[Secondo Accesso] Le Mura

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    Sangue e Mente

    VII





    Etsuko era evidentemente ad un vicolo cieco, conosceva l’animo gentile del kiriano e le parole riguardo la situazione di Masamune non erano certo in linea con esso, sintomo del fatto che stesse dando fondo o alla sua pazienza o alle sue possibilità.
    Se quello era l’atto finale era bene che Raizen stesso si preparasse, dando il massimo per accertarsi che funzionasse. Il suo chakra ribollì istantaneamente, eruttando dalla pelle in un esplosione che diede gli diede l’aspetto traslucido della volpe a nove code.

    Ahhhh Raizen!
    Sei cresciuto!
    Vedo che il mio padrone non ha più controllo su di te, un gran peccato, avrei potuto piegarti e concludere questa faccenda molto prima.


    Ma se fino ad un secondo prima solamente Etsuko era un pericolo per la sua incolumità adesso anche Raizen lo era, una spadata o un cazzotto erano gestibili, ma un jinchuriki senza limitazioni iniziava ad essere così potente da poter danneggiare anche qualcosa che aveva una naturale resistenza ai danni fisici.
    Mentre Etsuko sprigionava tutto il suo potenziale Raizen si limitò tenere per la coda il drago, sfruttando le sue code per impedirgli la fuga da quel ciclone, ma per quanto combattere un illusione con le illusioni fosse elementare e giusta come soluzione era solo una pezza momentanea. Stava per riprendere nuovamente Etsuko nel tentativo di dargli nuove istruzioni, ma fu voltandosi verso di lui che notò qualcosa di importante: il sangue nei suoi occhi.
    Il chakra del Magan, per quanto a Raizen non piacesse esaltare i traguardi militari di un altro paese,era assai particolare e temibile quanto e più quello dello Sharingan, le loro illusioni andavano oltre la normale definizione di illusione erano così tanto realistiche da fare realmente un passo oltre il mondo della mente per superare il confine della fantasia e arrivare nella realtà, ma se il drago era solido e tangibile come aveva fatto a fare quel passo?
    Raizen si rispose che era grazie al sangue di Etsuko, quello che era stato contaminato, quello che Masamune aveva rubato al kiriano con lo sforzo immane dovuto alla sua generazione.

    Deve continuare.
    L’illusione devo continuare.


    Quella situazione gli ricordò della guerra contro Stroheneim, per meglio dire uno dei suoi colleghi, quel generale in carrozzella di cui ormai non ricordava neanche più il nome, con la curiosa abilità di legare la sua essenza a quella di un nemico, ben più del celebre clan otese di sacerdoti deviati, lui venne sconfitto con il suo sacrificio visto che lo aveva scelto come vittima, e toccò al suo avversario dare il colpo di grazia.
    Quella volta bastò svenire, adesso Etsuko avrebbe dovuto dare un po' di più.

    Continua Etsuko!
    Continua a tenerlo giù!
    Sta sfruttando il tuo stesso sangue per rendersi così concreto, devi farlo anche tu!
    Io farò qualcosa di leggermente diverso per strapparlo fuori da lì.


    Incise profondamente il palmo della mano sinistra sfregandolo nel filo della lama, facendone sgorgare una grande quantità di sangue con un solo obiettivo: forzare l’evocazione di Masamune. Il suo collegamento con i Draghi del Sud era debole, ma una vagonata di chakra gli avrebbe permesso di avere una buona leva su quel limite e distorcere l’apparenza di Masamune e indebolirne qualsiasi reazione.

    Crollerà Etsuko, ma tu devi crollare con lui, devi esaurire il chakra, è da te che viene.

    Il kiriano poteva avere un idea migliore di quella?

    Sorveglierò il tuo corpo, e se le cose si metteranno male ti caccerò in bocca un tonico.
    Non sarà difficile gestire la situazione con un clone.


    Consumare tutto il suo chakra avrebbe portato Etsuko allo svenimento, e i suoi occhi all’estremo.
    Al suo risveglio non avrebbe visto niente, ma avrebbe percepito il suolo sotto di se.

    Tranquillo, sei solo bendato.
    Non penso ti faccia bene usare gli occhi ora, non prima di una visita.
    Mi sei costato una manica.
    E se non ti sembra abbastanza per ringraziarmi tieni a mente che volevo usare le mutande.
    Siamo già alle mura, ma credo che sia tu a dover spiegare la situazione.


    Dopotutto Raizen aveva ancora bisogno di entrare per la sua visita diplomatica che probabilmente lui o Kensei avrebbero mandato a rotoli, ma valeva almeno tentare.
     
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    Ciò che porta il vento

    I

    Rimasi in attesa, nei pressi delle mura, dopo che i guardiani mi ebbero aggiornato su ciò che era avvenuto durante i colloqui tra il Mizukage e l'eccentrico amministratore del Suono. Un secondo inatteso ospite si era presentato nella capitale del Paese della Nebbia: l'Hokage, a cavallo di un drago bianco, aveva annunciato la sua visita a Kiri non in veste ufficiale di capovillaggio. Quando mi riferirono ciò i guardiani sorrisi amaramente, come poteva discernere le due cose? Mossi il capo in segno di diniego, quante cose lo allontavano da Kensei-sama, lui che era Kiri mai avrebbe potuto non esserlo e così, nolente o volente, Raizen-sama sarebbe sempre stato identificato come l'Hokage prima che ninja o uomo. I miei pensieri tornarono alla solida realtà quando il guardiano continuò il suo resoconto, mi informò infatti che l'Hokage chiese del Hidarite e quest'ultimo, fresco di promozione come consigliere del Mizukage, una volta arrivato alle mura aveva spiccato il volo a dorso del drago del Kage del Paese del Fuoco. Passai la mano sul mento per nascondere, non molto efficacemente, l'ira che mi stava montando dentro: benché non avessi motivo di dubitare delle scelte del consigliere di Kiri, non comprendevo perché non avesse lasciato un messaggio ai guardiani circa la sua destinazione o il tempo che avrebbe passato fuori dal villaggio. Andarsene in quel modo, con quella persona, così!
    Mossi larghi passi lungo la cinta muraria, era in quei momenti che visualizzavo i pensieri nella mia testa come dei crampi ai piedi la cui unica cura erano rapidi passi. Il cappuccio era alzato sul viso, l'occhio osservava le solide pietre della fortificazione kiriana, le mani erano giunte dietro la schiena sorreggendosi. Un pensiero, tra tutti, iniziò a insinuarsi nella mia mente: come poteva essere una coincidenza? Com'era possibile che, dopo un lungo periodo senza ospiti accademici a seguito della visita del Kokage, all'improvviso si presentassero delle alte cariche di due villaggi differenti? Il consigliere del Suono, però, si era presentato al Mizukage per chiedergli appoggio circa una votazione rispetto alla vendita di ricette e tonici all'Accademia, a che pro avrebbe dovuto invitare Raizen? Il quale, oltretutto, si presentava ufficiosamente alle mura del villaggio? C'era qualcosa che bolliva in pentola, avrei dovuto capirlo il prima possibile e fare rapporto al Mizukage, dovevo sventare qualsiasi tipo di raggiro. *
    Questi i tumultuosi pensieri che si accavallavano nella mia mente quando una delle guardie, poste da me a sentinella, urlò in mia direzione vedendo all'orizzonte la figura di un drago. Non ci volle molto tempo prima che giungessero nuovamente nei pressi delle mura, il mio sguardo si pose sul volto del consigliere. Una grossa benda raffazzonata in qualche modo gli copriva gli occhi, sembrava esausto e il suo passo era privo della sicurezza che solitamente lo accompagnava. Non capivo se fosse ferito, ma sicuramente stava peggio di quando era partito. Varcai rapido la porta di un torrione lì vicino, con le mie dita affilate ne ferii una e, fatto seguito cinque sigilli, evocai Kenku-sama. Il karasutengu si presentò con un elegante inchino, dopo di che domandò con la sua voce gracchiante Youshi-sama, come posso esserti utile oggidì? Kenku-sama, presto, dirigiti all'ospedale del villaggio e cerca Fudoh-san, non mi risulta che sia fuori da Kiri e, solitamente, è lì che si trova. Digli di accorrere alle mura, il consigliere Etsuko potrebbe essere ferito. Non lo dovessi trovare dì che Migite richiede una squadra medica alle mura il prima possibile feci una pausa prima di riprendere a parlare e varcare nuovamente la porta Poi dirigiti dal Mizukage, lo troverai al Robatayaki bistrò, parla con lui solo e fai in modo che l'ospite non senta. Digli che l'Hokage è tornato alle mura, con lui si era allontanato Etsuko tentennai un momento: decisi di non riferire le condizioni con cui era apparso Hidarite, quindi mi avvicinai alle mura e guardai verso il basso.
    Il cappuccio schermava i pochi raggi del sole e proiettava un'ombra sul mio viso, mi affacciai verso l'Hokage e il consigliere del villaggio, il mantello nero copriva la mia figura che si fece silenziosa osservandoli. Forse l'Hokage da quella prospettiva, con il sole alle mie spalle e con gli indumenti che coprivano i miei lineamenti, avrebbe potuto - anche solo per un momento - avere l'impressione di essere osservato da un'ombra fattasi uomo.


    Edited by Youshi2 - 14/10/2022, 11:40
     
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    Falce dei Kaguya


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    Problemi alle Mura

    Inattesi Messaggi e Messaggeri



    Era stata una lunga giornata: mi ero occupato di un Terumi con un raro caso di indigestione aggressiva, per la quale dopo ogni pasto emetteva fiumi di lava ardente tutto attorno a se.
    Una brutta storia che non starò qui a raccontarvi.
    Ma sto divagando: ero nel mio ufficio, in Ospedale, dopo questo complesso caso, a godermi del meritato riposo nel modo più costruttivo possibile: spingendomi avanti ed indietro sulla mia poltrona con le ruote, rileggendo alcuni documenti di grande rilevanza.
    Ero impegnato in questa rinfrancante attività quando un'infermiera mi avvisò della presenza di un messaggero che chiedeva di parlare con me.

    Con un sospiro mi alzai dalla mia poltrona ed andai ad accogliere un nuovo topo volante, inviato da Elmo-san, ammetto però che mi fermai appena lo vidi: le alette, il nasone, il vestiario, non era l'aspetto comune dei pipistrelli.
    Suddetto messaggero, comunque, mi avvisò che Etsuko-san si trovava alle Mura, ferito, ed era richiesta la mia presenza.
    Ve lo ricordate questo chunin? L'ex medico che avevo conosciuto durante l'ultima riunione del Mizukage a palazzo, adesso ricopriva un qualche ruolo politico, dopo aver abbozzato alle osservazioni di Elmo-san durante la stessa riunione.

    Ma sto di nuovo divagando, scusate. Dicevo, ero lì e più quella creatura parlava, più un pensiero mi sorgeva nella testa, tanto che alla fine, guardandolo con fare bonario gli chiesi: Ma che genere di pipistrello sei tu? Il Mizukage dove ti ha raccattato? No, perché sei veramente fatto male, sembri un incrocio fra un pipistrello ed un gabbiano... sei veramente brutto., esordii per poi fermarmi, poiché, probabilmente ero stato leggermente rude.
    Ma apprezzo tantissimo che non ti sia messo a scagazzare per tutto l'ospedale, come fanno molti tuoi simili mandati qui come messaggeri. Sono felice che il Mizukage abbia trovato dei topi volanti più educati, che addirittura hanno degli abiti. E non hai nemmeno l'aspetto di un topo, malgrado le alettine lì dietro che dimostrano che sai volare. Bravo, ti elogerò davanti al Mizukage, appena ne avrò l'occasione., conclusi, alzandogli il pollice destro.
    A proposito, dì al Mizukage-sama che mi sto dirigendo alle Mura, vedrò di dare delle prime cure ad Etsuko-san e poi portarlo qui, se necessario., conclusi sorridendo ed uscendo poco dopo dall'Ospedale, direzione Mura di Kiri.

    [...]

    Quando arrivai alle Mura, ammetto, fui sorpreso da ciò che vidi: c'era Etsuko-san, con una benda sugli occhi e chiaramente mal ridotto, il ché, me lo aspettavo.
    Le due figure accanto a lui, me le aspettavo un pò di meno: da una parte, nella sua figura incappucciata, che dopo i fatti di Taki mi provocava un leggero fastidio, Bendino-chan.
    Dall'altra parte, un omone grosso, dall'aspetto non particolarmente curato, non che io potessi giudicare l'aspetto altrui dati gli anni in cui avevo vissuto per strada.
    Ma suddetto omone mi dava anche un certo senso di deja-vù, tanto che forse lo guardai per qualche attimo di troppo, prima di riconoscerlo: era sull'Isola dell'Abete! Era l'Hokage! Lui aveva assassinato il Tengu, uno degli Dei Guerrieri!
    Probabilmente, nel dedurre l'identità dell'omone, il mio sguardo passò dal dubbio, alla sorpresa, ad una evidente disappunto.
    Se Yato-san ha ragione, questo tizio è anche simpatico e ragionevole quanto Elmo-san., fu il mio successivo pensiero, prima di voltarmi verso Etsuko-san.
    Lo avrei accompagnato a sedersi vicino alla parete più vicina, poi avrei iniziato a lavorare con le mani curative nella zona intorno alle bende.
    Esattamente, che cosa gli è successo?, avrei domandato.
    Sicuramente, come me, anche voi vi starete chiedendo quale storia interessante potessero mai offrirmi un genio della strategia ed un assassino in risposta a quella semplice domanda.
     
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    Lunghe Attese

    VIII




    Con Etsuko a peso quasi morto si diresse verso l’ingresso del villaggio, stranamente nessuno si faceva avanti.

    Ma sei sicuro che in questo posto ti stimano?
    Credo sia un problema di quelli con gli occhi rossi, in particolar modo se fanno illusioni, anche a Konoha non li vedono sempre benissimo certo c’è da dire che se uno strambo deve uscire è da la che esce.
    Ci siamo allontanati da un po', rientri ridotto come uno straccio e bendato e nessuno si avvicina, e un Akuma bendato è tipo un Kaguya con le ossa rotte.
    C’è pure un allocco vestito di nero che ci guarda da quando siamo atterrati.


    Strizzò gli occhi nel tentativo di identificarlo ma un cappuccio gli copriva il viso e non era semplice.

    Mah.
    Se non altro se la cava bene a mimetizzarsi.


    Il sole era infatti tramontato da qualche ora e l’oscurità vestiva bene addosso al kiriano, ma dopotutto oltre che per le spade si vantavano proprio per le numerose tecniche di mimetizzazione, era ora che qualcuno desse modo di confermarle.
    Dopo qualche minuto di attesa totalmente in solitaria, spezzata solo da Etsuko che raccomandava di aspettare dato che erano stati avvistati, si fece avanti un ragazzetto giovane, scapigliato, che in qualche modo gli ricordava se stesso, aveva l’aria di qualcuno che aveva passato momenti difficili e probabilmente seppur con qualche centimetro in più alla sua età aveva uno stile assai simile, anche se ai tempi preferiva stare un po' più lontano dalle città e non aveva certo ruoli di spicco come pareva li avesse lui.

    Perdonami, non credo di aver sentito il tuo nome, ho il piacere di parlare con…?

    Certo Raizen non aveva intenzione di apparire minaccioso, ma un fuscello come Etsuko in mano a lui era più o meno una bambola di pezza, non bastasse era più che certo che il suo volto fosse ben noto a Kiri e non certo come uno con cui fosse semplice trattare. Possibile che Kensei li avesse addestrati anche alla provocazione indiretta? O semplicemente quel ragazzo gli somigliava a sufficienza da non essersi nemmeno accorto di non essersi presentato alla più alta carica di un’altra nazione?
    Probabile, ma di quel barattolo di zuppa avrebbe potuto dire tante cose, ma non che si prestasse a simili perdite di tempo.

    Io sono Raizen Ikigami, Kage della Foglia e… tante altre cose, meno importanti ora.
    Ad Etsuko non gli è successo niente di che infondo, ma credo gli farà bene del riposo, una vecchia battaglia aveva lasciato in lui pessimi rimasugli, e liberarcene è stato più faticoso del previsto.
    Per farla breve è stato costretto a creare un illusione con i suoi occhi e ha dovuto mantenerla fino all’esaurimento del chakra.
    Essendo gli occhi così pesantemente coinvolti ho pensato che farli riposare sarebbe stato opportuno, inizialmente stavano sanguinando, credo che non sia qualcosa di positivo.


    Avrebbe dato al medico il tempo di sincerarsi delle condizioni del suo compaesano salvo poi riuscire a metterlo a fuoco: l’aveva già visto, era all’Abete nel gruppetto che doveva occuparsi di Kagami, ma non ricordava di averlo conosciuto.

    Ora mi ricordo di te.
    Eri all’abete, stavate tenendo occupato lo specchio mentre noi cercavamo di procurare un infarto alla Bakekujira... quelle armi sono sempre una terribile spina nel fianco, e più le conosco peggio vanno le cose.
    Vi eravate dati da fare comunque, siete stati bravi, poco tempo prima avevo dovuto affrontare Kagami da solo e si dimostrò assai antipatico.
    Ricordo che avevamo dovuto portarti fuori e alla fine non eri nemmeno alla riunione accademica, che ti successe?


    No, Raizen non era uno che badava eccessivamente al suo titolo, gli bastava un minimo di educazione e rispetto per non fargli storcere il naso e molto probabilmente farselo storcere da lui poco dopo.
    Esaurito il discorso avrebbe alzato la testa verso le mura.

    Senti, qui guardiani non se ne vedono, sembra dovrò chiedere a te, io sono venuto qui per incontrare il tuo Kage, posso sperare che si faccia porgere le scuse che mi ha chiesto o credi che sia meglio riporre le mie speranze e tornare a casa in tempo per la cena?

    Incrociò le braccia, in attesa.
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Onori di casa

    ospiti e ospitalità



    <p style="text-align:center">Quello era stato certo il metodo giusto, non il più indolore di certo ma forse l’unico. Le riserve di chakra si esaurirono e la vista si offuscò prima, per perdersi in un vortice nero e un desolante oblio…
    Quando mi ripresi, ero bendato e mi trovavo alle porte della mia amata Kiri, lo sentivo, avvertivo le mura e i celati guardiani e con essi la figura ammantata che il kage aveva identificato. Non poteva che essere lui. La mano assassina di Kiri, l’amato e odioso Youshi.
    Ma prima che potessi spiegare fui interrotto dalle parole di un altro membro del villaggio, la cui presenza in quel momento non poteva che non essere cosi tanto gradita.
    Fudoh san, felice di vederti… mi appoggiai all’uomo, lasciando che svolgesse il suo compito. Da subito la tecnica delle mani curative sortì il suo effetto tanto da riacquistare un briciolo di forze ma decisamente parte del mio humor.
    Ehehehe… “tosse” ehehehehe “tosse”
    Pare che tu abbia perso il leggendario appeal mio caro Raizen, per troppo tempo sei stato distante da Kiri, tanto che i suoi abitanti non ricordano il tuo volto.
    Mi girai verso Fudoh, rispondendo alle sue domande.
    Niente di preoccupante mio venerabile amico, ogni volta che vado in missione con il kage, mi ritrovo un pezzo mancante, quindi a ragion veduta questa volta mi è andata più che bene.
    Slacciai la benda per ridar luce ai miei occhi. Quella cadde tra le mie gambe, ancora erano visibili i segni del sangue rappreso attorno alle iridi, eppure ero tornato a vedere.
    Chiesi a Fudoh un sostegno per alzarmi.
    Youshi sama, mi rivolsi alla mano di Kiri, siamo in missione diplomatica per conto dell’accademia e il qui presente Raizen, chiede udienza al Mizukage sama, avvertite Kensei che l’ospite sta attraversando le mura e sarà gentilmente accompagnato presso il palazzo.
    Il confronto tra i Kage, come si sarebbe risolto? Sarei riuscito a mettere d’accordo quelle due teste calde? Tanto valeva provarci.



     
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    Ciò che porta il vento

    II

    Le parole del primario ebbero evidenti reazioni da parte del karasutengu, da prima strabuzzò gli occhi - quando sentì dirsi di essere brutto, poi, sbuffò sonoramente schioccando il becco - cercando di rimanere calmo per l'onore di Youshi-sama, il suo evocatore. Ma quando sentì quel ragazzo dai capelli rossi, il primario di Kiri, sollevato che non avesse assunto comportamenti da bestie ben lontane dalla sua natura e addirittura accostarlo a dei topi volanti, non potè rimanere zitto e fermo come poco prima si era promesso: rapido afferrò il flauto che teneva nella manica della veste e tentò di colpire con forza la testa dello shinobi Tu non saresti in grado di distinguere la cioccolata dalla merda nemmeno se le mangiassi! quindi aprì le ali facendolo svolazzare orgoglioso, sperando che così il povero primario avesse qualche altra possibilità di riconoscerlo, malgrado la sua boria nascondesse il fatto di non essere in grado di volare Ma non vedi la portanza? Non vedi il becco e quest'eleganza fatta ali? Io sono un karasutengu e non rispondo certo al MizukageQuindi la necessità di fare capire la sua magnificenza al chunin di kiri gli fece mettere da parte le richieste di Youshi-sama e, poco prima di mettere il flauto a contatto con il becco, lanciò un'occhiata a Fudoh-san e disse: Hai mai sentito un pipistrello volante suonare con questa grazia lo yokubue? a quel punto, senza attendere risposta, iniziò a suonare il flauto propagando una musica tetra e sentimentale in tutto il piano dell'ospedale in cui si trovavano. Kenku, toccato sull'orgoglio, non si sarebbe certo fermato a suonare se non costretto fisicamente, per questo era probabile che, ad un certo punto, il primario si sarebbe rassegnato andandosene e lasciando il karasutengu solo nel suo ufficio a suonare, forse attirando qualche curioso.

    [...]


    Scesi a terra, camminando in verticale lungo le mura, e mi avvicinai ai miei compaesani e allo shinobi straniero una volta che arrivò Fudoh-san, che salutai con un cenno del capo ringraziandolo della sua risposta alla mia chiamata.
    Fudoh aiutò Etsuko a riprendersi e, dopo poche parole, si rivolse a me chiedendomi di avvisare il Mizukage che l'Hokage avrebbe varcato le mura di Kiri e si sarebbe diretto al palazzo. Rimasi zitto un secondo, il mio sguardo soppesò il consigliere della nebbia e il volto si piegò in diagonale leggermente spostando lo sguardo verso il Kage straniero che era ben più alto del sottoscritto e, non discostando lo sguardo dai suoi occhi, risposi al Migite mantenendo lo stesso tono formale che lui aveva utilizzato: Etsuko-sama, sono sollevato di sapere che nulla di grave ti sia accaduto. Il Mizukage già è stato informato della presenza dell'Hokage alle nostra mura, tramite me vi sono note le sue parole: deglutii richiamando alla memoria le stesse parole usate dal mio kage "Raizen non è ammesso a Kiri a meno che non abbia delle scuse da porgere e non venga a portare qualcosa a Kiri." quindi riportai lo sguardo verso Etsuko-sama e allargando le braccia, continuai Per questo motivo, qualsiasi sia la vostra missione diplomatica, senza soddisfare queste condizioni l'Hokage non potrà varcare i cancelli del villaggio; dopo averlo fatto potrete adempiere a tutti i compiti che su di voi pendono, se il Kensei-sama lo riterrà opportuno. E' la parola del Mizukage, legge di Kiri, disobbedire a ciò non credo porterebbe alcun vantaggio alla vostra missione diplomatica per conto dell'accademia, anzi, potrebbe peggiorare la situazione portandola al fallimento del suo scopo, qualsiasi esso sia
    Allargai le braccia, incrociandole poi al petto sotto al mantello, simulando malamente una sorta di dispiacere e solo se mi fosse stato chiesto dove fosse il Mizukage e se potesse raggiungerci alle mura, avrei detto: Sfortunatamente il Mizukage è impegnato in questioni ben più importanti e per questo ha mandato me a presenziare e assicurarmi che la sua parola venisse rispettata allora cambiai espressione, quasi sciogliendo la maschera di formalità con cui avevo riportato le scelte del Mizukage e mostrando il mio viso allo straniero alle porte del villaggio della Nebbia, forse dandogli la possibilità di capire che non ero un semplice guardiano o portatino di oridni Dati i precedenti, Hokage-sama, potrei consigliare, per la prossima volta, di avvisare del proprio arrivo e venire in veste ufficiale per presentare le proprie scuse a Kiri allargai la narice sinistra inspirando, quasi a voler smorzare le parole che avrei voluto dire, poi aggiunsi Così facendo il nostro Kage potrebbe trovare del tempo da dedicarle, senza farle fare altri viaggi a vuoto
     
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    Falce dei Kaguya


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    Tengu, Kage, Mani

    Visti o sentiti



    Ammetto che la reazione del messaggero mi lasciò un attimo sorpreso: non era mai capitato che uno dei pipistrelli di Elmo-san fosse così sboccato!
    Scagazzare? Sì, ogni tanto rovinavano i muri con il guano, ma parlare in modo così colorito? Mai successo prima.
    Certo, il fatto che con quelle alette e naso da gabbiano venuto male, ed è difficile pensare a qualcosa di più brutto di un gabbiano, iniziasse a parlare della sua portanza e del non servire il Mizukage, aiutò a supportare la sua affermazione: non era un topo volante, bensì un simil-Tengu.
    Simil-Tengu che iniziò a suonare una sorta di piffero, chiamandolo con un nome impronunciabile.

    Lo guardai perplesso per qualche minuto, poi mi voltai verso l'infermiera che mi aveva avvisato della presenza del "messaggero", Quando finisce, recuperate qualche spicciolo e poi dateglieli: ho cercato anche io di procurarmi da mangiare cantando, prima di capire quanto fosse sbagliato per me e per chi mi ascoltava. E mi raccomando, non fateglielo pesare., conclusi, andando poi verso le mura.

    [...]

    Alla domanda dell'Hokage scossi la testa: Bendino-chan non si era nemmeno presentato, poi, però, non sentii il Tokugawa dire niente, quindi mi voltai: ero rimasto concentrato su Etsuko-san fino a quel momento, e mi resi conto solo in quel momento che l'omone stava guardando me.
    Io?, chiesi sorpreso, Io sono Fudoh, chunin di Kiri., mi presentai.
    Sia il suddetto omone, sia Etsuko-san, risposero alla mia domanda, seppur in modo molto vago, c'era da dire: uno parlava di rimasugli per cui si era dovuto consumare tutto il chakra, l'altro che anziché perdere un pezzo gli era andata bene a "ragion veduta".
    Quindi se uno vede la ragione, finisce con una benda sugli occhi?, mi chiesi, voltandomi verso Bendino-chan, Lui non ne avrà vista abbastanza..., conclusi, facendo spallucce.
    Poco dopo l'Hokage si rivolse di nuovo a me, citando la Bakekujira e loro che cercavano di "procurarle un infarto" ed aggiungendo che le "armi" erano una temibile spina nel fianco.
    "Armi"... m'avesse sputato in un occhio, mi avrebbe offeso di meno.
    Scusate, sto divagando.

    Quando poi l'Hokage chiese cosa mi fosse capitato quel giorno, pensai: Mi avete procurato un infarto come al Dio Guerriero che avete ammazzato., però mi limitai a descrivere i fatti, L'altro ninja dai capelli rossi mi ha dato fuoco., ricordai, prima di continuare, Comunque sì, mi ricordavo anche io di lei dai tempi dell'Abete, seppur non ci siamo mai presentati, inoltre Yato-san mi ha anche detto che è stato lei ad eliminare da solo il Tengu. e fui incredibilmente gentile nel dire "eliminare", anziché "assassinare vilmente", credetemi.
    Per cambiare argomento, mi voltai verso Bendino-chan, A proposito di Tengu: quello con il piffero in mano che è venuto in Ospedale era parecchio bizzarro ed anche un pò scurrile, Tokugawa-san., dissi a Bendino-chan, mentre Etsuko-san si rimetteva in piedi.
    Lo ammetto: ne approfittai per sedermi e, inaspettatamente, trovarmi a vedere una sorta di simil commedia.
    L'omone chiese di incontrare Elmo-san ed Etsuko-san sembrava più che propenso ad aiutarlo in tal senso, peccato che Bendino-chan partì in un tipico vaneggiamento da lecchino del Mizukage.
    Ammetto che fui perfino sul punto di ridere quando definì la "parola del Mizukage" come "legge di Kiri", però il mio rispetto per il villaggio mi impedì di farlo.
    Ed intendo proprio Kiri villaggio, non Kiri inteso come l'ego di due shinobi, per quanto abile sia effettivamente il Mizukage, indubbiamente.

    Se Etsuko-san sta bene, giacché sembra che voi abbiate questioni più politiche da trattare, me ne andrei. O c'è ancora bisogno di un medico qui?, domandai, alzandomi, dopo le non distensive parole di Bendino-chan: non m'interessava stare ad ascoltare le questioni fra Kage e Mani lì alle Mura.
     
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    IX




    Anche grazie all’intervento di Fudoh in poco tempo Etsuko si riprese e durante quell’operazione di primo soccorso giunse anche Youshi, si rivelò infatti essere lui la nera figura sopra le mura, lo ricordava per il piccolo aiuto avuto durante l’uccisione della bakekujira.

    Ah bene, pensavo di non essere stato visto.
    Menomale che almeno dietro le apparenze Kiri sia rapida nei movimenti.


    Reagì alle informazioni di Youshi senza salutarlo, ricambiando quell’assenza di cortesia e non meravigliandosi per niente delle sue successive parole, ma nonostante tutto fingendo sorpresa per amor di teatralità.

    Bene, suppongo dunque che queste mani che vi portate cucite addosso abbiano un significato.
    E suppongo che la mancina sia più vicina al mizukage di quanto non lo sia la destrorsa visto che è la sua bocca oltre che la sua mano, nonostante si presentino in maniera discordante.


    Guardò entrambi ma senza volerli giudicare, non era compito suo chi meglio pulisse le vuote scarpe di Kensei.

    Ma non è affar mio quanto le vostre cariche siano contrastanti in ruoli e modi, dunque mi ripeterò così che possiate sentire entrambi: sono qui con l'intento di entrare a Kiri per l'unica ragione e nell'unico modo che mi permette di farlo e che il Mizukage stesso mi ha esposto in precedenza e non da meno per il bene di un alleanza che trovo da sempre necessaria per entrambi.
    Ora, visto che la situazione va per le lunghe ed Etsuko non ha bisogno di un supporto, credo proprio che mi metterò comodo affinché possiate decidere chi è più cosa del Mizukage tra voi due in modo da non perderci nuovamente in ineleganti contrasti interni.


    Facendo qualche passo indietro compose pochi rapidi sigilli e dietro di lui comparve una sedia dotata di braccioli, pronta ad accoglierlo, spartana ma ben imbottita.
    Dietro di loro, distante, Ou colmava l'orizzonte con le sue spire, placido ma attento a cosa accadeva in quel gruppetto, come una grossa nuvola con le squame, per il momento non sembrava particolarmente preoccupato dalle parole di Raizen.
    Si sarebbe quindi rivolto a Fudoh, incuriosito dal dialogo che pareva avuto con Yato e dalle condizioni di Fudoh durante l'ultima battaglia.

    Mi sono stati esposti i dettagli dell’incidente con le fiamme mi dispiace, ma fu così grave da renderti impossibile camminare?

    Esaustiva o meno che fosse stata la risposta avrebbe proseguito.

    Eliminato?
    Giovane Fudoh, il termine più corretto è liberati.
    Credimi quando dico che, ammesso che la loro possa essere chiamata vita visto cosa è necessario fare per creare una sola di quelle creature, porgli fine è il più grande atto di bontà e misericordia che si possa fare verso di loro e verso tutti coloro che sono morti per esse e sotto di esse.
    Pochi crimini umani, probabilmente nessuno, si avvicinano ad eguagliare ciò che venne fatto ad Iwa per… creare… simili ammassi di dolore.
    E si, io ho distrutto il Tengu, l’accademia dovrebbe avere il mio rapporto a riguardo, sono informazioni che è bene abbiano tutti, ma come mai con Yato avete parlato delle mie battaglie?


    Raizen era indubbiamente curioso, ma era evidente che se anche Fudoh lo fosse stato avrebbe probabilmente trovato in lui una discreta fonte di conoscenza.


    Edited by F e n i x - 8/11/2022, 12:07
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Diplomazia

    mai parola fu più sconosciuta a Kiri



    La mia domanda era… Perché?
    Perché Youshi risultava così spocchioso? Cosa aveva contro di me? Provava una sorta di invidia? Invidia dovuta forse alla carica di consigliere che il kage mi aveva affidato pur non condividendo gran parte delle sue idee? Al fatto che fossi suo pari nonostante non mi limitassi ad “assecondare” con umiliante riverenza qualsiasi scelta egli stesso facesse?
    Beh dovevano essere problemi suoi…

    Youshi sama… conosci il mio ruolo diplomatico vero?
    Sai che spetta a me interloquire con qualsiasi carica esterna a Kiri… e ben saprai che la carica mi è stata affidata da Kensei in persona. Credi che io operi alle spalle del Kage, senza suo supporto e senza che egli stesso ne sia informato? Stai forse mettendo in dubbio questo?
    Le richieste che l’Hokge deve fare a Kiri, non sono affar tuo, limitati alle tue mansioni e lascia che le responsabilità di questi incontri siano di chi di competenza… in questo caso, mie.


    Usai il supporto fisico di Fudoh per mantenere l’equilibrio, ancora scosso dagli eventi precedenti ma saldo più che mai nel sostenere le mie ragioni.

    Nessuna divergenza di vedute Raizen, semplici cavilli burocratici che saranno presto risolti alla presenza di Kensei Sama.
    So bene che al momento non può accoglierci ma mi pare scortese lasciar aspettare all’esterno delle mura un ospite importante come l’Hokage… non credi?


    Mi diressi nuovamente in direzione di Raizen, rivolgendomi a Fudoh, credo che mi serva un supporto morale Fudoh san… se non ti dispiace, gradirei che restassi. Sussurrai quelle parole in modo che solo l’interessato le potesse udire. La sua scelta sul da farsi, sarebbe stata la sua tacita risposta.





     
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    Ciò che porta il vento

    III

    Risposi con un sorriso alla battuta dell'Hokage, quindi aggiunsi: Più di quanto possa immaginare, Hokage, più di quanto possa immaginare Ascoltai poi le sue parole successive e annuii, lui per primo infatti sapeva quali erano le condizioni per entrare e non si sarebbe sottratto ad esse: l'unico modo che aveva era quello che gli era stato esposto dal Mizukage e non altro. Quindi si sedette, credendo forse che una discussione tra Hidarite e Migite potesse cambiare lo stato delle cose, lo guardai perplesso e con la stessa espressione poi spostai il mio sguardo verso Etsuko. Fu lui a parlarmi, prima tramite delle domande retoriche, poi invitandomi a rimanere al mio posto e di curarmi di ciò che era mia responsabilità. Rimasi zitto un secondo, forse due, quindi alzai lo sguardo verso il consigliere: chi aveva fatto gli onori di casa al Kokage quando era stato accolto a Kiri, chi aveva partecipato a quel incontro che sanciva l'alleanza più stretta tra Oto e Kiri? Piegai le labbra in un leggero ghigno, pensava davvero che ci fosse qualcosa che non rientrava nei miei oneri verso il villaggio? Quindi parlai calmo verso di lui, rispondendo ironico, ma sinceramente, ad una delle sue domande: Nulla mi ha ancora fatto pensare che tu possa agire alle spalle del Mizukage, Etsuko-sama, ma come sai sono solito a non escludere niente alzai le mani lasciando intendere, con un gesto, che non precludevo nessuna possibilità e poi sorrisi, senza cattiveria, semplicemente apprezzando l'ironia della cosa Io sono l'ombra del Kage di Kiri e mia responsabilità è fare sì che il suo volere venga rispettato, non vedo alcuna sovrapposizione di compiti o ruoli. Anche l'Hokage, come ha detto poco fa, sa che l'unico modo per entrare è quello di seguire le direttive che Kensei-sama gli ha dato l'ultima volta che si sono incontrati volsi lo sguardo verso il capovillaggio straniero che, dopo aver fatto comparire una sedia, si mise a parlare con Fudoh di cose che non mi erano chiare, quindi continuai verso il consigliere delle Nebbia: Pensi che il Mizukage dovrebbe evitare che il Kage della Foglia chieda pubblicamente scusa a lui e al villaggio alle mura della Nebbia? Posso capirlo, vai a parlare con il nostro Kage, convincilo di quanto sia una scelta fallace e poi che gli vengano aperte le porte. Ma davvero credi che Kensei-sama rinuncerebbe ad un'occasione ghiotta come questa? dissi calmo alzando le spalle, per poi riprendere Comunque sia, finché non sarà il Mizukage a decidere ciò, fare altrimenti sarebbe disobbedire ad un suo ordine diretto e questo non sarebbe ammissibile in alcun modo

    Scoppiai a ridere quando, poi, Etsuko parlò di cortesia, di certo non avrei citato il colloquio che ebbero i due nell'ufficio del Mizukage il giorno dell'insediamento, ma fingendo di asciugarmi una lacrima dissi: Kiri non è certo famosa per la sua cortesia ne per l'ospitalità: per anni gli shinobi del Suono, fossero essi studenti o valorosi Jonin, non poterono entrare all'interno del villaggio, nemmeno il loro Kage. La cosa non dovrebbe stupire nessuno, oltretutto l'ordine restrittivo, in questo caso, riguarda un'unica persona non certo il villaggio che rappresenta, che io sappia ci sono ninja della Foglia che sono entrati tranquillamente a Kiri quindi sospirai e mi voltai nuovamente verso l'Hokage Come dicevo: la prossima volta consiglio di avvisare precedentemente il Mizukage, inoltre lui parlava anche di portare qualcosa a Kiri oltre che le proprie scuse inarcai le labbra dubbioso, non sapendo a cosa si riferisse il Mizukage Immagino che un dono o qualcosa di simile possa andare bene conclusi annuendo

     
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    Falce dei Kaguya


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    Libertà

    Anche detta Ipocrisia



    LI AVEVA LIBERATI????!!!!!!



    Lo capite cosa stava dicendo quel gigantesco ipocrita? Lui li aveva liberati!
    Aveva liberato gli Dei Guerrieri uccidendoli! E ne era così convinto che, quasi quasi, dato che non lo avrebbero fatto entrare Kiri, avrei voluto almeno farlo tornare a casa contento.
    Perché non fargli uccidere un altro Dio Guerriero di Iwa? Avrei dovuto mostrargli il petto e dargli la possibilità di uccidermi, anzi, mi correggo, di LIBERARMI!!!!!!

    Ma scusate, ho saltato qualche passaggio, permettetemi di fare qualche passo indietro e raccontare per bene i fatti.

    Allora, soprassedendo sulle scenette fra Etsuko-san e Bendino-chan, le repliche, critiche e bisticci, di cui ammetto che non mi curai più di tanto, come vi dissi, ad un certo punto, l'Hokage mi rivolse la parola, chiedendomi prima di tutto dei fatti sull'isola dell'Abete.
    Alle sue osservazioni sul potermi muovere e relativa domanda, feci spallucce: Avevo perso i sensi a causa del dolore, non avrei potuto andarmene sui miei piedi e, onestamente, non so chi mi abbia portato via da lì, se ha cercato di farmi riprendere, o semplicemente mi ha caricato in spalla... o comunque mi abbiano portato fuori., risposi semplicemente. Ed era la verità, al netto che non era il dolore delle ustioni, ma dell'infarto applicato alla Bakekujira.

    Fu, però, sul commento del Tengu che quel... individuo diede il meglio di se: lui aveva LIBERATO gli Dei Guerrieri che aveva ucciso.
    Per il modo in cui erano stati creati, per le cose orribili fatte per crearli, quali che fossero, dai loro creatori, sia in seguito da chi li aveva guidati in battaglia.
    Per tutto questo si erano sentiti in diritto di agire dall'alto della loro giustizia, tutti quanti: l'Hokage, il Mizukage e tutti gli altri ipocriti e bulli che avevano ucciso Tengu, Gashadokuro e Bakekujira, così come i tre prepotenti, Pangu ed i suoi compari, che tremila anni prima avevano univocamente deciso di intrappolarne uno sotto un albero, un altro in mezzo ad un'isola e di rendere un altro di loro ME.
    Ed altre due parti nascoste chissà dove.
    Dunque, da quella considerazione: io ero nato per essere ucciso, anzi, liberato, per crimini che non avevo commesso direttamente.

    Sapete avrei voluto sputargli tutto questo in faccia: ogni pensiero e ogni parola.
    Probabilmente il disgusto e lo stupore nel sentirgli dire quelle cose sarebbero state evidenti sul mio volto, ma cercai di non peggiorare con le mie questioni famigliari i pessimi rapporti fra Kiri e Konoha, c'era già Bendino-chan per questo.

    Hokage-sama, quindi, mi faccia capire: una creatura viene generata, o tramutata, in qualcosa di mostruoso, mediante azioni orribili, violente ed innaturali.
    La stessa creatura viene poi obbligata, con le azioni, o con le parole, forse perché non ha mai avuto modo di conoscere una diversa mentalità, a compiere cose orribili.
    E quindi, l'unica cosa che vuole fare per questa creatura, che io chiamerei vittima, è liberarla togliendole la sua esistenza? Immagino che ad un simile atto di generosità il Tengu e la Bakekujira l'abbiano ringraziata di cuore, vero?
    , non c'era ironia, forse una leggera nota sarcastica, ma principalmente disgusto, nella mia voce.
    Ma come vi dicevo, non volevo rovinare i rapporti fra i due villaggi, così cercai di argomentare ed appianare: Mi permetta un aneddoto.
    Tempo fa, assieme al Tokugawa-san, ed ad un terzo ninja, fui mandato in missione su un'isola del Paese dell'Acqua, dove un individuo, scoprimmo, stava gettando il disordine ed il caos usando delle creature da evocazione, che controllava piantando nei loro corpi dei chiodi.
    Dopo aver agito in modo così violento, le sfruttava per perpetrare ulteriore violenza, in un modo che era a loro innaturale.
    Io le definisco vittime delle creature del genere e, infatti, mentre il Tokugawa-san non ebbe remore contro l'orso polare che gli capitò davanti, io feci di tutto per salvare la tartaruga che quel vile individuo aveva schiavizzato ed alla fine ci riuscii.
    Fu faticoso? Sì. Inutile per la missione in se? Sì, ma alla fine ci riuscii.
    Non lo feci perché sono il Guardiano della Valle del Guscio e ho un legame con tutte le Tartarughe, avrei salvato anche l'Orso Polare avendone l'occasione; la mia azione fu dettata dal fatto che sono un medico: per me ogni vita ha valore, per quanto sia stata dilaniata dalle azioni ed i soprusi di un prepotente, per quanto non sia importante per la missione, ma cerco sempre di evitare di uccidere il mio prossimo, anzi cerco di trovare una soluzione migliore e, soprattutto, cercherò sempre di salvare le vittime.
    Mi dica: se lei incontrasse qualsiasi altra Creatura, al di là del Bakekujira ed i suoi simboli, e quella creatura, per colpa di azioni di terzi, fosse diventata un mostro di malvagità... lei la ucciderebbe così, semplicemente?
    Uccidere indistintamente chiunque non collimi con il vostro punto di vista: in questo, voi, Mizukage e Hokage, non siete poi così dissimili, mi par di capire.
    , conclusi.
    E si badi che l'ultima frase era per sottolineare le similitudini fra Kiri e Konoha, dall'alto delle mie abilità diplomatiche.

    Comunque, io non ho chiesto di lei a Yato-san, io chiesi delle creature simili alla Bakekujira. E' stato un anno fa, o poco più: a Tsuya stavano avvenendo degli omicidi ed inizialmente Akira-san, che era a capo della squadra, ipotizzava che fossero legate ai fatti del Gashadokuro di 8 anni prima, quindi, durante le indagini, chiesi a Yato-san quanto ne sapeva degli altri esseri simili a loro, fu in quel contesto che mi disse che lei aveva eliminato il Tengu., spiegai laconicamente.

    Poco dopo, Etsuko-san mi si avvicinò, mentre Bendino-chan riportava la sua attenzione sull'omone della Foglia.
    La Mano Destra mi chiese di essergli di "supporto morale" in quella situazione, dopo che lui per primo aveva abbozzato, tempo addietro, alla riunione con Elmo-san; al contrario mio, la Sinistra, intanto, con le sue ben meno sviluppate doti diplomatiche, suggerì di portare un dono al Mizukage la prossima volta.
    A quel punto, volli di nuovo aiutare Etsuko-san: Suggerisco di evitare fiori, il Mizukage-sama non mi sembra il tipo... magari una lettiera per pipistrelli, se esistono, o qualcosa di altrettanto utile.
    Dato, comunque, che avete degli spiriti parecchio affini, Hokage-sama, immagino che non dovrebbe essere difficile pensare a qualcosa di valido.
    , conclusi pacatamente, alzando un pollice, come supporto morale, verso Etsuko-san.
     
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    La Natura delle Armi

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    Mentre le appendici del Mizukage scambiavano qualche parole fu Fudoh a discorrere con l’Hokage.

    Una spiacevole conclusione dunque, me ne dispiaccio.

    Disse sintetico quando il chunin gli riportò del dolore al termine della missione, ma furono le parole successive di Raizen che in qualche modo colpirono Fudoh in un punto sensibile e lo shinobi non aveva i mezzi o non voleva utilizzarli per nascondere quanto quelle parole lo avessero in qualche modo colpito.

    Calmati giovane Fudoh, non comprendo il tuo livore, ma sono certo che noi condividiamo lo stesso lato di questa storia.
    Fraintendi probabilmente le mie azioni e son certo il mio giudizio.
    Se col Tengu ho agito per preservare delle vite senza essere al corrente della natura di quella creazione, che ritenevo totalmente artificiale e quindi alla pari di un kunai, dopo aver raccolto ulteriori informazioni posso ancora affermare con certezza che ciò che ho appreso successivamente mi ha permesso di non avere sensi di colpa per le mie azioni.
    Sai cosa ho appreso Fudoh?
    Lo sai?


    La sua era una domanda retorica e l’ultima venne posta col cipiglio di chi era stato tacciato di ignoranza, menefreghismo e superficialità senza averlo meritato.

    Paragoni con veemenza cose che non sono tra loro paragonabili, come una ranocchia che nella sua pozza crede di aver visto l’intero oceano solo perché entrambi sono fatti d’acqua, ma proprio tu esprimi un giudizio cavalcando chi realmente è stato danneggiato dalla loro creazione, non i ninja, non i bushi, ne i saggi ne i generali, nessuno di loro, neanche le armi stesse.
    I Colossi, loro sono le vere vittime, sai chi sono?
    Immagina un tempo troppo antico nel quale persino la parola non esisteva, un tempo in cui le montagne avevano dei pastori ad ammaestrarle come se viventi, un periodo in cui la terra stessa aveva memoria, in cui qualsiasi cosa fosse in grado di agire nelle realtà aveva capacità di pensiero, in quel periodo i Colossi, o pastori delle montagne, calcavano questa terra.
    Chi ha creato le armi li chiama Prima Generazione.
    Questo è a malapena l’inizio, non ti sembra tremendamente sbagliato che noi gli ultimi arrivati li priviamo di un nome pensando che qualcosa di così antico e portentoso possa essere degradato ad un nome generico di un qualcosa che richiede di essere evoluto?


    Niente di ciò che stava per dire gli era noto ai tempi della Bakekujira, ma come aveva anticipato nessuna informazione poteva cambiare il suo approccio a quelle aberrazioni. Trovava impossibile che il suo pensiero non potesse essere condiviso, la vita stessa delle armi era sofferenza, per questo reputava che terminarla potesse essere un gesto di carità, ma pur non condividendo una simile visione in virtù di pensieri più nobili per quanto utopici chiunque avrebbe trovato utile ciò che avrebbe raccontato, Fudoh soprattutto, a patto che sapesse ascoltare.

    Fu il Kokage a chiedere il mio aiuto, e ancora oggi mi chiedo cosa ne sarebbe stato di lui senza di me... ma ora non stiamo parlando della sua incapacità nel pianificare un attacco.
    Dopo che Konoha venne attaccata da Shiro chiesi il suo supporto e in tutta risposta mi trascinò in una missione più grande perfino di due Kage, per quanto uno fosse orfano di metà del suo potere, ma la accettai perchè incuriosito.
    Ogre, il re dei colossi era in preda ad una furia incontrollabile, Diogene l’aveva tradito, gli aveva negato la vendetta che gli aveva promesso, la vendetta contro Iwa, contro le Armi e chi le aveva create.
    Contro coloro che li avevano tradito preso i suoi figli, i suoi parenti, la sua specie per tagliarla, torturarla, deturparla, e non solo nel fisico...
    No.
    Non si ruba il potere di simili creature facendo un taglia e cuci... no .... le loro anime vengono mantenute e così come soffre la carne soffre lo spirito, fino a creare le aberrazioni con una forma vagamente riconoscibile che vediamo oggi, credi che sia un caso che la loro attivazione richieda un paradosso?
    E tu con che titolo vieni qui a stabilire chi merita cosa, Fudoh?
    Mh?
    Ogre era il padre del colosso che è stato usato come base per creare Oni e tu stai calpestando l’amore di un padre solo perché reputi nobile e generoso agire in un certo modo.


    Si sarebbe fermato, riportare alla memoria quella scena non era facile, persino lui ne era stato colpito e non lo nascose.

    Io ho visto una creature incapace di piangere, un padre, in lacrime, una creatura così antica da aver visto germogliare la terra, disperarsi mentre suo figlio gli trafiggeva il petto perché, orfano di qualsiasi volontà, ascoltava gli ordini di un vile che gli chiedeva di sottrarre un potere ad Ogre per portare avanti una guerra che non gli era mai appartenuta, sai cosa voleva sottrargli?
    Il potere di evocare le anime dei colossi di cui non avevano raggiunto il corpo, lascio a te immaginare per cosa.
    Vuoi altri aneddoti, Fudoh?
    Mh?
    Ti dirò ciò che ignori, ti racconterò cosa ruota attorno alle Armi di Iwa.


    Gli avrebbe dato un momento di respiro per rendersi conto che forse non voleva sentire quel racconto, che forse partiva dai presupposti sbagliati, ma non glielo avrebbe risparmiato.

    Nessuno sarebbe mai stato in grado di crearle, a nessuno era mai venuto in mente perché dopotutto chi potrebbe immaginare di poter fondere carne e spirito in quel modo?
    Ma giunse un uomo, vivo ancora oggi, con grandi doni e grandi promesse, ai tempi persino il chakra era roba così recente da non avere il nome odierno, quell’uomo non solo gli disse come costruire le armi ma gli insegnò persino come andare contro la natura stessa, non conosco i dettagli di questo, ma so chi era.
    Il Dominio, o Uomo del Pilastro, probabilmente ha altri nomi, ma io non lo conosco.
    Un individuo in grado di sottomettere il chakra nella sua forma più intima compresi coloro in cui scorre, persino io ne sono stato vittima, mi sono ribellato finché ho potuto ma senza risultati, non mi ha permesso nemmeno di togliermi la vita, semplicemente ho smesso di essere ME e sono diventato LUI.
    Sapendo tutto questo, come le armi nascono, sotto l’influenza di chi, grazie alla sofferenza di quali creature, sei così certo che quella che persegui sia giustizia o sei solo un ignorante che difende l’operato del vero mostro di questa storia?


    Si fermò qualche secondo, portando una mano sotto il mento e sfregano l’ispida barba col volto di chi rievocava pensieri e deduzioni passate, avrebbe ripreso a parlare solo dopo un sospiro contrito.

    Ho cercato delle soluzioni, anche solo per poterle usare a fin di bene, ma le strade mio giovane giustiziere, sono poche.
    Io sono stato dentro il Tengu, una delle armi più semplici, la sua coscienza era debolissima, niente più che un eco lontano, ma prono alla schiavitù, le armi sono nate corrotte e grazie alla corruzione e dopo aver sperimentato per due volte il dominio sulla mia stessa pelle credo che sia il dominio stesso a dargli una mente così come l'ha data me.
    Ti renderò partecipe dei miei pensieri, proviamo a fare delle supposizioni, se le armi sono corrotte potresti purificarle, giusto?
    Ma abbiamo appena detto che questo è ciò che le sostiene, una volta tolto se non uccise… cosa resta?
    Il dolore di un' esistenza maledetta dell’uomo che nel proprio egoismo ha fuso insieme più forme di vita curandosi di nient’altro che del risultato finale.
    Ma se volessimo salvare tutta l’arma senza porci troppe domande?
    Senza modifica alcuna magari.
    La loro mente però è indissolubilmente legata al Dominio, e il Dominio è ineluttabile Fudoh, avranno sempre lui come padrone e per lui vivranno, Iwa stessa non ha il totale controllo su di loro, neanche chi le risveglia lo ha, perchè le armi hanno un solo padrone.
    Poniamo invece che l'utopia sia realizzabile: come lo spiegheresti a coloro che vedono i propri cari imprigionati in una forma che non gli appartiene?
    Come spiegheresti ad una madre i cui figli sono stati privati del loro discernimento e plasmati in un essere a quattro teste, sei braccia e otto gambe che hai salvato i suoi bambini?
    Dicendogli che sono arrivati troppo tardi nella tua lista della compassione?
    Dopo tutto questo voglio un unica risposta da te Fudoh e ti porrò la domanda in maniera dura e cruda sperando tu capisca che la tua scelta fatta sia influenzata dall'ignoranza: hai realmente pensato a quanta sofferenza ruota attorno a questi esseri prima di sputare sentenze e semplificare il problema paragonando la sottomissione di intere nazioni e razze al salvataggio di UNA tartaruga?
    Qui la scelta non è tra una strada semplice e una difficile, ogni arma che si risveglia è un ecatombe, ogni arma che calca questa terra sono centinaia di anime antiche quanto la tera che soffrono e centinaia che per via delle loro azioni vengono spedite all’altro mondo, alcune armi si nutrono letteralmente di vita!
    Niente di naturale lo fa!
    Qui, Fudoh, la scelta è tra salvare il fantoccio di un anima generata artificialmente dal Dominio per servirlo o il mondo che potrebbe sottomettere, e neanche uccidere il Dominio potrebbe bastare poiché questo vive anche in loro.
    Per quanto ne sappiamo è un binario con due diramazioni, o vive l’arma o il mondo per come lo conosci, e io ancora non ho visto soluzioni se non quelle intraprese finora, posso cambiare idea, ma le mie informazioni al momento mi dicono che non ci sono alternative, il Dominio soppianta l'anima esistente destinata a morire e riprendere il suo ciclo naturale.
    Alla luce di tutto questo se sei in grado di proporre altre soluzioni che consentano di salvare più vite e rispettare quelle ancora vive?
    Hai forse informazioni che non conosco?
    Perché di questo parliamo, salvare vite e dare la pace a chi ha sofferto finora.


    Lo guardò negli occhi, a lungo, sondandone le espressioni e con l’intenzione di dargli in quel momento il boccone più amaro.

    Io ho sondato molte arti durante la mia vita giovane kiriano, ho conosciuto maestri formidabili in grado di creare i manufatti più incredibili e si, l’essere umano può fare cose strabilianti persino simulare un intelligenza o una vita, potresti comunicare con la mia zambato se ne fossi in grado, ma l’unico modo che ha per creare realmente la vita è con un atto di amore verso un suo simile, altrimenti creerà solamente strumenti atti a servire.
    Puoi chiamare le armi di Iwa con qualsiasi nomi, ma restano aberrazioni create dall'uomo e dalla sottomissione del chakra, in loro non esiste alcun tipo di sentimento se non la sofferenza dei Colossi, l’ho sentito e insieme a me l’ha sentito Ogre.
    Oni, l’ultima delle armi, la più forte, non pensa, CALCOLA!
    Davanti a nuove informazioni discerne con calcoli probabilistici, non è diviso da sentimenti o empatia, non ne è in grado e quando le sue equazioni restano insolute chiede ordini.


    Temeva la risposta di Fudoh, nella sua convinzione aveva letto la testardaggine di qualcuno che si è dato una missione.

    Mi dispiace, prima di te sono incappato in questi dilemmi, fino a qualche tempo fa esisteva una soluzione, il potere del dominio deriva da una pergamena di Indra, mio padre l’ha appresa e con essa ha imparato a dare una parvenza di vita indipendente al chakra anzichè dominarlo, contrariamente l’uomo che ha ideato le armi che leggendo le stesse parole ha imparato a sottometterlo.
    Con quel potere forse le armi potrebbero essere rese indipendenti e vivere realmente, ma la pergamena è distrutta e mio padre perso tra le pieghe del tempo e anche questa è solo un ipotesi che temo non possa essere realizzabile visto che ai tempi non venne applicata.
    Inoltre resterebbe il problema del come le Armi sono state create.


    Il suo tono rifletteva le sue parole, era realmente dispiaciuto, sapeva che sapore aveva quella storia, in qualche modo ne faceva parte, e se non lo percepiva come Fudoh di sicuro l'aveva fatto in passato per altri episodi in cui era maggiormente convolto.
    Come avrebbe reagito Fudoh ancora non lo sapeva, ma se fosse stato consapevole della situazione del kiriano avrebbe potuto dargli degli indizi su delle strade che la sua particolare natura poteva fargli intraprendere, ma senza saperlo stava a lui sfruttare le informazioni sulle abilità di Ogre. Intanto la discussione tra Etsuko e Youshi era terminata e quando questo gli rivolse la parola annuì con gli occhi chiusi.

    Va bene allora, ombra del Mizukage, a questo punto direi che posso tranquillamente interloquire con il Diplomatico del Mizukage, visto che non ci sono sovrapposizioni di ruoli trovo istituzionalmente più corretto e rispettoso confrontarmi con lui, non infrango nessuna delle direttive che il Mizukage ha direttamente comunicato a me e alle quali tu cerchi di apportare sostanziali modifiche.
    Ma è comprensibile, dopotutto non rientra nelle tue mansioni sapere nel dettaglio di simili accordi e brillare agli occhi di un superiore è sempre lodevole, continua così.
    Ma ora risparmia pure i consigli, il mio tempo non è affare che ti riguardi e già ne abbiamo sprecato abbastanza solo per capire che la tua solerzia non era necessaria.
    Possiamo procedere dunque.


    E così dicendo si sarebbe alzato mentre la sedia sotto di lui si dissolveva in una nuvola di fumo, si sarebbe diretto verso l’ingresso delle mura... se fosse stato nei piani del destino.




     
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    Punti di vista

    Umanità, non giustizia...



    Sapete, forse in un'altra circostanza avrei descritto quel gigantesco individuo, l'Hokage, come qualcuno di comico: prima mi disse di stare calmo, poi fu lui ad essere aggressivo, dapprima chiedendomi se sapessi cosa aveva scoperto, poi vomitandomi addosso le sue informazioni.
    Ma scusate, magari sono stato irruento anche questa volta, ricominciamo.

    Alcune delle sue informazioni erano veramente interessanti: iniziò con qualcosa che sapevo, cioè che gli Dei Guerrieri provenivano da altre creature, ma della Prima Generazioni, di quei "Schiavi della Terra" come li aveva chiamati il Gashadokuro, sembrava saperne molto più di me.
    Li descrisse inizialmente come "Colossi" il ché combaciava tanto con le parole del Teschio, quando con le mie personali considerazioni sulle dimensioni delle Seconde Generazioni: oggettivamente, era più assurdo pensare che io fossi 1/3 di un Dio Guerriero, date le mie "normali" dimensioni.
    L'Hokage, comunque, mi disse finalmente qualcosa di veramente utile, e di certo molto più coerente del modo in cui li aveva descritti il Gashadokuro tempo prima: erano creature molto antiche, che sapevano ammaestrare le montagne, Non erano schiavi, ma pastori della Terra, pensai e fui quasi tentato di ribadirlo a ciò che del Gashadokuro copriva il mio corpo, sotto forma di una cotta di maglia (della salute).

    Non lo feci anche perché, in mezzo alle successive informazioni inutili sul Kokage e su un qualche attacco a Konoha, l'Hokage mi disse che alcuni di questa Prima Generazione erano ancora vivi!
    Lui ne aveva addirittura incontrato uno!
    Probabilmente i miei occhi si sgranarono dalla sorpresa, prima di sapere che quel Pastore veniva chiamato "Ogre"; lo descrisse come accecato dal suo desiderio di vendetta, cosa che, lo ammetto, mi rattristò molto.
    Dunque ecco un altro parente che di certo non avrà piacere nell'incontrarmi, se vuole vendicarsi delle "Armi", non penso che apprezzerà nemmeno una delle loro prigioni., aggiunsi fra me.

    Tutto questo, prima che le parole di quel gigantesco individuo non arrivassero quasi ad irritarmi nuovamente: perché, ammettiamolo, avevo capito anch'io che gli Dei Guerrieri erano stati creati in un modo innaturale, per quanto il Gashadokuro avesse provato ad indorare la pillola: ma lo aveva detto lui stesso, ricordate?

    Noi siamo Gashadokuro, un agglomerato di parti dei nostri predecessori: esseri incompleti e infelici, incapaci di raggiungere la perfezione. Prendendo ciò che avevano di meglio gli Dei Guerrieri sono stati portati al mondo. Noi Gashadokuro abbiamo potere nella nostra voce e nelle nostre ossa, pertanto siamo l'insieme di molte voci e ossa...

    Li aveva definiti "incompleti ed infelici", cosa che suppongo non fossero, ma in mezzo ai suoi vaneggiamenti alla Kensei, anche la Seconda Generazione lo aveva ammesso: avevano messo insieme parti di altri esseri per crearli.

    Fu soprattutto la sua domanda a farmi infuriare: che diritto avevo io di decidere chi meritava cosa?
    Lui giudicava con tutte le sue informazioni sulla sofferenza di un padre! Ma io? Io vivevo il fatto di essere frutto di quelle azioni! Io ero stato creato non ero nato!
    Io ero una Terza Generazione di Sangue degli Dei e se gli Dei Guerrieri erano questi mostri orrendi e depravati che descriveva, allora dovevo esserlo anche io!

    L'Hokage, comunque, continuò a vomitare informazioni, dall'alto del suo seggio di conoscenza, perché, lo ammetto, il suo tono quello faceva pensare, che lo volesse o meno.
    Mi parlò di una cosa chiamata "Dominio" e di un uomo di cui non mi interessava, personalmente, un beneamato ca niente.
    E continuò a dare informazioni su informazioni, parlò di come si poteva dare una parvenza di coscienza ad una spada, ma che la vita nasceva in tutt'altro modo.
    Continuò a calcare la mano su quel Dominio e sulla natura abominevole delle "Armi di Iwa", la mia natura.
    Per un attimo, ammisi con me stesso che avevo iniziato una discussione che partiva da due punti di vista troppo diversi: quello di chi dall'alto della propria posizione pensava al bene comune, contro il mio, che ero consapevole solo di essere uno dei mostri di cui si parlava.
    Punti di vista troppo distanti, mi fece quasi ridere, ma mi trattene sia l'educazione, sia, soprattutto, perché citò un altro degli Dei Guerrieri: l'Oni, lo stesso di cui aveva parlato il Gashadokuro, colui che li comandava tutti, un essere che non ragionava, ma calcolava per seguire i suoi ordini.
    Quindi per l'Hokage il problema non si poneva: non c'era niente da fare, le "Armi" dovevano essere distrutte per salvare il mondo da futuri massacri.
    Io dovevo essere distrutto.

    Infine accennò ad una cosa, una "Pergamena di Indra", chiunque fosse, che avrebbe potuto "rendere un'arma indipendente e vivere realmente", ipotesi che sembrava non più fattibile e che comunque non avrebbe risolto il problema di come eravamo stati creati.

    Mi permetta una correzione, prima di tutto, Hokage-sama, io non non perseguo "giustizia", io sono un medico: io rispetto ogni forma di vita e gli do uguale valore.
    Sapevo qualcosa dei Colossi, anche se non conoscevo a pieno i dettagli della loro storia, né sapevo che ancora ne esistono e sinceramente mi dispiace per ciò che gli è successo, più di quanto lei potrebbe immaginare: mi scuserei personalmente con questo Pastore del Mondo per quello che è capitato alla sua stirpe.
    , parole sincere, specie sulla Prima Generazione, probabilmente se quel "Ogre" non mi avesse ucciso appena mi avesse riconosciuto, mi sarei scusato con lui per ciò che la mia stessa esistenza implicava e la sofferenza che avevo portato, nell'essere creato, a chissà quali suoi conoscenti e parenti.
    Probabilmente, nel parlare della Prima Generazione, il mio tono sarebbe anche scemato dal rabbioso al dispiaciuto ed in quel modo sarebbe andato avanti.
    C'è una differenza fra il mio ed il suo punto di vista: lei parla di questo Dominio, tutti coloro che sono stati creati depredando e distruggendo i Pastori del Mondo, siccome li hanno forgiati usando questa cosa, o persona, o ciò che è, devono essere distrutti, perché sono abomini e tutto il resto che non ha evitato di sottolinearmi, ma lei ha anche detto che LEI è diventato il Dominio, è stato preso sotto il controllo di questo... chakra?
    Eppure, la vedo qui davanti a me. Sto parlando con l'Hokage di Konoha, non con questo Dominio, giusto? Quindi qualcuno l'ha aiutata a liberarsi, o ci è riuscito da solo, però non l'hanno uccisa sul momento.
    , continuai con una punta in più di rabbia, anziché di dispiacere.
    Capisco, molto bene, che l'esistenza stessa di queste creature è un insulto ai Pastori di Montagne, ma quelle che lei continua a chiamare "Armi", hanno una coscienza, non sono dei kunai o delle spade, sono creature e, forse, se liberate dal controllo di questo Dominio avrebbero una scelta.
    Sono stati creati, sì, non sono nati, ma se gli si desse la libertà di decidere per se, magari vorrebbero, non so, chiedere scusa perché, seppur vittime delle azioni di questi ninja di Iwa, sono allo stesso tempo il lascito di un massacro, ma non per loro scelta.
    Perché non hanno mai avuto una scelta: sono nati schiavi, credendosi Dei, verosimilmente inconsapevoli della sofferenza che hanno portato.
    Tutto ciò che vorrei è che gli sia data la stessa possibilità che, mi pare di capire, è stata data a lei: liberarsi da questo Dominio, poi se decideranno di morire, sarà una loro libera scelta.
    , provai a spiegarlo e la parte difficile non fu dare voce ai miei pensieri, ma evitare di usare il "noi" anziché il "loro", perché quello stesso pensiero mi tormentava spesso sulla mia natura.

    Io non chiedevo "giustizia" per gli Dei Guerrieri, chiedevo che ci fosse concesso il diritto ad avere una nostra libertà di scegliere, la stessa che il Gashadokuro mi aveva invidiato: volevo soltanto che fossimo trattati con umanità.

    In tutto ciò, però, una cosa dovevo ammetterla: l'Hokage mi aveva fornito un'informazione che mi mancava per capire la "follia" del Gashadokuro, forse era stato quel Dominio a controllarlo a fare in modo che cercasse di controllare anche a me.
    Io come Terza Generazione ne sono libero?, mi chiesi nel dubbio.

    Un'ultima cosa, Hokage-sama, l'unica informazione che non so se non è in suo possesso, o non ha voluto condividere: forse l'Oni voleva usare il potere del Pastore del Mondo per creare altri di loro, ma c'è anche una donna che sta cercando di fare qualcosa di simile, o almeno ne ho un forte sospetto.
    Una donna chiamata la Signora di Taki, sta cercando di usare del metallo del Paese del Ferro in tal senso: forse lì si trovano altri simili di questo Ogre, o sta usando del veramente del semplice ferro più particolare, ma sono, quanto meno, abbastanza sicuro di cosa voglia ottenere.
    , spiegai semplicemente al gigante della Foglia: in fondo avevo accettato di aiutare Etsuko-sama nella sua attività distensiva, condividere le informazioni poteva aiutare e, al di là dei modi e della logica, mi aveva, appunto, dato molte più informazioni lui sui miei antenati di quanto non avessi scoperto con il Gashadokuro.
     
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    una nuova alba

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    [ CONTINUA DALLE PRIGIONI ]


    E' stato avvisato alle mura disse una voce di donna filtrata dalla maschera anbu, mi voltai verso di lei scrutandola e continuò Settore sud-est, la cinta che dà verso il porto Annuii e con voce calma ordinai, alzando l'indice verso l'alto e muovendolo in circolo: Cambiamo direzione, seguitemi! Quindi spiccai un balzo verso le mura di un edificio lì vicino e quindi, grazie ad una leggera patina di chakra, continuai a correre in verticale fino a giungere sul tetto, da lì proseguimmo in formazione verso l'ultimo luogo ove era stato avvistato Hideo Nishimura.
    Perché mi chiese Umiko mentre saltavamo tra gli edifici Ti interessa tanto il loro appoggio? Sei l'Hidarite, data la situazione sarebbe il normale procedere delle cose e poi sono solo dei genin, hai già l'appoggio della Mano Nera a cosa ti servono? la osservai serio e commentai sprezzante, atterrando sul tetto successivo Ti facevo più sveglia Umiko ma ritenni opportuno darle una spiegazione, poiché percepivo che gli altri sette membri della Mano Nera che con noi si muovevano, in quel innaturale banco di nebbia che dalle prigioni si stava spostando nella città, stavano a loro volta ascoltando e che anche loro si stavano ponendo tali domande: Non deve sembrare un colpo di mano delle squadre speciali anche se lo sarà, mi dissi prima di riprendere dobbiamo allora avere l'appoggio da parte delle altre Mani di Kiri. E, prima che tu me lo chieda, non vado a parlare con i loro superiori per un semplice motivo: la nuova amministrazione deve avere alle fondamenta gli shinobi che sono nati nella Nebbia di Sangue attesi un secondo mentre, grazie al tonico da me usato, guardavo attraverso il Velo di Nebbia le mura avvicinarsi rapidamente Senza considerare che sono stati miei allievi e, come mi ha dimostrato Akuraguri, possono nutrire in me una fiducia che altri ninja del villaggio potrebbero non avere. Assicurandomi la loro fiducia e il loro appoggio tra le fila della loro Mano, invece, possiamo giustificare la presa della Sala del Consiglio non solo ai nostri compaesani, ma anche al Daymo stesso e ai paesi Accademici conclusi, pensando a quanto avrebbe fatto piacere ad un kage o un consigliere qualsiasi accademico avere adito alla politica interna di Kiri.

    Hideo, se non fosse stato completamente concentrato a guardare solo verso l'esterno della mura, avrebbe facilmente notato quel banco di nebbia che, palesemente innaturale, si stava avvicinando rapidamente dalle prigioni di Kiri verso la sua posizione. Prima che la nebbia lo investisse avrebbe notato emergere, quasi fosse liquido, dal terreno e dalle mura quattro membri della Mano Nera attorno a lui a distanza di circa cinque metri, indossavano la divisa e la maschera che gli avrebbe permesso di riconoscerli facilmente. Poi, poco prima che la nebbia lo investisse limitandogli - probabilmente - la vista e dopo che appoggiai il mio piede su uno dei merli delle mura alle sue spalle levandomi la maschera [Furtività 9], dissi mostrando un ghigno: Hideo-san, posso disturbarti? la nebbia a quel punto ci aveva completamente avvolto ed io, saltato giù dal merlo delle mura, mi sarei avvicinato a lui così che potessimo vederci in volto.

     
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    Una Nuova Alba

    I: Un ritorno inaspettato



    Questo si prova ad essere da soli? Con questo si deve convivere quando tutto e tutti ti abbandonano al tuo destino senza lasciare traccia? Di certo non erano belli i pensieri che avevo in testa quella giornata e stare sulle mura a lavorare non aiutava affatto. Il mio alter ego si trovava fermo e appoggiato ad un muro, quasi come ad aspettare che qualcuno lo svegliasse. Nel mentre io guardavo l'orizzonte conscio del fatto che le difese avrebbero retto anche senza la mia solita attenzione e precisione con cui svolgevo le mie attività.

    Un cenno ogni tanto a qualche altro guardiano che pattugliava le mura, due parole su quanto ultimamente le strade Kiriane fossero piene di visitatori di cui si faticava a capire la provenienza o di quanto fosse in voga l'Izakaya in centro città da quando il Nono si era palesato in città come se nulla fosse per poi nuovamente sparire. Quella si che era stata una giornata piena di sorprese, altro che gli ultimi monotoni giorni.

    Il Robatayaki oramai è il luogo in cui riposo e in cui tengo tutto ciò che è di mia proprietà. Da quando i mie genitori mi avevano sfrattato era passato molto tempo ma ancora nulla era cambiato, se non per la mia stanza che, invece di essere nello scantinato, ora si trovava in una delle stanze degli ospiti, completamente arredata e con un piccolo cucinotto per continuare a coltivare la mia passione per la cucina. Dovevo ringraziare Jinka per tutto questo, il proprietario del locale e mio caro amico. anche lui aveva iniziato ad avere una buona fama; "se uno come Febh Yakushi mangia in un posto del genere non può che essere speciale" pensava per lo più la gente e questo andava a beneficio del nostro piccolo ristoratore.

    Devo proprio passare dopo il turno, magari mi faccio offrire qualcosa.. e da un po' che non lo vedo, sempre completamente immerso nella sua cucina..

    Su quel pensiero mi voltai verso l'interno delle mura cercando con lo sguardo il ristorante quando la mia attenzione fu completamente rapita da una strana coltre di nebbia che pian piano si stava avvicinando. Che fosse successo qualcosa? Beh.. ci avrebbero sicuramente pensato i miei colleghi stazionati all'interno della città. Mi guardai intorno per cercare qualche altra anima con cui scambiare due parole su quello strano fenomeno e, in quel momento, mi accorsi di essere completamente solo. In quell'istante la nebbia raggiunse la mia posizione oscurando la mia vista e mettendomi sull'allerta nel mentre che quattro ninja si palesarono dal nulla intorno a me come se portati li proprio dalla nebbia stessa.

    La loro divisa.. la loro maschera.. perchè la Mano Nera è qui?

    Restai impassibile attendendo una loro mossa, pronto a prendere il controllo del mio alter ego poco distante ma non ci fu bisogno di aspettare molto in quanto una voce si levò dalla nebbia. una voce che conoscevo molto bene.

    Youshi-san, è un piacere vederti. un modo un po' strano per presentarti sulle mura di Kiri, sono certo che con le tue abilità saresti riuscito ad evitare i pericoli preparati per qualsiasi evenienza da noi guardiani, ma gli altri membri dei corpi speciali? Dovete fare più attenzione ragazzi..

    Un piccolo sorriso accennato e un veloce cenno con il capo diede modo agli Ambu di capire quali erano le difese supplementari che avevo personalmente installato e di cui solo il corpo dei guardiani e il Mizukage erano a conoscenza. Con un controllo attento infatti si sarebbero potuti notare dei microscopici fori tra le varie pietre che componevano la cinta muraria in cui si trovavano dei sottili spiedi che si mostrarono nella loro pericolosità controllati direttamente dalla mia mente. [Telecinesi] Il Mio sguardo a quel punto si incrociò con quello di Youshi che agilmente si portò abbastanza vicino da poter conversare.

    Sai che non disturbi mai, dimmi, hai bisogno di qualcosa?



     
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