Taipan[Negozio]

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  1. l'Horla
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    Taipan


    IV
    Cactus e chakra

    Ascoltai con attenzione le parole del chunin. Scoprire che ci fossero veleni capaci di interagire con il sistema del chakra della vittima, accese in me, se possibile, ancora più interesse e fantasia verso quel mondo a cui il chunin mi stava lentamente aprendo le porte. Sembrò che gli avessi fatto una buona impressione ma mostrò ancora delle riserve prima di accettare la mia candidatura, volle quindi sottopormi ad un primo incarico di cui, aprendo e porgendomi o un grosso tomo, me ne spiegò i dettagli. Disegni precisi e colorati riportavano dei grossi fiori gialli, mi spiegò che potevano essere utili per la creazione di svariati veleni e che si trovavano sulle pareti rocciose che circondavano il villaggio. Con il suo benestare ebbi l'opportunità di leggerne la scheda scientifica per qualche minuto, veniva riportato il luogo e l'habitat in cui erano soliti crescere, il ciclo di vita e una descrizione accurata dei loro fiori, caratterizzati dai tre ai cinque petali di colore giallo cadmio e un pistillo verde biforcuto carico di polline in cui erano presenti i principi attivi per la creazione di veleni e sostanze mediche. Feci piccoli cenni di assenso quando mi assicurai di averne memorizzato i punti chiavi e riporgendogli il libro.
    Seppe leggere il disagio nell'espressione del mio volto quando mi spiegò come avrei dovuto fare per raggiungerli. Non ero ancora in grado ad impastare il chakra per renderlo adesivo e, se in un primo momento la cosa mi fece vergognare, vedere la sua reazione comprensiva alla notizia mi rincuorò. Mi diede allora una dimostrazione pratica, superò il bancone e, con un salto fantastico, rimase attaccato al muro come uno dei tanti pipistrelli che abitavano le grotte sulle coste di kiri. La mia meraviglia non poté che aumentare quando mi fece notare il sottile strato di chakra che fluiva dalla pianta dei piedi, mi spiegò quindi che non serviva una grossa quantità di chakra ma che la cosa fondamentale fosse riuscire a controllarlo e bilanciarlo sulla suola della scarpa.
    Con qualche dubbio e timore di non riuscire a farcela, trattandosi quella di una prova effettiva per dare via al mio apprendistato, lo salutai con un breve inchiano e imboccai la porta del negozio.

    [...]

    Per mia fortuna, un guardiano posto alle mura, venuto a sapere della mia ricerca, mi indicò la via per trovare una parete rocciosa ricca di quei cactus e i loro fiori.
    La parete, illuminata da un sole tenue, si stagliava imponente sullo sfondo del cielo terso, i fiori, qua e là che si sarebbero notati ad una seconda occhiata punteggiare la roccia viva, erano posti a piccoli gruppi. Lasciai a terra la borsa con cui avrei raccolto i cactus e mi avvicinai, quasi timoroso, verso la parete toccandola appena con le dita della mano per sentirne il calore.
    La situazione non era certo delle migliori, mi assicurai che effettivamente non fosse possibile scalare quelle rocce e mi sedetti a terra a gambe incrociate a ripensare alle poche parole del ninja. Certo, da quando la mia carriera ninja era iniziata la mia riserva di chakra era aumentata e avevo imparato nuove tecniche, così come in quel momento ero in grado di manipolare più chakra negli arti per migliorare in velocità o forza, ma mai avevo pensato di poterlo manipolare per fini diversi come, appunto, la capacità adesiva. La questione sembrava essere, quindi, un perfezionamento dell'impasto di chakra agli arti, concentrare il chakra unicamente sulla pianta dei piedi fino a crearne una sottile patina uniforme.
    Seduto a terra, con il cappuccio del mantello alzato per proteggermi dal sole quel giorno clemente, iniziai a far fluire il chakra nelle gambe e in piccola quantità alla pianta dei piedi. Feci quell'operazione nella lentezza più assoluta, saggio dei consigli di mio nonno nelle arti marziali: si poteva comprendere fisicamente e cerebralmente una mossa quando si era in grado di riprodurla il più lentamente possibile, dando attenzione ad ogni muscolo che si rilassa e quale si contrae in quel movimento. Così feci io nel appianare uno strato di chakra nella suola delle mie scarpe. Fu un'operazione che mi richiese molto tempo, il sole all'orizzonte tingeva di rosso la parete quando conclusi e vidi i fiori brillare sulle pareti.
    Di prove a vuoto ne avevo fatte, prima mi convinsi che lo strato di chakra fosse poco equilibrato sulla suola, quindi mi dedicai a sciogliere e riconcentrare il chakra nella pianta del piede per far sì che fosse un movimento fluido e che la patina fosse ben equilibrata; per farlo tentavo di salire e sentendo la pressione sul piede dove stavo cedendo perfezionavo il flusso. Poi mi resi conto che avessi poca sensibilità del terreno per via della quantità di chakra che irrorava i miei piedi, ebbi qualche difficoltà a limitare l'uso di chakra perché - vedi sopra - una quantità minore di chakra era più difficile da manipolare in maniera efficiente.
    La stanchezza e la voglia di lasciare andare tutto non mi toccarono, era un esercizio banale e di certo non sarebbero bastati mille o più tentativi a vuoto per demordere, inoltre da che ero arrivato lì avevo fatto miglioramenti sorprendenti e non avrei deluso il chunin della sabbia.
    Mi rincuorai, sapevo che potevo farcela, ero riuscito a fare i primi passi in verticale ma ero caduto per lo stupore di esserci riuscito, riprovai ancora rimanendo più concentrato ed ebbi qualche difficoltà a posizionarmi bene sulla parete, non era facile rimanere in piedi orizzontalmente e non me lo aspettavo. Mi lasciai cadere a terra e soddisfatto presi la borsa che avevo abbandonato qualche ora prima, non c'era più molta luce ma avevo già trovato tre esemplari che facevano al caso mio. Presi un respiro profondo e iniziai a correre verso la parete in maniera decisa, a pochi passi da essa concentrai il chakra nella pianta dei piedi, spiccai un salto contro la parete tenendo le gambe racchiuse e le braccia aperte e alzate per rimanere in equilibrio in volo mentre perfezionavo lo strato di chakra, atterrai a due metri da terra. Ero piantato alla parete, un sottile strato di chakra mi teneva legato a quel muro, che gioia.
    Salii diversi metri di altezza e trovai le piante, le raccolsi con attenzione stando attento di non disperdere il polline o inspirarlo essendo questo uno dei principali ingredienti dei veleni comuni, come avevo letto, quindi ridiscesi la paerete e mi fiondai verso le mura del villaggio.

    [...]

    Arrivai al Taipan tutto trafelato, l'ora era tarda e il sole era già calato, mi considerai in un ritardo mostruoso e mi stupii di trovare ancora la porta del negozio aperta. Cercai di ricompormi e, dopo un respiro, aprii la porta facendo suonare il campanello. Potei notare alcuni dettagli del negozio che non avevo notato ad una prima occhiata, la luce soffusa stagliava ombre dense sugli scaffali mentre mi dirigevo nel laboratorio sperando di trovare qualcuno.
    Trovato Shunsui gli sorrisi timidamente e, con voce tranquilla, dissi guardandolo negli occhi Mi dispiace per l'ora tarda, Shunsui-sama. E' stato più difficile del previsto e mi ha richiesto diverse ore di allenamento Abbassai lo sguardo con aria colpevole per poi rialzarlo mettendo la borsa sul tavolo Però ho qui tre cactus con il fiore per lei Conclusi soddisfatto

     
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24 replies since 15/1/2017, 15:02   366 views
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