Per un pugno di ryo

[Paese del Miele] [Free GdR + Addestramento]

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    Per un pugno di ryo

    I


    Il vento, ricco di salsedine, non faceva altro che arruffare i miei capelli biondi, creando piccoli nodi, mentre l'umidità gonfiava la mia già vistosa capigliatura, rendendomi più simile ad una pianta grassa da un insolito colore giallo limone che ad un ragazzo di poco più di vent'anni.
    Certo, un ragazzo che era stato messo nelle mani di un vecchio monaco con protesi in legno al posto degli arti che guidava una piccola nave piena di cianfrusaglie inutile, come strani marchingegni dalla dubbia utilità o pezzi di metallo arrugginito, che era stato costretto a scappare dalla sua casa, dai suoi amici, dalla sua famiglia. Non che ormai sperassi più di avere una famiglia, ormai erano morti.
    Ne ero certo, non si trattava semplicemente di una sensazione, di uno stato di cattivo umore passeggero, di un sentirsi perseguitato dal malocchio, era semplicemente la cruda realtà. Non c'era alcuna possibilità che si fossero salvati, e voi la pensereste come me se avreste potuto vedere con i vostri occhi la moltitudine di ninja dalla maschera cremisi riversarsi anche su un piccolo villaggio di costiera come il nostro, trucidando chiunque non si prostrasse al loro cospetto.
    Io mi sarei forse dover ritenuto un miracolato? Mi sarei dovuto additare come fortunato? Salvato ad un massacro, ad un genocidio, ad una guerra civile.
    Forse si, forse no, chi può dirlo.
    Potevo dire soltanto una cosa in quel momento.
    Muoviti a far attraccare questa zattera, monco di un monaco che non sei altro. Si, forse vi starete chiedendo il perché di tanta scurrilità nel rivolgermi a quello che, in un certo senso, era il mio salvatore, ma il motivo era semplicissimo: era una persona odiosa.
    Si chiamava Shiawase, ed era un uomo sulla quarantina da una folta chioma che gli arrivava fino a metà schiena, riccia e corvina, abbastanza smilzo di corporatura e con tutti e quattro gli arti mancanti: al loro posto aveva delle protesi di legno molto grezze, ma almeno funzionali alla sua vita da randagio. Indossava anche una maschera che gli copriva la fronte e gli zigomi, lasciando però scoperti bocca, naso e orecchie. Si vestiva per lo più di stracci color marrone, tagliati, sgualciti e maleodoranti. Sulla fronte della maschera era impresso il kanji rappresentante la parola "gioia".
    Ed infatti, quasi a testimonianza di ciò, ero su quella barca da due mesi ormai, da più di sessanta fottutissimi giorni, e quell'uomo non aveva fatto altro che essere felice.
    Due mesi in mare, andando prima verso nord, fino alla punta estrema del paese del Fulmine, fermandoci solo per pochissimi giorni in anfratti scogliosi dimenticati da tutti i kami dell'universo, magari per cercare di recuperare solo qualche inutile pezzo di legno o d'acciaio buttato in qualche discarica a cielo aperto, fare qualche baratto per un po' di cibo puzzolente e mezzo marcio, e poi ripartire, senza una meta precisa.
    Solo una cosa era sicura.
    Era sempre, costantemente, ininterrottamente, felice.
    Ed io, di converso, l'odiavo, dal mignolino dei piedi e fino all'estrema punta dei miei capelli. L'odiavo.
    Lui, ovviamente, l'aveva capito, risposte come quelle di sopra erano all'ordine del giorno, ma sembrava non importargliene. Lui ti guardava, e continuava a sorriderti.
    Oh, Raiken-kun, stiamo attraccando, come promesso! Lo sai che mantengo sempre le mie promesse! Eheheh! E continuava a sorridere, a darmi pacche sulle spalle, a dirmi di come era bella la vita. Ti strapperò una gamba e te la metterò al posto della testa, che a sua volta finirà al posto del tuo culo, così voglio vedere se sorriderai ancora. Strinsi il mio cinturone di tessuto per cercare di scaricare la rabbia. Eheheh! Sei proprio uno spasso Raiken-kun! Hai visto che cielo limpido oggi? E' una giornata bellissima! Non vedo l'ora di mettere piede a terra! Raiken-kun, ti ho mai detto che questo è il mio paese natio? Eheheh! Una terra bellissima! Sbuffai, superando il timone e dandogli le spalle, sporgendomi dalla piccola prua per sentire il vento tra i capelli, mentre, in lontananza, incominciavano ad apparire le prime sagome del territorio del Paese del Miele. O santo cielo, si, me ne hai parlato, e, giuro, se mi ripeterai la storia di quando eri solo un piccolo bambino monco, del tuo fottuto monastero dove ti seviziavano o di quando sei andato sul cazzo anche agli altri monaci che ti hanno cacciato perfino da un luogo di culto pur di non dover vedere più la tua lurida faccia, e, ripeto, giuro, ti ficco il timone nel cranio. Non lo guardai neanche in faccia mentre lo minacciavo, ma il tono della voce era molto serio, sebbene sapevo che era tutto, perfettamente, inutile.
    Io avevo fatto il callo a lui e alla sua infelice gioia di vivere, e lui aveva fatto l'abitudine a me e ai miei modi bruschi. Piuttosto, dimmi un po', che cazzo dobbiamo fare nel Paese del Miele? Cioè, voglio dire, lo sai che sto solo aspettando che tu attracchi in un diavolo di posto civilizzato e, preferibilmente, senza assassini dalle maschere cremisi a presidiare anche i cessi pubblici, così che io possa andarmene e lasciarti nuovamente da solo a gridare al vento la tua felicità? Sentii il rumore della sua mano di legno sbattere contro il timone. Eheheh! Lo so, lo so bene Raiken-kun! Ma, devi capirmi, avevo dei giri da fare! Questo, però, è l'ultimo! Il continente dell'est è mooooolto grande, con mooooolti paesi. Alcuni sono abitati da brave persone, altri da persone meno brave, però il Paese del Miele è un bel posto dove poter ricominciare una vita felice.
    z6ooNnk
    Guardai il cielo, quasi spazientito. Quante volte dovrò dirti che non voglio ricominciare la mia vita in questo dannatissimo paese? Ben che meno una vita felice, poco ma sicuro. Ho bisogno solo di un luogo dove poter fare qualche soldo facile. Secondo te posso trovare qualche lavoretto qui? Mi girai con il volto per guardare il monaco dai capelli riccioluti, il quale porto uno dei due arti meccanici al mento, facendo finta di pensare con quel suo sorriso beota in volto. Si, si! Perché no! Questo posto fa proprio per te! Si chiama la Costiera delle Stelle Cadenti! Eheheh! Un luogo molto accogliente, dove si possono fare un sacco di buoni affari a basso prezzo... Anzi, gratis! Eheheh! Il governante del Paese del Miele riceve un sacco di ryo per far scaricare in questo posto tutte le cianfrusaglie degli altri Paesi! Mi girai, lentamente, verso il monaco. Alzai un sopracciglio, con entrambe le braccia completamente distese lungo i fianchi. Cioè, dai, fammi capire, per favore, dimmi che non ho capito bene...
    Purtroppo avevo capito molto bene cosa Shiawase intendesse. Non che fosse difficile, ma la mia mente non credeva a nulla che i miei occhi non avessero visto in precedenza, e l'infinita tristezza di quella frase procurò in me una insensata voglia di sbagliarmi, di non voler veramente sapere cosa mi aspettasse una volta attraccato.

    Purtroppo, non mi ero sbagliato. Non mi ero minimamente sbagliato.
    E' tutto un sogno, solo un brutto sogno. Non era un incubo, era solo la cruda e dura realtà.
    Mi hai portato in una fottutissima discarica a cielo aperto. Un'enorme discarica a cielo aperto. Il tono era sostanzialmente privo di ogni forma d'emozione. Avevamo appena attraccato con la nave su un minuscolo molo di legno che, dopo una decina di metri di passerella, conduceva ad una insenatura nella roccia, la quale, a sua volta, tramite degli scalini, scavanti anche essi nella pietra, permetteva l'accesso alla parte superiore della scogliera.
    Era una zona per lo più rocciosa, dove delle montagne, seppur non molto alte, la facevano da padrone. Sopra di esse e via fino a dove l'occhio poteva vedere, una foresta pressoché infinita si ergeva verde e rigogliosa. Ma non era sicuramente tale paesaggio a rubare l'occhio. Non era il color arancio del sole che tramontava ad occidente, sul mare, mentre dall'altra parte il verde e il marrone davano vita ad un gioco di colori da far strizzare gli occhi e chiudere il cuore per l'emozione. Al più si doveva chiudere il naso.
    Era la spazzatura.
    Montagne di spazzatura.
    Vere e proprie colline di rifiuti si stagliavano per tutta la lunga costiera, mentre figure disperate, chi più chi meno, rovistavano tra i rottami, in cerca di qualche improbabile fortuna. O di cibo.
    Lo vidi, era proprio lì, a pochi metri da me. Un barbone ricoperto di stracci leccare un barattolo d'acciaio di quel che doveva essere, un tempo ormai assai lontano, un contenitore per del ramen.
    Eheheh! Allota? Ti piace Raiken-kun? Questo è il posto dove sono nato! Eheheh! Quanti bei ricordi mi sovvengono in mente! Sono così felice di essere tornato a casa! Eheheh!

    Chiudi. Quella. Fottutissima. Bocca.

    Eccoci qui *O*
    Giocata Free GdR e simil addestramento tra me, Jotty e Hoshi.
    Vedete voi che fare! Io ho presentato il png cardine della giocata, che sarà co-masterizzata da me (per la TS I di Jotty) e lo stesso Jotty.
    Buon divertimento! <3

     
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    Il Monco e la signora T.




    Che il monco fosse in zona era evidente, lo avrebbero sentito arrivare da parecchie centinaia di metri. Un orecchio sopraffino lo avrebbe sentito giungere con una settimana di anticipo. Non tanto per la gamba destra, messa assieme con rottami di scarto raccolti un po' ovunque, i cui meccanismi cigolavano praticamente ad ogni passo. Non tanto per le viti, che tenevano assieme la sua spalla finta con il resto del braccio destro, altrettanto finto, messo assieme con dei pezzi meccanici trovati in una fabbrica crollata. Quanto, più che altro, per la signora T.
    Un passo dopo l'altro, Tremito, così lo avevano soprannominato i pirati quando era ancora un fanciullo moltoplegico, stava percorrendo la strada costiera che delineava il Paese del Miele, diretto a quella che era conosciuta come una discarica a cielo aperto, molto gustosa per gli avvoltoi di rottami.

    Clang....clang......clang....crunc.....clang....clik..clik..clang

    L'inconfondibile suono del ginocchio meccanico che scattava ad ogni passo. Non solo, ma la sua stessa statura era stata modificata, dato che la gamba destra era più lunga della sinistra di qualche centimetro, obbligandolo a stare piegato leggermente verso la gamba buona.
    Addosso il tipico spolverino che portava ormai da una vita, in testa un cappello strano per pararsi dal sole, e una maschera bianca in faccia per proteggere i suoi clienti, dal pessimo aspetto che un volto ustionato poteva offrire. E con lui che non parlava affatto, a completare l'indissolubile legame, la signora T.

    [Tic della testa, movimento di scatto a destra] - CALDO - [dita che scattano][ispira a caso]
    - Marmitta di mare- [sbatte un occhio] - FUNAMBOLO -

    Eccolo lì, Tremito, un tempo un bambino con i natali di Suna, con i genitori piccoli artigiani, lasciato a rosolare nel deserto, e poi marcire per parecchi anni con i pirati. Era diventato un uomo, almeno in parte, con i pezzi che gli restavano, e una sindrome nervosa che non gli dava tregua, della quale però, lui non era minimamente consapevole. Anzi, era convinto, pezzi mancanti a parte, di essere in ottima salute, eccezion fatta per una piccola, e inesistente, allergia al pelo di volpe. I tic e gli spasmi non si fermavano mai, nemmeno mentre dormiva.
    Non in un solo istante, negli ultimi 20 e passa anni, era rimasto senza la signora T.

    [Digrigna i denti] - Gnniiieeee- [stringe e rilascia la mano sinistra][tossisce] - LA PUZZA -

    Eppure c'erano dei momenti in cui i tic si alleggerivano, momenti in cui la concentrazione era tale da permettergli di restare immobile, di diventare una sfinge. Quando mirava. Se era immobile con il suo bersaglio nel mirino delle balestre, non un sussulto, non una parola, non un capello di troppo che si muoveva, e la mira era straordinaria. Il problema arrivava poco prima di mirare, o un istante dopo aver premuto il grilletto. Come quando aveva piantato quei trentasei quadrelli nella gamba del mercante a cui aveva chiesto l'ora. O quando aveva centrato precisamente in mezzo agli occhi, quella bambina che stava venendo rapita, per fermare l'aggressore..Una serie di, sfortunati eventi che lo aveva portato ad essere ricercato, assolutamente senza motivo, in svariati agglomerati urbani.

    - Ahhhh finalmente la discarica ! CHEPPUZZA DI..ZZZENZERO. Era da una vita che stavo camminando BLU E GIALLO HO DETTO, per raggiungere questo posto MAIALE. -

    Davanti a lui, finalmente la discarica a cielo aperto, un paradiso per quelli come lui. Molti dei disperati lo riconobbero subito, e lo lasciarono persino passare quando si avvicinava, nonostante lui, a parte gli spasmi e i suoi meccanici, non fosse affatto un individuo violento, tutt'altro, era sfortunato. Come quando era stato scelto da quel venditore di brocche rarissime, per sorreggergli un istante quel rarissimo vaso di vetro rosso mentre lui si allacciava un sandalo. Beh, non poteva immaginare che dopo aver retto immobile un oggetto così fragile per trenta secondi, starnutisse, facendo partire un colpo al balestrino, uccidendo sul colpo l'uomo. Così, appoggiò il vaso delicatamente, per poi tornare alle sue faccende.
    Comunque, immerso nel saccheggiamento, i suoi occhi brillarono quando riuscì a trovare una particolare chiave in mezzo alle macerie, ma proprio mentre stava per afferrarla, uno dei tanti barboni gliela arraffò di sotto il naso, scappando a corsa verso la riva. Urlando di aver rubato al Monco.

    [...]

    Più o meno in quel momento, Raiken arrivava con la sua bagnarola assieme al monaco. Più o meno in quel momento, Jhin, slacciava il balestrino dalla sua fondina sul fianco, e con la meno destra, meccanica, mirava verso il furbetto ladrone. Pochi istanti, e avrebbe fatto fuoco.

    - TESTA A PIGNA -[sbatte un occhio]

    Già. Aveva appena sparato, e il braccio si era mosso. Un sibilo nel vento avrebbe annunciato il quadrello della piccola balestra a una mano, proprio mentre il barbone si trovava a circa due metri dal ragazzo dai capelli gialli. Un gustoso CRACK, e la testa del malcapitato sarebbe letteralmente esplosa addosso al ragazzo. Inzuppandolo dalla testa ai piedi di una zuppa mista di frammenti di ossa, cervella e sangue. Da una distanza siderale.

    - Accidenti, volevo solo UNO STRUZZO azzopparlo. -




     
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    Per un pugno di Ryo…

    Post Primo – Splath!!!



    Se c’era una cosa che amavo nella vita più di qualsiasi altra cosa, beh allora quella cosa era sicuramente, vincere. Non importava a cosa, gioco d’azzardo, una semplice corsa oppure una scommessa clandestina tra vecchietti in sedia a rotelle, vincere è tutto. Non quella volta però. Durante l’ultimo dei miei viaggi ero infatti capitato a lavorare come croupier in un casinò del paese dell’acqua. Era andato tutto bene nei primi tempi, lavoro semplice e paga da fame ovviamente, che però mi permetteva di tirare avanti mentre conducevo i miei studi medici da autodidatta. Stava andando tutto alla grande fino a quando il proprietario non scoprì che tra una giocata ed un’altra mi intascavo parte delle vincite del banco. Non mi beccarono subito, anzi, per qualche tempo mi lasciarono fare il mio gioco sporco senza farmi capire che già sapevano tutto, quei stronzi di merda. Fu così che una sera, finito il lavoro, quello stronzo di Jade, il buttafuori mi prese per il collo sbattendomi con la faccia a terra. Non ero mai stato atterrato a quel modo, mai avevo percepito sulla mia carne tanta forza o potenza, sapevo che quello sfigato era stato un ninja tempo addietro, ma non potevo immaginare che possedesse tanta forza in quel corpo.


    Quello che successe poi fu semplicemente un susseguirsi di urla, le mie. Di cazzotti, quelli di Jade. E di risate, quelle del proprietario. Insomma mi avevano randellato ed insegnato la lezione lasciandomi esanime sul tappeto del casinò, rosso del mio stesso sangue, fino a quando non avevo perso i sensi. Non so per quanto ero rimasto in totale blackout, ma al mio risveglio solo una parola uscì dalla mia bocca secca e piena di sangue -Ehi?!.. EHI VOI!!! EHIIII!!!.. TIRATEMI FUORI DI QUI!!!- quei brutti figli di puttana mi avevano legato mani e piedi mettendomi dentro ad un sacco. Non potevo vedere e a mala pena potevo riuscire a respirare, una vera e propria situazione di merda insomma. Avevo sete e non c’era parte del mio corpo che non mi facesse male, dovevano essere passati almeno un paio di giorni da quando mi avevano imbustato e lasciato chissà dove. Speravo davvero tanto che la puzza di piscio e merda che ammorbava il mio naso fosse la mia e non quella di quelle fottute bestie che mi avevano messo li dentro, ma quella, era solo una mia speranza.


    Ci misi un’eternità per riuscire a liberarmi dalle corde che mi tenevano legato. Mi ero strappato le unghie e riempito la bocca di tagli per riuscirci ma alla fine ero riuscito a liberarmi da quell’inferno, solo il sacco mi divideva dalla realtà -Io vi troverò.. buargh.. e vi ucciderò tutti.. cough..- stavo ancora sputando sangue quando un raggio di luce mi colpì in pieno volto. Ero cieco come una talpa mentre uscivo da quell’utero fatto di canapa, completamente nudo e sudicio come un topo di fogna. Ero rimasto a terra tremante per un po’ prima di rialzarmi subito al sentire il rumore delle onde -..ugh..acqua.. acqua..- dovevo bere ad ogni costo. Volevo solo della fottutissima acqua. Mi alzai a fatica guardandomi attorno solo per scoprire che quei bastardi mi avevano portato chissà dove in una fottutissima discarica di rottami -..brutti pezzi di merda.. me la pagherete tutti molto cara..- attorno a me sembravano esserci altre presenze di natura umana anche se nessuna di loro sembrava essersi accorta di me o della mia situazione. Evidentemente in quel posto nessuno faceva domande o più semplicemente nessuno era interessato alla vita degli altri, il paradiso insomma.


    Mi catapultai con la velocità di un bradipo monco verso l’acqua solo per scoprire che questa era salata e imbevibile -..puargh.. urgh.. cazzo!.. è acqua di mare..- in cuor mio lo sapevo, ma speravo tanto che si trattasse di acqua dolce di lago, un lago immenso da poter bere completamente. Stavo cominciando a sentire la mia vita scivolare lentamente dalle dita delle mani, stavo morendo o almeno quella era la sensazione e se c’era una cosa che mi terrorizzava nella vita, più di qualsiasi altra cosa, allora questa era la MORTE. Avevo preso a guardarmi attorno in cerca di aiuto quando i miei occhi si posarono su un due di strane persone intente ad attraccare una bagnarola, un ragazzo dai capelli a punta e un non ben identificato individuo -..ugh.. vi prego.. acqua.. datemi.. dell’acqua..- nella mia mente quelle parole sembravano urla che tuonavano come boati proveniente dal cielo, ma in verità alle orecchie dei presenti non sarebbero sembrate che leggere vibrazioni o sussurri nell’aria. Facendomi forza mi ero rimesso in piedi ciondolando come uno stupido zombie verso quel ragazzo.


    Mi ero avvicinato raggiungendolo alle spalle silenzioso come un gatto nella sua ronda notturna. Solo l’uomo con la strana maschera sembrava avermi notato voltando lo sguardo verso di me prima di -WAAARGH!!!.. MA CHE CAZZO?!!- esplodere in mille pezzi come un’anguria colpita da un grosso martello. Qualsiasi cosa lo avesse colpito gli aveva letteralmente fatto esplodere la faccia in mille pezzi schizzando sangue ovunque verso di me e di sicuro verso il ragazzo dai capelli a punta. Il mio volto era stato letteralmente inondato dal sangue caldo dello strano tizio, sangue che non mi vergogno a dirlo presi subito a leccare dalle mia faccia, tanta era la sete che mi stava uccidendo. Lo spavento mi aveva fatto cadere con il sedere a terra mentre cercavo di tenermi su con le braccia puntate dietro di me -Cosa?!.. ma che diavolo è stato?!..- ero nudo, morente, e soprattutto ero apparso nel momento stesso in cui era esplosa una cazzo di testa ad un uomo. Chissà che idea si era fatto lo straniero di me.


    OT//No io vomito il fegato dal ridere se tutti i vs. post sono così! XD
     
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    Per un pugno di ryo

    II


    Mh?
    Ero arrivato solo da pochi istanti in quel posto che già lo odiavo con tutto il mio cuore.
    Non un odio viscerale come quello che provavo per Shiawase, ma molto simile.
    L'odio scaturiva non tanto per l'odore appestante dei cumuli infiniti di spazzatura, non tanto per quelle persone marce come delle banane a Suna, e neanche per l'effettiva inutilità della mia presenza in un posto del genere. Oh, no, niente del genere, ma potreste mai amare un luogo dove piovono cervella?
    Andando con ordine, a dir la verità, avevo visto fin dalla piccola banchina uno strano individuo, neanche troppo apparentemente disagiato, strisciare fuori da una vecchia zatteraccia lì attraccata, e, dopo essersi sciacquato il viso nell'acqua dell'oceano - o almeno così io credevo - seguirci fin a sopra alla scogliera. Era un ragazzo che aveva, su per giù, la mia età, di poco più alto di me e dai capelli color corvino, ma vista anche la sua andatura alternante e priva di incisività, lo lasciai stare, noncurante.
    z6ooNnk
    Ovviamente Shiawase non era dello stesso avviso. Non guardarlo. Sentenziai. Non devi dare attenzione ai barboni, altrimenti vengono qui a chiedere l'elemosina, e solo i kami sanno di come le mie tasche sono assolutamente vuote. Misi le mani in tasca, mentre mi ero ormai fermato, anzi, mi ero pietrificato, ad osservare con attenzione quel luogo disgraziato. Ovviamente con la coda dell'occhio potevo vedere benissimo come il monaco non mi stesse ascoltando. Digrignai i denti, ma accettai silenziosamente la sconfitta, visto che già sapevo di aver perso in partenza.
    Eheheh! Ciao ragazzo! Ti serve aiuto? Sono Shiawase, e questa è casa mia! Da quanto tempo ci abiti? Eheheh! Io manco da un bel po'! Neanche gli prestai attenzione. Coglione di un moncheruolo. La mia attenzione era ormai attirata da ben altro.
    Un accattone che correva con in mano una chiave inglese, urlando ai quattro venti di aver rubato "al monco". Strinsi le braccia al petto, sforzandomi di dover capire perché mai qualcuno si sarebbe mai dovuto dover vantare di aver rubato ad un monco. Insomma, era come rubare uno shuriken ad uno studente di Konoha, lo sapevano tutti. Non parlare con i barboni nudi, Shiawase. Piuttosto, sembra che qui sia in atto tipo il raduno continentale dei monchi, perché questo tiz... Avrei voluto dire "tizio", indicando contestualmente il ladruncolo, che ormai era ad appena un metro da me, con un cenno della testa, ma qualcosa non me lo permise.
    In particolare, un grosso dardo, che sentii arrivare ad una gran velocità dalla direzione da cui veniva lo straccione. Non sarei riuscito a schivare il colpo neanche se avessi dato sforzo a tutte le mie capacità atletiche, ma per fortuna questo non era rivolto a me.
    Il sangue zampillò, il cervello pure, insieme ad ossa e quello che restava dell'orecchio sinistro anche.
    In men che non si dicesse, la mia giacca bianca, che copriva tutto il mio busto e arrivava fino alle ginocchia, era inzuppata dei resti, di vario genere, dello sciagurato barbone, che cadde ad un paio di metri da me per via della corsa, lasciando cadere la chiave dalle mani.
    z6ooNnk
    Eheheh! Raiken-kun, tutto bene? Non è cambiato affatto questo posto! Eheheh! Proprio come lo ricordavo! Feci finta di non sentire le sue parole, mentre usavo entrambe le mani per togliermi la giacca, ormai inutilizzabile per qualsiasi persona con un po' di amor proprio. Lo sai che spero che tu possa morire nel modo più atroce e indecente possibile, vero? Restai a mezze maniche, mentre usavo il capo per pulirmi le braccia, le gambe e il collo dei resti di cervella umanoidi. Quando ebbi finito, lasciai semplicemente cadere la giacca a terra.
    Ho bisogno di sfogarmi. Esclamai con una calma quasi atarassica, mentre facevo quei due-tre passi che mi avrebbero portato ad arrivare proprio accanto al cadavere fresco. Eheheh! Raiken-kun, non prendertela troppo! Sicuramente non l'avranno fatto apposta! Ma, noncurante, avevo già incominciato a prendere a calci il busto dell'uomo, ormai esanime. Cane... Bastardo... Spazzatura... Mondo di merda... E tutta un'altra lunghissima serie di epiteti che qui non si possono raccontare; basta sapere che ad ogni calcio corrispondeva una precisa imprecazione contro il barbone dalla testa di poltiglia, quel posto, il monaco timoniere, la vita e chi più ne ha più ne metta. Eheheh! Raiken-kun, sei proprio carino quando ti arrabbi! Dopo una quindicina di calci abbondanti, con annessi insulti, mi fermai, serio e calmo come avevo iniziato. Ora sto meglio. Mi guardai un attimo intorno, notando come il ragazzo con le nudità ancora in bella mostra si fosse messo a leccare il sangue che gli era arrivato sul viso. Che schifo. Monaco, ti avevo detto di non parlare con i barboni. Guardalo, è pazzo. Andiamo. Presi da terra la chiave che aveva lasciato cadere il barbone dalla testa dilaniata. Raiken-kun, a me sembra solo assetato in verità! Potremmo anche dargli un po' di acqua, non pensi? Eheheh! D'altronde siamo più fortunati di lui! E non aveva neanche terminato la frase che già le sue braccia di legno stavano cercando una borraccia sotto le sue lunghe vesti color marrone. Se provi a dargli un goccio d'acqua ti tiro il collo come una gallina. Andiamo, ho detto. Incominciai a camminare, mentre il monaco rimetteva a posto l'acqua. Eheheh! Mi dispiace! Sai, com'è, Raiken-kun è un po' nervoso in questi giorni! Ma non preoccuparti, sono certo che questa per te sarà una bellissima giornata! Potresti prendere anche i vestiti di questo poverino qui, per incominciare! Eheheh! E, detto ciò, incominciò a seguirmi, con il solito, odioso, sorriso in volto, salutando il ragazzo nudo con la mano meccanica.
    Non che la strada fosse lunga da fare, infatti, Densen, avrebbe potuto vedere benissimo come avrei camminato lentamente fino ad arrivare a circa cinque metri dall'artefice della mia prima sfortuna giornaliera. Eheheh! Raiken-kun! Sembra un tipo simpatico! No, non lo sembrava.
    Avevo incominciato a mettere a fuoco la sua figura per bene una volta arrivato a circa dieci metri da lui. Era un monco.
    E' una cazzo di maledizione. Sicuro. Incominciai a pensare mentre scrutavo l'uomo, quanto alto quanto magro, con mezza gamba ed un intero braccio mancanti e sostituiti da dei - brutti - moncherini fatti di legno. Inoltre indossava anche una maschera, non permettendomi di poter vedere nessuna parte del suo volto. Ehi, tu! Pezzo di carne e tarli! Ti sei reso conto che per poco non rischiavi di colpirmi, o hai semplicemente della segatura in testa?! Parlai in modo sicuro, in modo che quell'uomo non avesse avuto problemi ad ascoltarmi. E poi, cosa cazzo c'è in questo posto? Siete tutti dei fottuti moncherini ambulanti? Questa volta mi rivolsi a Shiawase, che incominciò a ridacchiare. Eheheh! Raiken-kun, forse è un nuovo membro dell'Hachinosu! Io non me lo ricordo! Eheheh! E' il monastero da cui provengo io!

    Vi amo.

     
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    Il capellone il monco e l'assetato




    Con passo sicuro, il monco aveva arrestato la sua avanzata per creare l'equilibrio giusto al tiro. Si diceva dispiaciuto per aver fatto saltare la testa al barbone ladro, ma in realtà non aveva nient'altro in mente. Non gli capitava spesso di poter girare per il mondo a far saltare teste come fossero angurie, quindi non si lasciava scappare l'occasione quando questa danzava con grazia davanti a lui. La signora T. Aveva solo corretto un eventuale errore di calcolo al momento di prendere la mira. Il giovane coperto di schifezze invece, sembrava proprio essere interessato al Monco. Egli sentì lo strano monaco rivolgersi al ragazzo con gli strani capelli col nome di Raiken. Il Tremito non ricordava di alcun bersaglio con questo nome, ma voleva comunque controllare, quindi mentre il ragazzo si faceva strada tra i rottami per raggiungerlo, Jhin tirò fuori dalle sue sacche un libretto stropicciato pieno di facce disegnate a matita, molte delle quali con dei freghi sopra. Continuò a scorrere i nomi e i volti delle taglie, senza trovare nulla riguardo il ragazzo con i capelli imbarazzati. Quindi ripose il libretto. Non senza causare divertenti scricchiolii della gamba meno buona.

    Rischiare di colpirti? [sbuffa] Come pensi che CAPELLONE potessi colpirti? Non ho mai mancato un bersaglio io, non avrei preso nè te nè quel LEGNETTO monaco che ti accompagna CATRAME

    E diceva il vero il poveretto, aveva una mira incredibile, forse l'unica cosa buona che gli dei gli avevano donato, in cambio di una vita piena di sfortune allucinanti e pezzi mancanti. Ma il ragazzo, furioso forse più dallo sporco che aveva ancora addosso da qualche parte, che per il pericolo vero e proprio, si avvicinò ancora, quasi urlando contro il Monco; che tutto era meno che disabile; e questo ragazzino era proprio maleducato, lui era cresciuto da dei pirati e mancava per metà, ma almeno conosceva le buone maniere.

    [Tic del braccio sinistro, movimento di scatto all'indietro] - PIGNATTA - [dita che cigolano][Saltella su un piede]- SCREANZATO

    Quindi si portò la mano fasulla all'altezza della cinta, e si chinò in avanti, verso il giovane, privandosi del cappello con l'altra mano, che fu portato all'altezza del petto, rivelando una folta capigliatura corvina, spettinata, ma comunque ben pulita, a infilarsi sotto la maschera. In tutto il movimento, qualche tic a caso gli aveva spostato il bacino di lato, facendo sembrare che avesse una nutria che si divincolava nelle vesti. Si presentò.

    - Dal momento che sembri nuovo del posto, permetti a questo umile servitore del CINGHIALE buoncostume di invitarti a INFARTARE MALE scoprire le meraviglie del paese del FRITTO MISTO MARE Miele. Io sono Jhin, cacciatore di taglie e all'occasione meccanico, al tuo servizio. Ma puoi chiamarmi Tremito, come del resto PRURITO INFAME fanno tutti da queste parti, senza che io riesca a capire perchè.

    Già, era serio. Non sapeva di avere quella sindrome, per lui era tutto normale. Non era lui a spostarsi, ma nemmeno il mondo. Tutto andava divinamente. Era consapole di cigolare a causa dei "pezzi" aggiunti, ma niente di più. Il Monco si trovava in quel posto durante alcuni tempi morti, non aveva taglie entro una distanza sensata da raccogliere, ma non aveva nemmeno voglia di bighellonare, quindi girava a caso senza una meta troppo precisa, tra le discariche e le zone razziate, per vedere se poteva trovare qualcosa. Giorni prima aveva scoperto dell'esistenza di un monastero dove i monaci raccoglievano materiale di scarto, e la sua mente inventrice si era interessata.

    Allo stesso tempo, aveva sentito le parole dell'altro ragazzo, che si divincolava sulla spiaggia. Non sembrava un tizio del posto, senza contare che nemmeno quello che aveva addosso sembrava roba sua, quindi il monco, sempre cigolando, tirò fuori da dietro la schiena, da un'altra sacca, una borraccia piena d'acqua, e la lanciò al ragazzo, fischiando prima, per attirare la sua attenzione. Dopotutto non c'era alcun motivo per non essere gentili. Lui aveva vissuto tutta l'infanzia e parecchia adolescenza in mare, e sapeva cosa voleva dire avere sete. Soprattutto perchè essenso moltoplegico, i pirati gli davano l'acqua per ultimo, o solo metà della razione che gli sarebbe spettata, perchè secondo il ragionamento pirata: mezzo monco= mezza sete. Beh quel giovanotto non sarebbe morto di sete davanti a lui, non quel giorno. Magari sarebbe stato impalato da dei banditi il giorno dopo, magari sarebbe esploso in un attentato suicida a Suna, magari sarebbe stato sgozzato da una sposa infuriata il giorno delle nozze dopo il rifiuto del marito, magari avrebbe preso il mare, per essere rapito, drogato, e abbandonato a Genosha, magari avrebbe perso i sensi per ritrovarsi in cima ad un monte, o magari si sarebbe risvegliato nudo e tatuato in mezzo ad un deserto, o tra le braccia di un marinaio ubriaco che lo scambiava per una calza donzella, o magari sarebbe stato massacrato dentro la fredda cella di una prigione, o sarebbe stato ucciso, si sarebbe rincarnato e sarebbe scomparso nel nulla. Ma di certo, non sarebbe morto di sete davanti al Monco. Non quel giorno. Magari il giorno dopo. O magari la settimana dopo, o magari sarebbe morto quel giorno, ma di fame, dopotutto il Monco non era mica un self service.

    - [FISCHIA] -[Si fissa un piede borbottando] GNU. SATORENJI. GNUUUU.

    A Jhin non dispiaceva la compagnia. Era sempre stato solo, ma dai pirati aveva imparato ad essere molto comico. Non sapeva bene come o perchè, ma ogni volta che un pirata gli passava vicino, o semplicemente parlava con lui, iniziava a ridere di nascosto, e poi, quando non resisteva più, scoppiava in una risata infinita. E succedeva praticamente ogni volta che qualcuno lo fissava. Doveva avere una qualche dote innata che faceva divertire le persone, questo gli permetteva sempre di farsi ottimi amici, fino a che questi non rubavano le sue cose, o gli dicevano che era ritardato, oppure si mettevano davanti ai suoi proiettili, o magari tutte queste cose, anche se non in questo esatto ordine. Quindi si rivolse al ragazzo vicino a lui, e poi anche a quello sulla spiaggia, rivolgendo la stessa domanda.

    - Hey ragazzo MA CHE SCHIFO Sai dove si trova il monastero dei monaci che fanno le cose da monaci? -

    - Hey ragazzo assetato CACCOLA DI CAMMELLO SAI DOVE SI TROVA QUEL MONASTERO, QUELLO DOVE I MONACI FANNO COSE DA BABBUINI MONACI? -






    Edited by Jotaro Jaku - 11/3/2016, 16:53
     
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    Post Secondo – Lo Stronzetto e il Salvatore..



    Acqua. Volevo solo della dannatissima acqua dolce da poter bere, ma quello stronzo figlio di puttana di un biondo dalla testa a punta non era affatto intenzionato ad aiutarmi. Non solo non voleva, ma aveva anche intimato al suo amico monco di non farlo lasciandomi completamente senza parole in una espressione tra il morente ed il furioso. Quel ragazzino di merda avrebbe pagato caro quel suo gesto -..giuro che te la farò pagare cara..- solo un sussurro, la mia voce se ne era quasi completamente andata. Mentre si allontanavano lentamente quasi ignorandomi mi ero rialzato in piedi per sfruttare almeno l’occasione per vestirmi. Il tizio a cui era esplosa la testa portava addosso degli stracci che sembravano essere della mia stessa taglia o quasi. In mancanza di altro me li sarei fatti andare bene lo stesso, almeno per un po’ non sarei stato costretto ad andarmene con la fava al vento, non che mi dispiacesse sentire la frizzante brezza di mare che soffiava lungo le coste del paese del Miele.


    I due appena scesi dalla barca si erano spostati raggiungendo una terza figura, la stessa che doveva aver staccato via la testa al poveraccio a cui avevo appena rubato i vestiti. Forse lui aveva dell’acqua da offrirmi, in fin dei conti i due non sembravano conoscerlo quindi quel ragazzino di merda non si sarebbe di sicuro opposto ad aiutarmi. Mi stavo avvicinando lentamente al trio quando il più strambo dei tre mmi lanciò una cazzo di borraccia piena di acqua che ovviamente non riuscii a prendere al volo. Probabilmente i tre mi avrebbero creduto pazzo mentre mi lanciavo verso l’oggetto dei miei desideri con occhi fuori dalla testa -..a.. acqua.. ungh.. acqua!.. ungh.. ungh..- finalmente della fottutissima acqua dolce. Non avevo mai fatto caso come quella volta a quanto fosse deliziosa l’acqua, in pochi istanti avevo letteralmente svuotato la borraccia prendendo a tossire quasi soffocato dal mio stesso piacere e dall’ingordigia con la quale avevo bevuto -..cough.. ahahah.. acqua.. cough.. cough.. ahah..- non ero mai stato così felice. Finalmente sapevo che non sarei morto nemmeno quel giorno.


    Recuperate le forze ed il respiro mi ero nuovamente messo in piedi avvicinandomi al trio. Dovevo assolutamente ringraziare l’uomo che mi aveva nuovamente donato la vita, peccato che non si trattasse propriamente di un uomo, ma di metà di esso. Tra il gruppetto solo lo stronzo dai capelli a punta sembrava essere intero ed in buona saluta, degli altri due invece, si poteva forse fare un uomo in due. Sia il vecchio che aveva cercato di aiutarlo prima, che il ragazzo che gli aveva lanciato la borraccia erano mutilati in varie parti del corpo. Gli arti mancanti erano stati sostituiti da protesi di legno piuttosto imbarazzanti che di sicuro erano il frutto di un lavoro casareccio. Non mi importava chi fosse la persona che mi aveva salvato, per me poteva essere anche un cazzo di tricheco alato coloro arcobaleno, avrei ad ogni costo ripagato il mio debito di vita nei suoi confronti -..porta rispetto ragazzino.. e datti una pettinata!..- avevo appena spinto via il teppista per avvicinarmi allo spastico per ringraziarlo -..grazie.. grazie davvero!.. tu mi hai salvato amico.. mi chiamo Densen..- stranamente avevo usato il mio vero nome, la stanchezza e la situazione mi avevano fatto compiere un passo falso, ma poco mi importava in quel momento -..non mi conosci nemmeno eppure mi hai aiutato.. non come questo stronzo qui dietro..- avevo puntato il ragazzo senza nemmeno guardarlo - ..lascia che ti aiuti in qualche modo.. io.. voglio sdebitarmi con te.. come posso esserti utile?!..- non era da me rendermi cosi servizievole, ma quell’uomo aveva slavato la cosa più preziosa che avevo, la mia stessa vita, e da quel momento in poi avrei fatto di tutto per saldare il mio debito con lui.


    In realtà, la cosa più umana da fare in quel caso forse, sarebbe stato dargli un colpo in testa e metter fine alla sua esistenza. Il tizio, Jhin il cacciatore di taglie, era un vero e proprio alveare di sfighe e stramberie. Non solo era mutilato di una gamba e di un braccio, ma sembrava anche avere la faccia completamente divelta forse dal fuoco, vista la maschera indossata e non solo. Tic e sproloqui percorrevano costantemente il suo corpo facendolo scattare rabbiosamente di tanto in tanto facendogli anche dire cose a caso che mi lasciavano sempre con uno strano ghigno divertito sul volto. Nonostante tutto quel tizio mi aveva slavato quindi non mi sarei fatto domande od altro cercando di mantenere la promessa fatta -..un monastero dici?!.. no.. non conosco questa zona purtroppo.. ma lascia che ti aiuti a cercarlo!.. qui in giro sicuramente qualcuno saprà aiutarci!..- sempre che lo strano due giunto dal mare non fosse a conoscenza dell’ubicazione di tale tempio. Qualsiasi cosa fosse successa avrei seguito Jhin fino a quando non mi fossi sentito libero dal mio debito di vita nei suoi confronti. Ero considerato da tutto e tutti un gran figlio di puttana, ma se c’era qualcosa che sapevo fare era appunto ripagare i miei debiti.


    OT//Jhin Tremito dell’Est mi ha salvato.. ora Densen è in debito con te per il resto della vita.. mentre odia a morte Testa a Punta.. pensa poi.. appena scopre che è di Kumo! XD
     
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    Per un pugno di ryo

    III


    Ero assolutamente disorientato.
    Il balestriere dagli arti raccapezzati di legno vestito in modo piratesco sembrava essere afflitto da qualche forma di spasmo muscolare, continuo e imprevedibile, che si tramutava in un divertente miscuglio di frasi interrotte da tic vari o parole completamente estranee dal discorso. Come se tutto ciò non bastasse, il suono dei vari marchingegni meccanici accompagnava la venuta del ragazzo, rendendolo un soggetto alquanto interessante e divertente, se mai qualcuno avesse avuto voglia di divertirsi.
    z6ooNnk
    Ovviamente questo non era il mio caso, quindi, dopo essere stato sorpreso dal notevole numero di problematiche riversate e concentrate tutte in un unico soggetto, portandomi a chiedere cosa avesse mai dovuto fare per attirarsi tutte quelle disgrazie, pensai ad una cosa molto più importante dal punto di vista: quell'uomo dagli infiniti tic si divertiva ad andare in giro con una balestra.
    A sparare alla gente.
    A divertirsi a fare il cecchino.
    Il cacciatore di taglie, meccanico all'occorrenza, Tremito, come lo chiamavano da quelle parti, giustamente, anche se lui sembrava non capire l'origine di quel nomignolo.
    Ringraziai un qualche kami per avermi risparmiato la vita in quella circostanza, visto che avrei potuto facilmente ritrovarmi con un dardo nella testa se non fosse stato per un errore di tic.
    Cioè, fammi capire. Parlai, ma non più arrabbiato, visto che non era nella mia indole stare troppo a pensare su ciò che poteva essere. Ma tu veramente giochi a fare il cecchino con tutti questi problemi che ti porti dietro? Ero seriamente interessato alla risposta, prendendo Jhin quasi come un caso medico da approfondire, solo che non sapevo per l'idiozia e l'incoscienza o la temerarietà e perseveranza.
    Ti ammiro per la costanza e per il coraggio, questo senza dubbio, Jhin. Shiawase fece spuntare fuori la sua testa meccanica da dietro la mia schiena, appoggiandola sulla mia spalla. Eheheh! Raiken-kun, a me sta proprio simpatico! Lo scansai con un movimento del braccio e della spalla stessa. Tu devi stare zitto e parlare solo se e quando interpellato. Sentenziai, proprio mentre Tremito tirava al barbone di poco prima una sua borraccia d'acqua.
    Il ragazzo, che aveva seguito il consiglio del monaco e aveva depredato il cadavere di quei quattro stracci che indossava, bevve con cupidigia e una certa fretta l'acqua lanciategli. Sicuramente doveva essere veramente assetato.
    Che razza di problemi hai ad andare in giro così assetato e, per di più, nudo? Chiesi, poco prima di essere leggermente spintonato dal ragazzo che, ringraziando Jhin, si presentò come Densen. Pff! Sorrisi, leggermente contrariato dalla sua reazione ma comunque divertito da quel suo modo di fare. Ehi... Densen! Incrociai le braccia al petto. Puoi pure parlare con me se hai qualche problema con me, e comunque sono sempre pettinato io. Perfettamente, pettinato. Ci tenni a precisare, mentre la mano destra accarezza la mia chioma bionda dritta verso l'alto. Eheheh! Dovete sapere che Raiken-kun ha sempre i capelli così sistemati! Sembra aver preso una scossa elettrica! Eheheh! La mia mano schizzò verso il suo volto mascherato, e lo spinsi verso dietro, facendolo quasi cascare. Devi. Stare. Zitto. Parla solo se interpellato. Ricordai al monaco. Sinceramente non ho mai sentito parlare di questo monastero... Monco! Non tu, Jhin, l'altro... Precisai, mentre Shiawase si avvicinò con il solito sorriso in volto. Questa è una di quelle occasioni in cui puoi parlare. Vedi, non è difficile, quando serve te lo chiedo io di parlare, altrimenti stai zitto. Semplice, no? Il monaco annuii velocemente, mentre incominciò a gesticolare con entrambe le sue braccia meccaniche. Volete sapere dell'Hachinosu, no? Eheheh! Bellissimo posto, ci son cresciuto! Dovete sapere che al tempo avevo ancora tutte e due le braccia ed entrambe le gambe! Quindi quando arrivai... Lo guardai torvo. Taglia corto. La domanda era preciso, non me ne fotte nulla della tua triste infanzia di sevizie sessuali. Quindi gli feci cenno di continuare con la mano. Eheheh! Ok, ho capito Raiken-kun! Non è molto lontano da qui... Saranno... Uhm... Più o meno cinque o sei ore di cammino verso nord-est, nell'entroterra attraverso il bosco! Si, si! Io fui cacciato dal monastero per una scelta non condivisa, ma comunque non sono mai stato arrabbiato con loro! Il mio sguardo passò a Jhin. Ecco qui, ma a cosa ti serve saperlo? Non voglio neanche immaginare cosa potrei trovare in un luogo come quello... Già mi immagino un esercito di monaci gioiosi e monchi che... Shiawase mi interruppe. Beh, abbiamo delle belle camere calde, la sala centrale, i laboratori con un sacco di oggetti meccanizzati e poi c'è la stanza del tesoro...
    z6ooNnk
    Vedi, deve essere un luogo da pazzi e... Stanza del tesoro?! Guardai meravigliato e a bocca aperta Shiawase, che annuì. Eheheh! Si, si! Avevamo una bella stanza del tesoro con un sacco di offerte e doni per il monastero! Strinsi i pugni. E tu lo dici solo adesso?! Lo sai che mi servono soldi! Il mio viso si tramutò, mentre si venne a formare un ghigno malefico d'avidità. Molto bene, Shiawase... Penso proprio che andremo a fare una visitina ai tuoi vecchi amici... Avevo bisogno di soldi per gettare le basi della mia nuova vita, e quello ora sembrava il modo più semplice di procurarmene un po'. Tremito, non mi sono ancora presentato. Feci un passo in avanti. Sono Raiken, e sono uno sfortunato, proprio come te. No, non come te probabilmente, ma sempre sfortunato. Mi servono dei soldi per andarmene da qui prima di tutto e liberarmi di questo pezzo di carne ambulante. Indicai Shiawase, che sorrise in tutta risposta. Senza offesa, eh. Nulla di personale. Te perché cerchi quel monastero? Potremmo unire le nostre forze, entrambi per i nostri specifici scopi. Shiawase, tu ci dirai come entrare nel monastero. Sentenziai. Ma, Raiken-kun, i miei vecchi amici potrebbero prendersela a male... Erano molto gelosi della camera dei tesori! Alzai un braccio, per interromperlo. Pensi che mi interessa qualcosa di loro? Se non si faranno da parte, moriranno. Comunque te servi proprio per quello: ci darai l'effetto sorpresa di cui necessitiamo. Hai detto che ti hanno cacciato da lì, no? Non ti piacerebbe riprendertelo? Il monaco, per la prima volta da quando lo conoscevo, sembrò perdere, per un istante, il suo solito sorriso. Eh-Eh-EH... Si, mi piacerebbe Raiken-kun, ma... Non so... Può essere pericoloso! Appoggiai una mano sulla sua spalla. Non preoccuparti di questo, come ho detto, te servi proprio per questo. Jhin... E anche te, barbone... Cioè, Densen, volevo dire... Sei in debito con lui giusto? Non penso tu abbia altra scelta se non sdebitarti... E magari ci saranno un po' di soldi anche per te alla fine di tutto.
    Incrociai di nuovo le braccia al petto, attendendo una risposta dell'improbabile duetto, così da capire se si fosse mai potuto formare un, a dir poco strano, terzetto.
     
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    Il Terzetto di 4 individui




    A parte la prima e immediata reazione del giovane Raiken, all'attenzione del monco, quando questo lo aveva smerdato di sangue, il ragazzo era stato piuttosto educato verso l'alto e magro Tremito, lo guardava quasi come uno scienziato fissa una cavia da laboratorio per comprendere che problemi avesse dopo una iniezione di un nuovo farmaco. Nuovamente gli si avvicinò, per studiarne gli atteggiamenti, per sincerarsi delle sue sfighe, e per capire se poteva esserne "alleato" chiedendo anche che problemi avesse. Jhin non era consapevole di avere problemi, per quanto questo possa sembrare meraviglioso, eppure era la verità.

    - Gioco? Io non gioco affatto a fare il GRATTUGIA cecchino giovane avventuriero. Lo sono di professione, sebbene gli arti di scorta. - [Gira di scatto la testa a destra]

    Infatti il Monco non aveva compreso dove volesse andare a parare il ragazzo, che chiaramente si stava riferendo ai suoi tic; dato che per lui, non esistevano. Erano gli altri a mettersi sulla sua linea di tiro, sempre all'ultimo mento, per una sfortuna che li accompagnava. Il cecchino era assolutamente preciso, e professionale. Alla fine un morto scappava sempre. A volte anche più di uno. Alla fine Jhin si inchinò leggermente verso il ragazzo, per ringraziarlo dei complimenti ricevuti, che in realtà erano più una sorta di simaptia verso le pene che il monco doveva aver passato, ma questo Jhin ovviamente non lo comprese. Per lui la sua vita non era stata poi così male, aveva perso un paio di arti, ma il resto funzionava tutto. Secondo lui. Densen si avvicinò al gruppo, presentandosi e ringraziando il monco con riverenza, quasi come è solito fare tra servo e padrone. Jhin non aveva mai avuto servi, quindi avrebbe ben presto liberato il giovane assetato da quello che credeva essere suo compito. Il tutto chinandosi nuovamente, e per fare più scena, impugnando anche le sue piccole balestre a mano, per un saluto da vero duro.

    - Ahahah, mio nuovo amico, non è necessario essermi debitore per una cosa così piccola. - [In quel momento, un dito scatta]

    Ecco, aveva appena sparato un quadrello da uno dei balestrini, direttamente verso la gamba di Densen, all'altezza del quadricipite. E da quella distanza, probabilmente lo avrebbe anche preso, ficcandoglielo per qualche centimetro nel muscolo. Se lo avesse preso, si sarebbe spaventato, cercando di afferrare la freccia con la mano per strapparla via dalla gamba del giovane, e quindi gli avrebbe passato un batuffolo di carta da una delle sue sacche, per tamponare la ferita. Quindi gli avrebbe dato qualche pacca sulla spalla, come un fratello maggiore al fratellino, dopo avergli insegnato una dura ma importante lezione.

    - Devi stare attento Densen, questi sono balestrini molto pericolosi, non devi metterti davanti alle frecce, o rischi di farti davvero male! Attento la prossima CRETINO volta che decidi di fermare una freccia col tuo corpo, posso anche raccoglierla da terra, ma grazie per la tua gentilezza! - [si sbatte una mano in faccia da solo]

    Il monco aveva davvero pensato che la freccia fosse partita da sola, e Densen l'avesse incertettata col suo corpo per non lasciarla cadere a terra. Fu impressionato dalla gentilezza e dallo spirito di sacrificio del ragazzo. Persone come lui erano davvero rare al giorno d'oggi, un vero e proprio bravo ragazzo. Al punto da raccogliere col suo corpo le frecce ancora in volo.
    Proseguendo con la discussione, venne fuori che il monastero era conosciuto allo strano amico rottamato di Raiken, il ragazzo con i capelli a cazzo. Questo Jhin non lo disse, per non offendere il nuovo amico appena conosciuto.
    Ci pensarono subito i tic.

    - CAPELLI A CAZZO Un tesoro avete detto? Ci sto, andiamo e aiutiamo il tuo amico a riprendersi la sua CADREGA casa! -

    Successivamente, Jhin spiegò al gruppo che aveva sentito parlare del monastero da alcuni mendicanti del luogo, ed essendo un meccanico, era molto interessato ad un luogo dove erano costudite antiche tecnologie, o anche solo rottami per divertirsi un po'. Dopotutto lui era un pirata, un giocatore d'azzardo, un tecnicista, un pirata, un ninja, un cacciatore di taglie, un cecchino, un capitano di una nave che non possedeva ancora, un pirata, e una capra. No, scusate quello è Sanjuro. Quindi era nei suoi interessi trovare il monastero e restarci magari, per qualche tempo, pagando il suo soggiorno con lavori di riparazione tecnica che i monaci potevano richiedergli. Ovviamente, se avessero dovuto entrare menando le mani per aiutare lo strano Shiawase a riprendersi la sua casa, il Monco avrebbe fatto la sua parte, aiutato dal fido, e ora decisamente in gamba Densen, e dall'appassionato e di poca pazienza Raiken.


     
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    Post Terzo – Ma porca la Trota Salmonata!..



    Di sicuro a vederci da fuori dovevamo sembrare davvero uno strano gruppetto di individui. Due monchi, un ragazzino dalla pettinatura Cyber Punk ed io che non ero certo all’apice della mia forma e bellezza. Quando il ragazzo dai capelli a punta mi chiese perché fossi ridotto così risposi semplicemente con un -Debiti di gioco.. chiamiamoli così.. sai nel paese dell’acqua non sono felici se tenti di incassare qualche mancia extra.. figli di puttana..- avrei tanto voluto sputare a terra in segno di disprezzo ma la gola secca me lo aveva impedito. Mentre ringraziavo Mr. Tremito per il suo gentile gesto di compassione questo si era alzato dalla sua posizione di tiro mostrando un modo di fare davvero cordiale. Lo strano individuo non era affatto stupido come sembrava, anzi dietro a tutti quegli spasmi e tic nervosi doveva nascondersi una mente piuttosto fine, se così si poteva definire. Peccato però che i tremiti e le parti mancanti del suo corpo ne facevano comunque una persona alquanto sbadata, se quello era il termine giusto da utilizzare. Mr. Tremito si era inchinato mettendo in bella mostra le sue balestre da tiro con fare fiero. In tutta risposta la mia bocca si era incurvata in un sorriso quasi forzato, mentre uno strano rumore elastico esplodeva nell’ambiente lasciandomi quanto meno perplesso -Oh?!..- erano le uniche parole uscite dalla mia bocca dopo quel terribile evento.


    Un silenzio interrotto solo dal vento e dal rumore di un sacchetto di plastica volteggiante cadde sui presenti per dei lunghissimi tre secondi. Il mio sguardo perplesso era sceso verso la mia gamba sinistra che ora si ritrovava un quadrello da balestra piantato all’altezza del quadricipite. Non avevo ancora emesso suoni mentre alzavo di nuovo lo sguardo verso Mr. Tremito con aria perplessa. Il mio sguardo aveva incrociato il suo per poi scendere nuovamente verso la gamba. E si.. un cazzo di quadrello da balestra si era piantato proprio nella gamba che ora aveva pure preso a sanguinare, eppure io ancora non aveva emesso suoni, ne piantato meno cambiato espressione anche se potevo sentire benissimo una goccia di sudore rigarmi la tempia destra. Il mio sguardo si era fissato sul quadrello per altri due secondi abbondanti prima di alzarsi nuovamente, questa volta verso Cyber Punk Boy e il Vecchio Smiley quasi a cercare una conferma su quanto successo. Rimasi a guardarli per qualche secondo per poi tornare definitivamente sulla mia gamba e proferire finalmente parola.

    -WAAAAAAARGH!!! PORCA TROTA SALMONATA!!!.. WAAAAARGH!!!.. PERCHE’?!!.. PERCHE’ CAZZO MI HAI SPARATO ALLA GAMBA?!!-


    Mentre urlavo le mie mani rivolte verso il quadrello si agitavano come a sottolineare la presenza dell’oggetto estraneo piantato nella mia gamba. Avevo sofferto molte volte nella vita ma mai quanto in quel momento. Completamente avviluppato nel dolore ero caduto a terra rotolando come una scrofa appena sgozzata, forse peggiorando la situazione [Ferita][Gamba Sinistra][Leggera x4].


    -Aaaargh.. porca.. anf.. anf.. ma che diavolo ti salta in mente?!..- mi trovavo in una strana situazione. Non sapevo infatti se essere arrabbiato alla morte o se lasciare perdere l’accaduto. In fin dei conti il colpo era quasi sicuramente partito per sbaglio a causa di uno dei tremiti del monco, lo stesso che mi aveva salvato la vita e che ora aveva tentato di uccidermi. Quel tizio era forse il più grande punto interrogativo vivente di tutto il continente ninja, avevo già capito che da quel momento in poi sarei per sempre rimasto alle sue spalle ben lontano dalla traiettoria delle sue fottutissime balestrine del cazzo -Ma chi cazzo voleva fermare la freccia!?.. sei stato tu a spararmi maledetto pez.. aaaah lasciamo stare.. argh.. ehi.. qualcuno di voi ha uno straccio oppure un pezzo di corda.. devo fermare la fuoriuscita di sangue prima di togliere il quadrello!..- ero ancora alle prime armi con le arti mediche, anche se il mio sogno era di diventare presto un medico degno di nota in quell’occasione di certo non sapevo ne come fare, ne avevo le competenze per farlo, quindi non mi restava che improvvisare -.. non posso togliere il quadrello se non ho qualcosa con cui tappare poi il buco.. ehi vecchio Smiley.. si tu.. dove cazzo è questo monastero.. forse li possono aiutarmi.. non ho voglia di morire in un posto come questo.. anzi non ho nessuna intenzione di morire.. punto!..- Cyber Punk Boy aveva accennato ad un monastero poco lontano mentre Smiley aveva dato tutti i dettagli parlando anche di un mega tesoro li nascosto, un’occasione che non potevo lasciarmi scampare nemmeno con una cazzo di gamba divelta -..argh.. hai detto tesoro.. eheheh.. contaci amico.. sono dei vostri.. e poi devo sdebitarmi con Jhin.. argh.. come hai detto anche tu..- se nel monastero si trovava un tesoro allora valeva la pena di rischiare la vita per metterci su le mani. In fin dei conti quello era anche il posto più vicino dove trovare dei vestiti puliti e soprattutto un kit di pronto soccorso per medicare la ferita.

    Una volta ritrovate le forze mi ero rimesso in piedi. Anche se zoppicante ero pure sempre più utile di due monchi senza gambe e braccia, io la gamba ancora ce l’avevo attaccata al corpo anche se dubitavo che sarei giunto fino alla fine di quella storia con tutto il corpo intero. Potevo camminare nonostante il dolore lacerante alla gamba. Una bella garza, un pò di anestetico e due punti di sutura sarebbero bastati a rimettermi in gioco in splendida forma. Non avevo altra scelta che seguire lo strano gruppo formato da Cyber Punk Boy, il Vecchio Smiley e Mr. Tremito spara quadrelli di Merda. Fanculo.


    Densen Ryuko
    Vitalità: 6/10 Leggere
    En. Vitale: 26/30 Leggere [Gamba sinistra K.O.]
    Chakra: 20 Bassi


    OT// Qualcuno chiami il 118 o quelli del manicomio! :dappa:
     
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    Per un pugno di ryo

    IV


    Le sventure non arrivavano mai sole, era risaputo, ma questo era ben oltre ogni più catastrofistica previsione.
    Avevo perso genitori, casa e villaggio, e tutto in un sol giorno, praticamente; avevo passato l'ultimo mese con un moncherino umano che non faceva altro che ridere delle sue disgrazie, mentre giravo le coste con discariche in cerca di qualche pezzo da racimolare e vendere per pochi spiccioli; ed ora, dopo tutto questo, quando finalmente pensavo di poter togliermi dalla testa e dalla vista tutte queste sciagure, mi trovavo nella più grande discarica abusiva del continente ad est, in compagnia di figure alquanto controverse.
    Pazze, o idiote, per essere più precisi. E delle due non sapevo cosa fosse peggio, in realtà.
    Doveva essere un scherzo. Non poteva veramente avergli infilato un dardo nella coscia.
    Densen non urlò subito, prima guardò la freccia, ben ficcata dentro la sua gamba, quindi cercò aiuto in noi con lo sguardo, come se avessimo potuto fare qualcosa a proposito. No, dai... Guardai Jhin, che stava già redarguendo il ragazzo che gli si era dichiarato debitore solo pochi istanti prima. Eheheh! Deve far male questa! Mi ricordo ancora di quando le avevo anche io le gambe! Eheheh!
    Da lì in poi furono solo urla e imprecazioni di vario genere.
    Strofinai la mia faccia con entrambe le mani. Che vita di merda. Sospirai, mentre tiravo un pugno alla testa del monaco. Strappa un pezzo della tua veste, tanto sei fatto di legno, essere schifoso che non sei altro. Shiawase, ridente in volto, come al solito, obbedì al mio ordine, prima di apprestarsi a soccorrere lo sfortunato ragazzo. Eheheh! Ecco qui! Stringi forte! Il pezzo di stoffa che avrebbe passato a Densen sarebbe stata estremamente infiltrata, sembrava quasi essere stata lavata con del truciolato. D'altronde, era un manichino ambulante, non si poteva aspettare molto di meglio. Eheheh! Ora che ci penso c'era il mio amico guardiano che aveva delle straordinarie doti curative! Bastava una goccia del suo sangue per richiudere ogni ferita! Pensavamo fosse stato miracolato dalla nostra divinità! Eheheh! Incrociai le braccia al petto. Visto? Forse non sei così sfortunato. Aiutalo ad alzarsi, andiamo a cercare questo tuo amico guardiano... Piuttosto, sei sicuro che lo troveremo nel tuo monastero? Anzi, quanti stronzi troveremo? Il monaco aiutò il giovane ragazzo ad alzarsi, mettendoselo sotto il braccio. Eheheh! Si, si! Gādo ci sarà di sicuro! Lui è il guardiano dell'entrata principale! Per quanto riguarda i miei vecchi amici, non dovrebbero essere mai più di quattro! Il regolamento dell'Hachinosu prevede una turnazione periodica: quattro anni di meditazione, su ognuna delle quattro vette sacre, in massimo quattro persone, mentre quattro monaci si godono la vita terrena e materiale nell'Hachinosu, sempre per quattro anni. Quindi, il 4 d'aprile del quarto anno, ci riuniamo tutti per quattro giorni di... Tappai la bocca mascherata di Shiawase con la mia mano. Quattro giorni di seghe a quattro mani tra voi quattro stronzi, ho capito. Che cazzo di problemi avete con il quattro? Zitto, era una domanda retorica, non devi rispondere. Non mi interessa. Incomincia a fare strada. Feci cenno a Jhin con la testa di seguirci. E tu non provare a mettere mano a quelle fottute balestre! E se lo fai avvertimi almeno dieci minuti prima. Puntai l'indice, con fare inquisitorio, verso l'uomo dai due arti ed altri ben più evidenti problemi. Nel frattempo, Shiawase, parlaci di questo posto e della vostra stanza del tesoro... Non voglio incorrere in inutile rischi. Oltre a quelli che sarebbe sicuramente scaturiti dai miei compagni.
    Ne ero sicuro.

    [...]

    Impiegammo, all'incirca, un paio di ore scarse per arrivare nelle vicinanze del monastero. Superammo la Costiera delle Stelle Cadenti e entrammo nel bosco, procedendo verso nord-est.
    Shiawase ci comunico come, in realtà, esistessero due entrate: quella "terrena", la più visibile, dove il famigerato Gādo prestava il suo servizio di guardiano, e quella "ancestrale", la cui entrata era non sorvegliata, ma era possibile solo per i monaci. Eheheh! Si trova a centro metri dal suolo! Guardai incredulo il monaco. COSA?! Che cazzo di problemi avete a mettere un'entrata a centro metri dal terreno?! Anche quella era una domanda retorica, ma Shiawase parve non capire la mia frustrazione quindi cercò di illuminarmi, prima di essere brutalmente azzittito con un mio sguardo assassino. Sbuffai. Forse la cosa può tornare a nostro vantaggio... Va bene, ci divideremo. Accompagnerò Densen a trovare questo tuo amico guardiano, lo faremo sistemare, poi entreremo da quella principale. Farò il tuo nome, se era tuo amico non avrà problemi a lasciarci passare ed aiutarci, giusto? Voi, invece, entrerete nella porta secondaria. Nessuno se lo aspetterà visto che oggi non è il fottutissimo quattro d'aprile del quarto anno. Jhin... Guardai l'uomo dalla sclerosi multipla prematura. Hai il permesso di impugnare quante più balestre vorrai. Uccidili tutti. Esclamai, con nonchalance. A te sta bene? Guardai Densen, anche se lo stesso non aveva molte possibilità viste le sue condizioni.
    Se così fosse stato allora avremmo proseguito fino a quando Shiawase si arrestò, indicando un'enorme agglomerato di alberi2cc49656750a5f832fdbb7861579f397-d5j3j0e che si espandevano lungo un massiccio roccioso, e che terminavano ben sopra la foresta. Era proprio in mezzo alla foresta, ma nessuno se ne sarebbe potuto accorgere prima vista la folta vegetazione. Se ci fossimo avvicinati ancora un po', avremmo potuto osservare, come se fuoriscisse dalla vegetazione stessa, un volto di pietraclaim__2_by_roger_wilco_66-d81j826.
    Eheheh! Questo è il lato sud! L'entrata principale è a ovest, quella ancestrale a est! Ora le nostre strade si dividono! Fate attenzione, e portate i miei saluti a Gādo! Per chiamarlo basta bussare un paio di volte alla grande faccia di pietra che troverete accanto all'ingresso! Era un tale tenerone! Aveva appena 10 anni quando me ne andai via! Eheheh! Ci vediamo più tardi! Andiamo Jhin, faccio strada io! Eheheh!
    Il monaco ci salutò con il braccio, mettendosi sotto braccio Jhin e incominciando a procedere, claudicando, verso est. Andiamo, Densen. Tra poco starai meglio. Riesci a camminare da solo? Si? Molto bene. Ovviamente mi ero risposto da solo prima di incominciare ad avviarmi verso ovest, proprio come indicatoci da Shiawase.

    [Jhin]

    Jhin e Shiawase avrebbero impiegato all'incirca cinque minuti prima di raggiungere il lato sud. Passarono, circumnavigando il grande tronco, lungo quello che doveva essere un monastero che si estendeva all'interno di quella strana conformazione territoriale, fino ad arrivare davanti ad un bel... Nulla.
    Era una parete vegetale liscia. Nessun ramo di troppo, nessuna strana testa di pietra, nessun simbolo. Eheheh! Ecco qui! Sarà meglio che ci avviamo! E, dette quelle poche parole, il monaco avrebbe messo un piede dopo l'altro sopra il tronco, incominciando a camminare in verticale, come se nulla fosse. Se Jhin avesse provato a fare qualche osservazione a riguardo, Shiawase avrebbe risposto ridendo che "a circa trenta metri dal suolo incominciano a scendere qualche liana, e c'è anche qualche protuberanza di legno su cui ci si può riposare se c'è bisogno". Per gli asceti di quel monastero dovevano bastare, ma sarebbe bastato anche ad un uomo con soli due arti ed evidenti problemi psico-motori?

    [Raiken e Densen]

    Impiegammo all'incirca cinque minuti prima di raggiungere quella che era, a tutti gli effetti, una vera entrataforest_temple_by_glucka. Una porta classica di un qualsiasi luogo selvaggio, formata da una struttura in pietra. Accanto a questa, distante poco meno di dieci metri, si ergeva il poderoso volto in pietra di cui ci aveva parlato Shiawase. Era grande come una casa, non come quello che avevamo visto dal lato sud, e sembrava osservare gli imprudenti visitatori che si apprestavano ad entrare in quel luogo di preghiera. Eccoci qui, chiamiamo questo imbecille dalle doti miracolose e andiamo a fare un po' di soldi. Esclamai, fiero e deciso, mentre mi avvicinavo al volto in pietra. Mi fermai a un passo da questo, quindi portai il braccio destro verso di esso.

    Toc, toc.

    Bussai due volte, come mi aveva detto Shiawase, attendendo qualcosa in risposta.
    Nulla.
    Riprovai.

    Toc, toc.

    Attesi, ancora nulla.

    Dannato moncherino di merda! Mi ha fregato anche questa volta! Lo scanno, lo ammazzo, gli strappo quel sorriso dalla faccia e... Un forte rumore incominciò a provenire da dietro il volto. Sembrava come se qualcuno stesse facendo strusciare un pesante mobile su un pavimento. Eh? Mi allontanai, quasi per istinto di autodifesa, riportandomi accanto a Densen.
    Adesso era be distinguibile il rumore. Era un sibilo.
    Non ci voglio credere. Lasciai cascare le braccia lungo il corpo.

    [Jhin e Shiawase]

    Intanto, a qualche decina di metri d'altezza, il monaco sorridente e baldanzoso sfogava le sue doti da grande oratore, represse da Raiken, con Jhin, impegnato a scalare il grande albero. Eheheh! Che dici, avrei dovuto dire a Raiken-kun che Gādo è un serpente? Immagino che conoscerà il linguaggio delle quattro tribù sacre del Miele, vero? Gādo capisce solo quello! Eheheh!

    [Raiken e Densen]

    hidden_temple_by_nidhi_rathish


    Da una piccola fessura sotto il grande volto di pietra uscì un grande serpente maculato, con gli occhi color della notte. Non dirmi che sarebbe lui sarebbe Gādo. Non ci credo. Non voglio crederci. Forse qualche dettaglio, che per Shiawase era evidentemente irrilevante, era stato tralasciato.
    Era lungo più di quindici metri, e pareva poter inghiottire il busto di un uomo in un sol boccone.
    Voglio morire.

    Eccoci qui :riot:
    Inizia l'addestramento! Questo era imprevisto, ma il pranzo di Pasqua ha avuto cattivi effetti sulla mia mente e sembrava simpatico :sisi:
    Per Jotty, impara a utilizzare il chakra adesivo. Puoi utilizzare gli elementi che ti ho dato per creare step intermedi a tua scelta, starà poi a me decidere se andrà bene o meno :guru:
    Per me e Hoshi, vediamo che combina lo stesso Jotty con il serpente :wosd:




    Edited by -Hidan - 28/3/2016, 00:56
     
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    Per un pugno di Ryo…

    Post Quarto – Ti bastan.. poche briciole..lo stretto indispensabile..



    Ero troppo fottutamente impegnato a resistere al dolore per restarmene li a sentire quello che i tre avevano da dire. La gamba mi stava letteralmente facendo impazzire dal dolore e l’unica cosa che capii da tutto il discorso fu che al tempio di quei fottutissimi monaci forse avrei trovato qualcuno in grado di curarmi -Argh!.. cazzo fa un male bestia!.. ehi vecchio sta più in qua.. non vorrei vedermi arrivare un altro quadrello addosso!..- il vecchio che stava con testa a punta si era gentilmente prodigato per aiutarmi con la ferita, ma io in quel momento avevo più a cuore la mia testa che altro. Senza tanti complimenti mi ero lasciato curare con lo straccio del vecchio, per lo meno non sarebbe uscito sangue dalla ferita. Mentre questo operava lo avevo spostato leggermente per metterlo esattamente tra me e Jhin terremoto vivente. Ero rimasto ad ascoltare mentre il respiro mi si faceva sempre più pesante -Anf.. sentite.. a me non interessa un cazzo di quello che volete fare!.. se a questo cazzo di tempio c’è qualcuno che può curarmi allora sarà la che andrò.. con o senza di voi!..- nonostante il dolore aveva stretto i denti tornando in piedi. La freccia era ancora piantata nella gamba, ma riuscivo a camminare lo stesso. Fortunatamente il corpo estraneo non mi impediva di muovere la gamba anche se il dolore era lancinante -Posso camminare.. forza andiamo!..- quindi zoppicando mi sarei accodato al resto della banda stando ben attento a mettere sempre tra me e Jhin almeno uno tra il vecchio monco o testa a punta.




    [...]




    Raggiungere il tempio aveva richiesto la bellezza di due fottute ore. La mia fronte sembrava una cazzo di cascata mentre sentivo la febbre salire, niente di strano, semplicemente la reazione del mio corpo che ora stava lottando per eliminare fisicamente la freccia -Anf.. anf..ehi vecchio.. quanto manca a questo.. argh.. quanto manca a questo cazzo di tempio?!..- detto fatto, eravamo praticamente arrivati a destinazione. Dopo la lunga camminata la discarica a cielo aperto aveva lasciato spazio ad una fitta e lussureggiante foresta, l’ambiente sembrava drasticamente cambiato e muoversi agilmente era diventato davvero un problema -Ehi.. ma questa è una testa.. che diavolo ci fa una testa in mezzo a questa foresta dimenticata..- non avevo mai visto una testa crescere da un albero. Il vecchio infatti spiegò subito che quella era la zona Sud del tempio che stavano cercando, un tempio che a quanto pareva era totalmente immerso nel verde. Sembrava che esistessero ben due entrate, una principale situata ad ovest, dove avrei trovato un certo Gado, il monaco che mi avrebbe sicuramente aiutato con la freccia, e un ingresso ad est. Non ci restava che dividerci in due gruppi e assaltare il tempio furtivamente, con tutta probabilità saremmo riusciti a sopraffare quegli stupidi monaci senza che nemmeno se ne accorgessero -Ehi testa a punta ti piace davvero un sacco dare ordine eh?!.. tsk.. e va bene dividiamoci.. in fin dei conti non è un brutto piano quello che hai escogitato.. con un po’ di fortuna riusciremo a sistemare questi quattro ebeti in men che non si dica..- mi ero già voltato verso la direzione da prendere quando mi voltai per un ultima raccomandazione -Jhin.. vecchio.. ci vediamo dentro..- quindi mi incamminai con Raiken verso l’entrata del tempio. Non ci volle molto per raggiungere l’entrata, il tempio per quanto grande era ben definito in mezzo alla boscaglia e muoversi li non era poi un grosso problema. Secondo quello che aveva raccontato il vecchio dentro a quel luogo dovevano esserci solo ed esclusivamente quattro monaci che ovviamente immaginavo come il monco. Insomma vecchi e a pezzi, un gioco da ragazzi, sarebbe stato più semplice che rubare le caramelle ad un bambino. Non avevo scrupoli ad uccidere, tanto meno se a morire dovevano essere vecchi, donne o bambini. L’unica cosa che importava era il raggiungimento del mio obiettivo - Ehi guarda.. siamo arrivati..- non potevo sbagliarmi.


    L’entrata del tempio era costituita da un grandissimo portale di pietra incorniciato da una altrettanta gigantesca faccia di pietra che sembrava scrutare chiunque vi si avvicinasse. Non avevo assolutamente paura di quella cosa anche se in cuor mio sentivo una strana sensazione. Qualcuno o qualcosa ci stava sicuramente osservando dall’istante in cui avevamo messo piede li -Testa a punta.. a te l’onore di bussare alla porta.. ricorda.. il vecchio ha detto due tocchi..- probabilmente a testa a punta non avrebbe fatto piacere ricevere quel genere di trattamento, ed effettivamente lo stavo facendo apposta. Amavo troppo tirare la corda con persone come lui. Fu necessario bussare con insistenza per avere una qualche tipo di risposta, peccato che ne io ne Raiken eravamo preparati per quello che ci spettava di li a poco.


    -Ma che cazzo?!.. ehi è uno scherzo vero?!..- un fottuto boa era apparso dal portale puntandoci minaccioso. Anche testa a punta sembrava piuttosto perplesso. Quel coso era abbastanza grande da ingoiarci con un sol boccone, almeno uno dei due. Nella peggiore delle ipotesi mi sarei preparato spingendo il biondo nelle fauci del serpente pur di salvarmi, ma con la gamba ridotta in quello stato dubitavo di avere qualche possibilità -Brutto vecchio di merda.. e come dovrebbe aiutarmi un serpente a guarire?!..- doveva tenermi buono Raiken, almeno per il momento -Ehi Raiken.. cerchiamo di fare squadra.. se questo coso ci salta addosso.. per noi è finita.. niente movimenti bruschi..- non avevo un cazzo di niente con me, se non lo straccio che mi copriva e il quadrello piantato nella gamba. Di sicuro ero pronto ad usare anche le unghie e i denti per venire fuori da quella gran situazione di merda. Almeno, per mia fortuna, non mi ero ritrovato costretto ad affrontare un gatto.

    jpg


    -Ehi serpentone.. sei tu Gado?!.. un nostro amico comune ci ha detto che tu.. forse.. potevi aiutarmi con questa brutta ferita alla gamba!..-



    Si beh, mi ero messo a parlare nel bel mezzo di una foresta con un serpente gigante. Ne avevo viste di tutti i colori nella mia vita, ma quel momento. Beh quel momento era forse uno dei momenti più strani della mia vita. Non mi restava che sperare in un miracolo prima di morire dissanguato o peggio ancora, essere costretto ad amputarmi la gamba in cancrena.


    Densen Ryuko
    Vitalità: 6/10 Leggere
    En. Vitale: 26/30 Leggere [Gamba sinistra K.O.]
    Chakra: 20 Bassi


    OT// Morirò in mezzo ad una cazzo di foresta!!! (T___T)
     
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    La scalata e il serpente triste




    Mentre Jhin si dispiaceva per quanto successo al giovane Densen, il monaco portò avanti una lunga e noiosa spiegazione sul suo monastero e sul funzionamento dei turni, e sui componenti di suddetto monastero, e di cosa facessero, e come si erano organizzati. Il monco lo ascoltava con un'orecchio mentre sentiva Raiken con l'altro che si lamentava del monaco, del monco, e di qualunque altra cosa avesse attorno o che gli fosse capitata dal momento della sua nascita, fino a quel giorno. Sebbene il tremante non capisse perchè il colpo era partito, colpendo Densen, non si oppose alla richiesta di sicurezza avanzata dal ragazzo coi capelli a punta. Forse una delle sue armi aveva un problema; l'avrebbe controllata in seguito per assicurarsi che non ci fossero malfunzionamenti.

    - Beh allora che stiamo aspettando, portiamolo GELATAIO in questo monastero, che magari qualcuno lo rattoppa - [Alza una spalla a caso]

    Dopo una breve ma intensa camminata, a causa delle lamentele varie di tutto il gruppo, per le quali forse solo Densen era giustificato, i ninja peggio assortiti del continente arrivarono a quella che sembrava una vera e propria entrata, comprensiva di un intero volto di pietra, che sembrava più voler scoraggiare gli stranieri, piuttosto che indicare un monastero, con dei monaci, che meditano; insomma, un posto tranquillo. Dal momento però che quei monaci avevano pensato ad una entrata posta a cento metri dal suolo, idea che Jhin trovò fenomenale contro le invasioni dei ratti, il gruppo si sarebbe diviso, per raddoppiare le possibilità di essere accolti. O di restare fuori, ma nessuno dei presenti pensò a questa eventualità. I due con più legno che carne sarebbero saliti, mentre Raiken e lo zoppo Densen sarebbero rimasti in basso, in attesa di un tale Gado, un guardiano. Sicuro di trovare delle scale ad attenderlo, Jhin avrebbe seguito il monaco tutto legno e metallo.

    - Certo che CIPOLLE MARCE, RATTOPPO? è alto quello strapiombo. Come facciamo a salire? - [Jhin iniziò a sbattere la mandibola a caso]

    La risposta del monaco non avrebbe tardato ad arrivare, infatti Shiawase iniziò a camminare verticalmente, cosa che Jhin non notò subito, dal momento che stava cercando tra le sue cose, una sorta di corda da poter scoccare con un quadrello per potersi arrampicare. Poi notò. E gli cascarono le braccia, metaforicamente. Infatti solo una cadde a terra, cosa che fu prontamente risolta con un giro di chiave e una stretta di bullone. Il Monco aveva visto prima di quel momento i ninja arrampicarsi sulle superfici in quel modo, ma avendo quasi sempre vissuto in nave, non aveva mai avuto il bisogno di imparare a farlo, cosa che in quella situazione non sarebbe stata molto d'aiuto. Provò quindi ad emulare il monaco, ma nemmeno un piede rimase attaccato alla parete; gli mancava tutta la parete. Il legnoso davanti a lui però, se avesse sentito lamentele, probabilmente avrebbe risposo in maniera idiota, come Jhin aveva già potuto notare. Era solo. E se non si fosse mosso sarebbe rimasto lì fino a natale. Poteva fare il giro, ma avrebbe impiegato circa una settimana

    - Oh fantastica ROSTICCIANA situazione. - [si sbatte di nuovo una mano in faccia da solo]

    E niente, provò nuovamente. Senza successo. Quindi provò a riflettere sul funzionamento di quella pratica; non era un ignorante, era in grado di eseguire perfettamente la creazione della forma usando il chakra, quindi doveva essere in grado di scalare una fottuta parete, quindi provò a eseguire proprio quella tecnica, in maniera ridotta, sotto ai suoi piedi. Se poteva creare un'arma usando il chakra, poteva creare qualcosa delle dimensioni di una spugna, appiccicosa, sotto ai suoi piedi, cosa che effettivamente fu in grado di fare: uno strato rettangolare alto circa cinque centimetri, di colore bluastro, si materializzò sotto le suole, permettendogli di.....restare attaccato. Scosse la testa, sospirando. Lo strato di chakra era troppo spesso, aveva posato il primo piede, ed era rimasto incollato, quindi aveva fatto salire il secondo, e aveva cementato pure quello.

    - PELLICANO No, no decisamente non ci siamo. -

    Mentre si trovava fermo a pochi centimetri da terra, posto parallelamente al terreno, provò a modificare la composizione di chakra del costrutto che aveva impasto sotto ai suoi piedi. Voleva diminuirne la densità, in questo modo, secondo lui almeno, il potere collante sarebbe diminuito. Beh, diminuì troppo la densità, portandola a un valore negativo, opposto a quello di contrasto della parete. In quel momento, Raiken e Densen, avrebbero visto qualcosa simile ad un missile, simile a Jhin, ma sbraitante, schizzare in direzione opposta alla parete, e finire conficcato in uno dei cumuli di rottami situati poco lontano., dal quale, poco dopo, sarebbe riemerso il Monco, tremante, mentre inveiva contro tutti gli dei dei pirati ninja.

    - BALENOTTERA No, no SICURAMENTE non ci siamo. -

    Si trascinò nuovamente verso la parete, mentre il monaco gli aveva dato ormai una buona ottantina di metri verticali. Questa volta provò a modificare tutti e due i fattori di rischio, diminuì moltissimo la quantità di chakra, creando appena una patina sotto le sue suole, e portò la densità di tale patina, a metà di quella iniziale. Teoricamente non sarebbe rimasto attaccato, e sempre teoricamente, non sarebbe partito come un missile impazzito nella direzione opposta. Quindi se avesse funzionato, avrebbe iniziato a camminare. Nel caso in cui avesse avuto difficoltà a staccare i piedi, avrebbe diminuito la densità del chakra. Se non fosse riuscito a farli aderire, l'avrebbe aumentata, sempre mantenendo la stessa quantità di energia.


    [Densen, Raiken e Gado]



    Poco lontano, davanti alla porta principale, i due ragazzi, lo zoppo e il malpettinato, si trovavano davanti ad una nuova, sibilante, difficoltà, un enorme serpente con gli occhi più neri della notte, che avrebbe potuto stritolarli, divorarli, avvelenarli o pietrificarli in un solo istante, anche tutte e 4 le cose contemporaneamente. Il serpente si sarebbe avvicinato ai due ninja, per poi fermarsi a un paio di metri da loro. Ovviamente non capì una sola parola di quanto pronunciato dai ninja, ma in qualche modo, sembrava comprendere le loro volontà. Quando Raiken disse "voglio morire", il serpente sembrò come annuire, e sollevandosi da terra con la testa, risultando molto, molto più alto del giovane, capelli compresi, si preparava a dargli la morte.
    Senza volerlo, sarebbe stato proprio Densen a salvarlo; poichè nella lingua parlata dal serpente, ogni parola era diversa da quella dei ninja, ma non il suo nome, e quando il giovane lo pronunciò, l'animale, che a quanto pare non aveva idea di cosa fosse il sarcasmo, sembrò placarsi, annuì alla frase di Densen, e si avvicinò a lui, abbassandosi ad altezza ginocchia. Fissà la ferita per qualche istante, e in quel momento cominciò ad annusare i due avventurieri, riconoscendo un odore familiare, che lo portò a muovere l'estremità della coda come un cane felice.


    -Sssssshiawasssse, amico -

    Negli anni, il serpente si era edotto in minuscola parte alla lingua comune, grazie ai monaci, e con difficoltà, riuscì a comprendere appena un quasi niente di quello che i ninja gli avevano appena detto, ma abbastanza per fargli abbassare la guardia. Si girò su se stesso, in direzione della porta, e quella si spalancò, con un lento suono di qualcosa di roccioso, e pesante, che veniva spostato. Il serpente si diresse verso l'interno, voltandosi di 3/4 per fare cenno con la testa, ai visitatori, di seguirlo. Scomparendo nell'oscurità della porta.
    Se i ninja lo avessero seguito, avrebbero trovato davanti a loro una grande sala, completamente scolpita nella pietra, con molto muschio a ricoprire le superfici. La temperatura era bassa e l'aria fresca, sembrava di stare in una grotta sottomarina, o dietro ad una cascata. In qualche modo, dei corsi d'acqua sotterranei dovevano bagnare il monastero, rendendo quel posto tutt'altro che caldo, come all'esterno.
    Disposti nella sala erano presenti a casaccio, panieri, cesti e bauli di ogni tipo, in legno e metallo, gran parte dei quali aperti e contenenti ogni genere di cose, dalle armi ai rottami, al cibo, alle scorte mediche; fu proprio davanti al cesto che conteneva questi oggetti, che il serpente si fermò, indicandolo con la testa, e sibilando.


    - Ssssssoccorsssso, ferita. -

     
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    Per un pugno di Ryo…

    Post Quinto – Chi è il serpentone del Papà?!.. Eh?!.. chi e’?!!



    Cazzo se era grosso quell’animale. Quando lo vidi elevarsi sopra di noi la gola mi si seccò in un istante. Eravamo tre squattrinati in balia di un mostro abbastanza grande da riuscirci a mangiare in un sol boccone. Mentirei se vi dicessi di non aver sudato dieci litri d’acqua quando il suo muso si avvicinò per annusarmi, per fortuna sembrava gli stessi simpatico -..che fa ora.. ci mangia?!..- il serpentone si era messo a scodinzolare come un cagnolino, doveva aver riconosciuto in me l’odore del maschio alfa, non poteva essere altrimenti. Ero io il capo branco.


    Per qualche istante mi era sembrato di sentire il serpente parlare anche se non ne ero completamente sicuro. Ad ogni modo era lui il guardiano di quel ingresso e per il momento i tre erano ben accolti, tanto che il serpente li aveva invitati ad entrare -..uhuhuh.. per fortuna ci sono io qui con voi.. fosse per voi ora sareste tutti morti..- ci godevo troppo a farmi grosso di fronte a quegli ebeti. Zoppicando mi ero addentrato nella sala per primo dando un’occhiata alla zona. Si trattava di un vecchio tempio o qualcosa del genere, tutto era ricoperto di muschio e l’umidità del posto era insopportabile anche se non proprio tutto faceva schifo. Diversi bauli stavano qua e la pieni di ogni genere di equipaggiamento e utensile, finalmente potevo curare la brutta ferita subita dal terremoto vivente -..sia lode e grazie a questo serpente!..- senza esitare lo avevo raggiunto mentre mi mostrava un baule pieno di oggetti medici, con quella roba potevo ritenermi salvo.


    Per mia fortuna sapevo bene come curare e richiudere una ferita come quella ed ora che avevo a disposizione tutto il necessario ci avrei impiegato non più di una decina di minuti per sistemarmi -..datemi una decina di minuti.. saranno più che sufficienti per sistemare questa ferita..- aveva preso garze, pomate e disinfettante, la cosa più dolorosa sarebbe stata estrarre il quadrello dalla gamba, operazione che mi aveva costretto ad incidere ulteriormente la ferita mentre stringevo le garze con i denti imprecando ad ogni genere di dio e divinità -..uugh..- l’anestetico locale che mi ero fatto non era servito a molto, tutta quella roba doveva essere scaduta da molto tempo. Ad ogni modo ero riuscito a togliere il quadrello, a pulire la ferita e a richiuderla con pochi ed abili punti di sutura, un gioco da ragazzi date le mie conoscenze in materia. Vivere nelle prigioni di Kumo mi aveva insegnato ad apprezzare molto il fai da te e l’arte del sapersi arrangiare con tutto, era così che ero sopravvissuto a tutto e tutti ed era così che intendevo continuare [Cura Ferita alla Gamba][Ricerca Antidoto][Percezione: 9]

    Kit di Primo Soccorso [Vario]
    Si tratta di un set di accessori medici, ad uso unico dei ninja medici. Può essere utilizzato per 10 medicazioni. Richiede le Conoscenze Mediche Base.
    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 50)

    Conoscenza Medica (Base) [1]
    Conoscenza: L'utilizzatore può diagnosticare e trattare gli Status Leggeri; richiedono 3 slot azione/tecnica per eliminarli. Può eseguire interventi di pronto soccorso e medicare le ferite: l'entità della ferita medicata si ridurrà di ½ leggera ogni giorno. Possiede inoltre conoscenze anatomiche di base, potendo individuare con sicurezza la posizione degli organi interni, dei vasi e delle ossa.
    .


    A quel punto aveva deciso di curare la ferita completamente utilizzando il particolare chakra che avevo imparato a manipolare dopo diversi anni di studio. Imparare quell’arte così difficile aveva richiesto diverse prove susseguite da fallimenti continui tuttavia, dopo molte prove finalmente ero riuscito ad imparare a controllare quel potere, un potere che mi aveva garantito la sopravvivenza molte volte. La mie mani si illuminarono di una tenue energia verde mentre il dolore alla gamba veniva attenuato notevolmente e le carni si richiudevano rigenerandosi rapidamente. Non ero sicuramente un mostro, ma ben presto lo sarei diventato perché quella era una delle tecniche che volevo migliorare più di ogni altra cosa. Miravo all’immortalità e quella tecnica poteva essere una strada da percorrere per ottenerla [Mani Curative][Tecnica Base][Cura: 2 Leggere / Consumo: 2 Bassi]

    Conoscenza Medica (Base) [1]
    Conoscenza: L'utilizzatore può diagnosticare e trattare gli Status Leggeri; richiedono 3 slot azione/tecnica per eliminarli. Può eseguire interventi di pronto soccorso e medicare le ferite: l'entità della ferita medicata si ridurrà di ½ leggera ogni giorno. Possiede inoltre conoscenze anatomiche di base, potendo individuare con sicurezza la posizione degli organi interni, dei vasi e delle ossa.

    Tecnica delle Mani Curative - Shousen Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco
    L'utilizzatore può ripristinare l'energia vitale guarendo i danni e status. La vitalità non verrà ripristinata, non rigenera arti amputati o organi interni distrutti, gli oggetti presenti all'interno delle ferite non sono rimossi. È possibile guarire ferite differenti, entro la Guarigione Massima; è possibile alleviare ferite d’entità superiore la Guarigione Massima.
    Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    (Livello: 3 / Consumo:Basso per Leggera guarita )
    [Guarigione Massima: Leggera per grado]
    .


    Tirai un sospiro di sollievo quando mi rialzai dal giaciglio. Potevo nuovamente muovere la gamba anche se ancora un po’ dolorante -..davvero un ottimo lavoro.. sono migliorato moltissimo..- ero soddisfatto del lavoro svolto, avevo di sicuro un grande futuro come ninja medico anche se quelle abilità sarebbero servite più a me che agli altri. Nei vari bauli sparsi per la stanza avevo visto diverso equipaggiamento utile per continuare quella strana avventura insieme a dei vestiti che mi sarebbero sicuramente tornati utili. L’odore di muffa che li permeava era osceno, ma sempre meglio che andarsene in giro con il pisello di fuori [Ripristino tutto l’equipaggiamento].


    -Questo posto deve essere vecchio di secoli.. allora quale è la prossima mossa..- stavo indossando un vecchio cappotto nero per poi tirare su la patta dei pantaloni del medesimo colore. Era giunto il momento di dare l’assalto a quel luogo e portare via più tesori e segreti possibili. Il vecchio monco aveva accennato ad un tesoro di inestimabile valore ed io non avevo alcuna intenzione di andarmene senza la giusta paga, non dopo quello che avevo passato, anche perché se quei due erano ancora vivi lo dovevano solo ed esclusivamente al mio accento serpentesco.


    Densen Ryuko
    Vitalità: 6/10 Leggere
    En. Vitale: 28/30 Leggere
    Chakra: 18/20 Bassi


    OT// Morirò in mezzo ad una cazzo di foresta!!! (T___T)
     
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    Il forziere del Tesoro




    Che il monco avesse ben poche doti era piuttosto evidente, altrettanto evidente era che il chakra adesivo e la sua applicazione non erano proprio tra queste, quindi si assicurò di barare quanto bastava per riuscire almeno a darsi una spinta lungo la salita. Puntando la mano destra in alto, mirò verso l'altura che si stagliava più in alto, e non senza fatica e numerosi scossoni dati dalla signora T, Jhin sbattè un occhio, e un suono metallicò scattò nel palmo della mano in questione. Un proiettile simile ad un arpione sibilò nel vento, verticalmente, fino a raggiungere l'altitudine desiderata della montagna, conficcandosi nella roccia che la componeva, aprendosi, e rivelando una composizione ad arpione. Il marchingegno era composto da una corda che arrivava fino a dentro il braccio fasullo dell'uomo, il quale, con un fischio involontario, ne attivò il meccanismo. La corda iniziò a vericellare dentro il braccio, sollevando lentamente l'uomo lungo la parete. Con l'aumentare all'altezza aumentava anche la velocità. Tremito stava utilizzando il chakra adesivo, o meglio, quello che aveva appreso, per correre, a modo suo ovviamente, lungo la parete, facendo riavvolgere la corda più in fretta. In un batter d'occhio sarebbe stato in cima.

    Ahhhhh adoro LO SMEGMA il vento tra i capelli...speriamo nessuno mi abbia SFRATTATO visto usare l'arpione segreto.

    Il corpo di Jhin era molto più singolare di quanto Densen immaginasse, infatti...un attimo. Dove è finito Densen? Sembra scomparso da quasi un anno ormai! Il giovane col nome simile ad un prodotto per la pulizia delle stoviglie si trovava dentro il monastero, accolto da Gado il serpente, che in realtà un serpente non era! Infatti, quando il giovane si fosse rimesso in piedi, avrebbe notato nella sua stessa stanza, una bellissima donna dic circa 20 anni. Vestita con un abito di cuoio verde come la giadeite. I capelli cortissimi, quasi rasati a zero, e degli occhi di una forma stranissima, affusolati alle estremità, come quelli di un rettile. Chi era costei?!? La donna si avvicinò al ragazzo, fissandolo negli occhi ma senza dire assolutamente nulla. ERa estremamente bella, ma di una bellezza selvaggia, una guerriera forse, poco avvezza alla femminilità. Quando finalmente decise di proferire parola, avrebbe probabilmente scosso il ragazzo nel profondo, più di quanto il grosso serpente aveva fatto poco prima.

    - Il mio nome è Gado, penso tu sia in grado di capirmi ora. Sei qui per il tesoro vero ? Non abbiamo molto tempo. Aiutami a uscire da qui, e potrai portare con te il tuo peso in oro, te lo prometto! -

    Inquietanti rivelazioni da parte della giovane! Non solo aveva intuito quali fossero i propositi del giovane, ma si era offerta addirittura di aiutarlo, in cambio di essere condotta fuori da quel posto. Ma cosa intendeva esattamente? Densen l'avrebbe quindi potuta ammirare mentre, a seguito di alcuni sigilli, la donna assumeva nuovamente la forma del grosso serpente che aveva conosciuto poco prima. Lei lo avrebbe invitato a seguirla dentro il monastero, per fargli conoscere la pianta dell'edificio, spiegandogli che fino a che le fosse restato vicino, non avrebbe avuto nulla da temere. Doveva anche restare quasi in silenzio, parlando sottovoce, in modo da non farle attivare. Poichè il troppo movimento, i pensieri ostili, e il rumore, le mettevano in allerta. Ma di che sentinelle parlava? E perchè una donna serpente stava passeggiando con Densen? Le risposte sarebbero arrivate a breve. La ragazza spiegò al giovane, mentre lo conduceva nel chiostro; di essere una combattente. Una figlia di Shulva, una città situata tra le montagne a Est. Aveva lasciato la città molti anni prima, quando era ancora una bambina, ed era finita nel monastero, a seguito di una sciagura in mare. Era stata soccorsa dai monaci, era stata curata e nutrita, ma per la sua cupidigia, aveva provato a rubare il tesoro. Era stata scoperta e maledetta dai monaci a servire come guardia del tempio per l'eternità, senza poter invecchiare o lasciare il palazzo. Da allora erano passati oltre cento inverni. Cosa avrebbe fatto Densen? Avrebbe anteposto il furto al salvataggio della donzella? O avrebbe cercato di andarsene con la bella e il malloppo? Ma soprattutto, avrebbe smesso di zoppicare entro le 8 di sera?


    [Digrigna i denti] - GNIEEEEK GNEEEEEIK GNIUUEEEEK- [muove la spalla sinistra dopo averci colato dell'olio][tossisce] - TERMODEV! -

    In tutto ciò, Jhin era arrivato al monastero passando dalla parte superiore. La costruzione, in parte appoggiata sul promontorio, in parte scavata nella roccia, era di una bellezza sconvolgente; era composta da molte ali diverse, e da un grosso chiostro quadrato al centro, aperto, dal quale era possibile ammirare il cielo e le stelle. Dal punto in alto, Tremitò potè analizzare bene la situazione, e rendersi conto di non aver capito ancora dove si trovasse il tesoro. Senza contare che l'altro ragazzo che li accompagnava non era stato troppo chiaro, e il monaco cigolava più di Tremito stesso. Con circa una fossa di un paio di centinaia di metri che li separavano, Jhin utilizzò nuovamente il suo arpione, mirando al tetto del tempio, per creare una sorta di liana che lo avrebbe condotto dall'altra parte, dritto dentro il palazzo dei monaci. Ovviamente sbagliò mira, e conficcò l'arpione in una grossa statua di una strana bestia, posta come svariate altre molto simili, sul tetto del complesso, attorno al chiostro. Quando questo succedeva, Densen stava abbandonando la propria stanza in compagnia di Gado, dirigendosi all'aperto.

    - Non senti questo...cosa è questo suono ? -


    - AHHHHHHHH CORPO DI MILLE TOMBINI ! LANCIA L'ARPIONE, PANTEGANA HO DETTO, FERMATE QUESTO SORCIO DA BATTAGLIA AFFARE. - [Suoni metallici e di legno che scricchiola, assieme ad altre urla, imprecazioni e colpi sordi su qualcosa di duro.]


    Sopra alle loro teste, una scena tra il comico e il tragico. Il chiostro a pianta quadrata era privo di tetto, e sia Densen che Gado, avrebbero potuto notare come una strana creatura simile ad un grosso uccello, ma più tozzo e di pietra, stesse volando in cerchio sopra di loro, a una decina di metri dal tetto del complesso. Vorticando e cercando come di liberarsi da qualcosa. La parte strana era lo strano oggetto attaccato alla bestia in questione grazie ad una grossa fune. L'oggetto in questione era Jhin. E penzolava dalla bestia, ovvero la statua, animatasi. Gado fu molto preoccupata, quella era una delle sentinelle, per qualche motivo era stata risvegliata, e ora volava in cerchio sopra di loro. Nemmeno lei era al sicuro da quelle creature, figurarsi Densen, pure zoppo. Per non parlare del soggetto allucinato che le penzolava dal deretano maledicendo ogni sostantivo possibile.

    [...]

    In quel preciso istante, da una porta del chiostro appena aperta, uscì uno strano individuo in vesti sacre, molto simile allo strano monaco meccanizzato che il trio si era portato dietro dalla riva. Monaco che ricordiamo al momento era sparito chissà dove. Lo strano tizio, con degli occhi estremamente poco amichevoli, si stava dirigendo presso Densen, con quella che sembrava una grossa mazza ferrata tra le mani, e con poca voglia di utilizzarla come fermaporte. Con Gado che si stava lanciando sul tetto per abbattere la sentinella e aiutare lo strano cecchino-piccione, cosa avrebbe fatto Densen lo zoppo?


     
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    Per un pugno di Ryo…

    Post Sesto – Ma non mi dire.. Shulva eh!



    Ero riuscito in qualche modo a sistemare la ferita provocata dal monco e a trovare dei vestiti vecchi da indossare. Di certo non sarei riuscito a vincere la gara olimpionica dei 100 metri, ma con la gamba fasciata a quel modo potevo muovermi e zoppicare meno. Avevo appreso diversi trucchetti nelle prigioni e avevo fatto i compiti per casa studiando affondo testi di medicina, anatomia e quanto più potevo sul corpo umano e la biologia. Insomma stavo preparando la mia mente per ciò che sarebbe stato dopo quella stramba avventura, una vita alla ricerca del bene più prezioso, l’Immortalità. Ero pronto a rimettermi in gioco e ad esplorare il tempio in cerca del fantomatico tesoro. Gado, il gigantesco serpente che mi aveva accolto si era rivelato oltremodo utile e il pensiero di portarmelo dietro come animale di compagnia mi era passato per la mente più di una volta, peccato che quando rialzai gli occhi per convincerlo lui non c’era più -Ehi serpentone.. stavo pensando che potresti andartene da questo posto magari con.. me..- Gado era scomparso ed al suo posto era apparsa una giovane donna dalle forme selvagge e dal fisico guerriero. Decisamente il mio tipo se fino a poco prima non si fosse trattato di un serpente.


    -Ma che cazzo?!..- ero confuso anche se ammaliato dalla donna che mi stava parlando. Gado, così si chiamava la donna era stata fatta prigioniera dai monaci di quel tempio ed ora stava cercando il mio aiuto per riuscire a sfuggire a quella maledizione. Se l’avessi aiutata mi avrebbe ricompensato con il mio peso in oro, un affare insomma. Rimasi ad ascoltare le sue parole prima di risponderle -Il mio peso in oro dici?!.. mmh.. uhuhuh.. mi farebbero comodo 120 chili d’oro..- ovviamente avevo sparato alto dato che non superavo i 75 kg di peso. Gado era stata gentile con me, non che me ne fregasse qualcosa, ma all’interno di quel tempio ero solo e un alleato anche se solo per interesse reciproco mi avrebbe fatto estremamente comodo -Sei stata gentile con me Gado.. voglio aiutarti ad uscire da questo tempio maledetto e aiutarti a trovare il tesoro che nasconde.. ovviamente per dividerlo in parti uguali.. non sono solo qui dentro.. altri sono venuti con me anche se ci siamo divisi.. ci saranno di grande aiuto se vogliamo andarcene senza correre troppi rischi..- avevo deciso di seguire la donna serpe all’interno del tempio sperando di non aver fatto il passo più lungo della gamba, soprattutto ora che ero zoppo.


    Mentre Gado mi accompagnava tra le sale del tempio diverse strane statue erano apparse come arredo. A detta della donna era assolutamente necessario prestare attenzione a non fare troppo rumore o i guardiani si sarebbero accorti di noi. Non avevo alcuna intenzione di richiamare l’attenzione delle guardie del tempio quindi rimasi in silenzio bisbigliando alla donna serpe se necessario. Gado era giunta in quel tempio per cercare il tesoro come stavo facendo io, tuttavia i monaci del tempio l’avevano relegata li come guardiana per la sua estrema cupidigia. Sembrava provenire da un posto chiamato Shulva, una città situata ad est rispetto la nostra posizione. Non avevo mai sentito quel nome ed ora mi stavo chiedendo se il mio naufragio non mi avesse spinto troppo lontano dal continente ninja -Shulva hai detto?!.. non la conosco.. ma mi piacerebbe molto vederla insieme a te..- non avevo ancora capito che tipo di persona fosse Gado, ma qualche parola di conforto non avrebbe fatto altro che rinsaldare il nostro patto inoltre le sue successive parole colsero oltremodo la mia attenzione facendo sussultare la mia stessa anima -Tu hai?!.. più di cento anni?!..- bisbigliai guardando quella ragazza che non dimostrava più di una ventina di anni. Se ciò che stava dicendo fosse stato vero allora quella ragazza era stata si maledetta, ma con qualcosa che mi interessava come non mai. Sembrava che gli stronzi che comandavano al tempio fossero in possesso di abilità e conoscenze in grado di allungare la vita in maniera oltremodo assurda -..uhuhuhuh..- non riuscivo a trattenere l’euforia mentre continuavo a muovermi tra i corridoi e stanze del tempio. Avevo trovato in maniera del tutto così casuale un luogo ricco di tesori e conoscenze sull’immortalità, ero forse in paradiso?


    Gado voleva andarsene e l’avrei aiutata anche se non fosse stato possibile prendere il tesoro. Se lei era stata maledetta allora non volevo assolutamente fare quella fine anche se ciò mi avrebbe donato l’immortalità, una lunga e noiosissima vita all’interno di quella merda di tempio. Non certo la mia idea di vita eterna. Inoltre, come aveva detto, lei proveniva da una città chiamata Shulva ed ero certo al cento per cento che li qualcuno mi avrebbe ricompensato per aver liberato Gado dalla maledizione del tempio. Ero pronto a bombardare la ragazza con mille domande su come avesse potuto vivere così a lungo senza invecchiare, ma non ebbi la possibilità di farlo perché -..Jhin?!..- il monco stava volando sopra le nostre teste attaccato con un qualche strano marchingegno al culo di un mostro volante. Rimasi a guardare la scena a bocca aperta mentre il monco veniva sbattuto a destra e manca senza avere la possibilità di liberarsi dal mostro. Ora capivo perché Gado non volesse risvegliare quei cosi e a buon ragione. Dovevamo fare qualcosa per aiutare il monco -Maledizione.. quel tizio attaccato alla corda è uno dei miei amici.. Jhin.. cazzo!- non sapevo che fare per aiutarlo e le sorprese non erano finite la. Da una porta poco distante un monaco armato di mazza ferrata era uscito avvicinandosi minacciosamente alla nostra posizione per prenderci a randellate -Ci mancava il vecchio di merda con la mazza.. Gado io penso a tenere a bada il vecchio tu aiuta il mio amico a scendere di li.. è un po’ strano ma è l’unico che possa abbattere quei mostri e chiunque ci intralcerà sulla nostra strada..- avevo affidato Jhin alla donna di Shulva mentre io mi preparavo a vedermela con il vecchio agguerrito e pronto a spaccarmi la testa.


    Ero zoppo, ma grazie alle medicazioni capace di muovere la gamba -Allora vecchio.. sembri piuttosto incazzato eh?!.. perché non metti giù quella mazza e facciamo una chiaccherata?!.. una partita a carte o che so.. un bicchiere di vino al bar più vicino?!..- avevo alzato la guardia tenendo le mani aperte pronte ad afferrare il tizio nel caso si fosse avvicinato e portato a tiro. Se il vecchio si fosse fatto avanti raggiungendo la mia posizione allora avrei dato il meglio di me esibendomi nell’arte che meglio sapevo praticare e cioè il grapling o come cazzo si dice [Arte dell’Immobilizzazione][Tecnica Avanzata][Consumo: ///]

    Arte dell'Immobilizzazione
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può effettuare attacchi a immobilizzo più efficaci. Una volta a round, un attacco a immobilizzo causerà un intralcio di categoria superiore oppure per un round la vittima sarà Scoordinata, ovvero eseguire le tecniche richiederà più tempo. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: ½ Basso a colpo )
    [Da studente in su]
    .


    Se fosse stato a portata mi sarei mosso puntando al braccio che teneva la mazza per renderla subito inoffensiva. Le mie mani avrebbero preso il suo avambraccio facendogli compiere un ampio arco verso l’esterno per far perdere la presa al vecchio stronzo e magari fargli cadere l’arma. Nel farlo avevo mosso il peso del mio corpo per sbilanciare quello avversario e approfittarne per torcere e bloccare il braccio armato dietro la sue stessa schiena [Presa al braccio][Azione 1][Forza: Gialla / Velocità: Gialla+2 / Status: intralcio Medio / Consumo: 1 Basso].


    Bloccato o meno avrei quindi tentato una seconda presa al collo passando dietro la sua figura per girare il braccio destro attorno al collo del vecchio e metterlo K.O. con una mossa di sottomissione. Se la prima presa fosse andata a buon fine il braccio sinistro non avrebbe mollato la presa sul braccio lasciando al destro il compito di avvolgere il collo del vecchio e tentare di fargli perdere i sensi e lasciarlo esanime a terra [Presa al collo][Azione 2][Forza: Gialla+2 / Velocità: Gialla / Consumo: ½ Basso].


    -Arrenditi vecchio del cazzo!!!- se una qualsiasi delle prime due prese fosse andata a buon fine avrei continuato la mia azione di sottomissione cercando di fare più male possibile al vecchio per dislocare il suo braccio armato oppure tentare di strozzarlo fino a fargli perdere i sensi. Ad ogni modo speravo che quel vecchio fosse quello che dava a vedere e cioè di essere solo un vecchietto del cazzo e non un fottuto esperto di arti marziali capace di mettere e togliere la cera con la sua mazza ferrata [Sottomissione][Azione 3][Forza: Gialla / Velocità: Gialla].




    Densen Ryuko
    Vitalità: 6/10 Leggere
    En. Vitale: 28/30 Leggere
    Chakra: 16.5/20 Bassi


    OT// Jhin è troppo uno spasso! XD … dai che la storia di Gado mi intrippa a bomba!!!
     
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20 replies since 8/3/2016, 00:04   374 views
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