Strascichi nell'Ovest

[Corso delle Basi]

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    Strascichi nell'Ovest

    L'Agognata Pace


    Oh... Per tutti i Kami... Di nuovo... E l'ho scelto io, per giunta.
    Guardavo dalla mia piccola carovana, composta da due carretti in legno bruciato dal sole e trainati ciascuno da una coppia di cavalli scheletrici, l'enorme scatolone di Sabbia che, qualche folle, aveva chiamato Suna.
    Una città nel bel mezzo di un deserto.
    Geni.
    E come se non bastasse, perché no, facciamo di questo buco del mondo un villaggio ninja. Si sta così bene, d'altronde. L'economia è fiorente, il clima mite. Almeno le ragazze, però, vestivano scollate. Bisognava sempre saper guardare il lato migliore della medaglia e, purtroppo, non mi veniva niente di meglio in mente. Ci stavo pensando da diversi giorni, così da pote rendere meno sofferente la scelta che avevo fatto di tornare così presto in quel villaggio, ma non riuscivo a immaginare niente di meglio. ~ Ma chi me l'ha fatto fare... ~ Continuavo a pensare, con la lingua fuori dalla bocca mentre cercavo disperatamente di tenermi al riparo dai raggi del sole che penetravano dalla gabbiuccia della carovana, quasi noncuranti del telo che avevo utilizzato come copertura.
    Sapevo bene, però, chi me l'aveva fatto fare.

    Dopo l'attacco dei Kijin ai confini del Paese del Vento, preceduto dall'immensa ondata migratoria delle popolazioni dello Yonfuu, i primi a subire direttamente sulla loro pelle le conseguenze della guerra contro i demoni guerrieri dell'Ovest, Suna era stata completamente presa d'assalto da queste povere persone. Gente nomade, pastori e poco più, non avvezza al combattimento, ma comunque presi d'assalto dai Kijin, divertiti dalla sola idea di fare una strage. Seppur Itai aveva raccolto buon numero di questi migranti a Kiri, una buona percentuale era ancora presente a Suna, che però non era riuscita ad occuparsi di loro allo stesso modo in cui c'era riuscita Kiri.
    Quelle persone, in cerca solo di una tanto agognata pace, dopo terribili momenti di sangue e sofferenza, sembravano essere finiti in un circolo tumultuoso da cui difficilmente sarebbero potuti uscire.

    Un organizzazione criminale dei bassifondi di Suna, sfruttando la disperazione della popolazione, senza più una casa, senza denaro e con la propria famiglia a cui badare, aveva approfittato di questa terribile situazione per incominciare a sfruttare i popoli dello Yonfuu. Estorsioni ed abusi di ogni genere, anche per le famiglie che erano ormai stanziate a Kiri e che dovevano mandare periodiche donazioni in cambio di protezione per i propri famigliari. Qualche giovane aveva avuto il coraggio di ribellarsi e far arrivare la voce all'Amministrazione di Kiri e Suna che, a loro volta, hanno deciso di mandare un genin esperto a indagare sulla faccenda. Venuto a sapere della notizia accettai subito la missione, lasciando anche tutti gli atti burocratici alle mura di Kiri per il mio allontanamento. Suna, a sua volta, decise di affiancarmi un giovane ninja del villaggio, una certa Kaju Suu, per aiutarmi nelle ricerche.

    Scesi dalla carovana una volta superate le mura. Vestito quasi esclusivamente di color bianco, con vesti bianche e leggere, mi ero preparato al terribile clima di Suna sicuramente in miglior modo rispetto a qualche tempo prima. Intorno alla testa, a nascondere la mia insolita chioma color bianco e blu, un turbante mi avrebbe aiutato a coprirmi dai raggi del sole e a mimetizzarmi in quel villaggio di beduini.
    Avrei atteso l'avvento della kunoichi sul limitare dell'ingresso delle mura, come gli sarebbe stato di certo riferito dalla sua Amministrazione.

    Raramente ero particolarmente serio o silenzioso, ma la furia dei Kijin era ancora ben impressa nella mia mente, e con essa la sofferenza di quella gente. Adesso si sarebbe meritata solo pace, ed io li avrei aiutati a ritrovarla.


    Benvenuto al tuo personale corso delle basi, JaggerK.!
    Decidi te come vieni a sapere della missione, attenendoti alle mie indicazioni base, e quindi se sarai già in possesso delle informazioni che abbiamo riguardo questo fenomeno illegale nascente a Suna.
    Primo post veramente semplice, di mera presentazione. Descrivi il tuo personaggio, i suoi pensieri, fammi capire il suo carattere, il suo modo di relazionarsi con gli altri; puoi inserire png per rendere più coerente e piacevole la lettura e il post stesso, ma fai sempre attenzione al loro utilizzo! Ti rimando a questo breve topic interpretativo molto utile a riguardo: topic

    Se sei curioso dell'origine della trama, questa è la News GdR d'ispirazione.

    Per il resto buon post e spero che ti divertirai! Ho in serbo una bella trama... :guru:
    Non è vero, improvviserò... :sob:
     
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    Strascichi nell'Ovest

    Frattura nel Regno dell'Indigenza

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    La bambagia più totale. Ero inabissata nei profondi di un mare che non avevo mai visto, ma solamente immaginato. Avevo letto nei libri di queste bellissime distese verdi ed azzurre che di tirano giù e poi ti lasciano risalire col semplice movimento dei piedi. Sicuramente diverse dalle nostre sabbie: caduti in quelle, c'erano ben poche speranze di venirne fuori. Sentivo centinaia di bollicine che mi carezzavano il volto, il sale che incrostava i capelli ed ondate di freddo raggiungere impreovvisamente la mia schiena. Tenevo gli occhi aperti, eppure non mi dava fastidio come spesso scrivevano nei libri, anzi, sentivo uno strano calore avvolgermi e tutto era limpido, chiaro e cristallino, addirittura anche le profondità.


    Sei sicuro?


    Una voce riecheggiò nell'acqua, diffondendosi sotto forma di piccole onde che scomparvero improvvisamente. L'oscurità cominciò a prendere il sopravvento, i flutti ad agitarsi sempre di più: adesso quelle ondate erano violentissime e l'acqua era nera. Non vedevo più nulla, non riuscivo a distinguere nemmeno più mezza sagoma. Una voragine mi stava tirando verso il basso adesso. E non sentivo nulla. Non un'onda, non un pesce, non una voce.

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    Poi mi svegliai. Era stato tutto un gran bel sogno, eppure adesso era finito a causa di quei due pappagalli che dialogavano fin troppo animatamente in cucina, anche se la loro voce raggiungeva la mia stanza e riecheggiava nella mia testa come fosse il rullo di un fastidiosissimo tamburo.


    GRAZIE EH! NON SI PUO' NEANCHE DORMIRE IN QUESTA CASA!



    Gli urlai contro, rimanendo lì nel letto per qualche altro istante ad osservare il soffitto. Nulla, non ero neanche arrabbiata: sarebbe da cretini adirarsi per una cosa del genere. Eppure una strana sensazione di malinconia stava leggermente strisciando lungo le mie gambe, e fortunatamente mi schivò l'internocoscia con delicatezza. Camminò dolcemente sulla pancia, gattonò fra i seni ed arrivò alla testa. Malinconia curiosa. Ma rimanere lì a letto non sarebbe servito a nulla, se non a farmi desiderare di nuovo il sonno e farmi perdere un'altra giornata: non che avessi nulla da fare, ma quell'indigenza forzata mi faceva star male, come se non fossi utile a nessuno se non ai pervertiti sotto casa mia, che mi guardavano le tette ogni volta che potevano. Un giorno avrei potuto prenderli a calci nelle palle fino a fargliere arrivare in gola, e quel giorno sarebbe arrivato presto. Comunque fosse, mi alzai lentamente di lì, camminando per casa in reggiseno e mutande come se nulla fosse: una cosa che mia madre non aveva mai sopportato, ma alla quale si era abituata da quando ero cresciuta: non ci vedevo nulla di male, in fin dei conti ero a casa mia e potevo fare i porci comodi miei. Arrivai nella stanza in cui stavano dialogando ed esordii con un semplice buongiorno, avvicinandomi alla cucina per appropriarmi di quel caffé in macchinetta che qualcuno - probabilmente papà, dato che mamma non ne beveva - aveva preparato.


    Kajo.

    Sì?

    Ti andrebbe di...

    Non parlarmi prima del caffé.


    E lui sorrise, condividendo quel momento divertente con mia madre mentre io, con la tazzina nella mano destra, cercavo di sistemare un po' quella criniera arruffata che avevo in testa con la mancina. Sorseggiai rapidamente, in fin dei conti era freddo. Presi dal cestino sulla mensola una banana e cominciai a mangiarla lentamente, facendo un cenno a mio padre con la testa.

    Ti andrebbe di fare una cosa oggi? Nulla di difficile! Devi solamente aiutare un ragazzo a fare qualcosa che ti spiegherà bene lui, non voglio rovinarti il piacere della scoperta. Ti aspetta all'entrata, mi raccomando a come ti comporti! Ordini che arrivano dall'alto, come puoi capire: beh, è il tuo momento no?

    Hm... A questo punto spero che almeno sia bello e che abbia un'attrezzatura considerevole. Ci vediamo più tardi allora!



    Ed ecco che mi allontanai tranquillamente verso la mia stanza, seguita dallo sguardo costernato di mia madre e quello divertito di papà: in fin dei conti eravamo uguali, non avrebbe mai avuto modo di sgridarmi per qualcosa del genere. Banana divorata in due morsi e buccia lasciata sulla scrivania, proprio come si confà all'anti galateo di una qualsiasi non principessa. Preparai rapidamente tutto quanto: indossai un semplice top azzurro che lasciava spalle e pancia scoperti e mi pronunciava addirittura le bocce, poi dei pantaloncini di jeans semplici semplici e dei taschini di cuoio per poter mettere tutto quanto il necessario. Lasciai che i miei lunghi capelli sciolti potessero svolazzare liberi e leggeri mentre camminavo per uscire di casa.
    Ovviamente l'aria era torrida ed insopportabile come lo era stata negli ultimi quindici anni, ma ci avevo fatto il callo, ed a parte qualche lamentela di default ormai quasi non lo sentivo più, a meno che non ci fosse umidità: ma era difficile che ci fosse, nel deserto. Cercai di camminare il più rapidamente possibile, sorridendo a chiunque conoscessi ed anche ammiccando a qualche bel ragazzetto lì in giro: insomma, a Suna non mancavano i manzi sui quali sbavare, tanto bene non va sprecato mai, no? Stradine, stradette e vie secondarie. Conoscevo benissimo il mio villaggio, ed anche un paio di scorciatoie che mi avrebbero portato immediatamente all'entrata, nonostante questa distasse parecchi minuti di camminata da casa mia.
    Infatti non ci misi moltissimo ad arrivare, continuando a calpestare il terreno con rapidi passi e scrutare la zona con rapide occhiate: nessuno che conoscessi in quel luogo, a quanto pare erano aumentate le persone che arrivavano a Sunagakure in quel periodo. Avevo sentito di attacchi e robe varie, ma i miei non avevano mai voluto raccontarmi nulla e così me n'ero beata, anche se la situazione pareva molto più caotica di quello che avessi mai potuto pensare. Non sapevo chi mi stesse aspettando o come fosse questo ragazzo, quindi... beh, nella mia testa non rimase null'altro da fare, se non la cosa più stupida del mondo.

    RAGAZZO CHE MI STAVA ASPETTANDO? DOVE SEI? SONO QUELLA CHE STAVI ASPETTANDO.



    Applausi, signori, per la mia scarsa intelligenza e poca riservatezza.



     
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    Strascichi nell'Ovest

    Insolite Presentazioni


    Ma che, veramente? Ma dove l'hanno trovata questa?
    Una giovane ragazza, con le forme femminili a dir poco invidiabili, anche a dispetto dell'età, era appena sopraggiunta nella piccola piazzetta antistante l'entrata delle mura e si era messa ad urlare ai quattro venti di essere lei colei che stavo aspettando.
    Fantastico.
    ~ Mi dovrei portare dietro questa matta? ~ Aprii il palmo destro della mia mano, sprofondandoci con la testa, rassegnato. Mai una volta che mi dicesse bene. Pensai di lasciarla lì ad urlare come una folle sotto il sole cocente, e non so ancora perché non lo feci in realtà. L'unica motivazione che mi ero riuscito a dare era che non conoscevo - e non avevo intenzione di conoscere - una singola strada, piazza o anfratto di quell'immensa scatola di sabbia chiamata Suna, quindi avrei avuto bisogno di una guida.

    z6ooNnk

    Sconsolato, staccai le spalle dal muro e incominciai a dirigermi verso la ragazza. Una volta arrivato esattamente davanti a lei, l'avrei guardata negli occhi. Lei avrebbe potuto vedere un ragazzo sui 23 anni, alto un metro e ottanta, con due profondi occhi neri ed una carnagione nettamente più chiara di quella a cui era abituata in quel deserto. I capelli, sebbene coperti dal turbante, spuntavano dalla base di questo, rivelandosi essere di colore blu, eccezion fatta per un piccolo ciuffo frontale albino. « Vieni con me. » Sentenziai, con un tono a metà tra il glaciale e chi non vede l'ora di finire un'interrogazione a scuola. Detto ciò, indipendentemente dalla risposta o volontà della ragazza che, anzi, non avrei ne atteso ne ascoltato, avrei proseguito a camminare dritto prendendo prima il colletto della sua maglia e tirandola dietro di me, anche contro la sua volontà.

    La missione richiedeva un minimo di privacy ed accuratezza e, sebbene neanche io fossi un grande investigatore o infiltratore, la voglia di metter fine una volte per tutte a quella storia, insieme al desiderio di scappare da quella padella troppo calda, mi aveva fatto diventare stranamente meno irrequieto.
    Trascinai la ragazza per un bel pezzo, senza dare troppo ascolto a qualsiasi voglia forma di protesta. Nel mentre, lei avrebbe potuto facilmente ascoltare qualche imprecazione riguardo al caldo, a quel Villaggio, alla sabbia, al sole... Insomma, contro le solite cose. Il tutto non era neanche troppo sussurrato.
    Quando, dopo quasi dieci minuti di cammino in vie più o meno strette e disabitate, notai un piccolo vicolo che si confaceva particolarmente alle mie esigenze, mi fermai di botto. « Ecco, questo dovrebbe andare bene. » Esclamai, quasi soddisfatto del posto in cui mi addentrai.
    Un vicolo cieco tra due grossi palazzi popolari di Suna, con pochissime finestre che davano in quella direzione e quasi tutte chiuse, tra l'altro. Solo dei piccoli cassonetti per dei rifiuti al margine della stradina senza uscita e nient'altro. Arrivai fino al muro che chiudeva il vicolo, quindi avrei finalmente lasciato la ragazza. « Scusami per la rozzezza dei modi, ma penso proprio che tu non sappia minimamente cosa stai facendo. Sai chi sono, no? Te lo avrebbero dovuto dire... » Attesi una risposa prima di continuare, anche se fosse stato meglio che lei non sapesse niente veramente. L'ignoranza, almeno in quel caso, era scusabile. « Mi chiamo Akira Hozuki, Guardiano delle mura di Kiri. Tu dovresti essere Kaju Suu, no? » Alzai un sopracciglio. « Fammi capire... Non sai chi sono, quindi... Non sai nient di quello che dobbiamo fare, giusto? » Immaginavo. Sbuffai, ormai del tutto rassegnato all'idea di dover fare quasi tutto da solo. « Non molto tempo fa c'è stata una battaglia nel deserto nell'ovest di Suna a seguito dell'arrivo di un grosso flusso di popolazioni migranti. Ti sei accorta almeno di questa gente, spero... » Non volevo sentire la risposta, quindi continuai velocemente. « Bene, ho partecipato anche io a questa battaglia, e questo è l'unico motivo per cui mi sono offerto di tornare in questa piccola porzione d'inferno in terra che voi chiamate Suna. Adesso molta gente di questo popolo nomade ha denunciato delle angherie da parte di qualche beduino del tuo villaggio che si diverte a fare il criminale a quanto pare. Ed io voglio prenderlo a calci in culo. » Conclusi, sicuro. Poi guardai di nuovo la ragazza. « Tu, invece? Perché hai deciso di venire non sapendo niente di tutto ciò? Avrai, anche te, qualche obiettivo nella vita, no? »
    Incrociai le braccia, aspettando una risposta migliore della presentazione.


    Ok, procediamo con calma!
    Rispondi alle mie domande e fammi capire perché vuoi diventare un ninja, quali sono i tuoi obiettivi, i tuoi sogni. Presentami meglio il tuo pg :zxc:
     
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2 replies since 1/9/2015, 09:46   61 views
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