[Secondo Accesso] Le Mura

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  1. O-Metsuke
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    Rakuen osservò per qualche istante il nuovo giunto, piegando di lato il capo.
    Cieco, era cieco.
    Lo Studente sorrise, ma non per scherno: come se avesse ricordato qualcosa che aveva sepolto nel passato.
    Poi, voltò il viso verso il genin, allungando la mano che stringeva il corpi-fronte, appena riluttante.

    - Kisugy-san, certo. Posso chiedervene il motivo? –



    Ma, qualunque fosse stata la risposta, il corpifronte sarebbe caduto nelle mani del Genin.
     
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  2. Kisugy Hajime
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    Mi fermai un attimo, prima di dirigermi alla locanda con il nuovo arrivato. Rakuen mi porse una domanda, consegnandomi poi il coprifronte

    -Vedi.. quando un giorno, e me lo sento, arriverà, incontrerò ancora Mataza... gli farò rimpiangere la scelta appena fatta; e questo coprifronte sarà il suo promemoria..-


    Afferrai quindi l'oggetto, e salutando cun gesto della mano il ragazzo, mi diressi verso la locanda

    §Mataza...Hayate.. prima o poi capirò...§
     
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    Falce dei Kaguya


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    *Shiltar inizialmente non rispose a Rakuen, era più preoccupato nel raccogliere i coprifronti dei due che un tempo si potevano dire dei Kaguya.

    Il chunin non parlò all'apparizione della nuova recluta, entrante dalle Mura, un giovane cieco che aveva deciso di intraprendere la carriera del ninja: una scelta coraggiosa data la sua primigena mancanza, una scelta che il Kaguya poteva solo lodare.

    Kisugy, intanto, una volta invitato il nuovo giunto a seguirlo e dopo aver lasciato Rakuen con delle parole, prendendogli il coprifronte di Mataza, si allontanò, salutando il Kaguya, che ricambiò il suo saluto.

    Shiltar però era interessato in altro: aveva già il coprifronte da nukenin di Hayate ed ora stava prendendo gli altri due, quello del ragazzo ferito da Kisugy aveva un fiocco al centro, attorno al simbolo del villaggio, l'altro era rimasto senza fiocco, un modo con cui il chunin li avrebbe divisi.
    Fu allora che il Kaguya rivolse le proprie parole a Rakuen.

    "Mi chiedevi perché la gente lascia il villaggio che gli dà asilo e colleziona inimicizie, giusto? Ebbene, penso che tutto si fondi sul modo in cui ognuno interpreta la libertà.
    Hayate ha lasciato Kiri perché voleva domare gli spiriti ribelli dei Nukenin senza alcun legame che lo bloccasse, questo è spirito di libertà, probabilmente alcuni ne vedono anche un desiderio di sacrificio, ma in ogni caso, nelle parole che il Tamasizu mi ha rivolto poc'anzi non si trovava alcuna traccia d'odio contro il villaggio.
    Qui, invece, hai visto l'esatto contrario: quelli che hanno lasciato Kiri adesso trovavano la libertà solo nel seguire i propri interessi, non curandosi d'altro."
    , iniziò a spiegare Shiltar.
    "Vedi, ragazzo, sono convinto che la libertà è come un confine, quasi come il tuo corpo e, proprio come lo spazio del tuo corpo ha un limite, così lo ha anche la tua libertà. La libertà di un uomo si conclude dove inizia quella di un altro... ma gente come quelli che sono usciti dalle Mura è più propensa a superare questi limiti, affondando nella libertà altrui per prenderne per se... non è questione di abbandonare chi ti dà asilo, né di fare inimicizie, semplicemente necessita di prendersi tutta la libertà che vuole, non preoccupandosi d'altro.", concluse il Kaguya, segnalando poi ad una guardia, che aveva assistito a tutto, di avvisare Kymuji dell'esito di quella diatriba... ora anche l'altro Shinretsu poteva ritornare a casa, se voleva.*
     
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  4. O-Metsuke
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    Annuì a Kisugy, lentamente.
    Il coprifronte volò via dalle sue mani, per cadere fra le dita del Genin.
    Avanzò di qualche passo verso Shiltar, non schiudendo le labbra.
    Infilò entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni, facendo gemere le fasciature che abbracciavano il braccio sinistro.
    Poi ascoltò. Con molta attenzione.

    - Capisco, Shiltar-sama. –



    Lo sguardo lontano, oltre le mura. Restò per qualche istante in silenzio, mentre si mordeva le labbra.

    - Ma, adesso, lo Tsumuji e i suoi Mukenin sono nostri nemici? Adesso affermato di odiare Kiri e la sua gente… E il Clan Kaguya. Questo non vi turba, Shiltar-sama? Non volete vendicare la macchia di disonore che quei due ragazzi hanno gettato sul vostro nome, infangandolo? –



    Poi riprese il suo sorriso di sempre, inspirando l’aria gelida che carezzava gli abitanti di Kiri, socchiudendo gli occhi.
    §Immagino proprio di no, vero Shiltar-kun?§
     
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    *Shiltar ascoltò la domanda che Rakuen, una volta avvicinatosi, gli pose, una domanda su quale fosse adesso il rapporto con quei nukenin e su come ciò fosse stato preso dal chunin stesso.

    "Vedi, ragazzo, il primo di quei due studenti che ha lasciato Kiri parlava di disprezzo da parte degli altri, di odio verso il clan e la gente del villaggio, tutte parole che, a mio parere, erano prive di ogni significato poiché mai lo avevo visto aggirarsi per la Nebbia, ben poco anzi, m'è parso dalle sue parole, lui conosce il villaggio e questo è il suo errore, l'errore che lo ha portato a tradire ed a fare false promesse di vendetta.
    L'altro ragazzo, invece, mi è parso quasi che abbandonasse qualcosa che nemmeno conosceva... sembrava avere una levatura un pò maggiore del primo, ma altresì, in scatola chiusa, a preferito un'opzione ignota ad un'altra.
    Proprio per questo, perché nessuno dei due sapeva effettivamente cosa vuol dire essere un Kaguya, io non ho alcun istinto di vendetta... certo, se attaccassero il villaggio non potrebbero sperare nel mio perdono, ma non li cercherò per primo, se era questo il fine ultimo della domanda."
    , spiegò il chunin, indietreggiando di qualche passo, dando poi le spalle alle Mura.
    "Parlando di Mataza, invece, finché è con Hayate non si deve considerare un pericolo per Kiri, e nemmeno un nemico, finché è con Hayate.", concluse Shiltar, pronto ad abbandonare le Mura, qualora Rakuen non gli avesse detto altro.*
     
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  6. O-Metsuke
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    Annuì lentamente al Chunin, in silenzio.
    Poi, ancora sulle mura, attese disposizioni.
     
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    *Shiltar s'incamminò quindi lontano dalle Mura, ma, all'ultimo, si voltò, rivolgendosi allo studente.

    "Non vi dovrebbero essere problemi qui, Rakuen, quindi, almeno che tu non lo ritenga opportuno, puoi abbandonare tra un pò il posto di guardia. Resta, finché ne senti la necessità, la guardia di un ninja è sempre più minacciosa di quella delle sentinelle, per quanto le une fanno comunque un ottimo lavoro e l'altro è, in questo caso, ancora uno studente.", affermò con calma il Kaguya, "Avremo modo di rivederci, spero.", concluse, salutando il giovane interlocutore.*
     
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  8. Giants Kaguya
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    Permesso per Oto


    *Mi presentai davanti le mura dall'interno di esse. Come al solito cercai rapidamente il guardiano. Ignaro del fatto che ci potesse essere gente con maggiore priorità, chiamai la sentinella con un fischio, attirando la sua attenzione, ignaro ancora una volta del fatto che qualcuno potesse lamentarsi della mia maleducazione.*

    -Scusi sentinella, mi faccia uscire, dovrei andare a Oto per motivi del tutto personali. Il massimo che posso dirle è che devo consegnare un oggetto che Shiltar Kaguya conosce già, quindi se vuole, durante il mio viaggio per Oto può chiedere a lui, il quale capirà e saprà darle una valida risposta. Mi faccia passare per cortesia...-

    *Mi avvicinai lentamente al cencello in attessa dell'apertura di esso, sperando in poche domande o ancora meglio nessuna domanda....*
     
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  9. Kisugy Hajime
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    OT posto come sentinella, non come Kisugy/OT

    La sentinella ascoltò le parole del giovane, poi rispose facendo il saluto militare

    -Siamo già stati informati da Shiltar-sama signore! Lei è autorizzato ad uscire-


    Così, aprì il portone, in modo da poter fare uscire il Kayuga
     
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  10. Kojaku
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    Camminava con lentezza, cadenzando con pacata decisione ogni passo. Camminava, mentre le braccia ricalcavano le linee del suo corpo, distese lungo i fianchi ed ondeggianti ad ogni minimo movimento. Lo sguardo, immobile, malcelava una noia ed un'impazienza che accompagnavano il giovane da quando, innumerevoli lune addietro, s'era messo in marcia. Kiri, la sua meta. La Nebbia, la patria dei suoi avi e la terra ove avrebbe vissuto da quel momento in poi. Le Mura si stagliavano, imponenti, dinanzi a lui, sovrastandolo con la solida loro consistenza. Levò per un istante lo sguardo verso l'alto, tentando di individuarne la fine e di scorgere una Guardia; bastò un attimo, per vederla. Sorrise sprezzante, facendo fuggire l'apatia, e portò due dita della mancina alle labbra. Quindi, fischiò. Invero, era certo di attirare l'attenzione dell'uomo posto a sorveglianza del loco; nel caso quello si fosse voltato in sua direzione, ecco quanto avrebbe lui proferito.

    « Ehi, tu! Potresti gentilmente aprire questi portoni, prima che sia io a farlo? »

    Malizioso nel tono sì come nell'espressione, terminò il monologo con un ampio sorriso, il quale mise in mostra i canini del giovane - leggermente appuntiti; dubitava che, tuttavia, l'individuo al quale s'era rivolto li avrebbe notati. Poco gli importava di quello che avrebbe pensato di lui, quanto contava era penetrare all'interno della Nebbia, e lì rimanere - e lì cercare qualcuno di molto importante per lui.
     
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  11. Mahura
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    Le Mura di Kiri ~ Boarrider Comin’

    Fiacco il suo incedere, quasi non avesse voglia di passeggiare. Ma forse v'era un motivo se quella piacevole gita aveva come meta le Mura del suo Villaggio. Sguardo saldo verso il ligneo portone, mentre lento il Bja si avvicinava verso lo stesso. Pareva stesse attendendo l'aprirsi delle porte. Atteso arrivo? Sì probabilmente. Eppure quelle fottutissime sentinelle esitavano nel dischiudere l'ingresso per Kiri. Delle urla attraversavano le fortificazioni, urla quanto mai familiari. Il giovane non amava attendere, e non avrebbe atteso di più. Si prodigò quindi in direzione delle cinta, con fare deciso, aveva decretato d'accogliere lui stesso l'ospite. Portò dunque la diritta mano verso l'ingranaggio atto a spalancare le porte che componevano le Mura. Una leggera pressione, ed il meccanismo fece il suo dovere. Sapeva che non era di sua competenza tale gesto, dopo tutto stava solo ospitando un Ninja che attendeva lì fuori da ormai troppo tempo. Un sussulto seguito da alcuni verbi, sancirono il benvenuto.

    « Dear Brother! Presto entra, avremo modo di parlare più tardi. »

    Avrebbe aspettato l'entare del fratello, per poi eseguire un movimento opposto al precedente e serrare il portone.
     
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  12. Kojaku
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    « Oh. Ciao, Mahura. »

    Parlò con tono tranquillo, quasi quella non fosse altro che una discussione tra parenti, un dialogo quotidiano. Invero, tuttavia, di situazione anormale si trattava: il fratello era venuto sino alle Mura per accoglierlo, e questo senza che le Guardie avessero dato il loro consenso. Ma, infondo, poco importava lui di quanto quelle pensavano. Abbandonò per un istante lo sguardo del Tokugawa – dopo aver sorriso -, per indietreggiare appena e rivolgersi di nuovo all’uomo dal quale, svariati metri più in alto, aveva atteso risposta, poc’anzi. Ampio sorriso – simile al precedente – precedette altri verbi, proferiti con calma e malcelato sprezzo; infine, seguì Mahura attraverso i Cancelli.

    « Beh, io allora vado.. Tanti saluti, Guardia. »
     
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  13. Giants Kaguya
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    *Una voce in lontananza proveniente dalla parte della sentinella, passò oltre le mura arrivando al nuovo giunto.*

    -Un pò di rispetto per la nostra sentinella. Ben giunto. Posso sapere chi tu sia?-

    *Subitamente un individuo aspettava dietro le mura. Lo aveva chiamato "Brother". Siccome era evidente che si conoscessero, potei formulare la stessa domanda all'altro individuo...*

    -Tuo fratello? Da dove viene?-
     
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  14. Mahura
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    Non una parola rivolta verso il ritrovato fratello. Persona di poche parole era Mahura, e Kojaku poteva saperlo. Fece segno d'andare, quando una dannata sentinella apparì non appena le porte si chiusero, provocando un rumore quasi assordante. La fissò per qualche secondo, chinando poi il capo e proferendo cotali verbi.

    « Mi pare palese, mio fratello. Semplice Studente come me. »

    Sembrava quasi stesse rispondendo al posto del Tokugawa. Sapeva forse, quanto il suo strafottente atteggiamento in quell'occasione sarebbe stato poco utile. Erano rimasti sin troppo sotto quelle cinta fortificate, e poi avevano di che paralare i due. Il Bja si incamminò quindi, sicuro che il parente avrebbe fatto lo stesso.

    « Noi andremo. »
     
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  15. Sou Tamahome Kishuku
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    -aNoTHeR WaY-


    Una giornata come le altre a Kiri, sul grande viale che conduceva all'uscita, Sou camminava tranquillamente, avvolto dal suo mantello, con alle spalle un sacco contenente i suoi effetti, ormai, dopo qualche giorno, da quando Mataza lasciò Kiri, lui restò da solo a pensare sul da farsi, fino a raggiungere una decisione, seguire Mataza. Ormai era inutile restare a Kiri, dopotutto non era neanche considerato un ninja del villaggio, quindi la sua presenza o mancanza non si sarebbe notata. Ormai a pochi metri dalle porte, invece di rallentare, accelerò il passo mentre intanto, altri ninja, al contrario di lui, entravano tranquillamente nel villaggio. Quelle immagini gli ricordarono il giorno in cui lui arrivò, fù molto diversa l'accoglienza per lui, ma ormai era inutile pensarci su. Pochi metri dalle porte, mentre i suoi scarponi lasciavano impronte sul terreno, alzò lo sguardo, ove tempo prima si discuteva per il suo ingresso al villaggio, le guardie erano presenti, non importa. Continuò il suo cammino, fino ad uscire. Passato un metro dalla soia, arrestò il suo cammino, immobile dando le spalle al villaggio, sussurrò appena per farsi sentire.

    « Io seguo il mio clan, addio. »


    Detto questo, lentamente, partendo con il destro, ricominciò la sua marcia, verso Oto, dove Mataza, lo aspettava con gli altri, augurandosi di non trovare ostacoli, sia ora all'uscità da Kiri, sia dopo all'entrata del North Gate di Oto.


    Edited by Sou Tamahome Kishuku - 11/11/2006, 09:43
     
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