Il Massacro della Felce

Paese dell'Erba - Kusa no Kuni

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    Un altro fallimento. Sul volto di Jeral brillavano innumerevoli bagliori purpurei, mentre questi osservava le fiamme divorare l'unico tempio del piccolo Villaggio delle Felci del Paese dell'Erba. Aveva sorpreso tutta la popolazione - circa un centinaio di abitanti - durante un rito religioso, e aveva domandato di Hayate. Poi erano iniziate le urla degli innocenti, che avevano dovuto pagare per il silenzio che aveva offeso le orecchie dell'Avatar in seguito alla domanda posta. Uno dopo l'altro, li aveva massacrati tutti - tranne i bambini. Forse davvero nessuno sapeva nulla di Hayate, ma andava bene anche così. I bambini avrebbero parlato. Meglio ancora, nei lunghi anni a venire che la sua immortalità gli avrebbe garantito, forse qualcuno dei sopravvissuti sarebbe venuto a cercarlo per ottenere vendetta. Girò i tacchi, iniziando a camminare verso la parte ovest del villaggio. Aveva altri posti da visitare, e persone da massacrare, finché non avesse soddisfatto il capriccio su cui indulgeva al momento.



    « Cerco Hayate. », aveva lasciato scritto con il sangue sul pavimento bruciato e, ovviamente, inciso a fuoco nelle menti dei sopravvissuti.

    L'unica cosa che lo aveva lasciato meno soddisfatto del previsto - nonostante la distruzione che aveva sparso - era la presenza in quel piccolo villaggio di un rinomato costruttore, in grado di progettare la realizzazione di meraviglie in legno e altri materiali naturali. Un'arte rara e ormai quasi persa. Per questo si era aspettato di trovare qualcuno di importanza a sorvegliarlo, o proteggerlo, o eliminarlo prima di lui. Dopotutto, il magnifico spettacolo della Foglia in cenere era ancora fresco nella sua memoria, e così doveva essere per tutti. Il Villaggio delle Felci non era neanche troppo lontano dai confini del Paese del Fuoco: giusto all'interno dei confini del Paese dell'Erba, prima del Paese della Terra.

    Anche se era notte - in quel villaggio adoravano una personificazione della luna - le fiamme che bruciavano alle spalle dell'Avatar erano di tale intensità da illuminare il cielo nero, liberando un intenso aroma di legno e cadaveri bruciati. Uno scenario di morte che ben si confaceva al passaggio del Flagello Immortale. Si lasciò alle spalle la fragile palizzata in legno che aveva spezzato in mille frammenti e schegge, uscendo nella radura al centro della quale si trovava il Villaggio delle Felci. Quei poveri sciocchi pacifisti non avrebbero potuto scegliere un luogo meno protetto dove costruire le loro abitazioni.

    Avvolto nel suo nero mantello, Jeral iniziò la sua marcia verso il prossimo villaggio. Non seguiva un percorso lineare o logico, nè privilegiava alcuni un Paese rispetto ad un altro. Il piacere del massacro non era una scienza esatta. Inoltre, la paura che si sarebbe sparsa - dovuta all'incognita di ciò che è sconosciuto - avrebbe ulteriormente servito il suo scopo. Tal pensiero lo condusse a chiudere gli occhi e concentrarsi: sapere il numero dei sopravvissuti alle sue spalle sarebbe stato utile [Percezione del Chakra Percezione del Chakra [0]

    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva.
    ][Sesto SensoSesto Senso [2]

    Arte: L'utilizzatore può percepire la presenza di manifestazioni di chakra entro 900 metri (3 passi); può essere applicata Percezione del Chakra. Sono necessari 2 round di concentrazione.
    (Consumo: Basso)
    ]
    .

    I suoi sensi ultraterreni captarono alcune deboli energie vitali, sedici in tutto. Un bambino, in particolare, pareva avere uno spirito più forte degli altri [Energia Gialla]. Jeral fu tentato di tornare indietro e lasciare un segno sulla creatura, per essere sicuro che una volta ottenuto il potere lo cercasse per ucciderlo, ma qualcosa di inaspettato catturò la sua attenzione. Davanti a lui, nell'oscurità, un individuo con un chakra sviluppato si avvicinava nell'oscurità [Energia Blu]. Un ghigno inquietante gli attraversò il volto. Che si trattasse di un messaggero di Hayate? O forse solo uno sfortunato viandante? Fece un altro passo in avanti, continuando ad avanzare nella notte.

    Non aveva che da scoprirlo.

    OFF GAME
    Jeral, Flagello Immortale
    Nukenin B Viola

    Energia Vitale: 30/30
    Vitalità: 18/18
    Danni: /


    png
    pngpngpng
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    Chakra Rimanente: 990/1000
    Spese di Chakra:

    - 1x Basso (10)[Sesto Senso]

     
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    MISSION

    The whole problem with the world
    is that fools and fanatics are always so certain of themselves,
    and wiser people so full of doubts.




    Un ampio mantello verde cupo ondeggiava silenziosamente alla brezza della notte. Il suo colore particolare, conteso tra quello della natura e della terra fresca di pioggia, confondeva perfettamente la figura che lo indossava tra le pieghe dell'oscurità in cui questa camminava senza emettere alcun suono superfluo. Di tanto in tanto il vento di quella primavera ancora troppo fresca per essere considerata accogliente apriva leggermente i lembi del pesante drappo in lana, rivelando gambe vestite di pantaloni in pelle nera e stivali alti al ginocchio di cuoio altrettanto scuro, ma non molto più di questo.
    A dispetto dell'ora della notte, che l'avrebbe forse già voluta al caldo di qualche locanda, la figura si muoveva lentamente, quasi non avesse nessuna fretta di arrivare nel luogo verso il quale si stava dirigendo, e continuò ad avanzare a quell'andatura anche quando i suoi sensi captarono il puzzo di fumo acre e pungente che la brezza portava con sé. Stuzzicato dall'interesse il cappuccio si alzò brevemente verso l'alto, riempiendosi della luce di un enorme fuoco che si issava in lontananza verso il cielo e rivelando così, solo per un istante, due occhi di un verde cupo come la notte che appena un istante dopo si nascosero di nuovo nel buio. Abbassando la testa, la figura incappucciata abbandonò con una rapida deviazione il selciato sul limitare del quale stava camminando e si inoltrò meglio nei cespugli che lo costeggiavano, ringraziando gli Dei di tutta l'erba che riempiva quel Paese e che non poteva che essere la migliore delle coperture.
    […] Un altro villaggio. Era il secondo che trovava in preda alle fiamme da quando era arrivata nel Paese dell'Erba, tre giorni prima.
    La prima volta che si era trovata di fronte alle macerie e al fumo era stata colta dall'agitazione. Era scattata in avanti senza pensare a nient'altro, correndo il più velocemente possibile, vittima di quel panico sordo che nasceva dall'evocazione di un ricordo ancora fresco... ma si era accorta subito di essere arrivata tardi. Nessuno era in vita, o ancora abbastanza attaccato ad essa perché le sue conoscenze potessero prestare soccorso. Era rimasta inerme, ferma e stordita, incapace di capire. Non era stato necessario indagare per comprendere che quel villaggio non era di Shinobi, ma un semplice accampamento dislocato di soli uomini e donne adulti dediti all'erboristeria. Civili, niente più, la cui cosa più pericolosa in loro possesso era qualche falcetto dalla punta stondata usato per cogliere erbe e fiori.
    Se n'era andata senza lasciare tracce se non quelle impresse nella sua memoria, che avevano preso forma e l'avevano poi cambiata diverse volte nei villaggi successivi che aveva visitato. Ogni informazione che era riuscita ad ottenere, in ognuno di questi, era diversa: si parlava di un gruppo di Nukenin nel primo, di un regolamento di conti nel secondo, fino ad arrivare progressivamente a teorie sempre più astratte in cui ombre prive di volto, affamate di vita, si aggiravano dopo esser state evocate da rituali misteriosi.
    La mente umana era solita inventare laddove non capiva e Shizuka Kobayashi –la Principessa del Villaggio della Foglia– aveva negli anni sentito abbastanza storie da potervi scrivere una raccolta di fiabe. Era abituata a prendere tutte le possibilità in considerazione, ma a non credere a nessuna in particolare. Non ci voleva comunque chissà quale raffinata mente da stratega per capire che qualcuno stava agendo in quelle Terre e che, a dispetto dell'obiettivo primario, piantava morte come un agricoltore nero, senza curarsi poi troppo delle conseguenze. Con ogni probabilità Shinobi dell'Erba erano già all'accademia a fare rapporto, del resto quel Paese era abbastanza piccolo da poterne conoscere gli accadimenti complessivi con facilità. Chiunque agisse in quel modo sconsiderato era quindi un pazzo, o un idiota, o forse abbastanza organizzato da potersi permettere la scelleratezza del suo comportamento; quale che fosse il caso non era da sottovalutare.
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    Filtrando tra l'apertura frontale del mantello, una piccola mano guantata si alzò ad abbassare ulteriormente il cappuccio sul volto, mentre la figura si premuniva di camminare nelle zona d'ombra degli alberi in cui la luce della luna non arrivava e dove l'erba alta poteva coprirla fino alle spalle. Per una volta soltanto la ragazza benedì la sua scarsa altezza.
    [..] Quindi anche il Villaggio della Felce era ridotto in macerie... non aveva bisogno di correre, stavolta, del resto neanche lì ci sarebbe stato alcun sopravvissuto. Purtroppo, avrebbe aggiunto.
    Sospirando impercettibilmente la figura lasciò cadere le spalle verso il basso con fare platealmente sconsolato: quando precisamente aveva sputato nella ciotola delle offerte agli Dei? Davvero, quando?
    Non bastava essere stata scelta per quella missione del diavolo, in cui era pagata una miseria per consumarsi gli stivali alla ricerca di un costruttore che amava nascondersi come una talpa durante il giorno, sparpagliando tante di quelle informazioni false sul suo conto da farlo credere in possesso di quattro vite (si diceva sul suo conto che avesse persino tre moglie... beh, contente le mogli, forse un po' meno lui visto il carattere di quella che aveva avuto il piacere di incontrare due giorni prima e che si professava “l'unica e la sola”...un po' come Dio, insomma); adesso doveva pure vedersi radere al suolo il villaggio in cui risedeva il fratello del povero paranoide.
    Da brava infiltrata per ottenere quella sola informazione, neanche primaria per giunta, aveva usato ogni accortezza del caso per non apparire, anche all'occhio più attento ed esperto, nient'altro che una semplice viandante dagli occhioni da cerbiatto [PianificazioneVillaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Disegno (10)
    L'utilizzatore, apponendo il sigillo su se o su terzi, può cambiare il colore del chakra alterando alcune caratteristiche dello stesso come quantità di chakra posseduta e impronte. Non può nascondere la presenza di Demoni o altre entità risedenti nel corpo su cui appone il sigillo. Il sigillo dura massimo un giorno.
    Tipo: Fuuinjutsu – Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto)


    Energia:bianca; Impronta: nessuna; Abilità innata: nessuna
    ], ma ci aveva comunque impiegato tre giorni, trecento ryo di cibo disgustoso e persino una moina ad un panciuto oste per capire che doveva andare lì... invano, a quanto pareva.
    Suo malgrado la figura incappucciata continuò a proseguire scuotendo appena la testa. Non era abituata a lasciare il lavoro a metà e benché il villaggio potesse essere stato raso al suolo qualche informazione la si trovava sempre, con un po' di impegno.
    Abbassandosi perché il suo cappuccio risultasse solo una macchia ondeggiante nell'erba alta, l'ombra proseguiva tenendosi china. Le fiamme erano troppo vive e ancora troppo alte per dare ad intendere di ardere da molto tempo, e per quanto non nutrisse nessuna reale preoccupazione su possibili incontri, la sua indole attenta, figlia di qualcosa di più profondo e radicato, non le permise di avanzare liberamente. E ne fu lieta.
    Si accorse di quella presenza quando la luna alta nel cielo la illuminò, stagliando la sua sagoma nella luce argentea della notte: avanzava correndo a perdifiato, senza nessun tipo di riguardo per le pessime espressioni dettate dalla stanchezza che gli si dipingevano sul viso. In mano teneva una spada dal fodero rigato e sulla testa un coprifronte inciso con il simbolo dell'Erba: uno Shinobi [Energia blu percepita].
    Fermandosi istantaneamente e abbassandosi abbastanza da poter vedere il passaggio del ragazzo -ventidue anni al massimo, sufficientemente esperto da non fare rumori molesti a dispetto della velocità mantenuta, ma troppo agitato per ricordare la prudenza di qualsiasi strategia– correva rapidamente in direzione del villaggio in fiamme. Socchiudendo gli occhi, Shizuka Kobayashi suppose che provenisse dal villaggio che aveva trovato su quella stessa strada circa un'ora di cammino lento e svogliato prima. Con tanta confusione in giro in quel Paese in quei giorni, era ovvio presumere che tutti gli Shinobi validi fossero stati messi in allarme e dislocati laddove non ce n'erano, in attesa che un supporto provenisse dall'accademia o da qualche Paese alleato limitrofo: Fuoco o Terra.
    Per quanto poco le potesse piacere, quello non era affar suo e non aveva perciò nessuna intenzione di mostrarsi; era infatti sul punto di cambiare direzione virando verso est, quando improvvisamente percepì un'altra presenza. Girandosi di scatto, la kunoichi si accorse di una persona incappucciata in mezzo alla strada, che avanzava nella direzione da cui lei proveniva con la stessa tranquilla lentezza di uno spensierato viandante durante una romantica passeggiata al chiaro di luna... o almeno sarebbe stato bello pensare così, perché a meno che non fosse cieco, sordo e con l'olfatto sfalsato, c'era solo un genere di persona che poteva lasciarsi alle spalle un villaggio in fiamme con una così plateale e ostentata calma.
    Imprecò orrendamente tra i denti e a quel punto, posta tra due fuochi, la ragazza si fece rigida: doveva andarsene, e rapidamente anche. Non aveva idea di quale fossero le capacità dei due individui, ma non aveva neanche ragione di scoprirlo. Ryouma era morto, e con lui le informazioni che le servivano. Sarebbe tornata il giorno dopo, con calma, e per il momento avrebbe proceduto al villaggio successivo, sperando che fosse intero stavolta. Se l'accademico non era un idiota aveva avvertito del suo allontanamento, e in ogni caso fiamme di quelle proporzioni, abbastanza estese e potenti da illuminare il cielo nero, non sarebbero passate inosservate. Quella era una radura aperta del resto, e ragionevolmente il segnale di un incendio simile, soprattutto con un tempo sereno e un vento come quello, si sarebbe visto a grande distanza da lì.
    Bella cazzata, amico piromane, davvero bella cazzata.
    Sorrise educatamente. La situazione non era delle migliori e certo il suo piano originale non era andato come aveva auspicato, ma aveva ancora modo di andarsene senza guadagnarsi qualche problema, del resto la sua missione era un'altra: la giustizia di quel tipo sarebbe stato il problema di qualcun altro.
    Affinando le sue capacità di occultamento [Piano BSpeciale: L'utilizzatore può sfuggire facilmente dalle situazioni problematiche nella quale si è cacciato: ogni azione intrapresa per evitarla senza affrontarla direttamente è potenziata di 2 tacche in una statistica a scelta dell'utilizzatore al momento della scelta della situazione. Questa abilità può coerentemente essere utilizzata quando il primo piano è fallito oppure quando scelto un piano inusuale per affrontare il problema.

    Furtività + 2
    ] la kunoichi si appiattì verso il suolo e girando le spalle alla strada fece per scappare...
    ...quando improvvisamente qualcosa ferì orrendamente il suo udito, immobilizzandola sul posto.

    «Aiuto...!»

    Era una vocina acuta. Disperata. Terrorizzata. Infantile.

    «...Aiuto, aiuto!»

    Non più di sei anni, il modo con cui stringeva teneramente nel pianto le sillabe finali del suo appello lo rendeva evidente.

    «Qualcuno ci aiuti...! Aiuto! Kotone, non fermarti, corri!
    Aiuto! AIUTO!»


    Girandosi lentamente la Principessa della Foglia impallidì. Come un veleno paralizzante che si espandeva nel suo corpo, privandola della capacità di continuare nel suo piano, la figura di un bambino di cinque o sei anni si rispecchiò in lontananza nei suoi occhi. Per mano teneva una bambetta, molto più piccola, appena in grado di camminare, forse di due anni appena.
    La bocca le divenne arida: vivi. Erano vivi.
    ...Perché? Impallidì, se possibile, ancora di più.
    Non c'erano superstiti nei villaggi precedentemente attaccati. Perché ora si?
    Istintivamente lanciò uno sguardo allo Shinobi accademico, ormai ad una distanza tale dalla figura incappucciata da fermarsi ed estrarre la sua spada.
    Fortunatamente c'era lui, i bimbi non avrebbero avuto problemi, ma quella era un'informazione che forse le sarebbe stata utile –se uccideva gli adulti e risparmiava i piccoli, forse c'era un disegno più complesso di quello apparente dietro quegli attacchi– e in ogni caso che non avrebbe risparmiato nel suo rapporto. Forse era necessario tornare a casa e spiegare un po' cosa stava succedendo, con ogni probabilità non era una faccenda che poteva gestire da sola e del resto, quel vecchio tasso di un costruttore, non lo avrebbe trovato neanche il migliore degli inseguitori...
     
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    La voce dell'incendio che, alle sue spalle, divorava la notte era come musica alle orecchie del Flagello. Poteva avvertirne la forza, l'incommensurabile vigore e… la paura. Il fuoco percepiva l'eretica presenza dell'Immortale e tendeva disperatamente le sue lingue color vermiglio al vento della notte, nel tentativo di ergersi più intenso che mai e sperare di sfuggire così alla presa della stretta dell'Avatar. E Jeral rideva più che mai, saldamente in piedi sull'intoccabile piedistallo del suo potere sul mondo naturale.

    L'appetito di distruzione dell'Immortale, stimolato oltre ogni misura dalla carneficina appena compiuta, non avrebbe conosciuto pace per molte lune. Il vento, spaventato, rifuggiva il tocco delle vesti di quel cupo mietitore, che nonostante gli intensi ululati delle raffiche appariva perfettamente composto nella sua marcia notturna.

    Allertati dalla ricerca di pochi minuti prima, gli occhi color oceano dell'Avatar, indisturbati dalla immobile chioma color rame, scorsero con chiarezza la figura scomposta che correva verso il villaggio. Il bianco abbraccio della divinità venerata dai trapassati del Villaggio della Felce ne illuminò il volto rigato di sudore e disperazione, e il Flagello non poté fare a meno di associarne l'espressione con quella della Piuma Bianca di Kusa, la sua terza vittima. Anch'ella, accecata dal dolore e dalla preoccupazione per la sorte dei suoi compagni, resi cadaveri da Jeral stesso, aveva fatto mostra in viso di emozioni negative e irrazionali, che in ultima analisi l'avevano condotta alla sua dipartita.

    Il ragazzino – giovanissimo, con i primi segni di una barba incolta che, per contrasto, rendevano il suo viso ovale ancor più bambinesco – scorse la figura del nero pellegrino poco dopo, e con lui l'immenso fuoco alle sue spalle. Il collegamento non era immediato, o quantomeno non prudente in quella situazione, ma lo shinobi dell'Erba, rivelato come tale dal coprifronte di cui faceva mostra, non fece mistero delle sue intenzioni: estrasse una lunga katana e la puntò verso l'Immortale, domandandogli qualcosa con il volto segnato dall'angoscia. Jeral non lo sentì nemmeno; in quel momento, aveva orecchie solo per la provocante voce del turbine di fiamme e vento.

    Posò lo sguardo sull'individuo che aveva davanti quasi pigramente, come fosse nulla di più che una foglia dispersa in una tempesta. Lo shinobi urlò ancora, agitando la katana davanti a sé con fare rabbioso. Per quanto la sua energia personale fosse sviluppata, doveva essere ancora molto inesperto per agire in quel modo al di fronte di un'incognita del pari del Flagello Immortale. In altre parole, un semplice genin. Con una ghigno divertito, l'Avatar non smise di camminare, avvicinandosi sempre di più al ragazzino che così arditamente gli si parava davanti.

    Quello scattò verso di lui, la katana tesa e lo sguardo deciso, anche se lucido. Finalmente mostrava i segni degli allenamenti cui si era sottoposto, pensò il Flagello, che, fissando con feroce calma gli occhi nocciola del giovane, si lasciò colpire in pieno il basso ventre dalla lama nemica [Botta LievePer eccesso; POT 40 (Cotta di Maglia Completa) + RES Viola vs POT 40 (Katana) + FOR Blu +3 ]. Non appena la punta in metallo atterrò sulla corazza dell'Immortale, gli artigli della mancina si chiusero sull'esile collo del magro e scattante shinobi dell'Erba, afferrandolo senza lascargli scampo [S&M - Presa][FOR&VEL:Viola]. Mentre sollevava il corpo della nuova vittima di qualche centimetro, il tetro mietitore osservò con disappunto l'espressione impaurita ed allo stesso tempo adirata del giovane. Si era aspettato di essere trapassato da parte a parte – e di uscirne illeso –, ma quella notte nemmeno una goccia del suo sangue maledetto avrebbe bagnato la terra umida del Paese dell'Erba. Inclinò leggermente il capo e, senza pietà o esitazione, esercitò una pressione mostruosa sulle vertebre cervicali sotto la sua presa, che si andarono in pezzi in un sonoro crack [I&II Slot Azione][FOR:Viola+3][POT 60: Frattura GravePOT 10 + POT 30 (3 Fasce da Combattimento) + POT 20 (FOR Viola vs RES Blu) = 60][Paralisi dell'Organismo].

    Si udì un rumore metallico, subito divorato dal vento, quando la katana sfuggì quasi con delicatezza dalla presa delle giovani dita del ninja e cadde a terra. Subito dopo, le sue braccia caddero ai fianchi del corpo, senza più alcuna forza in esse, e così le gambe. Il Flagello osservò per alcuni secondi lo sguardo del giovane, nel cui animo in quel momento albergava solo la paura. Era come tenere in mano una bambola di pezza.

    Il tormento non era che iniziato. Raddrizzando il capo, il cupo mietitore incanalò parte della sua simil sconfinata energia nell'arto con cui teneva la sua vittima sospesa, violandone la mente con facilità. Nello stato di semi incoscienza in cui versava a causa della azioni del Flagello, il giovane di Kusa non oppose pressoché alcuna resistenza [Slot TA – Interrogazione MentaleInterrogazione Mentale
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'illusione si attiva tramite il contatto con la vittima. L'utilizzatore sarà in grado di interrogarla, cercando di estorcerle le informazioni direttamente dalla propria psiche leggendo la mente. Può essere utilizzata anche su bersagli incoscienti, riuscendo a comunicare mentalmente. L'utilizzatore vedrà le immagini dei pensieri superficiali della vittima, la quale è consapevole dell'interrogazione. Per mostrare un'immagine diversa dal reale pensiero è necessaria molta concentrazione, uno slot difesa e un consumo pari a medio ogni domanda. L'efficacia è pari a 30. Ogni domanda oltre alla prima richiede slot azione/tecnica.
    Tipo: Genjutsu - Tameshi
    [Livello: 4 | Consumo: Mediobasso ogni domanda]
    [Da Genin in su]
    ]
    . Non appena fu dentro, Jeral realizzò subito di trovarsi all'interno di una mente giovane: i ricordi erano vividi e pulsanti, e le immagini nitidissime.

    La fonte di informazioni ideale. Avrebbe devastato quel luogo con piacere, ma sapeva di non avere il tempo per indulgere anche in quel piacere: con tutta probabilità, le fiamme stavano servendo al loro scopo e, presto o tardi, qualcuno sarebbe arrivato al Villaggio della Felce; ciò che Jeral desiderava, al momento, non era una guerra. Si limitò dunque a chiedere informazioni sullo stato d'allerta attuale nel Paese dell'Erba, oltre che ad alcune informazioni militari relative agli spostamenti interni e la dislocazione del potenziale bellico.

    Le risposte che ricevette confermarono quanto già aveva immaginato: il ragazzino era venuto solo, spinto dalla paura per i suoi genitori e sorella minore, ma non aveva fatto l'errore di non dare l'allarme. Presto sarebbero giunti altri shinobi dalla sua stessa direzione. Il Flagello increspò le labbra in un sorriso soddisfatto. Perfetto: meno guardie di cui occuparsi in avanti e confine per il Paese della Cascata sguarnito. Non avrebbe dovuto fare altro che evitare troppi incontri.

    Ritirò dunque la tecnica, abbandonando per sempre la dimensione mnemonica di Kai Miura, shinobi del Villaggio dell'Erba originario del Villaggio della Felce. Un ultimo sguardo negli occhi nocciola dell'altro, che però non lo guardava più. Entrambi sapevano che doveva morire, così quello aveva scelto di farlo con l'immagine del suo villaggio natio negli occhi. Jeral indulse in quell'immagine nostalgica un attimo di più di quanto normalmente avrebbe fatto, dopodicheé, con abile mossa, spezzò di netto il collo del ragazzo, consegnandolo all'oblio eterno senza neanche un taglio a offenderne il corpo [III Slot Azione][FOR:Viola]. Kai Miura cadde a terra, come corpo morto cade, e lì rimase.

    Jeral fissò lo sguardo sull'orizzonte della notte, ma i suoi occhi crudeli non scorsero nulla. Aveva ancora tempo. A giudicare dai ricordi appena rubati, almeno una mezz'ora abbondante. Si mosse. Una corsa rapida, troppo per molti anche solo da seguire, che lo avrebbe portato in pochi minuti alle pendici della foresta che lambiva le pendici della catena montuosa di confine con il Paese della Terra. Fu dopo una decina di secondi da quando aveva iniziato a correre che, con la coda dell'occhio, scorse due piccole sagome avvolte di bianco arrancare in mezzo all'erba alta verso la stessa direzione che lui stesso aveva tenuto fino all'incontro con lo shinobi dell'Erba. Impossibile non riconoscere quelle vesti bianche splendenti, indossate da tutti i membri del culto della Felce Lunare durante le loro celebrazioni notturne.

    Due bambini erano scappati senza che potesse marchiarli.



    Ma a tutto, pensò con un ghigno mentre deviava la sua corsa, c'era un rimedio.

    OFF GAME
    Jeral, Flagello Immortale
    Nukenin B Viola

    Energia Vitale: 29.75/30
    Vitalità: 17.75/18
    Danni: Botta Lieve all'addome.


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    Chakra Rimanente: 950/1000
    Spese di Chakra:
    - 2x Mediobasso (40)[Slot Tecnica Avanzata – Interrogazione MentaleInterrogazione Mentale
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'illusione si attiva tramite il contatto con la vittima. L'utilizzatore sarà in grado di interrogarla, cercando di estorcerle le informazioni direttamente dalla propria psiche leggendo la mente. Può essere utilizzata anche su bersagli incoscienti, riuscendo a comunicare mentalmente. L'utilizzatore vedrà le immagini dei pensieri superficiali della vittima, la quale è consapevole dell'interrogazione. Per mostrare un'immagine diversa dal reale pensiero è necessaria molta concentrazione, uno slot difesa e un consumo pari a medio ogni domanda. L'efficacia è pari a 30. Ogni domanda oltre alla prima richiede slot azione/tecnica.
    Tipo: Genjutsu - Tameshi
    [Livello: 4 | Consumo: Mediobasso ogni domanda]
    [Da Genin in su]
    ]

     
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    P R I O R I T Y

    The key is not to prioritize what's on your schedule, but to schedule your priorities.




    Kai Miura era un Chunin dell'Erba.
    Il suo Paese di nascita era piccolo e non molto ricco. Il suo passato era fatto di continue conquiste e contese da parte dai due grandi giganti che lo circondavano, Terra e Fuoco, e solo da dopo l'ultima grande guerra era riuscito ad acquistare una sua salda indipendenza politica allevando consiglieri e diplomatici dall'intelligenza acuta e dalla mente lungimirante...
    ...eppure, ancora, diventare Shinobi in quel paese non era una scelta dettata dal bisogno, ma dal forte patriottismo. Nessuno, al Paese dell'Erba, diventava ninja per guadagnare molti soldi e scalare la vetta, ma lo faceva solamente per il desiderio forte di proteggere la popolazione, perlopiù contadini o allevatori, e continuare a tenere in piedi i confini perché questi non cedessero mai e non dessero dunque l'opportunità ai colossi politici del mondo di proporre un inglobamento che non era voluto. Benché poveri e negli anni passati sottovalutati, i cittadini del Paese dell'Erba erano infatti persone forti e risolute, guidate da quel genere di spirito di indipendenza che nasce dalla sottomissione ad un potere più forte. Con fatica e inarrestabile tenacia erano riusciti a costruire una loro individualità come popolo e nazione e nonostante fossero consci delle loro mancanze –in nome delle quali accettavano missioni spesso indecorose e agivano in nome della grande Accademia molto più di qualsiasi altro Paese che poteva rifiutarsi di farlo– non avevano mai guardato a se stessi con disprezzo o commiserazione. Si stimavano come solo chi si è cercato per molto tempo, infine trovandosi con gioia, poteva fare.
    E Kai Miura non era da meno.
    Si era iscritto all'accademia ninja per il desiderio di proteggere i suoi genitori e la sua piccola sorellina, e finalmente era arrivato il momento di far valere ciò per cui si era così strenuamente allenato. Non era uno stupido e capiva che il suo opponente era più potente di lui, ma come ogni Shinobi dell'Erba non compì neanche un passo indietro di fronte al pericolo ed estrasse la sua katana con gli occhi dardeggianti di chi è pronto a morire per il bene della sua gente. Nonostante ciò non aveva intenzione di morire, o di farlo senza essere riuscito a facilitare il lavoro a chi lo avrebbe di certo seguito a breve.
    Nessuno, per quanto Shinobi, è mai veramente pronto a morire. Non esiste un addestramento vero che permetta di essere preparati ad una cosa del genere. Si parte in missione con l'intenzione di tornare, di fare tutto il possibile per riuscirci...
    ...ma quando la mano del Flagello si serrò attorno al suo collo, sollevandolo da terra quel tanto che permise ai tacchi dei suoi piedi di pestare il vuoto, il ragazzo abbassò lo sguardo.
    Che schifo. Era il peggiore degli scenari, quello.
    Per un istante pensò a tutti gli insegnamenti ricevuti fino a quel momento, poi al volto di sua madre e suo padre, all'espressione di corrugata irritazione che sua sorella gli rivolgeva ogni volta che partiva per una missione che non avrebbe fruttato alla sua famiglia nient'altro che due forme di formaggio stagionato e un coscio di capretto. Sorrise tra sé e sé, stringendo l'impugnatura della sua katana. A cosa si doveva pensare in un momento come quello?
    Riaprì gli occhi e guardò in faccia il suo aguzzino. Non era importante a cosa, pensò scorgendo negli occhi dell'uomo l'eccitazione di un assassino, l'importante era fare ciò che era giusto. Sempre.
    Fu solo un istante: quando sentì le dita dello straniero apporre una maggiore pressione sul suo collo, lo Shinobi strinse la mano sull'elsa della sua katana e impastò chakra [S&M tra I/II SA avversario: subisce presa, attacca, subisce rottura; Impasto: Velocità +4], poi compì l'unico gesto che ancora poteva permettersi con facilità, giacché si era allenato molto per poter gestire una spada come la sua, che solo dal grado chunin era infine stato capace di maneggiare con fiducia: fece salire la lama della sua spada dal basso verso l'alto, cercando di trapassare la gola dell’avversario sotto la mascella con abbastanza forza da opporsi anche ad eventuali ostacoli sufficientemente morbidi da essere trapassati, come la carne della disperata difesa apportata da una mano. Attaccava con un unico obiettivo: trapassasse la gola, il cervello e sbucare all'esterno del cranio.
    Un attacco potente, dettato dalla rabbia, dalla paura e dalla determinazione che il suo sangue urlava a gran voce. Sarebbe morto lì, sicuramente, ma non interessava lui quanto il poter sperare di essere riuscito nella sua intenzione.

    “Ammirevole.” avrebbe pensato Shizuka Kobayashi quale che fossero state le conseguenze, affilando lo sguardo dalla chiazza di oscurità in cui si nascondeva con placida tranquillità, come se quell'elemento le appartenesse più di qualunque altro. Che morisse o sopravvivesse era infatti raro trovare un ninja così pronto al sacrificio per il proprio popolo. “...ma il sacrificio porta via sempre più di quello che dimostra.”
    Il mantello verde notte della kunoichi della Foglia sembrava l'ombra di una vegetazione ricca anche quando lei alzò la testa incappucciata verso i due bambini. I piccoli, terrorizzati abbastanza da tremare in modo visibile persino da quella distanza, continuavano a urlare, forse per attirare l'attenzione di quel ninja di cui riconoscevano il coprifronte e forse addirittura il volto. Dietro quei due, nascosti tra le palizzate rotte di alcuni cancelli in legno rotti, facevano capolino i visetti di altri piccini, meno coraggiosi dei primi. Eppure allo stesso modo tutti urlavano, piangevano, tremavano...
    ...tremavano come le mani della donna del Fuoco, che chiudendo gli occhi impose al suo viso di abbassarsi.

    “Quanti morti?”
    “Shizuka, sei sicura di...”
    “Quanti morti?”

    “(...) Ottanta... trentotto adulti e... quarantadue bambini...
    ...Shizuka non potevi prevedere. Anche se avessi continuato ad ubbidire a quel folle nessuno può confermare che non avrebbe fatto esplodere quella scuol–...”

    “Ho capito. Lascia qui la lista e lasciami.”

    “Shizuka...”

    “Lasciami.”


    Ma lei avrebbe potuto difendersi da quel folle. Si era difesa, alla fine. Quei bambini, invece, non avevano avuto modo di comprendere neanche cosa stava accadendo. Loro, come quelli del suo villaggio, quelli che lei aveva ucciso con un suo errore.
    Non era importato quante volte si fosse inchinata di fronte alle famiglie cui aveva rubato un figlio o una figlia, un marito o una moglie, una sorella o un fratello... la sua schiena doleva, ma il suo cuore non smetteva di seccare.
    Quella volta aveva sperato di provare dolore e non la totale, alienante ed estraniante neutralità dei sentimenti, che aveva guidato la sua mente all'oblio, lasciandola inerme, un guscio di carne vuota, per mesi. Avrebbe preferito annegare nel dolore o nella paura, piuttosto che nel nulla.
    Chiuse gli occhi. Istintivamente la donna si portò una mano alla spalla, facendo poi scivolare le dita fino all'ombelico. Un secondo dopo sapeva già cosa fare.

    Che il Flagello Immortale avesse ricevuto il colpo azzardato lui da Kai Miura o avesse preferito lasciarlo andare per continuare la lotta, non era rilevante. Continuava e avrebbe continuato ad essere impegnato su qualcun altro. Un'occasione ghiotta che la kunoichi avrebbe colto per scivolare tra l'erba alta, muovendosi nell'ombra chinata abbastanza da toccare con le mani il terreno. Solo quando si fosse portata in linea d'aria con i due bambini la donna avrebbe ricercato con gli occhi la scena, e aspettando il momento opportuno sarebbe scattata avanti.
    La luce della luna l'avrebbe bagnata come sangue d'argento, e a quel punto lei sapeva che se quel folle omicida l'avesse vista a poco sarebbero valse le sue scusanti sull'essere una semplice viandante, eppure si conosceva abbastanza bene da non rimanere stupita quando si accorse di non curarsene. Piombò addosso ai bambini come un corvo, e con rapidità silenziosa prese ognuno sotto ad un braccio, trascinandoli poi nel primo cespuglio dall'altra parte della strada.
    «Silenzio.» Avrebbe detto rapidamente la kunoichi, tenendo ogni suo senso in allerta. Sapeva di avere i secondi contati e non intendeva sprecarli. «State calmi, sono qui per voi.» Una mano alzata di scatto avrebbe fermato ogni replica da parte dei piccoli. Con suo enorme stupore il maschietto [Energia Gialla] tappò la bocca alla sorellina, guardandola con istantanea concentrazione. «Sono una Shinobi accademica.» Disse, ma non aveva nessun coprifronte che lo dimostrasse. Shizuka aveva smesso di portarlo da anni. Forte della convinzione che una placca in metallo si può rigare ma la pelle, benché strappata, lascia un segno, si diceva che si fosse tatuata a fuoco un simbolo che attestasse la sua fedeltà al suo Paese da qualche parte sul suo corpo, ma nessuno aveva mai avuto tanto ardore o fortuna da scoprire dove... «Dovete scappare a Nord. Villaggio dell'Agrifoglio. Seguite la strada sterrata. Correte. Laggiù chiedete di Shin Takayumi, è un mio informatore.» E a quel punto la kunoichi serrò le labbra.
    Arrivati a quel punto la sua priorità doveva cambiare: si fottesse il costruttore, gli avrebbe strappato la lingua una volta trovato, ma fino a quel momento doveva supportare l'Erba e prendere informazioni su quel pazzo. Avvertire i confini, ma soprattutto avvertire Konoha. Nessuno con un minimo di cervello si sarebbe mai aggirato da solo in terra straniera uccidendo persone senza criteri e senza un piano, ma soprattutto nessuno avrebbe arrecato un simile quantitativo di danni ad un paese così piccolo alleato all'accademia senza poi continuare a marciare altrove...e quell'altrove era ovunque. I confini dovevano reggere, o il Fuoco avrebbe potuto pagare di nuovo le conseguenze della sua incuranza.
    SHIZUKAE_zps4pcr78op
    «Descrivi a Shin l'uomo che ha fatto tutto questo.» Non esisteva nessuno Shinobi che, per quanto bravo, avrebbe potuto radere al suolo un villaggio di ninja senza mostrare il suo volto almeno una volta, a buon ragione a chi aveva risparmiato. Il piccolo difatti annuì, rassicurandola. «Dì che risparmia i bambini, ma non gli adulti.» Il viso del maschietto si tese in una smorfia a quelle parole, e due grosse lacrime fecero capolino dai suoi occhioni neri. La donna, stringendo i denti, gli posò dolcemente una mano sul viso, sperando di tranquillizzarlo. «Non segue un ordine, ma sta cercando qualcosa.»
    «Hayate.»
    Disse il piccino, gemendo. Kotone le si strinse al petto.
    «Dillo. Dì tutto.» Chi cazzo era Hayate? Gli Dei la maledicessero, ma gli psicopatici tutti lei li trovava? «Poi ripeti quest'ordine e dì che la Volpe deve sapere: “cinque, uno, otto, otto, due.” e ordina di sbrigarsi perché il legno non ha radici e spesso è spostato dal vento.» Il piccino la guardò, e la kunoichi provò un certo sollievo nel notare nel suo sguardo uno stupore misto a curiosità che non sembrava aver cancellato del tutto il suo essere un bambino con un futuro davanti. Sorridendo la donna annuì. «Se ci sono altri come voi, prendili. Qui ci penso io.» E così dicendo ordinò al piccolo di correre nell'erba alta. Un urlo di lui indusse un gruppo di piccoli, circa quattordici, ad uscire dal limitare degli ormai inutili cancelli di protezione del villaggio e correre dietro all'amico.

    Rimanendo quatta la ragazza aspettò che i piccoli fossero abbastanza lontani da non vedere più i movimenti dell'erba che si spostava sotto i loro goffi movimenti. Non era niente che una sua corsa, e molto più probabilmente una corsa di quella bestia umana, non avrebbe potuto raggiungere e finire... ma era lì per impedirlo.
    Girandosi pregò che lo Shinobi dell'Erba fosse ancora vivo. Due era meglio di uno, alla fine.

    “Qui ci penso io.” Bei paroloni, Shizuka Kobayashi, davvero bei paroloni. Ora cerca di sopravvivere, invece di fare la figa.


    Edited by Arashi Hime - 8/4/2015, 23:06
     
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    Jeral si muoveva rapido, una macchia indistinta nell'oscurità notturna tenuamente illuminata dal rogo ormai lontano. L'attrito con l'aria, dovuto alla forte velocità, creava curve sul suo mantello di stoffa scura. Nella radura null'altro si muoveva, se non per le due piccole sagome bianche che aveva avvistato. Erano i bambini, figli dei seguaci del culto della Felce Lunare, che aveva risparmiato appositamente per il suo piano. Come aveva fatto con gli altri, non li avrebbe uccisi, ma si sarebbe assicurato che risultassero utili ai suoi scopi.

    All'improvviso i due corpicini in fuga sparirono dalla visuale, trascinati all'interno dell'erba più alta e folta che anticipava la boscaglia. Un predatore notturno, forse? O magari qualcuno che era riuscito ad eludere i suoi sensi poco prima? Jeral non avrebbe saputo dirlo, ma dopo aver visto le imprese che Benkei, un mortale, era in grado di compiere, sapeva di non dover escludere nulla. Non che fosse un problema, in qualsiasi caso: non avrebbe mai permesso ad alcun predatore notturno di sottrargli la sua preda. Diversamente, tanto peggio per il malcapitato che si era messo sulla strada del Flagello Immortale.

    Quando mancavano meno di trenta metri all'erba alta, improvvisamente, l'urlo di un bambino irruppe nella notte, sostituendo il rumore delle raffiche di vento. Non era un grido disperato - Jeral lo capì istantaneamente - il tono era diverso; sicuro. Il tono di un capo. Un segnale. Che fosse opera del moccioso dall'energia personale sopra la norma? Con la coda dell'occhio l'Immortale scorse diverse macchie bianche – gli altri figli del culto – fuoriuscire di corsa dalle palizzate di legno infrante e dirigersi verso il bosco dalla parte opposta in cui stava correndo lui.

    Non vi badò. Del resto, li aveva lasciati in vita di proposito, e una fuga nel cuore della notte avrebbe reso i loro ricordi ancora più vividi e trasudanti emozione – perfetti per trasmettere adeguatamente il suo messaggio. Senza esitazione, il Flagello continuò la sua corsa e con un salto si ritrovò nella macchia erbosa [I Slot Azione]. Quest'ultima era piuttosto alta – gli arrivava quasi fino al bacino – ma, proprio per questo, dalla posizione sopra il filo dell'erba in cui si trovava in quel momento, Jeral non ebbe alcuna difficoltà a scorgere la scia lasciata dai bambini in fuga - e allo stesso modo le notevoli increspature causate da una figura incappucciata, acquattata a circa sette metri da lui. Non si trattava quindi di un animale. I due mocciosi sfuggiti erano dunque trascurabili, pensò: aveva trovato un nuovo, ultimo giocattolo prima di dirigersi verso il confine.

    « E tu, che credi di poterti nascondere a me.. »

    Iniziò il Flagello, increspando le labbra crudeli in un sorriso inquietante, mentre con un abile calcio sollevava in aria una grossa pietra dalla forma ovale che era ai suoi piedi e la afferrava con la mano destra [Azione Gratuita Veloce]. Senza aspettare un attimo, con un movimento quasi meccanico Jeral scagliò poi la pietra verso il busto della figura incappucciata [II Slot Azione][FOR:Viola+3Da Regolamento, nei lanci la Forza è anche la Velocità del proiettile.][POT:?**:Valore base della pietra a tua scelta + tacche di differenza tra Forza di Jeral e Resistenza di Shizuka*5 (applicabile se colpito il bersaglio)].



    « ..chi sei? »

    Non che importasse molto.

    OFF GAME
    Jeral, Flagello Immortale
    Nukenin B Viola

    Energia Vitale: 29.75/30
    Vitalità: 17.75/18
    Danni: Botta Lieve all'addome.


    png
    pngpngpng
    pngpng

    Chakra Rimanente: 940/1000
    Spese di Chakra:

    -1x Basso (10)[Impasto]
    ___________

    Angolo Commenti

    Posto ignorando il S&M illegale (poiché effettuato non sull'ultimo slot azione di una sequenza offensiva) di comune accordo con Arashi. Di conseguenza, la narrazione segue il filo del mio precedente post.

    E ora vediamo che piega prendono gli eventi, yo! :tunz:

     
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    COMPROMISE

    All compromise is usually based on give and take.




    Shizuka Kobayashi era un'infiltrata. Poco incline a combattere come lo era ad attirare l'attenzione, non provava piacere nell'ingaggiare battaglia quando le era stato dato il dono naturale di dileguarsi senza lasciare traccia.
    Era stata mandata da Konoha per cercare un costruttore prodigioso, a cui aveva dato la caccia come un falco fa con un ratto, e solo dopo essersi trovata costretta dagli eventi aveva capito di dover cambiare le priorità della sua missione concentrandosi sull'uomo incappucciato che adesso si trovava a venti metri da lei. Se era pur vero infatti che il mastro carpentiere che doveva prendere in custodia era tanto abile nel nascondersi quanto a costruire fondamenta incrollabili –ragion per cui non correva nessun pericolo che lei non avesse già cercato di appianare–, era altrettanto vero che l'individuo che si stava lentamente voltando nella sua direzione stava seminando il panico in un Paese all'alleato all'accademia senza che nessuno lo fermasse –il che rendeva prioritario studiare la sua persona piuttosto che la locazione di una diffidente faina.
    Nulla di cui stupirsi, l'Erba era attualmente impegnata ai confini per fermare alcuni ribelli fomentati dall'agitazione che nell'ultimo periodo stava scuotendo i grandi Paesi della geografia conosciuta, era perciò ragionevole pensare che i migliori pedoni della loro scacchiera fossero stati collocati lì... ma lasciare le proprie terre scoperte a quel modo era ugualmente una follia.
    “Oh Dei.” Gemette tra sè la ragazza, quando il cappuccio del simpatico viandante si voltò in sua direzione. “Per favore...” Pensò, portando istintivamente una mano alla sua nodachi. “...fate che debba chiedermi solamente che ore sono.”
    Ma erano le ventidue e cinque minuti in punto, né un secondo in più né uno in meno, e l'uomo privo di identità pareva saperlo bene visto che anziché intavolare una piacevole conversazione sul tempo ballerino dell'ultimo periodo non esitò a sollevare da terra con un piede una sfera circolare grande quanto due pugni e a lanciargliela contro. Non che ormai avesse molta importanza l'essere stata scoperta, del resto la kunoichi si era già preparata a mostrarsi nell'eventualità in cui il tipo avesse proseguito l'inseguimento per raggiungere i piccoli che lei aveva indirizzato... ma che egli aveva invece lasciato andare, confermando così le sue supposizioni: quella persona era stupida nel senso più letterale del termine, scarsamente tattica, presuntuosa, cieca di fronte all'evidenza e affetta da quel grave egocentrismo che solo chi è in grado di distruggere un intero villaggio può avere. Dettagli che avrebbero reso il carattere di un debole nient'altro che una pessimo difetto con cui scendere a patti, ma che nel caso di chi era capace di disseminare tanto caos senza denotare di curarsi delle conseguenze poteva diventare un problema, soprattutto per chi come lei faceva dell'intelligenza e dell'osservazione la sua arma migliore.
    Ma non ebbe neanche il tempo di avere paura, la Principessa del Fuoco, giacché i suoi riflessi reagirono al movimento del braccio che si sollevava e caricava la roccia, e lei, acuendo istintivamente il suo senso per mezzo del chakra, sgranò gli occhi seguendone la gittata [Riflessi 575 +4OverCap: come da regolamento l'impasto chakrico concesso ad un Chunin è di 4 tacche]. La sua mano guizzò verso l'alto, serrando nel palmo l'elsa ricurva di una lunga nodachi che si sguainò mentre il corpo di lei vi si schermava dietro, parando così il getto senza nessun danno per sé né tantomeno per l'arma [Slot Difesa I: durezza sasso 3 vs nodachi 4Come da regolamento i proiettili non convenzionali arrecano, se colpiscono, un danno di massimo 10 e hanno durezza di massimo 3].
    Se tirare in faccia alla gente sassi è il suo modo di fare amicizia –pensò la donna, mentre si alzava lentamente dall'erba, trovando inutile continuare a rimanervi accucciata come un coniglio– è chiaro che oltre che schizzofrenico ha anche notevoli problemi di adattamento sociale.
    Ridacchiò tra sé, divertita da quel drammatico ragionamento.
    «Come sarebbe “Chi sei”? Tua madre, ovviamente!» Esclamò a quel punto, e benché ancora incappucciata da sotto la lana verde notte l'uomo avrebbe potuto intravedere un sorriso smaccatamente ironico, assolutamente fuori luogo in un momento come quello.
    Nata squillante e acuta, la voce di Shizuka Kobayashi era stata modulata nel tempo e resa sinuosa, facilmente adattabile a qualsiasi inflessione, dalla più perversa alla più teatrale, proprio come dimostrò adottando il registro serrato e altilenante dei cittadini di Iwa, reso naturale e fluente dai frequenti viaggi in quel villaggio che il suo essere una mercante, prima ancora che una shinobi, le avevano dato la fortuna di poter apprendere [RecitazioneAbile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.]. Non era una scelta dettata dall'ispirazione del momento, quella. Come ogni volta in cui si recava infiltrata in qualche Paese straniero, forgiava una vita e una storia nuova per se stessa, eliminando dalla sua mente o corrompendo i ricordi che attenevano a ciò che non si doveva sapere di lei e di ciò che a lei si riconduceva, con l'unico scopo di proteggere il suo Villaggio d'origine e i segreti che esso custodiva [EstraniazioneVillaggio: Personale
    Posizioni Magiche: (0)
    L'utilizzatore è in grado, mediante il chakra, di isolare ed estrarre un singolo ricordo, sigillandolo. Il ricordo rimarrà impresso nel sigillo, il quale sarà opponibile su creature viventi e/o oggetti inanimati. Nel primo caso, se compatibile, il ricordo verrà assorbito come proprio.
    Tipo: Fuuinjutsu
    (Livello 4 / Consumo: Medioalto)
    [Da Genin in su]
    ].
    «Ora smettila, Tarou, torna subito nei campi a mungere Tae-chan, quando la smetterai di fare il cattivone?» E facendo spallucce, senza però rinfoderare la nodachi, che tenne al contrario morbidamente adagiata lungo il fianco destro [MalusSemiparalisi: utilizzare una zona semiparalizzata richiede uno slot azione extra a round], aggiunse con malizia: «Vuoi che ti sculacci?»
    […] Lingua tagliente, assenza di pudore, una totale e plateale mancanza di rispetto per il suo interlocutore, considerato a quanto pareva al pari di un allevatore di vacche, ma soprattutto un'evidente assenza di paura, ansia o qualsivoglia agitazione. Ecco quello che si sarebbe potuto comprendere istintivamente da quelle poche parole, giacché il messaggio pareva incredibilmente cristallino.
    «Mh, non che mi sia uscita bene questa battuta...» Obiettò improvvisamente la donna, senza abbandonare la sua cadenza, sollevando una mano a grattarsi il mento. Il braccio era coperto da una manica di pelle che proseguiva e terminava in un guanto dello stesso materiale. «...ah non sono al mio meglio la sera, sai, la stanchezza, cammino da tanto e comincio anche ad avere un certo appetito.» Disse con calma, quasi non avesse fretta di andarsene. «No dico, tu hai mangiato? Forse no, eh? Dare fuoco ad un villaggio deve essere stata una faccenda lunga...» E così dicendo parve farsi misericordiosa, quasi in pena per la triste condizione in cui versava uno stomaco vuoto.
    A dispetto di quello che ci si sarebbe potuto aspettare da chiunque si trovasse al posto suo non sembrava allarmata di trovarsi a parlare con un assassino, ma non dava neanche ad intendere di sapere niente degli altri villaggi distrutti e della confusione interna in cui versava il Paese dell'Erba, come lasciò intuire subito dopo. «Sono arrivata solo stamattina e sono stravolta dalla stanchezza, ma a quanto pare sono anche abbastanza sfortunata se la prima persona che incontro è qualcuno di così poco conforme alla Legge riconosciuta.» Ma a quel punto, nonostante quanto detto, si limitò incredibilmente solo a fare spallucce. «Ho l'idea che tu non sia un tipo da conversazione spiccia, ma io non sono tipa da problemi. In verità non ne ho con nessuno.» Ammise con semplicità. «Sei un nukenin? Ne ho già incontrati. Sei un mercenario? Ho già avuto a che fare con voi. Sei uno psicolabile? Beh, questo è un tasto dolente, sembra che ultimamente io attiri solo uomini di questa risma... forse dovrei andare a farmi benedire da qualche parte oppure non mi sposerò mai.» Si grattò la testa da sopra il cappuccio, apparendo ora visibilmente perplessa e sinceramente afflitta, come se davvero si preoccupasse in un momento come quello di rischiare di non convolare a nozze. «Non mi interessa cosa fai e qual è il tuo scopo. Mi piace agire solo nel mio interesse e guardare solo al mio personale tornaconto, non ho problemi a cenare con... come hai detto di chiamarti? Tarou?» Sghignazzò, ironica. «Non mi sembri molto legato alla razionalità, ti piace ammazzare la gente tanto di quanto io godo ad ignorarla, perciò suppongo tu non possa neanche valutare la possibilità di risparmiarmi.» E così dicendo indicò con un dito lo shinobi riverso a terra. Il collo grottescamente spezzato ripiegava il suo cadavere in una posizione innaturale. «...Ma hai fatto una cazzata abbastanza grossa a fare tutto sto casino, non bisogna essere ninja per capire che le fiamme di questo villaggio si vedono ad almeno tre chilometri da qui.» Disse, indicando adesso con un pollice alle sue spalle i resti del Villaggio della Felce ancora in preda alle fiamme. «Io conosco questo Paese e posso andarmene senza essere impalata, tu invece dovrai sfondare i confini armati a causa di alcuni disordini con certi briganti da pochi ryo. Sei riuscito a farla franca con un villaggio così piccolo, ma contro un'armata pensi di farcela?» Domandò educatamente. A quel punto era evidente che non solo non era spaventata, ma non intendeva neanche scappare. «Ti offro due strisce della mia preziosa carne di cinghiale speziata, e in cambio tu mi lasci in pace. Non mi dispiacerebbe neanche cenare con qualcuno che a quanto mi par di capire non mi parlerà ancora dei suoi unti e urlanti pargoletti o di quanto ami il suo Villaggio per cui, gli Dei lo perdonassero, M O R I R E B B E.» E così dicendo lanciò un'altra occhiata, visibilmente sarcastica, al corpo del Chunin dell'Erba. «Non ho idea di chi tu sia, ma non crearmi problemi. Sono più intrigante da viva che da morta, te lo posso garantire.»

    […] Recitava. Era tutta una grande recita.
    ...o forse no?
    Shizuka Kobayashi, l'ultima discendente di una maledizione che da dopo l'ultima grande guerra era stata considerata solo leggenda, si diceva che fosse molte cose. Molte. Ma il primo appellativo della lista non era mai stato “immacolata”.


    Edited by Arashi Hime - 14/4/2015, 17:26
     
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    Rapida e silenziosa, la figura incappucciata reagì al lancio della pietra sguainando un enorme spadone da qualche parte sotto il mantello e riparandovisi dietro. L'Avatar osservò silente la figura mentre la pietra rotolava a terra, ormai inoffensiva. Il movimento era stato piuttosto pulito, nonostante la mole della lama. Non si trattava quindi di un montanaro vagabondo che era finito per caso nelle vicinanze e aveva deciso di provare a salvare dei bambini in fuga, ma di qualcuno di addestrato che aveva deliberatamente scelto di porsi sul cammino dell'Immortale.

    Jeral rimase immobile, osservando la figura alzarsi lentamente. Poco prima, con la sua tecnica, non aveva rilevato nelle vicinanze la presenza del pellegrino ammantato, sebbene la sua posizione rientrasse ampiamente nel raggio di ricerca che l'Immortale era in grado di ricoprire. Che si trattasse di un qualche jutsu di tipo evasivo? In ogni caso, la figura - che inaspettatamente iniziò a ridacchiare - ora aveva l'attenzione del Flagello.

    Quando il pellegrino parlò, la sua risposta alla domanda posta da Jeral fu piuttosto sorprendente e denotò una completa mancanza di istinto di conservazione. L'Immortale ascoltò il resto dello sproloquio in silenzio, ignorandone il contenuto. Il pellegrino era una donna, come la Piuma Bianca di Kusa, che aveva falciato in quella radura annerita al limitare del Paese del Fuoco. La kunoichi lo inondò di parole, nell'evidente tentativo di guadagnare tempo. Non che il Flagello avesse fretta, considerato quanto aveva letto nella mente di Kai Miura. Le considerazioni sulla visibilità delle fiamme e la presunta armata, poi, quasi lo fecero sorridere per l'ingenuità di cui davano prova. Ma, del resto, doveva scusarla: l'incauta viandante non aveva idea dei suoi scopi e, pertanto, non poteva comprendere le sue azioni. Naturalmente ciò non significava che avrebbe cambiato il suo corso d'azione: come prima cosa si sarebbe divertito con lei, insegnandole le conseguenze di un incontro con il Flagello Immortale e, poi, avrebbe deciso della sua vita.



    « Cerca di non crepare mentre blateri, donna. »

    L'erba attorno alla figura del Flagello venne scossa da qualcosa e improvvisamente si piegò nella direzione opposta al soffiare del vento, nel disperato tentativo di rifuggire il tocco dell'intensa energia sacrilega liberata da Jeral [Slot Tecnica Base
    Chakra Eretico

    Kinjutsu

    Attivazione
    La tecnica speciale prevede un consumo d'attivazione. L'attivazione richiede un consumo Alto di chakra. Potrà mantenere la tecnica attiva per 3 round ogni livello dispari nella tecnica speciale posseduto.
    [L’attivazione richiede uno Slot Tecnica Base]

    Caratteristica dei Portatori: Chakra Aumentato (+25%)

    Abilità Comuni dei Portatori
    Avatar: L'utilizzatore non invecchia ed è immortale. I danni verranno percepiti come un qualsiasi altro ninja: l'utilizzatore può convertire uno status Leggero in un danno ½ leggero alla vitalità, uno status Medio in danno leggero, uno status Grave in medioleggera; sono esclusi Semiparalisi, Intralcio e avvelenamento. La rigenerazione di vitalità ed energia vitale è moltiplicata per il livello della tecnica speciale posseduto. Qualsiasi danno verrà normalmente rigenerato se le parti congiunte e non presenti elementi esterni (armi e simile). Avatar è un'abilità sempre attiva.

    Flagello Naturale: L'utilizzatore può Corrompere ninjutsu senza mantenimento o costrutti di tecniche speciali tramite uno slot azione/tecnica. Per Corrompere è necessario il contatto diretto o con uno dei propri ninjutsu all'interno del raggio d'influenza. La potenza della Corruzione è pari a 10 ogni consumo ½ Basso impiegato. Una tecnica Corrotta viene ridotta di potenza; se azzerata la potenza, non produce effetti. La potenza della Corruzione contro fenomeni naturali è aumentata (x2). Alla disattivazione, deve aspettare almeno 1 round prima di riattivare la tecnica speciale. Gli animali tenderanno ad evitare le zone corrotte e, in generale, ad essere ostili all'utilizzatore. Il Flagello Naturale provoca piacere all'utilizzatore.

    Chakra Eretico: L'utilizzatore può sfruttare il Chakra Eretico per 1 slot tecnica, aumentando la potenza di una tecnica di 5 per ogni consumo ¼ Basso impiegato. Per ogni livello pari della tecnica speciale, le dimensioni delle ninjutsu potenziate sono aumentate del 50% per Emissioni o di una Categoria Dimensionale per Costrutti.

    Assalto Eretico: Assalto Eretico si attiva all'attivazione della tecnica speciale. L'utilizzatore avrà il bonus massimo da distribuire alle statistiche scelte. Ogni round di mantenimento peggiora il bonus di 2; il malus massimo è pari al bonus massimo. La disattivazione della tecnica speciale annulla Assalto Eretico. L’azzeramento del bonus riattiva l’Assalto Naturale dopo 1 round senza vantaggi.



    Livello III [Chunin Blu - Jonin Rossa]

    - Flagello Naturale ha raggio pari a 18 metri.

    - Flagello Naturale ha potenza massima pari a 40.

    - La potenza massima concessa dal Chakra Eretico è pari a 20.

    - Assalto Eretico ha bonus massimo pari a 4 tacche.

    - L'utilizzatore guadagna 9 bassi temporanei di chakra.
    ][Assalto Eretico:Velocità]
    . L'Avatar osservò per un momento la spavalda figura femminile che a circa sette metri da lui si ergeva tra l'erba con lo spadone a due mani, anticipando il piacere della corruzione eretica. Poi, ebbro del potere che pervadeva il suo corpo, si mosse: rapido come l'angelo della morte stessa, bruciò la distanza che li separava in un battibaleno, attivando con una infernale risata la sua tecnica [Slot Gratuito Istantaneo & Slot Tecnica AvanzataAvvento del Flagello
    Villaggio: Specializzazione Esperto di Ninjutsu
    Posizioni Magiche: Nessuna (4)
    L'utilizzatore può creare un rumore costante che assordi tutti gli avversari presenti entro 6 metri. Causa Intralcio Grave e riduce di Leggera la Vitalità ogni round. La Velocità della propagazione del suono è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. È necessario produrre rumori per attivare tale tecnica. In caso di situazione ambientale già rumorosa (pioggia, eruzioni, mare in tempesta, ecc.), la tecnica causa anche Stordimento per 2 round. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    [Consumo: Quasi Alto - Mantenimento: Basso ogni vittima]
    [Da Chunin in su]
    ][VEL:700Velocità Viola +4 tacche [Assalto Eretico]]
    . « AHAHAHAHAHAHAHAHA! », abbaiò, selvaggio, mentre il chakra esplodeva dalla sua persona e riempiva un'area sferica di circa sei metri con l'assordante suono della morte, paralizzando completamente qualsiasi ascoltatore diverso dal Flagello.

    In un battere di ciglia la distanza tra i due fu inesistente e, sfruttando l'incredibile slancio impresso al suo corpo, Jeral scagliò un tremendo pugno sinistro alla bocca degli addominali della donna, con l'intenzione di spezzarle il fiato e qualche osso. Il colpo, oltre ad essere potenzialmente letale per qualsiasi fisico che non fosse d'acciaio, era imbevuto di chakra distruttivo ed era in grado di spezzare qualsiasi difesa la ragazza fosse per qualche miracolo riuscita a frapporre tra sé e le nocche del Flagello [I Slot Azione][VEL:750]Velocità Viola +4 tacche [Assalto Eretico] + 2 tacche [Impasto].[FOR:650]Forza Viola +2 tacche [Impasto].[Tocco DistruttivoTocco Distruttivo "Superiore"
    Arte: L'utilizzatore può danneggiare gli oggetti con gli attacchi corpo a corpo; la potenza contro oggetti e armi è aumentata (x3).
    [Costo: ½ Basso a colpo]
    ][Distruzione ad AreaDistruzione ad Area "Intermedio"
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi corpo a corpo: il colpo si propagherà entro 1,5 metri dal punto d’impatto. La potenza del danno ad area è metà (x0.5) rispetto a quella del colpo diretto.
    [Consumo: ½ Basso a colpo]
    ][POT:70 sul punto d'impatto +35 ad area | 10 (base) + 30 (3x Fasce da Combattimento) + 30 (differenza tra Forza Viola+2 e Resistenza Blu). L'ultima voce (il +30) è naturalmente riducibile tramite impasto in Resistenza. 120 vs armi +60 ad area30 (3x 10 base) + 60 (3x 30, CAP, Fasce da Combattimento) + 30 (3x 10, differenza tra Forza Viola+2 e Resistenza Viola - da Regolamento). L'ultima voce (il +30) è naturalmente riducibile tramite impasto in Resistenza. ][Fasce da CombattimentoFasce da Combattimento [Potenziamento]
    Speciale bendaggio di color bianco usato dai esperti praticanti di Taijutsu. Tale bendaggio, del tutto simile a delle normali fasce da combattimento, è rivestito di un leggero strato di acciaio che permettono un impatto molto più duro nei confronti dell'avversario. Un rotolo di Fasce è sufficiente a rivestire un arto. È possibile arrotolare una fascia rinforzata per grado; se applicate allo stesso arto, la potenza è cumulabile.
    Tipo: Protezione - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 3
    [Potenza: +10 | Durezza: 2 | Crediti: 30]
    ]
    .

    Mentre fronteggiava la tecnica sonora del Flagello ed il suo pugno fulmineo, la donna avrebbe dovuto difendersi anche da un tremendo calcio, sferrato lateralmente con la gamba destra all'altezza del ginocchio sinistro di lei, così da distruggere i legamenti dell'arto e azzoppare la preda [II Slot Azione][VEL:750]Velocità Viola +4 tacche [Assalto Eretico] + 2 tacche [Impasto].[FOR:650]Forza Viola +2 tacche [Impasto].[Distruzione ad AreaDistruzione ad Area "Intermedio"
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi corpo a corpo: il colpo si propagherà entro 1,5 metri dal punto d’impatto. La potenza del danno ad area è metà (x0.5) rispetto a quella del colpo diretto.
    [Consumo: ½ Basso a colpo]
    ][POT: 40 sul punto d'impatto +20 ad area10 (base) + 30 (differenza tra Forza Viola+2 e Resistenza Blu). L'ultima voce (il +30) è naturalmente riducibile tramite impasto in Resistenza. ]
    . Come la sventurata avrebbe scoperto, la possanza di entrambi i colpi era tale da danneggiare un'area molto più estesa di quella del contatto diretto.

    Incurante dell'arma che la donna impugnava e affamato di distruzione, l'Immortale continuò nella sua offensiva selvaggia; agli attacchi appena sferrati ne concatenò un terzo, immediatamente successivo: ruotò il bacino e, assecondando la traiettoria dello spostamento compiuto finora, tentò di far cadere con la forza di un masso il taglio della mano destra sul braccio sinistro della donna [III Slot Azione][VEL:750]Velocità Viola +4 tacche [Assalto Eretico] + 2 tacche [Impasto].[FOR:650]Forza Viola +2 tacche [Impasto].[Distruzione ad AreaDistruzione ad Area "Intermedio"
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi corpo a corpo: il colpo si propagherà entro 1,5 metri dal punto d’impatto. La potenza del danno ad area è metà (x0.5) rispetto a quella del colpo diretto.
    [Consumo: ½ Basso a colpo]
    ][POT: 40 sul punto d'impatto +20 ad area10 (base) + 30 (differenza tra Forza Viola+2 e Resistenza Blu). L'ultima voce (il +30) è naturalmente riducibile tramite impasto in Resistenza. ]
    . Mirò all'altezza dei pettorali così che, se quella fosse in qualche modo riuscita a superare la sua tecnica e a spostare il braccio, ad andarci di mezzo sarebbero state le sue costole, che in ogni caso sarebbero state bersagliate dal chakra distruttivo di cui ogni suo colpo era imbevuto. Nel pieno della sua danza mortale, Jeral non dubitava che l'altra avrebbe tentato di colpirlo sacrificando il suo corpo, ma una battaglia sanguinosa era proprio ciò che l'Avatar desiderava in quel momento. Una volta terminata la serie si mise dunque in guardia portando gli avambracci a protezione del petto, ma nulla di più: non indietreggiò di un singolo passo.

    Nel caso la donna avesse fatto ricorso a qualche tecnica di sostituzione nello sciocco tentativo di ritardare l'inevitabile, l'Immortale l'avrebbe raggiunta in pochi secondi grazie al nero potere che gli percorreva il corpo, non lasciandole scampo [I Slot Azione][VEL:750]Velocità Viola +4 tacche [Assalto Eretico] + 2 tacche [Impasto].. L'offensiva sarebbe poi proseguita con i due attacchi contemporanei al busto e alla gamba e terminata con il Flagello blandamente in guardia [Stessi attacchi ad eccezione del colpo al braccio sinistro]. La sua smania di distruzione era palpabile: chiunque fosse la stolta viaggiatrice, la sua storia sarebbe potuta terminare quella notte.

    Il massacro era appena iniziato.

    OFF GAME
    Jeral, Flagello Immortale
    Nukenin B Viola

    Energia Vitale: 29.75/30
    Vitalità: 17.75/18
    Danni: Botta Lieve all'addome.


    png
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    pngpng

    Chakra Rimanente: 855/1000
    Spese di Chakra:

    -1x Alto (60)[TB - Attivazione Chakra Eretico III]
    +1x Elevato (90)[Bonus da attivazione TS]
    -1x Quasi Alto (50)[TA - Avvento del Flagello]
    - 1x Mediobasso (20)[Impasto]
    - 1x ½ Basso (5)[Tocco Distruttivo]
    - 1x ½ Basso (5)[Distruzione ad Area]
    - 1x Mediobasso (20)[Impasto]
    - 1x ½ Basso (5)[Distruzione ad Area]
    - 1x Mediobasso (20)[Impasto]
    - 1x ½ Basso (5)[Distruzione ad Area]

    ____________

    Angolo Commenti

    Edit: Sistemato il valore del danno agli oggetti con il Chakra Distruttivo a seguito di chiarimento con -Max :zxc:



    Edited by Boreanz - 15/4/2015, 16:49
     
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    INTELLIGENCE

    A man must be big enough to admit his mistakes,
    smart enough to profit from them,
    and strong enough to correct them.




    «Hara? Sei uno di quelli che vengono subito...al punto. Che delusione.»



    Era stato veloce. Più veloce di quello che aveva immaginato a darle quello che voleva.
    Gli Dei la benedicessero, stavolta era riuscita a farcela in appena mezzo minuto di monologo sclerotico, cominciava ad ottenere un certo talento in questo genere di cose. Se ne avesse avuto il tempo avrebbe riso. Davvero.
    Ma non ne aveva.
    Sgranando gli occhi nel percepire lo scatto di quello che ormai poteva immaginare senza più remore essere un nukenin, la ragazza si gettò all'indietro abbastanza velocemente da non venir coinvolta in qualsiasi stramberia quel tipo stesse strillando come una gallina [Slot Difesa: impasto Basso Riflessi 650] e stringendo i denti si maledisse. Ne aveva già avuto abbastanza di quel tizio e avevano appena iniziato. Sospirò, satura del suo stesso pessimo carattere, e a quel punto, come ogni volta in cui non voleva problemi per qualcuno che le interessava relativamente poco e da cui del resto aveva già tratto il maggior profitto, la ragazza fece ciò che le sarebbe servito per dare un taglio pulito e rapido alla sgradevole sensazione di noia e irritazione che cominciava ad attanagliarla: lo ingannò.
    Fu solamente un istante, difatti. Un rapido secondo.
    Mentre il traditore le correva incontro lei lasciò che quella sua parte di sé poco ragionevole e molto istintiva si liberasse, corrompendola dall'interno come un malessere diffuso che ne divorò il cuore e poi, subito dopo, gli occhi... i quali si tinsero di una tonalità di cremisi scura come la notte. [Attivazione Sharingan, Creazione liv.II, potenza 30]. Ma questo, ahimé, il suo opponente non lo avrebbe notato, poiché l'unica cosa che sarebbe stato capace di vedere sarebbe stato il braccio della sua opponente alzarsi e poi gettare qualcosa al suolo... il tempo di tutto l'avvicendarsi della situazione, del resto, sarebbe stato troppo breve per far notare qualcos'altro, cosicché prima ancora di rendersene conto una nube esplose di fronte al viso del traditore [Slot Azione I]: un fumogeno?!
    No. Non lo era.
    Un'illusione. Nient'altro che menzogna. Ma sarebbe stato impossibile per il Nukenin rendersene conto, poiché la dinamica che seguì fu rapida e incalzante, dettata più dalla poca voglia di rimanere lì che da un reale interessamento per le capacità dell'avversario.
    Alzando una mano di fronte a sé con la fatica dettata da una sorta di torpore di cui non volle comunque curarsi [Slot Azione II], la donna incappucciata, approfittando della nube illusoria che ne copriva i movimenti, creò due Kagebushin identici a lei [Slot Tecnica Avanzato], lasciando che il primo di questi si sostituisse alla sua posizione, frontale rispetto all'avversario, in attesa che questo attaccasse per poter vedere i lineamenti di lui. Come che fossero andate le cose, che venisse dunque colpito o smascherato, non sembrava interessargli, e non solo perché i capelli che la sua creatrice si era tinti di biondo e il trucco distorsivo dei suoi lineamenti che si era fatta, sommato al tonodi voce completamente mutato e all'accentazione tutta nuova, rendevano impossibile un futuro riconoscimento; ma anche e soprattutto perché al suo posto, in caso di eliminazione, si sarebbe subito sostituito il secondo dei Kagebushin. Il suo obiettivo dunque era evidentemente un altro...
    «Beh? In difficoltà a capire chi è quella vera tra le due?» Avrebbe esclamato sardonico il Kagebushin, fingendosi la kunoichi reale, per far innervosire l'avversario.
    Prima tuttavia che questa dinamica si compisse, la kunoichi si sarebbe limitata, per permettere che la sua posizione venisse colmata da quella della sua copia, a sostituirsi con il primo sudicio pezzo di terriccio compatto messo a disposizione da quel luogo [Slot Tecnica: Kawarimi] e poi, nel modo più plateale possibile...a darsela a gambe buttandosi nella foresta ricca di vegetazione dall'altro lato della strada; del resto ciò che quel povero squilibrato avrebbe fatto, non sarebbe stato un suo problema visto che non si era avvicinato, seguendo il suo allontanamento, per portare a termine i suoi attacchi.

    [...] Non le interessava ingaggiare o mantenere uno scontro. Non le era mai interessato. Era un'infiltrata, combattere equivaleva a mostrarsi e nel farlo a fallire la missione...
    ...e del resto la sua valutazione su quell'individuo non aveva mancato di rivelarsi corretta: un idiota privo del raziocinio utile a comprendere le conseguenze delle azioni proprie e altrui.
    Avrebbe voluto altro da lui, non si sentiva di negarlo, ma non poteva al contempo neanche definirsi scontenta. Aveva già ottenuto tutto ciò che poteva ottenere da una circostanza come quella e soprattutto da una persona simile: aveva visto la sua abilità innata all'opera, conosceva ora il suo volto, aveva messo in salvo testimoni oculari –ormai al sicuro presso Shin, pensò con sollievo– tenendolo occupato abbastanza da permettere agli Shinobi di Kusa di arrivare, o almeno così sperava... beh, non che importasse poi molto, del resto prima di fare tutta quella roba aveva già adempiuto all'individuazione del costruttore per cui era stata mandata in quel paese –il che rendeva quella sua ultima esibizione niente più che un surplus per cui essere profumatamente pagata– e aveva persino mandato un messaggio a qualcuno di cui quel pazzo avrebbe dovuto avere molta più paura che di lei, e su questo c'era poco da discutere. Non era una grande novità del resto...
    ...giacché se lei agiva di intelligenza e strategia, Raizen Ikigami –la sua Volpe, la parte di lei che la completava come il Sole perfeziona la Luna– agiva di istinto e brutalità. Ed era davvero un peccato, sul serio... quel tipo era un bell'uomo, bello davvero, ma quando sarebbe stato fatto a pezzi, ahimé, non ne avrebbe più potuto ammirare i deliziosi lineamenti.
    “Ciao fighetta” forse non era stato il saluto più idoneo, visto cosa lo aspettava da quel momento in avanti. "Ciao condannato" suonava decisamente meglio.

    Sospirando sonoramente e chiedendosi perché, persino in un momento come quello, avesse fame, la ragazza proseguì nella sua corsa senza fermarsi neanche a prender fiato, nascondendosi tra la vegetazione e gli arbusti offerti dalla natura incontaminata di Kusa, diretta verso il villaggio che in precedenza aveva ignorato, preferendo proseguire, ma che ora più che mai le appariva un posto splendido in cui arrivare.
     
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    La donna, quasi come se avesse doti profetiche, fece mostra di riflessi fuori dal comune e scattò all'indietro non appena il Flagello fece un passo. La spada di due metri che aveva in una mano non sembrava guastarne i movimenti, nonostante il corpicino femminile. Mentre divorava la breve distanza che li separava, Jeral fissava la sua preda, affamato di distruzione. In qualche modo quella parve evitare la sua gabbia sonora, nonostante l'Immortale fosse sensibilmente più veloce. Quando i loro sguardi si incontrarono per un istante, subito interrotti dal braccio di lei che si alzava per gettare qualcosa a terra, il cupo mietitore colse uno scorcio di rosso in quello sguardo, che però si perse nel fumo che si sollevò.

    Ridicolo. Se l'avventata pellegrina si illudeva di riuscire a fronteggiarlo con simili buffonate era più sciocca di quello che credesse. Il pugno dell'Immortale si infranse su un corpo alcuni metri prima del previsto, distruggendolo al solo tocco in uno sbuffo di fumo. Il secondo colpo si infranse su un altro corpo, senza che questo - come il primo - mostrasse il benché minimo cenno di resistenza. Anche questo corpo svanì immantinente, senza colpo ferire, biascicando una banale provocazione. Pur nella nebbia, ciò che i suoi pugni e calci colpivano gli appariva con sufficiente chiarezza. Era invece singolare come quella fosse riuscita creare i cloni mentre indietreggiava con il Flagello, più rapido, alle costole, mentre allo stesso aveva in mano uno spadone più grosso di lei stessa. Che, oltre alla sua forza, la donna nascondesse qualcos'altro?

    Avanzando nel fumo, Jeral non percepì più alcuna presenza e quindi si arrestò. La frase da due soldi di prima sulla reale tra le due, quando di reale non ce n'erano, rendeva chiaro il percorso d'azione della donna: il piccolo leprotto, buono solo a parlare, stava tentando di fuggire dal cane da caccia. Jeral rimase immobile un istante, dubbioso. Con le raffiche di vento immane che colpivano quella vallata, un fumogeno si sarebbe già dissolto da tempo. La conclusione era ovvia. E nulla era più triste di un illusionista le cui creazioni erano di scadente aderenza alla realtà circostante. Per puro scrupolo si concentrò brevemente sul suo sistema circolatorio, indagando il flusso di energia, e l'indagine non fece che confermare ciò di cui già era sicuro: la donna lo aveva fatto cadere in un illusione - il fumo - tramite quello strano sguardo rosso, già visto durante l'assalto alla Foglia [Percezione del VeroPercezione del Vero [2]

    Arte: L'utilizzatore può individuare la presenza di genjutsu e fuuinjutsu valutando il sistema circolatorio proprio e delle persone entro 9 metri.
    (Consumo: Medio)
    ]
    .

    Che buffonata, concluse il Flagello, mentre con sufficienza concentrava una briciola del suo potere per schiacciare la mossa della leprotta [TB - RilascioRilascio - Genjutsu Kai
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può deflettere genjutsu usando 2 slot tecnica. L'utilizzatore deve essere consapevole di essere sotto l'influsso di un'illusione. È possibile sfruttare i danni subiti volontariamente per aumentare l’efficacia del rilascio, senza costo in chakra. Ogni leggera subita incrementa di 10 l'Efficacia; status Leggeri aumentano di 10 l'Efficaci, a status Medio di 30, status Gravi di 60. Si possono rilasciare solo illusioni con efficacia inferiore quella del rilascio. Può eliminare più genjutsu solo se la somma delle efficacia di ogni genjutsu è inferiore all'efficacia del rilascio. È possibile usarla su un'altra persona. È possibile sommare l’Efficacia con un’altra persona se utilizzata insieme. È possibile utilizzarla senza sigilli, riducendo di 10 l'Efficacia.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    [Livello: 4 / Consumo: ½ Basso ogni 5 di efficacia]
    [Efficacia Massima Rilasciata: 15 per Grado]
    ][POT:35]
    . Una Uchiha? Così si chiamava il clan dall'occhio rosso, aveva appreso dalle vittime alla Foglia. Non che, in ogni caso, il suo nome importasse qualcosa. L'Avatar non aveva interesse per mortali prigionieri della loro vanità intellettuale e non idonei al combattimento. Del pari, non si disturbò nemmeno a comporre sigilli per contrastare quella messinscena e, concordemente, di certo non avrebbe sprecato il suo tempo per correre dietro ad una kunoichi che a quanto sembrava non aveva nulla da offrirgli a parte logorrea, cloni e nebbia. Ciò, però, non significava che avrebbe mancato di insegnarle le conseguenze di un incontro con il Flagello Immortale.

    Peccato, pensò mentre iniziava a correre con i canini scoperti in un ghigno sadico, che ad andarci di mezzo sarebbero stati proprio i bambini che all'inizio l'Immortale aveva eletto di risparmiare. L'intero scambio non aveva richiesto più di cinque minuti - ad essere generosi - e, sconvolti e spaventati, i due cuccioli d'uomo non erano andati lontano: Jeral li scorse subito, a circa un chilometro e mezzo da dove si trovava, ed alla velocità cui correva li avrebbe raggiunti in meno di un minuto [VEL:650Velocità Viola +2 tacche [Assalto Eretico]]. Trovare la donna sarebbe stato facile per l'Avatar: anche se in qualche abile modo quella era riuscita a mascherare il suo flusso vitale, questo non era annullato. E nulla sfuggiva ai sensi di Jeral, specialmente ora che era a conoscenza della sua presenza nelle vicinanze. Ma perché disturbarsi senza motivo?

    Impiegò poco più di cinquanta secondi a raggiungere i due bambini, fratello e sorella, che mano nella mano correvano verso il Villaggio dell'Agrifoglio e - quindi - verso il confine con il Paese della Cascata. I due piccoli non si accorsero nemmeno dell'ombra nera del predatore che calò su di loro, finché non li afferrò entrambi per il collo e li sollevò in aria come delle bambole rotte. L'Avatar poteva scorgere nel maschietto una forza vitale superiore al normale - come aveva fatto ad arrivare nella posizione della donna se quando l'aveva avvertito, dopo aver lasciato la Felce, questi era ancora indietro? -, ma quell'evidente potenziale non lo distolse dal suo intento [Percezione del ChakraPercezione del Chakra [0]

    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva.
    ]
    . Si voltò verso il bosco, dove la donna - plausibilmente, dato che era scomparsa dalla vista e l'unico riparo erano proprio gli alberi - aveva trovato rifugio. I suoi palmi si serrarono attorno alle piccole gole, abbastanza da infliggere dolore ma non abbastanza per impedire che i bambini si svuotassero i polmoni.



    « Urlate per me, piccoli mortali. », sussurrò, soave.

    E il silenzio della valle venne rotto da giovani urla innocenti.

    OFF GAME
    Jeral, Flagello Immortale
    Nukenin B Viola

    Energia Vitale: 29.75/30
    Vitalità: 17.75/18
    Danni: Botta Lieve all'addome.


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    Chakra Rimanente: 880/1000
    Spese di Chakra:

    - 1x Medio (30)[Percezione del Vero]
    - 1x Medioalto & ½ Basso [45][TB - Rilascio]

     
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    Where we love is home - home that our feet may leave, but not our hearts.




    Il suo lavoro faceva abbastanza schifo –pensò correndo tra la boscaglia. Alle sue spalle tutto ciò che non aveva intenzione di tornare a guardare neanche una volta.
    Quel tipo di missioni le valevano una miseria, sprecava più tacco di stivale e pazienza di quanto guadagnava, e come se non bastasse finiva sempre in qualche situazione sgradevole. Come quella.
    Fece spallucce, abbassandosi di scatto per passare sotto il basso ramo di un albero. Era abbastanza lontana, ormai, da non avvertire più neanche il puzzo di fumo, e fu lieta di constatare che la breve distanza con cui erano costruiti i villaggi di Kusa le avrebbe potuto portare il vantaggio di arrivare abbastanza brevemente a quello che aveva ignorato in precedenza.
    Poi, qualcosa grattò nell'oscurità.
    Aggrottò la fronte, dubbiosa, ma non riuscendo a distinguere nessun riferimento in particolare, e anzi avendo una mezza idea che il simpatico signor diplomazia la stesse inseguendo, si calcò meglio il cappuccio sulla testa, continuando a correre a tutta velocità.
    Mezz'ora e nessuna sosta dopo era arrivata al Villaggio dei Pini in cui, proprio come aveva immaginato, c'era una gran confusione. Il fuoco si vedeva anche da quella distanza, com'era prevedibile del resto, e la gente, spaventata per l'atmosfera pesante e gravida di terrore che si era venuta creando in quei giorni, continuava a urlare.
    Sospirò, scuotendo la testa.
    «Un pazzo ha sterminato il Villaggio della Felce. Se non andate almeno in tre o quattro, non ce la farete mai.» Disse improvvisamente la donna, afferrando il primo shinobi che le capitò a tiro, un ragazzo dai capelli bruni sporchi e il coprifronte di Kusa storto sul collo. Questo, voltandosi a guardarla allibito, fece appena in tempo ad aprire bocca che la ragazza annuì. «E' ancora lì.»
    «MA CHE DIAV–...»
    Urlò subito il ninja, staccandosi la mano della straniera di dosso con uno schiaffo. «CHI MALEDIZIONE DOVRES–...»
    «Una che ha voglia di informarvi di quanto è accaduto rischiando il culo, coglione. E adesso andate a fare il lavoro per cui vi pagano.»
    Sibilò, girandosi di scatto a guardare l'uomo, inchiodandolo sul posto. «Andate a fermare quel pazzo e avvertite i confini di migliorare la guardia se non volete vedere il vostro Paese distrutto.» Ordinò, secca.
    Lo Shinobi rimase un attimo immobile, guardando la persona che aveva di fronte mentre attorno a loro due infervorava il caos. Il suo volto, maturo per essere quello di un trentenne appena fatto, sembrò per un attimo sostare in pausa, come se qualcosa dentro di lui si fermasse ad elaborare un certo tipo di pensiero... poi, lentamente, si contrasse in una forte risoluzione.
    «Difendete Kusa.» Sospirò ancora la donna, abbassandosi poi subito dopo il cappuccio sugli occhi. «Buona fortuna.» Aggiunse, prima di confondersi tra la folla mentre l'uomo richiamava a gran voce quanti più ninja presenti –quattro con lui– e ordinava ad un quinto di correre ad avvertire il più velocemente possibile i confini della condizione.
    Per quel che le riguardava, invece, Shizuka si limitò ad entrare nella prima locanda, comprare sei pagnotte di riso e un sacchetto di yuta di funghi essiccati, e poi ripartire... verso Nord-Ovest.

    [...] Tre ore di corsa ininterrotta dopo era arrivata presso un boschetto di alberi dalla foglia larga e gibbosa.
    Abbassandosi abbastanza da esser costretta a gattonare, la kunoichi avanzò tra la boscaglia bassa, fitta e spinosa, trattenendosi dal bestemmiare per mantenere un minimo di quella buona creanza che una donna avrebbe dovuto sempre tenere a mente.
    «Non provateci nemmeno a scappare.» Ringhiò improvvisamente la ragazza, furente. «Vi cerco da giorni, siano maledetti gli Dei!»
    «C-chi sei?!»
    Rispose una voce maschile arcigna e spaventata. «C-cosa vuoi?!»
    «Io non voglio niente. Ma il Paese del Fuoco ha bisogno delle vostre capacità.»
    Rispose la ragazza, allungando lentamente le mani da sotto un grumo di rovi. Erano vuote da qualsiasi arma. «Il mio nome è Shizuka.» Disse, facendosi largo tra la boscaglia fino ad uscire in un piccolo spazio, grande appena per contenere il corpo ripiegato in posizione fetale di un uomo dalla pelle sporca e gli occhietti brillanti, curvati verso il basso. «Sono stata ingaggiata da Konoha per trovarvi.»
    «Ingaggiata?!»
    Ripeté come un merlo l'uomo, strisciando se possibile ancora più addosso alla roccia che chiudeva l'angusto spazietto in cui era rintanato come un tasso. «D-da chi vuoi portarmi?!»
    «Da due persone.»
    Non sapeva perché, ma doveva portare quell'uomo a loro. «Vi prego.» Aggiunse, sospirando. «Sono riuscita a trovarvi nonostante il vostro cambiare nascondiglio ogni due giorni. Credete dunque che se avessi voluto farvi del male non lo avrei già fatto?» Spiegò ragionevole. «Ho spedito un messaggio ad una delle persone che vi vuole, ma se riesco a portarvi personalmente avrò un premio extra.» Ammise, senza troppi complimenti. «Pensate che...» Esordì nuovamente...
    ...ma nonostante le abilità oratorie della donna fossero notevoli, un dono naturale che da quel che sapeva aveva ereditato dalla famiglia che supponeva di avere da qualche parte in quel mondo, le ci volle un discreto impegno per convincere l'uomo a seguirla.
    Lasciò passare del tempo, tuttavia, prima di ripartire, abbastanza per assicurarsi che le acque si fossero calmate, e solo quando valutò che la tempistica potesse essere valida, prese con sé il costruttore –ormai ghermito dal delizioso sapore del cibo che aveva preso al Villaggio del Pino e che sembrava non gustare da abbastanza tempo da indurre la ragazza a domandarsi cosa diavolo avesse mangiato fino a quel momento– e si diresse dunque verso Konoha, il Villaggio che sapeva averla ingaggiata e a cui, per qualche ragione, era sicura di dovere la sua totale devozione.
    Continuò ad allontanarsi, sostando solo quando era necessario ma preferendo sempre e comunque non fermarsi, cosicché la sua devozione al suo lavoro poté essere premiato quando finalmente, stremata dall'aver portato per metà del viaggio il costruttore sulla sua schiena, giunse di fronte alle grandi porta del Villaggio della Foglia.
    «Chi sei, viandante?» Si impose subito un uomo dal volto coperto da bendaggi bianchi, da cui facevano capolino solo gli occhi, indagatori e fieri.
    «Giù il cappuccio, figlio di puttana, certo non ti lasceremo entrare qui.» Rise un secondo, un ragazzino dai capelli biondicci e gli occhi nocciola che la kunoichi, guardando di sottecchi, ebbe stranamente la perversa voglia di schiaffeggiare fino a fargli piangere bile.
    «Il mio nome è Shizuka.» Si limitò però a rispondere lei, abbassandosi il cappuccio sulla testa. La cascata di capelli biondi si liberarono, mossi e lunghi, sul mantello. Il volto, deformato da un trucco che ne disfaceva i lineamenti, brillava grazie a due piccoli occhi verdi i quali si posarono sui due presenti. «Sto cercando Raizen Ikigami e un tale di nome Norio.» Continuò, freddamente. «Ho portato il costruttore secondo l'ingaggio che avevo ricevuto.»
    Affilando lo sguardo l'uomo dal volto coperto, aggrottò la fronte, si protese un poco in avanti facendosi perplesso persino da sotto il bendaggio poi infine, dopo un attimo di esitazione, mormorò un poco convinto: «...Shizuka?»
    «Shizuka?»
    Ripeté il ragazzino, irritato. «Shizuka chi?! Chi è questa stronza?!» E guardando la faccia sconvolta del collega, parve ironizzare. «Ehi amico, spero tu non l'abbia scambiata per quella Shizuka! E' una puttana, dai, ma non così brutta.» Disse, scoppiando poi in una fragorosa risata.

    «Lasciatela a me.»

    Intervenne improvvisamente una terza voce.
    Avanzando lentamente lungo la strada che portava alla porta principale d'accesso alle mura, un alto uomo dai capelli corvini e gli occhi neri, camminava con passo annoiato verso il gruppo di persone, sbadigliando mentre si grattava la testa.
    «Chi sei?» Domandò la donna, gelida, fissando malamente lo Shinobi. Questo, pantaloni e maglione neri, recava un grosso simbolo sulla spalla sinistra: un ventaglio bicolore spezzato nel suo centro.
    «Norio Uchiha, una delle due persone che ti hanno ingaggiato.» Rispose questo, lanciando un sorrisetto allegro al guardiano bendato. «Maruo, il Signore va all'amministrazione da Takumi. Ci troverai anche Raizen, probabilmente.» E ritornando con lo sguardo sulla ragazza, sorrise, stavolta però in modo più gentile. «Grazie del lavoro svolto. Ti accompagno alla tua ricompensa.» Disse, facendosi da parte per far passare la ragazzina mentre Maruo, allibito, mostrava la strada allo smarrito costruttore di Kusa, intento a guardare da tutte le parti come se si trovasse nella bocca di un demonio.
    «Avevamo pattuito soldi.» Disse la ragazza, senza troppa educazione, mettendosi a braccia conserte. Sapeva di doversi fidare di quell'uomo, ma non avrebbe avuto idea del perché.
    «Quelli, certo.» Mormorò Norio Uchiha, sospirando per poi posare una mano sulla schiena della piccola kunoichi, mandandola avanti a lui con dolcezza. «E poi anche qualcosa di più importante, testa di legno.»
    «E cosa diavolo sarebbe?»
    Sibilò questa, irritata, fulminando con lo sguardo il ninja.
    «Il resto della tua memoria.» Sorrise il Jonin, scuotendo la testa. Vedendo la perplessità dell'interlocutrice ghignò, ironico. «E comunque non rispondere così a tuo marito!»
    «Mio marito?!»
    Strillò allibita la kunoichi, piantandosi come un sasso in mezzo alla strada. «Ma cosa diavolo vai dicendo, vecchio?! Avrai trentacinque o trentasei anni!»
    «Massì, massì.»
    Ridacchiò l'Uchiha. «Me la godo finché posso... tanto quando ritornerai in te, me le darai di nuovo di brutto.» Fece finta di piagnucolare, come se apparisse davvero preoccupato di quella "spaventosa" possibilità.

    Affiancando la sua allieva, mutata tanto nell'aspetto quanto nella mente, tale da non riconoscersi né essere riconosciuto dalle persone che l'avevano vista crescere, Norio Uchiha scortò la piccola Shizuka Kobayashi verso il luogo in cui il rotolo della sua memoria veniva custodito mentre lei era via. E quel posto, lo conoscevano solo lui e Raizen.


    Edited by Arashi Hime - 15/5/2015, 23:05
     
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    Malgrado le urla squarcianti dei due bambini, nessuna risposta o reazione giunse dalla foresta; chiunque fosse, la donna dagli occhi rossi aveva preferito lasciare i suoi cuccioli a morire, piuttosto che rischiare di affrontare il Flagello per tentare di salvarli. Saggia decisione, pensò Jeral, godendosi il pensiero della tormentosa decisione che l'aveva costretta a prendere. Una sciocchezza, ma divertente.

    Serrò ancor di più la stretta sui piccoli colli dei mortali in miniatura, che così cessarono di agitarsi e si accasciarono nella sua presa come bambole rotte appese al vento. Per il momento respiravano ancora: l'Avatar li aveva solo fatti svenire. Come era ovvio, però, non c'era un intento pietoso dietro le sue azioni. Appoggiò i corpicini a terra ed eseguì il jutsu di interrogazione mentale sul piccolo figlio della Felce, ripercorrendo gli eventi di quella serata di fuoco e di morte. Vide sé stesso entrare nella chiesa bianca, incenerendone le grandi porte con il semplice tocco, ed iniziare il massacro del culto lunare. Prima gli adulti, poi gli anziani, ed infine le donne. I mocciosi avrebbero potuto vivere, per rendere famigerata la sua cerca di Hayate.

    Il ricordo proseguì tramite le domande accuratamente poste dall'Immortale, ormai maestro in quella tecnica, e questi poté vedere la viandante: aveva tirato i bambini nell'erba alta per tentare di nasconderli al Flagello e li aveva rassicurati come una chioccia. Una scena pietosa. Quando le labbra della proiezione psichica del bimbo ripeterono le parole che la donna aveva pronunciato, Jeral ghignò. Quella sciocca aveva affidato loro un messaggio, sottovalutando i poteri dell'Avatar e la sua caparbietà nell'indulgere nelle piccole distrazioni in grado di divertirlo. "La Volpe deve sapere", aveva detto la donna, assieme a numeri e rebus.

    « Bah. », bofonchiò.

    Non che quel messaggio o il suo contenuto, qualunque fosse realmente, avessero importanza, come del resto l'incontro con la donna ammantata di verde. Jeral aveva già in mente le sue prossime mosse da tempo, ma non si sarebbe mosso prima di essersi creato un divertente passatempo per il futuro. Si levò dalla posizione inginocchiata in cui era e osservò per un attimo i due corpicini che, a terra, respiravano piano, lambiti solo dal vento della notte. Il ragazzino di cui aveva appena violato la mente aveva un'energia paragonabile a quella di un'adulto, già da bambino. Il suo potenziale latente per gli anni a venire era ovvio. Perché, allora, non fargli dono di quanto più prezioso un mortale potesse ricevere?



    Lo stivale nero dell'Avatar atterrò con decisione sul collo della sorella del bimbo, spezzandone l'osso di netto e consegnando la creatura all'abbraccio delle tenebre. Un'ultima occhiata al fanciullo, ancora prigioniero del sonno, poi la figura incappucciata fece dietro front e sparì rapidamente nella notte, diretto verso il Paese della Cascata.

    Jeral, il Flagello Immortale, aveva appena donato al ragazzino una fonte inesauribile di quanto più prezioso un mortale potesse ricevere: la disperazione.


    Edited by Boreanz - 17/5/2015, 12:55
     
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