The New Degenerated School of Sand

Riunione di Villaggio

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  1. Bartok
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    Non erano passati che pochi giorni da quando Haruki aveva fatto ritorno da Sanbashi, quando gli venne consegnata un'altra missiva del suo Maestro. Hoshikuzu lo invitava ad incontrarlo nella Loggia dei Sand Scorpion. Il monaco rosso non era mai stato in quel luogo, ma ne conosceva la fama. Era la sede dei corpi speciali di Suna e ciò significava che avrebbe dovuto parlargli di qualcosa di importante. Non aveva idea di cosa aspettarsi, ma ormai era abituato ai numerosi inghippi che il Turbine rosso inevitabilmente portava con sé. Ovviamente, rispettava molto il suo maestro, ma ciò non gli impediva di vederne i difetti. Tuttavia, le sue mancanze non erano nemmeno paragonabili a quelle degli Anziani del Consiglio. Più tempo passava al villaggio, più l'odio verso quegli uomini cresceva nel monaco rosso. Il Miyazawa imputava a loro la terribile situazione in cui versava il villaggio e avrebbe volentieri partecipato alla loro sostituzione con un organo ben più consono alle necessità attuali. Più pensava a quella situazione, più gli sembrava assurdo che anche il Tempio stesse attraversando la stessa crisi. A causa del totale immobilismo di Maestro Kazutoshi, un gruppo di Nukenin si era unito alle fila dei monaci ed era quasi riuscito a prendere il controllo di quel luogo sacro. Fortunatamente, la rivolta era stata sventata. Haruki non era mai riuscito a considerare quella vittoria un evento positivo. Per ottenere quel successo, era stato necessario l'intervento di un ninja straniero. Un Konohaniano! L'ordine, una volta forte e potente, ora doveva umiliarsi a portare riconoscenza ad un salvatore straniero. Un umiliazione simile era un'offesa a Dio stesso.Inaccettabile.


    Dirigendosi verso il luogo dell'incontro, Haruki avrebbe continuato ad inseguire quei pensieri sperando che la nuova generazione fosse migliore della precedente. Il monaco sapeva di essere ancora del tutto insignificante, se paragonato a ninja del calibro di Hoshikuzu o Itai nara, tuttavia la sua incrollabile fede in Dio impediva al dubbio di ostacolarlo. Il rosso sapeva che prima o poi la Fiamma gli avrebbe concesso di raggiungere il potere necessario a ristabilire l'ordine. Passo dopo passo, per quanto procedesse lentamente, Haruki si stava avvicinando alla sua meta.


    Facendo affidamento solo sui propri sensi, il rosso non incontrò molte difficoltà nel raggiungere il posto dove Hoshikuzu gli aveva chiesto di raggiungerlo. Ormai aveva passato molto tempo in compagnia del Turbine rosso, quindi riconoscerlo non era stato difficile. Aveva perso la vista, ma le sue orecchie e il suo naso erano diventati molto più efficienti. Buongiorno a tutti. Si sarebbe limitato a dire quelle poche parole, per poi piegarsi in un inchino molto formale. Il mio nome è Haruki Miyazawa. Poi, si sarebbe rivolto ancora al suo Chikuma. Al suo servizio, Nobile Hoshikuzu.
     
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