[Secondo Accesso] West Gate of Sound

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    Shadow Angel

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    -Sono tempi interessanti, per cui anche ad un bambino indifeso come me, gli viene insegnata la via dello shinobi.-

    Commentai...

    E’ vero...
    Non conoscevo la sua vita.
    Non sapevo il motivo di quel nome.
    Eppure mi sembrava di conoscerlo da sempre.
    Assurdo!
    Mi stavo facendo condizionare dalle sue parole.


    -Non ho appreso di te solo dai loro racconti, ma soprattutto da quello che non viene detto... Tu credi che in questi mesi Shinodari mi avrebbe potuto realmente raccontare di te? Non ne sarebbe stata in grado...-

    Ammisi.

    -...Pronunciava il tuo nome nel sonno.. quando troppo stanca dal vegliarmi, crollava esausta al mio capezzale... in quei giorni che si sono susseguiti dal mio ritrovamento a Castelvania. Non Yami... sei sicuro che tu voglia saperlo da me?-

    Chiesi.

    Era difficile restare impassibile, continuare a divertirmi.
    Non stava andando come avevo programmato.

    Il cambiamento del colore delle mie iridi non lo lasciò indifferente.
    Potevo vederlo nel suo sguardo.


    -Io non conosco la storia dei miei occhi. Tu sai spiegarmela?-

    Commentai senza distogliere lo sguardo da lui.

    Ero confuso.
    Non sapevo perché gli avevo rivolto quella domanda.


    CITAZIONE
    Mpf..ripeto che hai due paia d'occhi particolari, per essere adottato. Diciamo pure che hai due occhi impossibili, per essere adottato. Non ricordi proprio nulla del tuo passato? E cosa intendevi quando il tuo nome è un inganno?

    Scossi la testa.

    -Il nome che ci viene affidato alla nostra nascita, nessuno di noi due lo sta utilizzando... Tu perché ti celi dietro Yami, io perché non ho un passato da ricordare. Per questo dico che è un inganno. Ryutsuki non credo sia il mio vero nome.-

    Risposi.

    -Yami ti è mai capitato di fare un sogno ricorrente? Di vivere una vita che non ti appartiene? Strano modo di vedere la mia esistenza, soprattutto da parte di un bambino di dieci anni, vero?-

    Stavo dicendo troppo.
    Non andava bene.

    Rivolsi uno sguardo verso Ys.
    Stavo tremando, ma non per paura.
    Lui capì saltandomi in braccio.


    -Tu sei lo specchio in cui mi vedo riflesso e non mi piace, Yami Kabane.-

    Indietreggiai di qualche passo tenendo stretto Ys contro il mio petto.

    Dannazione, ma cosa mi stava succedendo?
     
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  2. Yami Kaguya
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    Se non poteva parlarti di me, vorrei sapere questa "verità" sul mio nome da dove l'hai tirata fuori. I bambini non dovrebbero dire le bugie, no?

    L'espressione angelica era rimasta nononstante le sue parole. Ormai, quella maschera di normalità era diventata piuttosto forte. Avevo imparato da tempo ormai a convivere in qualche modo con il senso di colpa per ciò che avevo fatto.

    ...Sono passati mesi da quanto tua "sorella" se ne è andata. Sinceramente, inizio a credere che se non lo saprò da te non la vedrò più per domandarglielo. Ma rispetto la tua volontà, quindi puoi pure non dirmi nulla.

    Sorrisi pensando a come avesse mantenuto parte del suo spirito nel soccorrere e curare qualcuno. Ma restava il fatto che quel ragazzo aveva strane somiglianze per essere solo "qualcuno". Poi scoprii anche come Shin avesse lasciato vuoto il buco della mia vita riguardo al mio clan. Certo che fra tutte le cose che poteva non dirgli...

    Non è una storia che merita di essere raccontata. Sappi solo che il clan che possiede quegli occhi non è ben visto da molti villaggi. Anche se ormai è praticamente estinto. Io sono uno degli ultimi, per fortuna. Anzi.
    Credevo, di essere l'ultimo. Quel colore d'occhi è raro quanto il viola che possiedi di solito. Forse anche di più.


    Le domande aumentavano anzichè chiarirsi. Mi ricordava una missione fatta pià di un anno prima in territorio imperiale. Solo domande, poche risposte. Snervante allora, e anche adesso era irritante vedere ma non capire. Ma certo non sarebbe stato lui a darmi le risposte, ormai mi era chiaro. Anzi, dai discorsi successivi, sembrava che la mancanza di passato per lui fosse un punto cardinale della sua vita. Punto che sospettavo essere sul punto di scardinarsi, per come parlava. A tuttte le sue stranezze e particolarità, si aggiunse quindi il fatto che a 10 anni si preoccupasse del senso della sua vita, credendo che il suo nome non fosse altro che un ripiego, probabilmente.

    I sogni ricorrenti li faccio di continuo, anche se perlopiù sono più riconoscibili come incubi. Merito di chi mi stà in testa. Per la vita non mia, non saprei. Così come quella che tu chiami sorella, mi sono sempre conquistato tutto ciò che possiedo. Non conosco modo migliore per non avere dubbi su come la propria vita mi appartiene.

    Ys scese dalla mia spalla, e tornò in braccio al ragazzo, che stava inziando a tremare per qualche motivo. Le ultime sue parole, per la prima volta lo fecero sembrare quello che era. Un bambino spaventato. Lo fissai alcuni istanti, mentre lui e Ys si riflettevano nei miei occhi. Ridussi di nuovo la distanza fra noi dopo che si era allontanato, e con un giro su me stesso da inginocchiato, gli rivolsi la schiena. Poi con le braccia afferrai i vestiti sui suoi fianchi, tirandolo verso di me e alzandomi. Praticamente lo presi sulle schiena, iniziando a camminare verso Oto.

    Immagino ne avrai viste a decine però, di nuche dai capelli bianchi. Almeno così ti sembro meno uno specchio?

    Non attesi risposta, mentre il cancello si apriva dinanzi a me. Mentre aspettavo si aprisse, parlai di nuovo a Ryutsuki, lasciandolo andare se si fosse ribellato troppo alla posizione.

    Mi pare che stai tremando, e in effetti mi pare faccia un pò freddo, per andarsene in giro soo con un kimono a maniche corte. Mi pare che non hai preso la resistenza al freddo come Shinodari.

    Aprofittai del fatto che non mi vedesse coperto dai capelli, per sorridere un attimo. Mi ricordavo quei suoi abiti che sembravano ignorare qualsiasi avversità pur di essere indossati. Non avevo mai capito cosa la spingeva a farlo, ma non aveva mai smesso nemmeno dopo un litigio.
    Mi scostai da quei pensieri prima che tornassero a far male, mentre camminavo all'interno.

    Hai fame? Non so se troveremo qualcosa aperto, ma del cibo scalda meglio di qualsiasi coperta. Che ne dici?

    Decisi che era meglio distrarlo in qualche modo, piuttosto che lasciare che pensasse troppo. Sapevo bene, come a forza di stare da soli, vengono talmente tanti pensieri che a un certo punto è meglio staccare la spina. Credevo che quel ragazzino al momento avesse bisogno di questo. Sul perchè lo facessi, non ne avevo idea. Forse perchè era collegato a Shinodari. Forse perchè davvero rivedevo me in lui anche mentalmente.
     
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    -Te l’ho detto Yami... Ti chiamava nel sonno...-

    Replicai.

    -Ma quante storie fate voi adulti. Se ti dicessi che tornerà ad Oto, tu mi crederesti? Kiri non è la sua casa. Non troverà mai quello che ha qui.-

    D’accordo non conoscevo le intenzioni della mia sorellina adottiva, però per qualche motivo ero sicuro che mi ero avvicinato molto alla verità.

    Quello che mi disse poi sul suo clan mi diede da riflettere, ma non dissi nulla. Era semplicemente assurdo...
    CITAZIONE

    ...mi sono sempre conquistato tutto ciò che possiedo. Non conosco modo migliore per non avere dubbi su come la propria vita mi appartiene.

    -Sei fortunato Yami...-

    Mormorai stringendo Ys.

    Non riuscivo a smettere di tremare.
    Non smisi di fissare Yami, ma quando lui accorciò le distanze tra noi due non indietreggiai.

    Non sapevo cosa aspettarmi, ma di sicuro non quello che avvenne subito dopo.

    Si voltò su se stesso, inginocchiandosi e dandomi la schiena.


    Dovevo avere una faccia buffa in quel momento.
    Restai a fissarlo stupito.
    Anche quando mi strattonò per i lembi del kimono verso di lui.
    Ys capì al volo e si divincolò da me, per lasciarmi libero di aggrapparmi.
    Beh, in poche parole mi ritrovai in braccio.
    Sentii le guance arroventarsi.
    L’ultima volta che qualcuno mi aveva trasportato in...
    Non me lo ricordavo...
    C’era mai stata?


    CITAZIONE
    Immagino ne avrai viste a decine però, di nuche dai capelli bianchi. Almeno così ti sembro meno uno specchio?

    Scossi la testa e per poco non persi l’equilibrio.
    Sempre più in imbarazzo allungai le braccia per cingergli le spalle all’altezza del collo cercando di non stringere troppo forte.


    -Io ho visto solo te di nuche dai capelli bianchi. Shinodari ha i capelli blu... almeno da quando la conosco io...-

    Mormorai, per poi aggiungere


    -Beh... no... ora no... non sembri uno specchio... anche se... uhm... non credi che io sia cresciuto per essere preso in braccio?-

    Commentai, ma in fondo non volevo veramente scendere.

    Io non ricordavo un’esperienza del genere, eppure in quel momento mi sembrava di averla già vissuta.

    CITAZIONE

    Mi pare che stai tremando, e in effetti mi pare faccia un pò freddo, per andarsene in giro solo con un kimono a maniche corte. Mi pare che non hai preso la resistenza al freddo come Shinodari.

    Poggiai la testa contro la sua nuca.

    -Yami come faccio a prendere la resistenza al freddo da qualcuno che non è un mio vero parente?-

    Obiettai.


    -Io non ho freddo perché... beh, forse solo un pochino... ma a me questo abito piace. E’ nero, mi piace il nero.-


    Aggiunsi.

    Avevamo raggiunto il cancello e stavamo aspettando che si aprisse.


    Passo dopo passo mi stava conducendo dentro Oto.
    Mi guardai attorno con espressione curiosa.
    Stavo cercando di vivere memorie non mie.


    CITAZIONE
    Hai fame? Non so se troveremo qualcosa aperto, ma del cibo scalda meglio di qualsiasi coperta. Che ne dici?

    -Io non ho...-

    Non terminai la frase visto che il mio stomaco parlò per me.

    Mi nascosi dietro la sua schiena ancora più rosso, se questo fosse stato possibile.


    -Ecco... forse si... un po’...-

    Ammisi.

    -Yami... so che è un pensiero assurdo, ma... ecco... Io non sono mia stato ben visto a Jowa come se portassi con me una sorta di maledizione... Sono un bambino strano... troppo adulto per i miei dieci anni... faccio incubi che non so spiegarmi... e poi vengo adottato da qualcuno che non ti ha dimenticato... e... forse mi hanno salvato solo perché... sarebbe così assurdo se in qualche modo anch’io fossi sopravvissuto... se io facessi parte del tuo stesso clan... anche se in realtà della tua vita... io conosco solo il tuo vero nome... quello che penso sia il tuo vero nome...-

    Conclusi.

    Non aggiunsi altro.
    Mi sentivo stupido, però stare in braccio a lui mi faceva sentire bene.
    Già, ero proprio un bambino.
     
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  4. Yami Kaguya
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    Non parlo del fatto che Yami non è il nome che mi è stato dato alla nascita. Quanto che tu sei sicuro che lo uso come inganno. Ma ok, te la dò vinta.

    Non avrebbe mai ammesso di aver sparato una cazzata, quindi decisi di fare l'adulto e lasciargli la palla su quell'argomento. Sulla sua frase successiva però, non c'era molto da dire.

    No, non ti crederei.

    Sperai che il mio sguardo chiarisse, come avessi smesso di credere di poter di nuovo interferire con la sua vita. Se ne era andata per non vedermi, non c'era altro da dire. Se lui voleva parlarne, l'avrebbe fatto con un muro.
    CITAZIONE
    -Sei fortunato Yami...-

    Lo fissai inclinando la testa di lato, prima di rispondere.

    Se io sono fortunato, non mi chiedo gli sfigati che razza di vita fanno.

    C'era un pò di ironia e un pò di irritazione in quelle parole. Ma ero molto suscettibile riguardo agli eventi che mi avevano portato sino al momento in cui vivevo, scelte o conseguenze che fossero. Ad ogni modo decisi di continuare la conversazione in un altra posizione, e lo presi quindi sulle spalle mentre Ys scendeva dalle sue braccia. Poi sentii le sue mani sulle mie spalle, e iniziai a camminare. Ascoltai come Shin avesse ripreso il colore che aveva a Konoha, poi mi scappà una mezza risata quando continuò.

    Mpff...sì, intendevo come immagine, non che tu abbia visto chissà quante persone. E per il resto una certa persona la portavo in braccio anche a 17 anni, quindi immagino si possa dire che non si è mai troppo grandi.

    Il tono era calmo, ma lo sguardo serio. Non andava troppo bene ripescare certi ricordi. Ma sapevo che stando vicino a un bambino collegato a lei, era inevitabile finire a parlarne. Poi proseguii con i discorsi, ma ebbe da obiettare. Ascoltai, prima di replicare a mia volta.

    Credo comunque che quegli occhi c'entrino in qualche modo con i kazekumo. E chi ha un passato sconosciuto non dovrebbe dare troppe cose per certe, non trovi?

    Avevo imparato a mie spese mesi prima, come le certezze non esistano a questo mondo. Tutto si riduceva a un calcolo delle probabilità. Il 100% di probabilità era solo un'illusione.

    Il nero assorbe la luce, quindi su quello posso concordare che possa teoricamente scaldare di più. Se ti piace, meglio.

    Non avevo visto però il nero che mi interessava. Forse non lo avevo fatto irritare abbastanza. Ma per quella sera decisi di lasciarlo in pace. Oltrepassato il cancello, pensai che alla fine l'unico luogo aperto di tutta Oto, poteva essere il Ramen....o andando sul sicuri, il Neko. Ma probabilmente Shin mi avrebbe ucciso se avessi portato quel tipo in un locale simile, anche se solo per prendere qualcosa di caldo. Svoltai quindi verso la zona dove stava la famiglia che aveva adottato Saki, magari anche lui era lì. Di certo dopo che l'aveva chiamata lui a Castlevania, quel cane poteva scordarsi qualsiasi gesto di affetto nei suoi confronti.
    CITAZIONE
    -Io non ho...-

    Sete?

    Mentre parlava un rumore ben riconoscibile provenì da dietro di me, quindi per sdrammatizzare feci quel commento, sorridendo tra me e me quando ammise che dopotutto aveva fame. Poi però proseguì con altri discorsi, dando voce anche a una parte dei miei sospetti. Ma era talmente insopportabile come idea, che la rifiutavo.

    Mpf. Fanno i razzisti loro che vivono in un terreno dove "normalità" è una parola grossa? Idioti.

    Dopo la notte che mi aveva ridato la solitudine, ogni cosa di Castlevania era diventata insopportabile. Dall'amare, ero arrivato a odiare quella terra con tutto me stesso. Nonostante tutte le cose che mi aveva dato, nulla poteva equiparare il fatto che permettesse ai fantasmi di allungare le loro mani sui vivi. Letteralmente.

    E' passato molto tempo da quando quegli occhi d'argento sono considerati portatori di sventura. Almeno 17 anni. Se non li hai mai mostrati troppo, dubito ti schivassero per quello. Di certo sei troppo adulto per i tuoi 10 anni, quello sì. Ma ciò che la gente non comprende, è normale che lo eviti. Per il venir adottato da chi non mi ha dimenticato, credo che stare a Castlevania e non incappare in un Jaku sia come pretendere di non vedere pesci nell'oceano. E ormai saranno sì e no 8 al massimo come famiglia rimanente.

    Poi feci una pausa, pensando. Ricordando ciò che era successo in quei mesi in cui Shin non c'era stata. Il rapimento dei Kabane, e la conoscenza di Hikaru.

    ..Sì, mi spiace. Non nego che sia possibile che io e te possiamo essere legati in qualche modo. Ma trovo insopportabile l'esistenza di uno di loro. Non nego comunque che 10 anni sono tanti. Non sarebbe così assurdo, ma lo trovo improbabile. Scusa se te lo dico, ma cambiare colore a piacimento non è proprio qualcosa di normale. Tranne per i Kazekumo. Il tuo colore inoltre è l'ametista nella normalità. E' possibile che tu appartenga al mio stesso clan. Ma non essendoci maschi Kazekumo che io sappia, è improbabile che tua madre sia una Kabane. E solo le donne del clan, avevano il dovere di procreare. Di maschi con quel compito non ne ho mai sentiti.
    Alla fine quindi, non possiedo la risposta a questa domanda.


    Ripresi a camminare, con un umore decisamente più tetro. Non ce l'avevo con lui. Ma da quel giorno di alcuni mesi fà, il solo pensiero di un Kabane diverso da me mi era insopportabile.
    Ad ogni modo, raggiungemmo presto la casa degli Udon, e là bussai a mio modo. Ovvero un calcio alla porta. Sentii dei rumori all'interno, e un ragazzo dai capelli rossi mi venne ad aprire, con un aria omicida. Mutò un attimo nel vedermi, o forse nel vedere il piccolo sulle mie spalle. Lo fissò a lungo, prima di tornare su di me.

    Hai trovato il tuo fratellino sperduto? Spero la risposta sia sì, altrimenti non riesco a immaginare quale altro cazzo di motivo puoi avere per svegliarmi alle 3 di notte!

    Mi voltai un attimo verso Ryutsuki, poi ancora verso Makoto, con uno sguardo freddo.

    Mi somiglia così tanto? No comunque, è un mio ospite e ha fame, mi serve una cosa calda e non ho la cucina al Palazzo, quindi mi serve una mano. O sei con una donna?

    Se fosse?

    Metti su una musica romantica e chiudi la porta, sò fare da solo se serve.

    Makoto mi fissò un attimo, poi sospirò facendomi cenno di entrare.

    Certo che sei proprio un genio nel parlare di fronte ai bambini. Scusalo, è un animale a volte. Che non toccherà perciò la cucina di mio padre. Aspettami a tavola con il tuo amico, ora ti porto qualcosa.

    Grazie.

    Fu lievemente detto fra i denti come ringraziamento, ma lo fissai con uno sguardo grato. Certa gente aveva parecchia pazienza con me, quando io ormai non aprivo più il cuore a nessuno.

    Che Ramen preferisci?

    Chiesi, sebbene sapessi che doveva essere Makoto a fare simili domande. Ma non disse nulla, quindi immaginai andasse bene.

     
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    Erano passato tanto tempo...
    Mesi...
    Una vita intera...
    Ma alla fine era ritornata.
    Alla fine aveva sempre saputo che una delle due cose più preziose che avesse era lì.
    Anche se sapeva che quel baratro non sarebbe mai stato colmato, si sarebbe accontenta di stargli vicino anche solo entro le stesse mura.
    L’altra metà del suo tesoro era da qualche parte lontano da Castelvania.
    Era inutile cercarlo, quando non desiderava farsi trovare.
    Il viaggio di ritorno da Kiri le aveva dato modo di riflettere, di pensare a cosa dire, ma era così difficile.
    Si chiese se sarebbe mai riuscita a confessare a Kayle la verità su Ryutsuki.
    Era stata così ferita da distruggere la vita di un bambino, che poteva essere il loro futuro.

    Another life, another destiny...

    Ma di se non si può vivere...

    Un giorno si sarebbe fatta perdonare da Ryucchan, ma ora non poteva, doveva ancora mettere assieme i pezzi della sua vita, per poter provare a voler bene a quel bambino come si sarebbe meritato.
    Aveva amato così intensamente da esserne stata bruciata.
    Ogni volta che le barriere si incrinavano il dolore la soffocava.

    Il West Gate era così vicino...

    Poteva evitarlo, entrare da un’altra via...
    Sarebbe stato così semplice, ma sapeva che non poteva farlo.
    Voleva rivederlo, anche solo per dirgli che era tornata...

    Raggiunse il cancello fino quasi a sfiorarlo con le dita della mano.

    Non indossava il mantello, i lunghi capelli di un intenso blu ondeggiavano al vento che si era levato.

    Sollevò lo sguardo alla ricerca di quello di lui...
     
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  6. Yami Kaguya
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    Kabane..

    Mh? Trovato?

    C'è Shinodari.

    Probabilmente la mia faccia doveva essere un programma. Guardavo l'interno di Oto dalla sommità del West, per cercare quel ragazzino che era sparito così. Ma era passata quasi mezz'ora, e non era accaduto nulla. E ora, questo.
    Mi voltai, avvicinandomi al parapetto quasi esitando. Quando però mi sporsi e vidi una capigliatura blu, il mio cuore saltò qualche battito. Non la vedevo da qualche mese prima, quando Sayaka ci aveva chiamati a sè per aumentare le nostre conoscenze mediche. E ora era di nuovo là.
    Non ci fu bisogno di parlare, la zampa del gatto uscì senza esitazione, fornendomi l'appoggio che volevo. Da lì scesi a terra, lo sguardo rivolto verso il terreno, l'atterraggio in posizione accucciata. Lo sollevai, fissandola dopo tanto tempo. Si accavallarono molte domande nella mia testa. Dove era stata, perchè aveva ripreso il blu di Konoha. Alla fine decisi di partire da quello.

    ..Ti sei fatta crescere i capelli.

    Una affermazione più che una domanda, ma mi fece rendere conto, che non sapevo cosa dire. Ogni mia parola avrebbe rovinato quell'atmosfera, per il semplice fatto che ero confuso su quel ritorno tanto improvviso. Così mi alzai, avvicinandomi a lei. Per un secondo la mano ebbe l'impulso di riabbracciarla come un tempo. Ma sapevo che la fiamma di quel gesto si sarebbe spenta subito. Mi avvicinai sino a starle dava E quel dubbio non si era ancora spento. Ma decisi di concedermelo. Non poteva essere lo stesso abbraccio. Ma rimaneva il fatto, che quella ragazza mi avesse aiutato quando ero a Oto. E sebbene quell'amore che c'era non potessi più darglielo, ciò non cambiava tutto quello che era successo prima.
    Feci un ultimo passo, mentre la mano sinistra andava dietro la sua vita, e la destra dietro la sua testa. Poi la tirai verso di me, in quell'abbraccio che a suo modo, aveva comunque la felicità di rivederla dopo tanto.

    Bentornata..

    Se mi avesse permesso di fare tutto ciò, sarei rimasto così un pò, dimenticandomi di chi stavo cercando, mentre la sentivo di nuovo tra le mie braccia. Ma come predetto, decisi di allontanarmi dopo un pò, tornando a fissarla.

    ...Posso chiederti una cosa?

    Attesi di nuovo, poi continuai se me lo avesse permesso.

    ..Chi è Ryutsuki?

    Silenzio. Quegli occhi erano rimasti freddi, quando l'avevo vista. Sapevo di averla ferita in maniera irreparabile. Ma ora che era là davanti, non avevo potuto trattenere quella domanda.
     
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    E trovò lo sguardo che stava cercando.
    Era passato davvero tanto dall’ultima volta che si erano visti.

    Però per quanto loro fossero cambiati dall’ultimo incontro, per lei, Kayle, era rimasta la persona per cui era tornata.
    Il tempo passato a Kiri non aveva cancellato i ricordi...

    Restò in silenzio, mentre lo vedeva scendere dal gate.

    Il “gatto” guardiano e il guardiano umano.

    Stavano bene assieme.

    Un pensiero che le venne spontaneo.

    Forse suggerito da quel salto “felino” che lo lasciò accucciato sul terreno per qualche istante.


    CITAZIONE
    ..Ti sei fatta crescere i capelli.

    Shinodari annuii.

    In fondo neanche lei sapeva cosa dire, da dove iniziare.

    Ma non distolse lo sguardo da lui.

    Lo vide esitare.
    Lo sapeva che nulla sarebbe stato come prima, eppure...

    Per un istante restarono abbracciati.
    Sentì lo shinobi stringerla a sé.
    Shinodari gli poggiò la testa sul petto, chiudendo gli occhi.
    Le mani si mossero timidamente, esitando attorno alla vita come per cingerlo.
    Solo per un istante...
    Solo per un fugace istante si strinse a lui.
    Poi entrambi si separarono.

    Gli occhi della ragazza erano tristi, quando li riaprì.

    CITAZIONE
    Bentornata..

    Quella singola parola sussurrata durante l’abbraccio, ancora echeggiava nella sua mente.

    -Grazie...-

    Mormorò, poi aggiunse

    -Amministratore Kabane, ho il permesso di riprendere il mio posto qui ad Oto? Non intendo andarmene mai più... Mi spiace di essere scappata via, ma credo di aver vissuto in un limbo per tutto questo tempo... però ho capito che per quanto tra noi ci sarà un confine che non potremo mai più varcare, desidero lo stesso starti accanto, anche solo come collega...-

    Abbozzò un sorriso, e questa volta era sincero...

    Lentamente stava riaprendo il suo cuore ai sentimenti.


    CITAZIONE
    ...Posso chiederti una cosa?

    Certo che poteva, ne aveva tutto il diritto.

    Annuì ancora una volta, ma non poteva immaginare la domanda che le pose dopo.


    CITAZIONE
    ..Chi è Ryutsuki?


    Shinodari lo fissò per qualche istante, prima di rispondergli.

    Poi abbassò lo sguardo verso il terreno.


    -Se sai il suo nome allora è qui che si è rifugiato. Mia madre mi aveva avvisato che era scappato da Castelvania.-

    Commentò con un misto di sentimenti, che era difficile da decifrare.

    Lo sorpassò dandogli la schiena, mentre il suo sguardo era diretto oltre il gate.


    -Mesi fa quando me ne andai da Oto mi rifugiai a Castelvania prima di dirigermi a Kiri. Lì ho incontrato quel bambino. Mia madre mi aveva raggiunta avvisata da Ko. E come se il destino l’avesse voluto mandare a noi, lei lo trovò ai margini di Castelvania, privo di ricordi. Da allora se ne è presa cura addestrandolo. E’ un ragazzino particolare. Troppo adulto per la sua età. Molto indipendente e ribelle... Come l’hai incontrato? Ed ora dove si trova?-

    Chiese infine, voltandosi verso di lui.

    Sapeva di aver mentito, ma era brava a omettere la verità.

    Ma non poteva dirgli chi fosse veramente Ryutsuki.
    Si chiese se il bambino avesse mostrato il suo segreto...

     
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  8. Yami Kaguya
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    Per un attimo sentire le sue mani attorno a me mi fece sentire come prima. Ma quando si separò, non c'era più il dispiacere di allora. Forse non era stato solo l'impulso di un momento, o forse ancora non avevo capito appieno perchè il mio amore si era spento. Rimasi solo ad ascoltarla mentre parlava, chiedendomi il permesso di tornare a Oto. La fissai alcuni secondi, poi risposi.

    Non ti serve certo il mio permesso se vuoi tornare qui. E di certo non mi dà fastidio rivederti ancora. Se vuoi tornare sei la benvenuta, amministratrice.

    Io di certo ormai non meritavo il titolo di amministratore. Ma immaginavo che ormai mi si fosse attaccato addosso. Ad ogni modo, passai alla domanda pressante che mi girava in testa. Al che rimase in silenzio chinando lo sguardo, e solo allora parlò.

    Diciamo che mi ha fatto una visita.

    Osservai poi come mi passò accanto, fissando Oto mentre continuava. La sua versione coincideva con quella del bambino. Ma lo stesso non mi fidavo troppo. La sentivo dietro di me, e mi chiedevo come comportarmi. Ma per il momento, mi focalizzai sull'averli tutti e due davanti, e dopo fare gli interrogatori.

    ..Per il come non è stato difficile, è venuto lui stesso a bussare al West gate, ma visto come qualcuno avesse l'abitudine di crollare dalla stanchezza al suo capezzale a forza di vegliarlo, non mi stupisce che sapesse dove trovarmi e chi ero.

    Mi voltai verso di lei a quelle parole, fissando quegli occhi ametista, tanto simili a quelli del bambino. Continuavo a non capire, e mi irritava. Ma non avevo tempo per quello, ora.

    Per il dove si trova, sinceramente non lo sò, mi sà che a vivere con te ha preso l'abitudine di farsi rincorrere. L'ho portato a mangiare qualcosa ed è uscito dalla finestra senza dirmi nulla. Particolare lo sarà pure, visto che rompe per entrare in un villaggio e poi scappa. Comunque l'ho perso di vista, e credo che abbia oltrepassato i cancelli in qualche modo.

    Rimasi in silenzio alcuni secondi, poi feci una faccia angelica.

    Hai qualche drago da prestarmi per ritrovarlo?

    Terminai lì di parlare, rimandando domande e curisità a dopo, o perlomeno a quando i draghi erano già in azione se li avesse evocati. Iniziavo a stancarmi, di avere tante domande in testa, però.
     
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    Si domandò se ne sarebbe stata ancora all’altezza.
    Mesi fa era fuggita senza pensare ai doveri che aveva verso il villaggio.

    Ma in quel momento vi era qualcuno che meritava la sua totale attenzione.
    Ryucchan era stato lì ad Oto.
    Una visita...
    Stentava a crederlo...
    Quel bambino stava architettando qualcosa.


    CITAZIONE
    ..Per il come non è stato difficile, è venuto lui stesso a bussare al West gate, ma visto come qualcuno crollava dalla stanchezza al suo capezzale per vegliarlo, non mi stupisce che sapesse dove trovarmi.

    Shinodari incrociò il suo sguardo.

    Per un istante l’ametista virò verso il nero.
    Non le piaceva quella velata insinuazione da parte dello shinobi.


    -Quel bambino ha rischiato la vita. Ho cercato di fare del mio meglio, ma in quei giorni non potevo fare l’impossibile. Un medico non può permettersi di crollare così, ma Ryucchan non aveva altre scelte se non me.-


    Restò un istante in silenzio

    -E così è venuto per trovare te... E’ questo che mi sta dicendo Yami?-

    Replicò con un tono di voce tagliente.

    Ma quando questi continuò a parlare, il suo viso sembrò mutare.
    Non più l’espressione priva di emozioni, ma un sorriso illuminò il suo viso.

    Scrutò Yami e quella sua aria angelica.
    Attese...


    CITAZIONE
    Hai qualche drago da prestarmi per ritrovarlo?

    Shinodari scoppiò a ridere, quasi piegandosi in due.

    -Yami ti lascio da solo per qualche tempo e tu non riesci a tenere a bada un bambino di dieci anni?-

    Si avvicinò fino a restare a pochi centimetri da lui, guardandolo dritto negli occhi.

    Cercò di ritornare seria, ma era un po’ complicato, soprattutto dopo mesi passati a tener a bada le sue emozioni.
    Il fatto che il bambino fosse scappato dopo aver incontrato Kayle le dava da pensare.


    -Richiamerò Ryukage, ma non lo faccio per la tua espressione innocente. Ti conosco bene e so che non ti va giù l’esserti fatto fregare da lui. Lo troveremo assieme, ma bada bene... Guai a te se torci anche un solo capello a quel bambino...-

    Sibilò la ragazza, indietreggiando quel tanto da poter attivare il richiamo.

    Sangue...
    Chakra...

    Il drago si materializzò come se una delle ombre attorno a loro avesse preso vita.


    Shinodari...

    La ragazza abbracciò la creatura.

    -Ryukage, ho bisogno del tuo aiuto. Si tratta di Ryucchan... E’ qui ad Oto e potrebbe essersi cacciato in qualche guaio. Trovalo e portaci da lui... Ma non l’allarmare per nessun motivo... Desidero parlare con lui... Non voglio che scappi...-

    Spiegò con la voce che le vibrava.

    Come desideri

    Rispose, sprofondando nuovamente nelle ombre.

    Shinodari tornò a fissare ancora una volta Yami.


    -Ryukage si è affezionato al bambino, quando si trovava a Castelvania. Lo difenderebbe fino alla morte... Bene Yami, non ci resta che attendere... A proposito, visto che siamo in tema, oltre a Ryutsuki, ci sono state altre novità di cui dovrei essere messa al corrente?-

    Chiese, assumendo a sua volta un’espressione angelica.
     
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  10. Yami Kaguya
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    CITAZIONE
    -Quel bambino ha rischiato la vita. Ho cercato di fare del mio meglio, ma in quei giorni non potevo fare l’impossibile. Un medico non può permettersi di crollare così, ma Ryucchan non aveva altre scelte se non me.-

    La fissai alcuni secondi interdetto, poi replicai a quelle parole.

    ...Prima mi dici che l'ha accudito tua madre, poi che non aveva altre scelte se non te. Era un pò su questo, che ti stavo facendo la predica, non su altro.

    Pure lei parlava per enigmi quasi, dicendo prima una cosa e poi l'altra. E io dovevo credere che erano due sconosciuti...

    E' venuto al mio gate, ma immagino di averlo deluso visto come poi è scappato. Quindi sì, immagino sia venuto per trovare me, o al limite vedere dove sei vissuta.

    Poi, inaspettatamente scoppiò a ridere, facendo comparire un accenno di sorriso anche sul mio volto, prima di parlare e pungermi sul vivo.
    CITAZIONE
    -Yami ti lascio da solo per qualche tempo e tu non riesci a tenere a bada un bambino di dieci anni?-

    Non mi pare di essere l'unico a essermelo fatto scappare.

    Poi mi si avvicinò, fissandomi mentre mi parlava a pochi centimetri dal volto.
    CITAZIONE
    [...]Ti conosco bene e so che non ti va giù l’esserti fatto fregare da lui. Lo troveremo assieme, ma bada bene... Guai a te se torci anche un solo capello a quel bambino...-

    Mi venne istintivo. Un ricordo del passato, che però stavolta tornò piacevole. Feci un passo in avanti a mia volta, arrivando al limite della vicinanza, così che potessi vedere solo i suoi occhi, e nient'altro, come lei poteva farlo con me.

    Ma davvero. Vedrò di tenerlo a mente, allora.

    Si allontanò poi per evocare il drago, al che la lasciai fare, continuando ad ascoltarla non potendo fare altro per il momento. Ryukage ricevette l'ordine, dopochè volò via.
    CITAZIONE
    -Ryukage si è affezionato al bambino, quando si trovava a Castelvania. Lo difenderebbe fino alla morte...

    Avrà modo di dimostrarlo, allora.

    Replicai in tono secco, mentre facevo qualche passo fino a sedermi contro il cancello.
    CITAZIONE
    A proposito, visto che siamo in tema, oltre a Ryutsuki, ci sono state altre novità di cui dovrei essere messa al corrente?

    Forse i giocattoli di Sayaka al Neko sono da controllare, non me ne sono mai interessato se non per controllare cos'erano, una volta che mi annoiavo. Pessimo sapore, così non me ne sono interessato.

    Pensai poi a tutto il resto, al rapimento dei kabane, a Hikaru...a ciò che da allora mi portavo dietro.

    Per il resto nessun'altra novità, la derattizzazzione è terminata con successo se ti interessa. A Sato sei mancata, credo che farà i salti di gioia a non dover più lavorare per forza con me. Fine comunicazioni.

    Dopodichè rimasi in silenzio, aspettando che quel drago d'ombra tornasse dal suo giro, con notizie o meno del bambino.
     
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    Shinodari fece un sospiro.

    -Midori l’ha addestrato per diventare uno shinobi, io ho lottato per salvargli la vita. Temo di non essere stata una brava sorella maggiore in questi mesi. Suppongo a causa del mio egoismo, della mancanza di emozioni che non riuscivo a provare.-

    Ammise.

    CITAZIONE
    E' venuto al mio gate, ma immagino di averlo deluso visto come poi è scappato. Quindi sì, immagino sia venuto per trovare me, o al limite vedere dove sei vissuta.

    Lo sguardo della ragazza si incupì per qualche istante, ma non replicò a quel commento.

    La risata era nata spontanea.


    CITAZIONE
    Non mi pare di essere l'unico a essermelo fatto scappare.

    -Touchè! Ma Castelvania non ha confini da poter sorvegliare.-

    Commentò socchiudendo gli occhi.

    Però man mano che parlavano i loro sguardi si mutarono in sfida.
    Per un istante erano così vicini da poter vedere solo gli occhi l’uno dell’altra.


    -Si, sarà meglio che tu lo tenga a mente, Yami. Quel bambino è molto importante per me.-

    Ma non c’era nessuna inflessione nel tono della sua voce.


    [...]



    Il drago si era diretto alla ricerca del piccolo fuggitivo lasciando i due shinobi da soli.

    CITAZIONE
    Avrà modo di dimostrarlo, allora.

    Quelle parole la preoccupavano.

    Si avvicinò nuovamente a lui, appoggiandosi con la schiena contro il cancello.

    Ascoltò dalla sua voce quello che era accaduto nei mesi in cui era stata lontana.

    Si voltò a guardarlo solo una volta, quando fece quello strano commento sul pessimo sapore dei “giocattoli” del Neko.


    -Hai fatto cosa?-

    Si lasciò sfuggire fissandolo con una strana espressione nello sguardo.

    Restò per un po’ a fissare il vuoto, dopo che Yami ebbe terminato di parlare.

    Attesero minuti che si trasformarono in un’ora...


    -Yami... Non intendo combattere contro di te... ma non ti permetterò mai di fare del male a Ryutsuki... Te l’ho detto è importante per me... Non me ne sono resa conto allora, ma mi ha ridato la vita... Già lo so, è un bambino difficile... ma la sua vita non è stata facile... C’è chi soffre per il proprio passato, ma non pensi sia peggio non averlo? Perché non provi a dargli un’altra possibilità?-

    Disse con una sfumatura di tristezza nella voce.

    Qualcuno apparve dalle ombre.


    Il bambino si trova all’interno di un edificio costruito da voi umani, con creature che vivono nei suoi confini all’interno di una recinzione di un gusto alquanto originale anche per i vostri parametri, nel bosco che circonda le vostre dimore.

    Shinodari rivolse uno sguardo a Yami.

    -Secondo te potrebbe trattarsi dell’Hungry Bug?-

    Domandò allo shinobi.
     
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  12. Yami Kaguya
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    CITAZIONE
    -Touchè! Ma Castelvania non ha confini da poter sorvegliare.-

    Credevo lo teneste in un castello.

    Non avevo detto nulla sulla mancanza di emozioni. Ormai mi sentivo in colpa per così tanta gente che ero solo rassegnato a provarla, stanco di soffrire senza poter fare assolutamente nulla.

    CITAZIONE
    -Si, sarà meglio che tu lo tenga a mente, Yami. Quel bambino è molto importante per me.-

    Buon per lui.

    Non dissi altro, non sapevo che altro dire. Ero semplicemente contrario al perdonare tutto dietro a scudi come età, stati mentali, o simili. Le conseguenze di un azione non cambiano, e cose come le attenuanti, non mi erano mai state concesse. Ripagavo solo con la stessa moneta, e per tale motivo non avevo alcun remore sul mio stato d'animo verso il bambino. Comunque poi il discorso cambiò, diventando più interessante.
    CITAZIONE
    -Hai fatto cosa?-

    Sorrisi, prima di rispondere.

    Mi sono solo sfogato, poi l'ho rimessa a posto.

    Terminai l'argomento, in volto un mezzo sorriso per cui non si capiva se scherzassi o meno. Metà e metà alla fine.
    CITAZIONE
    C’è chi soffre per il proprio passato, ma non pensi sia peggio non averlo? Perché non provi a dargli un’altra possibilità?-

    ...Il passato ha distrutto il mio presente. Certe volte penso che sarebbe stato meglio per tutti, se fossimo riusciti entrambi a lasciarci il passato alle spalle. Se lo perdiamo possiamo vivere senza. Se torna, può distruggere ciò che abbiamo. Ma alla fine mi rendo conto che non si può cancellare il dolore, perchè si cancella chi si è amato. Sinceramente? Non so cosa sia meglio. Per la seconda possibilità, vedrò che fare. Per ora mi accontento di vederlo 10 secondi. Dopodichè lo lascio a te se vuoi fargli ramanzine.

    Ormai il dolore era appunto una di quelle cicatrici. Rimasi quindi in silenzio, mentre il drago tornava indietro. La descrizione non lasciava molti dubbi.

    Non conosco altri luoghi che offrano un minimo di accoglienza e con animali intorno. Direi che l'abbiamo beccato. Andiamo?

    Attesi quindi conferma, prima di muovermi verso l'edificio, seguendo o meno Shin.


     
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    ♪ Soundtrack


    Era una di quelle mattinate in cui la nebbia nascondeva l’azzurro del cielo.
    Avevo appena terminato di sbrigare le ultime incombenze burocratiche di mia competenza portando avanti il lavoro di alcuni giorni, quelli che avrei trascorso fuori dal villaggio.
    Sato alla notizia non aveva mostrato un’espressione felice: le collaborazioni con Yami lasciavano il segno.
    Senza contare che ancora dovevo mettere al corrente il suddetto amministratore della bella notizia.
    Già, comprendente anche la mia destinazione.
    Mi ero domandata più volte, mentre scrivevo l’autorizzazione a lasciare Oto, quanto il permesso datomi da mio fratello adottivo mi avrebbe garantito una certa immunità.
    Il sole non era sorto da molto, quando mi diressi al gate occidentale, canticchiando un motivetto.
    La nebbia lentamente stava liberando un cielo quasi sgombro di nubi.
    Non intendevo nascondere a Yami la mia partenza, ma soprattutto la mia destinazione.
    Avevamo già troppi segreti da aggiungerne un altro alla nostra collezione privata.
    Chissà come l’avrebbe presa.
    Probabilmente mi stavo facendo solo delle inutili preoccupazioni.
    Sulle mie labbra affiorò un sorriso.


    -Ciao Yami, ti dispiace se facciamo colazione assieme? Temo di aver preparato troppi di questi!-

    Esclamai, sollevando il pacchetto di dolci.

    Attesi una sua replica, poi con aria angelica lo raggiunsi alla sua postazione di guardia.

    In caso avesse accennato a scendere, gli avrei fatto la linguaccia, e mi sarei seduta sul muro, una volta sulla sommità, dando le spalle al suggestivo paesaggio boschivo al limitare del villaggio.

    Porsi il sacchetto a Yami, in modo che potesse scegliere i dolci che preferiva, poi a mia volta avrei recuperato una ciambella innevata con lo zucchero a velo (i mochi erano più complicati da preparare çç).

    Non che avessi tutta questa fame, ma ero golosa e i dolci erano un ottimo espediente per dirgli dove andavo.

    Assunsi l’espressione angelica che riuscii a fare.


    -Sono in partenza per Konoha.-

    Dissi tutto d’un fiato, con un tono di voce serafico

    -Mi devo vedere con Sori, ti rammenti di lei? Beh, ho pensato di prendermi una breve vacanza da Oto.-

    §Anche se breve non so quanto sia il termine adatto...§

    Ma questo pensiero lo tenni per me.

    -Ho lasciato tutto in mano a Sato e allo staff sotto le sue dipendenze. Ti chiameranno solo se si verificheranno delle reali catastrofi.-

    Poi con un sorriso angelico aggiunsi

    -Altro dolcetto, Yami?-

    Cercando di sviare il discorso da tutte quelle piccole implicazioni, decisamente di poco conto, legate ad un villaggio potenzialmente pericoloso per la mia salute.

    image


     
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  14. Yami Kaguya
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    Probabilmente, di norma un guardiano doveva odiare gli agenti atmosferici che interferivano con il suo lavoro. Nel mio caso, non era proprio così. Odiavo la nebbia per principio, che occultasse o meno nemici rientrava in una categoria di motivi in secondo piano. Come ogni mattina, seguiva lo spostamento da casa al bastione, a passare una giornata noiosa sinchè qualcuno non veniva a darmi qualche notizia. Ero passato in amministrazione per farmi dare qualche carta visto le lamentele della mia collega sul molto lavoro, ma ero sicuro il poco che avevo preso, per quanto pesante, sarebbe stato rimpiazzato a breve. Ma tanto, io avevo detto di mandarmi quella roba al gate, così magari facevo qualcosa di meglio o ci giocavo nel peggiore dei casi. Quella mattina comunque, fu una di quelle in cui arrivarono delle notizie. Per quanto inaspettate.
    CITAZIONE
    -Ciao Yami, ti dispiace se facciamo colazione assieme? Temo di aver preparato troppi di questi!-

    Voltai la testa, fissando l'interno del villaggio. E notando una ragazza coperta dal mantello, che teneva sollevato un pacchetto. La fissai alcuni secondi, poi mi alzai per scendere, mentre dopo una linguaccia lei faceva lo stesso salendo.

    Hai avuto un'ispirazione mattutina e ti sei messa ai fornelli? O è successo qualcosa?

    Non che fossi contrariato verso la sua gentilezza, anzi sorridevo, solo c'era qualcosa che mi faceva trovare strano che con tutti gli impegni di cui mi aveva parlato, avesse trovato il tempo per fare dei dolci. Ad ogni modo, la ragazza si sedette dando le spalle all'esterno del villaggio, così da parte mia mi misi al contrario, sporgendo i piedi nel vuoto mentre mi sedevo. Quando mi porse il sacchetto, presi una barretta di cioccolato e iniziai a mangiarla, trattandola più come un gelato che come un dolce. Dopo il primo morso, diedi un'occhiata agli abiti della kunoichi. Non aveva divise particolari, ma il mantello da solo chiariva come fosse in partenza. Attesi alcuni secondi, poi feci io la prima mossa.

    Per caso sei in partenza? Beh, grazie dei dolci prima di andare allora, come mai questa ide-
    CITAZIONE
    -Sono in partenza per Konoha.-

    Il boccone che stavo inghiottendo, ebbe qualche problema a completare il percorso, mentre tossivo. In ogni caso, inghiottii a tutta forza, quindi evitai scene di soffocamenti, solo qualche colpo di tosse. Appena smisero, mi voltai di nuovo verso di lei. Con la voglia di mangiare ridotta a zero. Sollevai la barretta, fissandola con uno sguardo ironico.

    Quindi questi sarebbero una sorta di imbonimento?

    Non attesi risposta, finendolo giusto perchè l'avevo iniziato in pochi morsi, per poi continuare.

    Cosa ti porta là, stavolta? Proverai di nuovo a ottenere una pace con loro?

    No, il motivo sembrava un altro. In parte c'era il dovere di sensei forse, ma lo stesso non vedevo perchè doveva andare sino a là per un addestramento. Quando me lo chiese, ebbi un attimo di sussulto, visti gli ultimi ricordi che avevo con la hyuga. Fissai da un'altra parte, con fare pensieroso mentre dissimulavo l'esitazione a quella domanda, ma alla fine risposi costringendomi a una assenza di toni particolari.

    La Hyuga? Sì certo che mi ricordo. E ricordo anche che non ha i piedi legati a Konoha, quindi il dubbio di perchè devi andare sino a là mi rimane.

    Deviai il discorso verso il problema principale, lasciando da parte Sori. Non mi aveva mai spiegato Shin cosa aveva fatto davvero l'ultima volta che l'avevo trovata a Konoha. E forse quello era momento adatto per chiedere spiegazioni, se ne aveva. Sia se fosse stata al sicuro, sia stesse andando a farsi sbattere in prigione.
    CITAZIONE
    -Ho lasciato tutto in mano a Sato e allo staff sotto le sue dipendenze. Ti chiameranno solo se si verificheranno delle reali catastrofi.-

    Ah sì? Beh, gentile, ringrazio allora.

    Non ero davvero concentrato su quelle faccende, il mio pensiero andava più al senso principale del discorso. E forse lo capì, perchè deviò il discorso verso l'argomento dolci, sebbene non servisse a molto.

    Na, grazie, bastava assaggiare. Sono buoni, sei stata brava.

    Fissai l'esterno del villaggio, e quegli alberi che riempivano quel paesaggio come lo facevano con i confini di Konoha. Poi sospirai, sapendo di non poterla fermare, e comunque gradendo che fosse venuta ad avvisarmi anzichè fare alla chetichella come l'ultima volta.

    Immagino la durata del permesso sia di QVA. Confermi o hai dei giorni fissi?

    Attesi la domanda su cosa significasse quella sigla, se fosse venuta. Prima di replicare alla linguaccia di prima, cercando di non farla partire con un'atmosfera tetra alle spalle.

    QVA: Quanto Vuole l'Amministratrice.

    Altrimenti, avrei solo atteso risposta, fissandola.
     
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    Diciamo che a parte qualche piccolo accenno al soffocamento, Yami aveva preso bene la notizia della mia partenza per Konoha.

    Fissai prima la barretta che stava sollevando, successivamente lui.

    Scossi la testa sorridendo, mentre continuava a parlare.


    CITAZIONE
    Cosa ti porta là, stavolta? Proverai di nuovo a ottenere una pace con loro?

    -Yami, ma tu realmente pensi che io abbia preparato apposta i dolci al solo scopo di utilizzarli come diversivo mentre ti dicevo il luogo della mia destinazione tutto d’un fiato approfittando del fatto che ti stessi mangiando la barretta di cioccolato! Ti stai decisamente sopravvalutando, mio caro.-

    Esordii sempre più angelica, muovendo davanti al suo viso l’indice della mano destra in segno di negazione.

    Preferii non indagare sull’esitazione che ebbe, quando feci il nome di Sori. In fondo non erano più affari miei.


    -Cose da donne.-

    Risposi senza aggiungere altro.

    In effetti, non è che avrei saputo dire di più al riguardo.

    Finsi un’espressione delusa, quando rifiutò di assaggiare un altro dolcetto.

    Poggiai il sacchetto nuovamente sul muro.

    Era quasi ora di andarmene, non aveva senso restare lì a ritardare l’inevitabile.


    CITAZIONE
    Immagino la durata del permesso sia di QVA. Confermi o hai dei giorni fissi?

    Lo fissai interdetta

    -QVA?-

    Ripetei.

    Non dovetti aspettare troppo la risposta.


    CITAZIONE
    QVA: Quanto Vuole l'Amministratrice.

    Scrollai le spalle sorridendo.

    -Io a QVA aggiungerei PdKP, Prigioni_di_Konoha_permettendo.-


    Considerai, sempre mantenendo un’espressione serena.

    Non gli diedi il tempo di rispondere.
    Mi avvicinai a lui.
    Lo costrinsi gentilmente a voltarsi nella mia direzione poggiandogli una mano sulla spalla.
    Poi per un istante sfiorai la sua fronte con la mia.


    -Prometto che farò il possibile per tornare, Kailei...-

    Mormorai.

    Poi attivai il chakra adesivo e con una capriola all’indietro mi attaccai alla parete esterna delle mura.
    Quelle mura avevano un segreto che solo in pochi conoscevamo.
    Scesi rapidamente fino a toccare il suolo.
    Sollevai lo sguardo verso Yami.

    -Offri i dolcetti anche a Ledah e alla sua coinquilina. Spero piacciano anche a loro. Buona guardia amministratore Kabane!-

    Lo salutai con la mano, sorridendo solare.

    Sollevai il cappuccio oltre la fronte, girandomi senza più guardarlo.
    Non vista, gli feci una linguaccia.
    Non mi andavano gli addii drammatici.
    Mi incamminai a passo spedito lungo il sentiero canticchiando il motivetto di prima.


     
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