Le strade di Suna

[Ambientazione]

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  1. Hanzo Hattori
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    Le strade di Suna

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    Un intricato dedalo di viottole polverose e dalle più disparate: strettoie, slarghi, passaggi ombreggiati e ampi viali. Questa è in definitiva la conformazione del villaggio: caotica e senza un comune denominatore urbanistico, se non nella forma e nel colore dei suoi edifici. Nelle strade del villaggio si svolge la maggior parte della vita dei suoi cittadini, visto che l'intricata planimetria urbana conduce in qualsiasi luogo del villaggio stesso.
     
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  2. Hanzo Hattori
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    SPOILER (click to view)
    Legenda:
    ~ ... ~ = Titolo
    *...* = Narrato in terza persona
    "..." = Parlato
    §...§ = Pensato
    Corsivo preceduto da [flashback] = flashback


    SPOILER (click to view)

    Continua da QUA



    * Il cugino non pareva tanto convinto da quell'accostamento e in effetti faceva un po' schifo. Tatsu si grattò insistentemente la tempia destra, con aria pensierosa. *

    " Sì, in effetti fa un po' cagare...!
    ...
    Facciamo che lo scegli tu, come preferisci...!
    O tieni Sho e aggiungi un suffisso oppure a "maru" aggiungi una parte davanti...!
    Decidilo nel giro di pochi minuti, dai!... "


    * In un secondo, qualche centinaio d'anni di tradizioni Azuma vennero buttate nel cesso da quel buffo ragazzino con la coda di cavallo. Infondo se lui era così, che ci poteva fare? Lanciò un sorrisino di circostanza al cuginetto e poi uscirono dal dojo, dirigendosi verso il centro di Suna. Tatsumaru aveva ben in mente dove avrebbe voluto portare Sho e in particolare voleva iniziarlo al suo hobby preferito, per testare le capacità del suo parente. Mentre camminavano per le vie polverose del loro grande villaggio, il genin avrebbe chiaccherato del più e del meno con il ragazzino, sopratutto per conoscerlo meglio. *

    " Dimmi un po'...
    Che interessi hai nella vita, oltre a voler diventare shinobi? Cosa ti piace? "


    * Se Sho avesse poi chiesto che cosa piaceva a lui, a sua volta, Tatsu avrebbe risposto che presto se ne sarebbe accorto da sè. Camminando e camminando arrivarono dinnanzi alla casa più caratterizzante di tutto il villaggio: la casa della Yagi. Il genin si arrestò a una decina di metri dall'ingresso e iniziò a gesticolare come se fosse una guida turistica in una città d'arte. *

    " La cosa più importante che devi sapere di Suna è la gente che la popola...
    Ti ho portato davanti alla casa della ragazza più brutta di tutto il villaggio, ma sopratutto ha un caratteraccio... per cui ricordati di evitare questa catapecchia di casa, come se ci vivesse un appestato...
    ...
    Se vedi in giro un ferro da stiro con le gambe e un ciuffo biondo, cambia strada!... "


    * Attese eventuali domande, da parte del ragazzino. *

    Edited by Hanzo Hattori - 23/3/2009, 19:06
     
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    { Gli Azuma
    Parte seconda




    -Beh, se posso sceglierlo io opterei per Kagemaru come nome da ombra.-

    Proferii queste parole prima che ci dirigessimo fuori dal dojo per andare ad esplorare il villaggio di Suna, l'aria era secca, senza un filo di vento, eppure , nonostatne questo, si stava bene.
    Mentre camminavamo Tatsu mi chiese cosa mi piaceva e che interessi avessi nella vita.

    -Sinceramente non saprei, amo molto la medicina, e mi piacerebbe un giorno diventare un ninja medico, inoltre amo momlto l'arte in tutte le sue forme, e ritengo anche di esservi portato.
    Per quanto riguarda quello che mi piace...beh..sono un uomo, credo che tu abbia inteso no?.
    -

    Dissi con un ampio sorriso.
    Giungemmo infine davanti ad una casa che,per quello che descrisse mio cugino, sembrava appartenere ad un mostro, fissai Tatsu come per dire: Stai scherzando spero.
     
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  4. Hanzo Hattori
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    CITAZIONE

    -Beh, se posso sceglierlo io opterei per Kagemaru come nome da ombra.-


    " Kagemaru va benissimo!...
    Ottima scelta!
    ...
    Bene, allora ricordati di dimenticare il tuo vero nome e di utilizzare solo questo!...
    D'ora in poi, tu per me e per il resto del mondo sarai Kagemaru Azuma, shinobi di Suna! "



    Tatsu gli diede una pacca su braccio sinistro, mentre continuavano a passeggiare per le vie del villaggio.

    CITAZIONE

    -Sinceramente non saprei, amo molto la medicina, e mi piacerebbe un giorno diventare un ninja medico, inoltre amo momlto l'arte in tutte le sue forme, e ritengo anche di esservi portato.
    Per quanto riguarda quello che mi piace...beh..sono un uomo, credo che tu abbia inteso no?
    -


    " L'arte?
    Bah, è un'inutile perdita di tempo!...
    Per quanto riguarda le medicina, invece, tra qualche giorno ci saranno gli esami genin e ti ho iscritto!...
    Se lo passi, ti posso far entrare nella squadra medica di villaggio, così che tu abbia modo di conoscere la medicina più da vicino...!
    ...
    Allora facciamo così: vediamoci il giorno *** alle ore xx:xx fuori dall'ospedale...!
    Ovviamnente, solo se diventi genin... ma sono convinto che ce la farai!...
    Anche per il resto, buon sangue Azuma non mente! "



    Gli lanciò un'occhiatina complice e lo punzecchiò a lato con il gomito, ma quei pensieri gli fecero venire in mente che aveva hobbies importantissimi da coltivare, per cui...

    " Ah scusa: mi sono dimenticato che avevo un impegno importantissimo...!
    Devo scappare: ci vediamo poi, allora...!
    Cià! "



    Non diede nemmeno il tempo al cugino di rispondere, che si era già volatilizzato.
     
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  5. .mone.
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    Un'allegra passeggiata




    Era pomeriggio inoltrato quando io, Kaien Shiba, uscì dal nuovo ristorante di mia Madre: "L'allegro ramen". Ormai, con anche quel ristorante, mia madre era proprietaria di una decina di ristoranti di classe del villaggio. Molti turisti che venivano a Suna, venivano anche per assaggiare le nostre prelibatezze. Numerosi critici avevano dato un giudizio positivo ai 'miei' ristoranti, e ormai ero stra pieno di soldi.

    Dopo essermi riempito la pancia giravo allegro per le strade principali del villaggio. Avevo persino portato il portafoglio per niente, visto che non mi avevano fatto pagare. Non avevo paura di un furto perchè ero armato, ed ero uno shinobi. Mi rendeva allegro gironzolare senza una meta. A volte salutavo qualcuno che conoscevo. Sorridevo ed ero felice.
    Ma io non sapevo che la mià felicità sarebbe smessa poco tempo dopo
     
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  6. ~ Marcø
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    Un Piccolo Furto.





    Le vie sunesi sono affollate. Dovunque gente sbraita offrendo un tappeto, due galline al prezzo di una o un qualche gioiello di uno sconosciuto eroe. Ma, galline escluse, queste merci non sono alla portata di tutti. Soprattutto non alla mia di portata, nonostante bisognassi di un bel gioiello, da tenere da parte ed offrire al momento giusto alla mia innamorata. Che romantico, eh?
    Avevo dunque bisogno di soldi e dove cercarli se non in quelle vie affollate? Cos'era un furto nel mio, non tanto, roseo curriculum? Niente più di un granello di sale in un cucchiaio di zucchero. Okay, lo ammetto, non era tutto zucchero il mio curriculum.
    Posi l'occhio su un ragazzino, appena uscito da un ristorante abbastanza di lusso. Se aveva soldi per permettersi un pasto in quel luogo, sicuramente doveva aver il portafogli bello pieno. Mi misi quindi sulla sua strada. Era da tanto che non lo facevo, perché da piccolo non ero un tipo che risaltava molto, ma mentre mi avvicinavo alla maggiore età ero forse una delle persone più difficile da scordare di tutta Suna. Camminai verso il tipo che avevo adocchiato, per poi colpirlo con una piccola spallata, mettere la mano sinistra sul suo portafogli e poi posizionarla nella mia tasca. Il tutto ad una velocità non indifferente. [Vel. 475; Agi. 400]

    « Oh, scusa... »



    Proseguii quindi in avanti, senza girarmi, probabilmente si sarebbe accorto della mancanza del portafoglio solo tornato a casa. Io prevedevo già la dolce mano di una ragazza mentre le porgevo un anello. Che romantico, eh?
     
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  7. .mone.
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    Le solite disgrazie




    E infatti la mia felicità scomparve.
    Stavo passeggiando tranquillamente quando un ragazzo di carnagione scura mi spinse a lato e si scuso con me.
    Ma per che cosa?
    D'istinto portai la mano nella sacca dei kunai ma mi accorsi che nella mia tasca non c'era più il mio portafogli!!!!! Presi un kunai e con tutta la forza che avevo glielo lanciai addosso, ma non ci arrivò minimamente. Quel ladro era un fulmine. Con i riflessi pronti scattai all'inseguimento ma in pochi secondi non vidi più il ragazzo. Che si sia volatilizzato?
    No, probabilmente aveva preso una strada secondaria. Presi il respiro e urlai con tutta la forza che avevo. Probabilmente mi avrebbero sentito fino dall'altra parte del villaggio.


    EHI LADRO!!!!!!!!!! GIURO CHE APPENA POSSO TI MANDERO' A CERCARE DA TUTTA LA POLIZIA DI KONOHA!!!!!!!!!!!TU NON SAI CHI SONO IO.

    Molto probabilmente si sarebbero girati tutti i presenti, e io vergognato scappai. Aspettai che il ladro, impaurito mi avrebbe ridato il portafogli: ma se non fosse stato così?
     
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  8. ~ Marcø
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    Idiota.





    Il sempliciotto a cui avevo fregato il portafoglio scagliò un kunai contro di me. Oh, era un ninja il tipo. Ma rimaneva un sempliciotto. Allungai il passo, lasciandomi dietro kunai e ragazzino. Camminando superavo di gran lunga la sua velocità di punta e la mia conoscenza dei vicoli di Suna era d'aiuto. Girai quindi in uno stretto vicolo, per poi saltare da un muro all'altro fino a raggiungere il tetto.
    Fu in quel momento che il bambino urlò, minacciando di farmi cercare dalla polizia della Foglia. Sì, ne avevo sentito parlare. Erano efficienti, ma non avevano giurisdizione a Suna. Non per un furto qualsiasi. Chissà chi pensava di essere quello stupido ragazzo. Comunque, questo, cominciò a scappare. Lo seguii saltando di tetto in tetto. Dopo averlo fatto correre per qualche minuti decisi di fargli notare la mia presenza. Era proprio un novellino.

    « Ehi, guarda che sono qua! Invece di minacciarmi perché non cerchi di riprendertelo il tuo portafogli? Sei un ninja, no? »



    Detto ciò saltai verso il mio avversario, senza accusare minimamente l'atterraggio da un salto di almeno tre metri. Sorridendo allungai il braccio con il portafogli, facendogli cenno di venire avanti. Non glielo avrei reso facilmente, doveva riprenderselo. Almeno non mi sarei annoiato quella mattina.


     
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  9. Kikko_88
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    Una Volta fuori dalla sua abitazione, Akuira cominciò a dirigere il passo tra i soleggiati e tetri vicoli di Suna. Uno sguardo alle sue spalle, a quella abitazione che stava lasciando indietro, per poi tornare ad osservare quella piccola stradina dinanzi a se.

    Al momento, la città sembrava deserta, se non per lo stridulo verso di un'aquila, che leggiadra, portò il suo volo ad incrociare il passo dell'uomo per qualche istante.

    Su di lei si fissarono quegli occhioni neri, in quei brevi istanti, prima di riportare Akuira al proprio passo e ai propri pensieri.
    Sul terreno caldo, cosparso di granelli di sabbia, si alternavano quei pesanti stivali neri, mentre lo sguardo continuamente si spostava sui diversi vicoli che si dipanavano per la città, all'apparente ricerca di qualche forma di vita.
     
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    Keima e Pooh erano partiti da circa due ore (LINK), e Febh ormai aveva preso sole a sufficienza sul bordo della piscina, senza contare che la maggior parte delle kunoichi sunesi si erano allontanate, dunque anche il belvedere aveva perso parecchio in attrattiva.

    Comunque, la riunione era sfumata (o per meglio dire esplosa) e aveva ancora qualche giorno di ferie, dunque non era il caso di sprecare tempo. Non essendo mai stato a Suna (o almeno, non in visita all'interno del villaggio senza restrizioni) non aveva mai fatto un vero e proprio giro turistico...e nello specifico era interessato alle erbe e ai composti del luogo. E ancor più nello specifico, era interessato a quelle usate per i veleni.

    Era dai tempi di Grimdad che non si metteva a giocare con i composti chimici, e in effetti stava un pò perdendo la mano, con tutto il non-lavoro che faceva come amministratore. Quindi era finito per strada, gironzolando tra le sabbie di Suna, i suoi bazar, i negozi e ancora le sue sabbie. Soprattutto le sabbie. Ma quanta maledetta sabbia cè in questo posto?? Ringhiava irritato, alla quarta volta in cui si fermò per svuotare le scarpe dai granelli.

    Piuttosto girava già da un pò..e non aveva trovato nulla di ciò che gli interessava...forse era il caso di chiedere?
     
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    Neanche due giorni dal suo ritorno, e già erano cominciati i problemi. Problemi seri, tanto da far sembrare cavolate le noie che l'affliggevano fino a pochi giorni prima, a scuola, quando c'era da preoccuparsi soltanto di avere l'uniforme pulita e stirata, i capelli a posto ed il trucco steso in modo da non dare nell'occhio. Innanzitutto abitava a scrocco dalla sensei. Non era il massimo, non tanto per il fatto che il suo appartamento non era esattamente una reggia, quanto perché si sentiva troppo invadente, occupando lo spazio vitale della maestra senza dare niente in cambio. Secondo: non aveva nemmeno mezzo ryo in tasca dopo che aveva usato ciò che aveva per una bibita fresca ed un biglietto di ingresso, ed in quei giorni -per quanto riguardava il vitto- aveva pesato interamente sull'Amministratrice, che certo non navigava nell'oro, cosa che non faceva altro che aumentare la sensazione di disagio che provava.
    Soldi. Se contattava gli zii forse le avrebbero passato qualcosa... ma di certo erano andati su tutte le furie, scoprendo che invece di ritornare al Paese del Fuoco per quel periodo di vacanza aveva invece fatto rotta per Suna, luogo da cui l'avevano sradicata con tanta fatica per ricondurla in seno alla famiglia. Doveva per forza cavarsela da sola. Era sulla via per compiere i diciassette anni, non era certo una bambina e ci doveva essere pure qualcosa di dignitoso che fosse in grado di fare per qualche soldo. Domandare qua e là in negozi e luoghi pubblici le dava però una sensazione a dir poco sgradevole, come se stesse mendicando, e non si era mai sentita così fuori luogo come quella mattina stessa, quando la cassiera dei bagni termali le aveva rivolto quello sguardo incuriosito che l'aveva costretta ad inchiodare gli occhi azzurri al pavimento, rossa in viso come una mela matura per la vergogna.

    Quello era, di fatto, l'unico tentativo serio di trovare un lavoro in cui si era prodigata. Oltre a quello c'erano state solo alcune timide sortite in alcuni negozi di capi di abbigliamento, in cui però era stata scambiata per una cliente. Si era ritrovata quindi a sbirciare qualche gonna e nient'altro, senza riuscire a spiccicare parola in merito al vero motivo per cui aveva varcato la soglia di quei luoghi. Un disastro...

    Come se non bastasse, era entrata all'oasi pagando anche il biglietto di ingresso, sempre nella speranza di un impiego che si era puntualmente dissolta nella sua incapacità di farsi avanti al bar oppure da qualche inserviente. Nella sua testolina bionda in ogni luogo di lavoro ci doveva essere un ufficio posto in un angolino riservato e tranquillo, dove rinchiudersi all'ombra di sguardi indiscreti e proporre un curriculum a distinti signori in giacca e cravatta o eleganti segretarie in costosi tailleur sobri e capaci magicamente di metterla a suo agio all'istante soltanto in virtù delle loro alte firme. A Suna però, a quanto pare, non c'era niente del genere in nessun luogo, ed il risultato era che sul tardi era ancora in giro per strada senza uno straccio di idea su come e dove muoversi, oltretutto inspiegabilmente di cattivo umore dopo che un tizio dall'aria idiota con gli occhiali che blaterava di extraterrestri ed una specie di onigiri gigante l'avevano quasi travolta all'uscita dell'oasi, vociando e senza nemmeno chiedere scusa.
    Si fermò a fissare una vetrina vuota di un ex-negozio che doveva aver chiuso di recente e pareva in ristrutturazione. Oltre i vetri erano visibili scale e attrezzi vari per imbiancare, abbandonati per terra come relitti, fin troppo somiglianti al suo orgoglio personale dopo quella giornata a dir poco sfibrante. Poco più in là c'era un tizio che stava borbottando qualcosa, e senza curarsi di essere in mezzo alla strada si stava sfilando i calzari senza motivo apparente, agitando i piedi nudi come se fossero una minaccia implicita.
    Non era proprio un bel vedere.
    Deidara guardò il cielo chiedendosi cos'era successo alla sua sospirata Suna, che come sempre accade nei ricordi tinti di nostalgia era molto più bella nelle memorie felici che non nella brulla realtà, e fingendo di non vederlo passò oltre, superando l'uomo che ancora brandiva il suo calzare, tenendo rigorosamente lo sguardo basso e sconsolato...

     
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    Dopotutto non aveva senso continuare a girare alla cieca, o almeno così decise lo Yakushi mentre per l'ennesima volta si levava la sabbia dalle scarpe. Decise quindi di chiedere, per quanto la cosa fosse un filo contro il suo strabordante ego orgoglioso. E fu forse per provvidenza che la persona più vicina a lui fosse una bambina, dunque l'impatto emotivo dell'"abbassarsi a chiedere" sarebbe stato certamente ridotto.

    Battè due dita sulla spalla della tizia mentre questa gli passava affianco Scusa, piccolina, non è che sapresti indicarmi... Disgraziatamente NON era una bambina, e Febh ne avrebbe presto subito le conseguenze!
     
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    Si irrigidì all'istante, sia per il fastidio immediato di quel contatto inaspettato e indesiderato, sopratutto per il modo grezzo e inopportuno con cui si era sentita apostrofare, e per lei fu come ricevere un pugno alla bocca dello stomaco senza un motivo né un perché. Fu come attizzare braci sepolte sotto la cenere, o come correre armati di rametti a punzecchiare le pupille chiuse di un drago dormiente che per lungo tempo è rimasto sopito e quieto; quell'insulto -perché tale era- le dette fastidio in una maniera tutta particolare in cui soltanto creature in possesso del nefando cromosoma Y sono in grado di fare, qualcosa di scorretto e contro natura che non le capitava ormai da anni, avendo trascorso gli ultimi tempi in un istituto prettamente femminile al riparo da quella nefasta metà della popolazione umana.

    « Ti ho forse fatto notare che stai sventolando quelle enormi scarpe maleodoranti in faccia alla gente? »
    All'improvviso aveva girato la testa di scatto, meccanicamente, per metà sorridendo con una smorfia che tutto trasmetteva tranne allegria. Un paio di passanti si erano improvvisamente voltati, forse percependo istintivamente un'aura terrificante che si stava formando su quella via di Suna.
    « Ti ho per caso fatto notare che sembri proprio grezzo, odioso e dalla mente ristretta?? »
    Senza mutare espressione fece un passo avanti, d'un tratto minacciosa, facendo schioccare le dita di una mano sul palmo dell'altra, come un ragazzaccio di strada che si prepara ad una rissa. Infine, alzò davvero la voce.

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    « ... E allora che motivo c'è per insultarmi solo perché sono appena un po' più bassa della media. »
    Era un metro e sessanta precisi, giusto un bel po' sotto la media delle ragazzine della sua età, però questo, forse, era il caso di non farglielo notare. Era già abbastanza arrabbiata senza che le si rimbeccassero anche questi banali "dettagli". Ma né la scarsa altezza né il carattere irascibile che le era proprio potevano dirsi il peggiore dei difetti della piccola Deidara. Perché se infuriarsi alla minima provocazione può dirsi un brutto lato di una personalità instabile, l'incapacità di ricondurre un nome proprio ad un volto e la facilità con cui dimentica l'aspetto delle persone è alla lunga snervante. Aveva avuto a che fare con Febh Yakushi di Oto in almeno tre occasioni a distanza di quattro anni, eppure non avrebbe saputo descrivere un solo dettaglio di lui, né ricordarsi la sua faccia ora che l'aveva davanti. Beh, in realtà nel profondo si era resa vagamente conto di avere davanti una faccia familiare, ma considerando che erano a Suna pensava semplicemente di averlo incrociato in passato, per esempio ad una delle feste di Ai.

    Certo, non che il sapere di avere davanti a se un Amministratore di un altro villaggio virtualmente in grado di farla a tocchetti da bendato e con una mano sola già quando era una Danzatrice in piena forma le avrebbe impedito di prendersi a pugni con quel tipo, ovviamente...



    Edited by Deidara - 21/4/2011, 00:19
     
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    Va detto che esistono persone ragionevoli e che a fronte di una gaffe sono capaci, magari con un pò di irritazione, di lasciar correre. Altre persone magari sono meno tolleranti, e poi ci sono quelle come Febh Yakushi. Una categoria di persone le cui capacità di adattamento sono strettamente legate all'umore. Un Febh di buon umore può perdonare anche un tentativo di decapitazione. Un Febh di cattivo umore può strangolare qualcuno perchè ha respirato in modo sgradevole dall'altro lato della strada.

    In quel momento Febh era di ottimo umore, dato che stava in vacanza, e la sabbia era un problema decisamente minore. Disgraziatamente ci voleva molto poco a fargli cambiare idea.

    La ragazzina che girandosi come una bambola iniziò a sparare improperi era decisamente inaspettata, e già bastò a far oscillare l'umore dello Yakushi verso le regioni negative. Inizialmente cercò di scusarsi Oh, scusa, è che sembravi proprio.. Ma quella non cessò i suoi insulti, ed anzi avanzò minacciosa. Vedere quelle dita schioccare fu la goccia che fece traboccare il vaso. Stammi a sentire TAPPO, le scarpe lo ho ai piedi e se solo Suna fosse meno invasa dalla sabbia non avrei bisogno di levarmele ogni dieci secondi!! Ringhiò.

    Innanzitutto l'ultima cosa che mi aspettavo in questo posto era trovare una nana petulante che prende a urlare solo per colpa di un banalissimo equivoco! Un turista non può nemmeno girare in cerca di negozi ed ecco che viene attaccato solo per aver chiesto un'informazione, ma che razza di gente siete? Comincio a pensare che Shaina sia l'unica sana di mente qua dentro! Le urlò di rimando in faccia, mentre ormai l'indicatore dell'umore ballava la mazurka nella zona dell'irritazione immotivata. Che poi...dove aveva già visto quella ragazza? Gli ricordava qualcuno...
     
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    Oh, scusa, è che sembravi proprio...
    Stammi a sentire TAPPO, le scarpe lo ho ai piedi e se solo Suna fosse meno invasa dalla sabbia non avrei bisogno di levarmele ogni dieci secondi!!
    Innanzitutto l'ultima cosa che mi aspettavo in questo posto era trovare una nana petulante che prende a urlare solo per colpa di un banalissimo equivoco! Un turista non può nemmeno girare in cerca di negozi ed ecco che viene attaccato solo per aver chiesto un'informazione, ma che razza di gente siete? Comincio a pensare che Shaina sia l'unica sana di mente qua dentro!


    Non aveva ceduto di un millimetro. Non aveva distolto lo sguardo, né si era risparmiata dal ringhiare di rimando, impegnandosi così in un acceso confronto di sguardi, opponendo alla reazione del campagnolo dalle grosse scarpe l'ira manifesta degna di una piccola tigre unita allo straordinario sdegno che provava per essere stata insultata in maniera improvvisa e del tutto gratuita.
    « Ma cosa vuoi da me, sottospecie di...? »
    Come riuscì ad elaborare l'ultima frase che il bifolco le aveva urlato in faccia, all'improvviso sbiancò, ritraendosi come se avesse appena udito il più abominevole insulto che si potrebbe mai udire, tanto roboante e fragoroso da lasciarla frastornata per lunghi attimi.
    « Ti... ti... cos...? Tu... »
    Lentamente, la sua espressione diventò nera. Non ci voleva un esperto in Deidarologia per far capire a chiunque l'avesse davanti che in quel momento era andata oltre la semplice foga, oltre ai limiti estremi della rabbia umanamente concepibile.

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    Un mormorio inquieto serpeggiò in mezzo alla discreta folla che si era soffermata a guardare con aria attonita quell'improbabile confronto, assistendo esterrefatta mentre una ragazza minuta e magrolina che non sembrava nemmeno una kunoichi si buttava senza paura addosso ad un giovane ben piantato che sembrava un gigante paragonato alla sua avversaria. Deidara aveva smesso di addestrarsi con continuità da tempo, inoltre non era portata per l'apprendimento e perfino il suo istinto sviluppato in tre anni di addestramento ninja era sopito; in quel momento le sue apparenze non erano mai state meno ingannevoli, perfino una persona normale avrebbe potuto metterla a tacere.
    Figuriamoci un jonin.
    « Come ti permetti di chiamare la sensei con il suo nome senza permesso??? »
    Era una rissa e si comportò come tale. Spintonò Febh con tutto il corpo, serrando i pugni sulla sua giacca per tirargli il colletto come se fosse sua intenzione appenderlo al muro, quasi fosse certa oltre ogni ragionevole dubbio della sua nettissima superiorità grazie alla quale poteva prevalere sull'individuo che aveva di fronte con facilità...

    SPOILER (click to view)
    Anche se la scheda va aggiornata, con il tuo permesso vorrei usare le stats aggiornate al nuovo regolamento >.< secondo la quale Deidara ha stats di una rossa; velocità, agilità e riflessi pari a 350, forza pari a 250 e resistenza pari a 200!
     
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