[Secondo Accesso] Le Mura[Free GdR] [Macro GdR]

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    Shadow Angel

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    Dubitavo che la pazienza fosse una di quelle virtù associate all'età adolescenziale.
    Le attese, se non motivate, avevano la tendenza a snervarmi non poco.
    Le sentinelle di stanza da quel lato delle mura non potevano non averci visto, e allora cosa stavano aspettando?


    ..Umm... scusate, ragazzi?
    Avete già avvisato della vostra..


    Uh?

    Ovviamente si, che domande!


    Mi voltai nella direzione della voce per rispondere al suo commento, quando il peso, che fino a quel momento mi stava gravando sulle spalle, ebbe la geniale idea di usarmi come trampolino di lancio.
    Ebbi giusto il tempo di rendermi conto delle unghie che mi artigliavano le carni sotto il vestito per prendere l'abbrivio e poi il mio peloso zaino si trasferì sulle spalle di un giovane che non avevo mai visto prima di allora.

    Probabilmente non seppi mai chi tra i due fosse rimasto più sorpreso dalla reazione del gatto.
    Non comprendevo.
    Non era così socievole con gli estranei, a parte qualche rara eccezione.
    Sollevai lo sguardo verso lo sconosciuto cercando di analizzare la reazione di Ys, ma nulla indicava in lui alcuna somiglianza con onii san.
    Già, che stupido anche solo il pensarlo.
    La gente non ritorna dalla morte.


    Il gatto si chiama Ys. Esordii, con un tono di voce che a mala pena nascondeva il mio stupore Per rispondere alla tua domanda, dubito che ci siamo mai incontrati prima d'ora; mi ricorderei di iridi come le tue, sono rare sai? Le iridi di Shinodari, le mie iridi; lui aveva la stessa nostra sfumatura. Il destino aveva un modo molto subdolo di prendersi gioco dei ricordi, degli affetti... Ti chiedo di perdonare l'entusiasmo del mio compagno, ma non ho idea di cosa gli sia preso. Forse ti ha scambiato per qualcuno che un tempo conosceva, ma quel qualcuno... sulle mie labbra si dipinse un sorriso ironico … quel qualcuno,... faceva male, molto male ...le sue ceneri sono sparse nel vento del deserto di Suna. Per quanto riguarda l'altra persona, era una lei, cosa che suppongo non mi sembra sia il tuo caso. Tagliai corto, forse in maniera non esattamente cortese, ma le mie emozioni stavano prendendo una brutta piega e avevo giurato a me stesso di non rivangare più quel passato.

    Hakuya,... Hakuya Marishiei da Konoha... No, più ci pensavo e più non mi diceva nulla.
    L'unica persona che avevo conosciuto per un breve lasso di tempo era stato Vergil e le nostre strade non si erano più incrociate da quella volta.


    Grazie... mormorai, lasciando che Ys passasse con il suo aiuto dalla sua spalla alla mia.
    Poi ricordandomi le buone maniere...


    Mi scuso per i miei modi forse un po' bruschi di prima. Sono Ryutsuki Kaguya, piacere. Se non ti dispiace eviterei le formalità. Socchiusi gli occhi per un istante A meno che tu non sia una qualche celebrità in incognito... mh, non saprei... il Kage di Konoha? Considerai, cercando di porre quest'ultimo commento sullo scherzoso.

    Attesi che anche Hirai si presentasse a sua volta.

    Il silenzio sembrò avvolgerci per un interminabile momento, fino a quando non fu spezzato ancora una volta da Hakuya.


    Ah, giusto...
    prima che passiamo l'intera giornata qui, non vi ho interrotto prima che chiamaste i guardiani, vero?


    Sospirai.

    No, sanno della nostra presenza. Sono solo un po' cauti con gli stranieri. Dal loro punto di vista, potreste essere entrambi delle minacce per la sicurezza del villaggio. Spiegai serio.

    E in fondo a parte le parole di Hirai e la fiducia che Ys stava riversando su Hakuya, che prove avevo che fossero quello che dicevano di essere?
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Mura decisamente affollate





    A volte non si sa perché pare riconoscere una persona. A dire il vero spesso è solo una sensazione, una sorta di "deja-vù" che ti fa dire sottovoce "ma dove l'ho già visto questo?" eppure pensando e ripensando, non riesci a venirne a capo in alcun modo e alla fine cataloghi la cosa come uno stupido scherzo di una mente stressata. Vedendo il ninja della foglia che si era presentato alle mura (e che lì aveva incontrato Ryutsuki che a sua volta accompagnava un giovane sconosciuto), ebbi quella sensazione, cercai nella mia mente qualcosa che potesse spiegare quella sensazione e alla fine catalogai il tutto come un "ho dormito troppo poco".
    Se avessi saputo chi era Hakyua in realtà avrei avuto un infarto. Ma non c'era modo di saperlo e per questo, fortunatamente, il mio cuore stava bene al suo posto.
    Per questo, alla fine, lo ignorai come si confà ad ogni sconosciuto, rivolgendogli le parole di rito per dargli l'accesso e sequestrargli qualsiasi cosa di appuntitio, affilato, esplosivo, elastico eccetera.
    Scusate il ritardo, avete beccato il cambio di guardia avevo due evidenti occhiaie Che ci fai in giro Ryutsuki-kun? non era un rimprovero, ma solo una semplice domanda E voi vorreste entrare? Motivo della visita?
    Ah si, da dopo l'attentato, avrei iniziato a dare decisamente più grane all'ingresso delle mura, a meno che - come accaduto - non mi si porti un traditore come regalo. Sotto questo aspetto potevo essere corrotto abbastanza facilmente, un traditore per un ingresso a Kiri senza troppe domande, uno scambio equo dopotutto.



     
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  3. Yami Kaguya
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    - II -

    The Time of Awakening





    Sembrava che Daisya avesse fatto il suo dovere. Il mio vecchio corpo si era unito alla sabbia del deserto senza problemi e come da piani, apparentemente... ma mi sorprese, vedere la reazione di Ryutsuki mentre ne parlava. Non comprendevo da dove nascesse, tanto rimpianto per me. Ancora ricordavo come se fosse successo la settimana prima, quando ero partito in quarta cercando di renderlo un puntaspillo a forza di spiedi.

    ..Le mie condoglianze, era una persona che conosceva bene?

    Se non altro, sembrava essere diventato più educato e meno esigente nei rapporti con le altre persone, quello era di sicuro un miglioramento notevole. Non feci però in tempo, a chiedermi se fosse stata l'influenza di Kiri o meno. Ciò che disse subito dopo aver ricordato la notizia della mia morte con tutta probabilità, non mi gelò il sangue nelle vene. Mi fermò quasi il cuore.
    Che...cosa...?!

    ..Kaguya? Intende dire, che lei appartiene a quel clan quasi estinto dal suo stesso villaggio? Cioè, è un discendente diretto con le carte in regola per sviluppare la loro Kekkei Genkai?

    La mia espressione mostrava solo una semplice sorpresa, magari...ma la mia mente stava scricchiolando ovunque. Come diamine era possibile? Kabane, Kazekumo, e ora pure Kaguya? Quanti clan avevano tramandato il loro sangue a quel ragazzino? E com'era possibile che quelle tre famiglie dislocate ai quattro angoli della terra, avessero riunito i loro geni tutti insieme in una stessa persona a quel modo? Chi diamine aveva dato alla luce un essere simile? Una Kabane, su quello non c'erano dubbi, ma il padre? Un Kaguya e un Kazekumo? Un parente di Midori...?

    ... Sai a cosa serve, un QI di 200 e oltre, se non sai districarti fra i limiti delle tue convinzioni?
    A niente, amico mio.
    E tralasciando come io creda che il tuo problema non riguardi solo la parte dei limiti, ti dico subito che...
    Come dire, suona esattamente come la stronzata che è. Quindi... ritenta, ok?

    Stavolta, il cerchio alla testa fu particolarmente feroce. Tanto da farmi portare una mano alla testa con una lieve smorfia di dolore, mentre sentivo quelle parole in testa. Mi voltai leggermente dall'altra parte, nascondendo la parte del volto non coperta dalla mano, e continuai a sfornare teorie su teorie senza nemmeno rendermene conto. Dovevo ammettere che quella Cosa aveva ragione, non avevo mai avuto notizie di parenti da parte di Midori, e di sicuro Shin non aveva sorelle o fratelli. Allora, un'altra kazeku-

    [...] Mi ricorderei di iridi come le tue, sono rare sai?

    Un'altra fitta, e stavolta prima che un brivido mi percorresse la schiena facendomi sgranare gli occhi, sentii una risata dentro la mia testa. Un kazekumo con occhi ametista, e allo stesso tempo un Kaguya... con occhi d'argento... fratello di una Kazekumo dagli occhi ametista, passata compagna di un Kaguya fallito dagli occhi d'argento, e che aveva vissuto nella dimora Jaku e a Oto la maggior parte della vita che ricordava?
    ...No...
    No, era impossibile. Non aveva alcun senso, che diamine mi mettevo a pensare? Shin era tornata a Oto dopo pochi mesi, aveva sempre avuto una salute di ferro prima di quel giorno, nessun segno di uno stato fisico alterato, non... non era possibile, che quel ragazzino fosse-

    Scusate il ritardo, avete beccato il cambio di guardia
    Che ci fai in giro Ryutsuki-kun? E voi vorreste entrare? Motivo della visita?

    Alzai la testa di scatto, mantenendo l'espressione sorpresa ma col battito del mio cuore a mille e immaginavo qualche crepa, nella mia maschera come Hakuya. Sentivo una morsa allo stomaco, il sapore della bile in gola, e sapevo che la mia frequenza cardiaca stava superando la soglia di sicurezza per un fisico a riposo. Ovviamente il battito tanto alto richiedeva un apporto di ossigeno adeguato, e iniziai così a sentire i primi sintomi dell'iperventilazione da shock. Non era possibile, che fosse vero. Non volevo nè potevo crederci, era assurdo, mi avrebbe sorpreso di meno scoprire che Shiltar era mio fratello piuttosto che... che quell'opzione.
    Pur in quelle condizioni però, sapevo di non potermi permettere, uno svenimento davanti alle porte di Kiri. Dovetti quindi usare ogni goccia della mia forza di volontà, per interrompere quel flusso di pensieri e ripetermi che comunque la vedessi, un bambino non nasceva e cresceva di dieci anni in meno di dieci mesi. Mi aggrappai dunque a quel pensiero, e feci un respiro profondo per scacciare quello stato d'animo. Insomma mi ricomposi più in fretta possibile, e portai avanti la mia recita. La mia unica salvezza, era che "Hakuya" fosse un ruolo. Altrimenti, se avessi dovuto impormi di "essere naturale"... probabilmente avrei steso quel ragazzino chiedendogli ogni dettaglio della sua vita con Midori in cerca di qualcosa con cui dimostrare che mi stavo sbagliando.
    O forse... fino a scoprire che la prova più grande di quanto la stupidità umana nel sottovalutare le conseguenze delle proprie azioni fosse sconcertante, era ancora una volta presente nella storia di Yami Kabane e delle sue scelte.
    Ma non era quello il momento di pensarci, non lì alle mura almeno. Itai aspettava una risposta, così ricacciai indietro quella che mi stava salendo alla gola, e fissai Itai con un sorriso cordiale, per quanto non ci fosse un briciolo di emozione, dietro quell'espressione.
    Erano solo muscoli che assumevano una posizione precisa, e nient'altro. Una semplice imitazione, fu tutto ci che riuscì a dargli pur ritrovandomi faccia a faccia con quel biondino che a quanto sembrava, a differenza mia stava ancora lottando con ciò che si portava dentro.
    O chi poteva dirlo, forse aveva fatto di meglio, per quanto avesse delle occhiaie non molto incoraggianti in faccia.

    Nulla che riguardi la sua persona, Nara-dono. Non sono qui in cerca di traditori di Konoha, se è questo che ha pensato.
    Ah, ovviamente, non che voglia anche solo pensare, di poter insinuare lei debba temere qualcosa da una nullità come me.


    Una nullità... per una volta ero sincero. Mi sentivo un idiota, e non c'era verso di fermare quella spirale. Ora che avevo formulato il pensiero, trovavo più fattori a favore che contro. Quegli occhi, quel clan, quel suo arrivare a Oto, quell'essere stato trovato "per caso" esattamente da Midori dopo che Shin era scappata... era tutto plausibile, ma lo stesso... come poteva, avere più di dieci anni? Come potevo credere a una cosa simile, risorgere dalla tomba ancora ancora, ma manipolare il tempo stesso speravo fosse un privilegio che anche dopo due anni era ancora riservato solo ai Kami o chi per loro.

    Ad ogni modo, per rispondere alla sua domanda, il motivo della mia visita è osservare con i miei occhi la celebrità che è il vostro Mizukage, così come per del semplice turismo. Anche se in effetti, credo che il nostro giovane amico qui possa fare le sue veci, se Shiltar-sama non è disponibile.
    In fondo, per un fan come me un Kaguya vale l'altro, volevo solo un autografo e magari fare due chiacchiere.


    Tornai a fissare Ryutsuki senza modificare quel sorriso cordiale che mi ero messo in faccia, e infine tornai su Itai. Ryutsuki-kun, l'aveva chiamato. Quindi lo conosceva, e lo trattava in maniera abbastanza... "familiare", se gli chiedeva che ci faceva in giro con quel tono.
    ..Dovevo modificare leggermente i piani, sembrava. Non mi era mai interessata la verità sul mio passato o su quello di Ryutsuki ma... se le due cose erano connesse, si trattava totalmente di un altro paio di maniche. Così come qualcosa, che non potevo lasciare così. Sia per la mia sanità mentale... che per capire come fosse possibile, e sempre che trovassi delle prove concrete per quell'assurdità. La mia vita era cambiata da quando la mia strada e quella di Shin si erano separate, ma... in cosa potevo ormai credere, se avessi scoperto che dopotutto, una famiglia l'avevo anch'io? Che l'unica cosa che avevo giurato di fronte a quell'essere che mi aveva dato alla luce, fosse accaduta lo stesso? Con che espressione, avrei potuto guardare in faccia quel bambino...?
    Ora, ne ero davvero sicuro. Qualsiasi cosa Yamata o il vecchio me potesse mai approvare, era un'idiozia.
    E difatti venire a Kiri, sembrava essere stata una pessima idea.
     
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  4. RiOx206
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    Mentre aspettavo che le guardie si decidessero ad arrivare un ragazzo si avvicinò a noi.

    ..Umm... scusate, ragazzi?
    Avete già avvisato della vostra..


    Girai la testa in modo che mi si vedesse mezzo viso alzando il sopracciglio del lato visibile.
    Il ragazzo che era appena arrivato aveva smesso di parlare e sembrava piuttosto sorpreso nel vedere Ryutsuki, non feci molto caso a quello che dissero dopo, non ero interessato.
    Ad un certo punto il ragazzo disse:

    Oh, mi perdoni, che maleducato. Prego, tenga... il mio nome è Hakuya, Marishiei Hakuya, da Konoha. Sono in visita di piacere a Kiri, mentre voi... posso sapere con chi ho l'onore di parlare?

    Ryutsuki rispose subito. Appena finì mi presentai io anche se onestamente non avevo molto interesse nel conoscerlo, quindi con un tono abbastanza freddo dissi

    Il mio nome è Hirai

    Dopo una pausa Ryutsuki e Hakuya dissero ancora qualcosa. Nel frattempo io pensavo solo al fatto di voler fare i documenti alla svelta e partire per l'accademia.
    Dopo pochi minuti arrivò una guardia

    Scusate il ritardo, avete beccato il cambio di guardia
    ...
    E voi vorreste entrare? Motivo della visita?


    Risposi io per primo:

    Sono arrivato qui da poco, provengo da una piccola isola sotto protezione di Kiri e volendo andare all'accademia per Genin devo però essere a tutti gli effetti un abitante diel villaggio, quindi avrei bisogno di informazioni e in caso dei documenti.
     
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  5. Ryuwhan
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    Chissà se in cielo passa chi sai tu.




    Piomba letteralmente dal cielo la figura del senzatetto. Probabilmente anche i presenti, come noi, non riuscirebbero a comprendere esattamente da dove sia spuntato fuori, poiché le prove erano già scomparse nel nulla, o meglio, trasportate altrove.
    Atterra proprio lì dove si consumava una scena che crediamo di aver visto più volte, e che ogni volta si fa più ambigua ai nostri occhi. Il muro del letamaio contro questa o quell'altra comparsa casuale; nulla di cui potremmo interessarci. Motivo più interessante sarebbe scoprire cosa ci farebbe il senzatetto fuori dalle mura. Chiediamo perdono: è pur sempre vero che il bambino non ha luogo d'appartenenza ed ogni posto può essere tramutato indiscriminatamente in casa.
    Dopo aver passato alcuni interminabili secondi accovacciato al suolo, probabilmente a causa dell'impatto eccessivo con il suolo, si alza. Il suo volto tradisce per un solo istante gli effetti del salto, poi scompare, e ritorna ad essere inespressivo e insondabile come sempre, con nostra grande gioia. Come sempre i suoi vestiti sono strappati e luridi; ancora di più sono luridi il viso e le mani, mentre i capelli sembrano quelli di chi si è appena destato da un lungo sonno.
    Poi si volta verso la figura più lontana dalle mura, crediamo. Una comparsa dai capelli grigi, colore che sembra tornare nella vita del senzatetto e non portare mai nulla di buono, se non fosse anche il colore verso il quale ogni giorno di più il chakra del bambino sembri tendere.

    Subito alza il dito, e una stringa guarda caso di color grigio tendente al celeste compare di fronte ai presenti:

    Lo hai visto? Dove è andato?

    Come in preda ad un'inquietudine assillante passeggia con insistenza attorno ai presenti, guardando in tutte le direzioni, quasi come se il "ricercato" si nascondesse fra le loro fila, o sotto le loro natiche.
    Un'altra stringa:

    Avete visto segni?

    Probabilmente Ryuwhan si riferisce a simboli particolari che sembra stare ricercando; che le comparse sapessero qualcosa? Improbabile, ma il senzatetto non si lascia sfuggire l'occasione di sottolineare una loro eventuale mancanza.
    Poi si rivolge ancora una volta alla comparsa grigia, con un altra stringa:

    Hai fatto il giro delle mura, perché? Sei in combutta con "quello"?

    Di certo Ryuwhan non sta giovando al clima ambiguo che già si consumava prima della sua venuta, ma a lui le questioni burocratiche del letamaio non importano. Ora comincia a scrutare da capo a piedi la comparsa grigia, cercando anche di scostare se possibile i suoi vestiti in cerca di qualcosa sulla sua pelle.
     
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    Certe persone per quanto cortesi non avevano il tatto necessario per non indagare oltre.

    Yami... era stata una persona a me cara?
    Ironico a dirsi, per quanto non avessi fatto altro che fargli saltare i nervi ad ogni nostro incontro, sentivo istintivamente l'esistenza di un legame che non avevo mai compreso.

    Abbassai lo sguardo verso il terreno, mentre annuivo.


    Onii san... ma non aggiunsi altro.

    Se speravo di poter essere lasciato in pace, mi sbagliavo di grosso.
    Il foglioso aveva trovato un modo tutto suo per trascorrere il tempo in attesa di un qualche segno di vita da parte dei guardiani.
    Per qualche incomprensibile motivo ero diventato l'oggetto delle sue domande.
    Eppure non ero da solo.
    Perchè Hirai san non ispirava la stessa curiosità?

    In ogni caso il foglioso da dove veniva? Sembrava fuori dal mondo.


    Non direi un clan estinto. Se ti sentisse il Mizukage non sarebbe felice di questa tua affermazione, ma forse potrebbe anche riderci su. Sospirai, dubitavo che si sarebbe accontentato di un semplice “si” sul mio essere un Kaguya.

    Vediamo come posso spiegarti. Non si sviluppa una Kekkei Genkai con uno schiocco delle proprie dita, ma non posso spiegarti altro. Non prenderla come un'offesa nei tuoi confronti, ma non sono temi da discutere con degli sconosciuti, non credi? Considerai, cercando di non apparire sgarbato. Parlare del mio clan, ricordare il mio passato, erano argomenti che mi mettevano sulla difensiva. Se accetti un consiglio da un ragazzino, non ti conviene essere troppo curioso, ma se proprio pensi di non poterne fare a meno puoi sempre provare a rivolgerti a Shiltar sama. Potrebbe accettare di riceverti per scambiare due parole, sempre che i suoi impegni glielo permettano. Se poi tu andassi troppo oltre... lo scrutai da capo a piedi con una strana luce negli occhi … potresti fare la conoscenza dei suoi pet. Ora che ci penso toccava a me andare dar loro da mangiare. Se stessi scherzando o meno, Hakuya san difficilmente sarebbe riuscito a capirlo dal tono della mia voce, o dal sorrisetto angelico che era affiorato per un istante sulle mie labbra.

    Ma il mio sorriso mutò in preoccupazione quando mi accorsi che il giovane sembrasse avere qualcosa che non andava.


    Scusa, mi dispiace se sono stato aggressivo. Posso fare qualcosa? Vuoi che chiami un medico? Chiesi, mentre sulla mia spalla sentivo Ys agitarsi come se volesse saltare un'altra volta sul nuovo arrivato.

    Stavo per poggiargli una mano sulla spalla, quando una fitta alle ossa mi bloccò l'azione sul nascere.


    Non può essere...

    Una voce fin troppo familiare interruppe quella serie di eventi alquanto confusi.


    Scusate il ritardo, avete beccato il cambio di guardia

    Itai...

    Sollevando lo sguardo nella sua direzione, mi resi conto che non aveva per nulla una bella cera.

    Che ci fai in giro Ryutsuki-kun?

    Gotcha!

    Hirai fu il primo a rispondere, spiegando il motivo della sua presenza Kiri.
    Argomentazioni che mi aveva già rivelato al porto.

    Invece Hakuya san...

    Capisco che Itai fosse una faccia conosciuta, ma... Nara dono... sembrava un po' troppo amichevole per i miei gusti.

    Celebrità? Mizukage? Turismo?

    Certo che per essere una nullità, ne sapeva fin troppe di cose.


    Ad ogni modo, per rispondere alla sua domanda, il motivo della mia visita è osservare con i miei occhi la celebrità che è il vostro Mizukage, così come per del semplice turismo. Anche se in effetti, credo che il nostro giovane amico qui possa fare le sue veci, se Shiltar-sama non è disponibile.
    In fondo, per un fan come me un Kaguya vale l'altro, volevo solo un autografo e magari fare due chiacchiere.


    Cosa? Cosa? COSAAAAA?

    La mia attenzione si era nuovamente concentrata su Hakuya san.
    Gli scoccai un'occhiataccia.
    Da quando eravamo diventati amici? Le preferenze di Ys non necessariamente erano le mie.


    Itai, devo tornare a Palazzo, non è che puoi pensare tu a loro, turista compreso? Chiesi con espressione seria. Volendo anche facendogli fare un giro delle prigioni, per sicurezza, ma mi trattenni dall'aggiungerlo.

    Ah sì, per rispondere alla tua domanda, ero al porto. Visto che il mio sensei era indaffarato con la politica kiriana, ne ho approfittato per farmi un giro per scacciare la noia. Ammisi con la massima sincerità.

    Stavo per dirigermi verso il portone quando qualcosa piombò dal cielo.

    Un ragazzino, almeno a giudicare da quello che si intravedeva dal suo aspetto trasandato. Ma farsi un bagno ogni tanto?

    Lo so, non era un bel pensiero da parte mia, e in un altro momento sarei stato il primo a cercare di aiutarlo, ma la mia diplomazia era arrivata al limite.
    Quello che volevo ora era di tornare a casa.
    Non volevo allarmare Itai, ma stavo cominciando risentire di tutti i sintomi di una ricaduta. Com'era possibile? La mia malattia sembrava essere sotto controllo.

    Decisi di lasciare il bimbo che si esprimeva con frasi scritte nel cielo a mio “cugino” e all'oggetto delle sue attenzioni, Hakuya san.

    Io non avevo più molta autonomia.
     
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  7. Yami Kaguya
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    - III -

    The Hydrophobic Boy





    Ritirai tutto. Ogni singola cosa su come quel ragazzino fosse cresciuto. Probabilmente l'avevo trovato mentre era ancora in modalità "accoglienza ospiti", e per puro caso avevo avuto la fortuna di ricevere un trattamento normale.
    Ma ovviamente, era impossibile durasse. Erano bastate cinque battute totali, e subito quel ragazzino era tornato al suo registro abituale. Riusciva a tirare fuori sensi strani dalle mie parole, tirava fuori minacce dal nulla, e parlava a nome d'altri come se sapesse leggere loro nel pensiero. Kami divini... ma si poteva sapere chi diamine l'aveva cresciuto così? Midori doveva aver avuto fortuna con Shinodari, perchè il suo "nipote" era venuto su proprio male.
    E Shiltar se ne occupava, ora, come un membro del suo clan...? Quando lui poteva essere mio...

    Scusa, mi dispiace se sono stato aggressivo. Posso fare qualcosa? Vuoi che chiami un medico?

    ..No.. no, nessun problema, solo un'emicrania, nessun problema..

    In effetti no, di problemi non ce ne furono. La sua risposta, mi aveva ricordato com'era il vero Ryutsuki. E di come fosse piacevole la sua compagnia quando interpretava a suo modo ciò che sentiva. Il clan Kaguya si era quasi estinto una volta? Ma certo, cazzo, era storia antica, che diamine avrebbe avuto Shiltar da irritarsi, il fatto stesso che lui fosse Kage era il modo migliore per sanare quella cicatrice che tutti i Kaguya si portavano dentro. O meglio tutti a parte quello davanti a me evidentemente, visto come avesse colto tutto un altro senso nelle mie parole. Il solo pensiero che potesse essere mio figlio, perlomeno a quel modo iniziava a suscitarmi più l'irritazione passata che lo sgomento del presente.
    Il che, rendeva decisamente più facile per me rimettermi in sesto. Non avevo ancora le prove... ma sapevo come ottenerle. Dovevo solo avere pazienza, e affrontare la cosa. La verità sarebbe stata quello che sarebbe stata... ma quello riguardava il futuro. Ora dovevo concentrarmi sul presente, e su ciò che dovevo fare.
    Ovvero, ottenere una certa cosa da quel ragazzino impertinente.

    Itai, devo tornare a Palazzo, non è che puoi pensare tu a loro, turista compreso?

    Dovevo prenderlo come un "no" alla mia richiesta? Grande... come sconosciuti, il nostro rapporto aveva raggiunto un nuovo pozzo di incompatibilità, il futuro che ci vedeva come una famiglia diventava ancora più assurdo di prima, per come si stavano mettendo le cose.
    Forse era essere simili, a renderci tanto diversi? O forse era stato il crescere con esseri che mensilmente erano irritabili e feroci, ad averlo reso com'era?
    Che dire, domande senza risposta. Così, quando terminò la sua replica, gli diedi io la mia, al suo discorso di prima.
    E soprattutto a quel sorrisetto che davvero, aveva scritto "Ryutsuki" su ogni centimetro che occupava.

    ..Mi permette di rispondere alle sue affermazioni prima di andarsene, Ryutsuki-san?
    Premetto, che non ero curioso su come funzionasse la vostra abilità. E di certo non sono tanto arrogante da chiedere dei segreti di villaggio o peggio di clan a un suo abitante o membro che sia, mi vergognerei persino a fare una domanda tanto stupida. In più, vorrei ricordarle che non sono io a definire il suo clan quasi estinto, ma la storia stessa. Ovviamente mi riferisco al passato, dunque non ho alcun motivo di credere che in tanti anni i Kaguya non siano riusciti a porre rimedio a quel momento così tragico della loro storia.
    Riguardo invece alla parte finale della sua replica...trova per caso tanto divertente, minacciare un visitatore il minuto dopo averlo incontrato? Forse mi sono spiegato male, ma pensavo di averle semplicemente chiesto se lei appartenesse al clan dei Kaguya o meno, così come se lei fosse un portatore dei loro geni o meno.
    Esattamente posso chiederle, in che modo le ho arrecato un'offesa tale da spingerla a ritenere giustificato informarmi che questi cosiddetti "pet" di Shiltar-sama sono affamati e che devo stare attento a cosa chiedo?
    Ad ogni modo... ho recepito il suo consiglio, e ne farò tesoro. Tuttavia, io a mia volta vorrei offrirle un consiglio, a lei accettarlo o meno.
    Il rispetto è qualcosa di troppo difficile da ottenere e troppo facile da perdere, per poter usare tali parole con una simile leggerezza. La prego perciò di fare più attenzione al peso di ciò che dice, visto come, mi scusi se mi permetto, lei sembri ignorare totalmente tale peso nei suoi discorsi.
    Deduco poi, dalla sua richiesta al guardiano, che rifiuta di soddisfare il mio desiderio. Ovviamente lungi da me fargliene una colpa, ha i suoi diritti come tutti e non pretendo nulla da lei.
    Tuttavia la prossima volta... la pregherei di rivolgersi verso di me almeno con lo sguardo, quando sono presente sia fisicamente che nei suoi discorsi. Appunto per come sia irrispettoso parlare dei presenti come se non lo fossero.
    Quindi, insieme alle mie scuse per essermi rivolto a lei tanto francamente.... le porgo anche i miei saluti sino al nostro prossimo incontro, Kaguya-san.


    Ero stato duro? Sì, anche se la mia espressione non rispecchiava il mio stato d'animo.
    Se lo meritava? Probabilmente no, dovevano essergli tornati dei brutti ricordi, visto come avesse replicato con quell'"Onii-san" e basta.
    Ma se c'era stata una cosa, una, che credevo di avergli ripetuto, era il discorso sul rispetto. C'erano persone che uccidevano, se gli mancavi di rispetto, non riusciva a capirlo? Avevo creduto di sì in un primo momento, eppure vedevo che non era cambiato di una virgola. Oltre a non avere nemmeno il coraggio di dirmi in faccia che non voleva parlarmi, era affrettato nello sfidare gli altri verbalmente. Onii-san, aveva detto... eppure, per quanto ci provassimo, sembrava non fossimo capaci di mantenere nemmeno una relazione semplice come quella, figuriamoci qualcosa di più.
    Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a dirmi che fosse meglio cercare di parlargli, in quel momento. Sembrava purtroppo che stavolta, ad essere irritato dalla presenza dell'altro, lo fossimo entrambi.
    E per il resto... ci fu una comparsa che richiese tutta la mia attenzione, dopo che Ryutsuki aveva mosso il primo passo verso il cancello. Una comparsa che arrivò dal cielo, quasi fosse sbucata dalle mura stesse, e che atterrò senza riguardi in mezzo a noi.
    E se mai avessi provato anche solo un pò di stupore per quell'apparizione, vederlo immobile come a imprecare contro ogni divinità esistente per il dolore che doveva star sentendo alle gambe, mi fece più che altro chiedere che diamine gli fosse venuto in testa per fare un salto di quella portata.
    E ovviamente, quello fu solo l'inizio. Mentre lo fissavo, quello che si rivelò essere un altro ragazzino, per quanto decisamente più lercio di Ryu, fissò a sua volta tutti i presenti. Aveva uno sguardo stranamente vuoto, ma i suoi movimenti erano scattosi come chi era di fretta. E a quanto sembrava, l'oggetto su cui finì per concentrarsi fui io.
    Al che, non trovai di meglio da fare che fissarlo per sapere che voleva, d'altronde o parlava o....
    ...o come fece, poteva trovare altri modi per farmelo capire. Anche se... delle scritte a mezz'aria con quello che non poteva essere altro che chakra, di certo era un metodo originale per comunicare.
    Voleva sapere se avevo visto... "cosa"? Dov'era andato "chi"?
    Il problema però, non era tanto come quel bambino non potesse o non volesse parlare. Il vero casino era che, sommando quell'aspetto trasandato, quella strana capacità, e quell'assoluta mancanza di senso logico, fra il volare da un muro e chiedere cose simili al primo che vedeva... una cosa era assolutamente chiara. Qualcosa che mi fece capire con cosa avevo a che fare in un attimo.
    Quello... doveva essere un "Bambino Speciale". E dunque, dovevo dargli corda, altrimenti mi avrebbe probabilmente morso o avuto una reazione imprevedibile. Ne avevo visti fin troppi, di ragazzini impazziti per le guerre o che per la fame avevano mangiato qualsiasi cosa trovassero per strada sino a contrarre strane malattie.
    Maledizione, per quel che ne sapevo quello poteva avere la rabbia, non avevo scelta se non seguire l'unico modus operandi che ritenevo sicuro: ovvero il suo.
    O quasi. Difatti presi subito un Kunai, e senza esitazione scrissi nella terra un semplice carattere, sperando che se sapeva scrivere, sapesse anche leggere.

    誰 ? Chi?

    Una domanda per una domanda di norma era un buon modo per indisporli... tuttavia, quel bambino era Speciale, non per forza solo Rabbioso. Dovevo dargli una possibilità, prima di abbatterlo o come speravo, darlo in consegna a qualcuno che se ne occupasse nel caso peggiore. Ferire un bambino non era esattamente la più grande delle mie prorità, dopo la volta con Ryu.
    La domanda che mi fece dopo, fu più complessa. Segni? Che segni avrei dovuto vedere.... forse intendeva tracce? Beh, allora...

    悪 い け ど ... いいえ, 会ってません Mi dispiace ma... no, non li ho visti.

    Beh, sino ad allora non mi aveva ancora morso nè aveva assunto comportamenti violenti, forse l'avevo giudicato male. Dopotutto, ciò che sapeva fare col chakra era davvero stupefacente, chiunque fosse, doveva essere un genio per essere riuscito a creare dei costrutti abbastanza densi da rimanere a contatto con l'aria senza disgregarsi tanto a lungo.
    Chissà, se fossi riuscito a... uh?
    In combutta con "lui"? Oh mer-

    違 う , 全 然 違 う No no, assolutamente no.

    Se pensavo di essermela cavata, purtroppo mi sbagliavo. Difatti il piccolo di punto in bianco si mise a tastarmi, come in cerca di qualcosa. Di norma mi sarei scostato e basta, ma immaginavo che un bambino probabilmente muto e in cerca di qualcosa, nel mettersi a tastare una persona cercasse assai maldestramente di derubarla. Come si era ridotta Kiri, da quando l'avevo abbandonata...? Possibile che ci fossero altri ragazzini ridotti come me al tempo, se non peggio?

    Bambino? Qualsiasi cosa tu stia cercando non ce l'ho nascosta addosso, se te lo stai chiedendo. Ho girato attorno alle mura perchè mi ero perso, tutto qui.

    Gli afferrai le mani mentre parlavo, e quindi feci un passo indietro, liberandole e tornando a fissarlo mentre cercavo di capire cosa stesse cercando. E di certo, a vederlo così com'era, probabilmente senza casa e chi lo sà.. forse disperato perchè qualcuno aveva derubato persino uno come lui... beh, non riuscii a dargli le spalle o allontanarmi ulteriormente. Avevo anch'io un cuore, alle volte.
    Così, mi inginocchiai per non costringerlo a tenere la testa alta tutto il tempo, e gli feci una semplice domanda. Anche se qualcosa mi diceva che forse me ne sarei potuto pentire.

    Ti hanno rubato qualcosa? Stai cercando un ladro? Non ho visto nessuno, ma ti serve per caso una mano? Mi sembri abbastanza privo di una pista da seguire, ora come ora. Magari in due possiamo recuperare prima ciò che cerchi, che ne dici?
    Ah.. forse dovre dire "che ne scrivi", nel tuo caso? Come fai a farlo, a proposito?


    Era un bambino matto, su quello non c'erano dubbi... ma fintanto che gli serviva una mano e non mi creava più fastidi di quanto potessi sopportarne, magari una mano potevo dargliela.
    In fondo non sarei nemmeno tornato in vita, senza l'aiuto di Virgilia e Ledah. Di sicuro avevo capito, quanto a volte fosse preziosa una mano tesa.
    Mi rendevo conto che anche Ryu, a suo tempo, probabilmente non aveva cercato altro. Ma mi sembrava evidente che ora come ora, ero come al solito riuscito a fare in modo che quella mano, lui non riuscisse a stenderla, e io non riuscissi ad afferrarla. Almeno però, sapevo dove stava andando. Lo fissai un'ultima volta, e dunque mi concentrai sull'altro ragazzino.
    Col Kazekumo, la partita era solo rimandata, per quanto lui sembrasse voler abbandonare di colpo il campo per una qualche insofferenza nei miei confronti o dei presenti in genere.
     
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  8. Ryuwhan
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    Parole che non si lavano.


    Il senzatetto guarda estasiato le scritte al suolo create da quel particolare virgulto che a ben guardarlo sembra appartenere al rigoglioso Villaggio della Foglia. Di certo tutto lo squallore del letamaio impallidiva di fronte alle fioriture di case e costruzioni tondeggianti e non di quel Villaggio. Ma Ryuwhan non aveva mai avuto il tempo di osservarli, a differenza nostra.
    Ciò che invece ora osserva con attenzione sono quei simboli al terreno, che per noi sono indecifrabili, ma per il bambino assumono tutti i significati dell'universo. Sebbene la pragmaticità con la quale il grigio-perla si presta alla scrittura non s'accomuna con l'interiorità del bambino.

    Ma è grande la delusione negli occhi del bambino quando il grigio-perla si tradisce, spruzzando fuori il veleno delle parole dopo un inizio così promettente.
    Il senzatetto, sempre guardando i simboli al suolo, alza ancora una volta il dito, e una nuova stringa di caratteri compare, meno lucente delle precedenti e più stretta, come se il pensiero si condensasse e comprimesse non soltanto idealmente ma anche nella forma fisica:



    Sei per caso una persona incostante?

    La cosiddetta Legnata (come la chiamano e comuni comparse) arriva senza pietà sul grigio-perla; per Ryuwhan, creare simboli al terreno è un proponimento che l'interlocutore si sarebbe fatto per evitare la dissipazione dell'interiorità nel chaos del vento. Una volta che il grigio-perla rompe il proponimento, la scritta viene privata del suo valore, depersonificata, sbeffeggiata.

    Non serve comunicare, se lo si fa con propositi sbeffeggiativi.

    E poi ancora:

    Non puoi essere in combutta con Quello: "Chi è incostante non può padroneggiare l'arte dei segni e perde soltanto tempo [Lui]".

    Cita il solo che il bambino rispetta realmente, il più forte, il più abile nell'arte dei Segni.
    Sembra aver perso interesse per il grigio-perla, si guarda intorno, ma ancora non vede nulla, non rivolge neppure lo sguardo all'altra presenza e non sappiamo se abbia riconosciuto la persona o semplicemente abbia deciso di ignorarlo per ciò che egli ha insinuato la prima (e l'ultima) volta che avevano avuto la sfortuna di trovarsi l'uno di fronte all'altro.
    Lo sguardo, prima errante, si ferma di nuovo sulla figura del grigio-perla.

    Ti sei offerto di aiutare. Sei incostante, ma posso usarti. Vieni.

    Probabilmente con l'intento di usarlo come paccottaglia per cannoni o scudo di carne in caso di pericolo, Ryuwhan decide di lasciare che il grigio-perla lo accompagni, in un grande gesto di magnanimità da parte del bambino.
    Tenta di prenderlo da qualche lembo del pantalone e lo tira verso il grande portone del Letamaio.
    Il grigio-perla potrebbe fare resistenza, forse a causa della troppa veridicità delle scritte, che avranno forse ferito un animo sensibile quale potrebbe essere quello della comparsa in questione. Non possiamo escluderlo, e non può farlo neppure Ryuwhan; questi però decide di rincarare la dose, come avevamo previsto:

    Avevi detto che avresti aiutato. Ora rimangi la parola? Sbaglio quindi a definirti incostante?

    In effetti rifiutarsi ora di aiutare il bambino sarebbe l'ennesima riprova del comportamento che questi gli accusa di tenere. Di certo una decisione deve essere fatta.
    In ogni caso, il dito si alza ancora, questa volta rivolto a quello che finalmente abbiamo riconosciuto come il Jonin Coda-di-paglia, che tanto fu gentile nei confronti del bambino nelle maledette lande delle cascate. Fine Modalità Sarcasmo.

    Apri.

    Qualche secondo d'attesa...

    Per favore.

    Nel perfetto clima instaurato dal grigio-perla, quell'ultimo slancio di gentilezza assume tratti sbeffeggiativi, soprattutto dato il ritardo con il quale è comparso.
     
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  9. Yami Kaguya
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    - IV -

    The Opportunistic Boy





    Ritirai tutto. Di nuovo. Ma che diamine avevano i bambini con me, istinto animale contro gli ex-jinchuuriki? Bah.
    Quando finii di parlare comunque, quello si rimise a "scrivere" di nuovo, ma più che alle sue parole, prestai attenzione al suo sguardo. Era... deluso?
    Incuriosito, passai quindi alle parole, e lessi una domanda interessante. Strano, aveva fatto abbastanza centro, per quanto probabilmente si stesse basando su qualcosa che mi sfuggiva, ancora.
    Capii solo alla "stringa" dopo, cosa intendeva. Fini.. sbeffeggiativi? Che stava dic- uff, scrivendo?
    Poi, arrivò la Stan... la Stringata finale. "Chi è incostante non può padroneggiare l'arte dei segni", era una citazione?
    Sì, forse sì... ma ciò non cambiava, che ora era lui ad aver fatto un passo falso. Lo fissai, in volto uno sguardo decisamente meno amichevole, e il chakra che stava già circolando verso la mano. Ero sicuro di un paio di cose, ora. Primo, quello non era un bambino, o perlomeno non lo era mentalmente. Rabbioso, matto forse, ma con una logica sotto quelle frasi che scriveva. L'unica incostanza che avevo avuto, era stato parlare, ma chi era ad avermi costretto a usare la bocca, visto che avevo le mani occupate?
    Ma a parte quello... nessuno, offendeva la mia Maestra di Fuuin. Solo io, potevo offendere quella strega idealista e martire convinta.
    E quello, era un dogma inferiore solo a quello di proteggere la mia attuale cliente. Dunque bambino o meno... non ero il solo, ad essermi alienato la simpatia del mio interlocutore.Presi un piccolo sasso, e me lo rigirai in mano concentrandoci del chakra atto a creare un Sigillo Esplosivo Sigillo Esplosivo

    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Disegno
    Il sigillo tracciato può esplodere nel caso in cui realizzata una condizione particolare entro un raggio variabile, come determinati suoni o rumori. Se tracciato sul corpo, può reagire ad alterazioni di emozioni o del chakra (tonici, genjutsu, tecniche..); se tracciato su di uno oggetto può reagire ad impasti di chakra (minimo basso) o al moto. La potenza dell'esplosione è pari a 10 ogni consumo basso immesso; è possibile immettere fino a mediobasso per ogni grado ninja posseduto.
    Tipo: Fuuinjutsu
    Livello: 3 / Consumo: Variabile)
    [Da Chunin in su]

    Quindi, scrissi di nuovo. Tu hai un dono, piccolo. E io sono incostante, è vero.
    Tuttavia la mia arte dei segni è un dono della mia Maestra. Io sono inesperto, ma il gesto in sè e queste conoscenze, sono il mio ricordo di lei.
    Insulta pure me, piccolo. Ma non la mia arte dei segni, come quella in questo sasso.
    Che è meglio per te evitare.
    Scritto ciò, gli mostrai il sassolino, e quindi lo lanciai contro di lui [Forza : 200 / Consumo Medio-Basso - Potenza Esplosiva: 20 / Innesco: Impatto] con un movimento pigro delle dita.
    Fatto ciò, mi rialzai, fissando un attimo i risultati del sasso bomba. Quindi, se il ragazzino avesse continuato nella sua sequela di azioni prive di senso almeno per me, lo fissai mentre scriveva una nuova stringa.
    No, decisamente non era un povero disperato che cercava di che sfamarsi. Era un Esperto di Fuiinjutsu potenzialmente geniale,e in cerca di qualcosa di più complesso.
    Dopo quindi avermi "accettato" come... non sapevo nemmeno cosa, iniziò a tirarmi per i pantaloni, al che non mi mossi di un millimetro, fissandolo come a capire l'ampiezza di un ego che sforava di molto quello del ragazzino che avevo appena rimbrottato.
    In due anni, il mondo si era riempito di ragazzini terribili. Quello in reazione alla mia resistenza scrisse ancora, e stavolta mi abbassai a scrivere, capito che se avessi parlato di sicuro non ne sarebbe uscito nulla di buono.
    Se invece gli avessi dato corda... chissà. Finito di scrivere mi rialzai, e gli rivolsi un sorriso che tecnicamente accompagnava, tale scritta.Esatto, mi hai inquadrato bene. Sono Incostante, senza interessi.
    Ma il tuo Dono mi interessa, piccolo. Molto.
    Non era un bambino normale, quindi ovviamente non me la presi per il contenuto delle stringhe che non offendevano la strega tramite me. Per quello che mi riguardava, poteva avere qualche malattia che ne aveva compromesso il cervello. Il mondo era ingiusto perchè spesso il talento richiedeva un prezzo arduo, come pagamento.
    E per il resto, ora sembrava fosse Itai a doversela vedere con quel ragazzino come dire... schifosamente opportunista, almeno a giudicare da come fosse "gentile" a convenienza e sapesse fare quei discorsi mirati a far leva sul senso di colpa delle persone.
    Mi piaceva, almeno potevo trattarlo come volevo senza alcun senso di colpa. A differenza di Ryutsuki.
    Ma il ragazzo, al momento non voleva vedermi, ed era meglio lasciarlo in pace. Il bambino invece, meritava la mia attenzione.
    Almeno sino a che non avessi afferrato, cosa fosse effettivamente.
     
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    Shadow Angel

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    Una semplice emicrania a suo dire, che doveva essergli passata molto in fretta a giudicare da come sproloquiò nella mia direzione.


    ..Mi permette di rispondere alle sue affermazioni prima di andarsene, Ryutsuki-san?


    Come se avessi avuto altra scelta. Neanche il tempo di respirare che Hakuya san era partito con un discorso così fitto di parolone da vecchio saggio da farmi venire la nausea.
    Oh certo, solo perchè si ergeva a paladino mieloso e affabile, sul serio aveva il diritto di dirmi quelle cose?
    Ma lo lasciai parlare, sfogarsi, neanche fosse mio padre.
    E quando ebbe terminato, lo dedussi dal fatto che prese aria per poter riprendere il fiato, gli diedi una risposta.
    Suppongo gliela dovessi.


    Non mi fido delle persone gentili. La troppa cortesia spesso nasconde un animo più oscuro. Forse non è il vostro caso, forse siete semplicemente quello che avete detto di essere. Una perla rara di questi tempi. Il mondo non si basa più sulla bontà e la diplomazia. Ad essere altruisti, a fidarsi degli altri, condanniamo le persone che vogliamo proteggere ad essere ferite, e degli innocenti muoiono. Mi spiace ma sono tempi in cui Kiri deve imparare a sospettare, non c'è altra scelta. esordii senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Hakuya san volete del rispetto? Volete le mie scuse? Ancora una fitta. D'accordo. Sono stato troppo scortese, ma non intendo giustificarmi. Non mi interessa del giudizio della gente, uno shinobi non dovrebbe avere legami se non verso il proprio clan. Quindi mi scuso se mi sono messo troppo sulla difensiva nei vostri confronti, ma a Shiltar sama devo la mia esistenza, il suo clan è la mia famiglia. Sono stato troppo protettivo? Non mi interessa. Avevo imparato a sopportare il dolore, ma svenire nel mezzo di una conversazione non sarebbe stato il massimo per nessuno. Vi ho sempre guardato in faccia mentre vi parlavo, ma probabilmente eravate perso in altri pensieri, se non ve ne siete reso conto, Hakuya san. gli rivolsi un inchino formale. Con permesso. Se non avesse aggiunto altro, avrei continuato a muovermi verso il cancello, non senza aver fatto prima un cenno a Hirai san di seguirmi.

    Per la mai sanità mentale cercai di ignorare quel bambino molto singolare piovuto dal cielo.
    Alla fine era un problema del foglioso non mio.
    E a giudicare da come stavano interagendo, ad Hakuya san doveva essere risultato un tipo con cuoi valeva la pena fare conoscenza, ignorando i suoi modi scortesi.
    Meglio così.
    Si era trovato la sua guida a Kiri.
    Alla fine aveva due pesi e due misure quel foglioso.
    Per quanto riguardava il rispetto, mi venne da ridere.
    E io che mi ero pure scusato.
    Ero stato davvero un idiota.
    Certo era tutto soggettivo.
    Il suo rispetto andava solo a chi trovasse degno della sua attenzione.
    Un'altra persona che non meritava un secondo incontro.
    Eppure Ys si era fidato, gli era saltato sulle spalle.
    Cos'aveva di tanto speciale Hakuya san?
    Solo che non potevo stare lì a rifletterci su.
    Non potevo attendere oltre.
    Stavo impallidendo, le fitte stavano aumentando di intensità.
    Non comprendevo.
    E come avrei potuto?
    Ero convinto, eravamo convinti che la mia malattia avesse avuto uno stop, se non una regressione e invece...


    Itai, per favore, se non ti fidi vieni a controllare, sennò permetti l'accesso. Probabilmente sarei sembrato il solito ragazzino superbo di sempre, ma non ce la facevo più.
    Ero sul serio al limite delle mie forze, ma ero molto bravo a fingere.
    Dovevo semplicemente attendere che tutti se ne fossero andati e poi avrei chiesto ad Itai di riportarmi a casa.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Ragazzini muti che piovono dal cielo

    Che c'era di peggio che trovarsi il tizio che deve decidere se farti entrare più in un villaggio di cattivo umore per il poco sonno? E non dovuto alla simpatica bestiole. Il periodo dei sogni strani era finito un sacco di tempo prima, ma per via di una delle sue bambine malate e di conseguenza, poco incline a lasciar tranquilli i suoi genitori. Così, quando stavo per aprir bocca pronto a rispondere fui interrotto. Qualcosa piovve dal cielo (come?) e si schiantò per terra. Mi aspettai che qualsiasi cosa fosse si fosse distrutto totalmente le gambe e mi preparai mentalmente a chiaramre Etsuko. Invece, inspeigabilmente, il ninja muto si rialzò.



    Si, era proprio il ninja muto. Quel ninja socialmente distaccato che puzzava come una fogna e sembrava voler continuare a puzzare come tale, a quanto si diceva in giro, abbastanza abile con le tecniche di sigillo. Mi passai una mano tra i capelli e attesi qualche secondo, mentre lui e Hakuya iniziavano a fare amicizia. C'era qualcosa di strano nel ninja della foglia, per un istante aveva visto Ryutsuki con occhi che non sapeva descrivere, poi, quasi inspiegabilmente, era tornato normale. Aggrottai le sopracciglia e notai che Ryutsuki e Hakuya ebbero un piccolo diverbio e attesi che finisse, non mi andava di intromettermi troppo in certe questioni. Riuscii a sentire quanto si dissero e mi resi conto che Ryutsuki, alla fine, risentiva un po' di ciò che gli era successo. Lui non poteva sentirlo, ma quel tempo non trascorso della sua vita doveva aver lasciato qualche segno nella sua psiche Che diavolo pensavi di fare con lui, Shinodari? mi chiesi, come me lo chiedevo spesso quando ripensavo al ragazzino.



    Tuttavia era arrivato il momento di mettere ordine lì sotto. E magari, dare anche una strigliata a Ryutsuki. Saltai, a piena velocità verso il basso, praticamente sparii da sopra le mura di Kiri per ricomparire in basso, dietro il ragazzino muto. Mossi un braccio veloce, affinché lui non potesse schivarlo e lo afferrai per la sua cappa lurida, assai vicino al collo. Così lo sollevai, tenendolo dalle spalle dell'ampio vestito, finché non portai il suo viso all'altezza del mio.
    Non ti hanno detto che non devi piombare così fuori dalle mura? Avrei potuto attaccarti pensando che volevi fuggire gli dissi solo questo. Non avevo molto da discutere con lui dopotutto e i suoi affari con Hakuya non mi interessavano. Lo posai a terra così come l'avevo preso e portai una mano sulla spalla di Ryutsuki, impedendogli di fare un altro passo verso la porta - tralaltro chiusa -.
    Ho sentito che vi siete detti dissi con tono piatto E Shiltar-sama credo saprà come comportarsi. Non c'è bisogno che tu lo portegga, tantomeno che per farlo tu sia scortese con Hakuya lo guardai meglio e dissi qualcosa più a abssa voce, perché mi sembrava che ci fosse qualcosa che non andava Ti senti bene Ryutsuki-kun?



    Dopo aver ottenuto le risposte da Ryutsuki mi voltai verso il ninja della foglia. Poteva entrare, anche se i suoi intenti di ottenere un autografo dal Mizukage mi facevano ridere: conoscendo Shiltar e la sua propensione a certi comportamenti in pubblico, probabilmente si sarebbe fatto una risata sarcastica nell'udire che c'era un suo "ammiratore".
    Entra pure Hakuya. Lascia tutte le tue armi, e sottolineo tutte in guardiola, le riceverai all'uscita, anche tu Hirai. Quando ottieni il coprifronte dall'Amministrazione, vieni a riprendertele se le hai, sai dov'è l'amministrazione? dunque tornai a rivolgermi verso Ryutsuki Andiamo Ryutsuki-kun, ti riaccompagno a palazzo Ryutsuki non stava bene, un po' si capiva nonostante i suoi tentativi di dissimularlo. Era probabile che sentisse solore, come i primi tempi in cui era giunto lì a Kiri.



    Le mura di Kiri si aprirono e lì, ad attendere il ninja della foglia e il nuovo arrivato di Kiri c'era una ragazza sui sedici anni, con il coprifronte di Kiri legato sulla fronte. Aveva i capelli neri e uno sguardo annoiato. Era a lei che avrebbero dovuto dare tutte le loro armi.



     
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  12. RiOx206
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    Dopo aver sentito le parole della guardia, ringraziai Ryutsuki, mi avvicinai alla ragazza e le porsi le poche armi che portavo con me.
    Poi mi avviai verso l'interno del villaggio, l'amministrazione l'avrei trovata da solo.
     
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  13. Ryuwhan
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    Se tu dai a me poi io darò a te.


    Notiamo subito l'aggressività del Grigio-perla nei confronti del bambino; quando il suo flusso di chakra isterico comincia a muoversi, diventa palese la sua intenzione di tentare una mossa poco prudente. Egli fa di tutto perché il senzatetto lo noti: quando prende il sasso lo fa con poca disinvoltura, e anche lo strano movimento delle dita sembra voler telegrafare l'intento aggressivo. Per il bambino, il tracciamento dei segni è palese quanto la composizione di quelle curiose posizioni magiche che gli shinobi tanto sono atti nell'eseguire. Riconosce subito il simbolo: più volte abbiamo visto lo stesso Ryuwhan utilizzarlo, anche se non in quella maniera; simbolo che poi viene anche ben sbandierato come un trofeo dal Grigio-perla. Il bambino ha pochi istanti per comprendere l'atto aggressivo, coadiuvato da un lungo tempo di tracciamento necessario al Grigio-perla.
    Il bambino sa che non deve entrare nel raggio d'efficacia del sigillo, ma deve anche mostrare al grigio-perla che il suo sfoggio di Sigilli comuni non è degno di pregi; non può dunque fuggire.
    Il tempo necessario per effettuare la Telecinesi Telecinesi
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre, Dragone, Ratto, Cavallo, Tigre (Lento)
    L'utilizzatore sarà in grado di manipolare oggetti non convenzionali per scagliarli contro l'avversario. Non sarà possibile muovere armi ninja, ma oggetti come sassi, tegole, bicchieri dal peso non esageratamente elevato. Ognuna di queste armi avrà potenza pari a 10. È possibile manipolare esclusivamente oggetti presenti frontalmente l'utilizzatore ed avranno una gittata di 10 metri È possibile manipolare fino a 2 oggetti per grado ninja posseduto.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 5 / Consumo: Basso ogni oggetto )
    [Da genin in su]
    è quasi la metà rispetto alla meschina tecnica nemica; oltretutto, in uno sforzo di superbia, il grigio-perla non offende subito, ma aspetta che il bambino si sia reso conto dell'accaduto.
    Quando il meschino sasso viene lanciato, non viaggia più che la metà del tragitto immaginato dal grigio-perla, e si ferma a mezz'aria per un istante, prima di ritornare contro la faccia del grigio-perla, a velocità molto maggiore. Il bambino non è ancora in grado di controllare oggetti più grandi o armi, ma è chiaro quindi che quel sasso non sia un grande problema, al contrario.
    Possiamo ben immaginare che se il grigio-perla schivasse il sasso, la traiettoria e la velocità dello stesso avrebbero portato il piccolo ordigno molto lontano, probabilmente troppo perché qualcuno dalle mura possa sentire un'eventuale esplosione.
    A seguito dell'azione, il sopracciglio del senzatetto si alza leggermente, comunicando un certo disappunto.

    [...]



    Quando viene preso per la cappa dal Jonin Coda di Paglia, il bambino non fa una grinza, ascolta distrattamente quanto ha da dire, e poi risponde alla frase ipotetica con una stringa:

    Ma non lo hai fatto.

    Certo, avrebbe potuto attaccarlo, ma non lo ha fatto, pensa il bambino, perché intende bene che non ci sono motivi per fuggire, soprattutto non in quella maniera elefantesca. Soprattutto, aggiungiamo noi, visto che un contratto importante lo tiene ancorato al villaggio.

    [...]



    Le porte vengono aperte, e il bambino continua a voler trascinare dentro il grigio-perla. La collaborazione è iniziata.
     
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  14. Yami Kaguya
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    - V -

    The Grown-Up Guardian





    Ascoltando le parole di Ryutsuki, ebbi una serie infinita di Deja-vu. A quanto sembrava, aveva guadagnato fiducia in Shiltar, e perso totalmente ogni interesse per chiunque altro. "Uno Shinobi non dovrebbe avere legami se non verso il proprio clan", uh?
    Beh, potevo considerarla un'aggiunta non da poco, rispetto a quanto era solito dire le prime volte che l'avevo incontrato. E riguardo al resto, non aggiunsi altro. Quella discussione era meglio finisse lì, e avevo già calcato la mano a sufficienza prima. Ora, doveva rifletterci lui da solo, e di sicuro io le cose potevo solo peggiorarle, andando avanti a quel modo.

    ...Prego.

    Quando disse "con permesso" gli rivolsi quell'unica replica accompagnata da uno sguardo a specchio. Dopodichè spuntò il... bambino rabbioso, e i suoi sigilli aerei. E dopo essermi salutato con il Kaguya, sembrava che anche con quello sporco di bambino le cose non sarebbero andate per il verso giusto.
    Difatti, mentre lo fissavo pronto a tirargli il sasso, lo vidi formare sei sigilli, e dunque quasi sfidarmi a tirarlo sul serio. Rimasi un istante a fissarlo, e poi mossi le dita, osservando il proiettile muoversi... e fermarsi a mezz'aria.
    Passò un altro istante, dopodichè fra il gettarlo via e il rimandarlo indietro, scelse la seconda opzione. Mirando alla testa però, visto come fossi inginocchiato ancora, fu facile spostare [Riflessi: 575]un bersaglio tanto piccolo come la mia faccia dalla traiettoria del proiettile, e quindi lasciare che volasse ben oltre me e che esplodesse chissà dove.
    Inutile dire che lo sguardo del ragazzino sembrava deluso. Ma era stato uno scambio di colpi interessante, e presi l'assenza di stringhe come un segno se non di pace, quantomeno di tregua momentanea.

    E difatti che lo volessimo o no, Itai sembrò essersi stancato del nostro spettacolino, e intervenne direttamente per dare una radrizzata al bambino... per quanto fui sorpreso più dalla rapidità con cui si portò dietro di lui. Di certo gli scorsi due anni li aveva spesi bene, per aver ottenuto una rapidità simile.... e per il resto, lasciai fosse lui a gestire i minori lì presenti. Io iniziavo sinceramente a temere di essere sprovvisto di istinto paterno o di un qualunque retaggio utile ad affrontare membri della mia specie di età inferiore ai 16 anni.
    E in aggiunta maschi, a pensarci bene. Almeno negli altri casi riuscivo se non altro a mantenermi calmo.
    Ad ogni modo, sperai l'intervento di Itai calmasse le acque. E a dire il vero, visto l'interesse che sembrava dimostrare per Ryutsuki, decisi che era decisamente meglio me ne stessi zitto. Quel ragazzino si era chiuso in sè stesso, e di certo una figura amica era quello che più gli serviva. E purtroppo io non avevo mai dimostrato di poter ricoprire quel ruolo, nè nei precedenti due minuti, nè nei precedenti tre anni.

    Entra pure Hakuya. Lascia tutte le tue armi, e sottolineo tutte in guardiola, le riceverai all'uscita[...]

    Fu quasi deludente, la facilità con cui mi fece entrare. Tuttavia, di sicuro qualcuno con cui riuscissi a scambiare due parole senza litigare in quel villaggio, era una manna dal cielo. E ancora una volta mi fece piacere, vedere come ormai fosse un ninja fatto e finito... così come molto più bravo di me, a gestire situazioni di quel tipo.
    E difatti, quando le porte iniziarono ad aprirsi, decisi di concedermi una piccola soddisfazione, nel superare le mura.

    ... Ricevuto. Le mie scuse per tutto il trambusto, Itai. Ti devo un favore, grazie.

    Più che per la faccenda del cancello, quelle scuse riguardavano l'aver dato vita a quelle discussioni, e il dovergli lasciare in custodia Ryutsuki. Feci quindi un lieve cenno di ringraziamento con la mano mentre entravo a Kiri, e dunque mi spostai verso una ragazza palesemente in attesa col tipico sguardo annoiato di chi ripete sempre lo stesso compito senza mutamenti di sorta in un ciclo ripetitivo, quanto appunto noioso.
    E a proposito di atmosfere pesanti, sentivo tutte le spalle intorpidite per lo stress di quell'arrivo. Quindi, decisi di mettere in scena la stessa sequela di azioni che avevo usato alla mia prima entrata a Konoha, si era rivelata rilassante e per quello che mi interessava, non avevo motivo di tenermi addosso delle armi durante la mia permanenza.
    Speravo in effetti ciò che era successo alla mura potesse rappresentare la peggiore, delle situazioni in cui mi sarei potuto ficcare durante quella visita.
    Che fosse una speranza vana o no, volevo almeno continuare con quel proposito da lì in avanti.


    Allora vediamo... i kunai... l'Hachiwari, cartebombe.. Uh? Dove ho messo il rotolo... magari l'altra tasca..
    Ah, ecco.
    Ah, dimenticavo gli artigli. Attimo... là, via uno, e voilà. Dovrebbe essere tutto.
    Tenga, signorina.


    Rivolsi un sorriso alla kunoichi, ma per il resto il... randagio rabbioso che avevo trovato per strada, sembrava avere fretta. Così rivolsi un lieve inchino alla kunoichi, e mi lasciai trascinare dove voleva, rivolgendo un ultimo sguardo a Ryu, e appuntandomi di chiedere dove fosse il Palazzo di quelcheera, quando avessi deciso che quel ragazzino non valeva i problemi che già aveva iniziato a darmi in quei primi minuti o quando mi fossi stancato in generale di fargli da balia.
    A parte ciò poi... quasi non ci credevo ora che ce l'avevo fatta ma... diamine, ero tornato a Kiri sul serio. Come Nukenin sotto copertura a differenza del tizio che mi aveva portato fuori di là, ma tutto sommato preferivo quell'approccio.
    Poi, di certo potevano esserci inizi migliori di quello che avevo fatto io, ma già l'essere entrato bastava a renderlo un inizio coi fiocchi.
     
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  15. Ryose
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    Ormai era passata una settimana dalla morte di mio padre.
    Le tombe nel mio giardino ora erano 5 e nonostante Kojiki mi avesse spiegato degli shinobi, dei loro villaggi e del chakra mi rimanevano ancora molte domande.
    Purtroppo il gufo con il kimono non aveva una risposta, aveva soltanto un percorso da indicarmi.



    Ricordati di chiedere di farti scortare all'amministrazione, solo lì dovrai rivelare la tua discendenza dal clan Shinretsu, capito?



    Annuii in silenzio, non capivo tutti quei segreti, perchè non potevo parlarne con gli addetti alle mura?
    Non capivo neanche come mai mio padre non mi aveva parlato del suo passato, evidentemente per avermi insegnato quelle tecniche anche lui doveva essere stato un ninja, ma non avrei dovuto parlare di lui.
    Il collegamento con Kiri era mia madre, il suo cognome mi avrebbe permesso di diventare un ninja.


    Kojiki... diventare un ninja mi aiuterà a capire quello che è successo?

    Mizuko, diventare un ninja è solo il primo passo

    Il primo passo ?

    Vedi Mizuko, tuo padre e tua madre erano ninja di kiri, certamente otterrai più informazioni, ma capirai anche qual è il tuo posto, non ti pare emozionante andare nel posto che ha accolto i tuoi genitori?

    Perchè mi hanno portato via?



    Kojiki mi squadrò con quei suoi enormi occhi, scuotendo la testa, il suo atteggiamento nei miei confronti era quasi paterno, era dispiaciuto di non potermi dare una risposta.
    Mi beccò tra i capelli, quasi a volerli ripulire, il piccolo gufo si era annidato tra i miei spettinatissimi capelli mori.
    Scoppiai a ridere, il suo becco mi faceva il solletico, continuò per un po' ad infastidirmi in quel modo, raccontandomi altro riguardo all'organizzazione del villaggio, il ruolo del kage e dei ninja.
    Una volta davanti all'ingresso del villaggio lo indicò con un'ala e mi invitò a proseguire.
    Andai dal guardiano per presentarmi.

    Sono Mizuko Yurei, abito a poco più di 2 giorni di cammino da qui, potete farmi entrare?


    Ero totalmente disarmato, Kojiki era appollaiato tra i miei capelli mori e squadrava il guardiano, con quei suoi enormi occhi gialli.







    OFFGDR: Il pg è disarmato, le statistiche del Pg sono Energia Rossa con conoscenze da Chunin
     
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