava; il muro sarebbe esploso sotto il colpo del ragazzo, che osservò, dopo aver disattivato la sua Kinjutsu, mantenuta attiva solo per qualche secondo.


    Non intralcierò i tuoi piani...scatena pure le guerre che ti esaltano tanto...penso di saper resistere e rimanere in vita, senza problemi, per quel momento.
    Un'avvertimento: se mi troverò qualcuno dei tuoi "alleati" in giro tra le palle o che provano a fare cagate contro la mia persona...posso garantirti che verranno ridotte peggiò di questo muro!


    Detto questo, con occhi ricolmi di odio e rabbia verso colui che l'aveva marchiato, rapido si girò verso la porta aprendola di colpo.
    Senza salutare si sarebbe diretto fuori dalla villa Mikawa, diretto a pied verso la Foglia: aveva due giorni di cammino per pensare a qualcuno che sapesse togliere quella cosa che aveva nel braccio o comunque qualcuno che avrebbe potuto toglierla in un futuro; ora come ora si sentiva forse protetto, considerando che essendo marchiato questo gli garantiva una sorta di lascia passare in caso ci ripensasse.
    Era ora di diventare più forti...


     
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    " E' fuori la villa. Che faccio, lo seguo?"

    " Si, accertati che varchi il gate e che si incammini verso Konoha. Non interagire in alcun modo con il bersaglio."

    Avrei detto all'auricolare senza preoccuparmi della presenza di Raizen che se avesse avuto un udito tanto sviluppato avrebbe potuto riconoscere la squillante voce di Yakhiru, attraverso la minuscola cuffietta. Poi sarei tornato sull'altro mio ospite cambiando totalmente espressione del volto, aprendo le labbra e serrando i denti nel mio consueto ghigno.

    " Vedo che sei diventato bravo nell'utilizzo delle parole e nel controllo delle espressioni. Quasi mi fregavi se non fosse stato per l'irrefrenabile voglia di capire cosa in realtà io ti sto proponendo che percepisco, a tratti, nei tuoi atteggiamenti."

    Cambiando apparentemente discorso avrei continuato cambiando nuovamente tono di voce e facendo segno al colosso della Foglia di seguirmi. Usciamo dal salone e ci incamminiamo verso l'ala Sud della villa. Raizen aveva parlato di "mettere qualcosa sul piatto"...bisogna accontentarlo.

    " Recentemente sono tornato da Livon, mi serviva un parere circa alcune spade che casualmente ho incontrato lungo la strada che porta a Kiri. Inoltre sono andato a ritirare i vari ordini per l'obitorio. Ma di questo parleremo dopo, di certo l' imprecisa ed incompleta spiegazione di prima non ti è stata sufficiente per comprendere come stanno realmente le cose...Eccoci arrivati."

    :::

    La stanza è buia, lunga e stretta. Ai lati prendono posto grosse teche di vetro distanti quattro metri le une dalle altre e all'interno di ognuna di esse le armi della leggenda, di fattura kiriana, sono stipate gelosamente. Un fascio di luce colpisce l'elsa di ogni katana che riflettendo il raggio luminoso sembrano brillare di luce propria. Il piedistallo su cui poggiano è ricoperto da una tela scelta appositamente per riprendere i colori e i motivi della decorazione realizzata sull'impugnatura e sul fodero.



    KATANE DELLA NEBBIA
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    WAKIZASHI DELLA NEBBIA
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    " Raizen mi sto muovendo rapidamente. Kiri è già stata privata di parte della loro tradizione e ho informazioni anche per recuperare altri pezzi della collezione. Inoltre sono in segreti accordi con Itai della Nebbia per qualcosa di veramente grosso, tanto da poter cambiare la storia dei tempi che saranno. L'obitorio di Suna è sotto il mio controllo e potrò agire dall'interno per prelevare cadaveri ed importanti informazioni sulle difese del villaggio, sulle abilità dei suoi ninja e quant'altro. La spedizione per Ame è già stata programmata e a breve partiremo per colpire anche loro...mi serve il tuo aiuto per fare una breccia nelle difese del Fuoco."

    Una pausa per far assimilare le nuove nozioni al chunin.

    " Il primo passo dell'organizzazione è il controllo di tutti gli obitori dei maggiori villaggi ninja in modo da possedere il monopolio sulle tecniche, anche le più segrete dei vari villaggi. La costruzione di cui prima vi ho mostrato il vecchio progetto è stata realizzata appositamente per conservare tutto ciò che arriverà dai vari villaggi. A controllare il corretto funzionamento della struttura ed amministrarla in toto sarà Shinken Takatsui, di Oto, nelle vesti di un facoltoso privato intenzionato solo a far soldi. In seconda battuta il controllo del potere amministrativo dei Paesi, corrompendo le più alte cariche che siedono nei vari consigli. Avere una spia nel più alto organo decisionale sarà indispensabile. Inoltre è in fase di elaborazione un progetto riguardante tutti i contenitori dei demoni; la forza dei Jinkurichi può spostare gli esiti di un conflitto armato dunque è necessario tenerli sotto controllo..a quel punto, quando avremo acquisito abbastanza potere e informazioni, non sarà difficile far crollare la già precaria situazione di pace tra i villaggi e vincere la guerra. Separati non ci sarà scampo per nessuno."


     
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    Diogene aveva compreso, era abbastanza chiaro dalle azioni che compiva, si liberava del terzo incomodo in modo che loro rimanessero soli.
    Tuttavia fu interessante la tecnica applicata poco dopo dal colosso, non era una semplice stretta di mano, era un vero e proprio vincolo, il colosso di Oto vi riversava sangue e probabilmente anche chakra, e dalla reazione di Drake non era un mero effetto scenico.
    Non avrebbe mai stretto la mano a Diogene, doveva essere libero.
    Appena Drake uscì dalla porta lo sguardo di Raizen si incollò sul volto di Diogene, ghignante, come suo solito, senza quel sorriso non sarebbe certamente stato lui.

    Mi conosci come persona estremamente curiosa, non nasconderti quel mio lato è abbastanza semplice, e nasconderlo ad uno sconosciuto lo è ancor di più.

    Obbedendo al gesto di Diogene si alzò per seguirlo, mentre camminava aveva il viso rivolto verso il colosso, erano due abili mentitori, abbastanza simili come potè notare Raizen nella maniera di mentire. Il konohaniano si lasciò sfuggire una piccola risata.

    “per caso” eh? Potrei quasi giurare che il tuo “recentemente” coincide con l’acquisizione della mia nodachi.
    Com’anche a quel periodo corrisponde il furto delle lame kiriane. Uno più uno fa sempre due, sensei, non ci sono casualità.


    Scelse con cura l’ultima parola, voleva far notare al chunin di Oto che aveva compreso il motivo della visita a Livon. Tuttavia era tranquillo, le parole dette dall’otese non parevano eccessivamente “rigide” pareva che ormai si fosse rilassato e quel clima di calma apparente che precede la tempesta fosse sparito.
    Il konohaniano prese a girare tra le spade esaminandole una ad una, una pregevole fattura che l’esposizione alquanto curata non faceva che accentuare.
    Ad un primo esame poteva forse sembrare che il rozzo shinobi dai capelli bianchi non comprendesse molto di spade, ma in realtà ne sapeva abbastanza per permettersi una lieve risatina.

    Kiriani, se non fossero così stupidi potrebbero essere degli otesi o dei konohaniani.
    In questa sala nessuna spada può eguagliare l’eccellente lavoro di mastro Livon che porto alla vita.
    Nessuna.


    Avrebbe estratto la spada e avrebbe preso a tagliarle una ad una, ma quelle spade erano ancora troppo utili.

    Tuttavia potrebbero essermi utili.
    Ma sono maggiormente interessato alle informazioni.
    Avrai certamente capito che queste non sono che una squallida imitazioni dei leggendari spadoni, come ti ho detto i kiriani sono stupidi, al posto di usare le loro armi migliori si limitano a creare degli aborti da dare a degli aborti di ninja. Quanto all’obitorio al momento mi sembra una mossa azzardata, troppo frettolosa forse, è difficile che i villaggi accettino un obitorio comune, estremamente difficile. Forse avresti prima dovuto puntare all’edificio accademico per dare una rinfrescata alle promesse fatte quando i villaggi si sono stretti attorno all’alleanza dell’accademia.
    Insomma, far leva sulla loro ipocrisia, abbastanza profonda e radicata da farli incappare in qualche errore.
    Riguardo Itai io non mi fiderei troppo, nel suo villaggio ha dei forti legami, lederlo in qualsiasi modo credo che non rientri nei suoi piani, ed uccidere un mizukage del livello di Shiltar LEDE il suo villaggio, e non poco. Sei sicuro di quella promessa?


    Si fermò qualche attimo.

    Diogene, voglio mettere in chiaro le cose prima di procedere. Non ho intenzione di stringerti la mano, ne di sottostare agli ordini di qualcuno, tuttavia posso accettare dei consigli ed essere un eccellente alleato e collaboratore. Quello che chiami patto è un legame fondato sull’ipocrisia.
    E credo che in questo mondo di shinobi io sia uno dei pochi rimasti a comprendere il peso derivante dal rispetto della parola data.
    Inoltre è del tutto inutile legarsi a tale modo. Tu hai abbastanza conoscenze sul sottoscritto da portarlo sulla fossa e io ne ho abbastanza per fare lo stesso.
    Entrambe si basano non su deduzioni ma su confessioni più o meno indirette.
    Se vuoi un alleanza impegnerò tutto me stesso per renderla quanto più equilibrata possibile, in caso contrario uscirò da questa villa per poi sigillare questi ricordi.
    Tuttavia ho interesse a mostrare la verità a questo mondo corrotto, e per farlo in questo momento mi serve anche il tuo aiuto.


    Avrebbe atteso una risposta dell’otese, non avrebbe però accettato compromessi, o un si o un no prima di procedere all’alleanza e a quella promessa tra cavalieri.

    Non accetto compromessi, sappilo, voglio un si o un no, una risposta certa che non ammette retromarce.

    Lo specificò per essere sicuro di non incappare in spiacevoli equivoci, ottenuta la sua risposta, in caso fosse affermativa, avrebbe continuato a parlare. Inoltre le risposte a monosillabi sarebbero state utili anche in caso Diogene avesse voluto mentire, troppo complesso farlo con due sole lettere.

    Come ti dicevo questi pezzi di ferraglia passano in secondo piano, mi interessano delle informazioni sull’unico spadone della nebbia di cui ancora si sa qualcosa: la Samehada.
    Le spade, se vorrai concedermele, saprò farle fruttare meglio che in questo scantinato, molto meglio.
    Inoltre, vorrei sapere chi è quel tipo strano che stava nello stanzone con noi, non sembrava un tipo abbastanza comune, al tempo d’oggi non in tanti nascondono la propria identità con quel genere di maschera, ed inoltre aveva uno strano odore.


    Attese le sue risposte mentre guardava il viso di Diogene, non aveva bisogno di mentire questa volta, tutte le sue parole erano sincere.
     
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    Era difficile comprendere quale fosse l’obiettivo del MIkawa.Il suo essere così diretto lasciò Eiatsu perplesso: si esponeva troppo , o troppo confidava nella sua forza. Non a torto, a dire il vero, ma era evidente che tra l’eliminatore di cadaveri e il leader dei Mikawa c’era un differenza comportamentale abissale...forse proprio per questo lui era riuscito a diventare così potente...
    Tuttavia entrambi i suoi ospiti gli risposero di no.

    “Questi due non hanno capito cosa Aloysius sta proponendo loro.Non è una semplice richiesta di collaborazione, ma un : unitevi a me o morirete...”

    Tuttavia i due no erano molto diversi, come anche aveva capito Diogenes.Infatti si recò da quello il cui no era puro: quello di Drake. A sorpresa, dovette riconoscere l’eliminatore, non lo uccise, ma lo vincolò al silenzio per lasciarlo andare:

    “Ma guarda che sensei dal cuore d’oro...”

    Quando Drake si rese conto di essere stato vincolato alla propria promessa, si adirò un bel poco e, colui che faceva le veci di Eiatsu, trovò notevolmente interessante la dimostrazione di forza che mise in atto: aveva svelato il suo potere segreto, e lui lo poteva capire perfettamente perché tra i tanti corpi che Eiatsu poteva scegliere ,lui era l’unico ad avere capacità da sensitivo.
    Quando il konohaniano se ne fu andato, Eiatsu ripensò al patto che Aloysius gli aveva fatto stringere. Era stato invero molto abile: infatti, anche se Diogenes non lo sapeva, Drake aveva una rana nascosta sul proprio corpo e se gli avesse fatto promettere qualcosa di diverso, la rana avrebbe potuto parlare liberamente...

    “Sei stato molto accorto in quello che gli hai fatto promettere: nascondeva una rana sul suo corpo...”


    Infine ripensò alle ultime parole di Drake:
    Un'avvertimento: se mi troverò qualcuno dei tuoi "alleati" in giro tra le palle o che provano a fare cagate contro la mia persona...posso garantirti che verranno ridotte peggiò di questo muro!
    Eiatsu non potè non pensare che fosse in qualche modo diretto a lui, sebbene sapeva che quei pensieri potevano essere dovuti al fatto che già sapeva che le loro strade si sarebbero intrecciate nuovamente e che ,probabilmente, non sarebbe stato un incontro gradevole...per lo meno per uno di loro due.
    Quando Diogenes e il suo ultimo ospite si spostarono, Eiatsu li seguì con un attimo di ritardo.Arrivò che Aloysius stava terminando di raccontare del suo piano. Erano nella stanza che racchiudeva le spade di Kiri, era quindi facilmente deducibile che il Mikawa avesse detto a Raizen anche della sua gita nel paese della Nebbia.
    Raizen era un ninja particolare da inquadrare. Sicuramente aveva un gran faccia tosta a parlare in quella maniera al signore dei Mikawa: non rimaneva da capire se poteva permettersi un comportamento del genere, cioè se la sua forza fosse tale da paragonarsi a quella del Mikawa. Eiatsu saggiamente si tirava fuori da queste dispute: sapeva che il suo livello di forza era notevole ma non irraggiungibile. Sapeva altresì che le sue abilità peculiari erano uniche e che i mezzi di cui disponeva difficilmente potevano essere eguagliati: questo lo rendeva utile e quindi un alleato potente. Questo gli bastava per ora...
    Raizen pose delle condizioni che probabilmente il Mikawa avrebbe accettato, o almeno così credeva. Diversamente non credeva possibile che Aloysius cedesse tutte le spade che aveva conquistato al primo estraneo che passava: tuttavia sarebbe stato a guardare in silenzio.
    Avrebbe parlato solo quando Raizen chiese di lui al colosso:


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    “Sono qui, puoi porre le tue domande direttamene a me. Tutto quello che devi sapere su di me è che aiuterò Aloysius a gestire l’obitorio dato che padroneggio le abilità degli eliminatori di cadaveri.”

    E solo questo avrebbe saputo. Infatti Eiatsu non stava concedendo all’ospite di Aloysius di conoscere, non solo il proprio volto e il proprio nome, ma addirittura il timbro di voce, l’altezza e la corporatura. Nulla eccetto quello che aveva detto.

     
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    Sorrido semplicemente alle parole di Raizen circa l’acquisizione delle spade ed intanto lo osservo che ammira i tesori di Kiri. Indipendentemente dalla forza degli stessi, il fatto che siano qui, tutti di fronte a lui, deve implicare un’attrattiva notevole. Sicuramente nessun ninja ha rischiato tanto per indebolire un villaggio ostile: questo per lo meno è conferma che la mia risoluzione è totale.
    Quando ricomincia a parlare il Gigante ha parole di disapprovazione per le spade e per i kiriani, si mantiene cauto a mostrare lo stupore. Tuttavia non può non riconoscere importanza degli oggetti e l’utilità che essi possono avere. Infine spara a zero su tutto: sulle spade, sul piano dell’obitorio, su Itai e anche sulla condizioni del nostro accordo.
    Piccolo impertinente! Il briciolo di potere che ha ottenuto gli deve aver fuso il cervello al punto che crede di poter parlare come un mio pari! Un fremito di rabbia mi percuote le membra, ma dura solo un attimo: so già come comportarmi con lui…
    Quando riprendo a parlare, il tono è nuovamente calmo:

    “I tuoi giudizi suoi miei piani sono avventati Raizen. La prossima volta, prima di aprir bocca, rifletti sul fatto che le osservazioni che hai partorito in mezzo minuto sono dirette su piani che hanno impiegato mesi di preparativi e dei quali conosci solo le linee generali. Credi veramente che chiederò il permesso ai vari villaggi di consegnarmi i loro segreti? Loro saranno impotenti spettatori dell'unico grande obitorio.”

    Il mio sguardo si è fatto di ghiaccio. La pausa dura circa cinque secondi, dopo di chè l’espressione sul mio volto si rilassa e proseguo a parlare.

    “Sono perfettamente d’accordo quando parli di ipocrisia. Per me la parola data è sacra e io la rispetterei fino alla morte, ma questo non vale per gli altri. La tecnica che hai visto prima usare su Drake non fa altro che vincolare le persone alle proprie promesse, niente di più.Qui arriviamo ad Itai: lui mi è venuto a scocciare fino ai miei domini con i suoi grandi piani di conquista e con gli occhi pieni di ambizione e di rabbia. Personalmente non mi interessano le sue motivazioni, e non mi interessa se abbia cambiato idea. Quando io rispetterò la mia parte del patto lui, come Drake, dovrà darmi in cambio ciò che mi ha promesso, nulla di più, nulla di meno…”

    Ma adesso è il momento di parlare dei veri affari.

    “Ti ho svelato la vera natura del patto che intendo fare con te, quindi non hai nulla da temere. Ti rioffro la possibilità di accettare. Se rifiuterai ancora faremo come hai proposto, fidandoci semplicemente della nostra parola. Pensa bene, tuttavia, che il patto stipulato nella mia maniera è una rete di sicurezza anche per te…”

    Indipendentemente da come avesse deciso, avrei continuato dicendo.

    “Ti darò le informazioni che posseggo in merito alla Shameada e, se vorrai, anche del supporto in termini di uomini.Per quanto riguarda queste spade...il loro valore verrà palesato successivamente per un’altra avanzata strategica verso il successo.Per il momento restano qui.”

    Arriviamo alla parte del discorso alla quale, da dieci minuti, non vedo l’ora di pronunciare.

    “Ora parliamo di quello che tu farai per me. Ti ho già parlato del patto con Itai: gli ho promesso che mi sarei prodigato attivamente per l’uccisione di un ninja di Kiri. Ora voglio che tu uccida questo ninja sotto mio diretto ordine.”

    Un’ ulteriore pausa.

    “Voglio che tu uccida Shiltar Kaguya, Mizukage di Kiri”

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    Un leggero sorriso si apre sulle mia labbra sottili. Ed ora ,Raizen, cosa avresti fatto?

    “Giacchè tu mi parli come si confà ad un pari, posso dedurre che l’uccisione del Mizukage sia alla tua portata, o sbaglio? Shiltar è un ninja dalle sorprendenti capacità, un maestro del suo clan e un abile diplomatico, seppure abbia anch’egli momenti di debolezza, come nel caso di Yami.”

    Uccidere il Mizukge è un’impresa complessa e, sinceramente, credo sia superiore alle sue possibilità. Questo lo so quasi per certo, ma lui credo che non lo intuisca. Lo scontro gli servirà da lezione, e la portata della punizione dipenderà direttamente da quando fondata è la fiducia in se stessi di questo ninja. Tuttavia non avrei permesso che una pedina così importante, un alleato se vogliamo, crepasse così miseramente.

    “Infine Raizen, anche se mi sembra scontato, in caso fossi battuto non dovrai in alcun modo fornire informazioni al Mizukage, ne prima ne dopo lo scontro, che possa tradire la nostra implicazione. Se invece avrai successo mi porterai il corpo così che io possa verificarne l’autenticità: ti darò le coordinate dello stesso a tempo debito.”

    Ero sicuro che il foglioso avesse inteso cosa volevo dire. Per lui che intraprendeva lo scontro c’erano solo tre strade possibili: la vittoria, la fuga o la morte. Questo significa essere ninja, questo significa lavorare per me. Era ora che il foglioso provasse sulla sua pelle cosa volesse dire mettere in pericolo, seriamente, la propria vita.

     
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    Lo strano figuro che prima stava nella stanza con loro li segui poco dopo, Raizen ebbe così modo di parlargli direttamente.

    Oh, perdonami, credevo che non ci avresti seguiti.
    Mi serviranno le tue abilità, una volta terminato con Diogene ti spiegherò meglio.


    Tono di voce pacato e cortese, come quello di chi si accinge a fare una richiesta.
    Ascoltò le parole di Diogene non perdendo l’occasione di ribattere appena la pausa effettuata dall’otese glielo permise, notò che il colosso aveva frainteso le sue parole, o meglio, il suo tono, da quel lieve tremito che lo scosse per qualche istante.

    Calmo Diogene, hai del tutto frainteso le mie parole.
    In primis ti dico che le avrei dette anche all’eremita dei sei sentieri un istante dopo avuta la conferma che i suoi piani erano inattaccabili e strategicamente impeccabili.
    Credo di poter affermare con certezza che riporre fiducia in questo genere di cose sia avventato, per esperienza personale. Non dico che tu non abbia previsto tutto, ma certe considerazioni è meglio farle anziché no. Ma perché? La risposta è semplice. Capirai che la fiducia riposta in una persona tende spesso a mutare in una forma di amicizia, chiamiamo allora “amicizia” quella che mi ha spinto a fare quelle considerazioni, non supponenza o sbruffonagine, o poca fiducia nelle tue capacità.


    Lasciò poi continuare a Diogene il suo discorso aspettando il momento per dare la sua risposta.

    Non necessito di reti di sicurezza, bisognerebbe essere degli stolti per tradire un patto simile, da ambo le parti. Inoltre, come detto, non necessito di vincoli che non siano quelli morali per tener fede alla mia parola.

    Fece poi ultimare il discorso a Diogene per poi concedersi una lunga pausa riflessiva.

    Bene, a questo punto credo che gli interessi di tutti noi coincidono.
    Accetto la tua proposta, otese.


    Si rivolse poi all’eliminatore di cadaveri.

    Mi saranno utili i tuoi servigi.
    Per essere più preciso una faccia nuova mi sarebbe utile per portare a termine la mia parte del patto.
    Conosco a grandi linee le capacità del mizukage, e beneficiarne non mi dispiacerebbe, purtroppo ho ancora delle carenze e il corpo del mizukage potrebbe darmi una mano a colmarle.


    Si rivolse poi ad entrambi.

    Mi servirà una di queste spade per cavare Shiltar fuori dalle mura, al momento è l’unico piano di cui dispongo, ammenochè non ne abbiate di migliori.
    Come saprete è cosa assai complessa parlare a quattrocchi con una carica così importante di un villaggio.
    Al momento questa è la parte più complessa dell’intera “missione”.
    Se avete idee migliori sono pronto ad ascoltarle, insieme alle informazioni sulla Samehada, non vorrei tornare in quell’umido paese troppe volte.


    Attese le sue risposte con una certa curiosità.
     
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    Mi saranno utili i tuoi servigi.
    Per essere più preciso una faccia nuova mi sarebbe utile per portare a termine la mia parte del patto.
    Conosco a grandi linee le capacità del mizukage, e beneficiarne non mi dispiacerebbe, purtroppo ho ancora delle carenze e il corpo del mizukage potrebbe darmi una mano a colmarle.


    L’alter ego di Eiatsu guardò da dietro la maschera il giovane foglioso. Doveva ammetterlo: la rapidità con la quale aveva accettato un incarico così complesso non lasciava certo dubbi sulla sua risoluzione. Certo, la diceva lunga sulla sua fiducia in se stesso oppure della sua incoscienza. In ogni caso, sapeva che Eiatsu ne avrebbe potuto ricavare davvero tanto dal partecipare ad un affare del genere.
    Iniziò col dire:

    “Per quanto riguarda l’operazione al volto non ci sarà alcun problema. Necessito di sapere che fattezze vuoi dare al tuo nuovo viso e, ovviamente, dove e quando vuoi fare l’operazione. Sono disponibilissimo fin da domani oppure, se mi dai qualche ora di tempo, ci potremmo incontrare in un mio laboratorio qui vicino...”

    Per quanto riguardava la seconda parte della sua richiesta, bhè quello era un altro paio di maniche. L’estrazione delle abilità di uno shinobi era un lavoro complesso e dispendioso di tempo che necessitava di abilità, gli attrezzi giusti, ma soprattutto il corpo in questione doveva rispettare certe caratteristiche.

    “Quanto ne sai di estrazione di abilità dai cadaveri?”

    Attese la risposta del suo interlocutore.

    “Per farla breve: ci sono alcune limitazioni temporali da rispettare. In ogni caso dovrò venire con te in quanto è possibile estrarre abilità e tecniche ninja solo da un cadavere fresco di un giorno...Fare una cosa del genere su ninja che non siano del proprio villaggio,oppure farla senza un ordine del villaggio, è considerato tradimento e ti trasforma automaticamente in nukenin, se ti scoprono ovviamente. Lo stesso vale per te, che quindi non dovrai mai mostrare le capacità che otterrai in questa maniera o , almeno, sarà meglio che chi le veda non sopravviva per raccontarle...”

    L’alter ego fece una pausa.

    “Considerando tutti i rischi ,il pagamento per i miei servizi sarà piuttosto esoso, sebbene non in termini di denaro. Per l’operazione facciale e tutto il resto voglio il corpo del Mizukage, o una parte di esso qualora non sia possibile fare di meglio...”

    “...inoltre, a scopo di garanzia, voglio che in questo momento tu mi dia una ciocca dei tuoi capelli. Se riuscirai nel tuo compito te li restituirò .Se fallirai...bhè dubito che , in quel caso, sarai ancora in vita.”


    Perfetto. In questa maniera se il foglioso avesse avuto successo Eiatsu avrebbe conquistato l’anima non di meno che del Mizukage.Se, invece, il foglioso avesse fallito, con ogni probabilità sarebbe morto e, in quel caso, Eiastu avrebbe comunque ottenuto un’anima potente a rinforzare il suo esercito.

    “Nota bene che, sebbene io venga con te, non mi esporrò in alcun modo più del necessario; ciò significa che sarai da solo ad affrontare il Mizukage.”


     
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    " E' deciso allora. Scegli dunque l'esca migliore tre le sette katane Raizen. Poi muoviti rapido; il mio alleato verrà con te per gestire al meglio ogni possibile esito del tuo scontro. Per quanto riguarda il piano di azione penso che se lo costruirai con le tue forze anche gli esiti saranno migliori; ricorda solo una cosa: Shiltar è un uomo d'onore, un capoclan, che sta solo imparando ad essere un Kage; prendilo per la gola...dopotutto è un combattente, proprio come me e te."

    Un ultimo sguardo serio per poi concedermi un largo sorriso mentre la mancina si muove per lanciare al colosso un fogliettino di carta.

    " Leggine il contenuto e poi disintegralo; probabilmente la Nebbia ancora non sa che sono in possesso di questa informazione.
    Buona fortuna."


    Ma quale fortuna; solo Raizen ha ora in mano le redini del duo destino. Sarebbe stata la velocità delle sue gambe, la prontezza dei suoi riflessi e la forza dei suoi muscoli a permettergli di rimanere in vita.

     
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    Dopo qualche secondo l’attesa divenne sfiancante, nonostante fosse passato poco tempo.
    Il primo a prendere parola fu lo strano individuo taciturno.

    Per l’operazione direi di farla domani, dimmi dove devo recarmi e non mancherò all’appuntamento.

    Tacque un secondo riflettendo sugli altri problemi che l’eliminatore di cadaveri gli pose.

    Riguardo il tempo non ho problemi, posso recarmi in qualsiasi posizione del globo entro un massimo di poche ore, non sarà necessario che tu mi segua, inoltre avrei difficoltà a muovermi con qualcuno alle calcagna.
    Sai com’è, ansia da prestazione.


    Dopo Raizen fu Diogene a parlare.

    Si, non preoccuparti, dovrei riuscire a fare un buon lavoro.

    Appena concluse di parlare si recò dinnanzi alle lame di Kiri, non sapeva quale prendere, e non ne conosceva nemmeno i poteri, ne prese una, una particolare katana che pareva emettere dei piccoli riflessi violacei, non gli interessava il nome, tanto i kiriani non avrebbero potuto far altro che identificarla come autentica.

    Grazie anche di questo.

    Prese il foglietto dalle mani del colosso otese per leggerne il contenuto, non conosceva il luogo in cui si trovava, ma poteva sempre cercare da se altri indizi.

    Grazie, Diogene, spero di tornare con ciò che desideri.

    Si voltò poi verso l’eliminatore.

    Quanto a te, ci rivedremo domani, dimmi solo dove.

    Attese risposta mentre si assicurava alla vita la seconda katana appena acquisita.
     
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  15. Rangiku Matsumoto
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    " Gene dovrai dirglielo prima o poi ! Non possiamo continuare con questa falsa! Secondo me ha già dei sospetti, oramai è grande ed è diventata un abile Kunoichi."

    Ci risiamo, ancora una volta il solito discorso con quella testa calda.
    Siamo nel salotto e Yakhiru è fuori ad allenarsi; lui sorseggia un te caldo preparato da me. E come potrebbe essere altrimenti! In quel genere di cose è completamente impacciato. Ma come ha fatto a vivere prima che io venissi qui?
    Non mi risponde e questa sua titubanza mi fa ben sperare. Dunque incalzo senza preoccuparmi di star facendo, forse, il passo più lungo della gamba. Dopotutto con quale diritto sto parlando? Ma cosa dico; la bambina l'ho cresciuta io, la mia parola conterà pure qualcosa! Io l'ho vista fare i primi passi, Io l'ho sentita pronunciare la sua prima parola, Io la facevo dormire nel mio letto quando aveva paura del buio! Se Gene sapesse solamente un decimo di quello che so io riguardo la bambina... Io sono sua madr...Dannazione Ranjiku!
    Una lacrima scende sul mio volto; ancora una volta mi ero lasciata andare. Non c'è nulla da fare, quando si parla di Yakhiru non riesco a trattenere le mie emozioni come dovrei. Quasi sconsolata continuo, conscia che se Aloysius avesse già preso la decisione di non dirle ancora nulla, le mie parole sarebbero state del tutto vane:

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    " Mancano due giorni all'evento. Di sicuro lei avrà già risolto il piccolo enigma...quando ti si parerà difronte e vedrà che tu, suo padre, hai architettato tutto come la prenderà? Te le dico io visto che tu non puoi saperlo: proverà grande solitudine, si sentirà tradita, ti odierà...Gene...Gene...Gene, rispondimi dannazione! Non ti importa nulla di cosa pensa di te?!"

     
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