Distruzione dell'avamposto di Hiroguchi

Distruzione dell'avamposto Hiroguchi
Inizio della battaglia
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Kanda non sapeva se essere piacevolmente sorpreso o deluso per ciò che disse il loro capogruppo: certo da un lato apprezzava lo spirito guerriero tipico del suo clan che lo spingeva ad attaccare il nemico con tutta la propria forza per spazzarlo via in pochi attimi, ma allo stesso tempo si aspettava di apprendere buone strategie e metodi di combattimento nuovi, cosa che in quell'incontro non venne assolutamente fuori.
Il Kakita dunque andò a letto insieme ai suoi compagni, con in corpo l'ardore della futura battaglia che l'aspettava, e con accanto la sua spada che bruciava dalla voglia di assaggiare le carni del nemico.

Svegliato, Kanda si preparò come di consueto con poche semplici mosse oltre alla routine mattutina che accomuna ogni essere umano, ebbe cura di allacciare i pesi alle caviglie, e, presa la katana, fu finalmente pronto per partire.
In un'ora di corsa i ninja si trovarono al luogo prestabilito: gli occhi del Kakita saettarono da una parte all'altra di quel luogo per analizzare rapidamente la situazione, potè vedere facilmente come non ci fosse nessun tipo di resistenza esterna nè nessuno ad aspettarli sulle torri di guardia per colpirli dall'alto.
Gli shinobi sfruttarono la situazione dirigendosi rapidamente verso l'entrata principale, dopo aver saltato il fossato grazie alla rincorsa aiutata da un potenziamento del chakra, che per il Kakita fu superiore a causa dei pesi che indossava, passarono il portone spalancato e finalmente trovarono la resistenza che si aspettavano.

Una creatura enorme comparì di fronte a loro, ma il capogruppo Kakita si occupò di essa in pochi secondi grazie ad una tecnica di clan che riempì il cuore del giovane kiriano rendendolo ancora più impaziente di provare lui stesso la sua spada.
Mentre la creatura assumeva dopo la sua morte le sembianze normali da essere umano l'urlo di Hiramonosuke risvegliò i riflessi di Kanda che fece in tempo a notare la fiammata che si dirigeva verso di loro e la evitò gettandosi alla sua sinistra trovandosi leggermente distanziato dai suoi compagni che avevano scelto diversi modi per evitare l'attacco.

Dall'alto una voce preannunciò l'arrivo di altri "esemplari", il kiriano non ebbe il tempo di chiedersi ciò che nascondeva questo modo di esprimersi del nukenin quando vide che altre tre creature molto simili alla prima si avventarono su lui e i suoi compagni, mentre il capogruppo andò ad occuparsi dei tre ninja.
Una cosa che con qualche sforzo potrebbe essere definita un uomo, puntò il Kakita caricando dritto per dritto, Kanda intuì facilmente le sue intenzioni poichè, nonostante la velocità, i suoi movimenti tradivano un attacco diretto piuttosto scontato.
Il kiriano sfruttò questa situazione per sganciare i pesi che gli addliggevano le caviglie, per acquisire una velocità ancora maggiore che sicuramente lo avrebbe aiutato in quella missione (Vel. 275-->330) l'ammasso di muscoli raggiunse Kanda puntando il suo petto con un pugno sinistro che sembrava violento quanto veloce, il Kakita, capite le intenzioni del nemico scartò rapidamente alla sua destra evitando l'attacco di molto poco, successivamente estrasse la spada mantenendosi sempre molto vicino al braccio della creatura che continuava a scorrere accanto a lui.

Andiamo, Mugen!

In pochi attimi l'attacco di Kanda si concretizzò: le gambe scattarono, e con un salto il kiriano tentò di portare la lama al collo dell'avversario grazie ad un ampio movimento della spada parallelo al terreno.
Kanda sperava di sfruttare l'apparente assenza strategica dell'avversario per ucciderlo con quell'unico colpo volto a tagliare il il collo del nemico in un unico colpo, se il nemico avesse evitato di poco il colpo, Kanda avrebbe allungato la lama grazie alla tecnica delle lame di chakra, se l'attacco fosse stato evitato di molto, ovviamente il Kakita si sarebbe risparmiato la tecnica e avrebbe tentato, una volta atterrato dopo il salto, di cambiare rapidamente direzione tornando indietro per colpire con lo stesso tipo di colpo, da dietro,la gamba sinistra del nemico.

In ogni caso il Kakita sarebbe stato pronto a continuare questo combattimento o qualsiasi altro combattimento successivo, mantenendosi in posizione con la katana pronta alla difesa e all'offesa.

Distruzione dell'avamposto Hiroguchi
La Mugen Affonda
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Purtroppo l'attacco di Kanda non sortì l'effetto desiderato: se da un lato il Kakita fu seccato dal fatto di non aver steso un nemico all'apparenza così debole con un solo colpo, dall'altro fu compiaciuto dal veder abbattuti i suoi pregiudizi sul nemico, se l'avversario era forte almeno si sarebbe divertito di più.
Impugnò saldamente l'elsa della spada che aveva assaggiato il sapore di quel gigante e atterrò rapidamente al suolo fissando la sua attenzione sul corpo deforme dell'avversario: potè osservare come quel mostruoso corpo fosse in volo dopo il salto effettuato per evitare il suo colpo; lo stesso salto sembrò trasformarsi in una rovinosa caduta offensiva, infatti Kanda vide la bestia estendersi in tutta la sua superficie con l'evidente intenzione di atterrare orizzontalmente su di lui.

Dopo aver cancellato dalla sua mente la sanguinosa idea di saltargli incontro e colpirlo rabbiosamente con la sua spada, Kanda decise per una più intelligente schivata: con qualche passo rapido in avanti seguito da un balzo egli riuscì agilmente a togliersi dalla zona d'impatto di quel corpo, che infatti si schiantò a pochi passi da lui minando leggermente il suo equilibrio.
Ripreso il controllo della situazione Kanda si trovò in una posizione di estremo vantaggio: il suo nemico era infatti rivolto con la faccia a terra e probabilmente intontito dalla botta, sempre se le sue percezioni continuavano ad essere umane.
Il kiriano dunque non si fece pregare due volte e, impugnando la spada nel meno elegante dei modi, ovvero con entrambe le mani sull'elsa e con la lama rivolta verso il basso perpendicolarmente al terreno, egli si gettò sulla schiena del mostro, sfruttando la caduta del salto per tentare di affondare con tutta la sua forza l'avida lama sulla testa della creatura.
Certo non era un colpo di alta classe come si addiceva ad un kakita, ma quando ci si trova di fronte una bestia di quelle dimensioni, l'unica parte sensibile è proprio quella che Kanda andava a mirare, le leziosità le avrebbe risparmiate per i tre mukenin.

Se la spada fosse affondata nel cranio del mostro uccidendolo Kanda sarebbe saltato giù dal cadavere per precipitarsi in aiuto di uno dei suoi compagni o direttamente dal capogruppo.
Se invece l'attacco fosse andato a buon fine ma non fosse stato sufficiente per uccidere la creatura, allora il kiriano avrebbe mantenuto la presa sulla spada gettandosi oltre la testa del mostro per far compiere alla lama tutta la superficie del cranio in moto da dividerlo in due, un attacco molto cruento ma sicuramente efficace.
Se, nel peggiore dei casi, l'attacco fosse stato schivato o bloccato, il Kakita sarebbe balzato oltre la testa e avrebbe tentato di colpire da terra l'occhio destro dell'avversario con un affondo rapido e preciso, per poi allontanarsi ed assumere la classica posa difensiva.

La fine dei giganti

Distruzione dell'avamposto Hiroguchi
La Mugen Affonda (part two)
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Una sensazione indescrivibile attraversò il corpo del Kakita mentre la sua lama divideva la testa del gigante, sancendo così la sua prima vittoria ottenuta grazie a quella spada.
Kanda però non ebbe il tempo di godersi il successo, che battezzò con un leggero sorriso unito ad un fugace sguardo vittorioso rivolto al cadavere inerte, poichè verso di lui si stava dirigendo un nuovo nemico, dall'aspetto meno minaccioso del precedente, ma sicuramente più pericoloso.
Le sue fattezze non lo facevano sembrare un ninja molto temibile, Kanda era abituato a provare rispetto verso gli shinobi sontuosi che si presentavano con maestria ed eleganza, mentre questo arrivava correndo verso di lui con un anestetico viso da topo corrugato in un'espressione offensiva che voleva probabilmente impaurire il kiriano.
Kanda guardò il nemico con aria di sfida e ripose la katana, cosa che qualsiasi avversario avrebbe reputato come il gesto di un pazzo megalomane che vuole mostrare la sua superiorità a mani nude, ma Kanda aveva un pensiero più vasto in mente, ed aspettò il suo avversario in una posa rilassata, con gambe divaricate e braccia lungo i fianchi, continuando a fissarlo.

In pochi attimi il nukenin fu a pochi passi da lui, e la sua mano sinistra scattò rapidamente verso il suo braccio destro stringendolo all'altezza dell'avambraccio con una forza che un po' sorprese il Kakita.
Kanda però non aveva messo in scena la rilassatezza iniziale per nulla, infatti non appena il ninja avversario si arpionò al suo avambraccio il Kakita tentò di prenderlo di sorpresa tirando con tutta la forza, aumentandola con l'impasto massimo di chakra possibile per il suo grado, col braccio destro verso la sua sinistra, per sbilanciare l'avversario in vista del suo successivo attacco.
Il Kakita però trovò una sorpresa ad attenderlo, il suo braccio non rispose come avrebbe voluto, certo l'azione eseguita fu corretta, ma non ci fu l'esplosione di forza che si sarebbe aspettato normalmente con tutto quell'impiego di chakra (Forza 225--> 200) e anche la velocità dei suoi movimenti sembrava diminuita (Velocità: 330--> 317,5 ).

Le sue intenzioni però non mutarono, in ogni caso avrebbe immediatamente posto la mano sinistra sull'elsa della spada preparando il suo attacco, poco dopo aver gridato, per attirare la vista del nemico sul suo movimento di estrazione della katana

Osserva la lama con cui ti distruggerò!

Se fosse riuscito ad attirare lo sguardo del nemico lo avrebbe sorpreso col un genjutsu della sua famiglia: il bagliore grigio.
La tecnica lo avrebbe prosciugato di chakra più del previsto, ma avrebbe aumentato notevolmente le possibilità del suo attacco, in ogni caso comunque avrebbe estratto la spada con la sinistra compiendo l'attacco in un movimento unico con l'estrazione cercando di colpire il fianco destro del ninja con un fendente circolare parallelo al terreno.

Se il ninja non avesse terminato la presa Kanda avrebbe puntato tutto sul suo nuovo attacco e, cercando di agire il più rapidamente possibile, avrebbe cambiato immediatamente l'impugnatura della sua katana per puntare con un fendente rapido e preciso, dall'alto verso il basso, al braccio che continuava a rimanere attaccato al suo, mirando circa all'altezza del gomito.

Se invece l'avversario avesse lasciato la presa, Kanda avrebbe rapidamente impugnato la katana col ritrovato braccio destro e si sarebbe scagliato contro il suo avversario cercando di colpirlo sul fianco destro.
Nel caso in cui l'avversario avesse utilizzato una particolare difesa per bloccare il primissimo attacco del Kakita, Kanda avrebbe avuto la necessità di rendere imprevedibile quest'ultimo attacco, avrebbe quindi irrorato rapidamente la sua katana di charka creando due immagini residue della lama che si sarebbero mosse in parallelo alla sua: Kanda avrebbe diretto la vera spada, muovendola parallelamente al terreno, verso la parte centrale del braccio sinistro, mentre le immagini si sarebbero dirette una al collo e l'altra all'altezza del fianco.

In ogni caso Kanda avrebbe recuperato una posizione di difesa migliore della precedente, piegato sulle gambe e con la Katana a protezione del corpo protesa in diagonale.
La difesa e l'attacco l'avevano messo a dura prova e le sue tecniche avevano richiesto più chakra di quanto avesse calcolato, doveva impedire assolutamente al suo avversario di utilizzare quella tecnica che lo privava delle forze, e soprattutto doveva affondare con la sua lama il più presto possibile.

La battaglia continua

Distruzione dell'avamposto Hiroguchi
Lotta serrata
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La lama brillava, limpida nel sole di quel giorno, mentre colpiva il nemico mentre arretrava, ma anche mentre si infrangeva contro il muro sollevato dall'otese a sua difesa, Kanda si lasciò scappare un mormorio di disappunto alla vista del suo nemico in fuga, ma non ebbe il tempo di iniziare a correre per riprenderlo, perchè alle sue spalle sentì una voce che richiamava la sua attenzione.
Si voltò in pochi secondi e vide che 4 sfere infuocate si avvicinavano pericolosamente, fortunatamente per lui erano tutte centrali, Kanda si gettò il più rapidamente possibile alla sua sinistra e rotolando riuscì ad evitarle.
Alcune sfere lo attraversarono a destra, altre sopra, ma tutte si infransero sul muro che permaneva alle sue spalle, offuscandolo dalla vista del nemico, ma impedendogli anche di vedere quello che lui stava preparando.
Appena uscì dal suo nascondiglio, trovò pronto il suo avversario ad aspettarlo: con un urlo incredibile proiettò dalla sua bocca un cono di energia diretto verso il Kakita, che dovette subito ritornare sui suoi passi per balzare alla disperata dietro al muro, senza preoccuparsi troppo di atterrare in piedi o in una posizione utile per la difesa poichè il muro lo proteggeva da un rapido contrattacco.
Sapendo di non esser visto creò rapidamente una copia e la fece uscire dal lato opposto del muro rispetto a quello in cui si trovava: il clone avrebbe percorso un lungo tratto circolare, avvicinandosi all'otese fino a raggiungerlo, attirando così la sua attenzione verso la parte opposta rispetto a quella in cui si trovava il vero Kakita, che rapidamente, ma tentando di essere il più silenzioso possibile, sarebbe sbucato sull'altro versante del muro e avrebbe fatto il percorso speculare del clone, tentando di prendere il nemico alle spalle.
Qualunque fosse stata la reazione dell'avversario, che l'avesse notato o meno, ad una distanza di 4 meetri il Kakita avrebbe lanciato due kunai con una sola mano, uno diretto alla nuca e uno alla schiena, poi sarebbe scattato e, una volta arrivato vicino, sguainando la Mugen, avrebbe tentato di colpirlo con un fendente sul fianco destro dal basso verso l'alto, per poi prepararsi rapidamente alla difesa corpo a corpo.

Kanda non si fece distrarre dal tremore che proveniva dalla zona in cui il suo capogruppo stava combattendo, aveva piena fiducia in lui e sicuramente sapeva che stava sconfiggendo tutti i suoi avversari.

The last fight

L'attacco di Raizen ebbe successo e l'uchiha morì. Mentre stava per morire fece un gestaccio a Raizen e subito dopo i suoi occhi cominciarono a bruciare, rendendo quel corpo completamente inutile.

Il Kakita non fu così fortunato. Il suo bersaglio evitò le offensive con grande facilità. Il tremore si fece più forte e l'edificio esplose letteralmente. Hiramonosuke si salvò utilizzando la sostituzione e apparve accanto agli shinobi mentre finalmente Sho si liberò del gigante. Dalle rovine emerse un colosso, alto 5 metri e dall'anatomia decisamente strana. Di notava chiaramente che il suo corpo era stato reciso a livello dell'inguine e rattoppato in modo decisamente sommario. Gli arti inferiori erano "sostituiti" da una lunga ed enorme coda chitinosa. Era anche senza braccia, sostituite da due arti simili a quelli di uno scorpione. Era totalmente calvo e decisamente sfigurato. Una sadica risata si liberò nell'aria.

AHAHAHAHAHAHAAHAHAH!!!! Ho decisamente fatto bene ad allearmi con quei Nukenin, sono diventato decisamente più potente! Ora quel maledetto russo non potrà più sconfiggermi!!! AHAHAHAAH

Raizen, inseguilo! Cerca di catturarlo vivo se puoi!

Mi hai deluso, Kanda. Mi aspettavo di più da te. Dovrai rifarti fornendomi del supporto. Sho, tu resta qui ci saresti solo di peso.

E' grosso, ed è stupido. Se saremo sufficientemente agili potremo evitare i suoi attacchi con facilità. Cerca di attirare l'attenzione ed usa qualche illusione per fornirmi un po' di aiuto.

Distruzione dell'avamposto Hiroguchi
Scontro Finale
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Kanda non fece nemmeno in tempo ad arrabbiarsi per il doppio fallimento del suo attacco, la vibrazione sotto i suoi piedi infatti aumentava sempre di più fino a distrarlo totalmente dal suo obiettivo.
Il suo sguardo infatti fu catturato dall'enorme figura "umana" che apparve di fronte al suo gruppo: mentre Hiramanosuke compariva al suo fianco e il suo vecchio avversario scappava in preda al panico, una creatura alta più di 5 metri, con arti superiori simili a quelli di uno scorpione e con un'enorme coda al posto delle gambe.
A vederla non sembrava molto agile, ma sicuramente bisognava evitare a tutti i costi di entrare in contatto con quell'ammasso mostruoso di carne.

Il colpo di grazia Kanda lo ricevette dal suo caposquadra, la sua delusione abbatteva il suo orgoglio Kakita a dismisura, non c'era niente di peggio per lui del mancare di rispetto alla reputazione del suo clan; scrollò la testa rapidamente e scacciò via tutti i pensieri di rabbia, incanalandoli nello sguardo che ora puntava su tutta la superficie di quel mostro che sarebbe stato il suo prossimo avversario, gli ordini di Hiramanosuke erano chiari: Kanda doveva fornire appoggio al capoclan con qualche illusione, non era sicuramente un compito onorevole, ma sicuramente utile al compimento della missione.

Prima di passare all'attacco Kanda doveva però avvicinarsi a quell'immonda bestia, rinfoderò quindi la spada e iniziò a correre verso di essa.
Kanda potè osservare lo scoordinato modo di attaccare del suo avversario, sembrava tanto potente quanto risultava impacciato con quel corpo enorme in ogni sua componente: la bestia ruotò il busto e mosse il suo braccio destro, tentando di colpire l'intera figura del Kakita centralmente con quella che sembrava una chela, Kanda continuò la sua corsa verso il colpo e con un salto evitò l'attacco oltrepassando l'arto del mostro che ora tentava di ristabilire il suo stesso equilibrio.
L'avversario del Kakita sembrava piuttosto stupido, ma non stette a guardare e mosse rapidamente la coda all'altezza del suolo per cercare di colpirlo con la punta, Kanda dovette gettarsi dalla parte opposta per evitarlo, appena si rialzò divenne bersaglio di un nuovo colpo simile al primo, stavolta effettuato incrociando col sinistro, che gli piombò dall'alto, Kanda balzò rapidamente all'indietro per evitare anche il terzo attacco portato dalla creatura.

Con la sua velocità quell'avversario non rappresentava un problema, Kanda doveva limitarsi a giocarsela sulla sua maggiore agilità, continuò così ad evitare i colpi: quando il mostro tentò di colpirlo nuovamente con la coda egli scartò alla sua destra e divenne preda di un nuovo colpo dall'alto con la chela sinistra, che evitò agilmente con un nuovo balzo, così come fece con l'ultimo colpo, effettuato con l'arto destro.
Dopo aver danzato contro quel mostro, nella speranza di averlo sufficientemente stancato senza risentire dei suoi colpi, Kanda decise che era quindi arrivato il momento di passare all'attacco.

Kanda eseguì la tecnica non appena ebbe schivato l'attacco dell'avversario: accanto a lui comparve una piccola pozza d'acqua, che in breve tempo si trasformò in un geyser diretto al volto del mostro.
Sapeva di dover mirare al volto per distrarlo e sperare di ottenere qualcosa, quindi dietro al geyser lanciò rapidamente tre kunai ravvicinati che avrebbero mirato principalmente agli occhi dell'avversario.
Nell'intervallo di tempo che si era ritagliato tentò di aggirare il mostro per portarsi alle sue spalle, evitando di entrare in contatto con la sua enorme coda e sperando in un effetto sorpresa, spiccò un salto altissimo grazie al potenziamento ottenuto con i pesi e posò un piede sulla testa della creatura per appoggiarsi ed eseguire l'acrobazia che aveva in mente per sorprenderlo.
Si tuffò in avanti trovandosi faccia a faccia con l'avversario mentre ricadeva a testa in giù, sfoderò la spada che aveva preventivamente posizionato davanti a sè per fare in modo che il mostro entrasse in contatto visivo con essa, e colpirlo con il Bagliore Grigio, per creare un'apertura considerevole nelle sue difese.
Una volta atterrato avrebbe cercato di saltare nuovamente dritto verso la faccia del mostro, effettuando un fendente dall'alto verso il basso mirato al centro del volto, nell'eseguire questa mossa Kanda avrebbe sfruttato due immagini residue della sua spada che si sarebbero mosse una a destra e una a sinistra della vera Mugen.

Sapeva che non avrebbe fatto molto, ma sperava comunque di essere riuscito a raggiungere il suo scopo, il suo orgoglio non avrebbe facilmente sopportato un altro fallimento.