Casa di Atasuke Uchiha

Quartiere Uchiha

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  1. lNearl
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    Fu incredibile come Atasuke riuscì a ribaltare in poco tempo la situazione. Ed era sorprendente anche come avesse capito pienamente ciò che accadeva all'interno di Near. L'udire di quelle parole portò nel giovane un turbinio di sensazioni, sapeva che l'altro aveva ragione, ma non aveva mai fatto nulla per placare la sua seconda personalità.

    Ha ragione... Se non riesco a controllarmi perderò, e non solo questa partita a scacchi, ma rischierò molto spesso di perdere in controllo, rischio di perdere qualcosa di ben più importante...


    Hai ragione, anche se non mi piaci, sei troppo gentile e ingenuo, dovrei essere io a controllare questo corpo; ma questa volta siamo davanti ad un dato di fatto, forse insieme possiamo fare anche di meglio... Non pensi sia giunto il momento di far abbassare la cresta a questo Uchiha ?

    Hai ragione voce... Impariamo a convivere...

    Era in uno stato confusionale, e non sapeva come le sue emozioni si stessero manifestando all'esterno. Immaginava di essere fermo, di non avere nessun espressione particolare sul viso, però non poteva certo confermarlo! Quello che stava succedendo al suo interno era fenomenale, le sue due personalità ragionavano assieme, sembravano aver smesso di combattersi. Non sapeva come comportarsi e rimaneva pensieroso sulla scacchiera.


    Starà pensando che la partita è ormai finita... Non è così vero ?

    La partita si conclude quando lo diciamo noi!

    Lo stupore per quella situazione stava man mano svanendo, sostituito da un incredibile senso di determinazione e di onnipotenza ora che era padrone di se stesso. Fece la sua mossa e si liberò dello scacco. Nonostante tutte le parole dell'altro ragazzo Near non aveva ancora risposto, per quanto ne sapeva con tutto quello che succedeva dentro di lui sarebbe potuta essergli anche cambiata la voce, inoltre non sapeva che dire. Era totalmente concentrato sulle partite, perchè al momento ne stava giocando due, una era una semplice partita a scacchi, l'altra era una sfida all'ultimo sangue con se stesso. Nessuna delle due personalità avrebbe mai distrutto l'altra, ma dovevano trovare il modo di coesistere, per non distruggere Near.


    Hai ragione sai... Ci hai visto benissimo, e non è da tutti, non se n'era mai accorto nessuno prima d'ora. Ma è anche vero che da quando ti ho incontrato questo fenomeno si è verificato sempre più spesso. Forse era destino che dovesse andare così...

    Forse un impressione, forse era vero, ma sentiva nel suo tono di voce una nota di determinazione nuova ed un senso di sicurezza lo pervadeva dalla testa ai piedi.

    Concordo con tutto quello che hai detto, conoscere se stessi è importante, tu ti conosci, io mi sono conosciuto adesso.

    Era un modo di parlare particolare quello del biondo, sembrava nascondere qualcosa, sembrava avere un doppio fine.
    Mentre parlavano e quello strano incontro continuava anche la partita si stava avviando verso la fine, entrambi erano sfuggiti dalle trappole avversarie, erano abili non solo nel gioco, ma anche nel dirigere quella commedia tra i due ragazzi.


    Riflettiamo, quelli scoperti adesso siamo noi, lui sembra conoscerci meglio di noi stessi, e questo non va bene. Ha provocato una crisi, anche se, in fin dei conti ci ha aiutato a diventare qualcosa di completo ora. Però, nonostante tutto, l'armatura dietro la quale si è nascosto ha delle crepe parecchio profonde... Se il problema fossi io, non avrebbe sottolineato quel "io mi conosco", che ne pensi ?

    Il tuo ragionamento non fa una piega, l'ha sottolineato perchè è vero, ma c'è comunque qualcosa di strano nel suo comportarsi. Perchè dover far luce su questa faccenda ?

    Bingo! L'unione della due forze all'interno del biondo dava i suoi frutti, aveva trovato il punto della situazione. L'altro si comportava in quel modo perchè aveva bisogno di chiarezze, certo, non era molto importante per lui sapere tutto su Near, ma era un sintomo. Ed analizzando le conoscenze che aveva acquisito sull'altro ragazzo non impiegò molto a fare il punto della situazione.
    Un sorriso apparve sul suo volto mentre prendeva in mano una pedina della scacchiera. Forse per l'ultima volta quel giorno...

    Certo è fondamentale conoscersi, come abbiamo già detto, ma in questo turbinio di emozioni che mi ha visibilmente scosso, come avrai notato, io sono appena riuscito ad accettarmi.

    Guardò poi verso il ragazzo, dritto negli occhi. Cosa centrava questa frase con il discorso ?

    Ed ho accettato anche il mio passato... Ho smesso di provare rancore... Ora posso dire che conosco me stesso, ma anche il mio avversario.

    posò la pedina mantenendo lo sguardo verso Atasuke. Chissà se quella frase avrebbe suscitato qualcosa nell'altro ragazzo, il biondo ci sperava.

    Scacco matto.
    Disse infine come un sussurrò, per poi finire il bicchiere di vino. Infine, il suo sguardo abbandonò l'altro ragazzo, e torno sulla scacchiera.

     
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