La vecchia casa del vecchio Marionettista

Dimora di Brando O'Kaais

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    Jotty2Hotty

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    Rantolii all'interno dell'armadio, respiri affannati, come di qualcuno in fuga, ma poco dopo la scoperta.
    Un giovanotto si era appena reso conto che stava sanguinando, e si precipitò fuori dall'armadio, direttamente per terra in maniera goffa.
    Il tizio in piedi ancora non era un esperto di persone, ma non riusciva a sentirsi in pericolo in presenza di quel giovane, e si rilassò mentre quest'ultimo correva in cerchio attorno a lui senza dire o fare niente di logico. Pochi istanti ancora e il tipetto sbattè contro la cavia finendo di nuovo per terra e farfugliando parole sconnesse.
    Ripose il pugnale, e si voltò totalmente verso il giovane, tendendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi, era tranquillo, e voleva tranquillizare anche l'altro.


    << La luna dici? Stasera ci sono grandi masse di nuvole che la coprono, non si vede. Già, tante nuvole...Chi sei tu giovane? Sei del villaggio? Il mio nome è...Murakumo, si puoi chiamarmi così. >>

    Disse fissando le nuvole sopra le loro teste, d'altro canto la casa era stata sventrata dall'esplosione ed era ormai a cielo aperto. Disse al giovane questo nome, non aveva alcun significato, se non le nuvole sopra di lui, e scelse quell'appellativo.
    Il giovanotto forse si era perso, sembrava sia spaventato che perso, forse non stava bene.
    Si chinò nuovamente su di lui se non si fosse alzato, altrimenti gli avrebbe solamente parlato.


    << Sai dirmi dove posso trovare Jotaro, lo conosci ragazzino? Devo incontrare un uomo con questo nome, e temo di essermi perso come te. >>

    [...]

    Sapevo solo di dover trovare alcuni individui, questo era uno di essi, non avevo idea di chi fossero, dove fossero, dovevo solo trovarli, e parlare con loro. In alcuni casi poi ucciderli, ma non sapevo perchè. Non ero stanco, non ero assetato o affamato, ero solo impagnato nella mia ricerca, non capivo niente altro. Questo giovane forse mi avrebbe dato le indicazioni che cercavo; era stato strano, ma non scortese con me, quindi avrei ascoltato le sue parole, e solo in seguito mi sarei congedato. Ma non prima di aver ripulito la zona dai miei effetti personali situati sotto l'abitazione. Di nuovo, non sapevo perchè, sapevo solo di doverlo fare. Come se mi fosse stato impartito quest'ordine molto tempo fa.
     
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    Fissavo in continuazione la lama del pugnale nelle mani della figura davanti a me. Quando finalmente il soggetto ripose il pugnale mi tranquillizzai. Probabilmente anche il mio respiro si fece più calmo, e con il passare dei secondi tornò normale.
    Spostai gli occhi sulla maschera dell'inviduo. Sembrava avere un nonsochè di particolare anche lui. Era tranquillo, troppo per una persona che mi avesse visto in quelle condizioni.
    Mi guardai le mani, erano ancora sporche ma il sangue iniziava a seccare, e secco mi faceva meno impressione. Non sapevo bene cosa fare, ero di nuovo con il sedere per terra. Anche muovermi spesso dava grossi problemi.



    Murakumo ?

    Sentì il soggetto pronunciare il suo nome. Era strano, non ne avevo mai sentiti di così strani. Eppure io ero uno che di stranezze ne consoceva e ne viveva abbastanza. Mi tese una mano per invitarmi ad alzarmi, chiedendomi di presentarmi. Ero bravo a presentarmi. Conoscevo bene il mio nome, mentre mi inseguivano i papà ed i signori di Suna mi chiamavano spesso. Non potevo certo sbagliarmi.



    Mi chiamo Ryoshi Okura.

    Dissi sicuro.



    SHHHH!! Ma la luna si vede sempre!!! Da qui dentro!!!

    Questa volta parlai bisbigliando, in modo tale che solo quell'altra persona mi avrebbe potuto sentire, come se stessi rivelando un grande segreto. Mentre pronunciavo la seconda parte della frase mi toccai la testa con l'indice più volte. Come se volessi dire che da dentro la mia testa potevo sempre vedere la luna. Mi avevano colpito le parole di questa persona, diceva che la luna era coperta. Eppure io la vedevo in ogni dove, ce n'erano così tante attorno a noi!
    Sospirai, deluso dal fatto che nessuno capisse l'importanza di questo fatto. Avrei pianto, tutti dovevano ammirare la luna come me, eppure sembrava non avere così grande importanza per le altre persone.
    Sbuffai ripetutamente più volte come solo un bambino a cui si rifiuta un regalo saprebbe fare. Poi saltai un paio di volte sul posto, dovevo controllare che tutto funzionasse a dovere.



    Strani interessi questa Murakumo...

    Pensai quando mi chiese se avevo informazioni e se sapessi dove si trovasse una certa persona. Non la conoscevo e non l'avevo mai sentita nominare. Era curioso che questo strano tizio lo stesse cercando proprio in queste rovine.



    Non è dentro l'armadio, tranquillo.

    Dissi. Probabilmente era per quello che mi aveva stanato, forse cercava il suo amico. Gli diedi due pacche sulla spalla con il mio braccio destro. Cercavo di consolarlo visto che forse non trovava il suo amico. Io sapevo cosa volesse dire essere soli, anche la mia mamma mi aveva cacciato di casa.



    Non lo conosco Jotaro. Ma tu dovresti frequentare persone con nomi più normali.

    Favellai come fosse un rimprovero. Uno si chiamava Murakumo e l'altro Jotaro. Stava proprio male, chissà che brutte figure quando si presentavo insieme alle fanciule con grosse lune sotto la maglia.
    Al pensiero scoppiai in una risata fragorosa, che mi fece scendere qualche lacrima dagli occhi.



    Se vuoi ti aiuto a cercare il tuo papà.

    Conclusi dopo essermi asciugato le lacrime. FIno a poco prima pensavo fosse un amico, poi mi uscì questa frase. Come nella maggior parte dei casi non sapevo bene perchè l'avevo detto, nè cosa comportasse quella frase. Forse il mio subconscio da persona reietta mi aveva spronato e indotto a pronunciarmi in questo modo.

     
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    Sorrise, lo strano ninja, guardando il cielo scuro, poi guardò di nuovo il ragazzo.

    << Non conosco mio padre, ma non penso nemmeno di volerlo incontrare, ho alcune cose importanti da fare, devo recarmi in amministrazione, ho documenti da riportare. >>

    I documenti li aveva davvero, ma non perchè li avesse preparati; li aveva trovati all'interno delle tasche dell'uniforme, dovevano essere presenti in ogni uniforme lasciata lì per quando i soggetti si fossero svegliati, per essere usati come lasciapassare per l'inserimento nel mondo. Comprendevano un passaporto ninja, e alcuni falsi cartigli di vecchie missioni. Per ognuna delle cavie era stata preparata una giustificazione per la loro assenza da Suna negli ultimi anni. In ogni caso non era l'ultima cosa da fare prima di iniziare la vita come se niente fosse.

    << Perdonami Ryoshi, ma questo luogo non ci appartiene, è necessario rimandarlo al suo proprietario, ti pregherei di seguirmi fuori da qui; sono sicuro che i tuoi inseguitori non siano nelle vicinanze, altrimenti ne sentirei l'odore o i suoni. Allontaniamoci, non vorrei ti facessi del male senza volere. >>

    A quel punto sorridendo, avrebbe teso la mano come per accompagnare il ragazzo fuori da quel cumulo di macerie. Non appena lo avessero fatto, non appena avessero varcato la soglia della porta, una nuova scarica avrebbe attraversato la mente di Murakumo, questione di un attimo: un nuovo ricordo era apparso nella sua testa, un dovere, un ordine da eseguire che si era appena ricordato. Il tempo di fare due o tre metri verso la strada buia, e assicuratosi che Ryoshi fosse con lui, avrebbe composto il sigillo della Capra, e un leggero sibilo sordo sarebbe scaturito dal piano inferiore della magione distrutta.

    << Scusate voi altri. >>

    Una strana bolla semitrasparente si sarebbe espansa per tutto il volume della casa, non si trattava di una tecnica del ninja, ma di un sigillo posto nel sottosuolo della casa, che avrebbe reagito col suo chakra. Anche questo faceva parte del ricordo sbloccato pochi istanti prima.
    Quando la bolla fosse stata del tutto estesa, si sarebbe ritirata su se stessa, facendo svanire nel nulla la casa e le sue fondamenta, creando una voragine sferica profonda una decina di metri, nel terreno, senza minimamente sfiorare le due case che la fiancheggiavano.




    << Ti inviterei a non fare parola di ciò che è successo qui, o rischi di essere messo in punizione, sarà il nostro piccolo segreto che ne dici? >>

    E sorrise di nuovo, sembrava un bambino che aveva appena fatto una marachella. Avrebbe aspettato una risposta dal suo nuovo amico, e poi probabilmente si sarebbe diretto verso il centro della città. Senza però dimenticare di salutare.

    << Guarda che mi aspetto di rivederti in giro eh, sarò sempre nei paraggi. >>
     
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  4. Skylineeez
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    Rimasi sorpreso dalle stranissime parole di Murakumo. Diceva di non conoscere il padre e di non volerno nemmeno vedere. Non avevo mai sentito nessuno dire qualcosa del genere. D'altronde questo ragazzo aveva dimostrato sin da subito di essere strano. La maschera bianca di notte, quel nome assurdo e il suo totale disinteresse verso la luna mi avrebbero dovuto avvertire sin da subito della sua stranezza. Dopo queste strane parole mi tese la mano invitandomi ad uscire. Non ero molto convinto che i miei inseguitori della sera precedente fossero andati a casa, ma Murakumo aveva stranamente detto di stare tranquillo. Chissà come faceva a saperlo.



    Seguiamolo, magari più avanti vedo meglio.


    Pensai mentre lo seguivo all'esterno dei resti dell'abitazione. Quando fummo uscitì disse altre strane parole riguardo il proprietario di quella costruzione. Non sapevo a cosa si riferisse, nè tanto meno capitvo i suoi strani ragionamenti. Un po' parlava da solo, e quando invece si rivolgeva a me dava per scontate stranissime informazioni delle quali io non avevo notizia.
    Dopo qualche parola compose un sigillo. Mi allarmai e strabuzzai nuovamente gli occhi. Non avevo intenzione di combattere, e non avevo capito che lui volesse farlo. Tutto ciò era molto strano pensai. Eravamo in mezzo alla strada, senza nemmeno una luce, il buio ci avvolgeva totalmente. Non sapevo cosa stesse succedendo, ma guardando Murakumo capì che non avrebbe voluto combattere, non era concentrato verso di me, ma guardava fisso verso le macerie della casa dalla quale eravamo usciti. Mi voltai e feci per guardare anche io le rovine ma non c'era più nulla. Adesso c'era solo un'enorme voragine. Proprio laddove pochi secondi prima c'eravamo noi due. Proprio dove c'era l'armadio in cui mi ero nascosto.



    UHUHUHUHU

    Inziai a dire piano piano, saltando più volte sul posto mentre con la bocca aperta guardavo la voragine. Mi voltai di nuovo verso Murakumo, che doveva esser stato il vero artefice dell'accaduto. Incredibile questa sua capacità. Lui mi chiese di non far parola dell'accaduto, e per me non c'era alcun problema. D'altronde poco prima io gli avevo rilevato il grande segreto che la luna è sempre visibile.



    Certo, segreto segreto. Anche tu mantieni il segreto della Luna. Nessuno deve saperlo.

    Gli dissi sorridente. Mi piaceva il suo modo di fare, non mi aveva ancora allontanato ne giudicato. Poco dopo lo vidi allontanarsi, evidentemente era molto indaffarato. Sicuramente più di me.
    Avrei dovuto trovare un posto in cui dormire prima che sorgesse il sole. Guardai in giro per qualche minuto ma non sentì ne vidi nessuno. Forse potevo fidarmi.
    Tornai a guardare la voragine, mi faceva uno stranissimo effetto.
    Mi ci lanciai dentro, e proprio nel punto più profondo mi accovacciai. Avrei dormito lì quella notte, solo il giorno dopo avrei pensato a come superare la giornata.

     
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