[Secondo Accesso] West Gate of Sound

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  1. Midori Kazekumo
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    Era rimasta a osservarla tutto il tempo. Da quando il drago era sparito nelle ombre, sino a che aveva iniziato a scendere. Midori non staccava gli occhi da ogni singolo movimento che la figlia compiva. Quando scese sino a livello del terreno, il cuore della kunoichi stava iniziando a saltare qualche battito. I ricordi di tutto il tempo trascorso, l'aiutarono a ricacciare indietro la commozione, quando Shinodari si tolse il cappuccio. L'aveva vista andarsene quando era ancora una ragazzina. E ora aveva davanti la prova, che gli anni cambiano le persone. Era cresciuta così tanto, che quasi non se la sentiva di chiamarla "la sua bambina". Il sorriso rimase sulle labbra, ma quanto fosse vero, nessuno poteva dirlo. Gli occhi di Midori si fermarono però, su due particolari, che le fecero morire quel sorriso sul volto.
    Prima di tutto, su due lame affianco al braccio. Pensava fossero due pugnali che reggeva in mano. Ma ora vedeva, come la base penetrasse nel braccio. Le iridi della donna si tinsero di nero, mentre osservava come Oto avesse messo le sue diavolerie nel corpo di sua figlia a quel modo.
    Ma qualsiasi commento, fu bloccato dal secondo particolare. Gli occhi ametista di Shinodari, erano tinti di un nero che Midori conosceva. Lo sguardo della donna si fece triste, mentre li osservava. Aveva quasi sperato, di essere giunta là per nulla, che avrebbe solo descritto i sintomi dicendo di avvisarla alla loro comparsa, e tornando in un seondo momento, se mai fosse venuto.
    Ma vedeva come fosse ormai pronta. Nello stesso modo, in cui una bambina diventa una donna. Era inevitabile, e Midori doveva quindi fare, quello per cui era là.

    Tornò alla realtà, ascoltando i commenti della kunoichi su tutto ciò che aveva fatto sino ad allora. Il sorriso tornò, ma l'ironia, era l'unica cosa che esprimeva.

    Midori Nara, voleva che tu imparassi l'Ikebana. Midori Nara, voleva che tu fossi puntuale, quando doveva insegnarti l'arte della cerimonia del thè. Avrei voluto che fosse quella, la madre che avresti sempre conosciuto, e che avresti salutato, quando fosse giunta l'ora di lasciare questo mondo.

    Strinse i pugni, coperti dalla veste, prima di riprendere.

    Neko-san, vorrei parlare con mia figlia in privato. Se possibile, gradirei della privacy.

    Midori attese quindi, che il compagno di Shinodari le lasciasse sole, o dicesse se voleva restare. Dopodichè, avrebbe continuato se il ragazzo se ne fosse andato. O se l'avesse convinta a poter restare.

    ...Nemmeno tuo padre, ha bene idea di quali sono le mie capacità. L'ho conosciuto quando ormai avevo deciso di seppellirle. E lui non mi ha mai chiesto nulla a riguardo. Tuo padre mi amava per quello che ero e sarei stata. Volevamo entrambi dimenticare, tutto quello che avevamo visto in battaglia.

    Il suo sguardo parve perdersi nei ricordi, mentre si voltava un attimo verso quella foresta, dove i ricordi la riportavano al periodo della sua vita, dove la normalità era lucidare le armi, non preparare la colazione.

    Ovviamente mi hanno criticata molto, ero ancora una kunoichi nel pieno delle forze. Ma è successo qualcosa che mi ha dato un motivo, per tornare ad essere una donna, e non una kunoichi. Da quel momento, ho potuto seppellire il mio passato. Così come ciò che comportava, e i motivi per cui mi era stata indicata quella via.

    Fissò negli occhi la figlia senza traccia di sorriso, prima di riprendere.

    I miei nonni, i tuoi bisnonni, ogni volta che tornavo da una missione, sporca di sangue, borbottavano che "non era nulla rispetto a una vera guerra". Ammetto, che all'ennesimo borbottio, gli urlai contro, chiedendo cosa non andava nelle battaglie in cui rischiavo la vita, che per loro erano "scaramucce". Fu allora che mi spiegarono tutto. Perchè ero andata all'accademia così presto, perchè volevano che continuassi a partecipare alle missioni. Non era solo per il bene del villaggio. C'era qualcos'altro.

    Midori fece una pausa, fissando le mura di Oto.

    Quella volta, mi parlarono di una guerra, successa più di un secolo fa. Fu l'unica volta, in cui le popolazioni delle 5 grandi terre, arrivarono a conoscere la paura di essere sterminate. La guerra delle 5 terre, la chiamano alcuni. Ma non ha nome, come non ne hanno uno vero, gli invasori. Nessuno ricorda da dove arrivarono. Le immagini di quello che fecero, sono le uniche cose che ricordano. Tutti i villaggi, tutte le terre....non lasciavano nulla dietro di sè. Solo l'Acqua resistette alla loro furia. A kiri si svolse la battaglia che avrebbe concluso tutto. In bene o in male.
    Certo, è una guerra che abbiamo vinto. E' la guerra che ha portato la nascita dell'Accademia. Ma è anche una guerra che prima o poi, riprenderà.


    Lo sguardo della donna si fissò su quello della figlia, tingendosi di nuovo di nero.

    Per quanto lo voglia, non sono qui solo per rivederti, Shinny. Sono qui perchè una cosa simile non possa capitare di nuovo, per lo stesso motivo per cui i miei avi, mi hanno convinto a essere ciò che sono. Volevo seppellire il mio passato, con i ricordi di quella vita. Cosa che ho fatto. Quello che hai visto e vedrai, e' stata e sarà un'eccezione. Avrà fine appena tu stessa, saprai ciò che so io.

    Midori fece un sospiro, avvicinandosi alla figlia, con un sorriso triste, e accarezzandogli il volto.

    Mi dispiace, Shinny. Quegli occhi color delle tenebre, non appartengono a nessun Nara. Solo i il mio clan, i Kazekumo, hanno quel particolare tratto genetico. E solo loro, per dogma, possono imparare la loro tecnica segreta.

    Midori si allontanò quindi, facendo scivolare la mano mentre la ritirava. Fissò quindi il ragazzo, prima di riprendere.

    Come ho detto, avrei voluto vivere come Midori Nara, fino alla mia morte. Certo temevo, che prima o poi, anche tu avresti avuto quegli occhi. Ma la mia speranza era che non sarebbe mai servito addestrarti. Tuttavia, non sono disposta a rischiare. Se una guerra simile non c'è stata nelle mia generazione, potrebbe esserci nella tua. E' quindi mio dovere, perpetrare le mie conoscenze, così come il vessillo di capoclan, al mio successore, se ritengo non sia ora di dimenticarle.

    Fece l'occhiolino alla figlia, con un sorriso sincero, prima di continuare.

    Ma per quel ruolo, se ne parlerà un pò più avanti. Per ora, voglio solo sapere cosa vuoi fare, Shinodari. Immagino la tua vita ormai sia qui. Appartiene solo a te, e se lo vorrai, sono disposta a insegnarti le capacità dei miei avi per continuarla. Altrimenti, tornerò a Konoha, e aspetterò il momento del prossimo incontro.

    Fece un ultimo sorriso tirato, prima di attendere ciò che voleva fare, la sua unica figlia.


    Edited by Yami Kaguya - 22/6/2008, 15:26
     
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    Lo sapeva di averla ferita, lo aveva letto nel volto, nel sorriso che si era spento, quando l’aveva vista in un atteggiamento tutt’altro che amichevole.

    La donna riprese a parlare, ma il sorriso che ora era affiorato sulle sue labbra era tinto di una sfumatura ironica.

    CITAZIONE
    Midori Nara, voleva che tu imparassi l'Ikebana. Midori Nara, voleva che tu fossi puntuale, quando doveva insegnarti l'arte della cerimonia del thè. Avrei voluto che fosse quella, la madre che avresti sempre conosciuto, e che avresti salutato, quando fosse giunta l'ora di lasciare questo mondo.


    Quelle parole riportarono indietro Shinodari agli anni trascorsi a Konoha.

    Ricordava le fughe ad addestrarsi con il padre per fuggire alle noiose lezioni della madre e dei libri sull’ikebana infilati sotto il cestino della sua camera da letto.

    Ma non era quello il momento per perdersi nei ricordi, sua madre si era presentata come un nemico del villaggio arrivandone a minacciare uno degli amministratori.


    CITAZIONE
    Neko-san, vorrei parlare con mia figlia in privato. Se possibile, gradirei della privacy.

    La ragazza rivolse uno sguardo verso Kayle sorpresa.

    Neko san?

    Le avrebbe dovuto spiegare qualcosa...

    Poi la sua attenzione ritornò sulla madre.


    -Non abbiamo segreti. Desidero che resti.-

    Poche parole, ma con un tono di voce che non ammetteva repliche.

    Da quando era cambiata?
    Da quando si permetteva di dare ordini anche alla madre?

    Attese una risposta...


    Quello che sapeva era che Kayle era parte della sua vita e dopo tutto quello che avevano passato non voleva che nessun segreto li dividesse.

    Nuove parole diedero vita ad un quadro che Shinodari non conosceva...

    Lei era sempre stata protetta.
    L’avevano spedita in Accademia per temprare quel carattere ribelle che tendeva a metterla costantemente nei guai, ma forse le avevano taciuto il vero motivo per cui lei era diventata una kunoichi.

    La mamma aveva lasciato la via del ninja per un motivo più importante.
    Non lo voleva ammettere, ma in cuor suo sapeva che aveva a che vedere con un sentimento che lei conosceva fin troppo bene.
    E poi era nata lei...


    Non si era mai interessato al passato.
    Quando i nonni cominciavano a parlare di come la vita un tempo non fosse facile, di come l’essere ninja era l’unica speranza per un domani, lei come tutti i bambini scappava via per giocare con i suoi cugini e gli amici del villaggio.


    Qualcosa aveva scosso così violentemente il suo villaggio natio da essere stato impresso a fuoco nelle menti di chi aveva assistito all’evento, di chi era sopravvissuto per poterlo raccontare.

    Una guerra?
    Perché non era stata raccontata nel suo corso genin?
    Cosa avevano nascosto i loro antenati?
    Un mistero nel mistero...
    Invasori senza un’identità...
    Kiri...
    Avrebbe indagato...

    Le sorprese non erano finite...


    Shinodari si rispecchiò nelle iridi della madre, tinte di quella stessa oscurità che le apparteneva.

    No, non se l’aspettava, pensava che quel nero fosse qualcosa di suo, che le ombre fossero la colpa di quella scelta, il rimorso di aver condotto alla morte chi credeva in lei...

    Era incredula...

    Si è vero i ninja sono abili nel nascondersi sotto mentite spoglie, ma scoprire quella parte di un passato a lei sconosciuto.

    Il clan della madre, i Kazekumo...

    Quell’oscurità era sua dalla nascita, solo che era rimasta sopita fino a quando non era stata alimentata.
    Konoha era un posto troppo luminoso e l’aveva in un certo senso protetta, ma alla fine la sua eredità aveva trovato il metodo per palesarsi.

    Sentì il delicato tocco materno sfiorarle il volto.

    Sua mamma, ma al contempo una sconosciuta.


    E lei come la vedeva?
    Era ancora la piccola Nara oppure qualcosa di diverso, un ibrido di due realtà...


    CITAZIONE
    ...Per ora, voglio solo sapere cosa vuoi fare, Shinodari. Immagino la tua vita ormai sia qui. Appartiene solo a te, e se lo vorrai, sono disposta a insegnarti le capacità dei miei avi per continuarla. Altrimenti, tornerò a Konoha, e aspetterò il momento del prossimo incontro.

    La donna restò in attesa della sua decisione.

    Sul volto di sua madre aveva visto scorrere tante emozioni, da quel primo sorriso di gioia nel rivederla, a una tristezza di fondo...

    Incrociarne lo sguardo era così doloroso.

    Per un istante fissò il suo compagno Kayle.

    I suoi occhi tornati del colore dell’ametista erano lucidi.

    Shinodari si stava forzando di non piangere, di non cercare nell’abbraccio materno i ricordi della sua infanzia.

    Voleva tanto dirle di riportarla a casa, a Konoha, di perdonarla per la sua azione impulsiva che aveva arrecato tanta sofferenza nel cuore dei suoi genitori, per non aver parlato prima con loro della sua decisione di salvare un caro amico dalle catene di Orochimaru, di non aver avuto la forza di ritornare a Konoha opponendosi alla volontà dell’Hokage...

    Le innerblade ritornarono nei loro alloggiamenti all’interno degli avambracci.
    Sciolse l'evocazione.

    Si avvicinò alla madre in modo che solo lei ed eventualmente Kayle potessero udirla.


    -So che non era questa la strada che speravi per me, ma le mie sono state libere scelte e ne ho pagato le conseguenze, ma non ho mai dimenticato i vostri insegnamenti. Sono luce ed ombra, seguo la difficile strada del ninja medico, credo nella vita... però la mia vita è qui perché lui è qui... Ho priorità strane, perchè non voglio più perdere nessuno, mai più... forse è solo un desiderio egoistico, ma vorrei che tu mi insegnassi a controllare la mia oscurità... perché... non voglio più essere solo una spettatrice... voglio combattere per ciò a cui tengo... per ciò in cui credo... mamma...-


    Mormorò con un tono di voce vibrato, in cui trapelavano tutti quei sentimenti che avrebbe potuto esprimere solo se si fossero trovare nel privato.
     
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  3. Midori Kazekumo
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    La replica della figlia, strappò un lieve sorriso, così come uno sguardo altrettanto lievemente sorpreso. D'altronde era normale fosse cresciuta. E stavolta non poteva rimproverarla, se andava contro il suo volere.

    Che resti, allora.

    Midori fissò di nuovo quel ragazzo, prima di iniziare a raccontare la sua storia. I minuti passarono, sino a che le labbra di Midori si chiusero di nuovo, ripristinando il silenzio. Vide gli occhi della figlia perdere l'oscurità al pari dei suoi, mentre fissava il ragazzo accanto a lei. La stessa cosa stava facendo la madre, sebbene il volto fosse puntato su Shinodari. Lo vide stringerle la mano, e celò un sorriso mentre riportava lo sguardo sulla ragazza. Le lame rientrarono nel corpo, come supposto da Midori quando le aveva viste. Poi, come una aveva ascoltato l'altra, ora Midori rimase zitta mentre Shinodari parlava. Il suo sguardo tornò ancora sul ragazzo, quando parlò di cosa la teneva là. Non riuscì però a decifrare quell'espressione. Sembrava quasi fargl dispiacere.
    Poi però, perse un attimo il suo contegno, quando la chiamò mamma. Midori si concesse un sorriso sincero e uno sguardo amorevole, mentre fissava Shinodari. Poi riprese il contegno di prima, accennando un sì con la testa.

    Ho capito, Shinny. Vorrei iniziare subito, se non ti dispiace. Se non hai qualche impegno inderogabile, ti pregherei di posticipare ogni cosa a parte questa. Vorrei portarti in un luogo importante, occorreranno due giorni di cammino per raggiungerlo. Prepara il tuo equipaggiamento, e saluta il tuo compagno, ti aspetto qui.

    La donna non disse altro, dopo quelle parole.
     
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  4. Yami Kaguya
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    Fu strano, assistere a quell'incontro. Le due donne, si fissavano con uno sguardo comprensibile. Sebbene in quello della madre di Shin, passò un lampo poco amichevole, per qualche motivo. La Nara però non tardò a dire cosa la portava sino a là. Prima espresse come del rimpianto, poi iniziò a raccontare. Per Shinodari era una sorpresa, dalle sue parole di prima. Per me, beh, dopo il primo incontro che sua madre non fosse proprio una normale casalinga, non mi stupiva troppo. Poi mi chiese di andarmene, cosa anche comprensibile. Tuttavia, Shinodari mi fermò prima che potessi anche solo muovermi. Mi voltai verso di lei, con un lieve sorriso. Midori non ebbe altre obiezioni, e quindi iniziò a raccontare del suo passato. Lo stesso però, ciò di cui parlò fu interessante, come preoccupante. Le informazioni sulla formazione dell'accademia erano sempre state vaghe, e non me ne ero mai interessato, se non per spiegarle altrettanto vagamente agli allievi. Ma sembrava, che quella guerra del passato fosse da non prendere sotto gamba. Per nulla. Quando terminò, aleggiava un silenzio tombale. Sentii lo sguardo di Shin addosso, così mi voltai verso di lei, cogliendo una sfumatura lucida in quella solita di ametista. Istintivamente, mossi la mano, prendendo la sua, e stringendo lievemente. Lasciai la presa quando le inner blade rientrarono, e lei si avvicinò a sua madre. Le sue parole risuonarono, rivelando come ancora, stesse camminando su un cammino a metà fra due ideali. E dalle sue parole, sembrava che fossi l'unica cosa a tenerla a Oto. Una frase ambigua, per come la percepii. Da una parte un senso di felicità, per come ero importante per lei. Dall'altro, disagio per come fossi sì un ancora....ma che la legava a un luogo di morte. Per un attimo la fissai con un misto di tristezza e felicità, poi tornai normale. Sentendo qualcosa che non mi piacque molto.

    ...Dove la porta?

    Attesi risposta, fissando la kunoichi in nero. Se non ne avesse date, avrei fatto un passo, riprendendo a parlare.

    Vorrei sapere dove la sta portando esattamente. O devo chiederle di farmi venire con voi.

    Rimasi quindi in silenzio, senza distogliere lo sguardo dalla madre di Shinodari. Non è che non mi fidassi. Ma cosa le impediva di riportarla a Konoha con la forza?
     
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  5. Midori Kazekumo
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    ..Sembrava essere sorto un imprevisto. Midori rivolse lo sguardo verso il compagno della figlia, quando chiese dove sarebbero andate.

    Mi dispiace, ma solo gli appartenenti al mio clan possono sapere la sua ubicazione. Devo chiederti di restare qui.

    Il ragazzo fece un passo in avanti, ponendole quelle che sembravano condizioni. Midori ne sostenne lo sguardo, prima di formare tre sigilli con le mani, mentre subito dopo, un'altra lama d'ombra sarebbe spuntata dal terreno, puntandosi al collo di quel ragazzo.

    Non un altro passo, Shinobi. Non credo di aver parlato lingue strane, quindi non ripeterò il concetto una terza volta. Solo lei può venire con me, di diritto. Resta qui.

    Midori non disse altro, mentre ripassava la palla della parola al ragazzo.
     
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  6. Yami Kaguya
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    ..Stavo iniziando a chiedermi quanto potevo davvero osare con quella donna. Appena terminai di fare il passo, mi vidi una lama d'ombra come quella di prima, puntata al collo. La fissai, mentre parlava. Ma non avevo cambiato idea. Alzai un braccio verso Shin, nel caso si fosse mossa. Dovevo risolvere da solo, quella faccenda. Dubitavo sua madre cambiasse idea perchè glielo chiedeva la figlia.

    ...Le ripeto il mio, allora, di concetto. Se non mi dice dove andate, non resterò qui di mia volontà.

    Era una chiara sfida, visto come feci un altro lieve passo, arrivando a premere sulla lama, al limite perchè bastasse un movimento per tagliare. Rimasi quindi fermo così, mentre lo sguardo rosso fuoco, si rifletteva in quello nero di quella kunoichi. Non attivai le scaglie di Yamata. Non avrebbe avuto senso in quel caso.
     
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  7. Midori Kazekumo
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    Le minaccie, non facevano effetto, o solo la sopravvalutava. O forse no. Aveva tolto delle vite, come ogni Shinobi degno di questo nome. Ma c'erano quelle vite, che non potevano essere tranciate, per scelta stessa del mietitore.
    Du un conflitto di emozioni, quello che stava provando la donna, osservando il compagno della figlia che avanzava verso di lei incurante della lama. I suoi occhi si colorarono di nero, allo stesso modo di quelli rubino del giovane. Vide la lama premere sulla pelle, ma il sangue non usciva ancora. Midori allora, con un lieve movimento del dito, la fece scorrere su un lato, creando una lieve linea di sangue.

    Non posso permettertelo, solo perchè sei il suo compagno. Se temi che non te la riporti, posso prometterti che lo farò, non forzo nessuno a seguire strade che non accetta.

    Il ragazzo però, ancora non si mosse. Midori lo fissò in silenzio, mentre cercava di capire cosa fossero quegli occhi. Avrebbe dovuto tramortirlo o ferirlo, per farlo stare là. Non ci volevano le sue capacità interpretative per capirlo. E in effetti c'era una soluzione al problema....
    La lama d'ombra si ritiro, mentre gli occhi di Midori tornarono del colore normale, mentre spostava lo sguardo su Shinodari.

    ...pare tu abbia un accompagnatore. Potrete venire entrambi, ma lui dovrà sottorstare a delle condizioni. Nulla di serio, prometto.

    Si sarebbe scusata più avanti del suo comportamento. Ma il carattere Nara, era pur sempre presente nella sua mente. E non era molto transigente con giovani e simili.
     
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  8. Yami Kaguya
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    I discorsi continuarono, ma non stavo tornando indietro. Sentii il filo della lama scorrere sul collo, creando un lieve taglio. Ma rimasi fermo. Sentivo che qualcosa non andava. Per quanto mi chiedesse di fidarsi, non potevo farlo. Non capivo nemmeno io bene, perchè mi era salita quell'ostinazione. Ma non feci nessun passo indietro, nè distolsi lo sguardo.
    Così, Midori alla fine cedette, e ritirò la lama. Mi fissò un ultima volta, prima di spronare la figlia a dare la risposta alla domanda precedente. Dovevo sottostare a delle condizioni a quanto sembrava. Ma al momento, non sapendo quali fossero, non potevo dirmi contrario a priori. Accettai il rischio quindi.

    D'accordo.

    Non dissi altro, fissando quindi a mia volta Shinodari con un malcelato sorriso. Si poteva dire che fosse una mezza vittoria.
     
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    Per un fugace istante Shinodari si trovò di fronte la madre che conosceva.
    Un sorriso amorevole come il suo sguardo, poi tutto svanì, quando la donna riprese a parlare.

    Per qualche motivo non fu sorpresa, quando Midori le disse che aveva giusto il tempo di prendere il suo equipaggiamento e poi sarebbero partite.
    Il suo ingresso ad Oto era un chiaro segno di come la madre non avesse tempo da perdere.
    Solo che non voleva salutare Kayle.

    §Vieni con me...§

    Parole che non riuscì ad esprimere, seppure lo sguardo che ora era rivolto verso di lui parlasse chiaro.

    Voleva afferragli la mano, ma si ritrovò muta spettatrice di uno scontro tra due volontà che non volevano cedere, l’una dinanzi all’altro.

    La domanda di Kayle era lecita, come ragionevole fu la risposta data dalla donna.
    Eppure il giovane non era rassicurato.
    Fece un passo avanti avanzando contro il pericolo che scaturì in una lama d’ombra.
    Shinodari fece il gesto di intervenire, ma la mano alzata di Kayle la bloccò.
    Era una loro faccenda privata, lei non poteva ne’ doveva intervenire.

    Cremisi contro le tenebre...

    Il primo sangue fu versato per un gesto della donna.

    Shinodari non sarebbe restata ad osservare la morte del compagno senza fare nulla.
    Sapeva che le sue parole non sarebbero servite, però...
    Un attimo lungo quanto una vita.
    Sapeva che sarebbe bastato un nulla per recidere ciò che di più prezioso aveva.
    Il suo sguardo vagò da quello del compagno per soffermarsi su quello della madre.
    Non avrebbe permesso che venisse versato altro sangue.
    La lama di tenebra scomparve nelle tenebre, mentre le iridi della madre tornavano del loro colore originario.

    CITAZIONE
    ...pare tu abbia un accompagnatore. Potrete venire entrambi, ma lui dovrà sottostare a delle condizioni. Nulla di serio, prometto.


    Un patto.
    Un pareggio.

    CITAZIONE

    D'accordo.

    Shinodari incrociò nuovamente lo sguardo di Kayle.

    Si avvicinò a lui e appena fu a portata gli diede uno schiaffo sulla guancia.

    Poi rapidamente protetta dal mantello compose i sigilli per attivare la Zankuro.
    La katana d’ombra si materializzò a pochi centimetri dal corpo della madre.
    Non era sua intenzione ferirla.


    -Bastava un nulla per morire. So che vuoi proteggermi, ma se fossi morto, come pensi mi sarei sentita? Avresti frantumato il mio spirito, il mio cuore... Come pensi che vivrei senza di te? Sei stato uno stupido...-

    Commentò con la voce che vibrava.

    Poi guardò la madre, mentre la katana tornava ombra.


    -Se avessi reciso la vita di colui che amo con tutto il mio cuore non te l’avrei mai perdonato, mamma. Lui è parte di me. Sai cosa significa questo, vero? Avresti distrutto per sempre una parte di me.-

    Le disse con espressione seria.
     
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  10. Yami Kaguya
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    Il sorriso che le rivolsi, mi morì sul volto a vedere i suoi occhi. Dopo, percepii solo la mano muoversi, e uno schiaffo sulla guancia sinistra a tutta potenza. Chiusi l'occhio istintivamente, portandomi poi la mano al volto, mentre provavo una sensazione di calore. Ascoltai poi quello che voleva dirmi, con un tono di voce vibrante. La ascoltai, mentre mi dava dello stupido per ciò che avevo fatto, non senza aver creato una lama nera, a sua volta. Fissai quella lama alcuni istanti, prima di tornare sulla kunoichi. Disse che non poteva vivere senza di me. Ne aveva anche per sua madre, comunque. Il cui sguardo perse parte della luminosità, mentre ascoltava. Iniziò a parlare, ma la interruppi.

    ...farebbe meno male quella lama, piuttosto che restare da solo qui. E comunque, non credo mi avrebbe ucciso.

    Fissai la donna, prima di tornare su Shin.

    E' tua madre, Shin. Ho solo pensato che se lei ti ha aiutato a essere ciò che sei, non avrebbe affondato la lama.

    Parole semplici, che esprimevano una certa fiducia nei valori che madre e figlia dovevano avere in comune. Rimasi quindi zitto, la guancia che bruciava ancora per quella reazione. Però lo stesso, sorrisi. Quella sensazione così piacevole nel cuore, rendeva quasi piacevole il dolore che ne derivava.



     
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  11. Midori Kazekumo
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    Vide un sorriso del giovane rivolto a Shinodari, per il quale fu tentata di dargli un colpetto di punizione. Ma prima che potesse muoversi, si era già mossa Lei, dando un sonoro schiaffo al volto del compagno. Midori non celò un sorriso stupito, almeno sino a quando non si vide una lama d'ombra simile alla sua puntata contro. La fissò, ascoltando i discorsi della figlia, mentre un'aria più tetra calava sul suo sguardo.

    ...Mi rendo conto che questo lato di me ti sia sconosciuto, e posso capire perchè dici cose simili. Ma...

    Inaspettatamente, il ragazzo parlò per lei, subentrando alla conversazione. E dicendo parte di quello che avrebbe voluto dire lei. E stranamente, sembrava stesse riuscendo a giustificare anche sè stesso. Midori ebbe la sensazione che quel ragazzo fosse cambiato parecchio, dal loro primo incontro. In peggio probabilmente. Ma chi lo sa. Forse portarlo con loro poteva essere divertente. Di certo, a tratti le sue parole le avevano fatto piacere. Per altri, non molto.

    ..Prendere la vita non è così facile, Shinodari. Se hai pensato davvero, che ti avrei tolto chi ami....mi chiedo se sul serio ti faccio così paura, se mi comporto così.

    Passò un sorriso triste sulle sue labbra, mentre parlava.

    Ti chiedo scusa per i metodi che sto usando, Shinny. Poi potremo parlare. Ora, ti invito a fare ciò che devi, o partire subito. Il tuo compagno verrà con noi, non preoccuparti.

    Scoccò uno sguardo penetrante al ragazzo, prima di tornare di nuovo in silenzio.
     
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    CITAZIONE
    ...farebbe meno male quella lama, piuttosto che restare da solo qui. E comunque, non credo mi avrebbe ucciso.

    Era ciò desiderava, stare accanto a lui.

    Lo sapeva che non era sempre possibile, ma per questa volta lo voleva accanto a sé.
    Ciò che la rese felice nel profondo del suo cuore era che anche lui desiderasse esserle accanto, che non sarebbe rimasto lì ad aspettarla.

    -Non potevi esserne certo...-

    Mormorò in risposta.

    Ma forse era lei che non riconosceva più sua madre.

    Le parlò con un’espressione più cupa, probabilmente non si era aspettata da lei una reazione del genere.

    CITAZIONE

    ...Mi rendo conto che questo lato di me ti sia sconosciuto, e posso capire perchè dici cose simili. Ma...

    Fu Kayle a terminare la frase

    CITAZIONE
    E' tua madre, Shin. Ho solo pensato che se lei ti ha aiutato a essere ciò che sei, non avrebbe affondato la lama.


    Incrociò lo sguardo della donna che l’aveva cresciuta in tutti quegli anni.
    Possibile che dubitasse di lei?
    Che una madre non sapesse leggere nel cuore della propria figlia.


    CITAZIONE
    ..Prendere la vita non è così facile, Shinodari. Se hai pensato davvero, che ti avrei tolto chi ami....mi chiedo se sul serio ti faccio così paura, se mi comporto così.

    Shinodari abbassò lo sguardo.

    L’aveva pensato, aveva avuto paura che l’avrebbe fatto.

    Sollevando lo sguardo notò il sorriso triste che era affiorato sulle sue labbra.


    CITAZIONE
    Ti chiedo scusa per i metodi che sto usando, Shinny. Poi potremo parlare. Ora, ti invito a fare ciò che devi, o partire subito. Il tuo compagno verrà con noi, non preoccuparti.


    La ragazza scosse la testa.
    Non era lei a doversi scusare.

    Si avvicinò a lei colmando la distanza che le separava.


    -Ho pensato che l’avresti ucciso. Sono davvero cambiata se non mi fido più di mia madre, però tu sei venuta da me come kunoichi e io ho pur sempre tradito il villaggio dove sono nata. A volte non so più di chi mi possa fidare. La nostra vita non può scorrere tranquilla perché non abbiamo più radici. E’ la nostra punizione, il vivere giorno per giorno senza poter pensare al futuro. Lo vedo andare via senza avere la certezza di un suo ritorno, ben sapendo che la morte lo desidera come un dono prezioso. Ma non oggi, non davanti a me... Finché avrò la possibilità lo proteggerò per quanto lui sappia farlo anche senza il mio aiuto. Mi dispiace, mamma, ho agito d’impulso. Non sai quanto vorrei...-


    Le cinse con le braccia la vita

    -...ritornare ad essere la tua bambina...-

    Mormorò fissandola negli occhi.

    Un abbraccio che durò un battito d’ali.


    -Mi occorrerà al massimo una mezzora.-

    Disse, per poi allontanarsi verso il gate.

    Usò il chakra adesivo per risalire le mura, mentre Ko le volava in braccio preoccupato per quello che era successo.

    Al gate sembrava essere tornata una sorta di pace, con le nuove sentinelle che avevano preso il posto delle precedenti.
    Qualcuno avrebbe richiesto spiegazioni sulle sue azioni e su quelle di Yami.
    Entrambi non avevano agito pensando al bene del villaggio.
    La kunoichi che aveva messo in scacco il gate occidentale era ancora lì libera come il vento.
    Ma ora Shinodari non se la sentiva di dare spiegazioni.


    Quando ritornò aveva il volto celato dall’ampio cappuccio, i vestiti nascosti dal mantello.
    Era sola, per quanto Ko avesse insistito l’aveva lasciato a casa.


    Aveva fatto un salto in Amministrazione per avvisare che lei e Kayle si sarebbero assentati da Oto per qualche giorno, ma senza dare una destinazione a cui raggiungerli in caso di necessità.

    Era un viaggio avvolto nel mistero, in quelle ombre che alla fine stavano diventando la sua seconda natura.

    Varcò il cancello riunendosi ai suoi compagni di viaggio.


    -Sono pronta. Possiamo andare.-

    Disse semplicemente.
     
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  13. Midori Kazekumo
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    Vide Shinodari abbassare lo sguardo, poi scuotere la testa, mentre si fissavano. Rimase in silenzio ad ascoltarla, sentendo i motivi per cui aveva parlato in quel modo. Ancora lui...la tristezza sembrò passare, vedendo come si fosse legata a quel ragazzo. Poi però, Shinodari fece qualcosa che stupì la madre. Si avvicinò ancora di più per cingergli la vita, in un abbraccio fugace come un battito d'ali, che finì appena Midori iniziò a rispondere, mentre le sue mani toccarono appena il corpo della figlia, prima che quest'ultimo le separasse. Le diede un tempo di attesa, e Midori fece un cenno affermativo con la testa, insieme a un lieve sorriso.

    D'accordo. Vai pure.

    La fissò andarsene, mentre pochi secondi dopo anche il ragazzo si allontanò. Midori fece un altro cenno affermativo, rimettendosi il cappuccio in testa. Solo protetta da quel tessuto, si concesse qualche singhiozzo silenzioso, mentre alcune lacrime ne solcavano il volto. Probabilmente quell'abbraccio era stato troppo, nella situazione in cui era, dopo tutto quel tempo. Non capiva se piangeva per nostalgia o per felicità. Si costrinse a fermarsi, quando il ragazzo tornò. Si sforzò di mantenere il tono e il contegno di prima, ma la voce tradiva una fermezza minore di prima.

    ...Non te l'ho mai chiesto, neko-san. Il tuo nome?

    Il ragazzo rispose, provocando uno sbuffo divertito a Midori, mentre tornava al comportamento che aveva tenuto sino ad allora.

    Yami...appropriato, non c'è che dire. Segue il detto "un nome un programma", o è solo un caso?

    Attese risposta, poi ricominciò a parlare, in modo più calmo.

    ...Ti porterò con me, ma c'è una prima condizione che devi accettare. E' passato molto tempo da quando ci siamo visti la prima volta. Immagino ormai vi conosciate entrambi. Ti chiedo solo una cosa. Per ora non posso ancora parlarle. Lei ha ragione, per quanto non sappia ancora perchè, lei è venuta sino a qui, e vi è rimasta. Ma vorrei sapere cosa è successo in tutto questo tempo. Me lo racconterai, Neko-san?

    Sostenne lo sguardo del ragazzo, sino a che non le rispose. Midori fece un lieve inchino, prima di rispondere a sua volta, alla domanda che gli veniva posta.

    Il mio nome è Midori....eh? qualche problema?
    Aveva notato un lampo di stupore, in quegli occhi d'argento. Ma non indagò oltre, per ora. Ci sarebbe stato tempo poi.

    Quando Shinodari infine tornò, Midori sorrise, prima di voltarsi, iniziando a camminare.

    Seguitemi.

    Sparirono nelle ombre, iniziando quel viaggio verso un luogo sconosciuto.
     
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  14. Yami Kaguya
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    ..Già, aveva ragione. Non potevo esserne certo. Ma avevo corso rischi peggiori.

    ..Lo so. Mi dispiace.

    Poi Shin contnuò, con un altro confronto con sua madre. E nuovamente espresse quanto teneva a me, mentre l'abbracciava. Colsi un lieve tremito nelle iridi della donna. Ma Shin si allontanò subito, risalendo verso il Gate. La fissai allontanarsi, poi mi voltai verso sua madre, parlando rapidamente, mentre si tirava su il cappuccio.

    Aspetti qui un minuto, per favore.

    Risalii lungo le mura, arrivando davanti alle guardie, e fissandole.

    Kabane-san, Jaku-san non ci ha dato spiegazioni, può dirci cosa sta succedendo?

    ...Una missione per me e l'amministratrice. Quella kunoichi è l'incaricato di reclutarci. Come stanno le sentinelle?

    Beh, bene, sono scosse ma non hanno riportato ferite.

    Allora non vedo il problema. Vi ho detto perchè è qui, dimenticate l'incidente, non è qui per far danni.

    Ma..signore, ha attaccato le sentinelle...

    ...Al mio ritorno voglio parlarci. Non credo siano state così innocenti e bendisposte. Tornate ai vostri posti ora.

    Le altre sentinelle non risposero, eseguendo gl ordini, mentre tornavo dalla madre di Shinodari. Si era di nuovo calata il cappuccio sul volto, e mi parve di aver visto come un goccia cadere da quel buio, mentre mi avvicinavo. Poi sentii che mi poneva delle domande, ma con una voce diversa da prima. Aveva pianto..?

    ..Mi chiamo Yami. Yami Kabane.

    Il commento, in parte me l'aspettavo. Sbuffai allo stesso modo, mentre fissavo il cielo.

    ...Diciamo che il mio nome racconta la mia storia. Non mi è stato dato. Me lo sono scelto.

    Poi continuò, con una domanda che sebbene mi sorprese un pò, era anche ovvia visto chi era a chiederla.

    ...Le posso raccontare le cose più generali. Per i dettagli dovrà chiederle direttamente. Ma diciamo che accetto.
    Però...io mi sono presentato. Posso sapere il suo, di nome?


    Fece un inchino in segno di ringraziamento, prima di rispondere. Midori. Sgranai un attimo gli occhi, prima di tornare normale.

    No, no..nessuno.

    Chissà perchè, due donne con quel nome, due donne che mi avevano dato non pochi problemi. Soprattutto la grimdadiana, da stronza qual'era. Nemmeno sapevo se Akumu mi aveva fatto il favore di batterla.

    Comunque, Shin tornò poco dopo, e Midori le sorrise, prima di incamminarsi. Diedi un'occhiata alla mia compagna, ma il cappuccio ne celava volto e sentimenti. Mi limitai quindi a camminare. Sino a che non sparimmo dalla vista del gate West.
     
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  15. Oto no Sakon
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    I'm Back...

    Oto... Quanti anni erano passati... Cresciuto come un cane, ma sopravvissuto come una Leggenda... Quanti viaggi, quante battaglie... Quanta morte... Ed ora, pronto a ritornare, in quello stesso villaggio dove mi danno la caccia. Ma la mia vita non avrebbe alcun senso ormai, se non quello di ricominciare dove tutto era iniziato. Dopo la morte di Orochimaru. Dopo la divisdione del Quartetto, ero rimasto solo in contatto con una persona... Beh, "Persona" è dire troppo. Ma ora, era sparito anche l'unico contatto che avevo con il mondo. Sono stanco di rimanere nell'ombra... E' ora che il mondo torni a tremare al suono del mio nome...

    [...]

    Vestito con la mia inseparabile uniforme del Quartetto ed una marroncina mantella con un cappuccio che mi copre il volto, mi avvicino a passi lenti verso quella che un tempo, era il mio orgoglio. La porta Ovest. Quando tentarono di abbattermi per entrare nel villaggio. Nella più inebriante battaglia della mia vita. Io glie lo negai. Ah.. che tempi... Rivoglio il mio posto. Rivoglio il mio titolo....

    E' tardo pomeriggio. Tutto è come me lo ricordo. E' cambiato poco o nulla. Per lo meno hanno avuto cura della porta. Avanzo ancora. Fino a trovarmi a circa Venti metri dal Gate. Quindi, immobile. Di sicuro mi hanno già notato. Quindi aspetto che qualche Ninja si faccia avanti. Probabilmente tenterà di uccidermi. Ma poco importa. Io aspetto... In silenzio.


    SPOILER (click to view)
    Legenda:
    Azioni
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