S.O.M.A. Parte II

Qdv - Fenix, Kairi, Waket

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  1. Kairi Uchiha
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    Ritorno al S.O.M.A.

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    Fu suo padre a consegnarle la missiva mentre la kunoichi era nella sua stanza, stesa sul letto e totalmente immersa nei suoi pensieri come le capitava spesso da quando era tornata dalla missione con Jotaru. Non ne aveva ancora parlato con Izuna ma l'uomo aveva notato il repentino cambiamento che la ragazza aveva avuto nei suoi confronti appena tornata dalla missione, ma seppure avesse provato più volte ad indagare non aveva mai ricevuto una reale risposta: per quanto capisse le sue ragioni, per quanto si rendesse conto che il padre non aveva avuto altra scelta non riusciva a cancellare la sensazione totalmente la pessima sensazione di essere stata tradita da lui, che per 12 anni non gli aveva mai raccontato la verità su sua madre, neppure dopo il suo diciottesimo compleanno o dopo la sua promozione a genin.
    Così la ragazza aveva deciso di chiudersi in se stessa, aspettando il momento in cui sarebbe stata pronta ad affrontare il discorso con il genitore, il momento in cui gli avrebbe anche spiegato cosa era stata costretta a fare.

    L'uomo bussò leggero alla sua porta, entrando con timore appena la ragazza diede il suo consenso E' arrivata questa per te. Porta il sigillo dell'Hokage. Ultimamente sei diventata piuttosto ricercata, eh? esclamò l'uomo accennando un timido sorriso, sorriso che la ragazza non contraccambiò Così pare. Grazie. Ora puoi uscire esclamò, alzandosi e prendendo la lettera per poi voltarsi di spalle e cominciare ad aprirla. Izuna la guardò deluso e demoralizzato qualche istante prima di voltarsi a sua volta ed uscire dalla stanza senza dire nulla.
    Appuntamento domani mattina nell'ufficio dell'Hokage...mi aspetta una nuova sorpresa come la scorsa volta? sbuffò, pensando fra sé e sé Ma d'altronde nulla potrà mai essere peggio di quella missione appoggiò la lettera sulla scrivania ributtandosi sul letto e chiudendo gli occhi, cercando di cancellare il ricordo che ancora una volta si era presentato nella sua mente.


    .............................................................


    Arrivò il giorno dopo davanti all'ufficio di Raizen, in perfetto orario ed impeccabile anche nel vestiario: per l'occasione aveva lucidato ed affilato anche ogni sua arma, nell'ipotesi che potessero servire per qualche motivo. Non aveva idea del motivo per cui era stata contattata, ma contrariamente dalla prima volta in cui aveva visitato quell'ufficio non era minimamente nervosa o ansiosa all'idea. Bussò alla porta educatamente e quando ricevette risposta entrò salutando il suo superiore con un inchino, seguita dopo qualche minuto da una ragazza che aveva già visto qualche tempo prima sulle mura. Alla presentazione dell'hokage la kunoichi sorrise cordiale all'otese Abbiamo avuto modo di conoscerci alle mura. Sta bene il tuo piccolo amico pennuto? domandò incuriosita, riferendosi alla piccola ma simpatica chimera.

    Rimase in silenzio ascoltando poi la spiegazione dell'Hokage, sintetica e priva di dettagli come aveva capito era ormai solito fare l'uomo Un'altra arma? domandò semplicemente prima che uscissero dalla stanza: dopo il grido delle anime ad Iwa e le enormi bestie/arma di cui aveva parlato tempo prima Yato alla riunione la sua prima ipotesi era che si trattasse proprio di una cosa simile. Non sapeva per quale motivo Raizen avesse deciso di portare con sé una shinobi del suono e non un ninja del villaggio e lanciò un'occhiata interrogativa alla ragazza, ma decise di non indagare ulteriormente, non in quel momento. Se il suo kage si fidava di lei probabilmente aveva le sue ragioni e non aveva motivi di dubitarne, no?
    La preoccupava di più il fatto che due ninja di Konoha non fossero tornati indietro da quella missione...se si stava muovendo il kage in persona non poteva trattarsi di una prova facile, ma in qualche modo si sentiva onorata nell'essere stata chiamata: forse pian piano tutti i suoi sforzi in allenamenti ed in dedizione nei confronti del villaggio e dell'accademia stavano portando i loro frutti.

    .............................................................


    La camminata fu tranquilla ed i boschi tanto familiari aiutarono la ragazza a rilassarsi, mentre respirava a pieni polmoni l'aria primaverile. Adorava quei luoghi, adorava Konoha ed avrebbe fatto di tutto per salvare il suo piccolo mondo.
    Passò lo sguardo qualche istante fra Raizen ed Hebiko, prendendosi qualche secondo per riflettere prima di parlare, decisa a soddisfare almeno quella sua curiosità Vi conoscete da molto? domandò, semplicemente, ad entrambi: per quanto si fidasse della decisione dell'Hokage continuava a non capire per quale motivo fosse stata chiamata una kunoichi di Oto e non uno shinobi di Konoha per una missione di quel tipo, e quella era la domanda più indiscreta che le era venuta in mente per indagare senza esagerare. Forse avrebbe ottenuto più in quel modo che non con una domanda diretta, che riteneva essere piuttosto inappropriata. Davanti a lei vi era il più suo più alto superiore, non un'amico o un genin pari grado.

    Quando il gruppetto arrivò sulla barca la kunoichi sgranò gli occhi e si immobilizzò qualche istante nel riconoscere l'uomo seduto sopra di essa Jotaru... i due non si erano conosciuti nelle condizioni migliori ed il rivederlo, in una situazione molto simile a quella di soli 10 giorni prima, le fece quasi cedere le gambe mentre automaticamente il suo inconscio lo associava alla missione che avevano compiuto assieme.
    Si riprese nel giro di pochi istanti, decisa a non farsi vedere in un simile chaos mentale davanti al suo stesso kage, focalizzando sull'attenzione per distrarsi sulla strana fonte di chakra emessa dallo stesso uomo, che la ragazza sapeva essere stranamente privo di chakra. Non aveva mai sentito nulla di simile prima d'ora, ed istintivamente attivò lo sharingan nel tentativo di fare chiarezza e di capire qualcosa in più a riguardo.
    Seguì Raizen fino alla barca, lanciando un'occhiata veloce a Jotaru ma senza dire una parola. Sapeva che l'Hokage era stato informato del loro allontanarsi dal villaggio, ma quanto in realtà sapeva della missione che aveva affrontato?
    Ancora più curiose furono le seguenti affermazioni del gigante sull'uomo: la kunoichi lanciò uno sguardo interrogativo al pallido shinobi mentre una sola domanda uscì istintivamente dalle sue labbra Morto? In senso metaforico?
     
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