[Secondo Accesso] Le Mura

[Free GdR] [Macro GdR]

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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Avevo cominciato il turno di guardia alle mura dalle 16.00 puntuale come sempre…
    Eppur quel giorno sarebbe accaduto qualcosa di decisamente anomalo,
    l’aria era fresca, il sole coperto da una leggera coltre di nube, ma l’orizzonte pareva limpido, non avrebbe piovuto, ne ero certo…
    il pomeriggio trascorse in tranquillità, man mano che le ore trascorrevano sentivo i rintocchi di una campana in lontananza che le scandiva inclemente.
    7, sette rintocchi…
    Era giunta l’ora mi voltai in direzione del villaggio come se aspettassi qualcuno e infatti questo era il motivo.
    Che sciocco, perché tanta pena per quello che sarebbe stato un arrivederci?
    Ero sicuro della mia opera, nessuno avrebbe riconosciuto Godsan che come un normale cittadino sarebbe uscito dalle mura di Kiri…
    Mi rigirai, il sole aveva cominciato la sua discesa verso l’orizzonte, stanco si ritirava per riposare, intanto proiettava gli ultimi raggi, che ora tingevano le nubi di un chiarore irreale, con sfumature di rosso e di arancio.

    Che spettacolo

     
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  2. Mamoru Gako
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    Mura di Kiri


    Aveva lasciato da poco l'ospedale. Era uscito dal laboratorio secondo le istruzioni di Etsuko e si era quindi diretto fuori dal corridoio che lo portava verso il cuore di Kiri. Era pomeriggio inoltrato e passò nella zona meno salubre del Villaggio dove erano situate diverse bettole e una sala d'azzardo. Cercò all'interno di qualche pattumiera fino a trovare un paio di pantaloni trasandati. Gli mancava una giacca che chiese ad un barbone barattandola per qualche ryo. Quello non esitò ad accettare l'offerta malgrado la stranezza. Non gl'importò nemmeno sapere il motivo di tutto ciò.
    Doveva recuperare il suo equipaggiamento che aveva nascosto nelle vicinanze della vecchia casa di cui era proprietario quando ancora era un genin.
    Lo stesso equipaggiamento lo ripose all'interno di alcuni rotoli che successivamente si distribuì sul corpo a mò di fasce e coperti da una maglia a maniche lunghe.
    Indossò, seppur schifato i vestiti che aveva recuperato per uscire da Kiri. Cercò di non pensare a quali strane malattie o che genere di sporcizia si nascondesse dietro a quei tessuti. Una volta uscito da lì li avrebbe gettati via bruciandoli all'istante.
    Quindi tornò verso il centro di Kiri raggiungendo il quartiere Akuma e agguantando un ragazzo che lo stava schifando per il palese aspetto malconcio, se non denigrando, gli ordinò di consegnare un bigliettino privato alla casa di un certo Etsuko Akuma.
    Lo pagò con qualche ryo e questi sgattaiolò via con il biglietto tra le mani. Più tardi lo lesse anche ma non ottenne nessun giovamento giacchè vi era solo riportato un semplice "Grazie e a presto!" scritto a mano. Richiuse il biglietto e lo lasciò sotto la porta come richiestogli.

    tramonto


    Nel frattempo Godsan era già arrivato presso le mura per l'orario concordato. E l'orario delle 7 era stato scandito da qualche minuto.

    Si avvicinò camminando normalmente interpretando l'aria di un ragazzo stanco di aver lavorato e che aveva solamente voglia di tornare a casa. Quando fosse giunto al portone per chiedere di uscire avrebbe risposto in maniera totalmente calma e amichevole.

    « Sto tornando dalla famiglia Kikinzoku. »

    Fujiko sfruttò le sue conoscenze amministrative per costruirsi una scusa valida. La famiglia Kikinzoku era, assieme ad altre due, una piccola organizzazione la quale si occupava della lavorazione dei metalli e di minerali. Aveva risapute antipatie con i Metaru.
    Volle sottolineare come fosse stato richiamato per alcuni lavori manuali urgenti dovendo quindi lasciare Kiri per un breve periodo.

    Forse tutte quelle scuse non servivano a niente, specie in presenza di Etsuko, ma alle orecchie di altri presenti potevano esser fuorvianti casomai fossero all'erta. Però a chi sarebbe importato di qualcuno che usciva invece di chi entrava? E ugualmente era possibile ricordarsi tutti i volti, nomi e movimenti? Da quando era a Kiri quello era un aspetto sicuramente sottovalutato e a memoria non ricordava nessun caso simile...e gli attentati lo confermavano!

    Una volta uscito da Kiri, qualora vi fosse riuscito, non si sarebbe voltato per nessun motivo (eccetto qualche richiamo delle guardie, chiaro!) e avrebbe proseguito in direzione nord-est proprio alla volta della regione controllata dalla famiglia Kikinzoku. Anche in questo caso era utile depistare eventuali inseguitori dell'ultimo minuto. Era un viaggio lungo due giorni; ci avrebbe messo il tempo che serviva. Ma una volta arrivato nella regione avrebbe trovato posto in una locanda e sfruttato la notte per uscire (dopo aver pagato anticipatamente il locandiere) trasformato in un'altra persona.
    Si era cambiato d'abiti e aveva assunto le sembianze di un uomo qualsiasi sulla trentina con tanto di barba nera.
    Ritornò quindi sui suoi passi per altri due giorni per arrivare al porto di Kiri.
    Da lì la strada era facile per la terraferma. Un biglietto per la prima nave utile e poi si sarebbe lasciato Kiri alle spalle per un bel po'.

     
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    Il falco diretto verso Kiri era in assoluto il più veloce a disposizione del paese del Suono; non a caso sarebbe arrivato addirittura prima di quello in volo verso Suna. Si trattava di un grosso rapace dalle piume bianche e marroni, in grado di macinare kilometri e kilometri senza doversi riposare. Aveva compiuto più di cinquanta viaggi senza mai mancare una consegna e rispettando i tempi previsti. Le guardie con più esperienza avrebbero di certo riconosciuto quel falco, in quanto già in passato aveva raggiunto il villaggio della Nebbia. Comunque, il coprifronte di Oto che cingeva l'attaccatura della sua ala destra avrebbe chiarito ogni dubbio di provenienza.

    L'intelligente creatura si sarebbe diretta verso il più autorevole dei guardiani o, in caso di indecisioni, avrebbe consegnato il messaggio che portava legato alla zampa sinistra al più sveglio dei ninja di Kiri lì presenti. Il contenuto del messaggio avrebbe di certo allarmato il lettore...Oto era sotto attacco!

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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    The End



    Lasciai che le ombre calassero sull’ultimo sole, che i raggi scorressero su di me dal volto sin giù a scandire gli ultimi istanti di luce. Il grosso cerchio infuocato si spegneva nel mare e con esso pure le mie speranze.
    Mi voltai dall’alto delle mura verso il basso, riconobbi la sua voce, seguì i suoi movimenti, le guardie erano tranquille non sarei neppure intervenuto, non ne aveva bisogno il suo alibi era perfetto, frutto di studi approfonditi, il suo marchio di fabbrica infallibile.
    Scesi i gradini che mi separavano sino al portone d’ingresso e fu quella una discesa nei ricordi, le immagini di una lontana operazione i disaccordi e i litigi accennati, il profondo senso di rispetto che li legava, l’amore per quel villaggio, le missioni affrontate e i pericoli. Ed ora…
    Cosa ne sarebbe stato?
    Ormai ero sull’uscio che si spalancava per lasciar passare il visitatore, incrociai il suo sguardo, attraversai per primo la soglia con atteggiamento di chi vuol lasciare per un attimo tutto alle spalle, per assaporare per un solo istante la libertà.
    Mi passò oltre, stava andando via l’amico di mille avventure eppure dovevamo far finta di non conoscerci, di ignorarci. Mi abbassai dietro di lui, fingendo di raccoglier qualcosa, guardai indietro le guardie avevano ripreso le posizioni all’interno delle mura e scherzavano tra loro.

    Hei tu… lo bloccai un attimo… ti è caduto questo…

    Tesi la mano nella sua direzione, consegnandogli un pezzo di stoffa bianco, al suo interno lo si poteva sentire, vi era qualcosa di solido. Quando avrebbe potuto aprirlo vi avrebbe trovato qualcosa di estremamente pericoloso in condizioni normali. Ma avevo provveduto a smussarne la lama. Era il bisturi che avevo usato per le sue operazioni, l’avevo conservato. In realtà era la lama di quel bisturi che ormai era divenuta meno tagliente di un semplice coltello di cerimonia. Sulla stoffa ricamate in rosso, poche e semplici parole.

    Da un amico che resta ad uno che va via…
    Il segno di un legame indissolubile
    più sacro di un patto di sangue.

    E.A.


    Mi voltai e ritornai verso le mura, impassibile e imperturbabile.
    Tornai a casa quella sera e non appena varcai la soglia trovai una candela sul tavolo, nel cono di luce che quella formava vi era un bigliettino. Auron usava porvi la posta che ricevevo per portarla alla mia attenzione quando rincasavo.
    Aprì il bigliettino, lessi le parole e fu allora che non trattenni più le lacrime e piansi .


     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Ritorno a Kiri
    Notizie inaspettate



    I


    Alcune settimane prima...
    Il caro vecchio villaggio. Pensai a questo mentre atterravo dinanzi alle mura di Kiri, smontando da Qon. Ero esausto.
    Avevo viaggiato per tre settimane fermandomi poco o nulla, al solo scopo di raggiungere Kiri il più velocemente possibile. Ero stato per troppo tempo lontano da casa per quella missione ad Iwa.
    Dopo aver lasciato Drake a Konoha avevo proseguito dritto verso Kiri, arrivandoci esausto, ma arrivandoci. Non avevamo trovato l'altro gruppo che avevamo lasciato indietro.
    Diogene, Shiltar e Hoshikuzu erano spariti quando avevamo terminato di combattere. Le Stelle erano altrettanto sparite. Non sapevo dire però se la missione era stata un fallimento o un successo, oppure qualcosa di ibrido. Forse Shiltar e gli altri avevano recuperato le Stelle e si erano allontanati. Solo i Kami potevano sapere che cosa avevano incontrato mentre noi lottavamo con Hinagiku, Koma, le copie, lo Yonga e altre bestie.
    Itai-san! Sei tornato dalla missione? Sei solo?
    Sì Hikari... perché me lo chiedi? domandai scalando le mura con qualche rapido balzo.
    Ecco... speravamo che il Mizukage fosse con te
    Non è ancora tornato? chiesi con tono un po' stupito. Com'era possibile? Avevamo lasciato prima noi la montagna oppure il Mizukage non vi era uscito affatto?
    No rispose Hikari, scuotendo appena il capo. Rimasi per un attimo fermo, poi scrollai le spalle.
    Forse mi stavo preoccupando troppo.
    Tornerà, ne sono certo.
    Lanciai però uno sguardo alle mie spalle, sentendo addosso una strana inquietudine. Non riuscivo a togliermi dalla testa l'idea che qualcosa potesse essere andato storto.



    Ai giorni attuali
    Erano settimane che non facevo nulla se non riposare al meglio, trascorrere tempo con la mia famiglia e chiedermi che fine avesse fatto Shiltar. Ogni giorno andavo alle mura, sedevo al mio posto, controllavo chi entrava, chi usciva, facevo le ronde, aiutavo i miei uomini ma lui non si faceva vedere.
    Erano passate tre settimane dal mio ritorno. Un mese e mezzo dalla missione di Iwa. Due mesi da quando sia io che lui eravamo partiti. Hikari era preoccupata quanto me, Ayame stessa, a casa, mi aveva detto che forse dovevo iniziare a muovermi per ritrovarlo.
    Con Kumo in allarme e Iwa sottosopra, la mancanza di un Kage si faceva sentire tremendamente. Avevo detto "aspettiamo", avevo fatto affidamento sul fatto che Shiltar stesse per tornare.
    Ma era passato fin troppo tempo. Non avevo avuto notizie da Oto, nemmeno da Suna. Chissà se Hoshikuzu e Diogene erano tornati. Dall'attesa sembrava proprio di no.
    Basta, devo fare qualcosa dissi all'improvviso, attirando l'attenzione di Hikari.
    Manderò Sojobo a Suna, a parlare con Hoshi. Io andrò ad Oto, per parlare con il Mikawa... uno dei due saprà che diavolo di fine ha fatto Shiltar!
    Ehi capo, non è che si sta prendendo una vacanza? rise una delle guardie, seguita subito da altre risate.
    Con tre gemelli alla prima occasione buona me la darei anche io a gambe Ahahahah, tranquillo capo vada a recuperare il Mizukage, secondo me è solo ferito.
    Perché allora nessuno ce lo dice? risposi tetro.
    La mia considerazione zittì l'arguta guardia che rispose con una scrollata di spalle.
    Se Suna o Oto sanno qualcosa riguardo Shiltar, potrebbero volerci destabilizzare tenendocela nascosta. Credo Oto, visto il recente passato. Oppure Diogene non ha avuto ancora l'occasione di comunicare cosa è successo. Oppure è bloccato nello stesso posto con Shiltar, che sia sulla terra o all'inferno. Qualsiasi cosa sia successa, ho bisogno di sapere. rimasi in silenzio per un attimo Kiri ne ha bisogno.
     
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  6. The Retribution
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    Territorial Landing.

    Un'isola nel mezzo del mare
    circondata da un arcipelago
    di amare incertezze.


    La piccola nave mercantile su cui avevo trovato passaggio era tutto fuorché stabile nel mare primaverile attorno a Kiri. Stavo seduta con una certa tranquillità sulla prua della barca ammirando il crescente disegno di Kiri all'orizzonte con tutto quello che la seguiva, ovvero barche, barchine, navi e isolette. Se mi piaceva eccessivamente? No, per niente, preferivo di gran lunga i luoghi montani all'odre putrido della salsedine che si levava dalla Nebbia.. ma era pur sempre un'esperienza da fare quella di giungere al villaggio di cui faceva parte mio padre. Non so perchè, ma mamma mi aveva messo la pulce nell'orecchio che, forse, mio padre poteva essere di Kiri ed un viaggio in loco mi avrebbe potuto far venire in mente qualcosa.. si come se potessi ricordami qualcosa dello spermatozoo che ero. Ottimo ragionamento puttana del cazzo..

    Vicino al molo la barca rallentò notevolmente e, mano a mano che si avvicina alle banchine, riuscivo a scorgere tutte le genti che andavano avanti ed indietro alla ricerca di qualcosa, qualcuno o semplicemente a fare il loro noioso lavoro di scaricatori. L'unica cosa che mi inquietò fu un piccolo pollo, chiuso dentro una gabbia a pochi metri dalla fine della banchina, che mi fissava con sguardo indagatore. Era nero con la cresta rossa, pareva avere qualche strano tic nervoso all'occhio destro e dopo un pò cadde a terra senza motivo apparente. Eccezione fatta per questo curioso ed inutile evento, il mio arrivo non riscosse alcun tipo di successo o problema, salutai il capitano della nave e mi incamminai verso la prima cinta muraria.

    Erano circa le otto del mattino, quindi piuttosto presto per gli standard Otesi, e risultavo essere un attimino addormentata ma non più del solito. - Salve, sono di Oto e vorrei visitare la città. - Frugai in tasca tirando fuori svariati oggetti tra cui un apribottiglie ed un paio di tappi di soda, per poi arrivare ai miei documenti. - ..Questo qua. Cioè sono questa qua.. dio che sonno. - Sbadigliai sonoramente al guardiano.
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Ma dove cazzo è finito Itai?

    Son questi i primi pensieri che ti passano per la testa di mattina, quando sei costretto a ricoprire tutti i turni di guardia alle mura a causa della scomparsa di chi condivideva questo compito con te, facendoti prendere residenza stabile lì…

    E poi questo cazzo di freddo…

    Nonostante fosse già ormai primavera inoltrata, avevo i brividi, l’aria salmastra che d’estate allietava le bollenti giornate, al mattino presto rizzava le pelli.
    E quando dici che la sfiga non è mai troppa, ecco arrivare un visitatore, quando ormai da giorni non se ne vedeva uno.

    Oto?

    Stropicciai gli occhi, quasi per rendermi conto che non fosse un sogno.

    Signorinella bella, gli abitanti di Oto, son stati dichiarati ospiti indesiderati qui nella nebbia…
    Qual è il motivo della tua visita?


    Dopotutto, l’ordine di non lasciare entrare nessuno di Oto non era stato più revocato e doveva essere ancora vigente. Ma con la morte del Mizukage e la nuova gestione, chissà cosa avremmo dovuto aspettarci.
    Questa si che è una bella gatta da pelare
    Pensai, mentre ragionavo sul da farsi.

     
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  8. The Retribution
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    Territorial Landing.

    Un'isola nel mezzo del mare
    circondata da un arcipelago
    di amare incertezze.


    - Io mi chiamo Ren, non signorinella bella, comunque sembra che ad Oto non freghi un cazzo a nessuno di questo essere indesiderati visto che nessuno mi ha detto assolutamente nulla. - Mi guardai un attimino intorno per capire chi potesse darmi una mano ma evidentemente non c'era nessuno. - Tel'ho detto, sono qua per fare un giro, sono arrivata ad Oto poco tempo fa e mi sono arruolata, poi ho scoperto che mi rompevo le scatole a non fare niente tutto il giorno e mia madre mi ha detto che uno dei probabili candidati per essere mio padre era Kiriano. - Poi aggiunsi rapidamente. - Mia madre fa la puttana, non so come è, come non è, non so un cazzo di mio padre eh, però lei ci teneva che venissi qua nella remota ipotesi che sia lui a riconoscermi. - Non c'era altro da dire.
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Questioni di parentela



    Si Ren, Scusa…
    Affermai senza badare troppo alle parole della ragazza, preso più dal capire cosa fare in quella situazione.
    Sinceramente non so cosa cazzo frega ad Oto e non mi stupisce il loro atteggiamento di sufficienza che adottano in questa situazione…
    Dopotutto si tratta di ninja sufficienti.

    Pronunciai quelle parole senza badare troppo al risentimento che avrebbe potuto provare la ragazza, quale ninja di quel villaggio.
    Poi ascoltai il resto della storia.
    Ah però… che bel quadretto famigliare felice,
    magari adesso scopri che tuo padre è un tossicodipendente che vive sotto uno dei ponti di Kiri e siamo a posto.
    Quel che si dice spingere una ragazza al suicidio.
    In ogni caso dovrai aspettare un attimo.

    Mi allontanai quanto necessario dalla ragazza e utilizzai l’auricolare per mettermi in contatto con l’ufficio amministrativo.
    Il tono era pacato-heilà c’è nessuno? Mi sentite? Mura chiama ufficio amministrativo
    Ho un problema.
    Ho qui alle mura quella che definirei letteralmente una “figlia di puttana di Oto” bene fin qui nessun problema, ma visto che gli ordini erano sino a qualche tempo fa, nessun otese tra le balle, che faccio? La faccio entrare o la rispedisco da quella buona donna di sua mamma?
    Dice di essere qui, per scovare il suo vero padre che da quel che ho capito potrebbe corrispondere a metà della popolazione Kiriana.

    Chiusa la conversazione, mi girai verso la ragazza, rivolgendole un leggero sorriso.

     
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  10. Kalastor
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    Questioni Amministrative.
    Nuovi arrivi alle Mura, un brusco risveglio.


    Yoku stava dormendo. Non aveva sentito il bisogno di nasconderlo, ed appoggiato alla sua sedia di pelle, per l'occasione leggermente reclinata, sonnecchiava tranquillo. Da quando aveva ottenuto il nuovo corpo il bisogno di dormire era aumentato incredibilmente ed in questo era diventato ancora più simile ai gatti. Non che crollasse a terra, ma se non riposava abbastanza faticava a concentrarsi e tendeva ad infastidirsi con incredibile facilità, divenendo soggetto a reazioni esplosive. Negli ultimi giorni gli obblighi amministrativi l'avevano tenuto sveglio quasi tutte le notti e quel brusco risveglio non fece che peggiorare una situazione già instabile.

    PIPISTRELLI! - Scattò in avanti, sbattendo le mani sulla scrivania e tirandosi dritto sulla schiena. - Ma che..?! - Si guardò attorno, ancora sospeso fra il sonno e la veglia. - Chi ha parlato!? - Lo sguardo colse radio, strumento per lui ancora oscuro, e dopo averla presa cominciò ad armeggiarvi. - Maledette stregonerie moderne... Pronto? Mi sentite? Come cazzo è che funziona? - Dopo qualche tentativo uno dei pulsanti produsse un suono vagamente familiare e gli permise di farsi sentire dall'altra parte. - Pronto? Sì, qui Amministrazione, ti sento. Etruko, sei tu? No, scusa, Etsuko? Etsuko giusto?



    Lasciò andare il tasto di chiamata, permettendo all'altro di rispondere. Durante tutto il discorso rimase immobile ed in silenzio. Soltanto i denti, passando gli uni sugli altri, producevano un rumore masticato sempre più intenso via via che Etsuko parlava. Cercava per quanto possibile di essere calmo ed accomodante nel rispetto del suo ruolo ma nelle ultime settimane la sua scorta di pazienza era andata esaurendosi e la mancanza di sonno metteva a dura prova la sua capacità di autocontrollo. Prima di rispondere prese un lungo respiro, seguito da un secondo e da un terzo. Solo allora riattivò la comunicazione.

    Sei per caso impazzito, razza di troglodita demente? - Domandò tranquillo e con un lieve sorriso, anche se l'altro non poteva vederlo. - Non voglio credere che tu stia insultando un Ninja alleato venuto in visita al nostro Villaggio, perché se così fosse dovrei venire lì a staccarti quella testa di legno per vedere se dentro è rimasto qualcosa da tirare fuori a colpi di martello. - La sua voce era colma di cortesia e parlava lentamente, scandendo bene le parole. - Azzardati un'altra volta a rivolgerti così ad un ospite e ti assicuro che, otese o meno, ti sventro come un tonno e vendo il tuo cadavere ai Nukenin, così coi soldi ricavati potrò addestrare una SCIMMIA che riesca a fare il lavoro di portiere meglio di UN CONTADINO DEPRAVATO COME TE!! - Verso la fine la presa sulla rabbia che sentiva montagli dentro venne meno, riversandola fuori come un fiume di fiamme. - E STA SICURO CHE LO FACCIO!! ORA PORGILE LE TUE SCUSE, APRI LA PORTA E SCORTALA OVUNQUE VOGLIA ANDARE, CI SIAMO CAPITI!? - Dopo l'ultima frase rimase in silenzio per qualche secondo, prendendo fiato. - ...In realtà non penso ti ucciderei, ma gradirei ugualmente che mentre stai alle Mura tu mantenessi un comportamento il più impeccabile possibile, a prescindere dalla natura dei visitatori è fondamentale offrir loro rispetto se vogliamo ottenere rispetto. - Parlò con estrema calma, come se la rabbia non fosse mai esistita. - Portala dove vuole ma tienila d'occhio, non si sa mai. - Attese qualche secondo, incerto su come concludere. - E grazie, so che non è quello il tuo ruolo.

     
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    Questioni Personali
    Prima o Poi, Basta...



    °Si sono io… come cazzo puoi non ricordare i nomi dei tuo ninja, che cazzo di rispetto porti a coloro che donerebbero la vita per Kiri?°

    Avrei voluto rispondere così all’auricolare, quando dall’altra parte mi fu data risposta, ma anche in quel caso mi trattenni. Come aveva potuto Shiltar affidare l’amministrazione a chi di Kiri non sapeva nulla?
    Era scandaloso…
    Ed era scandaloso pure il modo con cui mi rivolse parola in seguito.
    Ascoltai uno ad uno gli insulti rivolti con singolare pacatezza.
    E mentre si affievoliva pian piano la pazienza che mi restava, scemava pure il mio spirito di appartenenza a quel villaggio che forse “presto” non sarebbe stato più mio.

    Hei… hei… hei…
    Si calmi e distenda i nervi. Rischia un intervento alle coronarie che di sto passo potrei pure pensare di rifiutarmi di fare.
    “il troglodita in questione” non avrebbe mai pensato di dire queste cose in presenza di qualcuno, soprattutto della ragazza in questione che ovviamente adesso è abbastanza lontana da non aver sentito quello che le ho detto, tra le altre cose io ho usato il suo stesso linguaggio per identificarsi…
    Il troglodita in questione è un signore…

    Lasciai che le parole venissero somatizzate
    Ma d’altra parte lei non può saperlo… lei non è a conoscenza del carattere, delle passioni, degli ideali… forse anche semplicemente dell’aspetto fisico del 90% dei ninja di questo villaggio.
    Mi fermai
    Dunque escludendo le scuse… che non dovrò fare… la scorterò dove lei deciderà di andare come da i suoi ordini…
    ° ma per chi mi ha preso questo? Adesso magari gli reggerò pure le buste dello shopping…°
    Passo e chiudo…

    Solo alcuni secondi di silenzio.
    Ah… quasi dimenticavo…
    Faccia presto ad addestrare quella scimmia di cui parlava… il contadino depravato ha bisogno di dedicarsi al suo orto.


    Chiusi la comunicazione e con un sorriso ironico accennato sulle labbra, tornai dalla ragazza-
    Pare proprio che sia la tua giornata fortunata Rin…
    Non solo e entrerai a Kiri ma ti accompagnerò ovunque tu desideri andare.
    Chiamami pure Genio della lampada.
    Aprite il portone!

    Urlai in modo che le guardi potessero sentirmi.

     
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  12. The Retribution
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    Un'isola nel mezzo del mare
    circondata da un arcipelago
    di amare incertezze.


    La sagacia e la voglia di attaccare briga di quell'uomo andavano ben oltre la ragionevole sopportazione. Dopo essere stata sincera mi ero dovuta subire anche una presa di giro da parte di uno che poteva benissimo essere la controfigura perfetta di una piccola triglia. O un animale altrettanto insulso, per capirci. Non sono mai stata esperta di bestie che non fossero domestiche, quindi lo associai al nome più brutto che mi sovveniva in quel momento. Lo vidi andare a parlare con qualcuno, probabilmente il suo capo o simili, e nel mentre mi appoggiai con la schiena alle mura strofinandomi appena le braccia per la brezza. Chissà che diavolo era successo poi a Kiri per spingere a tenere gli Otesi fuori dalla città.. mah, solite idiozie tra mini-dotati come al solito, supposi.

    In un primo mento mi sentii sollevata dal poter entrare a Kiri senza troppi problemi, e poi quel guardiano così zelante si lasciò sfuggire qualcosa di tremendamente mortale da dire ad una che, di mestiere, faceva la creatrice di insulti articolati. - Io ti ho detto il motivo per cui sono venuta qui, tu hai fatto il simpatico umorista con quella brillante storia degna dell'oscar per la cagata giornaliera, e ora ti presenti qui col sorriso?. - Inclinai appena un pochino la testa, non riuscendo a capire se quell'uomo fosse stupido oppure non si rendesse conto della gravità delle sue incongruenze comportamentali. - Tranquillo noi otesi siamo sufficienti anche nell'orientarci, non mi serve una principessa come cicerone. - Poi, quando stavo per andarmene finalmente, mi voltai rapidamente. - E visto che ti chiami Genio della Lampada, esaudisci tre desideri: togliti il palo dal culo, fatti crescere un po di mascolinità ma, soprattutto, sparisci. - Gli strizzai l'occhio, molto gentilmente. Occhio per occhio.
     
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    Una Parola Di Troppo

    Ascoltai le parole della ragazza…
    Forse la cosa che a lei sfuggiva era il fatto che si trovava in terra straniera, in un villaggio che non era il suo e soprattutto che non era a Oto, dove gli era concesso di fare quello che desiderava…
    Soprattutto non gli era concesso l’uso di quella ironia insulsa e di bassa lega.
    Etsuko non aveva insultato nessuno dopo tutto, relazionarsi alle parole con il medesimo tono anzi era stato persino un adattarsi al linguaggio dell’otese.
    Farsi prendere in giro in modo gratuito?
    No grazie non ci tenevo proprio.
    MAGAN
    Il sangue irrora l’occhio, che si tinge di rosso carminio.
    Sparisce Etsuko dietro l’illusione coprente.
    La creazione demoniaca che lo ritraeva nei minimi dettagli appare davanti alla ragazza e gli blocca la strada…

    Forse non mi sono spiegato…
    La mia non era una eventualità-


    Veloce il vero Etsuko si sarebbe spostato dietro la ragazza con tutta la velocità di cui era capace per concludere la frase.

    Il mio era un imperativo.
    Quindi hai la possibilità di accettare la mia a tuo dire “femminea” presenza.

    Etsuko di femminile non aveva nulla.
    Oppure prendere le tue cose fare i bagagli e tornare nella tua amata terra.
    Lasciai ancora silenzio
    Ci sarebbe un’altra eventualità, quella di provare a sfidare me e dunque Kiri.
    A te la scelta.

     
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    Kiri







    Oltre un giorno di cammino, uno di sciabordanti e lerce navi kiriane e qualche altra oretta per arrivare da un porto che raccoglie gli odori più sgradevoli del mondo in poche centinaia di metri quadri. Questo era il sunto del viaggio. Odiava Kiri, come odiava Suna e Oto. Troppa umidità, troppa sabbia e troppa puzza, e non è che lui fosse abituato a chissà quali grandi regge, era solo che l’acqua salmastra gli si poggiava addosso e con quella fastidiosa umidita lo rendeva così appiccicoso da ricordarsi una fastidiosa pallina di muco.
    Camminava a passo nervoso dal porto sino alle mura, sapeva cosa aspettarsi anche se non era mai venuto a Kiri, il tutto grazie a quello stupidotto a cui aveva insegnato come battere il ferro, un talento così fine che sarebbe finito a fare testiere per letti agli amanti dell’arte povera.
    Giunse in vista delle mura in tempo per notare la scenetta che Etsuko teneva con quella che dalle finissime labbra non poteva che essere otese.
    Fischiò abbastanza forte da bucare le orecchie a qualche marinaio del porto.


    Ora bisticci pure con le ragazzine! Eddai! Sembri un gatto in calore Etzuko!

    Poi dopo essersi dato uno sguardo intorno, con la maestria di un attore di teatro interloquì nuovamente con quello che pareva essere non solo Etsuko, ma il guardiano delle mura di Kiri, o uno dei tanti.

    Mi raccomando, attenta, ci sono pescivendoli ovunque! E ho visto tonni da una settantina di chili, brutte storie!

    Ironizzò sulla scarsità di shinobi per poi tornare serio, o quantomeno non il solito fastidioso Raizen.

    Comunque, devo entrare, c’è qualcosa da fare? Vi serve un pedaggio magari? Eventualmente vi faccio un po’ di beneficenza.

    Annuì, quasi seriamente mentre lo diceva.

    No, scherzi a parte, chiama qualche scavezzacollo a dare un aggiustatina qua e la, sto villaggio vi crolla addosso, magari scambiate qualche pescivendolo con un muratore, non gli shinobi eh! Di quelli ne avete pochi.
    Comunque, davvero, c’è qualcosa da fare per l’accesso?
    Magari l’accompagno io l’otese, così ti togli l’impiccio. Alla fine peggio di così il villaggio non te lo conciamo.


    Si preparò a ricevere una bella strigliata con un sorriso che gli tagliava la faccia da un orecchio all’altro. Un po’ inquietante invero, era raro vederlo sorridere, più raro ancora era vederlo tirare un sorriso simile, qualcosa a cui il suo volto non sembrava per nulla abituato. Ma se non altro aveva distratto i due dalla loro piccola lite.
     
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  15. The Retribution
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    Territorial Landing.

    Cavaliere
    dalle
    nove Code.


    Ammetto che rimasti sorpresa dall'apparizione di un secondo guardiano in mezzo alla strada, abbastanza da sussultare ricacciando una brutta imprecazione giù per la gola. Che giochini da infante, solo per l'incapacità di reggere il confronto verbale doveva tirare fuori le unghie come una cheerleader inferocita. Soffiai infelice mentre, di nuovo, mi arrivò alle spalle facendomi sussultare non poco e stavolta non riuscì a contenere il mio malcontento - Ma che cazzo falla finita! - Mi voltai verso quella che, a rigore di logica, doveva essere la reale figura del guardiano, bestemmiando mentalmente tutti i suoi antenati. - Questa roba da scolaretta coi cloni ti pare il modo di essere mascolino? Io domando, magari ho vissuto su venere troppo a lungo. - Alzai le mani in segno di sconfitta ma, nel mentre, qualcuno era giunto a darmi man forte contro quell'omuncolo e con un feroce fischio aveva risolto il problema del nostro battibecco.

    Le sue battute mi fecero quasi ridere, ma mi trattenni per evitare di peggiorare la situazione. Poi, però, non mi lasciai sfuggire l'occasione di rincarare la dose contro quel malcapitato. - Lo vedi? Quello è essere mascolini, alto muscoloso, un pò ironico e sprezzante della legge. Un vero galantuomo! - A questo punto però, scoppiai a ridere in preda alla più acuta delle ridarelle. Era troppo surreale, nel giro di trenta secondi quel kiriano, che si chiamava Etzuko a sentire l'ultimo arrivato, si era fatto lanciare fango addosso da due persone in mezzo alla piazza. E non sembrava affatto la prima volta che quei due si incontravano.

    - Io sono ... AHAHAHAH .. Io sono fav... favorre.. favorevole ad andare con lui eh, tu.. ahahah.. non mi piaci proprio. Non sai scherzare, no. - Conclusi rivolgendomi ad Etzuko.
     
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