[Secondo Accesso] Le Mura

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  1. Impiegato di Kiri
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    La Marina avveva avvisato l'avamposto delle mura di Kiri. Le guardie di turno al portone così erano pronte ai loro posti.

    Poco più tardi un mantello scuro avvolgeva una figura in avvicinamento. Molto probabilmente colui che era stato annunciato.

    Quel giorno non vi era nebbia a Kiri ma solo un vento freddo che sferzava i rami degli alberi lì intorno. Il cielo era quasi assenta da nuvole e la visibilità ottima. In quella landa di terra vi era una calma smisurata interrotta soltanto, a tratti, dagli stormi di uccelli di passaggio.
    E proprio uno di questi stormi passò sopra le mura di Kiri nel mentre l'altro si era fermato dinanzi l'attenzione, richiamando l'attenzione.
    Attenzione che gli era già stata data da lontano.

    Qualcuno però quella mattina aveva ingurgitato più cibo del solito, in una corsa alla scorta, e in quel frangente dovette liberarsi di un leggero peso, semiliquido, piovente proprio sulla spalla del nuovo arrivato.

    Qual è il tuo nome, viandante? disse una voce non meglio definita dall'alto delle mura.
     
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    Narrato
    <<Parlato>>
    Pensato

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    …Inconvenienti …


    In effetti la giornata kiriana era ottima davvero. Seppure il vento mi scocciava, notavo l’assenza di nuvole nel cielo. Era un ottimo giorno per allenarsi. Alla vista delle mura mi limitai solo a sorriderle, seppure quei guardiani non erano poi cosi felici di rivedermi come avrei potuto pensare.
    Quando fui vicino alle mura, sentii i versi degli uccelli passare su di me. Alzai il capo vedendo quello stormo. Doveva essere il periodo degli accoppiamenti, forse. Fu quando fui vicino alle mura, che vidi una sostanza liquida dirigersi verso di me, dall’alto. Rapide le mie mano composero un solo sigillo, ed io sparii. Ricomparendo vicino ad uno dei guardiani che avevano già espresso la loro domanda.

    <<Seinji Akuma… maledetti uccelli, eh. >>
    Intanto mi guardai da altri scherzi come quelli. Forse quello stormo di uccelli aveva mangiato pesante.

     
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  3. Impiegato di Kiri
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    CITAZIONE
    OT: il 3.5 non è attivo. Altrimenti ti scordavi la sostituzione

    Apparve a fianco di colui che l'aveva interpellato.

    Ben tornato...ma la prossima volta entra per la porta o nessuno impedirà di far scoccare una freccia all'interno della tua testa disse pacato mentre un rumore di disarmo proveniva da almeno due guardie limitrofe.

    Due balestrieri abbassarono la mira rinfoderando le proprie armi.
    Kiri era alle spalle dell'Akuma e verosimilmente la strada la conosceva. Probabilmente non era al corrente dei cambiamenti recenti ma li avrebbe appresi informandosi per il villaggio.
     
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  4. Jins Kaguya
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    » Ritorno A Casa «



    Come promesso a Shiltar tornai a Kiri dopo un anno non proprio esatto dalla mia partenza. Come mi ero promesso appena prima di partire di crescere e migliorare, ritornai con la promessa mantenuta fino in fondo e Shiltar ne avrebbe avuto prova, ma soprattutto Itai. non avevo di certo dimenticato quel che mi aveva fatto o quel che credeva di essere nei miei confronti. Ben presto anche lui ne avrebbe pagate le conseguenze.

    Troppo avevo fatto in un anno e potevo dirmi soddisfatto, prima di tutto per il bene di Kiri, secondo poi per il bene dei Kaguya. Forse su una cosa Itai aveva ragione e proprio su quella mi ero basato per dargli torto non appena l'avessi incrociato nuovamente: Kiri aveva ancora molti elementi deboli e i miei sforzi erano solo mirati a diminuire tale debolezza.

    Ecco infine le Mura. Tanto avevo viaggiato e tanto avevo passato durante quest'anno. Adesso però era giunto il momento di tornare ad aiutare il mio villaggio ed apprendere eventuali cambiamenti. Avrei ricominciato la mia solita vita da quel preciso istante, dall'istante in cui mi trovai sotto le mura chiedendo a gran voce di entrare. "Sono di ritorno da un lungo viaggio. Aprite!" Quasi dimenticai che magari da pochi guardiani che c'erano alla mia partenza, magari dopo un anno erano cambiate proprio le sentinelle, così subito feci il mio nome così da risparmiare tempo in domande inutili. "Sono Jins Kaguya!"

     
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    Il ritorno di una vecchia fiamma
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    In un anno, tutto sommato, non era cambiato proprio un bel niente. Era proprio un anno che non vedevo il Kaguya, un anno durante il quale non si poteva dire che fossi restato propriamente buono. Qualche giorno prima persino il Mizukage aveva assaggiato le mie nuove capacità – come io avevo assaggiato le sue – con il risultato di ripianare vecchie divergenze, riaccendere una fiducia ormai spenta e soprattutto farmi rendere conto che c’era ancora qualcosa a cui potevo aspirare a Kiri.
    Per il momento, mi bastava controllare chi entrava e chi usciva dal villaggio con occhio vigile.
    Stavo giusto ripensando allo scontro avuto con Jins mesi prima: io, di ritorno da Konoha dopo l’accaduto con Shiltar, pieno di rabbia e rancore verso il mondo, avevo sfogato buona parte della mia ira contro il Chunin che aveva riversato su di me i suoi rancori per qualche giorno passato alle mura a difenderle.
    Ripensarci mi faceva sorridere, più che preoccupare: era stata la goccia che aveva fatto traboccare un vaso pericolosamente pieno.
    All’orizzonte, appena visibile, si stagliava una figura che si avvicinò lentamente. Non ci misi molto a riconoscerla e lui tra l’altro non si fece certo problemi a dire il suo nome.

    image
    « Che sorpresa, iniziavamo a pensare che nel tuo viaggio fossi morto. »

    La mia voce arrivò da sopra le mura. Ero seduto sul bordo, con una gamba che penzolava nel vuoto e l’altra piegata e poggiata davanti al mio corpo.
    Osservai per un attimo il Kaguya e constatai una cosa: era cresciuto. Non avevo idea di quanto precisamente, ma sicuramente si era rafforzato.
    Era anche l’ora, dopotutto.

    « Ti vedo in forma, Jins. »

    Provocazione alquanto gratuita, visti i precedenti avvenimenti tra me e lui, ma alquanto innocente. Sicuramente non avrebbe avuto la bella idea di porre in atto la sua vendetta proprio lì sulle mura.
    Avrebbe notato che non era l’unico a non aver migliorato le sue capacità?
     
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  6. Jins Kaguya
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    » Accoglienza Indesiderata «



    Mi aspettavo di tutto, è vero, ma ero pronto a reagire a tutto tranne che a quel particolare: Itai ad accogliermi alle Mura. Questo era un problema: nel mio viaggio ero riuscito sì a maturare in termini di calma, pazienza e freddezza, ma anche la mia impulsività era migliorata. A quel punto la sua voce accese in me una fiamma che bruciava talmente tanto da farmi brillare gli occhi, occhi lucidi di rabbia. Tuttavia quella rabbia dovevo reprimerla e cercare da subito un attimo di pace nel Villaggio, un dialogo con Shiltar ed evitarne uno con Itai.

    Alle sue prima parole fui tentato di saltargli da subito addosso, ma a quanto pareva anche lui sembrava cambiato e forse migliorato in quell'aria serena che lo caratterizzava e lo raffigurava in quella posizione comoda sulle mura. Sembrava quasi aver acquisito maggior potere all'interno del Villaggio, ma per me non sarebbe mai cambiato nulla: mai lo avrei considerato mio superiore, mai. "Tsk..." Sorrisi nervosamente. Poi un'altra provocazione.

    Il sangue ribolliva in me, ma i risultati di un anno fuori dal Villaggio erano ben visibili, in quanto all'esterno tutto appariva calmo e pacato e soprattutto lo sguardo era impassibile, di nuovo. "Grazie... Itai." A quel punto fermai la mia lenta camminata e fissai una sentinella dalla parte opposta a quella di Itai. "Posso entrare allora?" Chiara era la provocazione, simile a quella del nostro ultimo incontro: continuavo a non riconoscerlo come superiore e così sarebbe stato per sempre.

     
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    Ciò che di più caro ho al mondo
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    Feci cenno alle guardie sottostanti di lasciar passare il ninja. Loro, azionando come al solito le porte, le aprirono, lasciando passare Jins. Io scesi dalle mura affiancandolo per qualche istante, senza guardarlo nemmeno direttamente.
    C’era una cosa che avrei dovuto mettere in chiaro, immediatamente.

    « Jins, so che sei arrabbiato per quanto è successo mesi fa. Me ne dispiace e vorrei che non fosse mai accaduto. Tuttavia in questi mesi ho imparato a mettere da parte l’orgoglio e la volontà di vendetta Jins. »

    Girai lo sguardo fino a incrociare i miei occhi. Non avevo ancora paura di lui, mi risultava difficile avere paura di qualcun altro da un bel po’ di tempo a questa parte. Tuttavia avevo un punto debole che tutti quanti al villaggio conoscevano.
    Però avevo lasciato la mia vita nelle mani di Kiri, non avrei perdonato a nessuno che un Kiriano avesse provato a toccare ciò che mi era più caro a questo mondo.

    « Se vorrai vendicarti, un giorno, a malincuore dovrò difendermi.
    Ma vendicati su qualcun altro a me caro Jins, e giuro che non ci sarà un angolo di mondo abbastanza sicuro per te.
    »

    E mentre pronunciavo quelle parole il chakra del demone, sottile, uscì dal mio corpo toccando il suo cervello. Concentrai tutto su di lui, cercai di fargli provare un’irrazionale paura di me.
    E l’avrebbe provata, a meno che non sia diventato forte quanto me.
    Qualche secondo dopo aver finito di parlare, tanto per fissare bene il concetto, terminati, sorridendo quasi amabilmente.

    « Ancora bentornato Jins. »

    E saltai in alto, nuovamente sulle mura.
     
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  8. Shinken Takatsui
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    ° Finalmente un pò di vento fresco. °



    Sbucando dalla boscaglia Shinken aveva aperto il manto; quell'aria fresca e profumata lo aveva guidato sin poco prima, come un viandante che veniva catturato dal profumo di salsedine venendone inevitabilmente attratto. E ora, dopo quel faticoso viaggio attraverso la magior parte dei territori accademici, finalmente aveva raggiunto la sua meta successiva. Kiri era decisamente meglio di Suna, quel maledetto caldo insopportabile aveva massacrato il Takatsui ed i suoi batteri tanto che, arrivati in prossimità del mare, gli ospiti avevano preso ad aggitarsi dalla felicità. Il Ronin aveva appreso due cosa fondamentali: Suna faceva schifo... e di certo staccare un braccio ad uno dei guardiani era controproducente. Kiri avrebbe assistito ad un ninja assai più pacato, pacifico ed interessato solamente ad incontrare una persona, magari dopo un bel piatto caldo.

    Appena si riprese dall'estasi del vento fresco sulla pelle, che fino a poco prima era stato schermato dalla vegetazione, il suo sguardo cadde sulle imponenti mura del villaggio. Non c'era niente da fare, il paese della nebbia era sicuramente più affascinante, precipitazioni a parte. Silenzioso, mostrando il mantello aperto con tutti i suoi averi, avanzò camminando in direzione delle mura. Più si avvicinava e più cercava di cogliere i particolari di quelle difese tanto imponenti quanto particolari. Era vero, Shinken sarebbe stato cordiale e apprensivo nei confronti dei guardiani della nebbia, ma anche per Kiri erano stati fatti dei progetti. Tranquillamente avanzava, si sarebbe fermato solamente allo stop di uno dei ninja o delle guardie del presidio.


    - Sono Shinken Takatsui e desidero entrare nel villaggio. Vorrei inoltre parlare con il Kage... -

     
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    Visite sospettosamente sospette
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    Shinken Takatsui. Il nome, sebbene sentito forse di sfuggita, non mi era nuovo, solo che – non essendo il cognome Takatsui importante – non avevo riuscivo ad associare al nome un volto e soprattutto un villaggio.
    Avevo tuttavia sentito – voci di villaggio – che qualcuno, proprio durante la nostra visita a Suna, aveva attaccato una delle guardie. Non aveva afferrato i motivi e il nome gli era sfuggito dalla memoria ben presto. Shi… Shi… e qualcosa insomma, non ricordava perfettamente. Osservò, dunque, con un filo di sospetto l’uomo che si era presentato pacatamente dinanzi al cancello di Kiri.
    Troppi particolari. Dopotutto Shinken si era presentato con la richiesta gentilissima di entrare nel villaggio per incontrare il Kage.
    Non faceva parte di una delegazione ufficiale. Non faceva parte della scorta di una delegazione ufficiale. Inoltre – cosa che mi insospettì – non vedevo copri fronte su i suoi vestiti.

    « Shinken Takatsui, benvenuto. Prima di poterti parlare voglio che tu mi mostri il tuo villaggio di appartenenza e una prova tangibile di ciò che affermi. Inoltre, se vorrai entrare, dovrai lasciare in guardiola tutte le tue armi.
    E dico tutte, sono stato chiaro?
    »

    Alla parola “chiaro” il nevrotico chakra del demone, invisibile, avrebbe raggiunto quasi senza via di scampo il cervello di Shinken, facendogli provare, solo per il lasso di tempo di quella parola, paura.
    Paura vera, terrore serio e immotivato. Aveva i suoi vantaggi poter contare su un aiuto così invisibile.
    Le possibilità, comunque, che lui non fosse Accademico c’erano e in tal caso il comportamento nei suoi confronti cambiava. Sicuramente non gli avrei permesso di incontrare il Kage da solo ed ero reticente a permettergli di incontrarlo persino dentro Kiri. A meno che non avesse buone ragioni: in tal caso era libero di attirare Shiltar fuori dal villaggio con qualsiasi trappola gli fosse congegnale ma non avrebbe sicuramente passato le mura senza la mia autorizzazione.
     
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  10. Shinken Takatsui
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    Ah, quello si che era un paese interessante. Con un guardiano interessante. La sensazione di paura, anche se forse non era del tutto definibile come tale, solleticò la fantasia del Ronin. Raramente aveva provato una sensazione simile e, per la prima volta, quel ragazzo lo aveva stuzzicato in quel senso. Sorridendo nella sua direzione, Shinken alzò lo sguardo.

    - Qual'è il tuo nome shinobi? Di solito preferisco conoscere il nome del mio interlocutore. Bazzeccole a parte, torniamo alle tue domande: non sono un ninja, o almeno non lo sono più. Provengo da villaggio del Suono ma non ho più legami ad esso... Una prova di tangibilità? Non ti ho attaccato, qualsiasi cosa tu mi abbia fatto. E, ci tengo a chiarirlo, detesto essere accolto in questo modo. -

    Shinken fece intendere di aver compreso qualcosa riguardo a quel brivido. I ninja erano imprevedibili e Shinken immaginò che quella sensazione derivasse da qualche tecnica o qualche inganno; fino ad allora non aveva mai provato timore nei confronti di qualcuno. Quel ragazzo doveva aver fatto qualcosa. Spostò il braccio lungo il fianco e aprì la mano.

    - Non ho nulla da nascondere e per questo motivo lascierò i miei averi nella guardiola. Cos'altro? -

     
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    Il Ronin e l’Accademico
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    Per poco, ma proprio per poco, non scoppiai a ridere senza ritegno. Anzitutto lui era l’ospite che veniva a bussare da me. Io, dinanzi alle mie mura, trattavo la gente come più mi aggradava.
    Soprattutto quando prima non presentavano un copri fronte e poi ammettevano di non aver più legami con il villaggio natio. Certo, non doveva essere un Nukenin, non comparendo tra le liste dei ricercati – a quel punto sicuramente me ne sarei accorto – tuttavia non era un Accademico e ciò mi insospettì.

    « Se tu mi attaccassi, a meno che non ti sentissi pronto ad attaccare persino Shiltar Kaguya, probabilmente non usciresti vivo da uno scontro contro di me. Generalmente il non attaccarmi alla cieca da parte di un ninja, il non attaccare in generale per meglio dire, lo considero un atto di intelligenza: non mi conosci.
    Io sono Itai Nara.
    Tu dici di non essere più un Ninja, vieni armato e lasci le armi, tuttavia le armi più pericolose sono quelle che noi ci portiamo dentro, o sbaglio?
    Non mi posso fidare di te per regolamento, Shinken Takatsui.
    »

    Se solo non fosse stato un Ronin non avrei avuto problemi a farlo entrare, tuttavia un Ronin non voleva dire pericolo. Voleva dire anche pericolo.
    Inoltre voleva incontrare Shiltar: permettergli di attaccare la carica più alta di Kiri non mi andava troppo bene, sebbene Shiltar Kaguya fosse benissimo in grado di difendersi da solo.
    Non conoscevo i piani di quell’uomo, non mi fidavo e ero reticente a farlo entrare. Tuttavia non potevo negargli l’ingresso, ma potevo porre alcune condizioni.

    « Sei un Ronin, pertanto non sei un pericolo conclamato come i Nukenin, ma il fatto di non essere legato all’Accademia non ti da vincoli. Potresti attaccarci.
    Parlerai con Shiltar, e verrai fino al palazzo del Mizukage scortato da me in persona.
    Sarà Shiltar a decidere se permetterti di rimanere nel villaggio o meno, a seconda di come e di cosa parlerete. Lascia le armi in guardiola, hai la mia parola che nessuno le toccherà.
    Se non gradisci queste disposizioni, sei libero di tornare su i tuoi passi.
    »

    E dunque, attesi una risposta.

     
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  12. Shinken Takatsui
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    Shinken sorrise al guardiano; più precisamente furono i ricordi dell'ultima visita a Suna che, riaffiorando, gli fecero venire in mente cosa fosse successo l'ultima volta che aveva deciso di attaccare i ninja protettori delle mura. Era stato indubbiamente divertente ma, in fin dei conti, quello era stato un caso particolare e, effettivamente, un guardiano avrebbe dovuto avere delle potenzialità che, a conti fatti, quell'Hamano Iga non aveva avuto. Quell'Itai sembrava fatto di tutt'altra pasta.

    - Hai ragione shinobi. Ma proprio perchè tu non conosci la persona davanti a te, vale lo stesso ragionamento al contrario.
    - Socchiuse un per secondo gli occhi. - Ma è ovvio che io non sia venuto qui per creare rogne al villaggio, altrimenti non mi sarei presentato alle mura in questo modo. Lieto di conoscerti Itai Nara. -

    Shinken fece un passo in avanti, come intento ad entrare nel villaggio, poi si fermò. Guardò il guardiano e parlò ancora. - Shiltar-sama mi conosce abbastanza bene e, sinceramente, a me non interessa affatto che sia attualmente il Kage del villaggio. Anche se comprendo le motivazioni da te esposte se voglio parlare con lui è unicamente perchè, a modo nostro, siamo conoscenti di lunga data. Scortami pure fino al palazzo del Mizukage ma, quantomeno, avvertilo della mia presenza prima del nostro arrivo, se fosse possibile vorrei rifocillarmi.-
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    L’aria salmastra del porto di Kiri, era bastata a riporre il buonumore nel suo animo... probabilmente Etsuko per primo sapeva che quella sensazione briosa, derivava dalla semplice e pura vicinanza a Casa e da nessun altro particolare.
    Le mura ormai eran sempre più vicine e una strana brezza provocava nel Ninja brividi d’eccitazione che in rare altre occasioni aveva già provato e la maggior parte di queste in combattimento o in missione speciale.

    ° Casa Dolce Casa... °

    Il sole riluceva sulle alte muraglie che circondavano Kiri quasi nella sua totalità, il portone s’ergeva possente davanti a quella figura che avvolta in un bianco manto, or avrebbe preteso l’accesso al suo villaggio.

    Heilà... Fannulloni, troppo tempo son stato lontano da casa, lasciate che non attendi oltre.

    Avrebbe atteso che qualcuno facesse capolino dalla torretta prima di continuare.

    Etsuko Akuma...
    Posso entrare Adesso?

     
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  14. [.:RoUgE:.]
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    Arrivo a Kiri, la mia vera Patria...






    Era stato un viaggio abbastanza lungo e movimentato il mio, Shigure abitava più a Nord di dove mi trovavo adesso, ma non sarebbe stato lui il mio interesse stavolta, no.
    Avevo ottenuto una settimana fa un lasciapassare per poter entrare a Kiri, uno dei Grandi villaggi ninja, mi incuriosiva il villaggio della Nebbia, dalle storie che Yosuke mi aveva raccontato doveva essere proprio un posto spartano e pieno di Ninja con le palle, magari conoscerne qualcuno non sarebbe stato male, e quindi avevo scelto di visitare semplicemente il luogo per qualche giorno.
    Stavolta avevo portato bene in vista legato in vita il coprifronte della Foglia, e nella mia borsa da viaggio portavo il lasciapassare.
    Di certo salvo particolari cazzate da parte mia, che ci potevano sempre stare, poichè come sapevo bene ero il classico tipo dall'ira facile.
    Camminavo lentamente sotto uno spesso manto nero che mi avvolgeva completamente, la temperatura era particolarmente rigida in quelle zone, avevo lasciato il volto scoperto, volevo che mi riconoscessero, almeno non avrei avuto grane con i guardiani delle mura...
    Avevo dovuto anche spendere un po' di soldi per venir traghettato sino al porto, e già mi aveva fatto incazzare...
    Ero molto vicino alle mura, così mi immisi tranquillamente sulla strada principale, speravo mi avessero ormai avvistato, ed una volta giunto al portone d'ingresso, similare a quello di Konoha, anche se diverso in alcuni particolari, dissi fermandomi e tirando fuori il mio lasciapassare, tutto approvato dall'amministrazione della Foglia:



    Buonasera! Salve Guardiani della Nebbia!
    Il mio Nome è Hiei Kuroryu, Chunin di Konoha.
    Avrei intenzione di passare alcuni giorni all'interno del Vostro villaggio, sono in possesso di un regolare permesso!
    Sono disposto a rispettare le vostre regole senza riserve alcune!
    Vi chiedo solamente di aprire la porta, visto che quì fuori è leggermente sotto zero...
    E fa un Freddo boia...




    Attesi dunque che uno degli addetti si occupasse di controllare le mie generalità e di farmi passare, poichè iniziavo ad averne abbastanza di fare l'omino per bene...




     
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    Falce dei Kaguya


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    [Etsuko]


    Dapprima nessuno lo aveva notato, poi una guardia sentì una voce, più o meno nota e, osservando dai parapetti delle Mura, si mise sull'attenti, "Etsuko-sama, bentornato a villaggio, signore.", esordì l'anonimo guardiano, avvisando, mediante i sistemi di comunicazione alle mura, di aprire le porte del villaggio per il chunin che, sembrava, stesse tornando a casa, infine.

    [Rogue]


    Di recente i turni di guardia erano, per lo più, sostenuti da normali guardie, ma fra questi c'erano quelli che il Mizukage aveva assegnato come semplici guardie, per quanto tali non fossero, date le loro capacità.

    Furono proprio due di questi elementi, Kilo e Bravo i loro nomi in codice, a notare il nuovo viandante alle mura del villaggio, che si avvicinava e così lo attesero, dalla loro posizione sovraelevata, dopo aver avvisato, mediante i sistemi di comunicazione alle Mura, le altre guardie distribuite sulle mura attorno al villaggio.

    Il nuovo arrivato si presentò come Hiei Kuroryu, chunin della Foglia e chiese di poter risiedere alcuni giorni al villaggio.
    Tralasciando che con la Foglia al momento la situazione politica non era delle migliori, per quanto la "voce comune" era di non attaccare ninja di quel villaggio per primi (cosa un pò strana se si era in sentore di guerra, ma vabbé), il ninja di Konoha avrebbe comunque dovuto attendere un pò prima di varcare le porte e ripararsi dal freddo, le "complicanze burocratiche" si dovevano risolvere prima.

    "Prima di poterti far entrare, Hiei Kuroryu, dobbiamo sapere, innanzi tutto, il motivo della tua visita qui alla Nebbia e, poi, dovrai consegnarci tutto il tuo equipaggiamento, coprifronte escluso ovviamente, ti sarà restituito al momento della tua uscita dal villaggio.", sentenziò Kilo, attendendo poi la replica dell'altro.

    -----

    OT: Superfluo specificare, penso, che Kilo e Bravo sono due dei miei gregari (da 3.0)./OT
    Ps: Scusa Etsuko, non avevo notato il tuo post in attesa :pwn:


    Edited by Shiltar Kaguya - 11/10/2010, 12:02
     
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