Mettere insieme un gruppo... variopinto

Si era ormai entrati nel vivo dell'azione, e fortunatamente la mia ipnosi aveva lavorato a dovere sul malcapitato gigante armato, il quale si era distratto lasciandoci agevolmente scappare verso Zong Wu. Percorrere quella parte del corridoio fu semplice, e quando arrivammo dal nostro compagno esso uscì dall'ombra e sistemò in un'attimo le due guardie.

Ero sì migliorato molto da quanto il Mikawa mi aveva dato una nuova vita, ma rispetto alle abilità degli shinobi che mi accompagnavano rimanevo sempre strabiliato. I due pugni con i quali il risorto aveva steso le due guardie non erano per me quasi nemmeno percepibili. Una volta stesi rimaneva il problema di gestirli, ma senza indugiare prendemmo spunto dall'opinione del rosso e portammo dentro i corpi. Una volta all'interno il Kaguya ci avvertì immediatamente di fare attenzione. In effetti il pavimento emetteva molto più rumore del dovuto, ed era facile che si trattasse di una sorta di sistema d'allarme. Il Kaguya aveva prodotto un minimo rumore nell'accorgersene, e di conseguenza il sistema di sicurezza aveva già svolto parte del suo lavoro, ma da quel momento limitammo tutti quanti i danni camminando attraverso il sistema del chakra adesivo Chakra Adesivo (Base)
Arte: L'utilizzatore cammina con facilità sulle superfici verticali.
(Mantenimento: ¼ Basso)
[Da Genin in su]
. I miei due compagni erano più abili di me anche in una cosa banale come questa, loro riuscivano agevolmente a camminare anche a testa in giù, mentre la mia abilità con il chakra mi permetteva di camminare senza sforzo solamente il verticale. Ad ogni modo potevo camminare sui muri, e quindi evitare di creare grossi problemi. D'altra parte, il risorto notando le mie maggiori difficoltà mi aiutò tendendomi le mani.

Pensai mentre Hoshi preparava il trucco del Kunai, e le sue tre copie sistemavano le guardie al piano di sotto. Mi sarei voluto soffermare a chiedermi quando sarei riuscito ad essere ad un livello accettabile rispetto a loro, ma il tempo stringeva e così iniziai a portare giù i corpi assieme agli due.

Non potevo esimermi dal commentare questa prodezza, pur sempre dopo aver aiutato Hoshi a legale i corpi, aggiungendo anche la mia corda di canapa qualora quella del jonin non fosse stata sufficiente.Un simile scatolone avrebbe indubbiamente ingannato chiunque, poteva funzionare quasi meglio dell'incredibile travestimento profetizzato dal Febh agli albori della missione.

Andando avanti nel nostro percorso alla ricerca delle spade ci imbattemmo in una sorta di portale, con due guardie di pietra ed una quantità di sigilli da far imbiancare persino il rosso. Ben ricordavo come mi avesse riempito di Fuuinjutsu al nostro primo incontro, quando per fronteggiare in maniera funzionale la Canzone del deserto mi aveva persino dotato di una portentosa tecnica di vento. Di conseguenza nutrivo nei suoi confronti grandi aspettative a riguardo, ma fu lui stesso ad ammettere di non essere in grado di gestire tutti quei sigilli. La nostra missione sembrava sul punto di prendere una brutta piega, quando la spadambina comparve dietro di noi.

Non ci si poteva non spaventare in un caso come quello, lo stesso Jonin della sabbia ebbe una reazione incontrollata ( ma ben gestita dal risorto ). Io mi limitai ad impietrire a sbiancare, mentre mi giravo verso la spadambina. La quale, facendo tutto da sola decise di aprirci il portale, che rivelò un corridoio che portava ad una scala e diverse porte. All'interno delle porte c'erano diverse spade, una quantità infinita di spade. Di tutti i generi e tipi, e fu lì che la gagna si lasciò scappare qualche parola di troppo.

La spadambina era molto inquietante, parlava come se ci conoscesse da sempre, e senza risentimento ci aveva aperto le porte a quello che era indubbiamente il luogo più segreto dell'abitazione. Inoltre, cosa non da poco, era stata abile nel seminare il suo guardiano personale. Vero ch'io l'avevo ipnotizzato, ma è anche vero che una volta accortosi della sua assenza sarebbe certamente venuto a cercarla. Ad ogni modo il gruppo aveva deciso che ci saremmo separati, lasciando a me l'ingrato compito di dover giocare a palla con la bambina. Non mancai di lanciare al rosso un'occhiata perplessa, il suo riferimento alla galera non mi poteva essere chiaro avendo io stesso un'età fanciullesca. Ero comunque certo che sarebbe sbiancato al posto mio il risorto, qualora fosse riuscito a captare il discorso del jonin di Suna.

L'ironia non era mai stata di casa, ma in quel frangente non potevo vedere e vivere diversamente la situazione. Indubbiamente era la cosa più adatta, la bambina poteva avere indicativamente la mia stessa età, e visto che per il momento non sembrava recitare ma sembrava realmente essere una tontolona potevo sperare di riuscire ad intrattenerla con qualche cosa di poco conto. Trasmutai una piccola quantità di sabbia dall'ambiente circostante, utilizzando sia il legno delle porte, che tutto quello che c'era a disposizione. Cercai di ricavare la quantità di sabbia necessaria a fare una palla senza dover distruggere direttamente nessun pezzo dell'arredamento, ma prendendo un po' qua e un po' la per far meno danni possibili.

Avrei a quel punto cercato di interagire con la bambina, giocando normalmente ed usando le mie doti per nascondere l'eventuale agitazione. Avrei fatto rimbalzare la palla e giocato in maniera coerente con essa, dimostrandomi anche disponibile ad eventuali ulteriori giochi con la spadambina.

Non sapevo se Hoshi avrebbe sentito quest'ultima frase, ma nel caso, avrebbe apprezzato.

Quante possibilità c'erano che l'inutile Genin che il trio formato da alcuni degli shinobi più potenti di tutto il mondo riuscisse, nel solo arco della missione, a raggiungere anche solo temporaneamente le loro abilità ? Poche.
Pochissime.
In realtà l'entità era talmente minima da non poter essere nemmeno espressa, eppure... Ciò che accade fu incredibile. La sensazione di potenza che sentì crescere all'interno del mio corpo era qualcosa che trascendeva l'umana comprensione. Una sensazione piena, in grado di far vibrare ogni mia cellula corporea, inebriante per la mente ed in grado di darmi un'assaggio di ciò che sarei potuto diventare.

Ero ovviamente certo di quello che stavo dicendo. D'altronde, come biasimare un ragazzo che soli pochi mesi prima sguazzava in un lago di sangue, estratto da lui stesso con forza dallo stesso grembo materno che l'aveva procreato. Un bimbo innocente che si era macchiato di un peccato capitale, che aveva rinunciato alla propria libertà ed al libero arbitrio in favore del potere, della conoscenza e soprattutto di una sorta di nuova famiglia.
Non era fama di potere vera e propria, era una sensazione di orgoglio tale quella che stavo provando in grado di superare qualsiasi cosa. La mia mente non poteva certo viverla con la sufficienza e la razionalità necessaria. L'idea di potermi presentare al Mikawa in possesso di un tale potere era qualcosa che mi lasciava senza parole, un senso di completezza totale verso quella che pochi istanti prima era una missione impossibile.
Forte di quell'incredibile potere all'interno delle mie capacità ghignai.

Parole vuote di uno sbruffone, ma soprattutto i primi indizi di quello che sarebbe stato un regresso pericoloso. Io stesso, mentre pronunciavo quell'ultima frase, quelle poche parole fuoriuscite dalla mia bocca talmente in fretta da non passare dal filtro del cervello ebbì un fremito di paura. La luna ? Avrei dovuto ripensare a lungo a riguardo. Ma non oggi, non adesso che potevo godere questa sensazione di potenza infinita. Mentre parlavo avevo iniziato a trasmutareSlot azione 1 9 unità
Trasmutazione: L'utilizzatore può creare sabbia da materiale semi-organico (la terra), non organico (la roccia, il fango), organico vegetale (gli alberi, tessuti vegetali) presente entro la metà del raggio massimo ed oltre 3 metri da fonti di chakra diverse dall'utilizzatore. Richiede la manipolazione di Unità, ma senza consumo di chakra. Non è possibile la trasmutazione di strutture con chakra diverso da quello dell'utilizzatore. la sabbia che mi serviva, un po' alle spalle ed un po davanti ad Anmoku. Sfortunatamente, l'onestà ed il fair play non erano le mie prime qualità e di conseguenza sferrare un'attacco alle spalle fu la cosa più ovvia che mi venne in mente di fare. Due grossi costrutti di sabbia si sarebbero formati a circa un metro e mezzo dietro Anmoku e avrebbero mirato entrambi alla sua schiena, puntano a stritolarne il corpo dell'uomo immediatamente dopo l'impatto. I due costrutti non provenivano esattamente dalla stessa direzione, ma tra loro c'era un angolo di circa 90° che riduceva moltissimo le opzioni di fuga dello shinobi. Slot azione 2 Mentre quei due costrutti infastidivano l'uomo un'altro costrutto di sabbia sarebbe partito da 1,5 metri davanti ai piedi dell'uomo ed avrebbe cercato di raggiungere i suoi piedi. Slot azione 3.

Se l'uomo non fosse riuscito a schivare entrambi gli attacchi provenienti dalla schiena questi avrebbero continuato a stritolarlo con forza, impedendogli di muoversi. Ipotetica 1 - Slot tecnica 1 + Slot tecnica 2

Se L'uomo avesse schivato entrambi gli attacchi proveniente da dietro di lui i due costrutti di sabbia che aveva appena evitato sarebbero come esplosi in una nube di sabbia attorno all'uomo per poi trasformarsi in una miriade di piccole palline di sabbia, che da qualsiasi direzione avrebbero cercato di colpirlo con forza per poi rimanere appiccicate al suo corpo. Ipotetica 2 - Slot tecnica 1. Subito dopo averlo colpito le eventuali unità di sabbia avrebbero iniziato con forza a spremere il suo corpo con forza. Ipotetica 2 - Slot tecnica 2

Io, dal canto mio mi sarei posizionato a circa 8 metri di distanza dal mio avversario, pronto a quella che sarebbe stata la sua reazione. Gamba e braccio destro ( con cui impugnavo Sei ) in avanti.

Anmoku non era stato minimamente impensierito dai miei attacchi. Non li aveva nemmeno evitati in senso proprio, li aveva semplicemente distrutti. Sarebbe difficile dire che non rimasi sorpreso da quel genere di difesa, difatti ne rimasi totalmente allibito. MI ero sentito carico di un potere inarrivabile, forte delle capacità che Sei mi stava conferendo avevo elevato il mio ego a qualcosa di troppo grande, che quando cadde davanti alla semplicità con cui l'uomo si difese dalla mia combinazione di attacchi fece un gran rumore dentro di me. Ci rimasi male, profondamente deluso, e spaventato.

Il gap tra me e lui era nettissimo. La differenza stava nell'essersi sudato fino all'ultima goccia della sua bravura per lui, e l'aver ottenuto in maniera sin troppo semplice qualcosa che non gli appartiene per me. Era evidente, lui aveva esperienza per questo genere di combattimenti, era un mercenario assoldato e ben pagato, ed aveva affrontato chissà quali incredibili sfide nella sua vita. Io avevo avuto un'infarinatura di addestramento, da dei validi istruttori, ma niente di più che una semplice infarinatura.
Le sue parole mi avevano colpito, in quanto dimostravano una tranquillità addirittura ostentata, mentre io ero teso ed angosciato per i risvolti inaspettati che la faccenda aveva preso. Ripensai immediatamente a Matsumoto. Era stata lei ad addestrarmi al combattimento. AI tempi mi era sembrava velocissima, la donna più veloce e letale che avessi mai conosciuto. Ma ad oggi tutto sembrava diverso, ero ad essere qualcosa di insignificante davanti a lei allora, così come lo ero oggi davanti ad Anmoku.
Il combattimento non era minimamente ad armi pari, e non lo sarebbe mai stato nemmeno con l'aiuto di Sei.

Sei era una spada, ma per quello che avevo visto sembrava avere una sua coscienza. Chissà che non fosse possibile motivarla e spronarla a darmi ulteriore potere. Possibile ? Fino a pochi istanti prima non avrei mai pensato che si potesse essere ancora più forti, mai avrei pensato che si potesse provare una sensazione di potere maggiore di quella che stavo vivendo. Ma poi la vista di Anmoku, della sua tranquillità e della sua mera difesa mi avevano fatto intravedere la verità. Si poteva essere più forti, e soprattutto più esperti.
La sua offensiva sarebbe calata su di me inesorabile. Anche solo il mio stato mentale deluso ed in un certo senso affranto non mi avrebbe permesso di combattere come si deve, ma poi accadde qualcosa di strano. Quello che si potrebbe definire lo spirito di sopravvivenza mi fece tornare alla mente il modo con cui l'uomo si era difesa.

Poi, mentre pensavo questa prima idea fallace, sbarrai gli occhi. La verità era giunta.

La mia iniziale espressione di struggimento era scomparsa, e l'uomo non avrebbe fatto fatica a vedere un nuovo ghigno far fronte sul mio viso. La consapevolezza dell'altrui capacità era qualcosa di incredibile. Indubbiamente la mia era solo una teoria, magari sbagliata. Ma se c'era una qualche vana speranza ch'io potessi sopravvivere a quel combattimento tutto dipendeva dalla correttezza della mia impressione.
L'offensiva stava davvero per avere inizio, l'uomo fece un passo avanti, carico di grinta e arroganza, troppa arroganza. Il passo dell'uomo era evidentemente troppo corto. Il mio stato mentale precedente non avrebbe colto quel genere di errore da parte dell'avversario, ma l'epifania che mi aveva appena colto mi aveva dato nuova voglia di combattere, e gli insegnamenti di Matsumono tornarono tutti a galla. Non combattevo corpo a corpo da allora sostanzialmente, ma quelle giornate di allenamento con lei erano stampate per sempre nella mia memoria. Tutte le volte che non mi accorgevo dell'unico modo per evitare un'attacco lei mi colpiva. Ai tempi faceva male, molto male. Ma quell'addestramento mi permise oggi di notare l'errore di Anmoku.
Ed ecco lì, un rapido sguardo alla sua lama enorme mi permise di capire con certezza che nonostante i due metri di lunghezza mi avrebbe sfiorato. Si, la spada era lunga poco meno di due metri, ma la lunghezza del braccio dello spadaccino avrebbe permesso alla spada di colpirmi giusto di una decina di centimetri. Però, se il suo passo fosse stato corretto non avrei mai potuto evitare una spada così lunga, ma dieci centimetri di spada potevo indubbiamente evitarli.

Scattai all'indietro di circa un metro, mandando totalmente a vuoto l'attacco del mio avversario. Slot difesa 1

Impossibile che la mia sbruffonaggine non tornasse di prepotenza nel mio tono di voce. L'uomo mi aveva criticato, aveva tanto parlato di essere chissachì, se l'era cantata e suonata da solo, per poi lisciarmi ?
Non solo, il metro di distanza che ci separava mi permise di capire senza particolari problemi le sue intenzioni, ed il mezzo passo necessario a bilanciare il suo calcio verso il mio ginocchio mi permise di verificare la mia teoria. Un costrutto di sabbia si sarebbe eretto davanti al suo scarpone rinforzato, impedendogli di colpirmi. Slot difesa 2 . Dopo aver parato anche quell'attacco mi preparai, conscio che la mia teoria era fondata e che solamente la spada aveva il potere di distruggere la sabbia avrei potuto agevolmente difendermi anche dal suo successivo attacco. Dal modo in cui aveva mosso il busto avevo intuito la traiettoria del fendente, che avrebbe cercato di colpire orizzontalmente il mio fianco. Nuovamente i suggerimenti di Matsumono mi tornarono utili, con lei avevamo fatto pratica anche in merito al combattimento con le spade, e sapevo il genere di traiettoria che potevo aspettarmi. Inoltre, mi sentivo abbastanza sicuro che non si trattasse di una finta, cosa abbastanza importante perché se mi fossi sbagliato sarei stato inesorabilmente colpito. Sapendo di non poter minimamente toccare la spada con la mia sabbia, potevo solo cercare di deviare la traiettoria della sua arma facendo impattare la mia sabbia contro le sue braccia. Un fendente del genere mi impediva di difendermi troppo tardi, di conseguenza appena vidi il suo braccio muoversi mi difesi, portando un costrutto di sabbia proprio sulla traiettoria del braccio di Anmoku, in maniera tale che il suo intero avambraccio ci avrebbe impattato contro, impedendogli di far giungere la spada fino a me. Slot difesa 3 . Questa parte era la più complessa, muovere la sabbia all'interno della sua guardia mentre stava eseguendo un fendente a quella velocità non era affatto semplice. I miei riflessi non erano abituati a questo genere di velocità impressionanti, e di conseguenza non riuscì a far impattare la sabbia sul braccio esattamente dovrei avrei voluto. L'uomo colpì la sabbia solo con la parte finale dell'avambraccio, praticamente solo con il gomito. La forza dell'attacco ne venne drasticamente diminuita, ed invece che colpirmi di netto la lama strisciò semplicemente contro la mia coscia. Ferita

L'impatto contro la mia gamba fece male, un genere di dolore al quale si fa fatica ad abituarsi. Digrignai i denti, per quanto ai tempi fosse uno schifo nessuno degli attacchi della giovane insegnante affidatami dal Mikawa mi aveva fatto così male, questa spada doveva essere incredibile, così come il suo spadaccino. Il dolore però, era una componente della vita e fermarsi a pensare a simili cose mi avrebbe semplicemente distratto dal combattimento. L'uomo non sembrava minimamente interessato a fermare la sua offensiva, che iniziava adesso a rendermi stanco. Ad ogni modo per mia fortuna l'uomo decise di nuovo di provare ad attaccarmi senza usare la spada, che di tutte le sue capacità era probabilmente l'unica in grado di crearmi enormi problemi. La sua idea era quella di afferrare Sei. Lui era veloce, incredibilmente veloce ed io ebbi nuovamente un fremito di terrore. Se avessi perso la presa con la spada probabilmente avrei perso l'incredibile potere che mi stava dando, di conseguenza avrei dovuto fare tutto il necessario pur di poterla tenere nelle mie mani. Il suo movimento era diretto verso il mio braccio destro, con cui impugnavo Sei. Non avevo mai avuto bisogno di impasti di chakra fuori dall'ordinario, ma mi ero allenato qualora ne avessi mai avuto necessità. Sapevo bene a costa stavo andando incontro, al dolore che i miei muscoli avrebbero percepito, ma non potevo rischiare di perdere la presa. Impastai una quantità di chakra enorme rispetto ai miei standard, e spostai la mano con cui impugnavo Sei giusto il necessario per evitare che questa venisse presa. Slot difesa 4
Sentì il braccio destro bruciare terribilmente, un genere di bruciore interno mai provato prima, ma la spada era momentaneamente salva. Infine, ecco arrivare l'ultimo colpo dell'offensiva di quel gran pezzo di bastardo di Anmoku. Deciso più che mai a farmi cadere la spada cercò di colpirmi con una spallata. Il mio corpo era minuscolo rispetto al suo, e di conseguenza pensare di evitare una spallata sarebbe stato impossibile. Però, questo aveva anche un risvolto positivo, il suo enorme corpo si stava muovendo verso di me, ed eccolo esporsi in tutta la sua grandezza a Sei.
Non ero mai stato uno spadaccino, nè tanto meno un taijutsaro, ma quella volta la possibilità di sfruttare il movimento avversario a mio favore mi sembrò un'ottima idea. Vennì brutalmente colpito dalla spallata di Anmoku, ma poco prima che questa mi colpì mossì in braccio che teneva Sei in avanti, mirando a quella zona di ciccia molle proprio tra le costole e l'anca, che durante il movimento per darmi una spallata era totalmente scoperto. S&M . L'impatto della sua spallata mi fece nuovamente male, ma impastai nuovamente una piccola quantità di chakra per ridurre i danni, proprio mentre nello stesso istante impastavo per cercare di colpire con forza.

I ripetuti attacchi di Anmoku mi avevano incredibilmente stancato. A questo punto avrei dovuto contrattaccare con forza, ma questo ritmo frenetico. cui non ero minimamente abituato rendeva il combattimento particolarmente difficile.
Fu quando sentì ritornare il Risorto che mi sentì ben più sicuro e deciso, pieno di vigore e voglia di porre fine al combattimento. Lui era indubbiamente uno shinobi esperto in grado di poter gestire un bestione come questo. Dovevo solamente avvertirlo però dell'abilità di Anmoku.

Zong Wu era un ninja infinitamente più esperto di me. Se c'era qualcuno in grado di poter gestire quel combattimento era lui. Inoltre, avremmo avuto dalla nostra la superiorità numerica.
Ad ogni modo non avevo alcuna intenzione di aspettare che pensassero a tutto gli altri. Non avrei permesso che qualcuno potesse dire ch'io mi ero limitato a sopravvivere.
Una volta comprese le potenzialità della sua arma, era facile individuarne anche i punti deboli. Bene, al contatto con la sabbia avremmo smontato i miei costrutti, ma se non riusciva a toccarli non avrebbe potuto difendersi.
Radunai una montagna di sabbia attorno a noi. Ma invece di creare dei grossi costrutti, creai un'infinità di piccole palline di sabbia del diametro di dieci centimetri ognuna, che avrebbero attaccato Anmoku da ogni direzione disponibile, partendo da appena 1,5 metri dall'uomo, già all'interno della lunghezza della sua spada. Oltre che dalla sua schiena queste sarebbero passate anche vicino alle mie gambe, per colpirlo anche da davanti, dove il mio corpo stesso proteso con Sei per il precedente attacco rendeva ancor più difficile per lo stesso ogni genere di difesa. Slot tecnica 1 Difficile a quel punto per l'uomo evitare tutte le singole palle. Poteva colpirne qualcuno con l'arma, certo, ma si sarebbero dissolte solamente quelle singole palle, senza invece che le altre svanissero.
Se alcune delle palle precedenti fossero riuscite a colpire l'uomo avrebbero iniziato, una volta sul suo corpo a stringere con forza. Slot tecnica 2.1
Se invece le palle non fossero riuscite a prenderlo una prima volta queste avrebbero nuovamente cercato di colpire, sempre ricreando un'enorme quantità di palle e mirando ogni zona dell'uomo da tutte le direzioni possibili. <span style="color:green"><b turbospoiler="6 unità. vel 750, pot 30">Slot tecnica 2.2</>

Solo a quel punto avrei infine fatto un movimento veloce all'indietro, riportandomi a ben sei metri di distanza da Anmoku, e spostando Sei nella mano sinistra. Sapevo bene che per un bel po' avrei avuto talmente tanto male al braccio da non poterlo usare decentemente.

Una volta arrivato il risorto ebbi la possibilità di vedere davvero cosa poteva voler dire combattere. A differenza che per quello che potevo fare io, si vedeva nettamente la diversa esperienza in quel genere di combattimenti alla morte pazzeschi. Cose che io non avevo nè mai affrontato, nè tanto meno mai rischiato. A parte qualche scazzottata particolarmente violenta i miei ultimi avversari erano sempre stati dei pochi di buono incapaci anche solo di essere considerati una vera minaccia. Ed ecco che incredibilmente mi ritrovavo ad affrontare un energumeno, sopravvissuto a mille battaglie. Senza l'arrivo dei miei due compagni le mie sorti sarebbero state tragiche, ma fortunatamente avevo potuto contare sua sull'aiuto della piccola Sei, sia su di loro.
Una volta arrivato Zong Wu il combattimento prese piede solamente tra i due, difatti Anmoku si era totalmente disinteressato di me e si era concentrato solamente sull'attacco del kiriano, armato della sua lancia.
Rimasi mezzo imbambolato ad osservare la serie di colpi e parate che i due si stavano scambiando, quando lo spadaccino guardiano della spada se ne uscì con una tecnica formidabile. Eseguì una sorta di movimento ascensionale che creò due potenti ali attorno ad esso. L'attacco era stato sferrato ad una velocità tale che mi sarebbe stato impossibile evitarlo o muovermi, l'unica cosa che riuscì a fare fu radunare attorno a me la sabbia nell'ambiente e usarla come protezione. Slot tecnica 1

Potenza 40 ( 30 + 10 concentrazione )
Armatura di Sabbia
Villaggio: Generico
Posizioni Magiche: Nessuna (0)
L'utilizzatore può creare un'armatura completa di sabbia, a contatto con il proprio corpo. L'armatura ha potenza difensiva pari a 30 e durezza 5. Non ha tempo di disattivazione. Causa Ingombro.
Tipo: Ninjutsu - Doton
(Livello: 4 / Consumo: Medioalto - Mantenimento: null)
[Richiede Manipolazione della Sabbia I]
[Da genin in su]
. L'attacco impattò comunque in maniera molto forte contro la mia armatura, lasciandomi senza fiato, e risvegliandomi da quella sorta di torpore in cui ero finito mentre faceva da spettatore non pagante allo spettacolo.

Non c'erano molte cose ch'io potessi fare. Al di là della manipolazione la mia abilità combattiva era quasi inesistente, un brutto vulnus che avrei dovuto cercare di colmare con il tempo. Finora non mi ero mai ritrovato in situazioni simili, e non avevo mai avuto questo genere di problema. L'impatto con Anmoku mi aveva fatto capire che avrei dovuto inventare delle altre cose per poter diventare davvero competitivo come i miei compagni d'avventura. Ad ogni modo non avevo intenzione di stare a guardare, inoltre il fatto che lo spadaccino fosse impegnato nel combattimento con Zong Wu lo esponeva parzialmente ai miei attacchi. Per quanto vero che la sua spada avrebbe potuto facilmente distruggere le mie manipolazioni, l'uomo aveva ben poche speranze di potersi opporre a tutti i nostri attacch insieme. Lo stesso Hoshi aveva rinunciato ad attaccare con la sua manipolazione per usare invece l'arco.

Considerata la stazza del bersaglio, il gioco voleva farsi quasi sin troppo semplice. AD ogni modo avrei manipolato la sabbia attorno a lui, muovendola da terra verso i suoi piedi. Il terremoto provocato da Zong ci aveva scossi tutti quanti, e quindi prendere i suoi piedi e tenerli fermi sarebbe stato alla mia portata. Inoltre, gli avrebbe impedito di schivare con facilità gli altri attacchi. Subito dopo avrei creato una lancia dietro di lui, cercando di sfruttare il punto cieco dietro il suo corpo, così come se avessi dovuto colpire uno Hyuga, e avrei cercato di infilzarlo. Ad ogni modo, avrei adoperato tutte le mie forze cercando di impedirgli di muoversi, cercando di prendere i suoi piedi con la sabbia, in maniera da esporlo agli attacchi degli altri. Qualora fossi riuscito a prenderlo, la semplice presa alle sue gambe si sarebbe trasformata in una morsa. Una volta terminato l'attacco, o durante lo stesso, mi sarei posizionato a formare un triangolo con gli altri due membri del team, sperando ad ogni modo che non ci sarebbero stati ulteriori combattimenti.