[Secondo Accesso] Le Mura

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    Ingrato Lavoro, Parte II

    Assassinio in Casa


    Probabilmente la noia stava abbandonando quei lidi, almeno per quella giornata.
    I motivi non erano dei migliori, a dire del ninja della Foglia, e capii dopo ben poco tempo il perché. Mi vennero passati dei fogli dell'Amministrazione della Foglia con i dati riguardanti un ninja di Kiri, un certo Isaka. « Mai sentito parlare di questo tizio... » Risposi, mentre prendevo in mano dal giovane i dati riguardanti il soggetto in questione e la sua famiglia. Erano dei malavitosi, a quel che si diceva e si poteva leggere, e si erano infiltrati a Kiri da poco tempo, ma solo per scampare a Konoha e perpetuare la loro azione criminale.
    Dopo che Sho avesse terminato di parlare avrei risposto immediatamente. « Le cose sono leggermente più complicate, caro mio... Siamo in tempi pericolosi, dobbiamo stare tutti molto attenti a ciò che facciamo... » Avrei fatto un pesante sospiro, grattandomi la testa. « Quel che mi chiedi è di lasciarti entrare armato nel mio Villaggio, che ho lo scomodo dovere di proteggere, lasciandoti ammazzare un mio concittadino, e solo perché ho davanti questi tre fogliacci firmati dalla tua amministrazione. » Incrociai le braccia. « Che, per inciso, potrebbero essere spudoratamente falsi o contraffatti. » Scossi la testa lentamente e ripetutamente. « Dando per scontato che i fogli siano autentici, visto che non ho la capacità ne la voglia di riconoscere una contraffazione, e che questo ninja sia veramente un criminale, non ho ricevuto alcuna comunicazione dal mio Kage o dall'Amministrazione, ergo risulterebbe oltremodo tedioso per te, e soprattutto per me, attendere un eventuale scambio di informazioni tra i nostri villaggi. » Guardai all'insù, verso il cielo nebbioso. « E aggiungendo che anche perquisendoti non posso sequestrarti l'equipaggiamento, vista la tua missione, senza rischiare di comprometterla, direi che non rimane che una possibilità... » Ma si, almeno avrei ammazzato il tempo. « Verrò con te e ti terrò d'occhio per tutto il tempo necessario, ovvero finché non avrai completato la tua missione e non avrai lasciato Kiri. Ovviamente... » Feci un piccolo sorriso. « Non hai molte possibilità di scelta, mi pare chiaro. »
     
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    Compromessi



    Non potevo certo controbattere, la presenza di Akira era necessaria ai fini di un controllo alla tutela del suo villaggio, io stesso avrei optato per tale proposta se mi fossi trovato nei suoi panni.
    Sorrisi, quasi mimando l'espressione che mostrava il guardiano dai capelli blu proferendo l'ultima frase.

    -Che dire? Accetto volentieri. Non che possa fare altrimenti se non girare i tacchi e tornare alla foglia no? Ahahaha.
    Ad ogni modo capisco la tua posizione, non posso dire che avrei agito diversamente se i nostri ruoli fossero stati invertiti, inoltre non rifiuto mai un aiuto. il ninja si trova spesso a lavorare in solitaria data la natura delle sue missioni, ma ritengo che collaborare con qualcuno che, oltre ad un aiuto fisico che mi permetterà di essere in superiorità numerica sul bersaglio, conosca anche il luogo nel quale devo cercarlo.-


    Tesi quindi la mano destra in avanti a proposta di una stretta.

    -Quindi ti ripeto, accetto volentieri.-
     
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    Ingrato Lavoro, Parte II

    Ammazzare la Noia


    Il ninja di Konoha sorrise dopo aver udito la mia proposta e accettò senza troppi problemi la mia condizione.
    Annuii compiaciuto. « Perfetto, siamo d'accordo allora! » Esclamai compiaciuto. Ero riuscito a trovare un modo per unire l'utile al dilettevole: avrei adempiuto ai miei compiti da guardiano e, contemporaneamente, avrei avuto la possibilità di menar un pò le mani se ce ne fosse stato bisogno. « Beh, diciamo che sarò poco più di un osservatore. Se sarai in difficoltà interverrò, altrimenti mi godrò lo spettacolo! »
    Shomi porse la mano ed io la strinsi immediatamente. « Visto che conosci il posto, prego, fai pure strada. » Mi defilai leggermente, per permettergli di passare per primo, accompagnando il tutto con un movimento del braccio. Lo avrei seguito e, una volta giunti in prossimità delle mura, avrei fatto cenno di aprire il maestoso portone. « Recapita un messaggio in Amministrazione: sto coadiuvando un ninja della Foglia in una missione per oggi. » Mi rivolsi ad una delle due guardie in servizio alla porta, che mi rispose con solerzia.
    Almeno per oggi Itai non avrebbe avuto niente da ridire sul mio operato.
    Le porte di Kiri, per Sho, erano aperte.
     
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  4. -Meika
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    I Demoni non ti lasciano mai

    La nuova guardiana




    Arrancai verso le mura con sguardo perso, triste al limite della depressione. Avevo scioccamente creduto che il Demone si fosse placato, che forse non sarebbe quantomeno peggiorato. Ed invece la sua apparizione era divenuta più tangibile che mai. Aveva acquisito anche una voce. Cosa mi sta succedendo... mi ritrovai a pensare mentre distrattamente notavo le mura di cinta del villaggio che si facevano via via sempre più grandi ed imponenti. Ero una guardana, almeno per il momento e stando le cose quelle mura sarebbero diventate casa mia. Potevo essere felice della fiducia, ma perché allora stavo così male? Perché il Demone aveva deciso di assalirmi in quel momento?


    Giunsi alle mura, ed una voce famigliare mi chiamò dall'alto. Hikari mi salutò agitando la mano ed io alzai lo sguardo per un attimo spaesata. Ohi, Meika-chan! Cerchi Akira? Rimasi in silenzio per un lungo secondo, dunque scossi il capo silenziosamente. Hikari comprese quasi subito che c'era qualcosa che non andava. Senza dire una parola raggiunsi le scale della guardiola e salii lentamente i gradini, raggiungendo il camminatoio dove stava Hikari che mi raggiunse. La kunoichi aveva compreso subito il mio stato d'animo sconvolto. Tutto bene? Sembri strana. Deglutii a fatica e sospirai. Io... sono diventata una Guardiana. Dissi con un soffio. Per Hikari quella doveva essere una bella notizia perché mi strinse in un abbraccio spezzaossa al quale non riuscii a rispondere. E sei triste, Meika? rise Non è così male! Lo so, c-[ altro... Ma non osai dir nulla, facendo un respiro affannoso. Ho bisogno di sedermi. Vieni, vieni! Mi condusse nuovamente in guardiola, portandomi in una stanza al secondo piano dove c'erano alcune poltroncine vecchie e dei tavoli. Un'area realx che avrei imparato ad apprezzare. Le finestre davanto verso il Villaggio e dalì potevo vedere la via centrale affollata di gente. Hikari mi portò un bicchier d'acqua e la ringraziai, sedendomi poi su una poltrona vicino ad una finestra.


    Hikari mi guardò, da una certa distanza, dunque sospirò. Meika-chan, che succede? Rimasi in silenzio per un lungo istante. Scusa Hikari, ho bisogno di stare sola un attimo. Dissi con voce atona. Lo rivedevo. La figura sfocata del Demone si stava formando vicino Hikari. Misi una mano sugli occhi, sperando che andasse via. Sentii la voce della kunoichi dire "Ok", qualche parola tranquilla e dunque tornare ai suoi doveri.


    Perché il Demone aveva deciso di assalirmi in quel momento? Guardai fuori la finestra, distrattamente, posando la fronte contro il vetro, chiudendo poi gli occhi e sentendomi improvvisamente stanca in maniera innaturale, spossata più nell'animo che nel fisico. Avevo la netta sensazione che tutto sarebbe presto crollato... e sentivo di non avere potere per impedire lo schianto. Forse era quello?


    Se a qualche kiriano va, posti pure :zxc:

     
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  5. Nevi
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    HrEKxIv
    Ormai era già la seconda volta che si recava a Kiri per un motivo o per un altro, ed anche questa volta era per un qualcosa di una certa importanza.
    Ironicamente quel villaggio da cui aveva iniziato a scoprire il proprio passato alcuni mesi prima, si stava rivelando il centro da cui avevano inizio gli avvenimenti più importanti della sua vita.
    Questa volta però a dirla tutta si sentiva molto più a disagio rispetto alla scorsa volta, dopotutto non si trattava semplicemente di trovare una persona, parlare per poi andarsene via in tutta tranquillità.
    No quello che voleva fare andava ben oltre, stava per rivelare al capo di un altro villaggio chi era a detenere una delle armi di Oto, il tutto senza pensarci due volte.
    Difatti quando era andata via dal villaggio non aveva detto nulla a Febh nè tanto meno a Deveraux al quale ormai teneva in maniera particolare, essendo il suo sensei a tutti gli effetti. Non a caso si era sentita un po' in colpa per quest'ultima cosa, però non era sicura che avrebbe capito... Era pur sempre uno dei Guardiani di Oto, e forse ai suoi occhi poteva essere un errore fare una cosa del genere, un modo come un altro per mettere a rischio la sicurezza del loro luogo natio per quanto fossero alleati.
    Sospirò pesantemente mentre in silenzio si appoggiava alla battagliola della nave, la testa andò a posarsi morbidamente a sua volta sulle sue mani mentre veniva cullata dalle onde.
    In quel momento era il tramonto, il vento soffiava leggermente rendendo la temperatura un po' meno gradevole e la nebbia era decisamente meno fitta rispetto alla scorsa volta, tant'è che riusciva a intravedere anche a distanza altre imbarcazioni.
    Assieme a lei vi erano altre persone, chi viaggiava semplicemente, chi voleva cambiare luogo in cui vivere, chi tornava a casa e così via discorrendo.
    Con i suoi occhi persi nel vuoto, tornò a rimuginare sui propri pensieri.
    Era la cosa giusta quella che stava facendo? Era un errore? Dopotutto non l'aveva mai visto nè conosciuto l'amministratore di Kiri, sapeva solamente che aveva anche lui un demone sigillato, tutto qui.
    Certo l'ultima volta che c'era stata non ricordava di aver visto cittadini intimoriti o persone che giravano con in viso occhi di terrore, e questo significava che chiunque la gestisse di certo non era un tiranno.
    Però... Non aveva la più pallida idea di che genere di persona fosse, questo rimaneva un dato di fatto.
    Improvvisamente sentì il Nibi destarsi e immediatamente portò la sua attenzione su di lui, dopotutto era anche il Demone stesso ad essere un diretto interessato della cosa, tuttavia a differenza sua non sembrava particolarmente agitato.
    Certo c'era stata una bella litigata all'inizio, dopotutto il Nibi si rifiutava ancora a volte all'idea che sarebbe rimasto relegato a lei per ancora molto, molto tempo.
    Eppure ogni tanto aveva quegli attimi di lucidità durante i quali sapeva ragione e comportarsi non come una bestia, bensì come una persona vera e propria. Anzi a dirla tutta il loro rapporto era decisamente migliorato dopo che gli aveva dimostrato che avrebbe mantenuto la promessa che gli aveva fatto all'inizio di tutto, per quanto si fosse lamentato affermando che non si sarebbe lasciato ingannare dalla sua falsa gentilezza a volte sembrava davvero crederle.
    Dopotutto era assai probabile che non fossero stati molti i suoi portatori pronti a giocarsi la propria vita, questo pur di mantenere una parola data al Nibi.
    Ecco per essere chiari si poteva dire che alternava i momenti duranti i quali la bestia che era voleva ancora reclamare la sua libertà, uscire fuori per devastare il mondo, sfogare il suo risentimento e la sua rabbia ed altri durante i quali accettava l'idea di rimanere con lei, provando così a fidarsi.

    Dunque? Che ti prende ragazzina? Non mi avrai mica spaccato i timpani solo per fuggire come una codarda adesso, con la coda tra le gambe.

    Percepì chiaramente il suo ghigno spettrale prendere forma, lo stesso sorriso che aveva visto la prima volta quando l'aveva provata a divorare e farla sua nella stanza in cui, in teoria, doveva essere sigillato.
    Infastidita da quella sua insinuazione - per quanto conscia comunque che avesse ragione - chiuse gli occhi giusto per ritrovarselo davanti e rispondergli a tono, offesa.

    Stai zitto, okay? Siamo praticamente arrivati e non ho tempo da perdere, non parlare se non hai cose utili da dirmi.

    Il Nibi parve come divertito da quella sua reazione, tant'è la guardò di sottecchi con la testa poggiata sulle zampe mentre con finto tono offeso, tornava a farsi gli affari suoi lasciandole però intendere come doveva stare attenta a rivolgersi in quel modo.

    Come vuoi... Vedi di cambiare un po' il tono della voce però stronzetta. Preferirei non dover litigare ancora come stamattina, e credo che neanche te lo voglia.

    Questa volta non gli rispose nemmeno, limitandosi a riaprire gli occhi e lasciandolo solo all'interno del tempio marmoreo.
    Doveva darsi una calmata, ci mancava poco che la tensione le desse alla testa finendola per farla litigare anche con chi, assolutamente, non doveva in quel momento.
    L'imbarcazione sussultò appena, facendola riscuotere e lasciandole così notare com'erano arrivati.
    A passo veloce andò verso il ponticello e saltò giù dalla barca, dirigendosi verso uno degli ingressi con lo sguardo che puntava dritto davanti a lei.
    Solamente quando iniziò ad intravedere le mura ed il cancello rallentò, camminando abbastanza tranquillamente e una volta li davanti avrebbe esordito come segue alla prima guardia o persona che avvese visto, il tono pacato.
    Il coprifronte naturalmente l'aveva indosso, così che la potessero riconoscere parzialmente già da prima che parlasse.

    Mi chiamo Nakora e sono una Genin di Oto, ho bisogno di entrare a Kiri.

    E via il primo dente.

     
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  6. -Meika
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    Working hard

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    La routine la stava uccidendo. Ogni santo giorno passava sedici ore alle mura, prima in compagnia di Akira (che apprezzava) poi con Asmodai (che la inquietava), ed ancora nessun pericolo all'orizzonte. I primi giorni in quella condizione erano stati a dir poco tremendi: uscire di casa alle sei di mattina, dare il cambio, rimanere lì per sedici ore e dunque tornare a casa a sera inoltrata per un vago e scarso sonno poco ristoratore di cinque o sei ore. Ma nel tempo avevo imparato a sopportare quei turni ed ora vivevo la mia vita meccanicamente, intrappolata in una sorta di loop temporale. Per cui l'arrivo di Nekora si rivelò a conti fatti una piacevole variazione di quella stancante routine.




    La individuai dall'alto (senza usare nessuno speciale occhio magico) e dissi ad alta voce Attendi un attimo! Così scesi rapidamente i gradini. Akira che era di turno con me in quel momento non c'era (sospettavo stesse facendo un pisolino e forte era la tentazione di svegliarlo... se non che era già restato in piedi tutta la notte), così me ne occupai direttamente. Non ero ancora del tutto pratica, ma come ogni degna preparazione avevo studiato nervosamente il manuale ed il protocollo fino a memorizzarlo. Salve. Sì, puoi entrare Nekora, devo chiederti di lasciare le armi qui in guardiola, ti saranno restituite perfettamente integre al tuo ritorno. Dissi, recitando alla perfezione la mia parte. Posso chiederti il motivo della tua visita? Non che fosse realmente importante, ma conoscere i motivi che spingevano ninja stranieri ad entrare a Kiri poteva rivelarsi utile in caso di possibili problemi per rintracciare lo Shinobi in questione.

     
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  7. Nevi
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    A dispetto della scorsa volta in questa l'attesa fu molto meno lunga del previsto, anzi a dirla tutta praticamente non dovette attendere.
    Alzò lo sguardo quando sentì una voce femminile provenire da sopra, intuendo come quel giorno non fosse Akira di guardia altrimenti poco ma sicuro avrebbe dovuto aspettare almeno una decina di minuti.
    Era una ragazza molto minuta oltre che decisamente giovane, probabilmente doveva avere all'incirca la sua età e anche per quanto riguardava l'altezza erano molto simili.
    Il viso era incorniciato da una chioma scura con dei riflessi violacei, mentre il viso semplice e pulito adornava il tutto.
    Una volta che si fu avvicinata le ripetè le stesse parole che anche Akira l'altra volta le aveva detto, e senza troppi problemi annuì distrattamente mentre iniziava a prendersi in mano i borsellini, almeno una volta dentro gli avrebbe lasciati a chi di dovere senza fermarsi ulteriormente.
    Non provò neanche a consegnarli alla ragazza in quanto già la scorsa volta, il ragazzo le aveva detto che non era la stessa cosa darli a lui o alle guardie e per tanto, non ripetè l'errore.

    Certo nessun problema, non è la prima volta che vengo a Kiri.

    Ammise in tutta tranquillità oltre che con una certa sincerità, si poteva chiaramente vedere come non stesse mentendo e stesse dicendo il vero.
    La domanda successiva tuttavia, per quanto se l'aspettava, la lasciò un po' più incerta.
    Non aveva voluto dire nulla a Oto per evitare eventuali ripercussioni, poteva permettersi di dire il vero motivo per cui si trovava in quel luogo?
    Ci pensò su appena qualche istante prendendo tempo stiracchiandosi con fare naturale, per poi prendere parola e rispondere.

    Sono qui per parlare con il Kage.

    Affermò annuendo convinta.
    Alla fine non aveva visto motivi per non dire la verità, d'altronde anche se a casa avessero saputo che era andata li per quello di certo non avrebbero potuto procularle chissà quanti problemi, bastava che non sapessero cosa voleva chiedere al Kage.
    Già lei personalmente aveva faticato ad accettare l'idea di chiedere aiuto a terzi, visto che in questo senso era abbastanza orgogliosa tuttavia era anche abbastanza grande e matura da capire che, a volte, devi abbassare il capo umilmente e chiedere a chi ne sa più di te, per poter imparare quello che ti incuriosisce e di cui hai bisogno.
     
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  8. -Meika
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    Working Hard

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    Se lei aveva intenzione di parlare col Kage di certo non l'avrei fermata. Dal mio punto di vista però era strano che una Genin di un altro villaggio volesse conferire con lui. Anche io ero una Genin e per quanto mi sforzassi non potevo immaginare nemmeno lontanamente un motivo per cui dovessi conferire con l'Hokage, od il Kazekage. Tuttavia io non ero Nekora, e se avessi immaginato cosa si portava dentro non avrei mai osato più lamentarmi del mio demone immaginario che a sorpresa compariva al solo scopo di portarmi verso la follia.
    Così, quando ne fui informata mi limitai a fare una scrollata di spalle. Perfetto. In genere è in Amministrazione, al nono piano credo. In genere riceve tutti, ma se non hai appuntamento o se non sei stata chiamata da lui forse dovrai aspettare. Se no fregalo andando a casa sua al palazzo, in genere la sera è lì. Ah, non l'avevo detto? I turni massacranti mi avevano imposto di detestare il Mizukage, la sua gentilezza e tutte le sue preoccupazioni.
    Volevo solo dormire! Prese le armi ed affidatele ad una guardia diedi ordine di aprire le porte con un gesto della mano. Per Nekora Kiri era aprta.
     
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  9. Nevi
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    HrEKxIv
    La Guardiana non parve affatto impensierita dalla sua risposta, anzi a dirla tutta fu proprio l'estremo opposto.
    Le diede addirittura qualche dritta su dove trovarlo e come, soprattutto nel caso avesse avuto una certa fretta.
    Sorrise divertita, visibilmente grata alla ragazza.
    Se non altro doveva ammettere che a Oto raramente ti rispondevano con tanta gentilezza, però ormai ci aveva fatto l'abitudine sicchè non era più un problema per lei, aveva imparato ad arrangiarsi.

    Tutto chiaro, grazie mille allora. Credo proverò direttamente al palazzo in tal caso, vista l'ora è probabile che lo trovi li, tempo di arrivare.

    La salutò appena con un cenno della mano mentre consegnava le armi, per voi avanzare ed entrare ancora una volta all'interno di quel villaggio.
    L'ultima volta si era persa a causa della nebbia, e se non fosse stato per Ryuu probabilmente prima di trovare Ankato ci avrebbe messo qualche giorno, ora però che non era così fitta il tutto sarebbe stato più semplice.
    Inoltre conosceva già di più le stradine e come se non bastasse tutto questo, dubitava che le persone del luogo non sapessero dov'era il palazzo del Kage.
    Prese un bel respiro e si incamminò verso la sua destinazione, ormai non si poteva più tornare indietro.
     
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    ehm...da qualche parte

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    Parlato Ryuu


    Primi incarichi

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    Il giorno dopo la sua promozione a guardiano delle mura di Kiri, Ryuu si alzò decisamente prima delle altre mattine, e all'alba era già fuori di casa, non stando più nella pelle di voler cominciare il suo nuovo ruolo nel villaggio.
    Era il suo primo incarico ufficiale che gli conferiva anche una certa autorità e questo lo faceva sentire anche piuttosto importante, dato che aveva già cominciato a percorrere la scalata della sua carriera ninja e quella poteva considerarsi una delle prime tappe importanti dopo l'essere divenuto genin. La successiva sarebbe stata prendere
    ... la spada... io voglio la spada...
    E ci risiamo. Da quando aveva sentito il Mizukage dirgli che quando fosse stato pronto gli avrebbe concesso una delle sette spade, cadeva quasi in depressione ogni volta che ci ripensava, non desiderando altro che poterne possedere una.
    ... la spada...
    Ok, smettila! Pensa al presente e vai al gate.
    E' vero! Sono un guardiano, devo andare al gate. Disse felicemente prima di mettersi a correre verso l'uscita del villaggio. Non c'è niente da fare, ha la soglia di attenzione di un neonato.

    Una volta giunto al grande cancello, le guardie presenti sapevano già del cambio deciso dal kage alla riunione, rimanendo di sicuro abbastanza dubbiosi su quella scelta, vedendo quel ragazzo timido e mingherlino che avrebbe dovuto prendere il posto di Akira e Meika. All'inizio, infatti, si sentì un tantino a disagio, sapendo di non potendo essere all'altezza dei suoi predecessori, ma dopo aver fatto conoscenza con gli altri che erano sul posto, si sentì già un po' più sollevato.
    Il culmine dell'entusiasmo avvenne quando lo condussero all'interno mostrandogli quello che sarebbe stato il suo nuovo ufficio.
    Porca zozza, ho un ufficio!
    Anche se in quei momenti avrebbe voluto mettersi a saltare di gioia, dovette contenere le sue emozioni per non sembrare un esaltato, limitandosi a mostrare i suoi denti con dei larghi sorrisi. Una volta rimasto solo, si mise ad esplorare la stanza in lungo e in largo per abituarsi all'ambiente, c'era addirittura un lettino dove poter riposare.
    Che figata.
    Una cosa su cui però si fermò il suo sguardo, attirando la sua attenzione non proprio entusiasta, fu in primo luogo un paio di mutande evidentemente sporche lasciate probabilmente dal precedente guardiano... .. ok, sono sicuramente di Akira. Io però non gliele riporto... ed infine, la grande pila di scartoffie che troneggiava sul tavolo e che sfogliandole man mano, capì che avrebbe dovuto compilarle.
    E queste a che cavolo servono? Prima di cominciare il suo lavoro, diede una veloce occhiata ai carichi di merci previsti nei prossimi giorni ed avendo davanti anche i turni dei suoi "sottoposti" si rese conto che sarebbe stato un bel lavoraccio, dato che sarebbe stato praticamente quasi da solo e che si sarebbe dovuto controllare e smistare parecchia roba.
    Ma quanta cavolo di roba deve arrivare? Uffa, io pensavo che sarebbe stato più divertente, o almeno che avrei dovuto solo occuparmi della gente di passaggio.
    Mmmh... come cavolo faccio se tra qualche giorno arrivano tutti quei rifornimenti. Ci sono anche le munizioni di ricambio per le balestre sulle mura.

    Non ci mise molto a trovare una soluzione che lo stuzzicò non poco, poichè dopo averci rimuginato un po' su, l'unica cosa sensata che gli venne in mente fu quella di far mandare dall'accademia un ragazzo inesperto che potesse aiutarlo. L'idea gli piacque oltre ogni dire, potendo sfruttare la sua nuova posizione per avere un altro sottoposto a dargli una mano.
    Si, si, si, si, si, mi piace, mi piace. Sto diventando proprio importante. Adesso la scrivo e mi firmo "guardiano delle mura". Uh, mi piace troppo essere un guardiano.
    Si sarebbe potuto dire che il potere gli stesse dando proprio alla testa, se non fosse nient'altro che fin troppo euforico per tutte le cose che gli erano successe nel giro di poche settimane e che gli avevano fatto fare un salto di qualità nella sua carriera.
    Dopo aver scritto una breve missiva all'accademia in cui richiese di mandare uno studente per dargli una mano con lo smistamento di nuovi rifornimenti in arrivo nei prossimi giorni, non ci pensò due volte a chiuderla in una busta da lettere, leccare tre o quattro volte la parte della colla, richiuderla e scriverci sopra il destinatario, dopodichè uscì fuori per affidarla ad uno degli altri guardiani che andò subito a spedirla tramite un corvo.
    Si sentì decisamente sollevato, tirando un buon respiro per riempirsi i polmoni di aria fresca prima di rientrare per iniziare a compilare tutte quelle scartoffie che lo aspettavano... ma qualcosa sembrava essere in agguato nell'ombra.
    Tra la nebbia e i cespugli si udivano strani rumori piuttosto inquietanti, oltre a dei versi prodotti da chissà quale strana creatura che se ne stava in agguato, che attirarono l'attenzione del neo guardiano, ma che non riusciva a spiegarsi cosa significasse tutto ciò.

    Piccola free tra me e Grey!
     
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    Una Lettera dall'Accademia

    In Viaggio verso Kiri



    Era una bella giornata a Kohona ed Akikazu stava consumando il pomeriggio dormendo e lamentandosi del fatto che non avesse niente da fare. Si era appena risvegliato da un sogno nel quale era stato scelto per una missione pericolosa e nella quale doveva salvare una prigioniera di guerra. Inutile svelare l'ovvio finale di questo sdolcinato sogno. Si stava ancora riprendendo da questo sogno dunque quando bussarono alla porta.

    Akikazu era ancora in pigiama ma ,ancora perso nel suo sogno, non se ne accorse minimamente e andò ad aprire. Proprio mentre la luce della porta aperta investì Akikazu egli si rese conto della gigantesca figura di.......insomma,avete capito, non voglio essere volgare. Ma purtroppo era troppo tardi ed il suo bellissimo pigiama che aveva disegnati dappertutto dei bradipi venne visto interamente nella sua bellezza dalla ragazza che aveva bussato alla porta e da un paio di persone che cercarono di ridere senza essere viste. Anche la ragazza si mise a ridere e fra una risata e l'altra informò il peperone, anche conosciuto come Akikazu, che c'era una lettera per lui da parte dell'Accademia. Cercando di darsi un tono Akikazu strappò letteralmente la lettera dalle mani della ragazza e la salutò con un "Ciao" stentato

    Rientrato in casa Akikazu, sospirando, si appoggiò alla porta per svegliarsi e poi aprì la lettera e la lesse velocemente. Era stato chiamato a Kiri per aiutare il neo-guardiano delle mura a smistare delle merci che sarebbero arrivate in pochi giorni. Akikazu si preparò e si mise in viaggio. Il viaggio non fu troppo confortevole poiché più si avvicinavano al paese, più il tempo peggiorava ma egli era troppo eccitato dall’idea di esser stato mandato fino a Kiri ad aiutare un guardiano delle mura. Evidentemente doveva essere una missione di grandissima importanza se avevano mandato a chiamare un ninja da un altro paese.


    Arrivato a Kiri, stanco e affamato, poiché nella fretta di partire si era dimenticato di prendersi molte cose da mangiare ed era rimasto senza scorte più o meno verso la metà del viaggio elemosinando il restante, si diresse subito verso l'entrata delle mura e consegnò la lettera che aveva ricevuto al primo guardiano che gli chiese chi fosse. Poi seguì il guardiano, ovunque egli lo volesse portare. Mentre arrivavano a destinazione Akikazu pensò che il paese sarebbe stato bellissimo se non ci fosse stata quella nebbia che impediva tanto la vista, quanto gli altri sensi ma che nonostante tutto, non era proprio un brutto paese.


     
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    Primi Incarichi

    Post II


    Erano passati diversi giorni da quando il nuovo guardiano delle mura di Kiri inviò la missiva all'accademia per chiedere aiuto ad uno studente, e da allora si stava ormai abituando al ritmo del suo nuovo lavoro. Gli piaceva proprio il ruolo che gli era stato assegnato dal Mizukage, anche se a tratti diventava noioso, ma di certo non avrebbe potuto occuparsi di tutta quella roba che attendeva di essere smistata da solo.
    Quel mattino era rimasto praticamente da solo, dato che gli unici altri guardiani presenti erano in altre zone delle mura, e anche se a malavoglia, cominciò da solo a catalogare la montagna di casse di legno che sostava accanto al gate dal giorno precedente. Da qualche parte doveva pur iniziare, quindi iniziò a scarabocchiare sul suo blocchetto nel tentativo di farsi una specie di schema mentale, ma essendo totalmente incapace nel mettere ordine, gli ci volle qualche ora buona passata a girare intorno alla merce o saltarci sopra.
    Allora, calma, calma. Questo va per primo e poi ci sistemo queste altre casse. Ah, no, però quella è fragile. Ma... no, se la sposto per prima... e poi qu....
    Merda, devo rifare tutto daccapo.
    Disse strappando l'ennesima pagina del blocchetto e buttandosi a terra sconfitto, mentre intanto continuava ad addentare il suo panino per saziare almeno la gran fame che gli era venuta per via dell'orario.

    Per sua fortuna, non si ritrovò da solo ancora a lungo, perchè un ragazzino si presentò al gate di lì a poco, chiedendo di un guardiano. Non appena lo vide avvicinarsi, balzò immediatamente in piedi per accogliere quel visitatore, ma dopo che questi gli consegnò la lettera che aveva ricevuto dall'accademia, non ebbe più dubbi che il suo aiuto era finalmente arrivato, contento più che mai della notizia, come avrebbe potuto notare il ragazzo dal sorriso che il genin aveva stampato in faccia.
    Ah, quindi sei tu, meno male. Piacere, Ryuu. Disse porgendogli la mano ed eventualmente stringendo la sua, cominciando a parlare in modo un tantino logorroico per l'emozione che il suo ruolo di guardiano gli avesse sul serio concesso una certa importanza.
    Cavolo, sei di Konoha, hai fatto un lungo viaggio? Io non sono mai stato a Konoha, dev'essere bello, tutte quelle teste scavate nella montagna, anche se forse ti fanno sentire un po' osservato, no?
    Va bè, dai vieni, non è che voglio metterti subito al lavoro, ma abbiamo un bel po' di roba da fare.

    Gli disse, facendogli poi cenno di seguirlo e mandando giù l'ultimo boccone del panino, di cui il giovane studente avrebbe potuto sentirne chiaramente il buono e inconfondibile odore di salame fresco prima che venisse definitivamente divorato dal guardiano.
    Ryuu lo condusse all'immensa quantità di merce accatastata accanto al gate, che Akikazu avrebbe potuto notare già da lontano nonostante la nebbia, dato che tutte quelle casse di legno e sacchi vari raggiungevano un'altezza considerevole, tanto che una volta esserci arrivati davanti, avrebbero dovuto alzare il mento verso il cielo per vederne la cima. Ci sarebbe voluto almeno tutto il resto della giornata, e non erano certo cose leggere da spostare, quindi prima avessero iniziato a sgobbare, prima avrebbero potuto finire.
    Bè, dunque... ecco qui. Ehm... Dobbiamo portare tutta questa roba nei magazzini dietro le mura.
    In quel momento riprese in mano il suo blocchetto, ricominciando ad appuntare le prime cose che gli venivano in mente, girando ancora una volta attorno alla merce ed informando il ragazzino di quello che avrebbero dovuto fare.
    Allora... per prima cosa prendiamo le casse in cima... e le mettiamo da parte. Poi prendiamo questo, questo e questo... Disse indicando le grosse casse alla base del monte ... e... bè, vediamo che c'è dentro. Se ci sono cose non fragili, le prendiamo e le sbattiamo nel magazzino. Poi non ci resta altro che caricare ad una ad una le altre casse, però lasciando quelle fragili che andranno per ultime... poi sistemiamo come si deve queste...Indicò i numerosi fasci di frecce da balestra accatastati un po' dappertutto ...da qualche parte... Bè, abbiamo un bel po' di cose da fare, ci conviene iniziare. Abbiamo un carrello per trasportare la roba, ma ci va giusto una cassa alla volta, quindi... usalo tu, io provo a portarle a mano.

    Da allora avrebbero dovuto cominciare a prendere le pesanti casse una ad una, sistemarle sul carrello che il ninja kiriano avrebbe portato all'esterno e portarle nel magazzino al di là delle mura. Prima però avrebbero dovuto spostare e mettere da parte le casse più fragili posizionate in cima, quindi Ryuu sarebbe saltato sul mucchio ed avrebbe cominciato a spingerle di sotto, ed Akikazu sarebbe dovuto essere pronto ad afferrarle al volo e metterle delicatamente a terra, anche se non sarebbe stato affatto facile vista la loro pesantezza.
    Dopo un po', avrebbero potuto cominciare a mettere le casse più grandi sul carrello e portarle al magazzino (Circa 30), spingendo lo sgangherato carrello, per poi passare ai fasci di frecce da balestra (Circa 50). Ci sarebbero volute parecchie ore di lavoro, e non ci sarebbe stato molto tempo per le chiacchiere, in quanto Ryuu andò avanti e indietro trasportando le casse a mano, ma sarebbe comunque rimasto distratto più volte dai passanti che chiesero nell'arco della giornata di poter entrare/uscire dal villaggio e che ogni volta si sarebbe dovuto fermare a controllare.
    Come avrebbe potuto notare il ragazzino di Konoha, senza il suo aiuto ci sarebbe voluta di certo un'eternità, quindi anche se il genin non glielo disse subito, la sua presenza sarebbe stata molto preziosa. Sarebbe stata una cosa molto lunga, e se avesse avesse chiesto da bere, Ryuu gli avrebbe indicato il suo ufficio, in cui avrebbe potuto dissetarsi con le bottiglie d'acqua sistemate in un angolo, ma non avrebbe trovato niente da mangiare in quel piccolo stanzino.
    Una volta giunto il tramonto, se Akikazu non si fosse concesso molte pause ed avrebbe trasportato tutto il materiale nel magazzino come da programma, avrebbe sicuramente avvertito la stanchezza prendere il sopravvento, ma ormai non sarebbero rimaste che poche casse di quelle piccole, le fragili, da spostare, ma si sarebbe ritrovato da solo, in quanto Ryuu sarebbe rimasto nel magazzino all'interno del villaggio per sistemare le ultime cose e fare il resoconto della situazione.
    Sarebbe dipeso da lui come svolgere il lavoro, o arrivata la tarda sera, Ryuu gli avrebbe detto di andare a riposare, indicandogli la strada per casa sua, dove avrebbe potuto riposare, ma in quel modo avrebbero dovuto continuare il lavoraccio la mattina successiva.
     
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    ARRIVO

    PRIMA GIORNATA DI LAVORO


    Narrato
    "Parlato/Pensato Akikazu"



    Appena arrivato al cancello Akikazu si era subito imbattuto, che fortuna, nel guardiano che aveva richiesto la sua presenza a Kiri. Il guardiano lo accolse con un sorriso caloroso e si presentò: il suo nome era Ryuu. A prima vista sembrava avere la stessa età di Akikazu ed era alto apprensivamente quanto lui, anche se Akikazu lo superava di qualche centimetro. Al sorriso del guardiano Akikazu rispose con un altro sorriso e presentandosi senza perder tempo

    "Il piacere è tutto mio! Mi chiamo Akikazu!"

    Il guardiano cercò di stringergli la mano, ma nello stesso momento Akikazu, che era felice di aver incontrato una persona così radiosa, gli stava dando una pacca sulla spalla, quasi fosse un vecchio conoscente rincontrato dopo molto tempo. Così Ryuu rimase senza stretta di mano e passarono diversi momenti di silenzio imbarazzato.

    Poi il guardiano si riscosse e condusse il giovane davanti ad una catasta di roba dandogli le prime indicazioni su ciò che doveva fare. La catasta era così grande da poter essere senza'altro considerata una collina, se non una montagna.

    Per prima cosa avrebbero dovuto prendere le casse più pesanti ,sistemarle su di un carrello e trasportarle all'interno della città dove era situato il magazzino. Purtroppo il carrello poteva trasportare una sola cassa alla volta così mentre Akikazu usava quello, Ryuu iniziò a portare le casse a mano. O almeno quello era ciò che Akikazu aveva capito sarebbe stato il suo primo incarico, ma prima ancora Akikazu dovette fare un esercizio stancante e pericoloso allo stesso tempo.

    Infatti Ryuu era salito sulla montagna e spingeva giù una cassa di quelle più fragili alla volta aspettando che Akikazu la prendesse al volo e la posasse a terra per poi lanciarne un'altra. Finito ciò avrebbero ripreso il primo lavoro, ovvero il sistemare le casse nel magazzino all'interno delle mura.
    Finito di portare quelle casse che erano una trentina si misero a portare dei fasci di frecce da balestra che erano naturalmente meno pesanti delle casse ma che erano di più.

    Mentre lavoravano Akikazu si sentì in pace. Stancarsi era stato da sempre, per lui, un calmante naturale. Le ore passavano senza che nemmeno una parola profanasse il silenzio che si era creato, silenzio che per Akikazu era sacro. Lui era una persona con la quale si poteva scherzare quanto si voleva, si potevano fare tutti i giochi, anche i più idioti, che si volevano, ma quando si trattava di lavorare Akikazu diventava stranamente più silenzioso e odiava che qualcuno si intromettesse parlando o facendo rumore.

    Ad un certo punto Ryuu gli disse di dover andare a sistemare alcune pratiche in ufficio e di doverlo lasciare. Akikazu disse che sarebbe rimasto a sistemare le ultime casse rimaste per non dover lavorare molto il mattino dopo. Ryuu accettò la proposta e dopo avergli indicato la casa dove sarebbe dovuto stare se ne andò. Akikazu lavorò fino al tramonto senza sosta e quando il tramonto arrivò rimanevano solo poche casse da spostare. Arrivato a casa ,stanco morto, si gettò sul letto e si addormentò senza neanche cambiarsi.




     
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    ehm...da qualche parte

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    Parlato Ryuu


    Primi incarichi

    Post III


    Il giovane arrivato da Konoha si rivelò piuttosto socievole e simpatico, decisamente un sollievo per Ryuu, che non avrebbe di certo preferito un tipo taciturno. Quando poi si misero all'opera, Akikazu si dimostrò anche un valido aiuto in quel faticoso lavoraccio che purtroppo avrebbero dovuto svolgere, dando a Ryuu una grande mano e facendo alla lettera la sua parte di compiti.
    Non fu di sicuro una cosa semplice, ed i due cominciarono presto a sentire l'affaticamento ed a zampillare sudore, proseguendo il loro lavoro per il resto della lunga giornata, potendosi permettere giusto un paio di veloci pause per riprendersi un po', per poi riprendere le loro mansioni, trasportando le pesanti casse al magazzino. La giornata proseguì lentamente, ma per fortuna, almeno, non ci si poteva lamentare del caldo, dato che il sole era filtrato da una lieve nebbia che andò infittendosi man mano che si avvicinava l'ora del tramonto.

    Una volta che fu rimasto solo, non mancarono che le ultime casse da sistemare, roba di pochi minutiNel post precedente dovevi decidere se lasciare il lavoro incompiuto e continuare il giorno dopo o arrivare al tramonto con poche casse da sistemare (e sistemarle in questo post), quindi dato che hai detto di non aver fatto pause e di aver lavorato duramente, tengo come buona la seconda opzione, e poi sarebbe potuto andare a riposarsi, così da poter ripartire tranquillamente anche il mattino successivo per tornare al suo villaggio. Purtroppo per lui, qualcun altro era intenzionato a rovinargli i piani. Nel silenzio della sera che andava via via prendendo il posto del pomeriggio, uno strano suono proveniente dalla foresta adiacente interruppe quella tranquilla atmosfera.


    Suono approssimativo


    Si sarebbe potuto scambiare per il grugnito di un maiale, ma era decisamente molto più potente e profondo per essere di un animale tanto piccolo, così potente che si sarebbe sentito distintamente anche se si trovava a parecchi metri di distanza. Dopo qualche istante di rinnovato silenzio, il misterioso verso si fece risentire, ma stavolta molto più vicino, ed Akikazu avrebbe potuto individuarne facilmente la posizione (nella parte di foresta a circa dieci metri difronte al gate), sentendo poi anche suoni di alberi e arbusti che venivano spezzati e vedendo un certo movimento di piante all'interno della foresta.
    D'un tratto, dalla boscaglia fece la sua comparsa quello che si rivelò la fonte di quei versi, un enorme cinghiale altro circa un metro e mezzo e pesante almeno 150 chili diretto a tutta velocità sulle sue "corte" zampe in direzione dello studente.

    boar_concept_by_exomemory_d67ebbh


    L'enorme animale sembrava in preda ad una furia incontrollabile, scattando rapidamente non verso il ragazzino, ma verso le ultime casse rimaste a terra, e se Akikazu non fosse intervenuto in fretta, la merce sarebbe stata travolta dall'impeto del gigantesco cinghiale, finendo inevitabilmente in pezzi insieme alla merce che contenevano, essendo etichettate come materiale fragile.
    Non c'era di certo da scherzare con una bestia del genere, e se il Konohaniano fosse riuscito in qualche modo a bloccare la sua corsa, l'animale, stavolta, avrebbe rivolto verso di lui le sue poderose zanne e sarebbe scattato in sua direzione con lo scopo di investirlo senza pietà con la sua enorme mole lanciata a tutta velocità.

    Visto che hai perso la strada breve, lavorando duramente ed affaticandoti, parti con 2,5 Leggere e 5 Bassi di chakra in meno. Buona fortuna :guru:


    Edited by Yusnaan - 13/5/2016, 21:40
     
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    UN MAIALE UN PO' TROPPO CRESCIUTO


    Legenda
    "Parlato/Pensato Akikazu"

    Akikazu era molto spensierato, spossato per aver passato la giornata a trasportare casse, ma spensierato poiché aveva quasi finito e soprattutto perché aveva avuto la possibilità di visitare una città che era così diversa dalla sua. Il mare l'aveva conquistato, portandolo a riflessioni alle quali non era abituato.

    "Ci sarà una fine al mare? Quanto sono piccolo io in confronto a tutto ciò!"


    Non aveva fatto queste considerazioni durante il viaggio poichè aveva avuto mal di mare per tutto il viaggio dato che non era abituato ad andare in barca.
    Il suo senso pratico però lo riprese molto presto e Akikazu tornò ad occuparsi delle poche casse che gli rimanevano quando venne distratto da un rumore che sembrava il grugnito di un mail era che era così da far scartare ad Akikazu subito l'idea di un pacifico maiale da fare arrosto. Subito Akikazu si girò verso la foresta e si mise istintivamente in posizione di difesa pronto a tutto.




    Dopo un po' di tempo il rumore si fece risentire di nuovo accompagnato da rumori di arbusti spezzati. Il rumore si faceva sempre più vicino e la tensione aumentava di secondo e secondo quando finalmente dalla fitta boscaglia sbucò fuori un superbo esemplare di cinghiale che sembrava disposto a far sudare sette camicie a chiunque avesse voluto trasformarlo in fragranti braciolette. Il cinghiale era così alto che se si fosse alzato in piedi sarebbe stato molto più alto di Akikazu e doveva pesare sui 1500 chili a guidicare dalla stazza.


    L'obbiettivo immediato del cinghiale non fu però il ragazzo di Kohona ma le poche casse da depositare che erano rimaste. L'animale sembrava in preda ad una furia incontrollabile ed Akikazu era sicuro che se non l'avesse fermato, avrebbe completamente sfacciato quelle casse e quindi avrebbe ridotto in polvere le speranze di Akikazu di fare una buona impressione a Ryuu. Così il giovane ninja, determinato e pronto ad affrontare il pericolo , affiancò [Slot Azione 1: Movimento: 6 metri] il cinghiale che stava correndo e abbassandosi cercò di colpire il cinghiale con un pugno nel fianco [Slot Azione 2:Pugno;250 Forza,200 Velocità]. L'intenzione era quella di attirarlo verso di lu ed Akikazu mise molta forza in quel colpo impastando un mezzo basso di chakra.


    A quel punto il cinghiale se fosse stato deviato dall'attacco di Akikazu si sarebbe girato e l'avrebbe attaccato direttamente senza pietà. Alla vista di quella carica le gambe di Akikazu si spostarono velocemente e senza che neanche se ne fosse accorto, dato che il suo corpo aveva già capito che il cinghiale era troppo veloce per essere schivato normalmente il ninja di Kohona aveva saltato al di sopra del cinghiale, atterrando alle sue spalle. [Slot Azione 3:Salto: 3 metri]
    Una volta al sicuro Akikazu avrebbe aspettato la prossima mossa del suo "avversario" per controbattere.

    Akikazu
    Chakra:14,5 BASSI
    Vitalità: 7,5 LEGGERE
    Equipaggiamento://
    Slot Azione 1:Movimento: 6 metri
    Slot Azione 2:Pugno
    Slot Azione 3:Salto: 3 metri

    Slot Difesa 1://
    Slot Difesa 2://
    Slot Difesa 3://

    Slot Tecnica Base://
    Slot Tecnica Avanzata://

    Abilità usate://





     
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2644 replies since 28/1/2005, 14:01   43124 views
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