[Primo Accesso] South Gate of Sound[Free GdR] [Macro GdR]

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    Un po’ di tempo fa... [continua da qui: Villa mikawa ]

    Era uscito da villa mikawa da qualche ora, ci aveva impiegato decisamente tanto ad attraversare il paese, ma non si era preso troppo tempo, anzi, camminava con passo lento e cadenzato. La causa dell’insolita lentezza forse era dovuta a qualche pensiero che gli ronzava per la testa, dopotutto non andava ad affrontare una missione troppo semplice, attaccare un villaggio senza il supporto dell’accademia non era roba da poco, già per un intero gruppo di ninja, figurarsi per un singolo shinobi.
    I pensieri si diradarono appena giunse alla porta sud di oto, la più vicina a villa mikawa, difficile pensare ad altro quando si vedeva una simile costruzione.

    Che razza di gusti gli otesi, mi domando perché esasperare a tal punto le cose “mhmmmm qui siamo aggressivi, oscuri e paurosi”

    Bah

    Varcò la porta facendo un cenno alle guardie, un simile personaggio era meglio averlo fuori anziché dentro.
    Nonostante le sue stranezze però Oto riusciva ad attrarre Raizen, forse proprio per quella sua sottile aura misteriosa ed oscura.
    Forse era proprio quell’aura che in quel momento faceva sentire il konohaniano un po’ strano, un lieve senso di disagio. Tuttavia non ci badò troppo, non era strano per lui avere simili noie, l’unica cosa che gli dava dei pensieri era la locazione di quella strana sensazione: la sua spada.
    Sapeva, sin dall’inizio, che quella era una lama ben più particolare delle altre.
    Tuttavia non avrebbe mai potuto prevedere cosa stava per avvenirgli di li a poco.
    Dopo pochi passi dal colossale portone di Oto il sigillo che aveva impresso nel ventre cominciò a sciogliersi, tutte e 4 le chiavi scivolarono via come acqua.
    Portò la mano sul ventre incredulo: quel sigillo era di una potenza incredibile, non si sarebbe mai potuto sciogliere, non da solo!
    Per quanto la cosa fosse irreale tuttavia stava accadendo, dopo che le 4 chiavi scomparvero il sigillo si aprì del tutto, ad uno stadio che nemmeno Raizen era mai riuscito a controllare: era troppo.
    L’inchiostro con cui i draghi avevano composto il sigillo parve scivolare via andando a macchiare i pantaloni, era palese che quello stadio era irreversibile.
    Sgranò gli occhi ma si rese conto troppo tardi di che stava succedendo.
    Il suo tantien impazzì, il suo sistema circolatorio di chakra si attivò con la stessa violenza di un fiume in piena.
    Dalle vicine mura non avrebbero sentito niente di troppo allarmante mentre Raizen veniva piegato da quella sensazione di bruciore lancinante che si propagava dal sigillo.
    Solo dopo qualche secondo una potente folata di vento avrebbe preannunciato l’attivazione involontaria della sua innata, il cavaliere del vento venne presto circondato dalle correnti a lui più affini, ma questa volta non poteva controllarle, troppo potenti, troppo violente: troppo chakra.
    Probabilmente la venuta al mondo di un biju fu molto meno luminosa, quella scena era così surreale da sembrare l’avvenuta di un dio, in realtà era solamente la morte di uno shinobi.
    Rapida la mente cominciò a sprofondare in uno stato catatonico dovuto all’esuberanza di chakra, se non avesse reagito sarebbe morto li davanti.
    Doveva buttare fuori parte di quel chakra e ridurre quello che lo circondava, altrimenti nemmeno degli eventuali soccorritori avrebbero potuto aiutarlo.

    Lasciati andare ragazzo, che male c’è?

    Senti quel sussurro suadente nel profondo della sua mente, ma non aveva la minima intenzione di prestargli orecchio, non poteva, ne andava della sua vita.
    L’unica cosa da fare era impugnare la spada, curioso come una dispensatrice di morte possa rivelarsi una salvatrice.
    Sguainò la spada rapido, solamente toccare l’elsa diede i suoi benefici, tuttavia il foderò andò in frantumi appena l’indice si posò sulla nodaichi.
    Non gli serviva pensare a quale tecnica ricorrere, doveva solo espellere il chakra in eccesso. Piantò la spada al suolo vi si poggiò sopra come il cadavere che sarebbe potuto diventare di li a poco e rilasciò un impressionante quantità di chakra, non sapeva quanto, in quello stato non riusciva a quantificare, seppe solo che la lama, ingigantita dal chakra che Raizen vi aveva trasmesso, creò una crepa nel terreno abbastanza grande da poterci infilare una gamba.
    Quando si accasciò non riuscì a vedere il fondo di quella fenditura creata con così tanta violenza, vide solo la spada intatta e fumante al suo fianco, e si rese conto che la fuoriuscita di chakra non accennava a fermarsi. Aveva decisamente una riserva fuori dal comune, ma di quel passo anche lui si sarebbe trovato a secco.

    Aiut...

    Se muoio in questa cloaca a cielo aperto mi suicido.

    No, non voleva decisamente morire li, ma la vista, per quanto eccellente, cominciò ad appannarsi.
     
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    Una lunga veste nera dalle ampie maniche avvolgeva lo shinobi.
    Sul capo portava un morbido turbante in seta che gli abbavagliava il volto lasciando intravedere solo due occhi di ghiaccio.
    La serpe si guardò attorno.

    - Chi comanda qui ? -

    Sibilò con il suo solito tono sinistro.

    - ho fretta -

    Aggiunse, incrociando le braccia al petto.
    Un lungo viaggio lo attendeva, per troppo tempo era rimasto sopito nella sua tana.

     
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  3. Jotaro Jaku
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    [Non collegato agli interventi precedenti]



    Quando il tramonto lambiva il gate Sud del villaggio di Oto, all'orizzonte comparve una figura piuttosto strana, non era coperto da un mantello, anzi, era a petto nudo, indossava pantaloni di pelle nera molto attillati, e dei lunghi manicotti sempre neri, sempre di pelle, che gli coprivano le braccia fino a sotto le spalle. La pelle era molto chiara e quasi arrivata all'osso, e i capelli bianchi lisci, arrivavano ben oltre la metà della schiena. Avanzava a fatica, zoppicando, e non riusciva quasi a tenere sollevata la testa, se non per dare rapide occhiate a dove si stesse trovando. Ma la più grande particolarità, non era la sua camminata, ma le sue condizioni. L'uomo era coperto di sangue da capo a piedi, difficile dire se fosse sangue suo, o di qualcun altro, per non parlare del suono che la sua camminata produceva, come qualcosa di metallico che veniva strusciato a terra. Facendo attenzione, quando il vagabondo si fosse avvicinato, chiunque avrebbe potuto notare che ad ogni suo passo, il suo corpo di sforzava di trascinare con sè un fardello, il fardello erano catene. Il suo corpo era stato trafitto e squartato da decine di fasci di catene, conficcati nei suoi muscoli, sotto la sua pelle, alcuni attraverso interi arti, e queste catene erano incredibilmente lunghe, ad una rapida occhiata era possibile notare che si estendevano per oltre 100 metri dietro all'uomo, e che la sua camminata era resa difficile per l'incredibile peso che ad ogni passo cercava di essere spostato. Era quasi impossibile percepire il suo respiro perchè quasi assente, così come il suo battito cardiaco, era più un cadavere che un uomo vivo. Arrivato a circa dieci metri dal gate, sollevò il braccio sinistro, molto lentamente dato lo straziante stato in cui versava e per il peso del metallo che vi era uncinato. Cercò di allungare la mano verso il cancello ed emise un lungo suono gutturale, come un gorgogliamento, vomitando una grande quantità di sangue dalla bocca e dal naso, durante tutta la durata dell'esibizione, quindi riposizionò in basso l'arto, e inclinò nello stesso movimento anche il capo, guardando a terra, aspettando.....aspettando....aspettando.

    Se nessuno lo avesse preso in considerazione, avrebbe aspettato anche per un mese. Immobile, senza dire una parola. Sembrava come in trance; era un mistero chi fosse quell'anima martoriata, e ancor di più, come potesse restare in vita in quello stato. Era possibile distinguere una catena ancorata sotto al suo mento, che scendeva e lo perforava all'altezza dell'addome, uscendo dalla schiena. Allo stesso modo, lungo tutto il braccio destro, sottopelle, era presente una ulteriore catena, che partiva dal dorso della mano, e le cui forme erano intravisibili sotto l'epidermide fino alla spalla. Da qui usciva, e andava a conficcarsi nel quadricipite destro. Non un lamento, il sangue aveva anche smesso di gocciolare dalle ferite, che sembravano essersi rimarginate a contatto con le catene che gli passavano attraverso. Solo un rantolìo......


    -O-t.o.......-

     
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    ::: Fenix, molto tempo fa :::


    Le guardie fecero transitare senza alcuna domanda il foglioso. Gli ordini erano chiari, Raizen non era mai entrato e quindi uscito dal Gate, fine della storia. Tuttavia le guardie del South non poterono ignorare quello che pochi istanti dopo accadde proprio li, sul ciglio del grosso portone del Fenrir. Il gigante si accasciò a terra; le sue richieste di aiuto furono soffocate dall'improvviso calo di energie...cosa stava succedendo? I guardiani non seppero darsi una spiegazione per l'accaduto ma, visto che si trattava di una persona protetta da Aloysius, non esitarono un istante a mandare il più veloce di loro fino a Villa Mikawa per avvertire il Colosso...

    " Cosa hai detto?! "

    " Si, signore. Si è accasciato al suolo appena ha varcato il porto..."

    " Andiamo Eiatsu, non c'è un secondo da perdere."

    Corsi più rapido che potei in direzione del mio cancello; Eiatsu rimase indietro ma poco mi importava in quel frangente. Non avevo stretto il patto con lui quindi non poteva essere colpa dell'indissolubile sigillo di sangue...Provai a cercare una spiegazione razionale a quell'evento durante la corsa ma quando arrivai al Gate le mie domande ancora non avevano ricevuto una valida risposta.

    " Aprite il Gate! Presto! "

    Le guardie erano diffidenti. Le avevo addestrate ad essere restie ad aprire le pesanti porte in ferro, quindi era comprensibile che non avessero prestato subito soccorso allo straniero. Raizen era svenuto, accaldato e sudato; inoltre mi pervase una strana sensazione non appena mi avvicinai al corpo inerme. Non potevo fare nulla per lui: non sapevo se il solo muoverlo avrebbe peggiorato le cose. Dovevo aspettare Eiatsu...le sue competenze in ambito medico sarebbero state fondamentali. Inoltre non potevo nemmeno portarlo in Ospedale; avrebbero fatto domande sulla sua presenza all'interno del villaggio e questo era un segreto che sarebbe dovuto rimanere celato, ad ogni costo.


    ::: Juuza, quattro giorni fa :::


    " Comando io. "

    Risposi secco all'arrogante shinobi. Ero già a parlare con un nuovo gruppo di soldati, un regalino dell'amministrazione per appagare le mie incessanti richieste di rifornimenti per il mio Gate e, in generale, per le intere mura di Oto. Mi discostai dunque dal gruppetto, facendo due passi in direzione dell'otese.

    " Cosa vuoi mozzo.. "

    La sua faccia non mi era nuova. Cercavo di essere costantemente aggiornato sui movimenti dei ninja di Oto, infatti ogni mese mi arrivava una copia dell'albo con indicato grado e missioni svolte per ogni ninja del suono. Tuttavia così conciato impiegai qualche istante a ricollegare quella brutta faccia al nome di Gouken...Eppure noi due ci eravamo già incontrati, circa un annetto prima, nel bosco dei sussurri ai tempi in cui Shinken ancora bazzicava per le terre di Oto. Probabilmente il ragazzo rivedendomi avrebbe provato le stesse sensazioni di allora...quella volta avevo cercato di impartire il più importante degli insegnamenti al chunin dalle interessanti capacità...Sarebbe tornato alla mente nel ninja il ricordo del mio volto e delle mia parole? Il discendente di Soulafein, e prima ancora di lui dello stesso Orochimaru, era riuscito ad avere pieno controllo della forza che un tempo gli salvò miracolosamente la vita?

    "...o dovrei dire Gouken? "


    ::: Jotty, presente :::


    Oto era stimolante per questo, sapevi che un giorno di calma apparente era solo il preludio della manifestazione del surreale. Surreale che, questa volta, si era reincarnato in uno dei soggetti più strani ed affascinanti che questi avidi occhi avessero mai visto. E dopo Amanimaru, l'Immortale praticante del culto più potente con cui avessi mi avuto modo di venire a contatto, questa era tutto dire...
    Era l'alba e come ero solito fare osservavo il tramonto in compagnia di Ichi-Kama, la donnola con cui avevo legato di più in tutti quegli anni di conoscenza. Quando difendevo io il Gate il numero di guardie era irrisorio, lo stretto indispensabile per garantire l'apertura del cancello e una decina scarse che facevano avanti e indietro per le mura, assicurandosi che tutto fosse nella normalità.

    " Ti vedo stanco Gene...."

    " Sono giorni che non trovo vero riposo. L'organizzazione dei gruppi e il reclutamento di altri ninja mi sta consumando...inoltre ho pensieri per la testa che mi tormentano da settimane."

    " Dovresti venire nelle nostre terre, quelle dove noi donnole stazioniamo per la maggior parte del tempo. E' un vero paradiso terrestre, una vacanza lì sarebbe in grado di rimetterti in sesto in un batter d'occhio! "

    " Forse...tuttavia mi concederò una vacanza solo quando avrò trovato l'ultimo elemento e cosa ben più importante quando il Kokage troverà posto insieme ai defunti a cui tanto è legato..."

    " Sai che mi fai ancora paura quando parli in questo modo? "

    " Ma cosa..?"

    " Dico sul serio, non riesc.."

    " No, guarda lì!"


    k15lt5

    Non potevo credere ai miei occhi...un vero e proprio zombie si stava avvicinando arrancando ad ogni passo. Ben presto la vista mi rivelò la presenza di catene agganciate al corpo dell' "uomo" ma fu solo tramite l'udito, sentendo quel continuo rumore metallico, che riuscii a realizzare la vera lunghezza dell'intrecciato metallo. Ricoperto di sangue lo straniero avanzava imperterrito, sopportando il peso di quell'enorme fardello...una dimostrazione di forza ma soprattutto di resistenza non indifferente!

    " Per tutte le falci! Cos'è quelloooooo!?!?!?!?!! "

    Rimasi in silenzio aspettando che l'insolito soggetto compisse quegli ultimi metri per giungere a portata di kunai. Nella mia permanenza ad Oto avevo visto le cose più strane e vomitevoli ma quello, quello era veramente il vincitore assoluto. Comunque non abbassai la guardia, qualunque fossero le intenzioni di quella cosa non mi sarei fatto trovare impreparato. Giunto più vicino potei notare che altre catene trapassavano il suo corpo e che la quantità di sangue perso avrebbe potuto stendere anche un Mikawa alle prime armi! L'ipotesi che il nuovo arrivato fosse più vicino ad un cadavere ambulante che ad un essere umano era ormai divenuta certezza nella mia mente! Conoscevo solo una persona in grado di sopravvivere a ferite del genere e, sfortunatamente, per una misteriosa malattia o per il volere dello stesso Jotaro, quell'invincibile corpo era stato distrutto...
    Dunque mosse con estrema fatica il braccio in avanti e, dimostrando di saper parlare, pronunciò il nome di Oto. Un'immagine abbastanza inquietante da convincere la piccola donnola a nascondersi dentro il mio kimono, tremante di paura. Quello poi rimase immobile; il respiro era assente, come ogni forma di manifestazione di un dolore per altri indescrivibile. Riguardai ancora quelle infinite catene...Impressionato e divertito decisi di rispondere alla chiamata dello zombie.

    " Si, questa è Oto. Identificati. "

    Freddo e sintetico, l'esatto opposto del mio animo; proprio come lo richiedeva la situazione.

     
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    Lo shinobi portò lentamente una mano al volto, abbassando la parte inferiore del turbante che gli fasciava il viso in modo da palesare le sue fattezze.
    Stava sorridendo.
    Sorrideva per quelle stupide provocazioni che su di lui non avevano alcuno effetto.

    Zolm

    - Bene bene... ci rincontriamo, Diogene. -

    Sibilò, puntandogli gli occhi di ghiaccio.
    Anche lui aveva i suoi informatori, certo meno affidabili, sicuramente non fonti ufficiali, ma da assiduo frequentatore del quartieri dei piacereri di Oto facendo cantare qualche puttanella, o qualcuno troppo sbronzo per opporgli il silenzio, ci aveva messo poco a collegare la figura ben nota nel paese del suono di Diogene con quella del misterioso individuo che lo aveva attaccato nel bosco dei sussurri.

    - I miei poteri sono cresciuti dall'ultima volta, ma non sono ancora sufficienti per ucciderti, quindi goditi questi giorni. -

    Sorrise ancora, occhi acuti come lame.
    Pensò al suo primo sensei e capì che per quanto avesse cercato di emularlo, lui non era così subdolo e astuto da nascondere i suoi pensieri, da far buon viso a cattivo gioco.
    Forse perchè non gli e ne fregava un cazzo di vivere o morire, non aveva affetti, non aveva ambizioni se non quella di essere libero.

    - Devo uscire da Oto e francamente mi sembra una stronzata che debba chiedere il permesso. Io voglio andare dove mi pare. -

    Poi, prima che il suo interlocutore potesse dire qualsiasi cosa, aggiunse:

    - me lo ha ordinato Febh, quell'idiota vuole che... -

    Fece una piccola pausa, come se stesse pensando all'esatte parole dell'amministratore.

    - ...esca dal villaggio per riportare teste o informazioni o qualsiasi cosa utile al villaggio -

    In realtà Gouken non aveva una chiara idea su cosa dovesse fare di preciso.
    L'idea era quella di andare a Konoha, villaggio che aveva tradito anni orsono, per farsi forgiare delle nuove armi e poi a Suna, per apprendere l'arte dei veleni. Nel frattempo avrebbe cercato qualcosa da portare a Febh.
    Attese in silenzio, studiando le reazioni del guardiano, portando le mani, una che teneva l'altra, dietro la schiena.



    Edited by Juuza - 21/2/2012, 19:52
     
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  6. Jotaro Jaku
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    [Gene]



    Il morituro fu accolto da un uomo molto robusto, molto sicuro di sè. Le due figure erano quasi alla stessa altezza, ma il guardiano di oto era almeno 5 volte la massa del suo interlocutore straniero, catene escluse. Con lui una strana bestia che zompettava a destra e a sinistra, e all'avvicinarsi di Fyodor, si nascose dietro il suo padrone; sebbene escluso dall'ambiente circostante con la mente, gli stanchi occhi gialli del moribondo seguivano ogni cosa intorno a lui. Gli fu richiesta una identificazione, dopo aver avuto la certezza che questa era effettivamente Oto. Fyodor voleva comunicare, dire al nuovo conoscente che sapeva dove si trovava, la sua non era stata una domanda rivolta al guardiano, poi scrollò quasi impercettibilmente la testa; era un discorso troppo lungo e le forze non erano sufficienti ad esprimerlo.
    Pochi istanti dopo, Fyodor si trasformò in una fontanella, dalla sua bocca iniziò a fiottare del sangue, prima a piccole stille, poi sempre di più, fino a sgrorgargli dalla cavità orale. Qualcosa stava chiaramente risalendo la gola, e questo qualcosa, era un coprifronte di oto, che superò la dentatura e cadde a terra ai piedi del Jonin. Gli occhi del Karamazov si spalancarono di terrore, e le catene iniziarono a riavvolgersi nel suo corpo sempre più velocemente, facendolo vacillare come se stesse ricevendo una serie di pugni, fino a quando tutte non fossero rientrate nel corpo, lasciando però le ferite aperte dopo il loro passaggio. Durante questa operazione, altro sangue veniva fatto schizzare in ogni direzione. Una certezza sarebbe stata concessa al Mikawa; le sue capacità gli avrebbero confermato che quella quantità di sangue non solo era quantificabile in circa l'intero apparato circolatorio di almeno 5 persone, ma anche tutte diverse.
    Fyodor sembrò riacquistare una piccola percentuale del suo colore naturale, la pelle divenne leggermente meno chiara, e lui ebbe la forza di sollevare un po' la testa per guardare negli occhi il chunin con aria affaticata.


    Tirò fuori da un taschino dei calzoni un grosso ago, e un filo nero uscente da una matassa probabilmente posta in una tasca, e iniziò a suturarsi il taglio sotto il mento, da dove era precedentemente rientrata una spira di catene. Durante questa operazione, parlava.

    - Vengo da Oto.....-
    La fatica gli era ancora nemica, e parlava molto a fatica, come se non stesse parlando da anni, piuttosto che per il dolore delle ferite.
    - Il mio nome è Karamazov, Fyodor, sono libero -

    Il suo nome era presente in ogni fascicolo di ninja scomparsi del villaggio, era sparito da non molto, ma la cosa curiosa, se Diogene avesse controllato, era che sul foglio era annotata un'età appena adolescienzale, un corpo da giovane in salute e capelli corvini. Quest'uomo invece non solo era chiaramente un adulto, e co lunghi capelli lisci grigi, ma i suoi occhi e la sua energia, erano quelli di un vecchio, molto, molto, molto anziano e provato. Il coprifronte che aveva rigurgitato era il suo, e lo raccolse mentre continuava le operazioni di sutura.
    Senza tutte quelle catene a coprirgli la pelle, Erano anche molto ben visibili una grande quantità, quasi smodata di cicatrici vecchie di decenni.
    I misteri di quest'uomo continuavano ad aumentare.....
     
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  7. scroccodile-dundee
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    Il primo passo


    Il viaggiare non era fatica per un ronin, non era fatica per il suo destriero. Matsukaze sfrecciava forte e possente nel vento, felice anche della scelta del suo compagno di battaglia di viaggiare leggeri. Nessuna spada, niente lance, niente corazze. La pelle del petto scoperta era riscaldata dal torpore dei raggi del sole mattutini, i capelli lunghi e fluenti ondeggiavano a ritmo nel vento. Finché la corsa si fermò. Finché la magnificenza di quel posto gli fece quasi mancare il fiato. Un enorme cancello si stagliava di fronte a loro. Un particolare lupo era inciso su di esso, la sensazione è che fosse nel posto giusto. Se ne sentivano tante di storie riguardo quel villaggio, Oto. Di come il suo fondatore fosse un'uomo interessato esclusivamente a fare esperimenti, di come tra i quattro villaggi principali fosse quello che non si faceva scrupoli a sperimentare. Faceva proprio a caso di Maeda Keiji. Non era il tipo da partire dalle basi, la cosa migliore era proprio andare dritti alla fonte della conoscenza. Dunque, scendendo da Matsukaze, rimase poi immobile, in attesa che qualcuno si degnasse di riceverlo. Sapeva che era saggio evitare di provare manovre che lo avrebbero messo nei guai, non aveva cattive intenzioni, quindi non c'era nulla di cui aver paura. O forse si, quelle strane piante non sembravano molto rassicuranti...

    « Sono Keiji del Clan Maeda, sono qui di passaggio! Vi chiedo di poter accedere al vostro villaggio, grazie! »



    Edited by scroccodile-dundee - 22/2/2012, 15:36
     
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    ::: Juuza:::

    " Uccidermi?! AHAHAHAHA Non sai quanto vorrei che Oto avesse un ninja tanto abile tra le sue fila! E ora dimmi..."

    La katana si mosse rapida, troppo per i riflessi del chunin. Un attacco che non aveva nulla a che vedere con quello che l'ultima volta aveva dovuto affrontare l'otese. No, la serpe non aveva chiaro quale era il divario di forze che tutt'ora ci separava; un divario che, senza giri di parole, non avrebbe potuto colmare nemmeno con vent'anni di duro studio e allenamento.

    png

    " ...cosa ti fa pensare di poterti anche solo rivolgere a me con tale presunzione? "

    La lama avrebbe tentato di recidere di netto il braccio destro del ninja; le ossa del chunin avrebbero ceduto come burro sotto la potenza e la forza del colpo. L'erede del fondatore di Oto avrebbe forse realizzato quanta era ancora la strada che ci divideva e, se un briciolo di raziocinio fosse ancora rimasto nella zucca del chunin, l'inopportunità del suo intervento. Che la sua vita gli fosse cara o meno poco importava, qui si trattava di rispetto...e su questo non avrei transatto.
    Non mi sarei mosso di un centimetro; la katana sarebbe tornata nel suo fodero mediante una fluida continuazione del movimento del braccio impiegato per l'attacco. L'espressione sarebbe rimasta la medesima; con un leggero sorriso sulle labbra avrei concluso quell'insolita conversazione.

    " Forse riuscire nel compito che ti ha assegnato il tuo amministratore, privato di un arto, può aiutarti a raggiungere un livello tale da rendere il mio sonno irrequieto..."

    Quindi mi voltai, dando le spalle a Gouken, e ritornai al gruppo di guardie con cui precedentemente mi stavo intrattenendo.

    " Aprite il Gate! Ah tu, vedi di non morire dissanguato...il tuo permesso di allontanamento è di un mese esatto. Tarda di un giorno e ti verrò a cercare anche all'altro capo del continente. "

     
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    " Cosa hai detto?! "

    " Si, signore. Si è accasciato al suolo appena ha varcato il porto..."

    " Andiamo Eiatsu, non c'è un secondo da perdere."



    Anche il chunin, come il jonin, era rimasto stupito da quello che stava accadendo: solo qualche minuto prima avevano parlato con il ninja di Konoha ed Eiatsu non aveva notato nulla di anormale. Spinto, quindi, dall'urgenza nelle parole ascoltate, il chunin rapidamente indossò la maschera alzandosi dalla poltrona nella quale si era lasciato sprofondare. Compose rapidamente i sigilli necessari alla tecnica che aveva in mente ed in un lampo si teletrasportò all'esterno della dimora del clan Mikawa. Iniziò quindi a correre rapidamente, più che poteva, anche perchè sapeva perfettamente che Aloysius lo avrebbe voluto sul posto il prima possibile. Nonostante si fosse teletrasportato ,c'era ancora un bel po' di strada da fare per arrivare al Gate, e il Mikawa lo surclassava grandemente in velocità.
    Infatti, ad un certo punto della sua corsa, Eiastu vide distintamente una figura, ad una cinquantina di metri da lui, che lo superava di gran carriera: la mole non lasciava adito a dubbi su chi fosse.

    Ad ogni modo arrivò al Gate solo con 30 secondi di ritardo, giusto in tempo per vedere il grosso Portone che si spalancava. Il chunin lo superò rapidamente portandosi il più vicino possibile a Raizen. Le emissioni luminose era sparite dal suo corpo ora immobile: rimaneva a testimonianza della forza che aveva emesso solo la sua spada fumante e un crepa di considerevole portata nel terreno.

    Il chunin si avvicinò al corpo ed iniziò ad esaminarlo. Passarono qualche altro secondo, poi i presenti avrebbero visto che le azioni del chunin si fecero concitate!! Aveva infatti compreso quello che era successo, sebbene non si sapesse spiegare il perchè. I danni che il corpo del ninja aveva subito erano accomunabili a quelli di coloro che vengono attraversati da immense quantità di chakra fuori dal loro controllo. Tuttavia, il problema era che Raizen stava continuando a disperdere chakra, come se le sue porte del chakra fossero spalancate, o comunque non ne avesse più controllo.

    Eiastu decise in pochi secondi cosa fare: prese 3 spiedi da una tasca interna della sua uniforme e con violenza ne infilò uno nel collo del ninja, uno all'altezza del cuore, l'altro all'altezza del tentien, stimolando gli tsubo che dimoravano. In questa maniera avrebbe fatto rallentare l'organismo e spinto le porte a chiudersi. Avrebbe poi preso un tonico di recupero del chakra e lo avrebbe spinto nella bocca del chunin. Quindi avrebbe richiamato il chakra curativo sulle mani ed avrebbe iniziato a rimediare i danni che il flusso spropositato di chakra aveva causato ai tessuti e agli organi.
    Stette chino sul corpo per diversi minuti, con le mani imposte prima sul petto, poi sull'addome e infine sulle gambe del ninja.

    Quando ebbe finito diede un altro tonico di recupero del chakra al ninja e fece cenno a due guardie del Gate di avvicinarsi per prelevarlo. Lui invece andò da Diogenes:

    “ Le sue condizioni sono più stabili, ma ho solo tamponato i danni maggiori, servirebbero ninja medici più esperti di me per metterlo a nuovo. Dovrei essere anche riuscito ad invertire la tendenza del suo tentien a rilasciare chakra.Non ho idea di come questo sia successo...Gli ho dato dei tonici per recuperare una parte delle sue energie perse e per un po' non ne potrà più prendere.”

    Avrebbe fatto un pausa: il dispendio di chakra per mettere il ninja di Konoha fuori pericolo era stato notevole:

    “ Aloysius i flussi di chakra così elevati potrebbero aver anche danneggiato il suo sistema nervoso periferico e centrale. Mi sembrano entrambi funzionanti al 100% ma ci potrebbero essere ripercussioni impossibili da prevedere al momento.”

    Detto questo si sarebbe fatto da parte, lasciando al jonin di prendere le decisioni del caso.
     
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    ::: Jotty :::

    La scena a cui assistetti fu raccapricciante. La quantità di sangue uscente dalle cavità dell'essere anomala...era a dir poco sorprendente. Poi rigurgitò anche un corpifronte, che per via del mare di sangue rigettato non riuscii ad identificarne la provenienza. Solo quando lo zombie lo riprese da terra scorsi le incisioni caratteristiche del villaggio del Suono...la cosa non mi sorprese più di quanto non lo fossi già per lo show di qualche istante prima. Dopotutto solo ad Oto potevano esistere soggetti tanto particolari, solo queste terre erano in grado di generare un così stupefacente shinobi!
    Poi, mentre con filo ed ago cercava letteralmente di ricucirsi un profondo taglio sul mento, prese a parlare. L'accaduto lo aveva sfiancato ma il suo parlare difficoltoso non sembrava derivare dal dolore delle ferite subite...era come se quel ninja avesse dimenticato come si comunicava con gli esseri umani!

    " Ichi chiama Goyjo. Che mi porti il fascicolo dei ninja del villaggio, anche quello dei dispersi..."

    " ...ok, ma ho paura."

    Feci attendere in religioso silenzio il "ritornato". Non potevo fidarmi di un estraneo, soprattutto se si trattava di un soggetto così singolare come quello che avevo ora difronte. Pochi minuti dopo il mio fidato sottoposto arrivò alle mura, stringendo in mano le due raccolte richieste. La piccola donnola non era con lui; quel fifone si era rintanato sicuramente da qualche parte.

    jpg

    " Ma che diavolo? Wow, allora quello che ha detto Ichi-kama è vero...prendi Aloysius."

    Controllare tutte le pagine del libro contenente i ninja schedati nel villaggio dalla fondazione era follia; inoltre conoscevo perfettamente i volti e i nomi dei più recenti shinobi delle ultime venti pagine. Per questo motivo cercai prima nell'altro fascicolo, molto più sottile e di rapida analisi per via dei vari "deceduto" stampati in rosso sulla maggior parte dei nomi. Non lo diedi a vedere ma quando lessi il nome di Karamazov Fyodor il mio animo si accese per un istante: la provenienza da Oto era accertata ma il ninja che ora si ripresentava al Gate era profondamente cambiato rispetto alle ultime informazioni in possesso dal villaggio. Cosa diavolo gli era accaduto per raggiungere quella forma e quelle abilità?!

    " Bene Fiodor, puoi entrare nel villaggio, Oto accoglie sempre i suoi figli dispersi...tuttavia verrai sottoposto ad un accurato interrogatorio. Capirai cheun'assenza così prolungata è motivo di grande curiosità e sospetto. Ma prima ti scorterò in amministrazione; per il momento lascerai il tuo equipaggiamento alle mura, per quanto possa valere..."

    Viste le capacità del ninja probabilmente quella sarebbe stata una precauzione inutile...ma questa era la prassi.

     
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    Le voci che udì che giunsero alle sue orecchie erano lontane, ben più di dove erano collocate realmente, tuttavia alleviava la sua preoccupazione. Il konohaniano si riscoprì abbastanza attaccato alla vita, ma è probabile che non avesse semplicemente voglia di morire in una maniera così stupida.
    Si sforzò di rimanere cosciente, di mettere a fuoco la sagoma che lo affiancò, ma il suo corpo iniziava ad essere leggero e il pavimento, oscillando come una scialuppa in mezzo alla tempesta , iniziava a prendere le distanze dallo sfortunato Raizen.
    Il respiro si ridusse ad un sottile refolo, ciò che seguì gli parve di vederlo da sopra le mura della città… oppure no, da più lontano? Da più vicino? Gli sembrava di stare dentro ad una stanza insonorizzata il cui unico contatto con l’esterno era rappresentato da un piccolo oblò sporco.
    Arrivò una seconda figura, più minuta, che prese ad armeggiare col suo corpo. Il lieve dolore che avrebbe dovuto percepire dai 3 aghi era del tutto assente, tuttavia, dopo l’ultimo, se ne sentirono gli effetti.
    Ciò che successe dopo l’inserimento dell’ultimo ago divenne molto più confuso, gli sembrò di non essere mai “uscito” dal suo corpo, ed agli effetti sarebbe stato anche strano una simile sensazione extrasensoriale, non era mica diventato un fantasma!
    Probabilmente era il suo cervello che, facendo una media dei dati presenti in memoria e di quegli sprazzi acquisiti durante la semi incoscienza, aveva ricostruito quella scenetta.
    Il respirò tornò, accelerato e ansimante, ma il colosso di konoha respirava nuovamente.
    Mentre quello che pareva essere un ninja medico si occupava delle sue gambe Raizen strizzò gli occhi cercando di dissipare quel fastidioso fischio che lo stava stordendo da qualche secondo.
    Appena riaperti gli occhi, dopo qualche incertezza, il mondo decise di fermarsi, ma ancora qualcosa non andava, vedeva solamente il cielo notturno.
    Si ricordò dopo qualche istante di essere disteso per terra.


    "…impossibili da prevedere al momento…"

    Era stanco, sembrava che il peso della stanchezza di un intera vita gli gravasse addosso come un enorme cuscino d’aria che non gli faceva sollevare la schiena che di qualche centimetro. Si oppose a quel flusso usando la katana come bastone.
    Messosi a sedere cercò di perfezionare ancora la sua visuale del mondo, ancora c’era qualche fastidioso granello di polvere nel suo obiettivo, chiuse gli occhi più volte ma non risolveva tanto.
    Cercò di riprendere fiato per parlare.


    Anf…anf… otese

    Aveva uno strano sapore in bocca, forse di tonico per il recupero del chakra, quelle pasticchette schifose.
    Con un espressione indefinita tra stanchezza e dolore cercò di individuare gli occhi del ninja più alto, forse era Diogene.
    Tenne il capo chino qualche istante, i sensi ed i pensieri erano ancora appannati e non riusciva a coordinare bene le parole.
    Avrebbe voluto rimettersi in piedi ma non c’era verso, si limitò a guardare lo shinobi.


    Grasaive.

    Era un grazie, incomprensibile ma era un ringraziamento, concluse accasciandosi nuovamente al suolo, la sua mole produsse un suono sordo abbastanza marcato e un lieve sbuffo di fumo.
    Stringeva ancora la katana, purtroppo l’unica cosa che era riuscito ad afferrare nel suo piccolo delirio era la lama, e stringerla gli aveva procurato un lieve taglio sulla mano destra.
    Se fosse stato cosciente si sarebbe fatto i complimenti per l’ottimo scontro, se stesso era un ottimo avversario, l’aveva ridotto K.O. ben peggio di tutti i suoi precedenti avversari.
     
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  12. Jotaro Jaku
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    Fyodor osservava, ma senza analizzare la situazione, semplicemente lasciava trascorrere gli eventi. Il guardiano inviò il suo compare nelle zone logistiche del gate, e si fece aspettare per pochi minuti. L'animale non tornò, al suo posto giunse un individuo dai capelli rosso porpora con dei registri. I due ninja scambiarono qualche parola e controllarono dentro ai libri che il secondino aveva appena portato. La successiva espressione del guardiano fu soddisfacente, sospettosa, ma soddisfacente. Pareva credere alle poche parole del ninja Otese appena tornato (Ahhh, è appena tornato :guru: ) ma non senza riserve. Egli intendeva interrogarlo e portarlo in amministrazione per accurati controlli.

    Immediatamente l'espressione del ninja cambiò espressione, con lo sguardo fissò intensamente il ninja del sangue, e slacciò una cinghia dal suo bacino. I calzoni, o meglio, gli stracci che sembravano tali, caddero a terra, rivelando solo un consunto vecchio paio di slip a coprire le vergogne, e niente altro.


    - Nulla...con me..tranne, questo. -

    Nuovamente un leggero spasmo esofageo, il morituro si ficcò due dita in bocca, indice e medio destri, ed estrasse quello che sembrava una carta, le dimensioni e la fattura erano quelle, essendo coperta di sangue e quindi non ben analizzabile. Fyodor ne toccò il centro con un dito, e su di essa comparvero dei caratteri. Il retro della carta era di un rosso vermiglio, tendente al viola, l'esatta gradazione dei colori di Oto, mentre sul fronte, una serie di scritte fatte a mano. Il ninja la porse a Diogene, e questi avrebbe potuto raccoglierla dalla mano del Karamazov.
    Mentre Diogene l'avesse accettata, Fyodor, non senza fatica, avrebbe aggiunto altri particolari.


    - Amministrazione...no. Puoi interrogarmi...ma tu solo. Bisogno...di nutrirmi.. -


    L'oggetto che Diogene aveva appena ricevuto, era un documento molto particolare. Nella misura in cui aveva un duplice scopo. Serviva a distrugge totalmente il corpo del ninja a cui era legato, se questi fosse stato ucciso, e donava al ninja una particolare licenza. Quella di non esistere.
    Ai tempi del primo torneo del suono, quando Orochimaru era al pieno delle forze, il serpente creò un particolare gruppo di ninja che avevano lo scopo di indagare circa gli stranieri che entravano nel villaggio, ed eliminare coloro che avevano tradito il suono. Questo gruppo di persone era composto non dai ninja più forti, ma con le capacità più particolari, o gli elementi più insospettabili. Molti prodigi bambini e parecchi deformi. Individui che nessuno o quasi avrebbe preso in considerazione e rispetto ai quali era più probabile abbassare la guardia.

    Coloro che venivano inseriti in questa particolare Ordo, avevano un obiettivo sopra a quello di chiunque altro, la segretezza più assoluta e totale. Nessuno, a parte il serpente, doveva essere a conoscenza del gruppo. Erano un gruppo militare del villaggio, e rispondevano solo a due individui, Orochimaru, e una eventuale persona alla quale un membro, magari in difficoltà, mostrava il Tarocco Vermiglio.

    In questo caso, il Kokage, e Diogene.


    Fyodor non conosceva il nuovo Kage, ignorava la sua identità, per questo aveva eseguito una rivelazione al Mikawa, non poteva permettersi di essere visto da nessuno. Per quanto ne sapeva, il nuovo Kokage poteva anche essere un nukenin, i bersagli primari del suo gruppo....
     
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    Diogene mozzò di netto il braccio della vipera.
    Il suo volto si contrasse in una smorfia di dolore, mentre l'altro braccio, quello buono, andava ad afferrare la parte monca, stringendola a se, inzuppando la mano di sangue.
    Gli occhi dello shinobi si accesero bruciando d'ira, purtroppo al suo livello non aveva speranze di spuntarla sul Mikawa.
    Lo sguardo era terribile, incuteva davvero timore, come quello di una fiera affamata in procinto di ridurre a brandelli la sua preda.
    Avrebbe voluto divorarlo, strappargli la testa a morsi e non metaforicamente... ne era realmente capace.
    Quando il jonin si voltò il primo impulso fu quello di attaccarlo alle spalle, ma con più lucidità realizzò che fosse solo una perdita di tempo e quindi varcò il gate con indifferenza, ora calmo, come se nulla fosse successo, portandosi via il suo braccio amputato.

    Dopo essersi allontanato a sufficienza da Otogakure in modo da essere lontano dallo sguardo di shinobi, otesi, guardie, la sua bocca mostruosa si disarticolò a tal punto da poter ingoiare una persona per intero e dall'esofago fagocitò un nuovo corpo.
    Il suo vecchio involucro bruciò rapidamente per la frizione di chakra.
    La mano di cui era stato privato ora artigliava l'aria come se stesse recuperando le sue facoltà motorie, di nuovo piena di vita, così come il resto del braccio rigenerato dal nulla.

    - stupido di un Mikawa -

    Sibilò, come pensieri a voce alta, rialzando la seta nera che gli fasciava il collo su un sinistro sorriso che ora gli caratterizzava l'espressione.
    Riprese il passo in direzione Konoha.

     
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    ::: Fenix :::


    Per fortuna riuscimmo ad arrivare in tempo. Eiatsu intuì mediante una rapida analisi quale fosse il problema e si adoperò con maestria in alcune pratiche mediche(?) a me ignote. Gli diede anche un tonico...era difficile pensarlo ma qualla strana sensazione che percepivo era proprio chakra! Incredibile. Pochi istanti dopo Raizen trovò per un momento lucidità: aprì gli occhi, sussurrò quello che doveva essere un ringraziamento e poi perse nuovamente i sensi. Era stremato.

    " Ottimo lavoro, Eiatsu. Lo porterò nella mia residenza e li vedremo di farlo riposare. Non possiamo portarlo in ospedale, nessuno deve sapere che Raizen è qui ad Oto. Dovremo cavarcela con le nostre competenze. "

    Avrei sfruttato anche le conoscenze di alcuni dei miei alleati, Unohana in primis; inoltre la consulenza del giovane eliminatore di cadaveri poteva essere di grande aiuto. In ogni caso non avrei voltato le spalle all'opportunità che il fato mi stava proponendo: un salvataggio di questa entità poteva essermi utile nelle attuali e future trattative con il "traditore" di Konoha. Il costo di una vita salvata avrebbe bilanciato accordi ben più vantaggiosi per me e il mio gruppo...Un maggiore avvicinamento con una spia di tale livello era un fondamentale per il mio progetto.

    Mi sarei dunque caricato l'enorme ninja sulle spalle e, varcate le porte del gate avrei ordinato alle guardie di tornare in formazione. Aggiungere altro sarebbe stato inutile, per loro l'accaduto non era mai avvenuto.

    [Continua a Villa Mikawa]


    ::: Scrocco :::


    Non era comune osservare un uomo cavalcare da solo in direzione del Gate. In effetti i cavalli non erano un mezzo così diffuso tra i ninja; forse perchè un chunin alle prime armi teoricamente possedeva una velocità superiore a quella di qualunque equino...Eppure quell'animale era speciale, chiaramente era più vicino ad un'addestrata evocazione che ad un comune stallone. Correva rapido, abbastanza da catturare la mia attenzione. Sul suo dorso un giovane senza coprifronte, o almeno non evidente da quella distanza.
    Aspettai dunque che la coppia si avvicinasse alle mura del villaggio, osservai attentamente il tipo scendere dalla sua cavalcatura e rivolgersi in direzione dell'enorme cancello con tono sicuro e, se vogliamo, ingenuo:

    « Sono Keiji del Clan Maeda, sono qui di passaggio! Vi chiedo di poter accedere al vostro villaggio, grazie! »


    Silenzio. Le guardie, nascoste opportunamente dietro le creste delle mura aspettavano le mie direttive. Fissai per un paio di minuti il nuovo arrivato, studiai il suo vestiario, il suo equipaggiamento e quel suo rapido equino. Di certo un soggetto unico nel suo genere...ma cosa cercava ad Oto? Sapeva che questo era un villaggio bellico? Che i visitatori non erano ben accetti? Che tra gli accademici e non forse il Suono era il luogo con più alta concentrazione di folli ninja?

    k0qu0

    " Anni di servizio e mai nessuno ha chiesto di entrare perchè 'di passaggio'. Questa è Oto, non il paesino di turno che si incontra di strada. Che vantaggi può ottenere il villaggio facendoti entrare? Hai denaro da spendere con te? Hai informazioni da dare? Hai un forte braccio da poter assoldare? "

    Una voce profonda e intimidatoria proveniente da una scura figura, sbucata sul ciglio delle mura alla destra del cancello.


    ::: Jotty :::


    Difronte alla stranezza di quel ninja mi sentivo disarmato. Nonostante una compostezza esteriore invidiabile, il mio animo era in subbuglio. Cosa diavolo era quel tipo? Alle mie domande rispose in modo ancor più stravagante...Si calò le braghe e continuando con la sua dialettica deficitata espresse bene la sua nudezza: era senza armi o, per meglio dire, non le aveva all'esterno del suo corpo. Le catene di poco prima erano un chiaro esempio di cosa all'interno dello stomaco di quel ninja potesse esserci! Tuttavia quando lo vidi espellere dal suo corpo coperto di sangue, quello che pochi istanti dopo avrei identificato essere uno strano foglietto, la mia inespressività venne meno. Con il braccio teso mi invitò a prenderlo; lo zombie voleva che mi avvicinassi e io di certo non mi sarei tirato indietro. Scesi agilmente dalle alte mura, smorzando la caduta "rimbalzando" sulla stessa pietra verticale prima di giungere a terra. Calmo mi avvicinai allo shinobi, non avevo alcun timore di lui, ne ero semplicemente affascinato per singolarità e potenzialità! Presi dalle sue mani la misteriosa carta il cui retro era di quell'intenso color porpora caratteristico di Oto.

    " E questa cosa dovrebbe essere? "

    Seguì poi un vero e proprio ritorno al passato. Orochimaru era un vero genio...una bomba che vincolava i membri di una segretissima squadra speciale alla fedeltà! L'idea per quanto crudele era di innegabile efficacia. Quel sennin sapeva come avere il controllo del suo villaggio e dei ninja irrequieti che vi risiedevano. Dunque, se tutto era vero, avrei potuto sapere della sua vera identità solo io e il Nidaime. Ma come potermi fidare di quelle parole? Bhè forse questa volta avrei potuto agire nel modo tradizionale, senza tecniche di interrogazione mentali per le quali avrei dovuto coinvolgere terzi non ammessi. Prendendomi tutte le responsabilità del caso, dunque, risposi a Fyodor con un largo sorriso sulle labbra e un ghigno inquietante:

    " Nutrirti?! HAHAHAHA Tu mangi?! Ok...in questo caso, seguimi. " - Rivolgendomi al Gate avrei continuato - " Aprite le porte! "

    Mi sarei dunque incamminato a passo lento, facendo in modo che lo shinobi fosse in grado di tenere il mio passo. Il viaggio verso Villa Mikawa era lungo mantenendo quel passo...meglio, avrei avuto modo di indagare di più sull'otese. Percorsi dunque buoni duecento metri dal South, avrei continuato la discussione con "il goloso"; erano molte le domande che avevo intenzione di porgli...in verità non per l'interrogatorio; ero davvero avido di conoscere la storia di quel ninja.

    " Dimmi, i dati in possesso di Oto dicono che la tua sparizione risale a circa 65 anni fa. L'informazione è attendibile oppure i dati sono stati manomessi? "



    Edited by DioGeNe - 23/2/2012, 00:04
     
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  15. scroccodile-dundee
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    Il primo passo


    Paese che vai usanze che trovi. Di sicuro Keiji non voleva farsi nemici da subito, tutto ciò che sapeva di Oto era che la gente di quel villaggio non aveva scrupoli e che erano dannatamente bravi nelle arti mediche e negli esperimenti. Ma si trattavano solo di voci di corridoio, anche se la prima sembrava essere confermata già dal primo incontro.
    La sensazione dell'aria però era pesante. Già dalla sua voce Keiji però capì che contro quell'uomo, chiunque esso sia, non avrebbe avuto vita facile.
    Ehm.. No, ecco. Sono di passaggio perché le mie intenzioni sono di rimanere poco. E si, ho soldi da spendere e delle braccia che reputo abbastanza forti per ogni compito. Sfortunatamente non ho il mio curriculum qui con me, ma sono molti i lavori che sono in grado di svolgere, magari potrei anche pensare di non essere di passaggio se è una cosa così fastidiosa. Eh? Eh?

    Parlò in modo ingenuo, ed onesto. Tuttavia sapeva che il suo tempo per rimanere ad Oto era molto limitato, avrebbe dovuto trovare riscontro a quelle voci in poco tempo, c'era Shinno che stava svolgendo l'altro compito nel frattempo, l'appuntamento era tra un mese di tempo.


     
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384 replies since 12/9/2005, 18:52   10825 views
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