D.E.S.E.R.T.Development of Secret Revolutionary Technologies

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  1. l'Horla
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    D.E.S.E.R.T.


    I

    Arrivato a Suna il giorno precedente, mi ero concesso una giornata per riprendermi dal viaggio. Avevo affittato una piccola camera nel quartiere popolare del villaggio e passato la giornata in un centro termale non troppo distante dal centro del paese. Nella mia passeggiata serale avevo potuto apprezzare l'architettura di quel villaggio, così con quelle linee rotondeggianti in cima ai palazzi color creta, in quel momento che il sole era ormai già tramontato lasciando alla luna e alle stelle il compito di rischiarare la città, ecco alzarsi una brezza fresca che mi scompigliava i capelli.
    La sveglia mattutina, il giorno seguente, fu calibrata su un orario civile, ne troppo presto ne eccessivamente tardi. Circa per le 9.45 ero riuscito a uscire dalla locanda con lo stomaco pieno di una qualche loro specialità ricca di miele e noci, il sole che mi travolse appena messo fuori il piede dall'uscio, mi destabilizzò. Era veramente secco e fortissimo, sembrava quasi che spaccasse le pietre e, quella che il giorno precedente si era mostrata come una brezza fresca, ora si era tramutata in continue folate di aria torrida. Insomma, senza considerare la folla di persone che da lì a poco avrei trovato nei pressi del Desert, quel luogo si prefigurava un vero inferno in terra per me. Alzai sulla testa il cappuccio del mio mantello cangiante che la guardia mi aveva concesso di tenere per proteggermi dai raggi del sole e, cercando spazi d'ombra, mi muovevo discreto tra le strade e le piazze di quella cittadina evitando gli sguardi dei passanti.
    Già sentivo la bocca asciutta quando giunsi a quell'imponente edificio, aveva una cinta di mura tutt'attorno controllate da alcune telecamere che si potevano vedere dalla strada, l'esterno era affollato di persone che, da alcune bancarelle, promuovevano a forza di urla le loro merci. La piazza e le strade erano ricolme di persone, stavo iniziando a dare di matto così stretto e costretto a camminare a rilento sotto quel sole, ma la cosa che mi infastidiva di più era che nessuno sembrava farci caso. Mi ritrovavo, così sofferente, boccheggiante e sudato, accerchiato da gente che sembrava completamente non curarsene. Decisi di non soffermarmi ancora su questi particolari proprio per il fastidio che tutto ciò mi stava procurando; svoltai uscendo dal cordone di persone e mi tuffai ai margini della strada, trovando un passaggio più agibile per raggiungere il centro della struttura.
    Mi ci vollero ancora dieci minuti di agonia per raggiungere l'edificio portante di tutto quell'insieme architettonico, mi lasciai cadere appoggiandomi al muro in zona d'ombra provocata dall'edificio e iniziai a respirare lentamente cercando di calmarmi. Mi asciugai il sudore con la manica e, dopo qualche minuto di pausa, varcai la porta.
    La situazione era meno confusa che in strada, sebbene vi fosse comunque molta gente presente in quel grande salone, avrei avuto difficoltà a trovare qualche dipendente ma, una volta trovato, l'avrei fermato e chiesto Mi scusi signore, sono un ninja del villaggio della nebbia, sa dirmi se è possibile incontrare Hoshikuzu Chikuma, per caso? Avrei bisogno di parlargli Avrei aggiunto alla fine sorridendo genuinamente cercando di ignorare il calore e il sudore che mi grondava dalla fronte.
     
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32 replies since 15/1/2017, 10:11   741 views
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