D.E.S.E.R.T.Development of Secret Revolutionary Technologies

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    ~ The Red Capes are coming!

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    Verso il D.E.S.E.R.T.


    Capitolo Unico


    Atto VI
    L'applicazione



    Rimasi perplesso durante le esternazioni di Natsu: davvero un team di sviluppo non era giunto alle stesse conclusioni cui ero giunto io? Bhè, le nottate passate a maledire il mio dolore mi avevano fatto pensare circa un miliardo di idee diverse su come avrei potuto aumentare le capacità di quel mio modesto corpo. Non aggiunse tuttavia molto ed anzi, quasi si limitò a quell'osservazione la ragazza, girandosi e, immaginai, sottintendendo di seguirla. Andammo nella stanza accanto e quasi rimasi sorpreso dal numero di utensili che vedevo per la grandezza della stanza. Quel posto era congeniato proprio in un modo esemplare. Natsu mi indicò una qualsiasi delle numerose postazioni cui potevo soprassedere e poi se ne andò un istante, chiedendomi di aspettare. Quando tornò portava con sé più di una protesi, che poi si rivelarono essere nient'altro che progetti abbandonati. Aggrottai le sopracciglia sotto la momentanea maschera. Interessante. Dissi mentre prendevo uno di quegli arti. Sembrava contenere una lama per tutta la lunghezza dell'avambraccio. Tuttavia lo spazio che quella lama richiedeva era troppo e il materiale che doveva nasconderla era troppo fine perché permettesse una resistenza complessiva dell'arto degna di questo nome. -Ecco qui.. questi sono gli equipaggiamenti incompleti che Hoshi ed altri collaboratori del DESERT avevano cominciato a sviluppare e che poi hanno abbandonato.. ora vorrei che ti impegnassi per costruirli e terminarli.. ovviamente grazie anche al mio aiuto!.. una volta realizzati condurremmo una serie di test per capire se il lavoro svolto ha dato i suoi risultati o meno.. di solito non riesce tutto alla perfezione al primo colpo inoltre il più delle volte è molto probabile che la realtà sia ben lontana da quanto ideato sulla carta! Le idee sono importanti.. ma serve competenza e dedizione per trasformare poi quelle idee in realtà!.. Posai la lama celata e presi un'altra creazione che aveva attirato la mia attenzione per altri motivi: non era esotica, non aveva scomparti nascosti; era forgiata per essere, semplicemente, più resistente possibile. Se non ti dispiace, Natsu, partirei da qualcosa di più semplice rispetto a quanto abbiamo immaginato prima. Vorrei intanto capire quali sono gli incastri anatomici di questi oggetti e comprendere come renderli il più possibile simili ad arti veri … ma migliori. Avendola tra le mani mi accorsi di quanto fosse pesante. Limita i movimenti del portatore. precisai. Ed inoltre ... feci un po' di pressione grazie alla mia forza sulle dita di quell'arto: si piegarono. … il metallo utilizzato è troppo duttile. La girai più volte tra le mani, osservandone le fattezze. Presi poi un foglio lì vicino ed iniziai a progettarla, ragionando ad alta voce. Credo che l'errore fondamentale della progettazione sia stato quello di pensarla piena. battei con le nocche della mia unica vera mano sul metallo, così da fargli emettere un suono sordo. E possiamo utilizzare una lega di metalli, anche complessivamente meno resistenti, per aumentarne la criticità dei punti di rottura. Passai a disegnarne l'interno. Quello che serve, anche per renderla più leggera, non è altro che dei supporti interni, a loro volta collegati ad altri supporti o a supporti stessi dei altre parti del braccio, così da creare una rete di punti di rottura sì più fitta ma molto più nascosta e che interessa una porzione ancora minore dell'arto. In quel dedalo d'acciaio si deve far passare le terminazioni artificiali ed i punti di fuga collegati al tantien. Guardiamo cosa succede se proviamo a forgiarla così. Diciamo che cosa sarebbe successo era immaginabile: un primo tentativo assoluto di un erudito che poche volte in vita sua aveva preso in mano utensili di qualsiasi tipo - fu un fallimento. Nonostante le indicazioni di Natsu, avevo sbagliato le saldature in più punti,
    avevo dimenticato strutture di supporto, avevo sbagliato a fondere i metalli nella lega.
    Eppure non sarebbe stato un fallimento a fermarmi. Neanche due, neanche tre, neanche quattro, esattamente come accadde quel giorno. Il fuoco della fucina era disturbante, i miei arti metallici si surriscaldavano a dismisura ed ero costretto ad allontanarmi, saltuariamente. Improvvisammo un rivestimento schermato dal calore, dei particolari guanti e una sorta di grembiule lungo che rendevano il fastidio più vivibile. Non che il dolore fosse un problema, in ogni caso.
    Il quinto tentativo partorì un arto per lo meno inizialmente decente. Sembrava davvero resistente, sembrava davvero ben congegnato, oltre che ben forgiato. Qual miglior test del provarlo? Staccai la mia protesi sinistra ed infilai il nuovo arto. Era leggero e gli impulsi nervosi ben collegati. Piegai più di un oggetto a mani nude e mi feci sferrare più di un colpo assurdamente potente sul braccio. L'arto resistette a modo. Il problema venne quando provai ad eseguire un jutsu: il chakra non fluiva nella protesi. C'era da rivederne l'interno.
    Fu proprio quando stavamo provando i nuovi collegamenti col tantien che Hoshi ci interruppe. Poté vedere molti oggetti della sala volare in varie direzioni, mentre caricavo ed espellevo chakra dal prototipo di quel nuovo braccio sinistro. Il Rosso e Natsu si scambiarono due rapide battute alternando complimenti ed offese rispettivamente alla mia figura ed a quella di Hoshikuzu. Ciò che però attirò immediatamente la mia attenzione fu il rotolo presente nelle mani del Sunese. I Kanji che vi erano incisi sopra recitavano segretezza. Natsu fu congedata e Hoshi mi fece segno di seguirlo, interpellandomi su cosa avessi fatto quel giorno. Credo di essere riuscito a capire come si accende una fornace. Commentai. Come i colpi di spada che mi hanno portato ad essere lo spadaccino che sono, dovrò esercitarmi ogni giorno se vorrò mettere a frutto ciò che tu e Natsu, quest'oggi, mi avete concesso di imparare. Ti ringrazio per questo. Rientrammo nello studio e l'inventore prese a discorrere. Eccolo qua!.. ciò che mi avevi chiesto e sigillato all’interno di questo rotolo.. non è stato affatto semplice e devo dire di essere stato costretto a superare diverse complicazioni progettuali.. ma come primo prototipo credi di potermi ritenere soddisfatto!.. la tecnologia migliora sempre di giorno in girono.. e vorrei che tornassi qui periodicamente almeno una volta all’anno per aggiornare l’hardware installato.. Un sigillo e l'elmo comparve immediatamente nelle sue mani. Me lo porse, al che lo presi ed immediatamente lo osservai attentamente. Notai immediatamente quella che doveva essere la firma di Hoshi: il fatto che avessi una voglia ad essa molto simile mi fece sorridere. L'Elmo era lucido come quando uscì per la prima volta dalla forgia del Mercenario. Chissà se era a Suna in quel momento. Lo indossai mentre l'inventore si stappava una birra. Wow! Esclamai, mentre riuscivo a vedere dietro la scrivania che avevo davanti. Lo stupore continuò mani a mano che premevo i pulsanti situati lateralmente, sul lato posteriore del mio elmo. Dalla visione termica ad uno zoom telescopico. Era tutto fantastico. Ottimo lavoro, Hoshi. Dissi, mentre mi chinavo in segno di ringraziamento. Ho già in mente cosa potresti inserire all'interno di questo specifico elmo la prossima volta. Ero già lì pronto a dargli indicazioni su nuovi eventuali progetti. Un respiratore. Subacqueo o schermante dalle tossine ... insomma, vedi tu cosa preferisci o come preferisci farlo. Hai già tutti gli strumenti che ti servono.

    Se non ci fosse stato altro da aggiungere o contrattare, mi sarei dileguato dopo aver pagato Hoshi per il disturbo e per l'accordo raggiunto. Kiri e Suna sono adesso vicine più che mai. La Nebbia ti ringrazia. Feci una breve pausa. Non credo di dover scendere nei dettagli di cosa succederebbe se violassi il nostro patto di segretezza. Mi voltai, incamminandomi verso l'uscita. A presto, Rosso. Riceverai una missiva qualche giorno prima di ogni mia visita. La mano destra si sarebbe levata sopra la spalla, salutando, mentre il tetro mantello color della notte svolazzava alle mie spalle.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 750
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note

    Non ho inserito nessuna descrizione perché userò quelle che hai proposto te poco sopra. :ghu:
    Procedo ad inserire la giocata in timeline e poi a stemmare appena avrai fatto altrettanto. :riot:


    PARLATO
    CITATO
    KYOFU

     
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    Desert


    VI
    Prove tecniche

    Tirai un leggero sospiro di sollievo, il fabbro e jonin dai capelli rossi di Suna aveva accettato il mio 'pagherò' anche alla notizia che, in quel periodo, stessi lavorando da Shunsui nel suo negozio di veleni e quindi, da lì a non molto tempo, avrei avuto i soldi necessari per pagare le armi che gli avevo chiesto.
    Il sorriso che si aprì sul mio volto fu del tutto sincero, aveva perfettamente capito quello che volevo e, mentre ci muovevamo tra la folla, iniziò a parlare velocemente descrivendo le caratteristiche fisiche e materiali che quegli spiedi necessitavano.
    Quando mi chiese se facessi parte delle squadre speciali ebbi un piccolo sussulto e subito ci tenni a precisare No, no Hoshi-sama, sono da poco diventato genin del mio villaggio e, in questo primo periodo, ho dedicato il mio tempo all'accademia. Per apprendere la vita ninja abbassai lo sguardo, spostando con un calcio un sassolino che stava sulla strada Non le nascondo però che è un ruolo a cui ambisco, per questo voglio ben equipaggiarmi e imparare molte cose, come ad esempio dal sensei Shunsui Detto questo alzai di nuovo lo sguardo in sua direzione e, con un lieve sorriso d'imbarazzo sulle labbra, lo seguii nella sua fucina.
    Quando mi fece vedere il progetto che creò in pochi minuti, rimasi stupito di quanto fosse aderente a ciò che stessi cercando. Aspettai che finisse di spiegarmi che tipo di lega metallica servisse e altre caratteristiche tecniche che intervenni con un ultima richiesta Uhm... Non mi serve che provochi sanguinamento, piuttosto che siano più affilati e potenti degli altri spiedi in dotazione Il rosso mi guardò un po' accigliato maledicendomi perché avrebbe dovuto ridisegnare il progetto ma, in poco più che dieci minuti, ebbe finito e con un gesto del capo mi invitò a seguirlo verso la fucina.
    Lì una bella ragazza era alle prese a martellare e, quando venne a sapere che fossi un ninja di Kiri, sbottò domandandosi se nella nostra isola non ci fossero fucine, rimasi un po' perplesso dato che a me non risultavano esserci ninja di Kiri a Suna ma, lanciando un rapido sguardo verso il Jonin di Suna, decisi di ignorarla a mia volta. Quindi presi un grembiule e, con una certa goffaggine, la aiutai a forgiare i miei spiedi. Richiese più tempo di quello che mi aspettassi ed io mi lasciai immergere nella frenesia del lavoro, aiutandola o a temperare il metallo o aumentando il calore della fucina, era un lavoro interessante e rimasi affascinato dalla precisione e potenza che tale Netsu ci metteva nel farlo.
    Ecco che, qualche ora dopo, gli spiedi erano appoggiati su un fazzoletto candido e riflettevano sulla loro superficie increspata dalle diverse scaglie abrasive il fuoco della fucina. Li guardai silenziosamente per qualche minuto prima di prendere il coraggio di guardarli da vicino, sembravano essere freddi come il ghiaccio, tastai con un dito la punta e subito una goccia di sangue rese il metallo cremisi.
    Senza perdere altro tempo presi un lancia spiedi - che avevo richiesto per provarli - lo caricai e mi misi a qualche metro di distanza dal manichino che Hoshi mi aveva mostrato, alzai il braccio destro e attivai il meccanismo. I tre spiedi volarono dritti e veloci e si conficcarono nella testa del manichino, a pochi centimetri l'uno dall'altro si schiantarono sul legno facendo un tonfo, mi avvicinai curioso e li estrassi con qualche difficoltà. Il buco che avevano provocato, invece che essere perfettamente liscio, era arzigogolato ed erano evidenti i segni lasciati dalle scaglie, guardai gli spiedi ed erano perfettamente integri.
    Sono perfetti Hoshi-sama! dissi tutto contento avvicinandomi a lui La ringrazio della sua disponibilità e, lei lo sa, se le dovesse servire qualsiasi cosa, non dubiti a chiamarmi, in questi mesi mi troverà da Shunsui oppure scriva a Kiri. Quando avrò la cifra, comunque sia, gliela porterò di persona. Sorrisi nuovamente in sua direzione, feci un breve ma sentito inchino e, con il cuore in gola, uscii dal Desert.



    Spiedi del Dolore [Distanza]
    Simili a dei normali spiedi, posseggono delle scaglie sulla superficie che li rende più dannosi [Dolore - DnT Leggero], senza sminuire le capacità di penetrazione, velocità e l'aerodinamica.
    Tipo: Da Lancio - Perforazione
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 10 | Durezza: 3 | Crediti: 12)
    [Da genin in su]
     
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    Operazione Utopia

    Prosegue dall'incontro segreto a tre tenutosi presso la sede dei Sand Scorpions.



    In quei momenti difficili per l'intero Villaggio della Sabbia, un evento particolarmente raro stava prendendo forma. Un evento che non si verificava in realtà da anni interi, dato che mai la necessità era così grande da giustificare la presenza contemporanea di tutti e dieci gli individui attesi in quella sala. Eppure, la scomparsa del Nanadaime Kazekage, unita agli inquietanti episodi di terrorismo e fanatismo nel villaggio e persino all'uccisione di un eroe Accademico nell'Ospedale di Suna avevano convinto tutti i Dieci ad accettare la chiamata.

    Nella stanza di ricerca balistica del D.E.S.E.R.T., scelto per la sua estrema sicurezza e relativa distanza dal centro degli affari del Vento, così da non mettere in pericolo il Daimyio con la vicinanza di tutti quei bersagli sensibili, i potenti individui che tenevano tra le loro mani le redini di Suna stessa iniziarono a fluire. La prima ad arrivare, senza scorta come tutti, giacché le scorte dovevano rimanere all'esterno ma soprattutto giacché nessuno dei partecipanti aveva bisogno di essere protetto, fu la Dama Intoccabile, Kagura Iga [Occhio dell'Annullamento V][Scudo di Raijin III].



    « ... »

    Silente, precisa ed elegante, si sedette in una delle dieci sedie del tavolo rotondo allestito al centro della stanza. Era un giorno importante per lei: se tutto fosse andato come doveva, il piano che aveva ordito mesi prima avrebbe finalmente dato i suoi frutti ed il clan Iga ne avrebbe giovato enormemente. Uno schiaffo in faccia alla fazione più anziana del clan che ancora non l'aveva del tutto accettata come Capoclan e che rimaneva vincolato alla stupida nozione di "onore" che Kagura trovava risibile.

    Pochi istanti dopo fu il turno di un'altra donna, vestita in pelle nera con una provocante scollatura ed una fluente chioma bionda.



    « Oh, Kagura. Che piacere vederti. Complimenti per la tua recente nomina. Ti volevo giusto invitare per un tè tra ragazze uno di questi giorni. »

    Quella era Shindiku Shinkiru, la matrona del clan che aveva un dominio quasi totale degli affari pubblici della Sabbia. Amministratori, funzionari, rappresentanti... molti rispondevano alla struttura matriarcale di quel clan di illusionisti del deserto e tutti rispondevano a lei, che sceglieva di apparire più giovane di quanto fosse e che governava il proprio clan con pugno di ferro mascherato da guanto di velluto [Illusione dei Miraggi V].

    Kagura, che aveva assunto il controllo di un clan altrettanto importante nella scena politica di Suna, in quanto agenti di polizia e membri di alto rango del corpo dei Guardiani, replicò con un sorriso educato. Non aveva alcun interesse in quella donna, ma non poteva permettersi di offenderla. Inoltre, se aveva fatto bene i suoi calcoli, e lo faceva sempre, ella sarebbe stata una sua nemica nelle ore a seguire. Mentre così pensava, il portone metallico di quel luogo altamente tecnologico si aprì una terza volta, facendo spazio a ben due figure.

    La prima aveva capelli rossi acceso... e portava con sé terrificanti ricordi del passato di Suna.



    « Ehehe, che nostalgia. Era dallo Scisma che non avevo l'occasione di ammirare i tuoi meccanismi difettosi, Waru. »

    La figura, evidentemente una marionetta da come si muoveva, si fece avanti e prese posto vicino alle due donne, apparentemente senza alcun disagio nel non prendere le distanze da loro. Impossibile conoscere il nome del marionettista che stava operando la marionetta Akasuna no Sasori, e se tale marionettista fosse all'interno della stessa o lo stesse facendo in qualche modo da remoto, ma quello spettacolo non era sorprendente: in incontri ufficiali, la setta dei marionettisti - nonostante l'incrollabile fedeltà a Suna - preferivano mascherarsi e apparire sempre con l'aspetto di Sasori, il loro membro più abile. Quella scelta la diceva lunga sulla loro bussola morale, ma del resto si trattava di un gruppo unito da una passione morbosa e non da legami di sangue. Il loro leader, nelle occasioni pubbliche, era sempre noto come la Bocca di Sasori... ed era sempre dotato di un'abilità terrificante nella loro arte [Marionettismo V][3x Marionette Umane con TS].

    A fianco di esso, si era appena seduto un uomo dal fisico massiccio che emetteva un basso rumore di ingranaggi e pistoni. Era entrato allo stesso momento della Bocca di Sasori, ma al suo ingresso le luci nella stanza di balistica del D.E.S.E.R.T. avevano sfarfallato in modo strano. Egli appariva come un uomo sulla trentina, con una selvaggia chioma nera e quelli che sembravano alcuni bulloni fissati sulle mascelle e sui lobi delle orecchie, ma ciò che attirava di più l'attenzione era il suo sorriso folle.



    « Protocollo: interazione frivola. Tecnopate di terz'ordine rilevato. Gelosia per la superiorità delle nostre arti evidente. »

    Waru Ihito, l'Ingegnere Primo, dirigeva un nutrito manipolo di shinobi-scienziati dagli strambi poteri ma da non sottovalutare. In particolar modo, quell'uomo si era macchiato di diversi crimini di guerra contro i Kijin, sprigionando sul campo di battaglia la potenza di un arsenale bellico che solo monumentali macchine da guerra avevano finora avuto. Era caratterialmente instabile, ma fedele a Suna e in grado di comandare gli altri tecnopati. Per quel motivo, Waru Ihito era una figura che ispirava rispetto, ma la storica inimicizia con i Marionettisti non impediva un continuo contrasto con la Bocca di Sasori [Mondo dell'Asura V / ??? III].

    In quel momento, un uomo alto che indossava una lunga tunica nera ed uno strano simbolo al collo fece la propria comparsa nella sala, entrando con passo deciso ed un sorriso sicuro sul volto. Indossava occhiali da lettura ed emanava un'aura di assoluta certezza nelle proprie azioni, così come un notevole carisma personale.



    « Viviamo in pace, figli miei: siamo tutti qui per il bene del Villaggio. »

    Cresciuto senza padre né madre, quell'uomo era stato lasciato davanti all'orfanotrofio di Suna ancora in fasce, con niente con sé se non un vecchio libro malconcio che aveva uno strano simbolo sulla copertina. Il bambino era cresciuto e diventato forte negli anni, con un talento raro per le arti ninja, ma soprattutto per il proselitismo: da quel libro aveva carpito i segreti di un'arte perduta, che ora contava diversi utilizzatori nel Vento - tutti credenti o quantomeno rispettosi di quel credo nel Dio Bianco. E quell'uomo, conosciuto come Padre Kamigakari, era il capo indiscusso della setta che dominava le menti di oltre metà dei Sunesi ogni domenica e deteneva, dunque, un potere politico non trascurabile [Manipolazione della Carta V / ??? IV].

    « Parole sagge. »

    Il commentò catturò l'attenzione di tutta la sala, mentre sulla porta appariva una figura sorridente.



    « Che ottima occasione per ricordare a noi stessi che siamo qui per servire qualcosa di più grande. »

    Sosuke "Aizen" Kurogane, capoclan del famigerato clan Kurogane e l'uomo più ricco del Vento, oltre che - a quanto si sussurrava - uno dei più malvagi in assoluto, anche se nessuno ne aveva la benché minima prova. Dotato di maniere affabili ed uno degli intelletti più affilati in circolazione, quell'uomo aveva interessi commerciali in più di metà dei Paesi del continente e la sua reputazione era tale che era molto raro che qualcuno provasse a mettergli i bastoni tra le ruote. Più di quella di tutti gli altri, la sua presenza in quel giorno testimoniava la genuina importanza della riunione [Sabbia Aurea V / ??? V].

    Una folata di vento spalancò di nuovo la porta della stanza, nonostante la sua natura altamente tecnologica.



    « Sarà meglio che tu non intenda il tuo clan, Kurogane. »

    Un ragazzo a metà tra i venti e trent'anni fece la sua comparsa. Aveva una corporatura nella media, capelli neri scompigliati da una brezza che sembrava non lasciarlo mai, e occhi azzurro cielo. Yuno Chikuma, Capoclan-designato del Clan Chikuma. Un giovane prodigio di poco più giovane del noto Hoshikuzu Chikuma, che aveva rifiutato di assumere ufficialmente la carica, nonostante il suo genio nelle arti fuuton e il fatto di aver raggiunto il grado jonin a quindici anni, finché non avesse avuto modo di completare un duello letale con il fondatore del D.E.S.E.R.T.. Si diceva, inoltre, che suo cugino Yami Sukehiro Chikuma, della casata del Vuoto, avrebbe ben potuto contestargli il titolo... ma Yami non sembrava interessato e nessun altro nella casata del Vuoto aveva una forza sufficiente per contrastare Yuno, che dunque agiva come Capoclan-designato [Respiro Divino V][Modalità Eremita II].

    Sosuke Kurogane sorrise a quella sfrontatezza (anche se Yuno aveva inteso esattamente il doppio senso).

    « Non essere così esplicito, giovane Yuno. Ti fa sembrare debole. »

    I due uomini presero il loro posto alla tavola, insieme agli altri sei che li avevano preceduti.

    « Abbiamo concetti molto diversi di debolezza, Kurogane. »

    I due si fissarono ancora qualche istante: Sosuke con una imperturbabile espressione di sicurezza e Yuno con un fuoco gelido negli occhi. Se il Kurogane era l'uomo più ricco e uno dei più potenti del Paese, il Chikuma era altresì un guerriero formidabile e, controllando di fatto due clan - i Chikuma del Vento e del Vuoto -, non aveva alcuna intenzione di farsi intimidire. La tensione - ed i sorrisi degli altri capoclan presenti, che si stavano godendo la scena o comunque la analizzavano secondo le rispettive priorità - fu spezzata dall'arrivo di un uomo anziano dall'aspetto militare, che senza una parola entrò nella stanza ed andò a sedersi in una delle ultime tre sedie rimaste.

    Azulon

    Il capoclan Nekki- Nota: Shiltar mi ha indicato che questo è il prestavolto del clan Nekki. non era evidentemente dell'umore giusto per scambiare convenevoli in quell'occasione [Danza del Sole V].

    Rimanevano due sedie vuote.

    Non appena gli aventi diritto fossero arrivati, i Dieci sarebbero stati riuniti ed il Consiglio formato in seduta plenaria.

    Il motivo per quel quorum poteva essere solo uno: l'elezione di un nuovo Kazekage.

    OFF GAME

    Operazione Utopia

    Shiltar Kaguya, Youshi2, Kaystar, Shakur, -< Etsuko >-, Kairi Uchiha, Febh:

    Ulteriore post di retroscena per farvi vedere cosa sta succedendo nelle alte sfere del villaggio mentre accadono i vari eventi. Ciò che succederà nel Consiglio, che ha occhi e orecchie ovunque grazie ai vari clan coinvolti, potrebbe influenzare ciò che ciascun capoclan farà.

    Buon divertimento!

    - Hohenheim -: torna che ci divertiamo!!!

     
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32 replies since 15/1/2017, 10:11   741 views
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