[Quarto Accesso] East Gate Of Sound

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  1. Akimaru Tokugawa
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    Alle Porte dell'Inferno
    Oto...Sounds Good


    Era passata una settimana dall'inizio del suo viaggio e si poteva riscontrare dal suo aspetto. Aveva deciso di viaggiare con lo stretto indispensabile in modo da non rallentare, tuttavia già dai primi 2 giorni era rimasto senza provviste e si era dovuto arrangiare, cacciando e mangiando tuberi ed erbe selvatiche; fortuna che Tyara, la sua pantera, gli aveva dato una mano per la caccia, sfruttando le naturali doti della sua specie.
    Chiunque l'avesse visto ora l'avrebbe scambiato per un semplice viandante, un povero e mal ridotto viandante in cerca di riparo e, possibilmente di un lavoro. Con la barba lunga e i vestiti logori e sporchi avrebbe fatto meglio a trovare un sarto e, soprattutto, un lavoro per poter sostenere le spese del suo soggiorno, di un mese, ad Oto.

    Dinanzi al gigantesco e inquietante portone dell'entrata Est di Oto, il ninja di Kiri, si era appena fermato, nell'oscurità della notte aspettando e decidendo il da farsi. Non voleva presentarsi come ninja di Kiri, dati i dissapori di cui era a conoscenza, quindi avrebbe evitato di rivelare la propria identità, celando il suo nome sotto l'alias di: Reiji Masamune, viandante e scrittore errante. Non aveva cattive intenzioni, quindi l'utilizzo di una falsa identità non avrebbe creato alcun problema.

    Era da un paio d'ore che fissava quel portone abbastanza pensieroso e preoccupato sul da farsi. Aveva scelto come primo villaggio quello di Oto non per caso, ma per obbligo. Prese lo zaino, cercando qualcosa in particolare, che sembrava esser sparita. Dopo un po' di ricerche, tuttavia, estrasse il vecchio quaderno che aveva preso da casa; era il diario di sua madre, un diario molto, molto particolare. Le pagine infatti eran tutte bianche solo la prima riportava delle scritte, una specie di indovinello incompleto, che accennava a delle paludi e ad una qualche melodia, un riferimento ad Oto aveva pensato il ragazzo dopo mesi di riflessione. Ora tuttavia non era tanto sicuro, tuttavia, ormai, non aveva altra scelta: doveva entrare.

    A mezzanotte esatta si portò dinanzi al gigantesco portone raffigurante l'enorme volto di un demone, non tanto felice a dire del ragazzo. Un portone di metallo molto spesso, di sicuro quasi impossibile da buttar giù. Bussò tre volte poi, indietreggiando, di un paio di metri guardò in alto rivolto ai guardiani che si fossero affacciati per accogliere, o cacciare, il viaggiatore. « Guardiani di Oto, sono un viandante in arrivo dal Paese dell'Acqua. Vi chiedo per poter entrare, cerco solo un pasto caldo e un posto dove riposare. »


    Edited by Akimaru Tokugawa - 2/12/2010, 00:53
     
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    Ci fu appena un bagliore in cima alle mura. Un luccichìo sinistro in cima alle mura. E poi un notevole istinto omicida ridiscese dall'alto, come una gelida pioggia di acciaio.

    VITTIMA
    image

    Una figura magrolina dai corti capelli sul bianco si gettò di corsa lungo il muro, ad altissima velocità, con il bianco brillare di lame affilate nelle sue mani. Aveva un coprifronte di Oto, ma non sembrava esattamente sano di mente, con quegli occhi invasati di sangue.

    Sanguesanguesanguesanguesanguesanguesanguesanguesanguesangue

    Atterrò. Aveva la bava alla bocca e a momenti sarebbe balzato come un lupo affamato contro il Tokugawa. CREPA!!
    Non fece in tempo a muoversi, che una figuretta rotonda gli atterrò sopra, spiaccicandolo al suolo. Sembrava una ragazza, o forse una bambina, più larga che alta, e dall'aria decisamente assente, per non dire stupida. Pooh! borbottò...come per rimprovero

    image

    Perdona il comportamento del mio compagno, nobile Acquariano. Il mio compagno è purtroppo affetto da una rara malattia trasmessa dalle vespe atipiche venusiane....un vero peccato.

    Ma dicci, chiedi assistenza al nostro campo di osservazione....ma questa è una postazione militare. Non possiamo far entrare chiunque. Devi prima darci le tue credenziali.....e possibilmente un lasciapassare della Federazione Galattica.
    A parlare era un ragazzo dall'aria composta, ben vestito e con gli occhiali. Dall'alto delle mura, osservava l'intera scena con aria competente...anche se le sue parole erano del tutto insensate. Aveva una ricetrasmittente in mano.

    image

    Se non si fosse capito...Febh aveva fatto l'enorme errore di mandare i suoi allievi a far la guardia all'East Gate....

     
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  3. Akimaru Tokugawa
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    Un Trio di...IdiOtesi
    Un accoglienza imprevista



    Non si aspettava una grande accoglienza, ne un accoglienza misera, ma quell'accoglienza non se la sarebbe mai aspettata. Fu un turbinio di azioni che a stento riuscì a percepire. Un giovane si era lanciato giù per le mura, bramando il sangue del giovane e mal ridotto Tokugawa. Fosse stato solo quello Akimaru avrebbe saputo tenergli testa, non era uno sprovveduto e, soprattuto, aveva con se la sua fida Tyara che di sicuro avrebbe dato man forte.
    La cosa che però lo lasciò esterrefatto fu il modo in cui quel giovane venne fermato. Una ragazzina, che Akimaru avrebbe meglio descritto come una palla carne e grasso, era letteralmente atterrata sulla schiena del giovane schiacciandolo a terra e tenendolo fermo, pronunciando uno strano suono, ridicolo per certi versi. « Ma che cazzo succede? » Per la prima volta Akimaru poteva dire di esser rimasto paralizzato dalla situazione, non per la paura, ma piuttosto per la confusione che quella rapida sequenza di scene aveva creato nella sua mente. Possibile che gli otesi fossero così? Eppure la loro fama li ritraeva come abili e visionari ninja, conoscitori di tecniche così terribili che nessuno avrebbe voluto mai incontrarli. Ma forse quello era solo un trio particolare.

    La parvenza di quella che doveva essere un barlume di normalità arrivò dall'alto, dalla voce di un giovane compito e ordinato la cui parole però sembravano avere poco senso o, almeno, un senso avulso dalla realtà. Acquariano? Vespe atipiche Venusiane? Federazione Galattica? Akimaru pensò sin dall'inizio che il ninja di Oto lo stesse prendendo in giro, ma qualcosa nelle sue parole, nel modo in cui le pronunciava, convinto fece capire al giovane che il tipo faceva sul serio. Come agire quindi? Assecondare il delirio del ragazzo? Oppure voltarsi e andarsene?
    « Guardiano, come ti ho detto sono un viandante. Non ho un lascia passare della Federazione Galattica. Sono in viaggio da giorni, son partito dalla mia patria solo perché mi son giunte voci di entità di un altro mondo in queste terre. Si narra di avvistamenti e strani avvenimenti. » Non credeva neanche lui alle parole che uscivano dalla sua bocca, tuttavia sperava che la recita avesse un buon esito, sperando di aver dosato ben bene la pazzia del giovane e di aver risposto con altrettanta follia. « Una volta dentro le mura sarò al sicuro. In atto di buona fede riporrò le mie armi alla tua custodia, non avrò bisogno di loro all'interno di tale fortezza. Sempre che tu non sia uno di loro! » Estrasse la sua wakizashi mutando l'espressione del suo volto cercando di sembrare preoccupato e spaventato. Si sentiva ridicolo, ma se quello era l'unico modo per entrare era costretto a fare del suo meglio...o del suo peggio.
     
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    Mentre il ninja dalle pulsioni omicide si agitava e sbavava a terra, immobilizzato completamente dalla sua rotonda compagna di squadra, quello che sembrava il capo del gruppo, sulla cima delle mura, si mise a sedere sul bordo dell'immenso portone.

    Avvistamenti, dici? Gli occhi gli brillavano in maniera decisamente sinistra. Eppure nessuno dei miei strumenti ha rilevato qualcosa....però se avesse avuto un meccanismo di schermo...dovrò chiedere a qualche Sensore se ha rilevato chakra alieno.....Certo che i Sensori esperti di chakra alieno sono rari da queste parti... Aveva iniziato a borbottare tra sè, alimentandosi della sua stessa follia.

    Solo dopo un attimo tornò a prestare attenzione al visitatore. Uh? Ancora qui? Senti, mi è giunta voce di un avvistamento, quindi ho da fare. Non puoi entrare senza credenziali. Nome, cognome e villaggio.

    Si! Il nome per la lapide, e per scriverlo col sangue sui muri! fece eco il ninja psicotico, ancora a terra, presto zittito da una sonora sberla. Keima scosse il capo, come se compatisse un povero pazzo, quindi continuò: Se non sei un ninja e vuoi assumerne uno uno allora devo scortarti disarmato e inibito.

    Poi tirò fuori dallo zaino svariati strani strumenti: uno scolapasta, un trapano, delle manette e alcuni strani affari avvolti nella stagnola...il tutto collegato da cavi e decorato con piccole luci. Ovviamente il mio apparato di contenimento per le Entità Esterne non ti farà alcun male, è perfettamente collaudato...salvo sporadiche crisi epilettiche...
     
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  5. Akimaru Tokugawa
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    La strana storiella inventata sembrava aver smosso la curiosità del ninja guardiano che iniziò a borbottare qualcosa che Akimaru non riuscì a capire. Si limitò ad annuire cercando di mantenere la calma e continuando a recitare la parte del pazzocercalieni.
    Dopo qualche attimo di titubanza, mentre lo strano ninja assetato di sangue si dimenava sotto la mole della ragazzina lardosa, finalmente il guardiano prese una decisione, per quanto strana.
    Prese degli strani oggetti, alcuni innoqui, altri meno affermando che il giovane poteva entrare ad due condizioni: doveva esser disarmato e inibito. L'ultimo termine preoccupò Akimaru che guardò il trapano con sospetto, tuttavia se quello era l'unico modo per entrare non aveva altra scelta che accettare le condizioni del guardiano. « Il mio nome è Reiji Masamune, non sono un ninja, ma un umile ricercatore del Villaggio dell'Alga, un piccolo villaggio sulla costa orientale della grande isola della Nebbia. Son disposto ad accettare le tue condizioni guardiano. » Se non fosse necessario me ne sarei già andato. Poggiò a terra la wakizashi, iniziando ad affiancare ad essa le sue armi in maniera ordinata dalla più grande alla più piccola. A giudicare dal suo aspetto sembra una persona precisa e ordinata, quindi, cercherò di esser maniaco almeno quanto lui. Completamente disarmato porto i polsi a congiungersi davanti a lui, aspettando di essere ammanettato.

     
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    Keima scese di sotto, e poi osservò con sinistra curiosità la testa del visitatore. Non vedo fori adeguati alla sonda di inibizione pituitaria... sembrava seccato, poi si lasciò andare a un sorriso compiaciuto ...fortuna che c'è il trapano apposito! Piazzò lo scolapasta sulla testa di "Reiji", quindi gli mise le manette e avvolse i vari cavi intorno al collo. e alle spalle. Stava quindi per usare il trapano che, sfortunatamente, non si accese.

    Keima sembrò deluso. Non parte... Poi si diede una manata sulla fronte ..Ma certo..le batterie le ho usate per il rilevatore di parassiti mentali! Battè la punta dello strumento un paio di volte sulle manette. Ma allora che si fa?...un Kunai fa buchi troppo grossi e uno spiedo rischia di causare danni irreversibili. Un trapano no, invece....

    Pooh! Annunciò, con tono indecifrabile, la rotonda kunoichi, e Keima, che paradossalmente la capiva, rispose. Ok, ok, scortalo in amministrazione...ma fa presente che devo ancora trapanarlo...

    Potremmo ucciderlo e poi mangiarlo! Non lo saprebbe nessuno e ci leveremmo problemi!! Ehi...no, stupida obesa, che cosa fai con quel masso...no, aspett...NOOOO!!! Pooh mise fine alle malefiche trame del terzo ninja, di nome Gau, seppellendolo temporaneamente sopra una enorme pietra. Quindi ad un gesto di Keima le porte si aprirono, e "Reiji" fu libero di entrare...per quanto bardato come un deficiente, e affiancato dalla bassa Kunoichi dalla forza erculea

    CITAZIONE
    Puoi postare in amministrazione per ottenere il permesso di restare...a meno che tu non intenda fare una giocata per sfuggire al controllo di Pooh

     
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    Zaino in spalla. Un avviso scarabocchiato su un post-it e lasciato da qualche parte. Febh era pronto a partire per Kiri. Ufficialmente per risistemare una certa questione diplomatica.

    In realtà solo per fare una bella vacanza (non che si stesse ammazzando di lavoro, come poteva ben dimostrare l'amministrazione lasciata allo sfascio).

    Bene, direi che è tutto pronto. Una goccia di sangue e la sua lucertola da corsa, nel suo sfolgorante rosso-arancio era davanti a lui. Ciao Swift, dobbiamo fare un viaggetto a piena velocità fino a Kiri. Affari di villaggio, sai com'è...

    Kirisarebbequellainmezzoall'acqua? Si, una cosa del genere.. abbozzò, annuendo alla rapidissima parlata dell'animale, cui ben pochi riuscivano ad abituarsi, se non dopo parecchio tempo.

    Ahperfettononvedevol'oradifarmiunacorsasull'acqua!

    Immaginavo che avresti apprezzato gli schizzi.. con un balzo fu sulla schiena dell'animale e si sedette. Facciamo un attimo mente locale...dimentico nulla?
     
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    La casualità alle volte pare provvidenziale, ma se ci soffermassimo a credere che ci sia qualcosa di mistico che muove le nostre azioni, portandoci in posti precisi con una certa premeditazione, sarebbe anche inutile fare delle scelte.
    Certo, se ci soffermassimo a pensarci e se mi fossero importate disquisizioni di questo tipo più di quella che si sarebbe preannuncia come una grandissima botta di culo.

    East gate. Febh. Evocazione. Un passagio garantito!
    In effetti non avevo la più pallida idea di dove stesse andando, ma aveva scelto la stessa uscita con cui avevo intenzione di lasciare il villaggio, quindi potevo supporre avesse, per lo meno, l'intenzione di seguire la mia stessa direzione.
    La distanza che volesse raggiungere era del tutto ininfluente: si fosse fermato prima avrei proseguito; avesse superato la mia meta, mi sarei semplicemente congedato. M'affrettai dunque a raggiungerlo, sbracciando con una mano per richiamare la sua attenzione.
    "Amministratore Yakushi... EHIIII!!
    Non appena l'avessi raggiunto, e non me lo sarei fatto sfuggire tanto facilmente, avrei preso parola anticipando qualsiasi tipo di domanda. "La stavo giusto cercando e qualcuno degli uffici mi ha segnalato che se mi fosse affrettato l'avrei incontrata da queste parti. Piccola bugia. Sorrisi. "Siccome l'ultima volta aveva esternato le sue perplessità non volevo approfittare della sua assenza per lasciare il villaggio, quindi sono qui per richiedere un permesso amministrativo. Dovrei raggiungere Kiri. Certo, come se m'importasse realmente di uno stupido permesso.
     
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    Era tipico di mai sorella Shinodari, affibbiarmi a qualcuno come pacco postale.
    Prima Suna ed ora Kiri.
    Ma questa volta nessun drago mi avrebbe accompagnato, neanche quella peste di Ko.
    Da un giorno all'altro lei era scomparsa assieme a loro lasciandomi solo poche parole scritte su pergamena.


    “Parto per un lungo viaggio per ricreare me stessa.
    Porterò con me Ko e Saki, abbi cura di te e di Ys.

    In allegato c'è una missiva che dovrai consegnare al Mizukage e a nessun altro, siamo intesi?

    Shinny”


    Come se mi avesse dato il tempo di risponderle, ma tra tornare alle dipendenze di Midori e andare a Kiri, beh, di certo preferivo quest'ultima opzione. Il freddo non mi spaventava.

    Chiusi la porta della villetta alle mie spalle e con Ys arrampicato sulla schiena mi incamminai verso l'East Gate.


    Conoscevo Febh di vista, dal matrimonio di Itai, per cui non mi fu difficile individuarlo.
    Ma l'altra persona che l'accompagnava, non avevo presente chi fosse.
    Per non parlare della lucertola. D'accordo Ko se la sarebbe presa a male, ma era davvero splendida, da rivaleggiare con uno dei draghi di mia sorella.


    Raggiunsi il gruppetto, rivolgendo un inchino formale nella direzione dei due shinobi.

    -Febh san, suppongo che Shinodari vi abbia accennato che avrei viaggiato con voi fino a Kiri, vero?- Chiesi, scrutandolo dubbioso.

    Chiamatemi pure paranoico, ma avevo il terribile sospetto che non fossi contemplato nel viaggio dell'amministratore otese; sarà forse che aveva evocato una delle sue lucertole, di cui mi aveva parlato mia sorella, e sembrava pronto a partire?

    Mentre sapettavo una risposta, mi rivolsi all'altro tizio.

    -Ryutsuki Kazekumo, il fratello minore di Shinodari, che fino a poco tempo fa ricopriva i ruoli di amministratrice e responsabile dell'ospedale del villaggio.- mi presentai in tono formale, forse un po' troppo per un ragazzino di undici anni.
     
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    Magari ho solo scordato di chiudere l'acqua in casa..vabbè, ci penserà pur qualcuno, spero. Fece spallucce e si sedette a gambe incrociate, pronto a dare l'ordine della partenza. Swift? Pronto a... Ma venne interrotto da un grido che gli fece stridere i denti.

    Luis, ex amministratore, da poco tornato da una "vacanza", che chiedeva permessi lampo per Kiri dopo la strigliata (purtroppo la tortura coercitiva non era stata approvata). Cos'è? Vuoi andare a stare a Kiri due anni? O stavolta ne basta uno? Replicò, acido, mentre la lucertola si limitò a uno sguardo interrogativo nei confronti del nuovo arrivato.

    Tuttavia non aveva alcun motivo ufficiale per negargli il permesso. Anzi, andavano persino nella stessa direzione, ma questo non significava certo che gli avrebbe dato uno strappo. Che se la facesse a piedi! Ok, ok, puoi pure andare a Kiri, buon viagg.. L'arrivo di un ragazzino li interruppe. Sembrava un pò impacciato mentre si inchinava, e poi disse una semplice frase che lo trapassò come una freccia...

    In tutta risposta l'amministratore si assestò una manata sulla fronte. Effettivamente Shinodari gli aveva fatto recapitare un messaggio. Ed effettivamente lui lo aveva messo da parte, ripromettendosi di leggerlo quanto prima. Poi aveva trovato un vecchio cruciverba non finito e...si sa come vanno queste cose...

    Ma ceeerto! Come no, ovvio che lo sapevo! Mentì in maniera tanto spudorata, plateale e poco convincente che provò lui stesso l'istinto di lanciarsi addosso dei pomodori. Ma ormai la frittata era fatta. Salta in groppa che si parte.

    Perdipiù, ora anche Luis Mikawa sapeva che la comitiva si sarebbe diretta a Kiri, quindi non si poteva più stare a fare il finto tonto e mandarlo a piedi da solo. E non poteva nemmeno prendersela con il ragazzino, Ryutsuki, perchè di fatto la colpa stava tutta nella pigrizia amministrativa, per così dire. Sospirò a lungo, quindi disse, con voce meccanica e palesemente controvoglia: Se vai a Kiri sali anche tu...in tre penso saremo più al sicuro...

    Con un ragazzino dall'aria tonta e un tonto conclamato come compagni di viaggio, si chiese che razza di fine avrebbero potuto fare...
     
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    Mostrai i denti, infilando le mani nelle tasche e stringendo sia gli uni che le altre dall'irritazione, ma mi sforzai di mantenere il sorriso che mi distendeva le fini labbra, con enorme fatica. « N... » Stavo quasi per rispondergli, cercando di limitare la possibile discussione ai minimi termini, ma stranamente ci pensò l'altro a concludere, in maniera fin troppo sbrigativa.
    L'arrivo del giovane mi lasciò del tutto indifferente, del resto avevo ottenuto l'indispensabile e potevo anche lasciare i due ai loro affari, poichè non volevo rischiare di generare altri attriti con lo Yakushi, ma...« Febh san, suppongo che Shinodari vi abbia accennato che avrei viaggiato con voi fino a Kiri, vero? » BINGO! In un attimo non ebbi più alcuna necessità di forzare la mia espressione, anzi, mi veniva naturalmente più raggiante. Se voleva lasciarmi a piedi doveva farlo con la maleducazione esprimendo appieno la sua antipatia nei miei confronti. Scelta politicamente rischiosa però.
    Quando il giovane Kazekumo si presentò liberai solo la dritta dall'abbraccio della stoffa, salutandolo con un cenno vagamente militare, ma molto meno formale. « Ciao! » Poi, dimostrandosi un pessimo attore, l'amministratore si trovò costretto all'angolo, come avevo supposto, ed adducendo una ridicola scusa mi permise di prender posto sulla bestia squamata.
    « La ringrazio infinitamente! » Lo guardai, sornione. « E' stato proprio un bel colpo di fortuna ritrovarsi tutti qui e con la stessa meta, non trovate?! » Infiliamo un pochino il dito nella piaga.
     
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    Il sospetto si tramutò in realtà non appena l'amministratore otese sembrò collegare la mia presenza al viaggio verso Kiri.
    E per quanto in un altro contesto l'esclamazione
    "Ma ceeerto!" avrebbe assunto un significato veritiero come risposta alla mia domanda, non era questo il caso.
    Sorrisi tra me, nel vedere come Febh non si stesse minimamente sforzando di fingere di sapere che accidenti ci facessi lì al Gate.
    Era inutile prendersela, ormai ci stavo facendo l'abitudine ad essere considerato un pacco postale che qualcuno si scordava di recapitare di tanto in tanto.

    Piuttosto l'altro ninja, a cui mi ero presentato, beh, aveva un che di... non sapevo spiegare cosa, ma non era nulla di buono.
    Mi salutò con un « Ciao! », senza presentarsi a sua volta.
    Ok, era di poche parole con gli sconosciuti, invece per quando riguardava l'amministratore...

    « E' stato proprio un bel colpo di fortuna ritrovarsi tutti qui e con la stessa meta, non trovate?! »
    Lo sentii dire, mentre mi avvicinavo alla lucertola per salire sul dorso, pronto a partire.
    Non ci voleva un genio per capire che ero capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

    -Si, davvero un bel colpo di fortuna...- ripetei, assumendo un'espressione cordiale.
    Ma il colpo di fortuna per chi era stato?


     
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  13. The Retribution
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    Who am I?

    Una nuova di pensieri
    mi osservano dentro l'anima
    sento il mio io svanire.


    Passo, dopo passo, dopo passo, ed il cancello Est sembrava essere sempre più distante anche se macinavo metri sotto le suole dei miei consunti scarponi. Non ero sicuramente nello stato più elegante del mondo: maglietta a righe bianche e nere, canottiera bianca palesemente non stirata seppur pulita, pantaloni di solida stoffa nera pieni di toppe del medesimo colore e, per finire, la chitarra rovinata portata stancamente sulla spalla sinistra. Ma ero uscita di prigione da tre giorni, era già tanto che non mi fossi presa qualche brutta sindrome da spazio aperto o roba simile, quindi mi sentivo particolarmente rassicurata da questa eventualità. E poi la sera prima mi ero messa via almeno un paio d'ore per sistemarmi i capelli e mettermi un eyeliner che fosse definibile come tale. non per vanità ma perché dopo tanto tempo mi faceva piacere sentirmi un filino più femminile del solito pigiama con le catene delle celle di isolamento. Il tempo era tranquillo, qualche nuvoletta sparuta qua e la in cielo ed un sole primaverile che rendeva facile sopportare la brezza che circondava il paese del suono.

    Mia madre abitava in città, si era trasferita da Kusa qualche mese addietro ed aveva trovato lavoro in un club di spogliarelliste o qualcosa del genere, non potevo certamente biasimarla, dato che avere una figlia a quattordici anni deve essere stato abbastanza devastante dopotutto. Chissà se gli era giunta voce della mia reclusione, immaginai di si dato l'ambiente dove lavorava, ma sul momento scacciai il pensiero relegandolo ad un secondo momento: non c'era alcuna necessità di rovinarmi la serenità pensato a quella puttana di mia madre. Alcuna.
    Il portale di Oto era esattamente come lo immaginavo: grande, spettale, pieno di ragnatele e quasi impossibile da illuminare completamente dalla luce.. un vero spettacolo per gli occhi di chi, come me, apprezzava un certo tipo di gusto arcaico nella costruzione e nel decoro degli infissi. Mi avvicinai ancora un poco, portandomi a quelli che stimai essere una cinquantina di metri, continuando a fissare attentamente il portone e le sue finiture ma senza riuscire a scorgere alcun guardiano o drappello che pattugliasse in alto o in basso le mura. Ammisi a me stessa che quella non era la porta più usata, molti mi avevano consigliato il portale a Ovest o a Sud, ma per essere un pochino meno convenzionale avevo allungato di qualche minuto la marcia per godermi il panorama ed ora, forse, ne stavo pagando le conseguenze. La vita è strana, dalle volte.

    Inavvertitamente poggiai lo sguardo sul polso dove svettava tristemente il tatuaggio del Kanji: prima o dopo mi sarei dovuta occupare anche di quello, ma con molta calma, non aveva senso iniziare già a farsi enormi problemi senza aver trovato nemmeno una casa dove dormire. magari mi avrebbero rimbalzata furiosamente all'ingresso del villaggio, chissà, forse una freccia vagante mi avrebbe asportato metà del seno - o del viso - rendendomi sfregiata per sempre ed io mi sarei ritirata in eremitaggio ascetico su qualche montagna. Chissà. Però ovviamente non successe nulla di questi strani e misteriosi pronostici ed io arrivai ad una decina di metri dall'ingresso con l'espressione di chi non sa se bussare e pregare che tutto vada bene o attendere all'infinito piantata come un paletto per architetti nel terreno inquietante di quel posto. Optai per andare un pochino sulla via di mezzo: alzai il timbro di voce e mi presentai. - Della porta? Sono Ren, vorrei entrare nel villaggio ed arruolarmi. - E dopo pochi istanti, con voce un pochino più alta. - C'è nessuno? -

    Ed il pensiero di ricevere una carta bomba come risposta si fece largo nella mia mente e, per educazione, mi sfilai anche gli occhiali da sole rivelando quegli occhioni giganteschi e verdi che mi ritrovavo. Non stava bene presentarsi con gli occhiali da sole..
     
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    [Un arrivo movimentato]

    Inizialmente non ci fu alcuna risposta per l'aspirante Kunoichi appena giunta alle mura di Oto. Certo, lei non poteva sapere che il Guardiano si era insediato da poco più di qualche giorno, dopo il suo rientro da una missione che era stata un successo solo per metà. Il guardiano in questione era una montagna d'uomo con la pelle scura e folti capelli acconciati in modo abbastanza esotico rispetto alle tradizioni dei ninja, vista l'imponente chioma scolpita in lunghi dreadlock.

    Un'altra cosa che la visitatrice non poteva sapere era che il guardiano, apparso improvvisamente sulla cima del gate con le braccia conserte, aveva appena finito di discutere animatamente con una delle guardie che gli erano state assegnate: un tizio diventato chunin al sesto tentativo, con ben pochi pregi a parte la tenacia ed una insana ossessione per alcune vecchie leggende. La discussione era una faccenda di poco conto, riguardo i turni di guardia, ma l'insistenza ottusa di questa guardia era riuscita a mandare fuori dai gangheri il Guardiano, tanto da rilasciare almeno un poco il suo intento omicida. a quel punto la guardia piantagrane si era fermata immediatamente, ma aveva un'espressione spaventata ed al contempo mortalmente seria.

    Il perchè tutto questo sia importante lo scopriremo fra un attimo.

    C'è sempre qualcuno alle porte di Oto! Si sarebbe annunciato così il guardiano, alto sul portone a guardare la ragazza con aria di superiorità. Arrivi all'East Gate e chiedi di entrare. Si può anche fare, ma dire che ti chiami Ren è un pò poco, o no? Appartieni a qualche clan? Perchè vuoi arruolarti? Si sarebbe quindi inchinato in avanti, abbassando gli occhiali da sole. E poi dimmi, come faccio a sapere che non sei un nemico sotto mentite spoglie, eh?

    Il tempo di una breve risposta da parte della ragazza e poi il Guardiano avrebbe continuato. E ora dimmi Ren...sei single? Sogghignò con aria beota, per poi iniziare quella che sarebbe dovuta essere una pomposa presentazione. Sappi che io sono il potente ed invincibile Guardiano dell'East Gate. L'uomo che prenderà presto il controllo del lato oscuro di Oto. Io sono JYAZU YAM... Ma non finì mai la frase, ed invece di gettare quelle sue parole autocelebrative addosso alla nuova arrivata, le uniche cose che sfiorarono il suo viso furono piccole gocce di sangue eruttate dalle labbra del Guardiano mentre la lama crudele ed affilata gli trapassava un polmone! ...a...aaah...co-cos... Una sagoma alle sue spalle aveva sferrato quel colpo a tradimento, e poi con un calcione spinse il ferito giù dal Gate.

    Jyazu Yama, guardiano di oto, impattò al suolo con una lancia conficcata nel petto. Ancora vivo, ma certamente ridotto male, mentre con gli occhi spalancati fissava la ragazza appena arrivata, cercando di chiedere aiuto ma senza abbastanza aria per formulare le parole. A.a...a.... Piano piano la luce nei suoi occhi oltre le lenti spaccate degli occhiali da sole andava affievolendosi. Sulla cima delle mura l'assalitore aveva un'espressione estatica, mentre con una mano alzata si preparava a scendere. FERMI TUTTI, CI PENSO IO! Gridò ai suoi compagni, cercando di calmare gli animi. E TU RAGAZZA STAI LONTANA, IL MOSTRO DEVE ESSERE ESTIRPATO PRIMA CHE EMETTA LE CODE!

    pazzoalgate



    Code? Il Guardiano si contorceva al suolo, ed in effetti stava capitando qualcosa al suo corpo...era come se sottili filamenti di chakra stessero cominciando a fuoriuscire dalla sua pelle riunendosi in un manto di chakra crepitante e tuttavia molto fragile, come un fuoco che stava per spegnersi. Non se lo aspettava, ora potrò sigillare per sempre il Demone e avremo fatto un passo in più verso la pace! Lanciò qualcosa alle sue spalle e una serie di esplosioni accompagnarono la sua discesa a terra. Il Guardiano ancora fissava con occhi quasi vuoti la ragazza con la chitarra, che era finita coinvolta in qualcosa oltre la sua portata...
     
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  15. The Retribution
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    Rise, Rise!

    Fratello contro fratello
    nel silenzio d'una stanza
    il rimpianto di una morte.


    In un primo momento rimasi in qualche modo disturbata da quel tizio dall'aspetto rivoltante che sbraitava dalle mura nemmeno fossi arrivata in quel posto con un'armata intera. Ma poi, ascoltandolo parlare, mi resi conto che era solo l'ennesimo fanfarone tutta aria e niente sostanza, anche perché da dove era credevo difficile che potesse scorgere così bene quanto ero bella. Certo, il complimento lo apprezzai infinitamente, ma dalla bocca di qualcuno più gradevole sarebbe risultato senza ombra di dubbio più delicato e veritiero. E mentre pensavo a queste sdolcinatezze, ideandomi un modo più o meno valido per rispondere alle domande del guardiano, questi rimase fulminato nel suo parlare da qualcuno che gli stava alle spalle. - Merda.. non promette nulla di buono.. - Mi spostai subito i capelli che si erano mossi ribelli davanti al viso per non perdermi quella specie di macabro spettacolino: di gente pestata a sangue e qualche morto mi era capitato di vederli, è naturale, così come la violenza gratuita, ma quella era qualcosa di ben diverso, c'era premeditazione ed era palese. Non si accoltella un uomo alle spalle mentre compie il suo lavoro di guardiano senza infrangere - sicuramente - una mezza tonnellata di legislazioni interne al villaggio stesso.

    Feci un passo avanti del tutto intenzionata a dare soccorso a quel disgraziato caduto a nemmeno dieci passi da me, abbandonai la chitarra al suolo pronta a soccorrerlo quando la voce dell'assassino, sulle mura, mi arrivò dritta in testa facendomi desistere dal mio intento. non capivo niente di quello che stava succedendo, metà di quello che udivo mi usciva dalla testa senza sedimentare, mi aspettavo una accoglienza ostile ma non sino a questo punto. Questa era quasi follia allo stato puro. Guardai rapidamente sulle mura notando alcune esplosioni e, avanzando ipotesi molto casuali come piccole bombe o altre cose della medesima sorta, mi ritrassi ancora di più badando bene a portare con me anche lo strumento musicale. - Ma che cazzo stai facendo? Perchè hai ammazzato questo tizio? - L'idea che fosse un traditore di Oto mi sfiorò velocemente la testa e mi venne l'insano istinto di corrergli addosso menando pugni e calci come mai in vita mia. Ma non ero sicura, non potevo avere la certezza di quello che facevo, non sapevo nemmeno se quello a terra agonizzante fosse davvero un guardiano e non qualche mero trucco. Che situazione di merda. In qualche modo, comunque dovevo uscirne, e non volevo restare con le mani in mano mentre avveniva qualcosa che poteva benissimo essere omicidio ai danni del villaggio in cui stavo per entrare e avrei fatto una figura piuttosto ebete a dire "Oh si ho visto che ammazzava il guardiano e sono rimasta li, immobile, a lisciarmi i capelli e farmi la manicure".. Fanculo.

    Afferrai dallo stivale un Kunai e sfilai dalla sacca il piccolo filo d'acciaio: lanciai il Kunai in direzione della figura cercando di temporeggiare, di distrarla nel mentre che qualche altra guardia arrivasse a darmi conferma di quello che stava succedendo. - Che diavolo succede!? - E, per inciso, quelle stranezze che stavano diramandosi dal corpo del morente non promettevano per niente qualcosa di positivo. Ma per quanto ne sapevo poteva benissimo essere gas intestinale che gli usciva dal petto, quindi ancora una volta non ero sicura. Non si è mai sicuri. Mai.
     
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