Casa di Atasuke Uchiha

Quartiere Uchiha

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Riparazioni - Risveglio prima di una partita~


    Il sole era già sorto quando Atasuke si svegliò come accarezzato da una leggera brezza proveniente dalla finestra che aveva lasciato socchiusa la sera precedente. Un timido ma potente raggio di sole stava penetrando nella stanza colpendolo dritto in faccia costringendolo ad un risveglio rapido, seppur tenero.

    °Aaahh, oggi si che il sole è forte, ma che diavolo di ora è? non sarà mica tardi!°


    Rapido fu quindi il suo risveglio, soprattutto nel temere che fosse ormai troppo tardi per rimettersi al lavoro e proseguire prima dell'arrivo di near non propriamente ben definito.
    Una rapidissima e frugale colazione prima di fiondarsi giù dalle scale per finire di risistemare il piano inferiore ed il giardino roccioso. Non sapeva a che ora i suo ospite sarebbe arrivato, ma sapeva bene che non avrebbe avuto molto tempo per terminare tutto. In fretta e furia prese gli attrezzi e si mise chinato sul giardino roccioso ad estirpare tutte le erbacce che stavano ucendo dalla ghiaietta che lo componeva. Non si curò minimamente dei disegni tracciati poichè sapeva bene di doverli poi ritracciare completamente in seguito. Nonostante l'ora mattutina, il sole era cocente e lo stava facendo sudare non poco chino su quella sabbia, finchè ad un tratto non uscì un lieve venticello fresco che spirava tra gli alberi portando un odore acre come se li vicino ci fosse una palude.

    °Cos'è questo odore? Qui attorno non ci sono paludi, tanto più che siamo nel pieno della città... che provenga da quell'erbaccia alta laggiù?°


    Si chiese sospendendo momentaneamente il lavoro di ripulitura della ghiaia dirigendosi verso quell'ammassamento incolto in cerca di informazioni. Giunto li vide un pontile ormai marcio e logoro attorniati da piante acquatiche cresciute a dismisura e varie sterpaglie che attorniavano quello specchio d'acqua divenuto ormai verde e putrido. Dovetet aguzzare non poco la vista per vedere un piccolo sbocco da cui arrivava lieve l'acqua, probabilmente intasato dal lungo periodo di inutilizzo. Decise quindi di cambiare per un attimo la base del lavoro per iniziare a ripulire con una rete quel laghetto ripescando parte di quel marciume. Raspò sulla superfice con il retino trovato finchè non si rese conto che non poteva raggiungere lo sporco posto nel centro del laghetto. Meditò un attimo, poi si accorse che il pontile portava quasi al centro e quindi poteva, salvo brutti scherzi dirigersi verso il centro per ripulire tutto o quasi.
    Gli ci vollero ben 3 ore per finire di ripulire tutto quel marciume, ma alla fine ne valeva la pena. Ora quello specchio d'acqua era tornato azzurro e limpido. Delle piante infestanti nulla restava a parte qualche foglia di ninfea qua e la. Ora che l'acqua sgorgava più fluida dalla piccola fonte l'acqua poco alla volta andava ripulendosi da sola recuperando una sorta di lieve equilibrio pulito e naturale. Estremamente lieto del risultato Atasuke si diresse quindi al capanno per posare il retino prima di ritornare all'estirpazione delle erbacce.
    Ridendo e scherzando non si rese conto dell'ora che si era fatta ed ignorò di aver saltato il pranzo, tuttavia dopo aver terminato il lavoro di estirpazione, corse a prendere il rastrello che aveva visto poco prima, o almeno così credeva, anche perchè in realtà erano già passate diverse ore ma l'eccitazione del lavoro finito e il divertimento che ogni giorno provava nello scoprire quella parte di lui che non aveva potuto ancora ne vivere ne conoscere lo stimolava a non fermarsi. Tracciò quindi in modo delicato i solchi nella ghiaia creando cerchi e linee tra loro armoniose tra le varie rocce disegnando senza accorgersene le onde di un piccolo mare, come se quel giardino fosse stato un tratto marino. Terminò il lavoro e decise di osservarlo dall'alto della sua terrazza panoramica nella speranza di poter contemplare nel pieno quell'opera, o perlomeno assaporarne un gusto speciale.
    Sapeva di aver fatto un buon lavoro, ma mai avrebbe creduto di poter vedere una così piacevole vista. Davanti a lui si sprigionava un giardino perfetto, intonso, come se fosse stato appena architettato e creato da un esperto giardiniere. Per quell'opera non si era affidato propriamente alle conoscenze che avesse o al suo gusto estetico, dato che non aveva in alcun modo la possibilità di vedere ciò che stava facendo, si era lasciato guidare dall'istinto e dalle emozioni e senza accorgersene le aveva impresse in quel giardino lasciando una sorta di dualismo, un miscuglio tra l'amore che provava per quel posto e chi lo abitava e l'odio represso che scaturiva dal suo abbandono fino a quel momento ingiustificato.
    Passarono diversi minuti prima che riuscisse a distogliere uno sguardo pieno di lacrime che non volevano uscire, per tornare al suo lavoro in attesa che arrivasse il suo ospite.
    Dato che si trovava nella terrazza, decise che li si sarebbe svolta la partita a scacchi con il suo amico, quindi predispose un tavolo e due sedie che pose al centro della stanza in modo da poter avere un ottima vista panoramica ignorando per quanto possibile il giardino anteriore ancora in pessime condizioni. Mentre finiva di ripulire la stanza e la scacchiera recuperata in qualche armadio della casa, giunse il suo amico e li giocarono diverse partite a scacchi occupando gran parte del pomeriggio sorseggiando del buon vino tra una mossa e l'altra.

    [...]


    Salutò quindi il suo amico Near, il quale stava tornando a casa sua prima di prepararsi ad una nuova manche di lavori "forzati".
    Data l'ora e l'affaticamento provato nel risistemare il giardino, Atasuke decise di dedicarsi a qualcosa di più tranquillo quella sera, per così dire e si diresse al piano inferiore nella palestra sotterranea, dove ancora non aveva quasi messo piede, salvo al suo arrivo durante l'eslporazione. Rimosse quindi le ragnatele e lo sporco che si era accumulato anche se in maniera minore rispetto alle altre stanze data la relativa inaccessibilità di quella zona della casa. Non gli ci volel infatti molto tempo per pulire, tuttavia qua e la scorgeva particolari che non si aspettava, come dei piccoli fiori in vaso ormai appassiti, che tuttavia erano posti anche nelle vicinanze delle attrezzature per l'allenamento, più adatti forse a decorare una camera felice, piuttosto che una palestra con relativa armeria interna. Dopo aver terminato le pulizie si diede quindi alla manutenzione delle armi che aveva portato con se tempo addietro e di quelle stivate nella piccola armeria, probabilmente appartenenti a suo padre. Con deizione e precisione osservò ognuna di quelle armi ed una ad una le provò notando che di tutte riusciva ad utlizzarne solo alcune, mentre molte altre le trovava più complesse e difficili da manovrare con efficacia.

    °Queste me le lascerò per dopo, quando sarò abbastanza abile da usarle°


    Si disse prima di chiudere l'armadio delle armi per andare a farsi una doccia ristoratrice prima di una buona dormita.
    Si sdraiò sul letto e chiudendo gli occhi sviluppò una nuova serie di pensieri.

    °Cavolo, oggi posso dire di aver fatto interessanti conoscenze, tuttavia, non riesco proprio a capire come mai mio padre possa essere fuggito da qui lasciandosi tutto questo alle spalle, ma soprattutto... Chi è mia madre?, Che fine ha fatto? Com'è possibile che nessuno sappia nulla di tutto quello che è successo qui attorno, perchè mio padre ha abbandonato Konoha se la gente che la abita è così interessante e meravigliosa?°


    Il sonno ristoratore prese presto il sopravvento su di lui e su quelle domande che si stava ponendo senza poter ancora trovare risposta alcuna...
     
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26 replies since 11/7/2011, 16:55   318 views
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