S.O.M.A. Parte II

Qdv - Fenix, Kairi, Waket

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    La lunga Discesa






    Dentro l’amministrazione Kairi tentò di trovare il motivo di quella chiamata, provocando una scrosciante risata da parte del Colosso.

    No, no Kairi!

    Abbozzò un sorriso comprensivo.

    Un arma sarebbe decisamente un rischio troppo grande da correre soltanto in tre, preferirei sacrificarmi da solo che coinvolgere altre persone in quel caso.
    Non si parla di armi, almeno credo, son certo che non siano armi di Iwa quantomeno.


    Durante il cammino la domanda dell’Uchiha mise in difficoltà Hebiko, anche se Raizen non ne sapeva il motivo dovette intervenire per dare una risposta più esaustiva, anche se si appuntò di indagare in maniera maliziosa sulla cosa.

    Durante una missione, c’era pure quel rigidone di Shin, avevano combinato un macello.
    Andai a mettere le cose apposto, anche se il danno era fatto, e ci vedemmo li.
    Un incontro da ninja praticamente.


    I geni di Orochimaru e il resto della storia tuttavia vennero omessi, quello era decisamente un altro paio di maniche, ed era sicuro che se in qualche modo fosse giunto alle orecchie di Febh ne avrebbe ottenuto delle belle gatte da pelare tra lui e la smania di proteggere i segreti di quella fogna gorgogliante che chiamano villaggio.
    Procedette tutto senza intoppi ed in un grande silenzio per la maggiore, fino a quando Hebiko non lo prese per la manica, facendolo voltare incuriosito.

    Beh?
    E ti sembra un problema?
    Se le critiche sono decenti ovvio che le ascolto, preferisco un suggerimento che sacrificare una fetta di culo alla prima difficoltà.
    E io sono un tuo superiore cocca, tienilo a mente.


    Il viaggio nel guscio di noce non durò troppo, concludendosi praticamente in mezzo al mare.

    Insomma, facile da trovare. Mi chiedo come siano arrivati a frugare qua sotto onestamente.
    Chi potrebbe sapere qualcosa di questo posto oltre te?


    Avrebbe ascoltato le direttive annuendo ad ogni nuova limitazione.

    Va bene, ci siamo intesi, basso profilo.

    Quando gli venne passata iniziò a indossare la muta, spessa e rigida avrebbe richiesto un po’ di peso per essere portato a fondo.

    Non mi sono immerso spesso, anzi, credo che in questo settore io sia proprio un novellino, ma mi piace leggere qualche rivista.

    Indossò la muta facendo una smorfia quando venne il momento dei capelli.

    Ufff.
    Devo decidermi a farci qualcosa con sti capelli… sembrerò uno scemo.
    Ehhh vabè, fai ciao ad un altro pezzetto della tua dignità Raizen, tanto, che vuoi che sia.


    Borbottava mentre indossava una cuffia per mettere i capelli apposto in modo da riuscire a indossare il neoprene, fastidioso materiale che faceva fin troppa presa con i capelli.
    Appena agganciata la bombola indossò le pinne e si buttò in acqua senza troppi complimenti, le mute gli stavano antipatiche, ma non aveva mai detto che l’acqua non gli piacesse.
    Dopo qualche piccola prova iniziò ad aumentare gradualmente il peso della cintura, fino a che l’effetto di galleggiamento non venne del tutto contrastato, mettere pesi oltre a quelli poteva essere un rischio.

    Pronto!

    Tirò un pollice fuori dall’acqua, lievemente preoccupato, un conto era un bagno ristoratore, un conto era una missione d’esplorazione in un laboratorio vecchio di chissà quanto sotto il mare, e chissà quanto sotto!
    Distinguere il container centro metri sotto all’acqua non fu semplice, le torce tornarono infatti utili per farsi un idea dell’ingresso alla struttura dall’esterno.
    Una volta che l’acqua iniziò ad arrivargli sotto la vita si disfò della tuta e delle bombole, svestendosi e notando la targa sulla porta.

    Ingresso elevatore attendere svuotamento ingresso in caso di blocco rivolgersi al personale non usare .......... libere
    E che sarà?
    Idee?
    Mi viene in mente solo fiamme, ma mi sembra un avviso un po’ troppo banale.


    Quando aprirono la porta era evidente che l’ascensore non poteva contenere tutti loro.

    Mh, direi che il primo giro sta al più grosso e alla più flessibile, andiamo Hebiko.
    Pazienta cara.


    Disse a Kairi, aveva notato che tra lei e Jotaro c’era della tensione, ma di più non poteva fare in quel frangente.
    Durante la discesa avrebbe guardato la kunoichi sorridendo con sempre maggior enfasi.

    E dimmi, che problemi c’erano a dire come ci siamo conosciuti, ti vergogni?

    Discesa lunga, in un gabbiotto con spazio a malapena sufficiente a contenere l’aria per entrambi, impossibile sfuggire alla domanda.
     
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