[Secondo Accesso] West Gate of Sound

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  1. Yami Kaguya
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    CITAZIONE
    -Yami, ma tu realmente pensi che io abbia preparato apposta i dolci al solo scopo di utilizzarli come diversivo mentre ti dicevo il luogo della mia destinazione tutto d’un fiato approfittando del fatto che ti stessi mangiando la barretta di cioccolato! Ti stai decisamente sopravvalutando, mio caro.-

    Dici? Visto che bastavano le ultime 6 parole come replica, la lunghezza della risposta a dire il vero mi insospettisce. Ma ok, mi sopravvaluto spesso in effetti.

    Lasciai quindi cadere il discorso, o meglio, lo deviai verso la curiosità maggiore che le sue parole mi avevano suscitato. Che ci andava a fare sino a là?
    CITAZIONE
    -Cose da donne.-

    Vai a Konoha per fare Shopping con una ex-collega? Accidenti, sapevo che per voi donne è un rito sacro, ma non sapevo facessero così schifo i prodotti nostrani da farti andare dalla concorrenza.

    Presi un altro pezzo della barretta con aria seria, sforzandomi oltre ogni modo di non ridere. Non voleva dirmelo, pazienza. Speravo solo di non doverlo scoprire da solo, in vie poco piacevoli. Un'espressione delusa comparve sul suo volto quando dissi di non volere altri dolci, ma la fissai senza prenderne altri, sebbene mi dispiacesse. Purtroppo il mio stomaco andava a ritmi tutti suoi. Mi concessi quindi un'ultima domanda, buttandola sul ridere quando la pronta replica incuriosita ricevette la sua spiegazione. Certo mandò a quel paese il prenderla alla leggera, mettendo il puntino che rischiava la galera. Al che smisi di ridacchiare di colpo, assumendo un'aria seccata. Guarda te se uno si sforzava, e lei invece...
    Quei pensieri comunque, furono messi in secondo piano quando mi accorsi che mi si era avvicinata, mettendomi poi una mano sulla spalla. Fissai l'arto dal polso alla spalla, arrivando però sul suo volto un pò tardi, visto che non era dove immaginavo, ma piuttosto appiccicato alla mia fronte. Per un istante ebbi l'impulso di ritrarmi per la sorpresa, ma lo trattenni mentre fissavo quel primo piano assoluto, che in effetti non provavo ormai da parecchio.
    CITAZIONE
    -Prometto che farò il possibile per tornare, Kailei...-

    La sentii allontanarsi, ma con uno scatto felino del braccio, la afferrai per la nuca, trattenendola qualche secondo di più. Certo mi aveva sorpreso, usando quelle parole di nuovo. Ma volevo lo stesso dire la mia, visto come aveva usato quel nome, facendomi reagire a quello più che al resto della frase, sebbene sorrisi a sentire quelle parole.

    Lo spero. O avvisa i carcerieri, di prepararsi a rifare qualche edificio.

    Sorrisi in maniera angelica, per poi lasciare la presa mentre la mano scivolava sul lato del suo volto e poi a terra. La osservai quindi scendere, mentre mi diceva di portare il sacchetto a casa di Ledah, visto come in effetti lei stessa ne avesse fatti "troppi", ma ne avevamo preso uno entrambi...

    ...Non erano un imbonimento, eh? Oh beh, diamogli corda...

    D'accordo, sarà fatto. Buon viaggio a lei, Amministratrice Jaku.

    La fissai quindi andarsene, calandosi il cappuccio sulla testa. Rimasi quindi fermo, prima di sospirare, sapendo come almeno per qualche notte, non sarebbe stato proprio facile passare una serata senza preoccupazioni.
     
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    Gli adulti sono in grado di comportarsi in maniera più immatura di un bambino.
    L’avevo lasciata a riposare seduta in veranda.
    Lei diceva di sentirsi bene, io ero del parere opposto.
    Era una giornata di sole e il clima non era così rigido per essere ancora inverno.
    Ma nonostante tutto l’avevo avvolta in un doppia coperta di lana, raccomandandomi con Ko di controllare che non ne combinasse una delle sue, come ad esempio tornare alle sue scartoffie burocratiche.
    Ok, mi ero meritato la sequela di frasi piene di “affetto” della mia sorellina.
    Ma era meglio dell’espressione serafica di Miroku san, quando era contrariato.
    In effetti sarebbe stato un interessante scontro tra lui e Midori.
    Deviai dal mio originale percorso per farmi preparare due abbondanti ciotole di ramen.
    Beh, glielo dovevo da quella volta che era fuggito via.
    Non so come Yami avrebbe preso la notizia.
    E ancora ero incerto se fosse giusto rivelarglielo.
    Senza contare che, forse, questa era una delle cose che Miroku san non avrebbe gradito, però...


    Il proprietario del negozio di ramen era fin troppo rumoroso per i miei gusti, soprattutto quando litigava con suo figlio Makoto, però...

    Sospirai tra me...
    Quanti però...


    Ryucchan il contenitore è pronto. Desideri che chieda a Makoto di aiutarti? Non è pesante per te?

    Yuki mi stava fissando con espressione dolce.
    Incrociai lo sguardo per poi deviarlo verso il basso, arrossendo.


    -No, non ce n’è bisogno.-

    Replicai forse un po’ bruscamente.

    Visto? E’ un ninja quel bambino. Non offenderlo con le tue preoccupazioni da sorella maggiore.

    Ma io...

    Me ne andai velocemente, mentre sentivo Tatsuro san imprecare contro il suo... beh non era una parola adatta ad un bambino... figlio maggiore.

    Lo so che Midori e Shinodari non erano la mia vera famiglia e che io avevo deciso io che Yami fosse il mio fratellone, però...

    Un altro però...
    ...Erano gli unici affetti che conoscessi...
    Perfetto, l’avevo ammesso...

    Ed ora?
    Mi sa che toccava a me cercare di ricomporre tutti pezzi se volevo una sorella e un fratello nella mia utopica concezione di famiglia.


    Raggiunsi il gate sorvegliato da Yami.
    Era ora di pranzo.
    Salii sulle mura, poggiando sul parapetto il contenitore con le ciotole di ramen.


    -Ciao Onii san... Ecco ho pensato che forse potevamo mangiare assieme...-

    Dissi, sollevando il coperchio e offrendo una delle ciotole con tanto di bacchette a Yami.
     
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  3. Yami Kaguya
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    Credevo non l'avrei mai detto, ma alla fine la parte amministrativa della mia vita qualche vantaggio lo aveva. O meglio, avevo trovato qualcosa di peggio. Ovvero starmene alcune ore a fissare il vuoto, in silenzio, e con sguardi di disapprovazione se non stavo attento. Perlomeno gli era già chiaro come non dovessero nemmeno provare a scuotermi se chiudevo gli occhi. Di recente poi dormivo con tempi alterni. Era dalla volta con Yamata, che quel sogno mi spuntava ogni tanto. Sempre lo stesso soggetto, e sempre la mia incapacità di capire cosa significasse. E ovviamente, Yamata non ne sapeva nulla.
    Ad ogni modo, ero in un altro tipo di situazione già da dieci giorni praticamente. Dopo una serata con Shin che non era finita nel migliore dei modi, almeno per me, il giorno dopo mi era stato detto che Shin era partita per una missione. Al che l'idea che la serata fosse finita con un ulteriore colpo alla kunoichi, non era più così difficile da scartare.
    Nemmeno avevano saputo darmi dei tempi precisi per il ritorno, al che mi venne da chiedermi anche se non se ne fosse andata a fare un giro a Castlevania con una scusa, ma le carte c'erano, quindi non era andata a bighellonare.
    Fatto stava, che le carte non aspettavano i comodi di nessuno, così io e il suo attendente avevamo dovuto venire a patti per una reciproca convivenza. Lui mi mandava le carte, io le controllavo, poi veniva a riprendersele. Poche parole scambiate, e un clima poco teso se non per l'impellente fretta di tenere una certa distanza da me, che si rifletteva verso di lui allo stesso modo per reazione di riflesso. E proprio mentre me ne stavo là a leggermi come tutto sembrasse procedere senza incidenti fra economia e trasporti, sentii dei passi avvicinarsi, poi un tonfo vicino a me. Voltai la testa, trovandomi faccia a faccia con un ospite quanto mai inatteso. Il tappo di una penna in bocca, fissai il fratello di Shinodari dopo che un contenitore era comparso sul parapetto dove me ne stavo appollaiato.
    CITAZIONE
    -Ciao Onii san... Ecco ho pensato che forse potevamo mangiare assieme...-

    Rimasi zitto alcuni secondi, visto come oltre ad avere il tappo in bocca, ero piuttosto sorpreso di quella improvvisata in una giornata priva di qualsiasi stimolo alla vitalità. Nemmeno sapevo fosse ad Oto, e dopo i casini dell'ultima volta che gli avevo offerto qualcosa, tutto mi aspettavo tranne che venisse lui da me portando del Ramen. Comunque durò solo alcuni secondi, poi poggiai a lato le carte, affianco a quelle già svolte, e rimisi il tappo alla penna.

    Che sorpresa. Ciao Ryutsuki, non sapevo fossi ad Oto.

    Fissai quindi la ciotola, per poi prenderla, e mettermi seduto nella parte interna del parapetto, la ciotola dinanzi a me.

    Cos'è, un modo per recuperare da quella volta? Beh accetto volentieri, grazie.

    Presi le bacchette, accorgendomi solo ora che avevo davanti del cibo, di come in realtà fossi affamato. Dopo aver augurato a entrambi buon appetito più per non trasmettere cattive abitudini a quel ragazzino che mi aveva eletto a suo fratello maggiore, iniziai a mangiare, una delle poche attività che mi piacevano per come fosse semplice e utile insieme. Preso il primo boccone per placare almeno un pò quell'istinto, tornai quindi a parlare con il ragazzino, che si fosse seduto anche lui o meno.

    Come stà la tua "tutrice"?

    Il riferimento a Midori poteva coglierlo, a meno che non mi fossi perso qualcun altro che si prendeva cura di lui insieme a madre e figlia dei Kazekumo.

    Tu invece?

    Attesi altra risposta. Poi, spulciando i motivi per cui poteva essere là, misi in chiaro da subito una cosa, per poi chiedere maggiori informazioni in ogni caso, per quella visita.

    Se cerchi tua sorella comunque, non sò dove sia. E' sparita in missione da giorni, e non ha lasciato un recapito. Ti serviva qualcosa, o è solo visita di piacere?

    Tornai quindi al ramen, attendendo risposte senza fretta, visto come una delle cose che odiavo di più, era non poter dare il giusto tempo alle poche cose che mi rilassavano, in una vita in cui la tensione era una compagna quasi costante.
     
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    Il tappo della penna tenuto tra le labbra, l’espressione silenziosa...
    Si, non ci voleva molto a capire che gli avevo fatto una vera e propria improvvisata.
    E ok, chiamatemi pure un moccioso, ma gongolai soddisfatto.
    Peccato che il fratellone si riprese poco dopo.


    CITAZIONE
    Che sorpresa. Ciao Ryutsuki, non sapevo fossi ad Oto.

    Ok, domanda di rito.
    Fin qui tutto bene.


    -Già, mi annoiavo a Castelvania. Sai a volte è fin troppo tranquilla... Sono passato qui a vedere come ve la cavavate senza di me.-

    Annuii con aria serafica.

    Accettò la ciotola di ramen.


    CITAZIONE
    Cos'è, un modo per recuperare da quella volta? Beh accetto volentieri, grazie.

    Mi fece piacere, ma non lo diedi a vedere.
    Ero bravo a fingere.


    -Naaaa, mi andava il ramen oggi e così l’ho preso anche per te!-

    Replicai.

    Bugia^^.

    Mi sedetti a cavalcioni sul parapetto afferrando la mia ciotola di ramen.
    In effetti avevo fame anche io.

    Risposi al suo augurio di buon appetito e mi tuffai sul mio ramen.

    Ero con le bacchette in bocc,a quando per poco Yami non mi fece soffocare con la sua domanda.


    CITAZIONE
    Come stà la tua "tutrice"?

    Midori?
    Mi ero scordato di avvisarla che ero ritornato ad Oto.


    -Beh... ecco... suppongo bene...-

    Mormorai cercando di non tossire per il brodo andato di traverso.

    CITAZIONE
    Tu invece?

    Lo fissai mentre cercavo di regolarizzare la respirazione.

    -Stavo meglio prima.-

    Ammisi.

    Purtroppo l’argomento che temevo arrivò un po’ troppo presto per i miei gusti.


    CITAZIONE
    Se cerchi tua sorella comunque, non sò dove sia. E' sparita in missione da giorni, e non ha lasciato un recapito. Ti serviva qualcosa, o è solo visita di piacere?

    Non risposi fino a quando non finì il suo ramen.

    Come cominciare?

    Poggiai sul parapetto la mia ciotola piena per metà.
    Mi era passata la fame.


    -Ti fidi di me?-

    Gli chiesi serio, come se avessi volutamente eluso il suo precedente commento, fissandolo dritto negli occhi, mentre le mie iridi erano virate verso il nero.
     
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  5. Yami Kaguya
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    "Come ve la cavavate senza di me"....mpf. Era un pò divertente vedere un bambino parlare come un ninja adulto, ma non feci espressioni ironiche, visto che la prima parte della sua frase era altrettanto divertente, almeno per me.

    Veramente è proprio quello il motivo per cui andavo appunto là in cerca di tranquillità. Ma come puoi vedere se ti fermi un pò qui, nemmeno qui si scherza come luogo tranquillo. Almeno la sera.

    Continuò su quella linea, affermando che il ramen non era una sorta di offerta di pace dopo che mi aveva mollato a quel modo tempo prima proprio in quel negozio.

    Attento, o la prendo come che non sei affatto pentito.

    Poteva essere benissimo così, in effetti. Ma effettivamente contava poco. Pentito o meno, i motivi di quella reazioni mi erano sempre sembrati un pò strani. Quindi continuai comunque, dopo una pausa fatta a causa della bocca impegnata.

    Ad ogni modo, ringrazio per il semplice pensiero allora.

    La domanda successiva poi, sembrò dare alcuni problemi al ragazzino. Al che mi fermai a fissarlo con gli spaghetti a metà ancora fuori, mentre tossiva apertamente. Certo se non si fosse ripreso in fretta, stavo già ripassando cosa fare in caso di soffocamento accidentale da cibo.

    ...Non è che sei scappato di nuovo, vero?

    Lo sguardo che gli rivolsi era tutto dire, per come dicesse di non amare i legami, ma il suo comportamento sembrava quello di un bambino che vuole farsi rincorrere. Tentai quindi di cambiare argomento, ma rincarò la dose.

    ..Ok, eviterò di menzionare Midori, se devi soffocarti.

    Limitai la risata ironica a qualche sussulto divertito mentre continuavo a mangiare. Azione che durò poco, visto come dopo l'ultima domanda, il ragazzino sembrò perdere l'appetito visto come non solo mise la ciotola da parte, ma mi fissò con due occhi che non mi piacevano molto. Visto come di solito significavano guai, e solo in tali occasioni li avevo visti. Bastò quella vista per mettermi sul chi vive. Non parliamo poi della domanda che seguì quel cambio di atmosfera improvviso. Misi da parte la ciotola in cui restava solo il brodo, prima di fissarlo negli occhi e rispondere.

    Viviamo in un mondo dove la fiducia è un bene prezioso, Ryutsuki. Ed essa riguarda vari ambiti, quindi la domanda che mi poni non ha una risposta facile. In ogni caso, ti conosco da un pò troppo poco in realtà. Quindi ci sono cose per cui posso dire che mi fido, e altre per cui è troppo presto per dire lo stesso. Esattamente per cosa dovrei fidarmi di te, ora?

    Era una domanda un pò troppo buttata là, tutto d'un tratto. Al che, supposi che quella giornata potesse diventare meno noiosa. Anche solo nel caso fosse stata una domanda tirata fuori solo per capire la considerazione che avevo di lui. In ogni caso, al momento la massima fiducia per un bambino che vedevo una volta al mese, purtroppo era qualcosa difficile da dare.
     
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    Veramente è proprio quello il motivo per cui andavo appunto là in cerca di tranquillità. Ma come puoi vedere se ti fermi un pò qui, nemmeno qui si scherza come luogo tranquillo. Almeno la sera.

    Lo ammetto, lo fissai senza capire.

    -Scusa onii san... Mi puoi spiegare?-

    Chiesi.

    Ok, il bluff non era andato circa il motivo del perché mi fossi ritrovato sulle mura ad offrirgli il ramen.


    CITAZIONE
    Attento, o la prendo come che non sei affatto pentito.

    -E’ una minaccia? Se non lo fossi cosa mi faresti?-

    Va bene, la prossima volta avrei contato fino a 5... uhm.. 7... ok, ok 10 prima di replicare.
    Forse...


    CITAZIONE
    Ad ogni modo, ringrazio per il semplice pensiero allora.

    Questo era un colpo basso.
    Così non valeva.

    Abbassai lo sguardo fingendo di essere concentrato sul ramen.


    -Nulla... Non c’è bisogno di ringraziarmi... onii san...-

    Mormorai afferrando con le bacchette degli spaghetti per mandarli giù rapidamente in un sol boccone.

    La crisi respiratoria era stata quasi debellata, peccato che Yami avesse il dono di infierire.


    -Io scappato? No... ecco... uff... mi sono dimenticata di avvisarla che veniva ad Oto...-

    Ammisi rosso in viso.

    Feci un finto broncio, mentre lo vedevo sussultare divertito come se si stesse trattenendo dal ridere apertamente.


    -Midori non è un sensei facile da gestire...-

    Commentai.

    Sapevo di aver rovinato l’atmosfera, ma non potevo fare altrimenti.


    CITAZIONE
    Viviamo in un mondo dove la fiducia è un bene prezioso, Ryutsuki. Ed essa riguarda vari ambiti, quindi la domanda che mi poni non ha una risposta facile. In ogni caso, ti conosco da un pò troppo poco in realtà. Quindi ci sono cose per cui posso dire che mi fido, e altre per cui è troppo presto per dire lo stesso. Esattamente per cosa dovrei fidarmi di te, ora?

    Mi alzai in piedi prendendo la sua ciotola e guardando il brodo.

    -Tu sai chi sia in realtà la mamma di Shinny, vero? E io sono stato addestrato da lei a seguire la sua stessa strada. Pensavo che andasse bene così. Nessun legame... in fondo non ho memoria del mio passato... Però a Castelvania durante un addestramento ho capito che Midori si sbagliava... All’inizio era per fare un favore a Shinny quello di addestrare lo Hyuga, ma poi ho capito cosa significasse considerare qualcuno alla pari, un compagno di missione...-

    M’interruppi fissandolo negli occhi

    -Tu ti sei fidato di me, Yami Kabane... Avrei potuto avvelenarti con quel ramen per semplice vendetta per quello che hai fatto a Shinny... mia sorella... ma non potrei mai... perché per me sei un fratello maggiore al pari di lei... non so perché... ma è così...-

    Accostai la sua ciotola alle labbra bevendone il brodo

    -Siete la mia utopica famiglia... anche se non ho nessun legame di sangue con voi... per cui anche se so che tra te e Shinny si è creata una profonda frattura... io sono convinto che tu ancora un po’ ci tenga a lei... se no non sarei qui...-

    §...a rivelarti la verità su quella sera...§

    Respirai profondamente, poggiando la ciotola sul parapetto.

    -Shinny la sera stessa in cui abbandonò la sala da the, contrasse una forma grave di polmonite... E’ stata svariati giorni tra la vita e la morte... ma ora è fuori pericolo... debole si, ma in rapida ripresa...-

    Ok, gliel’avevo detto.

    §Ora tutto dipende da te onii san...§
     
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  7. Yami Kaguya
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    CITAZIONE
    -Scusa onii san... Mi puoi spiegare?-

    Dici che Castlevania è troppo tranquilla. Capisco che a viverci sempre, si finisca per desiderare la quiete o la confusione, a seconda dei casi. Nel mio, Castlevania rappresentava la quiete. Ora non più, quindi ha perso attrattiva. Dicevo semplicemente questo.

    Già, dimenticavo che non poteva sapere proprio tutto, di come consideravo quel posto ora rispetto a un tempo. E comunque, passò subito a nuovi argomenti, eliminando in un secondo il passo avanti che aveva fatto con la gentilezza del Ramen. O almeno era quello che rischiava. Ma d'altronde i bambini non imparano mai le lezioni. Quindi tanto valeva ribattere a mio modo, a se provocava.

    Ti prendi un altro spiedo, con molta probabilità, dato che tua sorella non c'è, e Nikaido è un pò lontana.

    Replica più o meno sincera su cosa l'avrebbe colpito, e quindi rapido sorriso di conclusione, tornando di nuovo al cibo. Seguito a ruota da lui, che si decise finalmente a iniziare a sua volta, visto come iniziavo a sentirmi maleducato quasi, a mangiare da solo. Seguì il suo buffo tirarsi la zappa sui piedi, visto come dalle reazioni sembrava ci avessi azzeccato ogni volta.

    Il mio tipo di sensei ingestibile, è quello che ti allena per farti fare i lavori sporchi. Quindi coraggio, non credo tu sia messo così male.

    Mise su una sorta di broncio, così pensai di parlare di Shin, argomento magari più piacevole. Invece, causai una reazione quantomai strana. Dopo la mia risposta comunque, iniziò a parlare del suo fantomatico "addestramento", forse responsabile di averlo fatto crescere in quella maniera baldanzosa. D'altronde quando gli umani ti sono presentati come punti da colpire per uccidere, supponevo si perdesse un pò di rispetto. Non replicai a quelle parole, sebbene dentro di me il nome che disse, richiamò qualcosa come se l'avessi già sentito. Ma visto come sembrava un mago nel saltare da un discorso all'altro quel giorno, il nuovo tema furono minacce di morte. Bambini...non avevano proprio idea, di cosa volesse dire porre la vendetta ai livelli elevati. Pertanto rimasi in silenzio, limitandomi a ricambiare lo sguardo di quegli occhi coi miei, mentre forse per provare le sue parole, si portava la mia ciotola alle labbra. Frattura...mah. Nemmeno io avevo ancora capito cos'era successo quella volta alla festa o l'altra sera. Il dato di fatto, era che erano finite male. Chiusi quindi gli occhi, evitando lo sguardo del ragazzino mentre guardavo da un'altra parte. Se c'era stato un tempo in cui anch'io cercavo una famiglia come quel ragazzo, dopo averla rifiutata per saldare i conti, sentivo che quelle parole non avevano lo stesso significato.
    Ad ogni modo, altro salto, altro cambio di argomento. Che mi fece spalancare gli occhi, fissando Ryutsuki con uno sguardo veramente vivo da quando era arrivato con quel pranzo improvvisato. I primi pensieri furono un groviglio indecifrabile, che si risolse nel silenzio dentro la mia mente. Secondariamente ci furono i ricordi di come ci fosse stata quell'improvvisa interruzione delle sue tracce sulla neve. Infine, domande, e una irritazione che credevo di aver smesso di provare tempo prima. Solo una certezza, c'era. E sinceramente, mi metteva addosso un umore omicida.

    image
    Chi c'è dietro tutto questo?

    Era ridicolo. Tutta la situazione era talmente palese nella sua costruzione artificiosa, da essere ridicola.

    Qualcuno l'ha aiutata, o vuoi dirmi che si è trascinata sino a casa con la polmonite per poi curarsi da sè? Magari tu?

    Non dovevo avere uno sguardo calmo e tranquillo in quel momento. Anzi, in parte era persino accusatorio contro il ragazzo. La sorella aveva il contratto dei draghi, quindi non sarebbe stato strano che ne avesse mandato uno a prelevare il ragazzino dopo averla accompagnata a casa, per le cure. Restava però, che qualcuno mi doveva delle spiegazioni. E prima di mettere al rogo il suo attendente, volevo vedere la ragazza. E arrivato a quella consapevolezza, i pensieri si fecero più chiari, diventando una sequela di insulti auto-inflitti, e critiche varie. Ma alla fine sapevo quale fosse l'unica domanda che alla fine mi risuonava nella testa.

    ..Dov'è?

    Lo sguardo tornò calmo, mentre mettevo in un angolo l'irritazione e la preoccupazione. Se sapeva che si era ammalata, doveva sapere pure dove si trovasse, con molta probabilità. E in parte mi chiesi se oltre ad essere scappato da Midori, l'avesse fatto anche con lei. Cosa, che poteva cambiare la situazione. Ma che non sarebbe certo bastata a non farmi prendere una pausa dal lavoro, visto come sentissi l'impellente bisogno di parlare di due cosucce con una ragazza indipendentista.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il viaggio da Kiri ad Oto non fu ne lungo e ne faticoso. Avevo deciso di spostarmi con un mezzo piuttosto che alla solita maniera Ninja, avevo lasciato le armi a casa portandomi dietro solamente il coprifronte che tenevo piegato nella tasca dei miei pantaloni. Mentre ci avvicinavamo al Gate Yui ebbe un tremito. Probabilmente per lei guardare Oto voleva dire molto: lei era di queste terre, ma da queste terre era stata portata via.
    « Ehy, tutto bene? » le chiesi, notando il suo sguardo perso sulle mura del Villaggio. Le scosse la testa, per dirti di no ma mi sorrise, in maniera anche abbastanza tirata. Allungai una mano e la portai sul suo capo, carezzandole piano i capelli. Lei sospirò appena e poggiò per qualche secondo la testa sulla mia spalla.
    « E' tutto come mi ricordavo Itai. » disse lei in un mormorio.
    « I tuoi genitori sono qui? » le chiesi quindi, continuando con delicatezza ad accarezzarle piano i capelli.
    « Se sono vivi, si. Ma... » lei si bloccò su quelle parole, non proseguii il discorso, limitandomi a stamparle un bacio sulla guancia. Sorrise appena e prese una mia mano nella sua e proseguimmo verso il vicino Gate.


    […]


    Gate Ovest, quello che, se la memoria non mi ingannava era controllato da Yami. Giunto sotto l' enorme cancella cercai con lo sguardo qualcuno che potesse aprirmi, ma nessuno sembrava essere in vista. Quindi feci l' unica cosa sensata in quel momento.
    « Yami? » dissi, con voce abbastanza alta per farmi sentire dal Chunin di Oto. Dopo quella missione che aveva decretato il mio passaggio a Chunin non l' avevo più visto ne sentito e quindi passare dal suo Gate era forse qualcosa che sentivo di dover fare.





     
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  9. Yami Kaguya
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    Una cosa era certa. Da quando ero riuscito a trasformare la ricetrasmittente in una cuffia, le giornate si erano fatte più sopportabili. Grande invenzione, l'abolizione dei fili.
    Comunque, rimaneva il fatto che a volte pensavo davvero che avere mura troppo grosse fosse un male. Nessuno aveva voglia di fare casino. Nè noi verso gli altri, nè il contrario. Si rimaneva sempre all'erta verso qualcosa che tanto si limitava a fare lo stesso. Un attendere reciproco che faceva saltare i nervi, alla fine. E probabilmente per quello finivi per mantenere un atteggiamento rilassato la maggior parte del tempo.
    Certo però, quando ti arrivava qualcuno camminando in mezzo alla strada, non eri molto rilassato. In miagolio soffuso mi fece voltare lo sguardo verso la suddetta strada, fissando due figure in avvicinamento. Mi misi quindi a sedere sul parapetto, strizzando gli occhi. Avanzavano tranquillamente, quindi o erano sfacciati o erano pacifici. In ogni caso, per precauzione attivai la trasparenza, rimanendo immobile ad osservare i visitatori. Sino a che non mi parve di riconoscere la capigliatura e i lineamenti di uno dei due, ma rimasi immobile.
    Fui fortunato che lo sgranare gli occhi non risultò essere un movimento in grado di rompere la Touton. Dato che fu quello che feci, quando vidi che il neo-chunin della Nebbia, l'unico che effettivamente potesse comparirmi davanti senza prendersi sguardi d'odio, sembrava essersi fatto la ragazza. A meno che non avesse sempre avuto una sorella e in tutti quei mesi non me ne fossi mai accorto. Rimasi quindi fermo, fissando la ragazza e a tratti lui per cercare di capire che rapporto li legava, ma non credevo di aver preso un abbaglio.
    CITAZIONE
    « Yami? »

    Accavallai le gambe l'una sull'altra, fissando con un sorriso sornione il ragazzo col naso all'insù mentre quel gesto rompeva la tecnica della Trasparenza, riportando un rapporto di pari visibilità nel dialogo.

    Presente, Kiriano. Sinceramente non credevo di vederti passare di qua, soprattutto così presto. E in compagnia.

    Feci un piccolo scatto a lato con la testa, a sottintendere una certa curiosità per colei che l'accompagnava. L'essere paranoico era qualcosa che potevo sopportare, sino a che mi evitava i rischi.

    Ad ogni modo, ciao Itai, e benvenuto a Oto. A cosa devo la tua visita?

    Che fosse venuto sin là solo per vedermi visto cosa poteva costargli una conversazione amichevole con me, non era qualcosa che ritenevo possibile, per quanto sarebbe stato quasi lusinghiero come atteggiamento.
     
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    Quella volta voleva andare a Oto per prendersi una pausa e sopratutto per fare una sorpresa ai suoi amici, Shin ma sopratutto Yami. Era da un po' che ci mancava e generalmente non si era mai recato al Suono per puro turismo, così -quella volta- aveva deciso di dedicarsi a un po' di svago. In ottica sorpresa, si era fabbricato dei documenti falsi -uno scherzo, per un amministratore- e aveva comunicato la cosa a Shaina, la quale, pur non essendone rimasta entusiasta, non si era comunque opposta e avrebbe retto il piccolo inganno. Attualmente risultava essere tale Ryo Kasumi -chunin di Suna- e, al fine di rendere tutto il più verosimile possibile, poco prima di giungere in vista del West Gate avrebbe assunto una nuova fisionomia, servendosi della Henge no Jutsu... cosa che difatti fece. Arrivato dinnanzi al portone del Gatto, attese eventuali guardiani e non ultimo il suo fratellone (nel qual caso o più in generale con conoscenti, avrebbe camuffato anche la voce).

    " Ryo Kasumi, Chunin di Suna...
    Nel caso vi serva, ho un permesso firmato del mio villaggio...! "


    Attese eventuali risposte e, nel caso in cui non ci fossero state obiezioni, sarebbe immediatamente entrato, dileguandosi poi tra le vie di Oto.
     
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    Era la tipica giornata, in cui era una sofferenza restare rinchiusi tra quattro mura, per cui decisi di fare una pausa e fare un salto al Gate che custodiva Yami.
    Alla fine andare al West Gate era un'abitudine che non avevo perso, anche se ora non era più nelle mie competenze ufficiali quello di sorvegliare i cancelli di accesso ad Oto.
    Ma tra quelle ufficiose...
    Secondo le mie informazioni quel giorno a quell'ora sulle mura avrei trovato solo le sentinelle.
    Non era che non volessi incrociare Yami, tutt'altro, ma c'erano delle volte in cui mi piaceva sbirciare la veduta che si godeva da quel Gate senza spiegare i motivi della mia presenza lì.
    Salii sulle mura appena in tempo per scorgere l'arrivo di un visitatore.


    CITAZIONE
    " Ryo Kasumi, Chunin di Suna...
    Nel caso vi serva, ho un permesso firmato del mio villaggio...! "

    Uhm, Ryo Kasumi...
    Il nome non mi diceva nulla di nuovo.
    Mi sporsi verso il basso per osservare il nuovo venuto.


    -Attendi un istante, che scendo a controllare il tuo permesso.-

    esclamai alzando leggermente la voce per farmi udire da lui, non che, in effetti, uno shinobi avesse bisogno di questi piccoli accorgimenti.

    Lasciai le guardie in attesa sugli spalti, mentre raggiungevo il chunin.

    Mi fermai a pochi passi da lui cercando di capire cosa c'era che non andasse.


    -E' la prassi.-

    osservai, porgendo la mano.

    -Sono Shinodari Jaku Kazekumo, ninja medico di Oto... Uhm... si, direi che è in regola...-


    dissi, esaminando il documento.

    La firma di Shaina era autentica.

    Feci segno alle guardie che il visitatore aveva il permesso di passare.


    -Ti auguro una buona permanenza, Ryo di Suna.-

    dissi, restituendo il permesso allo shinobi.

    Rimasi ferma, lasciando che mi sorpassasse per valicare il cancello, seguendolo soltanto con lo sguardo.

    Il sunese aveva a ppena raggiunto la soglia del Gate.


    -Sei sicuro che non ci siamo già incontrati prima?-

    commentai, con uno sguardo indecifrabile, ma non ostile.



     
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  12. Hanzo Hattori
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    Shinodari! Quando si dice la fortuna, eh?! La ragazza scese e disse di voler controllare il permesso, porgendo poi la mano al forestiero. L'Azuma restituì il saluto, con aria compiaciuta per quell'inaspettato benvenuto, attendendo poi che l'amica controllasse la firma della loro comune amica: che idea, quella di aver coinvolto anche Shaina-chan in maniera ufficiale.

    CITAZIONE
    -Ti auguro una buona permanenza, Ryo di Suna.-

    " Grazie, Shinodari Jaku Kazekumo...! "


    Abbassò leggermente il capo a mo' di ringraziamento, per poi avanzare senza dar l'aria di avere fretta.

    CITAZIONE
    -Sei sicuro che non ci siamo già incontrati prima?-

    Tatsu si fermò, ma non di colpo. Lo sapeva che Shinodari era una grande osservatrice, ma d'altronde anche lui lo era, anche se in maniera un po' differente. Si voltò con un sorriso simpatico, rispondendo con la medesima aria.

    " Bhè... se così fosse, me lo ricorderei di sicuro...! "


    Lasciando intendere che una ragazza come lei, non si dimenticava facilmente.

    " ... Ora vado, magari ci si vede nel villaggio...! "


    Così dicendo, si incamminò per le vie di Oto.
     
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    Decisi di lasciarmi incantare dal suo sorriso.
    CITAZIONE

    " Bhè... se così fosse, me lo ricorderei di sicuro...! "

    Risposi a mia volta con un sorriso.

    Non aveva l'aria di uno che avesse cattive intenzioni in fin dei conti.

    Accettai quel velato complimento.

    CITAZIONE

    " ... Ora vado, magari ci si vede nel villaggio...! "

    Annuii.

    Una volta sparito alla mia vista, mi incamminai a mia volta all'interno di Oto.

    Non c'era fretta, ma alla fine avrei cercato di capire chi fosse quel misterioso shinobi di Suna.


    -A presto, Ryo Kasumi...-

    mormorai a bassa voce.


     
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  14. Hanzo Hattori
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    Ritornò al west gate con l'aria tutta trafelata, assumendo la stessa henge di poche ore prima e rilasciando in tempo utile Gamaho. Se si fosse ritrovato ancora Shin dinnanzi, avrebbe detto più o meno lo stesso, che se avesse trovato qualcun altro.

    " Mi sono ricordato di un importante affare a Suna... mi spiace essere rimasto solo per poche ore...!
    Spero che la prossima volta mi tratterrò più a lungo...! "



    Mostrò di nuovo il permesso e, qualora avesse ricevuto l'ok, sarebbe uscito dal gate, per fare ritorno al Villaggio della Sabbia.
     
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    Certo che di gente strana ne passava dai gate.

    Fissai lo shinobi sunese mentre chiedeva il permesso di uscita dal villaggio.

    Alla fine avevo deciso di ritornare per un po' al gate visto che Yami era stato bloccato in ospedale per operare d'urgenza un paziente.

    Mi annotai di scambiare due parole con Shaina, ma visto che non si sentivano urla provenire dal villaggio, decisi di lasciarlo andare


    -Gli affari... beh, allora buon viaggio, Ryo di Suna, e porgi i miei saluti alla tua amministratrice, Shaina Otori.-

    lo salutai con un cenno del capo.

    Poi diedi ordine di aprire il cancello
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